Ris eglio - Voci dalla scuola Numero unico - Ocst
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ris eglio RIVISTA BIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE DOCENTI TICINESI ANNO CXXI - 1-2 / 2016 cultura - educazione - società Anno 47 - n. 1/2 - marzo 2016 Voci dalla scuola Numero unico
risveglio Segretaria: Elena Malinverno Conto corrente postale: Abbonamento sostenitore: 69-673-0 fr. 60.– Pensionato: fr. 40.– Abbonamenti: Socio in attività di servizio: fr. 50.– Rivista bimestrale della FDT e Risveglio Semplice: fr. 45.– FEDERAZIONE % OCST - Via Balestra 19 DOCENTI TICINESI 6900 Lugano. Gruppo di redazione Presidente: Amministrazione: Redattore responsabile: Tiziana Zaninelli-Vasina Carlo Ambrosini Nunzia Conte Giacometti Via Ospedale 12 Via Migiome 67 nunziaconte@swissonline.ch 6600 Locarno - Tel. 091 751 99 23 6616 Losone Tiziana Zaninelli-Vasina E-mail:risveglio@bluewin.ch e-mail:c_ambrosini@swissonline.ch Alberto Gandolla Abbonamenti annui: Membri di redazione: - Gianni Tavarini normale Fr. 40.- - Maurizio Binaghi - Gian Paolo Torricelli studenti Fr. 20.- - Graziella Corti - Giacomo Viviani sostenitori Fr. 50.- - Giuliano Frigeri - Elvezio Zambelli - Ulisse Ghezzi Redazione ed amministrazione: - Francesco Giudici casella postale 1001 - Tiziano Moretti 6850 Mendrisio - Rosario Antonio Rizzo www.verifiche.ch - Roberto Salek redazione@verifiche.ch - Rosario Talarico
Editoriale R1 Sommario Ruspe in azione nel cantiere 1 Tra riforme, poco entusiasmo e volontà della scuola • Gianni Tavarini Sfide e rischi della “scuola che verrà” • Gianni Tavarini 5 di una nuova partecipazione Dal Canada al Ticino 8 • Gianni Tavarini La scuola sta cambiando. Alcuni han- mare oltre questa realtà per raggiungere no addirittura recitato un requiem per politici, genitori e società civile. Nella Svizzera tedesca 9 critiche al nuovo Piano di studi un’istituzione in affanno, incalzata dai Nella storia delle associazioni magistra- • Gianluca D’Ettorre grandi mutamenti della società e dalla li si sono registrati solo due esempi di molteplicità e contraddittorietà delle numeri unici. Nel novembre del 1907 le I nodi della riforma 11 • Andrea Tiraboschi mansioni che la sommergono e la tra- riviste allora esistenti Risveglio e La scinano verso una crisi innanzitutto di Scuola avevano pubblicato “Provvede- La riforma richiede risorse 13 identità. Che cosa deve essere esatta- te!”, una documentata analisi della dura • Katya Cometta mente la scuola? Qual è la sua peculia- condizione retributiva degli insegnanti rità? Qual è la funzione del docente che in attesa della nuova legge sulla scuola La riforma vista dai maestri 15 vi opera? Semplici domande, alle quali pubblica. Nell’aprile del 2004 Risveglio della Scuola dell’infanzia • Loredana Schlegel e Comitato è tuttavia arduo rispondere in modo e Verifiche si schierarono con il fasci- associazione docenti scuola chiaro e condiviso. E se è facile addita- colo “Le ragioni della scuola” a soste- dell’infanzia re i limiti e le inefficienze della scuola gno del referendum contro i tagli decisi attuale, molto più arduo è immaginare nell’ambito del preventivo 2004 e con- Nella scuola ci sarà posto 18 per la bellezza? quella del futuro. tro l’aumento di un’ora di insegnamento • Nicola Lavigna In Ticino i tentativi non mancano e l’au- settimanale non retribuita. torità dipartimentale ha avviato una Nel lanciare questa nuova collaborazio- L’autonomia degli istituti 20 • Pupi stagione di riforme, da quelle globali ne i promotori non sono animati solo da come “La scuola che verrà” e l’applica- interesse per i destini della scuola e da Fare il docente? No… grazie! 22 zione del Piano di studio della scuola desiderio di partecipare alla definizione • Adriano Merlini dell’obbligo a interventi più settoriali dei cambiamenti che si profilano all’o- Frammenti di vita 24 come la nuova legge sulla formazione rizzonte; in loro è forte anche la volon- nelle scuole del Ticino continua dei docenti e una bozza di tà di opporsi a tagli e risparmi che da • Graziella Corti e Cristiana Spinedi profilo professionale, che per la verità un ventennio si abbattono sul servizio 1976: l’anno della grande riforma 29 ha suscitato unanimi critiche proprio pubblico, intaccano profondamente la • Aberto Gandolla nel corpo insegnante che non si è per qualità della scuola e la professionalità Una vita non basta… 30 nulla riconosciuto in quel documento. degli insegnanti e sono sintomo di una • Giovanni Mascetti Quest’ultimo caso indica che le visioni preoccupante sottovalutazione dell’im- proposte dagli uffici dipartimentali, no- portanza della cultura e della formazio- Quei primi passi nella scuola media 32 • Giorgio Tognola nostante le consultazioni, mantengono ne; dell’educazione, insomma. un carattere, per così dire, esterno. Esse L’ennesima, ma non ultima misura, gros- Vivace dibattito sul 33 suscitano differenti apprezzamenti, ma solanamente compensata con un giorno futuro della scuola tra gli insegnanti si percepiscono pure di vacanza, ha suscitato un’ondata di in- • Marco Gianini atteggiamenti improntati a cautela, o dignazione tra gli insegnanti, che rispe- Il tempo dell’immediatezza: 35 sentimenti di sospettoso distacco e an- dendo al mittente il contentino, hanno croce e delizia che di timore; l’entusiasmo… è scarso! dichiarato la loro intenzione di tenere • Fabio Merlini I collegi dei docenti, le associazioni aperte le sedi scolastiche il prossimo 23 Nativi digitali e crisi 38 magistrali e i sindacati hanno cercato di marzo. Un gesto esemplare, in favore della comunicazione riprendere questi progetti e di suscitare della scuola. Anche di questo episodio • Lina Bertola un dibattito e un confronto su queste il fascicolo unico vuole essere testimo- La scuola non va in vacanza 43 iniziative. E proprio da questa vivacità è nianza e cassa di risonanza. • Nunzia Conte scaturito il progetto di un fascicolo con- giunto Risveglio/Verifiche, per esprime- Elogio della cultura umanistica 44 • Tiziano Moretti re, pur nella diversità delle opinioni e delle prospettive, un punto di vista in- Le redazioni di Risveglio terno alla scuola che ambirebbe a traci- e di Verifiche 1
Riforme R1 Le diverse trasformazioni nel settore dell’obbligo ticinese negli ultimi decenni Ruspe in azione nel cantiere della scuola L’ultima riforma definisce nuove metodologie di insegnamento tralasciando i contenuti Freud considerava il mestiere di inse- del prestigio e del riconoscimento di un gnante, assieme a quello di genitore tempo: la scuola ha perso, almeno dalla e psicologo, un mestiere impossibile. Da specialista seconda metà del XX secolo, una buona Nell'attuale società, ben più comples- della propria disciplina parte di legittimazione e di credito da sa di quella di un secolo fa, è possibile parte della società nel suo insieme. Le definire con precisione i compiti e le il docente diventa cause sono molteplici e vanno dal mu- attività che caratterizzano e definisco- operatore polivalente tato contesto economico, politico e so- no la professionalità di insegnante? O ciale, dominato oggi dal fenomeno della non sarebbe auspicabile lasciare spazio globalizzazione, alla crisi della famiglia alla personalità, alla creatività e alla non più in grado di assicurare o non responsabilità del singolo docente? del suo desiderio di sapere.1” Da tempo più disposta a collaborare con l'istitu- “Ogni insegnante insegna a partire da la scuola non è più l'unico luogo depu- zione scuola, alla crisi della professione uno stile che lo contraddistingue. Non tato della formazione, come è stato per di insegnante. Se infatti fino a qualche si tratta di tecnica né di metodo. Lo un lungo periodo prima dell'avvento dei decennio fa il ruolo dell'insegnante con- stile è il rapporto che l'insegnante sa media e poi soprattutto di internet. Il sisteva nell'essere uno specialista nella stabilire con ciò che insegna a partire docente ormai non è più considerato de- disciplina del proprio insegnamento e il dalla singolarità della sua esistenza e tentore di precisi saperi, non gode più suo riconoscimento in quanto buon in- 2
Riforme R1 segnante era in un certo senso garan- loro saperi disciplinari. turali – il continuo rinnovamento istitu- tito dalle sue competenze disciplinari, Oggi sembra prevalere una scuola pub- zionale, efficacemente espresso con la oggi tutto ciò non è più considerato blica obbligatoria intesa come grande metafora della scuola come un cantiere sufficiente. famiglia, più che un luogo deputato allo sempre aperto – sia soggettive – spae- I docenti per lungo tempo hanno con- studio e allo sforzo di imparare; que- samento e alto tasso di stress – l'istitu- siderato l'allievo un soggetto passivo zione scolastica e gli insegnanti, su cui con il compito esclusivo di ascoltare, è caduto il peso maggiore in termini di prendere appunti, studiare e restituire ore lavoro e di salario, a causa anche il sapere così accumulato per ottene- delle difficoltà finanziarie del cantone, re buoni voti. Un insegnamento quin- La scuola pubblica hanno saputo rispondere, complessiva- di unicamente trasmissivo, autoritario di oggi soffre mente in modo positivo, agli impulsi nelle forme e severo nelle valutazioni; provenienti dall'esterno. Nei confronti un insegnamento che rispondeva alle per i troppi compiti internazionali e intercantonali, ancora esigenze di una scuola che aveva il di cui è stata caricata recentemente, la scuola media ottiene compito fondamentale di riprodurre le buoni risultati3. Questo giudizio è stato realtà economiche e sociali della società ribadito anche dall'on. Manuele Bertoli, selezionando la futura classe dirigente. il quale si affretta però a sostenere nel- Questo tipo di scuola è però stato spaz- sta tendenza riflette il passaggio, da la prefazione all'opuscolo “La scuola che zato via dal movimento di contestazio- più parti sottolineato, da una famiglia verrà” che la scuola dell'obbligo ticinese ne del '68 che, con i suoi estremismi, “normativa”, il cui obiettivo consisteva è buona, ma può e deve migliorare e per le sue contraddizioni e le sue utopie, nel rendere il comportamento dei figli farlo deve sapere in parte abbandonare ha dato avvio a un serio ripensamento coerente con i valori di riferimento della i rigidi schemi del passato. E' evidente della formazione dei giovani e ha inne- società a una “affettiva”, dove l’obietti- che è sempre possibile fare meglio! scato un processo di democratizzazione vo si è spostato nella direzione di ren- Prima di presentare il progetto di nuova dell'istituzione scuola che, in Ticino, si dere felici i propri figli. scuola come una vera e propria rivolu- è concretizzato con la nascita e la dif- Questo cambiamento ha contribuito a zione copernicana, sarebbe però utile fusione negli anni Settanta del secolo far convergere sulla scuola e sulle spalle studiare attentamente l'attuale funzio- scorso della scuola media. Il successo degli insegnanti responsabilità crescen- namento della scuola dell'obbligo per più significativo del movimento di que- ti. Il loro mestiere è diventato non solo individuare quali siano i punti deboli o gli anni è stato quello di aver dato voce più complesso e difficile, ma anche più insufficienti e quali quelli forti e posi- agli studenti, di aver riportato l'inse- liquido e indeterminato; il loro ruolo è tivi, ma nella presentazione delle linee gnamento a una dimensione più coeren- profondamente mutato e oscilla sem- di fondo del nuovo progetto di riforma te e vicina alle necessità della società e pre più tra un professionista della co- non si va oltre la generica affermazione di aver trasformato le aule scolastiche noscenza e un assistente sociale, con che, in un mondo in rapida evoluzione, da luogo separato, chiuso e quasi sacro, competenze in altri campi affini, mentre la scuola debba dare prova di un'innova- a spazio collaborativo e aperto anche la centralità della disciplina con il suo zione costante. Una verità e una affer- allo sguardo e alle preoccupazioni delle valore formativo è messa in discussione; mazione abbastanza scontate! famiglie. il loro riconoscimento sociale è ai mini- E' ovvio che la scuola, come ogni altra Quella scuola oggi ha compiuto 40 anni, mi storici e qualcuno considera ancora il istituzione, debba rispondere ai bisogni un tempo lungo per una istituzione che, loro lavoro un semplice passatempo con della società; altrettanto giusto sareb- per usare una metafora banale, dovreb- tante vacanze pagate. Non può stupire be riconoscerle anche ritmi e finalità be essere lo specchio della società. Ma quindi che, nonostante gli sforzi profu- propri, che sono diversi da quelli dell'e- la scuola non è rimasta immobile; si è si, l'impegno dimostrato e l'attaccamen- conomia o della tecnologia. Le finalità trasformata nel corso dei decenni, ha to al proprio lavoro, sia diffuso tra gli dell'istruzione e dell'educazione non attraversato nuove stagioni di riforme insegnanti un sentimento di scoraggia- necessariamente rispecchiano gli impe- e rinnovamento sia nei contenuti sia mento e delusione. Anche e soprattutto tuosi cambiamenti della società, anche nelle metodologie di insegnamento; ha perché sembra non essere più chiaro a perché qualunque siano le capacità di accentuato la sua funzione educativa, nessuno cosa davvero oggi significhi adattamento delle istituzioni al cambia- integrativa e socializzante nel tentativo essere insegnante, tante e spesso con- mento sociale, le soluzioni risulteranno di rispondere a nuovi bisogni e a nuo- traddittorie sono le sollecitazioni che sempre inadeguate e vecchie al momen- ve richieste che, a partire dal decennio provengono dalla società: qualcuno to della loro attuazione. È pura illusione 1980-90, hanno impetuosamente inve- provocatoriamente si è chiesto “quanti coltivare la speranza che il passaggio stito tutte le società occidentali. E gli siano i diversi mestieri che deve saper tra scuola e società, come sembra voglia insegnanti si sono sforzati di aggiornare fare un insegnante moderno2”. far intendere il nuovo progetto, pur nel- i loro approcci pedagogici e didattici e i Nonostante queste difficoltà sia strut- la loro dinamica di reciproca influenza, 3
Riforme R1 disporre di un'ipotesi di società in cui poter intervenire con rigore, compe- tenza e responsabilità. Con una propria visione del mondo in grado non solo di accettare e comprendere il presente, ma anche di cambiarlo con spirito critico e autonomia di giudizio. La scuola pubbli- ca di oggi soffre probabilmente a causa dei troppi compiti a cui è chiamata a rispondere e non ha più una sua chiara e precisa finalità. Andrebbe ridefinita e snellita, preso atto che non è e non po- trà mai più essere, al tempo della globa- lizzazione e di internet, la sola agenzia formatrice. Nessuna riflessione di que- sto tipo trova spazio ne “La scuola che verrà”: ci si limita a dire, nel capitolo dedicato alla griglia oraria, che “questi cambiamenti non intendono intaccare l’attuale equilibrio quantitativo tra le discipline, ma semplicemente modifica- re in profondità le modalità e la strut- possa avvenire senza altre mediazioni e culture e fissare e sviluppare una cul- tura con le quali esse e gli altri conte- interventi successivi. Riflessione, pru- tura dei diritti umani, i principi su cui nuti della scuola vengono proposti agli denza e gradualità sembrano essere re- si basa la nostra scuola pubblica sanno alunni, in modo da fornire condizioni di quisiti indispensabili, per non correre il dare ancora risposte e stimoli sufficienti insegnamento-apprendimento che favo- rischio di restare delusi da false promes- ed efficaci? riscano lo sviluppo di obiettivi formativi se. Non si tratta perciò unicamente di Quali contenuti, e in che modo, bi- complessi”4. Si rinuncia espressamente adeguarsi, ma è necessario anche porsi sognerebbe insegnare in una scuola a entrare in materia su cosa si debba alcune domande essenziali, come quale pubblica obbligatoria per formare quel insegnare per concentrarsi solo su come debba essere il limite di questo adegua- patrimonio comune di conoscenze, ca- si debba insegnare. È quindi corretto af- mento, quali siano le priorità formati- pacità e atteggiamenti adeguati per un fermare che la riforma proposta si fonda ve di una società sempre più multiet- inserimento responsabile e partecipati- sostanzialmente su aspetti educativi e nica, frazionata sul piano sociale con vo nella vita civile, lavorativa e socia- pedagogici. Ma è possibile delineare un diseguaglianze crescenti, e fortemente le? E, soprattutto, prima di passare a insegnamento/apprendimento prescin- condizionata dalle nuove tecnologie un nuovo paradigma di insegnamento e dendo, o marginalizzando, come varia- informatiche e comunicative. A questi a una nuova organizzazione scolastica bili insignificanti, il cosa insegnare? interrogativi, in vista di una scuola che come sembra prefigurare “La scuola che nel suo insieme riesca a promuovere e a verrà”, cosa del modello educativo oggi fungere da agenzia di base per costru- presente andrebbe abolito, migliorato, ire la democrazia, diffondere la laicità, sostituito? Ogni riforma dovrebbe pro- elaborare la comprensione reciproca tra porre un profilo di futuro cittadino e Gianni Tavarini 1) Massimo Recalcati, L'ora di lezione, Torino 2014, p.5. 2) [Fabio Camponovo, L’insegnamento, una pro- fessione “impossibile”. Atti del convegno Il pro- filo del docente nella scuola media, Locarno, Di- partimento Formazione e Apprendimento 2013. 3) Cfr. Scuola a tutto campo. Indicatori del si- stema scolastico ticinese, SUPSI-DFA, Locarno, 2015. 4) La scuola che verrà, p. 16. 4
Riforme R1 Sfide e rischi della “scuola che verrà” Analisi dei fondamenti della riforma e delle profonde ripercussioni sull’insegnamento Equità, personalizzazione e differen- finalizzate a garantire a ogni studente ziazione Strategie didattiche una propria forma di eccellenza cogni- tiva, attraverso possibilità elettive di La riforma “La scuola che verrà” ripren- diversificate coltivare le proprie potenzialità intel- de i principi su cui è basata l'attuale per individuare lettive (capacità spiccata rispetto ad scuola media, ma con un'accentuazione altre/punto di forza). In altre parole, del principio di equità che prevede di percorsi specifici la personalizzazione ha lo scopo di far incentivare la differenziazione pedago- per ogni allievo sì che ognuno sviluppi propri personali gica e la personalizzazione dei percorsi talenti; nella prima gli obiettivi sono formativi. Il principio di equità, val la comuni per tutti, nella seconda l’obiet- pena ricordarlo, si fonda sul presuppo- forme didattiche diversificate e adegua- tivo è diverso per ciascuno (pluralità sto che è possibile ammettere disegua- te, abbandonando l’idea di “una lezione di percorsi formativi/piste indirizzate glianze al solo scopo di produrre effet- per tutti” di tipo classico”1. Personaliz- verso destinazioni differenti, possibilità ti favorevoli per gli svantaggiati, con zare significa quindi predisporre un per- di scelta da parte dell’alunno, grado di l'obiettivo di ottenere uguali diritti di corso formativo in grado di valorizzare consapevolezza circa il proprio profilo cittadinanza attraverso una cultura sco- le differenze di ciascuno rispettando i di abilità, realizzazione di un adeguato lastica comune che stabilisce obiettivi ritmi di apprendimento di ogni singo- contesto didattico). Aiutare ogni stu- minimi di scolarizzazione e di risulta- lo allievo. Nei confronti del concetto di dente a sviluppare una propria forma ti. In pratica è quanto ha fatto, e sta individualizzazione, ampiamente prati- di talento è probabilmente un obietti- faticosamente facendo, l'attuale scuola cato nella scuola, la differenza, almeno vo altrettanto importante di quello di media attraverso la programmazione sul piano teorico è notevole. garantire a tutti la padronanza delle curricolare. “Individualizzazione – osserva Massimo competenze fondamentali”2. La novità della riforma consiste nell'in- Baldacci – si riferisce alle strategie di- Al di là delle difficoltà concrete e fi- troduzione del concetto di personaliz- dattiche che mirano ad assicurare a tut- nanziarie per costruire una scuola di zazione che si pone l'ambizioso scopo ti gli studenti il raggiungimento delle questo tipo, è importante chiedersi se di individuare percorsi formativi ad hoc competenze fondamentali del curricolo, davvero compito della scuola pubblica per ogni singolo allievo. “Un percorso attraverso una diversificazione dei per- sia quello di accentuare le differenze tra personalizzato fornisce all’insegnante le corsi di insegnamento. Personalizzazio- gli allievi, assecondando le loro pur le- indicazioni di fondo per mettere in atto ne indica invece le strategie didattiche gittime propensioni intellettuali, e non 5
Riforme R1 consista invece nel far convivere le dif- manifestano quindi nell'ambito dell'a- ferenze di ciascuno al fine di sviluppare zione e mirano a utilizzare i saperi per un senso di solidarietà attraverso il dia- L’approccio affrontare aspetti concreti della vita. Le logo, la partecipazione e il confronto. per competenze competenze si presentano soprattutto La decisione di organizzare una scuola con una funzione utilitaristica e fun- attorno ai bisogni formativi di ogni sin- costruisce una scuola zionale all'inserimento dei giovani nella golo allievo non corre il rischio di far appiattita sul presente società. Una tale impostazione esige un aumentare, anziché attenuare, il divario profondo cambiamento di rotta della culturale tra gli allievi? Non rischia la scuola attuale. scuola di perdere di vista la necessità I rischi maggiori consistono in un forte di fornire a tutti un livello di base cul- impegno: il modo corretto per valutare ridimensionamento del sapere discipli- turale comune e condiviso? Una simile il raggiungimento degli obiettivi pre- nare e un allontanamento progressivo futura architettura formativa è davvero visti è la compilazione di un portfolio dai valori dell'umanesimo e dell'illumi- compatibile con l'attuale assetto sco- per ogni singolo discepolo che dovrebbe nismo in nome di un pragmatismo in lastico suddiviso in classi di età e or- fungere da strumento valutativo e certi- sintonia con i valori dominanti della ganizzato sulla base di un approccio di ficativo e abolire ogni forma di valuta- società attuale. La centralità del saper tipo disciplinare? zione numerica. fare, cioè dell'aspetto procedurale su Se l'assunto della personalizzazione si A orientare il percorso formativo nella quello dichiarativo, impone una perce- fonda sul rispetto dei ritmi di apprendi- direzione della differenziazione e del- zione della dimensione temporale ap- mento dei singoli allievi e sulla varietà la personalizzazione, contribuisce in piattita sul presente e quella spaziale degli approcci culturali sembra difficile modo decisivo “l’elemento innovativo sull’orizzontalità; la conoscenza è con- conciliare l'attuale organizzazione isti- fondamentale della revisione del Piano cepita come una progressiva acquisi- tuzionale con quella suggerita dal nuo- di studio che consiste in un modello di zione di competenze in rete, dove sono vo modello. insegnamento per competenze”4. deficitari i nessi logici e la sequenzialità L’introduzione del concetto di “com- dei passaggi nella costruzione del sape- Valutazione e didattica per competenze petenza” nella pedagogia scolastica è re. La percezione di un processo stori- La differenziazione dei percorsi forma- piuttosto recente, e non esiste una sua co di costruzione del sapere è del tutto tivi mette in crisi anche l'attuale siste- definizione precisa da tutti condivi- assente e ciò impedisce la formazione ma di valutazione, in particolare la sua sa. Scrive infatti Giulio Ferroni: “Resta di una consapevolezza della relatività valenza certificativa. Non a caso ne “La indeterminato lo spessore semantico delle conoscenze, oltre che una rifles- scuola che verrà” si afferma che “tutti della competenza, come l'indicibilità sione sui mutamenti intervenuti. Inoltre gli allievi ricevono una licenza al termi- dei suoi esiti: astratte e generiche, per- la necessità di vivere costantemente il ne della scuola dell’obbligo come segno lopiù riavvolgimenti e moltiplicazioni presente rischia di confondere l’infor- tangibile della conclusione del percor- dell'ovvio, sono certe definizioni che si mazione con la formazione e di togliere so formativo obbligatorio. Il certificato pretendono scientifiche e che in defini- agli studenti il tempo indispensabile finale, con l’elenco delle valutazioni tiva si rivelano funzionali soprattutto al per riflettere e pensare. ottenute, è accompagnato da una de- calcolo e alla valutazione, alla formu- Infine, essendo le competenze appan- scrizione delle competenze acquisite sia lazione di criteri per test. La formazio- naggio esclusivo dei singoli soggetti, sul piano delle competenze trasversali ne per competenze viene a inscriversi l'apprendimento deve avvenire parten- sia relativamente a quelle disciplinari”3. peraltro entro la necessità del compe- do dalla mobilitazione delle loro risor- Una simile proposta potrebbe creare seri tere, in quell’orizzonte di competitività se (sapere, saper fare, atteggiamenti) problemi per l'accesso alle scuole post- che viene oggi considerato come l'unica rovesciando di fatto il rapporto finora obbligatorie con il rischio di assistere prospettiva plausibile per il futuro.[...] esistente tra disciplina e obiettivi. Nel- all'introduzione di esami di ammissione Non esistono competenze culturali e la scuola di oggi gli obiettivi sono in- per ogni ordine scolastico. scientifiche senza contenuti e sostanze terni alle discipline, gli sforzi didattici Ma al di là dell'aspetto pratico, tale pro- disciplinari, senza una padronanza della sono mirati a proporre attività di co- getto non sembra coerente con quanto materia5”. struzione della conoscenza per arrivare esposto in precedenza. Da più parti è Nella sua declinazione attuale, fatta a comprendere ciò che si sta studian- stato sottolineato il fatto che un per- propria nel nuovo piano di formazione do con lo scopo di rafforzare le proprie corso personalizzato e differenziato va Harmos, essa si presenta come un in- conoscenze in modo poi da saperle ri- continuamente monitorato per seguire sieme integrato di conoscenze, abilità utilizzare e interpretare. Con la nuova gli sviluppi dell’apprendimento. Il tem- e attitudini che vengono mobilitate al proposta sono le competenze che defi- po di questo percorso dipende dall'al- fine di risolvere un problema. La com- niscono i contenuti, o meglio i referenti lievo, dalle sue motivazioni, dalle sue petenza “è riconducibile a un impiego disciplinari, in funzione del contesto e capacità, dai suoi interessi e dal suo del proprio sapere in situazioni concrete della pertinenza con la realtà. Il corpo e in rapporto a scopi definiti”6. Esse si 6
Riforme R1 dei saperi disciplinari rischia di essere la dell'obbligo ha fatto fino ad oggi. È smembrato e suddiviso in frammenti di Alla scuola serve senz'altro giusto riflettere di quali cam- conoscenza non riuscendo più così ad biamenti l'insegnamento e l'apprendi- afferrare il senso generale di quanto si un pensiero lento mento hanno bisogno, in sintonia con sta studiando. che si interroga la società. È altrettanto fondamentale La personalizzazione dei percorsi forma- ricordare, però, che la scuola e la forma- tivi e l'approccio per competenze sem- criticamente zione dei giovani passano attraverso i brano voler proporre una scuola che si sui cambiamenti contenuti delle discipline, e l'acquisizio- limita a collocarsi nel presente capace ne del valore formativo di quanto viene unicamente di accettare la realtà socia- insegnato è ancorato nella verticalità le che la circonda, dimenticando che il tappe della selezione dei contenuti, del- di un sapere accumulato nel corso dei ruolo fondamentale della scuola, in una la loro pertinenza in funzione dell'og- secoli che è possibile comprendere e pa- società libera e democratica, consiste getto della ricerca, la gerarchia dei si- droneggiare solo disponendo di tempo. nel gettare le basi affinché ciascuno gnificati, la loro messa in relazione in Tra i compiti fondamentali della scuola possa intervenire nel mondo con stru- un contesto redazionale coerente, sem- ci sono l'analisi, la riflessione, la con- menti conoscitivi in grado non solo di brano scaturire miracolosamente dallo templazione, l'analogia, la bellezza... comprenderlo e interpretarlo, ma anche scorrere dello schermo e dall'abilità nel valori che difficilmente si sposano con di cambiarlo. multi tasking... l'utilità, la velocità, il consumo illimita- L'appiattimento sul presente e il ricorso Tutta l'impostazione pedagogica, didat- to, l'immediatezza, verso cui sembrano continuo all'uso delle nuove tecnologie, tica e organizzativa de “La scuola che muoversi le nuove proposte di cambia- un aspetto questo non affrontato, ma verrà”, spinge verso una formazione che mento suggerite dal Decs. ovviamente implicito, nella formulazio- mette in discussione il concetto di clas- La scuola ha bisogno anche di un pen- ne della nuova scuola che verrà, alimen- se di età per gli allievi (cfr. diversi ritmi siero lento, problematico che si interro- tano un'altra preoccupante illusione: di apprendimento e percorsi persona- ga criticamente sui cambiamenti. Ecco che tutto il sapere sia a portata di un lizzati), la lezione in classe come mo- perché è importante, oggi più che mai, “clic”, che tutto sia indifferentemente mento centrale dell'apprendimento (cfr. trovare una sintesi tra velocità, dettata importante. Ancora una volta viene de- ubiquità del sapere), il ruolo del docen- dai cambiamenti della tecnologia, e len- legittimata la funzione dell'insegnante, te e la funzione del libro come fonte e tezza, indispensabile per favorire l'af- portatore di un sapere vecchio e inade- veicolo principale della comunicazione, fermazione di una coscienza autonoma, guato, di un “chiacchiericcio che ren- soppiantati dalle nuove tecnologie (cfr. critica e responsabile. Così come altret- de faticoso l'ascolto o inascoltabile la altre agenzie formative, in particolare la tanto fondamentale appare la necessità, vecchia voce del libro. Questo sapere rete). nell'epoca della globalizzazione e della annunciato ce l'hanno già tutti. Per in- Di tutto ciò bisogna essere ben coscien- pluralità delle agenzie formative, di sta- tero. A disposizione. Accessibile tramite ti prima di lanciarsi in revisioni che bilire cosa deve entrare nella scuola e il web, wikipedia, il palmare [...]. Fine potrebbero annullare o quantomeno for- cosa invece deve restare fuori. dell'era del sapere”7. Le fondamentali temente ridimensionare quanto la scuo- Gianni Tavarini 1) La scuola che verrà, p.13. 2) Massimo Baldacci, Individualizzazione, Voci della scuola, a c. di G. Cerini e M. Spinosi, “Notizie della Scuola”, Tecnodid, Napoli 2003. Sullo stesso argomento Giorgio Chiosso ha scritto: “È interessante notare che il tema della personalizzazione e la riflessione pedagogica che ne è seguita trova ampia diffusione a partire dagli anni '90, in concomitanza con l'affermazione della globalizzazione e la generalizzazione delle teorie economiche del liberismo. Non a caso la riflessione pedagogica condotta in funzione di calibrare i percorsi formativi sulla persona, vede nella sua realizzazione il passaggio dalla scuola dello stato alla scuola della società: lo Stato e le sue diramazioni cessano di costituire (e di essere percepite come) il centro organizzatore della società stessa per assumere la fisionomia di semplice regolazione dei sotto-sistemi nei quali si organizzano i gruppi e le comunità sociali”. Giorgio Chiosso, storage.istruzioneer.it/file/LA-PERSONALIZZAZIONE-Chiosso.rtf. 3) La scuola che verrà, p. 24. 4) Ibidem, p. 17. 5) Giulio Ferroni, La scuola impossibile, Roma 2015 p. 39. 6) Mario Castoldi, La sfida delle competenze, 2007. 7) Michel Serres, Non è un mondo per vecchi, Torino 2013 pp. 321-32. 7
Riforme R1 Dal Canada al Ticino: netta stroncatura del decantato modello scolastico Dopo 15 anni i risultati sono insoddisfacenti, feroci le critiche alla nuova impostazione didattica Il modello di nuova scuola è debitore di esperienze già da qualche tempo in fase di attuazione, in particolare in Canada1 . È possibile tracciare un primo bilancio di queste esperienze? Come è stata ac- colta questa riforma dai diretti interes- sati, docenti, allievi e famiglie? Sono stati raggiunti gli obiettivi dichiarati? Proponiamo due testimonianze. a) La réforme du curriculum et des programmes, quinze ans après les états généraux sur l’éducation2. l’existence de travaux et recherches cré- Entre autres conclusions de l'étude, il ap- “La réforme est probablement l’exemple dibles qu’ils contredisent pourtant tout en pert que la réforme n'a guère permis aux parfait du dirigisme pédagogique. Elle méprisant les faits, l’évaluation et la mise élèves en difficulté et aux garçons d'amé- illustre bien jusqu’où peut aller la lo- à l’épreuve empirique». Les tenants de la liorer leur rendement scolaire. L'évalua- gique technocratique en éducation. Après réforme ont choisi d’ignorer les études tion s'est déroulée de 2007 à 2013. Au plus de 15 ans d’essais et d’erreurs, sur- qui démontrent que «l’instruction systé- total, 3724 jeunes et 3913 parents, ré- tout d’erreurs, il faut se rendre à l’évi- matique, la présentation ordonnée des partis en trois cohortes distinctes, y ont dence que l’approche constructiviste par savoirs, la correction des erreurs par l’en- participé. compétences n’a rien réglé du princi- seignant, la répétition, l’appel à la mé- En comparant deux cohortes d'élèves pal défi qui se posait au lendemain des moire, le développement d’automatismes, soumises à la réforme avec une autre qui États généraux : l’augmentation conti- la connaissance et la maîtrise d’un grand ne l'était pas, l'équipe de chercheurs, di- nuelle du nombre de décrocheurs sco- nombre de faits, l’exercice, sont autant rigée par les professeurs Simon Larose et laires. Quoiqu’on en dise, actuellement, d’éléments indispensables de l’apprentis- Stéphane Duchesne, a remarqué que les à la Commission scolaire de Montréal sage et de la compréhension, et sont les résultats scolaires ne se sont pas amé- (CSDM), 15 ans après la Commission des incontournables préalables à l’atteinte de liorés. Ils ont même diminué en français, États généraux sur l’éducation, cinq élèves ces grands et nobles objectifs que disent malgré l'ajout de 150 heures d'enseigne- sur dix n’obtiennent ni diplôme ni qualifi- viser les réformateurs, mais en faisant ment”. cation à l’intérieur du parcours prévu de l’économie de ces détours: la pensée cri- (gt) cinq ans au secondaire. Bien que nous tique, la créativité, l’autonomie”. souscrivons à l’importance de combattre le décrochage scolaire et de favoriser la b) Perceptions de l’enseignement et réussite de nos élèves, nous n’adhérons réussite éducative au secondaire: une analyse comparative selon quel es 1) Cfr. la bibliografia de “La scuola che verrà” pas à la solution miracle de la réforme scolaire mise de l’avant par les grands élèves ont été exposés ou non au re- 2) Mémoire présenté au Conseil supérieur penseurs non issus du milieu de l’éduca- nouveau pédagogique3. de l’éducation, dans le cadre de sa tion et par conséquent, complètement dé- consultation, par l’Alliance des professeures et professeurs de Montréal, Octobre 2013. connectés de la réalité quotidienne vécue “Décevant: voilà qui qualifie à première en classe.[...] Nous comprenons donc que vue le bilan de la réforme de l'éduca- L’intero rapporto è consultabile in http:// les formateurs se sont appuyés sur des « tion implantée au secondaire, selon une alliancedesprofs.qc.ca/fileadmin/user_upload/ APPM/Information/Documentation/Memoires_ travaux le plus souvent hautement spécu- étude de l'Université Laval faite pour le et_documents_de_reference/Memoire_de_l_ latifs, abusant d’un vocabulaire abscons, compte du ministère de l'Éducation du Alliance_sur_la_reforme_15_ans_apres_les_ convoquant arbitrairement et artificiel- Québec. Etats_generaux_FINAL.pdf lement des théories philosophiques, psy- À tout le moins, ce «renouveau pédago- 3) Projet ERES, Université Laval 14 août 2014. chologiques, épistémologiques et autres, gique» qui s'était amorcé en 2005 n'a pas L'intero studio è consultabile in www.mels. souvent fumeuses, mais ignorant jusqu’à encore donné les résultats escomptés. gouv.qc.ca/.../Rapport_ERES.pdf 8
Riforme R1 Nella Svizzera tedesca crescono scontento e critiche al nuovo Piano di studi (Lehrplan 21) In diversi cantoni ci si muove per respingerlo, in altri difficilmente sarà applicato Quasi in sordina nel corso di questo anno scolastico è entrato in vigore in Ticino il nuovo Piano di studio. Ela- borato in origine per attuare quanto stabilito da Harmos, la sua adozione verrà generalizzata nei prossimi tre anni. Intanto nella Svizzera tedesca c’è chi giudica che la Conferenza svizzera dei Direttori della Pubblica Educazione (CDPE) si sia spinta oltre gli intenti iniziali di agevolazione dell’inserimen- to scolastico di allievi provenienti da altri cantoni, di allineamento dell’ini- zio della formazione (uniformandone la durata a 11 anni), di armonizzazione del materiale didattico e dei program- mi definendo degli standard formativi nazionali. Il 4° numero del Beobachter (20.02.2015), dal titolo significativo Lo scolaro rego- lamentato1 che intendo presentarvi, ci segnala che l’esito è stato quello di produrre 557 pagine di Lehrplan 21 (l’omologo ticinese) nella sua versione il sapere acquisisce dignità e senso solo che questo non poteva essere l’obietti- originale, poi ridotte a “sole” 470. Il nella misura in cui è finalizzato e utile vo degli autori del Piano 21 in quanto motivo della nascita di un tale mostro al superamento di problemi concreti in “si perde per strada l’uguaglianza nelle burocratico-amministrativo risiedereb- diverse situazioni, in un’ottica pretta- possibilità” (p. 29). I genitori bene- be, secondo la redattrice, nel passag- mente strumentale e utilitaristica. stanti organizzeranno lezioni private gio da un sistema in cui si indicavano Mentre una volta il docente, insieme al per i loro figli, accentuando un feno- gli obiettivi da perseguire, con la netta sapere, veicolava anche una visione del meno già ben presente. prevalenza dei contenuti da conosce- mondo, rileva l’articolo (pp. 26-27), ora Se finora la scuola si appoggiava sulla re, ad un modello in cui si indicano le le cose cambieranno; il Piano 21 defini- dinamica di gruppo nella classe, che competenze attese, ovvero tutte quelle sce solo in pochi campi quali contenuti poteva motivare gli allievi, il nuovo operazioni che ci si attende che l’al- i docenti dovrebbero trasmettere agli piano di studi invece promuove “lot- lievo sappia svolgere ad una data età. allievi, al primo posto viene collocata tatori solitari”. Anita Fetz, consigliera Il nuovo piano, prosegue il Beobachter, l’elaborazione di competenze misurabi- agli Stati del PS basilese, è dell’idea prevede 363 competenze suddivise in li acquisibili con qualsiasi tipo di con- che si sia andati in una direzione ben 2’304 sotto-competenze (nella prima tenuto (p. 29), dove l’allievo dovrebbe lontana da quella in cui si voleva an- versione erano 3'123). crearsi il proprio sapere in modo au- dare inizialmente, affermando che “la Secondo il Piano 21 gli allievi infatti tonomo, accompagnato da un docente- cosa è esplosa, ha sviluppato una di- non devono più immagazzinare sterile coach. Secondo il periodico “lasciare namica propria molto negativa”. Anche sapere senza senso, bensì imparare a che in futuro gli allievi siano isolati Ralph Fehlmann teme sviluppi sbaglia- cavarsela con il sapere a loro disposi- e quasi individualmente assistiti da ti, a svantaggio di tutti gli allievi, so- zione, poco o molto che sia, da impie- un coach, ha delle conseguenze: i for- stenendo che “se si suddivide la scuola gare per superare problemi quotidiani, ti prenderanno quota, mentre i deboli in innumerevoli singole competenze, beninteso esterni al mondo artificiale diventeranno ancora più deboli”. Ralph ad un certo punto la forma della lezio- della scuola. Il valore della conoscenza Fehlmann, docente di didattica disci- ne va in nulla” (p. 30). Egli afferma di non viene apertamente rinnegato, ma plinare all’Università di Zurigo ritiene non avere nulla contro le competenze, 9
Riforme R1 anzi ricorda che la scuola ha sempre ma anche più globali: può esser una trasmesso competenze e che nessun buona cosa che il Piano 21 appoggi la docente potrebbe mai dire che non ab- Il Piano 21 privatizzazione delle scuole svizze- biano senso. Ciò che trova decisamente propone una visione re, perché in questo modo permette sbagliato è che lo scopo primario sia a fornitori internazionali di assumersi esclusivamente quello di misurare l’al- tecnocratica queste prestazioni” (p. 32). Susanne lievo in modo “obiettivo”; inoltre trova dell’essere umano Loacker, l’autrice dell’articolo, com- errato pensare che le competenze “si- menta che ciò “magari sarebbe anche ano sempre neutrali e sganciate dalla pratico e farebbe risparmiare soldi, ma morale”. i nostri allievi si perderebbero diver- Pure Hanspeter Amstutz, docente e de- appare praticamente irrilevante, men- se cose: non avrebbero mai trattato putato del Partito evangelico al Gran tre quel che fa la differenza è disporre dei contenuti, forse non veramente consiglio zurighese, critica il fatto che di un docente (pp. 31-32) che insegni utili, ma incredibilmente interessanti; il Piano 21 si orienti ad una visione con passione, sincero ed autentico. avrebbero magari una “cassetta degli dell’essere umano molto tecnocratica, Invece il Piano 21, con la sua struttura attrezzi” fornita in modo ottimale di in cui si crede “che si possano valuta- programmata di competenze, non tiene competenze e sapere, senza però pos- re le competenze dei bambini in modo in considerazione questo presupposto sedere un sistema di valori che vada al preciso”, arrivando ad affermare che “è fondamentale, anzi, secondo Walter di là del semplice uso di determinati chiaro che questo strumento si indi- Herzog , professore di scienze dell’edu- strumenti”. rizza piuttosto ai produttori di mezzi cazione all’università di Berna, “il Pia- Dal canto suo, la già citata Anita Fetz didattici che ai docenti”, denunciando no 21 serve a tutti quelli che vogliono conclude ricordando che “il Piano 21 è la pressione della cosiddetta “industria controllare maggiormente la scuola e stato chiamato così non per il secolo in della pedagogia”. che vogliono misurare ogni prestazio- cui si trova a caratterizzare la scuola, Il Piano 21 deve avvicinare gli allievi ne, a quelli che sviluppano test e che li ma per il numero di cantoni svizzero- all’economia, non è un segreto né qual- vogliono applicare, perché così ci gua- tedeschi che lo hanno elaborato” e pre- cosa di riprovevole, lo scopo è che gli dagnano dei soldi”, aggiungendo che cisando che “presto lo dovranno però allievi abbiano più successo nel mon- “la misurazione fine a sé stessa non ribattezzare Piano 5, perché non lo do del lavoro. Ci si chiede tuttavia se porta a nulla. Il maiale non diventa più accoglieranno sicuramente tutti i can- questo nuovo piano raggiunga lo scopo grasso solo perché lo si pesa” (p. 32). toni e nei cantoni in cui verrà accolto meglio di quanto faccia la scuola at- Ciò che lo preoccupa è che “in futuro non è detto che i docenti lo appliche- tuale. i docenti si orientino soprattutto agli ranno” (pp. 32-33). In effetti crescono Nel frattempo è chiaro quale fattore esami, ovvero che pratichino il “tea- il dissenso e la resistenza politica: ad faccia di una lezione una lezione di ching to the test”, insegnare per l’esa- Argovia, Basilea campagna, San Gallo successo: il ricercatore neozelandese me – e proprio questo non porta ad un e Svitto i contrari al Piano 21 vogliono John Hattie ha pubblicato nel 2008 il apprendimento durevole” (p. 32). spingere verso la decisione popolare, suo libro Visible Learning, in cui ha esa- Sintomatica di una certa divergenza di mentre nei cantoni di Zurigo, Grigioni minato tutti gli studi in lingua inglese opinioni è la posizione dell’associazio- e Turgovia si stanno preparando inizia- riguardanti il successo nell’apprendi- ne mantello dei docenti svizzeri (LCH) tive popolari per respingerlo. Chissà se mento. Le sue analisi si basano su un che, per bocca del responsabile del suo in Ticino ci sarà qualcuno che esprime- campione di 250 mio. di allievi e l’opera centro pedagogico, Jürg Brühlmann, rà almeno una valutazione in merito al si fonda su 15 anni di lavoro. Il risulta- sostiene che “sciogliendo le capacità nuovo Piano di studio? to è che le lezioni aperte portano poco dal loro contesto socio-culturale que- agli allievi, la grandezza della classe ste non diventano solo più misurabili, Gianluca D’Ettorre Presidente OCST-Docenti 1 Traduzione dell’articolo di Sheila Pongan. 10
Riforme R1 ILe reazioni nodialdella riforma al pettine dei docenti documento messo in consultazione hanno provocato un vivace dibattito Nel mese di dicembre del 2014, il DECS ha presentato e diffuso “La scuola che verrà”, un ampio documento program- matico che si pone l’obiettivo di trat- teggiare i lineamenti di una profonda riforma della scuola ticinese dell’obbli- go. Il percorso, in vista dell’entrata in vigore in tutte le sedi entro il 2020, prevedeva un periodo di dibattito e di consultazione iniziale che si è svilup- pato con particolare vitalità nei mesi di maggio e giugno del 2015. A tale scopo, il Dipartimento ha invitato gli insegnanti, e tutte le persone coinvolte a vario titolo nel mondo della scuola, a esprimersi individualmente compilando un questionario online, al quale hanno partecipato il 18% dei docenti di scuo- la dell’infanzia e di scuola media e l’8% dei docenti di scuola elementare1. I sindacati, le associazioni magistrali e i collegi docenti di molte sedi si sono inoltre pronunciati attraverso la forma, più discorsiva, delle risoluzioni e del- le prese di posizione ufficiali, dando dunque vita a un vivace dibattito, i cui contenuti si vorrebbe, senza pretese di esaustività, tentare di riassumere nelle righe seguenti2. Un documento troppo generico e astratto In linea generale, l’aspetto su cui si registra una forte sintonia tra le varie Una riforma a “costo zero”? rapporto tra ore-lezione e ore di prepa- prese di posizione riguarda la scarsa In particolare, appare largamente diffu- razione/correzione/collaborazione per concretezza del progetto, la sua (volu- so il timore che la realizzazione di una le attività d’istituto, riconoscimento ta) indeterminatezza sul fronte della re- riforma come quella prospettata, molto economico, diminuzione del numero di alizzazione pratica e pragmatica di gran più attenta a ragionare su aspetti di- allievi per classe, potenziamento del so- parte delle proposte presentate. dattico-metodologici che a prefigurare stegno pedagogico...) entro cui operare. Da tale genericità, senza considerare gli un vero e proprio orizzonte di senso In effetti, se l’esigenza di confrontarsi elementi più concreti della riforma (la verso cui dovrebbe tendere l’istituzione con la crescente eterogeneità senza in- “licenza passe-partout”, l’accompagna- scolastica, possa in gran parte ricadere taccare i valori e i principi basilari su mento verbale ai voti numerici in sede sugli insegnanti, chiamati a far fronte cui si fonda la nostra scuola (inclusivi- di valutazione e altro ancora …), attor- a nuovi compiti (molti dei quali spet- tà, educabilità) è generalmente ricono- no ai quali le posizioni appaiono piut- terebbero alle famiglie, mai menzionate sciuta, il fatto che non ci si sia preli- tosto eterogenee, emergono comunque dal documento) e a un ulteriore ed evi- minarmente interrogati sulla necessità delle visioni e delle concezioni che, dente aumento del carico di lavoro, sen- e sull’effettiva fattibilità (economica e presso il corpo docente, suscitano una za che si realizzi un chiaro adeguamento pratica) del progetto appare preoccu- pressoché unanime perplessità. delle “condizioni-quadro” (revisione del pante. 11
Riforme R1 Il ruolo del docente ma pure curricolare, attraverso la cre- l’attenzione sulle modalità e sulle pro- Un altro aspetto sul quale si segnala azione di spazi formativi organizzati cedure a scapito dei contenuti. Inoltre una concordanza pressoché unitaria in maniere diverse tra loro e promuo- si ha sempre più la percezione che la è quello che riguarda l’indebolimento vendo una maggior scelta di opzioni, cultura, trasmessa nella scuola dell’ob- della figura del docente, la quale, a nell’intento di sostenere e valorizza- bligo, finisca per edulcorarsi all’interno giudicare da quanto emerge dal pro- re le naturali diversità di attitudini e di processi e procedure che sviliscono getto, appare vieppiù frastagliata (do- di inclinazioni degli allievi. A questo il ruolo del docente, facendone un cente disciplinarista, docente titolare, proposito, numerose prese di posizio- mero esecutore sulle cui spalle viene docente di classe, docente accompa- ne sottolineano il rischio che, così scaricata l’intera responsabilità dell’in- gnatore…) e polivalente. Di fronte alla facendo, pur di garantire un successo successo scolastico e che nello stesso frammentazione della griglia oraria, scolastico il più ampio possibile, possa tempo riducono sempre più le respon- all’invito “istituzionale” alla collabo- realizzarsi un’eccessiva semplificazione sabilità di allievi e famiglie, le quali razione, alla coordinazione –intra e – degli obiettivi, una “rimozione” artifi- vedrebbero realizzarsi la chimera di inter disciplinare con altri insegnanti ciale delle difficoltà e degli ostacoli una scuola su misura, quasi artigiana- e al lavoro in “team”, alla forte spinta (considerati, anziché come fondamen- le, tramite l’utilizzo di formule magiche alla differenziazione, alla nuova fun- tali occasioni di crescita, alla stregua mutuate dalle scienze dell’educazione zione di “coach” attribuita al docente di fastidiosi “inceppamenti” di un e da certa pedagogia sempre cangian- di classe, alle diverse forme didattiche “meccanismo” che si vorrebbe perfet- te nelle sue parole d’ordine e nei suoi promosse (atelier, laboratori, settima- to e privo di insuccessi), da cui con- postulati. Emerge dunque un quadro ne progetto), al minore spazio e alla seguirebbe un’ulteriore problematicità poco incoraggiante, in cui predomina minore importanza formativa accordata in sede di valutazione. Pare insomma l’attenzione sul contenitore a scapito alle discipline, all’ansia di valutazione che, più che di vera e propria differen- del contenuto, e in cui pare si voglia “per competenze” (anche “trasversali”, ziazione dei percorsi per raggiungere i portare la scuola ad assomigliare a un invadendo così anche una dimensione medesimi obiettivi, si vada verso una laboratorio le cui cavie saranno doma- molto intima ed esistenziale dell’allie- “personalizzazione” degli studi in base ni ottimi esecutori, capaci di eseguire vo) con relativa stesura regolare e co- ai bisogni individuali. Tale concezione, correttamente le più svariate funzioni, stante del “Profilo dell’allievo e della paradossalmente, invece di procedere ma pressoché incapaci di elaborare un classe”, il docente non può che trovarsi nella direzione di un’auspicata equità pensiero critico alternativo al qui ed disorientato e dissociato rispetto alla di trattamento e di opportunità, ri- ora, con buona pace di chi nella scuola sua primaria funzione, ossia quella di schia di ottenere l’effetto esattamente vede ancora una fucina per costruire il rappresentare una persona di cultura, opposto, impedendo a molti allievi di profilo di un futuro cittadino in gra- esperta della sua disciplina e respon- poter usufruire di importanti possibi- do di mettere in crisi il sistema stesso sabile dell’insegnamento che di quella lità formative. Si prefigura così una entro il quale è cresciuto, in vista di materia viene dato. Ciò che invece pare scuola incentrata sul “fare”, piegata e un’utopia alternativa all’attuale dege- emergere dalle pagine de “La scuola che modellata sulle esigenze dell’economia nerazione dei valori e dell’etica, a fa- verrà” è la concezione di un docente- e del mondo del lavoro, senza più di- vore dell’economia e del profitto. funzionario (orientatore, consulente, gnità autonoma e con una visione uti- psicologo…), regolarmente impegnato litaristica e strumentale di quel sapere Andrea Tiraboschi in riunioni, incontri, “gruppi di lavo- che dovrebbe invece contribuire alla (Movimento della scuola) ro”, o intento a compilare interminabili formazione di persone dotate di pen- e Roberto Salek liste di documenti burocratici, a disca- siero indipendente e spirito critico. pito dello studio e del lavoro intellet- tuale per i quali dovrebbe spendere la Conclusioni maggior parte del proprio tempo. Per concludere la nostra disamina, non possiamo non ribadire la sensazione La “personalizzazione” che vi sia sempre di più uno scollamen- dei percorsi, misura equa? to tra quanto viene proposto dall’alto e Molti dei documenti che abbiamo con- quanto viene vissuto dal basso, cioè da 1) I dati sono stati diffusi dal DECS e sultato si soffermano inoltre sugli stru- chi nella scuola lavora quotidianamen- consultabili sul sito http://www4.ti.ch/ fileadmin/DECS/DS/La_scuola_che_verra/ menti previsti da “La scuola che verrà” te. Una sensazione che si fa sempre documenti/scv-risposte_al_questionario_ per favorire la gestione dell’eteroge- più acuta nel percepire la predominan- rapporto.pdf neità e garantire l’inclusività. Tra di za ideologica di un pensiero debole e 2) I documenti, le risoluzioni e le prese di essi, il progetto di riforma incoraggia utilitaristico, attraverso il quale tutto posizione che abbiamo consultato sono quelle con particolare vigore le forme di dif- viene filtrato e definito nel sistema raccolte e integralmente pubblicate dal sito ferenziazione, non soltanto didattica didattico, che finisce per concentrare www.movimentoscuola.ch 12
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