SISTEMA MUSEALE - Galleria Monopoli
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Valentini Nanni Opera prima, opera ultima SISTEMA MUSEALE DI PALAZZO BRACCI PAGANI Diana Art Gallery
Nanni Valentini a Palazzo Bracci Pagani Opera prima, opera ultima Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Presidente, Giorgio Gragnola Past President, Fabio Tombari Segretario Generale, Vittorio Rosati Comitato di studio Giorgio Gragnola, Fabio Tombari, Vittorio Rosati, Carlo Bruscia, Claudio Giardini, Dante Piermattei, Sergio Orlando Riva Organizzazione tecnico-amministrativa Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Cura e allestimento mostra Sergio Orlando Riva, Archvio Valentini Arcore Associazione culturale UnaArteFano del XXI Secolo Presidente Giorgia Badiali Direttore Artistico Carlo Bruscia “Il Veliero” di Paolo Cazzola Nanni Accoglienza e bookshop UnaArteFano: Giorgia Badiali, Eleonora Clappis Valentini Supporti visivi Video in mostra: «Nanni Valentini - La materia e il colore», di Giovanni Lani con la consulenza di Solidea Vitali Rosati (edizioni Videomemorie, 2019-www.videomemorie.org.) a Palazzo Comunicazione grafica: D. Piermattei/Publi In, Fano Assicurazione Bracci Pagani Reale Mutua Assicurazioni Agenzia di Fano Illuminotecnica iGuzzini/System Impianti Informazioni Opera prima, opera ultima Segreteria Mostra e Bookshop Diana Art Gallery: tel. 0721.1835244 - 2 sculture e dipinti Segreteria Fondazione, tel. 0721.824331 E-mail: info@fondazionecarifano.it Associazione culturale UnaArteFano tel. 349.7367929 Catalogo Concept e layout grafico-redazionale Dante Piermattei/aprimavista Crediti Giovanni Falanga, Silvio Fiorillo, Nino Lo Duca Antonio Mottolese, Paolo Vandrasch, Archivio N. Valentini Testi critici Rodolfo Profumo, Claudio Giardini, Roberta Sironi Editore Fondazione Cassa di Risparmio di Fano © Copyright 2019, tutti i diritti riservati ISBN 978-88-98714-28-5 MA Stampa Leardini Tipolitografia Macerata Feltria I S T E In copertina: Nanni Valentini, Casa di Pierpaolo, S U S E ALE 1983, terracotta greificata M ALAZZO NI DI P CI PAGA BRAC Art Gallery Diana Sponsor Fano, 8 giugno/21 luglio 2019 Ingresso libero: tutti i giorni tranne i lunedì, orario, 21/24
Nanni Valentini Opera prima, a Palazzo Bracci Pagani opera ultima Siamo particolarmente lieti di ospitare quest’anno la mostra E’ trascorso un anno da quando Roberto Pieracini mi parlò della dedicata a Nanni Valentini dopo le precedenti di Giuliano Vangi, buona possibilità di realizzare una mostra di Nanni Valentini a che ha aperto nel 2016 gli spazi di Palazzo Bracci Pagani alla Fano negli spazi di Palazzo Bracci-Pagani, e subito l’intenzione grande arte contemporanea, cui hanno fatto seguito, tra altre si trasformò in progetto grazie all’attenzione del Presidente nel tempo, quelle di Bruno Bruni, Edgardo Mannucci, Valeriano della Fondazione Cassa di Risparmio Fabio Tombari e sì del Trubbiani e la prestigiosa collettiva di grandi Maestri “Oltre il colore Prof. Claudio Giardini che con grande entusiasmo ha orientato il come tabù” promossa con la collaborazione dell’Accademia progetto, già a partire dalla titolazione della mostra. Vitruvio Fanum e la Galleria bolognese Astuni. “Opera prima, opera ultima”, questo il titolo, vuole essere il Mostre che hanno segnato un significativo salto di passo racconto del percorso di lavoro creativo di Nanni Valentini, che si nell’offerta qualitativa di iniziative culturali e artistiche prodotte a apre con un lavoro realizzato nel 1948, “piatto a bilancia”, quando Fano tanto d’assegnare alla città e alla sua comunità un rilievo Valentini era allievo dell’Istituto Mengaroni a Pesaro, e si conclude sempre più ampio e partecitato. con la sua ultima realizzazione, “..negargli di agire”, estrema E’ questo un riconoscimento che appaga la scommessa a suo sintesi della sua esperienza artistica, opera presentata a Milano tempo azzardata dalla Fondazione nel promuovere la nascita di un pochi giorni prima della sua prematura morte che lo ha tolto alla centro polifunzionale aggregatore di cultura rispettando l’impegno famiglia, ai suoi allievi e agli amici. preso per onorare le finalità di fruizione pubblica dell’immobile nel momento della sua aquisizione e restauro destinandolo a Sistema Sergio Orlando Riva Museale. Archivio Nanni Valentini Dunque tocca adesso a Nanni Valentini, artista a tutto tondo tra pittura, scultura, ceramica, ma soprattutto “demiurgo dei quattro elementi”, con particolare attitudine al maneggio creativo della terra intesa come “grande madre” e del fuoco a fortificarla una volta plasmata. Nato nella valle del Metauro e partito da Pesaro per approdare a Milano, dove venne subito apprezzato e vezzeggiato, come maestro a loro pari, da Lucio Fontana e dai fratelli Pomodoro, ha trovato lassù l’apice della maturità per il suo genio. Le espressioni visive della sua fatica, troppo presto troncata da una sorte infausta, capitano ora a suggellare nel nostro Ente il momento del cambio di Presidenza quasi ad attestare un passaggio senza scosse, a garantire la continuità dell’impresa che prosegue a vantaggio del bene comune. A doppia firma quindi, e anche a nome della Fondazione, va il più sincero apprezzamento e ogni gratitudine ai famigliari dell’artista e all’Archivio Valentini di Arcore, per aver generosamente disposto il prestito delle opere esposte. Nello stesso spirito il nostro grazie va esteso a quanti, con la loro intelligenza e premura encomiabile, hanno contribuito a rendere concreto questo evento. Giorgio Gragnola Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Fabio Tombari Past President A lato: Nanni Valentini
….Ho scelto la materia Ho scelto la materia come poetica e, soprattutto, identificandola Se la terra è la «terra” con la terra; non certo come potrebbe farlo uno scultore, o come la sua memoria è senza tempo. un pittore e tanto meno come la mia materia, ma come un partner E’ lei che ha ingoiato che mi risponda con segni suoi. Comunque in ceramica non cerco i muri di cera e di piume dell’oracolo, il mito dell’orfano, nè le tragedie del tellurico. Amo profondamente è secca, fredda, gialla e muta. il dramma nascosto del seme aria e ne cerco dei riflessi e delle Le si addicono i segni corrispondenze. Il mio lavoro è sempre stato un rimbalzo continuo del seme, dell’asta dalla lunga ombra, tra la pittura e la ceramica. Si potrebbe dire tra l’apparenza e la dell’acqua, del concavo. certezza o tra il visibile e il tattile. Ma è proprio questa dicotomia Il suo ricordo è la tavoletta che mi interessa percorrere: l’aspetto in cui l’immagine diventa la di Ebla che parla oltre l’orizzonte, rappresentazione di uno iato, di una tangenza. Il neonato, posato abita ancora l’insonnia. sulla terra, negli Abruzzi, non è solo un rito della terra-madre, ma Io preferisco la terra del filosofo, il punto di questa tangenza, l’irrisolto, l’indefinito e, in quanto tale, «la terra della sera». può diventare il mito dell’inafferrabile, il luogo dove l’incongruenza, cercando la sua possibile omologia, crea dei feticci. Mi sembra Nanni Valentini circa 1980 che questo sia uno specifico, un luogo di lavoro sulla materia, una riflessione sulla terra non più invischiata nelle triadi, ma con una sua possibile polarità ed una sua possibile trasparenza. La penso, infatti, attraversata da una diagonale, percorsa da una doppia eco senza ridondanze, disidratata e bagnata simultaneamente, senza rimandi degli strati, con tutti i tempi; quindi senza archeologia. Penso alla terra che va nelle tenebre di Isaia, a quella che genera con rossore Geremia, alla Terra-Madre che partorisce i figli- antenati, alla terra sfiorata dal soffio di Mercurio e a quella che imprigiona l’ombra delle farfalle. Sono i suoi segni che fermano la mia attenzione. Non credo alla poesia-comunicazione. Mi piace considerare la terra solo come luogo di una poesia, un luogo vuoto e perciò aperto al possibile, dove l’unico rischio è quello dell’impronta. Il diamante che imprigiona la luce, quindi tutto l’esterno; la parete-calce che riflettendo diffonde, invece, tutta la luce, rinunciando, quindi alla propria forma; il cratere che accettandosi come spettacolo informa e il seme che nasconde ogni possibile rumore sono i poli-tipo delle immagini che ho sulla materia. L’unica comunicazione che posso pensare è l’atto incestuoso della mano che accarezza la zolla e lo sguardo che percorre il solco. Una cosa credo di sentire con certezza: che soggettivamente concepisco la materia come luogo di tutte le trasformazioni, di tutte le similitudini. Le forme sono le tracce, i segni tangibili di queste trasformazioni, e anche il luogo dove l’insonnia fa sì che non si creino simulacri e le impronte sono sicuramente delle necessità. Forse hanno ragione gli scienziati che parlandoci dei buchi neri ci dicono che ciò che vi è riflesso sono le scorie, le imperfezioni della materia, ancora abitata dall’uovo d’argento, nato nel grembo dell’oscurità. Nanni Valentini 1979 A lato: Nanni Valentini, la terra e l’acqua, il secco e l’umido
“L’attesa della profezia” i due poli del suo operare, non opposti, ma complementari inarrestabili, nelle sue opere, che si possono leggere anche e capaci di rafforzarsi dialetticamente, tanto che da quella come percorso esistenziale. Per questo si deve evitare di relazione scaturiva, insieme con i disegni e le sculture, guardare al lavoro di Nanni Valentini come se fosse un gioco una produzione di scritti notevole: e non si tratta di testi di simboli da interpretare, o come una sintesi di astratte esplicativi, ma di interventi che uniscono ai toni discorsivi ed elevate metafore poetiche: il suo lavoro è profondo e movenze poetiche originali. Alle intense note personali, intenso perché vi si incontrano innumerevoli suggestioni accostano e legano specifiche riflessioni sul lavoro artistico, che agiscono su livelli diversi. Al centro (è necessario e veri e propri lampi, che gettano luci forti ma improvvise sul ripeterlo) sta la terra, con la sua qualità, modellata o senso delle opere, mentre si intuiscono, o sono dichiarati raccolta, modulata dal fuoco e colorata dagli smalti; con il esplicitamente, riferimenti ampi ai fondamenti filosofici e alle suo sensuale valore materico conferisce forza alle forme, e letture di Valentini, da Heidegger a Bachelard, dai temi dello queste, a loro volta, esprimono tensioni e accordi; e ancora, Uno sguardo sintetico sul lavoro di Nanni Valentini consente strutturalismo a quelli della semiologia, dell’antropologia o su queste forme si addensano segni, tracce, incisioni, di coglierne una fondamentale coerenza, innanzi tutto della psicologia, che poi riecheggiano nei titoli stessi delle allusioni enigmatiche. Ma sono proprio gli enigmi, gli scarti, nella disposizione schietta e aperta alla sperimentazione, sue opere. le contraddizioni insite in queste opere, ad invitarci a cercare atteggiamento che, nel corso degli anni, lo guida a compiere La terra, in tutti questi percorsi, rimane elemento centrale un senso, a indicare la speranza della rivelazione, forse esperienze sempre più complesse. Già dai primi anni e Nanni Valentini insiste, con determinazione, sul carattere provvisoria, di una verità. Era, quasi esattamente, quello giovanili la padronanza del disegno, consentiva a Valentini tautologico del suo lavoro, nel senso che le sue opere non che Nanni Valentini sentiva e proponeva guardando i suoi una grande varietà di invenzioni, modulate per rispondere rappresentano “altro”, ma impongono la propria presenza, paesaggi: «Negli Appennini centrali, dove sono nato, […] alle esigenze più diverse: decorazioni ora gioiose, ora la propria natura di oggetti: da scultore vero non crea lo sguardo è accompagnato da ruderi di torri […] la loro fantastiche, ora ironiche, tenute sul filo di una grande immagini d’altro, ma forme, simulacri, che materializzano i presenza può provocare navigazioni della memoria, sensi di versatilità stilistica; nelle ceramiche, ovviamente, l’impulso suoi fantasmi. E la terra, cristallizzata nel grés, è sempre la lontananze archeologiche, […] Ho visto in quest’immagine la creativo era sottoposto a un controllo più rigoroso della terra, anzi, spesso viene appoggiata sulla terra stessa, di tentazione di non lasciarsi sfuggire la continuità; la volontà forma poiché i segni, graffiti, dipinti, talvolta esaltati da cui rivela strutture originarie come nei crateri, che alludono di dare allo sguardo una precisa competenza, di rispondere accensioni cromatiche, si misuravano con gli spazi definiti sia alla profondità che alla circolarità dell’orizzonte in cui si all’attesa della profezia.» dei manufatti, sui quali risuonano, eleganti, gli echi di antiche iscrivono. Similmente le pareti composte di sottili “pelli” di citazioni. terra greificata, sono disposte come mattoni su altre pareti, Rodolfo Profumo A un certo punto, però la scioltezza, e la pulizia del segno, ma trattengono o evocano i segni del tempo - che sono che connotano tutta la sua produzione artistica, trovano quelli della vita - invitano a riflettere sul lavoro, prezioso, di Utilissima la raccolta che si trova nel prezioso volume di F.Gualdoni, Nanni la forza di affermare la propria autonomia, di esprimere un chi ha edificato e sulle regole dell’edificazione; mostrano le Valentini, Silvana, 2005 pensiero articolato, nelle invenzioni essenziali e potenti con irregolarità del processo costruttivo e le aperture, le soglie, W. Stevens, Angel Surrounded by Paysans, 1951. cui, alla fine degli anni Cinquanta, la figurazione iconica le finestre. Qui si fermano talvolta tracce di smalto azzurre «Gli Appennini centrali» in Nanni Valentini, op.cit., p.156 viene superata. Era una svolta necessaria, un passo che, per chi le sappia guardare, non sono solo i riflessi richiesto, in quel momento, per confrontarsi con le radicali del cielo, ma anche i segni del passaggio dell’angelo, del novità proposte dagli artisti che Valentini incontrava a messaggero, che può essere L’angelo necessario, della Milano, dall’amico Fontana a Emilio Scanavino, a Tancredi poesia di Wallace Stevens: e ad altri. Quelle scelte accompagnavano, d’altra parte, il « Io sono l’Angelo della realtà - intravisto un istante sulla superamento di un’idea tradizionale della ceramica e della soglia - […] - Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra, decorazione, e la scoperta delle straordinarie possibilità poiché chi vede me vede di nuovo - la terra, […] chi ascolta espressive del grés: in questo modo, unendo la capacità me ne ascolta il canto». di studiare la forma attraverso il segno, alla sensibilità Di quel passaggio, delle possibili verità, Nanni Valentini sempre più acuta per i valori della materia, Nanni Valentini propone nelle sue opere i resti dispersi, i frammenti, Il sorriso di Nanni Valentini poneva le basi del suo straordinario “mestiere” d’artista, affioranti nella “deriva”. Nelle “case”, indaga invece il di scultore della terra, la vera missione a cui si sentiva senso dell’esistenza umana, ancora una volta presa tra irresistibilmente vocato. Giovanissimo, aveva imparato terra e cielo, mostrando come ciascuna sia caratterizzata a padroneggiare i processi creativi della ceramica, in cui da specifici segni. Anche quando vuole proporre la acqua e terra si uniscono nella modellazione, aria e fuoco riflessione sul colore, preferisce una scelta “tautologica”, nella cottura, e considerava queste conoscenze, non solo utilizzando di preferenza supporti quanto più impalpabili come un privilegio, ma come una responsabilità, assunta e trasparenti, garze che, staccate dal muro, consentono con impegno totale. Cercava perciò di dare al suo lavoro di leggere quel colore, quei segni, nella purezza della loro una completezza esaustiva, da una parte mettendo in gioco natura. La conoscenza di N. Silvestrini, a Monza, lo porta un eccezionale controllo della tecnica, forgiata in continui a studiare persino l’universo formale e simbolico legato esperimenti, dall’altra investendo grandi energie nella all’elaborazione delle forme geometriche, trasfigurate nel riflessione sul significato e sulla specificità del suo lavoro di Filo e la tangente. artista e di “scultore della terra”. Pensiero e materia erano Pensiero e vita, spazio e tempo, scorrono, ed entrano,
Alle origini della terra. propri segni...4. La ceramica inizierà con lui a proporsi quale stupenda anche con l’artista danese Asger Jorn che stava già pensando di Sulle tracce delle poetiche giovanili di Nanni Valentini * realizzatrice di un universo di immagini connotate da una cifra andare a stabilirsi concretamente ad Albisola dove nell’estate espressiva, da uno stile in cui la potenza del segno gli si manifesterà dell’anno prima, il 1954, nella Manifattura Ceramiche Mazzotti aveva indipendentemente dalla tecnica d’uso in un equilibrio sinergico del coinvolto un notevole gruppo di ceramisti a mettersi in gioco con nuovo linguaggio visivo che lo porterà a spostarsi gradatamente nel delle esplosive ad eclatanti sperimentazioni9. La carica parigina lo tempo dal registro figurativo a quello materico. Egli saprà trattare porterà verso una ricerca costruttiva attraverso l’utilizzo di sabbia, l’argilla scoprendone l’eminente valore plastico e di estrema cera, catrame, cemento sulle ispirazioni delle sperimentazioni suggestione antropologica come un cammino a ritroso verso polimateriche della scultrice Germaine Richier che nell’immediato l’origine, materico e spirituale, della terra ove scoprirà la sua vera dopoguerra dalla Svizzera si era ristabilita a Parigi provocando da poetica5. Saranno questi anche gli insegnamenti e i concetti di subito con le sue scioccanti opere l’interesse accanito della critica Angelo Biancini suo maestro a Faenza che allora si batteva per d’arte. Nel 1957 infatti per l’ ampliamento e rinnovamento della contribuire in maniera decisiva all’affrancamento della ceramica d’arte fabbrica pesarese di mobili Fastigi Renato e f.lli, Nanni realizzerà, in Seguendo i complessi e per certi versi tormentati pensieri di Nanni da una condizione “minore” di arte decorativa per affermarla come collaborazione con Athos Tombari, un altorilievo, una facciata di circa Valentini allorquando decise di proporre una propria biografia, non per totale espressione artistica. Poco più avanti sul finire del 1952, dopo 27 mq. proprio in cemento che fu “gettato” su un’ anima di argilla10 uso personale ...ma per quanti volessero occuparsi del mio lavoro, il aver partecipato e vinto alla III^ Mostra Nazionale della Ceramica a realizzata presso la fornace Mancini di Pesaro con un tema quale non ha avuto in me, per quello che riguarda ordine, continuità Pesaro il Primo Premio, ex aequo con Claudio Sora, con un esile e ovviamente giocato sulla committenza, un mobilificio, e sulla e promozione, un amico ma anzi un tenace avversario...1 ho sentito la grazioso servizio da tè in maiolica istoriata che sarebbe sicuramente produzione del legno che nella sua astrazione doveva consentire la spinta di entrare a far parte di quella schiera di persone desiderose di piaciuto a Gabriele D’Annunzio6, troverà più congeniale alla natura del visibilità e riconoscibilità della produzione seppure in una attrezzatura occuparsi del suo lavoro, sollecitato dall’occasione di questa mostra suo spirito la bottega di Bruno Baratti a Pesaro; l’anno dopo, poi, nel arcaica che ben si attagliava all’ancestralità del legno ma anche fanese a lui dedicata, verosimilmente anche perché recentemente 1953, vorrà sperimentare anche l’ Accademia di Belle Arti di Bologna dell’argilla: il segaccio, i chiodi, l’asciatella, la riga a squadro, il m’è capitato di occuparmi della riscoperta di una sua opera dipinta a dove verrà colpito più di ogni altra cosa dalla pittura interpretata compasso, una ruota da ingranaggio...: un modellino in terracotta di tempera su muro [settembre 2018] realizzata intorno al 1956 e quindi come meditazione paziente, profonda ed intellettuale degli oggetti da questo lavoro verrà portato a corredo dello Stand Fastigi nel suo periodo giovanile. parte di Giorgio Morandi che vi insegnava: Nanni di fatto ne all’Esposizione di Roma del 1957. In queste creazioni polimateriche Nato il 24 dicembre del 1932 a S. Angelo in Vado, Giovan Battista approfondirà il ritmo, i contorni, i riflessi. Nell’ottobre del 1953 farà avanzerà la sua sperimentazione con opere create dalla Valentini poco più che tredicenne, nel 1945, subito dopo la guerra, gruppo con l’amico Oscar Piattella - con il quale in Via Curiel a frantumazione in cocci di mattoni forati che ricomposti in forme deciderà di frequentare la Scuola d’Arte “F. Mengaroni” essendosi la Pesaro condividerà per un certo periodo anche lo studio poi lasciato artistiche lo porteranno poco dopo a vincere una borsa di studio e sua famiglia trasferita a Pesaro. La Scuola d’Arte non avrebbe a Bruno Bruni e Renato Bertini – e con i giovani insegnanti, audaci e quindi a poter ritornare a Parigi, cosa che farà tra l’autunno 1957 e dovuto essere per lui una prima scelta del percorso scolastico scapigliati 7, del Mengaroni, suoi coetanei: Loreno Sguanci e Giuliano l’inverno del 1958 in periodi quindicinali alternati. Si “riscatterà” dalle avendo desiderato ... dopo le medie ... di fare il Liceo artistico a Vangi che in quegli anni dalla Toscana si erano spostati a Pesaro sulle frantumazioni poi con delle grandi targhe [piastre] picassiane Firenze: ma occorreva sette in Latino per entrarvici...2. Verso la fine antiche orme protoquattrocentesche del giovane Ghiberti. coniugandole con forme pittoriche astratte una delle quali lo porterà a Nanni Valentini, Grande piatto policromo in maiolica, con figure di uomini degli anni 1948-1949 nella simbiosi scuola-lavoro prenderà a L’onomatopea dello scorrere della temporalità scolastica da il senso vincere, seppure ex aequo con il faentino Germano Belletti, il Premio e animali, 1948 ca., Pesaro, Liceo Artistico “F. Mengaroni”. frequentare seppure per breve tempo la gloriosa manifattura di del pulsare poetico che si andava formando nel giovane Valentini Faenza nel XIV° Concorso Nazionale della Ceramica nel giugno 1956 maioliche artistiche “Molaroni” da fargli produrre proprio in quel dove l’argilla sarebbe diventata poesia, pensiero profondo, codice da mentre un’altra pressoché identica la depositerà ai Musei comunali biennio, quasi un sunto scolastico, un interessante grande piatto decifrare e la materia avrebbe preso le sembianze del segno, di una pesaresi. La prima era una targa rettangolare [piastra] in terracotta smaltato ed inciso, intriso di rosso, colore assassino per i ceramisti, e traccia. Una intensa formazione didattico-pratica completatasi nel ingobbiata ed invetriata – ovvero rivestita con una vernice composta nero: due cromie corrusche con cui comunque tentava di sfaldare giro di otto anni ma tale da consentirgli di iniziare a produrre una da piombo e silicio - con decorazioni graffite raffiguranti angeli, l’idea del delicato istoriato rinascimentale cercando di sostituirlo con spirito artistico [künstlerischer Geist] che il giovane irrequieto avvertiva cavaliere, pesci, ruote..., titolata Fantasie [cm 58x41] che peraltro possenti figure di uomini ed animali. Dal 1949 al 1952 a come una necessità vitale nell’ interpretazione letteraria, poetica e Nanni replicherà vincendo anche il relativo Premio alla XIII^ Mostra completezza di studi vorrà frequentare anche l’ Istituto d’Arte di filosofica della propria arte, ovvero della propria vita: simbolo della della Ceramica di Vicenza nell’agosto dello stesso anno, recensita Faenza dove scoprirà alcune stravolgenti ceramiche di Picasso manifestazione del pensiero, la ceramica sarebbe diventata il luogo in con tempestività da Luigi Massoni11; la seconda era una targa permeate di pirotecniche invenzioni formali e di combinazioni cui arte concettuale e informale si potevano incontrare in un dialogo [piastra] in terracotta ingobbiata ed invetriata con decorazioni graffite funamboliche che lo segneranno profondamente nel suo percorso armonico a più linguaggi tesa ad occuparsi del vero come oggetto di figure stilizzate entro un disegno astratto titolata Fantasia [cm artistico. Proprio in quegli anni infatti l’artista spagnolo aveva donato artistico assoluto, quasi che fosse chiamata a rivelare la verità sotto 43x38]. La donazione ai Musei Civici verosimilmente dovette essere alla città di Faenza per essere collocate nel Museo Internazionale forma di configurazione artistica sensibile …die Wahrheit in Form un gesto di gratitudine verso Gian Carlo Polidori, che nel frattempo delle Ceramiche diverse sue opere in ceramica al fine di contribuire einer vernünftigen künstlerischen Konfiguration zu enthüllen…8. Nella ne era diventato il direttore, per gli insegnamenti avuti in quella alla ricostituzione delle collezioni di arte contemporanea distrutte dai bottega di Baratti sul finire del 1955 inizierà a lavorare intorno alle totalizzante koiné didattica che si era istaurata tra alcuni allievi della bombardanti della seconda guerra mondiale. La visione delle opere prime terrecotte ingobbiate - ovvero rivestite di argilla liquida - e Scuola d’Arte pesarese e due insegnanti, Polidori ed il pittore picassiane tenderanno a rafforzare in Nanni il convincimento graffite - ovvero quando l’argilla liquida non ancora completamente Alessandro Gallucci che al tempo stavano collaborando strettamente, dell’importanza della lavorazione dell’argilla come fonte di ispirazione seccata e quindi umida viene incisa (graffiata) con una punta giorno e notte, per redigere tempestivamente i verbali per i danni di materica [...antiquam exquirite matrem...] che proprio su quella scorta metallica o a stecco - che lo porteranno a dare una significativa e guerra subìti dall’istituzione culturale comunale. Gian Carlo Polidori, la iniziava a costituirsi come elemento fondante delle poetiche di molti responsabile dignità artistica alla sua produzione ceramica partendo cui madre era una sorella di Ferruccio Mengaroni, negli anni 1920- artisti scrollandosi di dosso il greve giudizio derivante dall’idealismo dalla forma ancestrale ed archetipica del vaso ed istaurando un 1940 era stato uno dei maggiori e interessanti ceramisti italiani e crociano che aveva negato dignità alle opere “pratiche” relegandole al legame spirituale con la terra mosso oltre che dalle visioni picassiane direttore di prestigiose manifatture ceramiche: Dolcetti di Venezia, rango di “arti minori” e ritenendole, ambiguamente, degne di essere anche dai modelli di Santomaso, Burri, Scanavino e soprattutto Lucio Dorica di Ancona e Matricardi di Ascoli Piceno. Coincidenza non di libere e nel contempo non libere ...freie und unfreie Kunste...: parole Fontana. Cercherà conferme di questo suo modo di trattare l’argilla poco conto ove si pensi che i primi rudimenti ceramici gli dovettero dette in tedesco per una maggior comparazione con l’idealismo andando sul finire dell’anno, accompagnato da Ulrico Schettini derivare anche da lui che ovviamente dal proprio bagaglio culturale hegeliano3. Nanni infatti intenderà l’attaccamento alla materia, alla Montefiore, suo compagno di scuola al “Mengaroni”, a Parigi per non poteva che proporgli un ideale figurativo del revival maiolicaro stregua della terra che si riconosce in una madre anzi in una mater tentare di aprirvi uno studio che non riuscirà a concretizzarsi ma che rinascimentale da cui Nanni già intorno al 1958 aveva cominciato matuta pronta, cioè, a generare: ...per altri che vogliono pensare la gli permetterà di osservare, tra altre, le opere ceramiche dell’artista comunque ad allontanarsene se non altro perché stava scoprendo la Nanni Valentini, Vaso scanalato, in gres, 1955 ca., Pesaro, Musei Civici (depositerie). terra, la terra è terra simbolica, la terribile grande madre che divora i belga Corneille [Guillame Cornelis van Baverloo] e di incontrarsi peculiarità del grès che lo porterà ad abbandonare progressivamente
anche il lavoro pittorico. Polidori ripagherà il gesto dandogli visibilità quest’opera magistralmente cromatica ne sopravvivono 6 segmenti di ceramiche e disegni ...espongo alla Galleria La Salita disegni e col delineare una raffigurazione a tutto tondo della personalità che risultano conservati: 1, che rappresenta la “magna pars” di ceramiche con U. Montefiore, Pozzati, Novelli e altri...:20 la critica valentiniana sul versante ceramico12 da focalizzare in proiezione quanto rimane, verrà donato dai proprietari all’Istituto Statale d’Arte identifica “gli altri” con Ulrico Schettini e Giosetta Fioroni21. L’anno l’interesse del Circolo pesarese che nell’estate del 1958 gli di Fano e si trova infatti nei depositi dell’attuale Liceo Nolfi-Apolloni seguente tornerà a Roma per esporre alla Galleria Schneider, aperta organizzerà una “personale” a Palazzo Mosca13. Nei primissimi anni (cm 58x445); 1 verrà donato dai proprietari alla vedova di Nanni da Robert Edward Schneider già dal 1953 al n.10 della Rampa Cinquanta [1951] ammalatosi si era ritrovato a leggere autori russi da Valentini nel 2010 ed oggi si trova ad Arcore presso gli Archivi Mignanelli presso Piazza di Spagna con attenzione verso l’arte dedicarsi ad illustrare un libro di Nikolaj Gogol’ ... E’ in questo anno Valentini (cm 68x140); mentre 4 sono ancora di proprietà Biagiotti di astratta ed informale, le proprie creazioni materiche di argille greificate che lessi molto specialmente su autori russi. Illustrai un libro di cui 3 sono esposti presso l’Alexander Museum di Pesaro [75x290]; con Albert Diato e la moglie di questi Francine Delpierre, interessante Gogol’...14 di cui non è stato possibile rintracciare l’eventuale mentre il quarto, già all’Alexander Museum, è stato grazie a Edo ceramista che utilizzava la particolare tecnica “a colombino” utile per edizione. Molto probabilmente Nanni intendeva una cartella di Biagiotti e agli altri attuali eredi e per iniziativa dell’ Associazione creare grandi vasi impossibilitati ad essere lavorati al tornio attraverso disegni ispirati ad un racconto di Gogol’ [Le Anime morte].15 Alcuni culturale “Centrale Fotografia”, ricollocato al Caffè Centrale di Fano la formazione di cordellini o lucignoli di creta che sovrapposti l’uno anni dopo [1954] sulla scia ancora dell’illustrazione letteraria aderiva nella parete sopra il divano della lettura dei quotidiani [80x286]. E’ all’altro in maniera circolare venivano poi rastremati e levigati prima di all’invito del medico condotto di Pesaro, Luigi Moretti, che lo invitava voce comune che Nanni ancora a Fano e sempre nello stesso essere cotti. Francine, in origine giornalista, si era dedicata alla ad illustrare una suo libro Sporte e cocci – il medico si dilettava di periodo [1957-1958] soddisferà la richiesta dei proprietari di una ceramica frequentando l’atelier picassiano di Vallauris, dal 1948 al novellistica che poi pubblicava a sue spese in poche copie ad uso barbieria in via Cavour, i fratelli Mancurti, facilitata dal milieu artistico 1952 quando se ne allontanerà per tornare a Parigi ritenendolo amicale – ove l’aveva accomunato a Werther Bettini e Mario Pompei, fanese di allora che verosimilmente dovette funzionare da diventato troppo mondano22. A Milano si accelerano le ispirazioni due valenti illustratori all’apice della loro maturità artistica, con mallevadore in quanto cliente [Bonetti, Antonioni, Corsaletti, materiche di Valentini soprattutto intorno alle frequentazioni dei fratelli rispettivamente 11 disegni a Nanni e 12 a testa a Bettini e Pompei Volpini...]. Nei locali della barbieria, Nanni si cimenterà con un lavoro Arnaldo e Giò Pomodoro che ben lo avevano accettato per via della dei 35 complessivi a corredo degli altrettanti racconti pubblicati. Per il sperimentale in gesso ceramico bianco reso in calco e per colata: un comune provenienza pesarese ma che soprattutto lo introdurranno costume che era d’uso in quegli anni di richiedere lavori ai molti pannello a bassorilievo di circa 25 cm di altezza posto nella parete nel milieu culturale milanese. Prova ne è il fatto che intorno al 1958- giovani artisti che erano appena usciti dalla Scuola d’Arte ed anche sopra gli specchi con motivi di tracce geometriche graffite di pieno 59 Giò e Arnaldo essendo coinvolti quali orafi nel programma per la risonanza del premio faentino, una numerosa serie di stile informale che all’osservazione comunque fornisce d’acchito dell’arcivescovo di Milano, Giovan Battista Montini per la costruzione commissioni gli deriveranno dal mondo commerciale locale ove l’idea di un fregio classico e comunque sarà con buona evidenza di nuove chiese dell’interland meneghino dovuta al sensibile aumento Nanni Valentini, Facciata in cemento con ‘anima’ in argilla; Pesaro, 1957, già riverserà un bailamme di stilemi che ne forzeranno per qualche lavoro propedeutico ai graffiti realizzati con Fontana di li ad un anno di popolazione, avevano ottenuto l’assegnazione nella costruenda Mobilificio Fastigi. tempo la sua creatività giovanile. Tra il 1956 ed il 1960 infatti, per le alla tomba faentina dei Melandri. Alla chiusura del locale sul finire del chiesa di S. Angela Merici di propri lavori artistici: la croce in bronzo, sue avanzate ricerche figurative, verrà richiesto di pitture parietali in secolo scorso [1999-2000] i proprietari acconsentiranno a donare 3 la mensa, il tabernacolo e i candelabri, grazie a Enrico Mattei, il case private e locali pubblici che senza pretesa di esaustività provo segmenti superstiti di cm 25x60 ca. all’Istituto Statale d’Arte di Fano patron dell’Eni, sostenitore convinto del progetto “Nuove Chiesa della ad accennare: Villa Ceccolini sul Colle S. Bartolo; Caffè Moderno in ove sono tutt’ora depositati. Diocesi di Milano” ma anche grande collezionista di arte Piazza del Popolo, un’ altro piccolo bar sempre in Piazza del Popolo, L’occasione del Premio faentino del 1956 gli favorirà un incontro contemporanea23. I due fratelli avevano conosciuto Mattei nel 1958 in Bar Del Fiore, Bar Gino e poi Hotel Promenade, Hotel Vienna, artistico assai importante con il monegasco Albert Diato che era occasione di una esposizione promossa dal quotidiano “Il Giorno” al Mobilificio Cesari ed anche il bar interno della Caserma del Monte: in approdato a Faenza, via Parigi-Vallauris, in quanto vincitore di una Palazzo della Permanente a Milano24 e la cui prodigalità e generosità queste realizzazioni traspare tutta la sua qualità nel riprodurre opere borsa di studio. Diato portava infatti con sé interessanti esperienze personali consentiranno la costruzione della chiesa stessa che in figurative in maniera estremamente astratta. Lo stesso dr. Moretti, iniziate nel 1948 all’atelier Madoura a Vallauris ove Picasso aveva memoria della madre Angela Galvani sarà dedicata a Sant’Angela “testatolo” ed apprezzatolo nei disegni per il suo libretto, lo vorrà per dato la stura alle sue scelte ceramiche. Le innovazioni picassiane, Merici25. Arnaldo e Giò Pomodoro otterranno che fosse affidata a realizzare nel nuovo bar Moderno [oggi Castel Ducale] di sua arriveranno a Nanni prepotenti, mutuate attraverso Diato che, Nanni Valentini la decorazione della facciata che l’artista completerà proprietà un lavoro reso con tecnica di pittura murale nella parete scartata la maiolica, peraltro a Faenza storicamente incombente, si nel 1959. Nanni all’esterno nel portale di ingresso si produrrà con posta entrando sulla sinistra risultante di metri 4,40x3 di superfice, era spostato verso il grès che riteneva materiale meglio adatto ad un mattonelle in grès smaltato di descrizione documentaria con lasciandolo ad evidenza stilistica libero di esprimersi nelle sue nuovo modo di interpretare l’arte. Egli sarà per Nanni come un fratello raffigurazioni degli stemmi istituzionali: del Comune di Milano, dell’ concettualità picassiane che Nanni ripeterà anche nell’ammezzato maggiore, era nato nel 1927 - casualità della sorte moriranno arcivescovo cardinale Giovanni Colombo, succeduto nell’arcidiocesi dello scalone della Villa Ceccolini sul colle S. Bartolo a Pesaro ove entrambi nel 1985 - e le sue idee di interpretazione profonda basata a Montini, della Congregazione del Santissimo Sacramento, titolare muterà solo le cromie, da giallo-verdi presenti nella tempera del bar in sulla manipolazione delle terre troveranno in Nanni Valentini18, già della conduzione della parrocchia e del cardinal Montini, l’arcivescovo un interessante monocromo blu acqua marina e, d’altronde, la villa si ricettivo del suo per la ricerca continua di un legame con la terra e i che l’aveva commissionata; mentre all’interno realizzerà una cornice affaccia proprio sul mare Adriatico. Qui collaborerà con lui ancora suoi elementi tanto da farne cifra stilistica e strumento di indagine di formelle in ceramica per il baldacchino ove verrà inserito l’altare Athos Tombari: la tempera infatti è firmata in basso a destra 1956, privilegiata delle sue opere, uno sviluppo straordinario soprattutto nel maggiore. Il lavoro più interessante in verità è un grande angelo Nanni Valentini e Athos Tombari. Addirittura in altre due tempere campo delle argille dure da consentirgli di esprimersi in una orante in terracotta collocato alla sommità di una grande croce posta sempre tra il 1956-1957 e sempre in altre pareti di due bar pesaresi interessante coniugazione delle proprie esperienze barattiane. sulla facciata della chiesa che alla vista evidenzia la Tau, valore di Via Branca, non più esistenti, raffigurerà scene della storia della L’assidua frequentazione tra i due porterà Nanni spesso a Faenza ma simbolico cristiano di redenzione26. Sarà però Lucio Fontana una Banda Grossi [bar Gino] e la Notte a cromie blu nerastre nel piccolo anche Diato a Pesaro dove nel giugno del 1957 i due metteranno a figura emblematica nella Milano di quegli anni, ad avere grande bar sempre in Piazza del Popolo di fianco al negozio di stoffe con i fuoco la loro collaborazione per l’apertura di uno studio milanese importanza nelle scelte poetico-artistiche di Nanni Valentini. La sobria due grandi pannelli di Bruno Baratti16, mentre nel Bar del Fiore, oggi cosa che avverrà nell’ottobre dello stesso anno quando Nanni vi si essenzialità adottata da Fontana gli servirà da lezione per le sue negozio di abbigliamento, realizzerà creazioni astratte in ceramica traferirà con la sua famiglia, la moglie Tina, si era infatti sposato a poetiche intorno all’elaborazione informale. Seguendo il maestro maiolicata policroma che fortunatamente sopravvivono ancora in Genova la vigilia di Natale del 1955, la figlia Tiziana, cui si aggregherà argentino Nanni attuerà una scelta consapevole della materia e la sua loco. La risonanza di queste realizzazioni lo porterà a lasciare anche il cognato Marco. Da frequenti viaggi romani iniziati nel 1956 identificazione con la terra che gli spalancherà le porte verso un testimonianze anche a Fano, quando nell’estate del 1957 verrà aveva conosciuto Gastone Novelli, Emilio Villa, Gino Marotta, gruppo immaginario arcaico, radicato nelle proprie matrici culturali e chiamato da Abele e Bruno Biagiotti, Bebe e Cigalin, proprietari del di artisti-critici d’arte che sosterranno sul finire di febbraio del 1957 antropologiche, e lo renderà uno dei più sagaci interpreti delle Caffè Centrale, a costruire la lunga fascia densa di poetica informale Gian Tomaso Liverani, faentino, nell’ apertura della Galleria La Salita, intuizioni di Fontana. Da lui inoltre gli arriverà un discreto sostegno a graffito realizzata con tecnica mista ovvero carta, sabbia, tempera e ubicata in via San Sebastianello 16/c, una vietta contigua a Piazza di economico sotto forma di acquisto di opere e con lui perfezionerà in inchiostri17 resa su masonite in 8-10 pannelli incardinati nel grande Spagna nei pressi dell’Accademia di Francia, con una collettiva di un crescendo poetico la conoscenza dell’arte ceramica prodotta alle Nanni Valentini, Pannello in tecnica mista per il Caffè Centrale (carta, sabbia, tempera locale proprio nella parete di spalle al bancone del bar. Staccati e pittori informali ideata da Lionello Venturi19. Nanni riuscirà nel alte temperature [grès]. Vivrà una simbiosi pressoché fraterna con e inchiostro) su masonite; 1957, Fano, Liceo Nolfi-Apolloni (depositi). smembrati nel 1980 per lavori di risistemazione del locale, di novembre di quell’anno ad organizzare nella Galleria una esposizione Diato, s’è già detto, da “obbligare” Fontana, per un paio d’anni suo
mentore indiscusso, a considerarli un tutt’uno proprio come un in terracotta chiara mentre nella parete di fondo era posta una Pietà medaglia d’oro...46. La collaborazione tra i due nella Serie Natura, blocco di argilla. Nel 1958, un anno per Nanni di lavoro frenetico per in terracotta dagli stilemi tipici di una struttura minimalista del non verosimilmente nata da una intervista dopo la vincita del Premio lo spostarsi in grandi città, Roma, Venezia, Milano addirittura New finito assai vicina alla concettualità spaziale di Fontana38. Così Nanni: Vicenza del 1956, risulterà fondamentale nelle scelte artistiche di York, da una esposizione all’altra ma anche per via della sua ...1960. Feci un grande lavoro con Fontana che per ragioni esterne Valentini: 10/1958 ...qui comincia il mio distacco dal disegno e dalla introspezione interna: ...le difficoltà economiche e l’inquietudine di del luogo doveva essere in grès. Fu una esperienza bellissima perché pittura...47, che Massoni cercherà di sostenere anche con degli amicizia hanno maggiormente drammatizzato questo periodo che potevo verificare Fontana artigiano e uomo oltreché l’ artista. Mi portò scritti48. Inizierà così infatti il viaggio di Nanni verso il senso profondo però resta il periodo più intenso di tutta la mia attività...27. Fontana con lui a Faenza, Rimini e Venezia...39. La seppur fugace presenza dell’uso delle terre. Nel 1962 insieme a Franco Bucci ma anche con grazie alla conoscenza con la gallerista Beatrice Monti della Corte, gli fanese soprattutto con le istallazioni al caffè Centrale gli favoriranno Filippo Doppioni, Nicola Amoroso e Roberto Pieraccini sarà fondatore favorirà una mostra alla Galleria milanese dell’Ariete: sculture, ciotole, una esposizione natalizia nel 1960 presso la Galleria Del Vecchio con del “Laboratorio Pesaro” da cui si distaccherà quasi subito49 ma che piastre, vasi, tutti lavori in terracotta greificata – ovvero una presentazione di Valerio Volpini40 con cui aveva un ottimo rapporto; comunque condurrà con i soci fino al 1965 quando due anni dopo, vetrificazione moderata della ceramica che ha come effetto un Volpini infatti lo aveva “recensito” sul finire del 195441 per via del nel 1967, fondava con Marco e con la moglie Tina la manifattura aumento della resistenza e dell’impermeabilità - , asseverandola con Primo Premio vinto nella sua città natale42. Val la pena ricordare “Arcore Ceramica”, ad Arcore. Dopo una parentesi brevissima nel una sua presentazione al catalogo in cui addirittura una pagina anche il cosiddetto “gruppetto Duse” che si compose a Pesaro verso 1961 presso la Scuola privata “Cova”50 dove, posta la qualità di bianca vuota recava scritto in basso [Diato e Valentini due autentici il 1959-60, forse proprio per volontà ma comunque certamente per centro professionale privilegiato per la ceramica della Scuola, ceramisti. Lucio Fontana]: con Nanni esponeva infatti anche l’amico l’azione di Nanni, intorno all’architetto Nicola Amoroso nella sperimenterà la possibilità di far trasmigrare le sue poetiche d’argilla Diato28. Sintesi interessante quella dell’assunto aforistico di Fontana ristrutturazione del Cinema Duse: Nanni, Franco Bucci, Filippo nell’addestramento professionale della Ceramica, ma sarà solo grazie reso a commento di due primi piani realizzati dal fotografo Ugo Mulas Doppioni, Roberto Pieraccini, Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Piero a Giuliano Vangi che sette anni più tardi si lascerà convincere ad di un vaso [Diato] e di una ciotola [Valentini]. Sul finire del 1958 d’Angelo e il giovane cognato di Nanni, Marco Terenzi. Nanni e entrare nel mondo della scuola pubblica italiana51 ove verrà attirato sempre Fontana lo spingerà ad esporre a New York alla XX Ceramic Franco Bucci stupiranno per la produzione di oggetti d’uso, le dal carattere sperimentale che ben si addiceva alla sua natura International del Syracuse Museum of Fine Arts di New York29 ove maniglie, di alta qualità progettuale con l’utilizzo di un materiale eclettica ed “anarchica” del neonato Istituto statale d’arte di Monza vincerà il I° Premio con una grande ciotola con l’interno smaltato e ancora quasi sconosciuto in Italia quale il grès, con Bucci che le [1968] che prenderà in seguito il suo nome. fuori graffita. Il Premio peraltro contemplava una giuria prestigiosa proponeva addirittura in smalto. Ad uso documentario si ricorderà Chiudo queste “tracce” con un pregnante pensiero di Nanni del 1984 esperta in design e ceramica soprattutto grès e grès porcellanato che il cantiere si era sviluppato soprattutto intorno alle idee innovative ...ho scelto la materia come poetica e, soprattutto identificandola presieduta da Richard F. Bach, e con componenti: Arthur Baggs, di Nicola Amoroso che si concentrarono nella grande scalinata con la terra; non certo come potrebbe farlo uno scultore o come Maija Grotell, Viktor Schreckengost, Marguerite Wildenhain, Beatrice d’ingresso in cui l’architetto profuse le innovazioni architettoniche da un pittore e tanto meno come la mia materia, ma come un partner Wood. Essendo la rassegna terminata in dicembre l’anno seguente il volerlo a forma di cubo come a forma di cubo sarà il lampadario che mi risponda con segni suoi propri. Comunque, in ceramica, Museo ospiterà dal 23 gennaio all’ 8 marzo l’ esposizione di una bicolore composto da neon bianchi e azzurri disegnato da Lucio non cerco il mito dell’orfano, né le tragedie del tellurico. Amo selezione di ben 350 opere di autori americani, canadesi ed europei Fontana mentre Giò Pomodoro si era occupato in un lungo pannello profondamente il dramma nascosto del seme-aria e ne cerco dei del Concorso ceramico30. Intorno a Fontana si realizzerà anche un scultoreo bianco posto nella parete di destra frutto delle sue ricerche riflessi e delle corrispondenze...52. piccolo cenacolo a tre tra l’anziano artista italo-argentino e due sulle superfici “in tensione”43. Non sarà inutile ricordare infine a giovani artisti come Nanni e Pino Spagnulo che da Faenza aveva chiusura di queste annotazioni come Nanni Valentini nel 1958 avesse Claudio Giardini raggiunto Nanni a Milano, entrambi votati alla realizzazione di un grès iniziato a collaborare, insieme a Franco Bucci, con la neonata estremo che si estrinsecherà nella Tomba Melandri a Faenza. In manifattura ceramica di Federico Fabbrini di S. Casciano[Fabbrini dubbio verrà messa dalla critica la partecipazione al gruppo del Ceramiche] e per via della comune amicizia con Luigi Massoni diversi * Sono profondamente grato a Orlando Sergio Riva, responsabile degli Archivi Valentini di Arcore, per il diverso materiale archivistico che generosamente mi ha messo a faentino Carlo Zauli nella cui fornace secondo testimonianze orali anni dopo proverà altre esperienze toscane con la manifattura di disposizione. Ringrazio per le gentili cortesie Aldo Mancurti ed i proff. Athos Tombari e riportate dall’allora direttore del museo di Faenza avrebbe dovuto Natale Mancioli nelle due sedi di Altopascio e Montelupo Fiorentino Giovanni Bellantuono; inoltre Marcello Sparaventi dell’Associazione culturale “Centrale essere avvenuta la cottura dei manufatti funerari31 mentre a dire del collaborando attivamente all’avvio della linea “Collezione Medicea” Fotografia”. vero i manufatti in grès furono eseguiti e cotti in una fornace di soprattutto con ricerche personali sulla porcellana44, verosimilmente Laveno32: ...io stendevo i piani con l’argilla e Fontana con un bastone grès porcellanato - ovvero argille, feldspati, caolini, sabbia che Note sulla cui estremità era inserito un chiodo segnava sul piano d’argilla macinati e poi atomizzati andranno a costituire con la cottura una ancora fresco dei graffiti. Quindi interveniva Valentini per i rivestimenti ceramica durissima e compatta - . Nel frattempo a Milano - risulta 1 M. Belpoliti-E. Grazioli, Nanni Valentini in “Riga”, 3, Valmadrera 1992, p. 77. ceramici. Tutto il lavoro fu eseguito in una fabbrica di ceramica di evidente che Nanni per quasi dieci anni [1957-1967] abbia eletto 2 Ibidem Laveno...33 verosimilmente in una delle grandi fornaci della Società Milano e Pesaro quali sue residenze paritarie - nel 1960 proprio ad Ceramica Italiana diretta da Guido Andlovitz che Fontana doveva inizio anno in coppia con Giò Pomodoro, dei due fratelli era quello 3 B. Croce, Problemi di Estetica, Bari 1910 in F. Bologna Dalle arti minori all’industrial conoscere per aver una casa di sua proprietà con annesso studio sul con cui riusciva a relazionarsi meglio, esporrà “ceramiche” alla design, Bari 1971, p. 262. lago di Comabbio non molto distante da Laveno. Se Lucio Fontana Galleria “Il Giorno”45 mentre qualche mese più tardi parteciperà con fu il nume tutelare di questo circolo ceramico virtuoso, in questa dei grandi vasi, ma in realtà ciotole e vasi graffiti, alla XII^ Triennale di 4 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 93. creazione del 196034 contestualizzata in maniera così precisa ovvero Milano [La casa e la scuola. Esposizione internazionale delle arti 5 v. anche F. Gualdoni, Nanni Valentini. Terre in P. Biscottini-F. Gualdoni, a cura di, al Cimitero dell’Osservanza di Faenza, essa rimarrà unica nel suo decorative e industriali moderne e dell’architettura moderna, Milano “Nanni Valentini. Terre”, Catalogo Mostra (Milano, Museo Diocesano 18-27 aprile genere in tutta la produzione artistica dell’artista argentino. Egli infatti 16 luglio-4 novembre 1960] forse su proposta dell’eccentrico 2014), Milano 2014, pp. 11-15. non declinò l’invito dell’industriale milanese ma di origini faentine, architetto-designer Ettore Sottsass jr, conosciuto attraverso i fratelli Antonio Melandri, unitamente al fratello Angelo, a realizzargli una Pomodoro nel 1957, il quale aveva ricevuto l’incarico di allestire la 6 …e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in maiolica di Castel Durante ornate d’istoriette mitologiche da Luzio Dolci, antiche forme d’inimitabile tomba di famiglia perché sapeva di poter contare su maestranze di sala di ingresso del Palazzo dell’ Arte ma forse con più plausibilità su grazia, ove sotto le figure erano scritti in carattere corsivo a zàffara nera esametri siffatta caratura, soprattutto Nanni35 che gli preparerà tutti gli impasti, suggerimento del designer Luigi Massoni con il quale dall’ottobre del d’Ovidio... G. D’Annunzio, Il Piacere, Milano, 1889, p. 2 e v. Terza Mostra Nazionale una terra refrattaria che doveva ”sopportare” oltre i 1200 gradi36. Ne 1958 aveva iniziato una proficua collaborazione che si era della Ceramica, Catalogo Mostra (Pesaro 3 -24 agosto 1952), 2^ edizione, Pesaro emergerà un parallelepipedo in cemento rivestito da lastre a graffito concretizzata in una produzione seriale di ceramiche [Serie Natura] 1952, p. 83. su grès; una caratteristica non banale ma essenziale e carica di che porterà in mostra vincendo addirittura il Primo Premio: ... con la 7 Citazione da Viviana Bucci in “Mappe/3”, 5 febbraio 2015, p. 9. simbolismo: l’alba, il tramonto, il mattino, il mezzogiorno e la notte: quale vincemmo il primo premio per la produzione ..., ed ancora ... ...lastre grezze rese sensibili al riposo della luce mediante incisioni e partecipo alla Triennale di Milano con grandi vasi e con il 8 G. F. Hegel, Vorlesungen über die Ästhetik, Berlin 1836 in Estetica, Torino, 1997, p. grattature elementari...37. All’interno veniva poi posato un pavimento proseguimento di lavori seriali con Luigi Massoni. Mi diedero la 66, traduzione N. Nerker-N.Vaccaro.
9 v. U. Lehmann-Brockhaus, Incontro Internazionale della Ceramica (Albisola Sommer 33 da una testimonianza di Pino Spagnulo, v. F. Stocchi, a cura di, Fontana–Leoncillo, 1954), Roma 2013. Forma della Materia Catalogo Mostra (Milano, Fondazione Carriero dal 5 aprile al 9 luglio 2016), Milano 2016, p. 158. 10 v. Ceramica, cemento, smalti in “Domus”, 331, giugno, Milano, 1957, p. 49. 34 Biolchini, 2012, p. 92. 11 Materia, forma e funzione nella ceramica in “Vicenza”, I, 1, gennaio, pp. 13-15. 35 v. [A. Cameirana], Necrologi di Leoncillo Leonardi e Lucio Fontana in “Faenza”, LIV, 12 G. C. Polidori, Gian Battista Valentini in “La Ceramica”, XII, 1, gennaio, Milano 1957, 4-5, 1968, p. 91. pp. 26-28. 36 Pistolesi-S.-O. Riva, a cura di, Nanni Valentini. Ho scelto la materia, Catalogo 13 Nanni Valentini, Palazzo Mosca, luglio 1958; Pesaro 1958: cfr. Mostra personale Mostra (Montelupo Fiorentino 20 giugno-27 settembre 2009), Cinisello Balsamo, 2009, di Nanni Valentini al Circolo Pesarese in “La Voce Adriatica”, Ancona, 9 luglio 1958 e p. 12. Una personale di Nanni Valentini al Circolo Pesarese in “Il Resto del Carlino”, Bologna, 12 luglio 1958. 37 [Cameirana], Necrologi..., 1968, p. 91. 14 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 79.. 38 ...Fontana pensava sempre in termini di spazio... v. C. Toschi, “Ova” in mostra alla Galleria dell’Ariete..., Milano 1963, p. 107. 15 Poiché nella sua autobiografia Nanni Valentini non esplicita il titolo del volume gogoliano è dagli Archivi Valentini che si viene a conoscenza di quale volume si 39 Belpoliti-Grazioli, 1992, pp. 84-85 e, per la storia della Tomba Melandri, v. C. dovesse trattare. In effetti la casa editrice Einaudi aveva pubblicato, tradotto da Nappa, La ceramica nell’opera di Lucio Fontana, tesi di laurea magistrale, a. a. 2016- Agostino Villa, una edizione delle Anime morte proprio nel 1949.. 2017, Università Ca’ Foscari, Venezia, pp. 81-84. 16 Testimonianze da una conversazione con Athos Tombari. 40 Quadri e ceramiche di Nanni Valentini, Catalogo Mostra, Fano Galleria Del Vecchio, dal 21 dicembre 1960; Fano 1960. Nella sua biografia Nanni in verità dice di aver 17 ...in questi periodi feci lavori in terracotta, su carta con inchiostro tipografico, allestito questa mostra nel novembre 1961 [Belpoliti–Graziosi, 1992, p. 87]. disegni di paesaggi sempre più astratti..., Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 81. 41 V. Volpini, Pittori a Sant’Angelo in “El Campanon”, S. Angelo in Vado, II, 6, 25 18 ...era (Diato) un intellettuale fra i più colti e lucidi che ho conosciuto...Belpoliti- dicembre 1954. Grazioli, 1992, p. 86 ma v. anche C. Fiocco-G. Gherardi, Albert Diato: fra Oriente ed esperienze materiche in “La Scuola dei Maestri”, Mostra (Faenza, Palazzo delle 42 I° Concorso di Pittura Tiferno Metaurense, Catalogo Mostra (S. Angelo in Vado, Esposizioni, autunno 1995), Faenza, 1995, pp. 28-31 ed Eaedem, L’esordio di Nanni Palazzo Fagnani, dal 1 luglio), S. Angelo in Vado, 1954. Valentini e Pino Spagnuolo in “La Scuola..., 1995, pp. 64-66 e figg. 47-53. 43 v. M. Giorgi, Ricerca/1959: la ristrutturazione del Cinema Duse, Pesaro, 2017, pp. 19 v. L. Schermi, La Salita, Storia di una Galleria, Merzbau/Arte contemporanea, 30-33. articolo del 19.01.2001, www.merzbau.it/magazine.php 44 v. A. Mandolesi-M. Vignozzo Paszkowski, di Tutti i Colori, a cura di, Catalogo 20 Belpoliti- Grazioli, 1992, p. 82. Mostra (Montelupo 16 marzo-28 luglio 2019), Sesto Fiorentino, 2019, p. 48, p. 71 e p. 162. 21 v. D. Lancioni, Omaggio a Gian Tomaso Liverani, a cura di, Torino 2005, pp. 5-22. 45 Valentini e Giò Pomodoro, Catalogo Mostra (Milano, Galleria del Giorno dal 23 22 Cfr. Francine Delpierre, Albert Diato, Nanni Valentini, Ceramiche e pitture, Galleria gennaio), Milano 1960. Schneider, Roma 1958. 23 Intervista a Florenea Giacobbe, Archivio Storico Eni, Fonti Orali, pp. 7-8, riportata 46 Belpoliti-Grazioli, 192, p. 83 e p. 85, e v. “Domus”, 370, settembre, Milano 1960, in C. Chiari, Arte dell’energia. Capolavori del Novecento nelle collezioni artistiche Eni, p. 28/Grande vaso e “Domus”, 373, dicembre, Milano 1960, p. 28/Serie Natura; Milano 2010, p. 10. quest’ultimo saggio era stato anticipato a inizio anno con un redazionale di una pagina sempre nella rivista “Domus”, A Vicenza/rassegna di ceramiche, in “Domus”, 362, 24 Giovani artisti italiani, Catalogo Mostra (Milano 20 aprile-16 maggio 1958), Milano gennaio 1960, p. 60. 1958 e G. Accorinti, Quando Mattei era l’impresa energetica. Io c’ero, Matelica 2007, pp. 90-91. 47 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 83. 25 Accorinti 2007, p. 91. 48 L. Massoni, Il grès visto da un designer in “La Ceramica”, XVII, 9, 1962, pp. 52-53 e p. 80. 26 C. De Carli, Le nuove chiese della diocesi di Milano, Milano 1994, p. 149. 49 ...per una serie di equivoci e mi coinvolse in problemi fuori dalle mie scelte... 27 Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 82. Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 87. 28 Albert Diato, G. B. Valentini, Ceramiche, introduzione di L. Fontana, Brochure della 50 Importate scuola privata milanese fondata nel 1932. Dal 1954 andò configurandosi mostra n. 33, Galleria dell’Ariete, Milano dal 31 marzo 1958; Milano 1958 come centro di addestramento professionale per la Ceramica. Vi insegnarono Bruno Munari, Giò Ponti, Carlo Zauli, Nino Caruso, Libero Vitali. 29 New York, 26 ottobre-7 dicembre 1958: v. G. Vander Sluis, XX Ceramics International, Syracuse, N.Y., 1958 51 10/1968 ...Giuliano Vangi mi aiuta a entrare a scuola dove inizio la mia attività di insegnante..., Belpoliti-Grazioli, 1992, p. 90. Nanni Valentini dopo aver iniziato nel 1968 30 v. H. Varnum Poor, Selection from the XX Ceramic International, Syracuse Museum il suo insegnamento pubblico all’ Istituto Statale d’Arte di Cantù si trasferirà l’anno of Fine Arts, 1958 in D. T. Johnson, American Portrait Miniatures in the Manney seguente a quello di Monza che era stato appena inaugurato con sede nell’ex Villa Collection, New York 2012, p. 35 e p. 302 nota 128. Reale. A Monza Nanni Valentini porterà la sua straordinarie capacità di rielaborare i temi della cultura trasformandoli in didattica per immagini ed oggetti. 31 G. C. Bojani, Nel centenario della nascita di Lucio Fontana in “Faenza”, LXXV, 1999, 4-6, p. 226 52 Nanni Valentini, Catalogo Mostra, Milano, Padiglione di Arte Contemporanea (19 gennaio-20 febbraio 1984), Milano 1984 in Belpoliti-Grazioli 1992, p. 96. Poco meno 32 I. Biolchini, Un testo inedito di Lucio Fontana e la tomba Melandri al cimitero di due anni dopo, il 5 dicembre 1985, in un banale incidente sanitario Nanni Valentini dell’Osservanza in Faenza, in “Faenza”, XCVIII, 2, 2012, pp. 85-99. moriva 53enne all’ospedale di Vimercate. Nella foto: un particolare dello studio di Nanni Valentini
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