Riparte Giffoni Multicinema: i film più attesi con la magia del 4K - Cronache Salerno
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Riparte Giffoni Multicinema: i film più attesi con la magia del 4K Giffoni torna ad aprire le porte delle sue sale per riproporre la magia del grande schermo a ragazzi e adulti, cinefili e appassionati e a tutte quelle famiglie che vogliono continuare a godere di tutte le novità della stagione cinematografica in un ambiente totalmente rinnovato, comodo e sicuro. Dopo il grande successo di Me Contro Te Il Film – Il Mistero della Scuola Incantata, che ha registrato la presenza di tantissimi fan di Luì e Sofì in sala Truffaut con 700 poltrone nuove di zecca e un sistema di proiezione in 4k, dal 16 al 19 settembre, in Sala Verde, arriverà (ore 17.30), Il giro del mondo in 80 giorni di Samuel Tourneux, film d’animazione presentato in anteprima a #Giffoni50Plus. Da deserti in fiamme a jungle misteriose, da intrepide principesse a locuste adoratrici di vulcani, Passepartout scoprirà quanto vasto, meraviglioso e folle sia il mondo. Negli stessi giorni, sempre in sala Verde (alle 19 e alle 21.15) sarà proiettato Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, un film di Riccardo Milani con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Claudio Amendola, Luca Argentero. Monica e Giovanni sono tornati. Sono passati tre anni dalla fine della loro storia d’amore che, come previsto sulla panchina di piazza Cavour è durata poco, anzi pochissimo, proprio come un gatto in tangenziale. Infine, sempre dal 16 al 19, in Sala Blu (alle 18.30 e alle 21) ci sarà Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli di Destin Daniel Cretton, in un’esperienza ancora più coinvolgente grazie al Dolby Atmos. Distribuito da Walt Disney, è il primo film della Marvel su un supereroe asiatico. Il protagonista Shang-Chi, interpretato sullo schermo da Simu Liu, è apparso per la prima volta nei fumetti nel 1973. Conosciuto anche come Maestro del Kung-Fu, è un giovane
supereroe che non sa realmente chi sia né di cosa sia capace. Deve affrontare il bene, il male, la luce e l’oscurità e tentare di farli convivere per poter raggiungere il suo pieno potenziale, un potere che può permettergli di duplicare se stesso infinite volte. Sulla sua strada trova alcuni personaggi pronti a dargli del filo da torcere, appartenenti all’organizzazione terroristica chiamata Dieci Anelli. A capo della gang c’è qualcuno con cui in passato Shang Chi ha già avuto a che fare: il temibile Mandarino. Non solo qualità dell’offerta, ma anche della fruizione: le sale di Giffoni Multicinema sono tra le più avanzate del territorio grazie allo splendore del 4k e alla magia del Dolby Atmos, con prezzi accessibili a tutti (intero € 5.50 – ridotto € 4) e parcheggio gratuito. Sono queste le carte vincenti di un format family espressamente pensato per il pubblico che vive Giffoni tutto l’anno con il meglio della programmazione cinematografica, dai blockbuster più attesi ai film d’autore ai più bei film di animazione. Inoltre una nuova tecnologia di aerazione, dotata di filtri antibatterici, sanificherà ambienti e superfici, garantendo la massima sicurezza. La programmazione di Giffoni Multicinema è disponibile su www.giffonifilmfestival.it e sui social ufficiali: https://www.facebook.com/giffonimulticinema/ https://www.instagram.com/giffoni_multicinema/ E’ possibile prenotare il proprio biglietto anche telefonicamente, contattando lo 089 8023262. Gubitosi: “Non siamo solo un esempio virtuoso, ma
un’azienda culturale su cui investire” “Non possiamo pensare di fare scelte per conto dei nostri giovani che devono essere coinvolti nei processi decisionali che fanno riferimento al loro futuro. Nessuno ha il diritto di estrometterli. E’ la mia storia che mi dà il diritto ed il dovere di dire queste cose di cui mi assumo la responsabilità. Tutto questo, in particolare al Sud, che non deve avere paura di crescere perché può rappresentare una speranza per tutto il nostro Paese”. È questo il senso dell’accorato appello di Claudio Gubitosi, ideatore e fondatore di Giffoni, alla trentasettesima edizione del Premio Sele d’Oro. La riflessione di Gubitosi si è rivelata da subito coraggiosa, un ragionamento dirompente e per certi versi spiazzante in riferimento a tematiche di grandissima attualità: la crescita e lo sviluppo del Mezzogiorno, l’impiego delle risorse europee, il ruolo dei giovani e l’esigenza di valorizzarne protagonismo e dinamismo. “Mi sono chiesto – ha così esordito – quale poteva essere il mio contributo di pensiero su un tema come la cultura nello sviluppo del Sud. Giffoni è certamente una storia di successo con percorsi innovativi e prospettive straordinarie. Ma oggi non voglio parlare solo di Giffoni. Oggi ho il dovere di dire altro, di ampliare il mio ragionamento. Devo farlo per le nuove generazioni”. Una riflessione che parte dalla valutazione su due anni complicati, segnati dalla pandemia: “Mentre le fragilità che sono emerse – ha spiegato – hanno portato alla chiusura di tante iniziative, la nostra risposta a queste fragilità è stata la determinazione insieme al senso di responsabilità di chi è azienda culturale e proprio per questo non può fermarsi. Giffoni non si è fermato, non ha abbandonato nessuno. E’ una cosa che rivendico con orgoglio”. Una riflessione che ha a che fare con un Mezzogiorno proiettato verso l’Europa: “Siamo alla vigilia di alcuni eventi straordinari – ha continuato – che
porteranno sui nostri territori una marea di miliardi che non abbiamo mai avuto modo di avere né di spendere. Mi riferisco all’incrocio tra la nuova programmazione comunitaria e le risorse del Recovery Fund”. Il primo punto è quello relativo ai fondi europei 2021-2027: “Siamo arrivati – ha spiegato – alla quarta programmazione comunitaria. Già alla seconda si diceva che sarebbe stata l’ultima occasione di sviluppo. Cos’è successo allora? Gli obiettivi non sono stati raggiunti? Come sono state spese queste risorse? Perché siamo ancora fragili e incapaci di andare avanti senza aiuti? Non posso non rilevare come spesso i fondi stanziati non abbiano prodotto del tutto quella rivoluzione annunciata e auspicata, ad esempio sul piano occupazionale. Spesso si è passati dall’entusiasmo di una comunicazione trionfalistica all’oblio più totale, senza poter evidenziare coerentemente gli effetti dell’impiego di queste risorse. Non possiamo non sottolineare la tristissima circostanza che nonostante le risorse stanziate, arrivate e spese, il Sud continui ad impoverirsi, a spopolarsi, a perdere energie vitali. Come non si può reagire, di fronte ad una regione stupenda quale è la Calabria che continua a non trovare pace sulla pelle dei suoi cittadini e dei suoi tantissimi giovani. Non tocca a me individuare gli strumenti. Il mio compito è quello di promuovere spazi di confronto, aprire le menti a nuove progettualità”. Poi c’è l’opportunità rappresentata dai fondi del Pnrr: “Il programma – ha aggiunto – non a caso si chiama Next Generation Eu. Vi chiedo: si può mai continuare su una strada in cui nella scelta e nella gestione dei progetti che devono realizzarsi, in particolare al Sud e destinati alle nuove generazioni, non si preveda il coinvolgimento dei nostri giovani? Insomma, si parla di loro, ma senza di loro. Si usano i loro soldi, quelli che dovranno restituire con gli interessi, senza dare loro la possibilità di gestire queste risorse. È una contraddizione enorme e che va sanata. È un percorso sbagliato che le Istituzioni devono correggere. Faccio appello, al nostro Presidente De Luca perché si attivino meccanismi non di controllo o di gestione ma di accompagnamento dove le migliori intelligenze giovanili
possano leggere i progetti, verificarne la validità e l’utilità e anche la ricaduta sul loro presente e futuro. Il rischio potrebbe essere quello di ripetere i tanti errori del passato: annunciare grandi rivoluzioni per poi constatare di stare in una condizione peggiore della precedente. È un lusso che non possiamo permetterci. Alle sollecitazioni già avanzate al Presidente Vincenzo De Luca – ha spiegato – si aggiungerà la richiesta di un incontro analogo con i Ministri del Sud, dell’Ambiente e del Turismo. C’è l’esigenza di fare rete, non possiamo attendere che ciò avvenga”. C’è da dare un indirizzo chiaro alla cultura, serve programmazione, sono necessarie scelte fatte con convinzione se davvero si vuole puntare sulla più importante industria di cui l’Italia dispone, in particolare al Sud, quella culturale: “In questo campo – ha detto – la grande novità dovrebbe risiedere, sia per la nuova programmazione comunitaria che per il Recovery Fund, in un indirizzo finalmente chiaro. La mia riflessione non fa riferimento, nel momento in cui parlo di cultura, con la visione di un evento. Sono orgoglioso di aver promosso un’azienda che lavora e produce tutto l’anno, che dà occupazione in modo stabile. Se abbiamo dimostrato di poter realizzare, anche con modesti investimenti, tutto quello che abbiamo oggi anche con strutture all’avanguardia e di successo in una dimensione internazionale, allora non si può non continuare ad avere fiducia e sostenerne il prossimo sviluppo. In materia di cultura, questo è un momento delicatissimo, strategico dove la politica deve svolgere un ruolo di primaria importanza. Ancora una volta mi appello alla sensibilità del Presidente De Luca perché nella nuova programmazione comunitaria ci sia una linea chiara di promozione, sostegno e sviluppo. Mi auguro che a Bruxelles si vada a discutere, dando spazio e priorità alla nostra più grande risorsa, in un Sud con poche infrastrutture ed un tessuto produttivo non proprio competitivo. Cultura, ambiente e turismo rappresentano concretamente gli assi intorno a cui costruire lo sviluppo possibile in una logica aziendale, produttiva e continuativa. Dopo mezzo secolo di storia – ha sottolineato Gubitosi – gli
esami li abbiamo superati. È perciò arrivato il momento, sia per i finanziatori che per gli operatori culturali finanziati, di rendere condivise le opportunità. Abbiamo una forte identità nazionale ed un respiro internazionale, siamo noi che insieme a Regione e Stato dobbiamo trovare questa occasione reciproca e sfruttarla. E’ questo, a mio avviso, il ruolo politico che la cultura può e deve svolgere in un Paese dalla storia unica al mondo come l’Italia, con particolare riferimento al Sud, culla della nostra civiltà, da sempre laboratorio di pensiero. C’è ancora tanto compiacimento, ai limiti del narcisismo e anche tanta improvvisazione. Siamo prima di tutto noi a doverci sforzare per far sì che la nostra Regione possa essere dichiarata tra le più creative d’Europa. Siamo vivaci, creativi, felici, carichi di energia. Non è la prima volta che lo dico – ha spiegato – e questa non deve essere vissuta come una critica o un’analisi professionale. La mia storia mi obbliga a dire e dare suggerimenti. Chi non vorrebbe che la propria Regione fosse citata come la più creativa di Europa? Bisogna passare dallo slogan ai fatti. Le responsabilità non sono solo delle amministrazioni, dei soggetti chiamati a investire, sostenere, finanziare, ma prima di tutto dei creativi che sviluppano progetti culturali. Ancora oggi sembra impossibile poter avere una progettazione culturale per i prossimi tre anni. Se non c’è, di cosa parliamo? Quali flussi turistici andremo a intercettare? A volte vediamo una resistenza all’innovazione, contrapposta a una consistente forza a restare in un mondo di negazionisti delle teorie di Darwin: per costoro, infatti, l’evoluzione delle specie culturali non esiste o non dovrebbe esistere”. Giffoni non può essere considerato solo un esempio virtuoso, può e deve essere invece un riferimento in campo di cultura: “Non con coraggio né con determinazione, ma con convinzione immaginerei un ulteriore investimento su Giffoni – ha concluso il direttore – Rappresenta una certezza in termini di opportunità per accelerare un processo di crescita che non riguarderebbe solo la nostra realtà territoriale, ma l’intera Campania, attraverso il completamento della Multimedia Valley
con il Campus e gli Studios, che rappresentano gli strumenti per fare della creatività e della formazione in Campania una vocazione più radicata. E poi valorizzare il territorio attraverso un sistema di viabilità e di mobilità che sia efficace e moderno. Bene quanto si sta facendo per l’Aeroporto di Pontecagnano: noi possiamo fare molto per il suo sviluppo e molto intendiamo fare. Credo nella sinergia con il territorio. Ed è la storia di Giffoni a testimoniarlo”. Poi l’appello finale: “Dobbiamo perciò stare attenti. Questa ubriacatura di fondi, se non ben indirizzati, può rivelarsi un disastro e avremmo così perso l’occasione storica”. Applausi a Venezia per i salernitani Chiara e Loris di Monica De Santis Buona la prima. Si dice così in gergo cinematografico, quando si gira una scen e viene bene al primo colpo. Buona la prima è quello che ieri a Venezia è capitato anche a Chiara Marotta (sceneggiatrice, regista e montatrice per film, video clip e spot) e Loris Giuseppe Nese (sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e animatore 2D e stop-motion), sceneggiatori e registi del cortometraggio “Il turno” in concorso alla 78a Mostra del Cinema che si sta tenendo a Venezia (sezione Orizzonti).
“Il turno” è un cortometraggio, della dura ta di 15 minuti, le cui riprese sono avvenute nel corso di quest’anno e che ha visto tre donne protagoniste. La prima è la signora Vanda Cirillo Taiani nei panni della signora Maria, affiancata da Rossella Di Martino e Racheal Emmanuel. “Per la specificità della situazione raccontata e il legame tra le contingenze storiche e il luogo, la ricerca delle attrici è avvenuta grazie alla collaborazione con associazioni ed enti locali attive nel sociale del territorio salernitano. – dicono i due giovanissimi registi – Durante i casting abbiamo incontrato Racheal Emmanuel, scegliendola per il ruolo ed affiancandola all’attrice Rossella De Martino, già presente nei nostri precedenti lavori. Il percorso preparatorio fatto insieme le ha portate a conoscere il tipo di azioni ricorrenti dei loro personaggi, a dosare i movimenti nell’approcciarsi al corpo della terza attrice, Vanda Cirillo Taiani”. Le musiche del cortometraggio sono state invece curate da Davide Maresca, Raffaele Caputo, produttori della pellicola Ivan Olgiati, Chiara Galloni, mentre la produzione è ad opera di Articolture, con il sostegno di SIAE e della Regione Campania, la distribuzione invece sarà a cura della Elenfant Film – Sayonara Film.
Il cortometraggio è stato proiettato ieri mattina, in anteprima internazionale… “Abbiamo avuto una bellissima accoglienza – ha raccontato Loris Giuseppe Nese – e anche il pubblico che ha assistito alla proiezione è sembrato molto entusiasta nel nostro lavoro. Ora dobbiamo aspettare il giudizio della giuria”. Giuria che nella giornata di sabato decreterà i vincitori. “Il cortometraggio nasce dalla nostra voglia di raccontare un’attività specifica che è quella della badante, che riguarda molte famiglie salernitane, – racconta Loris Giuseppe Nese – in particolare volevamo concentrarsi sulla condizione di chi proviene da posti diversi e si ritrova a condividere lo stesso spazio, lo stesso lavoro e quindi a creare quasi delle logiche di potere. Il cortometraggio, racconta la storia di due giornate vissute da una ragazza italiana ed una proveniente dalla nigeria che lavorano come badanti nella stessa casa e si scambiano il turno. E i loro incontri a fine giornata, diventano l’occasione in qualche modo, per mettere in scena, questa sorta di guerra tra le due e di conquista del potere”. Loris e Chiara però non condividono solo questo
cortometraggio, si sono conosciuti all’Università di Salerno, hanno proseguito i loro studi a Bologna e una volta terminati hanno iniziato la produzione, insieme con altri amici, di cortometraggi. “Il turno” è il loro quarto lavoro, il terzo in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Insieme hanno dato vita anche ad una casa di produzione con sede a Salerno, ma che opera in tutt’Italia: la Lapazio Film, nome, questo, che deriva, da una famiglia di piante, quelle che spontaneamente nascono ai bordi dei marciapiedi, e che sono diventate il simbolo di ciò che i due giovani vogliono fare, ovvero raccontare storie che vengono dal basso e che resistono a tutte le difficoltà. Riapre da oggi il cinema al Delle Arti di Erika Noschese Con una capienza ridotta al 50%, da oggi, riprende la programmazione cinematografica al Delle Arti di Salerno. “Finalmente riapriamo le porte del nostro cinema/teatro – spiega il direttore artistico Claudio Tortora – dopo i tanti mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria. Questa riapertura ci lascia ben sperare. Sperare di poter aprire le porte del nostro teatro anche alla stagione di prosa e quindi di far tornare a vivere a pieno ritmo la nostra struttura”. Due i film in programmazione fino al prossimo 8 settembre. Nella sala A il Film storico-drammatico Cattivo Poeta, film diretto da Gianluca Jodice (proiezioni alle ore 18/20/22). La pellicola narra gli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio, interpretato da Sergio Castellitto. Mentre nella sala B il film di avventura e azione Shang-Chi e la leggenda
dei Dieci Anelli diretto da Destin Daniel Cretton (proiezioni alle ore 19 e 21,30). Basato sull’omonimo personaggio della Marvel Comics, il film è prodotto dai Marvel Studios e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures. È il venticinquesimo film del Marvel Cinematic Universe ed ha come protagonista Simu Liu nel ruolo di Shang-Chi, affiancato da Awkwafina, Meng’er Zhang, Fala Chen, Florian Munteanu, Benedict Wong, Michelle Yeoh e Tony Leung. Nel film, Shang-Chi affronta l’organizzazione terroristica dei Dieci Anelli. A seguire dal 9 settembre nella sala A il film drammatico The Father – Nulla è come sembra, interpretato da Anthony Hopkins e diretto da Florian Zeller (proiezioni alle ore 18/20/22). Mentre nella sala B, il film drammatico “Qui rido io” diretto da Mario Martone, con protagonista Toni Servillo nel ruolo del commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta, (proiezioni alle ore 19 e 21,30). Ovviamente l’ingresso in sala è consentito solo a coloro che hanno il green pass o hanno fatto un tampone con esito negativo entro le 48 ore precedenti. Da Salerno al Festival di Venezia, la storia di Chiara e Loris di Monica De Santis L’appartamento del signor Nicola Di Grezia in via Zara 62 a Salerno, sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia. Strano a dirsi così, ma è la realtà. Infatti, l’appartamento dove l’uomo vive con la moglie Vanda Cirillo Taiani, è stato utilizzato da due giovani registi salernitani, Chiara Marotta
(sceneggiatrice, regista e montatrice per film, video clip e spot) e Loris Giuseppe Nese (sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e animatore 2D e stop-motion), come set di un cortometraggio che sarà è in concorso alla 78a Mostra del Cinema di Venezia (sezione Orizzonti). “Prima di scegliere l’appartamento della signora Vanda abbiamo fatto una ricerca lunghissima, – racconta Chiara Marotta – perchè cercavamo un tipo di appartamento specifico, con un corridoio lungo, con spazio funzionale per le riprese, e dove si potesse lavorare senza l’uso di luci artificiali e soprattutto che avesse già dei mobili che fossero tipici delle case dei nostri nonni”. “Il turno” è il titolo del lavoro, scritto dai due giovani salernitani, che dura 15 minuti, le cui riprese sono avvenute nel corso di quest’anno e che ha visto tre donne protagoniste. La prima è proprio la padrona di casa la signora Vanda Cirillo Taiani nei panni della signora Maria, affiancata da Rossella Di Martino e Racheal Emmanuel. “Per la specificità della situazione raccontata e il legame tra le contingenze storiche e il luogo, – spiega Loris Giuseppe Nese – la ricerca delle attrici è avvenuta grazie alla collaborazione con associazioni ed enti locali attive nel sociale del territorio salernitano. Durante i casting abbiamo incontrato Racheal Emmanuel, scegliendola per il ruolo ed affiancandola all’attrice Rossella De Martino, già presente nei nostri precedenti lavori. Il percorso preparatorio fatto insieme le ha portate a conoscere il tipo di azioni ricorrenti dei loro personaggi, a dosare i movimenti nell’approcciarsi al corpo della terza attrice, Vanda Cirillo Taiani”. Le musiche del cortometraggio sono state invece curate da Davide Maresca, Raffaele Caputo, produttori della pellicola Ivan Olgiati, Chiara Galloni, mentre la produzione è ad opera di Articolture, con il sostegno di SIAE e della Regione Campania, la distribuzione invece sarà a cura della Elenfant Film – Sayonara Film. “Tracciamo storie nate da un’osservazione spontanea, da particolari dinamiche e situazioni quotidiane che sono, prima di tutto, nostre. – racconta ancora Chiara Marotta – L’approccio al lavoro in cui crediamo è dato da
un’approfondita ricerca di tipo documentaristico, che ci porta a conoscere a fondo gli ambienti che vogliamo raccontare, instaurando uno stretto legame con le persone che lo abitano, coinvolgendole nella ridefinizione dei personaggi ideati”. “Il turno” racconta la storia di Anna e Lucia, due ragazze ventenni, una italiana ed una di origine nigeriana, si alternano come badanti della signora Maria, anziana allettata. Anna assiste Maria durante il giorno, mentre a Lucia spetta l’orario notturno: il cambio del turno è l’unico momento in cui le due ragazze si incontrano. In quel breve lasso di tempo, le divergenze tra loro esplodono quotidianamente, in un conflitto per affermare, l’una a scapito dell’altra, la propria posizione nel mondo. “Il cortometraggio nasce dalla nostra voglia di raccontare un’attività specifica che è quella della badante, che riguarda molte famiglie salernitane, – racconta Loris Giuseppe Nese – in particolare volevamo concentrarsi sulla condizione di chi proviene da posti diversi e si ritrova a condividere lo stesso spazio, lo stesso lavoro e quindi a creare quasi delle logiche di potere. Il cortometraggio, racconta la storia di due giornate vissute da una ragazza italiana ed una proveniente dalla nigeria che lavorano come badanti nella stessa casa e si scambiano il turno. E i loro incontri a fine giornata, diventano l’occasione in qualche modo, per mettere in scena, questa sorta di guerra tra le due e di conquista del potere”. Loris e Chiara però non condividono solo questo cortometraggio, si sono conosciuti all’Università di Salerno, hanno proseguito i loro studi a Bologna e una volta terminati hanno iniziato la produzione, insieme con altri amici, di cortometraggi. “Il turno” è il loro quarto lavoro, il terzo in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Insieme hanno dato vita anche ad una casa di produzione con sede a Salerno, ma che opera in tutt’Italia: la Lapazio Film, nome, questo, che deriva, da una famiglia di piante, quelle che spontaneamente nascono ai bordi dei marciapiedi, e che sono diventate il simbolo di ciò che i due giovani vogliono fare, ovvero raccontare storie che vengono dal basso e che resistono a tutte le difficoltà.
Chiara e Loris, intanto sono già a lavoro per il loro prossimo cortometraggio, questa volta d’animazione, che sarà realizzato con il finanziamento della Film Comission Campania a seguire sono pronti per la realizzazione del loro primo lungometraggio da realizzare sempre con una loro sceneggiatura originale e se possibile da girare a Salerno. Tornando al Festival del Cinema di Venezia, il cortometraggio di Loris e Chiara sarà proiettato in anteprima internazionale il 9 settembre, mentre la giuria decreterà i vincitori il giorno 11. I Vitelloni di Federico Fellini, domani al Teatro dei Barbuti Oggi nell’ambito della XXXVI edizione del Barbuti Salerno Festival ci sarà il secondo appuntamento della mini-rassegna di film d’autore “Il cinema ritrovato. Visioni d’estate”, un progetto realizzato da Linea d’Ombra Festival in collaborazione con Bottega San Lazzaro e Cineteca di Bologna. Tre sono i film, restaurati dalla Cineteca di Bologna, in programma i mercoledì di agosto e che di fatto anticipano la XXVI edizione di Linea d’Ombra Festival che si terrà dal 23 al 30 ottobre. Questa sera, alle ore 21, ci sarà la proiezione del film “I Vitelloni” di Federico Fellini. Con Peppe D’Antonio, patron di LdO, a parlare del film, che ha segnato un’epoca, codificato un comportamento, quello appunto dei vitelloni, e definito il primato della metropoli sulla provincia italiana, sarà il professore Alfonso Amendola, docente presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università degli Studi di Salerno. Amendola si soffermerà sull’aspetto sociologico dell’opera di Fellini.
Addio a Gianfranco D’Angelo, era stato più volte a Salerno e in provincia di Monica De Santis E’ morto al Policlinico Gemelli di Roma, dopo una breve malattia, l’attore comico Gianfranco D’Angelo. Il 19 agosto avrebbe compiuto 85 anni. Romano di origine, D’Angelo comincia a farsi conoscere debuttando nel teatro nel 1963 e poi lavorando al Puff chiamato da Lando Fiorini tra il 1968 e il 1970. Successivamente viene scelto da Garinei e Giovannini per il ruolo dell’Arcivescovo tedesco in “Alleluja brava gente” con Renato Rascel e Gigi Proietti. In seguito lavora in vari cabaret d’Italia, fra cui il Derby di Milano, e si farà apprezzare al teatro romano “Il Bagaglino”, dove troverà Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Enrico Montesano e Pippo Franco. Dopo alcune partecipazioni in programmi Rai, come Milleluci (1974 con Raffaella Carrà), Dove sta Zazà (1973) e Mazzabubu’ (1975), D’Angelo nel 1979 e’ il protagonista de ‘La sberla’ seguito da diciannove milioni di telespettatori. Ma il ‘boom’ di popolarità arriva con ‘Drive in’ (1983-1988): il comico interpreta Armando, un domatore di insuccesso che cerca ogni volta di far compiere a un cocker, assolutamente indifferente, degli esercizi circensi improbabili al grido ‘Has Fidanken’. Nel 1988 conduce su Italia 1 assieme a Ezio Greggio la prima stagione del programma Striscia la notizia. Nel 1992 e’ il protagonista della sitcom Casa dolce casa, assieme a Alida Chelli e Enzo Garinei; nella serie compare anche sua figlia, Daniela D’Angelo, che interpreta il ruolo della figlia come nella vita. Dopo aver vinto quattro Telegatti, nel 2001 vince il Delfino d’oro alla carriera.
A Salerno Gianfranco D’Angelo è stato più volte, soprattutto in teatro. Una delle sue ultime volte, nel 2017, al Teatro Delle Arti, insieme con Marina Laurito, Corinne Clery, Barbara Bouchet in “Quattro donne e una canaglia”. Prima ancora nel 2010 con Eleonora Giorgi in “Suoceri sull’orlo di una crisi di nervi”salì sul palco del teatro “La Provvidenza” di Vallo della Lucania , poi nel 2011 sempre con Eleonora Giorgi, al Delle Arti di Salerno fu protagonista di “Due ragazzi irresistibili”, per poi partecipare dopo lo spettacolo alla Notte Bianca a Pastena. Nel 2012 con“Rieccomi di nuovo qua” partecipò alla rassegna teatrale “Ora et Labora”, messa in piedi negli spazi dell’Oratorio della Chiesa di San Benedetto, nella frazione Faiano di Pontecagnano. Nel 2013 a Giffoni Valle Piana si esibì al Giardino degli Aranci con “Io sono il Re” e con lo stesso spettacolo, nello stesso anno aprì anche la III edizione del Palinuro Teatro Festival. E la lista sarebbe ancora molto molto lunga, proprio come la sua carriera. Tanti i messaggi di cordoglio inviati alla famiglia da amici, colleghi e politici. Primo tra tutti l’amico di sempre Ezio Greggio che su Twitter scrive “Addio Gianfranco piango. Se ne va non solo una persona a me particolarmente cara ma che e’ stata importante nella mia vita. Sei stato grande al cinema, in tv e in teatro regalando sempre risate ed allegria. Ti voglio bene Frankie collega, amico e fratello. Has has fidanken”. E poi ancora il Ministro della Cultura, Dario Franceschini che dice: “Con Gianfranco D’Angelo il mondo dello spettacolo perde un grande talento, un comico che ha fatto
della semplicità e dell’immediatezza il suo tratto distintivo. Mi stringo alla famiglia in questa triste giornata”. Su twitter anche il pensiero della sindaca di Roma Virginia Raggi ”Ci ha lasciato Gianfranco D’Angelo. Perdiamo un grande artista, un ‘signore della risata’. Roma è vicina alla sua famiglia e ai suoi cari”. “Un artista grandissimo e versatilissimo. Un monologhista in grado pero’ di imitare chiunque e, nelle parodie dei film, di interpretare i personaggi piu’ disparati. Vitalissimo in scena, sornione e compagnone nella vita”. Così Antonio Ricci, parla di Gianfranco D’Angelo, che fu uno dei primi conduttori del suo Tg satirico, Striscia la notizia. “A Drive in – ricorda – lo chiamavamo ‘il vecchio’ perchè aveva 40 anni. Per cinque anni a cena insieme e a dormine nello stesso residence. Saggio e con i piedi per terra, in un successo incredibile che poteva travolgere tutto e tutti. Una complicità che e’ durata nel tempo con i protagonisti di quella fortunata trasmissione. A fine ottobre, mentre ero ammalato di Covid, mi ha scritto: “Anto’, ma perchè hai preso il Covid adesso che a gennaio esce quello nuovo?”. A fine settembre dovevo incontrarlo perchè voleva parlarmi di “Tre amici al bar”, spettacolo teatrale con Sergio Vastano (altro compare del Drive in) che sperava di portare in tv. Adesso non ci resta che piangere. E dare un abbraccio affettuoso alle sue figlie”. La Compagnia Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta” Questa sera, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per la XXXVI edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, la Compagnia Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta”, per la regia di
Rodolfo Fornario (ingresso 10 euro). Può una fortuna, una enorme fortuna, essere al tempo stesso una terribile iattura? I soldi danno davvero la felicità? Il benessere unisce o disgrega la famiglia? E’ questo ciò che si trova ad affrontare Filippo Gliommero che da povero squattrinato si ritrova ad avere tra le mani un patrimonio di svariati milioni, ma allo stesso tempo proprio da questo momento comincia il suo personale Calvario, e il busto di Dante Alighieri che troneggia in scena? Che ruolo ha il sommo poeta in questa storia? Questa, la trama di “Scherzi da poeta” commedia che si muove tra passaggi farseschi e spunti pirandelliani, un ridere che nasconde tra gli sberleffi e le battute una serie di interrogativi, universali, domande sul valore della vita e sulla paura della morte. Questo spettacolo è stato il saggio finale del gruppo Arcoscenico Lab, laboratorio teatrale dell’Associazione Arcoscenico, tenuto da Rodolfo Fornario e Antonella Quaranta. Serata speciale che il Festival Segreti d’Autore con Mario Martone “Pastorale cilentana”. E’ questo il titolo della serata speciale che il Festival Segreti d’Autore dedica al pluripremiato regista napoletano Mario Martone. Una chiara citazione del suggestivo cortometraggio che Martone presentò al Festival di Locarno nel 2015 e che venne proiettato per sei mesi nel padiglione Zero dell’Expo a Milano. Un atto d’amore nei confronti del Cilento, terra unica che tutte le contiene, a testimonianza di un legame non soltanto artistico. Alle 21.30 di domenica, nello storico palazzo Coppola di Valle
Cilento/Sessa Cilento, lo scrittore, regista e ideatore del Festival, Ruggero Cappuccio, dialogherà con Martone proprio sul suo rapporto con un luogo che ha conservato intatta la poesia originaria, ma anche di una carriera artistica che spazia con eguale maestria e prestigiosi riconoscimenti tra cinema, lirica e teatro. Dalla fondazione del gruppo Falso Movimento e la creazione della Compagnia Teatri Uniti fino all’attesissimo film “Qui rido io”, che sarà presentato in concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Al termine della serata sarà consegnato a Martone il premio Segreti d’Autore 2021, un’opera creata per l’occasione dal famoso artista Mimmo Paladino. Il Festival, affidato alla direzione di Nadia Baldi, è una produzione Manovalanza, in collaborazione con Teatro Segreto. Di Maio al Giffoni: “Ragazzi vaccinatevi, è l’unica arma vincente” Nell’anno della ripartenza, Luigi Di Maio torna a Giffoni per la decima volta consecutiva. E’ felice di esserci, desidera il confronto con i ragazzi, ascolta con entusiasmo le parole di Claudio Gubitosi, che gli racconta novità del Festival. Il Ministro degli Esteri approfitta dell’occasione, all’indomani delle proteste in piazza in ottanta città italiane, per un appello formulato a tutti, quello a vaccinarsi perché la vaccinazione è l’unica arma per superare la crisi sanitaria e quella economica. In particolare si riferisce ai giovani e Giffoni è il posto giusto per farlo. “E’ un anno speciale questo – dice in avvio del suo intervento – perché è l’anno della ripartenza grazie alle vaccinazioni. Certamente non
abbasseremo la guardia, ma credo che la felicità, il concetto di ripresa e di speranza possano ripartire proprio dai giovani. Questo è il mio decimo anno qui, è un’occasione per tirare le somme anche qui a Giffoni che da sempre è specchio del Paese. E’ chiaro ed evidente – ha continuato – che la crisi non è finita. Allo stato abbiamo superato il 50 % degli italiani che hanno effettuato le due dosi ed il 60 % che ne ha una. Andiamo spediti con record importanti. Negli ultimi sette giorni si sono vaccinati 350mila ragazzi. Da qui sento di fare un appello a tutti i cittadini, giovani e meno giovani. La vaccinazione è l’unico modo per uscire dalla crisi sanitaria ed economica Le misure che come Governo abbiamo introdotto servono a proteggere la vita. La libertà è la tutela della vita. Oggi le dosi ci sono. Non ci sono più le criticità dell’inizio. Sta alla volontà dei cittadini darci una mano, vaccinandosi. Supereremo così le restrizioni e vedremo l’economia accelerare ancora di più. Se il tema è scegliere tra la vita e la morte, nessuno sceglie la morte. Ecco perché dobbiamo vaccinarci tutti”. Lo stimolo è senza dubbio rappresentato dall’introduzione del green pass… “Io credo – ha spiegato – che basti guardare al numero di prenotazioni delle ultime ore per dire che il sistema del green pass sta funzionando. In Friuli Venezia Giulia ci sono prenotazioni che vanno oltre il 1000 per cento in più rispetto ai dati pre green pass. I dati in molte aree oscillano tra il 15% ed il 200 % in più rispetto ai numeri pre green pass. Non lo stiamo facendo per vessare i cittadini ma è evidente che c’è la maggioranza degli italiani che si è vaccinata, una parte che sta per farlo e non si capisce perché l’Italia debba pagare il prezzo della crisi perché ce n’è un’altra che non vuole farlo”. Spesso finisce sotto accusa il rapporto tra scienza e politica. Nel dibattito ci si divide tra chi sostiene che la politica sia inadeguata rispetto alle indicazioni che arrivano dalla scienza e chi pensa che la politica sia stata subalterna rispetto alla scienza: “Ci siamo sempre affidati alla scienza – ha aggiunto Di Maio – sia in questo governo che nel precedente e abbiamo sempre seguito il Comitato Tecnico
Scientifico che ha dato le indicazioni. La politica deve verificare fattibilità di alcune iniziative. C’è stato un ottimo lavoro finora. Da Ministro degli Esteri devo dire che questo dibattito è globale e non solo Italiano. Non dobbiamo dimenticare, però, che stiamo vaccinando perché la scienza in tempi record ha scoperto il vaccino. La scienza, la tecnologia, il partneriato pubblico privato hanno costruito una ricerca all’altezza della sfida che stiamo affrontando”. Poi il confronto con i ragazzi della sezione IMPACT! Ad accogliere Luigi Di Maio sul palco il direttore Claudio Gubitosi: “Ho incontrato – dice – Luigi dieci anni fa a Roma ed è stato un incontro un po’ speciale. Mi presentai e alla parola Giffoni si precipitò e mi abbracciò. Rimasi colpito. Ci siamo incontrati più volte e l’ho visto crescere nei ruoli più importanti dello Stato. E’ il decimo anno consecutivo che viene qui. Luigi ha visto tutte le trasformazioni di Giffoni. Siamo orgogliosi di lui”. Al Ministro Di Maio il direttore Gubitosi regala una pennetta che contiene il docufilm “This is Giffoni”, 140 minuti di frammenti del mezzo secolo di storia del festival. Poi le tante domande dei ragazzi dal palco. Si parte dal Pnrr: “Per l’Italia – ha spiegato il Ministro – si apre una fase di grande opportunità e possiamo giocare un ruolo fondamentale. Abbiamo questa brutta abitudine di sottovalutarci molto e di sminuire il peso che abbiamo sul piano europeo. Non dobbiamo dimenticare che quasi la metà del Next Generation EU è destinato all’Italia e alla Spagna. E’ da questi due Paesi perciò che dipende l’intera credibilità per l’Unione Europea. Se non saremo bravi a spenderli l’intera Europa ne risentirà. Di queste risorse il 67% va nelle transizioni gemelle, quella ecologica e quella digitale. Ecco perché il consiglio che sento di darvi è quello di dedicarvi a questi ambiti se volete trovare il lavoro che desiderate. Parliamo di risorse pari a 230 miliardi di euro, è una cifra enorme. Un primo acconto arriverà a giorni e si tratta dei primi 25 miliardi di euro. Dobbiamo imparare a cogliere le opportunità che arrivano anche in un momento di grande difficoltà come è quello della pandemia”. I giovani e la
politica, croce e delizia. “Nel secondo Paese più anziano nel mondo – ha spiegato Luigi Di Maio – le quote giovani devono avere diritto di cittadinanza. Ma mi sento di dire che quando una nuova generazione si affaccia alle porte delle istituzioni, lo deve fare con forza, serve una proposta politica alternativa valida. Il non sentirsi rappresentati non può essere una scusa per l’inattivismo politico da parte dei giovani ma deve essere il motore per qualcosa di nuovo. Se vi sentite rappresentati dall’esistente, bene. Ma se non è così, allora dovete agire. Giffoni è un movimento culturale che cambia i cittadini e vi fornisce strumenti per il vostro futuro. Se la politica vi scoraggia perché non vi sentite rappresentati, allora dovete trovare qualcosa per esserlo”. Infine, un passaggio sul reddito di cittadinanza: “C’è una cosa che non sopporto del dibattito che c’è intorno a questa misura. Se in Italia si scopre il falso invalido si dice che va punito, ma nessuno si sogna di dire che vada soppressa la pensione di invalidità. Se invece si trova quello che fruisce in maniera non lineare del reddito di cittadinanza, allora si dice che la misura deve essere eliminata. Dico che non dobbiamo scatenare un conflitto sociale intorno a questa misura e aggiungo che il lavoro nero è una piaga, ma va combattuto sempre e non solo in relazione al reddito di cittadinanza. Fino all’introduzione del reddito eravamo accusati di non fare abbastanza per gli indigenti. Fatta la legge, alcuni cercano l’inganno”.
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