Controcorrente storie di donne che lottano - BABEL COSPE NEWS - SPECIALE - COSPE Onlus
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babel — Periodico di informazione del COSPE — Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze ANNO XVII N° 2 / 2017 BABEL COSPE NEWS - SPECIALE storie di donne che lottano controcorrente
Desiderio sommesso di libertà Quando la poesia busserà di nuovo alle sue finestre non troverà più nessuno ad aprirle. Solo un’ombra si appoggerà ai vetri e racconterà alla notte che l’ha accolta un desiderio sommesso di libertà. Centro Donne HAWCA, Kabul Traduzione di Cristina Contilli LEGENDA GII: Indice di Ineguaglianza di Genere. Misura le disuguaglianze di genere in tre aspetti importanti dello sviluppo umano: la salute riproduttiva, l’empowerment (misurato at- traverso il numero dei seggi parlamentari occupati dalle femmine e della proporzione di femmine adulte e di maschi di età pari o superiore a 25 anni con almeno un livello di istruzione secondaria); lo stato economico. Più elevato il valore GII più disparità tra fem- mine e maschi e più perdita per lo sviluppo umano. Il GII misura la posizione delle donne in 159 Paesi (accanto al valore dell’indice abbiamo messo anche il rank del Paese). CEDAW – Convention on the Elimination of Discrimination against Women (Convenzio- ne sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna) introdotta nel 1979 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed entrata in vigore nel 1981. SHARI’A: è il complesso di norme religiose, giuridiche e sociali direttamente fondate sulla dottrina coranica. Vi convivono regole teologiche, morali, rituali e quelle che noi Tutte le illustrazioni di questo numero speciale sui diritti delle donne sono tratte dal chiameremmo norme di diritto privato, affiancate da norme fiscali, penali, processuali e libro “Cinquanta disegni di donne e molto di più” della fumettista egiziana Doaa El Adl di diritto bellico. Shari’a significa, alla lettera, “la via da seguire”, ma si può anche tradurre che ce le ha gentilmente concesse e di cui parliamo a pagina 35. con “Legge divina”. Le illustrazioni dell’inserto “Femminismi”sono tratte dal vademecum contro la violen- Tutti i dati presenti nelle tabelle dei Paesi hanno come fonte il rapporto 2016 dell’UNDP za sulle donne “EXIT” a cura di D.i.R.e, Camst e COSPE e realizzate da Stefania Spanò, (United Nation Develpment Programme) tranne diversa indicazione. in arte Anarkikka.
Diritti delle donne: dove siamo CONTROCORRENTE: UN NUMERO SPECIALE ITALIA Per COSPE, lavorare sui diritti e l’empowerment delle donne è parte integrante della sua storia, ed è per questo abbiamo deciso di fare un numero speciale della nostra rivista albania Babel. Nelle pagine che seguono abbiamo provato a raccontare e mettere in fila tutte le nostre esperienze in Italia e a livello internazionale. Unendo al racconto diviso per Paesi (di cui illustriamo il contesto dal punto di vista di genere, mettendo in luce gli squilibri ma tunisia AFGHANISTAN anche i passi e i percorsi fatti), un inserto fatto di memorie e riflessioni con contributi di partner storiche e di tanti e tante compagni/e di viaggio. Un numero questo nel suo insieme che racconta le lotte e gli ostacoli che le donne devono affrontare in tutto il mondo e in tanti contesti differenti ma, anche e soprattutto, la loro determinazione. Come vedrete parleremo molto dei centri e delle case delle donne, tutte quelle che abbiamo EGITTO sostenuto e contribuito a realizzare nel Mediterraneo e in tutto il mondo: le case e i centri infatti possono avere percorsi diversi o diversificati e nascere da bisogni pratici e strategici delle donne differenti ma tutte le esperienze condividono il desiderio di una nuova visibilità e azione delle donne contro i tanti patriarcati e le culture sessiste. È il caso del “Centro donne” in Egitto di Cewla, la “Casa Rayhana” nella città di Jendouba in Tunisia, i centri e le case protette di Kabul ed Herat in Afghanistan, i piccoli centri nelle comunità rurali dello Swaziland o ancora prima il Centro delle Donne “Passi Leggeri” in Albania. Laddove non è stato possibile arrivare alla creazione e sostegno di veri e propri centri donne, abbiamo sostenuto percorsi collettivi con gruppi di donne per rivendicare diritto di parola e azione autonoma sui temi più diversi: diritto alla terra, diritto all’acqua, diritto alla salute, diritti formali e sostanziali per una piena cittadinanza, in Angola, Marocco, Niger, Senegal. In Italia invece abbiamo voluto aderire al movimento femminista internazionale “Non Una di Meno” e ad altre iniziative che portano il punto di vista delle donne, come la campagna “Guardiane della Terra”. La strada è in salita e le onde sono alte, ma le donne sono da tempo in cammino e in “navigazione” per la libertà e autonomia di tutti e tutte ovunque nel mondo. Controcorrente. angola Di Debora Angeli , Vice Presidente COSPE e responsabile per la tematica “Equità di genere e democrazia” swaziland 5
INDICE afghanistan pag 8 egitto pag 32 Il Paese Il Paese Questo non è (ancora) un Paese per donne. Qui i faraoni sono sempre saldamente al potere. Testimonianza Testimonianza Mi chiamo Saniya e vi dico che la violenza è di casa. Ordinarie storie di violenza e sottomissione al Cairo. a cura di CISDA a cura di Redazione Storie di donne Storie di donne/Doaa El Adl Afghanistan, la lunga guerra delle donne. La caricatura al potere. Anzi contro. di Cristiana Cella di Pamela Cioni albania pag 12 tunisia pag 36 Il Paese Il Paese In marcia verso la modernità. A passo lento. Le donne protagoniste del lungo iter democratico. Testimonianza Testimonianza A Scutari c’è un centro di leggerezza permanente. I fiori di Jendouba: Rayhana, un centro per assaporare il profumo dei diritti. di Alketa Leskaj di Nacyb Allouchi Storie di donne / Anilda Ibrahimi Storie di donne/Takoua Ben Mohammed Il gioco della storia: la memoria, la fuga e il ritorno Sotto il velo e sulla carta, ci sono sempre io! di Pamela Cioni a cura di Redazione angola pag 16 swaziland pag 40 Il Paese Il Paese Dopo la guerra arrivano le contraddizioni sociali Nell’antico regno africano delle donne tristi. Testimonianza Testimonianza Jam session: quando una marmellata cambia la vita Spice girls: la rivincita sa di peperoncino e pomodoro. di Maria Vittoria Moretti di Lisa Capretti Storie di donne/ Suzana Mendes Storie di donne/ Lomcebo Dlamini La forza delle parole. Arrivano all’ONU i diritti delle donne swazi di Redazione di Emanuela Zuccalà inserto FEmminismi vecchi e nuovi pag 19 artiste per le donne pag 44 COSPE: la nostra storia è (nata) femmina. Le donne combattenti di Daniela Morozzi di Pamela Cioni Le battaglie di Maria Teresa. Luciana Sassatelli, la sua passione alle origini del nostro impegno femminista. Carlotta per le donne afgane Le case delle donne nel Mediterraneo. Ginevra per le donne del mondo Casa Ramìa: storie di donne in circolo. “Fiume, mi ridai la stella?” le campagne pag 46 “Se uccidono una, ci uccidono tutte!” Non una di meno: le pronipoti delle streghe sono qui. I progetti pag 48 6 7
ASIA Gender inequity index Foto di Debora Picchi 0,667 VALUE 154 RANK parità di genere dalla leggi afgane e sono stati fermati solamente dal fatto che gli aiuti internazionali costituiscono metà del Pil. La buona notizia è che la società civile in questo sciagurato quadro sta crescendo, insieme al coraggio di rischia- re, come dimostrato dalle manifestazioni per chiedere giustizia per Farkhunda; ma le condizioni di assenza di sicurezza limi- tano la mobilità e quindi la possibilità di coordinamento e di costruire strategie comuni. COSPE lavora in Afghanistan da ormai molti anni grazie a dei partner di quella società civile affidabili e forti per- afghanistan ché molto radicati: prima di tutto Opawc (Organization for the Promotion of Afghan Women Capabilities) e Hawca (Humanita- rian Assistance for the Women and Children of Afghanistan) assieme ad altri aggiunti nel corso del tempo. La nostra prospet- tiva di intervento è sempre andata fin Matrimonio 0,4% 2,4milioni dagli esordi nella direzione dei diritti delle delle donne di bambine non vanno questo non è (ancora) un paese per donne donne e ci siamo sempre occupati di so- 80% dei matrimoni sono muore durante il parto a scuola (Servizio studi della camera dei stenere Centri donne, case protette a Ka- deputati) forzati bul e a Herat, di sostenere le avvocate e Guerra e fondamentalismo qui rendono impossibile la vita della popolazione femminile le psicologhe che seguono le donne che Afghanistan Independent Human Rights violenza subiscono violenza e che si attivano per Commission (AIHRC) contro LAVoro sé e le altre. Da qualche anno lavoriamo Più di 30 anni di guerra, fondamentali- smo, insicurezza, impunità e mancanza delle donne, i cui diritti vengono nega- ti e calpestati quotidianamente. Oggi, in gran parte in prigione per “crimini mo- rali” che non hanno alcun fondamento con i difensori e le difensore dei diritti umani in 34 province del Paese attraver- 33% delle ragazze si sposa le donne 19% di un sistema legale riconosciuto hanno lasciato in Afghanistan un’eredità di vio- l’entità della discriminazione di genere è pervasiva e il divario di genere è presente giuridico, ma sono il risultato di un’inter- pretazione radicale della Shari’a. so una campagna di advocacy che chiede al governo afgano e alla comunità inter- prima dei 18 anni (UNICEF) 88% delle donne ha subito una delle donne in età lavorativa ha un lavoro (Servizio studi della camera dei lenza contro le donne che è adesso pro- in tutti i settori: salute, istruzione, acces- Un esempio su tutti è il brutale omi- nazionale di rimuovere gli ostacoli princi- forma di violenza fisica, deputati) sessuale, psicologica e/o fondamente radicata nella società afga- so e controllo sulle risorse, opportunità cidio di Farkhunda, linciaggio pubblico pali alla realizzazione dell’uguaglianza di na. E la situazione non sta migliorando. economiche, accesso alla giustizia e rap- compiuto in pieno centro a Kabul e che, genere: accesso all’educazione, migliora- salute matrimonio forzato Il periodo politico e sociale a cui stiamo presentanza politica. La legge del 2009 pur non essendo purtroppo un’eccezio- mento della partecipazione politica con riproduttiva (Global Rights sulla violenza contro le donne) in politica la reintroduzione della quota rosa, per la assistendo oggi in Afghanistan è uno dei peggiori degli ultimi 15 anni. sull’eliminazione della violenza contro le donne non viene applicata. Alcune ne (tutti i giorni, in tutte le famiglie, una donna viene uccisa e una bambina ven- percentuale del 25% dei seggi in Parla- 7,4% 30% I continui attentati nel Paese da un lato statistiche sono scioccanti: i matrimoni duta e stuprata) ha assunto la funzione mento e nei distretti. delle ragazze tra i 15 e i istruzione in più di donne hanno votato alle presidenziali (con infiltrazioni di Daesh per la prima forzati sono l’80% di tutti i matrimoni, (di di un avvertimento al governo e all’opi- 19 anni è rimasto incinta del 2014 rispetto alle volta) e l’aumento di profughi afgani che rischiano la vita per raggiungere l’Eu- Approfondisci le informazioni sul nostro sito www.cospe.org e sostieni e i nostri 88% delle donne è analfabeta elezioni 2009 ropa dall’altro, ci raccontano un Paese “La buona notizia è che la società progetti in Afghanistan. allo sbando, con il potere frastagliato tra fazioni e diviso tra talebani e signori civile, in questo sciagurato quadro, della guerra, con un fragile e inefficiente sistema parlamentare e con un‘econo- sta crescendo insieme al coraggio” contesto legale mia ancora più debole che si alimenta principalmente di droga e fondi stranieri cui circa la metà sotto i 16 anni); l’82% dei nione pubblica: è infatti rappresentativo ¤ Il Codice Civile proibisce il matrimonio con minori di 15 ¤ Secondo le Nazioni Unite le vedove sono particolarmente che arrivano come aiuti internazionali (si casi di violenza fisica, psicologica e ses- del pensiero politico di molte delle fazioni anni in ogni circostanza; mentre sotto la Shari’a non esiste discriminate nei confronti dei diritti di ereditarietà e stimano circa 4500 miliardi di dollari in 16 suale avviene all’interno della famiglia, dei signori della guerra, che si autodefi- un’età minima per il matrimonio spesso sono costrette a sposare un altro uomo nella anni e solo dall’Europa i fondi stanziati nel il 9% nella comunità e l’1,7% è per mano niscono “jihadisti” e con questo esem- ¤ Il Codice Penale del 1976 prevede che l’aborto assistito sia famiglia per mantenere l’eredità e non perdere i propri figli 2016 sono 200 milioni di euro all’anno fino di autorità statali; nella maggior parte plificano il proprio programma politico, un reato, eccetto per salvare la vita della madre ¤ Per quanto riguarda il divorzio, le donne, invece, al 2020 nrd) e si perdono nei rivoli della dei casi di stupro è la donna che viene che non ha altre applicazioni che la Sha- devono affrontare circostanze molto difficili per ottenelo corruzione istituzionale (l’Afghanistan è incolpata; l’analfabetismo tra le donne ri’a, anch’essa sintetizzata come resa in ¤ Il diritto delle donne all’eredità varia a seconda della legge, al 166 posto su 168 Paesi nell’indice di è l’88%, uno dei più alti del mondo; ci schiavitù delle donne. Questi leader sono che sia religiosa, statutaria o consuetudinaria, secondo la ¤ Il 25% dei seggi nei consigli provinciali dovrebbero essere corruzione percepita). In questo conte- sono 25.000 morti materne ogni anno; la i parlamentari che hanno tentato più e quale una moglie in genere non eredita riservati a donne, quota da poco ridotta al 20% sto non migliora neppure la condizione maggior parte dei detenuti sono donne, più volte di cancellare ogni menzione di 8 9
AFGHANISTAN / TESTIMONIANZA STORIE DI donne Mi chiamo saniya e vi dico che la violenza è di casa AFGHANISTAN: LA LUNGA GUERRA DELLE DONNE A cura di Cisda Di Cristiana Cella La guerra delle donne afgane dura da 40 montagna, coinvolgendo la popolazione nelle battaglie di terra, nei villaggi, nelle Foto di Cisda anni. Nel luglio 1980, quando arrivai per rurale nella guerra contro i russi. Mol- loro faccende quotidiane, sono brutaliz- la prima volta in Afghanistan, le monta- ti di loro furono in gran parte uccisi dai zate e uccise nelle loro stesse famiglie, gne erano già popolate di combatten- gruppi fondamentalisti, che li temevano nella società, nell’esercizio del loro la- ti. I feroci governi comunisti degli anni più dell’Armata Rossa, dai russi e dall’e- voro, punite ferocemente dalla Shari’a e precedenti e la recente invasione russa sercito afgano. Chi si è salvato ha conti- dalle barbare leggi dei fondamentalisti, avevano prodotto una dura reazione di nuato a combattere con armi e strategie private della scelta, vendute. Non hanno resistenza. A Kabul, la società civile era diverse e a crescere i propri figli con le ormai più accesso a nessuno dei diritti integra e combattiva e si opponeva con loro idee di libertà e di democrazia. Sono umani fondamentali, non hanno diritto tutte le sue forze all’invasione russa. Le queste le persone che, ancora oggi, si alla vita stessa. donne ne erano parte integrante, occu- battono per la giustizia e la democrazia, Ma quello che mi ha più colpito e com- pavano posti di responsabilità, lavora- per i diritti delle donne, la cui vita è sta- mosso, sempre, negli incontri con le vano, studiavano, non portavano il velo, ta devastata da quasi 30 anni di fonda- donne afgane, al di là della tragedia quo- tranne rare eccezioni, si battevano per le mentalismo islamico al potere. tidiana, è la loro grande forza di reagire loro idee di libertà, di laicità, di democra- Sono tornata in Afghanistan nel 2010, e e trasformare. Quella delle donne che zia e per i loro diritti. Furono proprio le negli anni successivi, con la mia associa- rifiutano di soccombere alla violenza e donne, in quel primo anno di occupazio- zione, il Cisda (Coordinamento Italiano So- cercano di riafferrare la propria vita ne- ne, a essere protagoniste delle manife- stegno Donne Afghane), l’ultima volta nel gata, e quella delle donne che combat- stazioni contro i russi a Kabul. Organiz- marzo di quest’anno. Un Paese sull’orlo tono al loro fianco e per i diritti di tutte, zavano scioperi e disobbedienza civile. del collasso, che fatica a risollevarsi dalle con gravi rischi personali. Sono le donne Giovanissime studentesse dei licei, uni- ferite, perché sempre se ne aggiungono di Rawa, di Hawca, di Opawc, del partito Testimonianza raccolta dalle operatrici di Hawca (Humanitarian Assistance for the Women and Children of Afghanistan) nella “Casa protetta” che gestiscono a Kabul. Saniya versitarie, professioniste e donne di di nuove. Hambastagi o di Saajs. Persone corag- è una delle 20 donne che hanno beneficiato del progetto “Vite Preziose” nato nel 2011 dalla collaborazione tra la ong di donne afgane Hawca, il quotidiano L’Unità e il Cisda tutte le età e classi sociali, scendevano Dove la precarietà della vita è palpabile. giose e tenaci, politiche, combattenti (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) e che prevede il sostegno a distanza di donne e bambine afgane vittime di violenza. in strada per contrastare il primo passo Ma che continua a sperare e a lottare. clandestine, medici, insegnanti, gior- della lunga tragedia che ancora non è fi- Quello che resta oggi di quella società naliste, assistenti sociali, avvocate, che nita. Nell’apparente e blindata normalità civile è costretto a proteggersi e a na- affrontano i loro immensi compiti con la “Mi chiamo Saniya e vengo dalla provin- che funziona? Il primo fiancé che non mi do provvedere al suo mantenimento e a della capitale, a cui i russi tenevano mol- scondersi. Il fondamentalismo ha gover- semplicità di cose di tutti i giorni. Sanno cia di Laghman. Ho 13 anni. Mio padre voleva, adesso mi vuole, tutte le notti, e quello del figlio, rimane per alcuni mesi. to, la resistenza afgana si muoveva clan- nato il Paese dal ’92, con la violenza, la bene che la speranza di vedere un gior- mi ha promessa da tempo e devo fare il mi vuole anche suo padre. Sto zitta se Dopo due anni di grosse difficoltà legali, destinamente, organizzando attentati e corruzione, la sopraffazione, e ha colo- no il loro Paese libero e giusto passa at- mio dovere. Mia madre cerca di conso- no mi picchiano. Lo fanno spesso. Devo finalmente, ottiene un’importante vit- sabotaggi: una rete fatta di intellettuali, nizzato la mente degli uomini renden- traverso un cambiamento drastico della larmi: tuo marito non è brutto, è sano. essere sorda e muta, come il mio sposo. toria: il sospirato divorzio dal marito. Ci studenti dei movimenti di sinistra, parti- do normali i più feroci abusi contro le condizione delle donne. Una rivoluzione Può bastare, dice. L’ho visto, da uno spi- Quattro figli, tre maschi, una femmina racconta così quel momento: ‘Quando le ti islamici moderati, democratici di ogni donne, annientate nella loro dignità. La che le veda protagoniste del riscatto di raglio della porta. No, non è brutto e al- sola, per fortuna. Nessuno è di mio ma- mie avvocate mi hanno annunciato che classe sociale, commercianti nei cui ne- violenza contro di loro cresce ogni anno, un popolo intero. Di queste donne parla il meno non è vecchio come quello di mia rito. Ma sono miei, tutto quello che ho. ero una donna libera, avrei voluto volare gozi si riunivano piccoli gruppi. Le donne ogni mese, ogni giorno, con sistematica libro che ho scritto. La resistenza, ades- sorella. L’aria sa di nuovo, è quasi pri- Un giorno il fiancé e suo padre portano e dimenticare per sempre tutte le mie erano parte della dirigenza, si occupa- regolarità nella sempre più diffusa indif- so, in Afghanistan, è nelle loro mani. Il mavera. Aspetto qui, nella stanza dove a casa altri uomini, sconosciuti. ‘È una sofferenze e la mia stessa vita. In un vano principalmente di fornire informa- ferenza, nella totale impunità. Le donne nostro compito, quello di sostenerla e di sono cresciuta. Gli ospiti sono arrivati, bella notizia,’ dicono. ‘Finalmente servi- attimo non c’era più niente, nemmeno zioni. Molti combattenti andarono in muoiono sotto i bombardamenti Nato, non lasciarle sole. il cibo pronto. Ma la festa non comincia. rai a qualcosa! Vedi? Pagano per te!’, dice i miei figli, nient’altro che quell’enorme ‘Che succede, perché?’. Le voci si alzano, mio suocero, soddisfatto, mettendo in sollievo.’ Purtroppo il divorzio, in Afgha- le porte sbattono. Il mio “fiancé”, come tasca i soldi. C’è un limite che non si deve nistan, non è un diritto accettato. Sa- lo chiamavo con le mie sorelle, non è superare. Basta. Sono di nuovo incinta, niya deve ancora affrontare le continue arrivato. Il futuro suocero ha detto che non so di chi. Prendo i bambini più piccoli minacce del marito e della sua famiglia, orato nel corso di DI STO FFA - Una pub blicazione a cui l’autrice ha lav non mi vuole più. Litiga con mio padre. e scappo via, via dal fiancé che non era per i quali, il suo divorzio è un affronto SOTTO UN CIE LO è una raccolta di La mamma piange. Ma a me non impor- brutto e dagli uomini che mi hanno resa e una vergogna. Ma, nonostante questo, di via ggi , inc ont ri e inte rviste. Quello che viene fuori alcuni anni fat ti , facendoci ta, improvvisamente respiro di nuovo. Il brutta. Ho avuto fortuna, in fondo. Mio è felice. Le avvocate stanno cercando di don ne for ti che ci por tan o dentro la loro vita quotidiana storie e di voci di so e leggero. Racconta, in mio fiancé non mi vuole, e non lo voglio figlio è nato nella casa protetta, nella ottenere la custodia dei figli. Saniya vuo- e, al loro coraggio, tenace, genero par tec ipa re alle loro sfid della prima parte, infatti, nemmeno io. Tutto è sistemato, rimango vita protetta. Non sono più sola. Voglio le che possano studiare e crescere in una rra quo tidi ana del le avvocate. Il filo conduttore particolare , la gue iazione Hawca a casa mia. Ma l’illusione dura poco. Bi- il divorzio da mio marito. E poi? Il sogno: vita senza violenza. In questo momento di un’a vvo cat a che lav ora al Centro donne dell’assoc sogna riparare l’offesa e non si può spre- vivere da sola con i miei bambini, un vive nella casa di alcuni parenti e spera di è il difficile cam min o e ostacoli, per care tutto quel cibo. Il suocero pagherà piccolo lavoro, così la vita avrà davvero averne presto una tutta sua. Vuole lavo- get to CO SPE , Vit e pre zio se) e della sua cliente, tra mill ie e di (sostenuto dal pro ne ins eris con o tante altre, storie di traged di più, ha altri figli. Il fiancé non brutto è quell’odore di nuovo. Saniya trova rifugio rare e Hawca sta cercandole un impiego. sta sto ria se salvare la sua vita. In que l’Afghanistan di oggi, la sostituito dal fratello maggiore. Gli uo- nello shelter di Hawca per molti mesi, Solo se potrà mantenere i figli ne otterrà libe rtà . La sec onda parte del libro racconta riscatti, di dol ore e di tica disastrosa, la mini sono contenti, il matrimonio si fa. dove, grazie all’aiuto di Elisa può curare la custodia. L’autonomia economica sot- abi tan ti, sem pre più fra gile e minacciata, la situazione poli L’onore è salvo e il riso si mangerà. Que- le sue profonde ferite fisiche e mentali. trae armi ai ricatti che le donne subisco- vita dei suoi ri. interviste, documenti e incont Cristiana Cella sto marito di riserva è brutto, strano, si- È lì che nasce il suo ultimo figlio. Poi, il no e l’aiuto di Elisa le permette di non di- guerra in corso, attraverso membro del Cisda. Sotto un cielo di stoffa lenzioso. Sordomuto. Adesso sono pro- sostegno di Elisa le permette di essere pendere dagli altri, salvaguardando così rna list a, scr ittr ice , sceneggiatrice. Dal 2009 è Avvocate a Kabul prietà della sua famiglia. Di tutti. È così accettata a casa del padre dove, poten- la sua nuova vita. A lei pensa ogni giorno. CRISTIANA CE LLA - Gio e 24 ore” e ti um ani tar i nel Pae se, ha collaborato con “L’Unità”, “Il Sol 2017 Si occupa di proget Città del sole Edizioni altre testate on line. 10 11
balcani Foto di Ignacio Maria Coccia @Contrasto Gender inequity index 0,94 VALUE 51 RANK “le nuove associazioni di donne sono ancora fragili” donne (nate per passare da una famiglia ad un’altra), i matrimoni forzati sono ancora una triste realtà, gli abusi sulla salute delle donne sono quotidiani. E gli indici di violenza domestica sono dram- Albania matici. Anche la situazione della società civile è fragile. Nuove organizzazioni di donne sono nate maggiormente libere dai vincoli del passato ma faticano a trovare strade differenti. Il nord del Paese è maggiormente sot- toposto a queste contraddizioni e ad Matrimonio salute LAVoro una povertà e impoverimento diffuso. in marcia verso la modernità. a passo lento riproduttiva È qui che COSPE ha deciso di operare 10% 41% Leggi per la parità e contro la violenza non impediscono che le donne siano maltrattate mettendo insieme un lavoro tra città e campagna e mettendo al centro la que- delle ragazze si sposa prima dei 18 anni (Unicef 2016) 0,03% delle donne delle donne in età lavorativa ha un lavoro stione delle donne come questione diri- muore durante il parto (wikigender.org) mente per uno sviluppo democratico e L’Albania. Uno degli ultimi regimi comu- nisti a cadere. Il regime forse più duro in nessun investimento, quasi una beffa. E la distinzione tra città e campagna/ tà delle varie sponde del Mediterraneo. Non ci sono più le leggi repressive del sostenibile del Paese. COSPE ha sostenuto la nascita di grup- violenza 2,2% in politica termini di violazioni dei diritti umani e montagna è ancora molto forte. vecchio regime ma la condizione delle pi di donne in molte aree rurali e di un contro delle adolescenti tra i 15 e 19 anni chiuso per anni al contatto con il mon- do. Un’economia disastrata e tante at- Il processo migratorio che ha attraver- sato il Paese è stato dirompente. Gli donne e dei loro diritti rimane molto complessa e difficile. A gestire e dete- centro donna nella città di Scutari che come dice il suo nome “Passi leggeri” le donne rimane incinta 20,7% dei seggi in Parlamento lavora per alleggerire la condizione del- tese e speranze lo hanno adesso aperto ad un’altra pagina della sua storia. Oggi uomini partivano e le donne rimaneva- no a gestire una quotidianità difficile. Le nere il potere sono spesso antiche re- gole claniche e nuovi gruppi di potere le donne e vedere rispettati i loro diritti 31% delle donne ha affermato istruzione è assegnato a donne di cittadinanza. rimane un Paese in continua transizio- ne, dominato da criminalità e corruzio- giovani donne, che non volevano sotto- porsi ad una vita già segnata, sono sta- che di fatto escludono le donne, legit- timano la violenza contro di loro e le re- Approfondisci le informazioni sul nostro di aver subito violenza durante una relazione o matrimonio 96% delle donne maggiori ne diffusa e poteri corrotti, dalle belle te spesso vittime di traffico destinate al legano a ruoli subalterni. Vi sono come sito www.cospe.org e sostieni e i nostri (Gender institutions and di 15 anni è alfabetizzato leggi imposte dall’Europa che poco ven- grande mercato della prostituzione in due Stati in uno Stato. Da una parte lo development database 2014) progetti in Albania. (wikigender.org) gono applicate. Il regime comunista considerava le donne e gli uomini uguali di fronte alla “a gestire il potere sono regole legge anche se negava alcuni dirit- ti come il diritto all’aborto, in nome di claniche che escudono le donne contesto legale un nazional socialismo paranoico. La fine del regime ha portato nuovi diritti e legittimano la violenza” ¤ 18 anni è l’età minima legale per sposarsi ¤ Le donne possono divorziare; tuttavia, questo porta loro ¤ Gli uomini dominano la maggioranza delle famiglie e sono tipicamente i proprietari ufficiali della terra domestica, formali, come quello dell’aborto, a rive- spesso gestendo o affittando le terre senza il consenso un’alta stigmatizzazione sociale dere alcune leggi e alla nascita di molte Italia e in Europa. Per molti anni abbia- Stato formale con le sue leggi e dall’al- delle loro mogli organizzazioni di donne, spesso però mo sentito raccontare storie terribili di tra parte quello che accade davvero ¤ Nel patriarcato tradizionale le figlie sono nate per essere date al marito, quindi sono estranee alla famiglia ¤ Solo l’8% delle donne possiede proprietà (legalmente) guidate da chi aveva già un ruolo nel re- ragazze che partivano con il miraggio di nello Stato di fatto. gime precedente. un lavoro e finivano sfruttate sessual- La legge garantisce eguaglianza tra gli ¤ Secondo il Codice civile, donne e uomini hanno gli stessi ¤ Secondo la legge per l’uguaglianza di genere del 2008 Il processo di integrazione europea ha mente e sotto la minaccia costante dei uomini e le donne ad ogni livello ma di diritti di accesso, possesso e gestione delle proprietà terriere il 30% delle posizioni nominate dal governo è riservato obbligato il Paese a rileggersi su un pia- trafficanti albanesi. fatto questo non accade e le norme tra- ¤ Secondo la legge qualsiasi proprietà che una donna alle donne no legislativo e l’Albania ha molte leggi Oggi questo fenomeno non ha più i nu- dizionali sembrano essersi rafforzate possiede prima del matrimonio resta sua anche dopo ¤ Il Codice elettorale afferma che “uno dei primi tre nomi avanzate: da quella sulla violenza dome- meri di un tempo ma molta sofferenza con la caduta del regime: poche donne ¤ I diritti delle donne di possedere e amministrare proprietà dell’elenco multi-nome appartiene a ciascun genere” stica a quella sui diritti riproduttivi. Ma e le molte vite perse sono ancora lì a ri- hanno proprietà soprattutto nelle aree diverse dalla terra sono limitate, in particolare se sposate tutte queste leggi sono inapplicate. Sono cordarci tutto questo. Oggi la droga è la di campagna e montagna, il diritto all’e- lì come un orpello, come un atto dovuto, nuova merce di scambio tra le criminali- redità vale più per gli uomini che per le 12 13
albania/ testimonianza STORIE DI donne: anilda ibrahimi A scutari c’è un centro di “leggerezza permanente” Il gioco della storia: la memoria, la fuga, il ritorno Di Alketa Leskaj* Intervista di Pamela Cioni - pamela.cioni@cospe.org Quando abbiamo creato il “Centro Don- lo. Di fronte a noi è apparsa una donna vinto anche contro la mentalità comune Albanese di nascita, italiana di adozione, Anilda Ibrahimi, 44 anni, 3 figli, è oggi una scrittrice di successo che con la terra madre na” nel 2001, volevamo creare un luo- coperta di sangue con due figli minori e avevamo rotto le barriere con le isti- ha mantenuto un legame profondo e quasi ossessivo diremmo, vista la ricorrenza del luogo in tutti i suoi scritti. Eppure è un go per noi e altre donne e lo abbiamo che tremavano e piangevano insieme, tuzioni. Ma mentre noi stavamo festeg- legame distaccato. Anilda, ad esempio, scrive in italiano fin dal suo esordio, “Rosso come una sposa”, “Ma non per scelta - dice chiamato “Passi Leggeri”: condividendo la mamma li teneva stretti tra le sue giando la nostra piccola grande vittoria, – non me ne sono neppure resa conto. È questa la lingua che abito, che vivo ed è questo l’importante”. tutte la pesantezza della condizione mani e tra le lacrime e il dolore ci ha il figlio di una donna che stavamo se- Abbiamo parlato con la scrittrice all’indomani dell’uscita dell’ultimo libro “Il tuo nome una promessa” (Einaudi). Ancora una delle donne in Albania, noi volevamo chiesto aiuto. guendo, influenzato dal padre violento, volta la storia di una famiglia e di tante generazioni. La Storia che incombe e la Storia del suo Paese d’origine come leit motiv. leggerezza. Non abbiamo preso subi- Mentre i bambini dormivano, la donna la uccideva nel centro della città. I nostri Personaggi che si muovono tra i grandi eventi, come la seconda guerra mondiale con la loro incosciente quotidianità e che la to in considerazione la questione della ha cominciato a raccontare la sua sto- tentativi di salvare la donna da un mari- Storia porta a spasso nel tempo e nello spazio senza che loro se ne rendano conto. Ma la scrittrice sì. E li osserva. violenza contro le donne, contro di noi. ria e non riuscivamo a credere alle sue to violento avevano avuto successo, ma Sapevamo che c’era ma non volevamo parole. Immediatamente abbiamo co- avevamo fallito con il figlio. Per questo partire da lì. Forse per paura, forse per minciato a discutere insieme su cosa si dice: “chi subisce violenza può diven- Quale legame ha mantenuto, a livello Da dove arrivano secondo lei, queste Esiste secondo lei un punto di vista timore di diventare un luogo che allon- potevamo fare in questa situazione. tare violento”. Questa storia non ci ha letterario, con l’Albania? “ossessioni letterarie”? femminile della Storia? tanava. Ci interessava invece diventare Per la prima volta ci siamo confrontate fermato, ci ha rese più forti, più unite, L’Albania finora ha ancora un legame cen- Credo derivino da un vissuto parzial- Certamente, anzi per me è la narrazione un luogo aperto, dove incontrarsi, rea- con le istituzioni locali come la polizia, e abbiamo cominciato a vedere le cose trale nei miei libri e nel mio immaginario, mente personale e a come la mia vita ad essere femminile. Vengo da una cul- lizzare iniziative. Poi il lavoro nei quar- il tribunale etc… Ci siamo rese quindi con una prospettiva diversa. con l’eccezione del secondo libro che è sia cambiata dopo la caduta del muro di tura dove la tradizione orale era affidata tieri più periferici della città ci ha avvici- conto che la violenza non era un feno- Abbiamo iniziato ad invitare le donne ambientato nella Ex Yugoslavia e raccon- Berlino. Non sono certo l’unica ad averla alle donne, alle sole donne. Perché men- nato alla problematica della violenza. Le meno che si verificava solo in famiglia, a discutere per comprendere se questi to di più il Kosovo ma anche lì compare la vissuta, ma forse io sono stata più sensi- tre gli uomini erano in guerra o a lavo- donne ce la raccontavano: casi fossero sporadici o fos- tradizione e l’identità albanese. La defini- bile a questo evento ed è per me centrale rare nei campi, le donne rimanevano a era difficile intervenire oltre sero un fenomeno frequente rei un archivio di produzione a cui attinge- riflettere su questo. Sono come rimasta casa con la prole e passavano il tempo all’ascolto. “a passi leggeri contro della nostra società. È stato re, ma non statico. Immaginiamolo come intrappolata dalla Storia: avevo 17 anni quando è successo e all’epoca volevo fare tramandando storie. E sono le storie che ci permettono di sopravvivere come cul- Le coinvolgevamo in altre doloroso constatarlo, ma la un archivio che si sposta con me e con me attività, rispondevamo ad la pesantezza della nostra violenza domestica era un fe- si contamina di incontri, lingue, storie. Lettere all’Università e insegnare. Dopo, tura. Nei miei libri io racconto sempre le altri bisogni ugualmente nomeno diffuso ed esisteva in tutto è cambiato e io adesso sono in Ita- donne e sono sempre le donne che rac- importanti per loro: i figli, condizione” diverse dimensioni in molte Quali sono gli altri temi centrali lia a fare la scrittrice. La mia vita ha pre- contano. Gli uomini, sebbene abbiano un i servizi, la salute, e ave- famiglie; ma la cosa più allar- e ricorrenti della sua produzione? so un corso che non avrebbe preso. E su loro ruolo, spesso anche positivo, sono re un reddito. Gli stessi nostri bisogni. ma anche fuori ad essa, perché le don- mante era la legittimità che le stesse Insieme all’ Albania, il tema dell’identità questo mi interrogo spesso. E credo che solo delle comparse. Il nostro gruppo si allargava e altri se ne vittime di violenza venivano vitti- donne le davano, soprattutto nelle zone è centrale. E poi ricorrenti sono il tema continuerò a farlo, anche se avevo giura- ne creavano nei quartieri. Ma un gior- mizzate anche da quelle istituzioni che rurali. Con il passare del tempo le don- del viaggio, quello dei legami di sangue to di scrivere un libro più leggero. Non ce Perché ha deciso di scrivere i suoi libri no mentre stavamo lavorando, la porta avevano l’obbligo giuridico di aiutarle. ne hanno cominciato a fidarsi di noi e il e il rapporto tra madri e figli. Poi ci sono la faccio e ricasco nelle mie ossessioni. in italiano? dell’ufficio ha cominciato a scuotersi Quando abbiamo ottenuto il primo or- numero dei casi aumentava di giorno in il tema della fuga e del ritorno: i miei Qualcuno ha detto: “scriverai sempre lo In realtà non ho deciso, è che non ho con forza. Abbiamo sentito una voce dine di protezione contro la violenza giorno. Non avevamo fondi - e continu- personaggi sono in costante movimento stesso libro” e mi ci riconosco molto. un’altra lingua. Non posso scrivere in al- che chiedeva aiuto. Abbiamo lasciato domestica in tutto il distretto di Shko- iamo a non averne - ma dovevamo fare tra questi due estremi. Ma la mia vera tro modo perchè sono venuta via dall’Al- tutto sul tavolo e siamo corse al cancel- der, eravamo contente perché avevamo qualcosa. ossessione è il gioco della Storia, cioè Come costruisce i suoi libri? bania nel ‘94 e ho una quotidianità fatta Crediamo di esser riuscite a fare qual- come la storia influenzi, senza che noi ce Definirei i miei romanzi come un tappeto. di italiano, la lingua evolve e cresce con cosa in questi anni: prima di tutto ab- ne rendiamo conto, il corso della nostra All’inizio vedi solo tanti colori come quelli te. Non è un fatto di sapere o no una biamo convinto le donne a parlare e de- vita, il nostro destino. E io racconto la dei fili. Poi pian piano i fili si riannodano, lingua: l’albanese l’ho studiato a scuola nunciare, perché la violenza non deve quotidianità, la vita di ogni giorno men- le storie che all’inizio sembrano fuori dal e l’ho parlato fino a 20 anni ma se non rimanere tra le mura di casa. Così è tre la Storia, che non abbiamo scelto, ri- tempo e dal mondo pian piano si ricom- lo usi più non può essere la tua lingua nato il servizio anti-violenza del “Centro mane di sottofondo a muovere i grandi pongono e solo alla fine vedi l’intero dise- letteraria. Io vivo in italiano e scrivo in Donna”, anche grazie al sostegno della ingranaggi. gno. Scrivere è come una lenta tessitura. italiano, è semplice. “Casa della Donna” di Pisa, che continua ancora oggi, in modo volontario. In questi anni, non abbiamo lavora- to solo con le donne, ma anche con le cce, dietro il istituzioni, combattendo contro le loro PRO ME SS A - Una fot o con due bambine dalle lunghe tre IL TUO NOME É UNA l’ha divisa da sua sorella barriere e mettendole di fronte alla re- ta a Ab iga il della sua famiglia. La Storia sponsabilità che hanno. mare. È que llo che res a dalla Germania nazista l’ha acc olta gen erosamente quand’era in fug Abbiamo alzato spesso la voce e insie- Esther, e l’Alb ani a che a. Fugge da un me ad altre organizzazioni della società prig ione . Mez zo sec olo dopo, a Tirana arriva Rebecc è diventata poi la sua do la storia civile albanese abbiamo influito sul mi- for se vuo le rico mp orr e il suo album di famiglia ricostruen matrimonio in crisi, ma glioramento del quadro giuridico, sul ha mai davvero raccontato. miglioramento dei servizi e, almeno, che sua madre Esther non le Nel 1994 sulla diminuzione del fenomeno della a a Va lona nel 197 2, ha studiato letteratura a Tirana. violenza, che purtroppo è ancora tanta. AN ILD A IBR AH IMI - Nat 1997, in Italia. Il suo primo sfe ren dos i prima in Svizzera e poi, dal E nonostante la fatica noi siamo ancora ha lascia to l’Alb ani a, tra scritto “L’amore e gli una spo sa” è usc ito nel 2008, nel 2009 ha poi Anilda Ibrahimi qui, ostinate e determinate. romanzo “Ro sso com e 12 ha pubblicato 11 pre mio Par alu p del la Fondazione Nuto Revelli). Nel 20 stracci del tempo” (20 ti pubblicati IL tuo nome è una promessa * Centro Donna “Passi Leggeri” 20 17 , “Il tuo nom e è una promessa”. I suoi romanzi, tut Einaudi | 2017 “Non c’è dolcezza” e, nel Paesi. 14 da Einaudi, sono tradotti in sei 15
Africa Gender inequity index NP VALUE NP RANK degli insegnanti, l’alfabetizzazione delle donne, la loro partecipazione nella vita pubblica e politica la sensibilizzazione sui diritti delle donne e dei bambini all’inter- no dei villaggi, nelle scuole e nelle univer- sità e attraverso programmi settimanali sulla radio locale. È degli ultimi anni però un intervento legato in particolare alla partecipazione diretta delle donne per far emergere i diritti che vengono disattesi, dall’accesso ai servizi alla proprietà ter- riera. La violazione dei diritti di base è un particolare genere di violenza che se ne porta dietro molti altri, perché genera e perpetua meccanismi di dipendenza del- angola le donne e dei loro figli con le famiglie di appartenenza o di quelle dei mariti, all’in- terno delle quali rappresentano forza la- voro senza alcun diritto. Eppure le donne, come leggiamo dalle cronache nazionali, sono sempre state in prima linea a partire dal giorno dell’indipendenza. Nonostante tutto: indici di violenza altissimi e scarsa dopo la guerra arrivano le contraddizioni sociali incisività delle donne al potere: “L’Ango- la – ha dichiarato Suzana Sousa giovane scrittrice e artista indipendente in un’in- Forte la inequità nella distribuzione di ricchezza tra campagna e città, tra uomini e donne tervista durante l’Expo di Milano - è una società fortemente paternalista, dove non vi è pluralismo politico. Si tratta di Matrimonio salute LAVoro “Al mio arrivo ho trovato una terra pro- diseguaglianze e le discriminazioni nei mente paradossale perché in Angola le una società dominata dal silenzio e dalla riproduttiva strata dalla guerra. I tetti delle case erano ancora ricoperti di filo spinato e non si po- confronti delle donne: vittime di violenze domestiche, ignare dei propri diritti, poco donne rappresentano il 50% della popo- lazione e qui, come in quasi tutta l’Africa, paura, e la posizione sociale delle donne è una questione politica che condiziona 36% 60% teva girare in auto se non con i finestrini chiusi. (…) Ora stiamo lavorando a riorga- alfabetizzate e vittime di quello che de- finiamo “land grabbing sociale e cultura- rappresentano il motore dell’economia familiare contadina: sono loro a manda- profondamente la struttura familiare”. Eppure le donne al potere non mancano: delle ragazze tra i 15 e 19 anni è sposato 0,5% delle donne delle donne in età lavorativa ha un lavoro nizzare l’attività agricola” questo raccon- le”: quello legato all’eredità della terra. Il re avanti le coltivazioni, a occuparsi della l’Angola è infatti tra i dieci Paesi africa- muore durante il parto (wikigender.org) tava la nostra cooperante Angela Bardelli Codice Civile angolano garantisce, sulla preparazione del cibo e dell’educazione, ni con più donne ai posti di comando violenza nel 2007 quando cominciò a lavorare per COSPE nella provincia di Namibe con un carta, gli stessi diritti sulle proprietà ai coniugi e ai/alle figli/e, anche alimentare, dei figli e di conse- e di vertice e dove il 36,7 % dei posti in Parlamento è occupato dalle donne, ma, contro 16% delle adolescenti in politica programma agricolo e di riforestazione in pratica, però, le figlie evidentemente, non contano. Chi conta le donne tra i 15 e 19 anni che sta ancora andando avanti in quella non possono ereditare “le donne sono sempre invece è la figlia del presidente Isabel Dos rimane incinta 36% zona. Dopo dieci anni le cose sono cam- biate, ma l’Angola è un Paese che sconta la terra o ne erediteran- no una somma inferiore state in prima linea dal Santos, tra le prime otto donne più ric- che del mondo e controversa icona fem- 78% delle donne ha subito istruzione dei seggi in Parlamento è assegnato a donne ancora, e sconterà a lungo, un passato di rispetto ai figli. Le figlie minista nazionale. Ma questa è un’altra una qualche forma giorno dell’indipendenza” conflitti (la guerra civile è durata quasi 30 anni: 1975-2002 ndr) che ha lasciato di- che non ricevono la ter- ra attraverso l’eredità, storia. di violenza dopo l’età di 15 anni 72% delle donne in età adulta soccupazione, povertà e mine sparse sul o le mogli che non la Approfondisci le informazioni sul nostro è analfabeta suo vasto territorio. Pur essendo un Pa- ricevono alla morte del marito, hanno il guenza della loro salute e sono loro ad sito www.cospe.org e sostieni e i nostri ese molto ricco, soprattutto di petrolio e diritto di contestare la decisione, ma que- essere ancora le custodi dei saperi tradi- progetti in Angola. diamanti, gran parte della popolazione, sto risulta difficile per vari fattori: molte zionali e a trasmetterli. circa il 60%, vive ancora sotto la soglia di donne non sono consapevoli dei loro Per questo, dopo aver lavorato prima per povertà, l’aspettativa di vita è di 42 anni, diritti a proposito delle proprietà fami- il reinserimento lavorativo dei rifugiati la mortalità infantile del 15% e l’indice di liari, non conoscono il sistema giuridico angolani rientrati dopo il primo trattato di contesto legale sviluppo umano lo lascia al 148esimo po- e quindi non hanno nessuna nozione su pace (1992), poi con i contadini delle zone ¤ Le disposizioni di successione del Codice Civile dell’Angola ¤ L’età legale del matrimonio a 16 anni per entrambi i sessi, sto. Le contraddizioni esplodono se con- come poter procedere per effettuare una rurali per garantire la sovranità alimenta- conferiscono proprietà ai coniugi e ai/alle figli/e allo stesso tuttavia la legge consente alle ragazze di sposarsi ad una frontiamo poi la situazione della capitale, richiesta, spesso non hanno le risorse fi- re e favorire attività agricole alternative modo. In pratica, però, le figlie non possono ereditare la età minore in circostanze particolari Luanda, la città più cara del mondo, e le nanziarie per fare ricorso e, infine, risul- alla deforestazione, abbiamo iniziato a la- terra o ne erediteranno una somma inferiore rispetto ai figli zone rurali dove le persone vivono ancora ta decisamente improbabile ottenere un vorare molto presto anche con le persone ¤ L’aborto è illegale, eccetto per salvare la vita della donna con meno di 2 dollari al giorno. Allonta- esito positivo in conseguenza al ricorso più vulnerabili nelle comunità rurali (don- incinta, anche nei casi di stupro o di incesto nandosi dalla città aumentano anche le presentato. Questa situazione è doppia- ne e bambini), attraverso la formazione 16 17
ANGOLA/ TESTIMONIANZA Jam session: quando una marmellata cambia la vita Di Maria Vittoria Moretti* All’interno delle comunità rurali angola- l’acqua scarseggia e il lavoro nei campi è marmellata vengono venduti ai mercati ne, la donna svolge il ruolo di genitrice e poco, viene battuto a mano il mais sgra- locali ed una delle donne ha anche spe- di lavoratrice, senza però prendere parte nellato ed essiccato, fino a renderlo fine rimentato la vendita a cucchiaio, accom- attivamente alla vita decisionale della come una farina di grano. Con questa pagnata da un’altra che vende pane. Le comunità. Quando il soba (capo villaggio) farina si ottiene il funji la base di qual- confetture hanno riscosso un buon suc- annuncia una riunione, tutti i membri siasi pasto angolano, sostanzioso ed cesso ed ogni bambino, ragazzo e adul- della comunità si riuniscono in cerchio economico. Oltre alla vendita della farina to della comunità, seguendo il profumo sotto il tetto di paglia del dgango, luogo le donne producono una bevanda ener- della frutta dolce, non perde occasione adibito al consiglio degli anziani e alle getica a base di radici locali che vendono di passare a prenderne una cucchiaiata riunioni pubbliche. Anche le donne pren- in bottiglie di plastica lungo la strada ad quando le signore sono in fase di prepa- dono parte alle riunioni, raggruppandosi un prezzo molto basso. Questi piccoli razione. Grazie alle confetture di frutta le sullo sfondo della scena, spesso rima- introiti dovrebbero aiutare le famiglie donne riescono a mettere da parte una Femminismi vecchi e nuovi nendo al di fuori del dgango nonostan- ad acquistare medicine per i figli e altri buona somma per coprire alcune delle te il pesante sole. Non prendono mai la generi alimentari come olio di palma, sa- necessità più impellenti. Da poco inol- parola se non direttamente interpellate; pone e pesce secco. Nonostante il duro tre le donne hanno stipulato un accordo tutt’altro paio di maniche durante gli lavoro che la donna svolge, alla fine il con un panificio della vicina città di Waku incontri tra sole donne. La donna an- reddito generato rimane misero e spes- Kungo, per vendere i barattoli di con- golana appartenente ad una comunità so insufficiente ai suoi stessi fabbisogni fetture, presentati con un’etichetta che rurale partorisce numerosi figli, dai sei ai e a quelli dei suoi figli. Camminando per riporta il nome della loro associazione. La storia di COSPE corre parallela alla storia del femminismo quattordici, nella speranza che qualcuno i sentieri delle comunità si incontrano Inoltre hanno già iniziato a ripiantare al- di questi sia abbastanza forte per com- molti alberi di mango, guaiaba, papaya, beri di Lohengo ed altre piante da frutto italiano e dei femminismi internazionali. Attraverso ricordi di battere la lotta per la vita. Nonostante Lohengo (una specie da frutto autoctona che, oltre a produrre frutta, rappresen- il pancione, un figlio piccolo legato sul- della foresta della regione di Miombo), tano una risorsa naturale ed ambientale donne che tanto hanno dato alla nostra associazione come la schiena ed un altro al seno, la donna oltre a piante di maracuja e ananas. Da indispensabile e preziosa per l’ecosiste- continua a svolgere i suoi compiti gior- qui è nata l’idea di trasformare la frutta ma del Miombo, messo a rischio dall’alto Luciana Sassatelli e Maria Teresa Battaglino e i racconti di nalieri. Inizia preparando il matabixo (la in confettura con le donne delle due co- tasso di deforestazione. Qualche volta, colazione) per la famiglia, quinidi si carica munità, situate nella provincia del Cuan- l’emancipazione delle donne può anche esperienze attuali, questo inserto prova a raccontare una in testa una zappa e una pala e si avvia con i figli piccoli verso la lavra (il campo za Sul e inserite nel progetto “Pipdfea” (progetto per la protezione delle foreste passare da una semplice marmellata! storia tutta al femminile. coltivato). Nella stagione secca, quando costiere angolane). Oggi i barattoli di *stagista COSPE 18 19
FEMMINISMI Le battaglie di Maria Teresa Di Debora Angeli - amica e collaboratrice di Maria Teresa Ci piace in questa rivista ricordare oltre a Luciana Sassatelli an- che Maria Teresa Battaglino, socia e collaboratrice di COSPE per molti anni fino alla sua morte improvvisa nel 2011. Maria Teresa aveva incrociato Luciana Sassatelli nei primi anni 90 quando si era trasferita in Toscana da Torino ed erano di- ventate amiche condividendo una filosofia e pratica femminista COSPE: la nostra storia è (nata) femmina e da questa amicizia e collaborazione sono nati tanti percorsi e progettazioni sui diritti delle donne che hanno segnato la sto- ria della nostra organizzazione. Maria Teresa amava gli sguardi che rovesciano i punti di vista, che ti costringono a metterti in — Da sempre i diritti delle donne sono il lungo filo che tiene insieme tutto discussione, a ripensarti e ripensarci. E gli sguardi che proven- dei tanti patriarcati e delle tante e sempre più complesse asim- gono dal sud del mondo lei li assumeva tutti: crudi, arrabbiati, metrie anche tra donne. Dove è finita la nostra emancipazione Di Debora Angeli - debora.angeli@cospe.org taglienti, non importava. Maria Teresa era una femminista che occidentale? Forse nelle mani delle tante colf, badanti, babysit- aveva come pratica politica l’assumere a tutti i costi il punto di ter straniere, migranti appunto? Se lo domandava Maria Teresa Riassumere la storia di un’attività o di un’organizzazione, è un glia per vedersi riconosciute delle terre dove poter costruire delle vista delle donne più invisibili, più vulnerabili, con meno diritti e nel porsi la domanda praticava e agiva quella contraddizione. po’ come comporre un mosaico i cui pezzi sono fatti anche di “Case delle donne”. Cambiano i contenuti, le modalità di ge- senza però mai cadere nella trappola dell’assistenzialismo o del Fu lei a portare avanti per COSPE quel grande lavoro sul territorio storie di vita, parti di biografie, immagini e ricordi che da lontano stione ma rimane lo stesso grande bisogno: entrare nello spazio razzismo quello più subdolo. Ogni donna è portatrice di saperi, toscano e emiliano romagnolo per promuovere un associazio- ritornano. Per COSPE, lavorare sui diritti e l’empowerment delle pubblico e assumere visibilità, incidere sulle politiche pubbliche, visioni, pratiche. nismo di donne migranti e native che mettesse insieme diritti, donne è stato possibile grazie alla sua permeabilità e capacità incontrarsi con altre per modificare la propria condizione e quella Assumere quel punto di vista in un’ottica di empowerment si- reddito, rete sociale mostrando che il nord e sud del mondo di ospitare nel tempo donne collegate ai movimenti femministi di altre. Ma i confini del mondo si perdono nei volti e corpi di gnificava per lei rimettere al centro della discussione le asim- sono intrecciati in una relazione complessa e tortuosa e tutti ne con il desiderio di guardare altri contesti per allargare visioni e tante donne che dai tanti sud del mondo sono migrate anche metrie tra donne e uomini e tra donne e donne. Lavorare con le facciamo parte, individualmente e collettivamente. pratiche. È stato un lungo e non ancora terminato lavoro inter- verso il nostro Paese. Lavorano nelle nostre case, si prendono cura donne migranti piuttosto che con le donne albanesi in Albania o In un intervento sulla nascita dei primi centri interculturali delle no che ha assunto e continua ad assumere l’analisi femminista dei nostri figli, dei nostri anziani. Oppure fanno lavori dimenti- algerine in Algeria era come toccare il nodo vivo dell’ingiustizia donne di cui fu protagonista a Torino disse: “Volevamo un centro dell’ineguaglianza tra nord e sud del mondo e tra uomini e donne cati, non più desiderati. Spesso senza diritti e sfruttate. Quando interculturale che fosse gestito dalle donne straniere e gesti- come collegate e interdipendenti e nel fare questo non considera COSPE cominciò, quasi pioniere quel lavoro di mediazione inter- to dal lavoro e dalle competenze delle donne straniere, perché il femminismo occidentale come unica possibilità e modalità di culturale negli anni ’80, non si pose subito il problema che nelle l’immigrazione odierna - frutto di alcuni processi economici e risposta ai tanti patriarcati. Non esiste quindi un solo femmini- migrazioni ci sono uomini e donne, percorsi e vissuti differenti, della cosiddetta globalizzazione - è un’immigrazione fatta di smo, esistono tanti femminismi e soprattutto esistono le donne migrazioni anche di patriarcati e nuove asimmetrie. donne con alto livello di scolarità, con delle grosse competenze con i loro desideri, visioni, pratiche differenti che possono conta- Fu di nuovo il movimento delle donne, soprattutto alcune sue che, qui, sono ricondotte tutte agli unici livelli della collabora- minare e contaminarsi per co-costruire società più eque e rispet- espressioni più innovative e dirompenti in Italia a far emergere trice domestica o della lavoratrice sessuale”. tose delle differenze. Parte dunque da qui, da questo assunto, la contraddizione delle migrazioni al femminile e come queste quel lungo lavoro di COSPE a favore delle organizzazioni di donne impattavano anche sui movimenti delle donne e sulle politiche in tanti luoghi del mondo. La presidente e co-fondatrice di COSPE, pubbliche di welfare in Italia. La creazione del primo centro in- “Ogni donna è portatrice Luciana Sassatelli, si impegnò per anni in questa battaglia. Forse terculturale delle donne a Torino, “l’Alma Mater”, affascinò COSPE la sua battaglia più lunga e difficile fu dedicata alla sponda sud e si crearono i primi collegamenti che portarono poi ad un lavoro di saperi, visioni, pratiche” del Mediterraneo, spazio geografico contenitore di tante contrad- importante per il COSPE in Italia, in Toscana e Emilia Romagna in dizioni e conflitti di cui anche noi siamo parte integrante. particolare. Fu in particolare Maria Teresa Battaglino, storica fem- È nel Mediterraneo che si sono giocate e si giocano molte partite minista di Torino da poco stabilitasi a Siena, a promuovere con Economia della vita, diritti e qualità della vita, intraprendere difficili e come sempre la questione dei diritti delle donne di- COSPE un associazionismo di donne migranti che mettesse insie- sociale ed economico che scardina poteri e assetti, spazio pub- venta questione dimenticata o strumentale a seconda dei diversi me diritti, intraprendere economico, rete sociale mostrando che il blico di azione di sviluppo locale. Tutte questioni intrecciate che interessi. Ed è proprio in tanti Paesi del Mediterraneo che COSPE nord e sud del mondo sono intrecciati in una relazione complessa per molti anni Maria Teresa ha cercato di fare stare insieme con- ha sostenuto il processo di creazione di “Case delle donne” in- e tortuosa al di là di confini geografici oggi sempre più labili. taminando molte progettazioni di COSPE. tese come spazio pubblico di donne per una democratizzazione Alcune di queste realtà associative interculturali delle donne Ha lavorato per noi in Italia, Albania, Algeria, fino all’ultimo sostanziale della società, dove rifugiarsi e insieme ripartire per sono vive ancora oggi (Afghanistan, Algeria, Albania, Senegal, contributo in Senegal. Ha scritto molto Maria Teresa e oggi tutta azioni di trasformazione sociale, culturale, economica in un’ottica Swaziland, Tunisia) e sono cresciute, altre si sono perse, altre la sua documentazione, comprendendo anche la documenta- di genere. Algeri, Cairo, Gaza, Jendouba, Scutari. sono nate nei territori dove lavoriamo. Lavorare a fianco delle zione prodotta per COSPE, è stata ordinata, sistematizzata e con- Ma il bisogno di spazi pubblici è riconosciuto come bisogno stra- donne, delle loro organizzazioni, contro i fondamentalismi, con- segnata, per volere della sua famiglia, all’Archivio delle Donne tegico delle donne al di là dei confini geografici: in Swaziland tro i liberismi, contro un’idea oscura di società è diventato per del Piemonte (www.archiviodonnepiemonte.it). gruppi di donne in aree rurali hanno portato avanti una batta- COSPE un impegno stabile. 20 21
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