PERCHE' ESSERE DOTTORI COMMERCIALISTI NEL 2021.
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PERCHE’ ESSERE DOTTORI COMMERCIALISTI NEL 2021. Un Ordine Professionale è un Ente Pubblico posto "sotto l'alta vigilanza del Ministero della Giustizia", la cui funzione principale consiste nel garantire il cittadino circa la professionalità e la competenza dei professionisti che svolgono attività dedicate nel campo della tecnica, della salute e della legge. Etica, legalità, professionalità, formazione, interdisciplinarietà e garanzia per i terzi, con uno sguardo sempre al futuro: questi sono i valori in cui si riconoscono i Dottori Commercialisti e che devono essere comunicati con vigore al nostro interno ed all’esterno, per evitare da una parte il rischio di autoreferenzialità e dall’altra spiegare, sulla base di elementi concreti, perché un Iscritto all’Ordine abbia un valore aggiunto rispetto ad altri player di un mercato che vuole sempre di più etichettarci come una inutile corporazione. Formazione obbligatoria e controllo dei propri iscritti non sono doveri a cui soggiacciono i Dottori Commercialisti, ma preziosi diritti che ci devono unire nella vita associativa, aggregare e che ognuno di noi deve sollecitare con il proprio impegno, che ci permettono di presentarci al mercato con la dovuta autorevolezza. Sempre meno sono i clienti che ci cercano e sempre di più siamo noi Dottori Commercialisti che dobbiamo cercarci opportunità professionali, il nostro CV è diventato il nostro biglietto da visita. Viviamo in un mercato governato dalla comunicazione, ma la maggior parte degli strumenti a noi è (giustamente) preclusa: l’unico valore aggiunto che possiamo e dobbiamo comunicare è la nostra competenza, la nostra formazione e l’attività di reale e concreto autocontrollo degli Iscritti. IL GRUPPO ED I TEMPI DEL NOSTRO PROGETTO. Il nostro gruppo è composto da Colleghe e da Colleghi di provata esperienza, con competenze diverse, così da abbracciare tutte le anime della nostra Professione. I nostri studi ed i nostri onorari 1
non dipendono in modo prevalente da soggetti pubblici della Città Metropolitana, quindi siamo più liberi di confrontarci con tutte le Istituzioni locali. I giovani del gruppo saranno portatori delle istanze e della visione di chi ha iniziato il cammino professionale. Il nostro candidato Presidente da molti anni ricopre incarichi di responsabilità in Enti di rilevanza pubblica fuori Bologna, con un’adeguata conoscenza dei meccanismi e delle norme regolanti questi soggetti. Inoltre, è stato Consigliere della Fondazione dei DCEC, presidente di una commissione di studio nella consigliatura uscente ed ha partecipato (e partecipa) a tavoli di lavoro presso il CNDCEC. Anche altri candidati hanno svolto attività istituzionali ed il fatto di non avere ricoperto già cariche in qualità di Consigliere dell’Ordine per noi non è un limite, ma un valore aggiunto, in quanto se ci verrà data fiducia ed il nostro lavoro fosse gradito alla base, avremo il tempo necessario di due mandati per raggiungere tutti gli obiettivi del nostro programma. “FESTINA LENTE”: non promettiamo cambiamenti immediati, sono irrealizzabili in un Ente come l’Ordine, ma il raggiungimento di risultati nei tempi necessari. Pochi obiettivi, concreti, coerenti con la natura e lo scopo dell’Ordine. La nostra linea di azione è tracciata nel solco della continuità rispetto al Consiglio uscente, con singoli e ben definiti punti sui quali vorremmo cambiare rotta, perché riteniamo che in questo modo l’Ordine possa essere più coerente con la propria missione. Nelle linee del programma sarà nostra cura chiarire i punti su cui discosteremo, motivando adeguatamente la nostra scelta. LE LINEE GUIDA DEL PROGRAMMA. Il nostro programma è diverso perché usciamo dai luoghi comuni, dalle sterili affermazioni di principi senza spiegarne la concreta attuazione, sventolando bandiere colorate solo di demagogia e tematiche ad effetto (ma, nella sostanza, prive di contenuti). La realtà in cui ci troviamo ad operare è molto difficile e negarla sarebbe un grave errore, forse irreparabile e, certamente, il mero richiamo a tematiche di ampio respiro e poco concrete può distrarre l’attenzione da quelli che sono i problemi reali. 1) A chi ci rivolgiamo. Sempre più spesso si parla indistintamente di specializzazioni, di complessità del sistema economico e sociale, di globalizzazione dei mercati, di attitudine alla dinamicità ed al cambiamento e quindi della necessità di costruire la “professione del futuro”, di favorire le aggregazioni e le reti 2
tra professionisti per una maggiore competitività sul mercato, in un contesto in cui su base nazionale1 il 61% degli studi è individuale, il 71% ha meno di 5 addetti, ed in cui il tasso di crescita annuale degli iscritti è crollato dal 1,8% del 2008 allo 0,1% del 2019 2. Nel nostro Territorio la situazione non è significativamente dissimile. Parlare di “professione del futuro” è però un grave errore, in quanto le crisi che ci accompagnano dal 2008 hanno accelerato la necessità di cambiamento e fatto sì che la professione debba cambiare adesso: non c’è più tempo, ed il rischio è quello di essere espulsi da un mercato sempre più complicato ed in cui la competitività (anche scorretta) diventerà ancora più pressante a causa della diminuzione del lavoro. Come pure è un errore pensare al rinnovamento, come se ottenuto un obiettivo poi ci si potesse fermare: la dinamicità ed il costante cambiamento non permettono un semplice rinnovamento, ma la capacità costante di adeguarci ad ogni mutamento socio – economico. E’ difficile affermarlo, ma l’obiettivo non è crescere, ma far sopravvivere la nostra Categoria, la quale deve trovare una nuova identità pur rimanendo fondamentale per il Paese negli adempimenti quotidiani che da sempre ci caratterizzano e verso i quali abbiamo da sempre dimostrato senso di responsabilità anche a fronte di costanti vessazioni e frustrazioni. Per molti dei servizi che prestiamo, anche in ragione della rapida evoluzione delle tecnologie digitali e dei big data, i clienti ci percepiscono sempre di più come una commodity al pari di un gestore telefonico o di un’assicurazione on line, non comprendendo più il valore aggiunto del nostro lavoro, e sono alla ricerca solo del minor prezzo. In un mercato deregolamentato ed invaso da altri player, e dal quale non si tornerà più indietro, il rischio di una sensibile diminuzione della qualità della prestazione professionale o della scorrettezza tra Iscritti è sempre più elevato. I giovani non percepiscono più l’utilità (e la conseguente fatica) di essere Dottori Commercialisti, i numeri dell’ultimo censimento sono impietosi. Ci piacerebbe molto sollecitare il vostro voto parlando di ESG, di economia circolare, di green economy, di temi “à la page” ecc., ma la realtà è molto diversa e questo è lo scenario in cui si troverà ad operare il prossimo Consiglio dell’Ordine, la cui missione, è bene ricordarlo, è garantire il cittadino circa la professionalità e la competenza dei suoi Iscritti. Occorre, infatti, partire dal basso, dalle esigenze degli Iscritti e dei cittadini senza la presunzione di cambiare il mondo pubblicizzando “obiettivi alla moda”. Anche noi Dottori Commercialisti saremo attori di questo cambiamento, ma l’attività di un Ordine è qualcosa di diverso: perseguire l’obiettivo della qualità 1 Indagine statistica 2018 sui Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, FNC settembre 2018 2 Rapporto 2020 sull’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, FNC novembre 2020 3
del nostro lavoro a tutela dei cittadini, delle imprese e di tutti i nostri clienti, così da ottenere quel riconoscimento dal mercato (e quindi maggiori opportunità di lavoro) che ci compete. Solo ridando dignità al nostro lavoro potremo adempiere a questo obiettivo e, indirettamente, favorire il lavoro degli Iscritti, i quali troveranno nuovi e migliori spazi lavorativi. La nostra Lista si rivolge alle Colleghe ed ai Colleghi di oggi che vogliono evolvere la loro attività ed i loro studi per adeguarsi alle mutate esigenze del mercato. Molti lo hanno già fatto, certamente, la qualità professionale del nostro Territorio è molto alta, ma noi vorremmo che lo facessero tutti, facendo proprio un cambiamento culturale e di approccio alla Professione, senza dimenticare la quotidianità degli adempimenti che ancora oggi rappresenta la principale fonte di incasso degli Studi. Solo se noi Dottori Commercialisti ci convinceremo per primi di questo cambiamento saremo in grado di comunicarlo all’esterno, ma prima lo dobbiamo trasmettere al nostro interno. Per tutto questo crediamo che la Professione debba adeguarsi da subito ai cambiamenti e che l’Ordine “sia il nostro futuro”, una casa comune in cui riconoscerci a dispetto di un mercato che dietro la scusa della libera concorrenza rischia di diminuire le garanzie per i cittadini in ordine alla qualità del lavoro, riducendo tutto a coperture assicurative. La formazione è quindi il punto principale del nostro programma, dalla quale discendono tutte le azioni ed il sistema di relazioni che la nostra Lista intende adottare. L’obiettivo deve essere la ricerca di una formazione di alta qualità e, soprattutto, meno autoreferenziale. Una formazione anche di nuova generazione, attraverso la quale erogare servizi di migliore qualità: organizzazione del lavoro e digitalizzazione dello studio e supporto ai clienti su questi temi, integrazione dei sistemi informatici tra Professionista e cliente, sono esempi di una formazione in costante evoluzione e che permetterà di stare al passo coi tempi. Attraverso la formazione sarà naturale promuovere anche l’aggregazione tra studi, nelle diverse forme possibili, così da valorizzare le specializzazioni, tra cui annoveriamo anche quella che qualcuno, con disprezzo, chiama “lavoro tradizionale”: nella nostra visione è una parte della Professione che rischia di ridursi nei prossimi anni, ma ciò non toglie che oggi e nel breve termine essa rappresenti un’attività molto complicata che necessita di costanti (quasi giornalieri) aggiornamenti. Aggregazione come strumento per unire specializzazioni e quindi elevare la qualità del servizio ai clienti, aiutando al contempo gli studi più fragili che da soli (in prospettiva) potrebbero avere delle difficoltà. 4
2) La formazione ed il rapporto con la Fondazione. Noi ci impegniamo affinché ogni Collega riceva un’adeguata formazione di base e specialistica, prevalentemente gratuita oltre a quella già prevista dalla legge. Una formazione moderna ed attuale, che sappia unire la visione del futuro e l’utilità nel presente: dove siamo e dove andremo. Un Ordine locale non è fonte di lavoro per un Iscritto, è inutile millantare questa possibilità: un Ordine deve garantire la qualità del lavoro dei suoi Iscritti a beneficio del cittadino e quindi mettere a disposizione dell’Iscritto gli strumenti necessari. Prima fra tutti la formazione. La formazione avverrà anche attraverso le Commissioni di Studio ed attraverso la Fondazione, che si dovranno coordinare con altre realtà formative quali la SAF o le associazioni locali, affinché non vi sia sovrapposizione e si eviti un eccesso di convegnistica. L’eccesso di informazione diventa rumore. Proseguendo in continuità con il Consiglio uscente, procederemo alla razionalizzazione delle Commissioni di Studio, riducendo quelle ridondanti o che su dati a consuntivo hanno avuto risultati insufficienti. L’attività delle Commissioni dovrà essere necessariamente coordinata con l’attività della Fondazione, alla quale verrà demandata la programmazione di tutta la formazione, oltre ai momenti di aggregazione tra Colleghe e Colleghi già presente. Oltre alla formazione tecnica, è necessario sviluppare ulteriormente le cosiddette soft skills (o competenze trasversali): lingue, informatica, comunicazione ecc., a cui aggiungere organizzazione e digitalizzazione dello studio. Per quanto attiene ai rapporti con la Fondazione, essi dovranno essere significativamente rivisti, con la separazione tra Ordine e Fondazione e la possibile stesura di un nuovo Statuto della Fondazione, definendo obiettivi comuni. Attraverso la Fondazione verranno messi a disposizione degli Iscritti anche servizi quali ad esempio convenzioni assicurative, software, banche dati, riviste specialistiche ecc., ricercati sul mercato attraverso procedure Anac che garantiscano trasparenza e libera concorrenza. Un tema che esploreremo è quello del coworking, non solo a favore delle / dei Colleghe / Colleghi più giovani, ma anche per coloro che hanno maggiore esperienza, in ordine alla possibilità di utilizzare spazi per riunioni, mini workshop ed eventi, come ormai da tempo sviluppato in città come Roma e Milano, così da ridurre la necessità di studi ampi e costosi, con spazi che saranno sempre meno utilizzati a seguito delle nuove tecniche di comunicazione. In aggiunta (o in alternativa), la Fondazione dovrà mettere a disposizione degli Iscritti i servizi offerti dal CNDCEC. 5
Affinché tutti gli Iscritti possano beneficiare di questi servizi pensiamo sia opportuno prevedere formule agevolative non solo per i giovani sotto i 35 anni, ma per tutti coloro che dimostrino di avere delle difficoltà connesse al regolare svolgimento della Professione (es. periodi di malattia) 3) La formazione ed il rapporto con il Tribunale di Bologna. Un punto fermo del nostro programma è il mantenimento del tirocinio dei praticanti Dottori Commercialisti presso il Tribunale di Bologna, che qualcuno vorrebbe abolire. Si tratta di un’opportunità importante per i giovani, che aiuta il buon funzionamento degli uffici del Tribunale presso i quali essi operano, riconosciuto da tutti i magistrati. Al contempo proporremo al Presidente del Tribunale una modifica dell’attuale “Protocollo di intesa per l’iscrizione e la permanenza dell’Albo di Ctu del Tribunale di Bologna” per quanto attiene agli obblighi formativi, affinché coloro che sono già iscritti all’Albo possano (doverosamente) aggiornarsi con le principali novità in materia, ma non ripetere periodicamente tutto il corso. Sempre in ordine al citato Albo, è nostra intenzione aprire un confronto con il Presidente sul percorso dei neo – iscritti finalizzato ad aggiungere esperienze professionali ai loro curricula, garantendo al Giudice professionisti adeguatamente formati non solo nella teoria e quindi una migliore rotazione degli incarichi, con un significativo vantaggio soprattutto per le / i giovani Colleghe / Colleghi. 4) La formazione per l’accesso a Registri ed Albi pubblici. Oltre a quanto esposto al punto precedente, la nostra Lista ritiene necessario che l’Ordine e/o la Fondazione organizzino tutti i corsi obbligatori per legge per l’accesso o il mantenimento dell’iscrizione in Registri ed Albi pubblici: revisori legali, gestori della crisi, curatori e commissari ecc. Ci faremo promotori presso il CNDCEC affinché si riesca ad unificare questa esplosione di Albi e Registri, con inutili, faticose e costose duplicazioni formative per noi Dottori Commercialisti che, nel loro insieme, squalificano di fatto l’iscrizione al nostro Albo. Questi corsi devono essere razionalizzati ed il più possibile accorpati, con percorsi formativi unitari con cui l’Iscritto possa adempiere all’obbligo dei crediti senza disperdere intere giornate di lavoro non per una doverosa formazione, ma per una inefficiente frammentazione. In tal senso è nostra intenzione aprire un dialogo con le altre professioni, in particolare con il mondo dell’avvocatura, affinché alcune iniziative vengano organizzate in comune, elevando quindi la possibilità di avere relatori qualificati e riducendo i costi. 6
5) La formazione ed il rapporto con le Università Oltre ai rapporti istituzionali tra Ordine de Atenei (vedi infra) occorre incrementare, mediante un costante confronto con i docenti delle materie di maggiore interesse per la professione, le occasioni di formazione a livello universitario. Le università sono, per natura ed in via istituzionale, i soggetti che devono essere coinvolti, a titolo gratuito, nella formazione delle Colleghe e dei Colleghi, anche attraverso la collaborazione con corsi altamente qualificati (come, ad esempio, i dottorati di ricerca). 6) I rapporti tra Colleghe e Colleghi: il corretto esercizio della Professione. La crisi del 2008 e l’attuale crisi dovuta alla pandemia ha purtroppo aumentato i casi di conflitto tra gli Iscritti, con particolare riferimento ad azioni di responsabilità nei confronti di coloro che rivestono cariche in imprese assoggettate a procedure concorsuali. La guerra dei prezzi ha contribuito ai “traslochi” di clienti. E’ quindi nostra intenzione verificare con grande attenzione la corretta applicazione del Codice Deontologico, e adeguati interventi sanzionatori, con particolare riferimento all’art. 15, comma 43 ed all’art. 16, invitando tutti gli Iscritti a segnalare comportamenti contrari. Troppo spesso abbiamo assistito ad azioni legali imprudenti (e a volte temerarie) che hanno segnato in modo ingiustificato la carriera professionale di un Iscritto, portando turbamento e sofferenza nella sfera affettiva, come pure abbiamo visto subentri ad una / un Collega eticamente inaccettabili. Anche per questo motivo sosterremo al livello nazionale l’obbligo della polizza assicurativa per gli amministratori di società. La nostra visione dell’Ordine è inclusiva e aggregativa, non divisiva tra Colleghe e Colleghi. Pur nel rispetto dei ruoli, e nella giusta prospettiva che chi sbaglia deve assumersi la sua responsabilità, le modalità devono essere diverse rispetto a quanto avvenuto troppo spesso in passato, perché i tempi della giustizia rischiano di arrecare danni poi difficilmente riparabili. L’Ordine deve, inoltre, vigilare sull’esercizio scorretto della nostra Professione da parte di soggetti non iscritti all’Albo, i quali non solo minano la nostra credibilità (in quanto troppo spesso chiamati impropriamente commercialisti), ma alterano il mercato non avendo i nostri costi (es. assicurazione obbligatoria) e la nostra formazione continua obbligatoria. 3 Il professionista deve astenersi dall’esprimere giudizi o dall’avviare azioni suscettibili di nuocere alla reputazione dei colleghi, senza fondato motivo. Non possono pertanto essere mossi addebiti di responsabilità disciplinare ai colleghi che avviano azioni risarcitorie contro altri colleghi, se i primi, sentite le giustificazioni dei secondi, destinatari dell’azione, hanno adeguatamente argomentato e documentato il rapporto di causalità tra la condotta e il danno che si vuole risarcito. 7
7) La trasparenza. La trasparenza ai sensi dei decreti legislativi n. 139/2005 e n. 33/2013 non può essere un punto di un programma elettorale: è un obbligo di legge. Discorso diverso è la trasparenza negli incarichi al fine di tutelare l’indipendenza del Dottore Commercialista, la sua autonomia e la sua capacità di essere realmente portatore di un sapere scientifico libero. Perché noi siamo prima di tutto “liberi” professionisti. La rotazione non come principio sterile, ma quale sinonimo di indipendenza. Un’efficacie rotazione è poi il fondamento dell’inserimento lavorativo dei giovani. Noi ci impegniamo affinché sul sito dell’Ordine vengano pubblicati tutti gli incarichi dei nostri Iscritti provenienti da qualsiasi soggetto Pubblico, sollecitando in tutte le Istituzioni una concreta rotazione (facendo attenzione anche agli incarichi a soggetti diversi, ma all’interno di uno stesso studio), pur nel rispetto della libera e doverosa scelta nelle nomine. La rotazione deve tenere conto dell’esperienza del candidato alla nomina e dell’importanza dell’incarico, una diversa modalità sarebbe incongruente con la qualità del lavoro alla quale ambiamo, ma allo stesso tempo un Ordine deve prima di tutto tutelare i terzi: nel caso di concentrazione degli incarichi c’è il rischio che il Professionista riduca la propria indipendenza dal soggetto che li conferisce. 8) L’OCC – Organismo di Composizione della Crisi. L’OCC è di estrema importanza per il nostro Ordine, soprattutto nella prospettiva di difficoltà economica causata dall’emergenza pandemica, ed in previsione della futura attuazione anche degli OCRI presso le Camere di Commercio. Un OCC attivo, dinamico ed efficiente non è solo occasione di lavoro per le Colleghe ed i Colleghi che vorranno affrontare questa esperienza, ma è un vero e concreto contributo alla nostra comunità. Le procedure di sovraindebitamento, come qualsiasi altra procedura che permetta ad un soggetto di riappropriarsi della propria vita e di non essere escluso dal circuito lavorativo, rientrano nel Dna dei Dottori Commercialisti e la nostra attività ha un valore sociale, anche perché in molti casi la ripartenza di una persona o di una impresa significa evitare infiltrazioni criminali nell’economia ed il baratro dell’usura, soprattutto in questo periodo storico in cui la criminalità è pronta ad immettere nel nostro sistema economico fiumi di liquidità. La nostra Lista ritiene necessario migliorare la gestione dell’OCC del nostro Ordine e rivederne il Regolamento, affinché, tra gli altri, ai Consiglieri ed ai Revisori in carica non possano essere attribuiti incarichi, adeguandosi alla maggior parte dei Regolamenti degli altri OCC, ponendo 8
attenzione anche agli incarichi a soggetti diversi, ma facenti parte della medesima struttura del Consigliere o del Revisore. E’ necessario che gli Iscritti abbiano maggiori informazioni sull’attività e sulle iniziative dell’OCC. Salve le limitazioni della normativa privacy, si dovrebbero pubblicare i principali provvedimenti del Tribunale in ordine alle procedure di sovraindebitamento ed aprire uno sportello dedicato ai quesiti dei gestori, i quali si trovano spesso soli ad affrontare problemi apparentemente semplici, ma che a volte rischiano di bloccare la procedura. Il rafforzamento e l’efficientamento del nostro OCC ci permetterà di sedere al tavolo dei futuri OCRI con maggiore autorevolezza. E’ nostra intenzione aprire un tavolo di confronto e di dialogo con l’OCC dell’Ordine degli Avvocati di Bologna, sia per la formazione dei gestori della crisi da sovraindebitamento (evitando anche in questo caso duplicazioni), sia per affrontare le crisi di maggiori dimensioni (si pensi al settore agricolo) con la medesima logica dei futuri OCRI. 9) I rapporti con il Consiglio Nazionale e con altri Ordini locali. Ci impegniamo a partecipare attivamente al Coordinamento Regionale, affinché il nostro Ordine abbia un ruolo da attore a livello regionale e nazionale, sostenendo adeguatamente ed in modo unitario il CNDCEC, così da risultare coesi e portatori degli interessi di una Categoria che deve essere più rappresentativa nelle sedi deputate alla emanazione di leggi e regolamenti, che troppo spesso non ci vedono adeguatamente rappresentati. L’Ordine di Bologna è tra i primi dieci in Italia e deve avere un adeguata rappresentatività a livello nazionale, anche attraverso una / un proprio Consigliere, da troppo tempo assente. Il nostro supporto al CNDCEC sarà indirizzato a tutte le iniziative, con particolare attenzione all’equo compenso. 10) I rapporti con le Istituzioni locali, i Pubblici Uffici e con altre associazioni di categoria. E’ nostra volontà consolidare e sviluppare i rapporti con le Istituzioni locali e con le altre Associazioni di categoria, dando maggiore impulso alle convenzioni ed ai protocolli di intesa già sottoscritti, con nuove sinergie soprattutto nell’ambito della formazione, così da diffondere in modo continuativo le nostre competenze ed il nostro sapere, ed al contempo permettere all’Iscritto una maggiore conoscenza della sua realtà territoriale. 9
Partendo dalla Camera di Commercio di Bologna, la casa di tutte le associazioni industriali, del commercio e dell’agricoltura, avvieremo costanti e continue interlocuzioni con tutte le associazioni di categoria. Il nostro Ordine appartiene ad una comunità, ad un Territorio, e la nostra attività ci permette di avere contatti quotidiani con ogni realtà economica e sociale, con imprese e con persone. E’ nostra intenzione creare uno spazio on line (nel sito dell’Ordine) in cui tutti gli Iscritti potranno comunicare istanze, problemi, inefficienze di Pubblici Uffici e Pubblici Servizi che possano compromettere la qualità del servizio offerto, cosicché l’Ordine, una volta verificata la consistenza e l’utilità per la generalità degli Iscritti, possa aprire un tavolo di confronto. 11) I rapporti con le associazioni sindacali e le casse di previdenza. I sindacati sono un valore imprescindibile nella rappresentanza e tutela della Categoria, ed è nostra intenzione rafforzare il dialogo con tutte le sigle sindacali. Siamo però contrari a giorni fissi d’incontro con i sindacati, perché la porta del Presidente (e dell’intero Consiglio) deve essere sempre aperta a tutti gli Iscritti, portatori di proposte e critiche (costruttive). Fissare dei giorni è solo apparentemente una proposta di maggiore democrazia, ma all’opposto è una limitazione a quel dialogo costante che deve caratterizzare un Consiglio vicino agli Iscritti. Con le Casse di Previdenza è invece nostra intenzione fissare un incontro almeno con cadenza annuale, creando con questi Enti un rapporto di collaborazione che permetta di avvicinare tutti gli Iscritti al mondo della previdenza. E’ necessario sollecitare un’interlocuzione diretta con i funzionari delle Casse, anche attraverso i nuovi strumenti informatici, affinché gli Iscritti possano avere adeguate risposte in ordine alle future aspettative di reddito, sulle attività a sostegno in termini di assistenza e di previdenza, nonché di tutte quelle notizie previdenziali ed assistenziali di cui necessita ogni iscritto. 12) I rapporti con l’Università e le scuole medie superiori: la comunicazione ai giovani della professione di Dottore Commercialista. Fermo restando quanto già indicato con riferimento al profilo della formazione, quando si parla di giovani si pensa quasi sempre ai tirocinanti o agli studenti universitari: l’esperienza (Progetto Scuola) con gli studenti delle scuole medie superiori durante gli incontri presso i loro istituti ci ha dimostrato che i giovani non hanno idea di cosa sia la nostra Professione. Nel migliore dei casi la maggior parte di loro pensa che “facciamo pagare le tasse”. 10
Dobbiamo quindi continuare, ed anzi incrementare, gli incontri presso le scuole medie superiori e rappresentare agli studenti le opportunità derivanti dall’iscrizione all’Ordine, anche con iniziative aggregative su temi specifici e di attualità. I rapporti con l’Università dovranno essere ancora più rafforzati, oltre alla già importante collaborazione in essere. E’ nostra intenzione proporre al Preside di Economia e Commercio un accordo di collaborazione con i professori di alcune materie del corso di laurea affinché inseriscano nelle loro lezioni alcune ore di “pratica” tenute (su base volontaria) da Iscritti all’Ordine, affinché i giovani possano conoscere meglio la nostra Professione. Altri player di mercato sono maggiormente conosciuti dagli studenti universitari, mentre il mondo professionale è meno noto: nessuna contrapposizione, ma solo la volontà di far sentire anche la nostra voce, ci siamo anche noi. Inoltre, dovremo aprire un tavolo di confronto con l’Università in ordine all’esame di stato per l’abilitazione alla Professione, cercando di comprendere le ragioni di una ridotta presenza di iscritti all’esame a Bologna. 13) Il tirocinio negli studi professionali. Il tirocinio deve garantire con la medesima importanza la conoscenza dei nostri principi etici e della pratica professionale, affinché il giovane cresca anche nella comprensione ed applicazione delle regole deontologiche. Il rapporto tra praticante e dominus deve essere di reciproco rispetto: il praticante deve frequentare lo studio con continuità rispettando le indicazioni del dominus, il quale deve riconoscere al praticante un adeguato compenso così da favorirne ed incentivarne l’impegno ed evitare le situazioni patologiche della “sola firma”. Sarà nostra cura verificare tali obiettivi con un adeguato controllo per monitorare l’effettività del tirocinio stesso. 14) I rapporti con gli altri Ordini professionali. Il mondo delle Professioni è sempre più visto come un antico retaggio corporativo, i tentativi per abolire gli Ordini sono all’ordine del giorno, ed anche durante l’emergenza pandemica si è potuta verificare la scarsa attenzione verso il mondo professionale. Pur nel rispetto delle proprie identità, dobbiamo non solo proseguire, ma sviluppare ulteriormente le interazioni ed i confronti con tutte le altre Professioni intellettuali, per essere portatori di interessi comuni nelle sedi istituzionali dove necessario. 11
Il confronto deve uscire anche dai nostri confini, con la costituzione di una Commissione in seno all’Ordine che, anche con il confronto ed il supporto del CNDCEC, ci fornisca un quadro delle professioni simili alla nostra nei principali paesi europei. Inoltre, l’approccio interdisciplinare ad un numero sempre maggiore di problemi e tematiche formative, consiglia che sugli argomenti di maggiore interesse l’organizzazione della formazione venga effettuata congiuntamente da più Ordini e/o Fondazioni. 15) Comunicazione e lobby. La comunicazione non è certamente l’ultimo punto della nostra Lista, ma è una diretta conseguenza del nostro programma. Se saremo capaci di attuarlo, la comunicazione verrà in automatico, dalla nostra presenza nel tessuto economico e sociale del nostro Territorio, nelle scuole, all’Università, nei rapporti con le Istituzioni locali, con la Pubblica Amministrazione, con gli altri Ordini ecc. Una comunicazione basata sui fatti, sui rapporti, sulla presenza, su azioni concrete che trasmettano ai terzi chi siamo e cosa facciamo, con la nostra professionalità e la nostra autorevolezza. E’ inoltre necessario smettere di aver paura di usare la parola “lobby”, un’attività che se svolta in modo trasparente è fondamentale per ogni soggetto che voglia sedere in tavoli istituzionali per portare la voce dei propri rappresentati. Dobbiamo essere presenti in ogni consesso locale e regionale in cui vengano emanate norme, regolamenti ecc., con la delega ad uno o più Consiglieri al pari del modello di un “ufficio legislativo”. Parallelamente continueremo con la comunicazione istituzionale, con un uso più massivo ed efficiente dei social, i quali raggiungono un numero maggiore di soggetti, ma a con costi significativamente inferiori, ma rimaniamo convinti che la nostra vera comunicazione siano le nostre azioni e la nostra presenza sul Territorio. 12
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