(OCI) Didattica delle lingue moderne - Anno accademico 2016/17 Prof. Elena Nuzzo - Dipartimento di Lingue ...
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Didattica delle lingue moderne (OCI) Anno accademico 2016/17 Prof. Elena Nuzzo
Introduzione • Acquisizione > processo spontaneo • Apprendimento > processo guidato da insegnamento e/o studio
Introduzione Perché studiare l’acquisizione se a noi (= alla didattica) interessa l’apprendimento?
Imparare senza studiare Per imparare una L2 non è necessario frequentare un corso o studiare un manuale: si può imparare in modo spontaneo, semplicemente usandola. Vi viene in mente un esempio?
Imparare senza studiare Molte persone lasciano il paese di origine e si “immergono” nella lingua del paese ospitante senza poter accedere a una specifica istruzione linguistica. Es: – in Italia molti lavoratori immigrati si esprimono efficacemente in italiano con colleghi e conoscenti, senza aver mai studiato la nostra lingua. Alcuni addirittura parlano il dialetto, e certo non l’hanno imparato frequentando un corso.
Studiare senza imparare Chi studia a scuola una lingua straniera non è sempre in grado di usarla in situazioni comunicative reali. Es: – molti ragazzi italiani che hanno studiato una lingua straniera nel loro percorso scolastico sono in difficoltà quando devono concretamente utilizzarla.
Ottimizzare l’acquisizione • L’acquisizione di una lingua seconda è un processo naturale, che si verifica anche senza insegnamento. • Se l’insegnamento della L2 non tiene conto dei meccanismi che sono coinvolti nell’acquisizione spontanea, e che agiscono anche quando ci troviamo in classe, può essere poco efficace.
Ottimizzare l’acquisizione • Sapere come si acquisiscono spontaneamente le lingue seconde è necessario per capire in che modo può agire l’intervento “artificiale” dell’insegnamento per ottenere un risultato analogo, e addirittura per potenziarlo e ottimizzarlo. • Per questo studiamo l’acquisizione anche se a noi interessa l’apprendimento.
L’ACQUISIZIONE DI UNA L2
L’interlingua • Interlingua > il sistema linguistico utilizzato da qualsiasi apprendente di una qualsiasi lingua seconda. • Due caratteristiche fondamentali: – sistematicità – transitorietà Cioè, è un sistema dotato di regole come le lingue naturali (non un’accozzaglia di parole messe insieme a caso), ma fortemente instabile perché in continua evoluzione.
La regolarità dell’interlingua case grande non è un accostamento casuale, ma non risponde neppure a una regola della grammatica italiana >>> risponde a una “regola” della grammatica dell’interlingua che potrebbe essere: se due parole sono in qualche modo legate l’una all’altra, finiscono con la stessa lettera.
L’instabilità dell’interlingua Florence risponde alla domanda “ti ricordi un argomento di scienze che studiavate in Ghana?” Scienze? (eamo) studiato erba come erba come quando c’è autunno come fai albero diventa tutto cade giù perché è autunno. Quando c’è estate diventa tutto caldo fre- non c’è flesco non c’è aria per dormile bene. Ma però in Ghana il nostro tempo c’è piove e caldo come qui ma però non c’è neve in Ghana allora non c’è non facciamo troppo freddo. (Insomma) piove che non facciamo freddo. E quando io quando c’è quando sta piovendo io sempre va fuori fa la doccia. Che vado vado in giro. Che mi- che mi piace che quando c’è sta piovendo faccio un giro. Sì quando io la sette nove anni, ma quando io ho la dieci anni mica fatto questa cosa più. E in Ghana abbiamo un frutto che si chiama mango.
Lo sviluppo dell’interlingua • Allo sviluppo dell’interlingua contribuiscono sia meccanismi neurolinguistici e strategie cognitive uguali per tutti gli esseri umani, sia fattori contestuali che variano secondo le esperienze personali >>> – caratteristiche comuni a tutte le interlingue e tratti che invece sono peculiari di alcune popolazioni di apprendenti, o addirittura di ogni individuo. Quindi? Qual è la conseguenza secondo voi?
Tappe comuni, tempi e risultati diversi Tutti gli apprendenti percorrono certe tappe per acquisire la lingua seconda, ma lo fanno con tempi e risultati anche molto diversi.
Il periodo del silenzio Tutte le interlingue nelle fasi iniziali > silenzio. All’inizio del percorso acquisizionale, l’apprendente tende a non produrre lingua, anche perché non sarebbe in grado di farlo. Si limita a raccogliere dati e informazioni sulla lingua che deve imparare, per cominciare a capire quali sono i meccanismi che la regolano.
Fenomeni e tappe comuni • Comincia a formulare ipotesi e a sottoporle a verifica > qualche tentativo di produzione in L2. • In questa fase, l’interlingua è costituita in buona misura da singole parole (lessemi) e formule fisse. Quali sono secondo voi le caratteristiche di lessemi e formule?
I lessemi Parole che non portano informazione morfologica ma solo semantica. Es: • che cosa fai a scuola? • giochi Giochi non è né un verbo né un sostantivo, ma un lessema che si riferisce a una determinata area semantica.
Le formule • Espressioni apprese come pezzi interi, sebbene nella lingua d’arrivo siano costituite da più componenti (per es. non lo so o mi scusi). • Anche i parlanti nativi utilizzano formule, ma di solito sono capaci di analizzarle nei loro elementi costitutivi (MA vedi grafie errate: *daccordo = d’accordo, *apposto = a posto, *centrare = entrarci).
Enunciati semplificati Accanto alle formule, compaiono alcuni enunciati più creativi, costituiti da poche parole e caratterizzati da fenomeni di semplificazione strutturale e semantica.
Tipi di semplificazione • assenza o riduzione delle marche morfologiche e prevalenza delle parole di contenuto rispetto a quelle di funzione: clean floor (= Give me something for cleaning floors) • ricorso a un ordine pragmatico, invece che sintattico, delle parole: adesso – la + *geography* – adesso Kasala non Sudan + non Eritrea (= per quanto riguarda la geografia, adesso Kasala non è in Sudan e non è in Eritrea) • omissione di parole che possono essere sostituite da informazioni contestuali: ein junge ball weg (= Ein Junge wirft den Ball weg)
Semplificazione degli enunciati Perché le parole di contenuto tendono a prevalere su quelle di funzione?
Parole di contenuto vs. parole di funzione Mi sono XXX XXX e mi sono XXX. Ho XXX il XXX XXX e le XXX XXX: XXX ho XXX dalla XXX e ho XXX mio XXX che XXX al XXX. XXX XXX svegliata XXX XXX XXX vestita. XXX messo XXX vestito nuovo XXX XXX scarpe nuove: poi XXX guardato XXX finestra XXX XXX visto XXX papà XXX andava XXX mercatino.
Parole di contenuto vs. parole di funzione Mi sono svegliata e mi sono vestita. Ho messo il vestito nuovo e le scarpe nuove: poi ho guardato dalla finestra e ho visto mio papà che andava al mercatino.
Parole di contenuto vs. parole di funzione - Do you speak English? - Yes - Which is next station?
La messa in grammatica del lessico • Fase successiva > inizia il processo di grammaticalizzazione (o messa in grammatica) del materiale linguistico. • lo sviluppo grammaticale delle interlingue avviene secondo schemi regolari e in larga misura prevedibili. • Questi schemi evolutivi sono specifici di ogni lingua-obiettivo, ma i principi che li determinano possono essere ricondotti a meccanismi e strategie universali.
Esempi di meccanismi/strategie universali Gli elementi linguistici funzionalmente più chiari e univoci (1 forma – 1 funzione) sono preferiti da chi impara. cane > L’abbinamento forma-funzione è trasparente di > il cane di Mario, il cane di terracotta, il cane di ieri… L’abbinamento forma-funzione non è trasparente I pronomi personali IO, TU, LEI… sono più trasparenti delle desinenze verbali -O, -I, -A/-E
Esempi di meccanismi/strategie universali Gli elementi meno marcati sono preferiti da chi impara. Gli elementi meno marcati sono forme e usi più frequenti, più prototipici, più “normali”. Per esempio, in italiano SVO è meno marcato di OVS. La zia compra il salame Il salame lo compra la zia Gli apprendenti tendono a produrre prima frasi SVO e poi frasi OVS.
Esempi di meccanismi/strategie universali Regolarizzazioni: produzione di forme devianti dalla norma della L2 sulla base di regole esemplate sulla varietà nativa ma non correttamente applicate (la problema per il problema1), o applicate a forme che nella varietà nativa sono irregolari (eated per ate). 1Regola interlinguistica: gli elementi collegati al nome finiscono con la stessa lettera con cui finisce il nome.
Esempi di meccanismi/strategie universali Sovraestensioni: applicazione di regole a contesti diversi, più ampi, rispetto a quelli previsti dalla LO. Es: • ce l’ho due fratelli per ho due fratelli, modellato su il libro ce l’ho (solo con ordine marcato). Possibile regola interlinguistica (risponde anche a criterio 1 forma = 1 funzione): avere = ausiliare, *celavere = possesso
Elementi di variabilità Differenze anche notevoli tra un apprendente e l’altro: – alcuni sono più veloci di altri, – alcuni raggiungono risultati migliori di altri, – alcuni manifestano in ogni fase di sviluppo maggiore accuratezza di altri.
Cause di variabilità Molti fattori determinano questa variabilità interindividuale (= tra un individuo e l’altro). Distinguiamo – fattori intrinseci = quelli che l’insegnamento non può modificare, per es. l’età, la L1, le caratteristiche dell’individuo; – fattori contestuali = quelli che possono essere controllati e manipolati tramite l’insegnamento, per es. l’esposizione all’input, la possibilità di produrre output e di ricevere feedback > ne parleremo nelle prossime lezioni.
L’età • Ruolo dell’età > oggetto di ampio dibattito e le posizioni non sono concordi, ma • i risultati della ricerca portano a ritenere che esista un’età “critica” determinata dallo sviluppo neurofisiologico dell’essere umano: chi entra in contatto con la L2 prima di tale soglia raggiunge livelli di competenza superiori rispetto a chi inizia l’acquisizione dopo, e la differenza si manifesta più evidente in certi aspetti della competenza linguistica (es. fonologia più che sintassi).
L’età • I bambini imparano in modo prevalentemente implicito, mentre negli adulti la memoria procedurale è meno efficiente e devono supplire con quella dichiarativa; • i bambini hanno più tempo a disposizione, in due sensi: – dedicano più tempo all’apprendimento linguistico nei primi anni di vita – in prospettiva possono metterci di più.
L’interferenza della L1 Anni Cinquanta > le abitudini linguistiche della L1 influiscono pesantemente sul processo di acquisizione della L2. Tutti gli errori degli apprendenti sono conseguenza diretta delle differenze strutturali tra la lingua madre e quella da imparare.
L’interferenza della L1 Oggi > la L1 agisce in modo indiretto sul processo di acquisizione, ostacolando o favorendo la formulazione di ipotesi corrette sul funzionamento della lingua-obiettivo: – maggiore è la distanza tipologica tra la L1 e la L2, maggiori sono le probabilità che l’apprendente formuli ipotesi non corrette sulla lingua da apprendere e debba fare numerosi tentativi prima di ricostruire il sistema della L2.
Le caratteristiche individuali • Motivazione, intelligenza, attitudine, ambiente culturale, stile cognitivo, strategie di apprendimento ecc. contribuiscono a determinare differenze tra un individuo e l’altro nel processo di acquisizione della L2. • Difficoltà nella definizione e misurazione di queste caratteristiche individuali > ostacolo all’individuazione di un nesso chiaro e definito con lo sviluppo interlinguistico.
Riepilogo Ricapitolando, • è possibile – e accade a molte persone – imparare una lingua diversa da quella materna in modo spontaneo, usandola. • I meccanismi cognitivi alla base dell’acquisizione spontanea sono sempre attivi quando impariamo un’altra lingua, anche se lo facciamo a scuola. • E’ quindi opportuno conoscerli per capire come su di essi agisce l’insegnamento, e come potrebbe agire meglio.
Riepilogo • Lo sviluppo dell’interlingua segue alcune tappe che sono uguali per tutti gli apprendenti, ma è anche caratterizzato da variabilità nei tempi e nei risultati. • La variabilità dipende da numerosi fattori, alcuni intrinseci all’individuo che impara (età, L1, personalità), altri legati al contesto (esposizione all’input e opportunità di interagire con altri parlanti ricevendo feedback e producendo output). • Questi fattori possono essere “manipolati” mediante l’intervento didattico, che può così potenziare e ottimizzare i meccanismi naturali di acquisizione.
Per la prossima lezione • Scaricare l'audio assegnato al proprio gruppo • Portare le cuffie • Eventualmente portare computer, tablet ecc. per la scrittura digitale OPPURE foglio e penna https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSd5 MxVnzNqnmKEkXr3mOLMgm79ixySZNERFDims eblI7S5DVQ/viewform
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