PRIMAVERA DEI TEATRI nuovi linguaggi della scena contemporanea

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PRIMAVERA DEI TEATRI nuovi linguaggi della scena contemporanea
PRIMAVERA DEI TEATRI
                        nuovi linguaggi della scena contemporanea

                                      XXI EDIZIONE

                                     08 > 14 OTT 2020
                                      CASTROVILLARI

                                        Gent.mi

                           Siamo lieti di invitarla
Giovedì 8 ottobre alle ore 18.30 al Castello Aragonese di Castrovillari (CS)
                    RASSEGNA           STAMPA 2020
                      Per l’inaugurazione dell’installazione

                                  carta stampata
Alla luce dei fatti. Fatti di luce. Opera di teatro / architettura in cinque atti
                     simultanei di Gianfranco Cauteruccio

  Evento che aprirà ufficialmente la XXI edizione di Primavera dei Teatri.

                                  QUI IL PROGRAMMA

                                                                                                Un progetto di

            REPUBBLICA ITALIANA         REGIONE CALABRIA              COMUNE DI CASTROVILLARI
                                         Dipartimento Turismo,
                                        Spettacolo e Beni Culturali

                                          PROGETTO PRESENTATO A
                                         VALERE SUL PAC 2007/2013
                                          NUOVA OPERAZIONE NR. 7
PRIMAVERA DEI TEATRI nuovi linguaggi della scena contemporanea
• La Lettura del Corriere della Sera
   «È sempre più difficile riuscire a
   comunicare» di Magda Poli – Pro-
   sa, pag. 49 – 4 ottobre 2020
PRIMAVERA DEI TEATRI nuovi linguaggi della scena contemporanea
• Il Fatto Quotidiano
  «Torna “Primavera dei Teatri”. A
  ottobre ‘Ripartiamo tutti insieme
  dal coraggio”» di Matteo Petri, p.
  21 – 26 settembre 2020
• La Repubblica – Napoli
                                                «Napoli brilla al festival di Castro-
                                                villari» di Giulio Baffi – Spettacoli
                                                p.19 – 11 ottobre 2020

Napoli brilla al festival di Castrovillari
Fabio Pisano riscrive l’Alcesti di Euripide con tre
attori e Marcello Cotugno fa “Peggy Pickit”

Di Giulio Baffi

“Primavera dei teatri” insegue il tempo e sfugge alle forche caudi-ne del lockdown
imposto dal coronavirus; coraggiosi ed infaticabili Saverio La Ruina, Dario De
Luca e Settimio Pisano che per “Scena Verticale” da più di vent’anni guidano a Ca-
strovillari il primo, in ordine di tempo, tra i festival nazionali, ambito appuntamento
di linguaggi del teatro contemporaneo, lo hanno spostato nei giorni di fine estate.
Alberi che assumono i colori dell’autunno tutt’intorno a Castrovillari, e almeno un
paio di spettacoli, anteprime e prime nazionali, ogni giorno, ospitando compagnie
che indagano e mettono in scena il meglio, o almeno quanto di più interessante,
stimolante, nuovo, c’è nella drammaturgia contemporanea. Relazioni e crisi delle
relazioni ispirano il teatro di questi giorni, per scelta o per coincidenze poetiche.
Questa sera in scena due compagnie napoletane, Libera Imago e Teatri Associati di
Napoli, con due spettacoli attesi, “A.D.E. A.lcesti D.i E.uripide”, riscrittura e regia
di Fabio Pisano, e “Peggy Pickit guarda il volto di dio” di Roland Schimmelpfennig,
firmato per la regia da Marcello Cotugno.
Solo tre attori in scena per la novità assoluta di Fabio Pisano, Francesca Borriero,
Roberto Ingenito e Rafaele Ausiello a misurarsi con il capolavoro euripideo che,
partendo dalla domanda se sia dramma o tragedia, Pisano riscrive e mette in scena
sconvolgendo il testo originale «come       no e si scontrano dopo tempi ed espe-
punto di partenza o pretesto, per pro-      rienze diversi.
vocarlo asciugando ai raggi del tempo       Il festival prosegue poi, dopo spet-
i rapporti epici tra i protagonisti, por-   tacoli firmati da Fabrizio Sinisi e da
tando all’interno della perversa scato-     Marco Martinelli, fino a mercoledì 14,
la del dramma borghese ció che resta        con Saverio La Ruina che firma il suo
di un giorno di lutto» in cui l’incontro    nuovo spettacolo “Mario e Saleh” co-
di una moglie, un marito, un padre,         struendo l’incontro tra un occidenta-
un amico, è «riscrittura che determina      le cristiano ed un mussulmano, Paolo
una lingua nuova la cui cornice è un        Mazzarelli che incontra e rielabora
coro antico». Con loro firmano le mu-       Shakespeare nel suo monologo “Sof-
siche Francesco Santagata, i costumi        fiavento”, Giacomo Ferrau che cura
Rosario Martone, le scene Luigi Fer-        testo e regia de “La notte di Antigone.
rigno, il disegno luci Cesare Accetta.      E ancora spettacoli di Roberto Ema-
Quattro invece gli attori che con Mar-      nuele Latini I sacchi di sabbia, Ange-
cello Cotugno firmano in collettivo         lo Campolo con “Stay Hungry”, Tea-
il progetto di messa in scena del te-       tro delle Ariette, Piccola Compagnia
sto tedesco: Valentina Acc,. Valentina      Dammacco, Maurizio Rippa, Babilo-
Curatoli, Emanuele Valenti e Biagio         nia Teatri, Nostos Teatro.
Forestieri, in una «scrittura sincopata
con una serie di stop&go narrativi, nel
tempo di un aperitivo, tra i quattro di
una doppia coppia» con scene di Sara
Palmieri, costumi di Ilaria Barbato,
per un incontro di amici che si ritrova-
• Libero
  «La primavera dei teatri arriva
  adesso» di Gianluca Veneziani –
  Spettacoli, p. 21 – 8 ottobre 2020
• Corriere del Mezzogiorno – Campania
12
NA     TEMPO LIBERO                                                                                                                                                  Sabato 17 Ottobre 2020 Corriere del Mezzogiorno

                                                                                                   «Se il regista è un drone» di Enrico Fiore
                                   Belle Arti                        Con 46 voti a suo favore contro i
                                                                     30 della storica dell’arte Giovanna
                                                                                                            due mandati consecutivi.
                                                                                                            Nato a Napoli nel 1955, Renato
                                                                                                                                                                                     teatro, ha firmato le scenografie
                                                                                                                                                                                     di oltre settanta spettacoli anche

     DENTRO
                                   Renato Lori
                                   nuovo direttore
                                                                     Cassese, lo scenografo Renato
                                                                                                   su “The Mountain” – 17 ottobre 2020
                                                                     Lori ha vinto ieri pomeriggio il
                                                                                                            Lori è uno scenografo teatrale e
                                                                                                            cinematografico di fama
                                                                                                                                                                                     per Carlo Buccirosso, Stefano
                                                                                                                                                                                     Incerti, Fortunato Calvino, Mirko
     LE CITTÀ                      dell’Accademia
                                                                     ballottaggio ed è stato eletto
                                                                     nuovo direttore dell’Accademia di
                                                                                                            nazionale, con una lunga carriera
                                                                                                            iniziata proprio sul palcoscenico
                                                                                                                                                                                     Di Martino. Tra questi, spiccano
                                                                                                                                                                                     L’opera da tre soldi che inaugurò il
        a cura di                                                    Belle Arti di Napoli per il triennio   nel 1977 accanto a registi                                               teatro Bellini di Napoli e David
      Vanni Fondi                                                    2020-2023. Lori succede                importanti come Ugo Gregoretti,                                          Copperfield e Voci della città di
                                                                     all’antropologo Giuseppe Gaeta,        Tato Russo, Toni Servillo, Mauro                                         Servillo. Diplomato proprio
                                                                     che aveva ricoperto l’incarico per     Bolognini, Mico Galdieri. Per il                                         presso l’Accademia di Belle Arti di

Teatro
La tappa a Castrovillari dell’Agrupación Señor Serrano
Un gruppo innovativo, che a Napoli non è mai venuto

SE IL REGISTA
È UN DRONE
                                                                                                                                                                                  ragazza che si autodefinisce
                                                                                                                                                                                  Sherpa lo ricopre di neve finta
                                                                                                                                                                                  con una bomboletta spray.
                                                                                                                                                                                     In effetti, accadde che Mal-
                                                                                                                                                                                  lory venne visto per l’ultima vol-
                                                                                                                                                                                  ta dal campo base quando era a
                                                                                                                                                                                  soli 230 metri dalla vetta. Poi
                                                                                                                                                                                  venne inghiottito da un banco
                                                                                                                                                                                  di nebbia e da quel momento
di Enrico Fiore                                                                                                                                                                   non se ne seppe più nulla. Riu-
                                                                                                                                                                                  scì a giungere in cima? Che cosa
                                                                                                                                                                                  vide da lassù? E che cosa può

F
       ra le carenze del Napoli                                                                                                                                                   documentare la verità dei fatti
       Teatro Festival Italia (e, in                                                                                                                                              realmente accaduti dopo che il
       genere, della program-                                                                                                                                                     banco di nebbia inghiottì lo
       mazione nei teatri citta-                                                                                                                                                  scalatore? Ci restano unica-
dini «impegnati») mi è capitato                                                                                                                                                   mente le riflessioni di Ruth, la
in più occasioni d’indicare il                                                                                                                                                    moglie di Mallory, a proposito
fatto che non è mai venuta a Na-                                                                                                                                                  dell’onestà e della tenacia del
poli l’Agrupación Señor Serra-                                                                                                                                                    marito.
no. Si tratta di una delle più in-                                                                                                                                                   Dal canto suo, l’Agrupación
teressanti formazioni nel-                                                                                                                                                        Señor Serrano tenta di ricon-
l’odierno panorama internazio-                                                                                                                                                    durre quel mistero alla verità
nale del teatro di ricerca. E mi                                                                                                                                                  inoppugnabile degli elementi
sembra arrivato il momento di                                                                                                                                                     fisici: vedi la «trasmigrazione»
parlarne un po’: perché - men-                                                                                                                                                    per cui nel filmato d’epoca sulla
tre, ripeto, l’ormai famoso                                                                                                                                                       spedizione di Mallory una vide-
gruppo catalano a Napoli non è                                                                                                                                                    ocamera a circuito chiuso incu-
mai venuto - l’ho ritrovato, inve-                                                                                                                                                nea, poniamo, i primissimi pia-
ce, nella landa sperduta di Ca-                                                                                                                                                   ni delle mani di uno dei perfor-
strovillari, ospitato da un festi-                                                                                                                                                mer in azione coperte dai mezzi
val, «Primavera dei Teatri», tan-                                                                                                                                                 guanti tipici degli scalatori. Ed
to eroico quanto povero.                                                                                                                                                          è questo, s’intende, solo un
   Incontrai per la prima volta                                                                                                                                                   esempio di come l’inventiva e la
l’Agrupación Señor Serrano a                                                                                                                                                      padronanza degli strumenti
Venezia, quando, nel 2015, la                                                                                                                                                     adoperati si traducano nel pre-
Biennale Teatro le assegnò il                                                                                                                                                     detto identificarsi della tecno-
Leone d’Argento per l’innova-                                                                                                                                                     logia con la drammaturgia.
zione. In quella circostanza pre-
sentò «A house in Asia», uno
spettacolo basato sull’indivi-
                                       Lo strumento indirizza lo sguardo                                                                                                             Il punto più alto, su una stra-
                                                                                                                                                                                  da del genere, si tocca, poi,
                                                                                                                                                                                  quando entra in azione un dro-
duazione e l’uccisione di Osa-
ma Bin Laden da parte dei Navy
Seals statunitensi. Ma, ben al di
                                       degli spettatori, per esempio                                                                                                              ne che svolge nel vero senso
                                                                                                                                                                                  della parola le funzioni di regi-
                                                                                                                                                                                  sta: per esempio, indirizza lo
là del plot, il tema profondo che
veniva svolto nella circostanza        sui particolari del plastico di una città
                                                                                                                                                                                  ❞
era lo scarto fra la realtà e la ri-
produzione e/o la manipola-
zione della stessa; e constatai
come ne conseguissero, in per-         thryn Bigelow aveva girato il        tain», tale identificarsi della            Nella pagina,      to, non si vede altro che nuvole        Strumenti
fetta coincidenza con l’assunto,       film, «Zero Dark Thirty», basa-      tecnologia con la drammatur-               due foto           e nebbia che ricoprono tutto o          Non sono potenziamenti
forme che attenevano allo              to per l’appunto sull’individua-     gia investe - nel solco dell’attivi-       dello              un paesaggio che cambia a se-
scambio ininterrotto fra la per-       zione e l’uccisione dello «sceic-    tà precedente della formazione             spettacolo         conda dell’ora del giorno o del         o abbellimenti della
formance dal vivo e il mondo           co del terrore» da parte dei Na-     catalana a cui ho fatto riferi-            a Castrovillari,   tempo. Allora, com’è questo             drammaturgia, ma essi
virtuale.                              vy Seals statunitensi. E mi limi-    mento - il tema della verità.              scattate           mondo? Com’è questa verità?             stessi la drammaturgia
   Così, in «A house in Asia» si       to a un solo esempio per dare           Ecco come gli autori, nel pre-          da Jordi Soler     Esiste la verità? È la verità una
mescolavano - gestiti dai tre          l’idea di che cosa ne scaturiva.     sentare lo spettacolo, annun-                                         cima da coronare e ba-
performer in scena (Àlex Serra-           Mentre sul fondale scorreva il    ciano quel                                                             sta, o piuttosto un sen-       sguardo degli spettatori, che
no, Pau Palacios e Alberto Bar-        film girato dagli                                                                                           tiero freddo e inospitale      non riuscirebbero a scorgerli
berá) come in un puzzle post-          stessi Navy Seals e                                                                                         che deve essere conti-         date la loro distanza dall’ogget-
pop - modelli inscala, sequenze        in cui si vedevano i                                                                                         nuamente percorso?».          to e le dimensioni dello stesso,
cinematografiche, videoproie-          loro elicotteri da                                                                                               Lo spettacolo aggan-      su determinati particolari (un
zioni in tempo reale e la tecno-       combattimento av-                                                                                            cia questi interrogativi      edificio, una strada...) del pla-
logia quotidiana rappresentata         vicinarsi alla casa di                                                                                       a tre eventi, che, ovvia-     stico di una città; o emette un
da macchine fotografiche,              Bin Laden, in scena                                                                                           mente, s’intrecciano         potente getto d’aria compressa
smartphone, tablet e video-            un performer teneva                                                                                           fra loro: la prima spe-      che ripulisce il tavolato dai vola-
games. E tale «mélange» si tra-        in mano e spostava a                                                                                          dizione (giusto il tito-     ni lasciati dalla partita di bad-
duceva, al di là dell’assoluta e       mezz’aria un model-                                                                                            lo) sull’Everest, il pa-    minton, in modo che «Sherpa»
impassibile padronanza dei             lino di quegli elicot-                                                                                         nico seminato da Or-        possa tranquillamente afferma-
mezzi utilizzati, in un’accorata       teri, che veniva segui-                                                                                         son Welles col pro-        re, così producendosi nel suo
considerazione sul fatto che           to dalla videocamera                                                                                            gramma radiofonico         bravo «numero» di distorsione
della storia in generale perce-        di un altro performer                                                                                           «La guerra dei mon-        della realtà, che si trattava di
piamo appena i riflessi. Fino a        che ne mandava l’im-                                                                                             di» e un discorso di      una partita di baseball.
diventare noi stessi dei riflessi.     magine a inserirsi fra                                                                                           Vladimir Putin che,          Inutile, a questo punto, spre-
   Le protagoniste assolute era-       gli elicotteri veri del                                                                                          soddisfattissimo di       care parole sull’abilità dei quat-
no, insomma, la polimorfia e la        film. Era proprio come                                                                                            sé, straparla di fidu-   tro performer in scena: Anna
polisemia della realtà, nello          se vedessimo un’unica                                                                                             cia e, per l’appunto,    Pérez Moya, Àlex Serrano, Pau
stesso tempo naturali e indotte.       ripresa. Solo che si trat-                                                                          verità.                                Palacios e David Muñiz. Piutto-
A partire dal fatto che, mentre il     tava della fusione/con-                                                                               Ebbene, assistiamo - circa           sto occorre sottolineare la se-
titolo si riferiva a una sola casa,    fusione di un pezzo di               tema: «C’è un’immagine am-                                    questi eventi - a una continua          quenza conclusiva. I drappeggi
l’ultima dimora pachistana in          vita e di un ectoplasma digitale.    piamente diffusa che ripercorre                               «trasmigrazione» nell’altro da          del telo che prima avevano si-
cui Osama Bin Laden si nascon-            Dunque, ciò che distingue         la storia delle idee: scalare una                             sé. A cominciare da quella di           mulato le rocce su cui giaceva il
deva insieme con la famiglia,          l’Agrupación Señor Serrano è il      montagna, superare tutte le dif-                              uno dei quattro giocatori di ba-        corpo inanimato di Mallory si
nello spettacolo ne compariva-         fatto che, nei suoi spettacoli, la   ficoltà per raggiungerne la ci-                               dminton impegnati nella parti-          gonfiano, si ergono e finiscono
no tre: quella originale di Ab-        tecnologia dispiegata sul palco-     ma e, una volta lì, poter vedere il                           ta che si svolge all’inizio: diven-     a disegnare perfettamente... sì,
bottabad, quella creata dalla Cia      scenico non è, come di solito        mondo «così com’è». Raggiun-                                  ta George Mallory, il primo che,        «The Mountain», parente stret-
in una base militare del Nord          accade, un potenziamento o un        gere la verità e non solo ombre                               nel 1924, tentò di raggiungere la       ta della Moby Dick che, come
Carolina per consentire ai mari-       abbellimento della dramma-           o riflessi. È una bella immagine                              vetta dell’Everest; e quindi ne         lei, incarna proprio il fantasma
nes di esercitarsi e quella rico-      turgia, ma è essa stessa la dram-    a tutti gli effetti. Ma è davvero                             assume il corpo, che vediamo            irraggiungibile della verità.
struita in Giordania, dove Ka-         maturgia. E qui, in «The Moun-       così? Spesso, guardando dall’al-                              prono sulle rocce mentre una                               © RIPRODUZIONE RISERVATA
• Io Donna
  «Di nuovo in scena» su Primavera
  dei Teatri 2020 – Uscire, Spettaco-
  li Mostre Concerti Eventi di Emilia
  Grossi, pag. 29 – n° 40 – 3 ottobre
  2020
• La Gazzetta del Sud
  «La primavera? A ottobre!» di Elisabetta
  Reale – Cultura Spettacoli, p. 9 – 25 set-
  tembre 2020
• Il Quotidiano del Sud
  presentazione cartellone XXI edi-
  zione – Società & Cultura, p. 24 –
  25 settembre 2020
• Donna Moderna
  «Un festival per condividere idee e pro-
  poste» sull’incontro “Lo stato dell’arte”» –
  sezione News, pag. 36 – 1 ottobre 2020
• Film TV
  «La sera della prima» di Matteo
  Marelli – p. 26 – 6 ottobre 2020
• Il Quotidiano del Sud
  L’Altra Voce dell’Italia, «La vita è un tea-
  tro» di Edvige Vitaliano – Inserto cultura-
  le nazionale “Mimì”, pag. XIII – 4 ottobre
  2020
• Gazzetta del Sud
  «“Primavera” uguale rinascita, Allora rico-
  minciamo dal teatro» di Elisabetta Reale
  – Cultura Spettacoli p.8 – 8 ottobre 2020
• Il Quotidiano del Sud
  «Cauteruccio e la sua architettura della
  luce» di Alessandro Chiappetta – Società
  & Cultura p.37 – 8 ottobre 2020
• Hystrio
                                                                              «Castrovillari, il teatro e la città sul filo del
CRITICHE/CALABRIA                                                             presente» di Claudia Cannella, Tommaso
                                                                              Chimenti e Alessandro Toppi, Critiche
                                                                              Calabria, p.74-76, anno XXXIV 1/2020

Castrovillari, il teatro e la città                                                                                                   glie con le piastrelle della cucina per
                                                                                                                                      farla sentire nel suo ambiente prefe-
                                                                                                                                      rito, senza mai essersi accorto che lei

in equilibrio sul filo del presente                                                                                                   odiava far da mangiare. Un’idea sem-
                                                                                                                                      plice, ma insidiosa, perché a rischio di
                                                                                                                                      deprimente melensaggine, che Rippa
                                                                                                                                      ha trasformato in uno di quei pochi,
                                                                                      Vivere è un’altra cosa (foto: Angelo Maggio)
                                                                                                                                      preziosi momenti in cui ci si sente
                                                                                                                                      parte di una piccola comunità solida-
                                                                                                                                      le, consapevole dell’importanza di ri-
                                                                                                                                      cordare e di dire il nome di chi non c’è
                                                                                                                                      più. Lo ha fatto, oltre che con le sue
                                                                                                                                      straordinarie doti canore, intreccian-
                                                                                                                                      do tre qualità molto rare da possede-
                                                                                                                                      re insieme: il garbo, l’ironia e l’empa-
                                                                                                                                      tia. Chapeau! Claudia Cannella

                                                                                                                                      PEGGY PICKIT GUARDA IL VOLTO
                                                                                                                                      DI DIO, di Roland Schimmelpfennig.
                                                                                                                                      Traduzione di Marcello Cotugno
                                                                                                                                      e Suzanne Kubersky. Regia, luci
                                                                                                                                      e musiche di Marcello Cotugno.
                                                                                                                                      Scene di Sara Palmieri. Costumi di
                                                                                                                                      Ilaria Barbato. Con Valentina Acca,
                                                                                                                                      Valentina Curatoli, Aldo Ottobrino,
VIVERE È UN’ALTRA COSA, ideazione             luto di Umberto Terruso), la ragazza        cessione degli spettatori, ciascuno a       Emanuele Valenti. Prod. Tan-Teatri
e regia di Stefano Cordella.                  single in crisi esistenziale, il ragazzo    consegnare a Maurizio Rippa un bi-          Associati Napoli. PRIMAVERA DEI
Drammaturgia collettiva di                    che ha sempre preferito la solitudine       gliettino con il nome di un morto che       TEATRI, CASTROVILLARI (Cs).
Compagnia Oyes. Scene di Stefano              che scopre di voler convivere con la fi-    si desidera ricordare. Lui sembra me-
                                                                                                                                      Un salotto e due coppie d’amici che si
Zullo. Luci di Giuliano Almerighi.            danzata, la giovane donna che mette in      morizzarli tutti, silenziosamente, per
                                                                                                                                      rivedono dopo sei anni: Liz e Frank, in-
Con Martina De Santis, Francesca              discussione il suo rapporto matrimo-        poi dedicare loro l’ultima canzone,
                                                                                                                                      fettivologo lui ex infermiera lei, che
Gemma, Francesco Meola, Dario                 niale, il ragazzo pressato dalle aspet-     Over the Rainbow. Occhi lucidi per
                                                                                                                                      abitano in una «città universitaria
Merlini, Umberto Terruso. Prod.               tative della famiglia composta da per-      questo rito laico di memoria, privato e
                                                                                                                                      qualsiasi del mondo occidentale»; Ca-
Oyes, Milano. PRIMAVERA DEI                   sone di successo (un toccan te              pubblico al tempo stesso. E gratitudi-
                                                                                                                                      rol e Martin, medici di Ong di ritorno
TEATRI, CASTROVILLARI (Cs).                   Francesco Meola). Centrata la trovata       ne per quel contraltista e performer
                                                                                                                                      dall’Africa, dove hanno toccato con ma-
                                              dei fondi di caffè che si spargono sul      (bravissimo) che, accompagnato alla
Come vedere, e rivivere, il lockdown                                                                                                  no le malattie, i conflitti e i dolori del
                                              modellino di un palazzo illuminato al       chitarra da Amedeo Monda, ha saputo
attraverso gli occhi di cinque giovani                                                                                                Continente Nero. Inizia quindi un dialo-
                                              centro della scena: il caffè che serve      tirarci dentro le sue storie, che sono
uomini e donne, i cinque attori degli                                                                                                 go che avviene per contrapposizioni
                                              per svegliarsi e che non riesce a scuo-     diventate le nostre. L’idea di far parla-
Oyes che hanno ripercorso, nella regia                                                                                                (la figlia di Liz e Frank e la bimba cura-
                                              terci dal torpore, il fondo del caffè che   re i defunti si ispira all’Antologia di
ritmica di Stefano Cordella, la loro                                                                                                  ta da Carol e Martin; la bambola di pla-
                                              qualcuno utilizza per leggere un futu-      Spoon River, ma mediata dall’ironia di
quarantena con le paure, le ansie, il                                                                                                 stica e la statuetta di legno; la noia di
                                              ro incerto e nebuloso, i fondi di caffè     Cartoline dai morti di Franco Arminio,
panico, le incertezze sul lavoro, sulla                                                                                               una coppia e i tradimenti dell’altra) e
                                              che sono polvere che torna alla polve-      per arrivare a comporre una serie di
vita di coppia, sul mondo là fuori che                                                                                                per anti-naturalismo discorsivo, giac-
                                              re e che alimentano la terra per conci-     brevi racconti di congedo dalla vita, a
snocciolava soltanto numeri di conta-                                                                                                 ché in Peggy Pickit le battute dette
                                              marla. La metafora colpisce quando si       ognuno dei quali viene dedicata una
giati e morti. Una riflessione certo sul                                                                                              convivono con le intenzioni taciute e i
                                              sfarinano, come ci siamo dissolti nelle     canzone, magnificamente interpreta-
mondo del lavoro dell’attore, fermato                                                                                                 pensieri impronunciabili ma scenica-
                                              nostre certezze, disorientati da una        ta (Alfonsina y el mar, Danny Boy, Pa-
dai decreti, ma anche su una delle fa-                                                                                                mente verbalizzati. Ne viene la futilità
                                              vita che non riconoscevamo più come         loma, Moon River, La prima vez, Love
sce d’età più trascurate durante la                                                                                                   d’ogni frase; ne viene il distacco defini-
                                              tale. Infatti Vivere è un’altra cosa: una   me tender…). Personaggi sfumati
chiusura: i trenta-quarantenni, gene-                                                                                                 tivo tra le parole sulla tragicità della
                                              fotografia amara. Tommaso Chimenti          dall’ironia, si diceva, ma sempre lieve
razione abituata a poter fare tutto                                                                                                   vita e la tragicità reale della vita per
senza limiti. La sofferenza psicologica                                                   e venata di surreale. Come l’anziana        cui la guerra, la fame e quella bambina
                                              PICCOLI FUNERALI, di e con                  signora amante della lettura che sce-
è quella che esce più potente e com-                                                                                                  - rimasta lì, sola e in balia della violen-
                                              Maurizio Rippa, e con (chitarra)            glie una badante inetta, ma capace di
movente da questo Vivere è un’altra                                                                                                   za - non sono ormai che chiacchiere
                                              Amedeo Monda. Prod, 369gradi,               leggerle libri fino alla fine dei suoi
cosa, cinque storie nelle quali tutti in                                                                                              dette tra convenevoli e tensioni perso-
                                              Roma. PRIMAVERA DEI TEATRI,                 giorni, o la bambina di una famiglia
qualche modo ci siamo rivisti, tra leg-                                                                                               nali. Lascia dubbi la regia di Cotugno
                                              CASTROVILLARI (Cs).                         circense morta e resuscitata dopo
gerezza e passi struggenti. È una visita                                                                                              poiché affida soprattutto al proscenio
al nostro Io più profondo, uno spazio         È il piccolo gioiello che non ti aspetti,   aver ingoiato una biglia. Oppure Silvia     la stratificazione del testo di Schim-
dove chiedersi se ci sentiamo realizza-       quello che trovi per caso, questa volta     e Osvaldo, a un passo dal coronare il       melpfennig - lì sono infatti i microfoni
ti e se stiamo seguendo la giusta dire-       in un chiostro a Morano Calabro, in         loro sogno d’amore in tarda età, in-        per le confessioni veritiere - quasi trat-
zione per cercarla questa benedetta           un’umida sera d’autunno. Inizia con         franto dalla distrazione di lui che at-     tandole come fossero gli a parte di una
felicità. C’è l’attore che ha perso il fuo-   una battuta di Laerte sulla morte di        traversa la strada senza guardare, o        commedia borghese priva di quarta
co per andare sul palco (il piglio riso-      Ofelia e finisce con una piccola pro-       il marito che riveste la bara della mo-     parete mentre costituiscono la trama

Hy74
CRITICHE/CALABRIA

decisiva di un’opera amara e politica,           lo tra la posa statuaria da tragicità        sentimenti, senza la patina lacrimevole     non è Paolo Mazzarelli. E allora chi è
che svela la frattura tra l’Europa (sa-          classica e un dettato verbale che non        del santino. L’Eco di Fondo si fa rumore,   quest’attore che interrompe lo show
tolla e ipocrita o solidale poco impor-          esprime più alcun pathos. Segni es-          si fanno ascoltare, si fanno applaudire.    per mettersi a parlare col pubblico
ta) e il resto del (terzo) mondo. Alta la        senziali sono le scene di Ferrigno; so-      Tommaso Chimenti                            sommando sproloqui («essere nello
qualità degli interpreti; una nota va a          no sottili come lame le luci con cui Ce-                                                 stesso spazio, nello stesso tempo, se-
Valentina Acca e Valentina Curatoli che          sare Accetta taglia l’oscurità costante      SOFFIAVENTO. UNA NAVIGAZIONE                parati da un abisso ma in contatto»),
sul finale s’accucciano vicine, incar-           dello spettacolo. Alessandro Toppi           SOLITARIA CON ROTTA SU MACBETH,             autoelogi («c’è gente che ha visto i
nando l’unico istante di sincera umani-                                                       di e con Paolo Mazzarelli. Scene            miei spet tacoli trenta volte») e
tà della storia. Alessandro Toppi                LA NOTTE DI ANTIGONE,                        di Paola Castrignanò. Luci di               proclami («un artista o è un artista o
                                                 drammaturgia di Giacomo                      Luigi Biondi. Musiche di Luca               non è nulla») tra citazioni di maestri
A.D.E., A.LCESTI D.I. E.URIPIDE,                 Ferraù e Giulia Viana. Regia di              Cancello. Prod. Theatron 2.0,               e aneddoti formativi? È l’incarnazione
testo e regia di Fabio Pisano.                   Giacomo Ferraù. Scene e luci di              Roma. PRIMAVERA DEI TEATRI,                 del “fintume” che domina parte della
Scene di Luigi Ferrigno. Costumi                 Giuliano Almerighi. Movimenti                CASTROVILLARI (Cs).                         scena dell’ultimo trentennio. Ci sono
di Rosario Martone. Luci di Cesare               scenici di Riccardo Olivier. Con                                                         infatti in Pippo Soffiavento i grandi
Accetta. Musiche di Francesco                                                                 Who is the King - con cui Mazzarelli
                                                 Edoardo Barbone, Enzo Curcurù,                                                           testi ridotti in trovate istantanee, le
Santagata. Con Francesca                                                                      (con altri) affrontava il tema della so-
                                                 Giacomo Ferraù, Ilaria Longo,                                                            soluzioni visive buone per avere gli
Borriero, Roberto Ingenito,                                                                   vranità, della trasmissione del pote-
                                                 Giulia Viana. Prod. Eco di Fondo,                                                        applausi, la performatività di chi non
Raffaele Ausiello. Prod. Compagnia                                                            re, dell’ossessione/condanna costitu-
                                                 Milano. PRIMAVERA DEI TEATRI,                                                            sa recitare; ci sono l’amoralità imbel-
Liberaimago, Napoli. PRIMAVERA DEI                                                            ita dalla corona - era un lavoro
                                                 CASTROVILLARI (Cs).                                                                      lettata dalla retorica sulla bellezza e
TEATRI, CASTROVILLARI (Cs).                                                                   severo, essenziale: carne d’attore,
                                                 È nel cerchio di terra/agorà polverosa       misura nei gesti, cura filologica degli     sull’arte e l’ignoranza vestita alla mo-
Nell’A.D.E. di Fabio Pisano - che ha la          che si dipana la storia antica di Antigo-    intrecci, una progettualità da gran         da; c’è la crisi teatrale attuale, in cui
forma di un palco in penombra, un                ne che si mischia con quella dei nostri      saggio su Shakespeare. Era cioè l’op-       i più furbi comunque sguazzano.
rettangolo di carboni fumanti perime-            giorni di Stefano Cucchi, come di tutti      posto del Macbeth che Pippo Soffia-         Insomma: Soffiavento porge al teatro
tra l’assito mentre al centro e a                quelli che hanno trovato la morte per        vento (il personaggio interpretato          italiano lo specchio perché s’accorga
mezz’altezza sta Alcesti, in una tomba           mano di chi li/ci doveva/dovrebbe pro-       ora da Mazzarelli) mette in scena: at-      dei suoi tratti deformi. Quanti lo
gelida quanto una teca espositiva da             teggere, le forze dell’ordine. I milanesi    to quinto, scena quinta - la foresta di     comprenderanno, riconoscendosi?
museo - la tragedia non è mai tragica            Eco di Fondo in questi anni sono cre-        Birnam che si muove - e una poltrona        Bravo davvero nell’essere un fool ce-
né la commedia è stra-comica, il                 sciuti molto e le loro narrazioni sono       da psicanalista, il camerino con spec-      lato nel ruolo di un artista che si cre-
dramma è davvero drammatico e la                 leggere coltellate, perché mettono con       chio e telefono, una corda, un fucile,      de un re è Paolo Mazzarelli. Scene,
satira veramente satiresca. Manca di             le spalle al muro, creano riflessione e      una vela che dovrebbe gonfiarsi, una        musica e luci (il fumo e la penombra,
continuo l’essenziale a questa neo-              discussione su temi sociali e contem-        riscrittura che svilisce l’opera. Dun-      i tagli caldi dei fari e Such a Shame
versione dell’Alcesti. C’è il nero delle         poranei, uniscono e impastano il Mito        que: tanto questo Macbeth non è Who         dei Talk Talk) impreziosiscono l’ope-
vesti, il capo rasato per lutto, un gesto        con l’attualità, prendendo posizione         is the King quanto Pippo Soffiavento        ra. Alessandro Toppi
di dolore eppure nero, lutto e dolore            con delicatezza e garbo. Qui il paralleli-
vengono troncati prima che                       smo è tra il personaggio della tragedia

                                                                                                                                                                               A.D.E., A.Lcesti D.I. E.uripide
prorompano tanto quanto sono                     greca, raccontatoci da Sofocle, e Ilaria
troncati tutti gli altri sentimenti (lo          Cucchi, sorella di Stefano (che qui è un
strazio per la perdita di una moglie, il         Polinice sublimato e tratteggiato con
rancore tra un padre e un figlio, il             decoro ma senza timori reverenziali),
perdono che un amico offre a un                  che si è battuta per avere giustizia per
amico) affinché non si manifestino               la morte del fratello: un’eroina dei no-
c o m p le t a m e n t e . Q u e s t o h a d i   stri giorni, che non ha né chiesto né
sorprendente lo spettacolo, dunque:              cercato né avrebbe voluto essere tale.
che dell’originale ellenico valorizza il         E c’è un corpo, al centro, nudo, che gri-
mancante estremo ovvero quell’as-                da vendetta, un corpo da nascondere
senza del segno decisivo che - a di-             dietro i paraventi di una camera da let-
stanza di millenni - ci faccia dire oltre        to che si trasforma in camera mortua-
ogni ragionevole dubbio: Alcesti è una           ria, un corpo che grida in silenzio. Tutto
tragedia; nient’affatto, è invece un ro-         ruota attorno alla sempre convincente
                                                                                                                                                                               Antigone (foto: Lorenza D’Averio)

mance, un grottesco o un burlesque.              Giulia Viana che porta la croce e la re-
Per questo la morte sacrificale della            sponsabilità di mettere in scena, con
donna e tutto ciò che ne deriva (ipocri-         grazia e gentilezza, un fatto che ha tur-
sie e promesse amorevoli, vergogne e             bato e diviso l’Italia. Attorno a questo
slanci ideali, bassezze e nobili intenti)        sepolcro-obitorio (le foto di Cucchi de-
viene ora espresso da un testo dalle             ceduto sono ancora impresse nelle no-
frasi smozzicate, private cioè delle lo-         stre menti) si svolgono i flashback del-
ro ultime parole: come se dire e dirsi           la sua vita precedente all’arresto, una
fino in fondo ciò che si prova fosse inu-        vita fatta di chiusura, di scontri, di di-
tile, inappropriato o impossibile. Inte-         sagio, di rinascite. Ci vuole coraggio
ressante la riscrittura drammaturgi-             per essere Ilaria Cucchi, ci vuole corag-
ca dunque, bravi gli attori perché               gio a portarla in scena con questa for-
portatori carnali di un contrasto: quel-         za, senza cedere alla retorica dei buoni

                                                                                                                                                                            Hy75
CRITICHE/CALABRIA

                                                                                  MADRE, di e con Ermanna                      DER MESSIAS, di Georg Friedrich
 PRIMAVERA DEI TEATRI                                                             Montanari, Stefano Ricci, Daniele            Händel, adattamento di Wolfgang
 Mario e Saleh, lasciarsi tutto alle spalle                                       Rossato. Poemetto scenico di
                                                                                  Marco Martinelli. Prod. Teatro
                                                                                                                               Amadeus Mozart. Regia,
                                                                                                                               scene e luci di Robert Wilson.
 per riconoscersi come esseri umani                                               delle Albe, Ravenna - Primavera              Drammaturgia di Konrad Kuhn.
                                                                                  dei Teatri, Castrovillari (Cs)               Costumi di Carlos Soto. Video di
 MARIO E SALEH, testo e regia di Saverio La Ruina. Scene e costumi di             - Officine Theatrikés Salénto,               Tomasz Jeziorski. Les Musiciens
 Mela Dell’Erba. Luci di Michele Ambrose. Musiche di Gianfranco De                Lecce. PRIMAVERA DEI TEATRI,                 du Louvre, direzione musicale di
 Franco. Con Chadli Aloui e Saverio La Ruina. Prod. Scena Verticale,              CASTROVILLARI (Cs).                          Marc Minkowski, Philharmonia
 Castrovillari (Cs). PRIMAVERA DEI TEATRI, CASTROVILLARI (Cs).
                                                                                  Nel mezzo di Miniature campianesi -          Chor Wien, maestro del coro Walter
 A prima vista Mario e Saleh pare la coniugazione poetica di un’urgenza
                                                                                  breviario dei ricordi d’origine, Erman-      Zeh. Con Elena Tsallagova, Helena
 argomentativa imposta dalla cronaca: la complessità coabitativa del mul-
                                                                                  na Montanari narra di Nora, «la nonna        Rasker, Stanislas de Barbeyrac,
 ticulturalismo, le tensioni tra nativi e stranieri, l’io contro te per (ir)ra-
                                                                                  dei pozzi», e della volta in cui stando al   José Coca Loza, Alexis Fousekis,
 gioni di pelle, lingua, religione. Italia-Tunisia, Cristo-Maometto, noi-voi
                                                                                  bordo del pozzo della nonna sentì l’i-       Max Harris, Léopoldine Richards.
 e «siete ospiti», «sembrate un gregge di pecore», «statevene nel vostro Pa-
                                                                                  stinto di andare giù portando con sé         Prod. Mozarteum, SALISBURGO
 ese». Tuttavia così si nota solo l’aspetto più evidente, e più didascalico,
                                                                                  la sorella, sedutale accanto. Proprio        - Théâtre des Champs-Elysées,
 di un testo che si basa sui fraintendimenti continui (il tappeto usato co-
                                                                                  sul fondo d’un pozzo - profondo chilo-       PARIGI - Grand Théâtre, GINEVRA.
 me scendiletto, la tunica chiamata «pigiama», la preghiera scambiata per
                                                                                  metri - si trova la madre di Madre: sta      Il mondo in una stanza. Segnata ai
 ginnastica) e che in scena genera ripetute dinamiche di contrasto: met-
                                                                                  lì, in questo poema in due parti in cui      confini da gelide, geometriche linee di
 tendo sotto la stessa tenda un terremotato italiano e un tunisino senza
                                                                                  Martinelli alla voce del figlio che è in     luci al neon, l’ennesima scatola di
 fissa dimora l’opera, infatti, li costringe a una lotta ossessiva per la con-
                                                                                  alto, intento a capire come tirar fuori      ghiaccio di Bob Wilson ha ospitato - a
 quista di un po’ di spazio, il possesso di qualcosa, la rivendicazione di un
                                                                                  la mamma, fa seguire le parole della         Salisburgo e a Parigi, in occasione del-
 micro-privilegio domestico. Ma è proprio badando a come i due litigano
                                                                                  donna, che incita il ragazzo a salvarla.     la riapertura autunnale - la versione
 per la sedia, la radio, l’esposizione del crocifisso o di una sura coranica
                                                                                  Tutta qui la storia, in apparenza. E in-     del Messiah (1742) di Händel nell’adat-
 che lo spettacolo svela un senso ulteriore.
                                                                                  vece, Madre è un groviglio di sugge-         tamento realizzato da Mozart per il
 Mario e Saleh, infatti, mostra due uomini che, per riconoscersi in quanto
                                                                                  stioni e discorsi, di allusioni e metafo-    pubblico viennese nel 1789: fedelmen-
 uomini, devono lasciarsi tutto alle spalle: l’orrore del terrorismo e dell’in-
                                                                                  re. C’è infatti in quest’opera, lunga        te voltato in tedesco, ma soprattutto
 formazione tv, l’incidenza dei discorsi collettivi e generici, il valore asso-
                                                                                  appena diciannove pagine: la frattura        rivoluzionato nell’orchestrazione, che
 luto dei soldi, questi oggetti che hanno e che trattano come fosse l’unica
                                                                                  generazionale, poiché madre e figlio         qui risplende nel virtuosistico gioco di
 cosa che conta. Tant’è. Mario e Saleh termina in proscenio: dimenticata
                                                                                  non dialogano davvero bensì mettono          dinamiche plasmato dalla bacchetta
 la tenda con quel che contiene, i due se ne stanno lì, assieme, a sentire
                                                                                  in sequenza due monologhi; c’è la            di Minkowski. Wilson traduce in forma
 la neve che scende. Denudati metaforicamente dall’oppressione imposta
                                                                                  rievocazione di quel perduto mondo           scenica ciò che alla scena non era de-
 loro dalla contemporaneità, tornati a uno stato di natura (il cielo per tet-
                                                                                  campianese - fatto di fiori e di mucche,     stinato: un oratorio che ripercorre la
 to, dinnanzi i fiocchi di neve che cadono), capiscono di essere due ulti-
                                                                                  di sere trascorse sull’aia, di padri se-     storia della salvezza dell’umanità fino
 mi della Terra: entrambi fragili, feriti dalla vita e dunque con qualcosa di
                                                                                  veri che annegano i gatti e di nonne         alla comparsa del Messia, di cui peral-
 prezioso da dirsi e da darsi.
                                                                                  dai lunghi capelli bianchissimi - che        tro non si cita neanche il nome, in una
 A tratti incerta, o ancora troppo tesa, è la relazione attoriale tra Chadli
                                                                                  sarebbe poi stato squarciato, nei suoi       lettura trasversale delle Sacre Scrit-
 Aloui e Saverio La Ruina: come gli fosse preclusa quella fluidità “di me-
                                                                                  riti e rapporti, dall’arrivo inebriante e    ture. Ed è proprio la nozione della tra-
 stiere” propria d’uno spettacolo e delle sue repliche; realistica la ten-
                                                                                  corrosivo della tv; c’è la messa-in-ar-      sformazione dell’uomo, purgato dal
 da di Mela Dell’Erba; le luci calde e fredde di Michele Ambrose ac-
                                                                                  gomento dell’oggi capitalistico, che fa      peccato e chiamato a vita nuova, ad
 compagnano questa vicenda d’incontro-scontro, di conflitto e di pace.
                                                                                  degli uomini un cumulo d’isolati (intor-     animare quello che diventa un percor-
 Alessandro Toppi                                                                 no al pozzo, finito il lavoro, ognuno se     so spirituale, un viaggio dalle tenebre
                                                                                  ne sta nella propria casa, catenaccio        alla luce, una professione di fede laica
                                                                                  alla porta) e che - a forza d’imporre il     immaginata in risposta alla silhouette
                                                                                  superfluo - ci ha fatto dimenticare l’es-    nera che - durante l’ouverture - si ag-
                                                                                  senziale: prendersi cura di quel fiore,      gira in una sorta di camera obscura,
                                                                                  quei fiumi o quegli alberi, ad esempio,      mentre osserva un globo che troneg-
                                                                                  o prestare attenzione a chi ci sta ac-       gia sullo sfondo. Come di consueto Wil-
                                                                                  canto. Nera visione, fiaba oscura, Ma-       son evoca un teatro di immagini: ma
                                                                                  dre in scena avviene intrecciando la         forse più che in altre circostanze con-
                                                                                  potente presenza “evocalica” della           quista per il senso di mistero, per il
                                                                                  Montanari, che con la voce - e pochi         fascino ineffabile di una prossemica
                                                                                  microgesti: uno sguardo insistito, la        minutamente calcolata, di icone che
                                                                                  mano sul collo, l’inclinazione della te-     scuotono unicamente per la loro in-
                                                                                  sta - rende ogni sfumatura reale e spi-      spiegabile, inat tingibile potenza
                                                                                  rituale della vicenda, il contrabbasso       espressiva. Così per i sette rami di al-
                                                                                  di Daniele Rosato (che dal fruscio delle     beri che si librano sulla scena, braccia
                                                                                  canne, delle foglie e del vento approda      sospese in cerca di approdo; o per la
                                                                                  a Flow My Tears di John Dowland) e i         mescita d’acqua - da una caraffa a un
                                                                                  disegni live al gessetto di Stefano Ric-     bicchiere, quindi versata sul capo del
  Chadli Aloui e Saverio La Ruina in Mario e Saleh (foto: Tommaso Le Pera)        ci: belli tanto da esser degni di una        soprano - di un battesimo in purezza e
                                                                                  mostra. Alessandro Toppi                     trasparenza; per la sinistra nocchiera

Hy76
• Menabò
  presentazione cartellone XXI
  edizione – p. 12 – 2 ottobre 2020
• Il Quotidiano del Sud
  richiamo in prima pagina, copertina
  dell’Inserto Weekend e articolo di
  presentazione del cartellone della se-
  conda giornata – Inserto Weekend, p.
  26-27 – 9 ottobre 2020
• Menabò
  presentazione del cartellone
  della XXI edizione – p.12 – 9 ot-
  tobre 2020
• Gazzetta del Sud
  «Quella dei palcoscenici adesso resti una
  primavera per tutti» di Elisabetta Reale –
  Cultura Spettacoli p. 6 – 19 ottobre 2020
• LEFT
  9 > 15 ottobre 2020 - numero 41 del set-
  timanale – Teatro - segnalazione evento
  Primavera dei Teatri 2020
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