CIRCOLARE 2021/2022 COMPAGNIA ATIR - ATIR Teatro Ringhiera
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NUOVE PRODUZIONI GRATE monologo Chiara Stoppa ALMENO TU NELL’UNIVERSO: OMAGGIO A MIA MARTINI teatro canzone E BASTAVA UNA INUTILE CAREZZA monologhi Arianna Scommegna - teatro canzone ANCHE PER OGGI NON SI MUORE LO STRANO CASO DEL “SIGNOR G” teatro canzone REGIE DI SERENA SINIGAGLIA LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR in distribuzione in autunno 2022 ISABEL GREEN UTOYA MONOLOGHI ARIANNA SCOMMEGNA CLEOPATRÀS MATER STRANGOSCIÀS LA MOLLI Divertimento alle spalle di Joyce POTEVO ESSERE IO MONOLOGHI CHIARA STOPPA IL RITRATTO DELLA SALUTE MONOLOGHI PILAR PÈREZ ASPA FEDERICO. VITA E MISTERO DI GARCIÀ LORCA RACCONTI DI ZAFFERANO SPETTACOLI MATTIA FABRIS UN ALT(R)O EVEREST (S)LEGATI TEATRO CANZONE ROBA MINIMA, S’INTEND! BANG BANG… DI COLPO LUI. LA STORIA DI TENCO E DALIDA GRANDI ROMANZI IL BUIO OLTRE LA SIEPE IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE WALDEN OVVERO VITA NEI BOSCHI LA PIAZZA DEL DIAMANTE UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA L’INCENDIO DI VIA KEPLERO PROGETTI SPECIALI THE DEI AFTER TEATRO RAGAZZI AMICI PER LA PELLE coproduzione Teatro del Buratto compagnia@atirteatroringhiera.it - 02.87390039 atirteatroringhiera.it - vimeo.com/atir
COMPAGNIA ATIRNUOVE PRODUZIONI GRATE DI GIANNI BIONDILLO / CON CHIARA STOPPA / E CON LA PARTECIPAZIONE DI ROBERTA FAIOLO REGIA DI FRANCESCO FRONGIA / SCENE E ATTREZZERIA MARINA CONTI / COSTUMI KATARINA VUKCEVIC LUCI E SUONO ROBERTA FAIOLO / PRODUZIONE ATIR / CON IL SOSTEGNO DI NEXT ED. 2020 PROGETTO DI REGIONE LOMBARDIA E FONDAZIONE CARIPLO Come si può raccontare una metropoli che ha fatto del suo dinamismo una cifra, NEL SILENZIO DELLA CITTÀ - NOTE DI REGIA una missione, dopo che le nostre città si sono svuotate per una pandemia che ci Il 25 novembre 2019 era una bella giornata di autunno, il clima era mite e ci ha obbligati a rimanere chiusi in casa, come fossimo tutti in clausura? Come si spostavamo in città liberamente per una riunione, un caffè, un incontro. Quel può raccontare il vincolo, il limite, il silenzio, il raccoglimento, se non facendoci giorno ho preso la metropolitana per andare negli uffici di ATIR per discutere del aiutare da chi lo ha scelto per tutta la vita? nuovo progetto che Chiara Stoppa mi aveva proposto. Ci siamo incontrati e dopo cordialità, caffè e strette di mano abbiamo incominciato a immaginare il nuovo Maria Chiara è una suora di clausura del convento delle clarisse di Milano. Ad un lavoro. La proposta era chiara, raccontare Milano, città dalle mille contraddizioni certo punto del suo percorso esistenziale ha compreso quale fosse la sua e il suo sistema di mutuo soccorso. Quindi pianifichiamo l’incontro con l’autore, vocazione: isolarsi dal mondo per stargli più vicino. Decide così di raccontarcelo, Gianni Biondillo. Il primo incontro con Chiara e Gianni avviene il 9 gennaio 2020. anche per smontare i pregiudizi che abbiamo tutti nei confronti di chi ha fatto La vita a Milano prosegue come sempre tra mille impegni. Il luogo dell’incontro una scelta così radicale. Ma raccontare la sua vocazione significa anche scoprire che Gianni ci propone è l’archivio Golgi Redaelli in via Torino, è un luogo ricco di le vite e le storie emblematiche di altre due sorelle che in momenti ed epoche storia e di fascino. Qui è custodito l’antico patrimonio dei Luoghi Pii Elemosinieri diverse hanno fatto la stessa scelta: Chiara Daniela, che arrivò a Milano in piena sorti a Milano a partire dal XIV secolo. Storie e vite di persone documentate e seconda guerra mondiale per fondare il monastero e Maria Ida, figlia di operai raccolte in faldoni che testimoniano la vocazione di Milano all’accoglienza e socialisti che fu adolescente durante gli “anni di piombo”. all’aiuto verso gli “ultimi della città”. In quel periodo tra un impegno e l’altro trovavamo il tempo per incontrarci, discutere, conoscerci meglio e progettare il Racconti che sommati l'uno all'altro ripercorrono la Storia di una città e di un lavoro. Se ripenso a quei giorni a viso scoperto, fatti di incontri rubati a altri Paese. Perché scegliere la clausura non significa dare le spalle alla città che ti incontri, di contatti liberi quasi mi commuovo. Il mondo che conoscevamo, di li accoglie, ma vederla e comprenderla in modo differente. E se Milano è una città a poco, sarebbe cambiato. Abbiamo continuato a lavorare, certo, ci siamo rivisti abitata da un popolo in continuo movimento, dove storie antiche e moderne grazie a riunioni online, a volte “in presenza”, ma la distanza e la clausura ci ha collidono e s'infrangono in un turbine infinito, forse proprio da questo centro segnato profondamente. La voglia di lavorare insieme però era, ed è, così forte immobile la si può osservare in modo davvero nuovo. Fuori da ogni luogo comune, che dopo tanta fatica, Gianni ci ha regalato una storia meravigliosa. Un mondo pieni di compassione e speranze. affascinante e sconosciuto abitato da persone che vivono liberamente la propria clausura. Un mondo interiore dove le regole sono diverse dalle nostre e da cui possiamo imparare qualcosa sulla vita, sulla morte, e su una città, Milano, capace di accogliere e di imparare dalla storia. Il viaggio verso questo nuovo spettacolo sarà più interiore, verso l’anima più profonda di noi e del nostro modo di essere. Francesco Frongia
COMPAGNIA ATIRNUOVE PRODUZIONI ALMENO TU NELL’UNIVERSO omaggio a Mia Martini DI E CON MATILDE FACHERIS, VIRGINIA ZINI, SANDRA ZOCCOLAN / PIANOFORTE E ARRANGIAMENTI MELL MORCONE CONSULENZA DRAMMATURGICA GIULIA TOLLIS / SCENE E COSTUMI MARIA PAOLA DI FRANCESCO / PRODUZIONE ATIR Domenica Rita Adriana Berté, in arte Mia Martini, è una delle voci femminili più Momenti bui e periodi luminosi. belle ed espressive della musica italiana, caratterizzata da una fortissima Il rapporto con il padre, l'esperienza del carcere, la terribile nomea di “iettatrice” intensità espressiva: “una voce con il sangue, con la carne”. diffusasi nel mondo dello spettacolo dovuta all'invidia per quella voce così Tre attrici-cantanti cercano di restituirne la grandezza e la fragilità con un potente, nuova e commovente; ma anche la capacità di riproporsi, di ricominciare racconto variegato che spazia dalle sue splendide canzoni (dalle più conosciute da capo, ogni volta, il successo e le collaborazioni con tanti artisti e compagni di ai gioielli più nascosti) fino a ricordi personali, racconti e testimonianze dei suoi viaggio. tanti amici artisti, fra cui la amata e odiata sorella Loredana Berté e naturalmente Un racconto in musica e parole di una delle voci più intense della musica italiana. Ivano Fossati, autore di molte sue canzoni, compagno fondamentale di bellissimi Un omaggio. progetti artistici e di una travagliata e profonda storia d'amore. Un ritratto. Mia Martini era un'anima mediterranea, calda, solare ma sembra averla sempre Un dono. accompagnata uno strano senso di solitudine.
COMPAGNIA ATIRNUOVE PRODUZIONI E BASTAVA UNA INUTILE CAREZZA Aracconto CAPOVOLGERE IL MONDO anarchico e poetico di Piero Ciampi CON ARIANNA SCOMMEGNA / ARRANGIAMENTO E DRAMMATURGIA MUSICALE GIULIA BERTASI / ALLA FISARMONICA GIULIA BERTASI UN PROGETTO DI ARIANNA SCOMMEGNA E MASSIMO LUCONI / REGIA A CURA DI MASSIMO LUCONI / DISEGNO LUCI ALESSANDRO VERAZZI / SCENE MARIA SPAZZI PRODUZIONE ATIR / UN PROGETTO SPECIALE RADICONDOLI FESTIVAL Nella storia della musica leggera italiana ci sono cantautori che potremmo Le sue canzoni, il vino, le fughe, gli amori nella grande poesia di Piero Ciampi, definire poeti. un personaggio d’eccezione che reinventerà la nostra musica d’autore. In quanto Uno di questi è Piero Ciampi. Scomparso nel gennaio del 1980, un artista poeta, disadattato al sistema e fuori dalle regole, nella sua opera la sua vita è incompreso, figlio “maledetto” della Livorno degli anni ‘60/’70. Per molti era solo una porta che si spalanca sui mondi più oscuri e (im)possibili della canzone e un alcolizzato disperato con un carattere violento, per alcuni dei suoi amici più della cultura italiana del dopoguerra: una vita a precipizio: fuori dalle logiche e cari era “Il migliore di tutti noi”. dagli schemi, il percorso di un diverso che aveva tutte le carte in regola per essere Il nostro spettacolo vuole essere un viaggio dentro il suo universo. un artista. Per farlo abbiamo utilizzato solo ed esclusivamente le parole delle sue canzoni e di un paio di sue poesie realizzando così un recital che indaga il percorso esistenziale e poetico della sua anima.
COMPAGNIA ATIRNUOVE PRODUZIONI ANCHE PER OGGI NON SI MUORE LO STRANO CASO DEL “SIGNOR G” DI E CON STEFANO ORLANDI / MASSIMO BETTI - CHITARRA / STEFANO FASCIOLI - CONTRABBASSO / REGIA OMAR NEDJARI / SCENE E COSTUMI MARIA PAOLA DI FRANCESCO PRODUZIONE ATIR / SI RINGRAZIA LA FONDAZIONE CLAUDIA LOMBARDI PER IL TEATRO Era l’autunno del 1970 quando, sul palco di un teatro della provincia milanese, proprio lì dove oltre cinquant’anni prima è nato, ovvero su un palcoscenico e veniva alla luce (dei proiettori): il Signor G. dopo aver riraccontato a un pubblico la sua storia. Nato dalla mente e dal corpo di Giorgio Gaber, con l’aiuto della penna di Si aggira pertanto per i teatri per portare a termine il proprio proposito. Sandro Luporini, il Signor G è un uomo qualunque; un piccolo borghese, che Ma ogni tentativo fallisce miseramente. nasce, lavora, si innamora, si diverte e poi (forse) muore. Questa volta capita in un teatro dove sta per iniziare un concerto di musica Un uomo del nostro tempo, pieno di contraddizioni e di ripensamenti, di slanci contemporanea e finalmente sembra essere la volta buona... e di frustrazioni; ma che, spesso annaspando, si sforza di trovare un senso a Il finale, in perfetto stile gaberiano, ribalta però le prospettive e parafrasando questo suo vivere. uno spettacolo del 1974 anche questa volta si dovrà dire: “anche per oggi non Gaber è stato capace di raccontate, con graffiante ironia, di uomini disperati, si… muore”. tragicamente comici, ritratto di come siamo, coi nostri tic, i nostri modi di fare, Al “Signor G” non resterà che uscire dal teatro e ritornare nella strada, perché: le nostre manie. “G (semplicemente)” vuole essere un omaggio al grande artista milanese, a quasi vent’anni dalla morte e a oltre cinquant’anni dalla “La strada è l'unica salvezza. scelta di lasciare definitivamente la TV per portare le sue riflessioni in parole e C'è solo la voglia, il bisogno di uscire musica esclusivamente in teatro. di esporsi nella strada, nella piazza. E proprio dal teatro siamo voluti ripartire. Bisogna ritornare nella strada Ci siamo immaginati un “Signor G” che, orfano del suo autore, decida di porre nella strada per conoscere chi siamo” fine a questa sua esistenza; ma, per uno strano scherzo del destino, dovrà farlo
COMPAGNIA ATIR REGIE DI SERENA SINIGAGLIA LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR IN DISTRIBUZIONE IN AUTUNNO 2022 DI WILLIAM SHAKESPEARE / ADATTAMENTO EDOARDO ERBA / REGIA SERENA SINIGAGLIA / CON MILA BOERI, ANNAGAIA MARCHIORO, CHIARA STOPPA, VIRGINIA ZINI, GIULIA BERTASI / SCENE FEDERICA PELLATI / COSTUMI KATARINA VUKCEVIC / CONSULENTE MUSICALE FEDERICA FALASCONI ASSISTENTE ALLA REGIA GIADA ULIVI / PRODUZIONE ATIR L’allestimento ha debuttato a giugno 2017 nell’ambito di GLOB(E)AL commissionate ai più innovativi autori del panorama odierno e poi portate in SHAKESPEARE , un progetto di Gabriele Russo coprodotto dalla Fondazione Teatro scena da 6 registi. Il progetto è nato per affermare l’universalità del Teatro di Napoli - Teatro Bellini e Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro coniugando l’essenza atemporale dell’opera di Shakespeare con temi e linguaggi Festival Italia della scena contemporanea e si è aggiudicato il Premio dell’Associazione La scrittura di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia riadattano, tagliano e Nazionale Critici di Teatro 2017. montano con ironia Le allegre comari di Windsor, innestando brani, suonati e cantati dal vivo dal Falstaff di Verdi. In scena solo la signora Page, la signora Ford, STAMPA & CRITICA la giovane Anne Page e la serva Quickly, che danno parola anche ai personaggi “La perfezione di questo spettacolo sta nel condurre per mano il pubblico, in maschili, assenti ma molto presenti: mariti, amanti, e, soprattutto, il più grande, un’alternanza di pieni e di vuoti, di climax ascendenti e discendenti, verso una non solo per stazza, Falstaff. Da lui tutto comincia e con lui tutto finisce. Le lettere conclusione conosciuta” d’amore che il Cavaliere invia identiche alle signore Page e Ford sono lo stimolo Dramma.it per trasformare il solito barboso e very british pomeriggio di tè in uno scatenato gioco dell’immaginazione, del desiderio, del divertimento. “Punire” quel porco di “Qui, secondo l’adattamento di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia si Falstaff, che osa far loro esplicite richieste d’amore, diventa il grimaldello per dimostra che una commedia interpretata solo da attrici (anche in ruoli maschili) sentirsi ancora vive. Senza Falstaff, non ci sarebbe divertimento o sfogo per le non perde di forza. A patto che le attrici siano brave e queste in scena al Carcano signore Page e Ford, che, come le Desperate Housewives, sono donne di mezza brave lo sono davvero” età, borghesi, annoiate e un pizzico bigotte, con routine consolidate, mariti assenti Spettacolinews.it e desideri sopiti. «Per la sua ostentata dissolutezza in Falstaff si possono scorgere dei tratti di Don Giovanni e respirare aria buona di libertà; nella sua evidente “decadenza” si rispecchia quanto di più umano e disarmato si possa concepire», ci racconta la Sinigaglia, che ha voluto in scena anche una fisarmonicista che, oltre a suonare dal vivo le note di Verdi, interpreta Fenton, il grande amore di Anne, «un ruolo “en travesti” – prosegue – come vuole la tradizione shakespeariana (ma al contrario!)». Quest’allestimento nasce nell’ambito di Glob(e)al Shakespeare il progetto per il quale 6 opere del grande drammaturgo sono state proposte in 6 riscritture
COMPAGNIA ATIR REGIE DI SERENA SINIGAGLIA ISABEL GREEN PROGETTO E REGIA SERENA SINIGAGLIA / TESTO EMANUELE ALDROVANDI / CON MARIA PILAR PÉREZ ASPA / SCENE MARIA SPAZZI / LUCI ALESSANDRO BARBIERI MUSICHE ORIGINALI PIETRO CARAMELLI / VOCE FUORI CAMPO GIANLUIGI GUARINO / ASSISTENTE ALLA REGIA GIORGIA AIMERI / ASSISTENTI ALLA SCENOGRAFIA ERIKA GIULIANO, CLARA CHIESA, MARTA VIANELLO / PRODUZIONE ATIR CON IL SOSTEGNO DI NEXT 2017 / IN COLLABORAZIONE CON CENTRO TEATRALE MAMIMÒ Isabel Green, una grande star di Hollywood, ha appena vinto il premio Oscar come “Il testo di Emanuele Aldrovandi coglie i punti critici tenendoli a giusta distanza, “miglior attrice protagonista”. È sul palco del Dolby Theater, con in mano la la regia li compone con cura in un disegno pulito sulla scena disegnata da Maria STAMPA & CRITICA statuetta che sognava fin da quando era bambina. Dovrebbe essere al massimo Spazzi come una grande stella nera accartocciata, il resto lo fa Maria Pilar Pérez della felicità, ma dentro di lei qualcosa non va. Aspa” Mentre all’esterno cerca di dissimulare fingendo emozione e imbarazzo, dentro Sara Chiappori, laRepubblica di lei un turbine di pensieri la porta lontano, in una dimensione solitaria in cui le riflessioni sulla propria vita si mescolano al tentativo di far fronte alla situazione “Nelle sue note di regia Serena Sinigaglia definisce Maria Pilar l’attrice perfetta attuale, in un parossismo tragicomico che la porta a rompere ogni convenzione per Isabel e quanto visto in Sala Bausch ne è la conferma. Si ride, si gioca sul sui “discorsi d’accettazione” e a mettere in discussione i cardini della sua stessa cambio di lingua, sulle imprecazioni in spagnolo e sugli scatti di ira della esistenza. protagonista, ma quello che viene fuori con il prosieguo del testo è una donna che commuove per la sua sofferenza d’animo” NOTE DI REGIA Milanoteatri.it Se non vi foste già imbattuti nel libricino del filosofo coreano Byung-Chul Han, “La società della stanchezza”, andate a procurarvelo: pochi euro, molta soddisfazione. Han descrive la nostra come la “società della stanchezza”. Non esiste più lo scontro-confronto tra padrone e operai, non c’è il nemico da abbattere, la rivoluzione da sognare. Datore di lavoro e lavoratore coincidono: siamo noi stessi. Noi ci imponiamo ritmi lavorativi ed esistenziali degni del peggior modello fordista, noi siamo al contempo schiavi e schiavisti. In eterna “prestazione”, il tempo, tutto il tempo, diventa “produttivo”, una catena perversa che pare inarrestabile. La conseguenza naturale di un siffatto stato di cose è una stanchezza enorme, paradossale, simile alla morte. Ecco allora spuntare nuove malattie quali la sindrome del burn-out. Depressi o isterici, comunque spossati e sfiniti. Da queste premesse è nato Isabel Green. Volevo trovare un modo per parlare di questo tilt epocale. Farlo con leggerezza e ironia, naturalmente (non serve certo aggiungere altra “pesantezza”).
COMPAGNIA ATIR REGIE DI SERENA SINIGAGLIA UTOYA UN TESTO DI EDOARDO ERBA / CON LA CONSULENZA DI LUCA MARIANI / AUTORE DE IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI / REGIA SERENA SINIGAGLIA / SCENE MARIA SPAZZI LUCI ROBERTO INNOCENTI / CON ARIANNA SCOMMEGNA E MATTIA FABRIS / CO-PRODUZIONE ATIR - TEATRO METASTASIO DI PRATO / CON IL PATROCINIO DELLA REALE AMBASCIATA DI NORVEGIA IN ITALIA “Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011 è “Edoardo Erba in sorprendente maturità stilistica ci consegna un testo doloroso STAMPA & CRITICA un’impresa impegnativa. Il Teatro non è il luogo della documentazione e e incalzante” dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un Giornale.it avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente “L’espediente drammaturgico funziona anche grazie alle notevoli interpretazioni la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è – ma non è una novità – di Arianna Scommegna e Mattia Fabris. […]. un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. Una inquietantissima bolla capace di spiegare molto bene il tema in discussione” Renzo Francabandera, Hystrio Quando ero un ragazzo e aprivo il giornale avevo una griglia, forse un po’ rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che in tutto il mondo alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento, e dessero la possibilità alle persone di trovare un modo per reagire. Ma dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia.” Edoardo Erba
COMPAGNIA ATIRMONOLOGHI ARIANNA SCOMMEGNA MONOLOGHI ARIANNA SCOMMEGNA Premio Ubu miglior attrice 2014 “Arianna Scommegna ha saputo imporsi non solo grazie al suo forte temperamento, ma anche e soprattutto perché capace, grazie a un impressionante ventaglio di registri espressivi, di recare a ogni suo personaggio qualcosa di struggentemente personale. Capace di caricarlo di una verità nuova e sconosciuta.” Motivazioni Giuria Premio Hystrio 2011 CLEOPATRÀS DI GIOVANNI TESTORI / REGIA GIGI DALL’AGLIO LA MOLLI Divertimento alle spalle di Joyce DI GABRIELE VACIS E ARIANNA SCOMMEGNA / REGIA GABRIELE VACIS AL VIOLONCELLO ANTONY MONTANARI Una sedia. Una donna. Molly Bloom. Un testo. L’Ulisse di Joyce. Una luce calda, che illumina “Affrontando il primo dei Tre lai, i folgoranti lamenti funebri di tre donne sul cadavere anche il pubblico. Frammenti di vita scanzonati o disperati, storie di carne e sangue, vita che dell’amato, che Testori scrisse pochi mesi prima della morte, la Scommegna realizza scorre come lacrime, che si strozza in un grido o si scioglie in una risata.. una incontenibile performance linguistica, prima ancora che vocale. […] È tanto brava, Renzo Francabandera, Hystrio la Scommegna, che in certi momenti si rischia di ascoltare solo lei e non il testo, e questo sarebbe un limite, perché la Cleopatràs è un’opera di incommensurabile bellezza, una delle più grandi di Testori.” Renato Palazzi POTEVO ESSERE IO DI RENATA CIARAVINO / CON ARIANNA SCOMMEGNA / SUPERVISIONE REGISTICA SERENA SINIGAGLIA / SET MARIA SPAZZI / VIDEO E SCELTE MUSICALI ELVIO LONGATO LUCI CARLO COMPARE / PRODUZIONE ATIR SPETTACOLO VINCITORE BANDO MATER STRANGOSCIÀS DI GIOVANNI TESTORI / REGIA GIGI DALL’AGLIO NEXTWORK 2013 ALLA FISARMONICA GIULIA BERTASI Arianna Scommegna si conferma grandissima attrice, capace di muoversi tra i fili della drammaturgia con la disinvoltura di chi, oltre ad aver fatto proprio il personaggio, sa di potersi “Chi ha visto e apprezzato la Cleopatràs nella possente interpretazione di Arianna Scommegna affidare ad una tecnica potente e personalissima, mai affettata o egocentrica; esposta, sì, farebbe bene a non perdere Mater strangosciàs, la seconda tappa del “dittico” testoriano ma ma per semplice e giusta consapevolezza dei propri mezzi. in origine sarebbe la terza tappa di un “trittico” che l’attrice sta costruendo sotto la preziosa Proprio questa compenetrazione profonda fra testo e interprete è l’indubbio punto di forza di guida registica di Gigi Dall’Aglio La nuova proposta si assomma alla precedente, ma non è la “Potevo essere io”: la regia, che sceglie una frontalità narrativa semplice e diretta, si concentra sua mera prosecuzione: quella di Mater strangosciàs - che è forse il più difficile, il più insidioso sul costruire una sequenza di quadri semi-indipendenti, seguendo la scansione biografica dei “Tre Lai”, certo il più esposto al rischio di diventare oleografico - risulta dotata di un valore del monologo. autonomo, diversa e in qualche modo opposta rispetto all’altra.” Klpteatro.it Renato Palazzi
COMPAGNIA ATIRMONOLOGHI CHIARA STOPPA IL RITRATTO DELLA SALUTE DI MATTIA FABRIS E CHIARA STOPPA / REGIA MATTIA FABRIS / CON CHIARA STOPPA / PRODUZIONE ATIR «Chissà com’è essere malati? Malati di tumore? Un giorno me lo chiesi. E poi... E così ogni volta che mi cercavano, ripetevo, parlavo, raccontavo. Ma non è poi questo Quando i medici mi dissero che avevo pochi mesi di vita, iniziai a pensare a cosa dire ai il mio lavoro? Faccio l'attrice. Racconto e faccio vivere ogni volta una storia. Questa volta miei amici, alle persone a me care, per un degno saluto. Poi decisi che era meglio alzarsi è semplicemente la mia storia. Il problema di scriverla è stato superato aspettando la dal letto, era meglio stare meglio, era meglio vivere no? E... ad ogni modo, ora, dopo persona giusta. Mattia Fabris, amico e compagno della compagnia ATIR mi lesse alcune molto più che pochi mesi, sono qui. In piedi, con una storia da raccontare. cose scritte da lui. Belle. Divertenti. Mi accendevano la fantasia. Gli parlai e accettò E sono qui per questo. Dopo la mia guarigione, la gente mi cercava. Amici e sconosciuti. questa sfida. Darmi una voce scritta. Capire come raccontare e cosa raccontare della Mi chiamavano. Volevano sapere. Conoscere la mia storia. Che non è molto diversa da mia storia. Che vuole parlare a tutti. Scriverla per portarla in giro con me. Incontrare le quella di altri. Ma unica in quanto personale. persone. Tramite il teatro, che è il tempio dell’incontro. Nessun elisir di lunga vita, Ho incontrato molte persone. Ho parlato con loro. Ai tavolini di un bar. Per strada. Al nessuna formula magica. Solo una ragazza di 25 anni che affronta una malattia. E parco. Parlavo. Raccontavo. Di me. Con la difficoltà di ripetere ogni volta la mia storia. quando le dicono che sta per morire decide di affrontare sé stessa. Ma intravvedendo negli occhi degli altri la luce della speranza. Si sentivano capiti, protetti, La malattia come passaggio. Come un viaggio in una terra lontana. Un viaggio dal quale ascoltati. a volte si torna indietro. Almeno per me è stato così e, come scrive Carver in una sua poesia: “...e che te ne sono grata, capisci? E te lo volevo dire.”» Chiara Stoppa
COMPAGNIA ATIR MONOLOGHI PILAR PÈREZ ASPA RACCONTI DI ZAFFERANO FEDERICO il rito della sopravvivenza non si celebra da soli vita e mistero di Garcìa Lorca DI E CON MARIA PILAR PÉREZ ASPA, UN’ORIGINALE ESPERIENZA TEATRALE DI E CON MARIA PILAR PÉREZ ASPA / LUCI DI PIETRO PAROLETTI MUSICHE ANTONIO PORRO ATIR propone un’originale ed intensa esperienza teatrale: gli spettatori sono Un viaggio alla scoperta di Federico García Lorca e della sua poesia, attraverso il invitati ad un appuntamento speciale, uno spettacolo ma anche un’occasione di racconto dell’epoca storica che incorniciò la vita del poeta spagnolo. Alcuni aneddoti degustazione culinaria in cui un’attrice li accompagnerà in un viaggio attraverso di vite illustri (Luis Buñuel, Salvador Dalì, Pablo Neruda ed altri) e frammenti di opere il cibo, l’atto - insieme concreto e simbolico - del mangiare, la letteratura, i libri che ci svelano la forza delle parole e la musicalità della lingua di Lorca. Non solo uno e gli autori che nel corso della storia ne hanno parlato. spettacolo teatrale, ma anche una lezione per gli spettatori per apprendere qualcosa di più sulla Spagna e su uno dei suoi più illustri figli. Durante lo spettacolo, di fronte agli spettatori, in un’atmosfera intima e suggestiva, l’attrice cucinerà una paella di carne, secondo la ricetta dell’epoca cervantina, che sarà poi servita – al termine dello spettacolo - agli spettatori, i “Federico, uno spettacolo che è la musica di un esistenza, di un intimità, di uno STAMPA & CRITICA quali concluderanno la serata seduti intorno a un tavolo in un suggestivo “convivio slancio che ha preceduto Pasolini” teatrale”. Rodolfo di Giammarco, la Repubblica «Mangiamo e parliamo con lo stesso organo. Cibo e parole convivono nella nostra bocca e si nutrono a vicenda. Per questo l'atto di mangiare rappresenta uno degli aspetti più evidentemente culturali nell'uomo. Ho raccolto pagine memorabili di Cervantes, Proust, Vicent, Montanari, Scarpellini, Montalbàn, Fernando de Rojas, pagine che parlano di cibo, di fame, di nutrimento, di ritualità… le ho messe assieme a tante ricette e le ho sparpagliate sulla tavola da pranzo. Così è nata questa letteratura ai fornelli, una sorta di fumetto a parole sulla storia dell’alimentazione: due pentole, un tavolo lungo, dei commensali, testi e riflessioni sull'atto di mangiare. Si cucina, si racconta, si mangia. Perché col cibo non si gioca ma ci si può divertire.» Maria Pilar Pérez Aspa
COMPAGNIA ATIRSPETTACOLI MATTIA FABRIS UN ALT(R)O EVEREST DI E CON MATTIA FABRIS E JACOPO BICOCCHI SCENE MARIA SPAZZI (S)LEGATI DI E CON JACOPO BICOCCHI E MATTIA FABRIS LIGHT DESIGNER ALESSANDRO VERAZZI / SCELTE MUSICALI SANDRA ZOCCOLAN LIGHT DESIGNER ALESSANDRO VERAZZI ASSISTENTI ALLA SCENOGRAFIA ERIKA GIULIANO E MARTA VIANELLO Jim Davidson e Mike Price sono due amici. Sono una cordata. Nel 1992 decidono È la storia di un miracolo. Di un’avventura aldilà dei limiti umani. Ed è al di scalare... la loro montagna: il Monte Rainier nello stato di Washington, Stati contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna Uniti. diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite Il sogno di una vita, una vetta ambita da ogni scalatore, un passaggio obbligatorio estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, per chi, nato in America, vuole definirsi Alpinista. “The Mountain” come la a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, chiamano a Seattle. è l’unico gesto necessario. Ma le cose non sono mai come ce le aspettiamo e quella scalata non sarà solo la conquista di una vetta. Sarà un punto di non ritorno, un cammino impensato dentro alle profondità del loro legame, un viaggio che durerà ben più dei 4 giorni “Bicocchi e Fabris, bravissimi, riescono a tenerci col fiato sospeso per tutto lo STAMPA & CRITICA impiegati per raggiungere la cima. spettacolo. E non solo per il ritmo incalzante della drammatica impresa sportiva, quanto piuttosto per la vicenda esistenziale sottesa, di cui sono stati capaci di rendere “Un alt(r)o Everest” è una storia vera, non è una storia famosa, da essa non è tutte le sfumature e implicazioni possibili.” stato tratto nessun film, ma potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E forse lo Hystrio, Claudia Cannella è. Proprio per la sua spietata semplicità. Una storia che racconta le difficoltà e i passaggi obbligatori che la vita ci mette davanti. Crepacci. Non possiamo voltarci dall’altra parte e non possiamo giraci intorno ma solo attraversarli. Due amici, due vite, due destini indissolubili.
COMPAGNIA ATIRTEATRO CANZONE ROBA MINIMA, S’INTEND! concerto malincomico CANZONI DI ENZO JANNACCI / CONTAMINAZIONI LETTERARIE DI BEPPE VIOLA, FRANCO LOI, GIOVANNI TESTORI, WALTER VALDI / DI E CON STEFANO ORLANDI MASSIMO BETTI CHITARRA / STEFANO FASCIOLI CONTRABBASSO / GIULIA BERTASI FISARMONICA / SCENE MARIA SPAZZI / COSTUMI FEDERICA PONISSI LUCI ALESSANDRO VERAZZI / IMMAGINI PIETRO PAROLETTI Lo spettacolo-concerto è un percorso di musica, parole e immagini intorno alla Jannacci è stato sempre dalla parte degli ultimi, dei balordi, li ha cantati con il figura del cantautore milanese e della Milano che egli ha raccontato nelle canzoni cuore in gola, nei suoi versi c’è la speranza che non si arrende. Jannacci racconta fin dagli anni ’60. La Milano dei quartieri con i suoi mille personaggi stravaganti l’avventura umana attraverso piccole storie di personaggi affamati di fantasia, e surreali: i “pali” dell’Ortica, quello che andava a Rogoredo a “cercare i sò ma con i piedi ben piantati nel delirio quotidiano della realtà, nelle sue canzoni danée”, le balere di periferia dove c’è sempre chi “per un basin” avrebbe dato c’è il mondo visto con gli occhi di un clown; un clown moderno, “allampanato, la vita intera. I sogni e le miserie di chi sta ai margini di una società che corre fulmineo e folle”, dove il riso e il sorriso si mescolano con la malinconia dei troppo veloce, incurante degli ultimi. Il boom economico con le sue contraddizioni, ricordi, con la tristezza e anche la rabbia per un mondo che non è certo il migliore con “Vincenzina” che vuol bene alla fabbrica, con quello che “prendeva il treno dei mondi possibili, ma l’abbiamo fatto noi, e in questo mondo ora ci tocca vivere. per non essere da meno” e chi davanti a un documento di residenza “gli viene Proprio come un clown, Jannacci ha la capacità di stupire, di creare atmosfere in mente tutta l’infanzia”. C’è chi insegue una storia d’amore: “roba minima, poetiche, di inventare incantesimi, di far ridere e piangere allo stesso tempo. s’intend, roba de barbun!”. E poi c’è chi, nonostante tutto, ride, e ride di gusto perché “sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, al ricco e al cardinale”.
COMPAGNIA ATIRTEATRO CANZONE BANG BANG... DI COLPO LUI La storia di Tenco e Dalida VOCE NARRANTE E CANTO SANDRA ZOCCOLAN / PIANOFORTE MELL MORCONE PERCUSSIONI ALESSIO PACIFICO / DRAMMATURGIA A CURA DI SANDRA ZOCCOLAN La notte del 27 gennaio 1967 Luigi Tenco fu ritrovato senza vita nella sua camera nella «Immergersi nella vita e nella morte di questi due artisti è stata un'avventura emotiva dépendance dell'Hotel Savoy a Sanremo. Un suicidio, apparentemente. Solo poche ore intensa. Attraverso le loro parole, le interviste e le canzoni, ho cercato di raccontare la prima aveva presentato - in coppia con la cantante francese Dalida - Ciao amore, ciao loro umanità, i misteri e i tormenti. Ascoltare le canzoni di Tenco, anche le meno note, al Festival della canzone ed era stato eliminato. significa per me scoprire il pensiero e le idee di un artista profondo e ironico rispetto L'improvvisa scomparsa di Tenco sconvolse l'opinione pubblica, lasciando un segno alla società in cui viveva, e la cui essenza rimane sempre attuale» profondo nella memoria collettiva italiana. Eppure l'inchiesta venne chiusa in tutta fretta. Sandra Zoccolan Nelle luci sfavillanti del Casinò di Sanremo, dove all'epoca si svolgeva il Festival, nella celebrazione festosa della musica leggera, e dell'immenso business che essa portava con sé, quella scena di sangue, infatti, proprio non ci sarebbe voluta. E pure Dalida, nel 1987, muore suicida. Negli anni, vengono alla luce buchi e contraddizioni nella versione ufficiale dei fatti.
COMPAGNIA ATIRREADING TEATRALI GRANDI ROMANZI IL BUIO OLTRE LA SIEPE LA PIAZZA DEL DIAMANTE DI HARPER LEE DI MERCÈ RODOREDA CON ARIANNA SCOMMEGNA CON MARIA PILAR PÉREZ ASPA IL CENTENARIO CHE SALTÒDALLA FINESTRA E SCOMPARVE UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA DI JONAS JONASSON DI BOHUMIL HRABAL CON CHIARA STOPPA CON MATILDE FACHERIS ADATTAMENTO GIORGIO PERSONELLI ALLA CHITARRA MASSIMO BETTI WALDEN OVVERO VITA NEI BOSCHI L’INCENDIO DI VIA KEPLERO DI HENRY DAVID THOREAU DI C.M.GADDA CON MILA BOERI CON STEFANO ORLANDI
COMPAGNIA ATIRPROGETTI SPECIALI THE DEI AFTER DI DOMENICO FERRARI E RITA PELUSIO / CON MILA BOERI, CRISTINA CASTIGLIOLA, MATILDE FACHERIS / SCENE E COSTUMI ILARIA ARIEMME / CURA DEL SUONO E DELLA LUCE LUCA DE MARINIS | IMMAGINI SCENOGRAFIA SERENA SERRANI / ASSISTENTE ALLA REGIA GIULIA SARAH GIBBON / REGIA DI RITA PELUSIO / PRODUZIONE ATIR / CON IL SOSTEGNO DI NEXT ED. 2019/2020 PROGETTO DI REGIONE LOMBARDIA E FONDAZIONE CARIPLO E CON IL SOSTEGNO DEL COMUNE DI SASSO MARCONI E ASSOCIAZIONE CA’ ROSSA / IN COLLABORAZIONE CON PEM HABITAT TEATRALI “Per noi non è solo uno spettacolo, è un atto dovuto di militanza culturale, un giochi linguistici, gags e incastri di ragionamento che smonterà miti e certezza piccolo contributo verso la parità di genere e più in generale verso del maschile per approdare infine a una domanda decisiva: se il maschio è un l’emancipazione della società. Che sia l’inizio di una lunga fortuna per questo tale fallimento perché continuiamo a metterlo al centro di ogni progetto sociale? nuovo genere teatrale!” I nostri protagonisti sono tre buffoni contemporanei incastrati in una commedia Serena Sinigaglia, direttore artistico ATIR che prende spunto da varie ispirazioni, dagli studi di Joan Bolen e dal sottile umorismo di “Che cos’è l’uomo” di Mark Twain. L’uomo, il maschio, si è inceppato, non funziona più. Commedia di ruoli che nasconde in sé un ulteriore sorpresa: i nostri dèi infatti Crisi di valori, perdita di ruolo, paura della vita: l’uomo, il maschio, smarrisce la sono impersonati non da attori uomini, ma da tre attrici che, dopo anni di lavoro sua posizione nel mondo, il suo senso di esistere. all’interno del Kollettivo King del Teatro Ringhiera, hanno deciso di portare in E si ferma, si immobilizza. Smette di funzionare. scena, in chiave comica, il maschile che le abita. Come aggiustarlo? Come ripararlo? E’ ancora possibile, e soprattutto ne vale ancora la pena? KOLLETTIVO DRAG KING Dov’è l’errore, cosa è andato storto? Kollettivo Drag King, nato all’interno del Teatro Ringhiera nel 2011, ha deciso di A questo problema sono chiamati a dare una soluzione tre improbabili dèi: un portare in scena, in chiave comica, i maschili che lo abitano. Dalla sua formazione decrepito Zeus, un Efesto tracagnotto e un ingenuo Ermes. il Kollettivo Drag King indaga e mette in scena il lato maschile, combattendo tabù Sono ciò che rimane delle potenti divinità che furono un tempo, sono dèi decaduti. e stereotipi, liberandosi dai condizionamenti di genere, giocando in modo Sono tre figure grottesche della crisi dell’uomo nel nostro quotidiano: insufficienti, spudorato e impertinente. inadeguati, perennemente alla ricerca di un riscatto che non arriva. The Dei after è un irriverente gioco nel gioco che non vuole risparmiare niente e Posti davanti a una problema che sembra impossibile da risolvere daranno vita nessuno e che promette di farci ridere e pensare. a un confronto-scontro comico e profondo allo stesso tempo in cui le singole istanze si riveleranno sempre troppo limitate, le proposte troppo sgangherate e fallimentari, facendo così procedere la storia in un susseguirsi serrato di dialoghi,
COMPAGNIA ATIR TEATRO RAGAZZI AMICI PER LA PELLE DI EMANUELE ALDROVANDI E JESSICA MONTANARI / CON MILA BOERI E DAVID REMONDINI / REGIA RENATA COLUCCINI MOVIMENTI SCENICI MICAELA SAPIENZA / LUCI MARCO ZENNARO / COPRODUZIONE TEATRO DEL BURATTO / ATIR ETÀ CONSIGLIATA: DAI 6 ANNI Un racconto di amicizia e tradimento, di scoperta di se stessi e dell’altro che palcoscenico la storia viene narrata con un gioco di parole e di movimento dove mette al centro il rispetto reciproco e dell’ambiente. Una fiaba moderna in cui con la voce e con il corpo gli attori evocano e ci rendono partecipi di situazioni e vengo narrate le avventure di Zeno, un ragazzo che si sente solo e per esigenze paesaggi. di lavoro si traveste da asino, e di Molly un’asina vera, un’asina intelligentissima. Attraverso la metafora, il racconto fantastico, possiamo meglio comprendere che Molly è fuggita da uno stretto recinto e anche lei si sente sola. Molly e Zeno sono curare e rispettare il nostro mondo parte dal conoscere e rispettare se stessi e diversi, ma accomunati dal sentirsi spesso emarginati, diversi rispetto al loro gli altri nella loro diversità e bellezza. ambiente. Un giorno, entrambi in fuga, si incontrano. Lui se ne va da un luogo che l’ha deluso, lei scappa da una prigionia. Il loro incontro cambierà la vita ad entrambi. Un ottimo lavoro “Amici per la pelle” perché non dà nulla per scontato e non cede STAMPA & CRITICA Il viaggio di Molly e Zeno li porterà, attraversando un bosco, a raggiungere il alla facile via dell’approccio buonista ma aiuta a comprendere la complessità Posto Segreto sognato da Molly: un luogo dove gli animali convivono delle relazioni e la ricchezza portata dalla capacità di leggere la realtà alla luce pacificamente, rispettando l’ambiente e la natura, naturalmente un luogo dove di differenti punti di vista” l’uomo non è ammesso. Zeno, finto asino, un po’ spaesato, un po’ timoroso non www.eolo-ragazzi.it può adattarsi né continuare a mascherare la propria identità e ancora una volta fugge. Ma questa volta da solo. “È una bellissima metafora quella che parla ai bambini in Amici per la pelle di Quando Zeno tradirà l’amicizia di Molly scoprirà quanto è importante e necessario Teatro del Buratto/ATIR. (..) David Remondini e Mila Boeri sono due bravissimi il loro legame e sarà finalmente disposto a rischiare se stesso per salvare l’amica. attori, qualità che non sempre si riscontra nel teatro ragazzi, e rendono credibile Insieme affronteranno diverse situazioni in cui le loro differenze emergeranno e la loro asinità.” creeranno complicità ma anche conflitti. Ma è di tutto questo che si nutre Paneacquacultura.net un’amicizia vera. Le incomprensioni e la diversità generano situazioni comiche e drammatiche e il loro incontrarsi e scegliersi porta con sé la poesia del sentimento. Sul
foto: Serena Serrani - grafica: notstudio.it CONTATTI compagnia@atirteatroringhiera.it - 02.87390039 - 339.1154163 atirteatroringhiera.it - vimeo.com/atir
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