Salvatore Emblema al Museo e Bosco di Capodimonte - New ...

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Salvatore Emblema al Museo e Bosco di Capodimonte - New ...
Salvatore Emblema al Museo e
Bosco di Capodimonte
Inaugura giovedì 26 maggio alle ore 11.00 e sarà visitabile
fino al 30 ottobre 2022, presso il Museo e Real Bosco di
Capodimonte, una della più ampie mostre personali, se non la
più grande in un museo pubblico dedicata all’artista Salvatore
Emblema nato a Terzigno nel 1929 e scomparso dopo una vita
intensa dedicata alla pittura, all’insegnamento e all’arte nel
2006.

                      La mostra “Salvatore Emblema”, è a cura
                      del    direttore     del    Museo    di
                      Capodimonte Sylvain Bellenger, ed è
                      stata realizzata con il supporto
                      scientifico del Museo Emblema che ha
                      sede a Terzigno e del suo archivio, con
                      la collaborazione dell’Associazione
                      Amici di Capodimonte Ets.
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Si tratta di una mostra diffusa, che si muove dal Museo per
attraversare con le tele e con le installazioni in legno altri
luoghi del Real Bosco. Al secondo piano del Museo i quadri
trovano spazio nella sala da anni ormai destinata agli
“Incontri Sensibili” per occupare anche alcune pareti del
terzo piano nella sezione di Arte Contemporanea. Nel Bosco le
opere di Emblema vengono allocate nel Cellaio e nei relativi
spazi esterni. Nella sua vita artistica, Emblema di muoverà
verso Roma, poi in Francia e in Inghilterra, e approderà
presto in America dove nel gruppo della scuola di New York il
suo punto di riferimento sarà Rothko, uno dei grandissimi
della pittura del secolo scorso. Anche per Rothko il quadro
doveva essere il luogo dove spazio e tempo, unificati, erano
ad un tempo interamente simbolici e interamente visibili. Il
lavoro di Emblema è pittura non dipinta. (G. Carlo Argan,
Estratto dall’Espresso del 22 aprile 1979).

La materia, la materia grezza della tela, il colore e lo
spazio sono gli elementi della pittura che lo hanno sempre
interessato che egli ha portato sempre a nuovi sviluppi.
 Dalle prime opere di ruvida tela, sfilata, detessuta ..è
passato a una fase che mi sembra ancora la sua più bella
perchè interviene il colore..E il colore che dopo le prime
opere di tela pura, monocrome, si è venuto continuamente
approfondendo e arricchendo, raggiunge nuove intensità e nuove
gamme. (Palma Bucarelli, Roma 24 marzo 1991).
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TORNA IL FASHION GOLD PARTY
10TH ANNIVERSARY CON PARATA DI STELLE A VILLA RUGGIERO

Un grande anniversario che sarà celebrato con una serata
davvero speciale e ricca di sorprese: il Fashion Gold Party,
al suo decimo anniversario, ideato ed organizzato da Alfonso
Somma, patron di Moda Gold, agenzia specializzata in cinema,
moda, spettacoli ed eventi, e dal modello e attore Nicola
Coletta.

Appuntamento il prossimo 3 giugno 2022, dalle ore 18, a Villa
Ruggiero a Brusciano (via Guido De Ruggiero, 54), alle falde
del Vesuvio.

Ovviamente, ci saranno gli Chef Executive Francesco Esposito e
Gennaro Romano, che prediligono i prodotti territoriali. Anche
stavolta, li rivisiteranno, aggiungendo con il loro contributo
valore alla kermesse.

A presentare saranno il volto tv Roberta Scardola e Nicola
Coletta, top model partenopeo e attore, vestiti
rispettivamente da Iovino Couture e da Rousé.

Dopo il cocktail di benvenuto, si passerà al red carpet,
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quindi le interviste, le sfilate e le premiazioni.

Per questa particolare edizione, saranno conferiti
particolari riconoscimenti a personaggi del mondo dell’arte,
della canzone, della televisione: Riccardo Polizzy Carbonelli,
volto amatissimo di Un Posto al sole grazie alla sua
interpretazione di Roberto Ferri, un imprenditore senza
scrupoli, che interpreta dal 2001 nella soap opera italiana
più longeva, ma anche attore di cinema e di teatro, la star
internazionale Montserrat Alcoverro, seguitissima e amatissima
in Italia per il ruolo di Donna Ursula Dicenta, la perfida e
cattiva della soap spagnola Una Vita; per l’occasione, sarà
vestita da Mersì Couture, Sofia Piccirillo, giovane e brava
interprete di Bianca in Un posto al sole, attrice emergente e
talentuosa; Valeria Cavalli, affascinante attrice italiana,
volto famoso anche in Francia e noto dal punto di vista
cinematografico, teatrale e televisivo, che sarà vestita da
Sartoria Sonsoles, Niccolò Centioni, uno dei divi de I
Cesaroni, che, dopo un periodo di assenza dallo schermo,
ritorna al piccolo schermo con una serie di sicuro successo;
Monica Sarnelli, cantante e raffinata interprete della melodia
napoletana classica e moderna; l’attrice Marina Crialesi,
vestita da Iovino Couture e l’imprenditore Nicolò Zenga –
sposati e presissimi da una bella storia d’amore che non
tralasciamo comunque gli impegni professionali – Enzo
Attanasio, attore e comico italiano, volto noto televisivo e
teatrale.

Ci saranno pure vari professionisti nel settore, della moda e
del mondo dello spettacolo: stilisti, giornalisti, fotografi,
fashion blogger, modelli, modelle, attori, attrici, personaggi
dello star system nazionale ed ex premiati.

Intermezzi musicali a cura del cantautore Antonio Petrosillo,
sempre più popolare tra il pubblico. Gli invitati potranno
ammirare i capi dell’ ischitano Piero Camello, che presenterà
le sue creazioni, uniche ed originali, per ogni donna: abiti
d’Alta Moda esclusivi, da cerimonia, da sposa, da cocktail,
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ultimamente pure a Dubai; Mersì Couture di Maria Longobardi,
che ama fondere le sue passioni per realizzare capi sartoriali
esclusivi ed elitari, realizzati con materiali di particolare
qualità; Sartoria Sonsoles, abiti da sposa e cerimonia su
misura e quelli personalizzati per soddisfare le aspettative
di ogni donna; Imperatrice Sartoriale e il suo elegant
shopping, incentrato sulla produzione di capi ed accessori
maschili made in Italy, scelta accurata di tessuti di qualità;
Iovino Couture per donna e uomo, con la sua raffinatezza e
charme: stoffe selezionate, colori alla moda, intarsi di
pizzo, trasparenze e ricami; La Box Fashion Lab di Giovanna
Panico, stilista storica, artigiana di moda, votata alla moda
sopra le righe, con i suoi kaftani originali e unici: più che
tuniche, un autentico stile di vita; i costumi Tarta Swim
Wear, marchio campano, con collezioni swimwear per lei e per
lui, audaci e originali, alla quale si affianca una linea
luxury; Alessandra Pirone Jewels con i suoi gioielli da
donna,   personalizzabili.

Capsule collection nel corso della serata: il brand di
pellicceria, MI di Marianna Ilardo, creazioni eleganti,
moderne, colorate e di tendenza, in pelle e camoscio,
impreziosite da pietre e tagli originali; la Fashion Chic by
Lena & Cinziacon con la sua collezione femminile chic; la
sartoria artigianale Rousè di Domenico Perrotta, che con
ingegno e passione realizza magnifici abiti su misura; Anlia,
ovvero lo stilista procidano Antonio Lamina e la sua moda
talentuosa e fantasiosa, con abiti molto particolari, che
presentano elementi tipici dell’ isola; La Cappellaia Matta
con i suoi copricapo, borse e bijoux unici di madreperla e
pietre naturali; Omega Rental Srl, noleggio auto di lusso; Mag
Academy Innovation Hair Academy, coadiuvata da Giuseppe Di
Fusco Cotril e Stile Libero; Sofia Raffo Make Up.

Premi realizzati dalla ditta vietrese Ceramica Iovine, dipinti
e decorati a mano.

Coreografe a cura di Stefania Maria; ufficio stampa: Antonio
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D’Addio, giornalista, in collaborazione con l’agenzia
Massmedia Comunicazione di Sante Cossentino. Media partner
ViewPoint edit by Creativityecom Agenzia di grafica, design,
multimedia, programmazione, marketing, media planning,
collaborazione e ufficio stampa Silvia La Penna, Radio Studio
Emme, storica emittente specializzata in musica e cultura
napoletana, fondata dalle sorelle Annamaria e Susy Viscardi,
foto ufficiali di Gennaro Piscopo.

Nel corso della serata, degustazioni di Babà Re, e vino di
Vincenzo Matrone di Matronae, Boscoreale; la torta sarà
realizzata dal pluripremiato chef patissier Francesco Balestra
de “La Delizia Gelateria Pasticceria” (Via Ferrovia dello
Stato 6, a Ottaviano).

Dress Code: Elegante

Entrata solo con invito e mascherina.

                                             Teresa Lucianelli

TuffOlio 2022 sceglie Villa
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Imperiale
                              Napoli. Evento strettamente
                              riservato e solo su invito,
                              quello di Tuffolio, dedicato
                              all’olio extravergine di oliva
                              italiano,   che   prevede  la
                              presenza    di    selezionati
                              operatori   del settore.     Ad
ospitarlo   lunedì   23   maggio, dalle   ore 18,  sarà    la
raffinata Villa Imperiale, sulla scogliera di Marechiaro,
location d’eccezione affacciata sul mare che sorge a ridosso
della storica scogliera nel caratteristico borgo marino di
Posillipo, dalla quale si gode un’incredibile vista che giunge
fino all’Isola di Capri e alla Penisola Sorrentina.

Tuffolio degli Artisti del gusto, è un percorso wine e food a
tema, a firma della sua ideatrice, Angela Merolla, che porrà
all’opera tanti maestri dei fornelli e dei forni.

Ciascuno chef, pizzaiolo, pasticciere, sarà abbinato ad un
frantoio e unicamente con quello specifico olio evo preparerà
una pietanza tradizionale o innovativa esclusiva, armonizzata
dagli eccellenti oli italiani presenti, a testimonianza di
storia e usanze di territori diversi, con il prezioso bagaglio
identitario     che   riconduce    alla   regione   italiana
d’appartenenza, con le sue caratteristiche peculiari,
nell’ambito del settore olivicolo italiano quale patrimonio
economico quanto sociale, particolarmente importante per
l’Italia.

I frantoi presenti proporranno agli invitati degustazioni
tecniche e degustazioni all’italiana.

A partire da quest’edizione, le aziende partecipanti a
TuffOlio, che sono state selezionate in riferimento alla
notevole qualità dell’olio evo prodotto, riceveranno un premio
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di partecipazione che premia gli sforzi e i meriti produttivi
di ogni azienda: una statuina di forma moderna e stilizzata,
creata da Francesco Conte artist.

L’agenzia Zebby animation Events e balloon di Napoli, curerà
la direzione artistica, gli allestimenti del percorso
degustativo. La kermesse verrà presentato da Edda Cioffi che
modererà pure la cerimonia di premiazione. La buona musica di
“Son Music Live” impreziosirà il percorso di sapori italiani,
con particolare riferimento alle eccellenze della Campania.

In particolare, saranno gli chef di Villa Imperiale, ad
inaugurare la manifestazione: prepareranno infatti con un
piatto appositamente realizzato per TuffOlio.

Per   gli   intervenuti,   vi   sarà   un   variegato   percorso
enogastronomico focalizzato sul rinomato olio extravergine
d’oliva italiano di alta qualità.

                                       Armando Giuseppe Mandile

“Sotto           chi        tene            core”.          Il
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nuovo album de La Maschera
                             Uscirà il prossimo 13 maggio il
                             nuovo attesissimo album della
                             band partenopea “La Maschera”,
                             con ben 9 inediti. Il disco è
                             già stato anticipato dall’uscita
                             dei brani “Sotto chi tene core”,
                             che da titolo all’album, “‘A
                             cosa just mai fossi” e “Se mai
                             foss”.

«Storie di resistenza, di sentimenti profondi, di gente
normale e della loro poesia – racconta Colella, frontman della
band. Penso all’amore tra Mirella e Felice Pignataro, da cui
nascono il GRIDAS, il carnevale di Scampia, la controscuola.
Penso alla vita straordinaria di Thomas Sankara, mai
abbastanza ricordato. A grandi amori e grandi ripensamenti. A
gesti eroici di uomini semplici. Agli invisibili di tutto il
mondo. Penso a loro, al loro grido di battaglia: quattro
parole simboliche, un invito a farsi avanti: SOTTO CHI TENE
CORE».

Tutti testi che parlano di riscatto sociale e sentimentale, un
invito ad alzare lo sguardo e farsi avanti. Storie vere, dove
l’urlo di chi non ha voce diventa grido di battaglia. La band
si esibirà domani sera, al Teatro Augusteo alle ore 21,00 per
un grande concerto già sold out, già programmato a gennaio ma
posticipato a causa Covid. Non vediamo l’ora di sentirli
cantare.

Guarda e ascolta:

‘A cosa justa: https://youtu.be/rElNos7tJR8
Se        mai        fossi         (con             Vitorino
Solomé): https://youtu.be/hW5nyj–rX8

Sotto chi tene core: https://youtu.be/zqSWBeniDU0

“Sotto chi tene core” il
nuovo progetto musicale de La
Maschera

Cover del nuovo
inedito: “Sotto
chi tene core”

E’ uscito oggi il nuovo inedito del gruppo napoletano “La
Maschera” dal titolo “Sotto chi tene core” etichetta: Full
Heads
Il brano anticipa il terzo album di inediti in uscita a maggio
2022, e va a raggiungere “‘A cosa justa”, struggente ballata
su un amore perduto, e “Se mai fossi”, cover del brano “Se tu
és o meu amor” di Vitorino, leggenda della canzone popolare
portoghese che ha voluto partecipare con band partenopea sia
alla registrazione del brano sia alla data napoletana del
tour.

“Sotto chi tene core” racconta quanto fondamentale sia il
riscatto sociale ed emotivo, miscelando rock, canzone d’autore
e world music. Un invito al farsi avanti a cuore aperto, a un
impegno consapevole, che culmina musicalmente in una
strumentale esplosiva.

«Quando scrissi “Sotto chi tene core”pensavo a come far
incontrare le anime del nuovo disco… pensavo a Thomas Sankara,
a Pasquale, a un amico perduto, ad un amore fatto di passione
e perseveranza, a Mirella e Felice Pignataro, alle forme di
libertà – racconta Roberto Colella, frontman de La Maschera.
Ogni cosa mi raccontava una storia di riscatto sociale e
sentimentale, un invito ad alzare lo sguardo e farsi avanti.
Storie vere, dove l’urlo di chi non ha voce diventa grido di
battaglia.

Ecco, oggi esce “l’introduzione” di questo nuovo capitolo… un
pezzo di cuore che non vedo l’ora di suonarvi dal vivo!». Il
prossimo concerto della band è previsto per l’11 maggio 2022
al Teatro Augusteo di Napoli

Ascolta “Sotto chi tene core” su tutti gli store digitali:

https://bfan.link/lamaschera-coming-soon

Segui il gruppo su seguenti canali:

FB: https://www.facebook.com/lamascheraofficial
IG: https://www.instagram.com/lamascheraofficial/
YT: https://www.youtube.com/channel/UCn1YI5EaewgYWtd9ANS-hlA
Le “Immersioni nell’arte”
presentano una brocchetta in
agata sardonica.
La preziosa brocchetta in agata sardonica della Collezione
Farnese sarà la protagonista della rubrica social “Immersioni
nell’arte”, curata dai Dipartimenti Comunicazione del Museo e
Real Bosco di Capodimonte e della Stazione Zoologica “Anton
Dohrn” che fonde contenuti storico-artistici con informazioni
di biologia marina.

 La brocchetta è stata individuata nell’inventario parmense
 del 1708, tra le opere della Galleria delle cose rare della
 raccolta Ducale di Parma, alla voce: “un vaso d’agata
 sardonica con fogliami tagliati con 5 legature lavorate d’oro
 smaltato e una serena d’oro smaltato con rubini in tutto 13,
 smeraldi n. 5 … vi manca suo manico”.

Risulta poi registrata in un elenco, nella cassa B,
presumibilmente del 1736, relativa al trasporto delle opere
d’arte da Parma a Napoli. Trattasi degli invii di oggetti
facenti parte della collezione Farnese che Elisabetta, ultima
discendente della nobile famiglia, invia a suo figlio Carlo di
Borbone, in vista della sua incoronazione a re di Napoli e
delle Due Sicilie. Giunto a Napoli, e poi esposto
verosimilmente nel nuovo palazzo di Capodimonte, l’oggetto non
è mai menzionato nelle guide settecentesche, né dai
viaggiatori stranieri che visitavano la nuova reggia in
collina. Nel 1798, giudicandolo un pezzo di grande valore,
Ferdinando IV lo portò con sé a Palermo, insieme agli altri
oggetti più preziosi della collezione di famiglia, come
attesta l’inventario palermitano del 1807, in cui è già
descritto come monco in una parte alla base del piede.

Dopo il rientro dei Borbone a Napoli, l’oggetto è esposto nel
Gabinetto degli Oggetti preziosi nel Real Museo Borbonico,
l’attuale Museo Archeologico, occupando un posto di primo
piano. Alla metà dell’Ottocento viene persino attribuito alla
bottega di Benvenuto Cellini.

Ha la forma tipica dell’anfora greca da vino, l’oinochóe, ed è
scolpita in un unico blocco di agata sardonica impreziosita da
cinque fascette d’oro; quella che orna l’imbeccatura reca una
decorazione smaltata a motivi vegetali. Altre decorazioni a
smalto sono poste al collo, al nodo, e alla base del piede. In
particolare, al collo sono incastonati sei rubini alternati a
fiorellini di smalto verde; al nodo ci sono quattro rubini e
decorazioni a smalto bianco; alla base, ci sono quattro
rubini, tre schegge di rubini e sei di smeraldi, alternati a
piccole decorazioni a smalto. La fascetta d’oro all’estremità
inferiore presenta una decorazione incisa; nella parte
centrale della brocca c’è una sirena di smalto, dalla coda
biforcuta che si attorciglia attorno alle sue braccia;
all’attacco delle due code sono incastonati tre rubini e uno
smeraldo. Il corpo del vaso è inciso ad arabeschi ed il collo
è a baccellature, manca un pezzo alla base del piede.

 Vasi come questo sono frequenti nelle importanti collezioni
 cinquecentesche; nel corso del Rinascimento, l’Italia
 settentrionale, soprattutto Milano, vide fiorire una vasta
 industria della lavorazione delle pietre dure. I committenti
 di quel tempo ordinavano alle botteghe milanesi notevoli
 quantità di vasi in pietre e cristallo di rocca. Quelle più
 note, erano le botteghe dei Miseroni e dei Saracchi, attive
 nel Tardo Rinascimento e Primo Seicento. L’opera potrebbe
 essere stata realizzata proprio a Milano, intorno alla
 seconda metà del Cinquecento, più ostico darne l’attribuzione
 all’una o l’altra famiglia di intagliatori. Le legature in
 oro e gemme, invece, erano spesso eseguite da altri
 artigiani, orafi e cesellatori, spesso fiorentini e nord
 europei, così, questa tipologia di oggetti preziosi, finiva
 per diventare il risultato di uno stile internazionale di
 corte, più che un bel manufatto del singolo artista.

In quest’opera l’elemento decorativo principale è una sirena,
ma come è nata questa figura leggendaria? Per cominciare va
fatta chiarezza. Le sirene sono figure della mitologia greca
che si discostano molto dall’immagine che le rappresenta come
donne-pesce. Nel mito classico, infatti, erano raffigurate
come metà donne e metà uccelli. Esse incantavano gli uomini,
marinai che, attratti dai canti, provavano a sbarcare sulla
loro isola, naufragando. Esistono degli uccelli pelagici, le
berte, che emettono un richiamo umanoide, simile ad un pianto
di donna. Questo verso viene emesso in pieno buio, nelle notti
senza luna, in prossimità degli isolotti disabitati, su cui
questi uccelli nidificano.

Ai tempi dell’antica Grecia il canto notturno di questi
uccelli marini avrà certamente sedotto i marinai ed ispirato
poeti che hanno dato vita al mito delle sirene per metà donne
e per metà uccelli.

Ma quando le sirene hanno perso le ali e messo la coda? Le
ipotesi sono due: la prima è da attribuirsi alla diffusione
del Cristianesimo che associava questi esseri mitologici al
male e, quindi, non degni di possedere le ali, che erano
prerogativa degli angeli. La seconda ipotesi addebita il
drastico cambio nell’iconografia delle sirene ad un errore di
trascrizione. La differenza tra pinnis (pinne in latino) e
pennis (penne) in effetti è minima e l’errata trascrizione di
qualche amanuense avrebbe potuto indurre il disegnatore di un
bestiario medioevale latino a dare alle sirene l’aspetto delle
donne-pesce che oggi conosciamo.

Anche altri animali hanno alimentato le leggende sul conto
delle sirene, i sirenidi appunto! Il primo a descriverli fu
Cristoforo Colombo il 9 gennaio del 1493 nel suo diario di
bordo verso Española: “ Ho visto tre sirene emergere
dall’acqua. Ma non sono così belle come le dipingono …” si
riferiva ai lamantini, mammiferi perfettamente adattati alla
vita acquatica caratterizzati da capezzoli in posizione
ascellare che, in fase di allattamento, possono ricordare un
seno di donna.
Flo in concerto al Macadam
con “Brave Ragazze”
                             Si terrà il prossimo sabato 29
                             gennaio, ore 21,30 il concerto
                             che apre il tour di di Flo
                             con “Brave Ragazze” al Macadam,
                             Via Carceri Vecchie 10, San
                             Giorgio a Cremano. L’idea di
                             realizzare “Brave ragazze” nasce
dalla lettura del racconto “Le donne muoiono” di Anna Banti.
La storia è ambientata nell’iper-futuro dove, a causa di un
morbo detto “seconda memoria”, gli uomini vivono tante vite e
le ricordano, mentre le donne sono condannate a vivere una
vita soltanto. Gli uomini immortali perdono interesse nei
confronti della vita, mentre le donne, certe della loro morte,
si dedicano all’arte e godono di ogni attimo terreno. Sarà la
musicista Agnese a conquistare la seconda memoria e con essa
la certezza di poter rinascere.

«Brave Ragazze è il mio primo disco da interprete –
racconta Flo. Quando canti ciò che scrivi sai già la verità,
sai già come sono andati i fatti. Sai tutto. La sfida è
prendere questo tutto e portarlo fuori perché possa
appassionare le persone. Qui è stato diverso. Ho dovuto
indagare le storie che hanno generato queste canzoni,
immaginare traiettorie e motivazioni altrui. Ho dovuto
scoprire il tutto di qualcun altro, riempirlo di un
significato   mio,   di   una   mia   verità.   Spero   di   esserci
riuscita».

Melodie emozionanti, ma soprattutto espressioni di un punto di
vista femminile, quanto mai indomabile e coraggioso. Tra le
“Brave Ragazze ”c’è Leda Valladares, la cantante argentina che
registrò canti e preghiere dei “descamisados” perché non
andassero perduti e finì i suoi giorni malata di
Alzheimer; Gabriella Ferri, la giovane di Testaccio, ironica e
sofferente; Violeta Parra, con la sua passione e il suo
sacrificio; Gilda Mignonette, la Regina degli emigranti, morta
in mare durante la traversata da New York a Napoli, dopo aver
espresso il desiderio di morire nella propria città natale e
poi ci sono donne di fantasia raccontate nei brani originali.

Il tour proseguirà con le date di Modena (4 febbraio, La
Tenda) e Roma (18 febbraio, Auditorium Parco della Musica).

Web: www.flo-official.com?

YouTube: Flo Official YouTube Channel

FB: www.facebook.com/flo.official
Un Museo Forense a Santa
Maria Nova. Foro Romano tra
restauri   di    pregio   e
celebrazioni   per  Giacomo
Boni.
Non è poi così frequente che nello stesso periodo un monumento
diventi oggetto di una articolata serie di interventi di
natura pubblica e privata, di restauro e tutela, di accurata
ricerca, progettazione e allestimento, e che questi interventi
siano tutti di elevatissimo pregio.

Quando questo accade a Roma, capitale di una nazione dal
patrimonio artistico, storico e archeologico eccezionale,
l’evento assume un rilievo che supera i confini nazionali, e
acquista un interesse prioritario per il pubblico dei musei.
Questo è il caso del complesso museale del Foro Romano nel
Parco Archeologico del Colosseo che è stato riaperto al
pubblico al termine di un ciclo di lavori che hanno visto la
conclusione alla fine del 2021, nel mese di dicembre.

                              Così, dopo un restauro durato 15
                              mesi e sponsorizzato in privato
                              dalla Maison Fendi, e che ha
                              riguardato     sia   la   parte
                              architettonica e sia quella
                              decorativa, nonché la parte
                              relativa all’illuminazione, il
                              Tempio di Venere – tempio che
                              Adriano volle dedicare alla dea
Venere e alla dea Roma – è di nuovo visitabile nella interezza
delle sue due celle, accessibile anche nell’area della cella
di Roma, per anni chiusa alla visita del pubblico.
Accanto a questo restauro, una mostra e l’allestimento di uno
spazio museale, un nuovo Museo Forense, raccontano e celebrano
la vita e il lavoro di Giacomo Boni (Venezia, 1859 – Roma,
1925) proprio nei luoghi nei quali l’archeologo e architetto
operò principalmente, nei suoi anni romani.

Una mostra diffusa su diverse aree dei Fori, tra il complesso
di Santa Maria Nova, anche nota come chiesa di Santa Francesca
Romana, il Tempio di Romolo, Santa Maria Antiqua e le
Uccelliere Farnesiane, zone che ruotano intorno al lavoro e ai
successi di Boni che, all’inizio del Novecento, scavò nel Foro
Romano e nel Palatino.

 “Tenere uniti la tutela e il patrimonio – spiega il Ministro
 della Cultura Dario Franceschini in conferenza stampa in
 occasione della inaugurazione dei nuovi spazi museali e di
 esposizione – è stato l’obiettivo di Giacomo Boni, che
 possiamo considerare un precursore dell’articolo 9 della
 nostra Costituzione. Il tutto oggi mostrato al pubblico dopo
 un lungo impegno, che ha visto l’utilizzo dunque, di risorse
 pubbliche e di contributo privato, secondo una riuscita
 strategia attuata dal Ministero negli ultimi anni che vede
 per tanti progetti la necessaria integrazione tra pubblico e
 privato”.

Archeologo      dal      metodo
stratigrafico, Giacomo Boni
arriva a Roma con l’esperienza
dei   cantieri    di  Venezia.
Innovatore     e   ricercatore
illuminato    utilizzerà     una
mongolfiera      per  scattare
immagini aeree del Foro Romano,
secondo una nuova modalità di
documentazione e comunicazione
dello scavo, che vuole restituire con le immagini una visuale
d’insieme delle scoperte e dei reperti. “Mosso da una forza
che prima non avevo – dirà – mi misi in cammino. Ho nella
platea del Foro tutto un libro chiuso da leggere“.

Alfonsina Russo, Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti
e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di
Viterbo e l’Etruria Meridionale, nel corso della inaugurazione
degli spazi, avvenuta il 14 dicembre 2021 sottolinea come per
questo evento “il Tempio di Romolo, rappresenti il luogo nel
quale si narra la vita dell’archeologo. Dove viene riproposta
al pubblico una mongolfiera che imita quella usata da Boni;
mentre nella seconda sezione, a Santa Maria Nova, la novità è
quella di realizzare una sezione permanente, appunto il Museo
Forense dove le sale possano raccontano le grandi scoperte di
Boni”.

A piano terra, affacciante sul chiostro, Giacomo Boni
allestì il suo Antiquarium con le scoperte degli scavi romani.
                             Le fotografie antiche di quegli
                             spazi sono stati il punto di
                             partenza e di ispirazione dello
                             studio di architettura COR
                             arquitectos e Flavia Chiavaroli
                             che     hanno     curato     la
                             progettazione        per      la
                             ristrutturazione delle sale e il
                              percorso
espositivo dell’Antiquarium. All’interno dell’esposizione
itinerante e diffusa nei Fori “Giacomo Boni. L’alba della
modernità”, queste nuove sale ospitano la sezione relativa
alla attività archeologica forense di Giacomo Boni.

Le sale si trasformano nel suo laboratorio grazie al restauro
dei pavimenti policromi, già ricostruzione del Boni, delle
porte e finestre di suo disegno ed alla rinnovata resa
luminosa degli ambienti. Il paesaggio esterno torna così a
contaminare gli spazi. Questi diventano una sequenza di
“wunderkammer”, stanze delle meraviglie, che spiegano agli
ospiti l’avventura di Boni all’interno del Foro attraverso un
sistema espositivo integrato, che evoca il momento dei
ritrovamenti, ora raccolti ed esposti, quasi fossero
cristallizzati, all’interno di grandi vetro-camere luminose.
Un labirinto luminoso, fatto di vetri e di luce, che posa
quasi fluttuando sul nuovo pavimento chiaro e che si sviluppa
attraverso 3 sezioni: Protostoria e Arcaico con il Sepolcreto;
le origini di Roma; il Foro come centro politico e religioso.

Giacomo Boni riceve nei luoghi di vita e di lavoro del Foro i
suoi ospiti internazionali, da Eleonora Duse a Gabriele
D’Annunzio, a Colette. Viene denominato in quegli anni , “il
Profeta”: Giacomo Boni è un vero e proprio “Vate”.

   1. In mostra ancora, un cortometraggio realizzato con la
     collaborazione con l’Istituto Luce dona al pubblico le
     suggestioni e l’ambiente dell’epoca. Mentre, il Museo
     restituisce materiali che erano nei depositi – concetto
     attualissimo nella politica attuale del MiC – e che
     vengono riportati alla pubblica funzione. La mostra è
     stata curata da Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea
     Paribeni    con   Patrizia     Fortini,    Alessio    De
     Cristofaro e Anna De Santis. Si articola in quattro
     sezioni: la vita di Boni, nel Tempio di Romolo,
     l’attività archeologica e il Museo Forense nel Complesso
     di Santa Maria Nova, la scoperta della chiesa e del
     ciclo pittorico bizantino nella Santa Maria Antiqua e
     nella rampa domizianea, il contesto culturale e
     artistico del primo Novecento nelle Uccelliere
     farnesiane. La parte relativa alla esposizione
temporanea, resterà aperta al pubblico dal 15 dicembre
     2021 al 30 aprile 2022. Il catalogo è Electa.

“Qualificano la mia fede come un’allucinazione.      Amo   i
monumenti più di me stesso” Giacomo Boni.
“Napoli         Babilonia”.
Presentazione          alla
Feltrinelli di Napoli
            Sarà presentato al pubblico
            martedì 30 novembre alle ore
            18,00, presso La Feltrinelli di
            Piazza Dei Martiri a Napoli,
            “Napoli Babilonia” il terzo
            volume della saga “L’uovo di
            Virgilio”,    edito    Rogiosi
            Editore. Un nuovo avvincente
            lavoro di scoperta e narrazione
            del giornalista Vittorio Del
            Tufo e del fotoreporter Sergio
            Siano, che da anni battono la
città palmo a palmo a caccia del suo cuore esoterico e
misterioso. Durante la presentazione interverranno Mirella
Barracco, presidente fondazione Napoli Novantanove; e il
giornalista     Pietro    Treccagnoli.     Reading    a  cura
dell’attore Andrea Fiorillo. I due popolarissimi giornalisti
napoletani, autori della pagina domenicale “L’Uovo di
Virgilio” sul Mattino presentano l’ultimo lavoro di racconti e
leggende della città partenopea accompagnati da immagini
spettacolari dopo anni di studi e di ricerca.”Vogliamo portare
i Napoletani in giro tra le proprie ombre, a spasso tra i
ricordi e le visioni di vite passate”, dicono Vittorio e
Sergio. Ai lettori non resta che affidarsi a questa coppia di
instancabili ‘esploratori’ urbani per viaggiare nello spazio e
nel tempo, tra i misteri dell’archeologia, dell’esoterismo,
della storia, dell’arte, dei culti perduti, della musica. Per
superare le barriere del folklore e penetrare nel cuore
incandescente della città-mondo.

Il libro è disponibile già nelle librerie, su Amazon e negli
store digitali

Cittadinanza                     onoraria                al
cantautore Michele Pecora
                             Lo scorso venerdì 5 novembre ad
                             Agropoli     (provincia      di
                             Salerno), il consiglio comunale
                             ha conferito la cittadinanza
                             onoraria della città a Michele
                             Pecora. La proposta era stata
                             lanciata lo scorso agosto dal
                             sindaco Adamo Coppola a margine
di un apprezzatissimo concerto tenuto dal cantautore presso il
castello angioino aragonese. L’idea fu accolta tra gli
applausi del pubblico agropolese che, anche se a distanza,
negli anni ha sempre seguito con interesse ed orgoglio la sua
carriera.

“Tutto è iniziato ad Agropoli…” – sorride Michele – “E’ raro
se non unico immaginare che un ragazzo giovane che aveva
lasciato la sua casa natia già da piccolo, poi arrivi al
successo discografico nazionale, proprio grazie alla forza di
quel ricordo, di quei sapori, di quegli odori. Quella terra mi
aveva regalato la poesia e la forza della sua storia, del suo
paesaggio, il senso di appartenenza… un punto di riferimento
nella mia vita e nella mia carriera”. L’artista aveva scritto
un brano in diletto cilentano un paio di mesi fa, il
testo dipinge alcuni luoghi precisi di Agropoli e del Cilento
e che per oltre 40 anni è stata la sua casa, la sua
ispirazione. “Uscirà prossimamente,” – precisa – “era nel
cassetto, in lavorazione, ma dopo questo sigillo, sono ancora
più emozionato di poterlo presentare al grande pubblico e
condividere con tutti… Sono un uomo fortunato per essere nato
in questa magnifica terra di cui conservo oggi come ieri la
poesia, l’emozione, la forza e il colore del suo mare, i suoni
della sua gente che oggi, ancor di più, è anche la mia! Grazie
Agropoli”.
Leonessa, la riapertura del
Gran Bar Riviera a Napoli
Ieri sera alle ore 19,00, si è svolta la serata inaugurale per
la riapertura del “Gran Bar Riviera”. Lo storico bar di
Napoli, rimasto chiuso per sette mesi          a seguito del
fallimento della precedente gestione, finalmente torna ad
illuminarsi, e questo grazie al grande investimento del noto
ristoratore Salvatore Leonessa, che ha saputo affrontare con
grande determinazione tutte le difficoltà causate dal
difficile momento strico dovuto all’avvento dalla pandemia.
“Veramente grande coraggio e voglia di ricominciare – parla la
figlia Mary Leonessa che gestirà il bar insieme al padre e la
madre -. Durante il percorso intrapreso con questa
scelta, abbiamo capito quanto questo bar fosse importante per
i napoletani, quanto in ogni pezzetto delle loro vite
fosse presente un ricordo condiviso con il Gran Bar Riviera.
Non mi aspettavo tanto amore e calore per il bare questo ci ha
fatto avvertire una grande responsabilità”. Salavatore
Leonetti, 72 anni, e sua moglie Giulia hanno restituito ai
napoletani uno dei loro luoghi cari, sperando possa restare
aperto a lungo. Ospitando, nel tempo, ancora traffichi,
storie, incroci, incontri e chiacchiere.
Tutankhamon. Viaggio verso
l’eternità. La mostra al
Castel dell’Ovo
                              Sarà inaugurata domani, sabato
                              23 ottobre 2021 al Castel
                              dell’Ovo       di       Napoli,
                              “Tutankhamon. Viaggio verso
                              l’eternità”. Un’esposizione di
                              oltre 100 riproduzioni dei
                              reperti più importanti trovati
                              nella tomba di Tutankhamon,
                              realizzati a Il Cairo in
                              collaborazione con il Ministero
                              delle Antichità Egizie, tra cui
                              il trono d’oro, il carro da
guerra, i sarcofagi, i vasi canopi e la famosa maschera d’oro,
ed oltre 60 reperti originali provenienti dalla collezione
egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Nel
reparto dedicato alla mummificazione il visitatore potrà
osservare e comprendere le varie fasi dell’imbalsamazione.
L’esposizione sarà raccontata dallo scopritore della
sepoltura, l’archeologo Howard Carter, interpretato da Bruno
Santini, il cui ologramma, presente in vari punti della
mostra, è stato realizzato da Image Project. La mostra che
porterà il visitatore nella storia attraverso la visita
archeologica, sarà visibile fino all’8 maggio 2022.

Info: www.tutankhamonintour.com
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