Sondrio Teatro CULTURA - Creval

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Sondrio Teatro CULTURA - Creval
Sondrio
Teatro
Stagione Teatrale
2017/2018

                    CULTURA
Sondrio Teatro CULTURA - Creval
Benvenuti
al Teatro Sociale
Sondrio
La Stagione 2017-2018 rende onore al significato più profondo
dell’appellativo “sociale” assegnato al Teatro. Perché lo sguardo di
tutte le pièces si dirige, in modo più o meno diretto, sulla società: la
società per come è, per come potrebbe essere, per come forse sarà,
tra utopia e paura del futuro, tra nervi scoperti e cecità di comodo.
La programmazione è fortemente caratterizzata dai grandi temi del
Novecento, a partire da quella geniale intuizione dell’“Io non più pa-
drone a casa propria” che Dostoevskij, visionariamente, colse con
decenni d’anticipo, e con la quale comincia idealmente il nostro per-
corso. Parliamo di percorso, sì. Perché mai come quest’anno si è vo-
luta imprimere una così intima connessione tra gli “sguardi teatrali”
in scena: non dimenticando mai che teatro deriva la propria radice
dal verbo greco theā ́ sthai ‘, che significa, appunto, guardare.
La stagione 2017-2018 di SondrioTeatro si caratterizza anche per il
coraggio della contemporaneità. Su dieci spettacoli, nove sono sta-
ti scritti dopo gli anni Sessanta, sei sono successivi al 2010, e gran
parte degli autori è ancora in piena attività.
Coraggio e, andrebbe aggiunto, dovere della contemporaneità:
quello che spinge a cogliere il segno del nostro presente, le corren-
Sondrio Teatro CULTURA - Creval
“Il Teatro è l’unico momento della vita in cui la vita non fa paura.
La posso pensare, raccontare, e perfino rivivere, sentendomi forte e al sicuro”.
                         Valerio Binasco, regista, attore.

                                    ti che lo attraversano, le nuove articolazioni dei rapporti personali
                                    e sociali (padri e figli, anziani e assistenti, coppie atipiche, gruppi di
                                    amici, comunità messianiche, comunità psichiatriche…), che il tea-
                                    tro, al pari di tutte le forme d’arte, sa leggere con straordinaria acu-
                                    tezza, mettendo sulla scena anche l’indicibile dei rapporti umani.
                                    La metafora drammaturgica diventa, nella proposta di Sondrio-
                                    Teatro, strumento di comprensione della realtà e, quindi, in ulti-
                                    ma istanza, strumento di consapevolezza culturale.
                                    E ogni sera, alla chiusura del sipario, sentiremo di portare a casa
                                    con noi, oltre al piacere dello spettacolo, il dono inaspettato di uno
                                    sguardo diverso, di uno sguardo in più sulle nostre vite, che ci ac-
                                    compagnerà e ci farà compagnia nei giorni a venire.

                                    Vi aspettiamo al Teatro Sociale e…buona Stagione a tutti!

                                    Il Sindaco                       Marina Cotelli
                                    Alcide Molteni                   Assessore alla Cultura e all’istruzione
Sondrio Teatro CULTURA - Creval
Sondrio Teatro CULTURA - Creval
Cari amici,
il nostro percorso si rinnova per il terzo anno.
Anche nella passata stagione avete dimostrato il vostro interesse, la vostra voglia di condividere la vita culturale che nasce dal-
le serate passate insieme al Teatro Sociale.
È osservando le vostre reazioni e cogliendo le vostre critiche che nascono gli stimoli che servono a impostare il successivo pa-
linsesto dedicato alla prosa.
Una stagione, la prossima, in cui avremo l’onore di ospitare due grandi maestri del teatro italiano come Gabriele Lavia (Il sogno
di un uomo ridicolo), e Massimo De Francovich (Mr Green), che sono riusciti a ritagliarsi, all’interno di un calendario di tournée
molto fitto, 2 serate da dedicare al Teatro Sociale di Sondrio. Una stagione in cui non mancheranno graditi ritorni come Simo-
ne Cristicchi che con Il secondo figlio di Dio ci farà conoscere la figura di David Lazzaretti, visionario che ha saputo coniugare
valori cristiani e civili, una storia che riguarda geograficamente una piccola porzione d’Italia, ma che per la sua utopia assume
valore universale. Guidati da Alessandro Gassmann, qui in veste di regista (ma in futuro chissà che non apprezzi anche lui il ca-
lore del nostro palcoscenico) Daniele Russo e Elisabetta Valgoi, insieme ad altri 10 attori, proporranno un grande successo ci-
nematografico degli anni Sessanta Qualcuno volò sul nido del cuculo arrivato ormai al terzo anno di tournée.
Per continuare a parlare dei giorni nostri e dei problemi legati alla quotidianità Claudio Bisio in Father and Son sarà un padre cre-
sciuto con i valori della partecipazione politica e dell’impegno sociale alle prese con un figlio apatico e privo di qualsiasi interesse.
Un altro grande del teatro italiano, Marco Paolini, ci racconterà Le avventure di Numero Primo storia di Ettore (padre e foto-
grafo) e di Nicola (figlio adottivo arrivato via internet) in cui fisica, biologia, neuroscienza e robotica si intrecceranno alla sto-
ria dei due personaggi.
Nel periodo della memoria per mantenere vivo il ricordo del passato, affinché si scongiurino quanto più possibile preoccupan-
ti ritorni, il bellissimo dramma di Arthur Miller Vetri rotti, con Elena Sofia Ricci nel ruolo della protagonista insieme a Gian Mar-
co Tognazzi e Maurizio Donadoni.
A distanza di pochi anni torneranno a Sondrio gli Oblivion, questa volta con il loro Human Jukebox, una serata esaltante in cui
sarete voi spettatori a indicare i vostri cantanti preferiti.
Da non perdere la spassosissima Cena tra amici (Le Prénom) in cui 5 quarantenni daranno limpido esempio di una generazio-
ne allo sbando; e Rosalyn, un thriller psicologico ricco di colpi di scena in cui viene esaltata la bravura di Alessandra Fajella e
Marina Massironi.
Come vedete ancora una stagione in cui non mancheranno tanti motivi di riflessione perché come diceva Novalis “Il teatro è l’at-
tiva riflessione dell’uomo su se stesso”.
Spero di rincontrarvi tutti al Teatro Sociale.
                                                                                                                   Il direttore artistico
                                                                                                                   Fiorenzo Grassi
Sondrio Teatro CULTURA - Creval
IL SOGNO
DI UN UOMO
RIDICOLO

                                                                                                                                                        Foto di Filippo Manzini ©
Lunedì 16 ottobre 2017
Ore 21.00

di Fëdor Dostoevskij              Ne “Il sogno di un uomo ridicolo”, tratto da un racconto fantastico di Dovstoeski, scritto intorno al 1876
                                  e inizialmente inserito nel “Diario di uno scrittore”, Gabriele Lavia offre al pubblico il massimo della pro-
regia di Gabriele Lavia           pria superba attorialità, riprendendo uno dei suoi cavalli di battaglia.
con Gabriele Lavia                Nel monologo teso e viscerale il protagonista non si risparmia, fendendo il palco come fosse un campo di
                                  battaglia, nascondendosi dentro il cumulo di terriccio (sì, questa sarà la scena) nel quale rotolarsi, con-
e Lorenzo Terenzi                 torcersi, strisciando dentro e fuori dalla camicia di forza.
Fondazione Teatro della Toscana   Perché Gabriele Lavia, al culmine della propria potenza, torna a vestire i panni di un pazzo, anzi del Pazzo:
                                  un uomo giunto all’età di 46 anni, che decide di metter in pratica l’idea, a lungo corteggiata, del suicidio;
                                  però si addormenta davanti alla pistola carica. Inizia così un sogno straordinario che lo porta alla scoperta
                                  della ‘verità’. Approda in un altro pianeta, del tutto simile alla Terra, tranne che per l’animo dei suoi abitan-
                                  ti, che sono puri, innocenti, e in quella purezza lui, per la prima volta, non viene considerato da tutti ridicolo.
                                  Ma il suo arrivo non è senza conseguenze: il Pazzo contamina quella gente, che in poco tempo acquista
                                  tutti i difetti della società da cui “l’umano”proviene.
                                  Lavia in più momenti della propria carriera si è confrontato con questo testo: “La prima volta lo lessi a de-
                                  gli amici a 18 anni e ancora non ero un attore”, ricorda, “oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’os-
                                  sessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la
                                  degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società”.
                                  L’uomo ridicolo diventa, così, una riflessione sull’uomo moderno, meschino, bugiardo, che dal viaggio at-
                                  traverso la morte dovrebbe ripulirsi l’anima. E invece, anche nella nuova dimensione paradisiaca, conta-
                                  mina e infetta tutto ciò che tocca.
                                  In un dialogo ideale con il proprio alter-ego, di nero vestito, in contrasto con il candore della camicia di
                                  forza che indossa il protagonista, va in scena una storia rabbiosa e struggente sull’incapacità dell’uomo
                                  di cogliere la bellezza e l’amore.
                                  Soprattutto, con Gabriele Lavia va in scena una pagina di Grande Teatro che resterà indimenticabile per
                                  ciascuno spettatore.
OBLIVION:
THE HUMAN
JUKEBOX

                                                                                                                                                     Foto di Angelo Redaelli ©
Martedì 7 novembre 2017
Ore 21.00

testi di Davide Calabrese         Dopo aver dissacrato i classici della letteratura, del Teatro e dell’Opera, da Shakespeare a Manzoni, da
                                  Dante a Verdi, gli Oblivion prendono di mira la assai meno sacralizzata canzone italiana e la tradizione
e Lorenzo Scuda,                  pop in un cinque contro tutti.
consulenza registica              Gli Oblivion diventano, così, “The Human Juke Box”, un articolato mangianastri umano che mastica tutta
di Giorgio Gallione               la musica e la restituisce all’esterno, in presa diretta e in forme inusuali, con l’altrettanto inusuale parte-
                                  cipazione degli spettatori in sala.
con Gli Oblivion:                 Alla creatività dei cinque saltimbanchi della voce più irriverenti del teatro e della rete si aggiunge, infat-
Graziana Borciani, Davide         ti, quella del pubblico, cui è richiesto di contribuire a creare il menù della serata suggerendone gli ingre-
                                  dienti musicali.
Calabrese, Francesca Folloni,     Gli Oblivion (al secolo: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Va-
Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli   gnarelli), insieme dal 2003, frequentano virtualmente maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Gior-
World Entertainment Company –     gio Gaber, i Monty Python fino a creare un loro stile originale che mescola modernità e tradizione, vin-
                                  tage e attualità.
BaGS Live                         La notorietà giunge per loro nel 2009, quando il video “I Promessi Sposi in 10 minuti”, geniale micro-mu-
                                  sical, compatto e perfetto, viene visualizzato da milioni di utenti su YouTube. Seguiranno L’”Inferno in 6
                                  minuti” e “Pinocchio in 6 minuti”, che saranno la loro consacrazione.
                                  La solida esperienza maturata nei teatri di rivista li porta sulle scene con “Oblivion Show” e altri spetta-
                                  coli di successo.
                                  A Sondrio tornano, dopo il fortunatissimo “Othello, la H è muta”, che aveva conquistato il pubblico nel
                                  2014.

                                  Il loro repertorio è costituito da tutti i grandi della musica italiana e internazionale, che i cinque affronta-
                                  no con sfide sempre più difficili a colpi di cazzotti, mash-up, parodie, duetti impossibili e canzoni stram-
                                  palate, in uno spettacolo che non può mai ripetersi, perché ogni sera cambia ingredienti.
IL SECONDO
FIGLIO DI DIO

                                                                                                                                               Foto di Tommaso La Pera ©
Mercoledì 13 dicembre 2017
Ore 21.00

di Manfredi Rutelli          Il nuovo spettacolo del “cant’attore” Simone Cristicchi si inserisce nel solco tracciato da Magazzino 18,
                             primo esempio di musical civile, che ha segnato oltre 200 repliche, riscuotendo uno straordinario suc-
e Simone Cristicchi          cesso presso il pubblico del Teatro Sociale di Sondrio.
regia di Antonio Calenda     Anche in questo nuovo lavoro, in cui Cristicchi torna a raccontare una storia poco frequentata, ma di
con Simone Cristicchi        grande fascino, la canzone dal vivo appare nelle vesti di testimonianza alta, che scopre la propria dimen-
                             sione epica come strumento di racconto di grandi accadimenti. E, come nell’epica classica, anche qui è
Promomusic –                 un aedo, un cantore, a farsi portavoce di una storia mitica , che ha a che fare con le origini e con l’identità
Centro Teatrale Bresciano    di un popolo.
                             Ne “Il secondo figlio di Dio” la storia che viene raccontata è la grande avventura di un mistico, l’utopia di
                             un visionario di fine Ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale.
                             Tra canzoni inedite e recitazione, il narratore protagonista ricostruisce la parabola dell’ultimo eretico
                             David Lazzaretti, che fu barrocciaio e profeta, personaggio discusso, citato e studiato da Gramsci, Tol-
                             stoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci.
                             Il sogno di Lazzaretti, rivoluzionario per i tempi, culmina nella realizzazione della “Società delle Famiglie
                             Cristiane”: una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza, in un proto-so-
                             cialismo ispirato alle primitive comunità cristiane.
                             Raccontando Lazzaretti Cristicchi racconta anche quel piccolo lembo di Toscana (Arcidosso e il Monte
                             Amiata) che diventa lo scenario di una storia unica e insieme universale, e induce a chiedersi se la divinità
                             non sia altro che umanità all’ennesima potenza.
                             Con l’ausilio di video-proiezioni e di una scenografia in continua mutazione, quella terra così aspra e
                             bella, quella “terra matrigna e madre” diventa la co-protagonista della straordinaria vicenda di David
                             Lazzaretti, “Il secondo figlio di Dio”: una storia che, se non te la raccontano, non la sai.
LE PRÉNOM
(Cena tra amici)
Martedì 9 gennaio 2018
Ore 21.00

                                                                                                                                                      Foto di Bepi Caroli ©
di Matthieu Delaporte               Una sera come tante altre tra cinque amici quarantenni. Tutti appartenenti alla media borghesia. Tutti -o
                                    quasi- progressisti di sinistra. Oltre ai padroni di casa, entrambi docenti, ci sono il fratello di lei che fa
e Alexandre de La Patellière        l’agente immobiliare e la sua compagna, in ritardo a causa di un impegno di lavoro, mentre l’amico single
regia di Antonio Zavatteri          (sospettato di essere omosessuale) è trombonista in un’orchestra sinfonica.
con Alessia Giuliani,               Quella sera il fratello comunica alla compagnia che diventerà padre. Felicitazioni, baci e abbracci. Poi le
                                    solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli metterete?
Alberto Giusta, Davide Lorino,      La risposta lascia i commensali basiti. Il nome del nascituro (il padre è certo che sarà maschio) evoca
Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò   imbarazzanti memorie storiche. Il dubbio è che si tratti di uno scherzo, ma la discussione degenera ben
Teatro Stabile di Genova            presto investendo valori e scelte personali.
                                    Tra offese reciproche che non mancano di ferire tutti i presenti nasce così il ritratto di una generazione
                                    allo sbando, dove ognuno ha segreti da nascondere o rinfacciare.
                                    Rappresentato a Parigi nel 2010, Le prénom ottenne sei nomination al Prix Molière dell’anno seguente e
                                    fu adattato subito per il grande schermo dai suoi stessi autori (il film uscì in Italia con il titolo “Cena tra
                                    amici”). Tre anni dopo, Francesca Archibugi ne fece un nuovo adattamento cinematografico con il titolo
                                    “Il nome del figlio”.
                                    La nuova messinscena italiana per il teatro, nella riscrittura di Fausto Paravidino, mantiene inalterati
                                    ritmo e disinvoltura della commedia francese originaria, caratterizzata da un susseguirsi continuo di
                                    situazioni che poggiano su un dialogare intelligente e arguto, stretto tra piccole meschinità e grandi
                                    sentimenti.
MR GREEN
Lunedì 22 gennaio 2018
Ore 21.00

                                                                                                                                                 Foto di Nicola Zanettin ©
di Jeff Baron                  Mister Green (“Visiting Mr. Green” il titolo originario) di Jeff Baron è una delle commedie più rappresen-
                               tate al mondo negli ultimi vent’anni; è stata messa in scena in quasi 500 versioni teatrali in 45 paesi e in
regia di Piergiorgio Piccoli   24 lingue.
con Massimo De Francovich,     In questa versione italiana il pubblico avrà l’occasione di ammirare uno dei più grandi nomi del teatro
Maximilian Nisi                italiano, Massimo De Francovich, 60 anni di carriera, nella parte di Mr Green, un vecchio proprietario di
                               lavanderia in pensione, il quale, camminando nel traffico dell’Upper West Side di New York, viene investito
TT Theama Teatro               da un’automobile. Il conducente della vettura è Ross Gardiner, un giovane uomo impiegato in una multi-
                               nazionale, il quale viene condannato dalla giustizia ad assistere Mr. Green una volta alla settimana per sei
                               mesi con un programma di lavori socialmente utili.
                               L’anziano signore abita in un appartamentino al quarto piano senza ascensore e ha bisogno di aiuto per
                               le spese e le faccende quotidiane. Ebreo, Mr. Green ha sempre mantenuto le tradizioni religiose della sua
                               famiglia, ma si è trovato tristemente solo alla morte della moglie. Ora, l’inaspettato visitatore lo fa uscire
                               dalla forzata solitudine e lo costringe, suo malgrado, a un dialogo.
                               Nel crescere del rapporto umano i due protagonisti si confrontano con problematiche familiari e questio-
                               ni sociali: i figli che non crescono secondo i piani dei genitori, il valore della tradizione e il ripensamento
                               delle vecchie regole, il rapporto con l’amore diverso.
                               L’umorismo di cui sono intrisi i dialoghi -Mr Green è stata definita una delle commedie più divertenti degli
                               ultimi decenni- non fa passare in secondo piano il valore profondo del testo, che parla di fedeltà, senti-
                               menti e famiglia con un taglio acutamente cinematografico, sia nella sceneggiatura che nella recitazione.
VETRI ROTTI
Mercoledì 31 gennaio 2018
Ore 21.00

di Arthur Miller            Con “Vetri rotti” di Arthur Miller l’insolita coppia Elena Sofia Ricci e Gianmarco Tognazzi ripercorre, a
                            distanza di oltre 20 anni, le orme di Valeria Morriconi e Virginio Gazzolo, che per primi nel 1995 misero in
regia di Armando Pugliese   scena la pièce, che aveva debuttato l’anno prima al Long Wharf Theatre di New Haven.
con Elena Sofia Ricci,      Protagonista del dramma è una donna ebrea americana colta di sorpresa, nel novembre del 1938, dalle
Gian Marco Tognazzi,        notizie della ‘Notte dei Cristalli’ che giungono da Berlino, dove la montante esaltazione antisemita ha
                            portato squadre di nazisti a distruggere le vetrine dei negozi di proprietà di ebrei.
Maurizio Donadoni           Ad ‘andare in frantumi’, contemporaneamente, sono anche la sua salute, il suo corpo, la sua mente che
ErreTiTeatro30              somatizza l’evento provocandole la paralisi delle gambe. I due uomini che le sono più vicini, il marito e il
                            medico, interpretato da Maurizio Donadoni, tentano due cure opposte: il primo minimizza le notizie sem-
                            pre più preoccupanti che arrivano dalla Germania, il secondo le trasmette forza ed energia per reagire.
                            Sylvia sente, come una medium, che sta succedendo qualcosa di grande e terribile. Ma sente anche, con
                            orrore e sgomento, che intorno a lei non se ne accorge nessuno.
                            Trattando il tema immenso dell’Olocausto, con “Vetri rotti” Arthur Miller torna indietro alla ricerca delle
                            proprie percezioni e sensazioni di allora, ambientando questa sua opera nella Brooklyn del 1938, isolata
                            e provinciale, chiusa e sorda nella propria mediocrità.
                            Ancora una volta in un lavoro di Miller si intrecciano psicanalisi, drammi storici sociali e personali, con
                            una sottile richiamo al peso della responsabilità individuale.
                            Lo spettacolo fa parte del ciclo di iniziative dedicate al Giorno della Memoria.
LE AVVENTURE
DI NUMERO
PRIMO

                                                                                                                                             Foto di Marco Caselli ©
Giovedì 8 febbraio 2018
Ore 21.00

di Gianfranco Bettin      Nuovo Album per Marco Paolini.
                          Ma qui non si tratta più di una carrellata di ricordi del passato o del racconto di storie accadute.
e Marco Paolini           Qui si parla di futuro. Forse di fantascienza. Certo di scienza.
con Marco Paolini         “Le avventure di Numero Primo” è infatti un racconto di formazione, che vede Paolini nelle vesti di padre
JoleFilm                  e narratore. Il protagonista della narrazione si chiama Ettore; fa il fotografo di guerra freelance, e Nicola
                          (come il protagonista degli Album) è il figlio che gli “arriva” via internet. Ma Nicola preferisce farsi chia-
                          mare Numero Primo.
                          Ettore scopre un po’ alla volta le singolarità del figlio, il suo approccio al mondo e i suoi “poteri nascosti”.
                          Ma scoprirà anche le minacce che si addensano sul futuro di entrambi e la sua vita ne verrà travolta,
                          spingendolo a viaggiare per proteggere quel figlio che gli somiglia poco, ma che diventa presto l’unica
                          ragione di vita.
                          “Le avventure di Numero Primo” è una storia classica, e come in ogni storia classica i protagonisti hanno
                          molti perigli da superare. E’, però, anche una storia fantastica, che nasce dall’immaginazione ma si fonda
                          sul confronto con le conoscenze della fisica, della biologia, delle neuroscienze e della robotica.
                          Gli ambienti e i paesaggi attraversati nel racconto sono ancora quelli cari a Paolini: Venezia e la sua ter-
                          raferma, dal Garda a Trieste, dalla Laguna alle Alpi.
                          Gli stessi luoghi di sempre, eppure così diversi, perché già mostrano come potranno diventare in un do-
                          mani non poi così lontano.
                          Paolini e il coautore Gianfranco Bettin si pongono alcune semplici domande: qual è il rapporto di ciascuno
                          di noi con l’evoluzione delle tecnologie? Quanto tempo della nostra vita esse occupano? Quanto ci inte-
                          ressa sapere di loro? Quanto sottile è il confine tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale? C’è una
                          direzione in tutto questo movimento?
                          Le risposte possibili sono scandite in questa lunga camminata verso il futuro, che ha le caratteristiche di
                          un nuovo capolavoro del teatro di narrazione, di cui Paolini è maestro.
FATHER & SON
Martedì 27 febbraio 2018
Ore 21.00

                                                                                                                                                     Foto di Bepi Caroli ©
Ispirato a “Gli sdraiati”         Tratto da “Gli sdraiati” e da alcuni racconti di Michele Serra,“Father & son” è un beffardo e tenero mono-
                                  logo sull’incomunicabilità tra i padri di oggi, che hanno vissuto una gioventù di partecipazione politica e
e “Breviario comico”              di impegno sociale, e i loro figli, muti, assenti, nascosti dalle felpe extralarge e sprofondati dentro i divani
di Michele Serra                  di casa.
regia di Giorgio Gallione         Claudio Bisio, comico, intrattenitore ma con solide basi teatrali, è impegnato sul palco in un one-man-
                                  show (accompagnato da due musicisti), alle prese con una riflessione sul nostro tempo inceppato e sul
con Claudio Bisio e i musicisti   futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità.
Laura Masotto, violino            Bisio è una sorta di “dopo-padre”, educatore inconcludente e un po’ nevrotico, che guarda sgomento il
Marco Bianchi, chitarra           figlio e le sue protesi tecnologiche.
                                  Il padre invadente, il figlio infastidito e assente, danno vita a un racconto che si fa monologo interiore,
Teatro dell’Archivolto            struggente, ironico e a tratti spudoratamente sincero.
                                  Dalla riflessione traspare in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e
                                  inadeguata. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata con spietatezza e cinismo: ritorta su se
                                  stessa, ormai quasi deforme, non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai
                                  giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro.
                                  Ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga.
                                  In “Father & son” inventiva sfrenata, comicità, brutalità, moralità sono gli ingredienti di un irresistibile
                                  soliloquio che permettono a Claudio Bisio di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e teatrale,
                                  comica ed etica al tempo stesso.
ROSALYN
Martedì 20 marzo 2018
Ore 21.00

                                                                                                                                               Foto di Marina Alessi ©
di Edoardo Erba              Marina Massironi e Alessandra Faiella, due attrici comiche dai perfetti tempi teatrali, sono protagoniste
                             di una vicenda avvincente, ricca di colpi di scena, ribaltamenti di ruoli, sostenuta da una scrittura incal-
regia di Serena Sinigaglia   zante: la regia di Serena Sinigaglia e la drammaturgia di Edoardo Erba si incontrano per una vicenda che
con Marina Massironi,        racconta, tra introspezione e virate umoristiche, il ritratto della solitudine e dell’isolamento nella società
Alessandra Faiella           americana contemporanea.
                             Viaggio nei labirinti della mente e del cuore con un duplice ritratto al femminile, “Rosalyn” descrive l’in-
Nidodiragno                  contro casuale tra Esther, una scrittrice di un certo successo e Rosalyn, la donna delle pulizie addetta
Coop.C.M.C., Sara Novarese   alla sala conferenze dove la prima sta presentando il suo libro, dal misterioso passato e dall’ancora più
Teatro del Buratto           inquietante presente.
                             Rosalyn, ammirata, vuole subito leggere il libro, che parla di come liberare il sé, e conoscere la scrittrice.
                             Le propone quindi di accompagnarla a visitare la città.
                             Nel prato in periferia dove le due si ritrovano il giorno dopo, Rosalyn rivela ad Esther la storia del suo
                             amore per un uomo perverso e violento, con cui ha una relazione clandestina. O, forse, l’aveva…Perché
                             l’uomo, in quel momento, si trova nel bagagliaio dell’auto.
                             Con questo folgorante avvio prende il volo una commedia noir, ricca di colpi di scena, tesa lungo il filo di
                             una violenza compressa sempre pronta ad esplodere, così caratteristica della società contemporanea.
                             L’incrocio dei destini delle due donne ha esiti imprevedibili e mette a nudo segreti terribili, con interes-
                             santi spunti di riflessione sulla condizione umana, l’ipocrisia e il peso delle convenzioni, la libertà indivi-
                             duale e i l diritto di essere se stessi fino in fondo, al di là del confine del bene e del male.
QUALCUNO VOLÒ
SUL NIDO
DEL CUCULO

                                                                                                                                                       Foto di Francesco Squeglia ©
Lunedì 16 aprile 2018
Ore 21.00

di Dale Wasserman                   “Qualcuno volò sul nido del cuculo” è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato
                                    come volontario in un ospedale psichiatrico californiano; racconta, attraverso gli occhi di Randle Mc-
regia di Alessandro Gassmann        Murphy – uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera – la vita dei pazienti di un
con Daniele Russo,                  manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che veniva loro riservato.
Elisabetta Valgoi,                  Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento teatrale, che costituì la base della
                                    sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson ed entrato di diritto
Mauro Marino, Giacomo Rosselli,     nella storia del cinema.
Emanuele Maria Basso,               Oggi la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni,
Alfredo Angelici, Daniele Marino,   con un’ambientazione tutta italiana, senza tradire la forza e la sostanza visionaria del testo americano.
                                    Siamo, infatti, ad Aversa, Campania, nel 1982, dentro una clinica psichiatrica. Come nella pièce origina-
Gilberto Gliozzi, Davide Dolores,   ria, tutto ha inizio con l’arrivo di un nuovo paziente che deve essere “studiato” per scoprire se la sua ma-
Antimo Casertano,                   lattia mentale sia reale o simulata. La sua spavalderia, la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione verso
Gabriele Granito, Giulia Merelli    le regole che disciplinano rigidamente la vita dei degenti portano scompiglio e disordine. Allo stesso
                                    tempo, tuttavia, la sua travolgente carica di umanità contagia gli altri pazienti e risveglia in loro la voglia
Fondazione Teatro di Napoli –       di esprimere liberamente emozioni e desideri.
Teatro Bellini                      Il testo conferma, nonostante il passare del tempo, l’attualità della propria lezione d’impegno civile, che
                                    si traduce in metafora sul rapporto tra individuo e potere costituito e sui meccanismi repressivi della
                                    società. Oggi e sempre, anche a manicomi “chiusi”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” rappresenta un
                                    grido di denuncia che scuote le coscienze e che fa riflettere.
                                    Alessandro Gassmann, che cura la regia e dirige una compagnia di attori straordinariamente affiatata, ha
                                    ideato un allestimento personalissimo, elegante e contemporaneo.
                                    Il risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile, per la sua estetica
                                    dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.
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Ufficio Relazioni con il Pubblico                                       I singoli biglietti saranno acquistabili anche presso
del Comune di Sondrio                                                   l’Infopoint del Comune di Sondrio, piazza Campello, 1,
Piazza Campello 1 / Piano Terra.                                        il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00                Tel. +39 0342 526299
e dalle 14.30 alle 16.30, mercoledì dalle 8.30 alle 12.30
e dalle 13.30 alle 17.30.                                               Online tramite il sito del Teatro Sociale di Sondrio
                                                                        www.teatrosocialesondrio.it*
                                                                        *non sono acquistabili online i biglietti
Dal 5 settembre al 9 ottobre vendita abbonamenti,
                                                                        e gli abbonamenti che godono di riduzioni.
anche online e presso i punti vendita Vivaticket.
                                                                        Punti vendita VivaTicket:
Prevendita biglietti:                                                   ● La Pianola - Via C. Battisti, 66 - Sondrio
   ● Primo spettacolo                                                     Tel. +39 0342 219515
     da martedì 10 ottobre                                              ● Vanradio - Via Vanoni, 44 - Morbegno
   ● Dal secondo spettacolo                                               Tel. +39 0342 612788
     il giorno seguente la data di uno spettacolo saranno               ● Libreria Il Mosaico - Viale Italia, 29 - Tirano
     messi in vendita i biglietti per quello successivo                   Tel. +39 0342 719785
Venerdì 22 dicembre 2017                 Domenica 14 gennaio 2018 (ore 17)
Sondrio Musica                      (fuori abbonamento)                      JAZZ BAND
                                    Nicola Piovani:                          dell’ORCHESTRA
          Amici della Musica        La vita è bella                          ANTONIO VIVALDI
          55^ STAGIONE              ORCHESTRA                                Freddy Kempf, pianoforte
          ORE 20.45                 ANTONIO VIVALDI                          Marino Delgado Rivilla, clarinetto
                                    NICOLA PIOVANI E                         LORENZO PASSERINI, direttore
Martedì 24 ottobre 2017             LORENZO PASSERINI, direttori             COPLAND / P.RATTI / BERNSTEIN /
Concerto inaugurale                 ROTA / MORRICONE / PIOVANI               STRAWINSKY / J. TOWER /
ORCHESTRA SINFONICA M.A.V.                                                   SHOSTAKOVIC / GERSHWIN / KAPUSTIN
DI BUDAPEST                         Venerdì 29 dicembre 2017                 Mercoledì 28 febbraio 2018
Laura Bortolotto, violino           (fuori abbonamento)                      MANUELA CUSTER,
Amedeo Cicchese, cello              BALLETTO STATALE RUSSO                   mezzosoprano
Francesca Leonardi, pianoforte      I COSACCHI DEL DON                       José Ramon Martinez, pianoforte
ANDREA VITELLO, direttore           Yuri Golodniuk, direttore artistico      Le Divine: da Monteverdi ai Beatles
BEETHOVEN / SCHUMANN                Nonna Gepfner, coreografa                Martedì 6 marzo 2018
Domenica 5 novembre 2017 (ore 17)   Voronin Evgenij, direttore orch.tipica   I SOLISTI DI MOSCA
ORCHESTRA ARTEVIVA DI MILANO                                                 YURI BASHMET, viola solista e direttore
                                    Domenica 31 dicembre 2017 (ore 17)       PROKOFIEV-BARSHAI / SCHUBERT-BALASHOV
CORO THEOPHILUS DI MILANO           Concerto di Capodanno                    / CIAIKOVSKIJ-BASHMET / CIAIKOVSKIJ
Alessandra Giudici, soprano
Magdalena Aparta, alto              ORCHESTRA                                Sabato 24 marzo 2018
Pasquale Tizzani, tenore            ANTONIO VIVALDI                          ARCO MUSICALE ORCHESTER, WIESBADEN
Daniele Caputo, basso               Marcello Miramonti, violino              Marino Delgado Rivilla, clarinetto
MATTEO BAXIU, direttore             Roberto Armocida, sassofono              Marco Sala, corno di bassetto
MOZART: Requiem (K626)              LORENZO PASSERINI, direttore             UWE SOCHACZEWSKY, direttore
per soli coro e orchestra           ROSSINI / RAVEL / VERDI-ROTA /           MENDELSSOHN / BEETHOVEN
                                    PONCHIELLI / GLAZUNOV /
Martedì 21 novembre 2017            MASSENET / CIAIKOVSKIJ /                 Sabato 7 aprile 2018
ORCHESTRA                           J.STRAUSS / J.STRAUSS JR.                AKADEMISCHES ORCHESTER - FREIBURG
                                                                             Sabrina Lanzi, pianoforte
ANTONIO VIVALDI                                                              JOONAS PITKÄNEN, direttore
LORENZO PASSERINI, trombone         Venerdi 5 gennaio 2018
                                                                             RACHMANINOV / R.STRAUSS
solista e direttore                 Grand Galà
F.DAVID / P.RATTI / SIBELIUS        DELLA DANZA                              Martedì 22 Maggio 2018
                                    Matteo di Loreto, Wilma Giglio,          ORCHESTRA
Venerdì 8 dicembre 2017             Jon Axel Fransson, Silvia Selvini        ANTONIO VIVALDI
ORCHESTRA SINFONICA                 (Teatro Reale Di Copenhaghen)            Emmanuel Ceysson, arpa
DELLA RADIO UCRAINA DI KIEV         Edoardo Caporaletti, Emanuele Cazzato,   Tommaso Benciolini, flauto
Giuseppe Albanese, pianoforte       Agnese Di Clemente, Marta Gerani,        LORENZO PASSERINI, direttore
VOLODOMIR SHEIKO, direttore         Eugenio Lepera, Maria Celeste Losa       NUOVA COMPOSIZIONE (Premio “Sondrio
CIAIKOVSKIJ                         (Teatro alla Scala di Milano)            Musica, 2018”), MOZART, BRAHMS
CID                                 Venerdì 27 aprile 2018 (ore 10.30 matinée per
                                              le scuole e concerto serale)                               Altri
          CIRCOLO MUSICALE                    IL SOCIALE ENSEMBLE                                        Appuntamenti
          55^ STAGIONE                        Claudio Barberi, pianoforte                                ORE 21.00
          ORE 20.45                           Giuliano Di Giuseppe, direttore
                                              «Non solo Noto»                                 Venerdì 15 settembre 2017
Giovedì 9 novembre 2017
                                                                                              CANZONI D’AUTORE
                                                                                              Nicola Spini in concerto
(fuori abbonamento)
CESARE PICCO                                                                                  Domenica 1 ottobre 2017 (ore 16.00)
BLIND DATE - Concerto al buio                 Sondrio Danza                                   LA TRAVIATA
in collaborazione con CBM Italia Onlus                                                        di Giuseppe Verdi

Lunedì 27 novembre 2017
                                                         Performing Danza                     Sabato 7 ottobre 2017
FRANCESCO MANARA, violino                                ORE 21.00                            14° MEMORIAL S. MAURO
ALESSANDRO TRAVAGLINI, clarinetto                                                             Coro CAI
ROBERTO PLANO, pianoforte                     Venerdì 6 ottobre 2017                          Venerdì 13 ottobre 2017
                                              GALÀ INTERNAZIONALE DI DANZA                    CONCERTO PULP DOGS
Venerdì 16 febbraio 2018 (ore 10.30 matinée   Special Guest:                                  Vince Pastano e Antonello D’Urso
per le scuole e concerto serale)              ALESSIO CARBONE
TETRAKTIS PERCUSSIONI                         (primo ballerino dell’Opéra di Parigi),         Sabato 21 ottobre 2017
Gianni Maestrucci, Leonardo Ramadori,         MICHELE ABBONDANZA                              JERRY CALÁ - CONCERT SHOW
Gianluca Saveri, Laura Mancini,               e ANTONELLA BERTONI.
                                                                                              Mercoledì 1 novembre 2017
Giulio Calandri, Giacomo Bacchio              Ballerini provenienti da:
                                              Teatro dell’Opera di Roma,                      LA FEBBRE DEL SABATO SERA - musical
Venerdì 16 marzo 2018                         Dutch National Ballett,                         Giovedì 7 dicembre 2017 (ore 17.00)
IRENE VENEZIANO,                              Compañia Nacional de Danza de Madrid.           ANDREA CHENIER
pianoforte                                    Compagnia Performing Danza.                     di Umberto Giordano
«Quadri in musica»                            Attrice: Diana Manea                            con la regia di Mario Martone
                                                                                              “Prima” della Scala
Venerdì 13 aprile 2018                        Giovedì 30 novembre 2017
                                              TERRAMARA                                       Domenica 10 dicembre 2017
CONCERTO JAZZ
in collaborazione con Ambria Jazz             Compagnia Abbondanza/Bertoni                    IL LAGO DEI CIGNI - Russian stars
Bardoscia Alborada String Quartet             Coreografie: Michele Abbondanza                 Nuovo teatro Verdi Montecatini
Marcotulli BAM “Trigono”                      Ballerini: Eleonora Chiocchini                  Sabato 20 gennaio 2018
Marco Bardoscia, contrabbasso tambourine      e Francesco Pacelli
                                                                                              JERSEY BOYS - musical
Rita Marcotulli, pianoforte
Alborada String Quartet                       Venerdì 6 aprile 2018                           Sabato 10 febbraio 2018
(Anton Berovski violino,                      CENERENTOLA                                     FABER PER SEMPRE
Sonia Peana violino,                          Compagnia Performing Danza                      omaggio a Fabrizio De Andrè
Nico Ciricugno viola,                         Coreografie: Stefania Curtoni                   Direzione Musicale
Piero Salvadori violoncello)                  Musiche: Giovanni Panozzo                       e Arrangiamenti di Pier Michelatti
Associazione Amici del Teatro Sociale
                                                                                      di Sondrio

Per info:
www.teatrosocialesondrio.it
eventi.comune.sondrio.it
Ufficio Relazioni con il Pubblico: P.zza Campello, 1 Sondrio
Tel. +39 0342 526311 / +39 0342 526312
Biglietteria teatro, solo nelle date degli eventi Tel. +39 0342 350401
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