Ris eglio - Voci dalla scuola Numero unico - Ocst

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ris eglio
 RIVISTA BIMESTRALE DELLA FEDERAZIONE DOCENTI TICINESI

                                                                                 ANNO CXXI - 1-2 / 2016
          cultura - educazione - società Anno 47 - n. 1/2 - marzo 2016

                                                                  Voci
                                                                  dalla scuola
                                                                  Numero unico
risveglio                          Segretaria:
                                    Elena Malinverno
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                                                                                                         fr. 60.–
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Rivista bimestrale della            FDT e Risveglio                     Semplice:                        fr. 45.–
FEDERAZIONE                         % OCST - Via Balestra 19
DOCENTI TICINESI                    6900 Lugano.
                                                                        Gruppo di redazione
Presidente:                         Amministrazione:                    Redattore responsabile:
Tiziana Zaninelli-Vasina            Carlo Ambrosini                     Nunzia Conte Giacometti
Via Ospedale 12                     Via Migiome 67                      nunziaconte@swissonline.ch
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                                                                        Tiziana Zaninelli-Vasina
E-mail:risveglio@bluewin.ch         e-mail:c_ambrosini@swissonline.ch   Alberto Gandolla

Abbonamenti annui:                  Membri di redazione:                - Gianni Tavarini
normale Fr. 40.-                    - Maurizio Binaghi                  - Gian Paolo Torricelli
studenti Fr. 20.-                   - Graziella Corti                   - Giacomo Viviani
sostenitori Fr. 50.-                - Giuliano Frigeri                  - Elvezio Zambelli
                                    - Ulisse Ghezzi
Redazione ed amministrazione:       - Francesco Giudici
casella postale 1001                - Tiziano Moretti
6850 Mendrisio                      - Rosario Antonio Rizzo
www.verifiche.ch                    - Roberto Salek
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Editoriale

                                                                                                                             R1
Sommario
Ruspe in azione nel cantiere           1   Tra riforme, poco entusiasmo
                                           e volontà
della scuola
• Gianni Tavarini
Sfide e rischi della
“scuola che verrà”
• Gianni Tavarini
                                       5
                                           di una nuova partecipazione
Dal Canada al Ticino                   8
• Gianni Tavarini                          La scuola sta cambiando. Alcuni han-         mare oltre questa realtà per raggiungere
                                           no addirittura recitato un requiem per       politici, genitori e società civile.
Nella Svizzera tedesca                 9
critiche al nuovo Piano di studi           un’istituzione in affanno, incalzata dai     Nella storia delle associazioni magistra-
• Gianluca D’Ettorre                       grandi mutamenti della società e dalla       li si sono registrati solo due esempi di
                                           molteplicità e contraddittorietà delle       numeri unici. Nel novembre del 1907 le
I nodi della riforma                  11
• Andrea Tiraboschi                        mansioni che la sommergono e la tra-         riviste allora esistenti Risveglio e La
                                           scinano verso una crisi innanzitutto di      Scuola avevano pubblicato “Provvede-
La riforma richiede risorse           13   identità. Che cosa deve essere esatta-       te!”, una documentata analisi della dura
• Katya Cometta                            mente la scuola? Qual è la sua peculia-      condizione retributiva degli insegnanti
                                           rità? Qual è la funzione del docente che     in attesa della nuova legge sulla scuola
La riforma vista dai maestri          15   vi opera? Semplici domande, alle quali       pubblica. Nell’aprile del 2004 Risveglio
della Scuola dell’infanzia
• Loredana Schlegel e Comitato             è tuttavia arduo rispondere in modo          e Verifiche si schierarono con il fasci-
associazione docenti scuola                chiaro e condiviso. E se è facile addita-    colo “Le ragioni della scuola” a soste-
dell’infanzia                              re i limiti e le inefficienze della scuola   gno del referendum contro i tagli decisi
                                           attuale, molto più arduo è immaginare        nell’ambito del preventivo 2004 e con-
Nella scuola ci sarà posto            18
per la bellezza?                           quella del futuro.                           tro l’aumento di un’ora di insegnamento
• Nicola Lavigna                           In Ticino i tentativi non mancano e l’au-    settimanale non retribuita.
                                           torità dipartimentale ha avviato una         Nel lanciare questa nuova collaborazio-
L’autonomia degli istituti            20
• Pupi                                     stagione di riforme, da quelle globali       ne i promotori non sono animati solo da
                                           come “La scuola che verrà” e l’applica-      interesse per i destini della scuola e da
Fare il docente? No… grazie!          22   zione del Piano di studio della scuola       desiderio di partecipare alla definizione
• Adriano Merlini
                                           dell’obbligo a interventi più settoriali     dei cambiamenti che si profilano all’o-
Frammenti di vita                     24   come la nuova legge sulla formazione         rizzonte; in loro è forte anche la volon-
nelle scuole del Ticino                    continua dei docenti e una bozza di          tà di opporsi a tagli e risparmi che da
• Graziella Corti e Cristiana Spinedi      profilo professionale, che per la verità     un ventennio si abbattono sul servizio
1976: l’anno della grande riforma     29   ha suscitato unanimi critiche proprio        pubblico, intaccano profondamente la
• Aberto Gandolla                          nel corpo insegnante che non si è per        qualità della scuola e la professionalità
Una vita non basta…                   30   nulla riconosciuto in quel documento.        degli insegnanti e sono sintomo di una
• Giovanni Mascetti                        Quest’ultimo caso indica che le visioni      preoccupante sottovalutazione dell’im-
                                           proposte dagli uffici dipartimentali, no-    portanza della cultura e della formazio-
Quei primi passi nella scuola media   32
• Giorgio Tognola                          nostante le consultazioni, mantengono        ne; dell’educazione, insomma.
                                           un carattere, per così dire, esterno. Esse   L’ennesima, ma non ultima misura, gros-
Vivace dibattito sul                  33   suscitano differenti apprezzamenti, ma       solanamente compensata con un giorno
futuro della scuola                        tra gli insegnanti si percepiscono pure      di vacanza, ha suscitato un’ondata di in-
• Marco Gianini                            atteggiamenti improntati a cautela, o        dignazione tra gli insegnanti, che rispe-
Il tempo dell’immediatezza:           35   sentimenti di sospettoso distacco e an-      dendo al mittente il contentino, hanno
croce e delizia                            che di timore; l’entusiasmo… è scarso!       dichiarato la loro intenzione di tenere
• Fabio Merlini                            I collegi dei docenti, le associazioni       aperte le sedi scolastiche il prossimo 23
Nativi digitali e crisi               38   magistrali e i sindacati hanno cercato di    marzo. Un gesto esemplare, in favore
della comunicazione                        riprendere questi progetti e di suscitare    della scuola. Anche di questo episodio
• Lina Bertola                             un dibattito e un confronto su queste        il fascicolo unico vuole essere testimo-
La scuola non va in vacanza           43   iniziative. E proprio da questa vivacità è   nianza e cassa di risonanza.
• Nunzia Conte                             scaturito il progetto di un fascicolo con-
                                           giunto Risveglio/Verifiche, per esprime-
Elogio della cultura umanistica       44
• Tiziano Moretti                          re, pur nella diversità delle opinioni e
                                           delle prospettive, un punto di vista in-                   Le redazioni di Risveglio
                                           terno alla scuola che ambirebbe a traci-                              e di Verifiche

                                                                                                                               1
Riforme
R1

Le diverse trasformazioni nel settore dell’obbligo ticinese negli ultimi decenni
Ruspe         in   azione        nel   cantiere         della      scuola
L’ultima riforma definisce nuove metodologie di insegnamento tralasciando i contenuti

Freud considerava il mestiere di inse-                                                del prestigio e del riconoscimento di un
gnante, assieme a quello di genitore                                                  tempo: la scuola ha perso, almeno dalla
e psicologo, un mestiere impossibile.
                                                      Da specialista                  seconda metà del XX secolo, una buona
Nell'attuale società, ben più comples-          della propria disciplina              parte di legittimazione e di credito da
sa di quella di un secolo fa, è possibile                                             parte della società nel suo insieme. Le
definire con precisione i compiti e le             il docente diventa                 cause sono molteplici e vanno dal mu-
attività che caratterizzano e definisco-         operatore polivalente                tato contesto economico, politico e so-
no la professionalità di insegnante? O                                                ciale, dominato oggi dal fenomeno della
non sarebbe auspicabile lasciare spazio                                               globalizzazione, alla crisi della famiglia
alla personalità, alla creatività e alla                                              non più in grado di assicurare o non
responsabilità del singolo docente?         del suo desiderio di sapere.1” Da tempo   più disposta a collaborare con l'istitu-
“Ogni insegnante insegna a partire da       la scuola non è più l'unico luogo depu-   zione scuola, alla crisi della professione
uno stile che lo contraddistingue. Non      tato della formazione, come è stato per   di insegnante. Se infatti fino a qualche
si tratta di tecnica né di metodo. Lo       un lungo periodo prima dell'avvento dei   decennio fa il ruolo dell'insegnante con-
stile è il rapporto che l'insegnante sa     media e poi soprattutto di internet. Il   sisteva nell'essere uno specialista nella
stabilire con ciò che insegna a partire     docente ormai non è più considerato de-   disciplina del proprio insegnamento e il
dalla singolarità della sua esistenza e     tentore di precisi saperi, non gode più   suo riconoscimento in quanto buon in-

2
Riforme

                                                                                                                                R1
segnante era in un certo senso garan-        loro saperi disciplinari.                    turali – il continuo rinnovamento istitu-
tito dalle sue competenze disciplinari,      Oggi sembra prevalere una scuola pub-        zionale, efficacemente espresso con la
oggi tutto ciò non è più considerato         blica obbligatoria intesa come grande        metafora della scuola come un cantiere
sufficiente.                                 famiglia, più che un luogo deputato allo     sempre aperto – sia soggettive – spae-
I docenti per lungo tempo hanno con-         studio e allo sforzo di imparare; que-       samento e alto tasso di stress – l'istitu-
siderato l'allievo un soggetto passivo                                                    zione scolastica e gli insegnanti, su cui
con il compito esclusivo di ascoltare,                                                    è caduto il peso maggiore in termini di
prendere appunti, studiare e restituire                                                   ore lavoro e di salario, a causa anche
il sapere così accumulato per ottene-                                                     delle difficoltà finanziarie del cantone,
re buoni voti. Un insegnamento quin-               La scuola pubblica                     hanno saputo rispondere, complessiva-
di unicamente trasmissivo, autoritario                 di oggi soffre                     mente in modo positivo, agli impulsi
nelle forme e severo nelle valutazioni;                                                   provenienti dall'esterno. Nei confronti
un insegnamento che rispondeva alle                 per i troppi compiti                  internazionali e intercantonali, ancora
esigenze di una scuola che aveva il               di cui è stata caricata                 recentemente, la scuola media ottiene
compito fondamentale di riprodurre le                                                     buoni risultati3. Questo giudizio è stato
realtà economiche e sociali della società                                                 ribadito anche dall'on. Manuele Bertoli,
selezionando la futura classe dirigente.                                                  il quale si affretta però a sostenere nel-
Questo tipo di scuola è però stato spaz-     sta tendenza riflette il passaggio, da       la prefazione all'opuscolo “La scuola che
zato via dal movimento di contestazio-       più parti sottolineato, da una famiglia      verrà” che la scuola dell'obbligo ticinese
ne del '68 che, con i suoi estremismi,       “normativa”, il cui obiettivo consisteva     è buona, ma può e deve migliorare e per
le sue contraddizioni e le sue utopie,       nel rendere il comportamento dei figli       farlo deve sapere in parte abbandonare
ha dato avvio a un serio ripensamento        coerente con i valori di riferimento della   i rigidi schemi del passato. E' evidente
della formazione dei giovani e ha inne-      società a una “affettiva”, dove l’obietti-   che è sempre possibile fare meglio!
scato un processo di democratizzazione       vo si è spostato nella direzione di ren-     Prima di presentare il progetto di nuova
dell'istituzione scuola che, in Ticino, si   dere felici i propri figli.                  scuola come una vera e propria rivolu-
è concretizzato con la nascita e la dif-     Questo cambiamento ha contribuito a          zione copernicana, sarebbe però utile
fusione negli anni Settanta del secolo       far convergere sulla scuola e sulle spalle   studiare attentamente l'attuale funzio-
scorso della scuola media. Il successo       degli insegnanti responsabilità crescen-     namento della scuola dell'obbligo per
più significativo del movimento di que-      ti. Il loro mestiere è diventato non solo    individuare quali siano i punti deboli o
gli anni è stato quello di aver dato voce    più complesso e difficile, ma anche più      insufficienti e quali quelli forti e posi-
agli studenti, di aver riportato l'inse-     liquido e indeterminato; il loro ruolo è     tivi, ma nella presentazione delle linee
gnamento a una dimensione più coeren-        profondamente mutato e oscilla sem-          di fondo del nuovo progetto di riforma
te e vicina alle necessità della società e   pre più tra un professionista della co-      non si va oltre la generica affermazione
di aver trasformato le aule scolastiche      noscenza e un assistente sociale, con        che, in un mondo in rapida evoluzione,
da luogo separato, chiuso e quasi sacro,     competenze in altri campi affini, mentre     la scuola debba dare prova di un'innova-
a spazio collaborativo e aperto anche        la centralità della disciplina con il suo    zione costante. Una verità e una affer-
allo sguardo e alle preoccupazioni delle     valore formativo è messa in discussione;     mazione abbastanza scontate!
famiglie.                                    il loro riconoscimento sociale è ai mini-    E' ovvio che la scuola, come ogni altra
Quella scuola oggi ha compiuto 40 anni,      mi storici e qualcuno considera ancora il    istituzione, debba rispondere ai bisogni
un tempo lungo per una istituzione che,      loro lavoro un semplice passatempo con       della società; altrettanto giusto sareb-
per usare una metafora banale, dovreb-       tante vacanze pagate. Non può stupire        be riconoscerle anche ritmi e finalità
be essere lo specchio della società. Ma      quindi che, nonostante gli sforzi profu-     propri, che sono diversi da quelli dell'e-
la scuola non è rimasta immobile; si è       si, l'impegno dimostrato e l'attaccamen-     conomia o della tecnologia. Le finalità
trasformata nel corso dei decenni, ha        to al proprio lavoro, sia diffuso tra gli    dell'istruzione e dell'educazione non
attraversato nuove stagioni di riforme       insegnanti un sentimento di scoraggia-       necessariamente rispecchiano gli impe-
e rinnovamento sia nei contenuti sia         mento e delusione. Anche e soprattutto       tuosi cambiamenti della società, anche
nelle metodologie di insegnamento; ha        perché sembra non essere più chiaro a        perché qualunque siano le capacità di
accentuato la sua funzione educativa,        nessuno cosa davvero oggi significhi         adattamento delle istituzioni al cambia-
integrativa e socializzante nel tentativo    essere insegnante, tante e spesso con-       mento sociale, le soluzioni risulteranno
di rispondere a nuovi bisogni e a nuo-       traddittorie sono le sollecitazioni che      sempre inadeguate e vecchie al momen-
ve richieste che, a partire dal decennio     provengono dalla società: qualcuno           to della loro attuazione. È pura illusione
1980-90, hanno impetuosamente inve-          provocatoriamente si è chiesto “quanti       coltivare la speranza che il passaggio
stito tutte le società occidentali. E gli    siano i diversi mestieri che deve saper      tra scuola e società, come sembra voglia
insegnanti si sono sforzati di aggiornare    fare un insegnante moderno2”.                far intendere il nuovo progetto, pur nel-
i loro approcci pedagogici e didattici e i   Nonostante queste difficoltà sia strut-      la loro dinamica di reciproca influenza,

                                                                                                                                  3
Riforme
R1

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                                                                                          poter intervenire con rigore, compe-
                                                                                          tenza e responsabilità. Con una propria
                                                                                          visione del mondo in grado non solo di
                                                                                          accettare e comprendere il presente, ma
                                                                                          anche di cambiarlo con spirito critico e
                                                                                          autonomia di giudizio. La scuola pubbli-
                                                                                          ca di oggi soffre probabilmente a causa
                                                                                          dei troppi compiti a cui è chiamata a
                                                                                          rispondere e non ha più una sua chiara
                                                                                          e precisa finalità. Andrebbe ridefinita e
                                                                                          snellita, preso atto che non è e non po-
                                                                                          trà mai più essere, al tempo della globa-
                                                                                          lizzazione e di internet, la sola agenzia
                                                                                          formatrice. Nessuna riflessione di que-
                                                                                          sto tipo trova spazio ne “La scuola che
                                                                                          verrà”: ci si limita a dire, nel capitolo
                                                                                          dedicato alla griglia oraria, che “questi
                                                                                          cambiamenti non intendono intaccare
                                                                                          l’attuale equilibrio quantitativo tra le
                                                                                          discipline, ma semplicemente modifica-
                                                                                          re in profondità le modalità e la strut-
possa avvenire senza altre mediazioni e      culture e fissare e sviluppare una cul-      tura con le quali esse e gli altri conte-
interventi successivi. Riflessione, pru-     tura dei diritti umani, i principi su cui    nuti della scuola vengono proposti agli
denza e gradualità sembrano essere re-       si basa la nostra scuola pubblica sanno      alunni, in modo da fornire condizioni di
quisiti indispensabili, per non correre il   dare ancora risposte e stimoli sufficienti   insegnamento-apprendimento che favo-
rischio di restare delusi da false promes-   ed efficaci?                                 riscano lo sviluppo di obiettivi formativi
se. Non si tratta perciò unicamente di       Quali contenuti, e in che modo, bi-          complessi”4. Si rinuncia espressamente
adeguarsi, ma è necessario anche porsi       sognerebbe insegnare in una scuola           a entrare in materia su cosa si debba
alcune domande essenziali, come quale        pubblica obbligatoria per formare quel       insegnare per concentrarsi solo su come
debba essere il limite di questo adegua-     patrimonio comune di conoscenze, ca-         si debba insegnare. È quindi corretto af-
mento, quali siano le priorità formati-      pacità e atteggiamenti adeguati per un       fermare che la riforma proposta si fonda
ve di una società sempre più multiet-        inserimento responsabile e partecipati-      sostanzialmente su aspetti educativi e
nica, frazionata sul piano sociale con       vo nella vita civile, lavorativa e socia-    pedagogici. Ma è possibile delineare un
diseguaglianze crescenti, e fortemente       le? E, soprattutto, prima di passare a       insegnamento/apprendimento prescin-
condizionata dalle nuove tecnologie          un nuovo paradigma di insegnamento e         dendo, o marginalizzando, come varia-
informatiche e comunicative. A questi        a una nuova organizzazione scolastica        bili insignificanti, il cosa insegnare?
interrogativi, in vista di una scuola che    come sembra prefigurare “La scuola che
nel suo insieme riesca a promuovere e a      verrà”, cosa del modello educativo oggi
fungere da agenzia di base per costru-       presente andrebbe abolito, migliorato,
ire la democrazia, diffondere la laicità,    sostituito? Ogni riforma dovrebbe pro-
elaborare la comprensione reciproca tra      porre un profilo di futuro cittadino e                                      Gianni Tavarini

                                                                                          1) Massimo Recalcati,
                                                                                          L'ora di lezione, Torino 2014, p.5.

                                                                                          2) [Fabio Camponovo, L’insegnamento, una pro-
                                                                                          fessione “impossibile”. Atti del convegno Il pro-
                                                                                          filo del docente nella scuola media, Locarno, Di-
                                                                                          partimento Formazione e Apprendimento 2013.

                                                                                          3) Cfr. Scuola a tutto campo. Indicatori del si-
                                                                                          stema scolastico ticinese, SUPSI-DFA, Locarno,
                                                                                          2015.

                                                                                          4) La scuola che verrà, p. 16.

4
Riforme

                                                                                                                               R1
Sfide       e  rischi      della      “scuola          che     verrà”
Analisi dei fondamenti della riforma e delle profonde ripercussioni sull’insegnamento

Equità, personalizzazione e differen-                                                    finalizzate a garantire a ogni studente
ziazione                                           Strategie didattiche                  una propria forma di eccellenza cogni-
                                                                                         tiva, attraverso possibilità elettive di
La riforma “La scuola che verrà” ripren-
                                                       diversificate                     coltivare le proprie potenzialità intel-
de i principi su cui è basata l'attuale              per individuare                     lettive (capacità spiccata rispetto ad
scuola media, ma con un'accentuazione                                                    altre/punto di forza). In altre parole,
del principio di equità che prevede di
                                                    percorsi specifici                   la personalizzazione ha lo scopo di far
incentivare la differenziazione pedago-              per ogni allievo                    sì che ognuno sviluppi propri personali
gica e la personalizzazione dei percorsi                                                 talenti; nella prima gli obiettivi sono
formativi. Il principio di equità, val la                                                comuni per tutti, nella seconda l’obiet-
pena ricordarlo, si fonda sul presuppo-     forme didattiche diversificate e adegua-     tivo è diverso per ciascuno (pluralità
sto che è possibile ammettere disegua-      te, abbandonando l’idea di “una lezione      di percorsi formativi/piste indirizzate
glianze al solo scopo di produrre effet-    per tutti” di tipo classico”1. Personaliz-   verso destinazioni differenti, possibilità
ti favorevoli per gli svantaggiati, con     zare significa quindi predisporre un per-    di scelta da parte dell’alunno, grado di
l'obiettivo di ottenere uguali diritti di   corso formativo in grado di valorizzare      consapevolezza circa il proprio profilo
cittadinanza attraverso una cultura sco-    le differenze di ciascuno rispettando i      di abilità, realizzazione di un adeguato
lastica comune che stabilisce obiettivi     ritmi di apprendimento di ogni singo-        contesto didattico). Aiutare ogni stu-
minimi di scolarizzazione e di risulta-     lo allievo. Nei confronti del concetto di    dente a sviluppare una propria forma
ti. In pratica è quanto ha fatto, e sta     individualizzazione, ampiamente prati-       di talento è probabilmente un obietti-
faticosamente facendo, l'attuale scuola     cato nella scuola, la differenza, almeno     vo altrettanto importante di quello di
media attraverso la programmazione          sul piano teorico è notevole.                garantire a tutti la padronanza delle
curricolare.                                “Individualizzazione – osserva Massimo       competenze fondamentali”2.
La novità della riforma consiste nell'in-   Baldacci – si riferisce alle strategie di-   Al di là delle difficoltà concrete e fi-
troduzione del concetto di personaliz-      dattiche che mirano ad assicurare a tut-     nanziarie per costruire una scuola di
zazione che si pone l'ambizioso scopo       ti gli studenti il raggiungimento delle      questo tipo, è importante chiedersi se
di individuare percorsi formativi ad hoc    competenze fondamentali del curricolo,       davvero compito della scuola pubblica
per ogni singolo allievo. “Un percorso      attraverso una diversificazione dei per-     sia quello di accentuare le differenze tra
personalizzato fornisce all’insegnante le   corsi di insegnamento. Personalizzazio-      gli allievi, assecondando le loro pur le-
indicazioni di fondo per mettere in atto    ne indica invece le strategie didattiche     gittime propensioni intellettuali, e non

                                                                                                                                 5
Riforme
R1

consista invece nel far convivere le dif-                                                  manifestano quindi nell'ambito dell'a-
ferenze di ciascuno al fine di sviluppare                                                  zione e mirano a utilizzare i saperi per
un senso di solidarietà attraverso il dia-               L’approccio                       affrontare aspetti concreti della vita. Le
logo, la partecipazione e il confronto.                per competenze                      competenze si presentano soprattutto
La decisione di organizzare una scuola                                                     con una funzione utilitaristica e fun-
attorno ai bisogni formativi di ogni sin-          costruisce una scuola                   zionale all'inserimento dei giovani nella
golo allievo non corre il rischio di far           appiattita sul presente                 società. Una tale impostazione esige un
aumentare, anziché attenuare, il divario                                                   profondo cambiamento di rotta della
culturale tra gli allievi? Non rischia la                                                  scuola attuale.
scuola di perdere di vista la necessità                                                    I rischi maggiori consistono in un forte
di fornire a tutti un livello di base cul-    impegno: il modo corretto per valutare       ridimensionamento del sapere discipli-
turale comune e condiviso? Una simile         il raggiungimento degli obiettivi pre-       nare e un allontanamento progressivo
futura architettura formativa è davvero       visti è la compilazione di un portfolio      dai valori dell'umanesimo e dell'illumi-
compatibile con l'attuale assetto sco-        per ogni singolo discepolo che dovrebbe      nismo in nome di un pragmatismo in
lastico suddiviso in classi di età e or-      fungere da strumento valutativo e certi-     sintonia con i valori dominanti della
ganizzato sulla base di un approccio di       ficativo e abolire ogni forma di valuta-     società attuale. La centralità del saper
tipo disciplinare?                            zione numerica.                              fare, cioè dell'aspetto procedurale su
Se l'assunto della personalizzazione si       A orientare il percorso formativo nella      quello dichiarativo, impone una perce-
fonda sul rispetto dei ritmi di apprendi-     direzione della differenziazione e del-      zione della dimensione temporale ap-
mento dei singoli allievi e sulla varietà     la personalizzazione, contribuisce in        piattita sul presente e quella spaziale
degli approcci culturali sembra difficile     modo decisivo “l’elemento innovativo         sull’orizzontalità; la conoscenza è con-
conciliare l'attuale organizzazione isti-     fondamentale della revisione del Piano       cepita come una progressiva acquisi-
tuzionale con quella suggerita dal nuo-       di studio che consiste in un modello di      zione di competenze in rete, dove sono
vo modello.                                   insegnamento per competenze”4.               deficitari i nessi logici e la sequenzialità
                                              L’introduzione del concetto di “com-         dei passaggi nella costruzione del sape-
Valutazione e didattica per competenze        petenza” nella pedagogia scolastica è        re. La percezione di un processo stori-
La differenziazione dei percorsi forma-       piuttosto recente, e non esiste una sua      co di costruzione del sapere è del tutto
tivi mette in crisi anche l'attuale siste-    definizione precisa da tutti condivi-        assente e ciò impedisce la formazione
ma di valutazione, in particolare la sua      sa. Scrive infatti Giulio Ferroni: “Resta    di una consapevolezza della relatività
valenza certificativa. Non a caso ne “La      indeterminato lo spessore semantico          delle conoscenze, oltre che una rifles-
scuola che verrà” si afferma che “tutti       della competenza, come l'indicibilità        sione sui mutamenti intervenuti. Inoltre
gli allievi ricevono una licenza al termi-    dei suoi esiti: astratte e generiche, per-   la necessità di vivere costantemente il
ne della scuola dell’obbligo come segno       lopiù riavvolgimenti e moltiplicazioni       presente rischia di confondere l’infor-
tangibile della conclusione del percor-       dell'ovvio, sono certe definizioni che si    mazione con la formazione e di togliere
so formativo obbligatorio. Il certificato     pretendono scientifiche e che in defini-     agli studenti il tempo indispensabile
finale, con l’elenco delle valutazioni        tiva si rivelano funzionali soprattutto al   per riflettere e pensare.
ottenute, è accompagnato da una de-           calcolo e alla valutazione, alla formu-      Infine, essendo le competenze appan-
scrizione delle competenze acquisite sia      lazione di criteri per test. La formazio-    naggio esclusivo dei singoli soggetti,
sul piano delle competenze trasversali        ne per competenze viene a inscriversi        l'apprendimento deve avvenire parten-
sia relativamente a quelle disciplinari”3.    peraltro entro la necessità del compe-       do dalla mobilitazione delle loro risor-
Una simile proposta potrebbe creare seri      tere, in quell’orizzonte di competitività    se (sapere, saper fare, atteggiamenti)
problemi per l'accesso alle scuole post-      che viene oggi considerato come l'unica      rovesciando di fatto il rapporto finora
obbligatorie con il rischio di assistere      prospettiva plausibile per il futuro.[...]   esistente tra disciplina e obiettivi. Nel-
all'introduzione di esami di ammissione       Non esistono competenze culturali e          la scuola di oggi gli obiettivi sono in-
per ogni ordine scolastico.                   scientifiche senza contenuti e sostanze      terni alle discipline, gli sforzi didattici
Ma al di là dell'aspetto pratico, tale pro-   disciplinari, senza una padronanza della     sono mirati a proporre attività di co-
getto non sembra coerente con quanto          materia5”.                                   struzione della conoscenza per arrivare
esposto in precedenza. Da più parti è         Nella sua declinazione attuale, fatta        a comprendere ciò che si sta studian-
stato sottolineato il fatto che un per-       propria nel nuovo piano di formazione        do con lo scopo di rafforzare le proprie
corso personalizzato e differenziato va       Harmos, essa si presenta come un in-         conoscenze in modo poi da saperle ri-
continuamente monitorato per seguire          sieme integrato di conoscenze, abilità       utilizzare e interpretare. Con la nuova
gli sviluppi dell’apprendimento. Il tem-      e attitudini che vengono mobilitate al       proposta sono le competenze che defi-
po di questo percorso dipende dall'al-        fine di risolvere un problema. La com-       niscono i contenuti, o meglio i referenti
lievo, dalle sue motivazioni, dalle sue       petenza “è riconducibile a un impiego        disciplinari, in funzione del contesto e
capacità, dai suoi interessi e dal suo        del proprio sapere in situazioni concrete    della pertinenza con la realtà. Il corpo
                                              e in rapporto a scopi definiti”6. Esse si
6
Riforme

                                                                                                                                                     R1
dei saperi disciplinari rischia di essere                                                                la dell'obbligo ha fatto fino ad oggi. È
smembrato e suddiviso in frammenti di                         Alla scuola serve                          senz'altro giusto riflettere di quali cam-
conoscenza non riuscendo più così ad                                                                     biamenti l'insegnamento e l'apprendi-
afferrare il senso generale di quanto si
                                                              un pensiero lento                          mento hanno bisogno, in sintonia con
sta studiando.                                                 che si interroga                          la società. È altrettanto fondamentale
La personalizzazione dei percorsi forma-                                                                 ricordare, però, che la scuola e la forma-
tivi e l'approccio per competenze sem-
                                                                criticamente                             zione dei giovani passano attraverso i
brano voler proporre una scuola che si                        sui cambiamenti                            contenuti delle discipline, e l'acquisizio-
limita a collocarsi nel presente capace                                                                  ne del valore formativo di quanto viene
unicamente di accettare la realtà socia-                                                                 insegnato è ancorato nella verticalità
le che la circonda, dimenticando che il               tappe della selezione dei contenuti, del-          di un sapere accumulato nel corso dei
ruolo fondamentale della scuola, in una               la loro pertinenza in funzione dell'og-            secoli che è possibile comprendere e pa-
società libera e democratica, consiste                getto della ricerca, la gerarchia dei si-          droneggiare solo disponendo di tempo.
nel gettare le basi affinché ciascuno                 gnificati, la loro messa in relazione in           Tra i compiti fondamentali della scuola
possa intervenire nel mondo con stru-                 un contesto redazionale coerente, sem-             ci sono l'analisi, la riflessione, la con-
menti conoscitivi in grado non solo di                brano scaturire miracolosamente dallo              templazione, l'analogia, la bellezza...
comprenderlo e interpretarlo, ma anche                scorrere dello schermo e dall'abilità nel          valori che difficilmente si sposano con
di cambiarlo.                                         multi tasking...                                   l'utilità, la velocità, il consumo illimita-
L'appiattimento sul presente e il ricorso             Tutta l'impostazione pedagogica, didat-            to, l'immediatezza, verso cui sembrano
continuo all'uso delle nuove tecnologie,              tica e organizzativa de “La scuola che             muoversi le nuove proposte di cambia-
un aspetto questo non affrontato, ma                  verrà”, spinge verso una formazione che            mento suggerite dal Decs.
ovviamente implicito, nella formulazio-               mette in discussione il concetto di clas-          La scuola ha bisogno anche di un pen-
ne della nuova scuola che verrà, alimen-              se di età per gli allievi (cfr. diversi ritmi      siero lento, problematico che si interro-
tano un'altra preoccupante illusione:                 di apprendimento e percorsi persona-               ga criticamente sui cambiamenti. Ecco
che tutto il sapere sia a portata di un               lizzati), la lezione in classe come mo-            perché è importante, oggi più che mai,
“clic”, che tutto sia indifferentemente               mento centrale dell'apprendimento (cfr.            trovare una sintesi tra velocità, dettata
importante. Ancora una volta viene de-                ubiquità del sapere), il ruolo del docen-          dai cambiamenti della tecnologia, e len-
legittimata la funzione dell'insegnante,              te e la funzione del libro come fonte e            tezza, indispensabile per favorire l'af-
portatore di un sapere vecchio e inade-               veicolo principale della comunicazione,            fermazione di una coscienza autonoma,
guato, di un “chiacchiericcio che ren-                soppiantati dalle nuove tecnologie (cfr.           critica e responsabile. Così come altret-
de faticoso l'ascolto o inascoltabile la              altre agenzie formative, in particolare la         tanto fondamentale appare la necessità,
vecchia voce del libro. Questo sapere                 rete).                                             nell'epoca della globalizzazione e della
annunciato ce l'hanno già tutti. Per in-              Di tutto ciò bisogna essere ben coscien-           pluralità delle agenzie formative, di sta-
tero. A disposizione. Accessibile tramite             ti prima di lanciarsi in revisioni che             bilire cosa deve entrare nella scuola e
il web, wikipedia, il palmare [...]. Fine             potrebbero annullare o quantomeno for-             cosa invece deve restare fuori.
dell'era del sapere”7. Le fondamentali                temente ridimensionare quanto la scuo-
                                                                                                                                      Gianni Tavarini

1) La scuola che verrà, p.13.

2) Massimo Baldacci, Individualizzazione, Voci della scuola, a c. di G. Cerini e M. Spinosi, “Notizie della Scuola”, Tecnodid, Napoli 2003. Sullo stesso
argomento Giorgio Chiosso ha scritto: “È interessante notare che il tema della personalizzazione e la riflessione pedagogica che ne è seguita trova
ampia diffusione a partire dagli anni '90, in concomitanza con l'affermazione della globalizzazione e la generalizzazione delle teorie economiche del
liberismo. Non a caso la riflessione pedagogica condotta in funzione di calibrare i percorsi formativi sulla persona, vede nella sua realizzazione il
passaggio dalla scuola dello stato alla scuola della società: lo Stato e le sue diramazioni cessano di costituire (e di essere percepite come) il centro
organizzatore della società stessa per assumere la fisionomia di semplice regolazione dei sotto-sistemi nei quali si organizzano i gruppi e le comunità
sociali”. Giorgio Chiosso, storage.istruzioneer.it/file/LA-PERSONALIZZAZIONE-Chiosso.rtf.

3) La scuola che verrà, p. 24.

4) Ibidem, p. 17.

5) Giulio Ferroni, La scuola impossibile, Roma 2015 p. 39.

6) Mario Castoldi, La sfida delle competenze, 2007.

7) Michel Serres, Non è un mondo per vecchi, Torino 2013 pp. 321-32.

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Riforme
R1

Dal Canada al Ticino: netta stroncatura
del decantato modello scolastico
Dopo 15 anni i risultati sono insoddisfacenti, feroci le critiche alla nuova impostazione didattica

Il modello di nuova scuola è debitore di
esperienze già da qualche tempo in fase
di attuazione, in particolare in Canada1 .
È possibile tracciare un primo bilancio
di queste esperienze? Come è stata ac-
colta questa riforma dai diretti interes-
sati, docenti, allievi e famiglie? Sono
stati raggiunti gli obiettivi dichiarati?
Proponiamo due testimonianze.

a) La réforme du curriculum et des
programmes, quinze ans après les
états généraux sur l’éducation2.
                                              l’existence de travaux et recherches cré-      Entre autres conclusions de l'étude, il ap-
“La réforme est probablement l’exemple        dibles qu’ils contredisent pourtant tout en    pert que la réforme n'a guère permis aux
parfait du dirigisme pédagogique. Elle        méprisant les faits, l’évaluation et la mise   élèves en difficulté et aux garçons d'amé-
illustre bien jusqu’où peut aller la lo-      à l’épreuve empirique». Les tenants de la      liorer leur rendement scolaire. L'évalua-
gique technocratique en éducation. Après      réforme ont choisi d’ignorer les études        tion s'est déroulée de 2007 à 2013. Au
plus de 15 ans d’essais et d’erreurs, sur-    qui démontrent que «l’instruction systé-       total, 3724 jeunes et 3913 parents, ré-
tout d’erreurs, il faut se rendre à l’évi-    matique, la présentation ordonnée des          partis en trois cohortes distinctes, y ont
dence que l’approche constructiviste par      savoirs, la correction des erreurs par l’en-   participé.
compétences n’a rien réglé du princi-         seignant, la répétition, l’appel à la mé-      En comparant deux cohortes d'élèves
pal défi qui se posait au lendemain des       moire, le développement d’automatismes,        soumises à la réforme avec une autre qui
États généraux : l’augmentation conti-        la connaissance et la maîtrise d’un grand      ne l'était pas, l'équipe de chercheurs, di-
nuelle du nombre de décrocheurs sco-          nombre de faits, l’exercice, sont autant       rigée par les professeurs Simon Larose et
laires. Quoiqu’on en dise, actuellement,      d’éléments indispensables de l’apprentis-      Stéphane Duchesne, a remarqué que les
à la Commission scolaire de Montréal          sage et de la compréhension, et sont les       résultats scolaires ne se sont pas amé-
(CSDM), 15 ans après la Commission des        incontournables préalables à l’atteinte de     liorés. Ils ont même diminué en français,
États généraux sur l’éducation, cinq élèves   ces grands et nobles objectifs que disent      malgré l'ajout de 150 heures d'enseigne-
sur dix n’obtiennent ni diplôme ni qualifi-   viser les réformateurs, mais en faisant        ment”.
cation à l’intérieur du parcours prévu de     l’économie de ces détours: la pensée cri-                                            (gt)
cinq ans au secondaire. Bien que nous         tique, la créativité, l’autonomie”.
souscrivons à l’importance de combattre
le décrochage scolaire et de favoriser la     b) Perceptions de l’enseignement et
réussite de nos élèves, nous n’adhérons       réussite éducative au secondaire: une
                                              analyse comparative selon quel es              1) Cfr. la bibliografia de “La scuola che verrà”
pas à la solution miracle de la réforme
scolaire mise de l’avant par les grands       élèves ont été exposés ou non au re-           2) Mémoire présenté au Conseil supérieur
penseurs non issus du milieu de l’éduca-      nouveau pédagogique3.                             de l’éducation, dans le cadre de sa
tion et par conséquent, complètement dé-                                                        consultation, par l’Alliance des professeures
                                                                                                et professeurs de Montréal, Octobre 2013.
connectés de la réalité quotidienne vécue     “Décevant: voilà qui qualifie à première
en classe.[...] Nous comprenons donc que      vue le bilan de la réforme de l'éduca-            L’intero rapporto è consultabile in http://
les formateurs se sont appuyés sur des «      tion implantée au secondaire, selon une           alliancedesprofs.qc.ca/fileadmin/user_upload/
                                                                                                APPM/Information/Documentation/Memoires_
travaux le plus souvent hautement spécu-      étude de l'Université Laval faite pour le
                                                                                                et_documents_de_reference/Memoire_de_l_
latifs, abusant d’un vocabulaire abscons,     compte du ministère de l'Éducation du             Alliance_sur_la_reforme_15_ans_apres_les_
convoquant arbitrairement et artificiel-      Québec.                                           Etats_generaux_FINAL.pdf
lement des théories philosophiques, psy-      À tout le moins, ce «renouveau pédago-
                                                                                             3) Projet ERES, Université Laval 14 août 2014.
chologiques, épistémologiques et autres,      gique» qui s'était amorcé en 2005 n'a pas          L'intero studio è consultabile in www.mels.
souvent fumeuses, mais ignorant jusqu’à       encore donné les résultats escomptés.              gouv.qc.ca/.../Rapport_ERES.pdf

8
Riforme

                                                                                                                              R1
Nella Svizzera tedesca crescono scontento
e critiche al nuovo Piano di studi (Lehrplan 21)
In diversi cantoni ci si muove per respingerlo, in altri difficilmente sarà applicato

Quasi in sordina nel corso di questo
anno scolastico è entrato in vigore
in Ticino il nuovo Piano di studio. Ela-
borato in origine per attuare quanto
stabilito da Harmos, la sua adozione
verrà generalizzata nei prossimi tre
anni. Intanto nella Svizzera tedesca c’è
chi giudica che la Conferenza svizzera
dei Direttori della Pubblica Educazione
(CDPE) si sia spinta oltre gli intenti
iniziali di agevolazione dell’inserimen-
to scolastico di allievi provenienti da
altri cantoni, di allineamento dell’ini-
zio della formazione (uniformandone
la durata a 11 anni), di armonizzazione
del materiale didattico e dei program-
mi definendo degli standard formativi
nazionali.
Il 4° numero del Beobachter (20.02.2015),
dal titolo significativo Lo scolaro rego-
lamentato1 che intendo presentarvi,
ci segnala che l’esito è stato quello
di produrre 557 pagine di Lehrplan 21
(l’omologo ticinese) nella sua versione     il sapere acquisisce dignità e senso solo   che questo non poteva essere l’obietti-
originale, poi ridotte a “sole” 470. Il     nella misura in cui è finalizzato e utile   vo degli autori del Piano 21 in quanto
motivo della nascita di un tale mostro      al superamento di problemi concreti in      “si perde per strada l’uguaglianza nelle
burocratico-amministrativo risiedereb-      diverse situazioni, in un’ottica pretta-    possibilità” (p. 29). I genitori bene-
be, secondo la redattrice, nel passag-      mente strumentale e utilitaristica.         stanti organizzeranno lezioni private
gio da un sistema in cui si indicavano      Mentre una volta il docente, insieme al     per i loro figli, accentuando un feno-
gli obiettivi da perseguire, con la netta   sapere, veicolava anche una visione del     meno già ben presente.
prevalenza dei contenuti da conosce-        mondo, rileva l’articolo (pp. 26-27), ora   Se finora la scuola si appoggiava sulla
re, ad un modello in cui si indicano le     le cose cambieranno; il Piano 21 defini-    dinamica di gruppo nella classe, che
competenze attese, ovvero tutte quelle      sce solo in pochi campi quali contenuti     poteva motivare gli allievi, il nuovo
operazioni che ci si attende che l’al-      i docenti dovrebbero trasmettere agli       piano di studi invece promuove “lot-
lievo sappia svolgere ad una data età.      allievi, al primo posto viene collocata     tatori solitari”. Anita Fetz, consigliera
Il nuovo piano, prosegue il Beobachter,     l’elaborazione di competenze misurabi-      agli Stati del PS basilese, è dell’idea
prevede 363 competenze suddivise in         li acquisibili con qualsiasi tipo di con-   che si sia andati in una direzione ben
2’304 sotto-competenze (nella prima         tenuto (p. 29), dove l’allievo dovrebbe     lontana da quella in cui si voleva an-
versione erano 3'123).                      crearsi il proprio sapere in modo au-       dare inizialmente, affermando che “la
Secondo il Piano 21 gli allievi infatti     tonomo, accompagnato da un docente-         cosa è esplosa, ha sviluppato una di-
non devono più immagazzinare sterile        coach. Secondo il periodico “lasciare       namica propria molto negativa”. Anche
sapere senza senso, bensì imparare a        che in futuro gli allievi siano isolati     Ralph Fehlmann teme sviluppi sbaglia-
cavarsela con il sapere a loro disposi-     e quasi individualmente assistiti da        ti, a svantaggio di tutti gli allievi, so-
zione, poco o molto che sia, da impie-      un coach, ha delle conseguenze: i for-      stenendo che “se si suddivide la scuola
gare per superare problemi quotidiani,      ti prenderanno quota, mentre i deboli       in innumerevoli singole competenze,
beninteso esterni al mondo artificiale      diventeranno ancora più deboli”. Ralph      ad un certo punto la forma della lezio-
della scuola. Il valore della conoscenza    Fehlmann, docente di didattica disci-       ne va in nulla” (p. 30). Egli afferma di
non viene apertamente rinnegato, ma         plinare all’Università di Zurigo ritiene    non avere nulla contro le competenze,

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anzi ricorda che la scuola ha sempre                                                     ma anche più globali: può esser una
trasmesso competenze e che nessun                                                        buona cosa che il Piano 21 appoggi la
docente potrebbe mai dire che non ab-                   Il Piano 21                      privatizzazione delle scuole svizze-
biano senso. Ciò che trova decisamente             propone una visione                   re, perché in questo modo permette
sbagliato è che lo scopo primario sia                                                    a fornitori internazionali di assumersi
esclusivamente quello di misurare l’al-                tecnocratica                      queste prestazioni” (p. 32). Susanne
lievo in modo “obiettivo”; inoltre trova            dell’essere umano                    Loacker, l’autrice dell’articolo, com-
errato pensare che le competenze “si-                                                    menta che ciò “magari sarebbe anche
ano sempre neutrali e sganciate dalla                                                    pratico e farebbe risparmiare soldi, ma
morale”.                                                                                 i nostri allievi si perderebbero diver-
Pure Hanspeter Amstutz, docente e de-        appare praticamente irrilevante, men-       se cose: non avrebbero mai trattato
putato del Partito evangelico al Gran        tre quel che fa la differenza è disporre    dei contenuti, forse non veramente
consiglio zurighese, critica il fatto che    di un docente (pp. 31-32) che insegni       utili, ma incredibilmente interessanti;
il Piano 21 si orienti ad una visione        con passione, sincero ed autentico.         avrebbero magari una “cassetta degli
dell’essere umano molto tecnocratica,        Invece il Piano 21, con la sua struttura    attrezzi” fornita in modo ottimale di
in cui si crede “che si possano valuta-      programmata di competenze, non tiene        competenze e sapere, senza però pos-
re le competenze dei bambini in modo         in considerazione questo presupposto        sedere un sistema di valori che vada al
preciso”, arrivando ad affermare che “è      fondamentale, anzi, secondo Walter          di là del semplice uso di determinati
chiaro che questo strumento si indi-         Herzog , professore di scienze dell’edu-    strumenti”.
rizza piuttosto ai produttori di mezzi       cazione all’università di Berna, “il Pia-   Dal canto suo, la già citata Anita Fetz
didattici che ai docenti”, denunciando       no 21 serve a tutti quelli che vogliono     conclude ricordando che “il Piano 21 è
la pressione della cosiddetta “industria     controllare maggiormente la scuola e        stato chiamato così non per il secolo in
della pedagogia”.                            che vogliono misurare ogni prestazio-       cui si trova a caratterizzare la scuola,
Il Piano 21 deve avvicinare gli allievi      ne, a quelli che sviluppano test e che li   ma per il numero di cantoni svizzero-
all’economia, non è un segreto né qual-      vogliono applicare, perché così ci gua-     tedeschi che lo hanno elaborato” e pre-
cosa di riprovevole, lo scopo è che gli      dagnano dei soldi”, aggiungendo che         cisando che “presto lo dovranno però
allievi abbiano più successo nel mon-        “la misurazione fine a sé stessa non        ribattezzare Piano 5, perché non lo
do del lavoro. Ci si chiede tuttavia se      porta a nulla. Il maiale non diventa più    accoglieranno sicuramente tutti i can-
questo nuovo piano raggiunga lo scopo        grasso solo perché lo si pesa” (p. 32).     toni e nei cantoni in cui verrà accolto
meglio di quanto faccia la scuola at-        Ciò che lo preoccupa è che “in futuro       non è detto che i docenti lo appliche-
tuale.                                       i docenti si orientino soprattutto agli     ranno” (pp. 32-33). In effetti crescono
Nel frattempo è chiaro quale fattore         esami, ovvero che pratichino il “tea-       il dissenso e la resistenza politica: ad
faccia di una lezione una lezione di         ching to the test”, insegnare per l’esa-    Argovia, Basilea campagna, San Gallo
successo: il ricercatore neozelandese        me – e proprio questo non porta ad un       e Svitto i contrari al Piano 21 vogliono
John Hattie ha pubblicato nel 2008 il        apprendimento durevole” (p. 32).            spingere verso la decisione popolare,
suo libro Visible Learning, in cui ha esa-   Sintomatica di una certa divergenza di      mentre nei cantoni di Zurigo, Grigioni
minato tutti gli studi in lingua inglese     opinioni è la posizione dell’associazio-    e Turgovia si stanno preparando inizia-
riguardanti il successo nell’apprendi-       ne mantello dei docenti svizzeri (LCH)      tive popolari per respingerlo. Chissà se
mento. Le sue analisi si basano su un        che, per bocca del responsabile del suo     in Ticino ci sarà qualcuno che esprime-
campione di 250 mio. di allievi e l’opera    centro pedagogico, Jürg Brühlmann,          rà almeno una valutazione in merito al
si fonda su 15 anni di lavoro. Il risulta-   sostiene che “sciogliendo le capacità       nuovo Piano di studio?
to è che le lezioni aperte portano poco      dal loro contesto socio-culturale que-
agli allievi, la grandezza della classe      ste non diventano solo più misurabili,                             Gianluca D’Ettorre
                                                                                                          Presidente OCST-Docenti

                                                                                         1 Traduzione dell’articolo di Sheila Pongan.

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ILe reazioni
    nodialdella      riforma         al   pettine        dei    docenti
             documento messo in consultazione hanno provocato un vivace dibattito

Nel mese di dicembre del 2014, il DECS
ha presentato e diffuso “La scuola che
verrà”, un ampio documento program-
matico che si pone l’obiettivo di trat-
teggiare i lineamenti di una profonda
riforma della scuola ticinese dell’obbli-
go. Il percorso, in vista dell’entrata in
vigore in tutte le sedi entro il 2020,
prevedeva un periodo di dibattito e di
consultazione iniziale che si è svilup-
pato con particolare vitalità nei mesi
di maggio e giugno del 2015. A tale
scopo, il Dipartimento ha invitato gli
insegnanti, e tutte le persone coinvolte
a vario titolo nel mondo della scuola, a
esprimersi individualmente compilando
un questionario online, al quale hanno
partecipato il 18% dei docenti di scuo-
la dell’infanzia e di scuola media e l’8%
dei docenti di scuola elementare1. I
sindacati, le associazioni magistrali e
i collegi docenti di molte sedi si sono
inoltre pronunciati attraverso la forma,
più discorsiva, delle risoluzioni e del-
le prese di posizione ufficiali, dando
dunque vita a un vivace dibattito, i cui
contenuti si vorrebbe, senza pretese di
esaustività, tentare di riassumere nelle
righe seguenti2.

Un documento troppo generico
e astratto
In linea generale, l’aspetto su cui si
registra una forte sintonia tra le varie    Una riforma a “costo zero”?                rapporto tra ore-lezione e ore di prepa-
prese di posizione riguarda la scarsa       In particolare, appare largamente diffu-   razione/correzione/collaborazione per
concretezza del progetto, la sua (volu-     so il timore che la realizzazione di una   le attività d’istituto, riconoscimento
ta) indeterminatezza sul fronte della re-   riforma come quella prospettata, molto     economico, diminuzione del numero di
alizzazione pratica e pragmatica di gran    più attenta a ragionare su aspetti di-     allievi per classe, potenziamento del so-
parte delle proposte presentate.            dattico-metodologici che a prefigurare     stegno pedagogico...) entro cui operare.
Da tale genericità, senza considerare gli   un vero e proprio orizzonte di senso       In effetti, se l’esigenza di confrontarsi
elementi più concreti della riforma (la     verso cui dovrebbe tendere l’istituzione   con la crescente eterogeneità senza in-
“licenza passe-partout”, l’accompagna-      scolastica, possa in gran parte ricadere   taccare i valori e i principi basilari su
mento verbale ai voti numerici in sede      sugli insegnanti, chiamati a far fronte    cui si fonda la nostra scuola (inclusivi-
di valutazione e altro ancora …), attor-    a nuovi compiti (molti dei quali spet-     tà, educabilità) è generalmente ricono-
no ai quali le posizioni appaiono piut-     terebbero alle famiglie, mai menzionate    sciuta, il fatto che non ci si sia preli-
tosto eterogenee, emergono comunque         dal documento) e a un ulteriore ed evi-    minarmente interrogati sulla necessità
delle visioni e delle concezioni che,       dente aumento del carico di lavoro, sen-   e sull’effettiva fattibilità (economica e
presso il corpo docente, suscitano una      za che si realizzi un chiaro adeguamento   pratica) del progetto appare preoccu-
pressoché unanime perplessità.              delle “condizioni-quadro” (revisione del   pante.

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 Il ruolo del docente                       ma pure curricolare, attraverso la cre-     l’attenzione sulle modalità e sulle pro-
Un altro aspetto sul quale si segnala       azione di spazi formativi organizzati       cedure a scapito dei contenuti. Inoltre
una concordanza pressoché unitaria          in maniere diverse tra loro e promuo-       si ha sempre più la percezione che la
è quello che riguarda l’indebolimento       vendo una maggior scelta di opzioni,        cultura, trasmessa nella scuola dell’ob-
della figura del docente, la quale, a       nell’intento di sostenere e valorizza-      bligo, finisca per edulcorarsi all’interno
giudicare da quanto emerge dal pro-         re le naturali diversità di attitudini e    di processi e procedure che sviliscono
getto, appare vieppiù frastagliata (do-     di inclinazioni degli allievi. A questo     il ruolo del docente, facendone un
cente disciplinarista, docente titolare,    proposito, numerose prese di posizio-       mero esecutore sulle cui spalle viene
docente di classe, docente accompa-         ne sottolineano il rischio che, così        scaricata l’intera responsabilità dell’in-
gnatore…) e polivalente. Di fronte alla     facendo, pur di garantire un successo       successo scolastico e che nello stesso
frammentazione della griglia oraria,        scolastico il più ampio possibile, possa    tempo riducono sempre più le respon-
all’invito “istituzionale” alla collabo-    realizzarsi un’eccessiva semplificazione    sabilità di allievi e famiglie, le quali
razione, alla coordinazione –intra e –      degli obiettivi, una “rimozione” artifi-    vedrebbero realizzarsi la chimera di
inter disciplinare con altri insegnanti     ciale delle difficoltà e degli ostacoli     una scuola su misura, quasi artigiana-
e al lavoro in “team”, alla forte spinta    (considerati, anziché come fondamen-        le, tramite l’utilizzo di formule magiche
alla differenziazione, alla nuova fun-      tali occasioni di crescita, alla stregua    mutuate dalle scienze dell’educazione
zione di “coach” attribuita al docente      di fastidiosi “inceppamenti” di un          e da certa pedagogia sempre cangian-
di classe, alle diverse forme didattiche    “meccanismo” che si vorrebbe perfet-        te nelle sue parole d’ordine e nei suoi
promosse (atelier, laboratori, settima-     to e privo di insuccessi), da cui con-      postulati. Emerge dunque un quadro
ne progetto), al minore spazio e alla       seguirebbe un’ulteriore problematicità      poco incoraggiante, in cui predomina
minore importanza formativa accordata       in sede di valutazione. Pare insomma        l’attenzione sul contenitore a scapito
alle discipline, all’ansia di valutazione   che, più che di vera e propria differen-    del contenuto, e in cui pare si voglia
“per competenze” (anche “trasversali”,      ziazione dei percorsi per raggiungere i     portare la scuola ad assomigliare a un
invadendo così anche una dimensione         medesimi obiettivi, si vada verso una       laboratorio le cui cavie saranno doma-
molto intima ed esistenziale dell’allie-    “personalizzazione” degli studi in base     ni ottimi esecutori, capaci di eseguire
vo) con relativa stesura regolare e co-     ai bisogni individuali. Tale concezione,    correttamente le più svariate funzioni,
stante del “Profilo dell’allievo e della    paradossalmente, invece di procedere        ma pressoché incapaci di elaborare un
classe”, il docente non può che trovarsi    nella direzione di un’auspicata equità      pensiero critico alternativo al qui ed
disorientato e dissociato rispetto alla     di trattamento e di opportunità, ri-        ora, con buona pace di chi nella scuola
sua primaria funzione, ossia quella di      schia di ottenere l’effetto esattamente     vede ancora una fucina per costruire il
rappresentare una persona di cultura,       opposto, impedendo a molti allievi di       profilo di un futuro cittadino in gra-
esperta della sua disciplina e respon-      poter usufruire di importanti possibi-      do di mettere in crisi il sistema stesso
sabile dell’insegnamento che di quella      lità formative. Si prefigura così una       entro il quale è cresciuto, in vista di
materia viene dato. Ciò che invece pare     scuola incentrata sul “fare”, piegata e     un’utopia alternativa all’attuale dege-
emergere dalle pagine de “La scuola che     modellata sulle esigenze dell’economia      nerazione dei valori e dell’etica, a fa-
verrà” è la concezione di un docente-       e del mondo del lavoro, senza più di-       vore dell’economia e del profitto.
funzionario (orientatore, consulente,       gnità autonoma e con una visione uti-
psicologo…), regolarmente impegnato         litaristica e strumentale di quel sapere                         Andrea Tiraboschi
in riunioni, incontri, “gruppi di lavo-     che dovrebbe invece contribuire alla                       (Movimento della scuola)
ro”, o intento a compilare interminabili    formazione di persone dotate di pen-                               e Roberto Salek
liste di documenti burocratici, a disca-    siero indipendente e spirito critico.
pito dello studio e del lavoro intellet-
tuale per i quali dovrebbe spendere la      Conclusioni
maggior parte del proprio tempo.            Per concludere la nostra disamina, non
                                            possiamo non ribadire la sensazione
La “personalizzazione”                      che vi sia sempre di più uno scollamen-
dei percorsi, misura equa?                  to tra quanto viene proposto dall’alto e
Molti dei documenti che abbiamo con-        quanto viene vissuto dal basso, cioè da     1) I dati sono stati diffusi dal DECS e
sultato si soffermano inoltre sugli stru-   chi nella scuola lavora quotidianamen-      consultabili sul sito http://www4.ti.ch/
                                                                                        fileadmin/DECS/DS/La_scuola_che_verra/
menti previsti da “La scuola che verrà”     te. Una sensazione che si fa sempre         documenti/scv-risposte_al_questionario_
per favorire la gestione dell’eteroge-      più acuta nel percepire la predominan-      rapporto.pdf
neità e garantire l’inclusività. Tra di     za ideologica di un pensiero debole e
                                                                                        2) I documenti, le risoluzioni e le prese di
essi, il progetto di riforma incoraggia     utilitaristico, attraverso il quale tutto
                                                                                        posizione che abbiamo consultato sono quelle
con particolare vigore le forme di dif-     viene filtrato e definito nel sistema       raccolte e integralmente pubblicate dal sito
ferenziazione, non soltanto didattica       didattico, che finisce per concentrare      www.movimentoscuola.ch

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