Salvare i Fenomeni - ICRA
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INTRODUZIONE Salvare i Fenomeni La comprensione del sistema del mondo ha influenzato, lungo la storia, arte, letteratura, teologia e scienza, fino ai nostri giorni. Si mostrano gli invarianti del pensiero scientifico, giunti dall'età classica fino a noi, e si individuano paradigmi e novità che hanno cambiato punti di vista. “Salvare i fenomeni”, motto di Tolomeo, è ancora valido oggi anche nella Cosmologia fisica, alle prese con il totale rinnovamento dell'apparato teorico nell'ultimo decennio. Analizzeremo quanto vi è di moderno in Tolomeo e quanto di antico nel nuovo modello standard di Universo in espansione accelerata, dominato dall'energia oscura. Come cerniera tra i due mondi antico e moderno c'è l'introduzione del telescopio nel 1610, annus mirabilis, dove le novità non devono essere idolatrate, né le continuità ignorate. Il tutto è pensato per favorire il dialogo tra Scienza e Fede. Il corso è diviso in otto lezioni, di cui due sono escursioni didattiche. 1. Criticità del dialogo tra scienza e fede viste dall’astronomo. 2. Prima di Galileo il nulla? Dagli Egizi a Tolomeo. 3. Astronomia liturgica, armonia e precisione sono compatibili. Dai Romani fino a Gerberto. 4. L’astronomia in Vaticano, escursione didattica. 5. La rivoluzione continua. Arabi e Cristiani fino a Copernico. 6. Galileo e i suoi contemporanei. 7. Stelle ed Universo: modelli interpretativi in continua evoluzione. 8. Astrometria a S. Maria degli Angeli, escursione didattica.
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA E FEDE Criticità nel dialogo Scienza-Fede Nell’antica Cina era stato istituito il tribunale delle matematiche, con il compito di presiedere alle osservazioni astronomiche e meteo. Le previsioni delle eclissi e le previsioni del tempo meteorologico erano compito di questa magistratura, mentre il calendario era sottoposto alla giurisdizione diretta dell’Imperatore. Degli astronomi erano incaricati di tenere sotto controllo il cielo notte e giorno. Le cronache di questi antichi astronomi hanno permesso di ricostruire le orbite delle comete periodiche e degli sciami meteorici per diversi secoli. Oggi rispetto ai tempi in cui gli astronomi cinesi tenevano un diario di tutti gli eventi osservati, la mole di dati che vengono dai grandi osservatori e dai telescopi a bordo di satelliti è aumentata esponenzialmente. Il progetto del Virtual Observatory renderà accessibili, con un formato standard, i dati astronomici in tutte le lunghezze d’onda presenti in tutti gli archivi astronomici che vi aderiscono1. L’ordine di grandezza è alcuni Tera-byte per ciascun archivio2, ma con i nuovi grandi telescopi questo volume di dati sarà quello atteso per una sola notte di osservazione! Aumenta il numero di scienziati, non ce ne sono mai stati così tanti contemporaneamente nel mondo, ma la mole di dati dei grandi telescopi ed osservatori a bordo di satelliti3 aumenta ad un ritmo più elevato. In altre parole gli astronomi non hanno più la possibilità di tenere sotto controllo il cosmo, come si pretendeva da parte dei magistrati astronomi dell’antica Cina. 1 http://www.ivoa.net/ è il sito web dell’International Virtual Observatory Alliance 2 http://www.lswn.it/astronomia/interviste/evlbi_virtual_observatory questa stima, a mio avviso, non tiene conto dei video ad alta frequenza di acquisizione, con i quali si raggiungono dimensioni notevoli in brevissimo tempo. Dati da un’eclissi di Sole osservata a 8 bit (256 gradazioni di colore) e a 5 immagini al secondo, durata 5 minuti occupano 80 Giga byte, oggi si pensa di osservarla a 12 bit (4096 gradazioni di colore) con un aumento di 16 volte del volume di dati. La necessità di avere risoluzioni temporali attorno a 100 immagini per secondo lascia capire facilmente che 5 minuti di osservazione a 12 bit e 100 immagini per secondo genererebbero 128 Tera-Byte… 3 Già decine di Tera-Byte sono stati trasmessi dal satellite Planck ad esempio: http://www.media.inaf.it/2010/06/09/planck-cca/
SALVARE I FENOMENI Ogni astronomo oggi deve selezionare le cose da studiare, lasciando ad altri tutto il resto. L’astronomia apre agli amatori IMO La Terra nel suo insieme e la Luna sono i maggiori oggetti su cui possiamo studiare gli impatti meteoritici. Nell’atmosfera terrestre si disintegrano la maggior parte dei meteoroidi, provocando il fenomeno delle “stelle cadenti”. Gli sciami meteorici sono associati a comete o asteroidi e consistono di “tubi 3-D” disposti lungo l’orbita del corpo progenitore, che la Terra intercetta in determinati periodi dell’anno. Poiché la Terra è in rotazione cambia continuamente l’orientamento nei confronti di questi tubi, che a loro volta hanno densità variabili. Lo studio di uno sciame richiede un monitoraggio completo lungo tutte le 24 ore, ed ogni osservatore, generalmente ad occhio nudo, come i cinesi antichi, può ragionevolmente tenere sotto controllo solo un’area di un centinaio di km di raggio. L’International Meteor Organization4 coordina le osservazioni di esperti in meteoriti in tutto il mondo, realizzando su scala planetaria il desiderio dell’Imperatore del Celeste impero. AAVSO Lo studio delle stelle variabili è uno dei compiti che gli astronomi professionisti non riescono più a compiere. Infatti le variabili sono migliaia, ed i loro periodi vanno da qualche ora a più di un anno, fino alle variabili irregolari come Betelgeuse, l’alfa di Orione. L’American Association of Variable Stars Observers possiede il più antico database di osservazioni di stelle variabili, con più di 3 milioni di osservazioni, e coordina e standardizza migliaia di osservatori in tutto il mondo. IOTA Occultazioni stellari ed asteroidali ed eclissi solari sono il pane quotidiano dell’International Occultation Timing Association. Ogni socio è capace di produrre un’osservazione con qualità astrometrica, la stessa garantita dagli osservatori astronomici, che ora non possono più occuparsi dello studio dei corpi minori del sistema solare, né possono finanziare le missioni scientifiche in occasione di eclissi totali o anulari. Queste tre associazioni annoverano migliaia di iscritti, attivi, che si affiancano ai professionisti e lavorano con essi in sinergia, per tenere meglio “sotto controllo” il cielo. Tuttavia ad ogni astronomo, nel mondo moderno, dominato dai mass media stereotipati, si chiedono risposte a problemi di tipo filosofico: da dove veniamo? qual è la natura del cosmo? qual è il suo destino?... 4 www.imo.net
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA-FEDE Proprio l’astronomo di oggi è colui che socraticamente “sa di non sapere”, poiché non può tenere sotto controllo la mole di dati da sapere...ma soltanto una piccolissima parte, accuratemente scelta secondo una strategia logica. L’astronomo, l’astrofisico, nell’immaginario collettivo, è colui che ha a che fare con le realtà ultime, intendendo la parola ultimo proprio come superlativo di ulteriore = al di là. Il cielo è anche sinonimo di Paradiso, della sede dove sta Dio, e questo attribuisce d’ufficio all’astronomo un impatto culturale maggiore di altre persone. Nella realtà italiana alla ricerca scientifica si dedica circa l’ 1‰ della popolazione, fare lo scienziato non è un mestiere, ma un lusso, con il risultato deleterio che l’opinione pubblica tende a mitizzare queste figure sempre più strumentalizzate dai media. Negli Stati Uniti il rapporto tra scienziati e popolazione è 6 volte maggiore; c’è sempre il rischio di strumentalizzazione da parte dei
SALVARE I FENOMENI media o di lobby5, ma esercitare la mentalità scientifica non è un lusso, ma un mestiere come un altro. L’impulso delle questioni fondamentali mosse agli uomini di scienza ha portato gli Americani ad inviare il primo lander su Marte il 4 luglio 1976, nel duecentenario dell’Indipendenza: il Viking, con lo scopo di trovare tracce di vita. I corsi di astrobiologia sono nati di recente (fine anni novanta) nelle università americane sotto gli stessi impulsi. In America la religione ha un peso molto maggiore che da noi, basta sentire quanti discorsi del presidente degli Stati Uniti si concludono con “God bless America!” o cosa è scritto sulle banconote dei dollari “In God we trust”. Con l’astrobiologia si vuole rispondere alla domanda “da dove veniamo?” La cosmologia fisica ha invece risposto alla domanda “come evolve il cosmo?”, da quando Einstein ha mostrato come la Relatività Generale possa descrivere l’evoluzione dell’Universo come un tutt’uno. La finitezza della velocità della luce, costante in ogni sistema di riferimento, principio della Relatività Generale, ci permette di 5 Si consideri ad esempio il caso del “riscaldamento globale” e del protocollo di Kyoto. È un vero e proprio paradigma che siano i cosidetti gas serra i responsabili dell’aumento della temperatura del pianeta, ignorando il ruolo della variabilità solare su scala secolare. Si veda Usoskin e Kovaltsov Solar Physics 224 37-47 (2004) disponibile al sito dell’università di Oulu in Finlandia http://cc.oulu.fi/~usoskin/personal/SP2004_UK_rev.pdf Gli Stati Uniti, che pure hanno lanciato l’allarme usando le conclusioni approssimative di una tesi di dottorato di Michael Mann all’Unviersità del Massachussets (cfr. http://www.john-daly.com/hockey/hockey.htm ) per sostenere la campagna presidenziale del 2000 di Al Gore (poi coronata solo con il Nobel per la pace), non hanno mai firmato il protocollo di Kyoto, che taglierebbe le gambe alla loro economia. La green economy di Obama forse ci farà vedere delle novità, anche se a Copenaghen il 18.12.2009 le aspettative ambientaliste sono state deluse (http://www.newsweek.com/blogs/the-gaggle/2009/12/18/obama-dramatically- interrupts-meeting-negotiators-reach-final-agreement.html ), mentre ora Obama fa i conti con il disastro petrolifero al largo della Louisiana. e cerca il sedere da prendere a calci del responsabile.. Kyoto dice 20 20 20, il 20% in meno di gas serra entro il 2020. A Copenaghen hanno raccomandato l’80% entro il 2050. Questo giochetto di cambiare frigoriferi, spray e marmitte catalitiche eliminerà questi gas, favorirà certe industrie e certe lobby… ma non avrà alcuna influenza sul Sole, che in un’ora invia sulla Terra tutta l’energia che l’uomo con le sue centrali produce in un anno. Della variabilità del Sole si ha una conoscenza solo statistica: si sa che per il 20% della sua storia va in “stand-by” con le macchie, e per un altro 20% va in superproduzione. Di entrambi i casi abbiamo avuto un esempio negli ultimi 40 anni: 2007-2010 niente macchie, fatto mai accaduto prima del 1810, e tra gli anni ’60 e il 2000 si è avuto un periodo di attività solare particolarmente intensa.
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA-FEDE osservare il passato dell’Universo. Queste cose affascinano la gente, molto più che le questioni sull’essere e il non essere. Questo fascino ha fatto perdere di vista alcuni punti di riferimento del pensiero, nominati forse solo in alcune sedi accademiche molto conservatrici...tacciate per questo di fare pura apologetica. Le immagini di cui l’astronomia si può valere assecondano anche le leggi dei media, mentre i filosofi hanno vita grama con i loro schemi... È facile capire come un’immagine del Sole che tramonta dietro gli anelli di Saturno, come questa della sonda Cassini del 2006, desti stupore, ed i suoi latori siano ascoltati con venerazione. Quando poi si aggiunge al fascino anche una lotta di tipo ideologico, come avviene continuamente in Italia, ecco che si assiste alla creazione di stereotipi: (tutti) gli scienziati (sono) atei (e sono) contro la Chiesa (retriva). Questo punto di partenza è frutto di una storia e di una storiografia illuministico-risorgimentale eliminando la quale si butterebbe via sia il bambino che l’acqua sporca...ormai c’è: consideriamo il risultato di una bella cura dimagrante al potere temporale della Chiesa che pure
SALVARE I FENOMENI ha consentito all’Europa e all’Occidente in generale di raggiungere certi standard di vita e dignità per tutti. Nel museo del Risorgimento al Vittoriano a Roma sono pallide le eco di chi definiva Pio IX un metro cubo di letame...si vedono solo vignette satiriche ed un ricordo del funerale dell’ultimo papa-re, ma quando nel 1870 i piemontesi requisirono il Collegio Romano dopo solo 56 anni dal ritorno dei Gesuiti6 non poterono cacciare il padre Angelo Secchi che aveva fondato l’astrofisica stellare e la fisica solare...allora nessuno fiatava di fronte ad una simile autorità scientifica, nessuno diceva “la Chiesa è oscurantista”. Certo ci sono stati i casi di Bruno e Galileo...ma nessuno è perfetto. Domande filosofiche: probabilità e possibilità Agli astronomi oggi si chiede di spiegare l’origine dell’Universo, l’origine della vita, e perché no anche dell’uomo. L’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima sono gli altri due argomenti filosofici dei quali invece non si deve parlare, per politesse. Sono domande a cui non si possono dare risposte ultime rimanendo nel seno dell’astronomia. Tuttavia gli stessi scienziati, non più avvezzi ad un ragionamento di tipo filosofico, facendo uso di una logica “fai- 6 I Gesuiti furono soppressi da papa Clemente XIV nel 1774. Imprigionati e perseguitati, morirono in moltissimi. Solo Caterina II la Grande si rifiutò di eseguire l’ordine del papa e quando Pio VII li riabilitò nel 1814 da lì ripresero la loro azione. La soppressione per 40 anni dei Gesuiti, che avevano acquisito un potere ed un’influenza su tutte le corti d’Europa e in Cina, fu una dura battuta d’arresto per la cristianizzazione della società. In Sud America avevano costituito dei pueblos, città, che vivevano in un certo senso un regime socialista ideale, dove cioè si lavorava solidarmente, nessuno teneva denaro se non ne aveva bisogno, dove si viveva come fratelli, poiché affermavano che in Europa la civiltà era corrotta dal lucro, dalla cupidigia e dalla crudeltà (Félix Luna, Breve Historia de los Argentinos, Planeta Buenos Aires, 2009⁴, p. 33). Questo li rese invisi al re di Spagna e a quello del Portogallo che fecero di tutto per sopprimerli. Nel 1767 Carlo II di Spagna inviò un ordine secreto per eliminarli, e lo stesso fece il ministro Pombal in Portogallo e Brasile. I Gesuiti non avevano creato una classe dirigente diversa da loro stessi ed i loro progetti svanirono con la loro incarcerazione. La connivenza dei domenicani e la bolla di Clemente XIV fecero il resto. 40 anni dopo, nel 1814, l’Europa ed il mondo erano cambiati troppo, e la Compagnia di Gesù non arrivò più ad influenzare le corti europee. Sotto il profilo della scienza Angelo Secchi fu il più grande di tutti, perché fece nascere l’astrofisica stellare e solare, anche gli atei e gli agnostici lo riconoscono. Di Secchi disse un collega astronomo che visitò il collegio romano che non riusciva a capire come un uomo solo potesse svolgere quell’immensa mole di lavoro osservativo e di analisi.
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA-FEDE da-te” sconfinano nella metafisica, spesso in modo molto approssimativo. Una ragione c’è, a mio avviso, ed è la confusione tra probabilità e possibilità. Se per le conseguenze di una teoria, come la Relatività ad esempio, si prevede una legge fisica, come il trascinamento dello spazio-tempo da parte di un corpo rotante (noto come il Lense-Thirring effect 7) si è detto che “L’Universo è talmente vasto che da qualche parte questa legge è stata implementata”. Per aggiungere un altro esempio possiamo considerare le cosidette “transizioni proibite”: si tratta di transizioni molecolari tra due livelli energetici con l’emissione (o assorbimento) di un fotone con probabilità estremamente basse, tali che in laboratorio sarebbe impossibile osservarne. Per questo sono tradizionalmente chiamate proibite8. Nelle vastità dello spazio queste molecole sono così abbondanti che proprio i fotoni di queste transizioni proibite hanno consentito agli astronomi di studiare la rotazione delle galassie ed altri fenomeni. Tuttavia queste convinzioni se vengono estese al concetto di possibilità possono generare confusione. Infatti un conto è parlare di bassissima probabilità che un set di amminoacidi si combini a formare una sequenza di DNA capace di duplicarsi, un altro conto è parlare di elementi di per sé inerti, morti, che si combinano insieme per formare qualcosa di vivo. Questo, dal punto di vista filosofico non può, non ha la possibilità di avvenire. La probabilità ha valori in un insieme continuo tra lo 0 e il 100%, la possibilità ha valori discreti: SI o NO. Gerald Schroeder autore di Genesi e Big Bang affermava che la probabilità che un DNA si formasse a partire dagli elementi presenti nel famoso “brodo primordiale” di Stanley Miller fosse di un successo su 10¹⁰⁰ tentativi, e concludeva logicamente che se ogni tentativo avesse avuto bisogno di un quanto di energia, non sarebbe bastata tutta l’energia dell’Universo perché questi 10¹⁰⁰ tentativi si fossero potuti svolgere nel miliardo di anni prima della prima forma di vita apparsa sulla Terra, in cui il pianeta stava gradualmente raffreddandosi, e neppure nei primi 10 miliardi di anni di vita dell’Universo, per poi cadere sulla Terra mediante una cometa, come preconizzava Fred Whipple nella sua teoria della Panspermia. 7 Si veda Non-Linear Gravitodynamics, R. Ruffini e C. Sigismondi eds., World Scientific, Singapore, 2003. 8 http://dipastro.pd.astro.it/progettoeducativo/Didattica/UnitaDidattiche/U_6.ppt
SALVARE I FENOMENI Tuttavia Schroeder non affrontò il problema filosofico della transizione tra non-vita e vita. E questo non è affatto strano per un fisico, anche se è un teologo (ebreo in questo caso). Noi fisici cerchiamo di sistemare tutto in casa nostra! Tuttavia problemi come la creazione dal nulla, ex nihilo, oppure come il mantenimento in essere dell’Universo non sono problemi che possiamo risolvere in casa nostra...anche se siamo attrezzati per datare l’origine dell’Universo, la sua morte termica, l’apparizione della vita sulla Terra, ed eventualmente anche quella dell’uomo. Le leggi fisiche, con l’impulso esegetico dato da Galileo 9, sono il linguaggio con cui è scritto il libro della natura, Rivelazione anch’esso del Creatore poiché creato con la sua Parola. Tuttavia non dobbiamo confondere le leggi divine con quelle che noi riteniamo essere le leggi naturali. Le nostre sono dei modelli più o meno esaurienti della realtà. Spesso soggette ad aggiornamenti. La Relatività è stata un trionfo, un superamento della meccanica Newtoniana, ma su scala quantistica non funziona, e su scala cosmologica non si sa come sia fatta la materia e l’energia oscura... Fare tutto in casa nostra, eliminare i teoremi della filosofia...vuol dire porre la fisica sopra la metafisica. Si torna allora al problema che Gerberto affrontò alla fine del X secolo con i suoi studenti, quello della classificazione delle scienze10. Quello che manca al dibattito attuale è proprio la demarcazione dei confini di competenza tra le varie discipline, e la subordinazione di una all’altra. La distinzione tra fisica e metafisica manca e ciò che è di ambito metafisico viene discusso in termini fisici, come se l’ingresso nel mondo e nelle competenze della metafisica fosse una “capitis deminutio” per il fisico. Il fisico può e deve indagare sull’origine dell’Universo, ma non può dire nulla sul perché esso ha avuto un’origine. Hawking ha spostato il problema un passo indietro, ipotizzando la transizione quantistica dal “vuoto” (che non è il “nulla, nihil” filosofico). Ma ancora una volta 9 Celebrato di recente come Divin Uomo, prendendo le parole di un alto prelato che così lo apostrofò appena morto, a Galileo è stata dedicata una statua colossale nell’atrio secondario della Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri, progettata dal Nobel per la fisica 1957 il cinese Tsung Dao Lee. http://www.santamariadegliangeliroma.it/paginamastersing.html? codice_url=comunicato_stampa_186&lingua=ITALIANO&ramo_home=Eventi 10 cfr. Fabio Sigismondi, Gerberto d’Aurillac Il de Rationali et Ratione Uti e la Logica del X secolo, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma, 2007.
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA-FEDE nulla si può dire sul perché questa legge esista, se esiste anche nella realtà oltre che nelle congetture moderne più avanzate. L’esempio del decadimento del protone può aiutarci a fare un ulteriore passo in avanti. Nel cosidetto modello standard per le particelle elementari il protone e l’elettrone sono particelle stabili. La loro esistenza è eterna. Questo significa che seppure Lavoisier ha affermato che “nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma”, quando scendiamo al livello di protoni ed elettroni quelli sono e quelli restano, se non ci sono fusioni nucleari o urti ad altissime energie. L’Universo destinato ad un’espansione ed un raffreddamento eterno, rimarrà sempre più rarefatto, con i protoni e gli elettroni eterni, indistruttibili. Negli ultimi decenni sono stati condotti degli esperimenti denominati “di fisica passiva” in cui si aspettavano gli indizi di un protone che decadesse. In Italia sono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso che hanno permesso di porre un limite superiore alla vita del protone di 10³² anni. 1 seguito da 32 zeri. Teniamo presente che l’età dell’Universo è 1.4·10¹⁰ anni. Qual è il principio su cui si basa questo esperimento? Se decade un protone su N protoni in un anno, la vita media del protone è N anni. Nel caso dell’esperimento del Gran Sasso l’ordine di grandezza di N era proprio 10³² e nessun protone è decaduto in un anno. Questo è un esperimento che si può perfezionare, aumentando il numero di protoni sotto osservazione in condizioni di essere schermati dalla maggior parte dei raggi cosmici...come sotto il Gran Sasso. In questo modo la vita media del protone τ>10³³ anni e così via...se nessun protone verrà osservato mentre decade. In un certo senso nella statistica di Bayes 11 si consegue un risultato analogo: la probabilità di un fenomeno si approssima sempre meglio al suo “giusto” valore man mano che arrivano dati. Allora immaginiamo che l’esperimento di Miller sulla produzione di materiale biotico dal brodo primordiale sia stato fatto N volte: la probabilità che non funzioni è 99.999 %. Questa è la “versione statistica” di un’affermazione di impossibilità filosofica, il meglio che la fisica può offrire. Se l’ipotesi che la vita ha origine da materiale prebiotico “morto” non è viabile in metafisica noi in fisica possiamo sottoporre a test statistico questa affermazione, con il risultato che è vera al 99.999..%. 11 Thomas Bayes (1702-1761) altro sacerdote, presbiteriano londinese, prestato alla scienza.
SALVARE I FENOMENI Concettualmente siamo un punto più avanti di prima. Prima si valutava la probabilità che una determinata combinazione di amminoacidi potesse aggregarsi per caso, adesso si fa un test d’ipotesi statistica su un’affermazione di valore metafisico. Abbiamo usato gli strumenti della statistica (su cui tutta la fisica è basata, come afferma lo Schroeder esplicitamente e tutti i fisici di mutuo accordo) per sondare la verità di un’affermazione metafisica. In pratica fino a quando non si riuscirà a creare vita artificiale in laboratorio partendo da elementi “morti” l’affermazione metafisica che nessuna forma di vita è in continuità con i suoi elementi costitutivi, “morti”, resta vera. Cosa ovvia. Ma per l’opinione pubblica la differenza tra un’ipotesi scientifica e la realtà non è così grande come dovrebbe, e tutti abbiamo studiato al liceo che la vita è nata da un cocktail di scariche elettriche e atmosfera primordiale ricca di azoto idrogeno ed altri elementi, cioè abbiamo studiato la teoria di Miller, non gli esiti negativi nei confronti della nascita della vita, o quanto meno parziali12 dei suoi esperimenti. L’“arroganza della ragione”13 ci porta naturalmente ad assolutizzare le ipotesi scientifiche, soprattutto se appaiono plausibili, e quel che fa apparire plausibile l’ipotesi di Miller14 è un certo contesto meccanicistico e probabilistico in cui la vastità nello spazio e nel tempo dell’Universo garantisce abbastanza spazio-tempo perché un determinato fenomeno poco probabile accada, dimenticando l’aspetto metafisico, secondo il quale questo fenomeno non può accadere. Ma allora che cos’è la vita? La riflessione moderna si va concentrando sul concetto di “minimal life”15 la più semplice forma di vita... l’anello di transizione tra gli elementi inerti, “morti”, e la vita. 12 Sono stati trovati molti amminoacidi, sotto forma di coacervati, ma nessun DNA capace di autoreplicarsi. Ed i coacervati non sono vita, come non lo sono le bolle di sapone nella schiuma del mare. 13 Termine usato da Benedetto XVI la sera del 10 giugno 2010, alla chiusura dell’anno sacerdotale, a proposito di certe teologie che tendono ad ossequiare più le premesse scientifiche di moda in una data epoca (le quali non possono essere altro che ipotesi, e pertanto non tutte necessariamente vere) piuttosto che la Fede della Chiesa tramandata dai padri e dalla successione apostolica. L’assolutizzazione dei metodi solo scientifici rischia di svuotare la teologia del suo essere “scientia revelata a Deo” come diceva S. Tommaso. 14 e Oparin, suo contemporaneo russo. 15 http://www.centrofermi.it/progetti/minimal-life.html . Il Centro Fermi è stato fondato da Antonino Zichichi. Costantino Sigismondi vi collabora nel progetto EEE, Extreme Energy Events sui raggi cosmici ad altissima energia, http://www.centrofermi.it/eee.html ; si veda per quest’ultimo progetto anche il libro Astronomia di Posizione per Muoni (C. Sigismondi) al sito web www.upra.org/archivio_pdf/a22.pdf edito dall’Ateneo Regina Apostolorum nel 2008.
CRITICITÀ NEL DIALOGO SCIENZA-FEDE Anche qui la ricerca è in fermento, deve far fronte a problemi tecnici mai visti prima... ma è possibile che dall’altra parte, quella della metafisica, ci siano dei filosofi che ridacchiano, aspettando un inevitabile esito negativo? I progetti di studiare la minimal life, così come quello di trovare la vita extraterrestre16, oppure i parametri dell’Universo inflazionario... mediante il satellite Planck17 e tutti gli esperimenti precedenti da COBE a Boomerang sono tutti partiti da domande fondamentali, dove non ci si è curato di definire il confine tra fisica e metafisica. E forse proprio per questo la scienza va avanti...trovando qualcos’altro rispetto a quanto si era prefissata. 16 Il famoso progetto SETI, Search for Extra-Terrestrial Intelligence www.seti-inst.edu/ animato da Carl Sagan e Gerald Soffel, quest’ultimo da me incontrato a Yale nel 2000 nella sua ultima conferenza prima della morte, sul Viking, di cui fu Principal Investigator. Oggi SETI è diretto da Peter Jenniskens, grande esperto in sciami meteorici. 17 http://www.satellite-planck.it/ Satellite europeo lanciato dall’ESA nel 2009.
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