SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli

Pagina creata da Jacopo Renzi
 
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SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
Valentini
Nanni
                     Opera prima, opera ultima

   SISTEMA MUSEALE
   DI PALAZZO BRACCI PAGANI
   Diana Art Gallery
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
Nanni Valentini
a Palazzo Bracci Pagani
Opera prima, opera ultima
Mostra promossa dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Fano
Presidente, Giorgio Gragnola
Past President, Fabio Tombari
Segretario Generale, Vittorio Rosati
Comitato di studio
Giorgio Gragnola, Fabio Tombari, Vittorio Rosati, Carlo Bruscia,
Claudio Giardini, Dante Piermattei, Sergio Orlando Riva
Organizzazione tecnico-amministrativa
Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
Cura e allestimento mostra
Sergio Orlando Riva, Archvio Valentini Arcore
Associazione culturale UnaArteFano del XXI Secolo
Presidente Giorgia Badiali
Direttore Artistico Carlo Bruscia
“Il Veliero” di Paolo Cazzola

                                                                   Nanni
Accoglienza e bookshop
UnaArteFano: Giorgia Badiali, Eleonora Clappis

                                                                   Valentini
Supporti visivi
Video in mostra: «Nanni Valentini - La materia e il colore»,
di Giovanni Lani con la consulenza di Solidea Vitali Rosati
(edizioni Videomemorie, 2019-www.videomemorie.org.)

                                                                   a Palazzo
Comunicazione grafica: D. Piermattei/Publi In, Fano

Assicurazione

                                                                   Bracci Pagani
Reale Mutua Assicurazioni Agenzia di Fano
Illuminotecnica
iGuzzini/System Impianti
Informazioni
                                                                   Opera prima, opera ultima
Segreteria Mostra e Bookshop
Diana Art Gallery: tel. 0721.1835244 - 2                           sculture e dipinti
Segreteria Fondazione, tel. 0721.824331
E-mail: info@fondazionecarifano.it
Associazione culturale UnaArteFano tel. 349.7367929

Catalogo
Concept e layout grafico-redazionale
Dante Piermattei/aprimavista
Crediti
Giovanni Falanga, Silvio Fiorillo, Nino Lo Duca
Antonio Mottolese, Paolo Vandrasch, Archivio N. Valentini
Testi critici
Rodolfo Profumo, Claudio Giardini, Roberta Sironi
Editore
Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
© Copyright 2019, tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-98714-28-5

                                                                                    MA
Stampa
Leardini Tipolitografia Macerata Feltria
                                                                            I S T E
In copertina: Nanni Valentini, Casa di Pierpaolo,                         S
                                                                              U S E ALE
1983, terracotta greificata                                               M ALAZZO NI
                                                                           DI P CI PAGA
                                                                           BRAC Art Gallery
                                                                            Diana
Sponsor

                                                                   Fano, 8 giugno/21 luglio 2019
                                                                   Ingresso libero: tutti i giorni tranne i lunedì,
                                                                   orario, 21/24
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
Nanni Valentini                                                            Opera prima,
a Palazzo Bracci Pagani                                                    opera ultima

Siamo particolarmente lieti di ospitare quest’anno la mostra               E’ trascorso un anno da quando Roberto Pieracini mi parlò della
dedicata a Nanni Valentini dopo le precedenti di Giuliano Vangi,           buona possibilità di realizzare una mostra di Nanni Valentini a
che ha aperto nel 2016 gli spazi di Palazzo Bracci Pagani alla             Fano negli spazi di Palazzo Bracci-Pagani, e subito l’intenzione
grande arte contemporanea, cui hanno fatto seguito, tra altre              si trasformò in progetto grazie all’attenzione del Presidente
nel tempo, quelle di Bruno Bruni, Edgardo Mannucci, Valeriano              della Fondazione Cassa di Risparmio Fabio Tombari e sì del
Trubbiani e la prestigiosa collettiva di grandi Maestri “Oltre il colore   Prof. Claudio Giardini che con grande entusiasmo ha orientato il
come tabù” promossa con la collaborazione dell’Accademia                   progetto, già a partire dalla titolazione della mostra.
Vitruvio Fanum e la Galleria bolognese Astuni.                              “Opera prima, opera ultima”, questo il titolo, vuole essere il
Mostre che hanno segnato un significativo salto di passo                   racconto del percorso di lavoro creativo di Nanni Valentini, che si
nell’offerta qualitativa di iniziative culturali e artistiche prodotte a   apre con un lavoro realizzato nel 1948, “piatto a bilancia”, quando
Fano tanto d’assegnare alla città e alla sua comunità un rilievo           Valentini era allievo dell’Istituto Mengaroni a Pesaro, e si conclude
sempre più ampio e partecitato.                                            con la sua ultima realizzazione, “..negargli di agire”, estrema
E’ questo un riconoscimento che appaga la scommessa a suo                  sintesi della sua esperienza artistica, opera presentata a Milano
tempo azzardata dalla Fondazione nel promuovere la nascita di un           pochi giorni prima della sua prematura morte che lo ha tolto alla
centro polifunzionale aggregatore di cultura rispettando l’impegno         famiglia, ai suoi allievi e agli amici.
preso per onorare le finalità di fruizione pubblica dell’immobile nel
momento della sua aquisizione e restauro destinandolo a Sistema            Sergio Orlando Riva
Museale.                                                                   Archivio Nanni Valentini
Dunque tocca adesso a Nanni Valentini, artista a tutto tondo tra
pittura, scultura, ceramica, ma soprattutto “demiurgo dei quattro
elementi”, con particolare attitudine al maneggio creativo della
terra intesa come “grande madre” e del fuoco a fortificarla una
volta plasmata.
Nato nella valle del Metauro e partito da Pesaro per approdare
a Milano, dove venne subito apprezzato e vezzeggiato, come
maestro a loro pari, da Lucio Fontana e dai fratelli Pomodoro, ha
trovato lassù l’apice della maturità per il suo genio.
Le espressioni visive della sua fatica, troppo presto troncata da
una sorte infausta, capitano ora a suggellare nel nostro Ente
il momento del cambio di Presidenza quasi ad attestare un
passaggio senza scosse, a garantire la continuità dell’impresa che
prosegue a vantaggio del bene comune.
A doppia firma quindi, e anche a nome della Fondazione, va il più
sincero apprezzamento e ogni gratitudine ai famigliari dell’artista e
all’Archivio Valentini di Arcore, per aver generosamente disposto il
prestito delle opere esposte.
Nello stesso spirito il nostro grazie va esteso a quanti, con la loro
intelligenza e premura encomiabile, hanno contribuito a rendere
concreto questo evento.

Giorgio Gragnola
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

Fabio Tombari
Past President

                                                                           A lato: Nanni Valentini
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….Ho scelto la materia

Ho scelto la materia come poetica e, soprattutto, identificandola           Se la terra è la «terra”
con la terra; non certo come potrebbe farlo uno scultore, o come            la sua memoria è senza tempo.
un pittore e tanto meno come la mia materia, ma come un partner             E’ lei che ha ingoiato
che mi risponda con segni suoi. Comunque in ceramica non cerco              i muri di cera e di piume dell’oracolo,
il mito dell’orfano, nè le tragedie del tellurico. Amo profondamente        è secca, fredda, gialla e muta.
il dramma nascosto del seme aria e ne cerco dei riflessi e delle            Le si addicono i segni
corrispondenze. Il mio lavoro è sempre stato un rimbalzo continuo           del seme, dell’asta dalla lunga ombra,
tra la pittura e la ceramica. Si potrebbe dire tra l’apparenza e la         dell’acqua, del concavo.
certezza o tra il visibile e il tattile. Ma è proprio questa dicotomia      Il suo ricordo è la tavoletta
che mi interessa percorrere: l’aspetto in cui l’immagine diventa la         di Ebla che parla oltre l’orizzonte,
rappresentazione di uno iato, di una tangenza. Il neonato, posato           abita ancora l’insonnia.
sulla terra, negli Abruzzi, non è solo un rito della terra-madre, ma        Io preferisco la terra del filosofo,
il punto di questa tangenza, l’irrisolto, l’indefinito e, in quanto tale,   «la terra della sera».
può diventare il mito dell’inafferrabile, il luogo dove l’incongruenza,
cercando la sua possibile omologia, crea dei feticci. Mi sembra             Nanni Valentini circa 1980
che questo sia uno specifico, un luogo di lavoro sulla materia, una
riflessione sulla terra non più invischiata nelle triadi, ma con una
sua possibile polarità ed una sua possibile trasparenza. La penso,
infatti, attraversata da una diagonale, percorsa da una doppia eco
senza ridondanze, disidratata e bagnata simultaneamente, senza
rimandi degli strati, con tutti i tempi; quindi senza archeologia.
Penso alla terra che va nelle tenebre di Isaia, a quella che genera
con rossore Geremia, alla Terra-Madre che partorisce i figli-
antenati, alla terra sfiorata dal soffio di Mercurio e a quella che
imprigiona l’ombra delle farfalle. Sono i suoi segni che fermano la
mia attenzione. Non credo alla poesia-comunicazione. Mi piace
considerare la terra solo come luogo di una poesia, un luogo vuoto
e perciò aperto al possibile, dove l’unico rischio è quello
dell’impronta. Il diamante che imprigiona la luce, quindi tutto
l’esterno; la parete-calce che riflettendo diffonde, invece, tutta
la luce, rinunciando, quindi alla propria forma; il cratere che
accettandosi come spettacolo informa e il seme che nasconde
ogni possibile rumore sono i poli-tipo delle immagini che ho
sulla materia. L’unica comunicazione che posso pensare è l’atto
incestuoso della mano che accarezza la zolla e lo sguardo che
percorre il solco. Una cosa credo di sentire con certezza: che
soggettivamente concepisco la materia come luogo di tutte le
trasformazioni, di tutte le similitudini. Le forme sono le tracce,
i segni tangibili di queste trasformazioni, e anche il luogo dove
l’insonnia fa sì che non si creino simulacri e le impronte sono
sicuramente delle necessità. Forse hanno ragione gli scienziati
che parlandoci dei buchi neri ci dicono che ciò che vi è riflesso
sono le scorie, le imperfezioni della materia, ancora abitata
dall’uovo d’argento, nato nel grembo dell’oscurità.

Nanni Valentini 1979
                                                                            A lato: Nanni Valentini, la terra e l’acqua, il secco e l’umido
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
“L’attesa della profezia”                                           i due poli del suo operare, non opposti, ma complementari            inarrestabili, nelle sue opere, che si possono leggere anche
                                                                                                    e capaci di rafforzarsi dialetticamente, tanto che da quella         come percorso esistenziale. Per questo si deve evitare di
                                                                                                    relazione scaturiva, insieme con i disegni e le sculture,            guardare al lavoro di Nanni Valentini come se fosse un gioco
                                                                                                    una produzione di scritti notevole: e non si tratta di testi         di simboli da interpretare, o come una sintesi di astratte
                                                                                                    esplicativi, ma di interventi che uniscono ai toni discorsivi        ed elevate metafore poetiche: il suo lavoro è profondo e
                                                                                                    movenze poetiche originali. Alle intense note personali,             intenso perché vi si incontrano innumerevoli suggestioni
                                                                                                    accostano e legano specifiche riflessioni sul lavoro artistico,      che agiscono su livelli diversi. Al centro (è necessario
                                                                                                    e veri e propri lampi, che gettano luci forti ma improvvise sul      ripeterlo) sta la terra, con la sua qualità, modellata o
                                                                                                    senso delle opere, mentre si intuiscono, o sono dichiarati           raccolta, modulata dal fuoco e colorata dagli smalti; con il
                                                                                                    esplicitamente, riferimenti ampi ai fondamenti filosofici e alle     suo sensuale valore materico conferisce forza alle forme, e
                                                                                                    letture di Valentini, da Heidegger a Bachelard, dai temi dello       queste, a loro volta, esprimono tensioni e accordi; e ancora,
                                Uno sguardo sintetico sul lavoro di Nanni Valentini consente        strutturalismo a quelli della semiologia, dell’antropologia o        su queste forme si addensano segni, tracce, incisioni,
                                di coglierne una fondamentale coerenza, innanzi tutto               della psicologia, che poi riecheggiano nei titoli stessi delle       allusioni enigmatiche. Ma sono proprio gli enigmi, gli scarti,
                                nella disposizione schietta e aperta alla sperimentazione,          sue opere.                                                           le contraddizioni insite in queste opere, ad invitarci a cercare
                                atteggiamento che, nel corso degli anni, lo guida a compiere        La terra, in tutti questi percorsi, rimane elemento centrale         un senso, a indicare la speranza della rivelazione, forse
                                esperienze sempre più complesse. Già dai primi anni                 e Nanni Valentini insiste, con determinazione, sul carattere         provvisoria, di una verità. Era, quasi esattamente, quello
                                giovanili la padronanza del disegno, consentiva a Valentini         tautologico del suo lavoro, nel senso che le sue opere non           che Nanni Valentini sentiva e proponeva guardando i suoi
                                una grande varietà di invenzioni, modulate per rispondere           rappresentano “altro”, ma impongono la propria presenza,             paesaggi: «Negli Appennini centrali, dove sono nato, […]
                                alle esigenze più diverse: decorazioni ora gioiose, ora             la propria natura di oggetti: da scultore vero non crea              lo sguardo è accompagnato da ruderi di torri […] la loro
                                fantastiche, ora ironiche, tenute sul filo di una grande            immagini d’altro, ma forme, simulacri, che materializzano i          presenza può provocare navigazioni della memoria, sensi di
                                versatilità stilistica; nelle ceramiche, ovviamente, l’impulso      suoi fantasmi. E la terra, cristallizzata nel grés, è sempre la      lontananze archeologiche, […] Ho visto in quest’immagine la
                                creativo era sottoposto a un controllo più rigoroso della           terra, anzi, spesso viene appoggiata sulla terra stessa, di          tentazione di non lasciarsi sfuggire la continuità; la volontà
                                forma poiché i segni, graffiti, dipinti, talvolta esaltati da       cui rivela strutture originarie come nei crateri, che alludono       di dare allo sguardo una precisa competenza, di rispondere
                                accensioni cromatiche, si misuravano con gli spazi definiti         sia alla profondità che alla circolarità dell’orizzonte in cui si    all’attesa della profezia.»
                                dei manufatti, sui quali risuonano, eleganti, gli echi di antiche   iscrivono. Similmente le pareti composte di sottili “pelli” di
                                citazioni.                                                          terra greificata, sono disposte come mattoni su altre pareti,        Rodolfo Profumo
                                A un certo punto, però la scioltezza, e la pulizia del segno,       ma trattengono o evocano i segni del tempo - che sono
                                che connotano tutta la sua produzione artistica, trovano            quelli della vita - invitano a riflettere sul lavoro, prezioso, di   Utilissima la raccolta che si trova nel prezioso volume di F.Gualdoni, Nanni
                                la forza di affermare la propria autonomia, di esprimere un         chi ha edificato e sulle regole dell’edificazione; mostrano le       Valentini, Silvana, 2005
                                pensiero articolato, nelle invenzioni essenziali e potenti con      irregolarità del processo costruttivo e le aperture, le soglie,
                                                                                                                                                                         W. Stevens, Angel Surrounded by Paysans, 1951.
                                cui, alla fine degli anni Cinquanta, la figurazione iconica         le finestre. Qui si fermano talvolta tracce di smalto azzurre        «Gli Appennini centrali» in Nanni Valentini, op.cit., p.156
                                viene superata. Era una svolta necessaria, un passo                 che, per chi le sappia guardare, non sono solo i riflessi
                                richiesto, in quel momento, per confrontarsi con le radicali        del cielo, ma anche i segni del passaggio dell’angelo, del
                                novità proposte dagli artisti che Valentini incontrava a            messaggero, che può essere L’angelo necessario, della
                                Milano, dall’amico Fontana a Emilio Scanavino, a Tancredi           poesia di Wallace Stevens:
                                e ad altri. Quelle scelte accompagnavano, d’altra parte, il         « Io sono l’Angelo della realtà - intravisto un istante sulla
                                superamento di un’idea tradizionale della ceramica e della          soglia - […] - Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra,
                                decorazione, e la scoperta delle straordinarie possibilità          poiché chi vede me vede di nuovo - la terra, […] chi ascolta
                                espressive del grés: in questo modo, unendo la capacità             me ne ascolta il canto».
                                di studiare la forma attraverso il segno, alla sensibilità          Di quel passaggio, delle possibili verità, Nanni Valentini
                                sempre più acuta per i valori della materia, Nanni Valentini        propone nelle sue opere i resti dispersi, i frammenti,
Il sorriso di Nanni Valentini
                                poneva le basi del suo straordinario “mestiere” d’artista,          affioranti nella “deriva”. Nelle “case”, indaga invece il
                                di scultore della terra, la vera missione a cui si sentiva          senso dell’esistenza umana, ancora una volta presa tra
                                irresistibilmente vocato. Giovanissimo, aveva imparato              terra e cielo, mostrando come ciascuna sia caratterizzata
                                a padroneggiare i processi creativi della ceramica, in cui          da specifici segni. Anche quando vuole proporre la
                                acqua e terra si uniscono nella modellazione, aria e fuoco          riflessione sul colore, preferisce una scelta “tautologica”,
                                nella cottura, e considerava queste conoscenze, non solo            utilizzando di preferenza supporti quanto più impalpabili
                                come un privilegio, ma come una responsabilità, assunta             e trasparenti, garze che, staccate dal muro, consentono
                                con impegno totale. Cercava perciò di dare al suo lavoro            di leggere quel colore, quei segni, nella purezza della loro
                                una completezza esaustiva, da una parte mettendo in gioco           natura. La conoscenza di N. Silvestrini, a Monza, lo porta
                                un eccezionale controllo della tecnica, forgiata in continui        a studiare persino l’universo formale e simbolico legato
                                esperimenti, dall’altra investendo grandi energie nella             all’elaborazione delle forme geometriche, trasfigurate nel
                                riflessione sul significato e sulla specificità del suo lavoro di   Filo e la tangente.
                                artista e di “scultore della terra”. Pensiero e materia erano       Pensiero e vita, spazio e tempo, scorrono, ed entrano,
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
Alle origini della terra.                                                   propri segni...4. La ceramica inizierà con lui a proporsi quale stupenda       anche con l’artista danese Asger Jorn che stava già pensando di
                                                                                          Sulle tracce delle poetiche giovanili di Nanni Valentini *                  realizzatrice di un universo di immagini connotate da una cifra                andare a stabilirsi concretamente ad Albisola dove nell’estate
                                                                                                                                                                      espressiva, da uno stile in cui la potenza del segno gli si manifesterà        dell’anno prima, il 1954, nella Manifattura Ceramiche Mazzotti aveva
                                                                                                                                                                      indipendentemente dalla tecnica d’uso in un equilibrio sinergico del           coinvolto un notevole gruppo di ceramisti a mettersi in gioco con
                                                                                                                                                                      nuovo linguaggio visivo che lo porterà a spostarsi gradatamente nel            delle esplosive ad eclatanti sperimentazioni9. La carica parigina lo
                                                                                                                                                                      tempo dal registro figurativo a quello materico. Egli saprà trattare           porterà verso una ricerca costruttiva attraverso l’utilizzo di sabbia,
                                                                                                                                                                      l’argilla scoprendone l’eminente valore plastico e di estrema                  cera, catrame, cemento sulle ispirazioni delle sperimentazioni
                                                                                                                                                                      suggestione antropologica come un cammino a ritroso verso                      polimateriche della scultrice Germaine Richier che nell’immediato
                                                                                                                                                                      l’origine, materico e spirituale, della terra ove scoprirà la sua vera         dopoguerra dalla Svizzera si era ristabilita a Parigi provocando da
                                                                                                                                                                      poetica5. Saranno questi anche gli insegnamenti e i concetti di                subito con le sue scioccanti opere l’interesse accanito della critica
                                                                                                                                                                      Angelo Biancini suo maestro a Faenza che allora si batteva per                 d’arte. Nel 1957 infatti per l’ ampliamento e rinnovamento della
                                                                                                                                                                      contribuire in maniera decisiva all’affrancamento della ceramica d’arte        fabbrica pesarese di mobili Fastigi Renato e f.lli, Nanni realizzerà, in
                                                                                          Seguendo i complessi e per certi versi tormentati pensieri di Nanni         da una condizione “minore” di arte decorativa per affermarla come              collaborazione con Athos Tombari, un altorilievo, una facciata di circa
                                                                                          Valentini allorquando decise di proporre una propria biografia, non per     totale espressione artistica. Poco più avanti sul finire del 1952, dopo        27 mq. proprio in cemento che fu “gettato” su un’ anima di argilla10
                                                                                          uso personale ...ma per quanti volessero occuparsi del mio lavoro, il       aver partecipato e vinto alla III^ Mostra Nazionale della Ceramica a           realizzata presso la fornace Mancini di Pesaro con un tema
                                                                                          quale non ha avuto in me, per quello che riguarda ordine, continuità        Pesaro il Primo Premio, ex aequo con Claudio Sora, con un esile e              ovviamente giocato sulla committenza, un mobilificio, e sulla
                                                                                          e promozione, un amico ma anzi un tenace avversario...1 ho sentito la       grazioso servizio da tè in maiolica istoriata che sarebbe sicuramente          produzione del legno che nella sua astrazione doveva consentire la
                                                                                          spinta di entrare a far parte di quella schiera di persone desiderose di    piaciuto a Gabriele D’Annunzio6, troverà più congeniale alla natura del        visibilità e riconoscibilità della produzione seppure in una attrezzatura
                                                                                          occuparsi del suo lavoro, sollecitato dall’occasione di questa mostra       suo spirito la bottega di Bruno Baratti a Pesaro; l’anno dopo, poi, nel        arcaica che ben si attagliava all’ancestralità del legno ma anche
                                                                                          fanese a lui dedicata, verosimilmente anche perché recentemente             1953, vorrà sperimentare anche l’ Accademia di Belle Arti di Bologna           dell’argilla: il segaccio, i chiodi, l’asciatella, la riga a squadro, il
                                                                                          m’è capitato di occuparmi della riscoperta di una sua opera dipinta a       dove verrà colpito più di ogni altra cosa dalla pittura interpretata           compasso, una ruota da ingranaggio...: un modellino in terracotta di
                                                                                          tempera su muro [settembre 2018] realizzata intorno al 1956 e quindi        come meditazione paziente, profonda ed intellettuale degli oggetti da          questo lavoro verrà portato a corredo dello Stand Fastigi
                                                                                          nel suo periodo giovanile.                                                  parte di Giorgio Morandi che vi insegnava: Nanni di fatto ne                   all’Esposizione di Roma del 1957. In queste creazioni polimateriche
                                                                                          Nato il 24 dicembre del 1932 a S. Angelo in Vado, Giovan Battista           approfondirà il ritmo, i contorni, i riflessi. Nell’ottobre del 1953 farà      avanzerà la sua sperimentazione con opere create dalla
                                                                                          Valentini poco più che tredicenne, nel 1945, subito dopo la guerra,         gruppo con l’amico Oscar Piattella - con il quale in Via Curiel a              frantumazione in cocci di mattoni forati che ricomposti in forme
                                                                                          deciderà di frequentare la Scuola d’Arte “F. Mengaroni” essendosi la        Pesaro condividerà per un certo periodo anche lo studio poi lasciato           artistiche lo porteranno poco dopo a vincere una borsa di studio e
                                                                                          sua famiglia trasferita a Pesaro. La Scuola d’Arte non avrebbe              a Bruno Bruni e Renato Bertini – e con i giovani insegnanti, audaci e          quindi a poter ritornare a Parigi, cosa che farà tra l’autunno 1957 e
                                                                                          dovuto essere per lui una prima scelta del percorso scolastico              scapigliati 7, del Mengaroni, suoi coetanei: Loreno Sguanci e Giuliano         l’inverno del 1958 in periodi quindicinali alternati. Si “riscatterà” dalle
                                                                                          avendo desiderato ... dopo le medie ... di fare il Liceo artistico a        Vangi che in quegli anni dalla Toscana si erano spostati a Pesaro sulle        frantumazioni poi con delle grandi targhe [piastre] picassiane
                                                                                          Firenze: ma occorreva sette in Latino per entrarvici...2. Verso la fine     antiche orme protoquattrocentesche del giovane Ghiberti.                       coniugandole con forme pittoriche astratte una delle quali lo porterà a
 Nanni Valentini, Grande piatto policromo in maiolica, con figure di uomini               degli anni 1948-1949 nella simbiosi scuola-lavoro prenderà a                L’onomatopea dello scorrere della temporalità scolastica da il senso           vincere, seppure ex aequo con il faentino Germano Belletti, il Premio
 e animali, 1948 ca., Pesaro, Liceo Artistico “F. Mengaroni”.                             frequentare seppure per breve tempo la gloriosa manifattura di              del pulsare poetico che si andava formando nel giovane Valentini               Faenza nel XIV° Concorso Nazionale della Ceramica nel giugno 1956
                                                                                          maioliche artistiche “Molaroni” da fargli produrre proprio in quel          dove l’argilla sarebbe diventata poesia, pensiero profondo, codice da          mentre un’altra pressoché identica la depositerà ai Musei comunali
                                                                                          biennio, quasi un sunto scolastico, un interessante grande piatto           decifrare e la materia avrebbe preso le sembianze del segno, di una            pesaresi. La prima era una targa rettangolare [piastra] in terracotta
                                                                                          smaltato ed inciso, intriso di rosso, colore assassino per i ceramisti, e   traccia. Una intensa formazione didattico-pratica completatasi nel             ingobbiata ed invetriata – ovvero rivestita con una vernice composta
                                                                                          nero: due cromie corrusche con cui comunque tentava di sfaldare             giro di otto anni ma tale da consentirgli di iniziare a produrre una           da piombo e silicio - con decorazioni graffite raffiguranti angeli,
                                                                                          l’idea del delicato istoriato rinascimentale cercando di sostituirlo con    spirito artistico [künstlerischer Geist] che il giovane irrequieto avvertiva   cavaliere, pesci, ruote..., titolata Fantasie [cm 58x41] che peraltro
                                                                                          possenti figure di uomini ed animali. Dal 1949 al 1952 a                    come una necessità vitale nell’ interpretazione letteraria, poetica e          Nanni replicherà vincendo anche il relativo Premio alla XIII^ Mostra
                                                                                          completezza di studi vorrà frequentare anche l’ Istituto d’Arte di          filosofica della propria arte, ovvero della propria vita: simbolo della        della Ceramica di Vicenza nell’agosto dello stesso anno, recensita
                                                                                          Faenza dove scoprirà alcune stravolgenti ceramiche di Picasso               manifestazione del pensiero, la ceramica sarebbe diventata il luogo in         con tempestività da Luigi Massoni11; la seconda era una targa
                                                                                          permeate di pirotecniche invenzioni formali e di combinazioni               cui arte concettuale e informale si potevano incontrare in un dialogo          [piastra] in terracotta ingobbiata ed invetriata con decorazioni graffite
                                                                                          funamboliche che lo segneranno profondamente nel suo percorso               armonico a più linguaggi tesa ad occuparsi del vero come oggetto               di figure stilizzate entro un disegno astratto titolata Fantasia [cm
                                                                                          artistico. Proprio in quegli anni infatti l’artista spagnolo aveva donato   artistico assoluto, quasi che fosse chiamata a rivelare la verità sotto        43x38]. La donazione ai Musei Civici verosimilmente dovette essere
                                                                                          alla città di Faenza per essere collocate nel Museo Internazionale          forma di configurazione artistica sensibile …die Wahrheit in Form              un gesto di gratitudine verso Gian Carlo Polidori, che nel frattempo
                                                                                          delle Ceramiche diverse sue opere in ceramica al fine di contribuire        einer vernünftigen künstlerischen Konfiguration zu enthüllen…8. Nella          ne era diventato il direttore, per gli insegnamenti avuti in quella
                                                                                          alla ricostituzione delle collezioni di arte contemporanea distrutte dai    bottega di Baratti sul finire del 1955 inizierà a lavorare intorno alle        totalizzante koiné didattica che si era istaurata tra alcuni allievi della
                                                                                          bombardanti della seconda guerra mondiale. La visione delle opere           prime terrecotte ingobbiate - ovvero rivestite di argilla liquida - e          Scuola d’Arte pesarese e due insegnanti, Polidori ed il pittore
                                                                                          picassiane tenderanno a rafforzare in Nanni il convincimento                graffite - ovvero quando l’argilla liquida non ancora completamente            Alessandro Gallucci che al tempo stavano collaborando strettamente,
                                                                                          dell’importanza della lavorazione dell’argilla come fonte di ispirazione    seccata e quindi umida viene incisa (graffiata) con una punta                  giorno e notte, per redigere tempestivamente i verbali per i danni di
                                                                                          materica [...antiquam exquirite matrem...] che proprio su quella scorta     metallica o a stecco - che lo porteranno a dare una significativa e            guerra subìti dall’istituzione culturale comunale. Gian Carlo Polidori, la
                                                                                          iniziava a costituirsi come elemento fondante delle poetiche di molti       responsabile dignità artistica alla sua produzione ceramica partendo           cui madre era una sorella di Ferruccio Mengaroni, negli anni 1920-
                                                                                          artisti scrollandosi di dosso il greve giudizio derivante dall’idealismo    dalla forma ancestrale ed archetipica del vaso ed istaurando un                1940 era stato uno dei maggiori e interessanti ceramisti italiani e
                                                                                          crociano che aveva negato dignità alle opere “pratiche” relegandole al      legame spirituale con la terra mosso oltre che dalle visioni picassiane        direttore di prestigiose manifatture ceramiche: Dolcetti di Venezia,
                                                                                          rango di “arti minori” e ritenendole, ambiguamente, degne di essere         anche dai modelli di Santomaso, Burri, Scanavino e soprattutto Lucio           Dorica di Ancona e Matricardi di Ascoli Piceno. Coincidenza non di
                                                                                          libere e nel contempo non libere ...freie und unfreie Kunste...: parole     Fontana. Cercherà conferme di questo suo modo di trattare l’argilla            poco conto ove si pensi che i primi rudimenti ceramici gli dovettero
                                                                                          dette in tedesco per una maggior comparazione con l’idealismo               andando sul finire dell’anno, accompagnato da Ulrico Schettini                 derivare anche da lui che ovviamente dal proprio bagaglio culturale
                                                                                          hegeliano3. Nanni infatti intenderà l’attaccamento alla materia, alla       Montefiore, suo compagno di scuola al “Mengaroni”, a Parigi per                non poteva che proporgli un ideale figurativo del revival maiolicaro
                                                                                          stregua della terra che si riconosce in una madre anzi in una mater         tentare di aprirvi uno studio che non riuscirà a concretizzarsi ma che         rinascimentale da cui Nanni già intorno al 1958 aveva cominciato
                                                                                          matuta pronta, cioè, a generare: ...per altri che vogliono pensare la       gli permetterà di osservare, tra altre, le opere ceramiche dell’artista        comunque ad allontanarsene se non altro perché stava scoprendo la
Nanni Valentini, Vaso scanalato, in gres, 1955 ca., Pesaro, Musei Civici (depositerie).   terra, la terra è terra simbolica, la terribile grande madre che divora i   belga Corneille [Guillame Cornelis van Baverloo] e di incontrarsi              peculiarità del grès che lo porterà ad abbandonare progressivamente
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
anche il lavoro pittorico. Polidori ripagherà il gesto dandogli visibilità   quest’opera magistralmente cromatica ne sopravvivono 6 segmenti                 di ceramiche e disegni ...espongo alla Galleria La Salita disegni e
                                                                                           col delineare una raffigurazione a tutto tondo della personalità             che risultano conservati: 1, che rappresenta la “magna pars” di                 ceramiche con U. Montefiore, Pozzati, Novelli e altri...:20 la critica
                                                                                           valentiniana sul versante ceramico12 da focalizzare in proiezione            quanto rimane, verrà donato dai proprietari all’Istituto Statale d’Arte         identifica “gli altri” con Ulrico Schettini e Giosetta Fioroni21. L’anno
                                                                                           l’interesse del Circolo pesarese che nell’estate del 1958 gli                di Fano e si trova infatti nei depositi dell’attuale Liceo Nolfi-Apolloni       seguente tornerà a Roma per esporre alla Galleria Schneider, aperta
                                                                                           organizzerà una “personale” a Palazzo Mosca13. Nei primissimi anni           (cm 58x445); 1 verrà donato dai proprietari alla vedova di Nanni                da Robert Edward Schneider già dal 1953 al n.10 della Rampa
                                                                                           Cinquanta [1951] ammalatosi si era ritrovato a leggere autori russi da       Valentini nel 2010 ed oggi si trova ad Arcore presso gli Archivi                Mignanelli presso Piazza di Spagna con attenzione verso l’arte
                                                                                           dedicarsi ad illustrare un libro di Nikolaj Gogol’ ... E’ in questo anno     Valentini (cm 68x140); mentre 4 sono ancora di proprietà Biagiotti di           astratta ed informale, le proprie creazioni materiche di argille greificate
                                                                                           che lessi molto specialmente su autori russi. Illustrai un libro di          cui 3 sono esposti presso l’Alexander Museum di Pesaro [75x290];                con Albert Diato e la moglie di questi Francine Delpierre, interessante
                                                                                           Gogol’...14 di cui non è stato possibile rintracciare l’eventuale            mentre il quarto, già all’Alexander Museum, è stato grazie a Edo                ceramista che utilizzava la particolare tecnica “a colombino” utile per
                                                                                           edizione. Molto probabilmente Nanni intendeva una cartella di                Biagiotti e agli altri attuali eredi e per iniziativa dell’ Associazione        creare grandi vasi impossibilitati ad essere lavorati al tornio attraverso
                                                                                           disegni ispirati ad un racconto di Gogol’ [Le Anime morte].15 Alcuni         culturale “Centrale Fotografia”, ricollocato al Caffè Centrale di Fano          la formazione di cordellini o lucignoli di creta che sovrapposti l’uno
                                                                                           anni dopo [1954] sulla scia ancora dell’illustrazione letteraria aderiva     nella parete sopra il divano della lettura dei quotidiani [80x286]. E’          all’altro in maniera circolare venivano poi rastremati e levigati prima di
                                                                                           all’invito del medico condotto di Pesaro, Luigi Moretti, che lo invitava     voce comune che Nanni ancora a Fano e sempre nello stesso                       essere cotti. Francine, in origine giornalista, si era dedicata alla
                                                                                           ad illustrare una suo libro Sporte e cocci – il medico si dilettava di       periodo [1957-1958] soddisferà la richiesta dei proprietari di una              ceramica frequentando l’atelier picassiano di Vallauris, dal 1948 al
                                                                                           novellistica che poi pubblicava a sue spese in poche copie ad uso            barbieria in via Cavour, i fratelli Mancurti, facilitata dal milieu artistico   1952 quando se ne allontanerà per tornare a Parigi ritenendolo
                                                                                           amicale – ove l’aveva accomunato a Werther Bettini e Mario Pompei,           fanese di allora che verosimilmente dovette funzionare da                       diventato troppo mondano22. A Milano si accelerano le ispirazioni
                                                                                           due valenti illustratori all’apice della loro maturità artistica, con        mallevadore in quanto cliente [Bonetti, Antonioni, Corsaletti,                  materiche di Valentini soprattutto intorno alle frequentazioni dei fratelli
                                                                                           rispettivamente 11 disegni a Nanni e 12 a testa a Bettini e Pompei           Volpini...]. Nei locali della barbieria, Nanni si cimenterà con un lavoro       Arnaldo e Giò Pomodoro che ben lo avevano accettato per via della
                                                                                           dei 35 complessivi a corredo degli altrettanti racconti pubblicati. Per il   sperimentale in gesso ceramico bianco reso in calco e per colata: un            comune provenienza pesarese ma che soprattutto lo introdurranno
                                                                                           costume che era d’uso in quegli anni di richiedere lavori ai molti           pannello a bassorilievo di circa 25 cm di altezza posto nella parete            nel milieu culturale milanese. Prova ne è il fatto che intorno al 1958-
                                                                                           giovani artisti che erano appena usciti dalla Scuola d’Arte ed anche         sopra gli specchi con motivi di tracce geometriche graffite di pieno            59 Giò e Arnaldo essendo coinvolti quali orafi nel programma
                                                                                           per la risonanza del premio faentino, una numerosa serie di                  stile informale che all’osservazione comunque fornisce d’acchito                dell’arcivescovo di Milano, Giovan Battista Montini per la costruzione
                                                                                           commissioni gli deriveranno dal mondo commerciale locale ove                 l’idea di un fregio classico e comunque sarà con buona evidenza                 di nuove chiese dell’interland meneghino dovuta al sensibile aumento
Nanni Valentini, Facciata in cemento con ‘anima’ in argilla; Pesaro, 1957, già             riverserà un bailamme di stilemi che ne forzeranno per qualche               lavoro propedeutico ai graffiti realizzati con Fontana di li ad un anno         di popolazione, avevano ottenuto l’assegnazione nella costruenda
Mobilificio Fastigi.                                                                       tempo la sua creatività giovanile. Tra il 1956 ed il 1960 infatti, per le    alla tomba faentina dei Melandri. Alla chiusura del locale sul finire del       chiesa di S. Angela Merici di propri lavori artistici: la croce in bronzo,
                                                                                           sue avanzate ricerche figurative, verrà richiesto di pitture parietali in    secolo scorso [1999-2000] i proprietari acconsentiranno a donare 3              la mensa, il tabernacolo e i candelabri, grazie a Enrico Mattei, il
                                                                                           case private e locali pubblici che senza pretesa di esaustività provo        segmenti superstiti di cm 25x60 ca. all’Istituto Statale d’Arte di Fano         patron dell’Eni, sostenitore convinto del progetto “Nuove Chiesa della
                                                                                           ad accennare: Villa Ceccolini sul Colle S. Bartolo; Caffè Moderno in         ove sono tutt’ora depositati.                                                   Diocesi di Milano” ma anche grande collezionista di arte
                                                                                           Piazza del Popolo, un’ altro piccolo bar sempre in Piazza del Popolo,        L’occasione del Premio faentino del 1956 gli favorirà un incontro               contemporanea23. I due fratelli avevano conosciuto Mattei nel 1958 in
                                                                                           Bar Del Fiore, Bar Gino e poi Hotel Promenade, Hotel Vienna,                 artistico assai importante con il monegasco Albert Diato che era                occasione di una esposizione promossa dal quotidiano “Il Giorno” al
                                                                                           Mobilificio Cesari ed anche il bar interno della Caserma del Monte: in       approdato a Faenza, via Parigi-Vallauris, in quanto vincitore di una            Palazzo della Permanente a Milano24 e la cui prodigalità e generosità
                                                                                           queste realizzazioni traspare tutta la sua qualità nel riprodurre opere      borsa di studio. Diato portava infatti con sé interessanti esperienze           personali consentiranno la costruzione della chiesa stessa che in
                                                                                           figurative in maniera estremamente astratta. Lo stesso dr. Moretti,          iniziate nel 1948 all’atelier Madoura a Vallauris ove Picasso aveva             memoria della madre Angela Galvani sarà dedicata a Sant’Angela
                                                                                           “testatolo” ed apprezzatolo nei disegni per il suo libretto, lo vorrà per    dato la stura alle sue scelte ceramiche. Le innovazioni picassiane,             Merici25. Arnaldo e Giò Pomodoro otterranno che fosse affidata a
                                                                                           realizzare nel nuovo bar Moderno [oggi Castel Ducale] di sua                 arriveranno a Nanni prepotenti, mutuate attraverso Diato che,                   Nanni Valentini la decorazione della facciata che l’artista completerà
                                                                                           proprietà un lavoro reso con tecnica di pittura murale nella parete          scartata la maiolica, peraltro a Faenza storicamente incombente, si             nel 1959. Nanni all’esterno nel portale di ingresso si produrrà con
                                                                                           posta entrando sulla sinistra risultante di metri 4,40x3 di superfice,       era spostato verso il grès che riteneva materiale meglio adatto ad un           mattonelle in grès smaltato di descrizione documentaria con
                                                                                           lasciandolo ad evidenza stilistica libero di esprimersi nelle sue            nuovo modo di interpretare l’arte. Egli sarà per Nanni come un fratello         raffigurazioni degli stemmi istituzionali: del Comune di Milano, dell’
                                                                                           concettualità picassiane che Nanni ripeterà anche nell’ammezzato             maggiore, era nato nel 1927 - casualità della sorte moriranno                   arcivescovo cardinale Giovanni Colombo, succeduto nell’arcidiocesi
                                                                                           dello scalone della Villa Ceccolini sul colle S. Bartolo a Pesaro ove        entrambi nel 1985 - e le sue idee di interpretazione profonda basata            a Montini, della Congregazione del Santissimo Sacramento, titolare
                                                                                           muterà solo le cromie, da giallo-verdi presenti nella tempera del bar in     sulla manipolazione delle terre troveranno in Nanni Valentini18, già            della conduzione della parrocchia e del cardinal Montini, l’arcivescovo
                                                                                           un interessante monocromo blu acqua marina e, d’altronde, la villa si        ricettivo del suo per la ricerca continua di un legame con la terra e i         che l’aveva commissionata; mentre all’interno realizzerà una cornice
                                                                                           affaccia proprio sul mare Adriatico. Qui collaborerà con lui ancora          suoi elementi tanto da farne cifra stilistica e strumento di indagine           di formelle in ceramica per il baldacchino ove verrà inserito l’altare
                                                                                           Athos Tombari: la tempera infatti è firmata in basso a destra 1956,          privilegiata delle sue opere, uno sviluppo straordinario soprattutto nel        maggiore. Il lavoro più interessante in verità è un grande angelo
                                                                                           Nanni Valentini e Athos Tombari. Addirittura in altre due tempere            campo delle argille dure da consentirgli di esprimersi in una                   orante in terracotta collocato alla sommità di una grande croce posta
                                                                                           sempre tra il 1956-1957 e sempre in altre pareti di due bar pesaresi         interessante coniugazione delle proprie esperienze barattiane.                  sulla facciata della chiesa che alla vista evidenzia la Tau, valore
                                                                                           di Via Branca, non più esistenti, raffigurerà scene della storia della       L’assidua frequentazione tra i due porterà Nanni spesso a Faenza ma             simbolico cristiano di redenzione26. Sarà però Lucio Fontana una
                                                                                           Banda Grossi [bar Gino] e la Notte a cromie blu nerastre nel piccolo         anche Diato a Pesaro dove nel giugno del 1957 i due metteranno a                figura emblematica nella Milano di quegli anni, ad avere grande
                                                                                           bar sempre in Piazza del Popolo di fianco al negozio di stoffe con i         fuoco la loro collaborazione per l’apertura di uno studio milanese              importanza nelle scelte poetico-artistiche di Nanni Valentini. La sobria
                                                                                           due grandi pannelli di Bruno Baratti16, mentre nel Bar del Fiore, oggi       cosa che avverrà nell’ottobre dello stesso anno quando Nanni vi si              essenzialità adottata da Fontana gli servirà da lezione per le sue
                                                                                           negozio di abbigliamento, realizzerà creazioni astratte in ceramica          traferirà con la sua famiglia, la moglie Tina, si era infatti sposato a         poetiche intorno all’elaborazione informale. Seguendo il maestro
                                                                                           maiolicata policroma che fortunatamente sopravvivono ancora in               Genova la vigilia di Natale del 1955, la figlia Tiziana, cui si aggregherà      argentino Nanni attuerà una scelta consapevole della materia e la sua
                                                                                           loco. La risonanza di queste realizzazioni lo porterà a lasciare             anche il cognato Marco. Da frequenti viaggi romani iniziati nel 1956            identificazione con la terra che gli spalancherà le porte verso un
                                                                                           testimonianze anche a Fano, quando nell’estate del 1957 verrà                aveva conosciuto Gastone Novelli, Emilio Villa, Gino Marotta, gruppo            immaginario arcaico, radicato nelle proprie matrici culturali e
                                                                                           chiamato da Abele e Bruno Biagiotti, Bebe e Cigalin, proprietari del         di artisti-critici d’arte che sosterranno sul finire di febbraio del 1957       antropologiche, e lo renderà uno dei più sagaci interpreti delle
                                                                                           Caffè Centrale, a costruire la lunga fascia densa di poetica informale       Gian Tomaso Liverani, faentino, nell’ apertura della Galleria La Salita,        intuizioni di Fontana. Da lui inoltre gli arriverà un discreto sostegno
                                                                                           a graffito realizzata con tecnica mista ovvero carta, sabbia, tempera e      ubicata in via San Sebastianello 16/c, una vietta contigua a Piazza di          economico sotto forma di acquisto di opere e con lui perfezionerà in
                                                                                           inchiostri17 resa su masonite in 8-10 pannelli incardinati nel grande        Spagna nei pressi dell’Accademia di Francia, con una collettiva di              un crescendo poetico la conoscenza dell’arte ceramica prodotta alle
Nanni Valentini, Pannello in tecnica mista per il Caffè Centrale (carta, sabbia, tempera   locale proprio nella parete di spalle al bancone del bar. Staccati e         pittori informali ideata da Lionello Venturi19. Nanni riuscirà nel              alte temperature [grès]. Vivrà una simbiosi pressoché fraterna con
e inchiostro) su masonite; 1957, Fano, Liceo Nolfi-Apolloni (depositi).                    smembrati nel 1980 per lavori di risistemazione del locale, di               novembre di quell’anno ad organizzare nella Galleria una esposizione            Diato, s’è già detto, da “obbligare” Fontana, per un paio d’anni suo
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
mentore indiscusso, a considerarli un tutt’uno proprio come un                 in terracotta chiara mentre nella parete di fondo era posta una Pietà           medaglia d’oro...46. La collaborazione tra i due nella Serie Natura,
blocco di argilla. Nel 1958, un anno per Nanni di lavoro frenetico per         in terracotta dagli stilemi tipici di una struttura minimalista del non         verosimilmente nata da una intervista dopo la vincita del Premio
lo spostarsi in grandi città, Roma, Venezia, Milano addirittura New            finito assai vicina alla concettualità spaziale di Fontana38. Così Nanni:       Vicenza del 1956, risulterà fondamentale nelle scelte artistiche di
York, da una esposizione all’altra ma anche per via della sua                  ...1960. Feci un grande lavoro con Fontana che per ragioni esterne              Valentini: 10/1958 ...qui comincia il mio distacco dal disegno e dalla
introspezione interna: ...le difficoltà economiche e l’inquietudine di         del luogo doveva essere in grès. Fu una esperienza bellissima perché            pittura...47, che Massoni cercherà di sostenere anche con degli
amicizia hanno maggiormente drammatizzato questo periodo che                   potevo verificare Fontana artigiano e uomo oltreché l’ artista. Mi portò        scritti48. Inizierà così infatti il viaggio di Nanni verso il senso profondo
però resta il periodo più intenso di tutta la mia attività...27. Fontana       con lui a Faenza, Rimini e Venezia...39. La seppur fugace presenza              dell’uso delle terre. Nel 1962 insieme a Franco Bucci ma anche con
grazie alla conoscenza con la gallerista Beatrice Monti della Corte, gli       fanese soprattutto con le istallazioni al caffè Centrale gli favoriranno        Filippo Doppioni, Nicola Amoroso e Roberto Pieraccini sarà fondatore
favorirà una mostra alla Galleria milanese dell’Ariete: sculture, ciotole,     una esposizione natalizia nel 1960 presso la Galleria Del Vecchio con           del “Laboratorio Pesaro” da cui si distaccherà quasi subito49 ma che
piastre, vasi, tutti lavori in terracotta greificata – ovvero una              presentazione di Valerio Volpini40 con cui aveva un ottimo rapporto;            comunque condurrà con i soci fino al 1965 quando due anni dopo,
vetrificazione moderata della ceramica che ha come effetto un                  Volpini infatti lo aveva “recensito” sul finire del 195441 per via del          nel 1967, fondava con Marco e con la moglie Tina la manifattura
aumento della resistenza e dell’impermeabilità - , asseverandola con           Primo Premio vinto nella sua città natale42. Val la pena ricordare              “Arcore Ceramica”, ad Arcore. Dopo una parentesi brevissima nel
una sua presentazione al catalogo in cui addirittura una pagina                anche il cosiddetto “gruppetto Duse” che si compose a Pesaro verso              1961 presso la Scuola privata “Cova”50 dove, posta la qualità di
bianca vuota recava scritto in basso [Diato e Valentini due autentici          il 1959-60, forse proprio per volontà ma comunque certamente per                centro professionale privilegiato per la ceramica della Scuola,
ceramisti. Lucio Fontana]: con Nanni esponeva infatti anche l’amico            l’azione di Nanni, intorno all’architetto Nicola Amoroso nella                  sperimenterà la possibilità di far trasmigrare le sue poetiche d’argilla
Diato28. Sintesi interessante quella dell’assunto aforistico di Fontana        ristrutturazione del Cinema Duse: Nanni, Franco Bucci, Filippo                  nell’addestramento professionale della Ceramica, ma sarà solo grazie
reso a commento di due primi piani realizzati dal fotografo Ugo Mulas          Doppioni, Roberto Pieraccini, Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Piero                a Giuliano Vangi che sette anni più tardi si lascerà convincere ad
di un vaso [Diato] e di una ciotola [Valentini]. Sul finire del 1958           d’Angelo e il giovane cognato di Nanni, Marco Terenzi. Nanni e                  entrare nel mondo della scuola pubblica italiana51 ove verrà attirato
sempre Fontana lo spingerà ad esporre a New York alla XX Ceramic               Franco Bucci stupiranno per la produzione di oggetti d’uso, le                  dal carattere sperimentale che ben si addiceva alla sua natura
International del Syracuse Museum of Fine Arts di New York29 ove               maniglie, di alta qualità progettuale con l’utilizzo di un materiale            eclettica ed “anarchica” del neonato Istituto statale d’arte di Monza
vincerà il I° Premio con una grande ciotola con l’interno smaltato e           ancora quasi sconosciuto in Italia quale il grès, con Bucci che le              [1968] che prenderà in seguito il suo nome.
fuori graffita. Il Premio peraltro contemplava una giuria prestigiosa          proponeva addirittura in smalto. Ad uso documentario si ricorderà               Chiudo queste “tracce” con un pregnante pensiero di Nanni del 1984
esperta in design e ceramica soprattutto grès e grès porcellanato              che il cantiere si era sviluppato soprattutto intorno alle idee innovative      ...ho scelto la materia come poetica e, soprattutto identificandola
presieduta da Richard F. Bach, e con componenti: Arthur Baggs,                 di Nicola Amoroso che si concentrarono nella grande scalinata                   con la terra; non certo come potrebbe farlo uno scultore o come
Maija Grotell, Viktor Schreckengost, Marguerite Wildenhain, Beatrice           d’ingresso in cui l’architetto profuse le innovazioni architettoniche da        un pittore e tanto meno come la mia materia, ma come un partner
Wood. Essendo la rassegna terminata in dicembre l’anno seguente il             volerlo a forma di cubo come a forma di cubo sarà il lampadario                 che mi risponda con segni suoi propri. Comunque, in ceramica,
Museo ospiterà dal 23 gennaio all’ 8 marzo l’ esposizione di una               bicolore composto da neon bianchi e azzurri disegnato da Lucio                  non cerco il mito dell’orfano, né le tragedie del tellurico. Amo
selezione di ben 350 opere di autori americani, canadesi ed europei            Fontana mentre Giò Pomodoro si era occupato in un lungo pannello                profondamente il dramma nascosto del seme-aria e ne cerco dei
del Concorso ceramico30. Intorno a Fontana si realizzerà anche un              scultoreo bianco posto nella parete di destra frutto delle sue ricerche         riflessi e delle corrispondenze...52.
piccolo cenacolo a tre tra l’anziano artista italo-argentino e due             sulle superfici “in tensione”43. Non sarà inutile ricordare infine a
giovani artisti come Nanni e Pino Spagnulo che da Faenza aveva                 chiusura di queste annotazioni come Nanni Valentini nel 1958 avesse             Claudio Giardini
raggiunto Nanni a Milano, entrambi votati alla realizzazione di un grès        iniziato a collaborare, insieme a Franco Bucci, con la neonata
estremo che si estrinsecherà nella Tomba Melandri a Faenza. In                 manifattura ceramica di Federico Fabbrini di S. Casciano[Fabbrini
dubbio verrà messa dalla critica la partecipazione al gruppo del               Ceramiche] e per via della comune amicizia con Luigi Massoni diversi            * Sono profondamente grato a Orlando Sergio Riva, responsabile degli Archivi Valentini
                                                                                                                                                               di Arcore, per il diverso materiale archivistico che generosamente mi ha messo a
faentino Carlo Zauli nella cui fornace secondo testimonianze orali             anni dopo proverà altre esperienze toscane con la manifattura di
                                                                                                                                                               disposizione. Ringrazio per le gentili cortesie Aldo Mancurti ed i proff. Athos Tombari e
riportate dall’allora direttore del museo di Faenza avrebbe dovuto             Natale Mancioli nelle due sedi di Altopascio e Montelupo Fiorentino
                                                                                                                                                               Giovanni Bellantuono; inoltre Marcello Sparaventi dell’Associazione culturale “Centrale
essere avvenuta la cottura dei manufatti funerari31 mentre a dire del          collaborando attivamente all’avvio della linea “Collezione Medicea”             Fotografia”.
vero i manufatti in grès furono eseguiti e cotti in una fornace di             soprattutto con ricerche personali sulla porcellana44, verosimilmente
Laveno32: ...io stendevo i piani con l’argilla e Fontana con un bastone        grès porcellanato - ovvero argille, feldspati, caolini, sabbia che              Note
sulla cui estremità era inserito un chiodo segnava sul piano d’argilla         macinati e poi atomizzati andranno a costituire con la cottura una
ancora fresco dei graffiti. Quindi interveniva Valentini per i rivestimenti    ceramica durissima e compatta - . Nel frattempo a Milano - risulta              1 M. Belpoliti-E. Grazioli, Nanni Valentini in “Riga”, 3, Valmadrera 1992, p. 77.
ceramici. Tutto il lavoro fu eseguito in una fabbrica di ceramica di           evidente che Nanni per quasi dieci anni [1957-1967] abbia eletto
                                                                                                                                                               2 Ibidem
Laveno...33 verosimilmente in una delle grandi fornaci della Società           Milano e Pesaro quali sue residenze paritarie - nel 1960 proprio ad
Ceramica Italiana diretta da Guido Andlovitz che Fontana doveva                inizio anno in coppia con Giò Pomodoro, dei due fratelli era quello             3 B. Croce, Problemi di Estetica, Bari 1910 in F. Bologna Dalle arti minori all’industrial
conoscere per aver una casa di sua proprietà con annesso studio sul            con cui riusciva a relazionarsi meglio, esporrà “ceramiche” alla                design, Bari 1971, p. 262.
lago di Comabbio non molto distante da Laveno. Se Lucio Fontana                Galleria “Il Giorno”45 mentre qualche mese più tardi parteciperà con
fu il nume tutelare di questo circolo ceramico virtuoso, in questa             dei grandi vasi, ma in realtà ciotole e vasi graffiti, alla XII^ Triennale di   4 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 93.
creazione del 196034 contestualizzata in maniera così precisa ovvero           Milano [La casa e la scuola. Esposizione internazionale delle arti              5 v. anche F. Gualdoni, Nanni Valentini. Terre in P. Biscottini-F. Gualdoni, a cura di,
al Cimitero dell’Osservanza di Faenza, essa rimarrà unica nel suo              decorative e industriali moderne e dell’architettura moderna, Milano            “Nanni Valentini. Terre”, Catalogo Mostra (Milano, Museo Diocesano 18-27 aprile
genere in tutta la produzione artistica dell’artista argentino. Egli infatti   16 luglio-4 novembre 1960] forse su proposta dell’eccentrico                    2014), Milano 2014, pp. 11-15.
non declinò l’invito dell’industriale milanese ma di origini faentine,         architetto-designer Ettore Sottsass jr, conosciuto attraverso i fratelli
Antonio Melandri, unitamente al fratello Angelo, a realizzargli una            Pomodoro nel 1957, il quale aveva ricevuto l’incarico di allestire la           6 …e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in maiolica di Castel
                                                                                                                                                               Durante ornate d’istoriette mitologiche da Luzio Dolci, antiche forme d’inimitabile
tomba di famiglia perché sapeva di poter contare su maestranze di              sala di ingresso del Palazzo dell’ Arte ma forse con più plausibilità su        grazia, ove sotto le figure erano scritti in carattere corsivo a zàffara nera esametri
siffatta caratura, soprattutto Nanni35 che gli preparerà tutti gli impasti,    suggerimento del designer Luigi Massoni con il quale dall’ottobre del           d’Ovidio... G. D’Annunzio, Il Piacere, Milano, 1889, p. 2 e v. Terza Mostra Nazionale
una terra refrattaria che doveva ”sopportare” oltre i 1200 gradi36. Ne         1958 aveva iniziato una proficua collaborazione che si era                      della Ceramica, Catalogo Mostra (Pesaro 3 -24 agosto 1952), 2^ edizione, Pesaro
emergerà un parallelepipedo in cemento rivestito da lastre a graffito          concretizzata in una produzione seriale di ceramiche [Serie Natura]             1952, p. 83.
su grès; una caratteristica non banale ma essenziale e carica di               che porterà in mostra vincendo addirittura il Primo Premio: ... con la
                                                                                                                                                               7 Citazione da Viviana Bucci in “Mappe/3”, 5 febbraio 2015, p. 9.
simbolismo: l’alba, il tramonto, il mattino, il mezzogiorno e la notte:        quale vincemmo il primo premio per la produzione ..., ed ancora ...
...lastre grezze rese sensibili al riposo della luce mediante incisioni e      partecipo alla Triennale di Milano con grandi vasi e con il                     8 G. F. Hegel, Vorlesungen über die Ästhetik, Berlin 1836 in Estetica, Torino, 1997, p.
grattature elementari...37. All’interno veniva poi posato un pavimento         proseguimento di lavori seriali con Luigi Massoni. Mi diedero la                66, traduzione N. Nerker-N.Vaccaro.
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
9 v. U. Lehmann-Brockhaus, Incontro Internazionale della Ceramica (Albisola Sommer           33 da una testimonianza di Pino Spagnulo, v. F. Stocchi, a cura di, Fontana–Leoncillo,
1954), Roma 2013.                                                                            Forma della Materia Catalogo Mostra (Milano, Fondazione Carriero dal 5 aprile al 9
                                                                                             luglio 2016), Milano 2016, p. 158.
10 v. Ceramica, cemento, smalti in “Domus”, 331, giugno, Milano, 1957, p. 49.
                                                                                             34 Biolchini, 2012, p. 92.
11 Materia, forma e funzione nella ceramica in “Vicenza”, I, 1, gennaio, pp. 13-15.
                                                                                             35 v. [A. Cameirana], Necrologi di Leoncillo Leonardi e Lucio Fontana in “Faenza”, LIV,
12 G. C. Polidori, Gian Battista Valentini in “La Ceramica”, XII, 1, gennaio, Milano 1957,   4-5, 1968, p. 91.
pp. 26-28.
                                                                                             36 Pistolesi-S.-O. Riva, a cura di, Nanni Valentini. Ho scelto la materia, Catalogo
13 Nanni Valentini, Palazzo Mosca, luglio 1958; Pesaro 1958: cfr. Mostra personale           Mostra (Montelupo Fiorentino 20 giugno-27 settembre 2009), Cinisello Balsamo, 2009,
di Nanni Valentini al Circolo Pesarese in “La Voce Adriatica”, Ancona, 9 luglio 1958 e       p. 12.
Una personale di Nanni Valentini al Circolo Pesarese in “Il Resto del Carlino”, Bologna,
12 luglio 1958.                                                                              37 [Cameirana], Necrologi..., 1968, p. 91.

14 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 79..                                                         38 ...Fontana pensava sempre in termini di spazio... v. C. Toschi, “Ova” in mostra alla
                                                                                             Galleria dell’Ariete..., Milano 1963, p. 107.
15 Poiché nella sua autobiografia Nanni Valentini non esplicita il titolo del volume
gogoliano è dagli Archivi Valentini che si viene a conoscenza di quale volume si             39 Belpoliti-Grazioli, 1992, pp. 84-85 e, per la storia della Tomba Melandri, v. C.
dovesse trattare. In effetti la casa editrice Einaudi aveva pubblicato, tradotto da          Nappa, La ceramica nell’opera di Lucio Fontana, tesi di laurea magistrale, a. a. 2016-
Agostino Villa, una edizione delle Anime morte proprio nel 1949..                            2017, Università Ca’ Foscari, Venezia, pp. 81-84.

16 Testimonianze da una conversazione con Athos Tombari.                                     40 Quadri e ceramiche di Nanni Valentini, Catalogo Mostra, Fano Galleria Del Vecchio,
                                                                                             dal 21 dicembre 1960; Fano 1960. Nella sua biografia Nanni in verità dice di aver
17 ...in questi periodi feci lavori in terracotta, su carta con inchiostro tipografico,      allestito questa mostra nel novembre 1961 [Belpoliti–Graziosi, 1992, p. 87].
disegni di paesaggi sempre più astratti..., Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 81.
                                                                                             41 V. Volpini, Pittori a Sant’Angelo in “El Campanon”, S. Angelo in Vado, II, 6, 25
18 ...era (Diato) un intellettuale fra i più colti e lucidi che ho conosciuto...Belpoliti-   dicembre 1954.
Grazioli, 1992, p. 86 ma v. anche C. Fiocco-G. Gherardi, Albert Diato: fra Oriente
ed esperienze materiche in “La Scuola dei Maestri”, Mostra (Faenza, Palazzo delle            42 I° Concorso di Pittura Tiferno Metaurense, Catalogo Mostra (S. Angelo in Vado,
Esposizioni, autunno 1995), Faenza, 1995, pp. 28-31 ed Eaedem, L’esordio di Nanni            Palazzo Fagnani, dal 1 luglio), S. Angelo in Vado, 1954.
Valentini e Pino Spagnuolo in “La Scuola..., 1995, pp. 64-66 e figg. 47-53.
                                                                                             43 v. M. Giorgi, Ricerca/1959: la ristrutturazione del Cinema Duse, Pesaro, 2017, pp.
19 v. L. Schermi, La Salita, Storia di una Galleria, Merzbau/Arte contemporanea,
                                                                                             30-33.
articolo del 19.01.2001, www.merzbau.it/magazine.php

                                                                                             44 v. A. Mandolesi-M. Vignozzo Paszkowski, di Tutti i Colori, a cura di, Catalogo
20 Belpoliti- Grazioli, 1992, p. 82.
                                                                                             Mostra (Montelupo 16 marzo-28 luglio 2019), Sesto Fiorentino, 2019, p. 48, p. 71 e p.
                                                                                             162.
21 v. D. Lancioni, Omaggio a Gian Tomaso Liverani, a cura di, Torino 2005, pp. 5-22.

                                                                                             45 Valentini e Giò Pomodoro, Catalogo Mostra (Milano, Galleria del Giorno dal 23
22 Cfr. Francine Delpierre, Albert Diato, Nanni Valentini, Ceramiche e pitture, Galleria
                                                                                             gennaio), Milano 1960.
Schneider, Roma 1958.

23 Intervista a Florenea Giacobbe, Archivio Storico Eni, Fonti Orali, pp. 7-8, riportata     46 Belpoliti-Grazioli, 192, p. 83 e p. 85, e v. “Domus”, 370, settembre, Milano 1960,
in C. Chiari, Arte dell’energia. Capolavori del Novecento nelle collezioni artistiche Eni,   p. 28/Grande vaso e “Domus”, 373, dicembre, Milano 1960, p. 28/Serie Natura;
Milano 2010, p. 10.                                                                          quest’ultimo saggio era stato anticipato a inizio anno con un redazionale di una pagina
                                                                                             sempre nella rivista “Domus”, A Vicenza/rassegna di ceramiche, in “Domus”, 362,
24 Giovani artisti italiani, Catalogo Mostra (Milano 20 aprile-16 maggio 1958), Milano       gennaio 1960, p. 60.
1958 e G. Accorinti, Quando Mattei era l’impresa energetica. Io c’ero, Matelica 2007,
pp. 90-91.                                                                                   47 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 83.

25 Accorinti 2007, p. 91.                                                                    48 L. Massoni, Il grès visto da un designer in “La Ceramica”, XVII, 9, 1962, pp. 52-53
                                                                                             e p. 80.
26 C. De Carli, Le nuove chiese della diocesi di Milano, Milano 1994, p. 149.
                                                                                             49 ...per una serie di equivoci e mi coinvolse in problemi fuori dalle mie scelte...
27 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 82.                                                          Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 87.

28 Albert Diato, G. B. Valentini, Ceramiche, introduzione di L. Fontana, Brochure della      50 Importate scuola privata milanese fondata nel 1932. Dal 1954 andò configurandosi
mostra n. 33, Galleria dell’Ariete, Milano dal 31 marzo 1958; Milano 1958                    come centro di addestramento professionale per la Ceramica. Vi insegnarono Bruno
                                                                                             Munari, Giò Ponti, Carlo Zauli, Nino Caruso, Libero Vitali.
29 New York, 26 ottobre-7 dicembre 1958: v. G. Vander Sluis, XX Ceramics
International, Syracuse, N.Y., 1958                                                          51 10/1968 ...Giuliano Vangi mi aiuta a entrare a scuola dove inizio la mia attività di
                                                                                             insegnante..., Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 90. Nanni Valentini dopo aver iniziato nel 1968
30 v. H. Varnum Poor, Selection from the XX Ceramic International, Syracuse Museum           il suo insegnamento pubblico all’ Istituto Statale d’Arte di Cantù si trasferirà l’anno
of Fine Arts, 1958 in D. T. Johnson, American Portrait Miniatures in the Manney              seguente a quello di Monza che era stato appena inaugurato con sede nell’ex Villa
Collection, New York 2012, p. 35 e p. 302 nota 128.                                          Reale. A Monza Nanni Valentini porterà la sua straordinarie capacità di rielaborare i
                                                                                             temi della cultura trasformandoli in didattica per immagini ed oggetti.
31 G. C. Bojani, Nel centenario della nascita di Lucio Fontana in “Faenza”, LXXV, 1999,
4-6, p. 226                                                                                  52 Nanni Valentini, Catalogo Mostra, Milano, Padiglione di Arte Contemporanea (19
                                                                                             gennaio-20 febbraio 1984), Milano 1984 in Belpoliti-Grazioli 1992, p. 96. Poco meno
32 I. Biolchini, Un testo inedito di Lucio Fontana e la tomba Melandri al cimitero           di due anni dopo, il 5 dicembre 1985, in un banale incidente sanitario Nanni Valentini
dell’Osservanza in Faenza, in “Faenza”, XCVIII, 2, 2012, pp. 85-99.                          moriva 53enne all’ospedale di Vimercate.                                                      Nella foto: un particolare dello studio di Nanni Valentini
SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
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