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L'immaginario si fa immagine il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo
Politecnico di Milano Anno Accademico 2018/19 Tesi di Laurea Magistrale in Design della Comunicazione L'immaginario si fa immagine. Il processo traduttivo da visualizzazione mentale a prototipo audiovisivo Studente: Andrea Egidi (896962) Relatori: Marco Capovilla, Maria Luisa Galbiati 2
INDICE 0. introduzione 1. la tematica 1.1 Introduzione alla Mindfulness 1.2 Embodiment. La PNEI, oltre la medicina tradizionale 1.3 Il Metodo Simonton 2. l’ascolto 2.1 Caterina e la sua visualizzazione 2.2 Traduzione da immaginario a immagine 1
3. Arte e scienza 4. La creatività 4.1 Il documento di creatività 4.2 Lo storyboard 5. IL PROGETTO 5.1 Le riprese 5.2 Gli elementi 3D 5.3 La composizione 6. Conclusione Bibliografia 2
INTRODUZIONE C 0 Il progetto nasce a luglio 2019, dopo una chiac- ha impiegato troppo tempo nel costruirsi un suo nare l’immaginario sviluppatosi nella sua testa. Il chierata con la mia amica Beba che mi raccon- immaginario ben chiaro e dettagliato, e, dopo mio intervento consiste infatti nel provare a esse- ta di un’innovativa tecnica psicoterapeutica di una singola sessione guidata di rilassamento re un traduttore visuale oggettivo di una realtà visualizzazione a cui si sta sottoponendo sua e visualizzazione, le è riuscito molto naturale del tutto soggettiva e personale; lo scopo, defini- madre, Caterina Vitali, che al tempo lottava e che continuare il metodo in autonomia. to fin dal primo incontro, è stato quello di rappre- ora sta sconfiggendo una forma rara di tumore. Col tempo la chemioterapia è diventata per lei sentare a video le visualizzazioni di Caterina. Con l’assistenza della psicologa, la dott.ssa un momento di raccoglimento, di solitudine e Come progettista il mio intento è quello infatti Luciana Murru dell’Istituto Nazionale dei Tumori, pace, dove, con musica classica in cuffia, chiusa di creare un elaborato multimediale che escluda Caterina è stata introdotta al Metodo Simonton, in una coperta, lasciava agire le medicine e la sua qualsiasi intimismo personale ma che, attraverso pratica psico-oncologica di supporto alle cure mente era concentrata, proiettata in un mondo l’ascolto pedissequo e analitico della narrazione chemioterapiche, ancora poco conosciuta al fittizio creato da lei stessa, dell’immaginazione. e descrizione delle visualizzazioni, possa essere mondo, e tanto meno in Italia. Attraverso il rilas- Prima dell’inizio della chemioterapia non riusciva rappresentazione fedele del suo immaginario. samento e le visualizzazioni, la paziente è stata ad accettare la necessità di un trattamento così guidata e preparata a gestire l’ansia e lo stress fisicamente gravoso, che nell’immediato porta Questa tesi è da considerasi come un report che le cure invasive e la malattia procurano. La con se molti effetti collaterali e nessun tipo di metodologico e produttivo di come ho agito pratica è divisa in due momenti; il rilassamento miglioramento visibile. Durante la chemioterapia in tutto il processo di creazione di tale prodot- psico-fisico, indotto da esercizi di respirazione il corpo reagisce violentemente, e viene d’istinto to multimediale, dalla primissima fase di ricer- e concentrazione, e la visualizzazione, ovvero lo leggere tali fenomeni più come un ribellarsi alla ca al risultante finale. Il progetto è pertanto un sforzo nel creare immagini mentali spontanee cura che una risposta di efficacia. artefatto documentaristico e di reportage speri- o intenzionali, metafore del processo di guari- L’idea del progetto si è formata solo nel momen- mentale, dove, se da un lato la finalità è quella di gione. Caterina, art director di professione, non to in cui Caterina ha sentito la necessità di ester- informare un pubblico eterogeneo costituito da 3
personale clinico, pazienti e curiosi di medicina da qualsiasi tipo di pregiudizio di tipo estetico. della produzione, che in questo specifico caso si C alternativa, dall’altra si tenta di creare una tradu- L’approccio è del tutto sperimentale e persona- è sviluppato ha avuto tale sviluppo: lo shooting, zione ed esternazione di un processo mentale le, poiché non applicabile universalmente ad la costruzione e animazione in 3d degli elementi, soggettivo attraverso un video a tecnica mista. altre casi. Tuttavia, è interessante menzionare in la composizione, il montaggio e il color grading 0 Ho voluto porre più enfasi nei primi capitoli, nei questa tesi alcuni interventi tra l’arte e scienza, delle scene finali. quali vado a descrivere come la ricerca sulla come gli artisti operano a livello comunicativo tematica, prima di tutte, seguita da una ricerca una rielaborazione di concetti scientifico-astrat- metodologica, siano state propedeutiche all’ini- ti. L’arte infatti è un ottimo strumento di lettura di zio del progetto. Questa prima fase di desk rese- molti fenomeni, alcuni dei quali la scienza anco- arch è stata tale al fine di preparami al momento ra non riesce a dare spiegazione, come in questo cruciale dell’ascolto, dove io e Caterina, faccia a caso, i meccanismi immaginifici della mente e la faccia, ci siamo confrontati sullo sviluppo della loro traduzione visuale. narrazione e dei metodi di riproduzione. Da questo primo confronto ho ritenuto opportuno La prima istanza è quella di delineare il campo creare un documento di creatività (o art direction), di studio del Metodo Simonton, partendo dalla il quale stabilisce a livello foto-videografico i vari descrizione della Mindfulness, le teorie, le criti- elementi della visualizzazione. Questo documen- che e i trend (da notare che tutte le ricerche to è da considerarsi come il primo elaborato di correlate al tema della Mindfulness sono conte- traduzione visiva dell’immaginario di Caterina. È stualizzate nella società americana dagli anni una moodboard di fatti che diventa l’intermedia- ’70 ad oggi), alla scienza della PNEI - psiconeu- rio tra i due interlocutori che dialogano. roendocrinoimmunologia, fino al concetto di Da queste linee guida si incomincia a delinea- embodiment corpo-mente. re il progetto vero e proprio: che artefatto ci si Un secondo approfondimento è stato d’aiuto aspetta, che tecniche vengono utilizzate, come a seguito dell’incontro di ascolto con Caterina, vengono espressi i messaggi, come vengono al fine di comprendere le varie metodologie di curati i singoli dettagli stilistici. Lo scambio di traduzione e transcodificazione da un linguaggio informazioni tuttavia non finisce con la stesura di dell’immaginario a immagine. Questo momen- un documento, che viene consultato ogni qual- INTRODUZIONE to è infatti da definirsi il più delicato e cruciale volta si agisce produttivamente, ma di volta in di tutto il progetto poiché il designer, nei termi- volta c’è un continuo confronto che termina con ni di questo tipo di progetto, deve ascoltare la il progetto stesso. I due interlocutori sono sempre persona in maniera del tutto oggettiva, evitando in comunicazione per tutto il tempo del progetto. qualsiasi tipo di interpretazione e astenendosi I capitoli successivi trattano quindi tutte le fasi 4
PER UNA MEDICINA PIù C 1 OLISTICA E INTROSPETTIVA 1.1 Introduzione alla Mindfulness Il Metodo Simonton si colloca tra le varie tecniche di Mindfulness, ovvero tutte quelle pratiche meditative di base a trattamenti psicologici, i quali sono stati sviluppati e cercano validazione in ambito clinico. Queste infat- ti hanno dimostrato aver grandi benefici per patologie psicologiche con anche miglioramenti di molti parametri ematici, come quelli legati a pato- logie infiammatorie. Attraverso esercizi meditativi si porta il soggetto a In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute porre l’attenzione su di sé e sul momento presente. Tutte queste tecniche tuttavia richiedono da parte del praticante un costante allenamento (trai- e verso la malattia , come verso tutto il resto. ning) fino a che lo stesso non raggiunge uno stadio avanzato di autono- mia e auto-addestramento, nel quale sa riconoscere gli avanzamenti e le problematiche, ponendosi sempre nuovi obiettivi. Da questa definizione si sono sviluppate nel tempo delle categorie di A ntifonte, filos ofo gre c o del V s e c olo A .C . tecniche psicoterapeutiche validate in campo clinico, le quali: la Tematica - Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), programma diffuso dal Dott. Jon Kabat-Zinn, che affonda le proprie radici nelle dottrine spiri- tuali dell’estremo oriente e che quindi mette in congiunzione la medita- zione, consapevolezza del corpo (body scanning) e yoga. Il fine di tale metodo è quello di aumentare la consapevolezza dell’hic et nunc, ovve- 6 1.
ro la consapevolezza momento per momento, mitigando atteggiamenti mentali e con problemi post-traumatici (Swert J, Apsche J, 2014) C autocritici sul passato e sul futuro. Pragmaticamente il MBSR tende a migliorare e abbassare i livelli di stress cronico, riconosciuto come una Tuttavia le tecniche di Mindfulness tendono ancora a non essere rico- causa scatenante di varie malattie, tra cui il cancro (Jon Kabat-Zinn, 2013) nosciute dalla comunità scientifica. Molti nel mondo accademico, clini- 1 co e scientifico hanno preso le distanze dalla Mindfulness soprattutto - Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MCBT) è una terapia psico- per l’insufficienza qualitativa nei risultati di ricerca e per la metodologia logica funzionale al prevenire la ricaduta di depressioni in pazienti con un poco dettagliata dei casi di studio nonostante queste pratiche siano state trascorso di MDD (Major Depressive Disorder) o depressione clinica. La adottate largamente in scuole, prigioni, ospedali ed altre istituzioni per gli tecnica, sempre basata sulla meditazione di Mindfulness, porta il pazien- effetti positivi validati in ambito psicologico. te a esaminare e osservare pensieri e sentimenti oggettivamente, senza La Mindfulness, è importante ribadire, non sostituisce ma affianca la alcun tipo di giudizio (Piet J. Hougaard, 2011). psicoterapia e gli strumenti convenzionali della psichiatria, e qualsiasi altro tipo di trattamento clinico. Continua ad esserci quindi un’impor- - Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è considerata una tante resistenza da parte del personale clinico (medici, psicologi, psichi- forma di CBA (Clinical Behavior Analysis) che usa l’accettazione e stra- atri, infermieri), che fanno affidamento esclusivo su pratiche riconosciute tegia di Mindfulness in correlazione con strategie per migliorare la dedi- dalla medicina moderna. zione e la forza del cambiamento nella propria vita al fine di accrescere la Attualmente esiste un’ampia serie di critiche rispetto alla Mindfulness e propria flessibilità psicologica e personale nei confronti di se stessi e del a tutte le pratiche ad essa associate per ragioni speculative ed etiche. In mondo esterno (Steven C. Hayes, Jason Lillis, 2012). prima linea c’è Ronald E. Purser, il quale con il suo McMindfulness: How Mindfulness Became the New Capitalist Spirituality, presenta una lunga - Dialectical Behavior Therapy (DBT) focalizzato su pazienti con accusa alla Mindfulness, contestualizzato in una società americana disturbi border-line di personalità, quali disturbi dell’umore, ideazione del estremamente capitalizzata. Egli si scaglia contro un sistema di market- suicidio, autolesionismo e l’abuso di sostanze stupefacenti. Le tecniche ing costruitosi intorno alla Mindfulness, e più precisamente al MBCT, pur di meditazione di Mindfulness sono, in questo caso, mirate a mettere in riconoscendo gli effetti benefici sulla psiche di tali pratiche. Il suo è un dialettica “gli opposti per la riconciliazione in un continuo processo di discorso che riguarda più la sfera etica e morale, di impronta anticapi- sintesi”, citando Marsha M. Linehan, psicologa e autrice americana crea- talistica, poiché crede che “questa [la Mindfulness] promuove un focus trice del DBT (Chapman, 2006). su se stesso e su meccanismi interni della mente, deviando l’attenzione la Tematica dalle cause di stress in una società moderna costituita da ineguaglian- - Mode Deactivation Therapy (MDT) è un programma ibrido che za, austerità, e ingiustizia. Come risultato, rinforza le ragioni di sofferen- mette insieme alcuni elementi dell’ACT, del DBT e tecniche di Mindful- za.” Effettivamente il business dietro a questa panacea meditativa ha ora ness con l’intento di assistere i pazienti nella consapevolezza e l’accetta- un valore che si aggira sui quattro miliardi di dollari, con oltre 100.000 zione non giudicante di pensieri e sentimenti spiacevoli e angoscianti. Si pubblicazioni sul tema e dozzine di app che promuovono una Mindful- specializza come trattamento per adolescenti con problemi comporta- ness fai-da-te. (Purser, R. E., 2019) 7 1.
Come indica chiaramente il titolo del libro di Purser, la Mindfulness sta attente all’individuo, non più al gruppo sociale. La salute mentale quindi C registrando un boom di popolarità come mai prima, un trend che non diventa tematica discussa; le celebrità portano sotto i riflettori esperienze sembra moderarsi col tempo. Basti pensare alla grande popolarità di personali, traumi e violenze, le aziende private e le istituzioni pubbliche Headspace, app semplice ed accattivante per la meditazione fai-da-te discutono di una nuova work-life balance e, più in generale, si tende ad 1 che riesce a coprire quasi interamente tutte le tecniche di Mindfulness. avere più cura del proprio io psichico. L’app, emblema di uno Zeitgeist che riflette tutta la tematica del benessere La combinazione di un business così espanso, un carente fondamento psichico (mental health), è stato stimato possa avere un valore di circa scientifico e una superficialità etica e metodica nella pratica e nell’inseg- $250 milioni di dollari con più di 11 milioni di download (Forbes, 2017). namento hanno creato un’aurea di leggerezza e inattendibilità attorno al Questa tendenza ed interesse verso il mondo della Mindfulness non tema della meditazione Mindfulness in ambito clinico, creando quindi un nasce però fortuitamente, ma è solo la punto di un iceberg di un momen- giudizio preclusivo esteso in tutto il campo scientifico-medico. to storico bene preciso. Per poter leggere e capire a fondo il trend della Mindfulness ad oggi bisogna conoscere e comprendere le caratteristiche della Gen Z (persone nate dal 1996 al 2006 - USA.) Secondo l’American Psychological Association quasi il 91% degli adulti appartenenti alla Gen 1.2 Embodiment. La PNEI oltre la Z dichiarano di aver vissuto almeno un sintomo fisico o emotivo causato dallo stress, come depressione, tristezza, mancanza di interesse, motivazi- medicina tradizionale one o energia. Solo la metà di loro riesce a gestire tali stati. Succeduti alla precedente generazione, i Millennials, caratterizzata da un benessere Eppure la medicina sta cercando nuove metodologie che possano inte- economico e sociale, sono infatti gli individui più esposti agli eventi di grare con più rigore scientifico la psicologia e la psicoterapia: in questi instabilità del nuovo millennio. I drammatici cambiamenti economici (la termini nasce la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia.) La PNEI grande recessione), demografici (nuovi flussi migratori), politici (populis- infatti potrebbe essere una valida risorsa scientifica che possa giustifi- mo dilagato nei maggiori paesi dell’occidente) e sociali (numerosi atten- care la Mindfulness come pratica d’affiancamento alle terapie cliniche tati negli istituti superiori negli USA) sono solo alcuni esempi di formative tradizionali. events caratterizzanti questa generazione. Tutto questo grava sulle loro Questa è la scienza che sintetizza in una disciplina le ricerche in campo spalle ma è la generazione che per prima ne sa prendere atto e decide psicologico, neurologico, endocrino e immunologico, sotto il cappello di esternare il disagio sociale e psichico che ciò comporta (American di una medicina più olistica e comprensiva del complesso sistema che la Tematica Psychological Association, 2019). Grazie ai social e ad una comunicazi- mette in correlazione biologicamente la mente e il corpo. Si cerca, in tal one che viaggia più veloce che mai, il mondo (soprattutto quello del busi- senso, di superare un principio fondante di tutta la medicina moderna. ness) incomincia ad ascoltare i nuovi bisogni ed esigenze di questa fetta di mercato. La moda, il mondo della comunicazione e dei media, la musi- E notando che questa verità: io penso dunque sono, era così solida ca sono i primi recettori e, di conseguenza, si adattano a parlare lo stesso e sicura che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non loro linguaggio, un linguaggio più introverso che interessa tematiche più erano capaci di scuoterla, giudicai di poterla accogliere senza scru- 8 1.
polo come il primo principio della filosofia che cercavo [...] Pervenni radici in studi remoti dei primi del ‘900 sullo stress e il suo effetto sugli C in tal modo a conoscere che io ero una sostanza, la cui intera essen- animali, sull’uomo e sulla sopravvivenza. Primo fra tutti è Claude Bernard za o natura consiste nel pensare, e che per esistere non ha bisogno (1813-1878), fisiologo francese, il quale sviluppa il concetto di milieu di alcun luogo, né dipende da alcuna cosa materiale. Di guisa che interieur, ovvero un ambiente organico interno che ha un proprio equi- 1 questo io, cioè l’anima, per opera della quale io sono quel che sono, librio; questo oggigiorno viene chiamato omeostasi. Partendo da ques- è interamente distinta dal corpo, ed è anzi più facile a conoscere di to concetto Walter Bradford Cannon (1871 - 1945), fisiologo e psicologo questo; e anche se questo non fosse affatto, essa non cesserebbe di americano della Harvard University, sviluppa il concetto di fight or flight essere tutto quello che è. [Descartes, Discorso sul metodo - Cogito (combattere o fuggire), il quale riassume l’atteggiamento psichico degli ergo sum, IV] animali sottoposti a situazioni stressanti di sopravvivenza. È una reazi- one neuro-fisiologica che si manifesta in risposta a un evento percepi- Cartesio (Descartes), con questo enunciato, concepisce la mente e il to come pericoloso per la propria incolumità o i propri cari. Come gli corpo come due cose conciliabili seppure separate. Egli, infatti, fautore animali, anche l’uomo risponde ugualmente; ad eventi stressanti esterni del celebre dualismo mente-corpo o anima-corpo, chiamava la mente res si genera una scarica generale del sistema nervoso simpatico, producen- cogitans (cosa pensante) ovvero il pensiero, l’ambito delle idee, il conte- do una cascata ormonale di adrenalina e noradrenalina che preparano nuto vero del pensato, che priva di estensione, di dimensione temporale l’organismo intero all’attacco o alla fuga e mobilitando risorse energe- e spaziale, vive in uno spazio definito e in un tempo preciso, e il corpo tiche da tutto l’organismo. Tutto questo sistema è regolato dal sistema res extensa (cosa estesa), non pensante, che costituisce il mondo mate- nervoso autonomo, ovvero il sistema di controllo che agisce in maniera riale, finito e determinato. Non c’è quindi nessuna relazione tra mente e inconscia e regola frequenza cardiaca, digestione, frequenza respiratoria, corpo, dove il pensare viene immaginato come un processo autonomo reazione pupillare, minzione ed eccitazione sessuale. Esso è compos- che agisce in maniera completamente indipendente dal corpo. Questo to da due sistemi: il sopracitato sistema nervoso simpatico e il sistema dualismo fra anima (o mente) e corpo è quello che accompagna gli studi nervoso parasimpatico. Durante gli eventi di stress avviene quindi un di medici separando lo studio del corpo dallo studio della mente con la processo allostatico; l’equilibrio dell’ambiente interno (omeostasi) viene psichiatria (E. Soresi, Il cervello anarchico, 2006). alterato dal sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpa- La PNEI, d’altra parte, si impegna a superare questa visione dualisti- tico ha il compito di ristabilire l’omeostasi. Questo equilibrio tuttavia non ca presentata da Cartesio al fine di chiarificare quelle connessioni che viene ristabilito da principio, ma ne crea sempre uno nuovo, creando un rendono il sistema nervoso, mente, immunità e regolazione ormonale un processo adattivo del “rimanere stabile pur essendo variabili” (Sterling e la Tematica unico e complesso sistema di controllo omeopatico dell’individuo. Un Eyer, 1988). Pertanto questo processo di omeostasi-allostasi-omeostasi sistema d’insieme che non solo è sintesi di più branche della medici- non è altro che la costante messa a punto della dialettica fra il biologico na, ma anche un punto di condivisione, sviluppo e ricerca per le singole e il sociale (Rosa, 2001). discipline; queste infatti non hanno uno sviluppo omogeneo, non alla Lo stress è un fenomeno naturale che il nostro corpo subisce di continuo, stessa velocità e con implicazioni molto differenti. il quale può avere dei risvolti positivi (prestazioni fisiche migliori, felic- La disciplina della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia fonda le proprie ità, innamoramento) o nocivi per la nostra salute (patologie). Nel caso 9 1.
in cui subiamo uno stress protratto nel tempo, in questo caso stress sia quelle di livello basso, Cervello Antico o Sistema Limbico - responsa- C cronico, il sistema nervoso parasimpatico spinge il midollare surrene a bile della affettività. L’impulso, nato dai lobi frontali, giudici di tutto l’agire produrre cotecolamine (adrenalina e noradrenalina) rimanendo in uno ragionale, scende all’ipotalamo, struttura del sistema nervoso centrale e stato di allostasi prolungata, che il nostro organismo non può tollerare. base di controllo di molte delle attività di omeostasi, e al midollo allun- 1 L’insorgere di malattie avviene anche poiché si manifesta una produzione gato, regolatore della respirazione e responsabile del tono muscolare di citochine pro-infiammatorie IL6, che attaccano i tessuti, aumentano la dei vasi, della frequenza cardiaca e della pressione cardiaca. Il processo pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, e causano una depressione di embodiment termina con il sistema neuroendocrino, diffuso a tutto il del sistema immunitario. nostro corpo, grazie al quale l’impulso cerebrale raggiunge la periferia. La PNEI riconosce quindi che fattori esterni di stress psichico inducono Come conclude Enzo Soresi ne Il cervello anarchico “tutti noi, e in parti- tutta una serie di fenomeni biologici concatenati che portano a malattie, colare noi medici, siamo convinti che il processo cognitivo sia solo quello tra cui il tumore. Se considerata nella sfera della medicina olistica, la PNEI legato alla comunicazione razionale espressa attraverso il linguaggio e cerca pertanto di venire incontro ai disturbi dei pazienti considerando la scrittura, ma se ci abituassimo a considerare cognitivo ogni stimolo anche i bisogni spirituali della persona, oltre che ad aprirsi ad aree di cure percettivo riusciremmo con tutta probabilità a sviluppare una medicina cosiddette non convenzionali, come la Mindfulness. molto più ricca di contenuti biologici. L’emozione, infatti, è già intrinseca- Come approfondisce il dott. Enzo Soresi nel suo libro, Mitocondrio mon mente cognitiva.” amour (Utet 2015), e ancora più ne Il cervello anarchico, l’imparare a rico- L’effetto placebo è la prova di come l’autosuggestione, il sentimento e il noscere, e esprimere e comunicare le proprie emozioni è l’unico modo pensiero hanno un effetto intrinseco sul corpo. Infatti questo è la capacità per essere biologicamente noi stessi, pertanto praticare la Mindfulness dell’organismo di liberare sostanze endogene con finalità terapeutiche. è quell’addestramento che ci porta a coglierle. Le emozioni scaturite da Anche per la medicina e la farmaceutica l’effetto placebo viene riconos- eventi estemporanei vengono come ingabbiate nei modi di pensare e ciuto come un punto di riferimento, tanto che ci si sta rendendo conto agire abituali, nei nostri schemi cognitivi ed affettivi. In questo senso, il che non può essere considerato meramente come un fenomeno di auto- ripetersi costante di eventi negativi (considerati per il singolo tali) e il suggestione, ma che spesso le aspettative personali si integrano con la rifiuto di volere interagire con essi, e ancor prima di volerli riconoscere, ci corretta risposta terapeutica e che l’effetto placebo può quindi agire in porta ad accumulare stress. sinergismo alle cure proposte. È un processo di embodiment, quello psiche-corpo, che riconosce, come teorizzato dal neurofisiologo Antonio Damaso nel suo L’errore di Cartesio la Tematica (1995), l’emozione come atto decisionale. Viene quindi ribaltata l’ipotesi avvalorata da credenze ampiamente diffuse che i sistemi neurali fossero 1.3 Il Metodo Simonton distinti per l’attività razionale e quella emozionale; un atto decisionale è quindi impossibile se non è supportato da un intervento emozionale. Oscar Carl Simonton, psicologo e oncologo e la moglie Stephanie Alla costruzione della ragione cooperano sia le regioni cerebrali di livello Matthews-Simonton, psicoterapeuta, avevano identificato due gruppi di alto, la Neo corteccia - responsabile delle attività intellettive superiori, pazienti malati di cancro: il primo caratterizzato da un atteggiamento di 10 1.
apatia, depressione, rinuncia che portava a un rapido peggioramento. di vita durante e dopo la malattia. Nel mentre del percorso terapeutico C Il secondo gruppo era invece costituito da malati che si ponevano una di chemioterapia, radiazioni e/o post-operazione si propone al paziente motivazione esistenziale forte che impediva loro di morire se prima non un’attenta analisi dei propri pensieri disfunzionali, un’approfondimento e l’avessero soddisfatta. Questa scoperta affascinò i due medici e li indusse la comprensione ponderata delle emozioni. Questo avviene attraverso due 1 a cercare un percorso di addestramento psichico finalizzato ad un risul- momenti: il primo è di rilassamento, ovvero una serie di esercizi focalizzati tato terapeutico. In quest’ottica nasce il Metodo Simonton, tecnica medi- sul respiro e il body-scanning, e un secondo di visualizzazione, durante la tativa di Mindfulness basata sulla visualizzazione guidata, la quale, affian- quale si pone la concentrazione sull’idea del proprio corpo in una dimen- cata alle cure tradizionali (chirurgia, chemioterapia, radioterapia), si pone sione immaginifica. come sostegno psicoterapeutico ai malati di tumore. Il rilassamento non è solo una fase preparatoria alla visualizzazione, ma Nel 1978 esce negli USA col nome di Getting Well Again, il manuale dove è il primo passo per prender consapevolezza di come le proprie emozi- vengono raccolte le ricerche relativamente al nuovo metodo e la guida oni abbiano contribuito alla malattia. È un momento di raccoglimento introduttiva per i pazienti. Oscar Carl Simonton, psicologo e oncologo, e di congiunzione tra la mente ed il corpo, nel quale si vuole abbassare la moglie Stephanie Matthews-Simonton, psicoterapeuta, e James L. il livello di stress e tensione causato dalla malattia. Per molti pazienti di Creighton, oncologo, possono essere considerati pionieri della discipli- cancro, il corpo diventa un nemico, poiché questo li ha traditi portan- na della PNEI, poiché l’innovativo metodo introduceva la psicoterapia doli alla malattia e minando le loro vite. Si sentono alienanti e diffidano nell’oncologia, introducendo una terapia omnicomprensiva di bisogni dell’abilità del loro fisico di sconfiggere la malattia. Imparare a gestire psichici e fisici. Il libro tuttavia, arrivato più tardi in Italia, non ebbe nel questo tipo di rilassamento autoindotto attraverso il body-scanning aiuta nostro paese quel successo che ci si poteva aspettare. Il linguaggio della ad accettare ancora una volta il proprio corpo e ad acquisire l’abilità di prima edizione infatti allontanò molti operatori sanitari (tra cui gli stessi cooperare con esso nel percorso verso la guarigione. psicologi), poiché si usavano espressioni in cui si dava molto spessore In un primo momento la concentrazione è focalizzata sul respiro, renden- alla parola guarigione. Le edizioni successive infatti si rifanno a ques- dosi consapevoli del fluire dell’aria nel proprio corpo, contando i secondi to concetto con il termine di “ristabilimento”, poiché si ammette sulla che passano tra l'inspirazione e l'espirazione. Dopo aver percepito uno guida che è frutto di teorie psicologiche-cognitive applicate ad essere di stato di distensione attraverso tutto il corpo, si sposta il focus sulle singo- supporto ai pazienti oncologici (Murru, 2018). le parti del corpo; questo momento di body-scanning permette la local- Si crede quindi che la malattia non sia unicamente un disturbo fisico, ma izzazione del proprio corpo nel tempo e nello spazio, nel qui e nell'ora un fenomeno che riguarda tutta la persona, ovvero la mente, le emozioni, (hic et nunc). I problemi del passato vengono spazzati via, come anche le la Tematica il pensiero razionale. Il paziente è quindi chiamato ed esortato ad agire preoccupazioni per il futuro. Raggiungere questo stato di consapevolez- attivamente contro la malattia; la partecipazione è punto di svolta nel za non è facile e non si acquisisce nell’immediato, ci vogliono diverse processo di cura. Questo programma, che si estende per tutto la regres- sessioni durante il giorno e nelle settimane successive affinché si ha il sione/progressione della malattia, è un profondo lavoro sulle emozioni, pieno controllo del proprio corpo. Dopo aver completato questa prima sulla speranza, sullo stress e sulla riprogettazione del proprio futuro. Di fase, si passa alla visualizzazione guidata, la quale va considerata come fatti la malattia viene considerata come “occasione” per un cambio di stile uno step avanzato al rilassamento, ma sempre parte di quest’ultimo. 11 1.
La visualizzazione guidata (in inglese guided imagery) è concepita come C il linguaggio che la mente deve utilizzare al fine di mettere in comunica- zione le esperienze esterne con quelle interne. (Kabat-Zinn, 1990) Achterberg (1985) definisce la GI (guided imagery o visualizzazione 1 guidata) come «il processo del pensiero che invoca e usa i sensi: vista, udito, gusto e olfatto. I sensi del movimento, della posizione e del tatto.» Conclude descrivendo questo processo come «il meccanismo di comu- nicazione tra la percezione, le emozioni e il cambiamenti fisici.» La visualizzazione è in questo caso uno strumento motivazionale utile al recu- pero della salute, ma è anche molto importante per la riscoperta creativa di sé e di un nuovo stile di vita. Questa tecnica non è solo utilizzata nel campo psiconcologico, ma soprattutto in campo sportivo agonistico. Il meccanismo è quello di immaginarsi compiere azioni in futuro, le quali si desira accadino, come vincere una gara, avere successo nel lavoro, o, in questo specifico caso, combattere il cancro. L’immagine mentale deve essere ripetuta e ripropos- ta alla mente nel tempo, affinché la persona incominci ad agire in modo da Fig. 1.1 - Disegni delle visualizzazioni di una praticante del Metodo Simonton (Betty): la prima visualizzazione (sx), conseguire il proprio scopo che ci si è riproposti. Molti sportivi, come Michael dopo sei mesi (dx). Phelps, praticano la Mindfulness con la visualizzazione guidata per aumen- tare le proprie prestazioni (Headspace, 2019). Il metodo Simonton non fa altro che riprendere questa tecnica della psicologia motivazionale (motivational psychology), dove la motivazione è intesa come un ciclo: i pensieri stimolano i comportamenti, le prestazi- oni raggiunte hanno effetto sui pensieri e il ciclo ricomincia. (Simonton, Metthews-Simonton, Creighton, 1978) Da questa teoria si sono sviluppati vari studi, i quali cercano di spiegare come la GI possa avere un reale effetto sul sistema immunitario. la Tematica Tuttavia non è del tutto chiaro come questa possa agire a livello biologico sul sistema immunitario e neuroendocrino esteso al nostro corpo. Studi (cfr Trakhtenberg, 2008) suggeriscono che c’è un evidente incre- mento del numero dei globuli bianchi nel flusso sanguigno durante la Fig. 1.2 - Disegni delle visualizzazioni di una praticante del Metodo Simonton (Jennifer): la prima visualizzazione fase di rilassamento; tuttavia ciò non succede durante la GI, durante (sx), dopo la prima visita (al centro), dopo sei mesi (dx). la quale si evidenzia una depressione del sistema immunitario. Ques- 12 1.
to avviene solo nella prima fase di training, poiché si è dimostrato un incremento esponenziale del numero di globuli bianchi durante la pratica protratta nei successivi 30, 60, 90 giorni successivi all’inizio della terapia. Per mancanza di tecnologie meno invasive nella misurazione ematica di globuli bianchi, ad oggi non è possibile dare una spiegazione scientifica. Tuttavia si può teorizzare che nei primi tentativi di visualizzazione il pazi- ente deve porre un’eccessiva attenzione e concentrazione, generando dello stress psichico che tende a deprimere il sistema immunitario. Solo nel momento in cui la visualizzazione diventa quasi un automatismo, si può registrare un importante aumento di globuli bianchi nel sangue. Si è anche teorizzato che un aumento o una diminuzione del numero dei globuli bianchi è causato dall’effetto di marginazione, ovvero il movimen- to di cellule del sistema immunitario verso la zone specifiche del corpo (solitamente dove ci sono infiammazioni), quindi si parlerebbe di “dislo- cazione”, spiegando un aumento o diminuzione dei globuli bianchi nei test. (Trakhtenberg, 2008) La visualizzazione guidata nel Metodo Simonton è una metafora imma- ginifica del proprio corpo, delle cellule tumorali, delle terapie che agisco- no e combattono le cellule maligne e il ristabilire di un nuovo equilibrio. Si inizia infatti proiettandosi in un luogo calmo e tranquillo, come fosse un passaggio dal rilassamento alla visualizzazione. Da lì si aggiungono sempre più elementi, come il trattamento che fluisce nel corpo, i globuli bianchi che vanno in battaglia contro il tumore, il cancro che col tempo si riduce e, nel caso di dolore, il corpo che agisce da solo nell’alleviare il malessere. In aggiunta si consiglia inquadrare anche dei nuovi obiet- tivi nella vita, durante e dopo la malattia, e attraverso la visualizzazione la Tematica immaginarsi di raggiungerli. Ognuno col tempo trova la propria dimensione immaginifica, un proprio luogo, dove chiudersi e prendersi del tempo per se stessi. Ognuno ha la sua metafora, composta di ricordi positivi, racconti, film o frutto della propria immaginazione, ogni cosa va bene affinché sia immagine della battaglia vinta contro la malattia. (Simonton, Metthews-Simonton, Creighton, 1978) 13 1.
LA TRADUZIONE 14
dall’immaginario all’immagine come un telefono senza fili 2.1 Il momento dell’ascolto L’idea del progetto incomincia a prendere forma nel Luglio 2019, ma è solo nei primi giorni di Novembre che decido di incontrare Caterina Vitali per ascoltare le sue visualizzazioni. Dopo un incontro a luglio con la psico- terapeuta di Caterina, la dottoressa Luciana Murru, ho deciso di prende- re in mano il progetto. La dottoressa Murru mi ha introdotto al Metodo Simonton e a tutte quelle pratiche psicologiche con effetto diretto sul La fantasia , l’invenz ione , la creatività pensano, fisico. Nei mesi precedenti all’ascolto mi sono principalmente dedicato alla ricerca sul Metodo Simonton, alla visualizzazione guidata, passan- L’immaginaz ione vede . do poi alla Mindfulness e alla PNEI. È stato un momento propedeutico importante, poiché personalmente avevo bisogno di un avere un quadro più generale di cosa stavo per affrontare. Non ho mai voluto ascoltare le parole di Caterina prima per non compromettere la sua visione con B runo M unari, Fantas ia. LA TRADUZIONE la mia soggettività e intepretazione, che avrei sviluppato nel tempo. Una volta finita la ricerca a tavolino, ho chiesto un incontro con Caterina per poter ascoltare la sua visualizzazione, per poi passare nell’immediato alla parte di creatività e definizione delle linee guida visuali del progetto. L’incontro è durato circa un’ora e trenta minuti. Il transcript di seguito. 15 2.
Come vivi l’esperienza della visualizzazione, come ti prepari e in che modalità la affronti? Molto importante è l’aspetto fisico, quindi indossavo cappello, coperta, Io quindi dovevo visualizzare il farmaco che entrava nel mio corpo, proprio con gli occhi chiusi e con Mozart alle orecchie. L’esterno tutto molto ovat- come un mio alleato, come mi aveva spiegato Luciana. Un alleato che avreb- tato. Molto comoda, quasi stesa, rilassata. Iniziavo con dieci inspirazioni be combattuto la malattia. Tu devi contare che in tutta questa malattia, con da dieci secondi, quindi dieci secondi di inspirazione e dieci secondi di cui comunque convivo dal 2013, non l’avevo mai considerata come qualco- espirazione. Questo diciamo era il metodo che usavo e che uso tutt’ora sa da combattere. Anzi mi dava fastidio quell’atteggiamento del guerriero anche per addormentarmi. E poi iniziava la chemioterapia. Durante l’in- che combatte la malattia; avevo quindi una resistenza perché mi dicevo: fusione della prima "sacchettina" di cortisone e antiemetico non facevo «come posso combattere qualcosa che tutto sommato fa parte di me?» ancora la visualizzazione ma solo rilassamento, anche senza musica. È Non riuscivo proprio ad avere questo approccio. E invece devo dire che lento distacco dal momento, quindi non è che di botto chiudi gli occhi e con la visualizzazione, che poi ho trovato per me stessa, sono riuscita a inizi la visualizzazione. È un momento preparatorio. Poi invece arrivando trovare qualcosa che non avesse quella valenza così guerriera ma che alla prima sacca, proprio quella pesante, di cui ora non ricordo il nome, riuscisse comunque a dividere il bene dal male. Quest’ultima, come mi ha che ti fa cadere i capelli, ti abbassa i globuli rossi e i bianchi e tanto altro. spiegato Luciana, è comunque qualcosa da eliminare. In questo momento inizia la visualizzazione vera e propria. Quindi le visualizzazioni sono una narrativa di un dualismo di bene e male, giusto? Esatto. La parte del male era un po’ la cosa che avevo sempre rifiutato mattina presto, un po’ freddina, tersa e questi ciclisti che partono pieni e, invece, bisognava prenderla in considerazione. Tendevo a prendere di energie, facendo una salita tra tornanti. Questi sono tutti elementi che bene un po’ tutto, quindi per me andava bene prendere in considerazione rappresentano le mie esperienze in bicicletta alla fine. anche il tumore in qualche modo. Invece c’era proprio bisogno di sepa- È un bel gruppone di ciclisti, come fosse il Tour De France o il Giro d’Ita- rare. Quindi la visualizzazione nasce così, prendendo spunto dalle mie lia, non sparsi ma che viaggiano insieme. Devono avere parecchia forza. passioni, le cose che mi piacciono. Per qualche minuto mi immagino questi tornanti con questo flusso di Il farmaco che arrivava per me era sotto forma di omini in bicicletta, e Pac-Man che sale. Arrivano poi in cima al colle, si fermano, dove c’è una LA TRADUZIONE il casco, che vedevo soprattutto dall’alto, come dei Pac-Man. Veden- discesa. Qui è la fine della parte di arrivo del farmaco, che ha dovuto fati- dolo dall’alto i caschi erano come delle molecoline. Un po’ banale può care per la salita e raggiungere tutto il corpo per poi discendere a desti- sembrare. Mentre il mio corpo è l’Appennino, quindi la visualizzazione è nazione. Infatti si fermano e iniziano la discesa che porta ad una radura, dentro un paesaggio. Da qui c’è una suddivisione delle fasi della cura. La dove si trovano le cose da combattere. Questi sono i luoghi della mia prima fase è quella dell’infusione, nella quale il farmaco entra nel corpo. malattia. Sogni di Kurosawa è esemplificativo per capire il tipo di radura Nella mia visualizzazione c’è la musica di Mozart ed è tutto molto viva- che mi immagino. Soprattutto la locandina del film. ce, baldanzoso, molto carico di energia. Come se fosse una giornata di È molto vicino alla mia esperienza perché a me piace andare in bicicletta, 16 2.
fare la salita e arrivare poi in cima per godersi il panorama per poi lasciar- Ovviamente in tutto questo verdeggiare, perché tu ti devi immaginare si andare giù per la discesa. una cosa molto bucolica, frizzante. Nel tempo [la visualizzazione] è cambiata ma adesso ho un’immagine Quindi il farmaco è rappresentato da questi Pac-Man con caschetti rossi bella precisa. Loro scendono da questa discesa e arrivano alla pianura o gialli, mentre la malattia viene vista come dei conglomerati, come delle con in fondo delle colline. In questa pianura ci sono tre situazioni: subito sculture, pensa di essere in un videogioco. Sono quindi dei conglomerati all’inizio c’è la metastasi alla coscia, che ho tolto, quindi ora non c’è più. di sfere azzurre che, a seconda delle situazioni, prendono forme diverse. Tornando un secondo indietro, quali sono le tre situazioni? Sì, quindi la metastasi alla coscia, siccome era quella più grande ed eviden- dove parte della radura diventa un orto, un campo arato, che è il bacino. te, aveva una forma più grande rispetto alle altre. Me la immaginavo con Il bacino me lo sono immaginato così. Le lesioni al bacino sono sempre la forma di un grande masso che quasi sbarra la strada ai Pac-Man. Loro queste sferettine azzurre però sparse, perché io delle piccole scorie al arrivano alla radura e abbandonano la bicicletta che serviva solo per arri- bacino, sono veramente piccole. Quindi le vedo come delle imperfezioni vare alla malattia. Era soltanto l’infusione. Il farmaco arrivato sul punto da togliere in un campo. Anche qui ci sono gli omini che, con lo stesso inizia ad agire. Quindi la metastasi alla coscia è questo masso tutto pieno gesto di picchiettare, fanno sbocciare dei fiori sul campo. di queste sferettine, cellule blu che non hanno niente a che fare con la Più avanti, invece, c’è una specie di cespuglio, che è il rene. È una situa- natura che c’è intorno. Queste sono quasi gommose. All’inizio lo vedevo zione un po’ più difficile per me, perché è quella più pericolosa per la mia come un Pac-Man che si mangiava le cellule, poi invece è proprio il casco salute. Anche qui lavorano con alacrità ma sempre più di fino, con più di bicicletta che picchietta le sfere. Il meccanismo di cura sta nell’omino attenzione chirurgica. Questo cespuglio però me lo sono sempre immagi- che, rompendo una sfera, fa sbocciare un fiore. Quindi qui mi immagino nato dall’interno, non so come mai, perché in realtà è esterna la lesione. Io un’immagine proprio carica di colori come nel film di Kurosawa. Una fiori- comunque me la sono sempre immaginata dall’interno, perché ho sempre tura esagerata. Questi omini agiscono dall’esterno ma anche all’interno. immaginato un momento sempre più raccolto. Ecco, però non è proprio Quindi io li vedo entrare all’interno di questo masso, che è anche cavo. un cespuglio ma un arbusto con tante foglie. Le sfere azzurre sono quindi Potrebbero esserci delle riprese tutti insieme, come un vortice, come un in mezzo alle foglie. Gli omini in questa situazione sono molto più delica- giostra, un grande lavoro; come se fosse la festa del raccolto, che come ti rispetto agli altri momenti. Sulla coscia sono quasi come dei boscaioli LA TRADUZIONE immagine però non ha nulla del campestre ma più del videogioco. come in “Sette spose per sette fratelli” quasi che me li immaginavo con Sempre accompagnata dalla musica, questo è un lavoro infaticabile. delle birre. Nel campo come se facessero un raccolto. Sul rene invece Siccome i luoghi erano tre, ogni tanto spostavo l’attenzione tra la coscia, un’attenzione molto più chirurgica. il bacino e il rene. C’è il masso dove alcuni si fermano, poi un rettilineo 17 2.
In quest’ultima parte, li prendono o anche qui picchiettano con il casco? Sì anche qua si avvicinano con il casco. Anche qui sbocciano anche se bicicletta, ad esempio due minuti, poi lavoro sui tre organi e poi di nuovo in una prima visualizzazione tendevo ad immaginarmi un ridurre della bicicletta. Quindi il ciclo della visualizzazione si ripeteva già più volte massa in generale. Ad esempio nel masso della coscia era più qualcosa durante la chemioterapia. Non solo durante le infusioni ma anche due o che cercavo di sgretolare, di togliere pezzi, andando avanti con i cicli me tre volte al giorno. Quindi anche la luce dell’ambiente cambiava a seconda lo immaginavo sempre più ridotto. Anzi dalle lastre era aumentato, non si del momento della giornata in cui facevo la visualizzazione. Anche il modo era ridotto perché in realtà era cambiato. Dalla risonanza infatti c’era molto in cui interagivano i ciclisti cambiava. Ad esempio la sera potevano essere tessuto necrotico, la chemioterapia aveva funzionato quindi ho deciso di più stanchi e chiacchieravano intorno alle masse blu, in generale però era metterci i fiori. In realtà non si è ridotto, non posso dire che era andato via, sempre come se fosse una festa. ma era mutato. Infatti solamente dopo la risonanza ho modificato la mia Poi avevo anche fatto un tentativo di visualizzazione di portar via le cellule, visualizzazione inserendo i fiori, nell’ultimo ciclo di chemioterapia. quelle «ammazzate», come se ripulissero la scena ma non sono riuscita. Però la cosa importante è la storia in sé. Durante l’infusione, che dura Ho preferito quindi che i fiori prendessero posto delle sfere. circa un’oretta, la visualizzazione si ripeteva. Poi facevo qualche minuto di Ma come pensavi di poterti immaginare questa parte non riuscita? Fig. 2.1 - Schizzo di un fiore che sboccia tra le masse tumorali Ho provato ad immaginarmi i ciclisti come dei cercatori d’oro che con le carrioline portano via i resti. Ma mi dovevo sforzare e non mi veniva naturale quindi ho lasciato perdere. Questo ha anche un valore forse già profondo, perché non rispecchiava il modo in cui interagiva il mio corpo. Alla fin dei conti niente veniva portato via, ma ciò che c’era si tramutava in tessuto necrotico. Forse non volevo avere delle aspettative troppo alte. Quindi non era tanto il fatto che non mi piacesse la visualizzazione. LA TRADUZIONE Quindi questa visualizzazione che mi hai raccontato è il processo finale di un evolversi? Sì, quindi oltre al fatto che ho aggiunto la fioritura, anche il paesaggio andando avanti si è arricchito di particolari. La trama è sempre stata quel- la, da quando ho fatto la prima seduta con Luciana. Ho aggiunto solo un’altra parte di storia alla fine della chemioterapia. Alla fine della chemio- 18 2.
terapia c’è un’ultima sacca di «cose di pulizia.» Allora lì semplicemente passaggio di ritorno alla realtà, alla sala del trattamento. Un modo leggero cambiavo musica, mi vergogno un po’ a dirtelo, ma era Lento y Contento, per riaprire gli occhi e ritornare alla realtà. Ed è interessante che le ultime una canzone reggaeton. (In questo caso si intende Calma di Pedro Capò e visualizzazioni che ho fatto erano solo di reggeaton. Mozart mi ha aiutato Farruko.) Perché proprio è la fine del lavoro. I miei alleati si possono ripo- veramente molto, anche per migliorare l’umore, ma ora mi nausea un po’ sare, quindi anche la natura diventa un luogo di svago. Anche per me è un riascoltare la sua musica. Mentre questa canzone finale mi è rimasta cara. Immagino che tu visualizzi le immagini come se stessi guardando un film, giusto? Come è stato quindi il processo di creazione dell’immagine? Esattamente, avevo le immagini davanti a me come se fossi davanti ad uno concrezioni, degli alberelli. Poi un giorno una mia amica religiosa - io non schermo. Diciamo che io ho una predisposizione per le visualizzazioni, è sono religiosa - mi dice «sappi che il mio angelo custode te l’ho prestato. stato molto facile fin da subito. Dalla prima seduta con Luciana ho iniziato È con te e si chiama Tobia.» Quindi ho deciso di inserirlo nella visualiz- a visualizzare dei Pac-Man con rappresentazioni abbastanza chimiche del zazione. Da qui la visualizzazione ha preso un gusto più decoupage, tipo farmaco, quindi cellule, globuli e quant’altro. Però immediatamente questi collage. Questo Tobia me lo sono immaginato come un cartonato, raffigu- Pac-Man hanno preso la bicicletta. L’ho dovuta tramutare [la visualizza- rato come un angelo del Beato Angelico. Ritagliato su un cartoncino che zione] in qualcosa di molto piacevole. Quindi per farli spostare li ho muniti questa musica ogni tanto passava così in cielo. Quasi come un burattino, di una bicicletta. Poi subito dopo l’Appennino, un ambiente che mi piace- con i fili e lo scotch. Una cosa strana che arriva in un contesto fotogra- va. Quindi ho dovuto aggiungere tutti questi elementi per farmi piacere fico. Quindi, tenendo presente la locandina del film di Akira Kurosawa, la chemioterapia: mi sono dovuta appassionare alla mia visualizzazione. questa radura ha perso la sua connotazione così naturale, ma diventa tipo Io ero veramente maldisposta alla chemioterapia e ho cercato sempre di una volta. È all’aperto ma è come racchiuso sotto una cappella, una volta evitarla in tutti questi anni. Piangevo a pensare alla chemioterapia, e inve- celeste. Come essere in una chiesa ma senza soffitto. Si intuisce che c’è ce non è stata una brutta esperienza, vissuta così. questa volta tutto intorno, dove c’è un cerchio. Da qui, anziché affacciarsi L’elemento della radura invece si è arricchita nel tempo: era un posto della gli angioletti, ci sono i cartoncini dei miei amici, con uno stile schizzato, natura, con colline in fondo, le rocce a destra, la strada in mezzo, le mie come fossero delle caricature, fanno il tifo a questi omini. Un secondo che ho problemi a visualizzare questa volta cosa accade con i tuoi amici. LA TRADUZIONE Tu pensa di essere sotto la cupola di San Pietro, ma molto più grande. Quindi all’inizio era tutto molto più bucolico, con le sfere della malattia che Sotto c’è la radura e sopra come se ci fosse una balconata con un giro- comunque non avevano niente a che fare con tutto quello attorno. Mentre tondo di mezzi busti, con questo angioletto che passa. Questi amici sono ora si è fatto tutto più onirico, quasi surreale. rappresentati come gli omini del Cluedo. 19 2.
1. La salita con i tornanti 2. Arrivo in cima 3. Discesa 4. Arrivo alla radura 5. Il primo ostacolo 6. Il secondo ostacolo 7. Il terzo ostacolo La coscia Il bacino Il rene I ciclisti si godono la vista Le sagome degli amici, sulla balconata in cielo L’angelo Tobia I ciclisti lasciano le biciclette LA TRADUZIONE Il grande masso di Il prato con L’arbusto dove sfere che i ciclisti l’erba alta, i ciclisti all’interno si trova colpiscono con il si abbassano alla il conglomerato di caschetto ricerca sfere blu Fig. 2.2 - Schizzo spazio-temporale dell’intera visualizzazione di Caterina 20 2.
Parlando dei ciclisti, come te li sei visualizzati? Sono degli omini ma non si vedono mai in volto, si intuisce la forma umana. Ma non si è mai vista la faccia di questi. Più un’idealizzazione di questi. Sempre un po' da lontano, quasi come un quadro di Bosch. Senza troppi dettagli da vicino. Giusto all’interno della coscia che ci sono più dettagli, come se fossero dei minatori. Comunque a volte li vedevo anche di fianco, o dietro. Poi in quel momento c’era anche il Tour de France e il Giro d’Italia, a questo ho sovrapposto la mia passione per la bicicletta. Non è poi il singolo ma la massa dei ciclisti che rappresentano il farmaco, di due colori come le sacche dei medicinali. Il sacchetto rosso e il sacchetto giallo, quindi io vedevo un po’ di caschetti rossi un po’ di gialli. La loro forza era proprio nell’essere un gruppo. Parlando delle masse, come le descriveresti? Sono molto geometriche, se dovessi introdurli in un ambiente fotografico sarebbero degli elementi in 3D. Azzurre, una sopra all’altra in maniera disor- dinata, ammucchiate insieme, quasi da dover essere scardinate. Come delle palline di gomma, forse quindici centimetri di diametro, solide anche un po’ vacillanti. Quelle della coscia quindici centimetri, mentre quelle del bacino molto più piccole, così tanto che andavano cercate tra l’erba. Quindi volevo creare nella mia fantasia anche un attacco dal basso, così la massa, almeno della coscia, cadeva e crollava al suolo. Poi devi capire che io nei primi cicli di chemioterapia facevo soprattutto la sacca rossa, quella più forte e pesante, LA TRADUZIONE con del cortisone. Il cortisone è un anti-infiammatorio quindi potevo consta- tare al tatto questa massa sulla coscia diminuire, perché era l’unica cosa che sentivo. Tanto che me la potevo anche a misurare. Quindi con il cortisone questa massa tumorale si spiaccicava, si rilasciava. Quindi io nella visualizza- zione la facevo come un blob di palline che si adagiavano e si scioglievano un po’ sulla strada. Nel bacino prima mi immaginavo che le sfere venivano raccolte e tolte, poi invece ho deciso che dovevano essere eliminate e trasformate. 21 2.
In questo caso ti immaginavi il cortisone agire? volta in volta sempre più fiori. Questo perché i farmaci, non solo fanno bene a combattere la malattia, ma, passando attraverso il mio corpo, lo No, non c’è mai stato. Pragmaticamente non mi importava dell’azione del fanno rinascere. cortisone che tanto sapevo agiva come anti-infiammatorio, quindi non volevo che funzionasse il cortisone ma la chemioterapia. A livello di immagine come sarebbe? Come descriveresti invece la parte del rene? Per me è un elaborato a tecnica mista. Colori accesi, look del videogio- co. Sogno e contaminazione stilistica. A me comunque piace molto il Più misteriosa, la musica più solenne. Mi spostavo da un organo all’altro, fatto della trasformazione, del non distruggere ma del cambiare. Infatti ho trasportandomi dalla musica, mentre a volte decidevo io in quale organo anche un mantra legato alla respirazione consapevole profonda, ovvero lavorare di più. Con la musica baldanzosa e allegra non avrei mai lavo- quando ispiravo mi ripetevo «sbocciano i fiori» e all’espirazione «e io ritor- rato sul rene. Questa parte è forse la più difficile della visualizzazione. no a fiorire.» Una frase che mi dava una soddisfazione incredibile. Per me Mi ci avvicinavo con molto più rispetto e delicatamente. Non so perché è stato tipo accerchiare il nemico e trasformarlo in qualcosa di positivo. ma mi sono sempre immaginata il loro intervento dall’interno dell’albero, Non è stata una battaglia. Lo sbocciare infatti me lo immagino come un sempre un po’ buio, ombroso. Le sfere erano concentrate in un punto, hyperlapse. Anche con dei primi piani o dettagli dei fiori che sbocciano. perché so di avere una metastasi di sette millimetri abbastanza esterna Per la mia visualizzazione ricercavo qualcosa di bello e colorato, festoso. al rene, spero di fare la termoablazione il prima possibile. Io ogni volta ne uscivo contenta dalla visualizzazione. Io però me la immaginavo all’interno, leggermente verso il fuori che intra- vedi da fuori. Il rene me lo immagino come un arbusto cespuglioso, non Ma ti è mai capitato che la visualizzazione fosse interrotta o non andasse tanto alto come un albero, molto denso di foglie, dove i ciclisti devono come volevi che andasse? andare a cercare e intrufolarsi. Nonostante fosse addensato in un unico punto, gli facevo fare un giro generale, nel caso trovassero qualche palli- Certamente, soprattutto se intorno a me c’era della confusione. Non no in giro, per togliere le cose sul nascere. Qui visualizzavo proprio sola- sempre quindi le visualizzazioni sono arrivate da sole. Però la musica mi mente il caschetto, non proprio l’omino. A volte anche come un fascio di ha aiutato molto a mantenere la concentrazione. luce tra le foglie come fosse la luce di un caschetto da minatore. Lo vede- LA TRADUZIONE vo in soggettiva, come se l’omino fossi io. La situazione del rene è l’unica Ora continui la stessa visualizzazione? che vedevo veramente da vicino mentre le altre erano più panoramiche. No. Ne ho parlato anche con Luciana. Dopo aver fatto la risonanza e ho L’ambiente come cambia quindi nel tempo? visto che la chemioterapia aveva funzionato, mi sono resa conto che, come se avessi fatto un lungo giro in bicicletta, era ora di appenderla al A ogni ciclo di chemioterapia il mio corpo fiorisce sempre di più. Quindi chiodo. Soprattutto dopo il quinto ciclo di terapie mi è venuta un po’ la anche al passaggio dei ciclisti sui tornati e nella discesa sbocciano di nausea di questa visualizzazione. Ho detto «Basta! Adesso mi sono un po’ 22 2.
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