Leadership & Per formance Management - Claudio Fasola 13 - 15 Aprile 2021 - Livewebinar Modulogroup
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Introduzione La capacità di valutare in modo trasparente le performance di un collaboratore e di essere in grado di farle evolvere coerentemente con gli obiettivi dell’azienda e le potenzialità della persona rappresenta una competenza chiave per qualsiasi manager che abbia la sana ambizione di concorrere alla crescita e al rafforzamento della propria organizzazione. Per sviluppare in termini organici un progetto di performance management è necessario avere un modello di riferimento chiaro e strutturato; essere mossi da buone intenzioni non è sufficiente. L’implementazione di una nuovo linea produttiva, la volontà di affacciarsi in un nuovo mercato, o la decisione di sviluppare un nuovo prodotto richiedono la messa in atto di un piano di lavoro articolato e complesso. Alla stessa stregua è necessario che un manager e per quanto possibile la sua organizzazione diventino padroni di una serie di concetti senza i quali si corre il rischio che una azione di valutazione e sviluppo non riesca a dare ordine, indirizzo e focalizzazione, ma vada a generare caos, dubbi e instabilità. Consapevoli di queste criticità abbiamo sviluppato una piccola guida che possa aiutare a fare proprio il modello OKR e a famigliarizzare con i suoi termini e con i suoi 6 elementi peculiari. 3
Il modello OKR annovera fra i suoi utilizzatori alcune fra le organizzazioni più importanti al mondo: Accenture / Adobe / Amazon / American-Global- Logistics / Anheuser-Busch / Asana / Baidu / Box / CareerBuilder / Capco / Cap-Gemini / Datto / Dell / Deloitte / Department-of-the-Navy / Domo / Dropbox / Edmunds / Eli-Lilly / Eventbrite / Facebook / FiServ / Flipboard / Gap / Gates- Foundation / GE / Google / GoPro / InsideSales / Instructure / ING-Bank / Intel / ISO-Energy / Juniper -Networks / Kelly-Services / KupiVIP / LG / LinkedIn / Lookout / Lumeris / Malwarebytes / Microsoft / Moz / Mozilla / MyFitnessPal / Nerd Wallet / Netflix / Nuna / One / Oracle / Panasonic / Paperless-Post / Rackspace / Salesforce.com / Samsung / Schneider-Electric / Sears / Siemens Slack / Spotify / Splunk / SunEdison / Tableau / Twitter / UpWind-Solutions / Viacom / Vmware / Vox-Media / Yahoo / Zalando / Zendesk / Zume / Zynga 4
Il primo punto della nostra guida è tanto semplice quanto necessario: “Lo sforzo quotidiano che metto nel lavoro ha senso?” “L’obbiettivo che devo raggiungere ha valore?” “I miei obiettivi puntano nella medesima direzione di quelli delle altre persone dell’organizzazione?” Con il termine Purpose intendiamo lo scopo ultimo dell’organizzazione, il cui raggiungimento dipende dalla nostra capacità di conseguire nel medio termine i diversi obiettivi che ci siamo prefissati. Deve essere il collante di tutta l’Organizzazione. È l’elemento sovraordinato capace di dare ordine a quello che facciamo. E’ il perché ultimo, il WHY di Simon Sinek, uno dei tre elementi del modello motivazionale MAP di Daniel H. Pink. Un obiettivo guadagna trazione tanto quanto il suo raggiungimento concorre a dare vita a qualcosa di più importante. La possibilità di offrire a professionisti che svolgono attività diverse e apparentemente distanti un elemento che li unisca permette di dare vita ad azioni di sense making, ovvero ogni persona riesce a dare valore e significato a quello che fa. A fronte di questo valore lo sforzo che mi viene richiesto per migliorare le mie performance guadagna importanza. Non si percepirà lo sforzo, ma piuttosto la soddisfazione di aver partecipato al raggiungimento di qualcosa di importante. Le domande che abbiamo preparato vogliono aiutarci a definire il purpose dell’organizzazione e a capire fino a che livello può generare valore. 6
Purpose Quale è lo scopo ultimo dell'organiz- zazione? Perché ha valore per il mondo? Perché ha valore per la comunità e la colletti- vità in cui è inserita? Perché ha valore per i suoi clienti o i suoi utenti? Perché ha valore per i suoi colla- boratori? Perché ha valore per i suoi share- holder? 7
Dopo aver messo a fuoco il Purpose dell’organizzazione l’attività chiave che dobbiamo svolgere in un progetto di performance management è la definizione di uno o più obiettivi che il team, una sua parte, o eventualmente anche una singola persona deve andare a perseguire. Definire un obiettivo non è semplice. Dobbiamo descriverlo in modo chiaro e saperne specificare la tipologia. Un obiettivo deve poi essere coerente con gli altri obiettivi che sono fissati nell’azienda, non solo all’interno dell’area che presiedo, ma devono coesistere anche con quanto definito nelle altre aree funzionali. Molto spesso contrasti fra funzioni trovano la loro genesi in uno sciatto allineamento degli obiettivi. La verifica ultima della bontà del nostro obiettivo la si trova nella facilità con cui siamo in grado di illustrare come il suo raggiungimento concorra positivamente allo scopo ultimo (Purpose - Punto 1 del nostro modello) di tutta l’organizzazione. Il nostro obiettivo non contiene numeri, sono altre le sue due caratteristiche più significative. Deve essere in grado di generare motivazione, ovvero quando lo comunichiamo alle persone dobbiamo costruire le condizioni affinché tutti ne capiscano l’importanza. Deve essere chiaro e trasparente, non deve generare ambiguità o contraddizioni. Se la sua descrizione inizia a essere troppo articolata e densa di sfumature rischia di essere poco efficace. Perché l’obiettivo sia tale dobbiamo “tempificarlo”. Entro quado dovremmo raggiungerlo? Ho già in testa dei momenti in verifica e controllo? Gli orizzonti temporali di un obbiettivo possono avere qualche margine di flessibilità e servono soprattutto per dare un quadro di riferimento, al contrario le tempificazioni dei risultati chiave dovranno essere estremamente precise e definite nel dettaglio. 8
Objective Descrizione Tipologia Aspirational О Committed О Tempi Relazione ↑ Purpose ↓ Obiettivi ↔ Obiettivi ↑ Obiettivi sotto ordinati Paralleli sovraordinati Motivazione Chiarezza 9
Il secondo passaggio riguarda la definizione dei risultati chiave che ci permetteranno di dare piena concretezza al nostro obiettivo. Con l’obiettivo ben chiaro (nella tabella trovate lo spazio per poterlo riscrivere) iniziamo ad associargli dei risultati chiave. Possono essere metriche: oggettive (come il numero di articoli venduti), oppure oggettivabili (come ad esempio l’esito di un questionario funzionale a raccogliere la soddisfazione di un cliente rispetto alla capacità di dare risposte efficaci alle sue richieste). Possono essere espressi in valore assoluto, o da una percentuale, per meglio mettere in luce un cambiamento. Oltre all’uso di metriche possiamo identificare come risultati chiave anche dei milestone, ovverosia qualcosa che si è realizzato concretamente, un esempio potrebbe essere aver ottenuto la certificazione qualità per un nuovo processo, oppure aver avuto il via libera dalla compliance per un nuovo progetto di comunicazione e marketing. Per ogni obiettivo consigliamo di individuare 3 / 5 KR di natura diverso, un numero più ampio può essere possibile solo per obiettivi estremamente complessi. Limitare il numero di KR risponde a una esigenza tecnica: aiutare tutte le persone coinvolte nel progetto a prestare attenzione a pochi indicatori chiave, facilitando autonomia e capacità di autovalutazione. Come anticipato nella prima scheda ricordiamo sempre di tempificare i KR, senza date la loro utilità precipita. A fianco di ogni KR troverete altre celle. La prima indica semplicemente la % in cui ho completato il KR nel momento di verifica. Niente di dissimile rispetto a quanto si può fare normalmente rispetto allo scostamento dal budget. La colonna analisi riporta la valutazione del risultato. A fronte di una pandemia globale un KR raggiunto al 75% potrebbe essere un grande risultato. Le contingenze hanno infatti reso quel KR molto più sfidante di quanto pensato inizialmente. L’ultima colonna vuole dare la possibilità di sintetizzare con una valutazione numerica l’effettiva bontà di quanto raggiunto. 10
Objective Key Results + Timing % Analisi e Valutazione KR1 KR2 KR3 KR4 KR5 11
Aver fissato l’obiettivo e i risultati chiave genera chiarezza, dà una direzione e fornisce elementi per monitorare le attività, ma non ci dice che cosa dobbiamo fare per conseguire i risultati che abbiamo individuato. E’ troppo facile credere di poter promuovere lo sviluppo di una squadra semplicemente lavorando su obiettivi e risultati Un manager competente deve avere una idea di quelle che sono le azioni che debbono essere compiute per raggiungere i risultati. Nella nostra griglia abbiamo individuato lo spazio per sintetizzazione 10 attività chiave per raggiungere l’obiettivo. Un chief project manager potrebbe completare la tabella prendendo spunto dai task di un progetto. La scelta di non utilizzare il termine task, ma quello di performance risponde all’esigenza di dare peso alla fase esecutiva, piuttosto che a quella progettuale. Il responsabile deve conoscere quali siano le azioni chiave e deve poi essere in grado di isolare quelle che sono state svolte in termini eccellenti da quelle che invece sono state al di sotto delle aspettative. Questa analisi permetterà a fronte di un risultato positivo di fornire alla squadra elementi di comprovata efficacia su cui poggiare le successive attività. Al contrario di fronte a un risultato negativo potrà identificare rapidamente quale attività non è andata a buon fine per poi mettere a fuoco, e lo vedremo bene nelle prossime due schede, che cosa potrebbe fare per evitare che una situazione del genere si ripeta. L’autonomia e la capacità di un gruppo di decidere proattivamente come raggiungere un obiettivo sono dimensioni estremamente positive, ma questo non può esautorare un manager da conoscere che cosa debba essere fatto per avere successo. Se così non fosse il suo ruolo diverrebbe superfluo e lo renderebbe inadeguato rispetto a qualsiasi azione valutativa. 12
Key Results KR1 KR2 KR3 KR4 KR5 Performance P1 P6 P2 P7 P3 P8 P4 P9 P5 P10 13
Performance Management significa fare in modo che le persone siano in grado di produrre azioni che li mettano nella condizione di raggiungere i risultati chiave e di conseguenza gli obiettivi. Ma quali sono le leve da muovere per fare in modo che le performance migliorino? Il nostro modello prevede due fattori abilitanti a performance di qualità: 1) le competenze; 2) il framework. Relativamente al primo punto un buon manager deve avere chiare le competenze che una persona deve possedere per poter lavorare coerentemente con i valori dell’organizzazione e per poter completare con profitto le attività proprie del ruolo. Utilizzando il modello TRV un manager deve essere in grado di individuare le competenze tecniche, relazionali e valoriali che i membri del proprio team dovrebbero possedere. Nel modello OKR la competenza è da intendersi come la capacità di dare forma concreta alle proprie abilità e conoscenze. Il lavoro che ci aspetta è duplice: da una parte capire quali sono le competenze di riferimento, dall’altra provare a capire in quali una persona eccelle e in quali è deficitario, in quali può migliorare e in quali ha già raggiunto il massimo. Sulla base di questo quadro di riferimento si iniziano a pianificare le azioni di possibile miglioramento. La valutazione non serve a nulla se non si lega a un piano di crescita. Valuto le competenze non per compilare una pagella, ma per capire come farle evolvere al fine di sviluppare performance migliori e di conseguenza raggiungere con più facilità i KR che mi sono prefissato. 14
TRV Competency – Company Related TRV Competency – Perfomance Related 15
Le performance prodotte da un professionista non sono il frutto esclusivo delle sue competenze. La storia professionale di ognuno di noi testimonia come in alcuni contesti lavorativi siamo riusciti a produrre il massimo, mentre in altri abbiamo faticato. Questo accade in quanto le nostre performance poggiano sull’interazione fra le competenze ed il framework nel quale ci troviamo a lavorare. Governance, cultura e modelli organizzativi hanno un impatto significativo sulle performance dei singoli. Siamo sicuri che la nostra azienda, o il nostro stile manageriale favorisca il successo dei collaboratori? Ci sono dubbi sulla modalità di gestire il lavoro? Si percepisce poca fiducia fra proprietà e management? È quasi impossibile prendere decisioni in autonomia? Sono rari i momenti in cui è possibile condividere idee e informazioni? Con ragionevole certezza possiamo dire che queste criticità ci possono condurre a valutazioni di questo tipo: “il mio capo insiste che devo migliorare… ma non si rende conto di quello che succede in azienda… “. Implementare un piano di performance management richiede molte energie, dobbiamo capire se ci sono le condizioni per poterlo realizzare con successo. Per semplicità abbiamo individuato 5 domande la cui risposta può aiutarci a capire se l’organizzazione è già pronta per dare vita un progetto di performance management o ci sono degli aspetti che debbono essere risolti preliminarmente. 16
Tema Domanda Risposta 1. Struttura e Obiettivi, chiarezza ruoli e piani esecutivi nel nostro team sono chiari? 2. Sicurezza Nel nostro psicologica team pos- siamo assu- merci dei rischi senza sentirci insi- curi o imba- razzati? 3. Significato Lavoriamo del lavoro a qualcosa che è im- portante a livello per- sonale per ciascuno di noi? 4. Lealtà Possiamo contare gli uni sugli al- tri per svol- gere nei tempi previ- sti un lavoro di alta qualità? 5. Impatto del Stiamo fon- lavoro damentalme nte convinti che il lavo- ro che svol- giamo sia importante? 17
Our purpose is to insure quality, service, and value in all areas of mechanical construction. Our service should exceed industry standards and be of the best value we can provide. Our staff will complete each project to the satisfaction of the contract and/or customer. We will provide a service we take pride in, one that our customers will appreciate and trust for their future plumbing and mechanical needs. We will strive to create and maintain a bond based on integrity, respect, and professionalism. Objective: Deliver a World-Class Customer Support Experience Key Results by the end of the year: • Achieve a CSAT of 90%+ for all Tier-1 tickets • Troubleshoot Tier-1 issues within 1 hour • Resolve 95% of Tier-2 support tickets in under 24 hours • Each support rep to maintain a personal CSAT of 95% or more Key Performance: • Set the Customer's Expectations • Listen First Then Speak • Never flat-out state that a customer is wrong. Patiently restate your position • Remember thank you, and sorry • If you ever feel you are on the brink of losing a customer, do everything you can personally, or call in assistance from others in the organization, to salvage the situation Key Competencies: • Attentiveness • Ability to communicate clearly • Knowledge of the product • Ability to use positive language • Patience and Tenacity 18
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John Doerr - Ideatore del modello OKR 22
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Note 24
Modulo Group è una società di consulenza multidisciplinare nata nel 1990 con l’intento di valorizzare i progetti di sviluppo e di riorganizzazione dei propri clienti attraverso una business proposition strutturata secondo 3 divisioni di competenza: Head Hunting & Executive Search Ricerchiamo e selezioniamo profili manageriali ed executive, garantendo sicurezza, privacy e professionalità. Inspirational & Executive Training Progettiamo ed eroghiamo interventi di formazione manageriale altamente personalizzati in grado di migliorare le performance aziendali. Change Management & Executive Consulting Affianchiamo organizzazioni e persone nel costruire progetti di cambiamento attraverso interventi di In Modulo Group operano oltre 20 professionisti, dislocati in 2 sedi italiane, Padova e Milano e in 1 sede polacca, Krakow. 25
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