Riparte Giffoni Multicinema: i film più attesi con la magia del 4K - Cronache Salerno

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Riparte Giffoni Multicinema: i film più attesi con la magia del 4K - Cronache Salerno
Riparte Giffoni Multicinema:
i film più attesi con la
magia del 4K
Giffoni torna ad aprire le porte delle sue sale per riproporre
la magia del grande schermo a ragazzi e adulti, cinefili e
appassionati e a tutte quelle famiglie che vogliono continuare
a godere di tutte le novità della stagione cinematografica in
un ambiente totalmente rinnovato, comodo e sicuro. Dopo il
grande successo di Me Contro Te Il Film – Il Mistero della
Scuola Incantata, che ha registrato la presenza di tantissimi
fan di Luì e Sofì in sala Truffaut con 700 poltrone nuove di
zecca e un sistema di proiezione in 4k, dal 16 al 19
settembre, in Sala Verde, arriverà (ore 17.30), Il giro del
mondo in 80 giorni di Samuel Tourneux, film d’animazione
presentato in anteprima a #Giffoni50Plus. Da deserti in fiamme
a jungle misteriose, da intrepide principesse a locuste
adoratrici di vulcani, Passepartout scoprirà quanto vasto,
meraviglioso e folle sia il mondo. Negli stessi giorni, sempre
in sala Verde (alle 19 e alle 21.15) sarà proiettato Come un
gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, un film di
Riccardo Milani con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia
Bergamasco, Claudio Amendola, Luca Argentero. Monica e
Giovanni sono tornati. Sono passati tre anni dalla fine della
loro storia d’amore che, come previsto sulla panchina di
piazza Cavour è durata poco, anzi pochissimo, proprio come un
gatto in tangenziale. Infine, sempre dal 16 al 19, in Sala Blu
(alle 18.30 e alle 21) ci sarà Shang-Chi e la leggenda dei
dieci anelli di Destin Daniel Cretton, in un’esperienza ancora
più coinvolgente grazie al Dolby Atmos. Distribuito da Walt
Disney, è il primo film della Marvel su un supereroe asiatico.
Il protagonista Shang-Chi, interpretato sullo schermo da Simu
Liu, è apparso per la prima volta nei fumetti nel 1973.
Conosciuto anche come Maestro del Kung-Fu, è un giovane
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supereroe che non sa realmente chi sia né di cosa sia capace.
Deve affrontare il bene, il male, la luce e l’oscurità e
tentare di farli convivere per poter raggiungere il suo pieno
potenziale, un potere che può permettergli di duplicare se
stesso infinite volte. Sulla sua strada trova alcuni
personaggi pronti a dargli del filo da torcere, appartenenti
all’organizzazione terroristica chiamata Dieci Anelli. A capo
della gang c’è qualcuno con cui in passato Shang Chi ha già
avuto a che fare: il temibile Mandarino. Non solo qualità
dell’offerta, ma anche della fruizione: le sale di Giffoni
Multicinema sono tra le più avanzate del territorio grazie
allo splendore del 4k e alla magia del Dolby Atmos, con prezzi
accessibili a tutti (intero € 5.50 – ridotto € 4) e parcheggio
gratuito. Sono queste le carte vincenti di un format family
espressamente pensato per il pubblico che vive Giffoni tutto
l’anno con il meglio della programmazione cinematografica, dai
blockbuster più attesi ai film d’autore ai più bei film di
animazione. Inoltre una nuova tecnologia di aerazione, dotata
di filtri antibatterici, sanificherà ambienti e superfici,
garantendo la massima sicurezza. La programmazione di Giffoni
Multicinema è disponibile su www.giffonifilmfestival.it e sui
social ufficiali: https://www.facebook.com/giffonimulticinema/
https://www.instagram.com/giffoni_multicinema/ E’ possibile
prenotare il proprio biglietto       anche   telefonicamente,
contattando lo 089 8023262.

Gubitosi: “Non siamo solo un
esempio     virtuoso,     ma
un’azienda culturale su cui
investire”
“Non possiamo pensare di fare scelte per conto dei nostri
giovani che devono essere coinvolti nei processi decisionali
che fanno riferimento al loro futuro. Nessuno ha il diritto di
estrometterli. E’ la mia storia che mi dà il diritto ed il
dovere di dire queste cose di cui mi assumo la responsabilità.
Tutto questo, in particolare al Sud, che non deve avere paura
di crescere perché può rappresentare una speranza per tutto il
nostro Paese”. È questo il senso dell’accorato appello di
Claudio Gubitosi, ideatore e fondatore di Giffoni, alla
trentasettesima edizione del Premio Sele d’Oro. La riflessione
di Gubitosi si è rivelata da subito coraggiosa, un
ragionamento dirompente e per certi versi spiazzante in
riferimento a tematiche di grandissima attualità: la crescita
e lo sviluppo del Mezzogiorno, l’impiego delle risorse
europee, il ruolo dei giovani e l’esigenza di valorizzarne
protagonismo e dinamismo. “Mi sono chiesto – ha così esordito
– quale poteva essere il mio contributo di pensiero su un tema
come la cultura nello sviluppo del Sud. Giffoni è certamente
una storia di successo con percorsi innovativi e prospettive
straordinarie. Ma oggi non voglio parlare solo di Giffoni.
Oggi ho il dovere di dire altro, di ampliare il mio
ragionamento. Devo farlo per le nuove generazioni”. Una
riflessione che parte dalla valutazione su due anni
complicati, segnati dalla pandemia: “Mentre le fragilità che
sono emerse – ha spiegato – hanno portato alla chiusura di
tante iniziative, la nostra risposta a queste fragilità è
stata la determinazione insieme al senso di responsabilità di
chi è azienda culturale e proprio per questo non può fermarsi.
Giffoni non si è fermato, non ha abbandonato nessuno. E’ una
cosa che rivendico con orgoglio”. Una riflessione che ha a che
fare con un Mezzogiorno proiettato verso l’Europa: “Siamo alla
vigilia di alcuni eventi straordinari – ha continuato – che
porteranno sui nostri territori una marea di miliardi che non
abbiamo mai avuto modo di avere né di spendere. Mi riferisco
all’incrocio tra la nuova programmazione comunitaria e le
risorse del Recovery Fund”. Il primo punto è quello relativo
ai fondi europei 2021-2027: “Siamo arrivati – ha spiegato –
alla quarta programmazione comunitaria. Già alla seconda si
diceva che sarebbe stata l’ultima occasione di sviluppo. Cos’è
successo allora? Gli obiettivi non sono stati raggiunti? Come
sono state spese queste risorse? Perché siamo ancora fragili e
incapaci di andare avanti senza aiuti? Non posso non rilevare
come spesso i fondi stanziati non abbiano prodotto del tutto
quella rivoluzione annunciata e auspicata, ad esempio sul
piano occupazionale. Spesso si è passati dall’entusiasmo di
una comunicazione trionfalistica all’oblio più totale, senza
poter evidenziare coerentemente gli effetti dell’impiego di
queste risorse. Non possiamo non sottolineare la tristissima
circostanza che nonostante le risorse stanziate, arrivate e
spese, il Sud continui ad impoverirsi, a spopolarsi, a perdere
energie vitali. Come non si può reagire, di fronte ad una
regione stupenda quale è la Calabria che continua a non
trovare pace sulla pelle dei suoi cittadini e dei suoi
tantissimi giovani. Non tocca a me individuare gli strumenti.
Il mio compito è quello di promuovere spazi di confronto,
aprire le menti a nuove progettualità”. Poi c’è l’opportunità
rappresentata dai fondi del Pnrr: “Il programma – ha aggiunto
– non a caso si chiama Next Generation Eu. Vi chiedo: si può
mai continuare su una strada in cui nella scelta e nella
gestione dei progetti che devono realizzarsi, in particolare
al Sud e destinati alle nuove generazioni, non si preveda il
coinvolgimento dei nostri giovani? Insomma, si parla di loro,
ma senza di loro. Si usano i loro soldi, quelli che dovranno
restituire con gli interessi, senza dare loro la possibilità
di gestire queste risorse. È una contraddizione enorme e che
va sanata. È un percorso sbagliato che le Istituzioni devono
correggere. Faccio appello, al nostro Presidente De Luca
perché si attivino meccanismi non di controllo o di gestione
ma di accompagnamento dove le migliori intelligenze giovanili
possano leggere i progetti, verificarne la validità e
l’utilità e anche la ricaduta sul loro presente e futuro. Il
rischio potrebbe essere quello di ripetere i tanti errori del
passato: annunciare grandi rivoluzioni per poi constatare di
stare in una condizione peggiore della precedente. È un lusso
che non possiamo permetterci. Alle sollecitazioni già avanzate
al Presidente Vincenzo De Luca – ha spiegato – si aggiungerà
la richiesta di un incontro analogo con i Ministri del Sud,
dell’Ambiente e del Turismo. C’è l’esigenza di fare rete, non
possiamo attendere che ciò avvenga”. C’è da dare un indirizzo
chiaro alla cultura, serve programmazione, sono necessarie
scelte fatte con convinzione se davvero si vuole puntare sulla
più importante industria di cui l’Italia dispone, in
particolare al Sud, quella culturale: “In questo campo – ha
detto – la grande novità dovrebbe risiedere, sia per la nuova
programmazione comunitaria che per il Recovery Fund, in un
indirizzo finalmente chiaro. La mia riflessione non fa
riferimento, nel momento in cui parlo di cultura, con la
visione di un evento. Sono orgoglioso di aver promosso
un’azienda che lavora e produce tutto l’anno, che dà
occupazione in modo stabile. Se abbiamo dimostrato di poter
realizzare, anche con modesti investimenti, tutto quello che
abbiamo oggi anche con strutture all’avanguardia e di successo
in una dimensione internazionale, allora non si può non
continuare ad avere fiducia e sostenerne il prossimo sviluppo.
In materia di cultura, questo è un momento delicatissimo,
strategico dove la politica deve svolgere un ruolo di primaria
importanza. Ancora una volta mi appello alla sensibilità del
Presidente De Luca perché nella nuova programmazione
comunitaria ci sia una linea chiara di promozione, sostegno e
sviluppo. Mi auguro che a Bruxelles si vada a discutere, dando
spazio e priorità alla nostra più grande risorsa, in un Sud
con poche infrastrutture ed un tessuto produttivo non proprio
competitivo. Cultura, ambiente e turismo rappresentano
concretamente gli assi intorno a cui costruire lo sviluppo
possibile in una logica aziendale, produttiva e continuativa.
Dopo mezzo secolo di storia – ha sottolineato Gubitosi – gli
esami li abbiamo superati. È perciò arrivato il momento, sia
per i finanziatori che per gli operatori culturali finanziati,
di rendere condivise le opportunità. Abbiamo una forte
identità nazionale ed un respiro internazionale, siamo noi che
insieme a Regione e Stato dobbiamo trovare questa occasione
reciproca e sfruttarla. E’ questo, a mio avviso, il ruolo
politico che la cultura può e deve svolgere in un Paese dalla
storia unica al mondo come l’Italia, con particolare
riferimento al Sud, culla della nostra civiltà, da sempre
laboratorio di pensiero. C’è ancora tanto compiacimento, ai
limiti del narcisismo e anche tanta improvvisazione. Siamo
prima di tutto noi a doverci sforzare per far sì che la nostra
Regione possa essere dichiarata tra le più creative d’Europa.
Siamo vivaci, creativi, felici, carichi di energia. Non è la
prima volta che lo dico – ha spiegato – e questa non deve
essere vissuta come una critica o un’analisi professionale. La
mia storia mi obbliga a dire e dare suggerimenti. Chi non
vorrebbe che la propria Regione fosse citata come la più
creativa di Europa? Bisogna passare dallo slogan ai fatti. Le
responsabilità non sono solo delle amministrazioni, dei
soggetti chiamati a investire, sostenere, finanziare, ma prima
di tutto dei creativi che sviluppano progetti culturali.
Ancora oggi sembra impossibile poter avere una progettazione
culturale per i prossimi tre anni. Se non c’è, di cosa
parliamo? Quali flussi turistici andremo a intercettare? A
volte vediamo una resistenza all’innovazione, contrapposta a
una consistente forza a restare in un mondo di negazionisti
delle teorie di Darwin: per costoro, infatti, l’evoluzione
delle specie culturali non esiste o non dovrebbe esistere”.
Giffoni non può essere considerato solo un esempio virtuoso,
può e deve essere invece un riferimento in campo di cultura:
“Non con coraggio né con determinazione, ma con convinzione
immaginerei un ulteriore investimento su Giffoni – ha concluso
il direttore – Rappresenta una certezza in termini di
opportunità per accelerare un processo di crescita che non
riguarderebbe solo la nostra realtà territoriale, ma l’intera
Campania, attraverso il completamento della Multimedia Valley
con il Campus e gli Studios, che rappresentano gli strumenti
per fare della creatività e della formazione in Campania una
vocazione più radicata. E poi valorizzare il territorio
attraverso un sistema di viabilità e di mobilità che sia
efficace e moderno. Bene quanto si sta facendo per l’Aeroporto
di Pontecagnano: noi possiamo fare molto per il suo sviluppo e
molto intendiamo fare. Credo nella sinergia con il territorio.
Ed è la storia di Giffoni a testimoniarlo”. Poi l’appello
finale: “Dobbiamo perciò stare attenti. Questa ubriacatura di
fondi, se non ben indirizzati, può rivelarsi un disastro e
avremmo così perso l’occasione storica”.

Applausi a Venezia per i
salernitani Chiara e Loris
di Monica De Santis

Buona la prima. Si dice così in gergo cinematografico, quando
si gira una scen e viene bene al primo colpo. Buona la prima è
quello che ieri a Venezia è capitato anche a Chiara Marotta
(sceneggiatrice, regista e montatrice per film, video clip e
spot) e Loris Giuseppe Nese (sceneggiatore, regista, direttore
della fotografia e animatore 2D e stop-motion), sceneggiatori
e registi del cortometraggio “Il turno” in concorso alla 78a
Mostra del Cinema che si sta tenendo a Venezia (sezione
Orizzonti).
“Il turno” è un cortometraggio, della dura ta di 15 minuti, le
cui riprese sono avvenute nel corso di quest’anno e che ha
visto tre donne protagoniste. La prima è la signora Vanda
Cirillo Taiani nei panni della signora Maria, affiancata da
Rossella Di Martino e Racheal Emmanuel. “Per la specificità
della situazione raccontata e il legame tra le contingenze
storiche e il luogo, la ricerca delle attrici è avvenuta
grazie alla collaborazione con associazioni ed enti locali
attive nel sociale del territorio salernitano. – dicono i due
giovanissimi registi – Durante i casting abbiamo incontrato
Racheal Emmanuel, scegliendola per il ruolo ed affiancandola
all’attrice Rossella De Martino, già presente nei nostri
precedenti lavori. Il percorso preparatorio fatto insieme le
ha portate a conoscere il tipo di azioni ricorrenti dei loro
personaggi, a dosare i movimenti nell’approcciarsi al corpo
della terza attrice, Vanda Cirillo Taiani”. Le musiche del
cortometraggio sono state invece curate da Davide Maresca,
Raffaele Caputo, produttori della pellicola Ivan Olgiati,
Chiara Galloni, mentre la produzione è ad opera di
Articolture, con il sostegno di SIAE e della Regione Campania,
la distribuzione invece sarà a cura della Elenfant Film –
Sayonara Film.
Il cortometraggio è stato proiettato ieri mattina, in
anteprima internazionale… “Abbiamo avuto una bellissima
accoglienza – ha raccontato Loris Giuseppe Nese – e anche il
pubblico che ha assistito alla proiezione è sembrato molto
entusiasta nel nostro lavoro. Ora dobbiamo aspettare il
giudizio della giuria”. Giuria che nella giornata di sabato
decreterà i vincitori. “Il cortometraggio nasce dalla nostra
voglia di raccontare un’attività specifica che è quella della
badante, che riguarda molte famiglie salernitane, – racconta
Loris Giuseppe Nese – in particolare volevamo concentrarsi
sulla condizione di chi proviene da posti diversi e si ritrova
a condividere lo stesso spazio, lo stesso lavoro e quindi a
creare quasi delle logiche di potere. Il cortometraggio,
racconta la storia di due giornate vissute da una ragazza
italiana ed una proveniente dalla nigeria che lavorano come
badanti nella stessa casa e si scambiano il turno. E i loro
incontri a fine giornata, diventano l’occasione in qualche
modo, per mettere in scena, questa sorta di guerra tra le due
e di conquista del potere”.

Loris   e   Chiara   però   non   condividono   solo   questo
cortometraggio, si sono conosciuti all’Università di Salerno,
hanno proseguito i loro studi a Bologna e una volta terminati
hanno iniziato la produzione, insieme con altri amici, di
cortometraggi. “Il turno” è il loro quarto lavoro, il terzo in
concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Insieme hanno dato
vita anche ad una casa di produzione con sede a Salerno, ma
che opera in tutt’Italia: la Lapazio Film, nome, questo, che
deriva, da una famiglia di piante, quelle che spontaneamente
nascono ai bordi dei marciapiedi, e che sono diventate il
simbolo di ciò che i due giovani vogliono fare, ovvero
raccontare storie che vengono dal basso e che resistono a
tutte le difficoltà.

Riapre da oggi il cinema al
Delle Arti
di Erika Noschese

Con una capienza ridotta al 50%, da oggi, riprende la
programmazione cinematografica al Delle Arti di Salerno.
“Finalmente riapriamo le porte del nostro cinema/teatro –
spiega il direttore artistico Claudio Tortora – dopo i tanti
mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria. Questa
riapertura ci lascia ben sperare. Sperare di poter aprire le
porte del nostro teatro anche alla stagione di prosa e quindi
di far tornare a vivere a pieno ritmo la nostra struttura”.
Due i film in programmazione fino al prossimo 8 settembre.
Nella sala A il Film storico-drammatico Cattivo Poeta, film
diretto da Gianluca Jodice (proiezioni alle ore 18/20/22). La
pellicola narra gli ultimi anni di vita di Gabriele
D’Annunzio, interpretato da Sergio Castellitto. Mentre nella
sala B il film di avventura e azione Shang-Chi e la leggenda
dei Dieci Anelli diretto da Destin Daniel Cretton (proiezioni
alle ore 19 e 21,30). Basato sull’omonimo personaggio della
Marvel Comics, il film è prodotto dai Marvel Studios e
distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures. È il
venticinquesimo film del Marvel Cinematic Universe ed ha come
protagonista Simu Liu nel ruolo di Shang-Chi, affiancato da
Awkwafina, Meng’er Zhang, Fala Chen, Florian Munteanu,
Benedict Wong, Michelle Yeoh e Tony Leung. Nel film, Shang-Chi
affronta l’organizzazione terroristica dei Dieci Anelli. A
seguire dal 9 settembre nella sala A il film drammatico The
Father – Nulla è come sembra, interpretato da Anthony Hopkins
e diretto da Florian Zeller (proiezioni alle ore 18/20/22).
Mentre nella sala B, il film drammatico “Qui rido io” diretto
da Mario Martone, con protagonista Toni Servillo nel ruolo del
commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta,
(proiezioni alle ore 19 e 21,30). Ovviamente l’ingresso in
sala è consentito solo a coloro che hanno il green pass o
hanno fatto un tampone con esito negativo entro le 48 ore
precedenti.

Da Salerno al Festival di
Venezia, la storia di Chiara
e Loris
di Monica De Santis

L’appartamento del signor Nicola Di Grezia in via Zara 62 a
Salerno, sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia. Strano a
dirsi così, ma è la realtà. Infatti, l’appartamento dove
l’uomo vive con la moglie Vanda Cirillo Taiani, è stato
utilizzato da due giovani registi salernitani, Chiara Marotta
(sceneggiatrice, regista e montatrice per film, video clip e
spot) e Loris Giuseppe Nese (sceneggiatore, regista, direttore
della fotografia e animatore 2D e stop-motion), come set di un
cortometraggio che sarà è in concorso alla 78a Mostra del
Cinema di Venezia (sezione Orizzonti). “Prima di scegliere
l’appartamento della signora Vanda abbiamo fatto una ricerca
lunghissima, – racconta Chiara Marotta – perchè cercavamo un
tipo di appartamento specifico, con un corridoio lungo, con
spazio funzionale per le riprese, e dove si potesse lavorare
senza l’uso di luci artificiali e soprattutto che avesse già
dei mobili che fossero tipici delle case dei nostri nonni”.
“Il turno” è il titolo del lavoro, scritto dai due giovani
salernitani, che dura 15 minuti, le cui riprese sono avvenute
nel corso di quest’anno e che ha visto tre donne protagoniste.
La prima è proprio la padrona di casa la signora Vanda Cirillo
Taiani nei panni della signora Maria, affiancata da Rossella
Di Martino e Racheal Emmanuel. “Per la specificità della
situazione raccontata e il legame tra le contingenze storiche
e il luogo, – spiega Loris Giuseppe Nese – la ricerca delle
attrici è avvenuta grazie alla collaborazione con associazioni
ed enti locali attive nel sociale del territorio salernitano.
Durante i casting abbiamo     incontrato Racheal Emmanuel,
scegliendola per il ruolo     ed affiancandola all’attrice
Rossella De Martino, già presente nei nostri precedenti
lavori. Il percorso preparatorio fatto insieme le ha portate a
conoscere il tipo di azioni ricorrenti dei loro personaggi, a
dosare i movimenti nell’approcciarsi al corpo della terza
attrice, Vanda Cirillo Taiani”. Le musiche del cortometraggio
sono state invece curate da Davide Maresca, Raffaele Caputo,
produttori della pellicola Ivan Olgiati, Chiara Galloni,
mentre la produzione è ad opera di Articolture, con il
sostegno di SIAE e della Regione Campania, la distribuzione
invece sarà a cura della Elenfant Film – Sayonara Film.
“Tracciamo storie nate da un’osservazione spontanea, da
particolari dinamiche e situazioni quotidiane che sono, prima
di tutto, nostre. – racconta ancora Chiara Marotta –
L’approccio al lavoro in cui crediamo è dato da
un’approfondita ricerca di tipo documentaristico, che ci porta
a conoscere a fondo gli ambienti che vogliamo raccontare,
instaurando uno stretto legame con le persone che lo abitano,
coinvolgendole nella ridefinizione dei personaggi ideati”. “Il
turno” racconta la storia di Anna e Lucia, due ragazze
ventenni, una italiana ed una di origine nigeriana, si
alternano come badanti della signora Maria, anziana allettata.
Anna assiste Maria durante il giorno, mentre a Lucia spetta
l’orario notturno: il cambio del turno è l’unico momento in
cui le due ragazze si incontrano. In quel breve lasso di
tempo, le divergenze tra loro esplodono quotidianamente, in un
conflitto per affermare, l’una a scapito dell’altra, la
propria posizione nel mondo. “Il cortometraggio nasce dalla
nostra voglia di raccontare un’attività specifica che è quella
della badante, che riguarda molte famiglie salernitane, –
racconta Loris Giuseppe Nese – in particolare volevamo
concentrarsi sulla condizione di chi proviene da posti diversi
e si ritrova a condividere lo stesso spazio, lo stesso lavoro
e quindi a creare quasi delle logiche di potere. Il
cortometraggio, racconta la storia di due giornate vissute da
una ragazza italiana ed una proveniente dalla nigeria che
lavorano come badanti nella stessa casa e si scambiano il
turno. E i loro incontri a fine giornata, diventano
l’occasione in qualche modo, per mettere in scena, questa
sorta di guerra tra le due e di conquista del potere”. Loris e
Chiara però non condividono solo questo cortometraggio, si
sono conosciuti all’Università di Salerno, hanno proseguito i
loro studi a Bologna e una volta terminati hanno iniziato la
produzione, insieme con altri amici, di cortometraggi. “Il
turno” è il loro quarto lavoro, il terzo in concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia. Insieme hanno dato vita anche ad
una casa di produzione con sede a Salerno, ma che opera in
tutt’Italia: la Lapazio Film, nome, questo, che deriva, da una
famiglia di piante, quelle che spontaneamente nascono ai bordi
dei marciapiedi, e che sono diventate il simbolo di ciò che i
due giovani vogliono fare, ovvero raccontare storie che
vengono dal basso e che resistono a tutte le difficoltà.
Chiara e Loris, intanto sono già a lavoro per il loro prossimo
cortometraggio, questa volta d’animazione, che sarà realizzato
con il finanziamento della Film Comission Campania a seguire
sono pronti per la realizzazione del loro primo lungometraggio
da realizzare sempre con una loro sceneggiatura originale e se
possibile da girare a Salerno. Tornando al Festival del Cinema
di Venezia, il cortometraggio di Loris e Chiara sarà
proiettato in anteprima internazionale il 9 settembre, mentre
la giuria decreterà i vincitori il giorno 11.

I   Vitelloni   di  Federico
Fellini, domani al Teatro dei
Barbuti
Oggi nell’ambito della XXXVI edizione del Barbuti Salerno
Festival ci sarà il secondo appuntamento della mini-rassegna
di film d’autore “Il cinema ritrovato. Visioni d’estate”, un
progetto realizzato da Linea d’Ombra Festival in
collaborazione con Bottega San Lazzaro e Cineteca di Bologna.
Tre sono i film, restaurati dalla Cineteca di Bologna, in
programma i mercoledì di agosto e che di fatto anticipano la
XXVI edizione di Linea d’Ombra Festival che si terrà dal 23 al
30 ottobre. Questa sera, alle ore 21, ci sarà la proiezione
del film “I Vitelloni” di Federico Fellini. Con Peppe
D’Antonio, patron di LdO, a parlare del film, che ha segnato
un’epoca, codificato un comportamento, quello appunto dei
vitelloni, e definito il primato della metropoli sulla
provincia italiana, sarà il professore Alfonso Amendola,
docente presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali
dell’Università degli Studi di Salerno. Amendola si soffermerà
sull’aspetto sociologico dell’opera di Fellini.
Addio a Gianfranco D’Angelo,
era stato più volte a Salerno
e in provincia
di Monica De Santis

E’ morto al Policlinico Gemelli di Roma, dopo una breve
malattia, l’attore comico Gianfranco D’Angelo. Il 19 agosto
avrebbe compiuto 85 anni. Romano di origine, D’Angelo comincia
a farsi conoscere debuttando nel teatro nel 1963 e poi
lavorando al Puff chiamato da Lando Fiorini tra il 1968 e il
1970. Successivamente viene scelto da Garinei e Giovannini per
il ruolo dell’Arcivescovo tedesco in “Alleluja brava gente”
con Renato Rascel e Gigi Proietti. In seguito lavora in vari
cabaret d’Italia, fra cui il Derby di Milano, e si farà
apprezzare al teatro romano “Il Bagaglino”, dove troverà
Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Enrico Montesano e Pippo
Franco. Dopo alcune partecipazioni in programmi Rai, come
Milleluci (1974 con Raffaella Carrà), Dove sta Zazà (1973) e
Mazzabubu’ (1975), D’Angelo nel 1979 e’ il protagonista de ‘La
sberla’ seguito da diciannove milioni di telespettatori. Ma il
‘boom’ di popolarità arriva con ‘Drive in’ (1983-1988): il
comico interpreta Armando, un domatore di insuccesso che cerca
ogni volta di far compiere a un cocker, assolutamente
indifferente, degli esercizi circensi improbabili al grido
‘Has Fidanken’. Nel 1988 conduce su Italia 1 assieme a Ezio
Greggio la prima stagione del programma Striscia la notizia.
Nel 1992 e’ il protagonista della sitcom Casa dolce casa,
assieme a Alida Chelli e Enzo Garinei; nella serie compare
anche sua figlia, Daniela D’Angelo, che interpreta il ruolo
della figlia come nella vita. Dopo aver vinto quattro
Telegatti, nel 2001 vince il Delfino d’oro alla carriera.
A Salerno Gianfranco D’Angelo è stato più volte, soprattutto
in teatro. Una delle sue ultime volte, nel 2017, al Teatro
Delle Arti, insieme con Marina Laurito, Corinne Clery, Barbara
Bouchet in “Quattro donne e una canaglia”. Prima ancora nel
2010 con Eleonora Giorgi in “Suoceri sull’orlo di una crisi di
nervi”salì sul palco del teatro “La Provvidenza” di Vallo
della Lucania , poi nel 2011 sempre con Eleonora Giorgi, al
Delle Arti di Salerno fu protagonista di “Due ragazzi
irresistibili”, per poi partecipare dopo lo spettacolo alla
Notte Bianca a Pastena. Nel 2012 con“Rieccomi di nuovo qua”
partecipò alla rassegna teatrale “Ora et Labora”, messa in
piedi negli spazi dell’Oratorio della Chiesa di San Benedetto,
nella frazione Faiano di Pontecagnano. Nel 2013 a Giffoni
Valle Piana si esibì al Giardino degli Aranci con “Io sono il
Re” e con lo stesso spettacolo, nello stesso anno aprì anche
la III edizione del Palinuro Teatro Festival. E la lista
sarebbe ancora molto molto lunga, proprio come la sua
carriera.

Tanti i messaggi di cordoglio inviati alla famiglia da amici,
colleghi e politici. Primo tra tutti l’amico di sempre Ezio
Greggio che su Twitter scrive “Addio Gianfranco piango. Se ne
va non solo una persona a me particolarmente cara ma che e’
stata importante nella mia vita. Sei stato grande al cinema,
in tv e in teatro regalando sempre risate ed allegria. Ti
voglio bene Frankie collega, amico e fratello. Has has
fidanken”.   E poi ancora il Ministro della Cultura, Dario
Franceschini che dice: “Con Gianfranco D’Angelo il mondo dello
spettacolo perde un grande talento, un comico che ha fatto
della semplicità e dell’immediatezza il suo tratto distintivo.
Mi stringo alla famiglia in questa triste giornata”. Su
twitter anche il pensiero della sindaca di Roma Virginia Raggi
”Ci ha lasciato Gianfranco D’Angelo. Perdiamo un grande
artista, un ‘signore della risata’. Roma è vicina alla sua
famiglia e ai suoi cari”.        “Un artista grandissimo e
versatilissimo. Un monologhista in grado pero’ di imitare
chiunque e, nelle parodie dei film, di interpretare i
personaggi piu’ disparati. Vitalissimo in scena, sornione e
compagnone nella vita”. Così Antonio Ricci, parla di
Gianfranco D’Angelo, che fu uno dei primi conduttori del suo
Tg satirico, Striscia la notizia. “A Drive in – ricorda – lo
chiamavamo ‘il vecchio’ perchè aveva 40 anni. Per cinque anni
a cena insieme e a dormine nello stesso residence. Saggio e
con i piedi per terra, in un successo incredibile che poteva
travolgere tutto e tutti. Una complicità che e’ durata nel
tempo con i protagonisti di quella fortunata trasmissione. A
fine ottobre, mentre ero ammalato di Covid, mi ha scritto:
“Anto’, ma perchè hai preso il Covid adesso che a gennaio esce
quello nuovo?”. A fine settembre dovevo incontrarlo perchè
voleva parlarmi di “Tre amici al bar”, spettacolo teatrale con
Sergio Vastano (altro compare del Drive in) che sperava di
portare in tv. Adesso non ci resta che piangere. E dare un
abbraccio affettuoso alle sue figlie”.

La Compagnia Arcoscenico Lab
presenta “Scherzi da poeta”
Questa sera, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti,
nel centro storico di Salerno, per la XXXVI edizione della
rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, la Compagnia
Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta”, per la regia di
Rodolfo Fornario (ingresso 10 euro). Può una fortuna, una
enorme fortuna, essere al tempo stesso una terribile iattura?
I soldi danno davvero la felicità? Il benessere unisce o
disgrega la famiglia? E’ questo ciò che si trova ad affrontare
Filippo Gliommero che da povero squattrinato si ritrova ad
avere tra le mani un patrimonio di svariati milioni, ma allo
stesso tempo proprio da questo momento comincia il suo
personale Calvario, e il busto di Dante Alighieri che
troneggia in scena? Che ruolo ha il sommo poeta in questa
storia? Questa, la trama di “Scherzi da poeta” commedia che si
muove tra passaggi farseschi e spunti pirandelliani, un ridere
che nasconde tra gli sberleffi e le battute una serie di
interrogativi, universali, domande sul valore della vita e
sulla paura della morte. Questo spettacolo è stato il saggio
finale del gruppo Arcoscenico Lab, laboratorio teatrale
dell’Associazione Arcoscenico, tenuto da Rodolfo Fornario e
Antonella Quaranta.

Serata    speciale   che   il
Festival Segreti d’Autore con
Mario Martone
“Pastorale cilentana”. E’ questo il titolo della serata
speciale che il Festival Segreti d’Autore dedica al
pluripremiato regista napoletano Mario Martone. Una chiara
citazione del suggestivo cortometraggio che Martone presentò
al Festival di Locarno nel 2015 e che venne proiettato per sei
mesi nel padiglione Zero dell’Expo a Milano. Un atto d’amore
nei confronti del Cilento, terra unica che tutte le contiene,
a testimonianza di un legame non soltanto artistico. Alle
21.30 di domenica, nello storico palazzo Coppola di Valle
Cilento/Sessa Cilento, lo scrittore, regista e ideatore del
Festival, Ruggero Cappuccio, dialogherà con Martone proprio
sul suo rapporto con un luogo che ha conservato intatta la
poesia originaria, ma anche di una carriera artistica che
spazia con eguale maestria e prestigiosi riconoscimenti tra
cinema, lirica e teatro. Dalla fondazione del gruppo Falso
Movimento e la creazione della Compagnia Teatri Uniti fino
all’attesissimo film “Qui rido io”, che sarà presentato in
concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Al termine
della serata sarà consegnato a Martone il premio Segreti
d’Autore 2021, un’opera creata per l’occasione dal famoso
artista Mimmo Paladino. Il Festival, affidato alla direzione
di Nadia Baldi, è una produzione Manovalanza, in
collaborazione con Teatro Segreto.

Di Maio al Giffoni: “Ragazzi
vaccinatevi, è l’unica arma
vincente”
Nell’anno della ripartenza, Luigi Di Maio torna a Giffoni per
la decima volta consecutiva. E’ felice di esserci, desidera il
confronto con i ragazzi, ascolta con entusiasmo le parole di
Claudio Gubitosi, che gli racconta novità del Festival. Il
Ministro degli Esteri approfitta dell’occasione, all’indomani
delle proteste in piazza in ottanta città italiane, per un
appello formulato a tutti, quello a vaccinarsi perché la
vaccinazione è l’unica arma per superare la crisi sanitaria e
quella economica. In particolare si riferisce ai giovani e
Giffoni è il posto giusto per farlo. “E’ un anno speciale
questo – dice in avvio del suo intervento – perché è l’anno
della ripartenza grazie alle vaccinazioni. Certamente non
abbasseremo la guardia, ma credo che la felicità, il concetto
di ripresa e di speranza possano ripartire proprio dai
giovani. Questo è il mio decimo anno qui, è un’occasione per
tirare le somme anche qui a Giffoni che da sempre è specchio
del Paese. E’ chiaro ed evidente – ha continuato – che la
crisi non è finita. Allo stato abbiamo superato il 50 % degli
italiani che hanno effettuato le due dosi ed il 60 % che ne ha
una. Andiamo spediti con record importanti. Negli ultimi sette
giorni si sono vaccinati 350mila ragazzi. Da qui sento di fare
un appello a tutti i cittadini, giovani e meno giovani. La
vaccinazione è l’unico modo per uscire dalla crisi sanitaria
ed economica Le misure che come Governo abbiamo introdotto
servono a proteggere la vita. La libertà è la tutela della
vita. Oggi le dosi ci sono. Non ci sono più le criticità
dell’inizio. Sta alla volontà dei cittadini darci una mano,
vaccinandosi. Supereremo così le restrizioni e vedremo
l’economia accelerare ancora di più. Se il tema è scegliere
tra la vita e la morte, nessuno sceglie la morte. Ecco perché
dobbiamo vaccinarci tutti”. Lo stimolo è senza dubbio
rappresentato dall’introduzione del green pass… “Io credo – ha
spiegato – che basti guardare al numero di prenotazioni delle
ultime ore per dire che il sistema del green pass sta
funzionando. In Friuli Venezia Giulia ci sono prenotazioni che
vanno oltre il 1000 per cento in più rispetto ai dati pre
green pass. I dati in molte aree oscillano tra il 15% ed il
200 % in più rispetto ai numeri pre green pass. Non lo stiamo
facendo per vessare i cittadini ma è evidente che c’è la
maggioranza degli italiani che si è vaccinata, una parte che
sta per farlo e non si capisce perché l’Italia debba pagare il
prezzo della crisi perché ce n’è un’altra che non vuole
farlo”. Spesso finisce sotto accusa il rapporto tra scienza e
politica. Nel dibattito ci si divide tra chi sostiene che la
politica sia inadeguata rispetto alle indicazioni che arrivano
dalla scienza e chi pensa che la politica sia stata subalterna
rispetto alla scienza: “Ci siamo sempre affidati alla scienza
– ha aggiunto Di Maio – sia in questo governo che nel
precedente e abbiamo sempre seguito il Comitato Tecnico
Scientifico che ha dato le indicazioni. La politica deve
verificare fattibilità di alcune iniziative. C’è stato un
ottimo lavoro finora. Da Ministro degli Esteri devo dire che
questo dibattito è globale e non solo Italiano. Non dobbiamo
dimenticare, però, che stiamo vaccinando perché la scienza in
tempi record ha scoperto il vaccino. La scienza, la
tecnologia, il partneriato pubblico privato hanno costruito
una ricerca all’altezza della sfida che stiamo affrontando”.
Poi il confronto con i ragazzi della sezione IMPACT! Ad
accogliere Luigi Di Maio sul palco il direttore Claudio
Gubitosi: “Ho incontrato – dice – Luigi dieci anni fa a Roma
ed è stato un incontro un po’ speciale. Mi presentai e alla
parola Giffoni si precipitò e mi abbracciò. Rimasi colpito. Ci
siamo incontrati più volte e l’ho visto crescere nei ruoli più
importanti dello Stato. E’ il decimo anno consecutivo che
viene qui. Luigi ha visto tutte le trasformazioni di Giffoni.
Siamo orgogliosi di lui”. Al Ministro Di Maio il direttore
Gubitosi regala una pennetta che contiene il docufilm “This is
Giffoni”, 140 minuti di frammenti del mezzo secolo di storia
del festival. Poi le tante domande dei ragazzi dal palco. Si
parte dal Pnrr: “Per l’Italia – ha spiegato il Ministro – si
apre una fase di grande opportunità e possiamo giocare un
ruolo fondamentale. Abbiamo questa brutta abitudine di
sottovalutarci molto e di sminuire il peso che abbiamo sul
piano europeo. Non dobbiamo dimenticare che quasi la metà del
Next Generation EU è destinato all’Italia e alla Spagna. E’ da
questi due Paesi perciò che dipende l’intera credibilità per
l’Unione Europea. Se non saremo bravi a spenderli l’intera
Europa ne risentirà. Di queste risorse il 67% va nelle
transizioni gemelle, quella ecologica e quella digitale. Ecco
perché il consiglio che sento di darvi è quello di dedicarvi a
questi ambiti se volete trovare il lavoro che desiderate.
Parliamo di risorse pari a 230 miliardi di euro, è una cifra
enorme. Un primo acconto arriverà a giorni e si tratta dei
primi 25 miliardi di euro. Dobbiamo imparare a cogliere le
opportunità che arrivano anche in un momento di grande
difficoltà come è quello della pandemia”. I giovani e la
politica, croce e delizia. “Nel secondo Paese più anziano nel
mondo – ha spiegato Luigi Di Maio – le quote giovani devono
avere diritto di cittadinanza. Ma mi sento di dire che quando
una nuova generazione si affaccia alle porte delle
istituzioni, lo deve fare con forza, serve una proposta
politica alternativa valida. Il non sentirsi rappresentati non
può essere una scusa per l’inattivismo politico da parte dei
giovani ma deve essere il motore per qualcosa di nuovo. Se vi
sentite rappresentati dall’esistente, bene. Ma se non è così,
allora dovete agire. Giffoni è un movimento culturale che
cambia i cittadini e vi fornisce strumenti per il vostro
futuro. Se la politica vi scoraggia perché non vi sentite
rappresentati, allora dovete trovare qualcosa per esserlo”.
Infine, un passaggio sul reddito di cittadinanza: “C’è una
cosa che non sopporto del dibattito che c’è intorno a questa
misura. Se in Italia si scopre il falso invalido si dice che
va punito, ma nessuno si sogna di dire che vada soppressa la
pensione di invalidità. Se invece si trova quello che fruisce
in maniera non lineare del reddito di cittadinanza, allora si
dice che la misura deve essere eliminata. Dico che non
dobbiamo scatenare un conflitto sociale intorno a questa
misura e aggiungo che il lavoro nero è una piaga, ma va
combattuto sempre e non solo in relazione al reddito di
cittadinanza. Fino all’introduzione del reddito eravamo
accusati di non fare abbastanza per gli indigenti. Fatta la
legge, alcuni cercano l’inganno”.
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