FARMACI ANTIEPILESSIA: Antiepilettici e anticonvulsivanti - Unife

Pagina creata da Stefano Di Stefano
 
CONTINUA A LEGGERE
FARMACI
       ANTIEPILESSIA:
Antiepilettici e anticonvulsivanti
EPILESSIA
       E’ una condizione caratterizzata dall’insorgenza di due o più crisi
            epilettiche non provocate separate da almeno 24 ore.
        Un “cluster” di crisi manifestatesi nelle 24 ore equivale ad una
                                  singola crisi
            Sono state identificate piu’ di 40 forme diverse di epilessia

                  CRISI EPILETTICA

Fenomeno parossistico transitorio caratterizzato da un insieme di
  sintomi neurologici determinati da una scarica elettrica anomala,
  sincronizzata e prolungata di neuroni della corteccia o del tronco
  cerebrale, che può essere espressione di una disfunzione focale o
  generalizzata.
INCIDENZA
Le crisi epilettiche e l’epilessia sono disturbi neurologici relativamente frequenti che
si possono manifestare a qualsiasi età anche se studi epidemiologici mostrano
differenze di distribuzione con incidenza più alta nel primo anno di vita che
decresce negli anni successivi, riducendosi ulteriormente durante l’adolescenza.
Nell’età adulta l’incidenza resta relativamente bassa per poi crescere di nuovo
nell’età avanzata.
EPILESSIA
   Circa l’1% della popolazione mondiale soffre di varie forme di
    epilessia (ca. 70 milioni di persone).
   La terapia standard consente il controllo delle convulsioni nel 70-
    80% dei pazienti, ma milioni di pazienti soffrono di epilessia non
    controllata.
   I farmaci antiepilettici possono essere utilizzati anche in pazienti
    che presentano convulsioni febbrili o associate a patologie acute.
   Generalmente la scelta della terapia dipende                  dalla
    caratterizzazione nosologica delle crisi epilettiche.
   La distinzione tra crisi provocate e non provocate è importante
    per le implicazioni che intervengono nella decisione di
    intraprendere o meno un trattamento.
CRISI EPILETTICA NON PROVOCATA
   E’ una crisi che si manifesta in assenza di fattori
    precipitanti
   Sono escluse le crisi associate a danno acuto del SNC o ad
    insulto metabolico sistemico
   Sono comprese le crisi caratterizzate da abnorme
    sensibilità a stimoli esterni (es, crisi foto-convulsive).

       CRISI PROVOCATA (NON EPILETTICA)

    Crisi che si manifesta in stretta associazione temporale
      con un danno acuto sistemico, metabolico o tossico
      del SNC e che si presume sia la conseguenza diretta
      di quel danno
CRISI SINTOMATICA REMOTA

   Crisi non provocata occorsa in soggetti con
    storia di danno non recente del SNC

   La definizione di crisi sintomatica remota è
    limitata ai fattori antecedenti per i quali sia
    chiaramente documentato un potenziale
    epilettogeno
EPILESSIA
   La farmacoterapia mostra scarsa evidenza di specificità
    eziologica.

   Non esiste un antiepilettico che sia attivo in tutte le
    forme.

   Problema della farmaco-resistenza
FOCUS EPILETTICO
E’ il punto di partenza della scarica elettrica patologica (non sempre
individuabile). L’attività elettrica anomala può poi diffondersi a tutta
la corteccia.

 RECLUTAMENTO DI CIRCUITI A VALLE
           DEL FOCUS
Nei periodi normali la diffusione dell’attività elettrica anomala è
impedita da meccanismi inibitori.
La diffusione (spreading) avviene quando la scarica elettrica del
focus oltrepassa la soglia per cui i neuroni circostanti vengono a loro
volta attivati (recruitment) .

Possono essere reclutati:
-neuroni in aree contigue al focus
-neuroni coinvolti in circuiti associativi brevi
-neuroni appartenenti a lunghi circuiti associativi.
Eziologia Epilessia
   Genetica Ereditaria                  Congenita (ereditate o
   Solo epilessia                        acquisite)
   Epilessia con altre                  Displasia corticale
    manifestazioni neurologiche
                                         Tumori cerebrali
                                         Malformazioni vascolari
   Acquisita
                                         Lesioni prenatali
   Trauma
   Infezione
   Vasculopatia
   Neoplasia
   Malattie degenerative
   Malattie metaboliche
   Intossicazioni
   Altre cause
FATTORI SCATENANTI L’ATTACCO:

• variazioni glicemia, pH plasmatico, equilibrio
 elettrolitico
• anossia
• alterazioni metaboliche o endocrine
• affaticamento
• stress
• carenze nutrizionali
• intossicazioni da farmaci o brusche sospensioni di
     farmaci
• ciclo mestruale
• indeterminati
   Crisi epilettiche
           Crisi parziali:
  il focolaio epilettogeno è ben
  localizzato e, generalmente,
anche se ciò è possibile, non si
 espande ad altri neuroni (crisi
     parziali secondariamente
          generalizzate);

       Crisi generalizzate:
  è coinvolta l'intera corteccia
                                    Attacco focalizzato ma
cerebrale fin dal principio della   scarica più diffusa

crisi, due emisferi, associate di
 solito a perdita di coscienza.

                                    Una crisi parziale seguita
                                    da una generalizzata
(piccolo male)

(grande male; le piu’ drammatiche)
Classificazione delle sindromi epilettiche

   Sono state identificate piu’ di 40 diverse sindromi
    epilettiche
   Epilessie parziali (60%) consistono in uno qualsiasi dei
    vari tipi di crisi parziali. Nella maggior parte dei casi
    sono conseguenze di lesioni a livello corticale (traumi,
    tumori, ictus)
   Epilessie generalizzate (40%) consistono in uno
    qualsiasi dei vari tipi di crisi generalizzate e la loro
    eziologia e’ per lo piu’ genetica
Meccanismi di epilettogenesi

   Gia’ piu’ di un secolo fa John Hughlings
    Jackson suggeri’ che le crisi epilettiche fossero
    scatenate da “scariche occasionali, eccessive,
    improvvise, rapide e localizzate della materia grigia”
    e che una crisi generalizzata derivasse dalla
    propagazione dell’attivita’ critica originata a
    livello di un focus patologico a tutto il tessuto
    cerebrale normale
Meccanismi di epilettogenesi
Modificazioni dell’attività di canali ionici
Evidenze: elettroshock sperimentale
         modificazioni dell’equilibrio elettrolitico
         canalopatie (alterazioni genetiche di canali al Na+,Ca2+,K+)
Diminuzione dei meccanismi di inibizione sinaptica
Evidenze: pentilentetrazolo, picrotossina, bicucullina, β-carboline
          alterazioni genetiche di subunità dei recettori GABA
Aumento dei meccanismi di eccitazione sinaptica
Evidenze: kainato, NMDA, quisqualato
         alterazioni genetiche sperimentali dei recettori o
         trasportatori del glutamato
Terapia antiepilettica
    I farmaci:
a)   impediscono la propagazione della scarica
     epilettica diminuendo l'eccitabilità di tutti i
     neuroni;
b)   Riducono la sua generazione modulando i
     meccanismi di scarica (effetto legato al
     potenziale di riposo) ed aumentando i freni
     inibitori.
Condizioni che non implicano un
         trattamento immediato
   Diagnosi di epilessia incerta
   Epilessie con crisi rare
   Pazienti con compliance insoddisfacente
   Soggetti più esposti agli effetti indesiderati dei
    farmaci
   Sindromi epilettiche a prognosi eccellente: ep parz
    idiopatiche; conv neon benigne; ep miocl benigna
    inf; crisi precipitate da stimoli specifici
QUANDO INIZIARE IL TRATTAMENTO

Il tipo di trattamento dipende dal carattere clinico delle
                       convulsioni
ARMAMENTARIO DEI FARMACI
               ANTIEPILETTICI

  Acetazolamide        Gabapentin       Retigabina
  Brivaracetam         Lacosamide      Rufinamide
 Carbamazepina         Lamotrigina      Stripentolo
    Clobazam          Levetiracetam     Tiagabina
   Clonazepam          Lorazepam       Topiramato
    Diazepam          Oxcarbazepina     Valproato
 Eslicarbazepina       Perampanel       Vigabatrin
  Etosuccimide          Piracetam       Zonisamide
    Felbamato          Pregabalin
 Fenitoina (1938)      Primidone      Benzodiazepine
Fenobarbital (1912)
FARMACI ANTIEPILETTICI
                      TRADIZIONALI
(1900 - 1970)

                FENOBARBITAL   (1912)

                DIFENILIDANTOINA        (1938)

                ETOSUCCIMIDE    (1950)

                CARBAMAZEPINA       (1964)

                ACIDO VALPROICO           (1964)
“NUOVI” E “NUOVISSIMI”
                    ANTIEPILETTICI
(1970 - OGGI)
                     VIGABATRIN
                     FELBAMATO
                     GABAPENTIN
                     LAMOTRIGINA
                     OXCARBAZEPINA
                     TOPIRAMATO
                     TIAGABINA
                     LEVETIRACETAM
                     PREGABALIN
                     ZONISAMIDE
                     PERAMPANEL
Aspetti comuni
       Glutammato
                                      Rc NMDA

                                                Ca++ intracellulare

                            Rc Glutammato

GABA
               Rc AMPA
                                                                Pompa Na+/Ca++

                                 Influsso di calcio
            Canali Ca++
                                   Intracellulare:
            Voltaggio dependenti                                 Canali Na+
                                  eccito-tossicità
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI
    FARMACI ANTIEPILETTICI (1)
1.   Potenziamento di sistemi neurotrasmettitoriali inibitori
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI
         FARMACI ANTIEPILETTICI (2)
     2.   Modulazione dei fenomeni di conduttanza cationica di
          membrana

a)    Blocco uso dipendente del canale del Na+: carbamazepina, fenitoina, valproato,
      difenilidantoina, lamotrigina, topiramato;
b)    Correnti al Ca2+ (canali T): etosuccimide
MECCANISMI D’AZIONE DEI PRINCIPALI
    FARMACI ANTIEPILETTICI (3)
   3.   Riduzione di sistemi recettoriali eccitatori
Alcune caratteristiche farmacocinetiche comuni
 La maggior parte sono attivi per via orale e tutti devono
  entrare nel SNC

 L’assorbimento e’ in genere buono (80-100%)

 La maggior parte non sono legati in alta percentuale alle
  p.p. tranne: fenitoina, benzodiazepine, tiagabina, ac.
  valproico.

 Sono   metabolizzati principalmente dal              fegato
  (metaboliti attivi). Interazioni con altri farmaci

 Per la maggior parte emivita lunga (> 12 ore)
FARMACI ANTIEPILETTICI “CLASSICI” (established AEDs)
Farmaci efficaci sulle crisi parziali e tonico- cloniche generalizzate
IDANTOINE                    fenitoina
IMINOSTILBENI                 carbamazepina
BARBITURICI                  fenobarbitale
DEOSSIBARBITURICI            primidone

Farmaci con ampio spettro di attività antiepilettica
BENZODIAZEPINE               diazepam, lorazepam, clonazepam, clobazam
ACIDI CARBOSSILICI           acido valproico

Farmaci efficaci sulle assenze
SUCCINIMIDI                  etosuccimide
IDANTOINE: fenitoina o difenilidantoina
1938, ricerca di analoghi non sedativi del fenobarbitale [Aurantin®,Dintoina]®
Usi terapeutici                                        (orale, e.v)
• crisi parziali
• crisi tonico-cloniche generalizzate
• stato epilettico (i. v.)
• non è indicata per le assenze!
Effetti collaterali
• iperplasia gengivale (20%)
• sedazione inferiore a quella indotta dal fenobarbitale
• nistagmo, diplopia, atassia, vertigini
• raramente: rash cutanei, discrasie ematiche
Meccanismo d’azione
• blocca i canali Na+ in modo voltaggio- e frequenza-dipendente
• blocco selettivo della scarica neuronale ad alta frequenza; non interferisce con
la scarica neuronale fisiologica
Fenitoina
            Eliminazione dose-dipendente: a
            basse concentrazioni segue una
            cinetica di I° ordine, a conc. piu’
            elevate ci si avvicina al limite
            delle capacita’ metaboliche del
            fegato e piccoli aumenti di dose
            portano a variazioni importanti
            delle concentrazioni ematiche

            Emivita varia da 12-36 ore a
            seconda del paziente (media 24
            ore)

            Si inizia con dosaggio di 300
            mg/die e poi si aumenta a piccole
            dosi.

            Problemi di tossicita'
IMINOSTILBENI: carbamazepina
1960: nevralgia del trigemino 1974: efficacia antiepilettica [Tegretol®](orale)
Usi terapeutici
farmaco di prima scelta per:
• crisi parziali
• crisi tonico-cloniche generalizzate
• non è indicata per le assenze!
Effetti collaterali
• sonnolenza inferiore a quella indotta dalla fenitoina
• vertigini, atassia, diplopia
• rash cutanei
• discrasie ematiche (rare)
Meccanismo d’azione
• “fenitoino-simile” di blocco dei canali Na+ in modo voltaggio- e frequenza-
dipendente
Interazioni: con fenitoina
BENZODIAZEPINE

Usi terapeutici
• convulsioni miocloniche
• assenze epilettiche
• spasmi infantili
Effetti collaterali             Frisium ® (orale)            Rivotril® (orale)
•sedazione
• rallentamento psicomotorio
•amnesia                                            Accumulo!
• alterazioni comportamentali (infanzia)
• tolleranza e dipendenza!
Meccanismo d’azione: potenziamento della trasmissione gabaergica tramite
interazione allosterica con il recettore GABA A (aumento della frequenza di
apertura del canale).
BENZODIAZEPINE

Uso terapeutico                    Noan®,Valium® (e.v.)         Tavor® (orale)
• entrambe le molecole (1 a scelta lorazepam) si usano i.v. nello stato epilettico
• il diazepam (supposte) in occasione di attacchi febbrili per prevenire le
convulsioni
febbrili nei bambini a rischio

Meccanismo d’azione: potenziamento della trasmissione GABAergica tramite
interazione allosterica con il recettore GABA A (aumento della frequenza di
apertura del canale).
ACIDO VALPROICO
anni ‘ 60: veicolo durante la sperimentazione di molecole ad attività
antiepilettica

Depakin® (orale)

Usi terapeutici
• crisi parziali e tonico-cloniche generalizzate
• assenze

Effetti collaterali
• aumento di peso
• dispepsia, nausea
• epatopatia, in rari casi epatite fulminante
controllare la funzionalità epatica!

Meccanismi d’azione
• stimolo della sintesi e/ o inibizione della degradazione di GABA
• blocco “fenitoino- simile” dei canali Na+
• inibizione di canali al Ca2+ e riduzione del rilascio di glutamato
Interazioni: Aumento conc. antiepilettici tranne oxacarbamazepina
SUCCINIMIDI: etosuccimide
Zarontin®(orale)
Usi terapeutici
• farmaco di prima scelta nelle assenze

Effetti collaterali
• anoressia, nausea, vomito
• sonnolenza o euforia
• rare reazioni idiosincrasiche

Meccanismo d’azione

• blocca selettivamente i canali al Ca2+ voltaggio-dipendenti di tipo T

• sopprime gli spikes dei neuroni talamici in un circuito talamo-corticale
coinvolto nella genesi delle assenze epilettiche

Interazioni: con fenitoina
Altro: Brivaracetam
Reazioni
                               idiosincrasiche
                               gravi da
                               antiepilettici
   Anemia aplastica

  Insufficenza epatica
   acuta

Sindrome di Stevens-Johnson
Necrolisi epidermica tossica
ANTIEPILETTICI
    TERAPIA PROFILATTICA
    1a MONO-    TERAPIE (da 1 o 3 somministrazioni/die)
    2a MULTI-

     SCELTA

                   !   INTERAZIONI: • INDUZIONE        METABOLISMO –
                                    • INIBIZIONE       CYP 450

                                    • SPIAZZAMENTO (LFP)
AVVERTENZE : SOSPENSIONE  sempre alto rischio di rebound
                GRAVIDANZA      ! di teratogenicità con tutti gli antiepilettici.
                ALLATTAMENTO  permesso con terapie a dosi normali (tranne
                            barbiturici, etosuccimide)
                GUIDA           veto alla conduzione di mezzi pubblici se non
                              dopo 2 anni di assenza di crisi (documentati)
QUANDO SOSPENDERE IL TRATTAMENTO

Sospensione graduale
Epilessia Refrattaria
       l’uso di due o più farmaci antiepilettici
  a dosaggi adeguati non determina la remissione
                      delle crisi

  Circa 1/3 dei pazienti con epilessia refrattaria
 Farmacoresistenza? (glicoproteina P1?)

20% dei pazienti con epilessia generalizzata primaria
35% dei pazienti con epilessia parziale
10-30% dei bambini
Approccio chirurgico
Stimolazione del nervo vago (VNS)
Trattamento approvato dalla FDA e praticato per curare l'epilessia farmaco-
resistente. È indicata a tutti i pazienti epilettici e depressi che non risultano
ottenere benefici dalle terapie farmacologiche convenzionali.

Consiste       nell'impianto     chirurgico
sottocutaneo di un piccolo generatore
d'impulsi a batteria - simile a un
pacemaker - che viene posizionato nella
parte sinistra dell'alto torace. Alcuni fili
sottili e flessibili vengono fatti passare
sottopelle fino al collo ed erogano
impulsi moderati ed intermittenti al
nervo vago sinistro, sul quale vengono
collocati due elettrodi e un ancoraggio. Il
nervo vago trasmette tali impulsi a
diverse aree del cervello.

Anche per la depressione-resistente
CONCLUSIONI
L’epilessia è una patologia a forte impatto sociale che richiede un approccio
   globale di tutti i suoi aspetti.

I pazienti richiedono perciò un constante monitoraggio dell’evoluzione dei
   propri sintomi ed una valida terapia farmacologica di mantenimento.

Obiettivo principale è la profilassi delle crisi ma anche il miglioramento della
  qualità della vita e della compilance del paziente adottando approcci
  farmacologici combinati, in modo da sinergizzare l’attività di più principi
  attivi e nel contempo ridurre l’incidenza degli effetti collaterali utilizzando
  dosi minori di più farmaci. Ciò è stato ottenuto grazie ai progressi della
  terapia farmacologica che sta diffondendo, in tutti gli ambiti terapeutici,
  regimi combinati con somministrazioni once a day.
Dolore cronico
Dolore cronico
Puoi anche leggere