FARMACI ANTIEPILESSIA: Antiepilettici e anticonvulsivanti - Unife
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FARMACI ANTIEPILESSIA: Antiepilettici e anticonvulsivanti
EPILESSIA E’ una condizione caratterizzata dall’insorgenza di due o più crisi epilettiche non provocate separate da almeno 24 ore. Un “cluster” di crisi manifestatesi nelle 24 ore equivale ad una singola crisi Sono state identificate piu’ di 40 forme diverse di epilessia CRISI EPILETTICA Fenomeno parossistico transitorio caratterizzato da un insieme di sintomi neurologici determinati da una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di neuroni della corteccia o del tronco cerebrale, che può essere espressione di una disfunzione focale o generalizzata.
INCIDENZA Le crisi epilettiche e l’epilessia sono disturbi neurologici relativamente frequenti che si possono manifestare a qualsiasi età anche se studi epidemiologici mostrano differenze di distribuzione con incidenza più alta nel primo anno di vita che decresce negli anni successivi, riducendosi ulteriormente durante l’adolescenza. Nell’età adulta l’incidenza resta relativamente bassa per poi crescere di nuovo nell’età avanzata.
EPILESSIA Circa l’1% della popolazione mondiale soffre di varie forme di epilessia (ca. 70 milioni di persone). La terapia standard consente il controllo delle convulsioni nel 70- 80% dei pazienti, ma milioni di pazienti soffrono di epilessia non controllata. I farmaci antiepilettici possono essere utilizzati anche in pazienti che presentano convulsioni febbrili o associate a patologie acute. Generalmente la scelta della terapia dipende dalla caratterizzazione nosologica delle crisi epilettiche. La distinzione tra crisi provocate e non provocate è importante per le implicazioni che intervengono nella decisione di intraprendere o meno un trattamento.
CRISI EPILETTICA NON PROVOCATA E’ una crisi che si manifesta in assenza di fattori precipitanti Sono escluse le crisi associate a danno acuto del SNC o ad insulto metabolico sistemico Sono comprese le crisi caratterizzate da abnorme sensibilità a stimoli esterni (es, crisi foto-convulsive). CRISI PROVOCATA (NON EPILETTICA) Crisi che si manifesta in stretta associazione temporale con un danno acuto sistemico, metabolico o tossico del SNC e che si presume sia la conseguenza diretta di quel danno
CRISI SINTOMATICA REMOTA Crisi non provocata occorsa in soggetti con storia di danno non recente del SNC La definizione di crisi sintomatica remota è limitata ai fattori antecedenti per i quali sia chiaramente documentato un potenziale epilettogeno
EPILESSIA La farmacoterapia mostra scarsa evidenza di specificità eziologica. Non esiste un antiepilettico che sia attivo in tutte le forme. Problema della farmaco-resistenza
FOCUS EPILETTICO E’ il punto di partenza della scarica elettrica patologica (non sempre individuabile). L’attività elettrica anomala può poi diffondersi a tutta la corteccia. RECLUTAMENTO DI CIRCUITI A VALLE DEL FOCUS Nei periodi normali la diffusione dell’attività elettrica anomala è impedita da meccanismi inibitori. La diffusione (spreading) avviene quando la scarica elettrica del focus oltrepassa la soglia per cui i neuroni circostanti vengono a loro volta attivati (recruitment) . Possono essere reclutati: -neuroni in aree contigue al focus -neuroni coinvolti in circuiti associativi brevi -neuroni appartenenti a lunghi circuiti associativi.
Eziologia Epilessia Genetica Ereditaria Congenita (ereditate o Solo epilessia acquisite) Epilessia con altre Displasia corticale manifestazioni neurologiche Tumori cerebrali Malformazioni vascolari Acquisita Lesioni prenatali Trauma Infezione Vasculopatia Neoplasia Malattie degenerative Malattie metaboliche Intossicazioni Altre cause
FATTORI SCATENANTI L’ATTACCO: • variazioni glicemia, pH plasmatico, equilibrio elettrolitico • anossia • alterazioni metaboliche o endocrine • affaticamento • stress • carenze nutrizionali • intossicazioni da farmaci o brusche sospensioni di farmaci • ciclo mestruale • indeterminati
Crisi epilettiche Crisi parziali: il focolaio epilettogeno è ben localizzato e, generalmente, anche se ciò è possibile, non si espande ad altri neuroni (crisi parziali secondariamente generalizzate); Crisi generalizzate: è coinvolta l'intera corteccia Attacco focalizzato ma cerebrale fin dal principio della scarica più diffusa crisi, due emisferi, associate di solito a perdita di coscienza. Una crisi parziale seguita da una generalizzata
(piccolo male) (grande male; le piu’ drammatiche)
Classificazione delle sindromi epilettiche Sono state identificate piu’ di 40 diverse sindromi epilettiche Epilessie parziali (60%) consistono in uno qualsiasi dei vari tipi di crisi parziali. Nella maggior parte dei casi sono conseguenze di lesioni a livello corticale (traumi, tumori, ictus) Epilessie generalizzate (40%) consistono in uno qualsiasi dei vari tipi di crisi generalizzate e la loro eziologia e’ per lo piu’ genetica
Meccanismi di epilettogenesi Gia’ piu’ di un secolo fa John Hughlings Jackson suggeri’ che le crisi epilettiche fossero scatenate da “scariche occasionali, eccessive, improvvise, rapide e localizzate della materia grigia” e che una crisi generalizzata derivasse dalla propagazione dell’attivita’ critica originata a livello di un focus patologico a tutto il tessuto cerebrale normale
Meccanismi di epilettogenesi Modificazioni dell’attività di canali ionici Evidenze: elettroshock sperimentale modificazioni dell’equilibrio elettrolitico canalopatie (alterazioni genetiche di canali al Na+,Ca2+,K+) Diminuzione dei meccanismi di inibizione sinaptica Evidenze: pentilentetrazolo, picrotossina, bicucullina, β-carboline alterazioni genetiche di subunità dei recettori GABA Aumento dei meccanismi di eccitazione sinaptica Evidenze: kainato, NMDA, quisqualato alterazioni genetiche sperimentali dei recettori o trasportatori del glutamato
Terapia antiepilettica I farmaci: a) impediscono la propagazione della scarica epilettica diminuendo l'eccitabilità di tutti i neuroni; b) Riducono la sua generazione modulando i meccanismi di scarica (effetto legato al potenziale di riposo) ed aumentando i freni inibitori.
Condizioni che non implicano un trattamento immediato Diagnosi di epilessia incerta Epilessie con crisi rare Pazienti con compliance insoddisfacente Soggetti più esposti agli effetti indesiderati dei farmaci Sindromi epilettiche a prognosi eccellente: ep parz idiopatiche; conv neon benigne; ep miocl benigna inf; crisi precipitate da stimoli specifici
QUANDO INIZIARE IL TRATTAMENTO Il tipo di trattamento dipende dal carattere clinico delle convulsioni
ARMAMENTARIO DEI FARMACI ANTIEPILETTICI Acetazolamide Gabapentin Retigabina Brivaracetam Lacosamide Rufinamide Carbamazepina Lamotrigina Stripentolo Clobazam Levetiracetam Tiagabina Clonazepam Lorazepam Topiramato Diazepam Oxcarbazepina Valproato Eslicarbazepina Perampanel Vigabatrin Etosuccimide Piracetam Zonisamide Felbamato Pregabalin Fenitoina (1938) Primidone Benzodiazepine Fenobarbital (1912)
FARMACI ANTIEPILETTICI TRADIZIONALI (1900 - 1970) FENOBARBITAL (1912) DIFENILIDANTOINA (1938) ETOSUCCIMIDE (1950) CARBAMAZEPINA (1964) ACIDO VALPROICO (1964)
“NUOVI” E “NUOVISSIMI” ANTIEPILETTICI (1970 - OGGI) VIGABATRIN FELBAMATO GABAPENTIN LAMOTRIGINA OXCARBAZEPINA TOPIRAMATO TIAGABINA LEVETIRACETAM PREGABALIN ZONISAMIDE PERAMPANEL
Aspetti comuni Glutammato Rc NMDA Ca++ intracellulare Rc Glutammato GABA Rc AMPA Pompa Na+/Ca++ Influsso di calcio Canali Ca++ Intracellulare: Voltaggio dependenti Canali Na+ eccito-tossicità
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI FARMACI ANTIEPILETTICI (1) 1. Potenziamento di sistemi neurotrasmettitoriali inibitori
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI FARMACI ANTIEPILETTICI (2) 2. Modulazione dei fenomeni di conduttanza cationica di membrana a) Blocco uso dipendente del canale del Na+: carbamazepina, fenitoina, valproato, difenilidantoina, lamotrigina, topiramato; b) Correnti al Ca2+ (canali T): etosuccimide
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI FARMACI ANTIEPILETTICI (3) 3. Riduzione di sistemi recettoriali eccitatori
Alcune caratteristiche farmacocinetiche comuni La maggior parte sono attivi per via orale e tutti devono entrare nel SNC L’assorbimento e’ in genere buono (80-100%) La maggior parte non sono legati in alta percentuale alle p.p. tranne: fenitoina, benzodiazepine, tiagabina, ac. valproico. Sono metabolizzati principalmente dal fegato (metaboliti attivi). Interazioni con altri farmaci Per la maggior parte emivita lunga (> 12 ore)
FARMACI ANTIEPILETTICI “CLASSICI” (established AEDs) Farmaci efficaci sulle crisi parziali e tonico- cloniche generalizzate IDANTOINE fenitoina IMINOSTILBENI carbamazepina BARBITURICI fenobarbitale DEOSSIBARBITURICI primidone Farmaci con ampio spettro di attività antiepilettica BENZODIAZEPINE diazepam, lorazepam, clonazepam, clobazam ACIDI CARBOSSILICI acido valproico Farmaci efficaci sulle assenze SUCCINIMIDI etosuccimide
IDANTOINE: fenitoina o difenilidantoina 1938, ricerca di analoghi non sedativi del fenobarbitale [Aurantin®,Dintoina]® Usi terapeutici (orale, e.v) • crisi parziali • crisi tonico-cloniche generalizzate • stato epilettico (i. v.) • non è indicata per le assenze! Effetti collaterali • iperplasia gengivale (20%) • sedazione inferiore a quella indotta dal fenobarbitale • nistagmo, diplopia, atassia, vertigini • raramente: rash cutanei, discrasie ematiche Meccanismo d’azione • blocca i canali Na+ in modo voltaggio- e frequenza-dipendente • blocco selettivo della scarica neuronale ad alta frequenza; non interferisce con la scarica neuronale fisiologica
Fenitoina Eliminazione dose-dipendente: a basse concentrazioni segue una cinetica di I° ordine, a conc. piu’ elevate ci si avvicina al limite delle capacita’ metaboliche del fegato e piccoli aumenti di dose portano a variazioni importanti delle concentrazioni ematiche Emivita varia da 12-36 ore a seconda del paziente (media 24 ore) Si inizia con dosaggio di 300 mg/die e poi si aumenta a piccole dosi. Problemi di tossicita'
IMINOSTILBENI: carbamazepina 1960: nevralgia del trigemino 1974: efficacia antiepilettica [Tegretol®](orale) Usi terapeutici farmaco di prima scelta per: • crisi parziali • crisi tonico-cloniche generalizzate • non è indicata per le assenze! Effetti collaterali • sonnolenza inferiore a quella indotta dalla fenitoina • vertigini, atassia, diplopia • rash cutanei • discrasie ematiche (rare) Meccanismo d’azione • “fenitoino-simile” di blocco dei canali Na+ in modo voltaggio- e frequenza- dipendente Interazioni: con fenitoina
BENZODIAZEPINE Usi terapeutici • convulsioni miocloniche • assenze epilettiche • spasmi infantili Effetti collaterali Frisium ® (orale) Rivotril® (orale) •sedazione • rallentamento psicomotorio •amnesia Accumulo! • alterazioni comportamentali (infanzia) • tolleranza e dipendenza! Meccanismo d’azione: potenziamento della trasmissione gabaergica tramite interazione allosterica con il recettore GABA A (aumento della frequenza di apertura del canale).
BENZODIAZEPINE Uso terapeutico Noan®,Valium® (e.v.) Tavor® (orale) • entrambe le molecole (1 a scelta lorazepam) si usano i.v. nello stato epilettico • il diazepam (supposte) in occasione di attacchi febbrili per prevenire le convulsioni febbrili nei bambini a rischio Meccanismo d’azione: potenziamento della trasmissione GABAergica tramite interazione allosterica con il recettore GABA A (aumento della frequenza di apertura del canale).
ACIDO VALPROICO anni ‘ 60: veicolo durante la sperimentazione di molecole ad attività antiepilettica Depakin® (orale) Usi terapeutici • crisi parziali e tonico-cloniche generalizzate • assenze Effetti collaterali • aumento di peso • dispepsia, nausea • epatopatia, in rari casi epatite fulminante controllare la funzionalità epatica! Meccanismi d’azione • stimolo della sintesi e/ o inibizione della degradazione di GABA • blocco “fenitoino- simile” dei canali Na+ • inibizione di canali al Ca2+ e riduzione del rilascio di glutamato Interazioni: Aumento conc. antiepilettici tranne oxacarbamazepina
SUCCINIMIDI: etosuccimide Zarontin®(orale) Usi terapeutici • farmaco di prima scelta nelle assenze Effetti collaterali • anoressia, nausea, vomito • sonnolenza o euforia • rare reazioni idiosincrasiche Meccanismo d’azione • blocca selettivamente i canali al Ca2+ voltaggio-dipendenti di tipo T • sopprime gli spikes dei neuroni talamici in un circuito talamo-corticale coinvolto nella genesi delle assenze epilettiche Interazioni: con fenitoina
Altro: Brivaracetam
Reazioni idiosincrasiche gravi da antiepilettici Anemia aplastica Insufficenza epatica acuta Sindrome di Stevens-Johnson Necrolisi epidermica tossica
ANTIEPILETTICI TERAPIA PROFILATTICA 1a MONO- TERAPIE (da 1 o 3 somministrazioni/die) 2a MULTI- SCELTA ! INTERAZIONI: • INDUZIONE METABOLISMO – • INIBIZIONE CYP 450 • SPIAZZAMENTO (LFP) AVVERTENZE : SOSPENSIONE sempre alto rischio di rebound GRAVIDANZA ! di teratogenicità con tutti gli antiepilettici. ALLATTAMENTO permesso con terapie a dosi normali (tranne barbiturici, etosuccimide) GUIDA veto alla conduzione di mezzi pubblici se non dopo 2 anni di assenza di crisi (documentati)
QUANDO SOSPENDERE IL TRATTAMENTO Sospensione graduale
Epilessia Refrattaria l’uso di due o più farmaci antiepilettici a dosaggi adeguati non determina la remissione delle crisi Circa 1/3 dei pazienti con epilessia refrattaria Farmacoresistenza? (glicoproteina P1?) 20% dei pazienti con epilessia generalizzata primaria 35% dei pazienti con epilessia parziale 10-30% dei bambini Approccio chirurgico
Stimolazione del nervo vago (VNS) Trattamento approvato dalla FDA e praticato per curare l'epilessia farmaco- resistente. È indicata a tutti i pazienti epilettici e depressi che non risultano ottenere benefici dalle terapie farmacologiche convenzionali. Consiste nell'impianto chirurgico sottocutaneo di un piccolo generatore d'impulsi a batteria - simile a un pacemaker - che viene posizionato nella parte sinistra dell'alto torace. Alcuni fili sottili e flessibili vengono fatti passare sottopelle fino al collo ed erogano impulsi moderati ed intermittenti al nervo vago sinistro, sul quale vengono collocati due elettrodi e un ancoraggio. Il nervo vago trasmette tali impulsi a diverse aree del cervello. Anche per la depressione-resistente
CONCLUSIONI L’epilessia è una patologia a forte impatto sociale che richiede un approccio globale di tutti i suoi aspetti. I pazienti richiedono perciò un constante monitoraggio dell’evoluzione dei propri sintomi ed una valida terapia farmacologica di mantenimento. Obiettivo principale è la profilassi delle crisi ma anche il miglioramento della qualità della vita e della compilance del paziente adottando approcci farmacologici combinati, in modo da sinergizzare l’attività di più principi attivi e nel contempo ridurre l’incidenza degli effetti collaterali utilizzando dosi minori di più farmaci. Ciò è stato ottenuto grazie ai progressi della terapia farmacologica che sta diffondendo, in tutti gli ambiti terapeutici, regimi combinati con somministrazioni once a day.
Dolore cronico
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