PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI - 2016-2019 la buona SCUOLA - Miur
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1 3 PERCHÉ UN PIANO PER LA IL SENSO DELLA FORMAZIONE FORMAZIONE DEI DOCENTI 3.1 La formazione serve al Paese 3.2 Formarsi per migliorare la propria 2 scuola 3.3 Formazione come sviluppo professionale e personale - Gli standard professionali del docente I PRINCIPI DEL PIANO - Un portfolio professionale per ogni docente 2.1 Un sistema per lo sviluppo - Il piano individuale di sviluppo professionale professionale 4 2.2 Promuovere e sostenere la collaborazione 2.3 Assicurare la qualità dei percorsi formativi 2.4 Definire con chiarezza le priorità della formazione LE PRIORITÀ PER LA 2.5 Promuovere l’innovazione FORMAZIONE NEL PROSSIMO continua TRIENNIO (2016-2019) 2.6 A cosa serve creare un sistema per lo sviluppo professionale 4.1 Autonomia organizzativa e continuo didattica 2.7 In coerenza con la formazione 4.2 Didattica per competenze, iniziale innovazione metodologica e 2.8 Il legame con la formazione dei competenze di base dirigenti scolastici e di tutto il 4.3 Competenze digitali e nuovi personale ambienti per l’apprendimento 4.4 Competenze di lingua straniera 4.5 Inclusione e disabilità 4.6 Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale
4.7 Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale 4.8 Scuola e Lavoro 4.9 Valutazione e miglioramento 8 Il coinvolgimento di tutta la ELEVARE LA QUALITÀ comunità scolastica DEI PERCORSI FORMATIVI 5 8.1 Standard per la qualità e l’efficacia delle iniziative formative 8.2 Startup della formazione e leadership educativa COME È ORGANIZZATA LA FORMAZIONE: I LIVELLI DI 8.3 Una biblioteca delle migliori attività didattiche GOVERNANCE DEL PIANO 8.4 Una strategia per valorizzare i migliori formatori 5.1 Cosa fa il MIUR a livello centrale 8.5 Rafforzare la formazione all’estero 5.2 Cosa fanno le articolazioni e la collaborazione internazionale territoriali del MIUR per il personale scolastico 5.3 Cosa fanno le scuole 9 5.4 Il ruolo della ricerca 5.5 Il ruolo degli enti accreditati 5.6. Gli insegnanti e la carta elettronica 6 LE RISORSE A DISPOSIZIONE 9.1 Le risorse che avevamo fino al 2015 LA FORMAZIONE 9.2 Le risorse per il triennio 2016-2019 IN SERVIZIO, STRUTTURALE E OBBLIGATORIA 10 7 MONITORAGGIO DEL PIANO ECOSISTEMA DIGITALE TUTTE LE AZIONI DEL PIANO DELLA FORMAZIONE
1 PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 PERCHÉ UN PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI Le profonde trasformazioni della società italiana e le sfide da affrontare a livello europeo e globale impongono, oggi più che mai, una particolare attenzione allo sviluppo del capitale culturale, sociale e umano che rappresenta l’insieme dei fattori fondamentali per sostenere e accelerare la crescita del nostro Paese. 4
CAPITOLO 1 In questo contesto, il sistema di istru- Il Piano per la Formazione del perso- zione è una delle risorse strategiche nale, come atto di indirizzo adottato su cui occorre investire, a partire dal con decreto del Ministro dell’Istruzio- personale della scuola. La formazio- ne, dell’Università e della Ricerca, defi- ne del personale scolastico durante nisce le priorità e le risorse finanziarie tutto l’arco della vita professionale per il triennio 2016-2019 e delinea, a è un fattore decisivo per il migliora- partire dall’anno scolastico 2016-2017 mento e per l’innovazione del sistema (considerando anche gli interventi educativo italiano. formativi avviati nel 2015-2016), un La crescita del Paese (e del suo quadro strategico e allo stesso tempo capitale umano) richiede un siste- operativo tale da sostenere in maniera ma educativo di qualità, che guar- trasparente, innovativa ed efficace una di allo sviluppo professionale del politica concreta per la crescita del personale della scuola - in coeren- capitale umano e professionale della za con una rinnovata formazione scuola. iniziale - come ad un obiettivo Il Piano, quindi, oltre a orientare la strategico, di respiro internazio- progettualità delle scuole e dei docen- nale, ripreso e valorizzato dal Mi- ti, assume una funzione di indirizzo nistero dell’Istruzione, dell’Uni- per concretizzare le proposte forma- versità e della Ricerca. tive dell’Amministrazione centrale e La legge 107/2015 interviene a soste- periferica, in modo da rendere coe- gno di questa politica proponendo un renti e sistematici gli interventi for- nuovo quadro di riferimento per lo mativi e creare una sinergia virtuosa sviluppo professionale di tutti gli ope- tra scelte possibili e risorse disponi- ratori della scuola. In particolare, la bili. Rappresenta quindi un quadro formazione in servizio del personale di riferimento istituzionale rinnovato docente, “obbligatoria, permanente e della formazione in servizio, e non un strutturale” (comma 124), è ripensata semplice insieme di prescrizioni am- attraverso alcuni passaggi innovativi: ministrative o gestionali. a. il principio della obbligatorietà La formazione in servizio diventa della formazione in servizio in “ambiente di apprendimento con- una logica strategica e funzionale tinuo”, cioè un sistema di opportuni- al miglioramento; tà di crescita e di sviluppo professio- nale per l’intera comunità scolastica. b. la definizione e il finanziamento di un Piano nazionale di forma- La crescita professionale del perso- zione triennale; nale, la partecipazione attiva al dibat- tito culturale e il contributo concreto c. l’inserimento, nel piano triennale all’innovazione e alla qualificazione dell’offerta formativa di ogni scuo- del sistema educativo e quindi del la, della ricognizione dei bisogni sistema Paese, rappresentano altret- formativi e delle conseguenti azio- tante condizioni per restituire una ni di formazione da realizzare; rinnovata credibilità sociale a chi d. l’assegnazione ai docenti di una opera nel mondo della scuola. carta elettronica personale per la Il Piano è immediatamente at- formazione e i consumi culturali; tuabile: indirizza concretamente le e. il riconoscimento della partecipa- azioni e le relative risorse messe a zione alla ricerca e alla documen- disposizione dalle diverse Direzioni tazione di buone pratiche, come Generali del Ministero a partire dalla criteri per valorizzare e incentiva- sua pubblicazione. re la professionalità docente. 5
2 PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 I PRINCIPI DEL PIANO Il Piano costituisce l’attuazione di una visione che utilizza i contenuti dell’innovazione normativa come occasione strategica per sviluppare un solido sistema per lo sviluppo professionale dei docenti. Il Piano Formazione Docenti si fonda su alcuni presupposti fondamentali, necessari per superare le debolezze del sistema scolastico italiano e allinearlo ai migliori standard internazionali. Non si tratta quindi solo di attuare la legge o di realizzare un’architettura amministrativa per organizzare l’obbligo di formazione del personale docente. 6
CAPITOLO 2 2.1 2.2 1 Schleicher, A., (2016), Teaching excellence through Professional Learning and Policy Reform: Lessons from UN SISTEMA PER LO PROMUOVERE E Around the World, SVILUPPO PROFESSIONALE SOSTENERE LA International Summit on COLLABORAZIONE the Teaching Profession, OECD Publishing, Paris Il sistema educativo, caratterizzato da una pluralità di interventi forma- Il sistema italiano è caratterizzato tivi, richiede che questi siano inqua- da elevata autonomia a livello di sin- drati in un sistema che, longitudi- gola scuola. L’autonomia è una delle nalmente, segua il docente lungo la tre dimensioni della professionali- propria carriera e, orizzontalmente, tà docente identificata dall’OCSE permetta di “leggere” e rafforzare le (2016)1, che porta maggiori benefici diverse componenti della professio- se controbilanciata da adeguate reti nalità. La missione di questo Piano di collaborazione professionale: l’I- è proprio quella di armonizzare le talia, come dimostrano i recenti dati, azioni formative che il singolo do- soffre di uno sbilanciamento. Questo cente realizza individualmente nella Piano si propone di promuovere la propria comunità professionale e di collaborazione in tutte le sue forme ricerca, e nella comunità scolastica, come elemento essenziale per lo svi- unitamente ai piani formativi delle luppo del sistema educativo italiano. singole istituzioni scolastiche e con il contributo dei piani nazionali. La collaborazione va incoraggiata a tutti i livelli: • a scuola, anche istituzionalizzan- do modelli di tutoraggio e men- toring; • a livello territoriale, per la co- struzione di filiere formative ef- ficaci e di reti cooperative per lo sviluppo di azioni coordinate; • a livello nazionale, all’interno dei gruppi disciplinari e interdisci- plinari; • a livello internazionale, stimo- lando l’apertura al confronto e l’intensificazione degli scambi internazionali, anche attraverso esperienze oggi rese possibili dai gemellaggi europei. 7
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 2.3 ASSICURARE LA QUALITÀ DEI PERCORSI FORMATIVI L’efficacia dei percorsi formativi è in- Per questo motivo risulta fondamen- dubbiamente uno dei fattori di mag- tale investire prioritariamente sulla giore complessità per tutti i Paesi, formazione dei formatori affinché compresa l’Italia, che affrontano la tutte le figure coinvolte nella forma- sfida della costruzione di un sistema zione possano seguire percorsi effi- di sviluppo professionale continuo caci e intraprendere proficuamente dei propri docenti. Una larga porzio- lo sviluppo professionale richiesto. ne di questo problema è legata alla La qualità dei percorsi formativi è bassa qualità dei percorsi formativi quindi sostenuta da buoni contenuti in termini di modelli e metodologie e da buoni formatori la cui corret- utilizzate: questo disincentiva ul- ta identificazione e valorizzazione teriormente la partecipazione alla diventa essenziale. Occorre partire formazione e contribuisce a costru- da una vera valorizzazione delle mi- ire un’idea sbagliata di formazione gliori risorse, già presenti nella scuo- come mero “aggiornamento”. Anche la, integrandole, ove necessario, con quando le risorse sono disponibili, autorevoli contributi. questo problema contribuisce a sva- lutare parzialmente gli investimenti fatti dal Ministero. Questo Piano sostiene, quindi, in maniera concreta diverse azioni per favorire l’innalzamento della qualità dei percorsi formativi, introducendo linee guida, regole e incentivi perché i percorsi offerti e organizzati dalle scuole possano diventare prototipi e riescano a massimizzare il proprio impatto sul capitale professionale e sociale di tutta la scuola. 8
CAPITOLO 2 2.4 2.5 DEFINIRE CON CHIAREZZA PROMUOVERE LE PRIORITÀ DELLA L’INNOVAZIONE CONTINUA FORMAZIONE Il nostro sistema di istruzione vive Un sistema per la formazione incen- e si sviluppa attraverso la continua trato sull’autonomia scolastica ha sperimentazione e innovazione. In bisogno di definire priorità strate- questa direzione, il Piano agisce at- giche. Per la prima volta, attraverso traverso diversi strumenti per valo- un Piano Nazionale si definiscono rizzare l’innovazione, sia a livello di ambiti tematici e priorità che guar- singola scuola, che di intero sistema dano oltre la differente natura delle scolastico. Questo si concretizza me- risorse e la diversa collocazione am- diante finanziamenti dedicati, incen- ministrativa delle aree di intervento tivi ed efficaci regole che permetta- del Ministero. Come sarà sviluppato no alle migliori pratiche di diventare nel capitolo 3 di questo documento, sistema, e alle migliori energie di è fondamentale chiarire la triplice proporre continuamente nuovi pro- natura degli obiettivi formativi rife- totipi formativi. ribili a: Il legame con il mondo della ricerca, a. obiettivi di crescita personale e non solo a livello di tematiche peda- professionale del singolo docente; gogiche e metodologiche, va esteso a tutti gli ambiti (inclusi quelli in- b. obiettivi di miglioramento della fluenzati dallo sviluppo tecnologico, scuola; l’evoluzione di spazi e ambienti per c. strategia per lo sviluppo dell’in- l’apprendimento, le sfide dell’infor- tero Paese. mazione e dei contenuti nell’era di- Il Piano parte da una seria analisi gitale, ecc.). dei bisogni formativi dei docenti. Se lingue straniere e competenze digitali sono indubbiamente priori- tà riconosciute, sempre ponendo al centro la formazione e l’innovazione metodologica, è altrettanto impor- tante definire ulteriori priorità “del sistema” in coerenza con le direttrici della riforma della “Buona Scuola”: le sfide dell’inclusione e dell’integra- zione, la creazione di competenze di cittadinanza globale nonché il rap- porto tra scuola e lavoro sono alcuni esempi in questo senso. 9
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 2.6 A COSA SERVE CREARE UN SISTEMA PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE CONTINUO Come avviene in diversi sistemi edu- scimento di impegni e meriti, scelta cativi nel mondo, è fondamentale della sede di servizio, assegnazione che una strategia di sviluppo profes- di incarichi specifici all’interno della sionale continuo crei le condizioni scuola, ecc. per un reale miglioramento del si- Infine, un sistema per lo sviluppo stema. professionale dei docenti permet- In primis, il sistema di sviluppo pro- te di programmare al meglio la fessionale continuo consente di formazione negli anni successivi, rafforzare e valorizzare la pro- raccogliendo periodicamente i biso- fessione docente, dando, inoltre, gni formativi e costruendo una base riconoscimento a chi si impegna complessiva di informazioni per il non solo nella propria formazione, sistema di istruzione. ma anche in favore della crescita dei propri colleghi. In secondo luogo, questo sistema guarda, inevitabilmente, alle pro- spettive di carriera dei docenti, in termini di legittimazione struttu- rale delle attività condotte. Questo Piano, con le innovazioni che esso introduce, costituisce il presupposto informativo e strategico per affron- tare il tema della valorizzazione del- la carriera dei docenti. In terzo luogo, un sistema per lo sviluppo professionale consente di documentare, attraverso disposi- tivi come il portfolio professionale e il piano di sviluppo professionale (di cui si parlerà nel capitolo 3), il progressivo affinamento di com- petenze, attitudini, expertise dei docenti, per dare una rappresen- tazione complessiva della funzione docente. Tale patrimonio profes- sionale potrà essere riconosciuto, valorizzato e incentivato mediante gli strumenti normativi messi a di- sposizione dal legislatore - ricono- 10
CAPITOLO 2 2.7 2.8 IN COERENZA CON LA IL LEGAME CON LA FORMAZIONE INIZIALE FORMAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI E DI TUTTO IL PERSONALE Una formazione per lo sviluppo del- la professionalità dei docenti è ne- cessariamente pensata, progettata e Seppure questo Piano tratti priori- realizzata in coerenza con la forma- tariamente la formazione in servizio zione iniziale. dei docenti, per affrontare comples- È ormai chiaro dai risultati di molte sivamente tali tematiche non è pos- ricerche che le competenze acquisite sibile separare la formazione per nella formazione iniziale divengono i docenti da quella per i dirigenti inerti se non supportate e ricostruite scolastici e per il resto del personale in modo continuo e attivo, soprattut- scolastico. to nel campo delle soft skills. In que- Per questo motivo all’interno del ca- sta logica, la legge 107/2015 (art. 1 pitolo 4 sarà preso in considerazione comma 181 lettera c) definisce i prin- il fabbisogno formativo complessivo cipi per le nuove modalità di accesso delle scuole, considerando tutto il alla professione docente, favorendo personale. la costruzione di percorsi formativi che tengano insieme la riflessione I Piani formativi, ad esempio, pro- teorica e la pratica. muoveranno anche modalità di formazione in grado di coinvolgere La ricchezza del rapporto e dello diverse figure nello stesso “spazio scambio di competenze e ruoli che formativo”, proprio per stimolare le università costruiscono con le quella collaborazione che migliora e scuole nella elaborazione dei cur- rafforza la scuola e la sua comunità. ricoli di studio e di tirocinio per la specializzazione e l’insegnamento, divengono quindi spazi reali di evo- luzione del sapere professionale di entrambe e terreno per la costruzio- ne di alleanze formative valide, non solo per la definizione dei contenuti della formazione iniziale, ma anche nella prospettiva della formazione continua. 11
3 PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 IL SENSO DELLA FORMAZIONE Il senso e la cura della propria formazione in servizio, come previsto dalla legge 107/2015, non possono essere interpretati come una generica e ripetitiva “partecipazione a corsi di aggiornamento”, spesso caratterizzata solamente da iniziative frontali, talvolta anche non connessi con le pratiche scolastiche. 12
CAPITOLO 3 La formazione in servizio rappre- senta, eticamente oltre che giuridica- 2 Education and Il senso della mente, il presupposto fondamen- training 2020 (ET formazione tale per lo sviluppo professionale 2020) - Conclusioni del Consiglio individuale e della intera comuni- dell’Unione tà docente, oltre che obiettivo prio- Europea del 12 ritario da raggiungere per il 2020 Maggio 2009 nello spazio europeo dell’istruzione 3 Insegnanti e della formazione2, che individua in Europa. ESIGENZE NAZIONALI nel corpo docente la risorsa chiave Formazione, status, per il miglioramento della qualità condizioni di dei sistemi educativi in Europa. servizio. Bollettino di Informazione Priorità del sistema In questa prospettiva, lo sviluppo Internazionale, e Piani Nazionali professionale continuo (Continuing Indire, Ottobre (es. lingue, competenze digitali, Professional Development - CPD) è 2013 inclusione e integrazione, ormai considerato come un obbligo didattica per competenze, professionale nella maggior parte autonomia) dei paesi europei. Come indicato nella legge 107/2015, dal 2016 anche il sistema educati- vo italiano si allinea ai migliori standard internazionali facendo MIGLIORAMENTO dello sviluppo professionale con- DELLA SCUOLA tinuo dei docenti un obiettivo strategico permanente3. La formazione è un dovere profes- Legame tra bisogni individuali, sionale oltre che un diritto contrat- bisogni della scuola tuale. Ai singoli insegnanti spetta e del territorio inserire, nel proprio codice di com- - portamento professionale, la cura Piano di formazione della propria formazione come scel- dell’Istituto (indicatore per RAV ta personale prima ancora che come e per valutazione del dirigente obbligo derivante dallo status di scolastico) dipendente pubblico. La formazio- ne continua è parte integrante della funzione docente (artt. 26 e 29 del CCNL 2006-2009) e ora la legge 107/2015 (La Buona Scuola) ricono- sce e dà forza a questo principio, lo SVILUPPO PERSONALE correda di alcune regole di funzio- E PROFESSIONALE namento, inserite in questo Piano, e lo dota di risorse finanziarie. Standard Professionali - Portfolio professionale docente - Piano individuale di Sviluppo Professionale 13
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 L’investimento strategico sulla Come sottolineato dalla recente 4 Burns, T. and formazione permanente risponde pubblicazione Governing Education F. Köster (eds.) (2016), in primo luogo ad esigenze nazio- in a Complex World (2016)4, gover- Governing Education nali, legate alla modernizzazione nare la complessità degli attuali si- in a Complex World, del sistema Paese all’interno della stemi d’istruzione implica modelli OECD Publishing, ParisMaggio 2009 comunità internazionale, come, ad multilivello che siano in grado di bi- esempio, l’acquisizione di competen- lanciare le politiche educative nazio- 5 Francesca ze nelle lingue straniere e di compe- nali sia con i bisogni delle comunità Caena, Quality in Teachers’ continuing tenze digitali. locali, sia con il raggiungimento di professional In secondo luogo, l’arricchimento standard educativi a livello europeo. development, del profilo professionale dei docenti Anche la Commissione Europea5 European è strettamente correlato al miglio- ha evidenziato il ruolo fondamen- Commission, 2011, http://ec.europa.eu/ ramento del sistema di istruzio- tale della formazione in servizio dei education/policy/ ne e all’adeguamento dell’offerta docenti per garantire questo delica- strategic-framework/ formativa della singola scuola ai to equilibrio tra i vari livelli delle doc/teacher- bisogni educativi espressi dalla politiche educative e l’ efficacia dei development_en.pdf popolazione scolastica e dal terri- sistemi d’istruzione in termini di svi- torio, in una società caratterizza- luppo delle competenze per la vita e ta dalla complessità e da una sem- per il mondo del lavoro. pre maggiore diversificazione. Infine, la formazione è espressio- ne dei bisogni e delle prospettive di crescita professionale del singo- lo docente, come individuo e come professionista. Questi diversi livelli di bisogni for- mativi possono integrarsi ed essere declinati in temi legati alla realtà territoriale, alle esigenze dell’istituto scolastico e all’esperienza professio- nale del singolo docente. 14
CAPITOLO 3 Anche nel caso dei docenti di se- condaria di II grado si hanno dati 6 OECD (2014), DA DOVE PARTIAMO: simili. Solo il 76% degli insegnanti TALIS 2013 Results: ALCUNI DATI ha svolto attività di sviluppo profes- An International perspective on teaching sionale contro il 90%, media dei 10 and learning, OECD Paesi OCSE in cui è stata condot- Publishing La percentuale di docenti italiani che ta l’indagine, e solo il 55% dichia- partecipa alle iniziative di formazio- 7 OECD (2014) “New ra di aver ricevuto feedback contro ne in servizio è inferiore a quella dei Insights from Talis l’83,8% rilevato nel complesso dei Paesi nostri partner in Europa e ne- 2013: teaching and Paesi partecipanti7. Occorre anche Learning in Primary gli ultimi anni il divario si è ulterior- considerare l’età media molto eleva- and Upper Secondary mente ampliato (cfr. OECD, 20146), ta dei docenti italiani, che suggerisce Education, OECD così come è assai limitata la quota di Publishing comunque di offrire opportunità di docenti che ha ricevuto un feedback formazione per tutte le generazioni sulla propria azione didattica. degli insegnanti, avendo riguardo ai L’indagine TALIS2013 evidenzia che diversi profili di competenze, alle solo il 75% dei docenti di secondaria esperienze pregresse, alle diverse di I grado ha svolto attività di for- fasi del ciclo di vita professionale (i mazione in servizio contro una me- primi 10 anni di servizio sono diver- dia dell’ 88% tra i paesi che hanno si dagli ultimi 10), alle possibili aree partecipato all’indagine, così come di criticità. risulta assai limitata, pari al 57%, la quota di docenti che ha ricevuto un feedback sulla propria azione didat- tica (rispetto all’88% della media dei Paesi partecipanti). 15
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 3.1 gital Economy & Society Scoreboard della Commissione Europea ci vede 8 Fonte: Eurobarometro al 25mo posto su 28 paesi, con un 2012, risultato particolarmente debole sul http://europa.eu/rapid/ pilastro “Capitale Umano” (24mo press-release_IP-12- posto). Significa che gli italiani sono 679_it.htm?locale=en poco preparati ad una società sem- LA FORMAZIONE SERVE pre più digitale. Allo stesso tempo, AL PAESE in una società sempre più interdi- pendente e globalizzata, le compe- tenze linguistiche rappresentano un bagaglio fondamentale: ma solo il L’importanza di elevare gli standard 34% degli italiani8 dichiara di ave- professionali dei docenti italiani re una competenza adeguata per deve andare in sintonia con le tra- intrattenere una conversazione in sformazioni sociali, culturali, tecno- lingua inglese, un dato inferiore alla logiche, scientifiche in atto a livello media europea. globale: la formazione permanente e continua del personale scolastico serve al Paese. Non si tratta solo di una consapevolezza politica, né di un obbligo morale verso il progresso e il rapido cambiamento in atto. Dati nazionali e internazionali definisco- no uno scenario in cui la cura del capitale umano di un Paese rap- presenta la priorità sociale prima ancora che economica, con parti- colare attenzione alla popolazione giovane e ai protagonisti del sistema educativo. A titolo esemplificativo, competenze digitali e lingue straniere rappre- sentano due fabbisogni importanti e hanno la massima priorità. Se è ormai accertato da diversi anni, con crescente enfasi, che le competenze digitali sono alla base di ogni setto- re dell’economia e della cittadinanza del 21mo secolo, è altrettanto vero che l’Italia riscontra una debolezza intrinseca su questo piano su cui occorre agire strutturalmente. Il Di- 16
CAPITOLO 3 3.2 9 Bruxelles, 3.8.2007 Tuttavia non è solo il singolo inse- COM(2007): gnante, ma piuttosto l’insieme dei Comunicazione docenti a caratterizzare una scuola della commissione al o un sistema di scuole e a determi- Parlamento europeo narne la qualità. Il capitale profes- ed al consiglio sionale dei docenti è la risorsa imma- “Migliorare la qualità della formazione FORMARSI PER teriale che rende grande una scuola ed il suo paradigma è la cultura profes- degli insegnanti” MIGLIORARE LA SEC(2007) 931; sionale collaborativa. Questa consape- SEC(2007)933 PROPRIA SCUOLA volezza è rafforzata, nella pratica, da 10 OECD, Teachers tre strumenti: il Piano Triennale per matter. Attracting, l’Offerta Formativa, il Piano di Miglio- developing and ramento della scuola e il Rapporto di retaining effective Il legame tra un docente e l’organiz- Autovalutazione (RAV). teachers, Paris, zazione scolastica è stato rilevato in OECD Publishing. In primo luogo, è la stessa legge diverse occasioni dalla ricerca e dal di- http://www.oecd. 107/2015 a riconoscere che la parte- battito internazionale. La stessa Com- org/education/ cipazione ad azioni formative, con school/34990905. missione Europea9 da tempo ha evi- una pluralità di scelte possibili, deve pdf (2014)education/ denziato che quella del docente è una fare riferimento alla comunità sco- policy/strategic- professione che richiede qualifiche lastica, nello specifico al Piano Trien- framework/doc/ specifiche, che comporta un appren- teacher-development_ nale dell’Offerta Formativa che dovrà dimento lungo tutto l’arco della vita en.pdf contenere al suo interno anche la e che si sviluppa all’interno di una previsione delle azioni formative che comunità professionale e sociale. l’istituto si impegna a progettare e a Questo profilo, che è già richiamato realizzare per i propri docenti (e per in termini generali nella legislazio- tutto il personale), in forma differen- ne italiana, trova conferma nelle più ziata in relazione ai bisogni rilevati. accreditate ricerche internazionali, come nel rapporto Teachers Matter In secondo luogo, vi sono gli strumen- dell’OECD (2014): “Al docente va ti per legare il disegno organico sulle offerta l’opportunità di continuare a azioni formative all’interno della scuo- riflettere in maniera sistematica sulle la alle priorità e ai traguardi di miglio- pratiche didattiche; di intraprendere ramento di ogni Istituto. ricerche; di valutare l’efficacia del- Il Rapporto di autovalutazione le pratiche educative e se necessario (RAV), che ogni scuola ha realizzato modificarle; di valutare le proprie e aggiornato, individua gli obiettivi esigenze in materia di formazione; di miglioramento che, concordemen- di lavorare in stretta collaborazione te, ogni comunità scolastica intende con i colleghi, i genitori, il territorio” realizzare nei successivi tre anni. Le (OECD, 2014)10. analisi interne al RAV sono la base di La formazione in servizio si collega partenza per il Piano di Migliora- direttamente con il contesto di lavoro mento e lo stesso RAV individua la in aula del docente, si qualifica come formazione come una delle 7 aree riflessione alta sullo stile di insegna- di processo su cui viene espresso mento, attraverso un rapporto maturo un giudizio sull’istituto e uno degli con le conoscenze e le trasformazioni obiettivi di processo che la scuola può culturali, con le innovazioni in mate- indicare e definire per raggiungere i ria didattica e una migliore conoscen- risultati. za delle dinamiche dell’apprendimen- Il Piano di ogni scuola deve conside- to. È indispensabile avere a scuola rare la formazione del personale come persone di cultura, professionalmente una leva per perseguire con successo preparate, consapevoli della loro re- la strategia di sviluppo e miglioramen- sponsabilità pubblica (OECD, 2011). to dell’Istituto. 17
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 11 Si veda ad esempio per il sistema inglese il documento Teachers’ Standards del Department for Education https://www. gov.uk/government/ 3.3 GLI STANDARD PROFESSIONALI DEL DOCENTE uploads/system/uploads/ FORMAZIONE COME Come avviene in molti sistemi edu- attachment_data/ SVILUPPO PROFESSIONALE cativi nel mondo11, è necessario lega- file/301107/Teachers__ re gli obiettivi di sviluppo professio- Standards.pdf E PERSONALE nale continuo del docente a standard professionali chiari e definiti. Anche attraverso una analisi dei La formazione permanente è ele- principali modelli proposti a livello mento fondante della professio- internazionale, e come anticipato dal nalità docente, nel quadro degli DM 850/2015, saranno considerate obiettivi istituzionali di qualità, come punto di partenza le seguenti miglioramento ed equità, affidati al aree di sviluppo professionale: sistema di istruzione del nostro Pa- 1. possesso ed esercizio delle com- ese. La formazione in servizio non è petenze culturali, disciplinari, di- adempimento formale o contrattua- dattiche e metodologiche in rela- le, è scelta professionale che con- zione ai traguardi di competenza sente ampia autonomia culturale, ed agli obiettivi di apprendimen- progettuale, didattica, di ricerca, to previsti dagli ordinamenti sco- nell’ambito della libertà di inse- lastici; gnamento e nel quadro delle in- novazioni scientifiche. 2. possesso ed esercizio delle com- petenze relazionali e organizza- Questa dimensione suggerisce quin- tive in relazione alla migliore ge- di la creazione di un sistema di svi- stione dell’insegnamento e degli luppo professionale continuo, un ambienti di apprendimento; ambiente di apprendimento “diffu- so” qualificato da un insieme di dif- 3. partecipazione responsabile ferenti opportunità culturali per la all’organizzazione scolastica, al formazione: corsi, comunità di prati- lavoro collaborativo in rete, an- che, riviste, pubblicazioni, esperien- che assicurando funzioni di co- ze associative, proposte di ricerca, ordinamento e animazione; attività accademiche. 4. cura della propria formazione in Per fare questo e per raggiungere gli forma di ricerca didattica, docu- obiettivi correlati ad un’efficace ri- mentazione, riflessione sulle pra- caduta della formazione nell’ambito tiche, diffusione di esperienze di dell’insegnamento, il punto di par- eccellenza. tenza è l’adozione di “standard pro- Il raggiungimento di adeguati stan- fessionali”. Sarà immediatamente dard rende indispensabile l’intro- costituito (ottobre 2016) un gruppo duzione di strumenti in grado di di lavoro che avrà lo scopo di defini- accompagnare il percorso di cresci- re tali standard. ta professionale. Il MIUR renderà disponibile un sistema on-line nel quale ciascun docente potrà docu- mentare e riorganizzare la propria “storia formativa e professionale” costruendo il proprio portfolio pro- fessionale. 18
CAPITOLO 3 Il portfolio professionale permetterà ai docenti di documentare la propria UN PORTFOLIO storia formativa operando diretta- PROFESSIONALE mente sulla piattaforma on line. La sua elaborazione aiuterà inoltre i PER OGNI DOCENTE docenti a riflettere sulla propria at- tività didattica e sul proprio modo di progettare e realizzare l’insegna- mento, consentendo a ciascuno di individuare ed esplicitare i campi di attività e le competenze professio- nali attraverso cui fornire il maggior CURRICULUM apporto all’istituzione scolastica, in PROFESSIONALE relazione alla specifica realtà. Il portfolio fornisce inoltre l’am- biente digitale in cui documentare Anagrafe delle professionalità le Unità Formative acquisite, anche (fascicolo docente + altre per valutarne l’efficacia. Diventa esperienze professionali + quindi lo strumento per riconosce- qualifiche e certificazioni + re e valorizzare ogni passaggio della attività di ricerca e pubblicazioni) propria storia formativa e professio- - nale - dentro e fuori la classe, nella comunità scolastica allargata, a di- Storia formativa (quali e quanti versi livelli nel sistema scolastico. percorsi, con che costanza, di che tipo, con quali risultati) In sintesi il portfolio, inizialmente composto da un diverso insieme di informazioni strutturate e non, a par- tire da quelle contenute nel sistema informativo del Ministero, consente ATTIVITÀ DIDATTICA al docente di: • descrivere il proprio curriculum professionale, comprensivo anche Progettazione, documentazione della propria “storia formativa”; e riflessione sull’attività didattica • mettere a disposizione dei di- (es. link a risorse didattiche rigenti scolastici il curriculum prodotte, lavoro condotto come supporto alla scelta nella nell’anno di prova, progettazione chiamata per competenze per di particolari percorsi formativi) l’assegnazione dell’incarico trien- nale; • elaborare un bilancio di compe- tenze e pianificare il proprio svi- luppo professionale; PIANO INDIVIDUALE • raccogliere e documentare fasi DI SVILUPPO PERSONALE significative della progettazione didattica, delle attività didattiche Aggiornato con le proposte di svolte, delle azioni di verifica in- sviluppo professionale del docente traprese. Dal punto di vista amministrativo, il portfolio diventa quindi parte in- tegrante del fascicolo digitale del docente, permettendo ad ammini- 19
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 strazione, scuole e dirigenti di rico- 12 Cedefop, struire e comprendere la storia pro- IL PORTFOLIO Terminology of fessionale del docente e di disporre di PROFESSIONALE European education tutte le informazioni di carattere am- and training policy, 2nd DEI DOCENTI ministrativo relativo al percorso pro- Edition, pp. 241-3,2014. Il Portfolio consente di valutare www.cedefop.europa.eu/ fessionale. Esso sarà formato da una parte pubblica che troverà spazio in la qualità della formazione effet- files/4117_en.pdf un applicativo in corso di sviluppo tuata, attraverso un’analisi delle da parte del MIUR (e che permetterà seguenti caratteristiche: di indicare riferimenti, risorse e link • la tipologia dei percorsi fre- esterni), e una parte riservata, che quentati (monte ore, fonti for- sarà disponibile e gestita internamen- mative, traguardi raggiunti, te dal docente stesso. Il MIUR fornirà ecc); a ottobre 2016 indicazioni operative • le modalità di formazione e strumenti per il concreto avvio del (peer to peer, lezioni, labora- portfolio professionale del docente tori pratici, approcci “on the nell’anno scolastico 2016/2017. job”, azioni di accompagna- mento, ecc); • i contenuti di formazione; • percorsi di formazione all’e- stero; • l’utilizzo delle risorse (econo- miche, professionali, materiali, strumentali, ecc); la progettua- lità conseguente alla forma- zione; • il report narrativo del per- corso formativo svolto e delle considerazioni relative allo svolgimento (positività, ele- menti critici, perplessità, inap- plicabilità, ecc) e la ricaduta sulle pratiche in classe e nell’i- stituzione; • la presentazione pubblica del- la progettualità e del percorso formativo; • l’autovalutazione del percorso; • la partecipazione al progetto formativo della scuola. 20
CAPITOLO 3 IL PIANO DI SVILUPPO PROFESSIONALE IL PIANO INDIVIDUALE DI A titolo di esempio, le macro aree su SVILUPPO PROFESSIONALE cui si basa il piano sono: 1 Area delle competenze relative Una buona formazione si innesta all’insegnamento (didattica) sulla rilevazione dei bisogni espres- si dai docenti. Un passaggio signifi- a. Progettare e organizzare le si- cativo è rappresentato dal Bilancio tuazioni di apprendimento con delle competenze12, adottato in via attenzione alla relazione tra stra- sperimentale per la formazione dei tegie didattiche e contenuti disci- neoassunti (DM 850/2015) e già plinari; praticato da oltre 110.000 docen- b. Utilizzare strategie appropria- ti neoassunti negli ultimi 2 anni. Il te per personalizzare i percorsi bilancio delle competenze sarà adat- di apprendimento e coinvolgere tato agli scopi della formazione in tutti gli studenti, saper sviluppa- servizio nel Piano individuale di re percorsi e ambienti educativi sviluppo professionale. attenti alla personalizzazione e Il Piano individuale di sviluppo all’inclusione; professionale è uno strumento, che c. Osservare e valutare gli allievi; ciascun docente curerà con aggior- namenti periodici, in cui indicare d. Valutare l’efficacia del proprio esigenze e proposte di crescita pro- insegnamento. fessionale in riferimento alle aree 2. Area delle competenze relative indicate più avanti. alla partecipazione scolastica (orga- Questo permette, da una parte, di nizzazione) rendere ciascun docente parte attiva e. Lavorare in gruppo tra pari e fa- nel processo di crescita e di miglio- vorirne la costituzione sia all’in- ramento della comunità professio- terno della scuola ch e tra scuole; nale di appartenenza e, dall’altra, di f. Partecipare alla gestione della raccogliere complessivamente le esi- scuola, lavorando in collabora- genze formative della scuola. zione con il dirigente e il resto Il dirigente, infatti, nella definizione del personale scolastico; delle linee di indirizzo da proporre g. Informare e coinvolgere i ge- al Collegio Docenti per l’elaborazio- nitori; ne del Piano di formazione dell’I- stituto, tiene conto delle esigenze h. Contribuire al benessere degli formative espresse dai docenti nei studenti. propri piani individuali. Il Piano di 3. Area delle competenze relative alla formazione dell’istituto è quindi il propria formazione (professionalità) risultato di tali valutazioni e dovrà essere inserito nell’aggiornamento i. Approfondire i doveri e i proble- annuale del PTOF. mi etici della professione; j. Curare la propria formazione continua; k. Partecipare e favorire percorsi di ricerca per innovazione, anche curando la documentazione e il proprio portfolio. 21
4 PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 LE PRIORITÀ DEL PROSSIMO TRIENNIO (2016-2019) Questo Piano Nazionale identifica le priorità strategiche per il sistema scolastico in materia di formazione, come innovazione necessaria per due ragioni: dare coerenza, sia tematica che amministrativa, agli interventi che il MIUR mette in campo, e comunicare alle scuole e ai territori le direzioni dell’intero sistema, fermo restando il rispetto dell’autonomia scolastica e delle specificità territoriali. 22
CAPITOLO 4 Il punto di partenza per definire le priorità della formazione per Sintesi dei dati degli oltre il prossimo triennio è dato dai bisogni reali. Questi sono dati, a 25.000 docenti neoassunti loro volta, dall’intersezione tra nell’a.s. 2014/2015 bisogni nazionali, esigenze delle scuole e necessità di sviluppo pro- Dall’analisi dei bilanci di competenze compilati fessionale. dai docenti neoassunti è emerso che: Pur con i limiti dell’autodichiarazio- • Il 58% attribuisce il valore e la centralità ai ne, il nuovo percorso di formazione contenuti disciplinari; in ingresso per i neoassunti rap- • Il 72% concepisce lo sviluppo di competenze presenta un corpus importante per come un elemento fondamentale nella identificare le esigenze formative dei progressione dell’apprendimento degli studenti; docenti. • Il 62% dà un grande risalto al lavoro di gruppo per il coinvolgimento degli studenti nei percorsi di apprendimento; • Il 68% ritiene che vi sia un ruolo evidente dei genitori nelle dinamiche scolastiche ed il 59% ritiene che nell’ambito della partecipazione scolastica sia importante collaborare con i colleghi attraverso la realizzazione di progetti; • Il 59% manifesta l’interesse e la propensione a partecipare a percorsi di ricerca in campo educativo e a sperimentare le odierne opportunità innovative. Le prime 5 competenze che i docenti neoassunti ritengono di dover potenziare nel futuro sono: • Come curare la propria formazione continua (78%) • Come lavorare in gruppo - network professionali (63%) • Come utilizzare in modo adeguato le tecnologie nella didattica (62%) • Come coinvolgere gli studenti nel loro apprendimento (57%) • Come organizzare e animare le situazioni di apprendimento (51%) I primi 5 argomenti trattati nei laboratori formativi realizzati sul territorio sulla base della domanda: • Bisogni Educativi Speciali (Bes) (93%) • Nuove tecnologie e didattica (83%) • Gestione della classe e delle problematiche relazionali (71%) • Sistema Nazionale di valutazione (54%) • Inclusione e aspetti interculturali (36%) Fonte dati INDIRE – neoassunti 2014/2015 23
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 Il già citato Rapporto TALIS (2013) innovazioni tecnologiche nelle 13 Si veda comunque rivela i bisogni di sviluppo profes- scuole. In tutte le ricerche si evi- la parte finale di sionale segnalati dai docenti italiani, denzia infatti il contributo positivo questo capitolo per un mettendo ai primissimi posti le com- che le tecnologie possono apportare approfondimento su petenze legate all’uso didattico delle alla produzione degli apprendimen- dirigenti scolastici e personale ATA. nuove tecnologie, nonché quelle ne- ti. Tuttavia, esso non si realizza me- cessarie per l’insegnamento in con- diante l’introduzione sic et simplici- testi multilingue e multiculturali. ter nella didattica delle tecnologie, L’esperienza maturata in questi anni ma necessita di un’attenta riflessione a livello nazionale sulla valutazione metodologica, affinché l’innovazione standardizzata degli apprendimenti tecnologica eserciti un ruolo positi- ha messo in luce che la scuola ne- vo per l’acquisizione di competenze cessita di supporto formativo per strategiche per tutti e per ciascuno. utilizzare al meglio gli esiti delle I risultati degli studenti prove nazionali (INVALSI) e inter- Gli esiti delle rilevazioni nazionali nazionali (OCSE-PISA, IEA-TIMSS, e internazionali evidenziano alcuni IEA-PIRLS, ecc.). punti di difficoltà degli allievi del- Dalle indagini internazionali e le scuole italiane che meritano una nazionali emerge con chiarezza particolare attenzione, specie nella che sovente i docenti non han- prospettiva dell’individuazione di no un’adeguata conoscenza degli azioni formative rivolte al personale strumenti per valutare l’impatto docente. delle soluzioni assunte. I risultati delle prove standardizza- Tutti i dati forniti da OCSE e IN- te indicano piuttosto chiaramente VALSI mostrano che la scuola non che molti studenti sono in difficoltà sempre possiede gli strumenti me- quando viene chiesto loro di eser- todologici necessari per tradurre citare le competenze che hanno l’enorme quantità di dati a disposi- acquisito o che avrebbero dovuto zione in un reale strumento per pro- raggiungere durante il loro percorso muovere il miglioramento. scolastico: non viene riservata una Dal punto di vista più strettamente cura sufficiente allo sviluppo del- didattico-metodologico gli esiti delle le competenze di base. Non sem- prove standardizzate sugli apprendi- pre gli studenti delle nostre scuole menti, realizzate sia a livello nazio- posseggono con adeguata sicurezza nale sia a livello internazionale (IN- adeguate capacità di comprensio- VALSI, OCSE-PISA, IEA-TIMSS, ne della lettura e, in generale, del- IEA-PIRLS, ecc.), mettono in luce la propria lingua, specie quando la necessità di azioni informative in viene chiesto loro di attivarsi posi- grado di promuovere una didatti- tivamente nello svolgimento di un ca che punti alla promozione delle compito. Lo stesso vale anche per competenze. In questo senso le pro- la matematica dove molti giovani ve nazionali, ancorate puntualmen- sono in forte difficoltà nel proporre te alle Indicazioni nazionali per il soluzioni o argomentare strategie curricolo e alle Linee guide, possono risolutive. fornire utili spunti per la promozio- Le rilevazioni sugli apprendimen- ne di azioni formative concretamen- ti mettono in luce forti differenze te orientate alle prassi didattiche all’interno del Paese e rispetto ai delle scuole. maggiori paesi avanzati, specie ri- Un altro campo d’intervento nel spetto alla capacità di applicare po- quale gli esiti delle prove standar- sitivamente e correttamente quanto dizzate possono essere di supporto si apprende a scuola. è quello dell’introduzione delle È evidente quindi la necessità di 24
CAPITOLO 4 promuovere modalità d’insegnamen- • la cultura della valutazione e del to che puntino principalmente allo miglioramento; 13 il presente sviluppo di solide e mature compe- • l’alternanza scuola-lavoro e il tenze di base, specie in ambito mate- rapporto tra scuola e mondo matico e nella comprensione attiva esterno; della lingua madre. Infatti, tutte le ricerche nazionali e internazionali Le priorità nazionali, riferimento indicano chiaramente la necessità di per tutto il personale e per lo stesso promuovere azioni formative rivolte MIUR, saranno considerate e conte- ai docenti per favorire, da un lato, stualizzate dai dirigenti scolastici at- una didattica che miri essenzial- traverso gli indirizzi forniti al Colle- mente allo sviluppo di competenze gio dei docenti per la realizzazione, disciplinari e trasversali, basate su l’elaborazione e la verifica del Piano solide conoscenze e, dall’altro, all’ac- di formazione integrato nel Piano quisizione da parte dei docenti di triennale dell’Offerta Formativa. adeguate competenze nell’utilizzo dei dati e delle evidenze empiriche per valutare l’efficacia e l’opportuni- Ogni area rappresenta un ambi- tà delle scelte effettuate. to di lavoro che coinvolge in primo luogo i docenti, ma che si rivolge Oltre a questi dati, sono state ana- anche alle altre tipologie di sogget- lizzate le altre fonti in possesso del ti professionali (dirigenti, figure di Ministero e fornite in parte dall’ana- sistema, personale ATA in quanto i grafe delle professionalità del corpo fabbisogni formativi non possono e docente, realizzata nel 2012 e in cor- non devono necessariamente essere so di manutenzione, e in parte dalle “separati” per categoria)13. Occorre indicazioni raccolte dalle Direzioni anche evitare, quando possibile, so- attraverso azioni nazionali e territo- luzioni a “taglia unica”, e aiutare in- riali. vece scuole e loro reti a organizzare La legge 107/2015, partendo da que- percorsi il più possibile rispondenti sti bisogni, individua alcuni obiettivi alle diverse esigenze. prioritari che per poter essere rag- Come approccio comune a tutte le giunti necessitano di specifiche azio- priorità della formazione, andranno ni a livello nazionale. In particolare valorizzate scuole e gruppi di inse- ci si riferisce a: gnanti, nonché associazioni disci- • l’innovazione metodologica in plinari e professionali, università e tutte le sue forme e connessa ai soggetti che a vario titolo erogano nuovi ambienti per l’apprendi- formazione e che siano promotori di mento e all’utilizzo delle tecno- didattiche innovative e partecipate. logie nella didattica; Gli obiettivi che si ritengono pri- • le lingue straniere, con la finalità oritari per lo sviluppo del nostro di innalzare il livello delle com- sistema educativo per il triennio petenze linguistico-comunicative 2016-2019 sono sintetizzati nelle degli allievi, con particolare at- seguenti aree tematiche. tenzione alla metodologia CLIL; • le opportunità dell’autonomia curricolare, organizzativa e di- dattica. • l’accoglienza, finalizzata all’in- clusione, come modalità “quoti- diana” di gestione delle classi; 25
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 Le priorità della COME UTILIZZARE QUESTO CAPITOLO Formazione 2016-2019 In questo capitolo sono indicate, come richiesto dal comma 124 della legge 107, le priorità per la formazione in servizio per il prossimo triennio. In primo luogo, le priorità riguardano le azioni formati- COMPETENZE DI SISTEMA ve garantite dal MIUR e sviluppate attraverso le diverse modalità a disposizione (es. scuole-polo, gara naziona- le, chiamata alle università, progettazione degli ambiti, Autonomia didattica etc.) e con differenti partner. Le scuole inseriscono le e organizzativa azioni indicate dalle priorità nei propri piani di istituto, - in aggiunta o in integrazione di quanto decideranno di proporre partendo dai bisogni interni alla singola scuola Valutazione e miglioramento e progettati dalla rete di ambito. - In secondo luogo, le priorità, i temi e le azioni contenute Didattica per competenze e in questo capitolo possono essere interpretate come “li- innovazione metodologica nea guida” con cui il Ministero anticipa e qualifica l’im- portanza di alcuni contenuti e modalità formative per il nostro sistema educativo. In sintesi, i piani formativi delle scuole incroceranno azioni e percorsi descritti nelle priorità considerando COMPETENZE sia quelli proposti e realizzati direttamente dal MIUR, PER IL 21MO SECOLO che quelli progettati a livello di scuola e in rete. Per sostenere la progettazione delle scuole e delle reti di Lingue straniere ambito, la Cabina di Regia comunicherà tempi e moda- - lità di erogazione delle azioni proposte per l’attuazione Competenze digitali e nuovi di questo Piano. ambienti per l’apprendimento In aggiunta, si precisa che le diverse sezioni di questo - capitolo non sono da intendere come “scatole chiuse”, ma in interazione tra loro - si pensi, tra i vari esempi Scuola e lavoro possibili, al rapporto tra innovazione metodologica, in- novazione digitale e competenze linguistiche. COMPETENZE PER UNA SCUOLA INCLUSIVA Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale - Inclusione e disabilità - Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile 26
CAPITOLO 4 4.1 AUTONOMIA ORGANIZZATIVA E DIDATTICA La piena realizzazione dell’autonomia organizzativa e didattica delle scuole rappresenta l’orizzonte strategico prefigurato nella Legge 107/15 per realiz- zare finalità di qualificazione, sviluppo, equità del nostro sistema educativo. L’autonomia affida alle scuole, singole e associate in rete, di interpretare tali finalità attraverso l’elaborazione, la realizzazione e la verifica della proget- tazione curricolare (riferita alla scuola, alle discipline, alle classi, agli allievi). Questo implica un adeguato ripensamento delle modalità tradizionali di insegnamento e di organizzazione didattica. Gli spazi di flessibilità previsti dal nuovo quadro normativo si sostanziano nella vita dell’aula, nella costru- zione di ambienti di apprendimento innovativi, nella capacità di coinvolgere gli allievi, nel prendersi cura del funzionamento della scuola e dei rapporti con genitori e comunità di riferimento. Solo in questo modo l’autonomia esprime la capacità di ogni scuola di assumersi la responsabilità dei compiti formativi essenziali ad essa affidati. In considerazione della possibilità di utilizzare in modo funzionale ed inte- grato il personale scolastico, la formazione deve consentire la valorizzazione delle diverse competenze professionali, le specifiche specializzazioni, le atti- tudini e le motivazioni. Tali inserimenti vanno accompagnati da una specifica attenzione formativa, che vada oltre le conoscenze disciplinari e che sia orientata alla preparazio- ne di figure di docenti con particolari funzioni che sono correlate a “profili professionali”. CONTENUTI CHIAVE Progettare nell’ambito dell’autonomia; progettazione europea; flessibilità organizzativa; didattica modulare; gestione della classe; progettazione partecipata degli ambienti di apprendimento; gestione e valorizzazione della quota dell’autonomia del curricolo d’Istituto; utilizzo dell’organico dell’autonomia: modelli e simulazioni; lavorare in gruppo; tempo-scuola; organico potenziato e organico funzionale; team teaching; peer review AUTONOMIA ORGANIZZATIVA E DIDATTICA e tutoraggio; ruolo del middle management nella scuola; lavorare nella comunità professionale; progettazione del piano dell’offerta formativa, lavorare in reti e ambiti. 27
PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019 LINEE STRATEGICHE • Rafforzare la capacità di ogni scuola di utilizzare risorse umane, risorse didattiche, risorse finanziarie per migliorare la qualità della didattica e gli apprendimenti degli allievi; • Caratterizzare ogni scuola come comunità professionale impegnata nella progettazione partecipata, gestione e valutazione della propria offerta formativa, anche attraverso la formazione di nuove figure con particolari funzioni (referenti, tutor, responsabili di aree di lavoro); • Promuovere forme di leadership educativa favorendo il lavoro collaborativo tra gli insegnanti, la formazione di staff, il presidio dell’autonomia di ricerca e innovazione, i rapporti con la dirigenza scolastica; • Arricchire l’offerta formativa di progetti correlati con gli apprendimenti disciplinari e le competenze cross-curricolari; • Sensibilizzare i docenti ed il personale della scuola verso l’utilizzo delle opportunità offerte dalla piena attuazione dell’autonomia (organico potenziato, piano triennale, flessibilità organizzativa, figure di coordinamento, fondi di incentivazione, formazione di istituto); • Sostenere lo sviluppo di una cultura dell’autonomia tra gli operatori scolastici e nella comunità sociale, per favorire le azioni di rete, i partenariati, la progettazione partecipata, la governance territoriale dell’offerta formativa; • Sperimentare ed implementare modelli organizzativi e di gestione degli spazi innovativi anche finalizzati a nuove modalità di lavoro d’equipe (aule laboratorio, spazi alternativi all’aula, diversi moduli orari, diversa scomposizione del gruppo classe, ecc). ESEMPI DI DESTINATARI • Referenti di istituto, funzioni strumentali, figure di coordinamento, tutor, per presidiare i processi organizzativi e didattici, finalizzati al miglioramento dell’insegnamento e dei risultati scolastici; • Formatori, anche per la produzione di materiali didattici innovativi; • Docenti, consigli di classe, dipartimenti impegnati nei progetti di arricchimento, differenziazione e individualizzazione dell’insegnamento AUTONOMIA ORGANIZZATIVA E DIDATTICA e in processi di innovazione delle metodologie e delle didattiche; • Dirigenti scolastici; • Personale ATA. 28
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