PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" - Riflessioni - Associazione Movimento Tra Noi
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PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO “TRA NOI” Anno LXIV 1 / 2019 PER LA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA Riflessioni Formazione Un solo popolo Rivelazione: un faccia a faccia
Periodico mensile del Movimento “Tra Noi” EDITORIALE Aperti alla speranza Direttore responsabile: Matilde Gana Coordinamento redazionale: Antonella Simonetta, Antonio Casile Fotografie: Archivio fotografico “Tra Noi” I Fotocomposizione e stampa: Mancini Edizioni s.r.l. - Roma Cell. 335.5762727 - 335.7166301 l peso dell’anno passato lo abbiamo consegnato alla misericordia di Dio ed ora Redazione centrale: Via Machiavelli, 25 - Roma Direzione, amministrazione e redazione “Tra Noi”: avanziamo fiduciosi verso il Nuovo Anno. Saranno giornate luminose, ore liete e ombre, prove e forse dolori. Via Monte del Gallo, 113 - 00165 Roma Tel. 06.77200309 - 06.39387355 - Fax 06.39387446 movimentotranoi@virgilio.it www.movimentotranoi.it Li vogliamo tutti vivere come sorprese di Dio con lo stupore di figli di un Padre Tra Noi viene inviato gratuitamente chiunque ne fac- cia richiesta. Si sostiene grazie al contributo volonta- buono che comunque, anche nel mistero, si manifesta come Amore. rio dei Membri del Movimento “Tra Noi” e alla gene- rosità dei lettori a cui stanno a cuore questa rivista e È la nostra speranza che può darci gioia, è la nostra fede che può darci la forza di le sue finalità. superare le difficoltà nella certezza che la Carità anche dei piccoli gesti produce CCP n. 26933002 intestato a: Associazione “Tra Noi” frutti di pace e serenità. via Machiavelli, 25 - 00185 Roma Uscire da noi per vivere negli altri, con loro e, se necessario per loro, essendo chia- mati ad accogliere tutti, sempre, per primi e con gioia. Per richiedere l’abbonamento o per qualunque corrispondenza contattare il Tra Noi. Raccomandiamo di comunicare tempestivamente qualun- que cambio di indirizzo onde evitare inutili spese postali. La novità dell’anno apre orizzonti vasti di impegno e responsabilità nella costru- Sped. abb. post. Art. 2 Comma 20/C L. 662/96 Filiale di Roma Aut. Tribunale di Roma n. 277 del 15 maggio 1952 zione di una società più “umana”, senza violenza e guerre, forse con il silenzio Finito di stampare: Gennaio 2019 operoso ed eloquente, che sappia proporre uno stile di vita che supera i conflitti e le divergenze per prospettive di pace e serenità. IN QUESTO NUMERO 2 Editoriale Don Plutino sottolinea l’esigenza di vivere in modo autentico la nostra missione Aperti alla speranza per stabilire un nuovo linguaggio nella convivenza umana: quello dell’accoglienza che si fa dialogo, riconciliazione, sostegno e tenerezza per tutti. 3 Camminiamo insieme L’esperienza di una tranoista ci mostra come nel quotidiano, vissuto nelle sempli- Beati gli operatori di Pace cità dell’ascolto e dei piccoli gesti d’amore si costruisce un popolo nuovo: quello dei 5 Riflessioni figli di Dio in una fraternità universale. Un solo popolo È necessario però ridestare la coscienza, ci ricorda Mario Chiaro, rendersi consa- 6 Attualità pevoli della responsabilità di un mondo nuovo, di una pace per tutti e per sempre. Ridestare la coscienza Sua Eccellenza Mons. Gianfranco Ravasi sottolinea l’importanza della formazione dell’Europa: le sue radici in un faccia a faccia con la propria vocazione e missione. San Luigi Orione sollecita cristiane il coraggio della nostra fede e la grande confidenza in Dio, se vogliamo portare la pace e la giustizia. 8 Formazione Le gocce di spiritualità ci presentano la primavera di Maria, donna tra le donne del Rivelazione: un faccia a Suo tempo fattasi per ogni tempo modello e madre. faccia Nell’angolo dell’arte Giulia ci parla degli angeli facendoci gustare la gioia della loro 10 Nello spirito di don Orione presenza vigile in mezzo a noi attraverso la bellezza trasmessa dagli artisti. Il coraggio che viene Nelle pagine di In diretta dal Movimento, questo numero più ampio, oltre a da- dalla fede re conto del tradizionale omaggio floreale alla Salus Populi Romani, Vito Cutro 11 Gocce di spiritualità ci dona l’esperienza del Convegno Famiglie, gli amici del Centro Santa Chiara ci La primavera di Maria raccontano dell’iniziativa del mercatino di Natale, poi la giornata di spiritualità in preparazione al Santo Natale e la festa della solidarietà che questo anno è stata vis- 15 Il racconto suta assieme all’Associazione Gocce di fraternità con il concerto Armonie e… per Un piccolo gesto gentile concludere la entusiasmante e preziosa Fanfara dei Carabinieri. 16 L’angolo dell’arte LA REDAZIONE Sotto l’ala degli Arcangeli 19 In diretta dal Movimento 19 La gioia di sentirsi “A tut i i let ori famiglia 22 Mercatino di Natale auguriamo che il Nuovo Anno 22 Festa di Solidarietà 23 L’omaggio alla Madonna sia colmo dell’Amore che Dio Padre nutre per noi”
1/2019 La voce del Padre Camminiamo insieme “Beati gli operatori di Pace” (Mt 5,9) «M igliaia di volte colloquio e della convivenza umana e cristiana. abbiamo sentito Dobbiamo partire da presupposti veri perché la risuonare ai no- pace diventi realtà, rinnovare e vivificare i nostri stri orecchi questa parola, pace, che rapporti con Dio, vera sorgente di pace e di amore, Dio creatore ha messo nel profondo del perciò la pace è riconciliazione con Dio, è giusti- cuore di ogni uomo. zia. «Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del Gesù ne fa una beatitudine: «Beati...». diritto e perenne sicurezza» [Is 32, 17). Da millenni l’uomo cerca di vivere que- «Anche se i monti si spostassero e i colli vacil- sta «pace» ma non sempre o quasi mai lassero non si allontanerebbe da te il mio af- con i mezzi adatti a dargli la pace. Dio, fetto, né vacillerebbe da te la mia alleanza nella sua bontà ha mandato il di pace» (Is 54,10). suo Figlio Unigenito a portarci La pace è riconciliazione ma la pace e ad insegnarci dove e è anche frutto dello Spirito come dobbiamo cercarla. Santo. Quando parliamo di pace non «È amore pace, gioia, con- dobbiamo fermarci solo all’assenza di cordia... (Gal 5, 22). Il regno di guerre, ma dobbiamo scendere in tutti i setto- Dio non è questione di cibo o di be- ri della vita sociale e comunitaria incominciando vanda, ma è pace, gioia dello Spirito dalla famiglia dove vengono costruite le cellule Santo » (Rom 14, 17). della società. La pace che ci offrono Dio e la Siamo dei battezzati, dei consacrati per il bene co- Chiesa non è quella delle super- mune, per la glorificazione di Dio fra gli uomini, potenze o dei regimi totalitari dei serbatoi di pace, di concordia e di amore che perché non viene dal di dentro dobbiamo diffondere nel mondo. Non dobbiamo e dell’uomo e perciò non lo trasfor- non possiamo ‘rinunciare a questo nostro privile- ma per inserirlo in una società di fratelli. gio; noi dobbiamo essere a fianco del Papa instan- Se l’umanità vuole conseguire la pace deve fare cabilmente sempre vicini, pregare, soffrire con lui una profonda riflessione per non lasciarsi ingan- combattere con la parola e con le opere perché nare dalle varie ideologie, perché la vera pace si stabilisca un nuovo linguaggio, il linguaggio del consiste nella conversione dell’uomo all’unico Dio: 3
1/2019 Camminiamo insieme «Convertitevi e credete al Vangelo» ci dice il Prin- naffiare la terra. cipe della pace, cioè alla fraternità, all’amore che Per missione siamo stati chiamati da Dio ad esse- crede, che spera in un avvenire migliore. re operatori di pace per essere suoi figli. Vogliamo Questa nuova forza è quella del Vangelo che ha la rinunciare e permettere che il male, la violenza, la capacità di scuotere il nostro torpore e farci vivere droga, |a distruzione prendano il sopravvento? come cristiani luce del mondo e sale della terra, Coraggio ci vuole e violenza con noi stessi per usci- non per illuminare le miniere di oro o di altri me- re da una situazione che sa di droga: l’indifferenza, talli, ma la coscienza dei nostri fratelli per indurli il disinteresse, il pensare che «lo fanno gli altri». al dialogo, per suscitare in essi il vero desiderio Non abbiamo il potere di delegare altri a compiere della pace. la nostra missione di discepoli di Gesù, di cristiani Il mondo non si cambia soltanto a parole e la pace e di portatori di pace e di amore: La nostra è mis- non viene dai grandi cortei di parte dove in nome sione personale. della pace si seminano odio, sopraffazioni e divi- Il nuovo anno ci trovi svegli e ben disposti a com- sioni. piere con gioia la nostra missione ed è questo l’au- Non siamo dei conformisti, tanto meno di quelli gurio che vi faccio: che la nostra gioia trabocchi che vogliono cambiare il mondo per i loro interes- dai vostri cuori ed invada tutti gli ambienti e tut- si, ma coloro che si sentono responsabili di tante to illumini con quella luce che Gesù ha messo nel vittime innocenti è di tanto sangue che continua- cuore di ognuno di noi. • mente, unito a quello di Abele il giusto, va ad in- d. S. P. 1983 4
1/2019 Riflessioni Un solo popolo E ro in parrocchia verso le tuoi nipoti ne hanno una in più”. tu non sei italiana, tu sei una tredici: dovevo sostituire Meravigliata della richiesta dico sinta come me”. E si allontana una adoratrice. La grande che non lo so, ma cercherò di definitivamente. chiesa era vuota e, inginocchia- informarmi e se possibile gliela Volevo mantenere la promessa e ta, tentavo di raccogliermi ed procurerò. tornando in ufficio chiedo ad una adorare il Santissimo esposto. “Me la porti domani?” chiede collega se per caso i suoi figli, or- Mi accorgo che furtivamente vie- soddisfatto. “No, sicuramente mai grandicelli, avessero una bi- ne ad inginocchiarsi vicino a me per domani non riuscirò ad avere cicletta che non usano più. un ragazzo di circa dieci anni. Mi quanto mi chiedi” “Allora, quan- L’avevano nella casa al mare. A chiede “qualche soldino” e dopo do la procuri portala qui, ma non fine settimana si recano là e ve- averlo ricevuto si allontana. Pas- consegnarla a don O. perché non dono che aveva bisogno di alcu- sano dieci minuti e ritorna, si in- mi può vedere, piuttosto dalla al ne riparazioni: i ragazzi provve- ginocchia e mi domanda se può parroco”. Nuovamente si allon- dono a sistemarla ed il marito a pregare con me. Provo a recitare tana, mentre cerco di riflettere a verniciarla. Era diventata nuova, insieme il Padre Nostro, ma mi chi potermi rivolgere per ottene- splendente. accorgo che non lo sapeva. re quanto lui desidera. Me la porta in ufficio il lunedì: mi Domando come mai a quell’ora è Ma ritorna, si siede accanto e mi in chiesa e se è andato a scuola. emoziono, insieme si riescono a chiede: “Sei italiana?” Alla mia Mi risponde affermativamente e risolvere anche i piccoli desideri risposta affermativa replica: “No, che sta aspettando la mamma di uno zingarello e tutti viviamo che deve venire a prenderlo: sono l’esperienza di un amore fraterno sinti ed abitano in un accampa- disinteressato. mento alla periferia. Consegno la bicicletta al parroco Si allontana nuovamente e ed il piccolo amico non l’ho più dopo poco ritorna e si siede rivisto, ma ho imparato a sen- accanto a me. “Mi potresti re- tirmi sinta, come lui. • galare una bicicletta? Forse i Una tranoista 5
1/2019 Attualità A sessant’anni dai Trattati di Roma Ridestare la coscienza dell’Europa: le sue radici cristiane di Mario Chiaro L’ Europa è ormai entrata co- dio Oriente e Africa, il programma pagate; l’Unione e leader mondiale me voce imprescindibile nei del nuovo presidente americano; nella lotta contro il cambiamento programmi politici dei par- b) la crescita interna all’Unione di climatico. titi presenti nelle 27 nazioni ade- spinte antieuropeistiche, di nazio- renti (dopo l’uscita a fine marzo nalismi, di forze xenofobe anche Tra crisi e successi del Regno Unito, la Brexit) e ac- di fronte alle massicce migrazioni; L’Europa ha avuto per 70 anni cende forti dibattiti e divisioni al c) l’atteggiamento delle elites fa- una pace e una prosperità mai momento delle elezioni nelle va- vorevoli all’Europa, che mostrano raggiunti prima: questo fatto im- rie nazioni. Alla luce di molteplici ormai poca fiducia nell’integra- pegna i cristiani a non dimenti- sondaggi, appare chiaramente che zione politica degli stati membri care mai che l’intera costruzione la fiducia dei cittadini (oggi oltre e scetticismo verso i valori della dell’Europa è un progetto di pace. 510 milioni) nel progetto euro- democrazia liberale. Per ripartire In Europa oggi preme la crisi eco- peo e giunto ai minimi storici. Il non bisogna comunque dimen- nomica, in cui i più deboli hanno 31 gennaio 2017, poco dopo l’in- ticare i risultati positivi raggiun- pagato il prezzo più alto; c’è un’e- sediamento di Donald Trump al- ti in questo difficile cammino di mergenza umanitaria per l’arrivo la Casa Bianca, il presidente del integrazione: l’UE e la più grande alle frontiere di migliaia di perso- Consiglio europeo, Donald Tusk, alleanza di democrazie del mon- ne in cerca di un luogo sicuro dove ha dichiarato espressamente che do; l’euro è la seconda valuta di vivere; incombe la minaccia del le attuali sfide per la UE sono «le riserva più importante nel mondo; terrorismo, che colpisce ristoranti, più pericolose mai fronteggiate da i 27 paesi membri sono il maggior teatri, strade, instillando la paura quando e stato firmato il Trattato blocco commerciale del mondo; il e minando l’apertura e la fiducia di Roma». In particolare si riferiva a divario salariale tra uomini e don- verso l’altro. tre minacce: a) la nuova situazio- ne e sceso al 16%; l’aspettativa di Per i vescovi europei le linee per ne geopolitica del mondo e intor- vita e superiore di otto anni alla il futuro sono quelle della Dottrina no all’Europa (protagonismo della media mondiale (oltre 79 anni); sociale della Chiesa: «La sussidia- Cina, la politica russa verso i paesi tutti i lavoratori hanno diritto ogni rietà e, cioè, capire quando pren- vicini, terrorismo e guerre in Me- anno a quattro settimane di ferie dere le decisioni a livello europeo e quando, invece, è più proficuo che queste decisioni vengano prese nei singoli paesi. Sussidiarietà dunque, un principio assolutamente necessario per ri- 6
1/2019 Attualità guadagnare la fiducia dei popoli. E il luogo di culto. In questo conte- tà e maturazione della persona. poi la solidarietà. Se, per esempio, sto occorre riconsiderare il ruolo Occorre creare imprese virtuose non abbiamo idea su come risol- costruttivo della religione nell’edi- che sono «il miglior antidoto agli vere il problema della disoccupa- ficazione della società e l’opera di scompensi provocati da una glo- zione in paesi come Spagna e Ita- favorire il dialogo, come responsa- balizzazione senz’anima, una glo- lia, l’Europa faticherà ad avere un bilità basilare della politica. balizzazione “sferica”, che, più at- futuro. Non è più possibile, quindi, L’Europa come ambito inclusivo tenta al profitto che alle persone, dire: questo e un problema che deve quindi superare un frainten- ha creato diffuse sacche di pover- non mi appartiene. È un problema dimento di fondo: inclusione non è tà, disoccupazione, sfruttamento e comune. Lo sviluppo dell’Europa sinonimo di appiattimento indiffe- di malessere sociale». deve poggiare su una solida co- renziato. Al contrario, si è autenti- L’Europa come promessa di pace, lonna sociale perché se le persone camente inclusivi allorché si sanno con credenti che siano operatori non hanno un futuro, se i giovani valorizzare le differenze, assumen- di pace: questo non significa solo non riescono a trovare un lavoro, dole come patrimonio comune e adoperarsi per evitare le tensioni, se le famiglie faticano a costruirsi arricchente. In questa prospettiva, per porre fine ai conflitti che in- un avvenire, non e possibile avere i migranti sono una risorsa più che sanguinano il mondo o per recare fiducia nel progetto europeo». In un peso. I cristiani sono chiamati sollievo a chi soffre. Essere opera- un mondo dove le persone sono a meditare seriamente l’afferma- tori di pace significa farsi promo- più interconnesse e vicine tra loro, zione di Gesù: Ero straniero e mi tori di una cultura della pace. Il ritornare a un mondo chiuso in se avete accolto (Mt 25,35), soprat- papa ha richiamato simbolicamen- stesso, ritornare ai particolarismi, tutto davanti al dramma di profu- te i cento anni dalla battaglia di non è possibile. La Chiesa ha per ghi e rifugiati. Non si può pensare Caporetto, l’apice di una guerra di missione, soprattutto qui in Eu- che il fenomeno migratorio sia un logoramento: «Da quell’evento im- ropa, quella di mettere insieme le processo indiscriminato e senza pariamo che se ci si trincera dietro persone e mostrare che “è possibi- regole, ma non si possono nem- le proprie posizioni, si finisce per le vivere insieme con le differenze”. meno costruire muri d’indifferenza soccombere. Non e dunque que- La Chiesa, di fronte alle crisi, può o di paura. Da parte loro, gli stes- sto il tempo di costruire trincee, dire che e possibile trovare vie di si migranti hanno l’onere grave di bensì quello di avere il coraggio di dialogo, ma per riuscirci occorre conoscere, rispettare e anche as- lavorare per perseguire appieno il essere aperti agli altri e non solo similare cultura e tradizioni della sogno dei padri fondatori di un’Eu- interessati al “Il mio Paese, prima” nazione che li accoglie. ropa unita e concorde, comunità di (My Country, first). L’Europa come spazio di solidarietà popoli desiderosi di condividere un Secondo il papa, persona e comu- significa pensare una comunità in destino di sviluppo e di pace. • nità sono le fondamenta dell’Eu- cui ci si sostiene a vicenda. ropa che i cristiani possono con- Permane dunque il dovere di edu- tribuire a costruire. I mattoni di care i giovani: compito comune di tale edificio si chiamano: dialogo, genitori, scuola e università, isti- inclusione, solidarietà, sviluppo e tuzioni religiose e società civile. pace. L’Europa come luogo di dia- L’Europa come sorgente di svilup- logo richiama il ruolo dell’agorà po integrale per la promozione di antica, la piazza della polis, spazio ogni uomo e di tutto l’uomo. Allo di scambio economico, cuore della sviluppo dell’uomo contribuisce il politica, posto in cui si affacciava lavoro, fattore essenziale di digni- 7
1/2019 Rivelazione: FORMAZIONE un faccia a faccia di Gianfranco Ravasi Cardinale, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura I mmaginiamo un palco sul quale viene fatta sfi- Del Buono che sviluppa il tema: «Non c’è nulla di più lare una serie di personalità della storia culturale sconosciuto della faccia di una persona che conosci; dell’Occidente e un presentatore chiede loro una se la guardi a lungo, diventa non so cosa, un pae- definizione del “volto”. Il primo è Cicerone che in saggio». Fermiamoci qui, in questo spettacolo forse latino esclama: «Imago animi vultus», il viso è uno un po’ stravagante che, in realtà, potrebbe essere di specchio dell’anima. E aggiunge: «indices oculi», cioè molto dilatato perché il volto è uno dei simboli mag- gli occhi ne sono lo svelamento. Poco dopo, ecco giori della nostra comunicazione. Plinio ripetere: «In oculis animus habitat», e qui non Esso è tutt’altro che una mera sequenza di piani, di c’è bisogno di traduzione. E, secoli dopo, Ariosto a forme e di organi; è un palinsesto di messaggi na- sospirare: «Se, come il viso, si scosti ma decifrabili, tanto che Michelangelo in un mostrasse il core!». Poi è la vol- suo sonetto, echeggiando Dante, ribadiva che l’ani- ta di Jean La Bruyère, pensatore ma si affaccia tutta dai nostri occhi. Ed è così vero francese del Seicento: «Un bel che, quando due innamorati che siano veramente viso è più affascinante di tutti tali hanno esaurito tutte le loro parole, si guardano gli spettacoli». Un secolo do- in viso e si fissano negli occhi in silenzio e quell’in- po, ecco lo scienziato e scrit- crocio di sguardi è molto più eloquente del linguag- tore tedesco Georg Christoph gio delle labbra. Lichtenberg a ribadire che «la Che cosa dire, poi, del “ritratto”, cioè del volto di- più interessante superficie del pinto, uno dei capitoli fondamentali nella storia mondo è quella del volto uma- dell’arte, a partire dall’icona cristiana (è già san Pao- no». lo a definire Cristo eikón del Padre in Colossesi 1,15), Minaccioso è il grande procedendo in mille raffigurazioni di santi, di re, di francese Albert Camus vescovi, di cavalieri e di gente comune? Non è solo che dichiara: «Ahimè, il sorriso enigmatico della Gioconda o quello sotti- Leonardo: “La dama dopo una certa età le della Dama con l’ermellino o il volto impenetra- con ognuno è responsabi- bile del Musico, opere tutte di Leonardo, ma anche l’ermellino” le della sua faccia». A la faccia “scomposta” della Donna seduta di Picasso Cracovia, Museo questo punto fermiamo o il curioso Autoritratto (un genere dalla diffusione Nazionale la sfilata con un’ultima sterminata) con l’aureola di Gauguin presente nella Paul figura che entra in sce- National Gallery di Washington, e così via. Gauguin: na, cronologicamente È interessante notare che nell’Antico Testamento “Autoritratto con aureola” ancor più vicina a noi “davanti a...” si esprime con lipnè-, che letteralmen- Washington, (anche se già dimenti- te significa “davanti al volto di...”. Panim, la “faccia” National Gallery cata), lo scrittore Oreste di una persona, è in ebraico un vocabolo plurale of Art 8
1/2019 che denota la complessità di un volto che — come FORMAZIONE si diceva — non è mai un mero fenomeno di pelle, organi, carne e teschio, ma un vero e proprio segno espressivo di comunicazione. E per questo che spes- so nella Bibbia il viso indica l’interiorità stessa di una Isaia nel giorno della sua visione profetica persona come, ad esempio, avviene nel caso di Cai- re rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace». I no invidioso di suo fratello Abele: «Caino era molto fedeli sono definiti come «coloro che cercano il volto irritato e il suo volto era abbattuto» (Genesi 4,5). O di Dio» (Salmo 24,6; 27,8-9), così come, nel giorno come accade in positivo ad Anna, la futura madre del peccato e del giudizio, si dice che «il Signore na- del profeta Samuele: dopo aver sentito il sacerdote sconde il suo volto». Eli assicurarle che il Signore avrebbe esaudito la sua In questo contrappunto tra il mistero del volto divino speranza di generare un figlio, «il suo volto non fu e la sua rivelazione e contemplazione si ripropone più come prima» (1 Samuele 1,18). il nesso tra la trascendenza di Dio e la sua imma- L’attenzione della Bibbia (come in tutte le religio- nenza, ossia tra il suo essere differente e superiore ni) punta, però, su una faccia misteriosa e glorio- alle facoltà umane ma al tempo stesso il suo essere sa, quella di Dio. Proprio perché il volto designa la persona che opera, parla, interviene nella storia, ma- persona stessa, è facile comprendere come “vede- nifestandosi come salvatore. Naturalmente l’apice re il volto” divino sia vietato all’uomo, tant’è vero di questo incontro con l’uomo è raggiunto da Cristo che si riteneva che non si potesse sopravvivere a che è in sé il Figlio di Dio, «irradiazione della sua quell’esperienza. Significativa è la reazione di Isaia gloria e impronta della sua sostanza» (Ebrei 1,3), ma nel giorno della sua vocazione profetica: «Ohimè! che è anche Gesù di Nazareth con una faccia umana Sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure percepibile, visibile e vivente. Si riesce allora a com- io sono [...]; eppure i miei occhi hanno visto il re, il prendere la frase di Giovanni: «Dio nessuno l’ha mai Signore degli eserciti!» (6,5). Anche Mosè, che pure visto, ma proprio il Figlio unigenito, che è nel seno dialogava con Dio come un amico parla col suo ami- del Padre lui lo ha rivelato» (1,18). • co («bocca a bocca io parlo con lui». Numeri 12,8), al suo desiderio di contemplare in pienezza e sen- za schermi la gloria del volto divino, riceve questa Antonello risposta netta di Dio: «Tu non potrai vedere il mio da Messina: volto, perché nessun uomo può vedermi e restare “Salvator Mundi” vivo. [...] vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si Londra, può vedere» (Esodo 33,20.23). National Gallery Eppure nella Bibbia, attraverso il ricorso all’antropo- morfismo, cioè a un modo simbolico per parlare di Dio, del Signore noi conosciamo gli occhi che scruta- no gli uomini, la bocca che pronuncia oracoli e mes- saggi, le orecchie che ascoltano, persino il naso che sbuffa nell’ira. Anzi, nel Salterio progressivamente si delinea l’idea della possibilità di “vedere il volto di Dio” quando si accede al tempio nella preghie- ra (Salmi 11,7; 17,15; 42,3), così come la faccia di Dio che risplende sul suo popolo è segno di felicità e protezione, secondo quanto dice la bella benedizione “sacerdotale” di Numeri 6,25-26: «Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signo- 9
1/2019 C oraggio e fede Il coraggio Nello spirito di don Orione e pace grande di spirito! Nei servi di Dio, e più in quelli che sono Figli della Divina Provvidenza, non che viene dalla fede deve mai entrare alcuno scoraggiamento, appunto perché siamo Figli della Divina Provvidenza. Noi siamo soldati di Gesù Cristo, e però non dobbiamo temere, ma aumentare un coraggio superiore di gran lunga alle forze che sentiamo, perché dove finiamo noi, là comincia l’azione di Dio che è con noi! Sarebbe sconveniente assai perdere il coraggio sotto un tale Padrone e Duce. Confidenza in Dio! Confidenza in Dio! Confidenza in Dio! Nulla di più caro al Signore che la confidenza in Lui! La nostra debolezza non deve sgomentarci, ma dobbiamo considerarla come il trionfo della gloria di Gesù Cristo. 10
1/2019 La primavera Spiritualità di Maria Don Marco Pozza L’annuncio dell’angelo a Dio. Oppure a Maria. trario: l’annunciazione dell’arcangelo al Cielo. Quel postino, venuto con un messaggio da recapitare, P Gocce di er migliaia d’annate si erano riversati addosso rincasò con una risposta da consegnare: “Dio, Ma- quell’eterno dubbio, il punto-forte di Lucifero: ria ha accettato l’invito”. Solo in-andata, potrebbe “Dio, dove sei?” Satana, nel frattempo, amava anche apparire come una chiamata-senza-risposta. dilettarsi nel maneggiare l’arnese del sospetto: “Era- Andata e ritorno, pare ancora oggi la risposta più vate state avvisati: un Dio così non è affidabile”. Un folle alla domanda più invadente: “Ci stai? Ci sto!” giorno, era mattina presto, Dio battè-un-colpo: entrò Dopo quell’annuncio-con-risposta, fu chiaro a in punta di piedi nella storia, quando il popolo me- no se l’aspettava: «Ave Maria, il Signore è con te» (Lc 1,28). Con-te: eccolo dov’è andato a confinarsi Dio, ecco la tenda dell’incontro. Una preposizione, tra le più minute della grammatica, per fare luce sulla posizione più irriverente della divinità: “con”, com- plemento di compagnia, complimento di vicinanza, mai-più-soli. «Non temere!», più che un grido è una constatazione: che cosa temere di un Dio che chiede- asilo nel grembo di una donna? Maria non teme più nulla dopo quell’annuncio rocambolesco, nemmeno ha timore d’infastidire Dio: «Come è possibile?» (Lc 1,34) Credere non è rassegnarsi, è invitarsi al dialo: il Cielo si annuncia a Maria, lei gli annuncia che lo invita a sedersi, per parlarne. Chiedere e ascoltare: questa è la nostra fede. Poi non sarà tutto chiaro, non ci sarà nulla di chiaro. Pare ovvio: Dio non parla come l’uomo. Dio è Dio, l’uomo è l’uomo, non è Dio. Con-Dio, però, anche le tenebre sono luce: «Eccomi, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,46). L’arcangelo partì da lei. Nello stesso punto – da lei – partì pure la vita: «Con ignota dolcezza e ignota pena la giovinetta chiusa nell’ascolto sente stormi- re in sè i giorni futuri» (M. Guidacci). La dipingono come l’annunciazione dell’angelo a Maria. Forse sa- rebbe meglio far fare una capriola a quell’afferma- zione ormai consunta, non per questo assai noiosa. Ludovico Carracci: “Annunciazione”. E’ successo così, ma è successo anche l’esatto con- Genova, Musei di Strada Nuova 11
1/2019 tutti che la chiamata di Dio non andrà più ricercata dentro la miseria ammaestra a cercare la bellezza. Spiritualità nel passato della memoria ma nel tempo futuro del- Di più: accerta che c’è, per ognuno, una percentua- la promessa: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc le di bellezza a disposizione. Eccola Maria: presso il 1,35). Che importerà, d’ora innanzi, rispondere al lavatoio a sciacquare panni, al mercato a tirare il Cielo esagerando? A Nazareth, l’annunciazione fu prezzo, nella bottega a far quadrare i conti, a scuola anche ammaestramento: solo le vite esagerate sono a discutere del Figlio. Vita povera: la povertà di Na- degne d’essere vissute. zareth fu il preludio di quella di Betlemme. Nessu- Gocce di no, nel frattempo, s’accorse. Impossibile dire quello che significhi passare trent’anni nel compito d’es- Trent’anni di povere giornate a Nazareth sere Madre di Dio, pur avendolo come Padre: «Ver- gine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che Un punto di contatto, per stringere la mano al creatura» (D. Alighieri). Scelse di stare in verticale, mondo. Era questo che andava cercando Dio. Trop- in ginocchio: il mondo si dilettava a stare in oriz- pi no s’erano scagliati dalla terra al Cielo: la terra, zontale. Al pippistrello di Lucifero non riuscì nulla nel tempo, s’era incagliata come nave in acque palu- contro di Lei: scelse di distinguersi preoccupandosi dose. Al Cielo era necessario ripartire, piedi-a-terra: di non mettersi in mostra, che nessuna delle amiche basta promesse, solamente fede alla premessa dipin- rischiasse di sentirsi spaesata di fronte a lei. Scelse di ta nell’Antica Alleanza: “Arriverà un giorno una Don- farsi piccola: un giorno gli umani che scalano le vet- na: sarà Donna come nessun’altra prima nè dopo”. te l›invocheranno «Signora delle cime». Più in basso Fu così che Nazareth – villaggio senza difesa, senza sta, più in alto a portano. importanza – si fece pista d’atterraggio dell’Eternità: Per trent’anni ebbe grazia che a nessun’altra donna il grembo di una ragazza si fece bottega perchè Dio fu più concessa d’allora: quella di contemplare Dio iniziasse la ri-creazione del suo sogno. nel quotidiano, di palparselo con le mani di madre, di Terra vergine, feriale: terra arata con benedizioni ce- portarlo a letto come fosse un bambino qualsiasi: era lesti mai udite prima. pur sempre il suo bimbo, «lo allattava più a lungo, per Maria di Nazareth: storia di un Dio che fa il suo avere un motivo di abbracciarlo» (E. De Luca). Le dis- ingresso nella ferialità. Non rifugge la miseria, ma sero “fai attenzione!”, le parlarono di spade, d’infiniti contrasti, la murarono dentro segreti intrattenibili. Lei si fece in quattro, fece di tutto, l’essenziale: fece spazio a Dio. Per farci star dentro tutti. Nel pensiero del mondo cade un’Ave. L’atteggiamento - Donna sensibile, dunque sensuale “Meno umanità, più divinità” erano convinti a Na- zareth. Mai accettò, Maria, di spartire quella folle logica: non è diminuendo la propria umanità che si permette al Cielo di festeggiare. La felicità d’Iddio è vedere l’umanità sbocciare nelle sue piccole cre- ature: aumenta Dio, aumento anche io. E viceversa. Fu la donna dei cinque sensi. Nessuno, al pari suo, fece dei suoi sensi la porta d’ingresso delle divinità. L’udito delicatissimo di Maria: «Ave Maria, piena di grazia» (Lc 1,28). Allenatasi ad ascoltare la Parola John Everett Millais: “Gesù nella casa dei genitori” (part.) sin da quand’era bambina, le riuscì di captare la voce 12
1/2019 con il suo tatto accese il contatto tra terra e Cielo. Spiritualità Forte di odorato, mai nascose il segreto per braccare Dio: “Attenzione: nessuno sospetta che la Bellezza ami nascondersi sotto ad un pugno di stracci”. An- nusare le traiettorie di Dio, giacchè più che il morire la vera tragedia è il non aver vissuto affatto, vissuto male. Rimarrà nei secoli, dunque, la donna dell’ol- Gocce di fatto: chi la pregherà, farà memoria di tutto quello che Dio sogna per ciascuna creatura. Che lo amino: per riuscire un giorno a conoscerlo. Che la smettano di volerlo a tutti i costi conoscere per decidere se amarlo oppure no: «Maria, da parte sua, serbava tut- te queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). A Nazareth – facendo a pugni con i tempi lunghi dell’attesa – tutti s’erano quasi convinti che il pro- blema fosse il ritardo di Dio, la poca-voglia di mo- strarsi all’umanità. Maria, donna dai sensi allenati, fiutò l’alternativa: era l’uomo che si negava a sco- prirlo, per quell’innata paura di trovarselo davanti e dover fare i conti con l’Amore. Fu per questo che, Madre di Lui, divenne madre di tutti, per tutti. Dei cinque sensi non tenne paura alcuna: li accese e ne fece il passaggio per Dio. Da sensibile divenne sen- suale, la madre della sensibilità. Gonzalo carrasco Espinosa: “La vergine di Guadalupe sconfigge il demonio” Il titolo – L’Ausiliatrice di Dio in mezzo alle mille interferenze di quaggiù. Ascoltare, per lei, non era sinonimo di sentire: si sen- E’ nata per fare la guerra, anche per andare in guer- te con l’udito, si ascolta accordando i timpani col ra: per essere condottiera di chi in guerra andrà per cuore. La vista di Maria: «Grandi cose ha fatto in me difendere le gesta del Figlio suo. Per il popolo ro- l’Onnipotente» (Lc 1,49). Trasparente nello sguardo mano auxilia erano le truppe alleate. Termice belli- – il peccato non ne aveva offuscato la bellezza – co, evocativo di archibugi, spade, guerre, mattanze. s’accorse che dentro il suo quotidiano aveva preso Campi di battaglia. Anche la fede è una guerra da casa Dio: non fuori dalla storia, non senza la sua sto- combattere fino all’ultimo, sul limite, a colpi di fio- ria, seriamente dentro il trambusto della sua storia. retto più che di mortaio. C’è una donna nata pro- S’accorse del passaggio di Dio, salì e divenne lei il prio per fare questo, la guerra al male: “Beati coloro passaggio per andare a Dio: ad Jesum per Mariam (A che andranno in guerra con lei!” Per fare la guerra al Gesù attraverso Maria). Il tatto è il senso che ancora matto di Satana, per urtare la menzogna fuori dalle più stordisce di lei: «Diede alla luce il Figlio, lo avvolse tane, abbagliare con la luce l’oscurità. Nacque a Na- in fasce, lo depose nella mangiatoia» (Lc 2,7). Tocca- zareth, Maria: fu concepita altrove, migliaia di notti re Dio, carezzarlo, stringerne la carne, adorarlo con prima, quand’era buio pesto. Più che tardare ad ap- gesti d’amore. Dio ha un debole per i temerari: con parire, lasciò che la desiderassero. Poi arrivò puntua- loro s’intenerisce, ringrazia per averlo stretto, non le, in perfetto orario: a Nazareth, a Lepanto, a Vienna trattenuto. Amare è abbracciare senza sequestrare. contro la Mezzaluna, contro Napoleone. Forte d’udito, specialista della vista, assai manuale: Sempre così: per chi ha mira, basta un colpo solo. 13
1/2019 battaglia dalla parte dei figli: nelle sale d’attesa dei Spiritualità ricoveri, davanti alle sbarre di una galera, sulla soglia di una casa spaesata. E’ sovrana nel regno del Figlio: come ogni sovrana nutre estrema cura del destino dei suoi sudditi. Appartiene anche lei a Cristo: come una coinquilina, collabora pure lei alla riuscita della famiglia. Ha una somiglianza con la Chiesa: siccome Gocce di la somiglianza è ragione di amore e l’amore è la sor- gente dell’aiuto, la Madre non può che intervenire a difesa di chi le assomiglia così tanto da sembrare una sorella-gemella. Il difficile non è mettere in pratica una decisione: questo il Cielo lo sa bene. Difficoltoso è prendere una decisione: stanare la speranza laddove nessuno ha più ragioni-di-speranza. Intravedere una strada laddove nessuna strada pare più possibile, una sto- ria dove non ci sono più storie da narrare. Maria, in fatto di speranza, è la concretezza-fatta-carne: non idealità, nemmeno entusiasmo, ma un realismo d’inimmaginabile fattura. A Nazareth, quand’era in vita, il margine di manovra era limitato. Assunta in Cielo – non morì, Maria – il suo potere divenne inar- restabile. La intonano nelle litanie: «Auxilium chri- stianorum (ora pro nobis)». E’ grido di battaglia, con- fidenza. Alleata per poter sperare, far sperare: «Auxilium christianorum» la prega fare tutto ciò ch’è possibile perchè la speranza da migliaia di stagioni il popolo fe- diventi storia. I sogni divengano segni. dele al Figlio. Maria è alleata, aiu- Per trent’anni visse gomito-a-gomito to, compagnia di profezia. Nessun con Gesù, compagna di Giuseppe: conflitto-d’interessi: la redenzio- “Con tutto quello c’era da fare, ne di Gesù Cristo è stata l’api- trent’anni ha tenuto Cristo a ce della fantasia restauratrice casa”, pensa ancora la gen- di Dio. Maria, com’è di tutte le te. Più che trattenerlo, s’e- madri, è di aiuto al Figlio nel- ra messa al suo servizio. la sua avventura. S’è posta alla Lui impiegò trent’anni a sue calcagna, l’ha voluta Lui in diventare uomo. Lei, in quella posizione. Nel tempo – in quel laboratorio di si- virtù di quegli strani mesi che lenzio, gli prestò il suo un figlio passa nel grembo della viso di madre per guar- madre sua – s’è convinta di ri- dare il mondo. Quel uscire ad intercedere presso di viso fu il primo libro Lui: “Dì tu, Maria, una parolina illustrato per il Dio- a Gesù da parte mia”. Tutto così bambino. • semplice, così materno. E’ ma- William Hunt: dre. Tutte le madri, quando c’è “Il ritrovamento da combattere, sono schierate a di Gesù nel Tempio” (part.) 14
1/2019 Un piccolo gesto gentile il RACCONTO Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. U n giorno, quando andavo alle superiori, vidi uno di quegli sguardi pieni di gratitudine e sorrise un ragazzo della mia classe che stava rien- mentre mi disse: «Grazie». trando a casa dopo la scuola. Il suo nome era Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: «Nel Alberto e sembrava stesse portando tutti i suoi libri giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci a casa. Pensai: «Perché mai uno dovrebbe portarsi a hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I ge- casa tutti i libri di Venerdì? Deve essere un ragazzo nitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti strano». Durante il tragitto vidi un gruppo di ra- gli amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere gazzini che correndo lo spinsero facendolo cadere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi pote- nel fango. I suoi occhiali volarono via, li vidi cadere te fare». Guardai il mio amico Alberto incredulo non nell’erba un paio di metri più in là. Lui guardò in appena cominciò a raccontare il giorno del nostro su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante commosse. Così mi incamminai verso di lui mentre il weekend. Raccontò di come aveva pulito il suo ar- stava cercando i suoi occhiali. Raccolsi gli occhiali madietto a scuola, in modo che la madre non doves- e glieli diedi. Alberto mi guardò e disse: «Grazie!» se farlo in seguito. Ecco perché quel giorno rientrava C’era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei a casa con tutti quei libri. Alberto mi guardò inten- sorrisi che mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a samente e fece un piccolo sorriso. «Fui salvato da un raccogliere i libri e gli chiesi dove abitava. Scoprii amico, che mi sorrise». Udii un brusio tra la gente a che viveva vicino a me. Parlammo per tutta la stra- queste rivelazioni. Il ragazzo più popolare ci aveva da e lo aiutai a portare alcuni libri. Restammo in gi- appena raccontato il suo momento più debole. Vidi ro tutto il week end e più lo conoscevo più Alberto sua madre e suo padre che mi guardavano con gli mi piaceva, così come piaceva ai miei amici. occhi pieni di lacrime e mi sorrisero, lo stesso sorriso Nei successivi quattro anni, io e Alberto diventam- di Alberto. Non avevo mai compreso la profondità di mo amici per la pelle. Una volta adolescenti comin- quel sorriso. Fino a quel momento. • ciammo a pensare all’Università. Alberto sarebbe diventato medico mentre io mi sarei occupato di scuole di atletica. Alberto era il primo della nostra classe e io l’ho sempre preso in giro per es- sere un secchione. Devo ammetterlo. Qualche volta ero un po’ geloso! Alberto doveva preparare un discorso per il diplo- ma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare. Leggevo nei suoi occhi un po’ di tensione per via del discorso che doveva fare. Così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi: «Forza, ragazzo te la caverai alla grande!» Mi guardò con 15
1/2019 Sotto l’ala degli Arcangeli L’angolo del l ’arte Giulia Romano In un periodo in cui tutto è pervaso da un forte materialismo, eleviamo il nostro sguardo verso le realtà spirituali e riscopriamo l’importanza degli angeli, che vedono sempre la faccia di Dio (Mt 18,10): “Potenti esecutori dei suoi comandi” (Salmo 103,20). D al mondo biblico si ap- San Tommaso D’ Aquino (dottore Vi è un fondamento biblico prende la totale irrapre- della chiesa del 13° sec.), nella espresso per i Serafini (cap. 6° sentabilità del Divino. sua opera più famosa “Summa vers. 2° Isaia) e per i Cherubini Tuttavia “Ciò che è impossibile Theologicae”, sintetizza mirabil- (cap. 1° vers. 6° visione di Eze- all’uomo è possibile a Dio“ (Lc mente la gerarchia angelica. chiele). Nell’ Apocalisse i quattro 18, 27), quindi le creature ange- Nove sono i cori degli spiriti ce- “Esseri Viventi“ presso il trono di liche sono rese visibili e, la loro lesti, divisi in tre ordini: Sera- Dio hanno sei ali. abituale rappresentazione, deri- fini, Cherubini, Troni; Domina- Comunque non sempre, nella va proprio dalla loro eccezionale zioni, Virtù, Potestà; Principati, tradizione iconografica angeli e visibilità. Arcangeli, Angeli. Il santo filo- arcangeli hanno avuto le ali. Gli angeli, allora, diventano le sofo ne fa un’ampia e analitica Ma già Q. S. F. Tertulliano (scrit- ipostasi di tali visioni, per cui, se illustrazione. tore romano e apologeta cristia- il Divino rimane aniconico, gli ef- I mosaici della volta del Batti- no nato a Cartagine 3° sec. D.C.), fetti sono iconici: immagine del- stero di S. Giovanni Battista a nel suo trattato “Apologeticum” la divina trascendenza presagio Firenze (“il bel San Giovanni” considera le ali attibuite agli an- del provvidenziale patrocinio. citato da Dante nella Divina geli come requisito per distin- Dal 2 ottobre del 1670 (per de- Commedia - Inferno XIX, 16- guerli da Cristo. cisione di Papa Clemente X) si 18) sono un fulgido esempio di In ogni caso fondamenti bibli- celebra la memoria dei Santi An- raffigurazione gerarchizzata di ci e modelli espressivi ellenistici geli, quali angeli custodi. La loro tutti e nove i cori angelici. (messaggeri alati degli dèi, vit- esistenza è Dogma di Fede. Ma gli Angeli hanno le ali? torie alate ecc.) si sono fusi nel- la tarda antichità, dando luogo all’Arte Paleocristiana e, dal 4° secolo in poi, l’iconografia attri- buisce alle figure angeliche le ali. I cori angelici Non si può non ricordare l’appa- raffigurati rizione a San Francesco D’ Assisi nei mosaici del Serafino in forma di Cristo della Crocifisso in volo, che gli dona volta del Battistero di le stimmate sul monte Alverno Firenze mentre era in preghiera: scena tante volte ripresa dagli artisti di tutti i tempi. Portiamo l’esempio di un capolavoro assoluto: “Le Stigmate di San Francesco” di Giotto (1267-1337) 3x163 cm.), 16
1/2019 datato fine 13° sec., eseguito per una novità rispetto alla tradizio- la chiesa del convento di San ne di derivazione bizantina che Francesco a Pisa. È conservato al voleva le figure ieratiche e fron- Louvre di Parigi, dove fu portato tali al centro dei dipinti. durante l’occupazione napoleo- nica. Gli Angeli e gli Arcangeli, mes- La tavola cuspidata mostra, nel- saggeri di Dio, punto di incontro la scena principale, il santo che di tre culture riceve le stimmate da un Cristo Si parla degli angeli in varie sotto forma di un serafino alato forme in molte religioni, ma in e volante con le ferite che emet- maniera particolare nelle reli- tono raggi di luce e che vanno gioni che hanno tradizioni scritte a colpire le rispettive zone del come l’ebraismo, il cristianesimo corpo di Francesco. Il color oro e l’islamismo. domina la composizione, spicca È interessante notare in tutte e la monumentalità del Santo vi- tre le culture un punto di sostan- stosamente più grande rispetto ziale identità riguardo agli ange- a tutto l’ambiente circostante: li. Nella loro fedeltà al Signore, da notare l’intensità espressiva essi hanno meritato di essere del volto modellato dalla luce in assegnati alla custodia del Pa- modo estremamente realistico, radiso e alle porte che ne danno Giotto: “Le stigmate di San Francesco”. l’accesso. Tale compito Parigi, Museo del Louvre (a fianco) Guido Reni: “San Michele Arcangelo” è già espresso nella Ge- Roma, Chiesa di Santa Maria nesi; è il concetto della Immacolata Concezione ai cappuccini Terra Promessa riservata esclusivamente al popo- Gabriele, Raffaele. lo eletto ebraico; Gesù L’etimo deriva dal greco: àr- Cristo è Colui che parla chein= comandare e ànghelos = di un regno preparato angelo, quindi sono a capo dei per i figli della luce, luo- messaggeri divini che hanno una go degli angeli e aper- missione speciale a favore degli to a tutti gli uomini. La uomini. tradizione coranica ha Michele significa “chi è come poi soffuso il concetto Dio“. La chiesa lo riconosce “prin- di Paradiso in una real- cipe delle milizie celesti“, vigila tà sacrale riservata solo sui figli del popolo e difensore ai martiri e ai testimoni degli amici di Dio; gli sono affi- del credo mussulmano dati i moribondi, affinché venga- facendone un’esclusiva no da Lui difesi presso il tribuna- dimora per essi. le divino e presentati in Paradiso. I più importanti nel Diffusissima è la devozione all’ar- coro angelico sono i cangelo Michele : la via Micaeli- tre Arcangeli: Michele, ca è l’antico e frequentatissimo 17
1/2019 itinerario di pellegrinaggio col- gelo” di Guido Reni (1575-1642), la sua protezione sono farmaci- L’angolo del l ’arte legante Mont-saint- Michel, in olio su tela di seta (295x 202 sti, medici, ammalati, marinai e Normandia, con S. Michele nel cm.) datato 1635, commissiona- sposi novelli perchè è anche l’ar- Gargano. In Italia e nel Lazio la to all’artista dal cardinale Anto- cangelo dell’amore sponsale. Ne devozione è molto viva, come te- nio Barberini (poi Papa Innocen- “L’Arcangelo Raffaele e Tobio- stimoniano i molti luoghi di culto zo X). Il dipinto raffigura l’angelo lo” di Piero del Pollaiolo (1442- ed opere d’arte a lui dedicati: è , nell’atto di schiacciare col piede 1496), olio su tela (188x 119cm.) tra l’altro , patrono della polizia la testa di Satana. L’iconografia datato alla 2° metà del 15° sec. e di stato e della brigata paraca- dell’opera è basata sulla visione conservato nella Galleria Sabau- dutisti “Folgore“. A Roma, nella di San Giovanni Evangelista de- da di Torino, Raffaele è raffigu- chiesa di S. Maria Immacolata scritta nell’Apocalisse. Una pit- rato mentre conduce a braccetto Concezione dei cappuccini in via tura argentea che raggiunge li- Tobia. Le sue ali sono rappresen- Veneto, vi è l’opera in assoluto velli di straordinaria delicatezza tate con estremo realismo e con più riprodotta, capolavoro del e mostra un sottile equilibrio nel un tratto che ne esalta il morbi- Barocco, emblema della Contro- mediare la purezza del divino con do piumaggio. Tobia è abbiglia- riforma: il “San Michele Arcan- l’oscurità del vero. Morbidi pan- to in maniera elegante e reca in neggi colorati avvolgono il cor- mano il pesce pescato nel Tigri. po sinuoso dell’angelo, il braccio L’angelo ha veste rosa e mantello L’Arcangelo destro è muscoloso e possente bruno, la pittura mostra un trat- Gabriele nell’impugnare la spada sottile e raffigurato to nervoso, incisivo, increspato e affilata. Appare la bellezza ideale nel reso tumultuoso dal chiaro scuro. del Santo, contrapposta alla scu- Chiostro Davanti a Raffaele il cagnolino di Santa ra brutalità del demonio, dallo citato nel passo biblico. L’arcan- Chiara sguardo così fortemente espres- a Napoli gelo ha in mano una scatoletta sivo, testimone della sconfitta. contenente il fiele. Scatoletta Gabriele: è “fortezza di Dio“ l’am- che sarà poi sempre utilizzata basciatore per eccellenza. Co- lui che apre all’Intellectus Fidei, come contenitore di medicinali e arcangelo della comunicazione che è uno degli attributi di Raf- interiore, mostra agli uomini faele. ciò che i loro cuori nascondono. Per concludere: gli arcangeli sono Piero presenze distinte da Dio e dagli del Pollaiolo: Nel Chiostro Maiolicato di Santa “L’Arcangelo Chiara (detto anche delle clarisse, uomini. Gabriele si fa demiurgo Raffaele realizzato dal grande architetto spirituale; Raffaele si fa presenza e Tobiolo” medicinale nelle temperie della Torino, Domenico Vaccaro nel 1739) a Galleria Napoli, in uno degli affreschi (di vita; Michele si fa difensore del- Sabauda autore ignoto), l’arcangelo Ga- la fede contro il demonio. Sotto briele è dipinto con uno specchio l’ala degli arcangeli si può, allo- e una lanterna accesa a rappre- ra, disegnare un universo solcato sentare proprio la luce spirituale. dall’arcobaleno di Pace che co- Raffaele: è “Medicina di Dio“ che niuga la Terra al Cielo, così che accompagnò e aiutò Tobia (Tobia l’umanità può elevarsi verso il 12, e San Giovanni 5,14). Sotto Signore con “Ali di Aquila“. • 18
1/2019 IN DIRETTA DAL MOVIMENTO IN DIRETTA DAL MOVIMENTO ta anche in Fisica con indirizzo in MOVIMENTO IN DIRETTA DAL MOVIMENTO IN DIRETTA DAL MOVIMENTO Cosmologia, non ha tenuto una conferenza, bensì, con la sua arte oratoria, scorrevole ed avvin- cente, ha illustrato la tipologia di famiglia nella quale ella crede con semplicità, chiarezza ed una suadente vocalità che ha saputo coinvolgere chi la ascoltava. Ma sarà bene procedere con or- dine e tentare di riassumere, bre- vemente, i tanti concetti propo- sti dalla sig.ra Emilia che hanno stuzzicato l’appassionato – ed in alcuni casi anche meravigliato - interesse degli ascoltatori. Normalmente il cristiano relega la ‘gioia di essere’ in una dimen- sione spirituale, quasi sganciata dalla realtà. Ne consegue quello N stato di irrequietezza che caratte- ell’ambito della forma- Se qualcuno dei molti presenti rizza anche la vita dei credenti. zione dedicata ai Tra- si attendeva una semplice con- Per l’oratrice, come prima cosa, è noisti per l’anno 2018, ferenza ‘cattedratica’ sul senso importante raggiungere, in parti- particolare rilievo va dato al con- della famiglia e di come il lievi- colare da parte di chi crede in un vegno famiglie, organizzato nei to della gioia, che dovrebbe es- Creatore che continua ad incar- giorni 30 novembre - 2 dicem- sere caratteristica peculiare del narsi anche nella propria vita, bre scorsi nell’ambito del quale cristiano e, quindi, anche nella uno “stato costante di serenità”. è stato vissuto un momento del coppia che si unisce attraverso Tale stato di serenità dovrebbe tutto particolare nella giornata il sacramento del Matrimonio, venire automaticamente riversa- di sabato 1 dicembre, con la rela- debba essere il necessario sup- to, reciprocamente, tra l’uomo e zione tenuta dalla Prof.ssa Emilia porto al suo sviluppo armonico, la donna che, consapevoli di es- Palladino, docente di “Etica del- si è certamente ricreduto. sere immagini di Dio, decidono la condizione femminile e del- In circa due ore l’oratrice, sposa, di congiungere oltre che i loro la famiglia” e di “Pastorale alla madre e – nota di colore – laurea- corpi anche i loro cammini in- luce del metodo della Dottrina sociale” nella Facoltà di Scienze Sociali, presso la Pontificia Uni- versità Gregoriana, ove, peral- tro, ha conseguito il dottorato in Dottrina sociale della Chiesa nel 2012, con una tesi sul contributo dei fedeli laici al discernimento sulla realtà contemporanea. VIMENTO IN DIRETTA DAL MOVIMENTO IN DIRETTA DAL 19
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