RASSEGNA STAMPA CGIL FVG - giovedì 12 marzo 2020

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RASSEGNA STAMPA CGIL FVG – giovedì 12 marzo 2020

(Gli articoli di questa rassegna, dedicata prevalentemente ad argomenti locali di carattere economico e sindacale, sono
scaricati dal sito internet dei quotidiani indicati. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)

ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)
Il livello di emergenza diventa "allarme". Tre decessi e i morti in Fvg salgomno a sei (M. Veneto)
Voto unanime in Consiglio per i primi aiuti alle imprese (M. Veneto)
Stop ai confini e quarantene: i trasporti vicini alla paralisi (M. Veneto)
«Estensione della cassa in deroga e congedi» (Piccolo)
Stop mammografie e pap-test. I mezzi della Protezione civile invitano la gente a stare a casa (M. Veneto)
Prorogata l'esenzione ticket. Sospesa l'attività di screening (Piccolo)
Paniccia: blocco totale ma non oltre i 15 giorni (M. Veneto)
Danieli, la chiusura di Esw e Abs in calo pesano sui conti (M. Veneto)
Safilo, ricavi in salita con la spinta dei marchi (M. Veneto)
CRONACHE LOCALI (pag. 7)
Cinque magazzini Greensisam, due cordate vicine al traguardo (Piccolo Trieste)
Le malattie professionali? Colpiscono di più le donne. E Trieste è "fuori scala" (Piccolo Trieste)
Debiti per circa 11 milioni di euro, Union Beton chiede il concordato (M. Veneto Udine)
I dragaggi in laguna sono un salasso. Serve un altro piano (M. Veneto Udine)
Non ci sono più i turisti, chiudono bar e alberghi (M. Veneto Udine)
Friulchem cresce, acquisti negli Stati Uniti (M. Veneto Pordenone)
Lavinox, arrivato il 60% degli stipendi di 15 giorni. «Boccata d'ossigeno» (M. Veneto Pordenone)
Contromisure dell'Atap. Disinfezione dei mezzi (M. Veneto Pordenone)
Altro paziente contagiato in ospedale. Casi a Sacile e Casarsa, sindaci isolati (M. Veneto Pordenone)

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ATTUALITÀ, REGIONE, ECONOMIA (pag. 2)

Il livello di emergenza diventa "allarme". Tre decessi e i morti in Fvg salgomno a sei (M. Veneto)
Mattia Pertoldi - Nel giorno in cui in Friuli Venezia Giulia scompaiono tre persone colpite da coronavirus -
ma affette anche da altre patologie - portando il totale dei decessi da inizio marzo a quota sei, la Regione
alza il livello di emergenza nei Comuni ad "allarme" e il presidente, Massimiliano Fedriga, continua a
sostenere non solo la necessità di bloccare la maggior parte degli esercizi commerciali ma anche delle
aziende per fermare la diffusione del coronavirus.CONTAGIATI A quota 126Sono dieci i nuovi contagiati da
coronavirus in Friuli Venezia Giulia con il totale dei casi, quindi, che sale a quota 126. I tamponi effettuati
sono complessivamente 2 mila e 73. Ventuno sono invece le persone attualmente ricoverate in ospedale, di
cui cinque si trovano in terapia intensiva, mentre le analisi in corso a ieri sera erano 273. Purtroppo, come
accennato, ieri si è registrato anche il picco dei decessi dall'inizio della crisi in Friuli Venezia Giulia con tre
persone scomparse di cui due a Trieste - una di 62 anni e una di 88 con pluripatologie pregresse - e una
103enne a Udine. Per quanto riguarda il dettaglio dei contagiati per singola provincia, questo dice che il
numero maggiore di casi si registra a Trieste (57), seguito da Udine (44, comprensivo del cittadino di
Moggio Udinese non appartenente alla Forestale), Pordenone (13) e Gorizia (12).livello d'allarmeLa
Protezione civile del Friuli Venezia Giulia nel frattempo, e su indicazione dell'assessore Riccardo Riccardi, in
considerazione del fatto che le applicazioni delle disposizioni del decreto di palazzo Chigi non sono state
prese finora da tutta la popolazione nella dovuta considerazione - con troppe persone che circolano senza
patemi per città e paesi - ha invitato i sindaci a disporre il passaggio alla fase operativa di "allarme". Come
previsto dal Piano di emergenza, viene dunque innalzato il livello dalla fase di "preallarme" a quello più alto,
ovvero, appunto, di "allarme". Il passaggio nel protocollo del Piano di emergenza prevede anche come,
oltre alla funzione già attivata di assistenza alla popolazione, venga aggiunta quella dell'individuazione di un
coordinatore dei volontari, che si occuperà di disporre tutte le operazioni richieste per dare assistenza alla
popolazione, di concerto anche con le associazioni preseni sul territorio comunale.risposta dei
comuniOttima, al momento, la risposta degli enti locali ai Piani di emergenza. «In poche ore ben 140
Comuni del Friuli Venezia Giulia - ha spiegato Riccardi - si sono attivati per fornire informazioni corrette ai
cittadini sull'emergenza coronavirus. Una risposta eccezionale che testimonia la grande capacità
organizzativa della nostra regione e lo spirito di servizio di centinaia di volontari sparsi su tutto il territorio».
Prosegue, quindi, l'attivazione del Piano regionale delle emergenze della Regione e della Protezione civile
che, inoltre, ha già visto numerose amministrazioni attivare il Centro operativo comunale (Coc) per assistere
la popolazione più fragile. «In tutti questi Comuni - spiega Riccardi - le persone che vivono una condizione di
difficoltà e quelle sopra i 70 anni possono fare affidamento su un numero di telefono fisso al quale inoltrare
le loro richieste di aiuto. I volontari, anche in collaborazione con le associazioni presenti sul territorio,
garantiranno alcune commissioni come l'acquisto di generi alimentari e di medicinali con ricetta che
saranno consegnati a domicilio senza però entrare nelle abitazioni. In questo modo riduciamo i rischi di
contagio da coronavirus e riusciamo a essere vicini, concretamente, alle persone più fragili».la posizioni di
fedrigaI numeri dei contagi in Fvg non sono quelli della Lombardia, ma è chiaro che la situazione va tenuta
debitamente sotto controllo e Massimiliano Fedriga tiene il punto nel chiedere - assieme a tutta la Lega
locale - una sorta di serrata totale. «Andrebbero salvaguardate - ha spiegato il governatore - le filiere di
approvvigionamento alimentare, quelle per i medicinali e, più in generale, servirebbe un confronto con le
categorie economiche per capire quali aziende lasciare aperte, ma resto convinto che la chiusura sia la
soluzione migliore e debba essere applicata in tutta Italia». No, quindi, a soluzioni a macchia di leopardo,
ma un'unica decisione, valida da Nord a Sud, come ha fatto il premier Conte per bar e negozi. «Meglio un
paio di settimane di serrata - è la chiosa - che continuare a trascinarci avanti per mesi in questo modo».

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Voto unanime in Consiglio per i primi aiuti alle imprese (M. Veneto)
Mattia Pertoldi - Il Consiglio regionale riunito in seduta straordinaria a Udine per la seconda volta nella sua
storia - la prima fu nei giorni successivi al terremoto del '76 - approva all'unanimità il disegno di legge
presentato dall'assessore Sergio Bini, ed emendato con la collaborazione attiva di maggioranza e
opposizione andata in scena nei giorni antecedenti la sessione d'Aula, che destina i primi 33 milioni e 400
mila euro alle imprese del Friuli Venezia Giulia colpite dalla crisi legata al coronavirus.Gli stanziamenti
prevedono prima di tutto, come novità rispetto al passato, 7 milioni e 500 mila euro prelevati dal Fondo di
riserva della Regione - da utilizzarsi per operazioni di credito d'imposta - e 1 milione 800 mila raccolto grazie
alle somme non utilizzate per la crisi del Distretto della Sedia e del Mobile. Il maxi-emendamento
predisposto a SviluppoImpresa è stato poi traslato, completamente, nel nuovo disegno di legge e disegna
una serie di interventi per complessivi 25 milioni. Le misure comprendono l'utilizzo di un primo Fondo anti-
crisi da 2 milioni 300 mila euro e un altro da 14 milioni 200 mila. Contemporaneamente, inoltre, vengono
iniettati nel comparto 3 milioni 600 mila euro di fondi non ancora spesi perle imprese coinvolte nelle crisi di
Veneto Banca e Popolare di Vicenza e si prevede un nuovo stanziamento da 3 milioni 800 mila euro ai
Confidi per la concessione di garanzie e un secondo da 200 mila euro per l'erogazione di contribuzioni
integrative. Il tutto assieme alla decisione della sospensione per un anno del pagamento delle rate dei
finanziamenti gestiti dal Frie, della proroga dal 30 giugno al 30 settembre del saldo Irap del 2019 e della
prima rata dell'anno in corso, oltre alla decisione, in deroga a quanto previsto dai bandi e dai regolamenti,
di differire, a tutto il 2020, il periodo di svolgimento di eventi e manifestazioni turistiche ammettono il
riconoscimento delle spese già sostenute, anche se l'appuntamento non si è potuto tenere per cause di
forza maggiore.Tra le ulteriori novità, il fatto che i contributi siano concessi anche a favore di esercenti, arti
e professioni e una norma per l'abbattimento delle rette dei servizi educativi per la prima infanzia, a carico
delle famiglie, per il periodo in cui sono stati sospesi. «Ringrazio le opposizioni per il lavoro svolto - ha
commentato l'assessore Bini - e per aver migliorato, tutti assieme, un testo che risponde alle prime
esigenze delle aziende. Credo che siamo stati anche capaci di lanciare un importante messaggio di
collaborazione, e unità, all'esterno del Palazzo e a favore dei cittadini del Friuli Venezia Giulia».

Stop ai confini e quarantene: i trasporti vicini alla paralisi (M. Veneto)
Maurizio Cesconudine. Le merci e con esse i beni di prima necessità non mancano, per ora, grazie al grande
lavoro degli autotrasportatori. Ma i recenti rallentamenti ai confini internazionali del Friuli Venezia Giulia
(Austria e Slovenia) cominciano a mettere in seria difficoltà il settore. E con esso l'export e l'import del cibo,
indispensabile per andare avanti in queste settimane in cui non si potrà uscire. Un esempio in tal senso
riguarda l'azienda dell'imprenditore ed ex politico Gianni Bravo, l'inventore del Made in Friuli negli anni
Ottanta. «Dovevamo inviare un carico di formaggio friulano in Bielorussia dove è molto apprezzato -
racconta Bravo -. Ma l'autista che era stato incaricato di prelevare il prodotto ha rifiutato di partire, perchè
ha detto che, quando sarebbe tornato nel suo Paese, le autorità lo avrebbero messo in quarantena per 15
giorni. E non poteva permettersi di non lavorare per metà mese. Così anche noi restiamo con la merce
invenduta, chissà fino a quando. È una situazione che comincia a diventare pesante, mi auguro che le
autorità intervengano».Anche le principali associazioni del trasporto dicono la loro sulla questione.
«L'Austria, seguita a ruota dalla Slovenia - osserva Denis Durisotto, presidente del gruppo trasporti e
logistica di Confapi Fvg - si appresta a bloccare il traffico italiano sui valichi compreso quello di merci su
strada. Fino alla giornata di ieri sono stati effettuati sia al valico del Brennero che di Tarvisio solo controlli
sanitari a campione, ma altre più severe restrizioni sono state annunciate dalle autorità austriache verso gli
italiani. Allo stato attuale delle informazioni i veicoli industriali italiani, a breve, potranno entrare in Austria
solo previa esibizione di un certificato sanitario del conducente. Si ha notizia che sarebbe consentito
l'attraversamento dell'Austria ai veicoli diretti in Germania o in un altro Paese europeo con l'obbligo di non
sostare sul territorio austriaco. Ma non è escluso nel futuro più immediato il totale blocco degli italiani
verso l'Austria. Se si dovesse giungere a un tanto, si arrecherebbe un danno irreversibile alle esportazioni
italiane prima ancora che alle imprese di trasporto nazionale. Queste misure vengono adottate senza
alcuna consultazione con il governo italiano e nemmeno con Bruxelles...

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«Estensione della cassa in deroga e congedi» (Piccolo)
Ammortizzatori sociali per tutti, sicurezza sul posto di lavoro, congedi parentali e assunzioni in sanità. È
quanto Cgil, Cisl e Uil hanno domandato ieri al commissario di governo Valerio Valenti, nell'incontro chiesto
per manifestare preoccupazione rispetto agli effetti dell'emergenza coronavirus. Per Cgil, Cisl e Uil, non si
possono escludere «disposizioni che prevedano la riduzione del lavoro anche in attività attualmente non
soggette a restrizioni, comprese quelle del manifatturiero». Qualora simili decisioni dovessero essere
assunte, i sindacati chiedono di «sbloccare senza ulteriori ritardi l'estensione in deroga della cassa
integrazione a tutti i settori più colpiti», dove sono «almeno diecimila» i lavoratori privi di copertura. La
triplice attende il decreto sull'estensione degli ammortizzatori ai settori non garantiti, ma non è mancata la
richiesta di maggiore vigilanza sul rispetto delle disposizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, a cominciare
da quelli aperti al pubblico e dal commercio, dove secondo i sindacati «non sempre viene garantito l'uso di
dispositivi di protezione individuale». Il prefetto Valenti ha inoltre registrato la richiesta di incentivi per il
ricorso a permessi parentali, necessari per i lavoratori a fronteggiare la lunga chiusura delle scuole. I
segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis hanno invocato
«una gestione efficace e condivisa di una duplice emergenza, sanitaria ed economico-occupazionale,
partendo dal presupposto che in questa fase l'obiettivo prioritario è quello di ridurre il più possibile il rischio
di contagio».

Stop mammografie e pap-test. I mezzi della Protezione civile invitano la gente a stare a casa (M. Veneto)
Mattia Pertoldi - Stop a mammografie e pap-test, blocco del servizio civile solidale regionale, Piano di
emergenza dei Comuni alzato a livello di "allarme" e i volontari che circolano sui mezzi della Protezione
civile sollecitando, nei paesi, la popolazione a rimanere a casa.Il vicepresidente Riccardo Riccardi, dunque,
da una parte lavora sull'aspetta sanitario - cercando di liberare quanto più personale e strutture possibili
per affrontare l'emergenza coronavirus - e, dall'altro, sulla Protezione civile per provare a convincere le
persone a non uscire. Uno step, dunque, riguarda lo stop agli screening. «In ottemperanza alle indicazioni
per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da coronavirus - ha detto Riccardi - è sospesa
anche l'attività ambulatoriale di screening di primo livello». Gli appuntamenti, sia per le mammografie di
screening di primo livello sia per gli esami per lo screening della cervice (pap-test e Hpv Dna test), saranno
riprogrammati e comunicati direttamente alle utenti che erano in agenda in questo periodo. Al momento,
la sospensione è programmata fino al 3 aprile. La popolazione femminile interessata, pertanto, è invitata a
non recarsi nelle sedi di esecuzione degli screening e di attendere di essere contattata per il nuovo
appuntamento di analisi.Contemporaneamente, e sempre fino al 3 aprile, sono sospesi anche i progetti di
servizio civile solidale regionale allineandosi alla circolare di palazzo Chigi che blocca i progetti di servizio
civile sull'intero territorio nazionale. Le ore non svolte in questo periodo potranno essere recuperate dopo il
3 aprile o comunque nel successivo periodo di ripristino delle condizioni di normalità rispetto alle
indicazioni che arriveranno dalle autorità competenti. Sempre in tema di blocchi, quindi, Riccardi, con la
stessa scadenza, ha firmato la sospensione dell'erogazione sull'intero territorio regionale dei servizi
semiresidenziali per persone con disabilità e per anziani non autosufficienti. Il provvedimento prevede che
al fine di garantire la necessaria continuità assistenziale socio-sanitaria agli utenti venga incentivata
l'erogazione di servizi domiciliari sostitutivi. Queste prestazioni verranno fornite dagli enti gestori dei servizi
semiresidenziali, attraverso il personale e le risorse a loro disposizione, dando priorità ai soggetti in
condizione di maggiore fragilità e bisogno.Per diffondere in maniera più efficace le prescrizioni anti-
coronavirus, come accennato, la Protezione civile ha infine chiesto ai sindaci di diramare un messaggio
audio alla popolazione nelle zone residenziali più densamente abitate della regione con l'impiego dei
volontari e dei mezzi in dotazione ai Gruppi comunali. Questo si abbina - come riferiamo nell'altra pagina -
alla decisione di alzare il livello di emergenza da "preallarme" ad "allarme". «Capisco che le misure sono
forti - ha concluso il vicepresidente -, ma le persone devono stare a casa, non uscire se non per motivazioni
davvero serie, e noi abbiamo il dovere di fare capire loro la situazione in ogni modo possibile».

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Prorogata l'esenzione ticket. Sospesa l'attività di screening (Piccolo)
Andrea Pierini - Proroga automatica dell'esenzione per status e reddito, sospensione dei servizi
semiresidenziali e dell'attività di screening, l'accesso a quasi tutti i servizi sanitari sarà possibile solo con
appuntamento telefonico. L'emergenza coronavirus, che ha portato allo stop delle attività chirurgiche e
ambulatoriali, innesca anche una serie di interventi della Regione e delle Aziende sanitarie mirati alla
riduzione della mobilità delle persone. La novità più importante è legata alla proroga - dal 31 marzo al 30
giugno - dell'esenzione del ticket sanitario per status e reddito. Il riferimento è ai codici E01, E02, E03 ed
E04 e in particolare agli utenti che devono presentare l'autocertificazione per ottenere la proroga ogni
anno. I Cup non svolgeranno più questo servizio e sono stati attivati due numeri di telefono per l'area
giuliano isontina: 040-3992498 e 040-3992575 dedicati a chi deve presentare una nuova certificazione a
causa di disoccupazione. In caso di dubbi è possibile inviare una mail a sportellicup@asugi.sanita.fvg.it. In
via precauzionale e in relazione all'attivazione della zona rossa in tutta Italia, la Regione ha deciso di
sospendere l'erogazione sull'intero territorio regionale dei servizi semiresidenziali per persone con disabilità
e per anziani non autosufficienti. Il provvedimento firmato dal vicepresidente Riccardo Riccardi prevede che
verrà incentivata l'erogazione di servizi domiciliari sostitutivi: «Verranno forniti dagli enti gestori dei servizi
semiresidenziali, attraverso il personale e le risorse a loro disposizione, dando priorità ai soggetti in
condizione di maggiore fragilità e bisogno». Sono stati cancellati, al momento fino al 3 aprile, gli
appuntamenti per le mammografie di screening di primo livello e gli esami per lo screening della cervice
(pap-test e Hpv Dna test) che saranno riprogrammati: le nuove date verranno comunicate direttamente alle
interessate. L'invito è quindi a non presentarsi all'ambulatorio. Per quanto concerne l'accesso allo Spazio
giovani del consultorio familiare del Distretto 3 di Trieste è necessario telefonare nei giorni di accoglienza o
il giovedì dalle 9.30 alle 17 al numero 040-3995800. Anche per l'Assistenza farmaceutica integrativa
regionale non è possibile accedere direttamente, se non previo appuntamento da prendere direttamente
nei distretti di riferimento. Inoltre l'appuntamento per la visita dalla Commissione medica patenti verrà
concesso solamente per i documenti in scadenza entro il 31 marzo. Tutte le informazioni sono consultabili
sul sito asugi.sanita-fvg.it. È attivo da una settimana il servizio per pagare online ticket e prestazioni
sanitarie attraverso il portale SeSaMo, informazioni al numero 800098788.

Paniccia: blocco totale ma non oltre i 15 giorni (M. Veneto)
Ieri sera il blocco totale non è arrivato, ma sulle possibili future chiusure delle attività produttive Confapi
Fvg ha raccolto le opinioni di tutti i presidenti di categoria, invitandoli a pronunciarsi su questa eventualità.
«Se si volesse giungere a una chiusura si evidenziano i seguenti tratti comuni - sintetizza il presidente
Confapi Massimo Paniccia - . Non è possibile chiudere da un giorno all'altro, ma dev'essere dato un minimo
preavviso di alcuni giorni per consentire alle merci in circolazione di giungere a destinazione. Le esenzioni
non potrebbero solo riguardare beni di prima necessità (alimentari, farmaceutici e simili), in quanto questi
settori sono strettamente collegati con altri: si pensi solo ai materiali per il confezionamento dei prodotti. Si
consideri ancora che da anni le nostre imprese per ineludibile necessità economica sono state costrette ad
azzerare il magazzino, per cui un blocco con effetto immediato provocherebbe anche una paralisi per quei
prodotti di cui si vuole garantire la circolazione. Non si dimentichi che la gravissima crisi del 2008 non è
stata ancora superata e che molte sono ancora le imprese (da un terzo alla metà a seconda dei settori) già
oggi a rischio di sopravvivenza e che, se dovessero chiudere anche solo per qualche settimana, forse non
sarebbero più in grado di riaprire senza un immediato sostegno finanziario. Ci sono settori produttivi che
per loro natura non possono sospendere le attività, si pensi solo alle acciaierie; ci sono imprese che, per
motivi organizzativi, non possono cessare la propria attività in quanto chiamate a fornire manutenzione ed
assistenza 24 ore su 24 in tutto il mondo. Si può anche prendere in considerazione una chiusura di due
settimane, con adeguato preavviso, come un Ferragosto supplementare, a condizione di essere certi di
poter riprendere l'attività a questa scadenza».

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Safilo, ricavi in salita con la spinta dei marchi (M. Veneto)
Safilo ha chiuso il 2019 con ricavi in crescita del 3,1% a 939 milioni grazie alla spinta dei marchi di proprietà,
Carrera, Polaroid e Smith, che hanno registrato una crescita delle vendite del 5,7% a cambi costanti.
L'ebitda è pari a 51,8 milioni e la perdita scende a 4 milioni dai 14 del 2018. «I risultati economici che
abbiamo raggiunto nel 2019 sono stati confortanti, in linea con gli obiettivi che ci eravamo prefissati e che
avevamo condiviso con il mercato - ha detto l'amministratore delegato Angelo Trocchia -. Il 2019 è stato un
anno significativo e anche un anno di trasformazione nel quale abbiamo deciso di uscire dal business retail,
in cui abbiamo affrontato la decisione da parte del gruppo Lvmh di internalizzare il business dell'eyewear, e
in cui abbiamo deciso di perseguire una strategia di trasformazione digitale».

Danieli, la chiusura di Esw e Abs in calo pesano sui conti (M. Veneto)
Elena Del Giudice - La flessione di Abs registrata negli ultimi mesi del 2019 e i costi legati alla chiusura del
tubificio Abs-Esw in Germania (avviata a novembre e che si concluderà a giugno), zavorrano la prima
semestrale di Danieli officine meccaniche spa. Lo rileva la relazione al 31 dicembre (l'anno fiscale del gruppo
va da luglio a giugno, ndr) approvata ieri dal consiglio di amministrazione che evidenzia ricavi operativi a
1,34 miliardi di euro (contro 1,47 del 31 dicembre 2018), -9%, un margine operativo lordo a 65,6 milioni
(erano 104,6 al 31 dicembre dell'anno precedente), -37%, e un risultato operativo (ebit) a 25 milioni, contro
44,4, -44%. Restano positive le previsioni per la seconda parte dell'anno per un gruppo che può contare su
un portafoglio orini di 3,10 miliardi, con una visibilità - per il settore Plant Making, ovvero
l'ingegnerizzazione e la costruzione di impianti - a due anni.«Il risultato netto nei primi sei mesi
dell'esercizio - spiega l'azienda in una nota - scende rispetto allo scorso anno con un margine operativo
lordo pure in diminuzione del 37% principalmente decurtato dal basso risultato del settore Steel Making
(produzione di acciai speciali, mission di Abs) che nella seconda metà del 2019 ha ridotto la produzione
operando con prezzi e margini non soddisfacenti, unitamente ai costi di chiusura del tubificio in Germania e
da un settore Plant Making con volumi e margini migliori rispetto allo scorso esercizio, ma penalizzato da
accantonamenti prudenziali a fondo rischi avviamento impianti innovativi». Nei primi due mesi del 2020 le
attività del settore Steel Making sono state buone con un mercato più ricettivo e l'aspettativa di un migliore
secondo semestre. Va bene invece il settore Plant Making grazie alla messa in produzione di nuovi ordini
acquisiti nel periodo senza la necessità di ulteriori accantonamenti straordinari.È stato completato con
successo l'avviamento e la messa a punto del nuovo trasformatore digitale Q-one presso Abs Sisak (in
Croazia), «che oggi rappresenta una delle più innovative e promettenti tecnologie eco-friendly applicate
all'industria siderurgica moderna, passando dal forno elettrico al "digital melter". La tipologia di ordini in
portafoglio del settore della costruzione di impianti e la pianificazione della produzione nelle unità del
gruppo «hanno permesso una saturazione ordinata dei reparti sia in Italia che nel Far East senza subire, al
momento, significativi ritardi nella catena di fornitura per problemi derivanti dalle interruzioni produttive
legate al Covid-19».Guardando al futuro prossimo, Danieli vede l'economia mondiale in crescita, sebbene
meno intensa rispetto al passato, con prospettive di miglioramento per il 2021. Ancora da definire l'impatto
dell'emergenza coronavirus sul trend che ha bloccato per prima la Cina, ma che potrebbe determinare
un'ulteriore contrazione nel resto del mondo. Per quel che riguarda la siderurgia, nel 2019 la produzione ha
raggiunto 1,87 miliardi di tonnellate, +3,4% rispetto all'anno precedente, livelli che si stima potranno essere
replicati nell'anno appena iniziato.

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CRONACHE LOCALI

Cinque magazzini Greensisam, due cordate vicine al traguardo (Piccolo Trieste)
Massimo Greco - Greensisam comunica di avere «trattative avanzate» con due gruppi di valenza
internazionale, cui trasferire la concessione 99ennale che riguarda cinque magazzini nella parte meridionale
di Porto vecchio, quella più prossima al centro cittadino, confinante con il Molo IV. Comunicazione in linea
con quanto riferito prima di Natale. Antonio Maneschi, figlio e da circa un anno erede di Pierluigi, sperava di
concludere l'operazione già a inizio primavera, ma la definizione del negoziato è stata frenata nelle ultime
settimane dall'incombenza del coronavirus. L'imprenditore portuale, che a Trieste co-gestisce con Msc il
Molo VII e opera nello scalo di Monfalcone con Cpm, ha domandato al Comune una proroga per chiudere
l'affare, proroga relativa alla conversione della vecchia concessione demaniale (legata all'Autorità portuale)
in contratto di locazione (legato alla nuova proprietà municipale).Il Comune non ha ancora riscontrato in via
ufficiale la richiesta di Maneschi, che sarà comunque esaudita con il probabile protrarsi dei termini fino a
giugno: va ricordato che Greensisam versa nelle casse municipali 513.000 euro/annui di canoni, quindi da
parte dell'interlocutore pubblico ci sono l'intenzione e la convenienza a trovare ragioni di collaborazione. Il
principale motivo, che ha frenato la conversione, riguarda gli oneri di urbanizzazione della "cittadella
Greensisam" (reti elettriche, idriche, fognarie, viarie) che ammontano a 11 milioni di euro: il Comune ritiene
che siano competenza del concessionario-locatario, il quale però nicchia. Il valore dei 5 edifici è stimato 16
milioni di euro e il Municipio li metterà all'asta con diritto di prelazione al concessionario-locatario.Fonti
vicine a Maneschi aggiungono che i due gruppi in ballo non sono necessariamente concorrenti e potrebbero
cooperare su una soluzione concertata. Altro per ora non trapela dalla Svizzera, dove l'imprenditore risiede
e lavora: indicazioni ancora generiche ma segnale della dichiarata volontà di affrancarsi da un
coinvolgimento immobiliare che Antonio Maneschi non ritiene debba rientrare nel core business aziendale.
Lo stesso Maneschi aveva dichiarato lo scorso dicembre che, avendo Greensisam impegnato milioni sulla
partita di Porto vecchio, non aveva voglia di disimpegnarsi gratis. In passato si era parlato di un
interessamento da parte di fondi austro-tedeschi per realizzare nella "cittadella Greensisam" investimenti
immobiliari da 150 milioni, ma Antonio Maneschi si era dichiarato scettico sulla tenuta di questi conversari.
I due gruppi, agganciati con il supporto di professionisti del settore, sono "new entry" nel quadro
relazionale di Greensisam.La concessione 99ennale si trova a uno stadio adolescenziale in quanto nel 2020
compirà 15 anni avendo iniziato il count-down nel 2005. I cinque magazzini coinvolti sono 2A, 2, 1A, 4, 3,
ben visibili dalla bretella che da largo città di Santos porta sulle Rive. Sul progetto aveva lavorato l'architetto
ticinese Mario Botta. Maneschi sr. contava di realizzarvi la sede italiana di Evergreen, il colosso taiwanese
proprietario di Italia Marittima (ex Lloyd Triestino), ma l'operazione non andò in porto. Da allora la ricerca
di un acquirente in grado di subentrare a Greensisam.

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Le malattie professionali? Colpiscono di più le donne. E Trieste è "fuori scala" (Piccolo Trieste)
Ugo Salvini - Malattie professionali e infortuni sul lavoro colpiscono più le donne degli uomini. È questo il
dato che emerge con sempre maggiore evidenza dal mondo produttivo, sia a livello nazionale che locale, e
che ha trovato riscontro recentemente nelle analisi predisposte da un lato dalla Direzione territoriale di
Trieste e Gorizia dell'Inail e dall'Anmil di Trieste, in occasione della Festa della donna, e dall'altro dalla Cgil
provinciale, che qualche settimana fa ha dedicato un convegno al tema. L'elemento che colpisce
maggiormente, per quanto concerne il territorio di Trieste, è quello che riguarda le malattie professionali:
nel raffronto fra il periodo che va da gennaio a ottobre 2019 e lo stesso lasso di tempo riferito al 2018 c'è
stato un aumento delle denunce riguardanti le lavoratrici del 7,75 %, mentre fra gli uomini c'è stato
addirittura un calo, pur lieve, dello 0,5%. A livello nazionale la disparità permane, anche se meno
accentuata: l'aumento di denunce di malattie professionali è stato del 3,5% per le donne e del 2% per gli
uomini. Questa la spiegazione di Massimo Marega, della segreteria provinciale della Cgil: «A Trieste è
iniziato da tempo e purtroppo continua evidente il fenomeno dell'impoverimento del settore industriale,
soprattutto pesante, mentre dall'altro lato cresce il settore dei servizi e del commercio. Essendo il primo
tipicamente maschile e il secondo popolato soprattutto da donne - aggiunge Marega - ecco che risulta
chiara la ragione di questi numeri».E una conferma su questo fronte, pur con argomenti diversi, la offrono
anche Inail e Anmil: «I dati confermano che sono soprattutto le malattie del sistema osteo-muscolare e del
tessuto connettivo e quelle del sistema nervoso a colpire i lavoratori nel complesso, ma la differenza tra
donne e uomini è molto marcata. Le patologie citate rappresentano infatti il 90,3% delle denunce delle
lavoratrici contro il 72,5% delle denunce dei lavoratori. Molte donne addette alla cassa o all'ortofrutta,
infermiere e operatrici sanitarie - proseguono Inail e Anmil - svolgono attività che comportano movimenti
ripetuti che possono causare malattie professionali relative appunto all'apparato muscolo-scheletrico. È
giusto richiamare l'attenzione sulla disparità di genere negli ambienti di vita e di lavoro, le difficoltà della
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».Un capitolo a parte riguarda gli infortuni. Detto che in Italia
l'aumento è stato, dal 2017 al 2018, del 2,9% per tutti i lavoratori in generale, senza distinzione di genere,
va evidenziato che, in Fvg, come sottolinea ancora Marega, la crescita è stata più accentuata, del 3,6%. Ma
soprattutto, «nel contesto degli infortuni cosiddetti "in itinere", cioè verificatisi nel percorso da casa al
lavoro o viceversa, a pagare il prezzo più alto sono sempre le donne, vittime di queste situazioni nel 53,49%
dei casi. E tutto questo - conclude l'esponente della Cgil - ricordando che sono sempre le donne a
sostenere, molto più spesso degli uomini, il peso della gestione della casa e dei figli, che va da aggiungersi
all'impegno professionale».

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Debiti per circa 11 milioni di euro, Union Beton chiede il concordato (M. Veneto Udine)
Luana de Francisco - Un altro pezzo dell'imprenditoria friulana, quella che con le sue commesse
contribuisce da decenni a fare girare l'economia dentro e fuori regione, è entrato in crisi. Nello scenario
globalmente non facile di questo inizio d'anno, è toccato alla "Union Beton srl" di Gonars, azienda
specializzata dal 1983 nella produzione e nel riciclo di inerti, nel movimento terra e scavi e in attività
estrattiva e di trasporto, bussare alla porta del tribunale di Udine e presentare domanda di concordato
preventivo in bianco.Il ricorso è stato depositato dall'avvocato Oliviero Comand il 5 febbraio e da quel
momento è scattato il termine di novanta giorni assegnato dai giudici per la presentazione del piano. Fino
ad allora, a vigilare sull'attività dell'impresa sarà il commercialista goriziano Roberto De Luca, che il
tribunale, che all'azienda aveva chiesto già un'integrazione dei documenti, ha nominato quale commissario
giudiziale.All'origine del forte indebitamento denunciato dalla Union Beton ci sarebbe, in particolare, una
situazione di notevole tensione finanziaria con le banche. Un'esposizione riconducibile a una serie di
garanzie date in passato per conto di altre società e che l'amministrazione avrebbe finito per non riuscire
più a gestire. Problemi con gli istituti di credito, quindi, che, sommati a una generale flessione del mercato e
al conseguente calo di lavoro, avrebbero gettato l'azienda in uno stato di prostrazione finanziaria tutt'altro
che facile da superare.Circa undici i milioni di euro iscritti nel passivo. La maggior parte dei debiti sarebbe
riferibile proprio al conto aperto con le banche. Ad aggravare il rosso, negli ultimi esercizi, sarebbero state
poi altre voci di bilancio, tra le somme dovute all'Erario e all'Inps e quelle attese dai fornitori e da alcuni
dipendenti.I tentativi di risolvere la crisi al di fuori del palazzo di giustizia, attraverso procedure di
risanamento alternative al concordato, a quanto appreso, non sarebbero mancati. Anche perché
l'intenzione sarebbe quella di mantenere invariati livelli occupazionali: 22 dipendenti, di cui 13 operai e 9
impiegati. E perché il patrimonio immobiliare di cui la Union Beton dispone non è irrilevante e neppure
gravato da vincoli, tra gli uffici del quartier generale di Gonars, un capannone a Pradamano e una serie di
terreni e pertinenze agricole a vocazione turistica. Cava e impianti di lavaggio degli inerti si trovano invece a
Castions di Strada.L'indebitamento, tuttavia, è notevole e per uscirne, posto che la strada che l'azienda pare
decisa a imboccare è quella del concordato in continuità, potrebbe rendersi necessario individuare un socio
disposto a entrare nella compagine e condividere un progetto di rilancio. Salvo richieste di proroga, il piano
sarà presentato all'inizio di maggio. Poi, la parola passerà al tribunale per decidere se ammettere o meno la
società alla procedura.

I dragaggi in laguna sono un salasso. Serve un altro piano (M. Veneto Udine)
Francesca Artico - Resta difficile la situazione legata ai dragaggi dei canali prospicienti Marano: gli esiti di
una approfondita e gravosa analisi dei sedimenti sono risultati tali da non permettere ad oggi la possibilità
di un intervento economicamente sostenibile. La direzione regionale sta valutando una possibile soluzione
con la direzione centrale difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile e con Arpa, al fine di
permettere l'intervento. È questo quanto affermato dall'assessore alle Attività produttive, responsabile
anche degli interventi di dragaggio, Sergio Bini al capogruppo regionale della Lega Mauro Bordin, che
chiedeva lo stato dell'arte per gli scavi dei canali lagunari. Come ha spiegato Bini, «l'intervento inizialmente
presentato riproponeva la possibilità di prelevare quantità di materiale in zone la cui navigabilità è
penalizzata nei canali prospicienti Marano per confluirla in due aree già identificate e utilizzate allo scopo in
precedenti interventi». Lavori similari erano già stati eseguiti nel 2015 - ha proseguito -, quando sono stati
dragati circa 75 mila metri cubi, e nel 2014 (con un dragaggio di circa 20 mila metri cubi) e avevano per
oggetto le stesse aree di dragaggio e le medesime aree di refluimento. Il progetto redatto dalla struttura
interna regionale è stato quindi presentato in conferenza dei servizi il 10 maggio 2019. Nel 2019 la
Direzione centrale attività produttive ha commissionato un rilievo batimetrico per disporre dei dati
aggiornati relativi alla situazione di interrimento dei fondali di tutti i canali di Marano. Oggi questi rilievi
hanno dati risultati sulla tipologia dei sedimenti che economicamente non possono essere intrapresi.
Intanto al tavolo tecnico con il Ministero dell'Ambiente, la Regione sta cercando di ottenere
un'interpretazione inequivocabile e sostenibile sulla normativa per gli interventi in laguna.

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Non ci sono più i turisti, chiudono bar e alberghi (M. Veneto Udine)
Giancarlo Martina - Lo storico albergo Valle Verde, punto di riferimento nell'area dei campi di sci, chiude a
tempo indeterminato. L'effetto dell'emergenza per contenere la diffusione del coronavirus si abbatte come
un macigno anche sulle attività alberghiere e di ristorazione del Tarvisiano. Il titolare della struttura, Gianni
De Cillia, che conduce l'attività con la moglie Manuela, ha preso la decisione a malincuore. Non c'erano
alternative: «Vista la situazione critica che ha colpito l'Italia il Valle Verde rimarrà chiuso fino a nuove
disposizioni», si legge sul foglio bianco appeso dietro alla porta d'ingresso».Analoga decisione è stata presa
da Donato Amoroso dell'Hotel Trieste: «Al fine di dare il nostro contributo per il contenimento del contagio
abbiamo deciso di sospendere la nostra attività alberghiera e di ristorazione fino a nuove
disposizioni».Decisioni non solo dettate dal notevole rallentamento del flusso turistico, ma anche in linea
con l'esigenza dello stare a casa, in linea con le disposizioni governative.In centro a Tarvisio anche ieri erano
diversi i negozi che hanno deciso di tenere abbassate le saracinesche, con diversi cartelli comparsi sulle
vetrine. «Riapriamo venerdì 13», è stata la scelta fatta dai titolari de Bar Tizio&Cai di via Roma. All'Hotel
Haberl, in via Roma, il servizio di ristorazione è ridotto al minimo, solo al fine di assicurare i pasti a un team
di tecnici impegnati attività lavorative in zona.

Friulchem cresce, acquisti negli Stati Uniti (M. Veneto Pordenone)
Giulia Sacchi - La Friulchem di Vivaro cresce negli Stati Uniti e prosegue nel percorso di
internazionalizzazione con l'acquisizione del 13 per cento di Pharmabbie Inc, società americana
specializzata nello sviluppo di farmaci veterinari.«L'ingresso nel capitale di Pharmabbie Inc è un passo
fondamentale, successivo alla quotazione, verso il nostro obiettivo: crescere nel settore veterinario a livello
internazionale - ha detto Disma Giovanni Mazzola, ceo di Friulchem -. La scelta americana, già espressa
attraverso la costituzione di Friulchem Usa, ci permette di entrare nel mercato veterinario più grande del
mondo con un'azienda conosciuta sul mercato con processi e competenze già consolidati. Inoltre, l'utilizzo
della tecnologia italiana Fc-cube®, brevettata da Friulchem, rappresenta un importante riconoscimento per
gli investimenti in termini economici e per gli sforzi compiuti dalla società nello sviluppo di nuove soluzioni
in linea con le richieste di tecnologie sempre più innovative da parte del mercato».Friulchem,
coerentemente con quanto annunciato in sede di quotazione, ha sottoscritto 781.250 azioni, pari al 13 per
cento del capitale sociale di Pharmabbie Inc, con un versamento di 1,5 milioni di dollari. In seguito
all'aumento di capitale sociale, la compagine azionaria di Pharmabbie include come soci rilevanti George
Murphy e Serge Martinod, entrambi con il 13,5 per cento, Friulchem con il 13 e con il 3,8 Elanco US Inc,
multinazionale farmaceutica specializzata nel mercato veterinario, oltre ad altri importanti investitori
industriali e finanziari statunitensi. La governance della società americana prevede un consiglio di
amministrazione composto da quattro membri, uno dei quali è Mazzola. Con questa operazione, Friulchem
avrà diversi vantaggi, tra i quali si possono menzionare l'ottenimento di benefici finanziari direttamente
legati alla quota di azioni che detiene in qualità di socio di Pharmabbie e il conseguimento di ricavi collegati
alle future vendite dei prodotti, in quanto l'azienda di Vivaro sarà indicata nei dossier come fornitore
esclusivo. Un nuovo e importante passo avanti, per l'impresa di Vivaro che impiega 33 addetti e vanta uno
dei laboratori di ricerca più all'avanguardia della regione. Il mese scorso, Friulchem aveva ottenuto
l'autorizzazione per la commercializzazione di due prodotti della Business unit human: in Svizzera, terra
delle case farmaceutiche, di un antibiotico per le infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie e in
Vietnam di un antidiabetico in forma orale. Il lancio e la distribuzione saranno effettuati nel primo semestre
dell'anno.

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Lavinox, arrivato il 60% degli stipendi di 15 giorni. «Boccata d'ossigeno» (M. Veneto Pordenone)
Giulia Sacchi - Gli stipendi sono arrivati ai 106 dipendenti della Lavinox di Villotta di Chions e ai 22 della
Sarinox: il Gruppo Sassoli ha provveduto ai pagamenti e da ieri le somme sono visibili sui conti correnti. Le
maestranze hanno tirato un sospiro di sollievo. «Il 60% dello stipendio degli ultimi quindici giorni di lavoro ci
è arrivato: eravamo convinti di poter vedere le somme già martedì, in quanto esiste la possibilità, una volta
effettuato il versamento, di poterlo rendere visibile al ricevente nella stessa giornata, ma in ogni caso siamo
più tranquilli - ha fatto sapere la Rsu di Fiom Cgil, Angelo Marian -. Circa 400 euro, una boccata d'ossigeno
in tempi non semplici, considerato che chi non lavora non percepisce ancora la cassa integrazione, perché
attendiamo il via libera da Roma».L'azienda, quindi, ha provveduto. Ma non si sa quando verserà il saldo
degli emolumenti. Una data, a differenza di quanto fatto per la liquidazione del 60 per cento (i Sassoli
avevano comunicato che avrebbero provveduto a effettuare l'operazione bancaria martedì, e così è stato),
non è fissata. «Aspettiamo nuove comunicazioni, ben consapevoli, comunque, delle difficoltà finanziarie
che l'azienda ha dichiarato - ha aggiunto Marian -. Speriamo che il saldo arrivi il più presto possibile». E al
più presto si auspica arrivi anche la convocazione dal ministero per l'intesa sulla cassa integrazione, che
dovrebbe essere concessa per un anno. Il Governo è impegnato sul difficile fronte del coronavirus e, anche
se ogni ministero procede nel lavoro di sua competenza, si possono registrare rallentamenti per altre
questioni. In Lavinox, al momento opera una ventina di maestranze: il gruppo si sta occupando di portare a
compimento le ultime lavorazioni. Nel sito di Villotta operano anche gli addetti della Sarinox, azienda che è
stata trasferita da Aviano, dove lo stabilimento è stato chiuso.

Contromisure dell'Atap. Disinfezione dei mezzi (M. Veneto Pordenone)
Non tutti possono permettersi di muoversi con la loro automobile e da soli. C'è chi, anche in questa fase di
coprifuoco, ha bisogno di spostarsi in autobus. Per questa ragione Atap, l'azienda di trasporto pubblico
locale che serve la provincia di Pordenone, ha predisposto una serie di misure per garantire la sicurezza dei
passeggeri.Oltre ad aver messo a disposizione il gel igienizzante negli autobus urbani (sopra l'obliteratrice
dei biglietti), la società effettua giornalmente la disinfezione di ogni mezzo di trasporto.Sono state sospese
le corse scolastiche, ma anche l'attività di vendita dei biglietti a bordo dei mezzi pubblici nella linea che
collega all'aeroporto di Venezia. Ferme le corse scolastiche.C'è infine una disposizione - tenute conto le
misure sempre valide della distanza di un metro tra una persona e un'altra - che è sempre richiesta:
l'ingresso e l'uscita dai pullman sono consentite solo dalla porta centrale o da quella posteriore.
Naturalmente un passeggero alla volta.

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Altro paziente contagiato in ospedale. Casi a Sacile e Casarsa, sindaci isolati (M. Veneto Pordenone)
Un altro, l'ennesimo, bollettino di guerra, anche in provincia di Pordenone, mentre la stragrande
maggioranza dei cittadini collabora, finalmente chiusa in casa.All'ospedale Santa Maria degli Angeli di
Pordenone, ieri in serata, è risultato positivo un altro paziente ricoverato stavolta non in medicina, ma in
pneumologia. Immediata la decisione di trasferirlo in rianimazione, mentre nelle prossime ore si
effettueranno i tamponi sulle persone entrate a contatto con lui, tra familiari, personale medico e altre
persone ricoverate.Nuovo caso di contagio da Covid-19, intanto, a Sacile: un sessantenne che abita in un
quartiere non lontano dal centro. In quarantena, anche in questo caso, i familiari, con il sindaco Carlo
Spagnol che ha predisposto la necessaria cintura di sicurezza e controlli.Caso di positività anche a Casarsa.
La persona contagiata è in buone condizioni di salute ed è in isolamento a casa. Sono stati ricostruiti i suoi
contatti e adottati i provvedimenti del caso. Si pensa possa essere legato al primo caso verificatosi in
provincia, quello ufficializzato al sindaco di Valvasone Arzene nei giorni scorsi.Infine la vicenda Delle
Vedove, il sindaco di Cordenons trovato positivo dopo un incontro in Regione, lo scorso 3 marzo a Udine,
costato l'isolamento a numerosi politici friulani. Riscontrata la positività del primo cittadino cordenonese, il
dipartimento di prevenzione ha fatto partire la ricerca di tutte le persone dallo stesso incontrate. Tra loro,
per la partecipazione a una riunione che ha, però, preceduto di qualche ora e non seguito il vertice in
Regione a Udine, in cui si pensa che Delle Vedove possa essersi infettato, anche i sindaci Paolo Nadal di
Roveredo in Piano e Gianni Giugovaz di San Quirino, oltre al delegato del sindaco di Porcia, il consigliere
Fabio Bianchin, tutti ora prudenzialmente in quarantena. All'incontro aveva partecipato anche il
comandante americano della Base di Aviano Daniel Lasica.«Sono stato contattato - ha detto Nadal - dal
dipartimento di prevenzione dell'Asfo e mi è stato chiesto se fossi stato presente alla riunione del 3 marzo.
Mi hanno fatto domande e mi hanno detto che dovevo andare in quarantena fiduciaria. Mi telefoneranno
due volte al giorno per sapere se ho sintomi o febbre». Giugovaz, che non ha sintomi, ha deciso, invece, di
autoisolarsi non appena saputa la positività del collega: «Mi sono messo in quarantena da solo - ha detto - e
poi ho contattato il numero di emergenza per sapere che cosa dovevo fare. Una decisione che ho preso in
via precauzionale e anche per dare il buon esempio». Per precauzione, la moglie del sindaco aveva chiuso il
suo negozio di abbigliamento a Pordenone prima della serata di Conte. Avvertito dal sindaco di Porcia
Sartini, invece, Bianchin. Per tutti l'isolamento si concluderà il 18 marzo.

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