Adesso basta! - Quanto ci vorrà ancora per la parità salariale? Ci sono voluti 62 anni per ottenere il suffragio femminile +++ 86 anni per ...
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Adesso basta! unia.ch, prezzo: 10.– Ci sono voluti 62 anni per ottenere il suffragio femminile +++ 86 anni per l‘assicurazione maternità +++ 88 anni per la parità nel diritto matrimoniale. Quanto ci vorrà ancora per la parità salariale?
La Svizzera e sull’accudimento dei figli, la Svizzera è ormai slittata dietro la media degli Stati dell’OCSE. all’ultimo posto Perché, al contrario di noi, altri paesi si danno da fare: prima fra tutti l’Islanda, dove Hanna Kristjánsdóttir ha imposto l’obbligo di parità Marie-Josée Kuhn, caporedattrice di work salariale. Sì, la parità salariale è possibile. E non è neppure così complicato (pagina 41)! In Svizzera, per le donne è più difficile che altro- ve. Nell’applicazione dei diritti fondamentali del- La donna ai fornelli, l’uomo sul posto di lavoro: le donne e delle cittadine, la Svizzera è notoria- la Svizzera non sembra volersi disfare di questi mente il fanalino di coda dell’Europa. Lo era modelli di ruolo di stampo conservatore. La rilut- stata sia per l’introduzione del diritto di voto tanza è più forte in campagna che in città e nella delle donne che per l’assicurazione maternità. Svizzera tedesca che in quella romanda. Anche Mentre mezzo mondo aveva introdotto il suffra- molte donne sono restie a staccarsene. E come gio femminile già nella prima metà del 20esimo se non bastasse, con i nuovi capi di stato di de- secolo, da noi le donne hanno dovuto attendere, stra soffia un nuovo vento freddo e ostile. Anche attendere e ancora attendere. E se osavano nei confronti delle donne. Molti non avrebbero immischiarsi, venivano screditate come orribili mai immaginato che un razzista e maschilista marescialle (pagina 22). Ad impedire la parità come Trump potesse diventare presidente degli politica ci hanno pensato il federalismo e le Stati Uniti. La sua elezione ha scosso in parti- Landsgemeinden: solo nel 1990 il Tribunale fede- colare molte giovani donne. E ha dato vita a un rale ha accolto un ricorso inoltrato dalle donne nuovo movimento femminista (pagina 3). dell’Appenzello interno, costringendo alla ragio- ne i loro zotici concittadini. È accaduto a distan- Nulla è certo, nulla è garantito: tantomeno i za di 20 anni dall’introduzione del suffragio fem- diritti delle donne. Dobbiamo costantemente minile sul piano nazionale. Non molto tempo fa. difendere i progressi ottenuti. E lottare per rag- giungere nuovi traguardi. L’umiltà e la pazienza Switzerland last: la Svizzera all’ultimo posto. Ci non premiano le donne. È quanto afferma la ricer- sono voluti 62 anni per ottenere il suffragio fem- catrice in questioni di genere Fabienne Amlinger minile, 86 per l’assicurazione maternità, 88 per in un’ampia intervista (pagina 15). Per ottenere il moderno diritto matrimoniale. E quanto dovre- dei risultati ci vogliono coraggio e determinazione. mo attendere per la parità salariale? Una donna che esercita un’attività lucrativa con- Quanto abbiamo raggiunto finora lo dobbiamo tinua tuttora a guadagnare in media 7000 fran- al movimento delle lavoratrici, al movimento in chi in meno all’anno rispetto a un uomo. Per il favore del suffragio femminile, al vecchio e al semplice fatto di essere donna. Nell’arco di una nuovo movimento femminista, al movimento vita lavorativa, viene privata di ben 303 000 fran- sindacale, al movimento della Women’s March, chi. È quanto è emerso da uno studio commis- al movimento # MeToo, ecc. Questo opuscolo di sionato da work (pagina 7). Dopo lungo tergiver- work è dedicato a loro. Con profonda gratitudine. sare, il Consiglio degli Stati ha infine approvato delle misure contro questa truffa ai danni delle donne. Ma si tratta di misure all’acqua di rose. Se continuiamo di questo passo, ci vorranno ancora almeno 60 anni per ottenere la parità in busta paga. Nelle classifiche sulla parità salariale Manifestazione nazionale delle donne a Berna per la parità salariale, 2015. Foto: Yoshiko Kusano
Si gioca il tutto ni di lavoratrici e lavoratori beneficino della pro- tezione dei contratti collettivi di lavoro, di salari per tutto minimi e di controlli salariali. Mai così tanti pri- ma d’ora. Vania Alleva, presidente di Unia CHI AVRÀ LA MEGLIO? Nel corso degli ultimi decenni, la globalizzazione A noi donne nulla è regalato, né sul lavoro né neoliberale ha provocato ingenti devastazioni. altrove. Salari più equi, condizioni di lavoro mi- Mercati dei capitali scatenati, massimizzazione gliori e rendite più sicure non cadono dal cielo. dei profitti e feroci abusi; regali fiscali per i ricchi Solo facendo pressione riusciamo a cambiare le e programmi di austerità per tutti gli altri; priva- cose. Noi sindacaliste lo sappiamo fin troppo tizzazione del servizio pubblico e della sanità; bene: il progresso sociale richiede una grande deregolamentazione e flessibilizzazione delle energia collettiva. L’uguaglianza tra donna e uomo condizioni di lavoro. Tutto ciò contribuisce ad richiede un’energia ancora maggiore. accentuare sempre più la disuguaglianza so- ciale. E diventa terreno fertile per le forze con- COMPRENDERE LA SOLIDARIETÀ servatrici, autoritarie e persino fasciste, che Le giovani di oggi vivono in modo diverso dalle possono diffondere la loro politica della paura loro madri e dalle loro nonne. Più paritario: sono e della divisione sociale. la maggioranza degli studenti, esercitano un’atti- vità lucrativa e perseguono l’indipendenza finan- Ci attendono anni decisivi per il dibattito politico. ziaria. Quel che oggi appare anche chiaro è che la Ci giochiamo il tutto per tutto nella lotta per la si- parità salariale non è una questione d’interessi curezza sociale e per imposte eque, per salari e particolari, non rappresenta la contraddizione condizioni di lavoro migliori, per la parità di diritti secondaria del capitalismo. La parità salariale è piuttosto un indicatore della nostra capacità di superare la frattura all’interno dei lavoratori. Laddove la destra più intransigente è al In sindacato Unia vuole la parità per tutti, si potere, i diritti delle batte per una politica di solidarietà di classe, che superi le differenze di genere e i confini. donne sono minacciati. – Solidarietà significa comprendere che il mio diritto è tale solo se anche la mia collega di per tutti! Se le forze reazionarie avranno la meglio, lavoro o il mio vicino beneficiano dello stesso metteranno in pericolo la democrazia e lo Stato di diritto. diritto. Laddove la destra più dura e intransigente – Solidarietà significa comprendere che il mio è già ora al potere, sono minacciati anche i diritti salario equo, le mie buone condizioni di lavoro, delle donne. Non dobbiamo permetterlo. Dob- la mia sicurezza sociale dipendono dal fatto biamo sollevarci, lottare e avanzare insieme. La che anche gli altri abbiano gli stessi diritti. nostra campagna per la parità salariale (punto e – Solidarietà significa comprendere che i nostri basta!) è parte di questa lotta. La posta in gioco diritti sono indivisibili. è molto più alta di un paio di parole iscritte nella È in questa logica che abbiamo ottenuto il con- Costituzione federale. gedo di maternità e siamo finora riusciti a di- fendere le rendite. E, seguendo la stessa logica, abbiamo fatto sì che in Svizzera oltre due milio- Vania Alleva, presidente di Unia, 2016. 1 Foto: LUNAX/Marco Zanoni
Lo sciopero delle donne 2.0. Si fa strada un Il nuovo movimento delle donne mobilita fem- ministe di tutte le età, anticapitaliste, attiviste nuovo movimento delle organizzazioni per i diritti civili impegnate contro la violenza della polizia e contro la di- femminista. Un scriminazione razziale o per un maggiore con- trollo delle armi, combattenti per la parità di secondo sciopero diritti di lesbiche, gay, transgender, bisessuali, asessuali, attiviste antirazziste, ecc. Emerge delle donne è un ampio movimento che va oltre i tradizionali partiti. Le donne che lo guidano proclamano: nell’aria. «Con la marcia delle donne non vogliamo solo protestare contro Trump, vogliamo difendere i diritti delle donne in un senso più ampio, poi- Virginia Köpfli e Corinne Schärer* ché i diritti delle donne sono diritti umani.» Un gruppo attorno all’autrice e attivista per i diritti È l’8 novembre 2016: Donald Trump sale al pote- civili Angela Davis lancia un manifesto per un re negli Stati Uniti. Contrariamente a tutte le pre- «femminismo del 99 per cento». L’argomentazio- visioni elettorali. E (quasi) tutti sgranano gli occhi ne principale: «Siamo convinte che non basta allibiti. Soprattutto molte donne. Bruscamente combattere Trump e la sua politica aggressiva- si rendono conto che l’elezione di un sessista, mente sessista, razzista e omofoba. Dobbiamo razzista e molestatore alla presidenza degli Stati anche opporci agli attacchi neoliberali sferrati Uniti provocherà un pericoloso spostamento del contro le conquiste sociali e i diritti delle lavoratri- pendolo politico. Con Trump, tutto ciò che è stato ci e dei lavoratori.» raggiunto finora è nuovamente messo in gioco. Il manifesto illustra come, negli ultimi decenni, UN FEMMINISMO DEL 99 PER CENTO il femminismo bianco della classe media abbia La collera delle donne cresce e il 21 gennaio emarginato molte donne, lavoratrici, migranti, 2017 esplode: solo a Washington, oltre mezzo donne di colore, ecc. E come abbia trovato il milione di persone scendono in piazza per prote- modo di arrangiarsi con il capitalismo. Ma stare contro il neo presidente misogino e sessi- la violenza «non è solo la violenza domestica sta: «Dump the Trump»: affossatelo! La «Wo- contro le donne, bensì anche la violenza dei men’s March» è la più grande manifestazione mercati, l’autorità di stato contro i profughi, la dagli anni del Vietnam. E segna la nascita del politica discriminatoria contro gay e lesbiche pussypower. In un video Trump si era vantato, e la violenza istituzionalizzata nei confronti dicendo: «Se sei una star, le donne ti lasciano del corpo femminile, che si manifesta con i di- fare. Puoi fare tutto quello che vuoi.» Persino vieti di aborto e il mancato accesso al sistema toccarle tra le gambe: grab them by the pussy. sanitario.» Le donne ora vanno al contrattacco contro Trump e la sua mentalità da stupratore. Servendosi del- UN HASHTAG DIVENTA VIRALE la stessa parola che Trump aveva usato con tanto Il 18 marzo 2017, grazie alla mobilitazione sui disprezzo: pussy. Le donne scandiscono: viva la media sociali, il nuovo movimento femminista vagina! E sfoggiano i pussyhat. «Pussy» significa raggiunge anche la Svizzera. Decine di migliaia anche gattino, ecco perché i berretti rosa delle di donne e uomini si uniscono alle marce di proteste anti-Trump hanno due piccole orecchie. protesta di Zurigo e Ginevra. Women’s March contro Trump a Seattle, USA, 2017. 3 Foto: Elaine Thompson, Keystone/AP
Pussy significa «pipka» in polacco e anche qui sua macchina. Dopo la sua morte, non passa si trasforma in un coinvolgente grido di batta- giorno che centinaia di migliaia di donne e uomini glia delle donne. Contro un governo di destra, non scendano in piazza in segno di protesta. Da nazionalista e catto-conservatore, e contro il Rio a Salvador de Bahia scandiscono a gran voce: previsto divieto di aborto. In tutta la Polonia, «Somos todos Marielle!», siamo tutti Marielle! donne e uomini vestiti di nero scendono in piaz- za in segno di protesta. SE LE DONNE VOGLIONO, TUTTO SI FERMA Le donne ne hanno abbastanza. La loro pazienza In occasione di una manifestazione indetta in è giunta al termine. Ne hanno abbastanza della California, le femministe mostrano cartelli con discriminazione salariale, del lavoro domestico l’hashtag «# MeToo». Protestano contro la vio- gratuito, della violenza. In Svizzera, femministe e lenza quotidiana cui si vedono tuttora confrontate sindacaliste si preparano in vista di un secondo sciopero delle donne. Lo sciopero delle donne 2.0 è previsto per il 14 giugno 2019, a distanza di Le donne ne hanno abbastanza. 27 anni dal primo sciopero femminile in Svizzera. La loro pazienza è finita. Lo ricordiamo: alle azioni di protesta partecipa- rono 500 000 donne e uomini. Furono indetti le donne e incoraggiano altre donne a denun- scioperi nelle imprese e le donne si rifiutarono di ciare pubblicamente le violenze subite. In se- occuparsi delle incombenze domestiche. Gli uo- guito allo scandalo che vede coinvolto Harvey mini furono costretti ad assumerne i compiti, Weinstein (diverse donne accusano il produttore rovesciando la classica ripartizione dei ruoli e cinematografico americano di molestie ses- rendendola dunque visibile a tutti: «Se le donne suali, coercizione e stupro) l’hashtag diventa vogliono, tutto si ferma!» Anche allora, al centro virale. Nelle prime 24 ore, 4,7 milioni di perso- delle proteste vi erano la disparità retributiva, la ne lo utilizzano su Facebook in oltre 12 milioni violenza contro le donne e il mancato riconosci- di post. La rinomata rivista americana «Time» mento del lavoro domestico. Il primo sciopero dedica la copertina della «persona dell’anno delle donne fu il più grande sciopero politico della 2017» alle pioniere del movimento # MeToo. Svizzera. E si rivelò un successo: contribuì, due anni dopo, all’elezione di Ruth Dreifuss a con- L’8 marzo 2018, la nuova ondata femminista sigliera federale. E promosse la tanto attesa tocca anche la Spagna: 6 milioni di donne e legge sulla parità, con le prescrizioni in materia uomini partecipano a un grande sciopero delle di parità salariale e contro le molestie sessuali. donne. Un evento senza precedenti in Europa: Fu il primo sciopero. Il secondo sciopero se- in migliaia di imprese di tutto il paese, quasi il guirà entro breve. 40 per cento delle salariate e dei salariati ade- risce allo sciopero, incrociando le braccia, an- che per un intero giorno. L’azione coinvolge * Virginia Köpfli è tra le organizzatrici di Unia della gran- anche scuole e università. E le donne scandi- de manifestazione delle donne del 22 settembre. In scono: «Basta col machismo, ne abbiamo ab- precedenza è stata tra le organizzatrici della Women’s bastanza!» March a Zurigo. Dopo il 14 marzo, anche le donne brasiliane ne * Corinne Schärer fa parte del Comitato direttore di Unia hanno abbastanza del machismo: è il giorno in dove è responsabile della parità tra i sessi. È anche co- cui l’apprezzata politica e attivista e di sinistra presidente della Commissione donne dell’USS. Marielle Franco viene uccisa a Rio al volante della La leader sindacale Christiane Brunner interviene in occasione dello sciopero nazionale delle donne del 1991. 5 Foto: Archivio sociale svizzero/FLMO
Le donne potrebbero permettersi questo lusso se non esistesse la discriminazione salariale Una vacanza – complessivamente, in Svizzera le donne che lavorano vengono private di quasi 10 miliardi alle Seychelles! di franchi all’anno. L’importo corrisponde a più di 240 000 lingotti d’oro di 1 kg o a 22 caccia modello Gripen. Nell’arco della sua vita lavorativa, ogni donna vie- Senza discriminazione salariale le donne potreb- ne defraudata di ben 303 000 franchi. Viene pa- bero senz’altro permettersi vacanze di lusso, gata meno perché è una donna e non un uomo. È spese extra comprese. O magari qualcuna preferi- quanto emerge dai calcoli effettuati dall’ufficio rebbe un fine settimana al mese in una SPA? Nes- BASS su incarico del giornale «work». sun problema. Nel budget rientrerebbe anche un aiuto pulizie una volta a settimana, naturalmente Patricia D’Incau* pagando un salario equo e garantendo una corret- ta copertura delle assicurazioni sociali. Esistono Acque turchesi, chilometri di spiagge di sabbia sicuramente anche altri desideri ed esigenze. finissima e temperature estive tutto l’anno: le Seychelles sono un paradiso. Lontano dal turi- La discriminazione salariale smo di massa, promettono una fuga esotica con ville incantevoli affacciate sul mare, un lettino conviene alle aziende. sotto le palme e drink da sorseggiare. Relax allo stato puro! In ogni caso, questo bel gruzzoletto farebbe sicu- Ma solo pochi possono permettersi una vacanza ramente comodo. Con il denaro di cui vengono in quest’isola da sogno nell’Oceano indiano, al defraudate nell’arco dell’intera vita lavorativa costo di 6000 franchi a settimana. Eppure, se la le donne potrebbero anche semplicemente pren- discriminazione salariale finalmente cessasse, dere un congedo di 3,5 anni, avendo comunque ogni donna che lavora potrebbe permettersi un’entrata di più di 7000 franchi al mese. questa vacanza. Ogni anno! SENZA PRESSIONI LE COSE NON CAMBIANO LA FREGATURA IN CIFRE 590 franchi al mese, 7000 franchi all’anno, Ogni lavoratrice dell’economia privata viene de- 303 000 franchi nell’arco dell’intera vita lavo- fraudata in media ogni anno di 7000 franchi. E rativa: queste cifre indicano la mostruosa fre- quanto emerge dai calcoli effettuati dalle gatura salariale messa in atto a danno delle esperte dell’ufficio di studi di politica del lavoro donne che lavorano in Svizzera. Questi importi e politica sociale di Berna (ufficio BASS) 1 su rappresentano solo la parte del divario retribu- incarico del giornale «work». La domanda che tivo che non è riconducibile a fattori oggettivi ha posto è: di quanti soldi vengono defraudate (qualifiche inferiori o anzianità di servizio), ov- le donne che lavorano in Svizzera per il solo vero il denaro di cui le lavoratrici sono private fatto di essere donne?. per il solo fatto di essere donne. I risultati hanno rivelato dell’incredibile: Complessivamente, il divario retributivo tra donne – ogni lavoratrice viene defraudata ogni mese di e uomini ammonta ancora al 20 per cento circa. ben 590 franchi; Eppure la parità salariale è sancita da più di – si tratta di 7000 franchi all’anno; 35 anni dalla Costituzione federale e da più di – considerando l’intera vita lavorativa di una 20 anni dalla legge sulla parità dei sessi. Senza donna (43 anni), l’ammanco salariale è almeno pressioni politiche, le aziende non porranno di 303 000 franchi; sicuramente fine a questa ingiustizia. Perché Costa da sogno nell’isola La Digue, Seychelles, 2015. 7 Foto: Günter Standl, Keystone/Laif
traggono un vantaggio diretto dai salari femminili nei calcoli dell’ufficio BASS. Il divario esiste co- bassi. Pertanto la politica deve intervenire. munque anche nei rami a forte presenza fem- minile. Ad esempio nel commercio al dettaglio, ASPETTARE NON SERVE dove le donne rappresentano i due terzi del Già nel 2011 «work» aveva chiesto all’ufficio BASS personale, ma continuano comunque a guada- di quantificare in franchi il divario retributivo tra gnare in media il 18,6 per cento in meno degli donne e uomini. Dal confronto con quei dati, uomini. La situazione è migliore nell’industria emerge che la discriminazione salariale ha regi- alberghiera, dove il divario retributivo scende al strato una lieve riduzione. Complessivamente il 9,3 per cento. divario retributivo si è ridotto. «La partecipazione delle donne al mercato del La disuguaglianza è particolarmente marcata lavoro è più elevata e rispetto a pochi anni fa nel ramo bancario e assicurativo. Lì le donne la presenza delle donne tra i quadri dirigenti è guadagnano il 33,2 per cento in meno dei loro aumentata. I salari hanno inoltre registrato un colleghi. La forte differenza è dovuta anche ai bonus, che tendono ad essere assegnati agli uo- mini. Il divario salariale è elevato anche nell’in- Una cosa è certa: la parità dustria meccanica, dove le donne guadagnano salariale non si realizza da sola. in media il 23,9 per cento in meno degli uomini. aumento generale, anche nelle fasce inferiori. Resta quindi ancora molto da fare. Se le cose Quest’evoluzione ha un effetto positivo», spiega continueranno a cambiare a passo di lumaca, ci l’esperta dell’ufficio BASS Silvia Strub. Le campa- vorranno ancora almeno 60 anni prima di realiz- gne sui salari minimi lanciate dai sindacati porta- zare la parità salariale. Chissà se le Seychelles no quindi i loro frutti. Non possiamo comunque esisteranno ancora. Il riscaldamento globale po- limitarci ad aspettare passivamente che il divario trebbe essere più veloce. retributivo prima o poi scompaia. L’esperta dell’uf- ficio BASS Strub avverte che «la riduzione della discriminazione è anche il risultato del rafforza- 1 I calcoli si fondano sulle cifre dell’Ufficio federale di mento dei controlli». Finora questi controlli sono statistica (UST) e sono basati sui salari medi. stati introdotti negli acquisti pubblici della Confe- derazione. Le aziende che desiderano ottenere un mandato della Confederazione devono sottoporsi * Patricia D’Incau, giornalista e redattrice di work, vive a un’analisi salariale. Il Consiglio degli Stati ha a Berna. pur sempre deciso che in futuro anche le aziende private con più di 100 dipendenti dovranno effet- tuare controlli (cfr. articolo seguente). È un picco- lo passo avanti. BANCHE E BONUS È interessante esaminare il divario retributivo anche nell’ottica di un confronto settoriale. In linea generale, più aumenta il numero delle donne nel ramo professionale, più diminuiscono i divari retributivi. Il dato trova conferma anche Palazzo federale: con una proiezione le donne di Unia rivendicano la parità salariale, 2018. 9 Foto: Manu Friederich/Unia
Parità salariale: quasi una vertenza salariale su due fallisce I giudici non dono pazienza e coraggio», anche perché a vol- te nonostante tutto alla fine le donne restano a conoscono mani vuote. Il 42 per cento circa delle vertenze salariali fallisce. Rivolgersi al tribunale senza un la legge sindacato alle spalle comporta anche un rischio finanziario. Le procedure previste dalla legge sulla parità sulla parità sono gratuite, ma se la ricorrente che promuove l’azione perde, deve farsi carico delle spese legali della controparte. Di norma si tratta Gli ostacoli che le donne devono affrontare nelle di importi di varie migliaia di franchi. Poche sono vertenze salariali sono enormi. Non di rado anche perché i giudici conoscono poco la legge sulla pa- In 22 anni sono stati promossi rità (LPar). A ben 22 anni di distanza dalla sua entrata in vigore. solo 900 procedimenti giudiziari; un terzo erano vertenze salariali. Patricia D’Incau quindi le donne che fanno valere i loro diritti, È diventata una storia infinta: sono già sei anni anche se finora questa è l’unica possibilità per che Françoise Robert* si batte affinché il suo ex opporsi alla discriminazione sul posto di lavoro. datore di lavoro si assuma finalmente le sue Le statistiche dimostrano che nei 22 anni suc- responsabilità. La sua colpa? Pagare le donne cessivi all’entrata in vigore della legge sulla pa- meno degli uomini per il solo fatto di essere don- rità dei sessi, sono stati promossi solo 900 pro- ne. Fino al 2012 Robert ha lavorato in un centro cedimenti giudiziari. Più di un terzo delle vertenze commerciale di lusso della Svizzera romanda. riguardavano il salario. A 37 anni dall’introduzione La sarta diplomata accorciava pantaloni, ritocca- dell’articolo sulla parità nella Costituzione fede- va gonne e modificava camicie; faceva esatta- rale, le donne continuano a guadagnare quasi il mente gli stessi lavori che facevano i suoi col- 20 per cento in meno degli uomini. leghi di sesso maschile. Ma poi, casualmente, Françoise Robert ha scoperto che i suoi colleghi MATERIA NON OBBLIGATORIA guadagnavano di più. Ne ha parlato ai suoi supe- Karine Lempen è docente di diritto del lavoro riori. Risultato: è stata licenziata. Robert si è ri- all’Università di Ginevra. L’anno scorso ha diretto volta al tribunale con l’aiuto di Unia. Il processo uno studio che ha analizzato nel dettaglio è ancora in corso. circa 200 procedimenti promossi in materia di Quantomeno nel frattempo una perizia conferma parità. Oltre alle vertenze salariali, ha esaminato che effettivamente Robert guadagnava tra il anche le azioni per molestie sessuali, licenzia- 24 per cento e il 33 per cento in meno dei suoi mento dopo la gravidanza o la maternità e anche colleghi di sesso maschile. È un primo succes- quelle per vendetta, contro le donne che avevano so, ma la vittoria è ancora lontana. segnalato la discriminazione sul posto di lavoro. In conclusione, per Lempen «gli ostacoli sono UN CAMMINO ARDUO importanti». La durata e i costi dei procedimenti La storia della sarta Françoise Robert non è non sono l’unico problema. Non di rado si ri- un’eccezione. Anche il sindacato VPOD-SSP è a scontrano lacune nei procedimenti perché i giu- conoscenza di altri casi altrettanto «lunghi». dici conoscono poco la legge sulla parità. In Christine Flitner, responsabile della parità realtà essa è parte del diritto del lavoro ed è VPOD-SSP, dichiara: «Le vertenze salariali richie- una materia obbligatoria nel corso di studi. Le donne continuano a guadagnare circa il 20 per cento in meno degli uomini. 11 Foto: Centrale delle associazioni femminili di Zurigo
La serietà con cui le future giuriste e i futuri La banca dati online www.gleichstellungsgesetz.ch pro- giuristi studiano la LPar varia tuttavia a seconda pone una raccolta di tutte le azioni presentate sulla dell’università. Non solo: gli aggiornamenti sono base della Legge federale sulla parità dei sessi e/o sul facoltativi. È uno scandalo! principio costituzionale della parità salariale. I casi rela- La situazione irrita anche l’avvocata zurighese tivi alla Svizzera romanda possono essere consultati Bibiane Egg, specializzata nella legge sulla parità. nel sito www.leg.ch. «Il fatto che gli avvocati e i giudici non conoscano la legge dimostra che non la prendono sul serio», * Nome di fantasia dichiara. Dopo anni di esperienza pratica, Egg è tuttavia convinta che per eliminare i divari salariali i procedimenti giudiziari da soli non bastino… «Le aziende devono finalmente essere obbligate a rendere pubblici i salari», afferma. URGONO CONTROLLI SALARIALI Recentemente il Consiglio degli Stati ha quanto- meno deciso che in futuro le aziende che occupano più di 100 dipendenti dovranno sotto- porsi a un’analisi salariale ogni quattro anni. Adesso la palla è passata al Consiglio naziona- le. Questa disposizione può essere di aiuto alle donne? Egg ride: «Riguarda solo circa l’1 per cen- to di tutte le aziende. Di che trasparenza stiamo parlando?» E in ogni caso non serve a cambiare la situazione nei singoli casi: il personale viene I procedimenti giudiziari da soli non bastano a eliminare i divari salariali. infatti informato sull’esistenza di una discrimina- zione. Ogni donna deve poi scoprire da sola se la riguarda in prima persona. Anche la giuslavorista Lempen ritiene problematica la proposta del Con- siglio degli Stati. Pur trattandosi di un piccolo passo avanti nella giusta direzione, è ancora compito esclusivo delle lavoratrici imporre la pari- tà salariale. Lempen dichiara pertanto che servo- no autorità preposte alla verifica della parità sala- riale, con controlli e multe in caso di violazioni. Controlli simili esistono già da tempo per il lavoro nero o il dumping salariale. Perché non introdurli anche per la discriminazione salariale? Manifestazione sindacale sudcoreana solidarizza con il movimento # MeToo, 2018. 13 Foto: JONHAP, EPA NYA, Keystone
La storica Fabienne Amlinger analizza la parità all’interno del PLR, del PPD e del PS «La pazienza non rispetto al PLR e al PPD: non perché il PS sia più favorevole alle donne, ma perché è in competizio- premia le donne» ne con altri partiti di sinistra. Anche il nuovo mo- vimento femminista, le cui esponenti aderiranno in parte al PS alla fine degli anni 1970, garantisce Dove se la passa meglio una donna impegnata in nuovo slancio alle rivendicazioni femministe e in- politica tra il 1971 e il 1995? Sicuramente non nel troduce nuove forme di protesta (azioni divertenti, PLR, assicura la storica Amlinger*. Lì il cammino volantinaggi, assemblee femministe, lo sciopero per le donne è molto arduo. delle donne, ecc.). Di Patricia D’Incau e Marie-Josée Kuhn Il PLR lancia una campagna in cui dichiara la sua vicinanza alle donne. Non è proprio così? work: Qual è il miglior partito per una donna im- Le mie ricerche indicano che proprio le donne pegnata in politica tra il 1971 e il 1995? liberali radicali devono lottare molto per essere Fabienne Amlinger: Il PS. Quello socialista è il ascoltate ed elette. Nel 1984 Elisabeth Kopp è partito che più degli altri si occupa della promo- la prima donna a essere eletta nel Consiglio fe- zione delle donne e del tema dell’uguaglianza, derale e il PLR ne fa un gran vanto. Ma certo in sebbene neanche lì sia facile per le donne. Anche questo partito non ci sono veri sforzi in favore le socialiste devono lottare per imporsi sui loro dell’uguaglianza di genere. compagni di partito. Il loro cammino è tuttavia meno arduo rispetto a quello delle donne del PPD Nel suo libro definisce l’elezione di Elisabeth o del PLR. Kopp un «atto di grazia». Che significa? L’espressione «atto di grazia» risale allo stori- In cosa è meglio il PS? co Bernard Degen. Inizialmente i liberali radicali Le donne del PS hanno diritto a determinate quo- governano da soli per 43 anni in seno al Consi- te nelle assemblee dei delegati e sono rappre- glio federale. Poi fanno partecipare anche i cat- sentate in determinati organi del partito già prima tolici-conservatori, quasi come un atto di grazia. della conquista del suffragio femminile nel 1971. Successivamente aprono al PS e più tardi ancora Non esiste tuttavia la parità di genere. Le posi- l’atto di grazia viene esteso anche alle donne, con zioni di potere continuano a essere detenute da l’elezione di Elisabeth Kopp. Va peraltro precisato uomini, che tra l’altro complottano per escludere che negli anni 1980 il PLR ha difficoltà con alcune le donne dalle liste elettorali o inserirle in una donne del partito. posizione sfavorevole. Inoltre, anche nel PS la competenza per le cosiddette questioni femminili Penso ad esempio alla bernese Leni Robert. È (famiglia, affari sociali ecc.) spetta alle donne. troppo verde per i liberali radicali, che la etichet- Il PS è però il primo grande partito a rivendicare tano come donna di sinistra. Ma i problemi non il suffragio femminile già all’inizio del 20° secolo. riguardano solo lei e varie donne abbandona- D’altronde il PS nasce dal movimento operaio so- no il PLR. Il partito deve agire per non apparire cialista, che già sosteneva rivendicazioni in mate- misogino ed è così che si arriva all’elezione di ria di uguaglianza. I partiti borghesi si oppongono Elisabeth Kopp. invece a lungo al suffragio femminile, prima di ac- cettarlo con moderato entusiasmo. Anche dopo Ironia della sorte, alla fine la carriera di Kopp l’introduzione del suffragio femminile, il PS accor- s’incrina per uno scandalo che coinvolge suo da maggiore attenzione alle questioni femminili marito … La storica Fabienne Amlinger. 15 Foto: Franziska Scheidegger
Già, si tratta di un’accusa di riciclaggio di dena- di essere troppo di sinistra. Le difficoltà per le ro proveniente dal traffico di droga contro la so- donne sono innegabili. cietà Shakarchi, in cui il marito Hans W. Kopp, avvocato d’affari, siede nel CdA. Elisabeth Kopp Le donne del PPD sono un po’ più audaci: riven- lo chiama, lo mette in guardia e lo prega di di- dicano quote rosa interne ben prima delle colle- mettersi dal CdA. Così ha inizio il «caso» Kopp: ghe del PLR. Perché? la prima consigliera federale viene biasimata per È anche merito della presidente delle donne aver preservato il marito da un’inchiesta penale. PPD Ruth Grossenbacher. Le quote rosa ven- Nel 1989 Kopp è costretta alle dimissioni. gono introdotte nel 1991 sotto la sua guida. In quell’epoca la politica della parità ha il vento in Le donne del PLR si lamentano puntualmente di essere ignorate nelle elezioni. L’ultima volta an- Le donne borghesi traggono che in occasione dell’elezione di Ignazio Cassis nel Consiglio federale. Ma l’indignazione non si grandi vantaggi trasforma mai in azione. Perché? dallo scandalo Brunner. Le donne del PLR sostengono il credo liberale «chi si dà da fare ce la fa». Quindi, se una donna poppa: viene indetto lo sciopero delle donne, si non ottiene un posto, praticamente è colpa sua. svolge la sessione delle donne in Parlamento e Per questo le donne del PLR si oppongono a lun- due anni dopo scoppia lo scandalo per la man- go all’introduzione di quote rosa interne, che non cata elezione di Christiane Brunner. A vent’anni Ruth Dreifuss e Christiane Brunner, figure emblematiche del potere femminile, insieme nel giorno in cui Dreifuss permetterebbero – affermano – di eleggere le per- dall’introduzione del suffragio femminile, anche è eletta consigliera federale, 1993. Foto: Karl-Heinz Hug, Keystone sone migliori. le donne del PPD devono constatare che la pre- Nel contempo sperimentano a più riprese che senza delle donne in Parlamento, nei partiti e malgrado i loro sforzi non riescono a fare breccia negli organi politici è ancora molto bassa. Capi- nelle strutture del PLR a dominanza maschile. scono di dover agire. Questa è la contraddizione di fondo delle donne liberali radicali. Peraltro sorprende constatare Eppure le premesse per le donne del PPD sono la solidità di questo modello, confermata anche meno favorevoli rispetto alle colleghe del PLR. dall’elezione di Cassis. Nel PPD regna un’immagine più tradizionale del ruolo della donna: «famiglia, figli e chiesa». Nel suo libro scrive che il comportamento con- Sì, ma quest’immagine della donna include ciliante delle donne borghesi contribuisce a anche l’immagine della madre, con un’acce- cementare il potere degli uomini. zione positiva. In questa concezione cattolica, Esatto. Per tanto tempo sono state pazienti e l’idea di una buona società non può prescin- poco critiche. Ma la storia dimostra che la pa- dere dall’elemento dell’assistenza, assegnato zienza non premia le donne. Inoltre, da quando alle donne. Questa visione garantisce un certo esistono le organizzazioni femminili, gli uomini margine di manovra alle donne del PPD. se ne lavano le mani con più facilità: si limita- no a scaricare la responsabilità dell’uguaglian- Tra i suoi ranghi il PPD vanta alcune «madri» no- za sulle donne. E se queste ultime si lamenta- tevoli, dotate di grande forza di carattere. Ad no per i pochi progressi realizzati in materia di esempio Josi Meier, la prima donna presidente pari opportunità e politica della parità, gli uomi- del Consiglio degli Stati. O Judith Stamm, che ni rispondono che è colpa loro se le cose non nel 1986 si candida al Consiglio federale senza procedono. Ogni qualvolta le donne criticano l’appoggio del suo partito. Purtroppo non com- Elisabeth Kopp (PLR), la prima consigliera federale Judith Stamm (PPD/LU), donna intrepida e sagace, il partito, vengono zittite con l’argomentazione paiono nel suo libro. Perché? svizzera, a casa nel suo ufficio, 1998. Foto: Keystone in Consiglio nazionale, 1989. Foto: STR, Keystone 17
Mancano perché esulano dal quadro del mio il suo nome. Finalmente anche le donne bor- libro. Ma ha ragione, nel periodo in rassegna ci ghesi possono aderire all’ondata d’indignazione. sono alcune politiche del PPD molto audaci, im- È più facile quando decine di migliaia di persone pegnate e sagaci. Non hanno avuto vita facile, scendono in piazza per protestare. Molte donne ma non hanno mollato. borghesi escono dal partito in segno di protesta, mentre il PS registra un enorme aumento di affi- Nel 1983 la socialista Lilian Uchtenhagen è liati. I cittadini protestano minacciando un boicot- la prima donna a candidarsi al Consiglio fede- taggio fiscale. La Svizzera inizia a tremare. Anche rale. Senza successo. Ma non si arriva a una i vertici del PLR e del PPD si accorgono che sta rivolta, come succede invece 10 anni dopo succedendo qualcosa: reagiscono creando po- per la mancata elezione di Christiane Brunner! sti supplementari per le questioni femminili e Cosa è cambiato? la parità. Anche il caso Uchtenhagen fa nascere un’ondata di protesta, seppur di proporzioni diverse. 10 anni Cosa mi dice dell’UDC? Nel libro non viene dopo tira un’aria diversa. Già prima della mancata menzionata. elezione gli avversari prendono di mira Brunner. Il motivo è semplice: l’UDC è l’unico partito al governo che non ha un archivio accessibile al pubblico. Ecco perché non potevo prenderlo in Il PPD ha alcune politiche considerazione. molto audaci e impegnate. Lilian Uchtenhagen (PS/ZH) è stata la prima donna Josi Meier (PPD/LU) è stata paladina della parità e candidata al Consiglio federale, 1983. del suffragio femminile, 1983. Organizzano una grande campagna di denigrazio- * Fabienne Amlinger è storica, ricercatrice di genere e Foto: Euler, Keystone Foto: STR, Keystone ne contro di lei, colpevole di vivere in una famiglia docente all’Università di Berna. Per la sua dissertazione allargata, essere femminista e non corrispondere ha studiato la storia delle organizzazioni femminili del all’ideale femminile del Parlamento maschile e PS, del PPD e del PLR. Il lavoro è stato pubblicato alla borghese. L’attacco molto primitivo sferrato con- fine del 2017 sotto forma di libro («Im Vorzimmer der tro Brunner suscita un’ondata d’indignazione: una Macht?»). cosa del genere alla fine del 20° secolo! Quest’in- dignazione sfocia in una protesta di massa. La sindacalista e socialista ottiene la solidarietà delle donne, anche di quelle borghesi. Brunner conquista il cuore della gente, ha un carisma paragonabile a quello di Edith Piaf. Vie- ne dal basso e ha sofferto molto. Molte donne si identificano con lei. Sì, numerose donne si identificano con il suo de- stino. Lo schiaffo della sua mancata elezione è uno schiaffo per molte donne. Esiste anche un ar- chivio delle lettere ricevute da Christiane Brunner in quel periodo. Ha scritto che lo scandalo Brunner è un punto di Giuramento di Lise Girardin (PLR/GE), prima donna La rivoluzionaria Rosa Bloch è l’unica donna a far par- svolta anche per il PLR e il PPD. In che senso? eletta nel Consiglio degli Stati dopo l’ottenimento del te del comitato di azione di Olten in occasione dello Finalmente l’iniqua distribuzione del potere tra diritto di voto alle donne, 1971. sciopero generale el 1918, circa 1915. donne e uomini inizia a essere chiamata con Foto: STR, Fotopress-Archiv, Keystone Foto: Archivio sociale svizzero 19
62 anni per ottenere il suffragio femminile «Non esistono Nel frattempo, poco prima della fine della Secon- da guerra mondiale Francia e Italia introducono persone. Esistono il suffragio femminile. Il sindacalista e socialista Hans Oprecht presenta un nuovo postulato. uomini o donne» Chiede che la Svizzera segua l’esempio dei pae- si vicini. Il Consiglio nazionale s’infiamma. Il cattolico conservatore lucernese Karl Wick met- La storia ha un inizio esplosivo e si conclude te tutti in guardia, affermando che una demo- con un concerto di fischietti. Nel mezzo i grandi cratizzazione eccessiva può condannare a mor- protagonisti sono i cassetti. te uno Stato: «È pericoloso richiamarsi sempre Elisabeth Joris* Appartengono al fronte Il suffragio femminile occupa il secondo posto patriarcale anche i compagni. nell’elenco delle rivendicazioni dello sciopero nazionale del 1918. Questa posizione di asso- e solo ad astratti diritti umani. Non esistono per- luto rilievo ha un effetto clamoroso sulle attivi- sone, esistono uomini o donne e le peculiarità di ste per i diritti delle donne. L’inizio è esplosivo. entrambi i generi devono trovare espressione La reazione della presidente dell’Associazione anche nella democrazia.» Poi Wick prosegue: «In svizzera per il suffragio femminile (ASSF) Emilie fin dei conti il suffragio femminile è una capitola- Gourd è immediata: invia un telegramma al Consi- zione della donna di fronte all’uomo, l’ammissio- glio federale raccomandandogli «vivamente» l’at- ne che il Parlamento la democrazia unilaterale, è tuazione del diritto elettorale attivo e passivo per più importante della casa e del focolare.» Il po- le donne. Inutilmente. Altrettanto infruttuose sono stulato di Oprecht riesce comunque a passare – anche le mozioni presentate dai consiglieri nazio- e finisce subito in un cassetto. nali Emil Göttisheim (PLR; Basilea) e Herman Greulich (PS, Zurigo): finiscono in un cassetto. L’INTERVENTO DI VON ROTEN Peter von Roten è un cattolico conservatore LE FILIPPICHE DI WICK vallesano. Sua moglie è Iris von Roten, esperta L’inizio esplosivo ha un impatto anche tra le giurista, giornalista e femminista convinta e lui donne. Nel 1919 l’Alleanza delle società fem- ne subisce l’influenza. In veste di consigliere minili svizzere (ASF, oggi Alliance F) lancia un nazionale, nel 1949 von Roten chiede al Consi- messaggio chiaro sostenendo apertamente il glio federale di presentare un rapporto sulla suffragio femminile. Seguono votazioni in sei possibilità di estendere il concetto di «svizzeri cantoni, organizzate quasi sempre su iniziativa aventi diritti di voto» anche alle donne. Ma i socialista. Tutte si concludono con un chiaro politici fanno spallucce e chiamano in causa il NO degli uomini. Anche i compagni appartengono legame (svizzero) tra servizio militare obbliga- per lo più al fronte patriarcale. torio e diritto di voto. Peraltro regna la Guerra In occasione dell’Esposizione nazionale svizze- fredda e il contesto politico è favorevole alle ra del lavoro femminile (SAFFA) le donne fanno posizioni di potere patriarcali. un nuovo tentativo. Nel 1928 manifestano a Negli anni ʽ1950 il Consiglio federale rimette in Berna sfilando con una gigantesca lumaca, moto il processo perché intende estendere il simbolo della lentezza delle autorità. 250 000 servizio civile obbligatorio alle donne. Un’onda- donne e uomini firmano la loro petizione. Ma ta d’indignazione si diffonde tra le attiviste anch’essa finisce in un cassetto. per i diritti delle donne. Nessun nuovo obbligo, Suffragio per il diritto di voto delle donne: manifesto degli oppositori del 1920. 21 Foto: Otto Baumberger: contestataria, 1920. Foto © 2018, ProLitteris, Zurigo
senza nuovi diritti. L’elettorato è chiamato Le attiviste per i diritti delle donne reagiscono con a esprimersi sull’oggetto nel 1957. Le asso- una «marcia su Berna». All’inizio del marzo 1969, ciazioni per i diritti delle donne della Svizzera 5000 persone sfilano in corteo a Berna dalla stazione alla Piazza federale. Giovani femministe 5000 attiviste per i diritti sessantottine si uniscono alle combattenti meno giovani: bandiere rosse si mescolano agli delle donne, capitanate da striscioni. Il corteo è capitanato dalla socialista Emilie Lieberherr. zurighese Emilie Lieberherr. Il suo discorso fulmi- nante culmina in una risoluzione all’attenzione romanda e del Ticino invitano i comuni a iscrive- del Consiglio federale e del Parlamento. Il mes- re le donne nelle liste elettorali della votazione saggio è chiaro: nessuna Convenzione dei diritti e, come chiesto da Peter von Roten, di fatto a dell’uomo senza suffragio femminile! Ma nessun estendere anche a loro il concetto di «svizzeri consigliere federale si fa avanti per prendere in aventi diritto di voto». Solo pochi comuni rispon- consegna la risoluzione. Le manifestanti sollevano dono all’appello. Grande eco suscita il piccolo i fischietti. comune del Vallese di Unterbäch, che sotto l’in- Da qui in poi le cose procedono in modo relati- fluenza di von Roten decide di ammettere le don- vamente rapido. Il 7 febbraio 1971 il 65,7 per ne al voto. Il comune finisce sulle pagine di tutti cento degli uomini dice finalmente «sì». Nel i giornali. Cantone dell’Appenzello c’è una levata di scudi degli uomini. Sotto pressione per le reazioni, il Consiglio fede- rale si vede costretto ad accelerare le cose con il suffragio femminile. Elabora un progetto per * Elisabeth Joris, classe 1946, è storica e vive a Zurigo. una modifica della Costituzione. Le associazioni Ha pubblicato varie opere sulla storia svizzera delle femminili lottano, intervengono, portano avanti donne e delle lavoratrici. un’attività di lobbying e informano – e si asten- gono da ogni provocazione. Ancora una volta inutilmente. Domenica 1° febbraio 1959 i due terzi degli uomini respingono di nuovo il diritto 62 anni di voto delle donne. Il lunedì successivo le inse- La data chiave gnanti del ginnasio femminile di Basilea incro- Nel 1909 l’Associazione svizzera per il suffragio fem- ciano le braccia, ma vengono multate. Viene minile (ASSF) è la prima organizzazione nazionale comunque raggiunto un primo traguardo: a Neu- a includere tra i suoi obiettivi il diritto di voto attivo châtel, Vaud e Ginevra i voti favorevoli sono la e passivo delle donne. Il volantino n. 1 inquadra la maggioranza. I tre cantoni introducono il suffra- rivendicazione nei diritti umani. L’associazione distri- gio femminile a livello cantonale e comunale. buisce il volantino nel Parlamento federale. IL DISCORSO DI LIEBERHERR Ormai il Consiglio federale non ha più fretta. Neanche le proteste giovanili del 1968 riescono a impressionare gli uomini. Al contrario: adesso il Consiglio federale intende firmare la Convenzio- ne europea dei diritti dell’uomo (CEDU), con la riserva del mancato diritto di voto delle donne. La coraggiosa femminista e giornalista Iris von Roten, negli anni 1990. 23 Foto: Archivio sociale svizzero, Ofra
Il numero delle consigliere federali si riduce e alla fine c’erano solo ... 2010: le consigliere federali sono quattro più una cancelliera della Confederazione. Da s. a d. Didier Burkhalter, 2016: le consigliere federali sono ormai due e la cancelliera della Confederazione non c’è più. Da s. a d. Eveline Widmer-Schlumpf, Johann Schneider-Ammann, Doris Leuthard, Micheline Calmy-Rey, Simonetta Alain Berset, Didier Burkhalter, Doris Leuthard, Johann Schneider-Ammann, Ueli Maurer, Simonetta Sommaruga, Sommaruga, Ueli Maurer e Corina Casanova. Guy Parmelin e Walter Thurnherr. 2013: le consigliere federali sono scese a tre più una cancelliera della Confederazione. Da s. a d. Johann 2018: le consigliere federali sono ancora due, ma Doris Leuthard ha annunciato che si dimetterà. Se le Schneider-Ammann, Simonetta Sommaruga, Didier Burkhalter, Eveline Widmer-Schlumpf, Ueli Maurer, Alain succede un uomo, allora ci sarà una sola consigliera federale. Da s. a d. Guy Parmelin, Simonetta Sommaruga, Berset, Doris Leuthard e Corina Casanova. Ueli Maurer, Alain Berset, Doris Leuthard, Johann Schneider-Ammann, Ignazio Cassis e Walter Thurnherr. 25 Foto: Cancelleria federale svizzera
88 anni per ottenere la parità nel diritto matrimoniale Gli uomini temono diritto di disporre del patrimonio apportato nel matrimonio solo con il consenso del marito, che l’abolizione invece non era tenuto a fornire informazioni sul suo patrimonio, il suo reddito o i suoi debiti. della figura dal Il diritto matrimoniale moderno è più vantaggio- capitano so per la donna, vero? Per le donne sicuramente sì, perché ha introdot- to il principio di un rapporto paritario. Tutte La giurista Renate Wegmüller* spiega alla sua fi- le questioni importanti devono essere decise glioccia Yasmin (15 anni) com’è cambiata la nor- insieme e la donna è più indipendente sotto il mativa sul matrimonio. profilo economico. Il nuovo codice non prevede Yasmin: Renate, la nostra professoressa ci ha Blocher si è opposto al nuovo spiegato che abbiamo un diritto matrimoniale moderno solo dal 1988. Prima cosa c’era? diritto matrimoniale, in Renate Wegmüller: Prima ne avevamo uno anti- contrasto con il suo partito. quato. Vediamo come stavano le cose prima del 1988. Il marito dettava legge in casa, era il più ruoli predefiniti. La donna e l’uomo posso- capofamiglia e doveva provvedere alla moglie e no scegliere il domicilio congiuntamente e an- ai figli. Quanto alla moglie, si doveva occupare che affittare insieme un appartamento. Nella della casa e naturalmente dei figli. Ma il diritto di scelta del lavoro devono avere riguardo per l’al- rappresentare l’unione coniugale verso l’ester- tro coniuge ed entrambi agiscono in modo no spettava solo a lui. La moglie era autorizzata autonomo nel quadro del diritto di rappresen- esclusivamente ad effettuare le spese nell’am- tanza dell’unione coniugale per i bisogni cor- bito del bilancio corrente. In presenza di deter- renti della famiglia. Gli acquisti che esulano da minate circostanze il marito poteva addirittura tale quadro richiedono il consenso di entrambi. limitare o toglierle questa facoltà. Il coniuge che provvede al governo della casa Incredibile! o assiste l’altro nella sua professione, ha diritto a Aspetta, adesso viene il meglio: il marito era una somma congrua di cui disporre liberamente. anche autorizzato a scegliere il domicilio. E il Dal 2013, in caso di matrimonio, ciascun coniu- suo domicilio era automaticamente anche quel- ge conserva il proprio cognome. La coppia può lo della moglie. Inoltre, se lei voleva lavorare, scegliere che uno dei due cognomi diventi quello doveva chiedergli il permesso. Se lui si oppone- coniugale. Il doppio cognome non è più possibi- va, ma lei non voleva demordere, doveva rivol- le. Se i coniugi conservano i rispettivi cognomi, gersi al tribunale. possono decidere quale dei due sarà il cognome dei figli avuti in comune. La moglie e i figli prendevano il cognome e l’atti- nenza del marito. Una donna era anche obbliga- Molto importante è inoltre l’obbligo a carico del ta ad aiutare il marito nella sua attività. Gratuita- marito e della moglie di aggiornarsi a vicenda mente! Ma non basta: il marito non aveva solo il sulla situazione economica. Entrambi gestiscono diritto di gestire e utilizzare il suo patrimonio, ma e utilizzano da soli il loro patrimonio personale e anche quello della moglie. Quest’ultima aveva il possono disporne più o meno liberamente. Christoph Blocher (UDC) lotta contro il moderno diritto matrimoniale, senza l‘appoggio del suo partito, 1985. 27 Foto: STR, Keystone
Beh, normale ... I coniugi sarebbero quindi stati liberi di scegliere ... non per tutti. Il nuovo diritto matrimoniale è la convivenza che preferivano. Un’opposizione a stato aspramente osteggiato, in primo luogo dal Blocher interna al partito era venuta anche dal consigliere nazionale UDC Christoph Blocher, consigliere nazionale UDC Werner Martignoni, all’epoca presidente del «Comitato contro un che in seguito sarebbe diventato consigliere di diritto matrimoniale sbagliato», che ha lanciato il Stato a Berna. Martignoni aveva infatti dichiara- referendum contro il nuovo diritto matrimoniale. to che chiunque credesse che nel matrimonio fosse possibile un rapporto di collaborazione re- Ma perché? ciproca, avrebbe dovuto approvare il progetto. Si temeva che il matrimonio restasse «senza All’epoca Blocher non aveva ancora il suo partito guida» e la nave diventasse ingovernabile senza sotto controllo. In ogni caso diventò lo zimbello il suo capitano. dei media. Il 25 ottobre 1984 il giornale «Berner Tagwacht» scriveva: «Non stupisce che i pascià Aiuto! che vogliono al loro fianco donne obbedienti e L’esponente PPD Josi Meier aveva spiegato la senza un’opinione personale non apprezzino situazione in modo molto incisivo quando le ave- il nuovo diritto matrimoniale. Ciononostante, non vano chiesto perché era stato lanciato il referen- hanno il diritto di attaccarlo con stupide argo- dum: «Non c’è niente di più difficile che rinuncia- mentazioni.» re ai propri privilegi. Inoltre esistono persone che non riescono a immaginare un rapporto alla E poi? pari, che credono ci voglia sempre un capo.» L’elettorato ha approvato il nuovo diritto matri- moniale con il 54,7 per cento di voti favorevoli. Anche oggi esiste questo tipo di gente. Il consenso è stato elevato soprattutto nei can- All’epoca Blocher sosteneva che il nuovo diritto toni romandi e nelle città (58 per cento). Tra le matrimoniale fosse nocivo per il matrimonio e donne i voti favorevoli hanno raggiunto il 61 per l’unità della famiglia e che non teneva conto cento, mentre la maggioranza degli uomini ha della realtà matrimoniale della Svizzera. Consi- espresso un voto contrario (52 per cento). derava inoltre la nuova normativa irresponsabile anche nell’ottica economica, soprattutto per i Fiuu, sono stata fortunata! liberi professionisti. Sosteneva che se il nuovo diritto matrimoniale fosse stato approvato, tutte le discussioni sarebbero finite davanti al giudice, * Renate Wegmüller è giurista e vive a Berna. Al suo che sarebbe diventato il terzo partner dell’unio- attivo ha anche pubblicazioni sul suffragio femminile. ne matrimoniale e avrebbe imposto ai coniugi la sua opinione personale. Ci sarebbero state valanghe di vertenze familiari. In breve Blocher riteneva che il fallimento del nuovo diritto matri- 88 anni moniale fosse inevitabile. La data chiave L’Alleanza delle società femminili svizzere (ASF) Ovviamente l’UDC si allineò alla sua posizione. viene creata nel 1900 per esercitare un’influenza Invece no. Il partito aveva dato una raccomanda- nella redazione del Codice civile e segnatamente zione di voto favorevole. Anche la vice-presidente del diritto matrimoniale. Sin dall’inizio rivendica la Grete Brändli si era opposta a Blocher, soste- parità tra donna e uomo nel matrimonio. nendo che né il Codice civile né il tribunale dominavano nel nuovo diritto matrimoniale. Manifestazione a Parigi: bacio di matrimonio, 2012. 29 Foto: Yoan Valat, EPA, Keystone
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