Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo - Webflow

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Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo - Webflow
L'immaginario
si fa immagine
il processo traduttivo da visualizzazione
mentale a prototipo audiovisivo
Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo - Webflow
Politecnico di Milano
Anno Accademico 2018/19

Tesi di Laurea Magistrale in Design della Comunicazione

L'immaginario si fa immagine. Il processo traduttivo
da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo

Studente: Andrea Egidi (896962)
Relatori: Marco Capovilla, Maria Luisa Galbiati

                                                          2
Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo - Webflow
INDICE
 0. introduzione
 1. la tematica
                   1.1   Introduzione alla Mindfulness
                   1.2 Embodiment. La PNEI, oltre la medicina tradizionale
                   1.3 Il Metodo Simonton
 2. l’ascolto
                   2.1 Caterina e la sua visualizzazione
                   2.2 Traduzione da immaginario a immagine                  1
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3. Arte e scienza
4. La creatività
                    4.1 Il documento di creatività
                    4.2 Lo storyboard

5. IL PROGETTO
                    5.1 Le riprese
                    5.2 Gli elementi 3D
                    5.3 La composizione

6. Conclusione                                   Bibliografia   2
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INTRODUZIONE
                                                                                                                                                                    C
                                                                                                                                                                    0

Il progetto nasce a luglio 2019, dopo una chiac-      ha impiegato troppo tempo nel costruirsi un suo        nare l’immaginario sviluppatosi nella sua testa. Il
chierata con la mia amica Beba che mi raccon-         immaginario ben chiaro e dettagliato, e, dopo          mio intervento consiste infatti nel provare a esse-
ta di un’innovativa tecnica psicoterapeutica di       una singola sessione guidata di rilassamento           re un traduttore visuale oggettivo di una realtà
visualizzazione a cui si sta sottoponendo sua         e visualizzazione, le è riuscito molto naturale        del tutto soggettiva e personale; lo scopo, defini-
madre, Caterina Vitali, che al tempo lottava e che    continuare il metodo in autonomia.                     to fin dal primo incontro, è stato quello di rappre-
ora sta sconfiggendo una forma rara di tumore.        Col tempo la chemioterapia è diventata per lei         sentare a video le visualizzazioni di Caterina.
Con l’assistenza della psicologa, la dott.ssa         un momento di raccoglimento, di solitudine e           Come progettista il mio intento è quello infatti
Luciana Murru dell’Istituto Nazionale dei Tumori,     pace, dove, con musica classica in cuffia, chiusa      di creare un elaborato multimediale che escluda
Caterina è stata introdotta al Metodo Simonton,       in una coperta, lasciava agire le medicine e la sua    qualsiasi intimismo personale ma che, attraverso
pratica psico-oncologica di supporto alle cure        mente era concentrata, proiettata in un mondo          l’ascolto pedissequo e analitico della narrazione
chemioterapiche, ancora poco conosciuta al            fittizio creato da lei stessa, dell’immaginazione.     e descrizione delle visualizzazioni, possa essere
mondo, e tanto meno in Italia. Attraverso il rilas-   Prima dell’inizio della chemioterapia non riusciva     rappresentazione fedele del suo immaginario.
samento e le visualizzazioni, la paziente è stata     ad accettare la necessità di un trattamento così
guidata e preparata a gestire l’ansia e lo stress     fisicamente gravoso, che nell’immediato porta          Questa tesi è da considerasi come un report
che le cure invasive e la malattia procurano. La      con se molti effetti collaterali e nessun tipo di      metodologico e produttivo di come ho agito
pratica è divisa in due momenti; il rilassamento      miglioramento visibile. Durante la chemioterapia       in tutto il processo di creazione di tale prodot-
psico-fisico, indotto da esercizi di respirazione     il corpo reagisce violentemente, e viene d’istinto     to multimediale, dalla primissima fase di ricer-
e concentrazione, e la visualizzazione, ovvero lo     leggere tali fenomeni più come un ribellarsi alla      ca al risultante finale. Il progetto è pertanto un
sforzo nel creare immagini mentali spontanee          cura che una risposta di efficacia.                    artefatto documentaristico e di reportage speri-
o intenzionali, metafore del processo di guari-       L’idea del progetto si è formata solo nel momen-       mentale, dove, se da un lato la finalità è quella di
gione. Caterina, art director di professione, non     to in cui Caterina ha sentito la necessità di ester-   informare un pubblico eterogeneo costituito da         3
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personale clinico, pazienti e curiosi di medicina       da qualsiasi tipo di pregiudizio di tipo estetico.       della produzione, che in questo specifico caso si   C
               alternativa, dall’altra si tenta di creare una tradu-   L’approccio è del tutto sperimentale e persona-          è sviluppato ha avuto tale sviluppo: lo shooting,
               zione ed esternazione di un processo mentale            le, poiché non applicabile universalmente ad             la costruzione e animazione in 3d degli elementi,
               soggettivo attraverso un video a tecnica mista.         altre casi. Tuttavia, è interessante menzionare in       la composizione, il montaggio e il color grading    0
               Ho voluto porre più enfasi nei primi capitoli, nei      questa tesi alcuni interventi tra l’arte e scienza,      delle scene finali.
               quali vado a descrivere come la ricerca sulla           come gli artisti operano a livello comunicativo
               tematica, prima di tutte, seguita da una ricerca        una rielaborazione di concetti scientifico-astrat-
               metodologica, siano state propedeutiche all’ini-        ti. L’arte infatti è un ottimo strumento di lettura di
               zio del progetto. Questa prima fase di desk rese-       molti fenomeni, alcuni dei quali la scienza anco-
               arch è stata tale al fine di preparami al momento       ra non riesce a dare spiegazione, come in questo
               cruciale dell’ascolto, dove io e Caterina, faccia a     caso, i meccanismi immaginifici della mente e la
               faccia, ci siamo confrontati sullo sviluppo della       loro traduzione visuale.
               narrazione e dei metodi di riproduzione.                Da questo primo confronto ho ritenuto opportuno
               La prima istanza è quella di delineare il campo         creare un documento di creatività (o art direction),
               di studio del Metodo Simonton, partendo dalla           il quale stabilisce a livello foto-videografico i vari
               descrizione della Mindfulness, le teorie, le criti-     elementi della visualizzazione. Questo documen-
               che e i trend (da notare che tutte le ricerche          to è da considerarsi come il primo elaborato di
               correlate al tema della Mindfulness sono conte-         traduzione visiva dell’immaginario di Caterina. È
               stualizzate nella società americana dagli anni          una moodboard di fatti che diventa l’intermedia-
               ’70 ad oggi), alla scienza della PNEI - psiconeu-       rio tra i due interlocutori che dialogano.
               roendocrinoimmunologia, fino al concetto di             Da queste linee guida si incomincia a delinea-
               embodiment corpo-mente.                                 re il progetto vero e proprio: che artefatto ci si
               Un secondo approfondimento è stato d’aiuto              aspetta, che tecniche vengono utilizzate, come
               a seguito dell’incontro di ascolto con Caterina,        vengono espressi i messaggi, come vengono
               al fine di comprendere le varie metodologie di          curati i singoli dettagli stilistici. Lo scambio di
               traduzione e transcodificazione da un linguaggio        informazioni tuttavia non finisce con la stesura di
               dell’immaginario a immagine. Questo momen-              un documento, che viene consultato ogni qual-
INTRODUZIONE

               to è infatti da definirsi il più delicato e cruciale    volta si agisce produttivamente, ma di volta in
               di tutto il progetto poiché il designer, nei termi-     volta c’è un continuo confronto che termina con
               ni di questo tipo di progetto, deve ascoltare la        il progetto stesso. I due interlocutori sono sempre
               persona in maniera del tutto oggettiva, evitando        in comunicazione per tutto il tempo del progetto.
               qualsiasi tipo di interpretazione e astenendosi         I capitoli successivi trattano quindi tutte le fasi                                                          4
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LA TEMATICA

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PER UNA MEDICINA PIù
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                                                                                                                                                                   1

  OLISTICA E INTROSPETTIVA
              1.1     Introduzione alla Mindfulness
              Il Metodo Simonton si colloca tra le varie tecniche di Mindfulness, ovvero
              tutte quelle pratiche meditative di base a trattamenti psicologici, i quali
              sono stati sviluppati e cercano validazione in ambito clinico. Queste infat-
              ti hanno dimostrato aver grandi benefici per patologie psicologiche con
              anche miglioramenti di molti parametri ematici, come quelli legati a pato-
              logie infiammatorie. Attraverso esercizi meditativi si porta il soggetto a      In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute
              porre l’attenzione su di sé e sul momento presente. Tutte queste tecniche
              tuttavia richiedono da parte del praticante un costante allenamento (trai-               e verso la malattia , come verso tutto il resto.
              ning) fino a che lo stesso non raggiunge uno stadio avanzato di autono-
              mia e auto-addestramento, nel quale sa riconoscere gli avanzamenti e le
              problematiche, ponendosi sempre nuovi obiettivi.
              Da questa definizione si sono sviluppate nel tempo delle categorie di                     A ntifonte, filos ofo gre c o del V s e c olo A .C .
              tecniche psicoterapeutiche validate in campo clinico, le quali:
la Tematica

                    - Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), programma diffuso
              dal Dott. Jon Kabat-Zinn, che affonda le proprie radici nelle dottrine spiri-
              tuali dell’estremo oriente e che quindi mette in congiunzione la medita-
              zione, consapevolezza del corpo (body scanning) e yoga. Il fine di tale
              metodo è quello di aumentare la consapevolezza dell’hic et nunc, ovve-                                                                               6
1.
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ro la consapevolezza momento per momento, mitigando atteggiamenti               mentali e con problemi post-traumatici (Swert J, Apsche J, 2014)                 C
              autocritici sul passato e sul futuro. Pragmaticamente il MBSR tende a
              migliorare e abbassare i livelli di stress cronico, riconosciuto come una       Tuttavia le tecniche di Mindfulness tendono ancora a non essere rico-
              causa scatenante di varie malattie, tra cui il cancro (Jon Kabat-Zinn, 2013)    nosciute dalla comunità scientifica. Molti nel mondo accademico, clini-          1
                                                                                              co e scientifico hanno preso le distanze dalla Mindfulness soprattutto
                    - Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MCBT) è una terapia psico-         per l’insufficienza qualitativa nei risultati di ricerca e per la metodologia
              logica funzionale al prevenire la ricaduta di depressioni in pazienti con un    poco dettagliata dei casi di studio nonostante queste pratiche siano state
              trascorso di MDD (Major Depressive Disorder) o depressione clinica. La          adottate largamente in scuole, prigioni, ospedali ed altre istituzioni per gli
              tecnica, sempre basata sulla meditazione di Mindfulness, porta il pazien-       effetti positivi validati in ambito psicologico.
              te a esaminare e osservare pensieri e sentimenti oggettivamente, senza          La Mindfulness, è importante ribadire, non sostituisce ma affianca la
              alcun tipo di giudizio (Piet J. Hougaard, 2011).                                psicoterapia e gli strumenti convenzionali della psichiatria, e qualsiasi
                                                                                              altro tipo di trattamento clinico. Continua ad esserci quindi un’impor-
                    - Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è considerata una               tante resistenza da parte del personale clinico (medici, psicologi, psichi-
              forma di CBA (Clinical Behavior Analysis) che usa l’accettazione e stra-        atri, infermieri), che fanno affidamento esclusivo su pratiche riconosciute
              tegia di Mindfulness in correlazione con strategie per migliorare la dedi-      dalla medicina moderna.
              zione e la forza del cambiamento nella propria vita al fine di accrescere la    Attualmente esiste un’ampia serie di critiche rispetto alla Mindfulness e
              propria flessibilità psicologica e personale nei confronti di se stessi e del   a tutte le pratiche ad essa associate per ragioni speculative ed etiche. In
              mondo esterno (Steven C. Hayes, Jason Lillis, 2012).                            prima linea c’è Ronald E. Purser, il quale con il suo McMindfulness: How
                                                                                              Mindfulness Became the New Capitalist Spirituality, presenta una lunga
                    - Dialectical Behavior Therapy (DBT) focalizzato su pazienti con          accusa alla Mindfulness, contestualizzato in una società americana
              disturbi border-line di personalità, quali disturbi dell’umore, ideazione del   estremamente capitalizzata. Egli si scaglia contro un sistema di market-
              suicidio, autolesionismo e l’abuso di sostanze stupefacenti. Le tecniche        ing costruitosi intorno alla Mindfulness, e più precisamente al MBCT, pur
              di meditazione di Mindfulness sono, in questo caso, mirate a mettere in         riconoscendo gli effetti benefici sulla psiche di tali pratiche. Il suo è un
              dialettica “gli opposti per la riconciliazione in un continuo processo di       discorso che riguarda più la sfera etica e morale, di impronta anticapi-
              sintesi”, citando Marsha M. Linehan, psicologa e autrice americana crea-        talistica, poiché crede che “questa [la Mindfulness] promuove un focus
              trice del DBT (Chapman, 2006).                                                  su se stesso e su meccanismi interni della mente, deviando l’attenzione
la Tematica

                                                                                              dalle cause di stress in una società moderna costituita da ineguaglian-
                   - Mode Deactivation Therapy (MDT) è un programma ibrido che                za, austerità, e ingiustizia. Come risultato, rinforza le ragioni di sofferen-
              mette insieme alcuni elementi dell’ACT, del DBT e tecniche di Mindful-          za.” Effettivamente il business dietro a questa panacea meditativa ha ora
              ness con l’intento di assistere i pazienti nella consapevolezza e l’accetta-    un valore che si aggira sui quattro miliardi di dollari, con oltre 100.000
              zione non giudicante di pensieri e sentimenti spiacevoli e angoscianti. Si      pubblicazioni sul tema e dozzine di app che promuovono una Mindful-
              specializza come trattamento per adolescenti con problemi comporta-             ness fai-da-te. (Purser, R. E., 2019)                                            7
1.
Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo - Webflow
Come indica chiaramente il titolo del libro di Purser, la Mindfulness sta       attente all’individuo, non più al gruppo sociale. La salute mentale quindi      C
              registrando un boom di popolarità come mai prima, un trend che non              diventa tematica discussa; le celebrità portano sotto i riflettori esperienze
              sembra moderarsi col tempo. Basti pensare alla grande popolarità di             personali, traumi e violenze, le aziende private e le istituzioni pubbliche
              Headspace, app semplice ed accattivante per la meditazione fai-da-te            discutono di una nuova work-life balance e, più in generale, si tende ad        1
              che riesce a coprire quasi interamente tutte le tecniche di Mindfulness.        avere più cura del proprio io psichico.
              L’app, emblema di uno Zeitgeist che riflette tutta la tematica del benessere    La combinazione di un business così espanso, un carente fondamento
              psichico (mental health), è stato stimato possa avere un valore di circa        scientifico e una superficialità etica e metodica nella pratica e nell’inseg-
              $250 milioni di dollari con più di 11 milioni di download (Forbes, 2017).       namento hanno creato un’aurea di leggerezza e inattendibilità attorno al
              Questa tendenza ed interesse verso il mondo della Mindfulness non               tema della meditazione Mindfulness in ambito clinico, creando quindi un
              nasce però fortuitamente, ma è solo la punto di un iceberg di un momen-         giudizio preclusivo esteso in tutto il campo scientifico-medico.
              to storico bene preciso. Per poter leggere e capire a fondo il trend della
              Mindfulness ad oggi bisogna conoscere e comprendere le caratteristiche
              della Gen Z (persone nate dal 1996 al 2006 - USA.) Secondo l’American
              Psychological Association quasi il 91% degli adulti appartenenti alla Gen       1.2 Embodiment. La PNEI oltre la
              Z dichiarano di aver vissuto almeno un sintomo fisico o emotivo causato
              dallo stress, come depressione, tristezza, mancanza di interesse, motivazi-     medicina tradizionale
              one o energia. Solo la metà di loro riesce a gestire tali stati. Succeduti
              alla precedente generazione, i Millennials, caratterizzata da un benessere      Eppure la medicina sta cercando nuove metodologie che possano inte-
              economico e sociale, sono infatti gli individui più esposti agli eventi di      grare con più rigore scientifico la psicologia e la psicoterapia: in questi
              instabilità del nuovo millennio. I drammatici cambiamenti economici (la         termini nasce la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia.) La PNEI
              grande recessione), demografici (nuovi flussi migratori), politici (populis-    infatti potrebbe essere una valida risorsa scientifica che possa giustifi-
              mo dilagato nei maggiori paesi dell’occidente) e sociali (numerosi atten-       care la Mindfulness come pratica d’affiancamento alle terapie cliniche
              tati negli istituti superiori negli USA) sono solo alcuni esempi di formative   tradizionali.
              events caratterizzanti questa generazione. Tutto questo grava sulle loro        Questa è la scienza che sintetizza in una disciplina le ricerche in campo
              spalle ma è la generazione che per prima ne sa prendere atto e decide           psicologico, neurologico, endocrino e immunologico, sotto il cappello
              di esternare il disagio sociale e psichico che ciò comporta (American           di una medicina più olistica e comprensiva del complesso sistema che
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              Psychological Association, 2019). Grazie ai social e ad una comunicazi-         mette in correlazione biologicamente la mente e il corpo. Si cerca, in tal
              one che viaggia più veloce che mai, il mondo (soprattutto quello del busi-      senso, di superare un principio fondante di tutta la medicina moderna.
              ness) incomincia ad ascoltare i nuovi bisogni ed esigenze di questa fetta
              di mercato. La moda, il mondo della comunicazione e dei media, la musi-            E notando che questa verità: io penso dunque sono, era così solida
              ca sono i primi recettori e, di conseguenza, si adattano a parlare lo stesso       e sicura che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non
              loro linguaggio, un linguaggio più introverso che interessa tematiche più          erano capaci di scuoterla, giudicai di poterla accogliere senza scru-        8
1.
polo come il primo principio della filosofia che cercavo [...] Pervenni    radici in studi remoti dei primi del ‘900 sullo stress e il suo effetto sugli    C
                 in tal modo a conoscere che io ero una sostanza, la cui intera essen-      animali, sull’uomo e sulla sopravvivenza. Primo fra tutti è Claude Bernard
                 za o natura consiste nel pensare, e che per esistere non ha bisogno        (1813-1878), fisiologo francese, il quale sviluppa il concetto di milieu
                 di alcun luogo, né dipende da alcuna cosa materiale. Di guisa che          interieur, ovvero un ambiente organico interno che ha un proprio equi-           1
                 questo io, cioè l’anima, per opera della quale io sono quel che sono,      librio; questo oggigiorno viene chiamato omeostasi. Partendo da ques-
                 è interamente distinta dal corpo, ed è anzi più facile a conoscere di      to concetto Walter Bradford Cannon (1871 - 1945), fisiologo e psicologo
                 questo; e anche se questo non fosse affatto, essa non cesserebbe di        americano della Harvard University, sviluppa il concetto di fight or flight
                 essere tutto quello che è. [Descartes, Discorso sul metodo - Cogito        (combattere o fuggire), il quale riassume l’atteggiamento psichico degli
                 ergo sum, IV]                                                              animali sottoposti a situazioni stressanti di sopravvivenza. È una reazi-
                                                                                            one neuro-fisiologica che si manifesta in risposta a un evento percepi-
              Cartesio (Descartes), con questo enunciato, concepisce la mente e il          to come pericoloso per la propria incolumità o i propri cari. Come gli
              corpo come due cose conciliabili seppure separate. Egli, infatti, fautore     animali, anche l’uomo risponde ugualmente; ad eventi stressanti esterni
              del celebre dualismo mente-corpo o anima-corpo, chiamava la mente res         si genera una scarica generale del sistema nervoso simpatico, producen-
              cogitans (cosa pensante) ovvero il pensiero, l’ambito delle idee, il conte-   do una cascata ormonale di adrenalina e noradrenalina che preparano
              nuto vero del pensato, che priva di estensione, di dimensione temporale       l’organismo intero all’attacco o alla fuga e mobilitando risorse energe-
              e spaziale, vive in uno spazio definito e in un tempo preciso, e il corpo     tiche da tutto l’organismo. Tutto questo sistema è regolato dal sistema
              res extensa (cosa estesa), non pensante, che costituisce il mondo mate-       nervoso autonomo, ovvero il sistema di controllo che agisce in maniera
              riale, finito e determinato. Non c’è quindi nessuna relazione tra mente e     inconscia e regola frequenza cardiaca, digestione, frequenza respiratoria,
              corpo, dove il pensare viene immaginato come un processo autonomo             reazione pupillare, minzione ed eccitazione sessuale. Esso è compos-
              che agisce in maniera completamente indipendente dal corpo. Questo            to da due sistemi: il sopracitato sistema nervoso simpatico e il sistema
              dualismo fra anima (o mente) e corpo è quello che accompagna gli studi        nervoso parasimpatico. Durante gli eventi di stress avviene quindi un
              di medici separando lo studio del corpo dallo studio della mente con la       processo allostatico; l’equilibrio dell’ambiente interno (omeostasi) viene
              psichiatria (E. Soresi, Il cervello anarchico, 2006).                         alterato dal sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpa-
              La PNEI, d’altra parte, si impegna a superare questa visione dualisti-        tico ha il compito di ristabilire l’omeostasi. Questo equilibrio tuttavia non
              ca presentata da Cartesio al fine di chiarificare quelle connessioni che      viene ristabilito da principio, ma ne crea sempre uno nuovo, creando un
              rendono il sistema nervoso, mente, immunità e regolazione ormonale un         processo adattivo del “rimanere stabile pur essendo variabili” (Sterling e
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              unico e complesso sistema di controllo omeopatico dell’individuo. Un          Eyer, 1988). Pertanto questo processo di omeostasi-allostasi-omeostasi
              sistema d’insieme che non solo è sintesi di più branche della medici-         non è altro che la costante messa a punto della dialettica fra il biologico
              na, ma anche un punto di condivisione, sviluppo e ricerca per le singole      e il sociale (Rosa, 2001).
              discipline; queste infatti non hanno uno sviluppo omogeneo, non alla          Lo stress è un fenomeno naturale che il nostro corpo subisce di continuo,
              stessa velocità e con implicazioni molto differenti.                          il quale può avere dei risvolti positivi (prestazioni fisiche migliori, felic-
              La disciplina della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia fonda le proprie           ità, innamoramento) o nocivi per la nostra salute (patologie). Nel caso          9
1.
in cui subiamo uno stress protratto nel tempo, in questo caso stress              sia quelle di livello basso, Cervello Antico o Sistema Limbico - responsa-            C
              cronico, il sistema nervoso parasimpatico spinge il midollare surrene a           bile della affettività. L’impulso, nato dai lobi frontali, giudici di tutto l’agire
              produrre cotecolamine (adrenalina e noradrenalina) rimanendo in uno               ragionale, scende all’ipotalamo, struttura del sistema nervoso centrale e
              stato di allostasi prolungata, che il nostro organismo non può tollerare.         base di controllo di molte delle attività di omeostasi, e al midollo allun-            1
              L’insorgere di malattie avviene anche poiché si manifesta una produzione          gato, regolatore della respirazione e responsabile del tono muscolare
              di citochine pro-infiammatorie IL6, che attaccano i tessuti, aumentano la         dei vasi, della frequenza cardiaca e della pressione cardiaca. Il processo
              pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, e causano una depressione            di embodiment termina con il sistema neuroendocrino, diffuso a tutto il
              del sistema immunitario.                                                          nostro corpo, grazie al quale l’impulso cerebrale raggiunge la periferia.
              La PNEI riconosce quindi che fattori esterni di stress psichico inducono          Come conclude Enzo Soresi ne Il cervello anarchico “tutti noi, e in parti-
              tutta una serie di fenomeni biologici concatenati che portano a malattie,         colare noi medici, siamo convinti che il processo cognitivo sia solo quello
              tra cui il tumore. Se considerata nella sfera della medicina olistica, la PNEI    legato alla comunicazione razionale espressa attraverso il linguaggio e
              cerca pertanto di venire incontro ai disturbi dei pazienti considerando           la scrittura, ma se ci abituassimo a considerare cognitivo ogni stimolo
              anche i bisogni spirituali della persona, oltre che ad aprirsi ad aree di cure    percettivo riusciremmo con tutta probabilità a sviluppare una medicina
              cosiddette non convenzionali, come la Mindfulness.                                molto più ricca di contenuti biologici. L’emozione, infatti, è già intrinseca-
              Come approfondisce il dott. Enzo Soresi nel suo libro, Mitocondrio mon            mente cognitiva.”
              amour (Utet 2015), e ancora più ne Il cervello anarchico, l’imparare a rico-      L’effetto placebo è la prova di come l’autosuggestione, il sentimento e il
              noscere, e esprimere e comunicare le proprie emozioni è l’unico modo              pensiero hanno un effetto intrinseco sul corpo. Infatti questo è la capacità
              per essere biologicamente noi stessi, pertanto praticare la Mindfulness           dell’organismo di liberare sostanze endogene con finalità terapeutiche.
              è quell’addestramento che ci porta a coglierle. Le emozioni scaturite da          Anche per la medicina e la farmaceutica l’effetto placebo viene riconos-
              eventi estemporanei vengono come ingabbiate nei modi di pensare e                 ciuto come un punto di riferimento, tanto che ci si sta rendendo conto
              agire abituali, nei nostri schemi cognitivi ed affettivi. In questo senso, il     che non può essere considerato meramente come un fenomeno di auto-
              ripetersi costante di eventi negativi (considerati per il singolo tali) e il      suggestione, ma che spesso le aspettative personali si integrano con la
              rifiuto di volere interagire con essi, e ancor prima di volerli riconoscere, ci   corretta risposta terapeutica e che l’effetto placebo può quindi agire in
              porta ad accumulare stress.                                                       sinergismo alle cure proposte.
              È un processo di embodiment, quello psiche-corpo, che riconosce, come
              teorizzato dal neurofisiologo Antonio Damaso nel suo L’errore di Cartesio
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              (1995), l’emozione come atto decisionale. Viene quindi ribaltata l’ipotesi
              avvalorata da credenze ampiamente diffuse che i sistemi neurali fossero           1.3 Il Metodo Simonton
              distinti per l’attività razionale e quella emozionale; un atto decisionale
              è quindi impossibile se non è supportato da un intervento emozionale.             Oscar Carl Simonton, psicologo e oncologo e la moglie Stephanie
              Alla costruzione della ragione cooperano sia le regioni cerebrali di livello      Matthews-Simonton, psicoterapeuta, avevano identificato due gruppi di
              alto, la Neo corteccia - responsabile delle attività intellettive superiori,      pazienti malati di cancro: il primo caratterizzato da un atteggiamento di             10
1.
apatia, depressione, rinuncia che portava a un rapido peggioramento.               di vita durante e dopo la malattia. Nel mentre del percorso terapeutico           C
              Il secondo gruppo era invece costituito da malati che si ponevano una              di chemioterapia, radiazioni e/o post-operazione si propone al paziente
              motivazione esistenziale forte che impediva loro di morire se prima non            un’attenta analisi dei propri pensieri disfunzionali, un’approfondimento e
              l’avessero soddisfatta. Questa scoperta affascinò i due medici e li indusse        la comprensione ponderata delle emozioni. Questo avviene attraverso due            1
              a cercare un percorso di addestramento psichico finalizzato ad un risul-           momenti: il primo è di rilassamento, ovvero una serie di esercizi focalizzati
              tato terapeutico. In quest’ottica nasce il Metodo Simonton, tecnica medi-          sul respiro e il body-scanning, e un secondo di visualizzazione, durante la
              tativa di Mindfulness basata sulla visualizzazione guidata, la quale, affian-      quale si pone la concentrazione sull’idea del proprio corpo in una dimen-
              cata alle cure tradizionali (chirurgia, chemioterapia, radioterapia), si pone      sione immaginifica.
              come sostegno psicoterapeutico ai malati di tumore.                                Il rilassamento non è solo una fase preparatoria alla visualizzazione, ma
              Nel 1978 esce negli USA col nome di Getting Well Again, il manuale dove            è il primo passo per prender consapevolezza di come le proprie emozi-
              vengono raccolte le ricerche relativamente al nuovo metodo e la guida              oni abbiano contribuito alla malattia. È un momento di raccoglimento
              introduttiva per i pazienti. Oscar Carl Simonton, psicologo e oncologo,            e di congiunzione tra la mente ed il corpo, nel quale si vuole abbassare
              la moglie Stephanie Matthews-Simonton, psicoterapeuta, e James L.                  il livello di stress e tensione causato dalla malattia. Per molti pazienti di
              Creighton, oncologo, possono essere considerati pionieri della discipli-           cancro, il corpo diventa un nemico, poiché questo li ha traditi portan-
              na della PNEI, poiché l’innovativo metodo introduceva la psicoterapia              doli alla malattia e minando le loro vite. Si sentono alienanti e diffidano
              nell’oncologia, introducendo una terapia omnicomprensiva di bisogni                dell’abilità del loro fisico di sconfiggere la malattia. Imparare a gestire
              psichici e fisici. Il libro tuttavia, arrivato più tardi in Italia, non ebbe nel   questo tipo di rilassamento autoindotto attraverso il body-scanning aiuta
              nostro paese quel successo che ci si poteva aspettare. Il linguaggio della         ad accettare ancora una volta il proprio corpo e ad acquisire l’abilità di
              prima edizione infatti allontanò molti operatori sanitari (tra cui gli stessi      cooperare con esso nel percorso verso la guarigione.
              psicologi), poiché si usavano espressioni in cui si dava molto spessore            In un primo momento la concentrazione è focalizzata sul respiro, renden-
              alla parola guarigione. Le edizioni successive infatti si rifanno a ques-          dosi consapevoli del fluire dell’aria nel proprio corpo, contando i secondi
              to concetto con il termine di “ristabilimento”, poiché si ammette sulla            che passano tra l'inspirazione e l'espirazione. Dopo aver percepito uno
              guida che è frutto di teorie psicologiche-cognitive applicate ad essere di         stato di distensione attraverso tutto il corpo, si sposta il focus sulle singo-
              supporto ai pazienti oncologici (Murru, 2018).                                     le parti del corpo; questo momento di body-scanning permette la local-
              Si crede quindi che la malattia non sia unicamente un disturbo fisico, ma          izzazione del proprio corpo nel tempo e nello spazio, nel qui e nell'ora
              un fenomeno che riguarda tutta la persona, ovvero la mente, le emozioni,           (hic et nunc). I problemi del passato vengono spazzati via, come anche le
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              il pensiero razionale. Il paziente è quindi chiamato ed esortato ad agire          preoccupazioni per il futuro. Raggiungere questo stato di consapevolez-
              attivamente contro la malattia; la partecipazione è punto di svolta nel            za non è facile e non si acquisisce nell’immediato, ci vogliono diverse
              processo di cura. Questo programma, che si estende per tutto la regres-            sessioni durante il giorno e nelle settimane successive affinché si ha il
              sione/progressione della malattia, è un profondo lavoro sulle emozioni,            pieno controllo del proprio corpo. Dopo aver completato questa prima
              sulla speranza, sullo stress e sulla riprogettazione del proprio futuro. Di        fase, si passa alla visualizzazione guidata, la quale va considerata come
              fatti la malattia viene considerata come “occasione” per un cambio di stile        uno step avanzato al rilassamento, ma sempre parte di quest’ultimo.               11
1.
La visualizzazione guidata (in inglese guided imagery) è concepita come            C
                                                                                                                                       il linguaggio che la mente deve utilizzare al fine di mettere in comunica-
                                                                                                                                       zione le esperienze esterne con quelle interne. (Kabat-Zinn, 1990)
                                                                                                                                       Achterberg (1985) definisce la GI (guided imagery o visualizzazione                 1
                                                                                                                                       guidata) come «il processo del pensiero che invoca e usa i sensi: vista,
                                                                                                                                       udito, gusto e olfatto. I sensi del movimento, della posizione e del tatto.»
                                                                                                                                       Conclude descrivendo questo processo come «il meccanismo di comu-
                                                                                                                                       nicazione tra la percezione, le emozioni e il cambiamenti fisici.»
                                                                                                                                       La visualizzazione è in questo caso uno strumento motivazionale utile al recu-
                                                                                                                                       pero della salute, ma è anche molto importante per la riscoperta creativa di
                                                                                                                                       sé e di un nuovo stile di vita. Questa tecnica non è solo utilizzata nel campo
                                                                                                                                       psiconcologico, ma soprattutto in campo sportivo agonistico. Il meccanismo
                                                                                                                                       è quello di immaginarsi compiere azioni in futuro, le quali si desira accadino,
                                                                                                                                       come vincere una gara, avere successo nel lavoro, o, in questo specifico caso,
                                                                                                                                       combattere il cancro. L’immagine mentale deve essere ripetuta e ripropos-
                                                                                                                                       ta alla mente nel tempo, affinché la persona incominci ad agire in modo da
              Fig. 1.1 - Disegni delle visualizzazioni di una praticante del Metodo Simonton (Betty): la prima visualizzazione (sx),   conseguire il proprio scopo che ci si è riproposti. Molti sportivi, come Michael
              dopo sei mesi (dx).
                                                                                                                                       Phelps, praticano la Mindfulness con la visualizzazione guidata per aumen-
                                                                                                                                       tare le proprie prestazioni (Headspace, 2019).
                                                                                                                                       Il metodo Simonton non fa altro che riprendere questa tecnica della
                                                                                                                                       psicologia motivazionale (motivational psychology), dove la motivazione
                                                                                                                                       è intesa come un ciclo: i pensieri stimolano i comportamenti, le prestazi-
                                                                                                                                       oni raggiunte hanno effetto sui pensieri e il ciclo ricomincia. (Simonton,
                                                                                                                                       Metthews-Simonton, Creighton, 1978)
                                                                                                                                       Da questa teoria si sono sviluppati vari studi, i quali cercano di spiegare
                                                                                                                                       come la GI possa avere un reale effetto sul sistema immunitario.
la Tematica

                                                                                                                                       Tuttavia non è del tutto chiaro come questa possa agire a livello biologico
                                                                                                                                       sul sistema immunitario e neuroendocrino esteso al nostro corpo.
                                                                                                                                       Studi (cfr Trakhtenberg, 2008) suggeriscono che c’è un evidente incre-
                                                                                                                                       mento del numero dei globuli bianchi nel flusso sanguigno durante la
              Fig. 1.2 - Disegni delle visualizzazioni di una praticante del Metodo Simonton (Jennifer): la prima visualizzazione      fase di rilassamento; tuttavia ciò non succede durante la GI, durante
              (sx), dopo la prima visita (al centro), dopo sei mesi (dx).
                                                                                                                                       la quale si evidenzia una depressione del sistema immunitario. Ques-               12
1.
to avviene solo nella prima fase di training, poiché si è dimostrato un
              incremento esponenziale del numero di globuli bianchi durante la pratica
              protratta nei successivi 30, 60, 90 giorni successivi all’inizio della terapia.
              Per mancanza di tecnologie meno invasive nella misurazione ematica di
              globuli bianchi, ad oggi non è possibile dare una spiegazione scientifica.
              Tuttavia si può teorizzare che nei primi tentativi di visualizzazione il pazi-
              ente deve porre un’eccessiva attenzione e concentrazione, generando
              dello stress psichico che tende a deprimere il sistema immunitario. Solo
              nel momento in cui la visualizzazione diventa quasi un automatismo, si
              può registrare un importante aumento di globuli bianchi nel sangue. Si
              è anche teorizzato che un aumento o una diminuzione del numero dei
              globuli bianchi è causato dall’effetto di marginazione, ovvero il movimen-
              to di cellule del sistema immunitario verso la zone specifiche del corpo
              (solitamente dove ci sono infiammazioni), quindi si parlerebbe di “dislo-
              cazione”, spiegando un aumento o diminuzione dei globuli bianchi nei
              test. (Trakhtenberg, 2008)
              La visualizzazione guidata nel Metodo Simonton è una metafora imma-
              ginifica del proprio corpo, delle cellule tumorali, delle terapie che agisco-
              no e combattono le cellule maligne e il ristabilire di un nuovo equilibrio.
              Si inizia infatti proiettandosi in un luogo calmo e tranquillo, come fosse
              un passaggio dal rilassamento alla visualizzazione. Da lì si aggiungono
              sempre più elementi, come il trattamento che fluisce nel corpo, i globuli
              bianchi che vanno in battaglia contro il tumore, il cancro che col tempo
              si riduce e, nel caso di dolore, il corpo che agisce da solo nell’alleviare
              il malessere. In aggiunta si consiglia inquadrare anche dei nuovi obiet-
              tivi nella vita, durante e dopo la malattia, e attraverso la visualizzazione
la Tematica

              immaginarsi di raggiungerli.
              Ognuno col tempo trova la propria dimensione immaginifica, un proprio
              luogo, dove chiudersi e prendersi del tempo per se stessi. Ognuno ha la
              sua metafora, composta di ricordi positivi, racconti, film o frutto della propria
              immaginazione, ogni cosa va bene affinché sia immagine della battaglia
              vinta contro la malattia. (Simonton, Metthews-Simonton, Creighton, 1978)            13
1.
LA TRADUZIONE

                14
dall’immaginario all’immagine
  come un telefono senza fili
                2.1 Il momento dell’ascolto
                L’idea del progetto incomincia a prendere forma nel Luglio 2019, ma è solo
                nei primi giorni di Novembre che decido di incontrare Caterina Vitali per
                ascoltare le sue visualizzazioni. Dopo un incontro a luglio con la psico-
                terapeuta di Caterina, la dottoressa Luciana Murru, ho deciso di prende-
                re in mano il progetto. La dottoressa Murru mi ha introdotto al Metodo
                Simonton e a tutte quelle pratiche psicologiche con effetto diretto sul       La fantasia , l’invenz ione , la creatività pensano,
                fisico. Nei mesi precedenti all’ascolto mi sono principalmente dedicato
                alla ricerca sul Metodo Simonton, alla visualizzazione guidata, passan-                    L’immaginaz ione vede .
                do poi alla Mindfulness e alla PNEI. È stato un momento propedeutico
                importante, poiché personalmente avevo bisogno di un avere un quadro
                più generale di cosa stavo per affrontare. Non ho mai voluto ascoltare
                le parole di Caterina prima per non compromettere la sua visione con                      B runo M unari, Fantas ia.
LA TRADUZIONE

                la mia soggettività e intepretazione, che avrei sviluppato nel tempo. Una
                volta finita la ricerca a tavolino, ho chiesto un incontro con Caterina per
                poter ascoltare la sua visualizzazione, per poi passare nell’immediato alla
                parte di creatività e definizione delle linee guida visuali del progetto.

                L’incontro è durato circa un’ora e trenta minuti. Il transcript di seguito.
                                                                                                                                                     15
2.
Come vivi l’esperienza della visualizzazione, come ti prepari e in che modalità la affronti?

                Molto importante è l’aspetto fisico, quindi indossavo cappello, coperta,              Io quindi dovevo visualizzare il farmaco che entrava nel mio corpo, proprio
                con gli occhi chiusi e con Mozart alle orecchie. L’esterno tutto molto ovat-          come un mio alleato, come mi aveva spiegato Luciana. Un alleato che avreb-
                tato. Molto comoda, quasi stesa, rilassata. Iniziavo con dieci inspirazioni           be combattuto la malattia. Tu devi contare che in tutta questa malattia, con
                da dieci secondi, quindi dieci secondi di inspirazione e dieci secondi di             cui comunque convivo dal 2013, non l’avevo mai considerata come qualco-
                espirazione. Questo diciamo era il metodo che usavo e che uso tutt’ora                sa da combattere. Anzi mi dava fastidio quell’atteggiamento del guerriero
                anche per addormentarmi. E poi iniziava la chemioterapia. Durante l’in-               che combatte la malattia; avevo quindi una resistenza perché mi dicevo:
                fusione della prima "sacchettina" di cortisone e antiemetico non facevo               «come posso combattere qualcosa che tutto sommato fa parte di me?»
                ancora la visualizzazione ma solo rilassamento, anche senza musica. È                 Non riuscivo proprio ad avere questo approccio. E invece devo dire che
                lento distacco dal momento, quindi non è che di botto chiudi gli occhi e              con la visualizzazione, che poi ho trovato per me stessa, sono riuscita a
                inizi la visualizzazione. È un momento preparatorio. Poi invece arrivando             trovare qualcosa che non avesse quella valenza così guerriera ma che
                alla prima sacca, proprio quella pesante, di cui ora non ricordo il nome,             riuscisse comunque a dividere il bene dal male. Quest’ultima, come mi ha
                che ti fa cadere i capelli, ti abbassa i globuli rossi e i bianchi e tanto altro.     spiegato Luciana, è comunque qualcosa da eliminare.
                In questo momento inizia la visualizzazione vera e propria.

                Quindi le visualizzazioni sono una narrativa di un dualismo di bene e male, giusto?

                Esatto. La parte del male era un po’ la cosa che avevo sempre rifiutato               mattina presto, un po’ freddina, tersa e questi ciclisti che partono pieni
                e, invece, bisognava prenderla in considerazione. Tendevo a prendere                  di energie, facendo una salita tra tornanti. Questi sono tutti elementi che
                bene un po’ tutto, quindi per me andava bene prendere in considerazione               rappresentano le mie esperienze in bicicletta alla fine.
                anche il tumore in qualche modo. Invece c’era proprio bisogno di sepa-                È un bel gruppone di ciclisti, come fosse il Tour De France o il Giro d’Ita-
                rare. Quindi la visualizzazione nasce così, prendendo spunto dalle mie                lia, non sparsi ma che viaggiano insieme. Devono avere parecchia forza.
                passioni, le cose che mi piacciono.                                                   Per qualche minuto mi immagino questi tornanti con questo flusso di
                Il farmaco che arrivava per me era sotto forma di omini in bicicletta, e              Pac-Man che sale. Arrivano poi in cima al colle, si fermano, dove c’è una
LA TRADUZIONE

                il casco, che vedevo soprattutto dall’alto, come dei Pac-Man. Veden-                  discesa. Qui è la fine della parte di arrivo del farmaco, che ha dovuto fati-
                dolo dall’alto i caschi erano come delle molecoline. Un po’ banale può                care per la salita e raggiungere tutto il corpo per poi discendere a desti-
                sembrare. Mentre il mio corpo è l’Appennino, quindi la visualizzazione è              nazione. Infatti si fermano e iniziano la discesa che porta ad una radura,
                dentro un paesaggio. Da qui c’è una suddivisione delle fasi della cura. La            dove si trovano le cose da combattere. Questi sono i luoghi della mia
                prima fase è quella dell’infusione, nella quale il farmaco entra nel corpo.           malattia. Sogni di Kurosawa è esemplificativo per capire il tipo di radura
                Nella mia visualizzazione c’è la musica di Mozart ed è tutto molto viva-              che mi immagino. Soprattutto la locandina del film.
                ce, baldanzoso, molto carico di energia. Come se fosse una giornata di                È molto vicino alla mia esperienza perché a me piace andare in bicicletta,      16
2.
fare la salita e arrivare poi in cima per godersi il panorama per poi lasciar-   Ovviamente in tutto questo verdeggiare, perché tu ti devi immaginare
                si andare giù per la discesa.                                                    una cosa molto bucolica, frizzante.
                Nel tempo [la visualizzazione] è cambiata ma adesso ho un’immagine               Quindi il farmaco è rappresentato da questi Pac-Man con caschetti rossi
                bella precisa. Loro scendono da questa discesa e arrivano alla pianura           o gialli, mentre la malattia viene vista come dei conglomerati, come delle
                con in fondo delle colline. In questa pianura ci sono tre situazioni: subito     sculture, pensa di essere in un videogioco. Sono quindi dei conglomerati
                all’inizio c’è la metastasi alla coscia, che ho tolto, quindi ora non c’è più.   di sfere azzurre che, a seconda delle situazioni, prendono forme diverse.

                Tornando un secondo indietro, quali sono le tre situazioni?

                Sì, quindi la metastasi alla coscia, siccome era quella più grande ed eviden-    dove parte della radura diventa un orto, un campo arato, che è il bacino.
                te, aveva una forma più grande rispetto alle altre. Me la immaginavo con         Il bacino me lo sono immaginato così. Le lesioni al bacino sono sempre
                la forma di un grande masso che quasi sbarra la strada ai Pac-Man. Loro          queste sferettine azzurre però sparse, perché io delle piccole scorie al
                arrivano alla radura e abbandonano la bicicletta che serviva solo per arri-      bacino, sono veramente piccole. Quindi le vedo come delle imperfezioni
                vare alla malattia. Era soltanto l’infusione. Il farmaco arrivato sul punto      da togliere in un campo. Anche qui ci sono gli omini che, con lo stesso
                inizia ad agire. Quindi la metastasi alla coscia è questo masso tutto pieno      gesto di picchiettare, fanno sbocciare dei fiori sul campo.
                di queste sferettine, cellule blu che non hanno niente a che fare con la         Più avanti, invece, c’è una specie di cespuglio, che è il rene. È una situa-
                natura che c’è intorno. Queste sono quasi gommose. All’inizio lo vedevo          zione un po’ più difficile per me, perché è quella più pericolosa per la mia
                come un Pac-Man che si mangiava le cellule, poi invece è proprio il casco        salute. Anche qui lavorano con alacrità ma sempre più di fino, con più
                di bicicletta che picchietta le sfere. Il meccanismo di cura sta nell’omino      attenzione chirurgica. Questo cespuglio però me lo sono sempre immagi-
                che, rompendo una sfera, fa sbocciare un fiore. Quindi qui mi immagino           nato dall’interno, non so come mai, perché in realtà è esterna la lesione. Io
                un’immagine proprio carica di colori come nel film di Kurosawa. Una fiori-       comunque me la sono sempre immaginata dall’interno, perché ho sempre
                tura esagerata. Questi omini agiscono dall’esterno ma anche all’interno.         immaginato un momento sempre più raccolto. Ecco, però non è proprio
                Quindi io li vedo entrare all’interno di questo masso, che è anche cavo.         un cespuglio ma un arbusto con tante foglie. Le sfere azzurre sono quindi
                Potrebbero esserci delle riprese tutti insieme, come un vortice, come un         in mezzo alle foglie. Gli omini in questa situazione sono molto più delica-
                giostra, un grande lavoro; come se fosse la festa del raccolto, che come         ti rispetto agli altri momenti. Sulla coscia sono quasi come dei boscaioli
LA TRADUZIONE

                immagine però non ha nulla del campestre ma più del videogioco.                  come in “Sette spose per sette fratelli” quasi che me li immaginavo con
                Sempre accompagnata dalla musica, questo è un lavoro infaticabile.               delle birre. Nel campo come se facessero un raccolto. Sul rene invece
                Siccome i luoghi erano tre, ogni tanto spostavo l’attenzione tra la coscia,      un’attenzione molto più chirurgica.
                il bacino e il rene. C’è il masso dove alcuni si fermano, poi un rettilineo

                                                                                                                                                                                 17
2.
In quest’ultima parte, li prendono o anche qui picchiettano con il casco?

                Sì anche qua si avvicinano con il casco. Anche qui sbocciano anche se                         bicicletta, ad esempio due minuti, poi lavoro sui tre organi e poi di nuovo
                in una prima visualizzazione tendevo ad immaginarmi un ridurre della                          bicicletta. Quindi il ciclo della visualizzazione si ripeteva già più volte
                massa in generale. Ad esempio nel masso della coscia era più qualcosa                         durante la chemioterapia. Non solo durante le infusioni ma anche due o
                che cercavo di sgretolare, di togliere pezzi, andando avanti con i cicli me                   tre volte al giorno. Quindi anche la luce dell’ambiente cambiava a seconda
                lo immaginavo sempre più ridotto. Anzi dalle lastre era aumentato, non si                     del momento della giornata in cui facevo la visualizzazione. Anche il modo
                era ridotto perché in realtà era cambiato. Dalla risonanza infatti c’era molto                in cui interagivano i ciclisti cambiava. Ad esempio la sera potevano essere
                tessuto necrotico, la chemioterapia aveva funzionato quindi ho deciso di                      più stanchi e chiacchieravano intorno alle masse blu, in generale però era
                metterci i fiori. In realtà non si è ridotto, non posso dire che era andato via,              sempre come se fosse una festa.
                ma era mutato. Infatti solamente dopo la risonanza ho modificato la mia                       Poi avevo anche fatto un tentativo di visualizzazione di portar via le cellule,
                visualizzazione inserendo i fiori, nell’ultimo ciclo di chemioterapia.                        quelle «ammazzate», come se ripulissero la scena ma non sono riuscita.
                Però la cosa importante è la storia in sé. Durante l’infusione, che dura                      Ho preferito quindi che i fiori prendessero posto delle sfere.
                circa un’oretta, la visualizzazione si ripeteva. Poi facevo qualche minuto di

                                                                                                              Ma come pensavi di poterti immaginare questa parte non riuscita?
                                                             Fig. 2.1 - Schizzo di un fiore che sboccia tra
                                                             le masse tumorali
                                                                                                              Ho provato ad immaginarmi i ciclisti come dei cercatori d’oro che con
                                                                                                              le carrioline portano via i resti. Ma mi dovevo sforzare e non mi veniva
                                                                                                              naturale quindi ho lasciato perdere. Questo ha anche un valore forse già
                                                                                                              profondo, perché non rispecchiava il modo in cui interagiva il mio corpo.
                                                                                                              Alla fin dei conti niente veniva portato via, ma ciò che c’era si tramutava
                                                                                                              in tessuto necrotico. Forse non volevo avere delle aspettative troppo alte.
                                                                                                              Quindi non era tanto il fatto che non mi piacesse la visualizzazione.
LA TRADUZIONE

                                                                                                              Quindi questa visualizzazione che mi hai raccontato è il processo finale di
                                                                                                              un evolversi?

                                                                                                              Sì, quindi oltre al fatto che ho aggiunto la fioritura, anche il paesaggio
                                                                                                              andando avanti si è arricchito di particolari. La trama è sempre stata quel-
                                                                                                              la, da quando ho fatto la prima seduta con Luciana. Ho aggiunto solo
                                                                                                              un’altra parte di storia alla fine della chemioterapia. Alla fine della chemio-   18
2.
terapia c’è un’ultima sacca di «cose di pulizia.» Allora lì semplicemente        passaggio di ritorno alla realtà, alla sala del trattamento. Un modo leggero
                cambiavo musica, mi vergogno un po’ a dirtelo, ma era Lento y Contento,          per riaprire gli occhi e ritornare alla realtà. Ed è interessante che le ultime
                una canzone reggaeton. (In questo caso si intende Calma di Pedro Capò e          visualizzazioni che ho fatto erano solo di reggeaton. Mozart mi ha aiutato
                Farruko.) Perché proprio è la fine del lavoro. I miei alleati si possono ripo-   veramente molto, anche per migliorare l’umore, ma ora mi nausea un po’
                sare, quindi anche la natura diventa un luogo di svago. Anche per me è un        riascoltare la sua musica. Mentre questa canzone finale mi è rimasta cara.

                Immagino che tu visualizzi le immagini come se stessi guardando un film, giusto? Come è stato quindi il processo di creazione dell’immagine?

                Esattamente, avevo le immagini davanti a me come se fossi davanti ad uno         concrezioni, degli alberelli. Poi un giorno una mia amica religiosa - io non
                schermo. Diciamo che io ho una predisposizione per le visualizzazioni, è         sono religiosa - mi dice «sappi che il mio angelo custode te l’ho prestato.
                stato molto facile fin da subito. Dalla prima seduta con Luciana ho iniziato     È con te e si chiama Tobia.» Quindi ho deciso di inserirlo nella visualiz-
                a visualizzare dei Pac-Man con rappresentazioni abbastanza chimiche del          zazione. Da qui la visualizzazione ha preso un gusto più decoupage, tipo
                farmaco, quindi cellule, globuli e quant’altro. Però immediatamente questi       collage. Questo Tobia me lo sono immaginato come un cartonato, raffigu-
                Pac-Man hanno preso la bicicletta. L’ho dovuta tramutare [la visualizza-         rato come un angelo del Beato Angelico. Ritagliato su un cartoncino che
                zione] in qualcosa di molto piacevole. Quindi per farli spostare li ho muniti    questa musica ogni tanto passava così in cielo. Quasi come un burattino,
                di una bicicletta. Poi subito dopo l’Appennino, un ambiente che mi piace-        con i fili e lo scotch. Una cosa strana che arriva in un contesto fotogra-
                va. Quindi ho dovuto aggiungere tutti questi elementi per farmi piacere          fico. Quindi, tenendo presente la locandina del film di Akira Kurosawa,
                la chemioterapia: mi sono dovuta appassionare alla mia visualizzazione.          questa radura ha perso la sua connotazione così naturale, ma diventa tipo
                Io ero veramente maldisposta alla chemioterapia e ho cercato sempre di           una volta. È all’aperto ma è come racchiuso sotto una cappella, una volta
                evitarla in tutti questi anni. Piangevo a pensare alla chemioterapia, e inve-    celeste. Come essere in una chiesa ma senza soffitto. Si intuisce che c’è
                ce non è stata una brutta esperienza, vissuta così.                              questa volta tutto intorno, dove c’è un cerchio. Da qui, anziché affacciarsi
                L’elemento della radura invece si è arricchita nel tempo: era un posto della     gli angioletti, ci sono i cartoncini dei miei amici, con uno stile schizzato,
                natura, con colline in fondo, le rocce a destra, la strada in mezzo, le mie      come fossero delle caricature, fanno il tifo a questi omini.

                Un secondo che ho problemi a visualizzare questa volta cosa accade con i tuoi amici.
LA TRADUZIONE

                Tu pensa di essere sotto la cupola di San Pietro, ma molto più grande.           Quindi all’inizio era tutto molto più bucolico, con le sfere della malattia che
                Sotto c’è la radura e sopra come se ci fosse una balconata con un giro-          comunque non avevano niente a che fare con tutto quello attorno. Mentre
                tondo di mezzi busti, con questo angioletto che passa. Questi amici sono         ora si è fatto tutto più onirico, quasi surreale.
                rappresentati come gli omini del Cluedo.

                                                                                                                                                                                   19
2.
1. La salita con i tornanti        2. Arrivo in cima       3. Discesa        4. Arrivo alla radura    5. Il primo ostacolo   6. Il secondo ostacolo                          7. Il terzo ostacolo
                                                                                                                          La coscia              Il bacino                                       Il rene

                                                    I ciclisti si godono
                                                    la vista

                                                                                                                                              Le sagome degli amici, sulla
                                                                                                                                              balconata in cielo

                                                                                                                                                                             L’angelo Tobia

                                                                                              I ciclisti lasciano le
                                                                                              biciclette
LA TRADUZIONE

                                                                                                                       Il grande masso di     Il prato con                                    L’arbusto dove
                                                                                                                       sfere che i ciclisti   l’erba alta, i ciclisti                         all’interno si trova
                                                                                                                       colpiscono con il      si abbassano alla                               il conglomerato di
                                                                                                                       caschetto              ricerca                                         sfere blu

                Fig. 2.2 - Schizzo spazio-temporale dell’intera visualizzazione di Caterina

                                                                                                                                                                                                                     20
2.
Parlando dei ciclisti, come te li sei visualizzati?

                Sono degli omini ma non si vedono mai in volto, si intuisce la forma umana.
                Ma non si è mai vista la faccia di questi. Più un’idealizzazione di questi.
                Sempre un po' da lontano, quasi come un quadro di Bosch. Senza troppi
                dettagli da vicino. Giusto all’interno della coscia che ci sono più dettagli,
                come se fossero dei minatori.
                Comunque a volte li vedevo anche di fianco, o dietro. Poi in quel momento
                c’era anche il Tour de France e il Giro d’Italia, a questo ho sovrapposto la
                mia passione per la bicicletta. Non è poi il singolo ma la massa dei ciclisti
                che rappresentano il farmaco, di due colori come le sacche dei medicinali.
                Il sacchetto rosso e il sacchetto giallo, quindi io vedevo un po’ di caschetti
                rossi un po’ di gialli. La loro forza era proprio nell’essere un gruppo.

                Parlando delle masse, come le descriveresti?

                Sono molto geometriche, se dovessi introdurli in un ambiente fotografico
                sarebbero degli elementi in 3D. Azzurre, una sopra all’altra in maniera disor-
                dinata, ammucchiate insieme, quasi da dover essere scardinate. Come delle
                palline di gomma, forse quindici centimetri di diametro, solide anche un po’
                vacillanti. Quelle della coscia quindici centimetri, mentre quelle del bacino
                molto più piccole, così tanto che andavano cercate tra l’erba. Quindi volevo
                creare nella mia fantasia anche un attacco dal basso, così la massa, almeno
                della coscia, cadeva e crollava al suolo. Poi devi capire che io nei primi cicli di
                chemioterapia facevo soprattutto la sacca rossa, quella più forte e pesante,
LA TRADUZIONE

                con del cortisone. Il cortisone è un anti-infiammatorio quindi potevo consta-
                tare al tatto questa massa sulla coscia diminuire, perché era l’unica cosa che
                sentivo. Tanto che me la potevo anche a misurare. Quindi con il cortisone
                questa massa tumorale si spiaccicava, si rilasciava. Quindi io nella visualizza-
                zione la facevo come un blob di palline che si adagiavano e si scioglievano
                un po’ sulla strada. Nel bacino prima mi immaginavo che le sfere venivano
                raccolte e tolte, poi invece ho deciso che dovevano essere eliminate e trasformate.   21
2.
In questo caso ti immaginavi il cortisone agire?                               volta in volta sempre più fiori. Questo perché i farmaci, non solo fanno
                                                                                               bene a combattere la malattia, ma, passando attraverso il mio corpo, lo
                No, non c’è mai stato. Pragmaticamente non mi importava dell’azione del        fanno rinascere.
                cortisone che tanto sapevo agiva come anti-infiammatorio, quindi non
                volevo che funzionasse il cortisone ma la chemioterapia.                       A livello di immagine come sarebbe?

                Come descriveresti invece la parte del rene?                                   Per me è un elaborato a tecnica mista. Colori accesi, look del videogio-
                                                                                               co. Sogno e contaminazione stilistica. A me comunque piace molto il
                Più misteriosa, la musica più solenne. Mi spostavo da un organo all’altro,     fatto della trasformazione, del non distruggere ma del cambiare. Infatti ho
                trasportandomi dalla musica, mentre a volte decidevo io in quale organo        anche un mantra legato alla respirazione consapevole profonda, ovvero
                lavorare di più. Con la musica baldanzosa e allegra non avrei mai lavo-        quando ispiravo mi ripetevo «sbocciano i fiori» e all’espirazione «e io ritor-
                rato sul rene. Questa parte è forse la più difficile della visualizzazione.    no a fiorire.» Una frase che mi dava una soddisfazione incredibile. Per me
                Mi ci avvicinavo con molto più rispetto e delicatamente. Non so perché         è stato tipo accerchiare il nemico e trasformarlo in qualcosa di positivo.
                ma mi sono sempre immaginata il loro intervento dall’interno dell’albero,      Non è stata una battaglia. Lo sbocciare infatti me lo immagino come un
                sempre un po’ buio, ombroso. Le sfere erano concentrate in un punto,           hyperlapse. Anche con dei primi piani o dettagli dei fiori che sbocciano.
                perché so di avere una metastasi di sette millimetri abbastanza esterna        Per la mia visualizzazione ricercavo qualcosa di bello e colorato, festoso.
                al rene, spero di fare la termoablazione il prima possibile.                   Io ogni volta ne uscivo contenta dalla visualizzazione.
                Io però me la immaginavo all’interno, leggermente verso il fuori che intra-
                vedi da fuori. Il rene me lo immagino come un arbusto cespuglioso, non         Ma ti è mai capitato che la visualizzazione fosse interrotta o non andasse
                tanto alto come un albero, molto denso di foglie, dove i ciclisti devono       come volevi che andasse?
                andare a cercare e intrufolarsi. Nonostante fosse addensato in un unico
                punto, gli facevo fare un giro generale, nel caso trovassero qualche palli-    Certamente, soprattutto se intorno a me c’era della confusione. Non
                no in giro, per togliere le cose sul nascere. Qui visualizzavo proprio sola-   sempre quindi le visualizzazioni sono arrivate da sole. Però la musica mi
                mente il caschetto, non proprio l’omino. A volte anche come un fascio di       ha aiutato molto a mantenere la concentrazione.
                luce tra le foglie come fosse la luce di un caschetto da minatore. Lo vede-
LA TRADUZIONE

                vo in soggettiva, come se l’omino fossi io. La situazione del rene è l’unica   Ora continui la stessa visualizzazione?
                che vedevo veramente da vicino mentre le altre erano più panoramiche.
                                                                                               No. Ne ho parlato anche con Luciana. Dopo aver fatto la risonanza e ho
                L’ambiente come cambia quindi nel tempo?                                       visto che la chemioterapia aveva funzionato, mi sono resa conto che,
                                                                                               come se avessi fatto un lungo giro in bicicletta, era ora di appenderla al
                A ogni ciclo di chemioterapia il mio corpo fiorisce sempre di più. Quindi      chiodo. Soprattutto dopo il quinto ciclo di terapie mi è venuta un po’ la
                anche al passaggio dei ciclisti sui tornati e nella discesa sbocciano di       nausea di questa visualizzazione. Ho detto «Basta! Adesso mi sono un po’         22
2.
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