Pausa pranzo, attenti all'orologio - Fisac/Cgil BPER Banca
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Pausa pranzo, attenti all’orologio Devi richiedere gli assegni familiari? Ti aiutiamo noi il Punto del Segretario Generale La pausa caffè con i colleghi aiuta ad essere più produttivi Si lamentano i clienti BPER: ”Accrediti in ritardo da quando Ufficio Sisma è stato trasferito” ANTIRICICLAGGIO: Emilia Romagna regione a rischio PRESSIONI COMMERCIALI e CLASSIFICHE DEI LAVORATORI: interviene il Garante RAGGIUNTO ACCORDO SU PREMIO AZIENDALE (VAP) E SPECIALE EROGAZIONE WELFARE Nota per gli iscritti alla Fisac/Cgil sul Piano industriale del Gruppo BPER Pausa pranzo, attenti all’orologio Quando s’interrompe il lavoro per la cosidetta pausa pranzo attenti a controllare l’orologio e lo scorrere del tempo. Se per mangiare un panino o un pasto al self-service ci mettete più del necessario, e in tal modo non potete completare il lavoro assegnato, rischiate di essere licenziati. È proprio quello è capitato ad un dipendente di Poste Italiane, che è stato accusato dalla società di essersi “intrattenuto in due occasioni assieme ad altri ben oltre l’orario di pranzo previsto, lasciando al contempo incustodita la posta assegnatagli ed il mezzo in dotazione. Il tutto senza aver completato il suo lavoro, per non aver consegnato due plichi.” Con una decisione che ha valore in situazioni di questo genere e non solo nel caso considerato, i giudici hanno stabilito che chi non si reca al lavoro, con comportamento immediatamente percepibile dal datore di lavoro, crea scientemente una situazione in cui, pur risultando in servizio, non adempie alla prestazione, confidando in un’apparenza di regolarità lavorativa, che si svolge al di fuori del controllo diretto dell’azienda. 1
Devi richiedere gli assegni familiari? Ti aiutiamo noi A partire dal primo luglio 2019 è necessario rinnovare la richiesta per gli Assegni Nucleo Familiare, come già spiegato in precedenti articoli. La novità introdotta dalla circolare INPS n.45 de 22/3/2019 è l’obbligo di inoltrare la richiesta esclusivamente in via telematica, direttamente all’INPS: quindi non saranno più le aziende a fare da tramite tra i lavoratori e l’Ente, com’è accaduto fino ad ora. Per continuare a percepire gli assegni i diretti interessati avranno quindi due possibilità: Richiedere il PIN per l’accesso al sito dell’INPS (o l’Identità Digitale SPID) e provvedere ad inserire la domanda in via telematica. Effettuare la richiesta tramite il Patronato FISAC CGIL, ovvero l’INCA Questi i documenti che gli interessati dovranno fornire per consentire l’inoltro della domanda: Modelli CUD o 730 (preferibile) dell’anno 2019 – quindi con i redditi del 2018 – di tutti i componenti del nucleo familiare che lavorano. Copia fronte retro del documento d’identità del richiedente e copia dei codici fiscali di tutti i componenti il nucleo familiare. Attestazione firmata dall’altro genitore che attesta di non aver richiesto a sua volta l’erogazione di Assegni Familiari. Codice fiscale dell’Azienda presso la quale lavora il richiedente (va bene una fotocopia della busta paga, sulla quale è riportato). Data del matrimonio (per chi è sposato) e numero di cellulare del richiedente. Solo per i lavoratori che hanno la famiglia residente in un altro Paese convenzionato per l’Italia: copia del provvedimento INPS di autorizzazione. 2
Il servizio viene prestato gratuitamente a tutti gli iscritti alla FISAC CGIL. Per tutte le informazioni potete rivolgersi ai Vostri rappresentanti sindacali in azienda, che trovate in fondo a questa rivista. Il Patronato inserirà le richieste nel giro di qualche giorno. Questo non comporterà perdite per i beneficiari perché, nel caso la richiesta venisse inoltrata successivamente al mese di luglio, in occasione del primo pagamento sarà riconosciuto il conguaglio. il Punto del Segretario Generale Noi più che a parole siamo a guardare la concretezza dei fatti espressi nei numeri che abbiamo sotto gli occhi. E’ nostro compito, nel solco delle idee elaborate nella piattaforma confederale mettere in campo un’altra visione, un’altra modernità, perché il Paese ne ha bisogno e perché ancora una volta è il Paese a dover pagare il prezzo della fuga estiva del Governo dalle proprie responsabilità. Le disuguaglianze sono qui, davanti a noi e si stanno accentuando. Su tutto questo, sulla grande questione sociale il contributo dei corpi sociali, il sindacato soprattutto, diventa ancora di più fondamentale. A noi è data la possibilità di potervi lavorare nell’interesse dei cittadini e delle cittadine del Paese, per l’elaborazione di un percorso e di una strada che rimetta il nostro Paese in cammino e che segni una svolta significativa. Non si faranno sconti a nessuno, i problemi da affrontare sono quelli del lavoro del salario, della fiscalità degli investimenti e non da ultimo dello stato sociale. Abbiamo con forza ribadito la necessità per le parti sociali ma anche le parti datoriali di riconsegnare al Paese la sicurezza sociale eliminando la piaga della precarietà, che rende tutte e tutti non più flessibili e pronti ma soltanto più deboli, fragili e gli uni in competizione con gli altri per pochi miserevoli salari. 3
Apprezziamo indubbiamente che tra le prime questioni affrontate dal nuovo esecutivo ci sia quella del contrasto all’evasione fiscale; l’abbiamo sempre dichiarato il problema dell’evasione è nodale per il Paese e va affrontato in maniera strutturale. Ogni anno 110 miliardi vengono sottratti al fisco e dunque viene meno la possibilità per lo Stato di utilizzare queste entrate per somministrare servizi. In termini fiscali, c’è un serio obiettivo di recupero dell’evasione fiscale di con una reale prospettiva diabbandono della strada sino ad oggi percorsa dei tanti condoni. Positiva anche la disattivazione dell’aumento dell’Iva, che in caso contrario avrebbe scaricato i propri effetti sui redditi bassi da lavoro e da pensione. Guardiamo con interesse alle soluzioni presentate in relazione alle politiche tese all’abbattimento della soglia del contante, incrociando le banche dati e assumendo personale qualificato nell’Agenzia delle Entrate per favorire maggiori controlli. Già nella missiva inviata al Capo dello Stato, in occasione del centenario ABI, avevamo indicatointerventi in abbattimento dell’utilizzo della soglia del contante e una incentivazione all’utilizzo delle forme di pagamento elettronico, come strumento necessario per controllare e arginare l’anima delle tante economie sommerse che attraversano il Paese. Occorre proseguire sulla strada della tracciabilità in questo senso lavorare per la riduzione dell’utilizzo del contante e per la diffusione a tutti i livelli di servizi elettronici di pagamento, senza dubbio questa come del resto da tempo sosteniamo può essere una misura a contrasto di quelle economie sommerse alimentate da movimentazione incontrollata di danaro contante. Sul negoziato per il rinnovo del Ccnl Abi nel quale abbiamo apprezzato nuovamente il riconoscimento come base negoziale della piattaforma che il sindacato unitario ha presentato ed evidenziato i punti per noi centrali della piattaforma: salario, diritti e tutele. Salario perché è tempo che il sindacato torni ad essere autorità salariale, occorre per rilanciare i consumi anche che i salari aumentino perché la sola domanda esterna, l’export lo vediamo con chiarezza , fa fatica a tenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti. Diritti e tutele, punti sui quali esigiamo risposte da Abi, risposte che dovranno arrivare in virtù della connotazioni di questi elementi come elementi distintivi di una civiltà. Lo ripetiamo e non ci stancheremo mai di ripeterlo, il confronto per noi sarà titolato solo e soltanto sui temi e contenuti espressi nella nostra piattaforma contrattuale. Non dimentichiamo che se oggi il sistema del credito gode di una condizione di equilibrio è anche grazie al senso di responsabilità di tutto il sindacato non solo nella gestione responsabile delle uscite ma guardando indietro nel tempo anche grazie alla lungimiranza e alla tenacia nella ideazione e nella conquista di un eccezionale strumento di ammortizzazione sociale, unico nel Paese, il FOC. Tutti i temi che abbiamo posto sono centrali il salario, i diritti, le tutele, la formazione proprio perché siamo ben consci della necessità per le nostre lavoratrici e per i nostri lavoratori di acquisire nuove competenze per una buona occupabilità anche per il futuro anche rispetto al ricambio generazionale e alla necessità di rendere attrattivo rispetto al mondo che cambia il nostro lavoro. E il fatto che il sindacato unitariamente riaffermi la questione salariale riflette la necessità di restituire dignità al lavoro bancario. Nelle riflessioni di questi giorni mi ha colpito un passo di Federico Caffè che condivido con voi , “L’incapacità di assicurare la dignità del lavoro ai giovani rappresenta, al di là di ogni richiamo alla Costituzione, la manifestazione evidente della disfunzione fatale di un sistema economico”. Il rinnovo del contratto dei bancari è una questione, lo abbiamo sempre ripetuto, che non riguarda solo le organizzazioni sindacali e le banche ma i risparmiatori e tutto il territorio, non solo quanto agli aspetti direttamente collegati a rapporto fra clienti e istituti di credito, siamo convinti infatti che restituire dignità, diritti al lavoro bancario e assicurativo consenta di migliorare il quadro complessivo del Paese nel rispetto del valore che la stessa Costituzione conferisce al risparmio dei cittadini. 4
E’ chiaro che se nel corso del negoziato non avremo risposte serie e concrete alle rivendicazioni che abbiamo avanzato risponderemo con determinazione ed intelligenza senz’altro utilizzando tutti gli strumenti che la pratica sindacale offre. Siamo convinti della necessità che oggi sia quanto mai necessario incidere, anche per via contrattuale, verso la tutela del tessuto economico del Paese e in questo senso facciamo riferimento anche alle politiche di incentivazione rispetto alle assunzioni nei territori più deboli che abbiamo articolato nella nostra Piattaforma unitaria. La qualità del credito erogato, la corretta gestione della liquidità, l’etica amministrazione dei risparmi garantisce lo ripetiamo ancora presidio di legalità per il territorio nazionale contro usura ed economie sommerse. Sui conti correnti del Paese giacciono oltre 1100 mld, è possibile , a nostro avviso, pensare ad un veicolo finanziario, una obbligazione infrastrutturale, un green Bond, che coniughi anche l’attenzione all’ ambiente con un giusto e legittimo riconoscimento sul capitale investito, per finanziare il completamento di importanti opere infrastrutturali a beneficio del Paese tutto. Siamo convinti che una operazione del genere aiuterebbe anche a riconciliare il sistema creditizio con il Paese visto che veniamo da una stagione in cui, per anni, un bene costituzionalmente garantito come il risparmio è stato a dir poco strattonato. E’ il tempo questo di ripensare e coniugare con il senso collettivo la responsabilità sociale delle imprese. E’ tempo di parlare a tutto il Paese, a tutela dei lavoratori e dei clienti da troppi ormai vittime della fame di utili dei banchieri e azionisti. Lo diciamo chiaramente respingeremo con forza e decisione ogni abbassamento dei diritti e ogni penalizzazione dei nostri giovani Possiamo discutere di flessibilità ma non discuteremo mai di precarietà, la questione dei diritti per noi è prioritaria. Per quanto ci riguarda, per la Fisac Cgil tutta, il contributo per ricostruire diritti, salari e buona occupazione oggi non può che passare dal rinnovo del Ccnl del credito . Buon lavoro a tutte e a tutti Giuliano Calcagni Segretario Generale FISAC CGIL La pausa caffè con i colleghi aiuta ad essere più produttivi Durante la giornata lavorativa sembra essere un momento irrinunciabile: ora anche le ricerche confermano che la pausa caffè aiuta a lavorare meglio, allevia lo stress e aumenta la produttività. Non è un caso, infatti, che anche in convegni e congressi venga inserito il “coffee break“: questa pausa ha numerosi benefici. Se le proprietà di questa bevanda sono ormai più che note, è rilevante anche la “missione sociale” che ha nell’ambiente di lavoro: l’interazione con i colleghi e i momenti di pausa permettono di “ricaricare” le energie. Quali sono i benefici della pausa caffè con i colleghi? 1. Favorisce la socializzazione 2. Parole, idee, pensieri: che sia al bar o davanti alla macchietta, tra un sorso di caffè e l’altro c’è uno scambio di battute continuo tra i colleghi, che possono riguardare gli ambiti più disparati. Si approfondiscono conoscenze, si instaurano nuovi rapporti, si crea un 5
ambiente di lavoro più sereno e rilassato.Questo momento di pausa è “strategico” soprattutto per i nuovi arrivati che, in un momento più informale, possono farsi conoscere e riescono a inserirsi meglio nel gruppo. 3. Ha effetti benefici sul fisico Indipendentemente dal caffè, fare una pausa a lavoro è fondamentale per lavorare al meglio: restare ore e ore incollati alla scrivania non fa bene né al fisico né alla mente. La pausa è utile, quindi, per rilassarsi qualche minuto e rimettersi a lavoro più “freschi” e concentrati. 4. Aiuta la collaborazione tra i colleghi In un momento di break, i colleghi possono fare il punto su questioni o problemi aziendali: staccando gli occhi dal computer e uscendo dall’ufficio, si riesce a valutare alcune situazioni in maniera diversa, da un’altra prospettiva. Lo spirito di gruppo, la solidarietà e la collaborazione ne usciranno rafforzati. 5. Allevia le tensioni a lavoro Lavorare senza sosta non vi farà diventare più produttivi e, soprattutto sotto pressione, il rischio di sbagliare è molto alto. Scambiare qualche parola con i colleghi, parlare di qualcosa che non riguardi l’ambito lavorativo, vi farà staccare la mente. La tensione sicuramente si allevierà e ritornerete alla scrivania più concentrati e motivati. 6. Migliora l’organizzazione del lavoro Decidere quando fare la pausa aiuta a organizzare meglio il lavoro: prefissarsi un momento di break stimola una migliore gestione del tempo e delle attività da svolgere. Si lamentano i clienti BPER: ”Accrediti in ritardo da quando Ufficio Sisma è stato trasferito” “E’ inaccettabile che una banca impieghi tutto questo tempo ad accreditare al beneficiario una somma sul suo conto corrente”. Lo sfogo è di un imprenditrice aquilana, che chiede di rimanere anonima, che accusa di “ingiustificati ritardi”, la banca Bper, relativi ad un pagamento di circa 100 mila euro di uno stato avanzamento lavori, atteso da una settimana, relativo a lavori di ricostruzione post sismica di un edificio nel quartiere di Pile. Tenuto conto che il presidente di consorzio aveva fatto il bonifico il 27 settembre, e che i tempi normali di accredito non superano i due giorni. E sostiene l’imprenditrice, il ritardo non e’ casuale per quanto riguarda i pagamenti relativi alla ricostruzione post-sismica. La Bper infatti ha sede a Modena, e nel giugno 2013 ha assorbito la storica banca del capoluogo Carispaq, trasferendo poi a gennaio di quest’anno, tra le polemiche, anche l’ufficio Ricostruzione che, dal 2009 ad oggi, ha gestito buona parte delle pratiche relative all’erogazione dei finanziamenti statali per la ristrutturazione degli edifici danneggiati del cratere sismico. E l’episodio denunciato potrebbe avere a che fare proprio con questi trasferimenti dei centri decisionali, tanto che l’imprenditore assicura che “Il nostro caso non è affatto isolato”. “Per noi che siamo una piccola impresa – protesta l’imprenditore -, è assolutamente urgente ricevere sul conto corrente quei 100 mila euro. Dobbiamo pagare infatti i fornitori e subappaltatori”. Del resto – si osserva – la pratica di pagamento era stata già passata al vaglio dell’Ufficio ricostruzione del Comune dell’Aquila, e regolarmente autorizzata. “Non è la prima volta che accade – rivela infine l’imprenditore – anzi accade con regolarità da quando la Bper ha accentrato tutto a Modena. E infatti la spiegazione che ci hanno dato di questi ritardi è proprio che a Modena devono verificare le fatture. Facciano pure con comodo, ma ricordo che per noi imprese, se c’è un pagamento da effettuare, talvolta non ci concedono nemmeno un giorno di ritardo”. A protestare con veemenza contro il trasferimento dell’uffico sisma della Bper a Modena era stata a gennaio la Fisac Cgil. “Non ha alcun senso – questo il passaggio saliente di una loro nota – , dopo aver costruito all’Aquila, in quasi dieci anni di esperienza, un bagaglio di competenze tali da divenire un punto di riferimento per l’intero territorio, disperderlo per ripartire da zero da un’altra parte. E’ evidentemente una scelta che non va nella direzione dell’efficienza, ma risponde a logiche differenti, che non riusciamo a comprendere”. Fonte: AbruzzoWeb 6
ANTIRICICLAGGIO Emilia Romagna regione a rischio È doveroso richiamare l’attenzione su un fattore di rischio che coinvolge le nostre aziende e tutti i lavoratori del settore, ovvero le segnalazioni antiriciclaggio e come queste si intreccino sempre più spesso con il mondo delle mafie. Nel corso del 2019 è stato pubblicato l'ultimo rapporto semestrale elaborato dalla Direzione Investigativa Antimafia (relativo al semestre gennaio - giugno 2018), in attesa dei dati aggiornati è comunque importante fare delle riflessioni in proposito visti i contenuti. Significativo e preoccupante è il fatto che per le "interdittive antimafia" l'Emilia Romagna è la 2’ regione in tutto il centro-nord (dopo la Lombardia) con un numero di aziende colpite da interdittiva, che equivale alla somma di Veneto + Piemonte + Trentino! Per le "Attività antiriciclaggio" la nostra regione si pone purtroppo al 4° posto nazionale (dopo Lombardia, Campania e Lazio) con ben 4.883 operazioni sospette e indagate, con un incremento di segnalazioni al doppio (più 8,7%) della media nazionale. Concretamente, di cosa si parla? Bonifici bancari emessi o ricevuti; mercato dei titoli azionari; assegni; versamenti o prelievi in contanti; ecc… Quali i nostri settori economici/produttivi più coinvolti? Nell'ordine, secondo gli importi in milioni: edilizia ed agricoltura; servizi per le imprese; commercio; intermediari finanziari; ecc… Guarda caso, gli stessi settori con più elevate denunce ed azioni sindacali per lavoro nero ed irregolare. Inoltre il rapporto lancia un segnale di estrema preoccupazione nelle "Conclusioni" laddove sono state riportate alcune analisi riferite all'abbassamento di età - fino ad includere le fasce adolescenziali - di coloro che vengono reclutati dalla criminalità organizzata, oltre ad un approfondimento relativo alle caratteristiche professionali di provenienza degli aderenti. Guardando alla nostra Regione dai dati emerge quanto segue: “Anche in relazione all’Emilia Romagna è opportuno operare un richiamo all’inchiesta “Stige” atteso che, nei relativi atti, Parma è stata identificata come “area di riferimento” per gli affari della cosca crotonese FARAO‐ MARINCOLA, gestiti in accordo con la cosca GRANDE ARACRI. Al centro della rete emiliana figurava un soggetto nato a Crucoli (KR), residente a Parma ma domiciliato a Montechiarugolo (PR), definito dagli inquirenti “facoltoso imprenditore di riferimento della cosca”, che “offre capitali e calibra i suoi investimenti secondo le esigenze della cosca, badando a incrementare il fatturato delle imprese di ‘ndrangheta, ma assicurandosi al contempo un aumento dei propri guadagni e dei clienti” Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come, negli anni, anche in Emilia Romagna la ‘ndrangheta abbia FISAC/CGIL EMILIA ROMAGNA
messo in atto, con pervicacia, un grave processo di commistione con l’imprenditoria. Completando la mappatura delle consorterie criminali calabresi sul territorio in esame, a Bologna e provincia, oltre ai più volte richiamati GRANDE ARACRI di Cutro (KR) si segnalano i PIROMALLI della Piana di Gioia Tauro (RC). I PESCE‐BELLOCCO di Rosarno (RC) sono segnalati a Ferrara, i reggini CONDELLO e DE STEFANO e i MANCUSO di Limbadi (VV) a Forlì‐Cesena, soggetti contigui alla cosca ARENA di Isola di Capo Rizzuto (KR) avrebbero operato a Modena ed a Parma, mentre in provincia di Reggio Emilia insisterebbero gruppi legati ai DRAGONE di Cutro (KR). A Ravenna si segnalano personaggi contigui alla ‘ndrina dei MAZZAFERRO di Gioiosa Jonica (RC), mentre nelle province di Modena e Parma e Bologna sono state tracciate presenze di elementi vicini alla ‘ndrina di TAURIANOVA e di SAN LORENZO. A Rimini si è registrata la presenza di soggetti riconducibili alla cosca VRENNA di Crotone ed ai PESCE‐BELLOCCO di Rosarno (RC).” Da tutto questo è evidente la necessità di tenere alta la guardia sull’ANTIRICICLAGGIO e su tutti gli adempimenti, formali e sostanziali, ai quali siamo tenuti nel nostro lavoro. A questo proposito rileviamo purtroppo che generalmente mentre le aziende di credito propongono aggiornamenti e incontri continui su attività commerciale la formazione sull’ANTIRICLAGGIO viene sempre più spesso “relegata” a delle brochure informatiche. Si tratta a nostro avviso di un errore che può comportare seri danni sia per il nostro essere cittadini che sperano in una società maggiormente “legale” sia per le aziende stesse. RICORDIAMO CHE L'ATTIVITÀ FORMATIVA DEVE ESSERE COMUNQUE PRESTATA DALLE BANCHE NEL LORO PRECISO INTERESSE, SERVE PER EVITARE IL RISCHIO POTENZIALE DI ESSERE COINVOLTI SIA PURE INVOLONTARIAMENTE IN FENOMENI DI RICICLAGGIO CHE PER LE NOSTRE AZIENDE SI TRADUCE IN UN PESANTE RISCHIO REPUTAZIONALE. PER ESSERE EFFICACEMENTE GOVERNATO QUESTO TIPO DI RISCHIO NON PUÒ CHE FAR LEVA SU UN ADEGUATO E COSTANTE INVESTIMENTO IN TERMINI DI FORMAZIONE, SIA QUANTITATIVA CHE, IN PARTICOLARE, UNA FORMAZIONE DI QUALITÀ CHE NON PUÒ ESSERE SOLO ONLINE. ……. E SEMPRE A PROPOSITO DI ANTIRICICLAGGIO RICORDIAMOCI DELL’AUTO - RICICLAGGIO: La Corte di Cassazione Sentenza 5719/19, conferma l’impostazione (definita “scolastica”) sui presupposti del reato, introdotta con la prima Legge sull’emersione dei capitali (186/14), per cui i bonifici infragruppo, gli assegni a garanzia di finanziamenti ed il pagamento di ratei di mutuo integrano il reato di auto-riciclaggio se attingono a capitali di origine illecita. Per i giudici della quinta sezione il mero utilizzo “post factum” – cioè non incriminabile a titolo proprio – si esclude, considerando che ogni passaggio da conto corrente a conto corrente determina un allontanamento dei capitali dalla loro origine; il semplice godimento personale non abbisogna di alcuna attività dissimulatoria. Il Soggetto reo può andare esente da responsabilità penale solo e soltanto se utilizzi, o goda, dei beni provenienti dai reati presupposti in modo diretto e senza che operi su di essi alcuna operazione atta ad ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza illecita. Da qui la classificazione, da parte della Corte di Cassazione, di condotte tipiche di autoriciclaggio, per esempio, di qualsiasi prelievo/trasferimento successivo a precedenti versamenti (compreso il semplice trasferimento di denaro a provenienza illecita) da un conto corrente bancario ad un altro diversamente intestato ed aperto presso un diverso Istituto di credito, considerando che il reato ex articolo 648-ter.1 è a forma libera. In definitiva, la punibilità dell’auto-riciclaggio (forma meno grave del riciclaggio anche come pena) dipende dall’attentare all’ordine economico, cioè dal tentativo di ottenere per vie illegali un’utilità economicamente rilevante ed un reinvestimento della stessa ricchezza in ambiti “fruttuosi” sotto il profilo economico e dannosi per gli interessi di quanti ne subiscono obbiettivamente le conseguenze. FISAC/CGIL EMILIA ROMAGNA
PRESSIONI COMMERCIALI e CLASSIFICHE DEI LAVORATORI Interviene il garante Da anni discutiamo delle Pressioni Commerciali e di come il nostro settore abbia registrato una crescita esponenziale del problema, che mette in discussione persino la salute dei lavoratori (stress lavoro correlato). Uno dei modi con cui si manifesta una forma di Pressione Commerciale è quello di creare da parte aziendale delle graduatorie dei lavoratori con cui si espongono le persone ad una sorta di “gogna mediatica” ledendo la dignità del malcapitato che si colloca nella parte passa della graduatoria, magari evidenziandone lo scarso risultato. La gogna o berlina, lo ricordiamo, era uno strumento con cui si esponevano le persone allo scherno ed alla umiliazione e, siccome la nostra civiltà qualche passo in avanti lo ha fatto, è stata vietata fin dallo scorso XIX secolo. Le aziende inizialmente si rifiutavano di considerare le graduatorie ed il loro uso uno strumento lesivo della dignità. A questo proposito noi abbiamo firmato nel settore un Accordo sulle Politiche Commerciali che definisce quali sono questi comportamenti sbagliati, stabilendo che il riscontro al personale circa il posizionamento rispetto agli obiettivi assegnati avvenga attraverso appositi strumenti aziendali evitando gli abusi, l’eccessiva frequenza e le inutili ripetizioni. Oggi ci viene in aiuto anche una sentenza del Garante della Privacy che, pur riguardando il settore delle Cooperative, rileva come questi comportamenti siano lesivi non solo della privacy ma persino della dignità personale dei lavoratori interessati. IL FATTO: (Garante della Privacy, provvedimento n. 500 del 2018). Una cooperativa di servizi bandisce un concorso a premi fra i propri soci lavoratori, dal titolo “Mettiamoci la faccia… Soci!”, concorso che frutta un premio in denaro ai primi 3 classificati. La partecipazione non solo è obbligatoria per tutti i soci ma questi devono anche autotassarsi, con una trattenuta egualmente obbligatoria di 30 euro mensili, per finanziare il concorso. I soci lavoratori vengono costantemente informati dall’andamento del concorso, per mezzo di una tabella affissa nella bacheca aziendale, visibile dai soci, dai dipendenti della cooperativa ed anche dai terzi che accedono agli uffici. La tabella riporta per ciascun socio lavoratore: nome, cognome, fotografia, faccina che esprime il giudizio sintetico – attribuito settimanalmente dall’amministrazione della cooperativa – ed anche le assenze di qualunque genere e le sanzioni disciplinari. Alcuni lavoratori presentano ricorso al Garante per la protezione dei dati personali, ritenendo che l’intera vicenda sia vessatoria e crei un continuo disagio per il fatto di essere pubblicamente giudicati. Il Garante in primo luogo ha rilevato come il consenso al trattamento dei dati personali ottenuto con tali modalità – partecipazione obbligatoria al concorso e trattenuta obbligatoria – non fosse idoneo a legittimare il trattamento di dati personali, vista la sproporzione dei rapporti di forza esistenti fra l’impresa e i singoli lavoratori. Inoltre ha rilevato come l’impresa abbia il diritto di trattare le informazioni riguardanti i rapporti di lavoro, ma non abbia il diritto di diffonderle mediante affissione su una bacheca visibile a tutti gli altri dipendenti e anche a terzi. Tali modalità non sono adeguate né pertinenti rispetto ai presunti scopi dichiarati dalla cooperativa – l’incentivazione dei soci al raggiungimento degli obiettivi di qualità ed efficienza – ma anzi, sono lesivi della dignità personale, della libertà e della riservatezza dei lavoratori e come tali sono pertanto illeciti e vietati. FISAC/CGIL EMILIA ROMAGNA
Modena, 11/10/2019 RAGGIUNTO ACCORDO SU PREMIO AZIENDALE (VAP) E SPECIALE EROGAZIONE WELFARE Nella giornata odierna, le OO.SS. e l’Azienda Bper Banca Spa hanno sottoscritto accordi relativi a: 1. Premio Aziendale (VAP) per le Aree Professionali, i Quadri Direttivi, i Dirigenti 2. Speciale erogazione da utilizzare per servizi Welfare. L’accordo complessivo sul Premio Aziendale (VAP) (relativo all’anno 2019), per le Aree Professionali e i Quadri Direttivi, prevede l’erogazione di € 1.500 così ripartiti: un importo medio lordo di € 1.250 che sarà erogato nello stipendio di luglio 2020, da riparametrare in base all’inquadramento; detto importo, a scelta del lavoratore, potrà essere destinato in tutto o in parte a Welfare con conseguente incremento del 15%; gli altri € 250 di speciale erogazione, uguale per tutti i colleghi che ne hanno diritto, saranno accreditati al piano Welfare entro il mese di luglio 2020. Il Premio Aziendale (tassato con imposta sostitutiva irpef al 10% per redditi fino a 80.000€) nonché la Speciale erogazione, spetta anche agli apprendisti, ai lavoratori con contratto di somministrazione ed a tempo determinato, nonché ai part time in proporzione all’orario prestato. L’accordo sulla Speciale erogazione prevede uno “zainetto” utilizzabile solo per servizi Welfare, dunque non monetizzabile, del valore di € 250 pro capite uguali per tutti (Aree Professionali, Quadri Direttivi e Dirigenti). Analogamente alle Aree Professionali e ai Quadri Direttivi è stato firmato un ulteriore accordo per la categoria dei Dirigenti; in quest’ultimo caso l’accordo prevede, obbligatoriamente, la destinazione di una quota pari al 60% del valore del premio al piano welfare, sempre con una maggiorazione dell’importo pari al 15% del valore. Il restante 40% sarà erogato cash e sarà assoggettato ad aliquota fiscale ordinaria o all’aliquota agevolata in base al superamento o meno del limite reddituale di € 80.000; in quest’ultimo caso l’agevolazione fiscale è limitata ad un ammontare massimo del premio pari a € 3.000 annui (si considera la somma di tutti i premi variabili erogati in busta paga o destinati a Welfare). Abbiamo chiuso l’accordo con soddisfazione entro un tempo definito congruo dalla normativa vigente, per avere la certezza di poter usufruire della tassazione agevolata e della trasformazione in Welfare sugli importi che andremo a percepire nel 2020. L’importo medio concordato è uguale a quello dello scorso anno e verrà erogato in presenza di un risultato di bilancio positivo senza considerare diverse poste straordinarie. La defiscalizzazione avverrà al verificarsi dell’incremento di almeno un parametro indicato nell’accordo. TABELLA PREMIO AZIENDALE 1- 2A 1L 2A 2L 2A 3L 3A 1L 3A 2L 3A 3L 3A 4L QD1 QD2 QD3 QD4 QD4 QD4 QD4 qualifiche unico RC1 RC2 RC3 somma cash 762 815 838 876 930 983 1.044 1.120 1.273 1.356 1.676 1.981 2.515 2.858 3.124 COORDINAMENTI SINDACALI AZIENDALI BPER BANCA FABI – FIRST/CISL - FISAC/CGIL - UILCA – UNISIN
Fisac/Cgil GRUPPO BPER Nota per gli iscritti alla Fisac/Cgil Piano industriale del Gruppo BPER 2019/2021 Firmato l'accordo: Assunzioni di giovani in tutta Italia Esodi e pensionamenti volontari a partire da aprile 2020 Confermate e migliorate le tutele per la mobilità e la conciliazione vita/lavoro Prorogato il welfare di Unipol Banca, prossima alla fusione Ieri sera, 29 ottobre, abbiamo firmato l'accordo per il Piano Industriale del Gruppo BPER 2019/2021. Ricordiamo che il piano fu presentato il 28/2 alla comunità finanaziaria e il giorno dopo al sindacato. Per quanto concerne il personale, come già detto, l'obiettivo di BPER è di giungere a fine piano (2021) potendo contare su 12.739 dipendenti partendo dagli oltre 14.000 di inizio piano. Fin da subito, abbiamo dichiarato la necessità di maggiori assunzioni, anche per la stabilizzazione dei troppi colleghi precari presenti nel Gruppo e per evitare che le tante riorganizzazioni previste dal Piano potessero ricadere su una struttura aziendale già fortemente stressata. Il risultato di lunghi mesi di trattativa è un accordo che cerca di “tenere insieme” le esigenze e le aspettative di: coloro che dopo tanti anni di lavoro possono raggiungere il “meritato riposo” in condizioni di garanzia e tranquillità; coloro che da fuori dalla banca o già in banca come precari possono avere maggiori possibilità di trovare un posto di lavoro sicuro e pertanto anche una miglior prospettiva di vita; coloro, i più, che continueranno a lavorare all'interno del Gruppo ancora per molto tempo volendo contare su condizioni di lavoro “sane” e con un'attenzione reale, e non solo raccontata, alla conciliazione fra tempo di lavoro e vita privata. Di seguito trovate i punti principali: Per coloro che possono “andare” La parte dell'accordo che riguarda le complessive 1.289 uscite prevede: l'uscita incentivata direttamente in pensione per chi matura i requisiti pensionistici entro il 1/1/2022; l'accesso al Fondo di Solidarietà per chi matura i requisiti pensionistici da 1/1/2021 fino al 1/1/2026 mediante l'uscita dal lavoro a fine marzo, giugno, settembre e dicembre 2020 e marzo 2021, correlate all'anno di maturazione del diritto alla pensione (chi va in pensione prima entra prima nel Fondo); pertanto coloro che maturano la pensione nel 2021 avranno la possibilità di optare fra fondo, uscendo prima, e pensione diretta; uscite incentivate per le c.d. "Opzione Donna" e "Quota 100"; il riscatto laurea, anche parziale, qualora lo stesso consenta di maturare i requisiti per l'accesso diretto alla pensione oppure di diminuire il periodo di permanenza nel Fondo (utilizzabile, quindi, solo da chi ha già i requisiti per accedervi). Nei prossimi giorni verrà emanata la circolare aziendale che dettaglierà le modalità con cui poter aderire. La scelta andrà fatta entro la fine dell'anno e sarà previsto un “premio di tempestività” se l'adesione avverrà entro il 30 novembre. Coloro che arriveranno (e che già ci sono) Oltre alle 141 assunzioni già effettuate da gennaio sino al 31/8/2019, le aziende del Gruppo ne effettueranno altre 645 entro il 31/12/2021, portando pertanto il rapporto fra entrate ed uscite al 50%. Ben 443 di queste verranno effettuate direttamente nei territori dove usciranno le persone, privilegiando le aree d'Italia con maggior difficoltà dal punto di vista dell'occupazione e maggiori percentuali di uscite (Sardegna e DT Mezzogiorno). In questo modo si potranno stabilizzare parecchi colleghi attualmente precari: almeno 83 somministrati oltre ai 55 già assunti da inizio anno;
38 apprendisti e 37 tempi determinati per i quali BPER ha dichiarato l'impegno a valutare la stabilizzazione. Per quelli che rimangono Le importanti operazioni, a partire da quelle già programmate per il 25/11 con la fusione di Unipol Banca, la chiusura delle filiali, la riorganizzazione del cd “semicentro” (aree e direzioni territoriali/regionali) potranno certamente determinare mobilità territoriale (i trasferimenti) e professionale (il cambio di lavoro). Per questo motivo è stata confermata e migliorata la regolamentazione sui trasferimenti conseguenti alle operazioni di riorganizzazione del piano che prevede il pagamento per coloro che vengono spostati ad almeno 25 km dalla propria abitazione e la possibilità di avere un alloggio pagato per coloro trasferiti ad almeno 60 km. Fra le altre misure, è stata convenuta anche per il 2019/2021 la fruizione delle ferie e delle festività soppresse entro l’anno con l'impegno delle banche ad adottare tutte le misure necessarie per il loro utilizzo. Anche sul tema del part time è stata prorogata la regolamentazione già pattuita 4 anni fa che ha contribuito a far aumentare, sebbene con difficoltà e in modo non omogeneo su tutto il territorio, il numero di colleghi che ne usufruiscono. Pertanto, salvo diversa richiesta del collega, - i part time in corso con scadenza entro il 31/12/2021 saranno prorogati di 2 anni alla rispettiva scadenza senza necessità di richiesta; - le nuove richieste saranno accolte sempre per la durata di almeno 2 anni. Tutto ciò ovviamente e come sempre, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive che, anche in questo caso, come sappiamo, non sono omogenee su tutto il territorio. Analogamente abbiamo prorogato l'accordo sul cd “pendolarismo ordinario”, in scadenza a fine anno per i trasferimenti, per l'appunto, ordinari. Pertanto continueranno a essere coperti dalle previsioni contenute (pagamento a partire dai 35 km) tutti i dipendenti delle aziende attualmente nel Gruppo. Altra conferma è la possibilità per gli anni 2020 e 2021 di poter nuovamente usufruire di giornate di assenza utilizzando il Fondo di solidarietà del settore remunerate al 60%. Viene istituita la Banca del Tempo solidale, finalizzata alla costituzione di un monte ore annuale di permessi retribuiti di natura solidale, utilizzabili a favore dei dipendenti che abbiano necessità di una ulteriore dotazione di permessi per far fronte a gravi ed accertate situazioni personali e/o familiari. Su entrambi questi istituti la regolamentazione è rinviata all'anno prossimo, come anche per quella inerente l'Hub e lo Smart working (il lavoro da casa o da una sede di lavoro più vicino a casa). Sono previsti momenti di verifica per valutare gli impatti derivanti dalla cd “manovra del personale” e confronti relativi agli eventuali spostamenti di lavorazioni fra i territori che il piano comporterà. In considerazione della prossimità della fusione di Unipol Banca, è stata convenuta l'ultrattività delle norme qualificanti del welfare aziendale relative a: Fondo pensione, Polizza sanitaria, Premio di anzianità, Borse di studio, Provvidenze per famigliari portatori di handicap, rimandando l'armonizzazione alle condizioni di BPER all'anno prossimo. Si tratta di un accordo dà garanzie e tutele a tutti e che pone le basi per un “governo” concordato delle ricadute sul personale delle tante iniziative aziendali che continueranno a svilupparsi nei prossimi mesi. Abbiamo tentato di rappresentare “al meglio” le istanze di tutte le colleghe e i colleghi che, siamo certi, non ci faranno mancare i necessari contributi, stimoli e, soprattutto, sostegno. Come sempre, la “gestione” dell'accordo inizia il momento successivo alla firma sia per l'illustrazione ai colleghi, soprattutto a quelli coinvolti dalle operazioni, sia per l'assistenza a coloro che dovranno presentare la domanda per la cd “manovra sul personale”. Per tutti, i dirigenti sindacali della Fisac/Cgil sono, come sempre, a disposizione. Segreteria di Coordinamento Sindacale FISAC/CGIL del GRUPPO BPER Modena, 29 ottobre 2019
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