Progettare ambienti di apprendimento costruttivisti - Metodologie attive e cooperative learning
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Sondrio 14 aprile 2014 Progettare ambienti di apprendimento costruttivisti. Metodologie attive e cooperative learning Andrea Varani Università Milano-Bicocca
Le Indicazioni Nazionali Le competenze disciplinari e di cittadinanza come obiettivi fondamentali dell’azione educativa Gli ambienti di apprendimento come dimensione metodologio-didattica privilegiata: • valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni • attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità • favorire l’esplorazione e la scoperta • incoraggiare l’apprendimento collaborativo • promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere • realizzare attività didattiche in forma di laboratorio.
L’approccio costruttivista Il costruttivismo (cognitivo, sociale, situazionista) offre una teoria: della conoscenza dell’apprendimento della comunicazione Secondo la quale: • non esiste conoscenza oggettiva, ma ipotesi interpretative viabili • ogni individuo struttura la sua conoscenza a partire dalle proprie esperienze, interpretate mediante i propri schemi mentali • non si possono “trasmettere” conoscenze all’individuo
La conoscenza sociale La conoscenza non è un’immagine riflessa del mondo reale, ma una costruzione prodotta dall’attività cognitiva del soggetto in relazione adattativa con la realtà. Conoscenza come prodotto culturalmente, socialmente, storicamente, contestualmente costruito. Quando un’ipotesi interpretativa risulta funzionale, viene definita viabile
La conoscenza individuale L’individuo, con la sua configurazione cognitiva e sue strutture di conoscenza, elabora una interpretazione soggettiva della realtà, diventando agente epistemico. I significati individuali diventano reciprocamente compatibili all’interno di un graduale processo di accomodamento e adattamento, attraverso procedure di scambio, dialogo e negoziazione sociale. L’attenzione del docente si sposta dalle performances ai processi cognitivi messi in atto nell’apprendimento.
L’apprendimento individuale • prodotto della costruzione attiva del soggetto • ha carattere situato, ancorato nel contesto concreto • si svolge attraverso forme di collaborazione e negoziazione sociale • è centrato sulla “costruzione di significato” individuale, intenzionale e in quanto tale non predeterminabile.
Il ruolo dell’insegnante “L’istruzione non è causa dell’apprendimento, essa crea un contesto in cui l’apprendimento prende posto come fa in altri contesti” Wenger 2002 L’insegnante non determina meccanicamente l’apprendimento. Lui e i materiali che propone diventano risorse all’interno di un processo in cui l’apprendimento avviene in molti modi complessi.
Progettare ambienti di apprendimento
Un ambiente di apprendimento è… Luogo fisico o virtuale: - spazi a disposizione - sistemazione funzionale dell’aula - strumentazioni, sussidi - disposizione delle persone. Luogo mentale: - caratteristiche del compito - azioni richieste - modalità relazionali sollecitate - tipo di valutazione - azione di sostegno del docente (scaffolding) - clima emotivo e cognitivo. Integrare in modo coerente e interagente: - gli elementi fisici - i contenuti - gli obiettivi - le modalità per raggiungerli.
L’ambiente di apprendimento costruttivista Analisi disciplinare Selezione Pluridisciplinarietà discipline Relazioni Compiti ICT Metodologie Laboratori Valutazione … situazioni strumenti significato compagni discente docente Modelli Modelli mentali mentali agenti epistemici
Ambienti caratterizzati da… • Costruzione e non riproduzione di saperi. • Rappresentazioni multiple e complesse della realtà. • Situazioni di apprendimento basate su casi realistici. • Pratiche riflessive e metacognitive. • Apprendimento collaborativo (comunità di apprendimento). • Utilizzo delle ICT. • Molteplicità delle piste percorribili per consentire un processo ricorsivo. • Autodeterminazione del percorso (e degli obiettivi) da parte del discente.
Lo scaffolding Lo scaffolding (impalcatura), inteso come l’insieme delle azioni del docente prima e durante l’attività, deve essere forte e strutturato: norme cooperative precise regole comportamentali modalità d’uso di strumentazioni responsabilizzazione compiti ed attività tempi. Dare spazio allo studente agendo più pesantemente sul contesto
Lo schema didattico costruttivista 1. Partire dalle preconoscenze, da ciò che il soggetto ha già nella mente. 2. Far emergere l’inadeguatezza degli schemi esistenti (conflitto o spiazzamento cognitivo). 3. Tendere a far ristabilire l’equilibrio mediante ipotesi, abbozzi di risposte, tentativi. 4. Far elaborare una nuova struttura interpretativa coerente in grado di fornire risposte agli interrogativi lasciati aperti dalla struttura precedente.
Il ruolo del docente Prima • decide le modalità di lavoro (singolo/coppie/ gruppi, …) e la modalità di costruzione dei gruppi • progetta in modo puntuale ma flessibile l’articolazione dell’attività • prepara i materiali e le indicazioni di lavoro • predispone criteri/griglie di (auto)osservazione e di (auto)valutazione dei lavori e degli apprendimenti
Il ruolo del docente Durante • motiva, crea aspettativa • presenta (... e discute con la classe) L’insegnante ha la • obiettivi • compito regia: • procedure • consegna indicazioni di lavoro scritte • verifica che gli studenti abbiano capito • spiega i criteri di valutazione • osserva il lavoro della classe • monitora l’interazione nei gruppi • supporta e fornisce consulenza senza dare soluzioni
Il ruolo del docente Dopo Raccoglie dati su stimoli processi apprendimenti forniti attivati degli studenti • feedback sui dati raccolti • discussione su lavoro svolto • obiettivi di miglioramento
Fondamenti della didattica costruttivista Comunità di pratiche Analisi Metacognizione disciplinare Riflessività Ambiente di apprendimento scaffolding Tecnologie Metodologie collaborative attive Studente costruttore di senso
Le metodologie attive Andrea Varani
Due modi di apprendere Simbolico-ricostruttivo Percettivo-motorio Ascolta Agisci Leggi Comunica Ripeti Condividi Rifletti Comprendi Memorizza Utilizzare i due processi per ottimizzarne le sinergie
Quanto impariamo attraverso… 10% la lettura 20% l'ascolto 30% l'osservazione 50% l'osservazione e l'ascolto 70% la discussione con altri 80% le esperienze personali 95% la spiegazione agli altri William Glasser
Diversi mediatori didattici ATTIVI ANALOGICI ICONICI SIMBOLICI RAPPRESENTAZIONE REALTA’ Esperienza Giochi di Immagini, Lezione “diretta” simulazione schemi… frontale Processo di “denaturalizzazione” Processo di “mentalizzazione” E. Damiano 2007
Didattica per compiti di realtà Deve prevedere un prodotto visibile e concreto che richieda di risolvere problemi con attività e competenze complesse, all’interno di un progetto pianificato. In questo processo vengono attivate: • capacità di ideazione • di organizzazione • di gestione • di reperimento di informazioni e risorse • di operatività e di valutazione. Es. monitoraggio del clima, analisi delle acque, questionari, giornalini, lucidi per lezioni, libretto di istruzioni, guida a mostre, organizzazione di viaggi …
Il compito di realtà • La complessità di questo strumento formativo è simile a quella del mondo del lavoro. • Permette allo studente di interagire con la realtà e di modificarla Non sempre un compito deve/può essere assunto dopo una preparazione previa. Al contrario, spesso porta ad assumere nuove conoscenze e competenze in corso d’opera, proprio perché permette al soggetto di rilevare la propria iniziale inadeguatezza.
Studio di caso E’ una descrizione dettagliata di una situazione reale e complessa di cui sono fornite tutte le indicazioni fondamentali attraverso articoli, documenti, tabelle, schemi, immagini. Scopo dell’attività: • evidenziare il processo necessario per analizzare sistematicamente una situazione complessa • approfondire la realtà attraverso la costruzione di dossier • apprendere procedure (selezionare, classificare documenti, gerarchizzare informazioni, connettere, confrontare, formalizzare opinioni …) • sono secondarie le specifiche soluzioni adottate nel caso in esame. Le diverse analisi evidenziano come uno stesso problema possa essere affrontato e valutato da più punti di vista
Simulazioni Permette di apprendere attraverso l'esperienza modellizzando una realtà simulata. Si costruisce lo scenario riducendo la complessità della situazione reale ad aspetti, personaggi e regole fondamentali. Per calarsi nella situazione è necessario porsi alcune domande di senso: Che caratteristiche e regole ha questa realtà? Che valori e vincoli ha il mio personaggio? O il fenomeno da analizzare? Come devo agire per ottenere risultati in questo ambiente? Cosa succede se…? Non viene richiesta la “risposta esatta”, ma una strategia coerente. La simulazione gestita dal computer libera la costruzione dei modelli dalla materialità e quindi permette di generalizzarla a ogni campo.
Role play Nel gioco di ruolo viene drammatizzata una situazione realistica. Non è la ripetizione di un copione prestabilito, ma una vera e propria recita a soggetto. I comportamenti adottati devono essere aderenti alle aspettative e alle norme socialmente previste. Permette di sperimentare complessità e multidimensionalità di situazioni reali attraverso punti di vista diversi. Esempi: - interviste impossibili - dispute filosofiche - situazioni socialmente codificate - …
Debriefing Un gioco d’aula o un role play, mettendo in moto dimensioni emozionali e cognitive, può essere un’esperienza particolarmente efficace, tanto da permettere un reale cambiamento di atteggiamento. Per trasformare l’esperienza in apprendimento e favorire il consolidamento delle conoscenze acquisite: è essenziale il debriefing, momento di riflessione, ricostruzione e analisi dell’esperienza svolta (confronto collettivo, esplorazione a posteriori, individuazione dei nodi cruciali o problematici, esplicitazione degli apprendimenti). Il debriefing: - può richiedere un tempo anche maggiore della stessa durata del gioco, - deve essere preparato con la stessa cura dei giochi proposti (per es. un repertorio di domande e uno schema di lavoro).
Didattica per problemi Problema: una serie di fenomeni correlati tra loro che necessitano di una spiegazione. Fasi: 1. individuazione del problema da risolvere 2. formulazione del problema 3. rilevazione dei dati pertinenti 4. articolazione in sotto-problemi 5. formulazione di ipotesi per la soluzione 6. verifica mediante esperimento, confronto, ecc. delle ipotesi schematizzate 7. validazione delle ipotesi: verrà considerata valida come soluzione del problema l'ipotesi che resiste ai tentativi di falsificazione.
Apprendere per ricerca Processo di indagine finalizzato alla descrizione, alla spiegazione e, quindi, alla conoscenza razionale di un aspetto qualunque della realtà o alla risoluzione di un problema. Deve partire da una “situazione enigma” o “domanda stimolo” legata ad una situazione reale o realistica, sufficientemente complessa, ma specifica. Il suo sviluppo deve essere, in misure diverse, guidato e strutturato. Il webquest Consiste in una ricerca guidata di risorse Web con le quali svolgere autonomamente una serie di attività finalizzate a un prodotto. E’ un ambiente di apprendimento di matrice costruttivista: • basato sull'uso estensivo di Internet e di altre risorse off line, • progettato con strategie di lavoro cooperativo e di problem solving.
Strumenti per organizzare le conoscenze La formazione dei concetti sembra avvenire attraverso due fondamentali meccanismi che si strutturano nella prima infanzia a partire dall’esperienza (Nelson, 1997): • script (sequenza cronologica di azioni che caratterizzano un evento); • frame (rappresentazione mentale di oggetti e loro funzioni, caratteristiche, parti e relazioni). La rete mentale di script e frame può essere rappresentata da una mappa concettuale (rappresentazione grafica di una rete di concetti e eventi su un dato argomento)
Discussione o ragionamento collaborativo Consiste nella costruzione di una conoscenza comune e inedita attraverso un percorso di riflessione collettiva, di negoziazione di significati condivisi. L’uso del conflitto, come scambio/confronto tra pari, permette la ristrutturazione degli schemi mentali posseduti e l’integrazione di nuovi punti di vista. Strategie di conduzione: il problema da discutere deve coinvolgere realmente gli studenti e la loro esperienza; devono esserci posizioni discordanti; il problema deve essere aperto, euristico, non prevedere soluzioni predefinite; fondamentale il clima di classe e la conduzione dell’insegnante. La scrittura epistemica è un possibile sviluppo di questa attività.
Brainstorming Al loro nascere, le idee sono fragili e facili a disperdersi, occorre coltivarle senza schiacciarle subito sotto il peso della critica. Le regole fondamentali: • accettare e prendere in considerazione le idee degli altri, è vietato esprimere commenti o critiche • valorizzare le idee insolite e originali, non rifiutarle a priori • utilizzare le idee degli altri per restituirle valorizzate e migliorate. Operativamente: 1. Focalizzazione del problema 2. Produzione del massimo di idee E’ la fase della quantità, dell’apertura e della “divergenza”. E’ bene procedere fino a quando il gruppo da segni di stanchezza e le proposte tendono a rarefarsi ed esaurirsi. 3. Valutazione e selezione delle idee E’ la fase della “convergenza”, dell’analisi critica e della scelta. E’ consigliabile lasciare passare un adeguato intervallo di tempo in modo da consentire agli alunni di “separarsi” dalle proprie per poterle considerare in modo più distaccato e obbiettivo.
Lavoro di gruppo Il cooperartive learning non solo è funzionale a promuovere abilità sociali, ma è un efficace metodo di apprendimento. Attraverso la negoziazione e condivisione di significati: - aumenta le occasioni di zone di sviluppo prossimale - attiva processi di co-costruzione della conoscenza - migliora le prestazioni di tutti i membri del gruppo, anche di diverso livello. I diversi approcci a questa modalità didattica evidenziano gli elementi cui prestare attenzione: • le dimensioni e la costituzione del gruppo • i ruoli interni per una leadership condivisa • le caratteristiche del compito • il setting e i materiali di lavoro • la metariflessione sul processo.
Le tecnologie digitali Strumenti e ambienti inediti e potenti che attivano il pensiero nelle sue molteplici dimensioni (cognitiva, logico-formale, emotiva, affettivo- relazionale, iconico-immaginifica, creativa) attraverso: senso visivo navigabilità interattività simulazione comunicazione collaborazione Potenziali agenti di cambiamento del processo di apprendimento, in grado di influenzare il setting didattico nel suo complesso: - ambiente fisico, - comportamenti e relazioni fra i vari attori, - compiti e attività, - clima relazionale e operativo, - motivazioni e aspettative. Il loro utilizzo può potenziare gli effetti di tutte le metodologie attive analizzate
Modello di interazione centrata sull’insegnamento
Modello di interazione centrata sull’apprendimento
Andrea Varani
Un modo di apprendere Si differenzia dai tradizionali metodi a mediazione individuale (insegnante – alunno). E’ un metodo di insegnamento/apprendimento a mediazione sociale (prodotto dal gruppo)
Numerose ricerche hanno dimostrato … Recupero allievi problematici, poco motivati e con problemi affettivi, motivazionali, sociali e cognitivi. Integrazione allievi “diversi” (emarginati, disabili, di altre etnie …) Valorizzazione allievi dotati (gifted students) Sviluppo competenze sociali, comunicative, empatiche, della partecipazione, della responsabilità Sviluppo competenze del cittadino.
Alcuni riferimenti teorici John Dewey La scuola può essere una comunità in miniatura, una società in embrione. L’apprendimento comprende eventi intellettuali emotivi e sociali. Il costruttivismo sociale La costruzione di nuove conoscenze è il prodotto di negoziazione con altri, non solo di rielaborazione individuale. Le “zone di sviluppo prossimale” di Vigotskij Ogni individuo possiede potenzialità cognitive latenti che solo nell’interazione con altri si possono esprimere (zone di sviluppo prossimale). Le intelligenze multiple di H. Gardner Il gruppo consente di valorizzare forme di intelligenza diverse e di incontrarne altre. In particolare:sviluppa l’intelligenza interpersonale (la capacità di interpretare gli umori, le motivazioni e gli stati mentali degli altri).
Trasformare la classe Da tradizionale A cooperativa CENTRALITA’ DELL’INTERAZIONE Significa mettere l’accento sul GRUPPO come strumento per migliorare l’apprendimento, attraverso il valore aggiunto della collaborazione. Questa capacità non è innata, va appresa
Le social skill • Saper chiedere e dare informazioni • Saper ascoltare comprendere e riassumere • Saper stimolare la discussione aprendo nuove prospettive e soluzioni • Saper incoraggiare e dare aiuto • Saper facilitare la comunicazione • Saper allentare le tensioni • Saper osservare il processo • Saper risolvere problemi interpersonali Per svilupparle: • Usare giochi di ruolo o di simulazione • Processare, praticare specifiche competenze sociali • Osservare • Definire • Rinforzare Formalizzare i comportamenti più efficaci, riconoscendoli e valorizzandoli in itinere.
Modalità di organizzazione del lavoro Strategia parallela o cooperativa Ogni componente del gruppo lavora in autonomia su una parte specifica del prodotto complessivo. E’ funzionale quando il lavoro è frazionabile in parti relativamente indipendenti permettendo di procedere simultaneamente su diverse fasi. Tasso di interazione fra i partecipanti basso. Strategia sequenziale Ogni componente del gruppo, a turno, agisce sul semilavorato apportandovi il proprio contributo. Aumenta il tasso di interazione ma c’è il rischio di provocare sensibili spostamenti dall’idea iniziale pattuita. Strategia di reciprocità o collaborativa I componenti del gruppo lavorano in regime di forte interdipendenza si ognuna delle parti del prodotto complessivo. L’interazione è alta, richiede una costante rinegoziazione collettiva e riaggiustamenti delle impostazioni personali.
Cooperative learning: caratteristiche interdipendenza positiva tra i membri I membri del gruppo fanno affidamento gli uni sugli altri per raggiungere lo scopo. Se qualcuno nel gruppo non fa la propria parte, anche gli altri ne subiscono le conseguenze. Gli studenti si devono sentire responsabili del loro personale apprendimento e dell'apprendimento degli altri membri del gruppo. eterogeneità dei partecipanti (personale, competenze, abilità, risorse) leadership condivisa tra i membri (ruoli diversi) tutti i membri del gruppo assumono e sperimentano, a turno, ruoli diversi per far funzionare il gruppo.
Il setting “lo spazio simbolico dei comportamenti attesi” Una buona organizzazione spaziale: • migliora le prestazioni del gruppo, • agevola le relazioni e il funzionamento del gruppo, • determina la qualità del processo di apprendimento. I membri dovrebbero sedere “faccia a faccia e ginocchio a ginocchio”. I gruppi devono essere abbastanza distanziati in modo da non interferire tra loro e da consentire all’insegnante di raggiungere e monitorare agevolmente tutti i gruppi. Le aree destinate a ciascuna attività devono essere definite e i materiali comuni accessibili. Prevedere schemi di movimento per spostarsi rapidamente tra: gruppo/gruppo - gruppo/materiali - insegnante/gruppi.
Il compito Il compito L’attività del gruppo • Realmente funzionale e non posta • Le consegne non devono come condizione astratta. poter essere eseguite da soli • Finalizzata a raggiungere un obiettivo • L’obiettivo del gruppo deve pratico e a promuovere le abilità essere complesso e ampio, in interpersonali: modo da richiedere molteplici - Realizzazione di un prodotto o di un attività e abilità. servizio, • E’ bene che sia scritto, in - “Comprensione" di un concetto, modo da permettere al gruppo soluzione di un problema o esecuzione di confrontarsi e negoziarlo. di un processo. La struttura del compito tra gruppi può essere: cooperativa indipendente competitiva
Materiali e strumenti Le modalità di assegnazione e di uso dei materiali possono influenzare la collaborazione del gruppo: • a ogni studente i materiali completi • a ogni gruppo solo una copia dei materiali • a ogni membro una parte del materiale (es. brano da leggere) e parte al gruppo (es. elenco di domande cui rispondere) • a ogni membro parte delle informazioni/attrezzature necessarie per svolgere il compito: ogni studente è responsabile della sua parte e deve informarne gli altri
Le dimensioni del gruppo E’ importante iniziare con piccoli esercizi di coppia. La dimensione migliore è quattro In tre si può presentare il rischio di coalizione di una diade nei confronti del membro isolato. In cinque possono esserci rischi di dispersione. Criteri di composizione I gruppi, al loro interno, possono essere: Eterogenei: squilibrio cognitivo, risorse diverse in una logica di complementarietà sinergica, molteplici prospettive e metodi di risoluzione del problema. Omogenei: per abilità specifiche.
Tecniche di costruzione Aggregazione spontanea degli studenti Rischioso, questa modalità porta quasi sempre a gruppi omogenei al loro interno e molto disomogenei fra di loro. Scelta casuale Preferibile, in quanto rappresentativa della diversità presente nell’universo. (Attraverso il gioco: carte, personaggi, stati e capitali…) Procedura randomizzata per livelli Si suddividono gli alunni in raggruppamenti identificati da una certa caratteristica comportamentale o cognitiva. Ogni gruppo verrà formato pescando causalmente dai diversi raggruppamenti. Sociogramma di Moreno Coinvolgendo in questa operazione l’intera classe in modo trasparente, operando su una corresponsabilizzazione di tutti e introducendo un atteggiamento metacognitivo di riflessione sulle dinamiche della classe. Il metodo usato per la costruzione dei gruppi dipende anche dalla durata del lavoro proposto.
La valutazione Deve essere coerente con la metodologia usata, non può essere solo individuale. Attenzione a non svilire le individualità, appiattendo la valutazione solo sull’esito complessivo del gruppo. Prevedere una valutazione: individuale di gruppo sull’acquisizione dei contenuti sui processi messi in atto L’interdipendenza fra il voto personale con quello del gruppo mantiene la coesione e stimola la collaborazione reciproca, senza svilire le differenze individuali. Si può inserire un “bonus” per la capacità di relazionarsi positivamente, che va posta come elemento di discussione costante nel gruppo.
Valorizzare risultati e comportamenti Prestazioni individuali di classe di gruppo premiate e valorizzate di volta in volta, a seconda del compito
Autovalutazione di gruppo (il processo) Punti 3 Punti 2 Punti 1 Punti 0 Ricerca delle Il gruppo ha acquisito Il gruppo ha Il gruppo ha Il gruppo non ha informazioni informazioni acquisito acquisito acquisito alcuna approfondite su tutti i informazioni sui informazioni solo su informazione punti richiesti, punti richiesti, ma in alcuni dei punti utilizzando tutte le modo superficiale richiesti, usando risorse indicate parte delle risorse indicate Organizzazione Il gruppo ha seguito Il gruppo ha Il gruppo ha Il gruppo non ha del lavoro puntualmente le parzialmente seguito parzialmente seguito seguito le procedure procedure indicate, ha le procedure le procedure indicate, ha sciupato organizzato il lavoro indicate, non ha indicate, non ha il tempo a utilizzando tutto il utilizzato tutto il utilizzato bene il disposizione, non ha tempo a disposizione, tempo a tempo a rispettato i termini di ha rispettato i termini disposizione, ma ha disposizione, non ha consegna di consegna rispettato i termini di rispettato i termini di consegna consegna Lavoro di gruppo Il gruppo ha Il gruppo ha lavorato Nel gruppo solo Nel gruppo è sostenutola attivamente, alcuni hanno mancata totalmente partecipazione attiva di dividendosi i compiti lavorato in modo la collaborazione, tutti i componenti, con ma procedendo in attivo, e/o vi sono solo per poco tempo la discussione e la modo autonomo stati conflitti che qualcuno ha lavorato valorizzazione dei nella realizzazione hanno reso difficile al progetto diversi contributi per la del prodotto la realizzazione del realizzazione del lavoro prodotto
Valutazione di gruppo (il prodotto) Punti 3 Punti 2 Punti 1 Punti 0 Aderenza alle Il prodotto risponde Il prodotto risponde Il prodotto solo Il prodotto non finalità e ai alle finalità indicate, alle finalità indicate, parzialmente risponde alle contenuti è ricco di contenuti ha contenuti risponde alle finalità richieste, richiesti informativi, contiene informativi finalità indicate, ha contenuti rielaborazioni sufficientemente infatti contiene informativi scarsi e originali dei materiali sviluppati ricavati informazioni non non sviluppati, e/o utilizzati dai materiali pertinenti e/o contiene suggeriti incomplete informazioni rispetto alle contraddittorie richieste Efficacia e Il prodotto presenta Il prodotto Il prodotto Il prodotto correttezza un’organizzazione presenta un’organiz presenta i presenta i comunicativa dei contenuti zazione dei contenuti senza contenuti in modo ordinata e contenuti con alcune un ordine confuso e con riconoscibile, è incoerenze, è però riconoscibile, con molti errori chiaro e accurato accurato (senza alcuni nell’uso della (senza errori errori nell’uso della errori nell’uso lingua italiana nell’uso della lingua lingua italiana) della lingua italiana) italiana
AUTOVALUTAZIONE scarso 1 sufficiente 2 buono 3 ottimo 4 Autovalutazione cooperazione con i compagni non ho lavorato mai con ho lavorato ho lavorato ho lavorato sempre personale gli altri raramente con gli abbastanza con gli con gli altri altri altri tua disponiblita' alla discussione ES1 ho considerato solo il non ho ho considerato tutti i ho apprezzato punti mio punto di vista considerato solo il punti di vista di vista diversi dal mio punto di vista mio perche' mi ma anche quello permettevano di dei miei amici chiarirmi meglio le idee tua partecipazione attiva alle discussioni ho preferito non dare il ho dato il mio ho dato spesso il mio ho dato sempre il mio parere parere solo a volte parere mio parere tua responsabilita' rispetto al lavoro ho preferito che gli altri ho avuto bisogno ho eseguito il lavoro e ho eseguito sempre il facessero la maggior di essere raramente ho avuto lavoro senza bisogno parte del lavoro sollecitato per bisogno di di sollecitazioni partecipare al sollecitazioni lavoro scelta del materiale non abbiamo selezionato non siamo stati la maggior parte delle abbiamo sicuramente ma solo copiato capaci di valutare i volte siamo stati in scelto i materiali materiali grado di selezionare i migliori selezionati materiali migliori chiarezza e correttezza del testo la nostra mappa e' poco la nostra mappa e' La nostra mappa e' La nostra mappa e' chiaro e poco corretto sufficientemente abbastanza chiaro e sicuramente chiaro e chiara e corretta corretto corretto grafica e impaginazione non abbiamo curato abbiamo curato abbiamo curato abbiamo curato grafica e impaginazione poco grafica e abbastanza grafica e molto grafica e impaginazione impaginazione impaginazione
ES2 Che cosa Cosa avremmo Che cosa avrei Quale obiettivo vorrei Cosa posso fare Che cosa ho abbiamo fatto potuto fare NOME potuto fare conseguire con il per poterlo fatto bene bene come meglio come meglio prossimo lavoro conseguire gruppo gruppo Autovalutazione sull’esposizione di un contenuto Ciascun alunno dopo aver esposto il lavoro svolto, compila la propria riga. La stessa scheda può essere data a tutti gli alunni perché esprimano il proprio parere sulla presentazione fatta dal compagno. Alla fine il docente potrà invitare la classe ad assegnare un voto al compagno, discutendo insieme le motivazioni. NOMI Durante l’esposizione ho fatto bene Durante l’esposizione avrei potuto fare meglio
Scheda per l’autovalutazione del gruppo
esempio di diario di bordo Diario di bordo del Gruppo______________________ Alunni_______________________________________________________________ incontro 1 del____________ Oggi abbiamo imparato: Come abbiamo lavorato insieme: Le nostre difficoltà: Le idee brillanti:
I problemi del gruppo Il gruppo è percepito/vissuto come: - un campo di esperienza intermedia in cui è possibile “sperimentare” le relazioni in modo protetto - ma anche come territorio infìdo in cui ci si muove tra vincoli e possibilità.
Le possibili soluzioni Si possono ridurre i fattori critici progettando attentamente il setting mentale e organizzativo: • modalità di costruzione del gruppo • caratteristiche del compito • attenta organizzazione del percorso • uso dei ruoli per far condividere la leadership • modalità di valutazione • osservazione e comprensione dei processi • tutela del gruppo (valorizzazione risultati, interventi con domande euristiche).
Il focus su: D. W. Johnson • Ruoli nel gruppo R.T. Johnson • Strutture di lavoro S. Kagan • Interazione tra gruppi Jigsaw
D. W. Johnson R.T. Johnson Sequenza graduale di compiti per strutturare un Gestionali gruppo cooperativo tono di voce rumore Funzionali turni spiegare tempi registrare osservare Apprendimento incoraggiare la ricapitolare partecipazione Stimolo verificare la ricordare le istruzioni comprensione criticare fornire i suggerimenti elencare le difficoltà chiedere motivazioni attribuire i compiti aiutare chi è in difficoltà
Funzione dei ruoli Definiscono ciò che gli altri membri del gruppo si aspettano da uno studente e ciò che egli ha il diritto, a sua volta, di aspettarsi dai compagni, che hanno ruoli complementari. Hanno la funzione di: • distribuire la leadership diminuendo le possibilità di conflitto; • esercitare progressivamente all’assunzione di responsabilità. Il buon funzionamento collettivo dipende da come i ruoli assegnati e le relative abilità sociali sono esercitate nel gruppo.
S. Kagan Si basa sull’uso di strutture predefinite per organizzare l’interazione in classe. Ogni struttura può essere riempita di contenuti diversi. Ogni struttura è finalizzata a risultati relativamente prevedibili sul versante curricolare, cognitivo, linguistico e sociale. Struttura + Contenuto = Attività L’insieme di più attività permette di predisporre lezioni cooperative.
L’architettura delle strutture DEFINIZIONE ESEMPIO Elemento insegnante + spiega + classe attore + azione + (ricevente) base di conduzione della classe alunno + pensa struttura insegnante domanda insieme di elementi alunno pensa alunno scrive risposta alunno confronta risposta con compagno attività Numbered heads struttura + contenuto su argomento disciplinare esperienza di apprendimento creata usando una struttura per erogare un contenuto lezione lettura di un testo attività + attività + attività … Numbered heads send a problem serie di attività per raggiungere una serie riflessione collettiva di obiettivi di apprendimento
Esempi di strutture Numbered heads 1. I componenti del gruppo si numerano da 1 a 4. 2. L’insegnante pone una domanda e assegna un tempo per la risposta. 3. Il gruppo elabora la risposta e si assicura che tutti la sappiano esporre. 4. L’insegnante chiama un numero e gli studenti che lo possiedono alzano la mano per rispondere. Per abituare all’esposizione, alla discussione, alla verifica di contenuti, preparare compiti in classe e interrogazioni
Robert Slavin Jigsaw – mosaico a incastri Gruppi eterogenei da 3 a 5 studenti, ad ogni membro viene assegnata una parte del compito sulla quale si può preparare e confrontare nel gruppo parallelo per poi tornare come “esperto” nel gruppo di appartenenza: - specializzazione del compito - sviluppo di abilità - confronto tra pari - responsabilità 1 2 3 1 2 3 1 2 3 4 5 4 5 4 5 1 2 3 1 2 3 1 1 1 4 5 4 5 1 1
Bibliografia • Carletti A. e Varani A. (2005), Didattica costruttivista, Erickson, Trento • Carletti A. e Varani A. (2007), Ambienti di apprendimento e nuove tecnologie, Erickson, Trento • Colombo M. e Varani A. (2008), Costruttivismo e riflessività, Bergamo, Junior • Johnson D., Johnson R. e Holubec E. (1996), Apprendimento cooperativo in classe, Trento, Erickson. • Kagan S. (2000), L’apprendimento cooperativo: l’approccio strutturale, Roma, Edizioni Lavoro. • Lodrini T. (2002), Didattica costruttivista e ipermedia, F. Angeli, Milano • Nigris E. (2007), Esperienza e didattica, Carocci, Roma • Novak J. (2001), L’apprendimento significativo, Erickson, Trento • Varisco B.M. (2002), Costruttivismo socio-culturale, Carocci, Roma In rete • www.costruttivismoedidattica.it • www.aiems.eu/n1_parte2.pdf Varani A. e Carletti A. (2009), Educazione ed incertezza: una sfida necessaria, Riflessioni sistemiche n. 1, 154-162. • http://www.aiems.eu/archivio/files/riflessioni_sistemiche_completo.pdf von Glasersfeld Ernst (2010), Idee costruttiviste, Riflessioni sistemiche n.2, 179-181. • http://www.oppi.it/categoria-biblioteca/sociocostruttivismo/
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