L'ARCOBALENO - Fondazione Gusmini ONLUS

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L’ARCOBALENO

GIORNALINO REDATTO CON GLI OSPITI DELLA FONDAZIONE
      “CARD. GUSMINI” di VERTOVA, VIA SAN CARLO, 30
                     SERVIZIO ANIMAZIONE
      TEL 035/737613 - Email: animazione@fondazionegusmini.it
              Sito internet: www.fondazionegusmini.it
            Facebook: pagina “Fondazione Card. Gusmini”
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La sorpresa del Bepi alla Fondazione
“Cardinal Gusmini” di Vertova
16 Febbraio 2021

Una sorpresa di Carnevale. E una scarica di energia positiva.
Questa mattina (martedì 16 febbraio) alla Fondazione
“Cardinal Gusmini” di Vertova è arrivato il Bepi. Ha cantato
sula grande terrazza della struttura, davanti ad alcuni ospiti e
dipendenti. Un’esibizione all’aperto, nel rispetto delle norme
Covid, per ritrovare un po’ di spensieratezza in un giorno (il
martedì grasso) che, in anni normali, era consacrato
all’allegria.Anche per il cantante di Rovetta è stata
un’occasione speciale. «Ho avuto la possibilità di portare un
po’ di allegria in un ambiente chiuso, vincolato da regole rigide.
Ma ho potuto anche tornare a fare spettacolo. Significa
esibirsi di fronte alla gente che ti guarda, canta insieme a te,
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batte le mani, partecipa, ti comunica il suo entusiasmo. E
tutto questo è bellissimo per chi fa un mestiere come il mio»,
ha detto il Bepi alla fine della sua esibizione.

Dopo aver iniziato con Remigio, il Bepi ha sfoderato alcuni dei
suoi brani più conosciuti: L’è sà l’estàt, Ol sàbet nòcc, Strade
‘lla basa, Kentucky. In mezzo anche Oia ‘ffa nent, cantata con
Leo de Cavlera (Leonardo Boni) come nell’album Strinù.

In tutto circa mezz’ora di canzoni con il cantante
accompagnato solo dalla musica che usciva dalle casse piazzate
sulla grande terrazza.

Un’esibizione senza dubbio diversa da quelle a cui il Bepi ha
abituato i suoi fans, ma ugualmente coinvolgente.
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«Con questo momento abbiamo concluso “Öna cansù de fa
compassiù”, il nostro festival canoro di Carnevale giunto alla
diciottesima edizione – spiega Raffaele Gritti, del servizio
animazione della Fondazione “Cardinal Gusmini” -. Il Bepi,
grande mattatore delle nostre serate negli anni passati, ci ha
fatto una sorpresissima passandoci a trovare questa mattina.
Un gesto davvero grandissimo nei confronti dei nostri ospiti.
Lo ringraziamo tantissimo per questa sprizzata di gioia».

Il concorso canoro quest’anno si è svolto in un modo diverso.
«Ogni reparto ha registrato la propria canzone nella sala
polivalente – prosegue Raffaele Gritti -. Tutti le canzoni,
invece di passare al vaglio di una giuria come nelle passate
edizioni, verranno votate in Facebook. Da giovedì 18 febbraio a
domenica 21 saranno sulla pagina della Fondazione. Premieremo
la bravura, la simpatia, l’originalità e, quest’anno, anche
l’emozione. Per votare basterà mettere “Mi piace”».
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I VINCITORI DEL CONCORSO CANORO !!!

    Quest’anno          il      nostro
    concorso canoro a distanza
    ha   generato       occasioni     di
    sonore      risate,         qualche
    stonata simpatica e stupore
    per quello che le persone
    possono    creare        quando   si
    mettono           in         gioco.
    Meraviglia! Siamo passati da canzoni riadattate in versione
    “Dai che ce la facciamo ad uscire da questo maledetto Covid”,
    ad   esibizioni     spensierate        di   canzoni   che    fanno    sempre
    emozionare.E allora eccovi qui i premi distribuiti oggi:

   MIGLIOR COLONNA SONORA CARTONI ANIMATI al nostro
    mitico Gruppo Hospice CON “POLLON”
   PREMIO MIGLIOR GRUPPO ESTERNO al CDD di Fiorano al
    Serio che ci ha regalato 3 canzoni: “IL GATTO E LA VOLPE,
    MAMMA MARIA e L’AMICO È”
   PREMIO     QUALITÀ          SINGOLI         CANTANTI    al   nostro   mitico
    Giampy CON “100 MODI PER DIRE TI AMO”
   PREMIO QUALITÀ CANTANTI SINGOLI alle nostre mitiche
    Anna&Giulia CON “IL PESCATORE”
   QUALITÀ CANTANTI SINGOLI al nostro mitico Giancarlo
    CON “GENERALE”
   PREMIO CATEGORIA EMOZIONE al nostro mitico Gruppo
    Misto CON “RINASCERÒ”
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   PREMIO MIGLIOR MIX POPOLARE al nostro mitico Nucleo
    Alzheimer.
                                        PREMIO         MIGLIOR       GRUPPO
                                         ANNI      70    al   nostro    mitico
                                         Mantenimento         CON “DATEMI
                                         UN MARTELLO”
                                        PREMIO                      MIGLIOR
                                         COREOGRAFIA            al      nostro
                                         mitico     gruppo           “Rugiada”
    CON “RICORDAMI”
   PREMIO MIGLIOR GRUPPO ANNI 80 al nostro mitico gruppo
    “Quadrifoglio” CON “GIANNA”
   PREMIO GRUPPO DEBUTTANTE al nostro mitico gruppo
    Centro Diurno Psichiatrico   CON “LA ZONA GIALLA”
                                         PREMIO SIMPATIA al nostro
                                          mitico                       Gruppo
                                          Agorà “KARAOKE
                                          GUANTANAMERA”
                                         PREMIO ONA CANSU DA FA
                                          COMPASSIÙ al                  nostro
                                          mitico gruppo Centro Diurno
    CON “VOLARE”
   PREMIO ORIGINALITÀ al nostro mitico gruppo Casa Serena
    CON “COVID-REMIX”
    Grandi ringraziamenti vanno alle sezioni del CDD di Fiorano al
    Serio per aver partecipato a distanza, per essersi messi in
    gioco davanti alle videocamere con tanto di microfoni e sguardi
    emozionati.
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Sentire le vostre voci,
                                             di persone che non si
                                             conoscono da vicino, è
                                             stato        bellissimo.       È
                                             stato       un     po’     come
                                             incontrarsi            davvero…
                                             Siete nei nostri cuori e
                                             speriamo          di     poterci
                                             incontrare dal vivo per
farci   una   bella   cantata     insieme!!!Grazie   a    tutti       per   la
partecipazione calorosa ed emozionata. Al termine di lunghe
settimane     di    prove   da   palcoscenico,   studi    di    coreografie
all’ultimo grido, incastri e giochi di parole che ci permettono
di coltivare la speranza di rimanere in “Zona Gialla”… siamo
arrivati alla fine di questa versione alternativa del nostro
Concorso Canoro.Potevamo rinunciarci perché senza palco è
tutta un’altra cosa, ma avremmo sbagliato.Avremmo perso
solisti emozionati, gruppi appassionati, personaggi vestiti con
abiti improbabili, voci tremolanti e calorose, cantanti veri ma
che non sapevano di esserlo, qualche steccata memorabile, il
brivido   delle     telecamere…    sarebbe   stato       un    peccato!Per
fortuna quindi abbiamo scelto di farlo comunque, rispettando
le indicazioni e le distanze, perché crediamo che, nonostante
tutto, la vita vada avanti e meriti di avere momenti di gioia
ed emozione da condividere.

Speriamo di aver creato uno          di questi momenti per ciascuno
di voi!!!Ci vediamo (e sentiamo) l’anno prossimo!!! Tenete
calde le ugole!!!
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Mi ritorni in mente… dal Nucleo Alzheimer!
               Carnevale in mascherina!!!
Un Carnevale così non si era mai visto…..Un Carnevale alternativo,
intimo ma non per questo meno divertente.

Sono i nostri nonni a rendere magici i momenti e rendere la semplicità
un’esperienza di pienezza. Che emozione, ha detto Maria! Ci siamo
allenati in reparto per partecipare al concorso canoro che questo anno
si è tenuto online.

Abbiamo scelto due canzoni allegre che conosciamo bene, “Campagnola
bella” e “Romagna mia”, due canzoni che sentiamo anche se tra le
parole si nasconde un po’ di nostalgia del passato .

Siamo stati sostenuti da tutta l’èquipe: Il Dottore e la Fisioterapista
ci hanno accompagnato con le chitarre, la Coordinatrice e le operatrici
hanno cantato con noi, i genitori della Terapista ci hanno realizzato una
casetta di legno , molte mascherine e foulard con il tema dei fiori, per
dare colore a questo Carnevale. Ci siamo anche impegnati a realizzare
dei fiori con il cartoncino improvvisandoci artisti!

Con questi fiori, le mascherine , i foulard floreali e alcuni cappelli di
paglia ci siamo “travestiti” sul tema delle canzoni scelte creando una
piccola scenografia sul palco. Mercoledì 10 ci siamo ufficialmente esibiti
sul palco e siamo stati ripresi!!! Naturalmente senza pubblico,
mantenendo il rigoroso distanziamento e le mascherine in viso. Noi ci
siamo divertiti prima del festival e durante perché abbiamo condiviso la
gioia della condivisione e della leggerezza.

Ma adesso è ora di …. chiacchiere!!!

                         NUCLEO ALZHEIMER
L'ARCOBALENO - Fondazione Gusmini ONLUS
Il mondo è pieno di pazzi, un poco lo siamo pure noi…

ModestaMente
Il giornale delle comunità psichiatriche della fondazione Gusmini di Vertova
 Anno 7 n. 59                              EDITORIALE                                      Febbraio 2021

                                          Ciao Valter
                                             Aforismi e modi di dire
                                  Già dal remoto passato i nostri antenati avevano compreso come
                                  l’aforisma, il motto di spirito o i modi di dire fossero una modalità
                                  comunicativa molto efficace.
                                  Vi sono motivi pratici e scientifici che affermano questo; perdonerete al
                                  vostro umile editorialista una breve digressione teorica: uno degli
                                  intellettuali più influenti (nel mondo della comunicazione) del secolo scorso
                                  – P. Watzlawick – ha affermato nel suo Pragmatica della Comunicazione
                                  Umana che la comunicazione può essere di due tipi: digitale e analogica.
                                  La comunicazione digitale è più scarna e precisa, non porta con sé
                                  contenuti emotivi: è come quando leggiamo una ricetta o un articolo di
                                  giornale che parla di economia. In questo caso non c’è spazio per il
                                  coinvolgimento personale ed emotivo, si tratta di seguire passo-passo
                                  quanto scritto e di incamerare nozioni.
                                  L’altra tipologia di comunicazione è quella analogica: va ben oltre il
                                  contenuto letterale di quello che esprime, fa riferimento alle esperienze
                                  personali di ognuno di noi, ed ognuno trova in quanto legge dei significati
                                  unici e suoi. Fin dal passato, dicevamo, l’uomo si è accorto di quanto fosse
                                  potente questo modo di comunicare ed è per questo, crediamo, che i modi
                                  dire sono diffusi praticamente in tutto il mondo: non avendo grande
                                  esperienza del resto del mondo possiamo però parlare solo dei modi di dire
italiani. Tanto va la gatta al lardo…, Meglio un uovo oggi…, Moglie e buoi…, certamente ognuno dei nostri
lettori è stato in grado di completare questi proverbi, rendendosi perfettamente conto che non si parla
specificamente di gatti, uova o mogli e bovini ma ha saputo trarre un significato generale da quanto letto.
E’ questa la potenza dell’oggetto del nostro editoriale di questo mese. In maniera del tutto rapida e
automatica, queste parole creano un concetto generale che si fissa nella mente della persona in modo
indelebile, che viene ricordato spontaneamente e senza sforzo ogni volta che si sente l’incipit della frase o
che ci troviamo in una situazione che può ricordare il modo di dire.
Ma, come dice il detto, il troppo stroppia e quindi anche un uso eccessivo ed esagerato di questo modo di
comunicare può diventare controproducente; esprimerci sempre e solo attraverso proverbi o aforismi può
far pensare al nostro interlocutore che non siamo capaci di utilizzare un pensiero ed una sensibilità nostra
personale, e quindi alla lunga diventare una caratteristica negativa.
Come dicevano i latini in medio stat virtus o anche la verità sta nel mezzo: come per ogni fatto umano
anche nel difficile mondo della comunicazione non esiste una realtà univoca né tantomeno il Giusto o lo
Sbagliato (rigorosamente con l’iniziale maiuscola).
La sfida difficile ma affascinante è aggiustare ogni giorno il nostro agire perché… non si finisce mai di
imparare.Buona lettura.Roberto
   “Aforismi, detti, proverbi e sentenze sono come
   quelle coperte né lunghe, né corte che ciascuno
         tira dalla parte che più gli aggrada.”
                                   Giovanni A. Barraco
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Aforismi e modi di dire
                        I più comuni, i più veri, i più banali, uno che mi rappresenta”.
Quest’articolo nasce dal fatto che molto spesso usiamo i modi di dire o gli aforismi, quelli che ricordiamo di
più probabilmente sono anche quelli che ci descrivono e ci rappresentano.
Gli aforismi contengono sempre un significato
particolare che ha il valore dell’insegnamento.
Infatti anche nella nostra esperienza ricordiamo
quelli che usavano spesso i nostri nonni, genitori,
amici e con i quali probabilmente ci stavano
indicando una strada da seguire.
Giovanni Papini nel dizionario dell’Omo Selvatico
dice: “Aforisma: una verità detta in poche parole,
però detta in modo da stupire più di una
menzogna”.
Gesualdo Bufalino ha scritto un aforisma ironico
sulla lunghezza ottimale dell’aforisma:” Un
aforisma ben fatto sta tutto in otto parole”.
Queste due citazioni ci hanno fatto riflettere sul fatto che i modi di dire e gli aforismi sono dei piccoli
strumenti facili da ricordare e portare con sé, ma che contengono dei grossi insegnamenti importanti per
guidarci nella quotidianità.
Nelle nostre solite interviste siamo andati ad interrogarci su quali siano i proverbi, i modi di dire e gli
aforismi per noi più significativi.
Ecco le nostre domande:
     1- Quali modi di dire ti vengono in mente, quali sono i più popolari?
     2- C’è un modo di dire che ti possa rappresentare?
     3- Ricordi un modo di dire che sentivi spesso nell’infanzia perché usato da una persona a te cara?

Ecco le nostre risposte:
    1- L’erba del vicino è sempre più verde (le cose degli altri sembrano le migliori)
        L’appetito vien mangiando (più si ha più si vuole avere)
        Quando c’è la salute c’è tutto (la salute è la cosa più importante)
    2- Vivi e lascia vivere (impara a essere tollerante). Io non sopporto chi non ha pazienza ed è
        intollerante. Io nel mio piccolo sono tollerante.
    3- Morto un papa se ne fa un altro: me lo diceva sempre mia zia quando i miei genitori si stavano
        separando.
 Elisa

    1- Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei (per capire una persona guarda le persone che frequenta)
       Con le buone maniere si ottiene tutto (con la gentilezza è più facile ottenere ciò che si vuole)
       Il lupo perde il pelo, ma non il vizio (è molto difficile eliminare definitivamente le cattive abitudini)
       A caval donato non si guarda in bocca (non bisogna essere troppo schizzinosi quando si riceve un
       regalo).
    2- Quando c’è la salute c’è tutto (la salute è la cosa più importante). Avendo provato ad essere
       ammalata mi sono resa conto di quanto sia importante essere sani e in buona salute.
    3- Mio papà mi diceva sempre:” morto un papa se ne fa un altro”, cioè nessuno è indispensabile.
       Quando, ad es. moriva qualcuno e io mi disperavo mio papà per consolarmi, a modo suo, mi diceva
       questa frase.
Eleonora

     1- Non è tutto oro quel che luccica (non bisogna farsi ingannare dalle apparenze)
     Morto un papa se ne fa un altro (nessuno è insostituibile)
     Chi non risica non rosica (per ottenere qualcosa bisogna pur rischiare)
     A buon intenditore poche parole (a chi sa capire non servono lunghi discorsi)
    2- Quando c’è la salute c’è tutto (la salute è la cosa più importante). Essendo malata capisco cosa vuol
        dire essere senza salute.
3- “Morto un papa se ne fa un altro”. Questo era un modo di dire che mi diceva sempre mia mamma
       quando io le dicevo “cosa farò senza di te”.
Marina

    1- Chi fa da sé fa per tre (una persona che inizia un’attività senza coinvolgere altre persone riuscirà
       ugualmente a finirla e anche bene da far sembrare che il lavoro sia stato eseguito da ben tre
       persone)
       Uomo avvisato mezzo salvato (chi viene avvertito di un pericolo può salvarsi)
       Vivi e lascia vivere (bisogna essere tolleranti)
    2- Piove sempre sul bagnato (Ai già favoriti dalla fortuna capitano altre cose positive). Io non sono
       invidiosa però non trovo giusto che ci sia chi ha proprio tutto.
    3- Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto ma te. (me lo diceva mia mamma che bisogna avere
       rispetto per sé stessi e per gli altri)
Anna
                                              Chi non lavora non mangia (solo attraverso il lavoro possiamo
                                              ottenere qualcosa).
                                                    Il gioco è bello quando dura poco (anche le cose belle a
                                              lungo andare stufano).
                                                    Tra moglie e marito non mettere il dito (meglio non
                                              immischiarsi fra gli affari di coppia).
                                                    1- Ognuno porta la sua croce (chiunque ha qualcosa che lo
                                              affligge). Purtroppo nella vita tutti abbiamo qualcosa che ci
                                              tormenta.
                                                    2- Fai ballare l’occhio (stai attento e guardati intorno)
                                              Anche i muri hanno le orecchie (anche se ci sembra di essere
                                              protetti dai muri di una stanza c’è sempre qualcuno con le
                                              orecchie tese)
                                              I miei genitori mi dicevano sempre così e ciò mi è rimasto
       impresso.
Chiara

    1- Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
       I soldi vanno dove ci sono i soldi.
       Il mattino ha l’oro in bocca.
    2- Le bugie hanno le gambe corte (io sono sincero).
Andrea
    1- Beat chel vecc che la inventat ol lec. Lo dicevano i miei nonni.
    2- Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Me lo dicevano sempre a scuola.
    3- Fa balà loc. Lo dicevano i miei genitori quando andavamo in macchina.
Maurizio

Leggendo le nostre interviste ci siamo accorti che i modi di dire a noi più cari in realtà ci descrivono e
dicono chi siamo con pregi e difetti.
Parlare di questi argomenti ci ha fatto riflettere anche su noi stessi e ci ha sorpreso quanto alcuni
insegnamenti ricevuti fanno parte di noi senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
                                                                                     La redazione della comunità
                                                                                                     Quadrifoglio

                                  TEMA FEBBRAIO
In questo mese corrente di FEBBRAIO 2021 l’argomento che si è affrontato è quello dei MODI DI DIRE. Nella
cultura popolare i modi di dire sono affermazioni semplici o più articolate, formulate spesso come frasi fatte
che esplicano un concetto spesso legato a esperienze di vita la cui struttura di azione-conseguenza viene
trasposta in un “DETTO” che entra come formula esplicativa a una data situazione che si ripete nel tempo in
comunità di persone.
I modi di dire fanno parte del patrimonio culturale del popolo la cui formula filosofica spesso scontata e
addirittura semplicistica nella struttura e che spesso si contraddice con altri modi di dire diversi, si rivela
spesso portatrice di una verità “riconosciuta” e data per vera il cui frutto deriva dalle esperienze comuni.
Qui a livello di esempio abbiamo riportato alcuni dei modi di dire più comuni e immediati che spesso capita
di associare a un certo tipo di situazione o esperienza vissuta:

Alberto: il primo modo di dire che mi viene in mente è “aiutati che il ciel t’aiuta”. Questo modo di dire, che
viene spesso associato a situazioni di relativa difficoltà e che richiedono un impegno dal punto di vista
personale, funziona anche come MOTIVATORE o spinta a trovare la motivazione e l’aiuto in sé stessi.

Alice: “non dire gatto se non l’hai nel sacco”. Questo modo di dire che deriva dal più antico modo di dire
contadino “NON DIRE QUATTRO FINCHE’ NON CE L’HAI NEL SACCO” e che è stato modificato ed è entrato
nella cultura popolare grazie al noto allenatore di calcio GIOVANNI TRAPATTONI è un invito a non gridare
vittoria subito ma spinge alla cautela rispetto alla riuscita di un’impresa.

Lorenzo: “chi dorme non piglia pesci”. Questo detto che spesso si rivolge a chi perde un’occasione da parte
di chi invece ne fa tesoro e ne approfitta, è un invito a non essere sedentari o lassivi poiché se non si
colgono le occasioni e non si approfitta del momento propizio, spesso il risultato sarà negativo o nullo.

Michele: “predica bene e razzola male”. È un detto antico poiché si rifà a un modo di fare comune fra le
persone dove l’interessato spesso dà dei buoni consigli che andrebbero seguiti ma personalmente esso
stesso non fa tesoro di quello che propone agli altri. Da qui un altro modo di dire associato è “FAI CIO’ CHE
DICO MA NON FARE MAI QUELLO CHE FACCIO”

Enrico: “io sono come Tommaso che non ci credo finché non ci metto il naso”. È un invito alla prudenza e a
stare alla larga dal pregiudizio e dai preconcetti. Spesso vengono dette molte cose negative sul conto di altre
persone che poi non si rivelano veritiere. Di contro esprime anche un concetto di sfiducia da cui “SONO
COME SAN TOMMASO FINCHE’ NON VEDO NON CREDO” nel quale si esprime una tendenza a non credere
alla prima cosa che viene detta, presa come verità assoluta, ma che richiede un’esperienza o un riscontro
personali e diretti.

Anonimo: “la gatta frettolosa fa i figli ciechi “da qui un invito a rispettare i tempi per non incorrere ad
esperienze negative, da cui “OGNI COSA A SUO TEMPO” è una massima che esprime il concetto di non
avere fretta nelle cose o “LA FRETTA È CATTIVA CONSIGLIERA” poiché spesso ci si toglie la possibilità di
vivere il momento e godere di ciò che ci accade.
Un modo di dire che afferma il contrario è “batti il ferro finché è caldo” che ci invita ad agire il prima
possibile sulle situazioni per fare in modo che le cose vadano secondo la propria volontà e approfittando del
momento propizio, da qui l’immagine del
ferro che quando è caldo può essere
modellato a proprio piacere, al contrario di
quando è “freddo e solido” per cui non è più
possibile intervenire con la propria sola
volontà. Questo detto lo si usa anche per
l’educazione dei bambini ossia un
comportamento anomalo o indisciplinato
prima lo si corregge e meno probabilità ci
sono che venga ripetuto.
Franco: “moglie e buoi dei paesi tuoi”, è un
detto che ci consiglia ad avere una moglie
del nostro paese o meglio ci rimanda a
quella certa diffidenza verso ciò che non fa parte degli usi e dei costumi del luogo dove siamo nati e
abbiamo vissuto. Mara: “il mondo è bello perché è vario”. Che noia sarebbe se tutti la pensassero allo
stesso modo sarebbe tutto monotono. Le differenze invece ci migliorano, ci fanno crescere come persone
sono state le differenze di pensiero degli uomini famosi ed influenti della storia, ha contribuire nella
maggior parte dei casi all’evoluzione della società.
Il gruppo ha continuato a riflettere sui detti di uso comune e si è reso conto che sono veramente molti ad
esempio: “è nato prima l’uovo o la gallina”, che se da un lato si presenta come uno dei classici dilemmi a cui
è difficile rispondere, dall’altro ci invita a fare le cose per step, facendo prima una cosa piccola e una grande.
Ci viene in mente anche “dare tempo al tempo”: ogni cosa ha bisogno di tempo e spazio per maturare così
come le relazioni hanno bisogno di essere coltivate per crescere. E poi “chi va piano va sano e va lontano”:
più si ragiona con cautela, più si riesce a vedere oltre la curva, meno si rischia e si riescono ad ottenere
risultati duraturi.
Qualcuno ci confida di avere un “detto della vita”: SBAGLIARE è UMANO, PERSEVERARE è DIVINO. “Io ho
iniziato a 13 anni con le sostanze, ho scelto la mia strada nonostante tanti me la sconsigliassero, e anche
quando ho capito che era un errore, poi ho continuato perché ormai era una dipendenza. Cerchiamo
sempre le cose che ci fanno male, nonostante i consigli altrui, se siamo predisposti. E con la droga è così. Per
qualcuno è un detto che si riferisce più all’infanzia, quando ci si controlla più difficilmente e si ripetono di
più gli stessi errori, prima di imparare. Per qualcuno invece certi errori si ripercuotono per tutta la vita, e a
volte si ripetono. Tanto è dovuto alla compagnia che si frequenta e alla società che ci circonda.
C’è chi parla delle compagnie che ha frequentato e che lo hanno condizionato sia positivamente che
negativamente. C’è chi è cambiato per stare nel gruppo. È venuto fuori il famoso detto: “Dimmi con chi vai e
ti dirò chi sei” oppure chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Ecco che alcuni detti portano alla mente dei
ricordi, belli e brutti.
Nella vita bisogna imparare a riflettere prima di agire d’impulso. Alcuni di noi sono tendenzialmente
impulsivi, altri sono più riflessivi e stentano ad agire. La verità è che probabilmente facendo le cose con
calma, ci godiamo di più la vita, ci assaporiamo meglio i momenti. In un mondo che corre come un fiume,
non si finisce di fare una cosa che già ne stiamo facendo un’altra. “Se si ragiona con cautela, si riesce a
vedere oltre la curva e si rischia meno”.
L’esperienza lavorativa ha insegnato a molti che bisogna imparare l’arte e metterla da parte. Chi di noi nella
vita non è diventato più bravo del suo maestro nel proprio lavoro? d’altronde anche l’allievo può dare il
massimo. “Questo detto è anche uno stimolo per migliorarsi sempre più”.
                                                                 Poi c’è l’erba del vicino che è sempre più verde.
                                                                 Talvolta ci sembra che le cose degli altri siano più
                                                                 belle delle nostre. Vi siete mai domandati se il
                                                                 vicino pensi di noi la stessa cosa che noi pensiamo
                                                                 di lui???
                                                                 Che dire di chi non sa tenersi un segreto? Bisogna
                                                                 custodirlo un segreto, specie se viene da una
                                                                 persona per noi speciale e che si fida di noi.
                                                                 Questo ci rimanda al detto: “Al contadino non far
                                                                 sapere quanto è buono il formaggio con le pere”.
                                                                 Insomma un segreto deve rimanere tale altrimenti
                                                                 che segreto è??
                                                                 E non mi dite che non avete mai conosciuto
qualcuno che si è lodato tanto e poi ha fatto delle figuracce. Non per questo c’è il detto che recita: “Chi si
loda, si imbroda”. Ci vuole più umiltà insomma e non sottovalutare il fatto che si può sbagliare.

I MODI DI DIRE Entrano quindi a far parte del patrimonio linguistico di ogni persona che spesso
apprendendolo da qualcuno, o dai dagli stessi genitori, spesso ignorandone il percorso storico e la
situazione con la quale si è venuto a creare, arricchiscono il linguaggio di significati “popolari” per avvallare
o spiegare un dato di fatto. Che sia “OGNI LASCIATA È PERSA” oppure “CHI FA DA SÉ FA PER TRE” o migliaia
di altri modi di dire, spesso (e in questo caso) una persona per dire “agisci, non perdere l’occasione, e non
aspettare l’imbeccata ma agisci autonomamente” si riaggancia a queste perle di sapere comune. Potremmo
andare avanti all’infinito su questo argomento ma siamo giunti alla conclusione. Potremmo concludere il
tutto con un punto, ma ricordate: “NON C’E’ IL DUE SENZA IL TRE” …

La redazione della comunità Agorà
DETTO…FATTO!!!
L’argomento di questo mese ci ha davvero fatto pensare e scervellare molto!! Non perché sia un
argomento complicato, anzi!!... Ma siamo talmente abituati a parlare attraverso modi di dire o frasi fatte
che non ci accorgiamo di dirle e quando ti fermi a pensarci non ti vengono in mente! Poi è bastato che
iniziasse uno di noi con un “detto” che tutti conoscevamo che alla fine siamo stati a parlare di questo
argomento per quasi un’ora!!
A volte i modi di dire si sono mischiati con i proverbi ma anche questi a volte fanno parte del nostro parlare,
soprattutto alcuni. Ci scusiamo fin da subito con gli amanti del dialetto perché lo sappiamo parlare, ma
scriverlo mica tanto e di sicuro abbiamo commesso molti errori, soprattutto negli accenti…
Ecco i modi di dire del CDP…
“Andare a letto con le galline” si usa quando una persona va a letto molto presto. Un modo di dire molto
scherzoso e simpatico, suggerito da Donatella.
“Làsa pasà giò ol Sère!” (lascia scorrere il Serio), viene usato quando si consiglia ad una persona di lasciar
perdere una questione e lasciar andare le cose come devono andare.
“Una mela al giorno toglie il medico di torno”, è un proverbio molto conosciuto e secondo noi significa che
mangiare sano aiuta ad ammalarsi di meno.
Il prossimo modo di dire molto conosciuto ha in realtà subito una variazione passando dal CDP di Vertova…
“Chi la fa l’aspetti, chi non la fa… si purghi!!!”, una simpatica rivisitazione di un noto modo di dire, proposto
da Flavio, che invita a non stuzzicare l’altro o a prendere provvedimenti in caso di costipazione!!!!!!

“Moglie e buoi dei paesi tuoi” proposto da
Giulia. Questo vecchio proverbio, molto
utilizzato ci dice che è meglio sposarsi con
qualcuno dello stesso paese. Ma perché?
Forse perché conoscendo la famiglia, se è una
famiglia per bene, ci si può fidare di più,
rispetto a qualcuno altro di cui non si conosce
nulla. Questo era importante soprattutto
tanto tempo fa.

“Menare il can per l’aia”, l’abbiamo sempre
sentito questo detto ma a dire la verità non
sappiamo cosa voglia dire. Ci facciamo
aiutare, in questo caso dalla tecnologia, e
scopriamo, o meno riscopriamo, che si riferisce a chi continua a parlare senza però arrivare mai al punto.

“C’entrare come i cavoli a merenda!” questo detto, che tutti abbiamo sentito è dedicato a chi in una
situazione o in una discussione è completamente fuori luogo, come, appunto, uno che mangia i cavoli a
merenda!!

“Non stare con le mani in mano”, quante volte ce lo siamo sentiti dire dai nostri genitori!! Magari in un
modo meno gentile e in un gergo più dialettale, ma il senso era sempre quello… smettere di fare il
lazzarone e fare qualcosa di utile, soprattutto in casa!

Una volta snocciolati i primi proverbi e modi di dire, ce ne sono venuti in mente molti altri, molto comuni e
di facile comprensione:
“Acqua in bocca”, fare silenzio, tacere in modo assoluto
“Fà balà l’öc”, osservare bene una situazione/persona
“Meglio soli che male accompagnati”, non sempre chi è solo sta peggio di altri
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”, si dice di chi continua a comportarsi male
“Piove sul bagnato”, una disgrazia non viene mai da sola
“Pietro torna indietro”, invito gentile a farsi restituire cose prestate
“Chiodo schiaccia chiodo”, in amore significa: per scacciare il ricordo di un amore, basta trovarne un altro.
“Non avere peli sulla lingua”, essere schietti e sinceri
“Predicare bene e razzolare male”, parlare bene ma nella realtà comportarsi male
“Da che pulpito viene la predica!”, detto a chi spesso giudica altre persone
“Avere un diavolo per capello”, essere molto arrabbiato
Avere la “pèl de poia”, essere emozionati o avere freddo
“Mola mia!” non mollare!!
“Maiò sö ol nervus”, provare rabbia verso una situazione/persona
“Tutto apposto… nègot en urden!” Tutto apposto ma niente in ordine, accenna al fatto che nulla sarà mai
apposto definitivamente
Averne piene le “tole”, essere stanchi di qualcosa/qualcuno
 “Coma an na mètei? An na mèt cuntra ol mür perché l’è sensa càalet!” Come la mettiamo? La mettiamo
contro il muro perché non ha il cavalletto, un simpatico modo per non rispondere a chi ci pone questa
domanda
“Làsa lé ca ma schersàt del bù!” Lascia stare che siamo andati oltre

È stato divertente questo giro tra le frasi che quotidianamente diciamo senza accorgerci e, anche nei giorni
successivi alla redazione, ci siamo divertiti a raccontare tutti i modi di dire che ci venivano in mente…

Provate anche voi!!!!! La redazione del Centro Diurno Psichiatrico

                  Aforismi e modi di dire che ci
                         rappresentano
Ognuno di noi nelle sue diversità e specificità sceglie il tema e la frase di un aforisma che lo colpisce.
Abbiamo scelto di seguire le nostre propensioni e le nostre specificità per potervi raccontare meglio di noi
attraverso parole che evocano concetti profondi e legati all’animo umano.

L’aspettativa
“Sono sempre felice. Sapete il perché? Perché non mi aspetto niente da nessuno. Le aspettative feriscono
sempre.”
                                                                                             Wiliam Shakespeare
Nadia: “Le aspettative sono una mancanza di felicità. Sono un’assenza di buona volontà. Le aspettative
rubano il tempo all’intelletto. Chi vive nella speranza e basta è sufficiente solo per sé stesso. Quando le
aspettative fungono da spinta per realizzare davvero qualcosa, allora sono positive. Ci aiutano a crescere.
Le aspettative in vita di comunità terapeutica si possono scegliere ed esplicare. L’importante è non farsi
travolgere dalle illusioni.”
L’amicizia
“E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell’amicizia poiché nella rugiada delle piccole cose il
cuore ritrova il suo mattino e si ristora”
                   Kahlil Gibran, da “Il profeta”.
 Laura: “Per me l’amicizia è una forma
d’amore molto pura in cui una persona può
condividere con un altro essere umano le
proprie emozioni. L’amicizia per me è molto
importante perché aiuta a far rispettare le
persone nelle loro diversità. Quella vera non
deve essere di doppio gioco, di doppia faccia:
bisogna viverla lealmente. L’unica forma
d’amore che io abbia provato nella mia vita.”
L’innamoramento

“Ogni volta che mi guardi nasco nei tuoi occhi”.George Riechmann
Andreino: “Può essere la mia vita descritta con un’insicurezza totale del vivere. Quando uscirò dalla
comunità e tornerò a casa spero di trovare la felicità che prima non ho mai avuto.”
Nascita
“Il mondo nasce per ognun che nasce al mondo”.
                                                                                             Giovanni Pascoli
Paola: “Nascere una volta per poi avere tutte le possibilità in mano per giocarsi il mondo. Mettersi in gioco,
creare i propri spazi e il proprio equilibrio.”

Neve e infanzia
“Quando si descrive la neve si dovrebbe cominciare dalle risate di un bambino”
                                                                                         Fabrizio Caramagna
Laura: la neve mi ricorda quando da bambina uscivo a far passeggiare il mio cane. Con lui non avevo paura
di scivolare. Una volta guardando la neve che scendeva dal cielo scrissi su di un’auto: Dio esiste perché la
neve quando cade dal cielo è uno spettacolo divino.
Anajis: da bambina andavo a sciare ai rifugi con il CAI. Che meraviglia… pattinavo anche sul ghiaccio. Era
divertente perché ci si fermava anche a dormire e si mangiava la torta alle castagne.
Massimo: da bambino quando nevicava si andava in città alta a slittare. Scendevamo dalle mura.
Nadia: quando ero piccola accompagnavo i miei fratelli a sciare, li guardavo incantata. La neve mi incantava
molto. Dalla nonna facevo il pupazzo di neve.
Andreino: il primo regalo che mi fecero i miei genitori fu una
slitta di legno.

Neve e magia
“Tra le cose fatte di materiali semplici c’è la neve: la neve è
fatta d’anima”
                                            Fabrizio Caramagna
Nadia: la neve rilassa la mente, quando la guardi ti calma
dentro. Porta leggerezza e silenzio. Gli sciatori con grandi
scarponi e sci ai piedi quando vanno in montagna fuggono
dallo stress e dal mondo caotico.
Anajis: la neve è romanticismo, è come una poesia d’amore.

Neve e abbondanza
“Anno nevoso, anno fruttuoso”
                                                                                                  (Proverbio)
Andreino: sotto la neve c’è pane.
La redazione della comunità Rugiada

                                 GEMELLA…MENTE
Un aforisma che lega in questo periodo di divisioni.
Siamo orgogliosi e felici: scambiare pensieri e parole con voi è stato un piacere. Leggere le vostre risposte
così impegnate ci ha dato la carica. Felici di questa iniziale conoscenza è un’emozione collaborare insieme a
un progetto comune. Per noi è un impegno culturale che ci porta a un gradino più alto.
È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così persino la sua stessa
ignoranza”
Socrate
Vogliamo iniziare da questa citazione che ci ispira e fa al caso nostro. Il tema che affronteremo durante
questo nuovo numero del giornale sono appunto gli aforismi.
La redazione scriverà quelli che per noi sono più affini. A voi vogliamo chiedere di sceglierne uno sulla
conoscenza e scrivere le vostre idee, impressioni, emozioni a riguardo.
Attendiamo con piacere di leggere la vostra risposta ...e ci piacerebbe ricevere da voi una domanda su un
aforisma in particolare che trovate possa essere la chiave per sapere ancora qualcosa di noi.
La redazione CPA
La risposta delle studentesse
Alla luce dei vostri spunti di riflessione riguardo al tema della conoscenza, avremmo voglia di proporvi
questi esempi di aforismi ai quali secondo il nostro parere ognuno di noi dovrebbe costantemente fare
riferimento:
- Steve Jobs “Stay hungry, stay foolish”
- Steven Hawkins “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”
- Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”
 In particolare ci farebbe piacere iniziare a riflettere con voi sulla citazione di Steve Jobs, un uomo che con
la sua mente geniale ha condizionato la nostra società di oggi. Intendiamo dalle sue parole, rivolte alle
giovani generazioni, il desiderio di esprimere l’importanza che lui attribuisce al senso di fame costante e
continuo che non deve abbandonare ognuno di noi nei confronti del conoscere, del sapere, dello scoprire
cose nuove. Ognuno deve essere sempre più curioso nella sua vita, perché attraverso la voglia di conoscere
possiamo trovare i giusti stimoli per spingerci sempre ad andare oltre.
La scuola ci ha resi più affamati di conoscenza! Grazie alla scuola abbiamo imparato che la conoscenza deve
essere alla base della nostra vita
Con la nostra esperienza all’Istituto Romero abbiamo potuto ampliare le nostre conoscenze non solo da un
punto di vista nozionistico, ma anche delle competenze. La cosa probabilmente più importante che
abbiamo imparato è coltivare quella fame di conoscenza, la voglia di ricercare e di informarsi. Un altro
aspetto molto importante è che, avendo costruito una buona base relativamente ad un po’ tutte le
discipline (da quelle scientifiche a quelle umanistiche), siamo stati stimolati ad approfondire gli argomenti
che più ci interessano, nella maggior parte
dei casi, sapendo discernere e valutare le
fonti, così da non incorrere nell’illusione
della conoscenza, per citare Hawkins.
Speriamo di non perdere mai questo amore
per la conoscenza perché necessario per
comprendere la vita (per quanto possibile)
e per scegliere un futuro che ci aiuti a
soddisfare questo nostro bisogno di
ricercare!
Pensiamo infatti che “la crescita
intellettuale debba cominciare alla nascita e
cessare solo alla morte!”.
A seguito di questa riflessione abbiamo deciso di proporvi questo aforisma che coinvolge un aspetto
altrettanto importante del nostro vivere: le emozioni e i sentimenti, poiché da studenti delle scienze umane
ci sentiamo più vicini a questa sfera.
“Il cuore ha la sue ragioni, che la ragione non conosce" Pascal.
Da questa citazione si deduce quanto, nella nostra vita, sia importante la dimensione del sentimento, la
quale qualche volta prevale sulla razionalità. Spesso ci troviamo a dover affrontare situazioni in cui
dobbiamo scegliere tra mente e cuore e, ognuno di noi, in base al proprio carattere, compie una scelta
differente.
L’aforisma fa riflettere anche sulla capacità del cuore di provare certe emozioni. Molti filosofi e pensatori di
oggi sostengono che il cuore non sia semplicemente un muscolo, ma è molto di più in quanto riesce a
provare dei sentimenti che la ragione non riesce a comprendere. Viene quindi da chiedervi:
- Nel compiere una scelta ascoltate il vostro cuore o la ragione?
- Qual è l’emozione più forte che avete mai provato?
- Spesso si dice che decidendo con il cuore si corre il rischio di essere più vulnerabili… voi siete d’accordo
con queste affermazioni?
Eccoci qui redazione CPA:
Coinvolti dalle vostre domande. Com’è gratificante per noi leggervi e sentirci partecipi di questa energia che
passa dalle vostre giovani parole.
Ci piace l’idea di raccontarvi di noi in modo esclusivo: ci sembra di lasciare la nostra orma e di darvi il nostro
contributo. Ognuno di noi darà il suo pensiero:
Laura: “Scelgo tutte due. Conviene sempre fare scelte ponderate e ascoltarsi. Non dico ne bianco né nero
ma grigio. Quando in passato ho fatto scelte seguendo solo il cuore purtroppo sono stata perdente.
L’emozione più forte provata è stata dell’innamoramento di persone che avevano più cultura di me.
Concordo con la vostra opinione, si è più fragili se si ragiona solo con il cuore perché si è più sensibili”.
Nadia: “Per le scelte mie personali spesso cerco di seguire
la ragione perché secondo me il cuore è un muscolo che
non è collegato ai sentimenti direttamente. I sentimenti
infatti risiedono anche nella testa, nell’intelletto.
Concordo con la frase di Pascal: le ragioni delle emozioni
spesso sono differenti dalle emozioni dell’intelletto. La
mia emozione più forte provata è stata quando è nata mia
figlia”.
Andreino: “Il cuore è di carne, se poi c’è anche l’umiltà si
trova anche l’amore che può sbocciare anche se non si è
giovani, non è mai troppo tardi. Sono convinto che sia
meglio seguire il cuore alla ragione, io do molta
importanza ai sentimenti. L’emozione più forte provata in
vita è legata a un amore perduto, quando sono stato
rifiutato per un altro. Ho sofferto così tanto che poi ho
cominciato a bere. Penso sia anche giusto che scegliere
con il cuore porti a essere più vulnerabili”.
Lorenzo: “Restare soli fa male anche ai duri, loro non lo dicono ma piangono contro i muri, fuori però fanno
i duri” cit. Vasco. Ciò significa che con la ragione si crede di essere forti ma in realtà si è vulnerabili,
sgretolabili. Con il cuore invece, come dice l’ultima parte della canzone Teorema: “Lascia aperta la porta del
cuore: vedrai che una donna è già in cerca di te. Senza l’amore l’uomo che cosa è? Questa è l’unica legge
che c’è”: si è forti. Questa è anche la filosofia che insegnano tutte le discipline orientali: essere umili è
essere forti. L’emozione più forte mai provata in vita mia è stata brutta: la perdita di mia mamma alla quale
ero legatissimo”.
Ed eccoci anche noi:
Affascinati da questo scambio vogliamo presentarci ed entrare a fare parte di queste relazioni.
Anajis: 55 anni. Interessi: danza e musica.
“Io preferisco ascoltare il cuore. Ma è meglio tenere in considerazione anche la ragione. Amo due uomini
ma è meglio dimenticarmi di chi è lontano e non mi cerca. L’emozione più forte è legata al ricordo del
pattinaggio artistico, a tutti i miei costumi di scena: adoravo fare le gare in Colorado”.
Michele: 56 anni. Interessi: mille culture e mille lavori.
“Scelgo tutte due. Tutto parte dalla ragione e dalla psiche, poi viene coinvolto il cuore. Se emargini uno devi
emarginare l’altro e non conviene”.
Felici vi salutiamo al prossimo scambio di idee, pensieri e emozioni!

                                                  CONTATTI
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035/737678 Gabry e Roberto. CPM Quadrifoglio
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035/737616 Manuela e Elena. Centro Diurno Psichiatrico
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