Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885

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Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
PATAGONIA | TIERRA DEL F UEGO
          Robin Foà

            Mattioli 1885
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
Titolo
                  Patagonia | Tierra del Fuego

                                               Autore
                                           Robin Foà

                             Editing e progetto grafico
                              Claudio Corrivetti           Travel doesn’t merely broaden the mind. It makes the mind.
                             Isbn 978-88-6261-691-1
                             © 2018, Mattioli 1885         Bruce Chatwin

                           www.mattioli1885.com

                                                           Twenty years from now you will be more disappointed by the
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                                                           Attribuito a Mark Twain
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
PREFAZIONE

                                         Questo nuovo libro di fotografie è dedicato alla Patagonia e alla Terra del Fuoco. A differenza di precedenti libri –
                                         Deserti/Deserts, China 1985, Nature and Man, Altopiano Andino/Andean Highlands – per lo più basati sulla ricerca
                                         di una affinità estetica tra immagini, linee, colori, tessuti, persone, ecc, ho preferito questa volta seguire un ordine
                                         cronologico. In pratica, il racconto fotografico di due viaggi in quelle remote terre del Sud America per cercare di dare
                                         un’idea della multiforme bellezza dei luoghi.
                                         Affinché non sembrasse una guida illustrata, ho scelto comunque di privilegiare le immagini più significative senza
                                         l’aggiunta di testo. In questa prefazione invece desidero descrivere i tragitti seguiti nei viaggi del 2016 e 2017. Alla fine
                                         del libro, c’è un indice che ulteriormente dettaglia i luoghi visitati.
                                         Come per tutti i viaggi finora effettuati in tanti anni, sono stati privilegiati gli spostamenti via terra. Per poter apprezzare
                                         il territorio ed i suoi continui cambiamenti. Quindi nessun volo interno. Vista la natura del territorio, abbiamo anche
                                                                                                                                                                            Foto 1
                                         fatto diversi tragitti via mare o su laghi, e un giro aereo sopra il Canale di Beagle.
                                         Il primo viaggio nel febbraio 2016 [Cartina 1] è iniziato con un meraviglioso volo – senza nuvole – da Buenos
                                         Aires a El Calafate e le prime foto della Patagonia arrivando a El Calafate. Affittata la macchina, ci dirigiamo a
                                         nord costeggiando il Lago Argentino, con i suoi colori meravigliosi, per fermarci (due notti) a la Estancia La Estela,
                                         posto magico di fronte al Lago Viedma e con la catena montuosa del Cerro Torre e del Fitz Roy sullo sfondo. Albe e
                                         tramonti meravigliosi. I laghi hanno in Patagonia colori particolari, derivando per lo più dai ghiacciai. Poi sole, nuvole,
                                         vento, luce cristallina fanno il resto. Costeggiando il Lago Viedma entriamo da El Chalten nel Parque Nacional Los
                                         Glaciares Nord [Foto 1] che racchiude il Cerro Torre ed il Cerro Fitz Roy (Cerro Chalten; Chalten deriva da una
                                         parole Tehuelche che significa montagna che fuma). Rinominato Fitz Roy in onore di Robert FitzRoy capitano del
                                         HMS Beagle che nel 1834 navigò il fiume Santa Cruz e lungo la costa patagonica (gli fu compagno di viaggio Charles
                                         Darwin). Il Cerro Terre ed il Cerro Fitz Roy sono montagne mitiche che negli anni hanno attratto alpinisti di tutto
                                         il mondo, con l’Italia in prima linea [Foto 2]. Panorami meravigliosi arricchiti dal volteggiare di condor andini, neri
                                         con una sorta di collare bianco. È di fatto il più grande uccello vivente, anche se l’albatross e alcuni pellicani possono
                                                                                                                                                                            Foto 2
                                         raggiungere un’apertura alare leggermente maggiore.
                                         Torniamo poi al Lago Viedma che è navigabile da Bahía Túnel permettendo di vedere da vicino il bellissimo ghiacciaio
                                         Viedma. Il lago è frutto dello scioglimento dei ghiacci, è verde e lattiginoso per i minerali che lo compongono. Molti
                                         iceberg di diversi colori – azzurri, neri, alcuni trasparenti – molto vento. Ci si avvicina molto al fronte del ghiacciaio.
                                         Ritorniamo poi a El Calafate, base di partenza per visitare il Parque Nacional Los Glaciares Sud che racchiude lo
                                         straordinario ghiacciaio Perito Moreno – in onore dell’esploratore Francisco Moreno, chiamato Perito (specialista,
                                         esperto) – nella Peninsula Magallanes che va a sfociare nel Brazo Rico del Lago Argentino. Per quanto visto in
                                         innumerevoli filmati e fotografie, vedere (e rivedere, ci siamo andati due volte in questo viaggio) dal vivo e da vicino il
                                         Perito Moreno è una esperienza indimenticabile, visivamente e acusticamente per il movimento dei ghiacci e le rotture
                                         e cadute nel lago. Oggi, a differenza del passato (ricordo il racconto su Epoca di Walter Bonatti), il Perito Moreno è
                                         facilmente raggiungibile in macchina e poi a piedi. E ci si può avvicinare moltissimo in barca. L’altro lato del ghiacciaio
                                         è visibile da una comoda passarella con più punti di osservazione. Lo spettacolo è affascinante. Difficile andarsene...
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            Percorso del primo viaggio
Cartina 1

            colorato in arancione

                                                                                                                                                                                7
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
La strada da e per El Calafate lungo il Lago Argentino e il Brazo Rico è molto bella con lago e montagne innevate
         sullo sfondo.
         Da El Calafate puntiamo a sud, sempre lungo la mitica Ruta 40. Da Esperanza deviamo a ovest verso il confine con
         il Cile. Siamo completamente soli lungo uno sterrato in un territorio bellissimo tra montagne, fiori, picchi, ghiacciai
         in lontananza, dove non incontriamo nessuno. L’attraversamento del confine tra Argentina e Cile è laborioso e
         affascinante. Entriamo in Cile per raggiungere l’altrettanto mitico Parque Nacional Torres del Paine da Cerro Castillo.
         Dormiamo due notti dentro il Parco sotto le tre famose torri di granito. Il Paine non delude nella sua grandiosità.
         Paesaggi maestosi, montagne, laghi, ghiacciai, fiumi, animali – soprattutto guanachi, fenicotteri, condor, ecc –, venti
         spesso fortissimi, da non stare in piedi. Visitiamo il visitabile. Non possiamo andare sul Lago Grey per ammirare
         l’omonimo ghiacciaio per il maltempo (ma ci torneremo…).
         Ritorniamo in Argentina e riprendiamo la Ruta 40 nord. La meta è la Cueva de las Manos, Patrimonio dell’Unesco, non
         lontano dalla cittadina chiamata Perito Moreno. La prima meta per la notte è la Estancia La Leona tra il Lago Argentino
         e il Lago Viedma [Cartina 2]. La Estancia è un posto storico costruito nel 1894 con un piccolo museo. È stato dichiarato
         Patrimonio Histórico y Cultural de la Provincia de Santa Cruz. Ci sono foto di Butch Cassidy e the Sundance Kid che
         soggiornarono per quasi un mese nel 1905 dopo aver rapinato la Bank of London and Tarapacá a Río Gallegos e sulla
         via del Cile [Foto 3-4]. E foto di Padre De Agostini, grande esploratore che lì soggiornò più volte e a cui è dedicato un
         grande Parco Nazionale cileno, e di alpinisti italiani tra cui Cesare Maestri, Glauco Mauri, Casimiro Ferrari [Foto 5].
Foto 4   Sempre verso nord, lungo la Ruta 40, in parte sterrata, viaggiamo per circa 400 km prima di raggiungere il bivio
         per la Cueva de las Manos da Bajo Caracoles. Il sito è in una caverna in un bellissimo canyon, lungo 150 km, nella
         valle del fiume Pinturas raggiungibile lungo uno sterrato (44 km) dalla strada principale. Posto magnifico, meritava
         questa lunga deviazione. Il sito è noto per le incisioni rupestri che rappresentano immagini di tantissime mani che
         appartenevano agli indigeni patagonici di questa regione e risale a 9.300-13.000 anni fa. Sono quasi tutte impronte di
         mani sinistre di diverse dimensioni, in quanto il colore veniva apposto/gettato con le mani destre.
         Dalla Cueva andiamo ancora a nord, lungo panorami lunari, terra rossa, verso la cittadina di Perito Moreno e da lì a
         est sulla Ruta 43 lungo la Valle del Rio Deseado. Superiamo Las Heras e Pico Truncado, area dove si estrae il petrolio.
         Da Fitz Roy prendiamo la Ruta 281 per arrivare sulla costa dell’Atlantico a Puerto Deseado, cittadina con un porto
         ricco di navi e di strutture per attività portuali e della pesca. I dintorni lungo l’oceano sono bellissimi e percorribili su
         una strada sterrata, promontori, lunghe spiagge, isolette, ricchissime di uccelli.
         Puntiamo a sud lungo la Ruta 3. Raggiungiamo Puerto San Julian, tragitto monotono. È la città nelle Americhe dove
         Ferdinando Magellano attraccò per la prima volta. Riprendiamo la Ruta 3. Arrivati a Comandante Luis Piedra Buena
         andiamo a visitare il Parque Nacional Monte Leon. Lungo uno sterrato si arriva fino all’oceano. Panorami bellissimi,
         ci troviamo di fronte un’isola staccata dall’alta scogliera e coperta di uccelli. A piedi si arriva fino al mare. Sguardo
         lungo sulla costa atlantica, alte scogliere, insenature, spiagge. Si apprezza la geografia della costa atlantica. Ripartiamo
         per raggiungere Rio Gallegos. Da lì, riprendiamo la Ruta 40 verso nord-ovest. Superiamo Esperanza. Molti animali
         nei campi. Ritornando verso le Ande i panorami si fanno più interessanti, montagne, picchi innevati, colori. Si rivede
         dall’alto il Lago Argentino, color turchese, ancora più splendido con il sole. Arriviamo a El Calafate in tempo per
         tornare al ghiacciaio Perito Moreno, in una serata bellissima. La visione del ghiacciaio con tutte le montagne dietro
Foto 5   da un’idea della grandiosità e bellezza del tutto, con i colori più veri, tutte le tonalità degli azzurri, le guglie. E da El

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Calafate riprendiamo l’aereo per Buenos Aires.                                                                                Gli inevitabili imprevisti di viaggi in zone climaticamente difficili. Incredibilmente, dalla nave in attesa di attracco
         Il secondo viaggio nel Gennaio 2017 ha avuto come meta la Patagonia cilena e la Terra del Fuoco. Diversi anni orsono          riesco a telefonare all’agenzia per la macchina e a spostare il pick-up al mattino dopo. Il timore era infatti di perdere
         avevo saputo da colleghi argentini che era possibile scendere in nave lungo i fiordi cileni da Puerto Montt a Puerto          il fuoristrada prenotato… In aggiunta, riesco anche a parlare con l’ufficio che gestisce l’albergo al Lago Grey!
         Natales. Non avevo approfondito, ma il messaggio era stato memorizzato… Dovendo programmare questo nuovo                      Miracolosamente (è alta stagione), hanno un’ultima camera libera per il giorno dopo che, con rara gentilezza, mi
         viaggio, ho ricordato questo suggerimento. Infatti, la Patagonia cilena è solo parzialmente percorribile per strada.          danno senza pagare una nuova prenotazione o un sovrapprezzo. Un vero colpo di fortuna, come vedremo dopo…
         Poi bisogna entrare in Argentina. L’unico modo era quindi di valutare la possibilità di scendere lungo i fiordi. E così       Complessivamente, siamo stati discretamente fortunati con il tempo durante il tragitto in nave; come ci ha detto il
         è stato. Via internet – inesauribile fonte di informazioni – ho trovato che effettivamente era in funzione un servizio        naturalista, l’ultimo viaggio è stato praticamente sempre immerso nelle nuvole… A parte la natura, le montagne, i
         settimanale da Puerto Montt a Puerto Natalas o viceversa. Sono navi cargo per trasportare camion, auto, merci,                ghiacciai, le tantissimi cascate, abbiamo visto moltissimi animali: balene, delfini, foche, albatross, ecc. I commenti su
         animali, ecc [Foto 6]. L’unico modo per collegare la terraferma con l’estremo sud del Cile! La nave può portare anche         questo viaggio assai particolare nella postfazione al libro.
         passeggeri senza auto. E ci sono anche alcune spartane cabine. E così il dado era tratto. Prenotazione fatta con molto        Recuperata la macchina, puntiamo a nord per ritornare al Paine, e più in particolare al Lago Grey con l’intenzione
Foto 6                                                                                                                                                                                                                                                                Foto 9
         anticipo in modo da avere una cabina con due letti (a castello), con bagno. Quindi volo a Santiago e da lì a Puerto           di vedere il Ghiacciaio Grey che ci fu precluso l’anno prima per il maltempo. Questa volta la giornata è splendida e
         Montt, nella Patagonia cilena.                                                                                                l’avvicinamento al Parco tra laghi e montagne nello sfondo è bellissimo. Riusciamo a prenotare il giro per il pomeriggio
         In attesa di imbarcarci, abbiamo affittato una macchina per visitare i dintorni di Puerto Montt: Puerto Varas, i laghi        stesso. Lasciata la macchina, per arrivare all’imbarcadero bisogna camminare per oltre un’ora in scenari imponenti,
         Llanquihue e Todos los Santos, e i circostanti vulcani Osorno, Calbuco (ultima eruzione nel 2015) e Puntiagudo.               foreste, laghi, morene, ghiacciai, iceberg, condor. E meravigliosa si rivelerà la visita al ghiacciato costeggiando con il
         L’imbarco avviene parecchi km a sud di Puerto Montt, ed è lungo e laborioso. Notevole il numero di camion e                   catamarano le alte montagne del parco. Aveva nevicato la notte prima rendendole ancor più immacolate e splendenti.
         la quantità di merci imbarcati. Di fatto, la partenza è ritardata di circa due ore. Peccato perché è un pomeriggio            Il Ghiacciaio Grey è imponente con iceberg, guglie, anfratti con tutte le tonalità dall’azzurro al blu intensissimo, il
         bellissimo… Vediamo famiglie di foche che giocano sulle boe intorno alla nave. Alfine si parte, poco prima dell’ora           tutto reso ancor più intenso dal sole e dal vento. Vediamo parecchi condor. Il rientro con il sole calante sui picchi del
         di cena. Come detto, saremo a bordo in pratica per 4 giorni e 3 notti partendo da Puerto Montt al 41mo parallelo              Paine è bellissimo, come l’intera serata che ci godiamo dall’albergo sul lago. E così pure sarà l’alba il mattino dopo, con
         sud per arrivare a Puerto Natales quasi al 52mo parallelo, circa 2.000 km più a sud. Unico modo per arrivare via              tantissimi animali visti da vicino.
         ‘terra’ alla parte più meridionale del Cile. Vita spartana a bordo, in balia fondamentalmente del meteo, non ci sono          Siamo fortunati con il tempo! Lasciamo il Torres del Paine per dirigerci di nuovo a sud, via Cerro Castillo, Puerto
         intrattenimenti, non c’è internet (…), non c’è collegamento telefonico. I pasti sono a orario fisso (con chiamata) e          Natales con meta Punta Arenas. Lungo la Ruta 9, detta la ‘Ruta del Fin del Mundo’ [Foto 7]. In effetti, la strada
         a self-service. Abbastanza basico, ma non è certo un problema. La giornata si passa quasi sempre all’aperto, clima –          finisce alcuni km a sud di Punta Arenas, e lì finisce in pratica la terraferma del sud America [Cartina 4]. I territori
         pioggia e vento – permettendo. A partire dall’alba e in qualsiasi ora della giornata. Con chiamate (altoparlante) in          sono bellissimi, vediamo gauchos con bestiame e cani, rapaci a caccia. Assistiamo da vicino a un prolungato e lauto
         caso di avvistamento di balene, delfini, leoni marini o altro. C’è un biologo/naturalista a bordo che tiene conferenze        banchetto con molti commensali, in primis condor e carancho (falconidi). Il nuovo teleobiettivo 200-500 mm è di
Foto 7                                                                                                                                                                                                                                                               Foto 10
         giornaliere con diapositive.                                                                                                  nuovo stato utilissimo. Vediamo gruppi di flamingo e altri uccelli. E cominciamo a vedere gli straordinari colori di prati
         Il tragitto si snoda lungo il Golfo de Ancud e poi nel più grande Golfo de Corcovado e poi nel Canal de Moraleda,             e cespugli. Un caleidoscopio tanto incredibile quanto inaspettato che ci accompagnerà in questa parte della Patagonia
         costeggiando il Parque Nacional Isla Magdalena [Cartina 3]. Solo mare, montagne, cascate, ghiacciai in lontananza,            del sud e nella Terra del Fuoco. Prima di Punta Arenas facciamo il nostro primo incontro con lo Stretto di Magellano.
         moltissimi uccelli, anche condor, balene, delfini, in mezzo alla natura più incontaminata e disabitata… Poi, attraverso       Nomi e posti che evocano forti emozioni. Lo Stretto di Magellano collega l’Oceano Atlantico con l’Oceano Pacifico,
         il Canal Ninualac, usciamo dai fiordi per entrare nell’Oceano Pacifico. Resteremo in mare aperto per circa 18 ore.            costeggiando/delimitando la Terra del Fuoco che, di fatto, è un’isola (Isla Tierra del Fuego) [Cartina 5]. Arriviamo
         Le onde dell’Oceano si sentivano ma non abbiamo mai dovuto far ricorso a pillole per il mal di mare di cui eravamo            a Punta Arenas, la principale città della regione che si affaccia sulle Stretto, accolti da miriadi di cormorani. Città
         provvisti, pur attraversando il Golfo de Penas… Siamo rientrati nei fiordi attraverso il Canal Messler costeggiando il        interessante che mescola tradizione e modernità, e che dà l’idea di essere in progressivo sviluppo. Molti alberghi e
         Parque Nacional Bernardo O’Higgins. Ci fermeremo (al largo) del solo agglomerato di case – Puerto Eden – da dove              ristoranti, mercati, aeroporto e porto molto attivi. Punto di partenza per visitare la Terra del Fuoco.
         riusciamo a mandare un sms a casa. Poi lungo il Canal Wilde e il Canal Inocentes, il Canal Sarmiento e il Canal Union         L’indomani mattina puntiamo a sud lungo l’unica strada (sempre la Ruta 9) che va verso Fuerte Bulnes. Di fatto, il
         e costeggiando l’Isla Diego Portales siamo entrati nel Golfo Almirante Montt per raggiungere Puerto Natales. Arrivo,          punto più a sud della terraferma cilena e un punto storico ove si sono insediati i primi colonizzatori inglesi per decidere
         attracco e sbarco con diverse ore di ritardo a causa prima di un problema di maree, per cui siamo stati fermi oltre due       poi che era un posto troppo inospitale e di spostarsi a nord ove oggi sorge Punta Arenas. Pomeriggio dedicato a
         ore, e poi per il forte vento che impediva di attraccare in sicurezza. Come detto, e come vissuto in altri viaggi (su tutti   visitare la grossissima colonia di pinguini di Magellano del Monumento Natural Los Pinguinos sull’Isla Magdalena
         l’Alaska, vedi il libro Alaska Dreaming) comanda in tutto e per tutto la natura. Il ritardo ci ha impedito di ritirare la     nel bel mezzo dello Stretto di Magellano, che si raggiunge dopo circa 2 ore di navigazione da Punta Arenas [Foto
         macchina a suo tempo affittata e di dirigerci, come previsto, verso il Lago Grey nel Parque Nacional Torres del Paine.        8]. Nave grossa e buone condizioni del mare. La colonia consta di circa 60.000 coppie. Questi pinguini sono i più
Foto 8                                                                                                                                                                                                                                                               Foto 11

10                                                                                                                                                                                                                                                                       11
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
Secondo viaggio: percorso in barca da
Puerto Montt a Puerto Natales

                                        Cartina 3
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
Tragitto da Puerto Natales alla
                                                                                                                                            Terra del Fuoco
          piccoli. Vivono all’isola da settembre a marzo. Nidificano, fanno i piccoli (non più di due) e poi ripartono. La loro
          storia con le migrazioni d’inverno verso i mari caldi (e molto lontani) del Brasile è affascinante. Ritornano poi sempre
          all’Isla Magdalena per deporre le uova. Prima arrivano i pinguini maschi per preparare il nido. Poi 15 giorni dopo le
          femmine. Covano maschi e femmine. Quando ripartono, saranno prima i piccoli, poi gli adolescenti e poi gli adulti.
          Possono vivere fino a 35 anni! Hanno un verso di richiamo per il partner e i piccoli riconoscono il verso della madre.
          E poi la lotta per la salvaguardia delle uova e dei piccoli dall’attacco di grossi e feroci gabbiani, gaviota. Al punto che
          la grossa colonia è numericamente in diminuzione. Tutto molto interessante. Nel 2016 divenne pubblica la storia di
          un pinguino Magellano salvato nel 2011 da un pescatore brasiliano sulle coste vicino a Rio de Janeiro. Da allora ogni
          anno il pinguino nelle sue migrazioni invernali in Brasile va a ritrovare il pescatore (see the Independent and Dindim,
          2016) [Foto 9]. Si cammina lungo percorsi deliminati con pinguini ovunque e vicinissimi. Nidi, coppie, piccoli, scene
Foto 12   di gruppo, tantissimi uccelli.
          Da Punta Arenas attraversiamo lo Stretto di Magellano per raggiungere Porvenir nella Terra del Fuoco. Giornata
          bella e traversata di nuovo tranquilla! Accompagnata dal volo di molti uccelli e dalle danze di diversi delfini. Così
          alfine mettiamo piede nella Terra del Fuoco. È geograficamente molto particolare. Di fatto – come già ricordato – è
          un’isola con i due Oceani ai due lati, con il famoso Cabo de Hornos come massimo punto sud delle Americhe, e diviso
          dalla terraferma dallo Stretto di Magellano. Porvenir – cittadina di circa 6.000 abitanti – è interessante, una sorta di
          avanposto, con pochissima gente in giro, un posto di frontiera. Belle case colorate, in legno e lamiera. Piazza di nuovo
          con bellissimi alberi. In pratica, gli unici della zona. Il vento la fa da padrone. Molti cartelli che segnalano la possibilità
          di tsunami, indicando la via di evacuazione. Il Cile è paese ad elevatissima attività sismica. Museo all’aperto dedicato
          agli Selk’nam, nativi americani che abitavano nella Patagonia e nella Terra del Fuoco (Fuegini) provenienti dalla
          terraferma fin da circa 11.000 anni orsono. Ormai del tutto estinti. Al tempo della colonizzazione (intorno al 1880), i
          nativi del posto erano circa 4000. La colonizzazione li ha di fatto eliminati tra malattie e violenze. I caratteri indigeni
          però si riconoscono ancora negli abitanti del posto. Il nome di Terra del Fuoco fu dato da esploratori europei vedendo
Foto 13
          i grandi fuochi delle popolazioni Selk’nam [Foto 10].
          Da Porvenir costeggiamo la Bahia Inutil (Useless Bay), lungo la Ruta Y-71 direzione Cameron, con bellissime viste
          sulla parte centrale della Terra del Fuoco. Strada sterrata. Molte fattorie. Deviamo poi a sud sulla Ruta Y-85. A
          Onaisin si trova la prima estancia costruita nel 1883 a queste latitudini e ormai in disuso [Foto 11-12]. La nostra meta
          è il Parque Pinguino Rey Bahia Inutil, aperto ai visitatori nel 2011 [Foto 13]. È uno dei rari posti dove si può vedere
          da vicino una colonia di pinguini reali (king penguins). Ci sono soltanto circa 80 coppie di pinguini. Fanno un solo
          uovo. Lo covano tra i piedi sia le femmine che i maschi. Non nidificano. Alcuni, quelli più giovani, sono residenti, con
          qualche adulto che rimane a “badarli”. Gli altri a maggio partono per ritornare a novembre. Sono molto più grandi
          dei pinguini Magellano, raggiungono circa un metro di altezza, e sono un poco più piccoli dei pinguini imperatore –
          alti circa 120 cm – endemici dell’Antardine. Belli e colorati. Camminano spesso in coppia. Non si possono avvicinare
          più di tanto ma si vedono bene con il teleobiettivo (e il binocolo). In una zona li vediamo che covano l’uovo tra i
          piedi rimanendo in piedi immobili, ritti. In un’altra zona vediamo i pinguini più giovani vicino all’acqua che nuotano,
          camminano, si riposano…
Foto 14   Ripartiamo verso est per raggiungere il posto di frontiera con l’Argentina, direzione San Sebastian. La Terra del Fuoco
          ha una geografia politica molto particolare. Praticamente divisa a metà, da nord a sud, tra Cile e Argentina. Di fatto

                                                                                                                                                                              Cartina 4
14
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
si può arrivare per terra solo dal Cile. Porvenir è la “città” principale della parte cilena, mentre Rio Grande e Ushuaia,
                                             molto più grandi e con molte attività commerciali e porti importanti, sono in territorio argentino. Il passaggio della
                                             frontiera è nel bel mezzo del nulla, come in un film, senza un paese, con un punto di ristoro per noi che arriviamo dal
                                             Cile (chiamato appunto Hosteria La Frontera) dove si può anche dormire (lo faremo al ritorno), caratteristico e fuori
                                             dal tempo [Foto 14]. D’altra parte il territorio è diviso da una linea assolutamente verticale che parte nel nord dallo
                                             Stretto di Magellano e scende fino a Ushuaia sul Canale di Beagle. Il passaggio della frontiera è di nuovo un momento
                                             interessante, come tempi, file, sportelli (molti), moduli e timbri. Entriamo in Argentina. La strada diventa asfaltata
                                             e in pochissimo raggiungiamo la costa atlantica, alla baia di San Sebastian, posto bellissimo con la bassa marea, per
                                             dirigerci a sud verso Rio Grande lungo la Ruta 3, dove pernottiamo. È una città vera, industriale, con incroci, semafori,
                                             case grandi, centro della pesca e delle attività petrolifere. Una città industriale e famosa per la pesca. Tante industrie
                                             nella zona, trivelle e grossi condotti. Il contrasto con quanto visto e vissuto finora è stridente!                            Foto 15

                                             Scendendo a sud e avvicinandosi progressivamente a Ushuaia il paesaggio diventa di nuovo montagnoso e molto bello.
                                             Incontriamo nuovamente prati dai molteplici colori meravigliosi, viste bellissime, acquitrini e laghetti, popolati di cigni
                                             e anatre. Molti guanachi che pascolano. Superiamo il Passo Garibaldi, Cerro Castor, Tierra Mayor, Altos del Valle
                                             per arrivare a Ushuaia. Territori bellissimi. Ushuaia, cittadina non piccola, colorata e molto vivace, geograficamente
                                             in un posto meraviglioso, sul Canale di Beagle, a metà strada tra Pacifico e Atlantico, circondata da montagne, tra cui
                                             i Monti Martial e la Cordillera Darwin, con a sud del Canale di Beagle l’Isla Navarino e più oltre il mitico Parque
                                             Nacional Cabo de Hornos (Capo Horn). Anche qui la distribuzione politica è assai curiosa. Come detto, il confine
                                             nord-sud arriva perpendicolarmente dallo Stretto di Magellano fini a Ushuaia per poi voltare a 90 gradi verso est
                                             lungo il Canale di Beagle. In pratica Ushuaia è la città più a Sud del mondo. Vi è però un agglomerato urbano, Puerto
                                             Williams, sull’Isla Navarino dall’altro lato del Canale di Beagle in territorio cileno, peraltro non facile da raggiungere
                                             per quanto una strada sterrata percorribile corra di fronte sul lato argentino.
                                             Abbiamo prenotato una camera in un albergo sul Canale di Beagle confidando nel tempo e nella vista. E saremo
                                             ripagati. Visitiamo il Parque Nacional Tierra del Fuego [Foto 15], posto a ovest di Ushuaia. In ordine cronologico
                                                                                                                                                                            Foto 16
                                             è il primo parco nazionale dell’Argentina. Molto bello, di nuovo gli incredibili colori dei prati, laghi, animali. E per
                                             completare beneficiamo di un tramonto meraviglioso sul Canale di Beagle e sulla Cordillera Darwin!
                                             Per l’indomani abbiamo in programma un giro aereo sopra Ushuaia tra la Sierra Sorondo e la Cordillera de los Andes,
                                             verso il Lago Fagnano, e poi lungo il Canale di Beagle verso la Cordillera Darwin, ecc. Abbiamo prenotato con
                                             l’Aeroclub Ushuaia [Foto 16]. Giro magnifico per avere una visione d’insieme del territorio e per i dettagli, montagne
                                             che si rincorrono, piccoli lagni glaciali, neve e ghiacciai, pianura con i suoi colori vinaccia, marrone, acqua. Passiamo
                                             vicino al Monte Olivia, il picco più alto della zona. Vediamo l’Estancia Haberton (vedi oltre) e a sud del Canale di
                                             Beagle la parte cilena della Terra del Fuoco e il piccolo villaggio di Port Williams, le isole sul Canale, il faro in mezzo
                                             alla baia (vedi oltre) e Ushaia in parte adagiata sulle pendici del Monte Martial [Foto 17].
                                             Nel pomeriggio lungo giro sul Canale di Beagle con prima tappa all’isola dei cormorani imperiali, così definiti perché
                                             i maschi hanno una cresta sulla testa. Sono tantissimi, ricoprono l’isola (Bird Island). Seconda tappa su una isoletta
                                             (Bridges) al centro del Canale da cui si può osservare a 360° lo splendido panorama.
                                             L’isola è popolata da vari arbusti, tra cui il calafate [Foto 18]. Ulteriore tappa al faro che è degli inizi del 900, voluto
                                             dall’Argentina per aiutare le navi che navigano nel Canale di Beagle che collega i due oceani e osservazione molto
                                                                                                                                                                            Foto 17
            Tragitto nella Terra del Fuoco
Cartina 5

                                                                                                                                                                                17
Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
ravvicinata e prolungata alla ricca colonia di leoni di mare che lì vivono [Foto 19]. Maschi enormi (possono raggiungere
          i 350 kg) con i loro harem di femmine (almeno 10...) e tanti piccoli. Inevitabile lotta tra maschi... Accanto al faro, c’è
          anche una colonia di cormorani di un’altra specie. Intorno, le montagne fanno da corona al Canale, lungo circa 240 km
          e largo tra 5 km e 100 km verso l’oceano Atlantico. La profondità media è di 90 m, ma può arrivare a 350 m. È sempre
          navigabile e non gela mai, con una temperatura dell’acqua di circa 8 gradi. Tutto molto bello e interessante. Serata di
          nuovo con luci e colori notevoli, misto pioggia e sole. A cena abbiamo mangiato il prelibato granchio reale [Foto 20].
          Luce fino a molto tardi, arcobaleno sulla baia di Ushuaia e neve fresca sulla Cordillera Darwin.
          La mattina dopo, puntiamo verso nord di nuovo lungo la Ruta 3, però con due deviazioni in programma. La prima,
          lungo la Y9, attraverso boschi fittissimi arriva sulla costa. Visitiamo Puerto Almanza, praticamente di fronte a Puerto
          Williams sul lato cileno del Canale di Beagle (ma non c’è modo di traghettare!). Poche case/capanne, qualche barca
Foto 18   di pescatori, pochissima gente, ma posto molto bello. Continuiamo e vediamo la storica Estancia Haberton fondata
          nel 1886 dal missionario Thomas Bridges, la prima estancia (fattoria) nella Terra del Fuoco. Il figlio Lucas, che visse
          infanzia e adolescenza in stretto contatto con i nativi del posto, ha scritto un libro – ‘Uttermost part of the earth’ –
          pubblicato la prima volta nel 1947 (e in Italia nel 2009). Ritorniamo per riprendere la Ruta 3, tra grandi fattorie
          e colori dei prati bellissimi e il sole! Alloggiamo la sera nella zona di Tolhuin sulla sponda est del Lago Fagnano,
          condiviso tra Argentina e Cile. Vista bellissima sul lago, tanto al tramonto che all’alba.
          La seconda deviazione lungo la Ruta 3 è poco più a nord, direzione sud-est verso Cabo San Pablo sull’Atlantico,
          nuovamente lungo una strada sterrata. Si rivelerà un giro bellissimo. Ci sono fattorie, alcune abbandonate, praticamente
          nessuno per tanti chilometri. Meravigliosi colori dei prati – dal rosa al viola – resi ancor più indimenticabili per il gioco
          delle luci, tra sole, nuvole e vento. Splendido. Arriviamo al Cabo San Pablo. Posto bellissimo, scenario oceanico, spiagge
          sassose e promontori bianchi che le delimitano. Al centro della baia, il relitto di un grosso cargo (Desdemona) arenatosi
          molti anni orsono [Foto 21]. Ulteriore aggiunta alla scenografia del posto. Moltissimi uccelli colorati (Pilpilen Austral,
          becco rosso). Posto magico. Riprendiamo la strada principale con direzione nord. Sole vento rendono meravigliose le
          praterie colorate di spighe ed erba ondeggianti, come un gioco di onde rosa-violetto-smeraldo. All’altezza di Cabo
          Auricosta altra stradina che porta all’oceano. Marea bassa che scopre molti metri di spiaggia con sassi e rocce nerissime.
Foto 19
          Ripassiamo il confine poco dopo San Sebastian, rientriamo in Cile e pernottiamo in modo piuttosto spartano nella
          Hostaria subito dopo il confine. Di fatto l’unico posto per dormire nella zona, tant’è che all’andata prenotammo.
          Proprio da lì parte la strada sterrata direzione nord che ci porterà, più o meno lungo il confine con l’Argentina, allo
          Stretto di Magellano. Nel punto in cui è più stretto (1 km), a Punta Malvinas. Tragitto interessante, molti animali
          e fattorie, ma abbiamo visto molto di meglio. Ci sono parecchi camion. È di fatto la strada principale che da Punta
          Arenas (e Puerto Natales) porta nella Terra del Fuoco fino a Ushuaia, e – come già detto – le strade nella parte cilena
          della Terra del Fuoco sono quasi del tutto sterrate. Traghettiamo da Baya Azul per raggiungere poi Punta Deseado e da
          lì andare al Parque Nacional Pali Aike [Foto 22], che nella lingua tehuelche significa ‘paese del diavolo’. È un paesaggio
          desolato, una steppa vulcanica ricca di crateri, formazioni geologiche contorte, colate di lava, di colori diversi (rosso,      Foto 21

          giallo, ecc), licheni verdi e ruggine che coprono le rocce laviche. Molta fauna. In una caverna del cratere Pali Aike sono
          state trovate tracce dell’uomo, risalenti a 7.000-11.000 anni orsono.
          Usciti dal parco ripartiamo in direzione ovest lungo a Ruta 255 che per un largo tratto costeggia lo Stretto di Magellano.
          Vediamo la Estancia San Gregorio fondata nel 1870 e ora abbandonata [Foto 23-24]. Rientriamo a Punta Arenas dove
Foto 20

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Robin Foà PATAGONIA | TIERRA DEL FUEGO - Mattioli 1885
avremo un ultimo giorno per visitare la città: il Museo Regionale Braun-Menéndez ( José Menéndez era un magnate
          della lana) in un signorile palazzo, il suggestivo Cementerio Municipal con grandiosi monumenti dedicati a gruppi di
          immigrati che hanno fatto fortuna e altissime piante potate a forma di fungo [Foto 25], la centralissima Plaza Munoz
          Gamero (Plaza de Armas) riccamente vegetata di piante con tronchi giganteschi (conifere, faggi, betulle), con un
          monumento dedicato a Magellano e ornata da bellissimi palazzi, le tante case colorate, mercati con prodotti artigianali,
          lane coloratissime, ecc. Punta Arenas è una bella città, piena di vita e di attività, dà l’idea di essere in sviluppo.
          Da Punta Arenas ripartiamo in aereo per Santiago la mattina dopo. Volo all’alba bellissimo sulle Ande con i picchi
          delle montagne che si illuminano con i primi raggi del sole. E da Santiago rientro in Europa…

Foto 22                                                                                                                Robin Foà

Foto 23

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Foto 24

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I viaggi
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