EPILESSIA PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE - della - A ress - Forum Risk Management
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REGIONE A ress S Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari PIEMONTE Ente strumentale della Regione Piemonte Istituito con L.R. n. 10 del 16.03.1998 PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO ASSISTENZIALE della EPILESSIA 2010
S OM M AR I O Sommario ...........................................................................................................................1 Descrizione generale del documento...............................................................................3 Il committente ......................................................................................................................3 Il gruppo di lavoro ................................................................................................................3 Referente Scientifico e Responsabile di Progetto................................................................4 Coordinamento del gruppo ..................................................................................................4 Stesura e revisione documento ...........................................................................................4 Abbreviazioni usate nel testo ...........................................................................................5 Glossario ............................................................................................................................6 Premessa............................................................................................................................8 1. Metodologia utilizzata nella costruzione del PDTA ................................................9 2. Criteri di eleggibilità e d’inclusione .......................................................................10 2.1 Criteri di scelta del PDTA Epilessia ......................................................................10 2.2 Criteri d'inclusione dei soggetti oggetto del PDTA ................................................10 3 Linee guida e letteratura di riferimento .................................................................11 4 Epilessia: epidemiologia e inquadramento clinico ................................14 4.1 Definizione e presentazione clinica.......................................................................14 4.2 Le dimensioni del problema..................................................................................18 AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 1
5 Il “percorso effettivo” (attuale) del paziente ...........................................19 5.1 Metodologia ..........................................................................................................19 5.2 Censimento dell’attività ambulatoriale per pazienti adulti .....................................21 5.3 Censimento dell’attività ambulatoriale per pazienti pediatrici................................25 6 Il “percorso ideale” ...........................................................................................29 7 Il “percorso di riferimento” ............................................................................29 7.1 Prima crisi.............................................................................................................29 7.2 Stato di male.........................................................................................................45 7.3 Convulsioni febbrili................................................................................................50 7.4 Valutazione neuropsicologica ...............................................................................55 7.5 Epilessia farmacoresistente ..................................................................................60 7.6 Epilessia nella donna............................................................................................64 8 Struttura per l’attività dei Centri ..................................................................70 8.1 Primo Livello .........................................................................................................70 8.2 Secondo Livello ....................................................................................................70 8.3 Terzo Livello .........................................................................................................70 9 Ruolo delle associazioni nel percorso di cura ........................................71 Allegato 1. ………………………………………………………………………………………. 72 La gestione dei pazienti affetti da epilessia: censimento organizzativo delle attività, delle strutture e delle risorse presenti nella Regione Piemonte. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 2
D E S C R I ZI O N E GE N E R AL E D E L D OC U M E N T O IL COM M ITTENTE Regione Piemonte Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità I L G R U P P O D I L AV O R O Responsabile Medicina d’Urgenza, Ospedale San Giovanni Bosco di Franco Aprà Torino Giovanni Asteggiano Responsabile S.C. Neurologia, Ospedale di Alba - ASL CN2 Responsabile S.S. Riabilitazione Neuropsichiatrica A.O. O.I.R.M. Bianca Bassi Sant’Anna di Torino - Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza, Università degli Studi di Torino Francesco Benincasa Medico di Medicina Generale, ASL TO3 Responsabile del Servizio per la Diagnosi e la Cura dell’Epilessia, Paolo Benna Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino Dante Besana Direttore S.C. Neuropsichiatria Infantile, A.O. di Alessandria Cesare Bevilacqua Già Presidente Associazione APiCE Dirigente Medico, S.C. Anestesia e Rianimazione II, A.O.U. San Vincenzo Bonicalzi Giovanni Battista di Torino Responsabile del Centro per la Diagnosi e la Terapia dell’Epilessia, Roberto Cantello Clinica Neurologica, Università degli Studi del Piemonte Orientale Responsabile Centro Epilessia A.O. O.I.R.M. Sant’Anna di Torino - Giorgio Capizzi Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza, Università degli Studi di Torino Responsabile Centro SLA e Malattie del Motoneurone, Dipartimento di Adriano Chiò Neuroscienze, Università degli Studi di Torino Infermiere Professionale, U.O. Neurologia, Ospedale Sant’Andrea di Rita Ciero Vercelli - ASL VC Alessandra D’Alfonso Sistema Qualità e Gestione del rischio ASL TO2; A.Re.S.S. Piemonte Renato De Giorgio Presidente Associazione APiCE Referente S.C. Neuropsichiatria Infantile, Ospedale di Chiasso - ASL Maritza Gabriele TO4 Sebastiana Giordano Psicologo, A.Re.S.S. Piemonte Simona Giribone Neuropsicologo, S.C. Neuropsichiatria Infantile, A.O. di Alessandria Pasquale Grassano Direttore di Distretto, Susa, ASL TO3 Dirigente Medico, S.C.D.U. Cardiologia, A.O.U. San Giovanni Battista di Marcella Jorfida Torino Funzionario Regionale, Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità, Franca Lovaldi Regione Piemonte Dirigente Medico, Servizio per la Diagnosi e la Cura dell’Epilessia, Elisa Montalenti A.O.U. San Giovanni Battista di Torino AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 3
Dirigente Medico, Responsabile del servizio per l’epilessia, S.C. Pietro Pignatta Neurologia, Ospedale Gradenigo, Torino Aldo Ravaglia Pediatra di Libera Scelta - ASL TO4 Medico Specializzando, Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Manuela Scatà AO O.I.R.M. Sant’Anna di Torino Responsabile della S.C.D.U. Ostetricia e Ginecologia ad indirizzo Tullia Todros Materno-Fetale, A.O. O.I.R.M. Sant’Anna di Torino Tecnico di Neurofisiopatologia, Dipartimento di Neuroscienze, A.O.U. Paola Zambelli San Giovanni Battista di Torino Hanno collaborato alla redazione del testo la dr.ssa Elisa Rubino e il dr. Paolo Ripellino. R E F E R E N T E S C I E N T I F I C O E R E S P O N S AB I L E D I P R O G E T T O Paolo BENNA Università degli Studi di Torino A.O.U. San Giovanni Battista di Torino C O O R D I N AM E N T O D E L G R U P P O Alessandra D’ALFONSO Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari Piemonte Sebastiana GIORDANO Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari Piemonte STESUR A E REVISIONE DOCUM ENTO Data prima stesura 15/09/2009 Data ultima revisione 30/12/2010 Numero revisione 12 AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 4
A B B R E V I AZ I O N I USATE NEL TESTO Acronimo Descrizione A.Re.S.S. Azienda Regionale per i Servizi Sanitari AA.SS.RR. Aziende Sanitarie Regionali APiCE Associazione Piemontese contro l’Epilessia ASR Azienda Sanitaria Regionale CFC Convulsioni febbrili complesse CFS Convulsioni febbrili semplici COC Contraccettivi orali combinati CUP Centro unico prenotazioni DEA Dipartimento di emergenza e accettazione DTN Difetti del tubo neurale EG Età gestazionale FAE Farmaci antiepilettici ILAE International League against Epilepsy LICE Lega Italiana contro l’Epilessia MMG Medico di medicina generale NPI Neuropsichiatria infantile PDTA Piano diagnostico terapeutico assistenziale PIC Percorso integrato di cura PNES Psychogenic non-epileptic seizures (crisi psicogena non epilettica) SE Stato di male epilettico TIA Transient ischemic attack (attacco ischemico transitorio) TLOC Transitoria perdita transitoria di coscienza TNFP Tecnico di neuro fisiopatologia AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 5
G L OS S AR I O Termini Definizione Quadro EEGrafico caratterizzato da sequenze di durata superiore a 1 Burst-suppression secondo di attività isoelettrica, intervallate a scoppi di attività lenta o puntuta Care La presa in carico del paziente Consigli Le indicazioni derivate dal parere di esperti e del tavolo di lavoro regionale Crisi convulsiva (focale o generalizzata) in occorrenza di un episodio febbrile, caratterizzata da una durata prolungata (superiore a 15 minuti) o Convulsione febbrile complessa ripetuta entro le 24 ore, e/o associata ad anomalie neurologiche post- critiche, più frequentemente una paresi post-critica (paresi di Todd) o a precedenti neurologici Crisi convulsiva generalizzata di breve durata (da 30 secondi a pochi minuti nella maggior parte dei casi) e comunque non superiore ai 15 minuti, non ripetuta nelle 24 ore, che si presenta durante un episodio di febbre non Convulsione febbrile dovuta a una affezione acuta del sistema nervoso, in età compresa tra i sei semplice mesi e i cinque anni, in soggetti senza precedenti neurologici, ovvero senza fattori eziologici indicativi di danno cerebrale pre-, peri- o post- natale con normale sviluppo psicomotorio e in assenza di precedenti crisi convulsive febbrili Comparsa transitoria di segni e/o sintomi dovuti ad attività eccessiva o Crisi epilettica ipersincrona di neuroni cerebrali, in prevalenza corticali Intensa sensazione che ciò che sta accadendo per la prima volta sia già Déjà-vu occorso in precedenza. Può essere manifestazione di crisi epilettiche parziali Disturbo cerebrale cronico, caratterizzato da una predisposizione duratura a generare crisi epilettiche e dalle conseguenze neurobiologiche, cognitive, Epilessia psicologiche e sociali di tale condizione. Per definire una condizione epilettica occorre che si sia verificata almeno una crisi (secondo le più recenti classificazioni della ILAE) Condizione epilettica in cui le crisi persistono ed è molto improbabile ottenere libertà da crisi con ulteriori manipolazioni terapeutiche con farmaci antiepilettici. Abitualmente e operativamente viene definita come “fallimento Epilessia di tentativi adeguati con due farmaci antiepilettici tollerati e scelti e usati in farmacoresistente modo appropriato (sia in monoterapia che in associazione) per ottenere una stabile libertà dalle crisi”, intendendo per stabile un periodo di assenza di crisi di un anno o, se più prolungato, un tempo tre volte maggiore dell’intervallo intercritico prima dell’ultimo intervento terapeutico AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 6
Sensazione di mancanza di familiarità: ciò che dovrebbe essere noto appare Jamais-vu per la prima volta La pianificazione della sequenza logica e cronologica di tutti gli interventi Percorso di riferimento assistenziali essenziali per la valutazione iniziale, la presa in carico e il successivo follow-up del paziente Percorso effettivo o La situazione reale relativa a una certa problematica sanitaria in Piemonte attuale Le migliori pratiche cliniche disponibili in letteratura, con cui confrontare i Percorso ideale punti critici del percorso effettivo in studio Episodi di movimenti, sensazioni o esperienze alterati, simili all’epilessia ma Pseudocrisi (o crisi psicogene non causati da un processo psicologico e non associati ad alterazioni elettriche epilettiche) cerebrali visualizzabili all’EEG (in fase ictale o interictale) Le attività, gli interventi o le procedure supportate da evidenti dati nelle linee Raccomandazioni guida di riferimento Perdita transitoria di coscienza dovuta a ipoperfusione cerebrale, Sincope caratterizzata da inizio rapido, breve durata, remissione spontanea e completa Transitoria perdita di coscienza dovuta a ipotensione riflessa o a risposta Sincope neuromediata o bradicardica riflessa; include le sincopi vaso-vagali, del seno carotideo, riflessa situazionali Emergenza medica e neurologica caratterizzata da una crisi epilettica di Stato di male (epilettico) durata prolungata (molti minuti) o da una serie di crisi subentranti, senza ripresa completa della funzione nervosa intercritica Convulsione febbrile caratterizzata da durata superiore a 30 minuti o serie di Stato di male febbrile crisi febbrili più brevi ma senza ripristino di coscienza intercritico Iniezione intracarotidea, mediante cateterismo femorale, di amobarbital sodico, che inibisce per alcuni minuti le funzioni di un emisfero cerebrale, Test di Wada mimando l’effetto di un intervento chirurgico. Nel corso di tale inibizione, che si manifesta con plegia degli arti controlaterali al lato inibito, il neuropsicologo esamina le funzioni verbali del paziente AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 7
PREMESSA Un obiettivo fondamentale dell’Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità in Piemonte è di aiutare le Aziende Sanitarie Regionali (AA.SS.RR.) a minimizzare tutte le possibili condizioni favorenti un peggioramento dello stato di salute del cittadino, che possano nuocere alla sicurezza di pazienti e operatori e che possono portare a un incremento del contenzioso, delle controversie legali, dei costi diretti e indiretti. Uno dei principali mandati dell’Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari (A.Re.S.S.) in Piemonte è di supportare le AA.SS.RR. nella definizione di modelli organizzativi e gestionali che possono migliorare gi esiti sul paziente, la sua partecipazione al processo di cura, valorizzare il ruolo dei professionisti, favorire l’uniformità, la congruità e la continuità degli interventi e, di conseguenza, consentire un più appropriato uso delle risorse. Il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) o Percorso Integrato di Cura (PIC), nel complesso delle sue fasi di definizione, costruzione, implementazione e monitoraggio, è uno strumento di coordinamento che, attraverso un approccio per processi, consente di strutturare e integrare attività e interventi in un contesto in cui diverse specializzazioni, professioni e aree d’azione (ospedale, territorio) sono implicate nella presa in cura attiva e globale del cittadino che presenta un problema di salute. Il PDTA / PIC permette, inoltre, di valutare la congruità delle attività svolte rispetto agli obiettivi, alle linee guida di riferimento e alle risorse disponibili. Grazie alla quantificazione delle attività e degli esiti (outcomes) delle stesse, è possibile confrontare le diverse procedure, ottimizzando l'efficienza di ogni intervento sanitario. La realizzazione di “processi di cura” uniformi, cui diverse figure professionali devono attenersi, può favorire la congruità e la continuità degli interventi, soprattutto nell’ambito di patologie croniche come l’epilessia. Il presente documento nasce dallo sviluppo del progetto A.Re.S.S. “PDTA Epilessia”, attivato nel 2009 su specifica indicazione dell’Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità, con l’obiettivo di definire e offrire a tutti gli operatori interessati nel processo di care (Aziende Ospedaliere, A.S.L., Presidi Ospedalieri, Centri di riferimento per patologia, Distretti, ecc.) linee d’indirizzo semplici e contestualizzabili nelle realtà locali di tutto il territorio regionale per la costruzione di un percorso di cura che garantisca livelli d’intervento essenziali ma uniformi ai soggetti affetti da epilessia. Sono stati di conseguenza individuati gli elementi caratterizzanti e gli obiettivi per la costruzione del PDTA: • utilizzo di dati di letteratura e conoscenze scientifiche; • definizione di un modello organizzativo che le possa supportare; • identificazione d’indicatori di verifica di processo. L’elaborazione di questo documento, frutto della collaborazione di diverse figure professionali, si avvale del supporto metodologico fornito dal documento propedeutico “Raccomandazioni per la costruzione di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali e Profili Integrati di Cura nelle Aziende Sanitarie della Regione Piemonte” (stesura definitiva del 2007). AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 8
1. METODOLOGIA UTILIZZATA NELLA COSTRUZIONE DEL PDTA In considerazione delle complessità della problematica di salute presa in esame e per affrontare le tematiche poste dalla presa in carico della persona affetta da epilessia, è apparso rilevante operare all’interno di una progettualità che fosse condivisa da tutte le figure professionali sanitarie coinvolte nel processo di cura. È stato, pertanto, individuato un gruppo di lavoro multiprofessionale e multidisciplinare costituito da Neurologi, Neuropsichiatri infantili, Tecnici di Neurofisiopatologia, Neuropsicologi, Pediatri di Libera Scelta, MMG, un Direttore di Distretto. All’occorrenza sono stati individuati esperti che hanno supportato il gruppo rispetto a tematiche specifiche (cardiologiche, ginecologiche, medicina d’urgenza). Il gruppo è stato coordinato da un esperto per la costruzione di PDTA/PIC e da uno psicologo. Nel realizzare il presente PDTA sono state recepite le indicazioni e sono state seguite le tappe fondamentali specificate nel manuale “Raccomandazioni per la costruzione di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) e Percorsi Integrati di Cura (PIC) nelle Aziende Sanitarie della Regione Piemonte” (A.Re.S.S., Assessorato Tutela Salute Regione Piemonte – 2007). Nella costruzione del PDTA sono stati affrontati e descritti nei loro contenuti i temi di “percorso attuale o effettivo” (Cap. 5), “percorso ideale” (Cap. 6) e “percorso di riferimento” (Cap. 7). Il “percorso attuale o effettivo” descrive la realtà esistente, le maggiori problematiche e criticità individuate rispetto al problema in Piemonte. Il “percorso ideale” descrive le migliori pratiche professionali e di gestione desunte dalle linee guida, dalla letteratura di riferimento. Il “percorso di riferimento” è il PDTA raccomandato e rappresenta la pianificazione logica e cronologica degli interventi necessari e ottimizzati nell’approccio al paziente affetto da epilessia, frutto del confronto fra “percorso attuale” e “percorso ideale”. Le motivazioni delle scelte attuate, in particolare se differenti dalle linee guida, sono sempre esplicitamente dichiarate. Nella costruzione del “percorso di riferimento” sono stati individuati diversi argomenti, corrispondenti ai principali problemi di gestione clinica e organizzativa nel percorso del paziente epilettico: 1) Prima crisi 2) Stato di male 3) Convulsioni febbrili 4) Valutazione neuropsicologica 5) Epilessia farmacoresistente 6) Problematiche femminili collegate alla specifica condizione di malattia Sono indicate come “raccomandazioni” tutte le attività, interventi o procedure supportate da evidenti dati nelle linee guida e letteratura di riferimento, sono indicate come “consigli” le indicazioni derivate dal parere di esperti e del tavolo di lavoro regionale. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 9
Per renderne più immediata la lettura e per facilitarne la comprensione e visualizzazione il percorso di riferimento è anche rappresentato con diagrammi funzionali. 2. CRITERI DI ELEGGIBILITÀ E D’INCLUSIONE 2. 1. C R I T E R I D I S C E L T A D E L PDT A E P I L E S S I A I criteri che sostengono la scelta della epilessia, all’interno del vasto panorama della neurologia, quale problematica clinica oggetto del PDTA, sono: 1) impegno appropriato di risorse professionali e tecnico-strumentali all’interno dei Servizi in risposta alla problematica di salute; 2) gravi conseguenze per la salute derivanti da carente o inappropriato intervento di gestione del paziente con epilessia; 3) impatto della malattia sul paziente e sulla famiglia, con conseguente necessità di interventi di rete; 4) errore nella diagnosi o ritardo nell’invio ai centri specialistici di riferimento; 5) necessità di implementare modelli di integrazione degli interventi tra differenti Servizi; 6) importanti implicazioni sociali ed esistenziali (obiettivi scolastici, scelte professionali, decisioni riguardo alla gravidanza) legate alle manifestazioni cliniche della malattia. 2. 2. C R I T E R I D ' I N C L U S I O N E D E I S O G G E T T I O G G E T T O D E L P DT A I criteri d´inclusione identificano i criteri di scelta e le caratteristiche dei pazienti affetti da epilessia, adulti e pediatrici, cui il percorso di cura è indirizzato. Sono stati considerati: 1. pazienti con sospetto diagnostico iniziale di crisi epilettica (hanno presentato eventi critici di cui si deve valutare una possibile natura epilettica); 2. pazienti con diagnosi stabilita di sindrome epilettica (per controlli periodici; eventuale farmacoresistenza; effetti collaterali della terapia; necessità speciali quali gravidanza, patente di guida, invalidità). AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 10
3. LINEE GUIDA E LETTERATURA DI RIFERIMENTO Per la realizzazione del PDTA dell´epilessia si è fatto riferimento al manuale metodologico dell’Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari “Raccomandazioni per la costruzione di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) e Percorsi Integrati di Cura (PIC) nelle Aziende Sanitarie della Regione Piemonte” (A.Re.S.S., Assessorato Tutela Salute Regione Piemonte – 2007). Di seguito sono riportate le principali Linee Guida nazionali e internazionali, condivise dalla comunità scientifica internazionale, che hanno costituito una base di lavoro per la realizzazione del presente documento. • National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE). CG 20: The epilepsies. The diagnosis and management of the epilepsies in adults and children in primary and secondary care. 2004. http://guidance.nice.org.uk/CG20/NICEGuidance/pdf/English CG 109: Transient loss of consciousness in adults and young people: NICE guideline. 2010. http://guidance.nice.org.uk/CG109/NICEGuidance/pdf/English • Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Diagnosis and management of epilepsy in adults. Guideline n. 70. 2003; p. 54. http://www.sign.ac.uk/guidelines/fulltext/70/index.html http://www.sign.ac.uk/pdf/qrg70.pdf (Quick reference guide; p. 8) http://www.sign.ac.uk/pdf/2007epilepsyadult.pdf (Review report 2007; p. 5) Diagnosis and management of epilepsies in children and young people. Guideline n. 81. 2005; p.57. (Need for update being considered). http://www.sign.ac.uk/pdf/sign81.pdf http://www.sign.ac.uk/pdf/qrg81.pdf (Quick reference guide; p. 2) • Consiglio Sanitario Regionale. Regione Toscana. Linee guida per la diagnosi e cura dell’epilessia. 2003; p. 197. http://www.usl1.toscana.it/public/upload/allegati/118.pdf • Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – Suppl. straordinario al n. 17 del 22 aprile 2004. Link: http://www.infopoint.it/pdf/2004/01120.pdf#Page105 AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 11
• The Task Force for the Diagnosis and Management of Syncope of the European Society of Cardiology (ESC). Guidelines for the diagnosis and management of sincope (version 2009). European Heart Journal (2009) 30; 2631-2671. http://www.escardio.org/guidelines-surveys/esc- guidelines/GuidelinesDocuments/guidelines-syncope-FT.pdf • Report IBE 2010. Epilepsy in the WHO European region: forstering epilepsy care in Europe. http://www.ibe-epilepsy.org/downloads/EURO%20Report%20160510.pdf Linee guida LICE (Lega Italiana contro l’Epilessia): (il testo in italiano è disponibile al link: http://www.lice.it/LICE_ita/lineeguida/lineeguida.php?id=3 ) • Aguglia U. et al. Italian consensus conference on epilepsy and pregnancy, labor and puerperium. Epilepsia, 50 (s.1): 7-23, 2009. • Capovilla G. et al. Recommendations for the management of “febrile seizures”. Ad hoc task force of LICE guidelines commission. Epilepsia, 50 (s.1): 2-6, 2009. • Minicucci F. et al. Treatment of status epilepticus in adults: guidelines of the Italian League against Epilepsy. Epilepsia, 47 (s.5): 9-15, 2006. • Beghi E. et al. Diagnosis and treatment of the first epileptic seizure: guidelines of the Italian League against Epilepsy. Epilepsia, 47 (s.5): 2-8, 2006. • Raccomandazioni del gruppo di studio LICE in merito all’utilizzo dei prodotti generici di farmaci antiepilettici. Inoltre, la Commissione LICE per la chirurgia dell’epilessia ha reso disponibile nel 2009 il documento: • Lo Russo G. et al. Percorsi diagnostico-terapeutici in chirurgia della epilessia. (disponibile al link: http://www.lice.it/pdf/LICE_Commission_Report2009_PercorsiDiagnosticoTerapeuticiinChirurgiadellEp ilessia-JUNE_2010.pdf ). Linee guida ILAE (International League against Epilepsy): • Proposal for revised clinical and electroencephalographic classification of epileptic seizures. From the Commission on Classification and Terminology of the International League Against Epilepsy. Epilepsia 22: 489-501, 1981. • Proposal for revised classification of epilepsies and epileptic syndromes. Commission on Classification and Terminology of the International League Against Epilepsy. Epilepsia 30: 389- 399, 1989. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 12
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S ul l e c r is i ps ic o ge n e: • Avbersek A., Sisodiya S. Does the primary literature provide support for clinical signs used to distinguish psychogenic nonepileptic seizures from epileptic seizures? J. Neurol. Neurosurg. Psychiatry 81: 719-725, 2010. • Hoerth M.T. et al. Clinical predictors of psychogenic nonepileptic seizures. A critically appraised topic. The Neurologist 14: 266-270, 2008. 4. E P I LE S S I A : E P I D E M I O L OG I A E I N QU AD R A M E N T O C LI N I C O 4. 1. D E F I N I Z I O N E E P R E S E N T AZ I O N E C L I N I C A L’epilessia è un disturbo cerebrale cronico, caratterizzato da una predisposizione duratura a generare crisi epilettiche e dalle conseguenze neurobiologiche, cognitive, psicologiche e sociali di tale condizione. Per definire una condizione epilettica occorre che si sia verificata almeno una crisi: ciò secondo la recente proposta dell’ILAE (International League Against Epilepsy); in precedenza si considerava necessario, per porre diagnosi di epilessia, che si fossero verificate almeno due crisi spontanee o non correlabili a un evento patologico recente. L'epilessia comprende numerose sindromi, con caratteristiche cliniche e prognostiche assai diverse tra loro; le differenti sindromi vengono classificate, abitualmente, utilizzando due assi, relativi a: 1. tipo di manifestazione critica (generalizzata, parziale); 2. eziologia: idiopatiche (assenza di lesione cerebrale), sintomatiche (presenza di lesione cerebrale), criptogenetiche. Per crisi epilettica s’intende la comparsa transitoria di segni e/o sintomi dovuti a una attività eccessiva di neuroni cerebrali, in prevalenza corticali. La semiologia critica è proteiforme (motoria, sensitiva, vegetativa, psichica), ma solitamente stereotipata nello stesso paziente. Poiché possiedono un significato prognostico oltre che fisiopatologico differente, tra le crisi epilettiche sintomatiche è necessario distinguere quelle: • sintomatiche acute, conseguenti a un evento patologico a carico dell'encefalo immediatamente precedente, che possono restare isolate e non comportare lo sviluppo di epilessia; • sintomatiche remote, conseguenti a una lesione cerebrale pregressa. La crisi epilettica è, nella grande maggioranza dei casi, di breve durata e cessa spontaneamente, mentre nello stato di male epilettico le crisi sono continue o si ripetono senza che tra le singole crisi la funzionalità cerebrale ritorni normale. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 14
Le crisi epilettiche vengono poi abitualmente classificate in due categorie, crisi generalizzate e crisi parziali. Nelle crisi generalizzate la scarica parossistica interessa fino dall’esordio i due emisferi cerebrali; clinicamente non vi sono segni o sintomi indicativi di un’origine della scarica critica da un sistema anatomico o funzionale localizzato; le manifestazioni motorie, quando presenti, sono bilaterali, anche se non sempre simmetriche. Nelle crisi parziali la scarica parossistica interessa, invece, almeno inizialmente, un settore limitato della corteccia di un emisfero cerebrale (zona epilettogena); la semeiologia clinica dipende strettamente e direttamente dalle caratteristiche anatomo-funzionali del circuito epilettogeno, ossia dall’area di origine della scarica (a cui corrisponde il sintomo iniziale della crisi) e dalle strutture progressivamente reclutate, sino a divenire secondariamente generalizzata per la propagazione della scarica anche all’emisfero cerebrale controlaterale. Tradizionalmente le crisi epilettiche parziali (o focali, o correlate a una localizzazione) vengono distinte in complesse o semplici a seconda che si verifichi o meno un disturbo della coscienza. Le classificazioni abitualmente utilizzate per i disturbi epilettici sono quelle proposte dalla ILAE rispettivamente nel 1981 (tabella 4.1, per le crisi) e nel 1989 (tabella 4.2 a sinistra, per le sindromi). È attualmente in discussione una nuova tassonomia della patologia, poiché alcune dicotomie classiche (generalizzato/parziale, idiopatico/sintomatico) non sempre risultano applicabili. Una nuova proposta di classificazione delle crisi e delle sindromi, formulata nel 2001 (tabella 4.2, a destra) ha sistematizzato nuovi raggruppamenti sindromici (come quello delle encefalopatie epilettiche e delle epilessie riflesse), ma non ha ancora riscosso il completo consenso da parte della comunità scientifica e l’argomento è tuttora oggetto di discussione (tabella 4.3). Tab. 4.1. Classificazione delle crisi epilettiche (ILAE, 1981; modificata). 1) Crisi autolimitantesi parziali Crisi parziali semplici (con sintomi o segni motori, sensoriali, autonomici o psichici) Crisi parziali complesse Crisi parziali con generalizzazione secondaria generalizzate Assenze Crisi toniche Crisi cloniche Crisi tonico-cloniche (crisi di “grande male”) Crisi atoniche (crisi di caduta) Mioclonie crisi non classificate 2) Crisi continue Stati di male generalizzati Stati di male parziali AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 15
Tab. 4.2. Classificazioni delle epilessie e delle sindromi epilettiche. Classificazione delle epilessie Raggruppamenti sindromici ILAE 1989 (modificata) ILAE 2001 (modificata) Epilessie focali idiopatiche dell’infanzia e del Epilessie parziali idiopatiche (età-correlate) bambino Epilessia dell’infanzia con parossismi rolandici Crisi benigne dell’infanzia (non familiari) Epilessia dell’infanzia con parossismi occipitali Epilessia benigna del bambino con punte centro- Epilessia primaria da lettura temporali Epilessie occipitali del bambino (tipi: Epilessie parziali criptogenetiche Panayiotopoulos, Gastaut) Epilessie focali familiari (autosomiche Epilessie parziali sintomatiche (correlate a una dominanti) localizzazione) Crisi familiari benigne neonatali e infantili Epilessia parziale continua (sindromi di Epilessia notturna del lobo frontale autosomica Kojevnicov e di Rasmussen) dominante Epilessie dei lobi frontale, temporale, parietale, Epilessia familiare del lobo temporale occipitale Epilessia familiare focale con focolai variabili Epilessie focali sintomatiche (o probabilmente Epilessie generalizzate idiopatiche (età- sintomatiche) correlate) Epilessie limbiche Convulsioni neonatali familiari Epilessia temporale mesiale con sclerosi Epilessia mioclonica benigna dell’infanzia ippocampale Epilessia a tipo assenza dell’infanzia (piccolo male, Epilessia temporale mesiale da eziologia picnolessia) specifica Epilessia a tipo assenza dell’adolescenza Epilessie neocorticali Epilessia mioclonica giovanile (sindrome di Janz) Sindrome di Rasmussen Grande male al risveglio Sindrome emiconvulsione-emiplegia Altri tipi definiti da localizzazione ed eziologia Epilessie generalizzate criptogenetiche e Crisi parziali migranti della prima infanzia sintomatiche (età-correlate) Epilessie generalizzate idiopatiche Sindrome di West Epilessia mioclonica benigna infantile Sindrome di Lennox-Gastaut Epilessia con crisi mioclono-astatiche Epilessia con crisi mioclono-astatiche Epilessia a tipo assenza del bambino Epilessia con assenze miocloniche Epilessia con assenze miocloniche Epilessie generalizzate idiopatiche con fenotipi Epilessie generalizzate sintomatiche variabili: Senza eziologia specifica (encefalopatia epilessia con assenze giovanile mioclonica precoce e sindrome di Ohtahara) epilessia mioclonica giovanile A eziologia specifica (sindrome di Aicardi, epilessie epilessia con sole crisi generalizzate tonico- miocloniche progressive) cloniche Epilessie generalizzate con crisi febbrili plus Epilessie riflesse Epilessie e sindromi epilettiche non definite Encefalopatie epilettiche Crisi neonatali Epilessia mioclonica grave dell’infanzia (sindrome Epilessie miocloniche progressive di Dravet) Crisi che non comportano obbligatoriamente Epilessia con punte-onda continue durante il sonno diagnosi di epilessia Sindrome di Landau-Kleffner Crisi neonatali benigne Crisi febbrili Crisi riflesse Sindromi speciali Crisi da astinenza da alcool Convulsioni febbrili Crisi indotte da farmaci o altre sostanze Crisi post-traumatiche immediate o precoci Crisi singole o clusters isolati di crisi Oligoepilessia AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 16
Tab. 4.3. Sindromi elettrocliniche e altre epilessie (proposta ILAE, 2010). Periodo neonatale Sindromi elettrocliniche, Epilessia neonatale familiare benigna 1 classificate per età di insorgenza Encefalopatia mioclonica precoce Sindrome di Ohtahara Prima infanzia Epilessia dell’infanzia con crisi focali migranti Sindrome di West Epilessia mioclonica infantile Epilessia infantile benigna Epilessia infantile benigna familiare Sindrome di Dravet Encefalopatie miocloniche in disturbi non progressivi Infanzia Crisi febbrili plus (FS+) (possono esordire nella prima infanzia) Epilessia occipitale benigna a esordio precoce (tipo Panayiotopoulos) Epilessia con crisi mioclonico-atoniche (già definite mioclonico-astatiche) Epilessia benigna con punte centrotemporali Epilessia occipitale a esordio tardivo (tipo Gastaut) Epilessia con assenze miocloniche Sindrome di Lennox-Gastaut Encefalopatia epilettica con complessi punta-onda continui durante il sonno Sindrome di Landau-Kleffner Epilessia con assenze del bambino Adolescente – Adulto Epilessia con assenze del giovane Epilessia mioclonica giovanile Epilessia con sole crisi generalizzate tonico-cloniche Epilessie miocloniche progressive Epilessia autosomica dominante con sintomi acustici Altre epilessie familiari del lobo temporale Con meno specifica relazione all’età di comparsa Epilessia focale familiare con focolai variabili Epilessie riflesse 2 Epilessia del lobo temporale mesiale con sclerosi ippocampale Costellazioni distintive Sindrome di Rasmussen Crisi gelastiche con amartoma ipotalamico Malformazioni dello sviluppo corticale (emimegalencefalia, eterotopie, ecc.) Epilessie attribuite a cause Sindromi neuro-cutanee (complesso della sclerosi tuberosa, Sturge-Weber, strutturali o metaboliche ecc.) Tumori Infezioni Traumi Angiomi Danni peri-natali Vasculopatie cerebrali eccetera Epilessie da causa ignota Crisi neonatali benigne Condizioni con crisi epilettiche che Crisi febbrili tradizionalmente non vengono diagnosticate come una forma di epilessia 1 Complesso di dati clinici, segni e sintomi che nel loro insieme definiscono un ben distinto e riconoscibile disturbo clinico. 2 Entità cliniche che non posseggono tutti i requisiti per essere definite sindromi elettro-cliniche (non vi è, a esempio, un’età di esordio caratteristica) ma che sono tuttavia condizioni ben distinte in base alla presenza di lesioni specifiche. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 17
4. 2. LE DIMENSIONI DEL PROBLEM A Fino al 5% della popolazione presenta almeno una crisi epilettica non febbrile nell’arco dell’esistenza, mentre la prevalenza dell’epilessia è dell’ordine di 5 – 10 casi ogni 1.000 persone. L’incidenza annuale di nuove crisi (incluse quelle sintomatiche acute) è dell’ordine di 100 casi per 100.000, mentre la frequenza si riduce a 80 casi per 100.000 considerando solo le crisi non provocate (criptogenetiche o sintomatiche remote, isolate o ripetute) ed è dell’ordine di 30 – 50 casi per 100.000 per l’epilessia. L’epilessia può esordire durante l’intero arco della vita, con due picchi di incidenza: nelle prime due decadi di vita e dopo i 65 anni. L’incidenza è molto elevata nel primo anno (150-200 casi per 100.000), resta alta nel resto della prima e nella seconda decade (rispettivamente circa 80 e 45 per 100.000 per anno), s’abbassa stabilmente dalla terza alla sesta decade su valori di 25-30 per 100.000 per anno, per alzarsi – con valori assai variabili, da 70 a 150 per 100.000 per anno – dopo i 60 anni d’età. L’istogramma dell’incidenza tende pertanto a configurare una “U”; ciò in rapporto all’esordio nei primi anni di forme correlate a patologia perinatale e di molte sindromi con esordio correlato all’età, in alcuni casi sostenute da una componente genetica; di disturbi sintomatici di patologie acquisite del sistema nervoso centrale (quali vasculopatie e demenze) nell’età senile. L’incidenza cumulativa dell’epilessia, nelle persone fino a 80 anni, è di circa il 4%: tale è il numero di persone che sono state interessate dal disturbo – e non solo da crisi isolate la cui incidenza è maggiore – nel corso dell’esistenza; il valore è maggiore di quello delle forme di epilessia attiva: all’origine di tale discrepanza stanno da un lato la spontanea e persistente remissione di alcune sindromi epilettiche, pertanto definite benigne, e all’opposto l’aumentata mortalità dei pazienti affetti da epilessia. La mortalità nei pazienti affetti da epilessia è maggiore rispetto a quella della popolazione generale, anche nelle forme idiopatiche, cioè non causate da un’altra documentabile patologia del sistema nervoso, con un rapporto standardizzato di mortalità dell’ordine di 1,5. La mortalità è maggiore nei due anni successivi alla prima crisi, in modo ovviamente dipendente dall’eziologia. Oltre alle cause correlate all’eziologia dell’epilessia (neoplasie, infezioni …), ve ne sono altre dipendenti dall’epilessia stessa, in modo diretto o indiretto. Le cause indirette comprendono: gli incidenti dovuti a crisi, la polmonite ab ingestis, la tossicità da farmaci, il suicidio. Le cause specifiche, direttamente dipendenti dall’epilessia, sono rappresentate dallo stato di male e dalla SUDEP (sudden unexpected death in epilepsy: morte improvvisa e inspiegabile dei pazienti epilettici), evento verosimilmente dovuto a depressione respiratoria post-critica e/o aritmie indotte dalla crisi, che interessa una percentuale variabile di pazienti (5% o più). AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 18
5. I L “ P E R C OR S O E F FE T T I V O ” ( AT T U AL E ) D E L P AZ I E N T E La ricognizione dell’esistente effettuata nell’ambito del progetto dell’Agenzia “PDTA Epilessia” ha permesso di raccogliere nel corso del 2009 informazioni relative a come, attualmente, viene gestita la cura della persona epilettica nella rete sanitaria regionale. 5. 1. M ETODOLOGI A Allo scopo di approfondire la realtà del percorso diagnostico e terapeutico del paziente affetto da epilessia, le attività e i ruoli degli attori principali del processo, è stato predisposto dal gruppo di lavoro un questionario (Allegato n° 1 ) rivolto alle strutture cui afferiscono pazienti epilettici adulti e in età pediatrica. È stata inviata comunicazione ufficiale ai Direttori Sanitari delle AA.SS.RR. piemontesi in merito alla necessità di trasmettere tale questionario alle strutture di Neurologia e di Neuropsichiatria Infantile (NPI). Nella tabella 5.1 sono riportate le tematiche approfondite dal questionario. Tab. 5.1. Aree tematiche indagate. Area tematica Principali informazioni richieste Informazioni sul Servizio Denominazione dell’ambulatorio N° ore/settimana di apertura dell’ambulatorio Modalità di prenotazione Tempo di attesa per prima visita e per visita di follow-up Possibilità di ricovero urgenza/non urgenza Gestione di forme complesse/gravi Tipologia di pazienti visitati Locali Sala d’attesa, barriere architettoniche, punti ristoro Personale Figure professionali, ore dedicate, tipo di attività Ricerca e formazione Attività di sperimentazione clinica Attività di formazione Attività diagnostica multidisciplinare Tipologia di indagini effettuate e percentuale eseguita in sede e fuori sede Esistenza di percorsi codificati Continuità terapeutica Dotazione strumentale di neurofisiologia L’indagine è stata realizzata nel periodo compreso tra maggio e luglio 2009, a partire dalla necessità emersa nell’ambito del tavolo di lavoro di ricostruire le modalità organizzative e gestionali attualmente adottate negli ambulatori dedicati all’epilessia. Dall’analisi dei dati raccolti (riferiti all’anno 2008), relativi alla realtà delle singole ASR piemontesi, si è cercato quindi di tratteggiare un quadro sintetico dell’iter attuale di diagnosi, terapia e assistenza nella specifica organizzazione aziendale di un soggetto affetto da epilessia, cercando di evidenziare soprattutto le criticità del problema. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 19
Su un totale di 20 AA.SS.RR. contattate per il censimento (dall’indagine sono stati esclusi l’A.O. C.T.O./Maria Adelaide e l’I.R.C.C. di Candiolo) hanno risposto 19 Aziende relativamente all’attività ambulatoriale dedicata all’epilessia e complessivamente sono pervenuti 33 questionari compilati. Per quanto concerne l’attività ambulatoriale per l’epilessia rivolta agli adulti hanno risposto 18 Aziende e sono pervenuti 23 questionari compilati. Per l’attività ambulatoriale dell’epilessia svolta dalle NPI sono stati raccolti 10 questionari compilati da altrettante Aziende. AReSS ha dunque complessivamente raccolto e analizzato: • 18 questionari compilati da ambulatori dedicati all’epilessia dell’adulto appartenenti a 14 AA.SS.RR. • 9 questionari compilati da ambulatori di Neuropsichiatria Infantile dedicati all’epilessia del bambino appartenenti a 9 AA.SS.RR. • 6 questionari compilati da ambulatori non dedicati, di cui 5 sono rivolti all’epilessia dell’adulto e 1 ambulatorio NPI non dedicato è rivolto all’epilessia del bambino (ASL TO4 – Ospedale di Chivasso, ASL CN1, ASL CN2, ASL VCO, ASL NO e ASL VCO–NPI). Le tabelle 5.2 e 5.3 riportano la distribuzione degli ambulatori dedicati, rispettivamente per età pediatrica e per i pazienti in età adulta, nelle AA.SS.RR. e la relativa denominazione. Tab. 5.2. Distribuzione degli ambulatori per l’età pediatrica nelle AA.SS.RR. ASR di appartenenza Ambulatori dedicati A.O. di Alessandria - NPI Centro Regionale per l’Epilessia in Età Pediatrica A.O.U. Maggiore della Carità di Novara - NPI Ambulatorio Epilettologia Elettroencefalografia A.O. O.I.R.M. Sant’Anna - NPI Ambulatorio Epilessia - Centro LICE ASL TO1 - NPI Centro per l’Epilessia per l’Età Infantile ASL TO2 - P.O. Maria Vittoria, NPI S.C. Neuropsichiatria Infantile ASL AT S.O.C. Neuropsichiatria Infantile ASL NO Ambulatorio Epilessie ASL CN1 - Saluzzo, Fossano, Savigliano Ambulatorio Epilessie ASL CN2 - Alba/Bra S.O.C. Neuropsichiatria Infantile AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 20
Tab. 5.3. Distribuzione degli ambulatori per l’età adulta nelle AA.SS.RR. ASR di appartenenza Ambulatori dedicati A.O. di Alessandria Ambulatorio Epilessie A.O. di Cuneo Ambulatorio Epilessia A.O. Ordine Mauriziano di Torino Centro Epilessia Centro per la Diagnosi e la Terapia delle Epilessie A.O.U. Maggiore della Carità di Novara Centro LICE A.O.U. San Luigi di Orbassano Ambulatorio Centro Regionale Servizio per la Diagnosi e la Cura dell’Epilessia A.O.U. San Giovanni Battista di Torino Centro LICE ASL TO1 - P.O. Martini Ambulatorio per l’Epilessia ASL TO2 - P.O. Maria Vittoria Ambulatorio Epilessia ASL TO2 - P.O. San Giovanni Bosco Ambulatorio Epilessia ASL TO2 - P.O. Gradenigo S.S. Diagnosi e Cura dell’Epilessia ASL TO3 - Ospedali riuniti di Rivoli Ambulatorio per l’Epilessia ASL TO3 - Ospedali riuniti di Pinerolo Ambulatorio per l’Epilessia ASL TO4 - sede di Ivrea Ambulatorio per l’Epilessia ASL TO4 - sede di Ciriè Ambulatorio per l’Epilessia ASL TO5 - Ospedale di Chieri Ambulatorio per l’Epilessia ASL AT Centro Epilessia ASL BI Ambulatorio per l’Epilessia ASL VC Ambulatorio per l’Epilessia 5. 2. C E N S I M E N T O D E L L ’ AT T I V I T À AM B U L AT O R I AL E P E R P AZ I E N T I AD U L T I 5.2.1. Aspetti gestionali dell’ambulatorio La prenotazione delle prestazioni ambulatoriali avviene nella maggioranza dei casi (78%) tramite CUP, nel 72% con prenotazione telefonica e nel 67% di persona dall’assistito o dal caregiver presso le segreterie dedicate (le Aziende possono aver indicato più modalità di prenotazione). Il numero di ore settimanali di apertura dell’ambulatorio è in media di 7 (range: 1 - 15). Nel corso del 2008, i pazienti visitati in ogni ambulatorio sono stati in media 474, ma con ampia variabilità. In 8 ambulatori vengono seguiti pazienti con età inferiore ai 18 anni, anche se l’ambulatorio è rivolto ai pazienti adulti; tale quota di pazienti rappresenta complessivamente il 3%. Analizzando le possibili cause dell’afferenza di utenti con età inferiore ai 18 anni presso un ambulatorio dedicato agli adulti, si osserva che in 4 centri tale quota potrebbe riferirsi all’assenza, sul medesimo territorio di riferimento, di un reparto di NPI che si occupi in modo specifico di epilessia. Il numero di giorni di attesa per la prima visita è di 18, con un ampio range compreso tra 7 e 50 giorni. In un solo centro il numero di giorni di attesa per la prima visita è superiore ai 30 giorni. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 21
Il tempo di attesa medio per una visita di controllo è invece di 28 giorni (range: 4 - 78). In tre ambulatori il numero di giorni di attesa per una visita di controllo è superiore ai 2 mesi. Nel 78% dei centri sono previsti posti per l’urgenza. Il questionario richiedeva inoltre di identificare il numero di pazienti adulti che si è sottoposto a una visita di controllo. Le percentuali dei pazienti che, dopo il primo accesso, venivano visitati almeno una seconda volta variano dal 23% al 98%. Questa estrema variabilità può essere determinata da molteplici fattori, tra cui una errata ipotesi diagnostica di invio del paziente al centro, da parte del MMG o di altri specialisti, per cui non si è resa necessaria una visita successiva alla prima. Il 20-30% dei pazienti inviati con diagnosi di epilessia ai centri specialistici presentano, infatti, una manifestazione parossistica non epilettica, la cui natura è spesso benigna. Diventa quindi essenziale, di fronte a un primo evento critico, operare una diagnosi differenziale per individuare i soggetti effettivamente affetti da un disturbo epilettico. Tra le altre ipotesi di questa variabilità si potrebbe configurare l’inadeguatezza dell’organizzazione amministrativa o strutturale del Centro Epilessia o la mancata attuazione di un adeguato rapporto medico- paziente, per cui l’utente preferisce rivolgersi a un’altra struttura. Tutti gli ambulatori assicurano al paziente una continuità terapeutica, intesa come la possibilità per il paziente di essere seguito nel tempo dallo stesso medico di riferimento. In tutti gli ambulatori è previsto la possibilità di un contatto telefonico o personale col medico di riferimento nel periodo che intercorre tra le visite ambulatoriali programmate. In tutti i centri (grafico 5.1) vengono gestite le forme gravi di epilessia, in particolare le forme farmacoresistenti (n: 17), le forme a eziologia tumorale (n: 17), le forme rare di epilessia (n: 14), mentre solo in 5 centri (28%) vengono selezionati e valutati i pazienti con eventuale indicazione alla chirurgia dell’epilessia. Grafico 5.1. Gestione delle forme gravi di epilessia e dell’attività di diagnosi differenziale. AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 22
Nel 78% dei centri dedicati (n: 14) è possibile effettuare ricoveri non urgenti, sia in regime ordinario (78%) sia di Day Hospital (39%); in 3 centri è possibile sottoporre il paziente a un ulteriore approfondimento diagnostico in regime di Day Service. 5.2.2. Personale I medici che si occupano di epilessia per ciascun ambulatorio specifico sono 1 o 2 in media, per un totale di 34 neurologi che effettuano visite ambulatoriali e refertano esami neurofisiologici; alcuni centri hanno risposto al questionario includendo l’attività di reparto e le consulenze specialistiche effettuate presso il DEA. Il questionario richiedeva di indicare il numero complessivo di ore settimanali effettuate dal personale medico destinate all’attività ambulatoriale per l’epilessia dell’adulto. In media il tempo dedicato è di 12 ore per ciascun centro, ma esiste una notevole variabilità del tempo totale dedicato all’attività ambulatoriale dell’epilessia da parte di tutto il personale medico, con un range da 3 a 44 ore settimanali per ambulatorio. Gli infermieri sono in media 1 per ciascun ambulatorio, svolgono attività di gestione ambulatoriale e di segreteria con prenotazione delle visite e degli eventuali esami ematochimici e/o strumentali necessari per un approfondimento diagnostico, eseguono prelievi ematici. In un Centro Epilessia, essendo presente un unico tecnico di neurofisiopatologia (TNFP), gli infermieri partecipano all’esecuzione di esami come l’EEG. In un centro gli infermieri svolgono anche attività di educazione sanitaria rivolta al paziente. Alla sezione del questionario dedicata alla componente infermieristica due centri non rispondono, mentre 4 ambulatori dichiarano di non disporre di infermieri professionali in organico. I TNFP per ciascun ambulatorio sono in media 2, con un range compreso tra 1 e 6. Le ore settimanali dedicate dal personale tecnico sono 22 (range: 4 – 52). Le indagini neurofisiologiche eseguite dai TNFP per ciascun centro sono rappresentate dall’EEG, dall’Holter-EEG, dalla video-EEG, dai potenziali evocati e dalla polisonnografia. Alcuni centri si avvalgono anche di altre figure professionali: operatore amministrativo (12 centri), psichiatra (1 centro), psicologi (1 centro), assistente sanitario (1 centro). È importante sottolineare come soltanto in 3 ambulatori siano presenti, in organico, professionalità volte al supporto psichico e sociale di questa patologia. In 10 centri vengono svolte sperimentazioni cliniche. I centri si occupano inoltre di fornire una formazione del personale (14 centri la garantiscono al personale medico, 15 ai TNFP, 8 agli infermieri). 5.2.3. Percorso diagnostico del paziente epilettico I dati relativi alle prestazioni che i diversi centri sono in grado di offrire sono rappresentati nel grafico 5.2. Tutti i centri richiedono esami ematologici e strumentali e valutazioni neuropsicologiche, per l’approfondimento diagnostico del paziente epilettico. Gli esami ematologici vengono richiesti da tutti gli ambulatori e vengono eseguiti nell’89% dei casi presso la stessa sede in cui è ubicato il Centro Epilessia. La AReSS Piemonte – PDTA Epilessia 2010 (revisione 30.12.2010) 23
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