Quella maledetta Primavera del 1968 a Praga - Alessandro Catalano
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Quella maledetta Primavera del 1968 a Praga Alessandro Catalano ♦ eSamizdat (VII) -, pp. - ♦ REDICI anni dopo l’arrivo dei carri arma- che nel dibattito politico italiano1 . Il fatto che T ti in Cecoslovacchia, sul palco di un noto festival musicale italiano risuonavano le paro- si sia però riflettuto così intensamente soprat- tutto sulle dimensioni internazionali della Pri- le di una canzone che non aveva niente in co- mavera e sui rapporti, complessi, ambigui, ma mune con la Primavera di Praga, ma per certi in fondo unici nel panorama comunista mon- versi ne esprimeva l’ambiguità principale: “che diale, che con essa ebbe il Partito comunista imbroglio era, maledetta primavera. . . ”. Poco italiano, rischia di rendere meno evidenti le di- compresa all’estero e ormai estranea alle gio- namiche interne dei processi che hanno avuto vani generazioni, la lunga Primavera del 1968 luogo nel 1968. Nonostante sia piuttosto no- in Cecoslovacchia finì bruscamente nella not- to che la cultura ha rappresentato il principa- te tra il 20 e il 21 agosto quando si concretiz- le grimaldello che ha permesso, con molti me- zò la dottrina della sovranità limitata che avreb- si d’anticipo, di sviscerare temi che la politica be caratterizzato il lungo periodo in cui Leonid avrebbe sdoganato soltanto a partire dal gen- Brežnev avrebbe ricoperto la carica di segreta- rio del Pcus. Nello scacchiere politico mondia- 1 Oltre allo spazio dedicato alla Primavera di Praga su nume- rosi giornali e riviste, si vedano in particolare i seguenti volu- le del 1968 non c’era spazio per ripensamenti mi: Praga da una primavera all’altra 1968-1969, a cura di A. e nuove collocazioni politiche: la mappa d’Eu- Cosentino, Udine 2008; Era sbocciata la libertà? A quaranta ropa sancita dalla seconda guerra mondiale e anni dalla Primavera di Praga (1968-2008), a cura di F. Guida, Roma 2008; Eredità ed attualità della Primavera cecoslovacca, dalla formazione dei due blocchi contrapposti Roma 2009; Alexander Dubček e Jan Palach. Protagonisti del- non andava alterata. Si è discusso poi molto la storia europea, a cura di F. Loncini, Soveria Mannelli (Cz) 2009; La Primavera di Praga. Quarant’anni dopo, a cura di della presunta velletarietà dei politici cecoslo- S. Fedele e P. Fornaro, Soveria Mannelli (Cz) 2009. Si vedano vacchi e già in occasione del primo decenna- poi la raccolta degli articoli di Angelo Maria Ripellino, L’ora di le della Primavera, nel 1978, il dissenso ceco Praga. Scritti sul dissenso e sulla repressione in Cecoslovacchia e nell’Europa dell’Est (1963-1974), a cura di A. Pane, Firenze aveva ormai condotto un’analisi profonda degli 2008 (alcuni testi sono stati pubblicati anche in A.M. Ripelli- orizzonti e dei limiti della Primavera. Dopo altri no, “L’ora della Cecoslovacchia e altri fogli praghesi”, eSamiz- dat, 2008 (VI), 1, pp. 169-196); le testimonianze di due giorna- trent’anni il tema ha ormai decisamente intra- listi che avevano seguito da vicino le vicende praghesi, E. Bet- preso il cammino dell’analisi storica, cosa che tiza, La Primavera di Praga. 1968: la rivoluzione dimenticata, capita solo quando il passato è ormai divenuto Milano 2008; e D. Volcic, 1968. L’autunno di Praga, Palermo 2008; e infine le precedenti ristampe dei due volumi (origina- materiale d’archeologia per il presente. riamente entrambi pubblicati nel 1989) Che cosa fu la “Prima- vera di Praga”? Idee e progetti di una riforma politica e sociale, Il quarantesimo anniversario della Primave- a cura di F. Leoncini, Venezia 2007; e F. Leoncini, L’opposizione ra di Praga ha indubbiamente ricevuto anche all’Est 1956-1981. Raccolta di testi con introduzione e biblio- grafia, Venezia 2007. È stato poi tradotto in italiano il volume in Italia un’attenzione paragonabile all’influen- di M. Bracke, Quale socialismo, quale distensione? Il comuni- za che l’ultimo (e forse unico) serio tentativo smo europeo e la crisi cecoslovacca del ’68, Roma 2008. Si veda infine il bel volume del fotografo J. Koudelka, Invasione Praga di riformare il socialismo reale ha ricoperto an- 68, Roma 2008.
eSamizdat 2009 (VII) 2-3 ♦ Temi: Primavera di Praga ♦ naio del 1968, l’attenzione si è per lo più con- no infatti ad affrontare temi più o meno rimos- centrata, con l’importante eccezione della nuo- si nel contesto culturale cecoslovacco, caratte- va edizione completa dei reportage di Ripelli- rizzato nella prima parte degli anni Cinquanta no, soprattutto sulla dimensione politica della da una delle ondate di repressione staliniste più Primavera. violente del blocco orientale, ma per la prima La seconda parte di questo numero mono- volta dopo molti anni manifestarono aperta- grafico di eSamizdat, Il 1968 a Praga: prologo, mente un disaccordo essenzialmente politico. primavera, epilogo, vuole invece ricostruire at- Se, nell’ottica dell’epoca, una sorta di affron- traverso una serie di testi originali la dimensio- to internazionale costituiva la lettura pubblica ne cronologica della Primavera, partendo pro- della celebre lettera di denuncia di Aleksandr prio da quella che ne fu la prima, e per cer- Solženicyn, con l’intervento di Milan Kundera ti versi inattesa, manifestazione, il celebre IV (qui non nella versione di romanziere, ma nel- Congresso dell’Unione degli scrittori cecoslo- la oggi meno nota versione di battagliero tribu- vacchi. Alla fine di giugno del 1967 ebbe infat- no), tutto incentrato sull’interpretazione della ti luogo uno di quegli episodi, così caratteristi- recente storia della Cecoslovacchia in funzio- ci nella storia della Cecoslovacchia comunista, ne della sua dimensione europea e sull’abbatti- di “inattesa” ribellione degli scrittori. Le radi- mento dei limiti prescritti arbitrariamente alla ci del fenomeno affondano naturalmente lon- letteratura socialista, si era definitivamente ca- tano nel tempo, ma il piglio con cui gli intel- pito che non si sarebbero affrontati temi mera- lettuali fecero il loro ingresso nell’agone poli- mente culturali. Un altro scrittore molto amato tico fu quantomeno sorprendente. Ribadendo dai politici comunisti nel decennio precedente, a distanza di qualche mese il perdurare della Pavel Kohout, aveva poi decisamente attaccato lotta tra scrittori e partito comunista, Ripellino l’insipienza della politica culturale del partito e avrebbe sottolineato che aveva chiesto ad alta voce di modificare la leg- tutto ebbe inizio al quarto congresso degli scrittori, svoltosi ge sulla stampa e di abolire la censura. In que- a Praga dal 27 al 29 giugno. A differenza di quello assonna- st’atmosfera surriscaldata, la lettera di Solže- to di Mosca, il congresso praghese si trasformò in una serie di assalti, di attacchi senza perifrasi, di disperate proteste. nicyn, non pubblica in Urss, e l’intervento del La scintilla fu accesa dalla lettura della lettera di Solženicyn giornalista-scrittore Ludvík Vaculík, che aveva contro i censori dell’Unione sovietica. E i discorsi insiste- vano tutti su tre temi dominanti: la necessità di smasche- sottoposto a una durissima analisi la crisi del rare i sotterfugi della censura, l’insoddisfazione per l’atteg- potere, denunciando il servilismo della socie- giamento anti-israeliano assunto dal governo in un paese tà ceca che permetteva l’ascesa sociale soltanto così ricco di memorie ebraiche, l’abuso di potere dei diri- genti sotto la maschera del progressismo. Erano anni che alle personalità più mediocri, avrebbero provo- le opere degli scrittori cecoslovacchi avevano assunto to- cato l’isterica reazione dell’apparato del parti- ni di aspra critica contro il regime, e il congresso non fece altro che riassumere questo stato d’animo2 . to. Significativa, per contrapposizione, è anche la replica finale di Jiří Hendrych, tra i principa- Gli interventi di Milan Kundera, Pavel Kohout li ideologi del partito, che da un lato lasciava (che aveva letto la nota lettera di Solženicyn), presagire i successivi procedimenti punitivi nei Václav Havel e Ludvík Vaculík non si limitaro- confronti degli scrittori e dall’altro dimostrava quanto profondo fosse ormai il fossato che si 2 A.M. Ripellino, “Gli esiliati di Praga”, Idem, L’ora di Praga. Scritti sul dissenso e sulla repressione in Cecoslovacchia e nel- era aperto tra intellettuali e potere. La sua fra- l’Europa dell’Est (1963-1974), a cura di A. Pane, Firenze 2008, se “Avete perduto tutto, tutto. . . ”, pronunciata pp. 31-35 (la citazione è a pp. 31-32).
A. Catalano, Quella maledetta Primavera del 1968 a Praga abbandonando la sala dopo la lettura della let- re (e del linguaggio in generale), che avrebbe tera di Solženicyn, divenne peraltro il simbolo meritato maggior fortuna. stesso dell’ottusità del potere. Nella sezione archivi riproponiamo inoltre Al contesto che aveva portato in campo let- un altro studio realizzato nell’ambito del pro- terario al IV congresso è dedicato lo studio di getto Le esperienze della Primavera di Praga, il Květoslav Chvatík La politica culturale in Ceco- testo del 1979 Opinioni politico-militari corren- slovacchia dal 1945 al 1980, pubblicato qui per ti nell’esercito cecoslovacco negli anni tra il 1948 la prima volta, sulla base della traduzione ita- e il 1968 di Josef Hodic, dedicato a una del- liana realizzata nel 1982 da Luciano Antonet- le questioni chiave nelle accuse sovietiche nei ti nell’ambito del progetto di ricerca Le espe- confronti della politica cecoslovacca: la vulne- rienze della Primavera di Praga, coordinato da rabilità della frontiera occidentale del blocco in Vienna da Zdeněk Mlynář. La politica cultura- caso di uscita del paese dal Patto di Varsavia. È le cecoslovacca viene qui ricostruita con grande evidente infatti che, parallelamente al proces- dovizia di particolari che permettono di com- so di liberalizzazione in atto in tutta la socie- prendere in modo meno superficiale il conte- tà, anche in campo militare la questione della sto storico che rappresenta la “lunga prepara- sovranità nazionale e gli interessi della Ceco- zione a quei cambiamenti che si verificarono in slovacchia si erano fatti sempre più importanti, rapida successione a partire dal gennaio 1968”. come dimostra l’allegato Memorandum dell’ac- Alla luce dell’analisi dell’evoluzione precedente cademia politico-militare K. Gottwald di Praga. Chvatík conferma l’impressione che Nell’analisi di Hodic è evidente la progressiva affermazione del punto di vista che gli scrittori nel corso di quel congresso non fecero che esigeva che la pianificazione, la direzione e l’organizzazio- mantenere in vita l’antica tradizione della letteratura ce- ne delle questioni militari di carattere strategico e operati- ca, il cui compito è stato sempre quello di supplire nello vo nel quadro del Patto di Varsavia fossero il risultato del svolgimento di funzioni o di fare le veci di organismi che la lavoro comune dei rappresentanti degli stati membri, do- società ceca e specialmente la politica ceca non ha ancora tati di pari doveri, responsabilità e capacità decisionali in creato, oppure di cui è stata privata. In quel caso partico- tutti gli organismi del Patto. Solo in tal modo sarebbe sta- lare, il congresso assunse le funzioni di un parlamento de- to possibile garantire che sarebbero stati rispettati in modo mocratico, e da questo punto di vista molti interventi era- equilibrato tanto gli interessi della coalizione quanto quelli no piuttosto eccessivi e non contenevano affatto un’analisi nazionali dei singoli membri della coalizione. concreta di tutti i problemi che ponevano, si tratta, tutta- via, di sapere se quegli interventi potessero e volessero ef- fettivamente essere un’analisi completa della crisi della so- La concezione esposta nel memorandum cietà ceca; o se piuttosto non fossero – com’è proprio della implicava infatti chiaramente specifica funzione della letteratura – un impulso morale a porre l’esigenza di una tale analisi che doveva invece esse- che si doveva metter fine alla situazione di permanente e re stata fatta da tempo da altri e in altra sede, analisi che radicato privilegio delle questioni relative alla difesa dello – anche se con notevole ritardo e con un certo dilettanti- stato, mentre al contrario tali questioni dovevano diventa- smo – venne poi fatta nel corso della sessione del Comita- re parte integrante delle decisioni relative a tutti gli aspetti to centrale del Partito comunista cecoslovacco del gennaio della vita sociale dello stato cecoslovacco e quindi doveva- 1968. no diventare un interesse nazionale sostenuto dai cittadini dello stato stesso. Va peraltro sottolineato che il momento di L’autore dello studio fu peraltro protagonista partenza “letterario” della Primavera resterà di un discusso “caso Hodic” perché nel 1981, ben presente nell’esperienza di quei mesi, nei in circostanze tutt’ora non del tutto chiare, ab- quali ha avuto luogo una continua analisi e una bandonò Vienna facendo ritorno a Praga, dove rigorosa decostruzione del linguaggio del pote- poi rilasciò una serie di dichiarazioni miranti a
eSamizdat 2009 (VII) 2-3 ♦ Temi: Primavera di Praga ♦ dimostrare il legame tra le iniziative dell’emi- ha sempre un fazzolettino bianco ben piegato, la cravatta e il ciuffetto pettinato come Golonka (un noto giocatore di grazione cecoslovacca e la Cia3 . Probabilmen- hockey), un giovane che sa saltare dal trampolino a capo- te era stato inviato all’estero dalla polizia se- fitto nell’acqua, un giovane il quale sa che il destino e lo svi- greta cecoslovacca con il compito specifico di luppo del ventesimo secolo dipendono dalla rivolta e dalla speranza, dall’individualità creativa e dalle masse insorte, infiltrarsi negli ambienti dell’emigrazione, cosa un giovane al quale le preoccupazioni e la stanchezza, in che peraltro paradossalmente non altera più di cambio del focherello che ha portato, beccano a tal punto il fegato, da farlo sembrare un certosino che torni all’alba tanto la qualità del suo lavoro. da preghiere notturne o un amante levatosi al mattino dal I due studi sono inoltre preceduti da una bre- letto della sua bella5 . ve ricostruzione dei caratteri generali (con lo Con il gruppo di politici riformisti raccolti at- schema dei fascicoli distribuiti) di questo ingiu- torno a Dubček era radicalmente cambiata l’i- stamente dimenticato progetto di ricerca, che dea stessa del funzionario comunista, così co- varrebbe senz’altro la pena rendere accessibile me peraltro anche quella dello stesso partito, in forma integrale. che si rivela ora sorprendentemente capace di Viene poi riproposto in forma completa il do- ristabilire un rapporto se non di assoluta fidu- cumento più coerente prodotto dal partito co- cia, quantomeno di simpatia con masse sem- munista nel suo tentativo di riforma globale del pre più ampie (a maggior ragione nelle setti- sistema, Il Programma d’azione del Partito co- mane in cui più minacciosi sono risuonati i munista di Cecoslovacchia, che al di là dei suoi tamburi sovietici). Può anzi forse perfino stu- evidenti limiti rappresenta comunque, più di pire la velocità e la forza con cui il tentativo tanti discorsi ufficiali, il tentativo più deciso a di riforma del mondo del socialismo reale ha livello mondiale di riforma interno del governo guadagnato nel 1968 consensi in quasi tutta la di un paese comunista. A differenza di quan- popolazione6 . to viene spesso oggi sostenuto a proposito de- I compromessi (e i limiti) del Programma d’a- gli embrioni di opposizione che andavano for- zione diventano però particolarmente eviden- mandosi nel corso del 1968, e come riconoscerà ti se lo si mette a confronto con le posizioni Havel stesso anni dopo, infatti, “alla testa degli ben più avanzate e radicali di parte dell’opinio- avvenimenti politici c’erano i comunisti rifor- ne pubblica, espresse con particolare efficacia e misti”4 . Il simbolo più evidente della profonda coerenza dal gruppo di intellettuali raccolti at- frattura con il periodo precedente era del resto torno a Literární listy, in modo particolare do- la figura del nuovo segretario del partito comu- po che, all’inizio di marzo, era stata abolita la nista, Alexander Dubček, che ha impresso, an- censura sulla stampa. La rivista, che originaria- che grazie ai suoi atteggiamenti a volte tituban- mente avrebbe dovuto essere dedicata alla let- ti, un’impronta così caratteristica alla Primave- teratura, nel 1968 svolse infatti la funzione di ra cecoslovacca. Non a caso Ripellino ha usa- to le parole dello scrittore ceco Bohumil Hrabal per descrivere questo 5 A.M. Ripellino, “Paura a Praga”, Idem, L’ora di Praga, op. cit., giovane che capisce e sa far valere l’ironia e l’arguzia, un pp. 47-53 (la citazione è a p. 51). giovane che si veste con l’accuratezza di un damerino, che 6 Molti materiali in italiano su Alexander Dubček e la Prima- vera di Praga, curati da Luciano Antonetti e Guido Gambet- ta, possono essere consultati sul sito dell’università di Bolo- 3 D. Havlíček, Listy v exilu. Obsahová analýza časopisu Li- gna, che ha conferito all’ex segretario del Partito comunista sty, který v letech 1971 až 1989 vydával v Římě Jiří Pelikán, cecoslovacco una celebre laurea honoris causa il 13 novembre Olomouc 2008, pp. 236-237. 1988, a partire dalla pagina . Hvížd’ala, Milano 1990, p. 109.
A. Catalano, Quella maledetta Primavera del 1968 a Praga principale cassa di risonanza delle richieste di così come il celebre articolo Il piccolo e il gran- riforma del sistema: de di Milan Kundera rappresenta una delle pri- Specchio e coscienza della presente rivoluzione cecoslo- me formulazioni di uno dei temi preferiti del- vacca è il battagliero settimanale di Praga Literární listy [Fogli letterari], che già usciva, benché tarpato e imbava- lo scrittore moravo, il destino delle piccole na- gliato, col nome di Literární noviny [Giornale letterario]. zioni, e una lucidissima analisi dello squilibrio Soppresso lo scorso autunno per il giro di vite che seguì dei rapporti di forza tra la Cecoslovacchia e l’U- il tumultuoso congresso degli scrittori, ha ripreso le pub- blicazioni il primo marzo di quest’anno, raggiungendo in nione sovietica che si celava dietro la retorica breve una tiratura di 275.000 copie. Dal prossimo autun- socialista della fraternità: no diverrà supplemento domenicale di un quotidiano de- gli scrittori, che avrà il titolo di Lidové noviny [Giornale del Il paragone fra le due situazioni mostra in maniera elo- popolo]7 . quente che razza di uguaglianza reciproca si celi dietro le frasi sull’amicizia, l’amore, la fraternità e i tempi eterni. Mi Tra i tanti testi possibili, ripresentiamo, nel- irrito perciò moltissimo quando sento adoperare la vecchia la sezione intitolata I mesi di Literární listy, la locuzione alata: da pari a pari. Perché il nostro rapporto con l’Unione sovietica non è mai stato di tal genere e non brillante analisi di Antonin J. Liehm del proces- lo è nemmeno oggi, quando la direzione del nostro paese so in atto in Cecoslovacchia negli anni Sessan- con un ammirevole coraggio ha cominciato a camminare con le proprie gambe. ta basata per lo più sulle interviste da lui rea- lizzate con i principali scrittori cechi dell’epo- La parte dedicata a Literární listy si chiu- ca, seguita dall’impietosa analisi del significa- de con l’articolo Da Varsavia a Bratislava del- to del socialismo cecoslovacco di Václav Müller lo storico Josef Válka, definito da Brežnev, nella (“il nostro paese si è trovato sull’orlo di una pro- telefonata a Dubček pubblicata in un’altra se- fonda crisi, in primo luogo economica, quindi zione di questo stesso numero di eSamizdat, politica e infine morale”) e da una dettagliata “un vero e proprio attacco ostile contro il Pcus, panoramica sul movimento studentesco ceco- l’Urss e contro tutti i paesi socialisti fratelli”. In slovacco di Zdeněk Pinc. Segue poi la Dichia- modo estremamente lucido infatti Válka ana- razione del Circolo degli scrittori indipendenti, lizzava la settimana di tensione tra Čierna nad una delle più chiare manifestazioni del riemer- Tisou e Varsavia, notando come già gere dell’attività di tutti quegli intellettuali non nei giorni tra Varsavia e Čierna nad Tisou, fu lanciata in comunisti osteggiati nei decenni precedenti. Il alcuni stati amici una campagna propagandistica intesa a convincere la popolazione all’interno e all’estero che i loro seguente Messaggio dei cittadini alla presiden- compagni di ideologia, i comunisti cecoslovacchi, e la loro za del Comitato centrale del Partito comunista nazione si trovavano in pericolo mortale per un’azione ter- roristica controrivoluzionaria guidata da centri imperiali- cecoslovacco, concepito in forma estremamen- sti, che non solo si erano impadroniti dei mezzi di infor- te emotiva da Pavel Kohout e diffuso alla vigilia mazione dello stato, ma avevano ottenuto l’appoggio, o dell’incontro di Čierna nad Tisou, segna forse almeno l’indulgenza, di alcuni rappresentanti dell’attuale direzione politica, ormai contaminati dal revisionismo. il momento più alto del tentativo degli intellet- tuali di mobilitare l’opinione pubblica a difesa Válka identificava con termini molto chiari delle riforme (“Perdere questa occasione uni- anche chi erano coloro da cui la Cecoslovacchia ca sarebbe la nostra infelicità e la vostra vergo- avrebbe dovuto guardarsi: gna. Abbiamo fiducia in voi! Facciamo appel- Chi sono i nostri alleati e chi i nostri nemici in questi tempi lo a tutti i concittadini, che sono d’accordo con di tensione? Il nemico, ovviamente, sono quelle schiere di scrittori all’attacco, capaci di tutto, che su istruzione dei lo- noi, affinchè sostengano questo messaggio!”), ro capi ideologici sparano bordate, dalle pagine dei giorna- li ufficiali, dalla radio e dalla televisione, contro la “contro- rivoluzione cecoslovacca”, che cercano di preparare il ter- 7 A.M. Ripellino, “Anche l’inchiostro arrossiva”, Ivi, pp. 36-42 (la reno per un intervento armato in Cecoslovacchia. Quando citazione è a p. 36).
eSamizdat 2009 (VII) 2-3 ♦ Temi: Primavera di Praga ♦ non inventano gli argomenti, le munizioni sono fornite da- ne non risolta della necessità di un’opposizio- gli orfani del regime novotnyano, la cui unica speranza di ne politica. Criticando l’idea che “la natura- riguadagnare il controllo del governo e un prospero teno- re di vita senza dover lavorare per ottenerlo risiede in un le funzione di controllo dell’opposizione verrà intervento dall’esterno. semplicemente ricoperta dall’opinione pubbli- ca, che può contare sui mezzi di comunicazio- Il testo simbolico dell’impegno degli intellet- ne di massa”, Havel segnalava il pericolo prin- tuali nel corso della Primavera resta comun- cipale di una tale concezione, che “presuppo- que il celebre Manifesto delle duemila parole di ne la fede nel fatto che il governo trarrà sempre Ludvík Vaculík, pubblicato su diverse riviste al- le dovute conseguenze dalle critiche pubbliche. la fine di giugno e presto firmato da decine di Solo che la democrazia non è una questione di migliaia di persone. Viene qui riproposto, in fede, ma di garanzie”. Perciò Havel sollevava una nuova traduzione di Annalisa Cosentino, la questione della necessità di un secondo par- assieme alla successiva Giustificazione in 992 tito politico, che sarebbe nato sulla base della parole (inserita nella sezione dedicata a Lite- “sua tradizione democratica e umanista” e po- rární listy) e alla risposta in mille parole di Jo- teva quindi presentarsi come “una sorta di par- sef Smrkovký, estremamente sintomatica delle tito democratico”. Havel poneva inoltre in ter- differenze esistenti tra le posizioni degli intel- mini molto chiari anche il problema di coloro lettuali e dei dirigenti del partito. Se è tuttora che erano stati perseguitati o costretti all’emi- difficile darne una valutazione definitiva in ter- grazione dopo il 1948, invocando la necessità mine di contingente opportunità politica, resta di una riparazione ai torti da loro subiti. No- un fatto che è stato proprio il Manifesto delle nostante una certa carenza di proposte concre- duemila parole a far parlare sempre più spes- te per raggiungere l’obiettivo, il testo di Havel so di controrivoluzione in atto. Quest’impieto- rappresentava, assieme ai tentativi di rifonda- sa analisi della “colpa” e dell’“inganno” dei go- re il partito socialdemocratico e alla fondazio- vernanti nei confronti della classe operaia cul- ne del Kan e del K231, una delle manifestazioni minava nella ferma richiesta di approfondire il più lucide dell’attivismo di un’opposizione non processo di democratizzazione in corso. L’in- socialista nella Cecoslovacchia del 1968. vito a costituire comitati di cittadini e commis- sioni di controllo e la disponibilità a combatte- L’ampia sezione Documenti riproduce inve- re con “le armi in mano” a fianco del governo ce i testi, a volte non troppo noti, dei docu- per difendere “la cosa comune, chiamata per il menti ufficiali prodotti in quei mesi febbrili. La momento socialismo”, aveva subito provocato scansione temporale degli avvenimenti è piut- la violenta reazione da parte dei sovietici, che tosto nota: il 23-24 marzo alla conferenza di da allora in poi avrebbero usato sistematica- Dresda i segretari dei partiti comunisti di Urss, mente questo manifesto come dimostrazione Germania dell’est, Polonia, Ungheria e Bulga- della totale perdita di controllo sulla società da ria (“i cinque”) criticano aspramente l’evoluzio- parte del partito comunista. ne in Cecoslovacchia, il 30 marzo in sostituzio- Ugualmente dibattuto sarà anche l’impor- ne di Antonín Novotný viene eletto presidente tante articolo A proposito di opposizione di Ha- della repubblica il generale Ludvík Svoboda, il vel, presentato qui per la prima volta in tra- 5 aprile viene approvato il programma d’azio- duzione italiana, pubblicato sempre su Lite- ne del partito comunista, il 4 maggio Dubček rární listy, in cui veniva affrontata la questio- e gli altri dirigenti si recano a Mosca per delle
A. Catalano, Quella maledetta Primavera del 1968 a Praga consultazioni, il 14-15 luglio ha luogo a Varsa- comunismo. via una riunione dei “cinque” e viene inviata a La Primavera vista da Mosca dà voce, attra- Praga una durissima lettera di riprovazione, tra verso la ripubblicazione di alcuni testi origi- il 29 luglio e l’1 agosto si svolge un tumultuo- nali, anche a una delle più coraggiose iniziati- so colloquio bilaterale tra russi e cecoslovac- ve di protesta contro l’invasione della Cecoslo- chi a Čierna nad Tisou e il 3 agosto ha luogo la vacchia, la manifestazione del 25 agosto 1968 conferenza di Bratislava in cui le due parti fir- a Mosca sulla Piazza rossa, alla quale prese- mano un ambiguo comunicato finale. In que- ro parte Konstantin Babickij, Larisa Bogoraz- sta sede abbiamo deciso di ripubblicare la lette- Daniel’, Vadim Delone, Vladimir Dremljuga, Pa- ra di Varsavia, la risposta del Partito comunista vel Litvinov, Viktor Fajnberg e Natal’ja Gorba- cecoslovacco, il comunicato congiunto sull’in- nevskaja, mentre Le ultime voci degli scrittori contro di Čierna nad Tisou e la dichiarazione di e i muri parlanti testimonia sia l’atmosfera di Bratislava. Questi documenti sono seguiti dalla rassegnazione ormai prevalente in molti scrit- traduzione della celebre “lettera d’invito” con- tori dopo il fallimento dell’esperimento rifor- segnata a Brežnev da alcuni comunisti conser- mista della Primavera che l’esplosione creativa vatori a Bratislava e dalla conversazione telefo- degli slogan comparsi sui muri di tutte le città nica intercorsa tra Brežnev e Dubček il 13 ago- cecoslovacche. sto 1968, tradotta in italiano per la prima vol- Per quanto riguarda la percezione italiana ta in forma integrale da Simone Guagnelli. Po- della Primavera di Praga abbiamo ritenuto op- chi testi sono così caratteristici per ricostruire portuno ripubblicare il famoso editoriale del l’atmosfera che regnava ai vertici dei rispetti- Manifesto Praga è sola, la più lucida protesta vi partiti pochi giorni prima dell’invasione e il a un anno dall’invasione nei confronti dell’am- lungo gioco degli equivoci iniziato a luglio rag- morbidimento della riprovazione espressa dal giunge qui il suo apice: l’impotenza di Dubček, Partito comunista italiano nelle ore immedia- chiuso in un tunnel privo di una realistica via tamente successive all’invasione. Com’è noto il d’uscita, traspare in modo fin troppo evidente testo avrebbe poi definitivamente innescato il nella sua impotente irritazione, così come l’ap- processo dell’espulsione del gruppo dal partito. parente tranquillità di Brežnev, ormai già con- Un’importanza simile ha avuto nel dibattito vinto della necessità di intervenire militarmen- te. Alla conversazione tra i due massimi capi di italiano anche la pubblicazione in due puntate (1971 e 1975), sulla rivista Giorni-Vie nuove di- stato segue il lungo testo pubblicato sulla Pra- vda il giorno successivo all’invasione, La dife- retta da Davide Lajolo, delle cosiddette memo- rie di Josef Smrkovský, uno dei politici più po- sa del socialismo è il più alto dovere internazio- nale, che riassume in forma estremamente det- polari della Primavera di Praga. Di questa im- portante iniziativa editoriale che avrebbe pro- tagliata le critiche tante volte formulate dall’U- nione sovietica nei confronti della Cecoslovac- vocato le vibranti proteste di Mosca si è cer- cato di ricostruire i retroscena, riproponendo chia. Questa parte si conclude con lo scarno co- municato sulle trattative di Mosca e con il testo al tempo stesso la testimonianza personale di uno dei massimi dirigenti cecoslovacchi. Da- completo del famigerato protocollo imposto a Mosca ai politici cecoslovacchi, noto agli storici ta la scarsa reperibilità del testo, che conserva tutta la vivacità del racconto orale di Smrkov- in forma completa soltanto dopo la caduta del ský, oltre al testo dell’“intervista” del 1971 e al-
eSamizdat 2009 (VII) 2-3 ♦ Temi: Primavera di Praga ♦ le “memorie” del 1975, si è deciso di pubbli- dello spirito”): care anche la lettera di Dubček alla vedova di Il primo ottobre 1970 entrò in vigore il decreto del mini- Smrkovský del 1974. stero degli interni che ordinava “misure d’urgenza nei luo- ghi culturali per garantire la purezza e la trasparenza del A conclusione del numero Stefania Mella ri- lavoro ideologico” provocando un’ondata massiccia di li- cenziamenti, che in quattro anni toccarono più del 70% del costruisce il significato, analizzandone anche personale artistico e scientifico, soprattutto nelle case della l’eco a quarant’anni di distanza, della nota po- cultura (85%) seguite dalle case editrici (82%). [. . . ] lemica tra Milan Kundera e Václav Havel sul de- Per quanto riguarda la produzione letteraria propriamente detta, 1089 libri furono mandati al macero solo nell’ambi- stino ceco, che ha avuto luogo tra la fine del to ceco e slovacco. A questi si aggiunsero 398 titoli ritirati 1968 e l’inizio del 1969, prima che sulla Ceco- dalla circolazione, e 421 autori si ritrovarono all’indice, di cui 153 (fra i quali ventuno classici) per l’insieme della lo- slovacchia scendesse la lunga ombra della nor- ro opera. Una trentina di scrittori stranieri per un totale di malizzazione. Se la discussione, tradotta in for- 130 titoli vennero a completare questa lista (a mo’ di pa- ma integrale in appendice all’articolo, venne ragone, l’elenco delle opere “indesiderabili” pubblicata al- l’attenzione delle biblioteche nel 1960 comprendeva 6590 allora bruscamente interrotta e alla replica di titoli). Kundera Havel non potè (o non volle) replica- Più sottili furono gli interventi praticati nei testi degli au- tori destinati a essere “rivisti” con la scusa di “anticipa- re, la sua intervista Le primavere e gli autun- re le influenze nocive e le idee sbagliate di alcune ope- ni cecoslovacchi, realizzata nel 2008 da Martin re”. Fra i portatori di idee sbagliate, Shakespeare, Lope de Vidlák e Petr Jančárek, torna su quei temi e of- Vega, Calderon, Molière, Corneille, Goethe, Schiller, Do- stoevskij, Gončarov, Čechov, Whitman, Ibsen, Strindberg, fre, quarant’anni dopo, anche qualche risposta Baudelaire, Flaubert, Verlaine, Apollinaire, Shaw. . . a molti degli interrogativi rimasti aperti. Og- In totale circa diecimila interventi diretti della censura eb- bero luogo in otto anni, tra rappresentazioni teatrali o mu- gi si può, con un pizzico di esagerazione, an- sicali vietate, mostre mai realizzate (fra cui quelle dedica- che affermare che la polemica sul destino ceco te all’arte gotica nella Boemia meridionale e all’arte baroc- ha segnato la fine dell’azione politica pubblica ca a Plzeň), manifestazioni culturali abortite, libri vietati o ritirati dalle biblioteche, testi “attualizzati”. degli intellettuali cecoslovacchi, ponendo così La censura non risparmierà neanche l’istituto della pro- termine a una lunga fase in cui la loro influenza tezione dei monumenti storici, accusato di fare propa- ganda religiosa. Durante questo stesso periodo l’istitu- sulle vicende politiche era stata indubbiamente to si vedrà vietare per 129 volte il restauro di edifici ap- significativa. partenenti all’architettura sacra. Inoltre numerose do- mande di ricerche archeologiche, etnografiche o storiche Con questa polemica si conclude, almeno a verranno rifiutate, e 65 località dichiarate “siti classifica- livello ufficiale, la vivace stagione intellettuale ti” saranno definitivamente distrutte nei primi anni della normalizzazione. della Primavera e inizia la grigia e avvilente fa- se della normalizzazione, analizzata con la con- In questo modo, dopo la graduale margi- sueta brillantezza da Patrik Ouředník nel testo nalizzazione dei principali protagonisti politi- che chiude la seconda parte di questo numero ci della Primavera che ha avuto luogo nel corso monografico di eSamizdat, Cecoslovacchia: le dell’inverno del 1969, anche in campo cultura- condizioni della cultura. La forza e la profon- le venivano liquidati i resti di quella “maledet- dità con cui la normalizzazione verrà portata ta primavera” che, sia pure nell’indifferenza ge- avanti trasformeranno a fondo la scena cultura- nerale, aveva rischiato di modificare la mappa le cecoslovacca, spingendola a livelli di confor- dell’Europa centrale, ben in anticipo sui tempi mismo e subordinazione ideologica superiori realistici della politica internazionale. . . a quelli di qualsiasi altro paese dell’ex blocco orientale (per usare una celebre definizione di Louis Aragon rendendola una sorta di “Biafra www.esamizdat.it
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