LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
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LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE Edizione speciale sul Risorgimento 5 maggio 2012 ABBIAMO INTERVISTATO UN GARIBALDINO AD ANGIARI! Che tipi erano i suoi compagni? Provenivano da ogni parte d’ Italia: L’abbiamo incontrato ad Angiari, è il signor Candido Bozzola….. erano giovani e vecchi, ricchi e po- veri…C’era la recluta e il veterano; Abbiamo saputo che Lei ha partecipato con Garibaldi alla glo- l’avventuriero e l’ eroe; l’artista e il riosa Spedizione dei Mille, perché ha deciso di partire? filosofo; il miserabile in cerca del Quando decisi di partire io avevo 24 anni, ma ero già stato con Gari- pane; l’infelice in cerca della morte. baldi l’anno prima ed avevo degli amici; ci incontravamo alla corte Il più vecchio era Tommaso Parodi Mezzana di San Pietro di Legnago1, ma bisognava stare attenti alle che aveva quasi settant’anni; il più guardie austriache… giovane era un ragazzo di Chiog- Che ricordi ha della partenza? gia, Giuseppe Marchetti che aveva A Genova, la sera del 5 maggio 1860, era tutto predisposto con cu- undici anni. C’era mezzo secolo, ra; la gente era tutta per strada: mi metteva angoscia vedere povere dunque, tra l’uno e l’altro. C’era, donne con le lacrime agli occhi, ma ormai era tutto pronto per la con il suo fuoco sempre pronto ad partenza e non potevamo fallire. Ci sono stati un po’ di problemi erompere, Nino Bixio, che partiva all’imbarco, perché Bixio era in ritardo; quando arrivò uno dei due ansioso di patria, di libertà e di lot- vapori, il Lombardo, non voleva accendersi anche se le caldaie era- ta. Nessuno, forse, tranne Garibal- no state azionate, mentre sul Piemonte tutto era a posto. Era buio or- di, impegnava sé stesso in quella mai e il Lombardo non voleva partire; ad un certo punto passò una impresa, più di Nino Bixio. Trecen- ronda che sentì dei rumori e cominciò a chiedere cosa succedeva e a tocinquanta ecco quanti eravamo gridare: “Chi siete? E come vi permettete?” La ronda venne seque- alla partenza. strata e dopo aver riparato i motori fu liberata. Si era radunata una gran folla davanti agli scogli, molte persone Ha notizie di altri compagni partiti piangevano o si scambiavano gli ultimi baci, le ultime strette di ma- con Lei? no o si guardavano lungamente negli occhi, da un lato c’erano le Certamente! Per questi mi sembra persone che restavano e dall’altro tutti i volontari che dovevano par- particolarmente istruttivo raccon- tire per la Sicilia. tarle le vicende di uno di questi gio- 1 cit. da Risorgimento di provincia di Federico Melotto, ed. Fondazione Fioroni, 2012 (continua a pag. 3) L’imbarco a Quarto
Pagina 2 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 Come ricorda i momenti più emozionanti? Mi ricordo che tutti, i volontari e la folla, stavamo lì a guardare la Casa Bianca do- ve alloggiava Garibaldi. Quando verso le nove la porta si aprì, lo vidi, aveva la sua giacca rossa, il poncho gettato sulle spalle ed era armato come per andare in guer- ra. Appena la gente lo vide si levò il mormorio, vidi centinaia di fazzoletti svolaz- zanti nell’aria in segno di saluto, poi Garibaldi passò tra la folla e raggiunse uno scoglio proteso sul mare fino ad arrivare ad una scialuppa che lo attendeva, alzò i remi in segno di saluto, si fermò sullo scoglio e tutti tacquero. Un altro momento indimenticabile è stato quando abbiamo ricevuto i fucili! Tutti i Mille aspettavano quel momento, di tenere in mano un bel fucile come amico per liberare la Sicilia. Invece ci diedero dei vecchi fucili, ferro vecchio: erano lunghi, pesanti e rugginosi e avevamo poche munizioni. Tutti noi avevamo quel tipo di fu- cile, tranne trentasette carabinieri genovesi che erano già armati e avevano ottime carabine. E allora come siete riusciti a procurarvi le munizioni? L’incarico di imbarcare le munizioni l’a- LA BELLA GIGOGIN veva avuto Bixio. Alle due e mezzo Gari- Rataplan! Tamburo io sento baldi chiese a Bixio quanti fucili avesse che mi chiama alla bandiera. caricato e lui rispose di aver caricato mille Oh che gioia, oh che contento, io vado a guerreggiar! fucili e nient’altro. Ci fu un silenzio geli- do: dovevamo andare in Sicilia con mille Rataplan! Non ho paura fucilacci scarichi? Garibaldi disse di pro- delle bombe e dei cannoni, seguire lo stesso senza munizioni, tutti eravamo preoccupati, ma io vado alla ventura, decise di puntare sulla costa Toscana e precisamente verso la for- sarà poi quel che sarà. tezza di Talamone dove sapeva di poterle trovare. Ci sono stati dei momenti divertenti? E la bela Gigogin col tromilerilerela, Avevamo navigato per tutto il giorno, ma Garibaldi si era chiuso in la va a spass col sò spin- cabina. Poi dopo un po’, egli comparve con un foglio in mano, sor- cin,tromilerilerà. rideva e disse: “Mi sono accorto che fra tanti poeti che siete, non ce n’è uno che voglia comporre qualcosa da cantare…”. A quindici anni facevo all'amore. Noi ci guardammo in faccia divertiti, ma anche un po’ dubbiosi: te- Daghela avanti un passo, delizia del neva in mano un foglietto con dei versi. mio core! E Garibaldi: “Questa poesia sarebbe perfetta con della musica vi- A sedici anni ho preso marito. vace, al pari della Marsigliese”. Daghela avanti un passo, delizia del mio core! Se ne tornò nella sua cabina e noi ci mettemmo a cantare, con Ban- A diciasette mi sono spartita. di che batteva il tempo, eravamo un gruppo di volontari stonati… Daghela avanti un passo, delizia del non adatto a far infiammare gli animi, solo a far baccano. mio core! Poi ci fu un momento in cui Giacomo Grincotti si mise a cantare La Bella Gigogin. Apparve il Generale e disse: “ Bandi! Che musi- La ven, la ven, la ven alla finiestra. ca è questa? L’avete inventata voi?”E noi ci mettemmo tutti a ride- l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta insipria- re. da. la dis, la dis, la dis che l'è malada E i momenti di malinconia e di per non, per non, per non mangiar dubbio? polenta, A casa erano rimaste le famiglie e Bisogna, bisogna, bisogna avè pa- gli amici, forse raccoglievano ar- zienza, mi e denaro, si preparavano altre lassala, lassala, lassala maridà. spedizioni, ma sarebbero mai par- Le baciai, le baciai il bel visetto. tite? Il mondo ci sembrava così Cium, cium, cium! lontano. All’ora del rancio, c’era- La mi disse, la mi disse: -Oh che di- no le solite proteste, c’era poco da letto, mangiare, una sera il comandante Cium, cium, cium! Bixio si era preso una scodella di Là più in basso, là più in basso in minestra e tutti erano contro al co- quel boschetto, Cium, cium, cium! mandante e dicevano: “O tutti mi- andrem, andrem a riposar. nestra o tutti formaggio” . Ta-ra-ra-tà-tà.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 Pagina 3 (continua da pag. 1) vanotti: Giuseppe Flesati, nato a Cerea; ha fatto il garibaldino, è divenuto una glo- ria patriottica del paese, ma è morto di una grave malattia nell’ ottobre 1866; era domestico a lui spettava il compito più faticoso: pulire il ponte. Ho notizie anche di altri miei compagni, per esempio il mio grande amico Federico Bonvicini, nato a Ter- ranegra che era mediatore; e altri partiti da Legnago come Giobatta Fantoni, ufficiale-tenente e Girola- mo Gilieri, poveretto, morto per lo scoppio di una bomba quando si combatteva a Palermo, e ancora Pietro Castagna di Verona, ex-frate, mi ricordo ancora quando pregavamo con lui 3-4 ore di seguito... Ci sono stati problemi durante la navigazione? E quando siete arrivati in Sicilia, Quando eravamo in vicinanza della Sicilia, il Piemonte si trovò d’ che cosa è successo? un tratto solo. Il Lombardo era rimasto indietro, non lo si vedeva più. Mi ricordo che quando apparve la Il Generale si rese immediatamente conto del pericolo; maledisse la Sicilia tutti noi gridammo d’entu- propria fretta: siasmo, agitando berretti e fazzolet- “Dove andia- ti. Garibaldi e i suoi ufficiali lascia- mo, senza il rono la mensa e salirono per vedere Lombardo?” la terra desiderata. disse. Il vapo- A Marsala erano ormeggiati piccoli re procedeva mercantili inglesi. Il Lombardo si alla massima arenò su una duna di sabbia ed era velocità. La esposto così agli attacchi delle navi rotta era quel- borboniche e mentre quelli del Pie- la, ma… d’ un monte stavano al riparo, gli uomini tratto, una sa- del Lombardo sbarcarono. All’im- goma oscura provviso lo Stromboli, una nave apparve, a po- borbonica, si avvicinò al Lombardo che centinaia e avrebbe potuto aprire il fuoco. di metri. Una Mentre Bixio faceva sbarcare tutti nave borbonica, probabilmente. Non teneva la direzione del Piemon- per paura dell’imminente bombar- te: muoveva nella direzione opposta, Bixio sussurrò, freddamente, gli damento, lo Stromboli non apriva il ordini. Pronti tutti: la sola speranza era nell’arrembaggio. E se quello fuoco, così noi ne approfittammo fosse fallito … Tutti sapevano cosa avrebbe fatto Bixio: una torcia per sbarcare. Garibaldi dopo aver nel deposito delle polveri, e … una liquida tomba per tutti. aperto personalmente le paratie del- Bixio si stese all’estrema prora, con la pistola in pugno, pronto a le navi perché affondassero, rag- balzare in avanti; la sagoma nera fu d’un tratto vicina, a qualcuno giunse il molo per ultimo. sembrò di udire il fioco suono di una campana. La sagoma nera ap- parve e: -Capitano Bixio!- gridò una voce. Bixio balzò in piedi: -Generale!- respi- rarono tutti. -Ci volete manda- re a fondo?- gri- dò ancora Gari- baldi; il Lombar- do virò, tra escla- mazioni di gioia e sollievo; risposero altre grida dal Piemonte. Liberamente tratto dal libro di Mino Milani “Mille 860” Cino del Duca Ed.
Pagina 4 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA … da Marsala a Palermo con Garibaldi L’accoglienza a Marsala Siamo sbarcati a Marsala per seguire i Gari- baldini e tenere aggiornato il nostro giornale di viaggio. Abbiamo visto che l’accoglienza fatta da Mar- sala ai Mille è stata nel complesso buona. Su- bito dopo lo sbarco, correndo per la città un gruppo di volontari, condotto da Crispi ha raggiunto il Municipio e ne ha preso possesso . I Marsalesi hanno cominciato ad aprire porte e finestre e a farsi incontro ai garibaldini con cordialità. Anche noi cronisti, come gran parte dei volontari, siamo stati ospitati anche nelle case, si cenava con pane, formaggio e fave. Da Marsala a Rampingallo La mattina del 12 maggio in colonna ben ordi- nata i Garibaldini hanno marciato verso Sale- mi, trentacinque chilometri ad est, nei monti dell’interno. Garibaldi e gli altri ufficiali erano a cavallo; lungo il CAMICIA ROSSA percorso si cantava La Bella Gigogin. Quando la tromba sonava all'ar- Nella campagna siciliana il caldo cominciava a farsi sentire. Il Ge- mi nerale calmo, ad un tratto, è smontato da cavallo e ha proseguito con Garibaldi corsi a arruolar- a piedi, conversando con i suoi ufficiali e i suoi soldati; le Guide mi: la man mi strinse con forte scos- cavalcavano in avanguardia, e la polvere bianca sollevata dai loro sa cavalli sembrava una nuvola leggera. Il paesaggio diveniva sempre e mi diè questa camicia rossa! più selvaggio, il sole più ardente. -Sembra l’ Africa- si sentiva dire E dall'istante che t'indossai, qua e là. Non v’ erano uomini. Solo la terra ed il cielo pieno di sole. le braccia d'oro ti ricamai! Quando a Milazzo passai sergen- Dopo un po’, su di una balza, ecco apparire, come sorti dal nulla, te, alcuni cavalieri. Sono rimasti immobili contro il cielo, con il fucile Camicia rossa, camicia arden- sulla sella: -Viva l’ Italia! -si è sentito gridare - Viva Garibaldi!- te!... Sono smontati di sella e sono cominciati gli abbracci: eccoli, i Sici- Porti l'impronta di mia ferita, liani. Sei tutta lacera, tutta scucita: Per questo appunto mi sei più ca- Da Rampingallo a Salemi ra, Camicia rossa, camicia rara! I volontari hanno trascorso la notte nell’ex-feudo di Rampingallo, a Tu sei l'emblema dell'ardimento, circa dieci chilometri da Salemi. Hanno potuto mangiare e bere a Il tuo colore mette spavento: sazietà, poi si sono stesi sulla paglia che il fattore aveva fatto met- Fra poco uniti saremo a Roma, Camicia rossa, camicia indoma! tere in abbondanza a terra. La mattina del 13 maggio si sono avviati per la ripida strada che da Fida compagna del mio valore, Rampingallo porta a Salemi. Lungo la strada, incontro ai Mille, i Par che tu intenda la mia favella, Siciliani si erano recati a piedi, a cavallo ed anche in carrozza. A S'io ti contemplo mi batte il core; Camicia rossa, camicia bella. Salemi sventolavano bandiere tricolori e le campane suonavano a Là sul Volturno, di te vestito, festa. (continua a pag. 5)
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 Pagina 5 DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA … da Marsala a Palermo con Garibaldi Da Salemi a Calatafimi (Continua da pag. 4) Il 15 maggio, Garibaldi era in piedi prima dell’alba; tutti gli uomini tu sei la stessa che allor vestia, camicia rossa, camicia mia. erano schierati appena fuori della città, lungo la strada che porta a Con te sul petto farò la guerra Calatafimi. La battaglia era nell’aria. Le notizie che portavano gli ai prepotenti di questa terra esploratori dicevano che i borbonici, al comando del generale Lan- mentre l'Italia d’eroi si van- di, occupavano saldamente Calatafimi e si preparavano a muovere ta,camicia rossa, camicia santa Ed all'appello di Garibaldi su Salemi. e di quei mille suoi prodi e bal- di, Garibaldi ha raggiunto la sua armata e in molti cominciavano a daremo insieme fuoco alla mina, cantare: “Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta…” I pensieri erano camicia rossa garibaldina! per l’Italia, ma qualcuno poteva restare là insepolto al sole della Si- Se dei Tedeschi nei fieri scontri vien che la morte da prode in- cilia. contri, Nel silenzio risuonavano gli ordini degli ufficiali: avanzare, biso- chi sa qual sorte ti sia serbata, gnava avanzare, la strada si inerpicava lungo le pendici del colle camicia rossa, camicia amata! di Pietralunga; proprio sulla cima accanto a Garibaldi abbiamo vi- sto sventolare la bandiera tricolore. INNO DI MAMELI La battaglia è stata veramente dura, è durata quasi tutto il giorno e Fratelli d’Italia si combatteva su tutta la linea del colle, fino quando i borbonici l’Italia s’è desta, hanno cominciato ad arretrare. I garibaldini hanno contato trenta- dell'elmo di Scipio due morti e circa centosettanta feriti. s'è cinta la testa. La Sicilia ha cominciato ad essere scossa e la leggenda su un Gari- Dov'è la vittoria? Le porga la chioma baldi invulnerabile cominciava a diffondersi per tutta la parte occi- chè schiava di Roma dentale. Iddio la creò. L’ingresso di Garibaldi a Calatafimi è stato accolto da frate Pan- Stringiamoci a coorte, taleo, il generale ha baciato la croce e subito si sono sentite risuo- siam pronti alla morte l'Italia chiamò. nare le grida e gli applausi dei siciliani. Noi siamo da secoli calpesti e derisi, perchè non siam popolo, perchè siam divisi, raccolgaci un'unica bandiera, una speme; di fonderci insieme già l'ora suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo, far libero il suolo natìo; uniti, per Dio! Chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Dall'Alpe a Sicilia Camicie appartenute a volontari garibaldini conservate nel museo della Fondazione Fioroni di Legnago (continua a pag. 6)
Pagina 6 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA … da Marsala a Palermo con Garibaldi Da Partinico a Piana dei Greci (continua da pag.5) Nel pomeriggio la colonna è partita verso Borghetto sulla strada per ovunque è Legnano Monreale, nessuno ha accolto i garibaldini che hanno acceso i fuochi ogn’uom di Ferruccio ha il cuore e la mano. e preparato un campo per la notte sul passo che scende verso Palermo. I bimbi, d'Italia Il 19 maggio ha piovuto tutto il giorno, i volontari non avevano nulla si chiaman Balilla. Il suon d'ogni squilla con cui ripararsi, hanno innalzato tettoie, tirato su qualche tenda. i Vespri suonò. L’idea di attaccare Palermo sembrava a Garibaldi sempre più difficile Stringiamoci a coorte, e non sapeva esattamente di quanti uomini disponessero i suoi ufficia- siam pronti alla morte li La Masa e Rosolino Pilo, lo stesso Rosolino Pilo veniva colpito l'Italia chiamò. mentre marciava per riunirsi ai garibaldini. Evviva l'Italia! Piana dei Greci, nel pomeriggio del 24 maggio, ha accolto fraterna- dal sonno s'è 'desta, s'è cinta la testa. mente i Mille, stanchi e affranti dopo una lunga marcia per aggirare Dov'è la vittoria? le truppe borboniche. Le porga la chioma dell’elmo di Sciplo che schiava di Roma Da Piana dei Greci a Palermo Iddio la creò. Il 25 maggio, i Mille sono entrati a Misilmeri, Garibaldi dal colle os- Stringiamoci a coorte, servava Palermo e verso il tramonto ha radunato tutti i suoi uomini. siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Al calar della notte hanno iniziato la marcia, in silenzio, ma all’alba è stato dato l’allarme dalle sentinelle borboniche. Son giunchi che piegano le spade vendute; I Mille si sono sparsi per la città , Palermo si è scossa, una finestra si è già l'aquila d'Austria aperta, poi un’altra, finché è cominciata la rivolta. Si combatteva dap- le penne ha perdute. Il sangue d'Italia pertutto, i borbonici hanno innalzato barricate e saccheggiato perfino il sangue polacco chiese e conventi e questo ha contribuito a far schierare tutto il clero bevè col cosacco ma il cor le bruciò. dalla parte di Garibaldi. Finalmente la mattina del 30 maggio, dopo giorni di combattimenti, Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte un prigioniero garibaldino ha chiesto di essere condotto dal Generale l'Italia chiamò. e gli ha consegnato un messaggio da parte del Generale Lanza, co- mandante delle truppe borboniche. Garibaldi aveva com- preso prima di legge- re, si è incontrato con gli inviati borbonici su un vascello inglese per discutere la ritira- ta. Dopo la conclusione dell’armistizio, Gari- baldi è tornato a Pa- lazzo Pretorio, dalla piazza cominciava a giungere un brusìo che divenne in breve clamore: il popolo gremiva la piazza, voleva vederlo. Ecco- li, i Palermitani. Liberamente tratto dal libro di Mino Milani “Mille 860” Cino del Duca Ed.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 Pagina 7 DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI Sulle tracce dei Mille Ministero dell’interno, Archivio generale, Chi era il garibaldino Candido Bozzola? “I Mille di Marsala”1861-1917. Con legge del 22 gennaio 1865, n.2119, venne Per reperire i primi dati biografici il pun- 5 maggio 1860 e soprattutto dal fatto assegnata una pensione vitalizia a ciascuno dei to di partenza lo hanno fornito due testi di di aver preso parte lui stesso all’im- Mille fregiati della medaglia d’oro a ricordo della spedizione di Marsala Germano Bevilacqua. presa di Quarto. Nel secondo libro di Germano Bevi- Nel primo “I Mille di Marsala” si sono lacqua “Vita, morte, miracoli, fasti potuti ricavare i dati biografici e la foto- e nefasti - I Mille di Marsala”, si grafia. Nella pubblicazione infatti sono sono potute invece ricavare alcune raccolte, secondo un criterio geografico notizie biografiche ed in particolare: (per regione e per provincia), notizie e “Bozzola Candido di Andrea, nato foto di ogni garibaldino dei Mille. A quel ad Angiari (Gazzetta Ufficiale Le- tempo, come è noto l’ottico-chimica e le gnago) il 16. 7. 1835, morto a No- riproduzioni fotografiche cominciavano a venta Padovana il 31.3.1914, nego- muovere i primi passi ed è grazie al foto- ziante, panettiere fu della sesta grafo Alessandro Pavia se oggi possiamo Compagnia. avere le loro immagini. A lui infatti si de- ve il merito di avere concepito il progetto Dopo la Campagna si ritirò a Ponte di fotografare uno per uno i garibaldini e di Brenta, nei pressi di Padova eser- di riunire i loro ritratti in un album. cendo commercio di granaglie. Era In questo è stato facilitato dal fatto di es- stato nominato sottotenente. Ebbe sere un professionista fotografo di note- anche la pensione dei Mille. Si rife- vole valore, soprattutto per quanto riguar- ce vivo nel 1866”. da i trattamenti chimici del materiale fo- Quanto affermato da Germano Bevi- tosensibile, di avere avuto uno studio fo- lacqua trova puntuale conferma tografico in Borgo Lanieri a Genova, do- nell’Elenco Ufficiale dei Mille di ve tutti i partecipanti alla spedizione si Marsala dove il garibaldino Candido radunarono ben prima del fatidico giorno Bozzola figura al numero 169. dovana il 31.3.1914 e che era vedovo Da Angiari a Noventa Padovana di Calderaro Filomena. Il successivo passo per la ricerca di ulte- Candido nasce il 16 luglio e viene Risulta inoltre che ha avuto un figlio, riori notizie è stata fatto sia presso il Co- battezzato il giorno successivo, il 17. Bozzola Oreste nato a Padova il mune che presso la Parrocchia di Angiari; Nasce da Andrea e da Fumani Ange- 21.12.1867. entrambe le istituzioni hanno risposto alla la, abitanti in contrada Santi al nu- Il figlio di Candido, Bozzola Oreste, richiesta. mero 294. di stato civile celibe, risulta a sua volta immigrato a Noventa Padovana, pro- Il Comune ci ha trasmesso copia del fo- Seguendo il percorso fornito dai dati veniente dal comune di Como in data glio che riguarda la famiglia di Candido presenti nei testi di G. Bevilacqua, 9.6.1906 ed emigrato in data Bozzola, presente nel Registro del Ruolo dal comune di Noventa Padovana ci 19.9.1924 verso comune sconosciuto. della popolazione, da cui è possibile rica- è stato trasmesso il certificato di È il comune di Padova, invece, che ci vare le seguenti notizie: morte di Candido Bozzola da cui si comunica che immigra nella città del Bozzola Candido è figlio di Andrea e di ricava che è deceduto a Noventa Pa- Santo proveniente da Noventa Padova- Angela Fumani, sposata il 20 febbraio na il 19.9.1924 e che qui muore il 1821, di condizione Pilloto. 3.7.1950, all’età quindi di 83 anni . La ricerca di notizie negli ar- Da Bozzola Andrea e Fumani Angela na- chivi comunali e parrocchiali scono anche altri figli oltre a Candido e ha dato altresì l’occasione per recuperare informazioni anche precisamente: Bozzola Angelo il sulla casa natale di Candido 30.3.1826, Bozzola Candida l’11.11.1832, Bozzola. È emerso infatti che lo stesso Bozzola Candido il 16.7.1835, la famiglia Bozzola, in partico- lare Candido e la sorella, han- Bozzola Egidio il 24.2.1838. Risulta inol- no venduto l’abitazione nel tre che anche Candido svolge l’attività di 1880, come risulta dall’atto di Pilloto. compra-vendita in possesso Anche la copia del foglio del Registro degli attuali proprietari, la fa- miglia di Roberto Dal Cer. delle nascite, fornitaci dalla Parrocchia di La casa natale di Candido Angiari, nel quale viene annotata quella Bozzola come si presenta di Candido, conferma tali dati: Bozzola oggi, in via Santi
Pagina 8 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI Sulle tracce dei Mille Dal libro “Noventa: pagine di storia” Ebbene proprio questo Cav. Candido Bozzola Da segnalare che i contatti con il Comune di Noventa Padovana si di Angiari di Legnago sono rivelati particolarmente utili in quanto hanno permesso di avere alcune pagine tratte dal libro di storia locale "Noventa: pagine di sto- (Verona) é stato uno dei ria" di Donato Gallo e Giancarlo Broetto che parlano proprio della 1089 di Giuseppe Gari- figura di Candido Bozzola e che di seguito si riportano: baldi. Il 31 marzo 1914 moriva a Noventa Padovana il Cav. Candido Boz- zola (era nato nel 1835) che è stato uno dei 1089 di Giuseppe Garibal- Certo doveva aver avuto di. una forte educazione A 24 anni con altri veneti coraggiosi abbandonò i reggimenti austriaci per essere con Garibaldi nel gruppo dei volontari, i famosi all’italianità se a 24 an- "Cacciatori delle Alpi". ni, con altri veneti co- Candido Bozzola al seguito di Garibaldi partecipò alla seconda guerra raggiosi, abbandonò i d'indipendenza (maggio-giugno 1859). Nel 1860 visse, in qualità di reggimenti austriaci per capitano, la sua più grande avventura con Garibaldi nell'impresa dei essere con Garibaldi nel Mille. gruppo dei volontari, i Visse a Noventa i sui ultimi 15 anni di vita in via Valmarana. La sua fu una vecchiaia in cui c'erano molte avventure e vittorie da famosi “Cacciatori delle raccontare e lo spirito di libertà da trasmettere. Alpi”, (l’organizzazione del Corpo fu affidata da Cavour a Garibaldi e questo si può I più anziani, quelli che possono testimoniare quasi un secolo di cro- definire il primo esercito italiano perché comprendeva gio- naca di paese, ormai pochi, raccontano con certezza, ma non più, tan- vani da ogni regione). to chiara a motivo del molto tempo trascorso che “C'era una volta” qui a Noventa un garibaldino. Da questa affermazione di anziani si partì per ricerche, che furono anche fortunate. Infatti ecco il docu- Sicché Candido Bozzola al seguito di Garibaldi partecipò mento, l’atto di morte: alle Seconda Guerra d'Indipendenza (maggio-giugno 1859) che ebbe come luoghi di scontro prima Palestro (Pavia) e Numero 8, Bozzola, Cav. Candido Magenta (Milano) e poi Solferino e S. Martino· (Verona) presso il famoso Quadrilatero austriaco Verona - Peschiera - L’anno millenovecentoquattordici, addì trentauno di Marzo a ore po- Mantova - Legnago (sua patria natale). meridiane due, nella casa Comunale. Garibaldi con i suoi Cacciatori aveva battuto gli Austriaci a Avanti di me -Velluti Giambattista, Segretario delegato dal Varese e Como, e si proponeva di entrare nel Trentino, ma Sindaco, Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Noventa Padova- dovette fermarsi perché Napoleone III e Francesco Giuseppe na, sono comparsi Bozzola Oreste, di anni quarantasei, macchinista, firmavano inaspettatamente l’armistizio a Villafranca Vero- domiciliato a Noventa Padovana e Franchi Francesco di anni qua- nese. rantadue, impiegato, domiciliato in questo Comune, i quali mi hanno dichiarato che a ore antimeridiane cinque di oggi, nella casa posta in via Valmarana al numero trecentoventidue, è morto Bozzola Cav. Nel 1860 Candido Bozzola visse, in qualità di capitano, la Candido di anni settantanove, pensionato, residente in Noventa Pa- sua più grande avventura con Garibaldi nell’impresa dei dovana, nato in Angiari, del fu Andrea, industriante, domiciliato in Mille, che da Quarto di Genova partirono e conquistarono la Angiari, e della fu Filomena Angela, casalinga, domiciliata in Angia- Sicilia con la famosa battaglia di Calatafimi: “Quella gior- ri, vedovo di Calderaro Filomena. A quest’atto sono stati presenti nata decideva di tutta la spedizione” scrisse quell’altro vene- quali testimoni Menegazzo Adriano, di anni quarantasei, cursore, e to garibaldino Ippolito Nievo. Poi iniziò la marcia trionfale Converdi Angelo, di anni sessantuno, contadino, ambi residenti in questo Comune. Letto il Presente atto a tutti gli interessati. Lo hanno verso Napoli fino all'incontro storico a Teano con il re Vitto- essi meco firmato ad eccezione del testimonio Converdi perché anal- rio Emanuele II; furono sei mesi di sogno, dal 4 maggio alla fabeta. fine di ottobre. Dopo quell’incontro Garibaldi sciolse le Francesco Franchi - Oreste Bozzola truppe. Menegazzo Adriano - Giambattista Velluti Visto primo Maggio 1914 I garibaldini Veronesi tra i Mille Il garibaldino Candido Bozzola di Angiari del quale lo studente Giacomo Poli è stato chiamato a seguire le orme, era tra i garibaldini veronesi riconosciuti ufficialmente dallo stato italiano nel 1864 come partecipanti alla spedizione dei Mille nel 1860, che in tutto sono stati 24. Per partecipanti ufficiali si intendono coloro che si sono imbarcati il 5 maggio a Genova e sono sbarcati a Marsala l’11 maggio per poi pro- seguire fino a Palermo. Uno, Girolamo Gilieri, purtroppo proprio a Pa- lermo morì in battaglia. Altri veronesi si sono poi uniti ai primi Mille dal giugno 1860 fino ad ottobre, quando a Teano la spedizione terminò la sua impresa milita- re, ma di quelli non esiste un elenco ufficiale.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 Pagina 9 DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI Sulle tracce dei Mille La parola a un protagonista ta dagli itinerari precedenti, ma im- A cura di Camilla Rossignoli pavidi siamo giunti alla meta. Mercoledì 22 giugno da Partinico a Piana degli Albanesi di km 35 anche Abbiamo raccolto la testimonianza di un ex se è stata la tappa più lunga dell’iti- alunno della scuola secondaria di Roverchia- nerario, è stata una delle più coinvol- genti e interessanti per i luoghi (la ra, Giacomo Poli, che dal 18 al 26 giugno collina dove Garibaldi sconfisse l’e- 2011, è stato chiamato a seguire le orme del sercito dei Borboni) da visitare ma soprattutto perché a Piana degli Albanesi ci aspettavano i famosi cannoli siciliani. giovane garibaldino Candido Bozzzola e a ri- Giovedì 23 giugno da Piana degli Albanesi a Misilmeri di km 30. Or- percorrerne l’impresa da Marsala a Palermo mai abituati al clima e alle lunghe percorrenze, gli ultimi step sono stati molto più facili dei primi; mi emozionava molto guardare e rivi- In occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia ho avuto l’opportunità vere dal vivo i paesaggi e il viaggio che i Mille di Garibaldi, alcuni di vivere un’esperienza molto particolare e significativa: con altri 7 giovani come noi, avevano percorso molto tempo prima. ragazzi, l’associazione “I Pellegrini” e l’aiuto delle forze militari Venerdì 24 giugno da Misilemeri a Palermo di 20 km, è stata una tra della Sicilia abbiamo ripercorso a piedi la via seguita dai Mille che li le camminate più facili e ci ha sorretto molto l’entusiasmo di arrivare ha portati da Marsala a Palermo. alla conclusione e al capoluogo della regione che abbiamo visitato Ho avuto la consapevolezza che il progetto era diventato un avveni- con interesse, in particolar modo il ponte dove Garibaldi proclamò la mento veramente importante quando venerdì 17 giugno abbiamo Repubblica. avuto l’onore di incontrare il Presidente della Repubblica Napolita- Era ormai giunto l’ultimo giorno e la settimana era volata, l’esperien- no a Verona il quale ci ha incoraggiato e simpaticamente ci ha sug- za terminava con la deposizione della corona sulla tomba del garibal- gerito di assaporare la buona cucina siciliana. dino legnaghese Girolamo Gilieri, morto il 27 maggio 1860 durante la Sabato 18 giugno eravamo tutti all’aeroporto pronti per l’avventura. presa di Palermo. L’itinerario è stato diviso in 6 tappe: La Sicilia ha dimostrato la sua accoglienza e il suo calore soprattutto Domenica 19 giugno da Marsala a Rampingallotto per ben 26 km. Il a Termini Imerese, dove ci hanno accolto la banda e le figure istitu- primo viaggio è stato un po’ faticoso anche per il clima molto caldo zionali del paese consegnandoci riconoscimenti. tipico della Sicilia ma sebbene con qualche difficoltà siamo arrivati Non sono mancati momenti di allegria e divertimento, l’insieme di tutti alla destinazione. Il supporto militare si è rivelato subito molto persone partite all’inizio era ora diventato un gruppo affiatato non efficiente: oltre a seguirci con i mezzi ci supportava con bevande e solo tra i giovani ma anche con gli adulti con i quali si scherzava ma sali minerali. si discuteva anche sulle battaglie dei garibaldini. Lunedì 20 giugno da Salemi a Calatafimi di km 29 è stata una tappa Ringrazio tutte le persone coinvolte in questo progetto per il sostegno interessante anche dal punto di vista paesaggistico in quanto la Sici- dimostrato ma un riconoscimento particolare alla dott.ssa Loretta Ber- lia ci ha offerto dei panorami molto belli. tassello, preside dell’istituto comprensivo di Minerbe per avermi con- Martedì 21 giugno da Calatifimi a Partinico di km 34 è stata la cam- tattato fin dall’inizio e seguito insieme al prof. Gianni Amaini fino minata più faticosa soprattutto per il caldo e la stanchezza accumula alla fine di questa indimenticabile esperienza. Camilla Rossignoli
Pagina 10 LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012 La redazione del giornale LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE Edizione speciale sul Risorgimento È composta dagli alunni della classe seconda B Scuola Secondaria di primo grado di Roverchiara Prodotto e stampato in proprio La classe La nostra scuola Il concorso
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