LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE

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LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012

       LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
                                Edizione speciale sul Risorgimento
                                           5 maggio 2012

ABBIAMO INTERVISTATO UN GARIBALDINO AD ANGIARI!                                              Che tipi erano i suoi compagni?
                                                                                             Provenivano da ogni parte d’ Italia:
L’abbiamo incontrato ad Angiari, è il signor Candido Bozzola…..                              erano giovani e vecchi, ricchi e po-
                                                                                             veri…C’era la recluta e il veterano;
Abbiamo saputo che Lei ha partecipato con Garibaldi alla glo-                                l’avventuriero e l’ eroe; l’artista e il
riosa Spedizione dei Mille, perché ha deciso di partire?                                     filosofo; il miserabile in cerca del
Quando decisi di partire io avevo 24 anni, ma ero già stato con Gari-                        pane; l’infelice in cerca della morte.
baldi l’anno prima ed avevo degli amici; ci incontravamo alla corte                          Il più vecchio era Tommaso Parodi
Mezzana di San Pietro di Legnago1, ma bisognava stare attenti alle                           che aveva quasi settant’anni; il più
guardie austriache…                                                                          giovane era un ragazzo di Chiog-
Che ricordi ha della partenza?                                                               gia, Giuseppe Marchetti che aveva
A Genova, la sera del 5 maggio 1860, era tutto predisposto con cu-                           undici anni. C’era mezzo secolo,
ra; la gente era tutta per strada: mi metteva angoscia vedere povere                         dunque, tra l’uno e l’altro. C’era,
donne con le lacrime agli occhi, ma ormai era tutto pronto per la                            con il suo fuoco sempre pronto ad
partenza e non potevamo fallire. Ci sono stati un po’ di problemi                            erompere, Nino Bixio, che partiva
all’imbarco, perché Bixio era in ritardo; quando arrivò uno dei due                          ansioso di patria, di libertà e di lot-
vapori, il Lombardo, non voleva accendersi anche se le caldaie era-                          ta. Nessuno, forse, tranne Garibal-
no state azionate, mentre sul Piemonte tutto era a posto. Era buio or-                       di, impegnava sé stesso in quella
mai e il Lombardo non voleva partire; ad un certo punto passò una                            impresa, più di Nino Bixio. Trecen-
ronda che sentì dei rumori e cominciò a chiedere cosa succedeva e a                          tocinquanta ecco quanti eravamo
gridare: “Chi siete? E come vi permettete?” La ronda venne seque-                            alla partenza.
strata e dopo aver riparato i motori fu liberata.
Si era radunata una gran folla davanti agli scogli, molte persone                            Ha notizie di altri compagni partiti
piangevano o si scambiavano gli ultimi baci, le ultime strette di ma-                        con Lei?
no o si guardavano lungamente negli occhi, da un lato c’erano le                             Certamente! Per questi mi sembra
persone che restavano e dall’altro tutti i volontari che dovevano par-                       particolarmente istruttivo raccon-
tire per la Sicilia.                                                                         tarle le vicende di uno di questi gio-
1
    cit. da Risorgimento di provincia di Federico Melotto, ed. Fondazione Fioroni, 2012
                                                                                               (continua a pag. 3)
       L’imbarco a Quarto
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Come ricorda i momenti più emozionanti?
Mi ricordo che tutti, i volontari e la folla, stavamo lì a guardare la Casa Bianca do-
ve alloggiava Garibaldi. Quando verso le nove la porta si aprì, lo vidi, aveva la sua
giacca rossa, il poncho gettato sulle spalle ed era armato come per andare in guer-
ra. Appena la gente lo vide si levò il mormorio, vidi centinaia di fazzoletti svolaz-
zanti nell’aria in segno di saluto, poi Garibaldi passò tra la folla e raggiunse uno
scoglio proteso sul mare fino ad arrivare ad una scialuppa che lo attendeva, alzò i
remi in segno di saluto, si fermò sullo scoglio e tutti tacquero.
Un altro momento indimenticabile è stato quando abbiamo ricevuto i fucili! Tutti i
Mille aspettavano quel momento, di tenere in mano un bel fucile come amico per
liberare la Sicilia. Invece ci diedero dei vecchi fucili, ferro vecchio: erano lunghi,
pesanti e rugginosi e avevamo poche munizioni. Tutti noi avevamo quel tipo di fu-
cile, tranne trentasette carabinieri genovesi che erano già armati e avevano ottime
carabine.
E allora come siete riusciti a procurarvi le munizioni?
                                            L’incarico di imbarcare le munizioni l’a-
 LA BELLA GIGOGIN                           veva avuto Bixio. Alle due e mezzo Gari-
Rataplan! Tamburo io sento                  baldi chiese a Bixio quanti fucili avesse
che mi chiama alla bandiera.                caricato e lui rispose di aver caricato mille
Oh che gioia, oh che contento,
io vado a guerreggiar!                      fucili e nient’altro. Ci fu un silenzio geli-
                                            do: dovevamo andare in Sicilia con mille
Rataplan! Non ho paura                      fucilacci scarichi? Garibaldi disse di pro-
delle bombe e dei cannoni,                  seguire lo stesso senza munizioni, tutti eravamo preoccupati, ma
io vado alla ventura,                       decise di puntare sulla costa Toscana e precisamente verso la for-
sarà poi quel che sarà.                     tezza di Talamone dove sapeva di poterle trovare.
                                            Ci sono stati dei momenti divertenti?
E la bela Gigogin
col tromilerilerela,
                                            Avevamo navigato per tutto il giorno, ma Garibaldi si era chiuso in
la va a spass col sò spin-                  cabina. Poi dopo un po’, egli comparve con un foglio in mano, sor-
cin,tromilerilerà.                          rideva e disse: “Mi sono accorto che fra tanti poeti che siete, non ce
                                            n’è uno che voglia comporre qualcosa da cantare…”.
A quindici anni facevo all'amore.           Noi ci guardammo in faccia divertiti, ma anche un po’ dubbiosi: te-
Daghela avanti un passo, delizia del neva in mano un foglietto con dei versi.
mio core!                                   E Garibaldi: “Questa poesia sarebbe perfetta con della musica vi-
A sedici anni ho preso marito.
                                            vace, al pari della Marsigliese”.
Daghela avanti un passo, delizia del
mio core!                                   Se ne tornò nella sua cabina e noi ci mettemmo a cantare, con Ban-
A diciasette mi sono spartita.              di che batteva il tempo, eravamo un gruppo di volontari stonati…
Daghela avanti un passo, delizia del non adatto a far infiammare gli animi, solo a far baccano.
mio core!                                   Poi ci fu un momento in cui Giacomo Grincotti si mise a cantare
                                            La Bella Gigogin. Apparve il Generale e disse: “ Bandi! Che musi-
La ven, la ven, la ven alla finiestra.      ca è questa? L’avete inventata voi?”E noi ci mettemmo tutti a ride-
l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta insipria-   re.
da.
la dis, la dis, la dis che l'è malada       E i momenti di malinconia e di
per non, per non, per non mangiar           dubbio?
polenta,                                    A casa erano rimaste le famiglie e
Bisogna, bisogna, bisogna avè pa-           gli amici, forse raccoglievano ar-
zienza,
                                            mi e denaro, si preparavano altre
lassala, lassala, lassala maridà.
                                            spedizioni, ma sarebbero mai par-
Le baciai, le baciai il bel visetto.        tite? Il mondo ci sembrava così
 Cium, cium, cium!                          lontano. All’ora del rancio, c’era-
La mi disse, la mi disse: -Oh che di-       no le solite proteste, c’era poco da
letto,                                      mangiare, una sera il comandante
 Cium, cium, cium!                          Bixio si era preso una scodella di
Là più in basso, là più in basso in         minestra e tutti erano contro al co-
quel boschetto,
 Cium, cium, cium!                          mandante e dicevano: “O tutti mi-
andrem, andrem a riposar.                   nestra o tutti formaggio” .
Ta-ra-ra-tà-tà.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012                      Pagina 3

 (continua    da pag. 1)
                      vanotti: Giuseppe Flesati, nato a Cerea; ha fatto il garibaldino, è divenuto una glo-
                      ria patriottica del paese, ma è morto di una grave malattia nell’ ottobre 1866; era
domestico a lui spettava il compito più faticoso: pulire il ponte.
 Ho notizie anche di altri miei compagni, per esempio il mio grande amico Federico Bonvicini, nato a Ter-
ranegra che era mediatore; e altri partiti da Legnago come Giobatta Fantoni, ufficiale-tenente e Girola-
mo Gilieri, poveretto, morto per lo scoppio di una bomba quando si combatteva a Palermo, e ancora Pietro
Castagna di Verona, ex-frate, mi ricordo ancora quando pregavamo con lui 3-4 ore di seguito...

Ci sono stati problemi durante la navigazione?                                      E quando siete arrivati in Sicilia,
 Quando eravamo in vicinanza della Sicilia, il Piemonte si trovò d’                 che cosa è successo?
un tratto solo. Il Lombardo era rimasto indietro, non lo si vedeva più.             Mi ricordo che quando apparve la
Il Generale si rese immediatamente conto del pericolo; maledisse la                 Sicilia tutti noi gridammo d’entu-
                                                         propria fretta:            siasmo, agitando berretti e fazzolet-
                                                         “Dove andia-               ti. Garibaldi e i suoi ufficiali lascia-
                                                         mo, senza il               rono la mensa e salirono per vedere
                                                         Lombardo?”                 la terra desiderata.
                                                         disse. Il vapo-            A Marsala erano ormeggiati piccoli
                                                         re procedeva               mercantili inglesi. Il Lombardo si
                                                         alla massima               arenò su una duna di sabbia ed era
                                                         velocità. La               esposto così agli attacchi delle navi
                                                         rotta era quel-            borboniche e mentre quelli del Pie-
                                                         la, ma… d’ un              monte stavano al riparo, gli uomini
                                                         tratto, una sa-            del Lombardo sbarcarono. All’im-
                                                         goma oscura                provviso lo Stromboli, una nave
                                                         apparve, a po-             borbonica, si avvicinò al Lombardo
                                                         che centinaia              e avrebbe potuto aprire il fuoco.
                                                         di metri. Una              Mentre Bixio faceva sbarcare tutti
nave borbonica, probabilmente. Non teneva la direzione del Piemon-                  per paura dell’imminente bombar-
te: muoveva nella direzione opposta, Bixio sussurrò, freddamente, gli               damento, lo Stromboli non apriva il
ordini. Pronti tutti: la sola speranza era nell’arrembaggio. E se quello            fuoco, così noi ne approfittammo
fosse fallito … Tutti sapevano cosa avrebbe fatto Bixio: una torcia                 per sbarcare. Garibaldi dopo aver
nel deposito delle polveri, e … una liquida tomba per tutti.                        aperto personalmente le paratie del-
Bixio si stese all’estrema prora, con la pistola in pugno, pronto a                 le navi perché affondassero, rag-
balzare in avanti; la sagoma nera fu d’un tratto vicina, a qualcuno                 giunse il molo per ultimo.
sembrò di udire il fioco suono di una campana. La sagoma nera ap-
parve e:
-Capitano Bixio!-
gridò una voce.
Bixio balzò in
piedi:
-Generale!- respi-
rarono tutti.
-Ci volete manda-
re a fondo?- gri-
dò ancora Gari-
baldi; il Lombar-
do virò, tra escla-
mazioni di gioia e
sollievo; risposero
altre grida dal
Piemonte.

Liberamente tratto dal libro
di Mino Milani “Mille 860”
Cino del Duca Ed.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
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                            DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA …
                          da Marsala a Palermo con Garibaldi

L’accoglienza a Marsala
Siamo sbarcati a Marsala per seguire i Gari-
baldini e tenere aggiornato il nostro giornale di
viaggio.
Abbiamo visto che l’accoglienza fatta da Mar-
sala ai Mille è stata nel complesso buona. Su-
bito dopo lo sbarco, correndo per la città un
gruppo di volontari, condotto da Crispi ha
raggiunto il Municipio e ne ha preso possesso .
I Marsalesi hanno cominciato ad aprire porte e
finestre e a farsi incontro ai garibaldini con
cordialità. Anche noi cronisti, come gran parte
dei volontari, siamo stati ospitati anche nelle
case, si cenava con pane, formaggio e fave.

 Da Marsala a Rampingallo
La mattina del 12 maggio in colonna ben ordi-
nata i Garibaldini hanno marciato verso Sale-
mi, trentacinque chilometri ad est, nei monti
dell’interno. Garibaldi e gli altri ufficiali erano a cavallo; lungo il                 CAMICIA ROSSA
percorso si cantava La Bella Gigogin.
                                                                                        Quando la tromba sonava all'ar-
Nella campagna siciliana il caldo cominciava a farsi sentire. Il Ge-                    mi
nerale calmo, ad un tratto, è smontato da cavallo e ha proseguito                       con Garibaldi corsi a arruolar-
a piedi, conversando con i suoi ufficiali e i suoi soldati; le Guide                    mi:
                                                                                        la man mi strinse con forte scos-
cavalcavano in avanguardia, e la polvere bianca sollevata dai loro                      sa
cavalli sembrava una nuvola leggera. Il paesaggio diveniva sempre                       e mi diè questa camicia rossa!
più selvaggio, il sole più ardente. -Sembra l’ Africa- si sentiva dire                  E dall'istante che t'indossai,
qua e là. Non v’ erano uomini. Solo la terra ed il cielo pieno di sole.                 le braccia d'oro ti ricamai!
                                                                                        Quando a Milazzo passai sergen-
Dopo un po’, su di una balza, ecco apparire, come sorti dal nulla,                      te,
alcuni cavalieri. Sono rimasti immobili contro il cielo, con il fucile                  Camicia rossa, camicia arden-
sulla sella: -Viva l’ Italia! -si è sentito gridare - Viva Garibaldi!-                  te!...
Sono smontati di sella e sono cominciati gli abbracci: eccoli, i Sici-                  Porti l'impronta di mia ferita,
liani.                                                                                  Sei tutta lacera, tutta scucita:
                                                                                        Per questo appunto mi sei più ca-
Da Rampingallo a Salemi                                                                 ra,
                                                                                        Camicia rossa, camicia rara!
I volontari hanno trascorso la notte nell’ex-feudo di Rampingallo, a                    Tu sei l'emblema dell'ardimento,
circa dieci chilometri da Salemi. Hanno potuto mangiare e bere a                        Il tuo colore mette spavento:
sazietà, poi si sono stesi sulla paglia che il fattore aveva fatto met-                 Fra poco uniti saremo a Roma,
                                                                                        Camicia rossa, camicia indoma!
tere in abbondanza a terra.
La mattina del 13 maggio si sono avviati per la ripida strada che da                    Fida compagna del mio valore,
Rampingallo porta a Salemi. Lungo la strada, incontro ai Mille, i                       Par che tu intenda la mia favella,
Siciliani si erano recati a piedi, a cavallo ed anche in carrozza. A                    S'io ti contemplo mi batte il core;
                                                                                        Camicia rossa, camicia bella.
Salemi sventolavano bandiere tricolori e le campane suonavano a                         Là sul Volturno, di te vestito,
festa.
                                                                                          (continua a pag. 5)
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012                                Pagina 5

                             DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA …
                           da Marsala a Palermo con Garibaldi
Da Salemi a Calatafimi                                                                         (Continua da pag. 4)

Il 15 maggio, Garibaldi era in piedi prima dell’alba; tutti gli uomini                    tu sei la stessa che allor vestia,
                                                                                          camicia rossa, camicia mia.
erano schierati appena fuori della città, lungo la strada che porta a                     Con te sul petto farò la guerra
Calatafimi. La battaglia era nell’aria. Le notizie che portavano gli                      ai prepotenti di questa terra
esploratori dicevano che i borbonici, al comando del generale Lan-                        mentre l'Italia d’eroi si van-
di, occupavano saldamente Calatafimi e si preparavano a muovere                           ta,camicia rossa, camicia santa
                                                                                          Ed all'appello di Garibaldi
su Salemi.                                                                                e di quei mille suoi prodi e bal-
                                                                                          di,
Garibaldi ha raggiunto la sua armata e in molti cominciavano a                            daremo insieme fuoco alla mina,
cantare: “Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta…” I pensieri erano                         camicia rossa garibaldina!
per l’Italia, ma qualcuno poteva restare là insepolto al sole della Si-                   Se dei Tedeschi nei fieri scontri
                                                                                          vien che la morte da prode in-
cilia.                                                                                    contri,
Nel silenzio risuonavano gli ordini degli ufficiali: avanzare, biso-                      chi sa qual sorte ti sia serbata,
gnava avanzare, la strada si inerpicava lungo le pendici del colle                        camicia rossa, camicia amata!
di Pietralunga; proprio sulla cima accanto a Garibaldi abbiamo vi-
sto sventolare la bandiera tricolore.
                                                                                                    INNO DI MAMELI
La battaglia è stata veramente dura, è durata quasi tutto il giorno e
                                                                                                        Fratelli d’Italia
si combatteva su tutta la linea del colle, fino quando i borbonici                                    l’Italia s’è desta,
hanno cominciato ad arretrare. I garibaldini hanno contato trenta-                                  dell'elmo di Scipio
due morti e circa centosettanta feriti.                                                              s'è cinta la testa.
La Sicilia ha cominciato ad essere scossa e la leggenda su un Gari-                                  Dov'è la vittoria?
                                                                                                    Le porga la chioma
baldi invulnerabile cominciava a diffondersi per tutta la parte occi-                              chè schiava di Roma
dentale.                                                                                               Iddio la creò.

L’ingresso di Garibaldi a Calatafimi è stato accolto da frate Pan-                                 Stringiamoci a coorte,
taleo, il generale ha baciato la croce e subito si sono sentite risuo-                             siam pronti alla morte
                                                                                                       l'Italia chiamò.
nare le grida e gli applausi dei siciliani.
                                                                                                   Noi siamo da secoli
                                                                                                     calpesti e derisi,
                                                                                                 perchè non siam popolo,
                                                                                                    perchè siam divisi,
                                                                                                   raccolgaci un'unica
                                                                                                  bandiera, una speme;
                                                                                                   di fonderci insieme
                                                                                                     già l'ora suonò.

                                                                                                   Stringiamoci a coorte,
                                                                                                   siam pronti alla morte
                                                                                                       l'Italia chiamò.

                                                                                                    Uniamoci, amiamoci
                                                                                                     l'unione e l'amore
                                                                                                      rivelano ai popoli
                                                                                                     le vie del Signore.
                                                                                                    Giuriamo, far libero
                                                                                                        il suolo natìo;
                                                                                                        uniti, per Dio!
                                                                                                     Chi vincer ci può?

                                                                                                   Stringiamoci a coorte,
                                                                                                   siam pronti alla morte
                                                                                                       l'Italia chiamò.

                                                                                                     Dall'Alpe a Sicilia
    Camicie appartenute a volontari garibaldini conservate nel museo della
                      Fondazione Fioroni di Legnago                                              (continua a pag. 6)
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
Pagina 6                    LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012

                             DAI NOSTRI INVIATI IN SICILIA …
                           da Marsala a Palermo con Garibaldi

Da Partinico a Piana dei Greci                                                                  (continua da pag.5)

Nel pomeriggio la colonna è partita verso Borghetto sulla strada per                                ovunque è Legnano
Monreale, nessuno ha accolto i garibaldini che hanno acceso i fuochi                               ogn’uom di Ferruccio
                                                                                                   ha il cuore e la mano.
e preparato un campo per la notte sul passo che scende verso Palermo.                                  I bimbi, d'Italia
Il 19 maggio ha piovuto tutto il giorno, i volontari non avevano nulla                               si chiaman Balilla.
                                                                                                   Il suon d'ogni squilla
con cui ripararsi, hanno innalzato tettoie, tirato su qualche tenda.                                   i Vespri suonò.
L’idea di attaccare Palermo sembrava a Garibaldi sempre più difficile
                                                                                                  Stringiamoci a coorte,
e non sapeva esattamente di quanti uomini disponessero i suoi ufficia-                            siam pronti alla morte
li La Masa e Rosolino Pilo, lo stesso Rosolino Pilo veniva colpito                                    l'Italia chiamò.
mentre marciava per riunirsi ai garibaldini.                                                            Evviva l'Italia!
Piana dei Greci, nel pomeriggio del 24 maggio, ha accolto fraterna-                                 dal sonno s'è 'desta,
                                                                                                      s'è cinta la testa.
mente i Mille, stanchi e affranti dopo una lunga marcia per aggirare                                  Dov'è la vittoria?
le truppe borboniche.                                                                                Le porga la chioma
                                                                                                     dell’elmo di Sciplo
                                                                                                    che schiava di Roma
Da Piana dei Greci a Palermo                                                                            Iddio la creò.
Il 25 maggio, i Mille sono entrati a Misilmeri, Garibaldi dal colle os-                           Stringiamoci a coorte,
servava Palermo e verso il tramonto ha radunato tutti i suoi uomini.                              siam pronti alla morte
                                                                                                      l'Italia chiamò.
Al calar della notte hanno iniziato la marcia, in silenzio, ma all’alba è
stato dato l’allarme dalle sentinelle borboniche.                                                Son giunchi che piegano
                                                                                                    le spade vendute;
I Mille si sono sparsi per la città , Palermo si è scossa, una finestra si è                       già l'aquila d'Austria
aperta, poi un’altra, finché è cominciata la rivolta. Si combatteva dap-                          le penne ha perdute.
                                                                                                     Il sangue d'Italia
pertutto, i borbonici hanno innalzato barricate e saccheggiato perfino                              il sangue polacco
chiese e conventi e questo ha contribuito a far schierare tutto il clero                            bevè col cosacco
                                                                                                    ma il cor le bruciò.
dalla parte di Garibaldi.
Finalmente la mattina del 30 maggio, dopo giorni di combattimenti,                                Stringiamoci a coorte,
                                                                                                  siam pronti alla morte
un prigioniero garibaldino ha chiesto di essere condotto dal Generale                                 l'Italia chiamò.
e gli ha consegnato un messaggio da parte del Generale Lanza, co-
mandante delle truppe borboniche.                                                               Garibaldi aveva com-
                                                                                                preso prima di legge-
                                                                                                re, si è incontrato con
                                                                                                gli inviati borbonici
                                                                                                su un vascello inglese
                                                                                                per discutere la ritira-
                                                                                                ta.
                                                                                                Dopo la conclusione
                                                                                                dell’armistizio, Gari-
                                                                                                baldi è tornato a Pa-
                                                                                                lazzo Pretorio, dalla
                                                                                                piazza cominciava a
                                                                                                giungere un brusìo
                                                                                                che divenne in breve
                                                                                                clamore: il popolo
                                                                                                gremiva la piazza,
                                                                                                voleva vederlo. Ecco-
                                                                                                li, i Palermitani.
                                                                                               Liberamente tratto dal libro di Mino
                                                                                               Milani “Mille 860” Cino del Duca Ed.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012                                 Pagina 7

                     DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI
                               Sulle tracce dei Mille
                                                                                               Ministero dell’interno, Archivio generale,
              Chi era il garibaldino Candido Bozzola?                                              “I Mille di Marsala”1861-1917.

                                                                                            Con legge del 22 gennaio 1865, n.2119, venne
Per reperire i primi dati biografici il pun- 5 maggio 1860 e soprattutto dal fatto          assegnata una pensione vitalizia a ciascuno dei
to di partenza lo hanno fornito due testi di di aver preso parte lui stesso all’im-        Mille fregiati della medaglia d’oro a ricordo della
                                                                                                          spedizione di Marsala
Germano Bevilacqua.                           presa di Quarto.
                                              Nel secondo libro di Germano Bevi-
Nel primo “I Mille di Marsala” si sono lacqua “Vita, morte, miracoli, fasti
potuti ricavare i dati biografici e la foto- e nefasti - I Mille di Marsala”, si
grafia. Nella pubblicazione infatti sono sono potute invece ricavare alcune
raccolte, secondo un criterio geografico notizie biografiche ed in particolare:
(per regione e per provincia), notizie e “Bozzola Candido di Andrea, nato
foto di ogni garibaldino dei Mille. A quel ad Angiari (Gazzetta Ufficiale Le-
tempo, come è noto l’ottico-chimica e le gnago) il 16. 7. 1835, morto a No-
riproduzioni fotografiche cominciavano a venta Padovana il 31.3.1914, nego-
muovere i primi passi ed è grazie al foto- ziante, panettiere fu della sesta
grafo Alessandro Pavia se oggi possiamo Compagnia.
avere le loro immagini. A lui infatti si de-
ve il merito di avere concepito il progetto Dopo la Campagna si ritirò a Ponte
di fotografare uno per uno i garibaldini e di Brenta, nei pressi di Padova eser-
di riunire i loro ritratti in un album.       cendo commercio di granaglie. Era
In questo è stato facilitato dal fatto di es- stato nominato sottotenente. Ebbe
sere un professionista fotografo di note- anche la pensione dei Mille. Si rife-
vole valore, soprattutto per quanto riguar- ce vivo nel 1866”.
da i trattamenti chimici del materiale fo- Quanto affermato da Germano Bevi-
tosensibile, di avere avuto uno studio fo- lacqua trova puntuale conferma
tografico in Borgo Lanieri a Genova, do- nell’Elenco Ufficiale dei Mille di
ve tutti i partecipanti alla spedizione si Marsala dove il garibaldino Candido
radunarono ben prima del fatidico giorno Bozzola figura al numero 169.

                                                                                            dovana il 31.3.1914 e che era vedovo
                  Da Angiari a Noventa Padovana                                             di Calderaro Filomena.
Il successivo passo per la ricerca di ulte-     Candido nasce il 16 luglio e viene          Risulta inoltre che ha avuto un figlio,
riori notizie è stata fatto sia presso il Co-   battezzato il giorno successivo, il 17.     Bozzola Oreste nato a Padova il
mune che presso la Parrocchia di Angiari;       Nasce da Andrea e da Fumani Ange-           21.12.1867.
entrambe le istituzioni hanno risposto alla     la, abitanti in contrada Santi al nu-       Il figlio di Candido, Bozzola Oreste,
richiesta.                                      mero 294.                                   di stato civile celibe, risulta a sua volta
                                                                                            immigrato a Noventa Padovana, pro-
Il Comune ci ha trasmesso copia del fo-         Seguendo il percorso fornito dai dati       veniente dal comune di Como in data
glio che riguarda la famiglia di Candido        presenti nei testi di G. Bevilacqua,        9.6.1906 ed emigrato in data
Bozzola, presente nel Registro del Ruolo        dal comune di Noventa Padovana ci           19.9.1924 verso comune sconosciuto.
della popolazione, da cui è possibile rica-     è stato trasmesso il certificato di         È il comune di Padova, invece, che ci
vare le seguenti notizie:                       morte di Candido Bozzola da cui si          comunica che immigra nella città del
Bozzola Candido è figlio di Andrea e di         ricava che è deceduto a Noventa Pa-         Santo proveniente da Noventa Padova-
Angela Fumani, sposata il 20 febbraio                                                       na il 19.9.1924 e che qui muore il
1821, di condizione Pilloto.                                                                3.7.1950, all’età quindi di 83 anni .
                                                 La ricerca di notizie negli ar-
Da Bozzola Andrea e Fumani Angela na-            chivi comunali e parrocchiali
scono anche altri figli oltre a Candido e        ha dato altresì l’occasione per
                                                 recuperare informazioni anche
precisamente:      Bozzola Angelo         il     sulla casa natale di Candido
30.3.1826, Bozzola Candida l’11.11.1832,         Bozzola. È emerso infatti che
lo stesso Bozzola Candido il 16.7.1835,          la famiglia Bozzola, in partico-
                                                 lare Candido e la sorella, han-
Bozzola Egidio il 24.2.1838. Risulta inol-       no venduto l’abitazione nel
tre che anche Candido svolge l’attività di       1880, come risulta dall’atto di
Pilloto.                                         compra-vendita in possesso
Anche la copia del foglio del Registro           degli attuali proprietari, la fa-
                                                 miglia di Roberto Dal Cer.
delle nascite, fornitaci dalla Parrocchia di     La casa natale di Candido
Angiari, nel quale viene annotata quella         Bozzola come si presenta
di Candido, conferma tali dati: Bozzola              oggi, in via Santi
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
Pagina 8                                LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012

                        DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI
                                  Sulle tracce dei Mille

Dal libro “Noventa: pagine di storia”                                      Ebbene proprio questo
                                                                           Cav. Candido Bozzola
Da segnalare che i contatti con il Comune di Noventa Padovana si           di Angiari di Legnago
sono rivelati particolarmente utili in quanto hanno permesso di avere
alcune pagine tratte dal libro di storia locale "Noventa: pagine di sto-   (Verona) é stato uno dei
ria" di Donato Gallo e Giancarlo Broetto che parlano proprio della         1089 di Giuseppe Gari-
figura di Candido Bozzola e che di seguito si riportano:                   baldi.
 Il 31 marzo 1914 moriva a Noventa Padovana il Cav. Candido Boz-
zola (era nato nel 1835) che è stato uno dei 1089 di Giuseppe Garibal-     Certo doveva aver avuto
di.
                                                                           una forte educazione
A 24 anni con altri veneti coraggiosi abbandonò i reggimenti austriaci
per essere con Garibaldi nel gruppo dei volontari, i famosi                all’italianità se a 24 an-
"Cacciatori delle Alpi".                                                   ni, con altri veneti co-
Candido Bozzola al seguito di Garibaldi partecipò alla seconda guerra      raggiosi, abbandonò i
d'indipendenza (maggio-giugno 1859). Nel 1860 visse, in qualità di         reggimenti austriaci per
capitano, la sua più grande avventura con Garibaldi nell'impresa dei       essere con Garibaldi nel
Mille.                                                                     gruppo dei volontari, i
Visse a Noventa i sui ultimi 15 anni di vita in via Valmarana.
La sua fu una vecchiaia in cui c'erano molte avventure e vittorie da       famosi “Cacciatori delle
raccontare e lo spirito di libertà da trasmettere.                         Alpi”, (l’organizzazione
                                                                           del Corpo fu affidata da Cavour a Garibaldi e questo si può
I più anziani, quelli che possono testimoniare quasi un secolo di cro-     definire il primo esercito italiano perché comprendeva gio-
naca di paese, ormai pochi, raccontano con certezza, ma non più, tan-      vani da ogni regione).
to chiara a motivo del molto tempo trascorso che “C'era una volta”
qui a Noventa un garibaldino. Da questa affermazione di anziani si
partì per ricerche, che furono anche fortunate. Infatti ecco il docu-      Sicché Candido Bozzola al seguito di Garibaldi partecipò
mento, l’atto di morte:                                                    alle Seconda Guerra d'Indipendenza (maggio-giugno 1859)
                                                                           che ebbe come luoghi di scontro prima Palestro (Pavia) e
       Numero 8, Bozzola, Cav. Candido                                     Magenta (Milano) e poi Solferino e S. Martino· (Verona)
                                                                           presso il famoso Quadrilatero austriaco Verona - Peschiera -
L’anno millenovecentoquattordici, addì trentauno di Marzo a ore po-
                                                                           Mantova - Legnago (sua patria natale).
meridiane due, nella casa Comunale.
                                                                           Garibaldi con i suoi Cacciatori aveva battuto gli Austriaci a
        Avanti di me -Velluti Giambattista, Segretario delegato dal        Varese e Como, e si proponeva di entrare nel Trentino, ma
Sindaco, Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Noventa Padova-        dovette fermarsi perché Napoleone III e Francesco Giuseppe
na, sono comparsi Bozzola Oreste, di anni quarantasei, macchinista,        firmavano inaspettatamente l’armistizio a Villafranca Vero-
domiciliato a Noventa Padovana e Franchi Francesco di anni qua-            nese.
rantadue, impiegato, domiciliato in questo Comune, i quali mi hanno
dichiarato che a ore antimeridiane cinque di oggi, nella casa posta in
via Valmarana al numero trecentoventidue, è morto Bozzola Cav.             Nel 1860 Candido Bozzola visse, in qualità di capitano, la
Candido di anni settantanove, pensionato, residente in Noventa Pa-         sua più grande avventura con Garibaldi nell’impresa dei
dovana, nato in Angiari, del fu Andrea, industriante, domiciliato in       Mille, che da Quarto di Genova partirono e conquistarono la
Angiari, e della fu Filomena Angela, casalinga, domiciliata in Angia-      Sicilia con la famosa battaglia di Calatafimi: “Quella gior-
ri, vedovo di Calderaro Filomena. A quest’atto sono stati presenti         nata decideva di tutta la spedizione” scrisse quell’altro vene-
quali testimoni Menegazzo Adriano, di anni quarantasei, cursore, e
                                                                           to garibaldino Ippolito Nievo. Poi iniziò la marcia trionfale
Converdi Angelo, di anni sessantuno, contadino, ambi residenti in
questo Comune. Letto il Presente atto a tutti gli interessati. Lo hanno    verso Napoli fino all'incontro storico a Teano con il re Vitto-
essi meco firmato ad eccezione del testimonio Converdi perché anal-        rio Emanuele II; furono sei mesi di sogno, dal 4 maggio alla
fabeta.                                                                    fine di ottobre. Dopo quell’incontro Garibaldi sciolse le
       Francesco Franchi - Oreste Bozzola                                  truppe.
       Menegazzo Adriano - Giambattista Velluti
       Visto primo Maggio 1914

                                                                           I garibaldini Veronesi tra i Mille
                                                                   Il garibaldino Candido Bozzola di Angiari del quale lo studente
                                                             Giacomo Poli è stato chiamato a seguire le orme, era tra i garibaldini
                                                             veronesi riconosciuti ufficialmente dallo stato italiano nel 1864 come
                                                             partecipanti alla spedizione dei Mille nel 1860, che in tutto sono stati 24.
                                                                   Per partecipanti ufficiali si intendono coloro che si sono imbarcati
                                                             il 5 maggio a Genova e sono sbarcati a Marsala l’11 maggio per poi pro-
                                                             seguire fino a Palermo. Uno, Girolamo Gilieri, purtroppo proprio a Pa-
                                                             lermo morì in battaglia.
                                                                   Altri veronesi si sono poi uniti ai primi Mille dal giugno 1860 fino
                                                             ad ottobre, quando a Teano la spedizione terminò la sua impresa milita-
                                                             re, ma di quelli non esiste un elenco ufficiale.
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE -edizione speciale- 5 maggio 2012                                 Pagina 9

                        DAL RISORGIMENTO … AI GIORNI NOSTRI
                            Sulle tracce dei Mille

          La parola a un protagonista                                      ta dagli itinerari precedenti, ma im-
                      A cura di Camilla Rossignoli                         pavidi siamo giunti alla meta.
                                                                           Mercoledì 22 giugno da Partinico a
                                                                           Piana degli Albanesi di km 35 anche
 Abbiamo raccolto la testimonianza di un ex                                se è stata la tappa più lunga dell’iti-
alunno della scuola secondaria di Roverchia-                               nerario, è stata una delle più coinvol-
                                                                           genti e interessanti per i luoghi (la
  ra, Giacomo Poli, che dal 18 al 26 giugno                                collina dove Garibaldi sconfisse l’e-
 2011, è stato chiamato a seguire le orme del                              sercito dei Borboni) da visitare ma soprattutto perché a Piana degli
                                                                           Albanesi ci aspettavano i famosi cannoli siciliani.
giovane garibaldino Candido Bozzzola e a ri-                               Giovedì 23 giugno da Piana degli Albanesi a Misilmeri di km 30. Or-
 percorrerne l’impresa da Marsala a Palermo                                mai abituati al clima e alle lunghe percorrenze, gli ultimi step sono
                                                                           stati molto più facili dei primi; mi emozionava molto guardare e rivi-
In occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia ho avuto l’opportunità       vere dal vivo i paesaggi e il viaggio che i Mille di Garibaldi, alcuni
di vivere un’esperienza molto particolare e significativa: con altri 7     giovani come noi, avevano percorso molto tempo prima.
ragazzi, l’associazione “I Pellegrini” e l’aiuto delle forze militari      Venerdì 24 giugno da Misilemeri a Palermo di 20 km, è stata una tra
della Sicilia abbiamo ripercorso a piedi la via seguita dai Mille che li   le camminate più facili e ci ha sorretto molto l’entusiasmo di arrivare
ha portati da Marsala a Palermo.                                           alla conclusione e al capoluogo della regione che abbiamo visitato
Ho avuto la consapevolezza che il progetto era diventato un avveni-        con interesse, in particolar modo il ponte dove Garibaldi proclamò la
mento veramente importante quando venerdì 17 giugno abbiamo                Repubblica.
avuto l’onore di incontrare il Presidente della Repubblica Napolita-       Era ormai giunto l’ultimo giorno e la settimana era volata, l’esperien-
no a Verona il quale ci ha incoraggiato e simpaticamente ci ha sug-        za terminava con la deposizione della corona sulla tomba del garibal-
gerito di assaporare la buona cucina siciliana.                            dino legnaghese Girolamo Gilieri, morto il 27 maggio 1860 durante la
Sabato 18 giugno eravamo tutti all’aeroporto pronti per l’avventura.       presa di Palermo.
L’itinerario è stato diviso in 6 tappe:                                    La Sicilia ha dimostrato la sua accoglienza e il suo calore soprattutto
Domenica 19 giugno da Marsala a Rampingallotto per ben 26 km. Il           a Termini Imerese, dove ci hanno accolto la banda e le figure istitu-
primo viaggio è stato un po’ faticoso anche per il clima molto caldo       zionali del paese consegnandoci riconoscimenti.
tipico della Sicilia ma sebbene con qualche difficoltà siamo arrivati      Non sono mancati momenti di allegria e divertimento, l’insieme di
tutti alla destinazione. Il supporto militare si è rivelato subito molto   persone partite all’inizio era ora diventato un gruppo affiatato non
efficiente: oltre a seguirci con i mezzi ci supportava con bevande e       solo tra i giovani ma anche con gli adulti con i quali si scherzava ma
sali minerali.                                                             si discuteva anche sulle battaglie dei garibaldini.
Lunedì 20 giugno da Salemi a Calatafimi di km 29 è stata una tappa         Ringrazio tutte le persone coinvolte in questo progetto per il sostegno
interessante anche dal punto di vista paesaggistico in quanto la Sici-     dimostrato ma un riconoscimento particolare alla dott.ssa Loretta Ber-
lia ci ha offerto dei panorami molto belli.                                tassello, preside dell’istituto comprensivo di Minerbe per avermi con-
Martedì 21 giugno da Calatifimi a Partinico di km 34 è stata la cam-       tattato fin dall’inizio e seguito insieme al prof. Gianni Amaini fino
minata più faticosa soprattutto per il caldo e la stanchezza accumula      alla fine di questa indimenticabile esperienza.

 Camilla Rossignoli
LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
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                                          La redazione del giornale
            LA GAZZETTA DEL BASSO VERONESE
                            Edizione speciale sul Risorgimento
                             È composta dagli alunni della classe seconda B
                           Scuola Secondaria di primo grado di Roverchiara
     Prodotto e stampato
          in proprio

               La classe

             La nostra scuola

               Il concorso
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