La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi

Pagina creata da Claudia Stefani
 
CONTINUA A LEGGERE
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
   I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi”

  Anno XII n° 7 Aprile-Maggio 2018

Berlino

               Il Leone free lance
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
                               contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone
Anno XII n°7 Aprile-Maggio 2018                   Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

      IN QUESTO NUMERO:
5-7 Dieci cose da vedere       8      La porta di Brandeburgo 11    Aleksanderplatz
3 I 20 anni di Liberi di Scrivere 9-10 Il Reichstag           12-13 Il Muro di Berlino

                                    Berlino

2      Editoriale                 18-20 Storia della Prussia
                                                                  26 Il Festival di Berlino
                                   21-22 Berlino dal 1920 al 1945
14-15                                                             27  I Caffè Scientifici
Il gioiello di Federico il Grande 23-24  Le Olimpiadi  del 1936         del “Roncalli”
16-17 La Berlino più nascosta 25 La strage del mercatino di 29-31 “Gli studenti scrivono
                                  Natale                                    per il Leone”

Le nostre rubriche:

 27        “ARTE SENZA “PIPPONI”        a cura di Pietro Vezzaro
 32        L'Angolo della Poesia         a cura della Redazione
           Copertina                     a cura di Tommy Laurino
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag. 2

                                             Editoriale

Siamo arrivati all'ultimo numero di quest'anno pieno di novità e di cambiamenti e fra pochi giorni
l'estate e la voglia di vacanza ci riempiranno la mente e il cuore.
Il Leone prima di congedarsi,momentaneamente,vi propone un viaggio a Berlino,una città piena di
sorprese,di suggestioni,di contraddizioni ed anche di mistero. Questa metropoli offre, a
differenza di altre, una quantità di aspetti e di anime diverse che la rendono adatta a qualsiasi
esigenza del visitatore. Non sto parlando soltanto del costo della vita,per altro accora
accettabile,bensì ,e soprattutto, della sua vasta offerta culturale che la rende una città mai
noiosa. Infatti a Berlino ci sono 180 musei,1700 ponti e un numero incredibile di opportunità per
trascorrere piacevolmente qualche ora.
Si va dai concerti di musica (jazz,tecno,classica,metal...), ad eventi di varia natura e a locali
pubblici aperti fino a tarda notte, per finire ai cimiteri cittadini;sono più di 200...
Oddio!! Forse quest'ultima annotazione vi ha disturbato un poco,ma non vi dovete meravigliare
perché Berlino ha sempre avuto con la “morte” un rapporto “speciale”!
Uno dei luoghi più visitati è infatti il Memoriale dell'Olocausto,un monumento singolare edificato
per ricordare gli ebrei d'Europa assassinati. Si trova in pieno centro,di fronte alla Porta di
Brandeburgo, e ricorda con i suoi 2711 blocchi di cemento grigio una delle cose più atroci fatte
dal Nazismo.
Berlino è anche questo!
D'altra parte la divisione della città in due parti,est ed ovest,ha caratterizzato gli anni difficili
della Guerra Fredda. Di tale divisione rimangono ancora tracce vistose,il Muro, ed altre meno
appariscenti,le case e i palazzi della parte orientale quasi opprimenti nella loro architettura.
Ciò che rimane della Repubblica Democratica Tedesca è ancora palesato dai quartieri orientali
,assai più cupi di quelli occidentali. Checkpoint Charlie,poi,nonostante sia una meta turistica tra
le più visitate, ricorda tristemente la travagliata storia dei berlinesi segregati nella loro
“porzione di città” quasi fossero “detenuti agli arresti domiciliari”!
Berlino,però, ha anche una dimensione misteriosa rappresentata da luoghi abbandonati e cupi
come,per esempio,la Belitz Huilstatten il lazzeretto che durante i due conflitti mondiali fu
convertito in ospedale. Oggi la struttura,in gran parte fatiscente,appare mutilata da atti di
vandalismo che l'hanno resa un luogo spettrale. Oltre ai muri scrostati e alle finestre
divelte,sulle pareti rimangono strani simboli esoterici. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che qui
abbiano avuto luogo due omicidi efferati. Il primo risale al 1991 e fu opera di un serial killer
conosciuto come “la bestia di Belitz” e il secondo,avvenuto nel 2008,ha avuto come protagonista
un fotografo amatoriale il quale ha ucciso nella sala di Chirurgia la sua modella conosciuta sui
social. Per finire sembra che la Belitz Huilstatten sia infestata dai fantasmi che si manifestano
talvolta con spaventose aperture e chiusure di finestre accompagnate da improvvisi cali della
temperatura (fino a zero gradi!).
Insomma,Berlino è una città da vedere e da capire,perché molteplici sono le sue caratteristiche.
Sono certa che sfogliando il giornale troverete più di un motivo per programmare un soggiorno in
questa capitale. Adesso vi auguro delle buone vacanze dandovi l'appuntamento a Settembre.

BUONA LETTURA!

                                                                       Patrizia Davini
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.3

                                Un successo lungo vent'anni

“Liberi di scrivere”, il progetto letterario dell'Istituto Roncalli rivolto agli studenti delle
scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio, compresa la sezione della scuola
carceraria di Ranza, è, con la presente, giunto alla sua XX edizione.
Si tratta indubbiamente di un traguardo importante, una longevità che attraversa e in
qualche misura rappresenta la storia del Roncalli, con le sue trasformazioni e le sue
vicissitudini, ma che testimonia anche dei mutamenti nell'immaginario e nelle culture delle
giovani generazioni.
“Liberi di scrivere” infatti vuole essere uno “spazio bianco” aperto all'espressione libera
degli studenti, cioè un'occasione in cui i giovani partecipanti possono in piena autonomia
dare voce e corpo ai loro pensieri, ai loro segreti, alle loro speranze, in una parola a quella
creatività e tensione espressiva che la scuola a volte trascura o fatica a riconoscere.
Nel corso di questi venti anni, l'esperienza letteraria di “Liberi di scrivere” ha visto
emergere personalità di rilievo, voci, giovani certo, ma potenti e autentiche: tutte queste
esperienze sono raccolte nelle plaquettes che accompagnano e conservano traccia delle
varie edizioni. E' stata poi accompagnata dall'interessamento partecipe, dalla presenza
amichevole di poeti come Mario Luzi, venuto in più di un'occasione a presenziare alla
cerimonia di premiazione, oppure come Caterina Trombetti e Maria Teresa Scibona od
ancora Paolo Maccari; tutte personalità che hanno sempre saputo dare ai ragazzi parole di
incoraggiamento, invitandoli a perseguire con coerenza nella scrittura.
Quest'anno, per festeggiare adeguatamente il traguardo dei vent'anni, oltre alla consueta
cerimonia di premiazione, che si terrà il 6 giugno, si sono organizzati due momenti
speciali, aperti al pubblico, al territorio, che vogliono entrambi sottolineare l'importanza
della parola poetica. In particolare, la manifestazione si aprirà il 4 giugno con una lezione
di Alessandro Fo dal titolo “Pierluigi Cappello: appunti e testimonianze”; a seguire, il 5
giugno, un reading a cura di Alessandro Bianchi (Empatheatre) per ripercorrere, attraverso
una selezione dei testi pubblicati, la storia e i momenti più significativi di questi venti anni.
In contemporanea a tali iniziative, sarà allestita una mostra delle opere pittoriche degli
studenti della scuola carceraria di Ranza, che hanno scelto cioè la forma artistica come
linguaggio espressivo.
Siamo più che mai convinti dell'importanza di “Liberi di scrivere” all'interno della scuola;
soprattutto riteniamo che possa e debba continuare ad esercitare il suo ruolo di “ascolto” e
di indagine delle esperienze di scrittura (e non solo) dei giovani.

                                                          Prof.ssa Claudia Corti
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.4

              L'Orso e il Leone

              Divisi a Berlino

Genni Nebiu
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.5

           Tutto ciò che non si può non vedere a Berlino

La Porta di Brandeburgo
                                        È il monumento più famoso di Berlino ed è conosciuto
                                        in tutto il Mondo come simbolo della città stessa. È
                                        una porta in stile neoclassico. Si trova sul lato
                                        occidentale del Pariser Platz,
                                        nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere
                                        del Tiergarten. Durante la Guerra Fredda si trovava
                                        a Berlino Est vicino al muro che
                                        divise Berlino dal 1961 al 1989. La costruzione e la
                                        quadriga vennero seriamente danneggiate durante la
                                        seconda guerra mondiale e restaurate tra il 1956 ed
                                        il 1958. I resti del Muro di Berlino e dei vari
sbarramenti nelle vicinanze della porta vennero a mano a mano completamente demoliti.

Postsdamer Platz
Nel quartiere Tiergarten si trova il Potsdamer Platz ed è una delle piazze più importanti di
Berlino. È il simbolo della Nuova Berlino e costituisce il cuore della metropoli. La piazza è
costituita da tre aree: la Daimler City, centro multifunzionale formato da 19 palazzi adibiti
ad uffici, abitazioni e centri di intrattenimento. All'interno dell'area di Daimler Chrysler si
trova un pezzo del Muro di Berlino, abbattuto nel 1989, con numerose didascalie e foto che
testimoniano la travagliata e spesso tragica storia della città. Il Sony Center è un
complesso di edifici strutturato in forma triangolare costruiti prevalentemente da vetro ed
acciaio.

Checkpoint Charlie
Il punto di non ritorno del blocco
Sovietico, il confine tra est e ovest dove i
cecchini posizionati per avere una visuale
totale, avevano l'ordine di sparare su
eventuali attraversamenti da parte dei
tedeschi della Berlino Est. Una
descrizione perfetta del clima di Guerra
Fredda tra USA e URSS.

Il memoriale dell'Olocausto
Si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 20 ed è uno dei memoriali più significativi dedicati
all'olocausto. 2711 blocchi di marmo da attraversare a piedi, posti in maniera ondulata su una
superficie in modo da creare l'effetto claustrofobico. Uno dei monumenti più impressionanti
del mondo ad opera di Peter Eisenman.
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.6

Hamburger Bahnhof

                    Per gli amanti di Andy Wharlor, Licthstein, Kriefer e tanti altri è una
                    tappa obbligatoria. Hamburger Bahnof nato dalle ceneri di una stazione
                    ferroviaria del 1800 è diventato uno dei musei di arte contemporanea
                    più famosi del Mondo.

Il verde di Tiergarten
Se vuoi rilassarti e godere di un po' di verde in una città completamente fatta di cemento
dagli spazi enormi, Tiergarten è il luogo ideale per respirare un po' d'aria sana immersi
nella natura. 210 ettari di natura e verde incontaminato lontani dal caos della città ti
doneranno pace e relax.
Berliner Fernsehturm
Berliner Fernsehturm è l'ideale per chi adora osservare le città dall'alto, infatti è una
torre di 368 metri da dove si può ammirare il panorama di tutta Berlino. Ospita anche i
media nazionali, infatti è chiamata la Torre della Televisione, e si trova all'entrata della
città.

Reichstag: il Parlamento Federale Tedesco

Reichstag è il Parlamento Federale Tedesco dal 1999 e anche qui si può ammirare uno
splendido panorama su tutta Berlino, basta salire sulla cupola di vetro predisposta sulla
parte superiore della struttura, progettata dall'architetto inglese Norman Foster. Il
palazzo del Reichstag di Berlino fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il
parlamento del Reich tedesco. Fu inaugurato nel 1894 e tornò ad essere la sede del
parlamento tedesco nel 1999. L'attuale parlamento tedesco si chiama Bundestag. Il
Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro Romano Impero e cessò di esistere negli
anni della Germania Nazista (1933-1945). Nell'uso odierno, il termine tedesco Reichstag si
riferisce ,quindi, principalmente all'edificio.
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.7

Duomo di Berlino
Il Duomo di Berlino, completato nel 1905, è il più grande luogo di culto protestante della
città, nonché luogo di sepoltura della famiglia reale prussiana degli Hohenzollern.
                                                       Questo meraviglioso monumento,
                                                       pomposo richiama al Rinascimento
                                                       italiano, ha unito per secoli la corte
                                                       prussiana degli Hohenzollern al
                                                       protestantesimo tedesco ed è stato
                                                       più volte rimaneggiato, a partire dal
                                                       Medioevo.
                                                       Dove oggi sorge il Duomo, infatti, già
                                                       dal 1465 esisteva una cappella di
                                                       Corte. La costruzione del Duomo iniziò
                                                       invece nel 1747 e fu completata nel
1905 sotto il Kaiser Guglielmo II.
Gravemente danneggiato durante la guerra, l’edificio rimase chiuso durante gli anni della
Repubblica Democratica e fu riaperto solo nel 1993, a seguito dei restauri.

Zoologischer Garten Berlin
Il Zoologischer Garten Berlin (giardino zoologico di Berlino)
è insieme al Tierpark Berlin uno dei due giardini zoologici di
Berlino.
È uno dei più grandi zoo della Germania e anche dei più
forniti, in termini di specie animali, del Mondo. Si trova al
limite occidentale del quartiere Tiergarten, nelle vicinanze
del Kurfürstendamm e della stazione ferroviaria
Zoologischer Garten.
Adiacente allo zoo vi è il grande parco del Tiergarten.
Anche all'interno dello zoo ci sono molti giardini e piccoli
laghetti.
Nel dicembre 2006, nel parco è nato l'orso polare Knut, rapidamente diventato una delle
maggiori attrazioni dello zoo berlinese.

                                                                 Elena Ferrara
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.8

                                   La Porta di Branderburgo
La Porta di Brandeburgo è una porta in stile neoclassico. Si trova sul lato occidentale del Pariser
Platz, nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarten. Essa costituisce il punto
finale occidentale del viale Unter den Linden presso la Pariser Platz ed è il monumento più
famoso di Berlino,conosciuto in tutto il Mondo e simbolo della città .

Aperta al traffico il 6 agosto del 1791, la porta venne costruita a partire dal 1788 da Carl
Gotthard Langhans, che prese spunto dalla ricostruzione dei Propilei di di Atene, della quale nel
1758 Leroy parlò nel suo libro "Ruines des plus beaux Monuments de la Grèce". La costruzione
di questo monumento era stata commissionata dal re Federico Guglielmo II di Prussia in segno di
pace. Lo stile utilizzato da Langhans è un dorico-romano riveduto.Al piede delle colonne sono
infatti presenti delle basi e alla fine del fregio, da un lato e dall'altro del prospetto, compaiono
mezze metope, in contrasto con lo stile dorico autentico, che prevede colonne senza basi e parti
terminali del fregio risolte con semplici triglifi. La porta è alta 26 metri e larga 65. Le colonne
doriche in pietra, che a terra hanno un diametro di 1,75 metri, creano 5 varchi di passaggio. La
quadriga ,sulla sua sommità fu ideata nel 1794,da Johann Gottfried Schadow. Napoleone
Bonaparte la trasportò nel 1807 a Parigi, come bottino di guerra. Nel 1814 i prussiani la
riportarono indietro, ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l'asta in mano alla
dea della pace. Durante la Guerra Fredda la Porta di Brandeburgo si trovava nella parte
orientale di Berlino , vicino al Muro che divise Berlino dal 1961 al 1989. La costruzione e la
quadriga erano state seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale e furono
restaurate tra il 1956 ed il 1958. Gli stampi originali della quadriga si trovavano fortunatamente
ancora nel deposito della fonderia Noack a Berlino ovest.Nel 1963, quando il presidente degli
Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy visitò la porta di Brandeburgo, i sovietici
appesero grandi striscioni rossi su di essa per impedirgli di guardare a Est. Negli anni ottanta,
denunciando l'esistenza di due Stati tedeschi, il sindaco di Berlino Ovest, Richard von
Weizsäcker disse: «La questione tedesca è aperta fino a quando la porta di Brandeburgo
resterà chiusa». Che siano cartoline, festeggiamenti per speciali anniversari della caduta del
Muro (nel 2009 qui si sono esibiti gli U2) o altro ancora, la Porta di Brandeburgo è tappa
obbligata di qualsiasi visitatore di Berlino. La storia si ripete ancor di più ogni anno la notte di
San Silvestro quando migliaia di tedeschi e di turisti provenienti da tutto il Mondo si assiepano
per festeggiare qui l'arrivo del nuovo anno. Con fuochi d'artificio e un grande palco su cui si
esibiscono star della musica nazionale e internazionale Berlino attende il nuovo anno.
L'antistante grande piazzale di Pariser Platz, considerato "il salotto buono di Berlino", anch'esso
restaurato a città riunificata, non basta ad accogliere tutti i curiosi e così il pubblico forma un
fiume umano lungo tutto l' Unter den Linden facendone puntualmente uno dei più grandi open air
party mondiali. Gioia al posto della malinconia del passato: la storia a volte vive cicli inaspettati.

                                                                           Lorenzo De Lucia
La Voce del Leone - Il Leone free lance - I.I.S. "Roncalli-Sarrocchi" - Roncalli Sarrocchi
Pag.9

                                Il palazzo del Reichstag

La costruzione dell'edificio iniziò solo dopo il 1871.

In precedenza il parlamento si era riunito in diversi altri edifici sulla Leipziger Straße di
Berlino, ma questi erano generalmente ritenuti troppo piccoli. Così, nel 1872, si concluse un
concorso architettonico con 103 partecipanti per l'erezione di un nuovo edificio. I lavori
iniziarono 10 anni dopo, a causa di vari problemi riguardanti l'acquisto del terreno per il
palazzo e di discussioni su come si sarebbero dovuti eseguire i lavori tra il Kaiser Guglielmo
I , il Cancelliere Otto von Bismarck e i membri del Reichstag. Nel 1882, si tenne un altro
concorso a cui parteciparono 189 architetti. Questa volta il vincitore, l'architetto di
Francoforte, Paul Wallot, riuscì ad eseguire il suo progetto. Il 9 giugno 1884, la prima
pietra fu posata da Guglielmo I. Prima che la costruzione venisse completata, nel 1894,
Guglielmo I morì e fu il suo erede, Guglielmo II ad inaugurarlo. L'edificio originale fu
apprezzato molto soprattutto per la sua originale cupola di vetro e acciaio, un capolavoro
della tecnica dell'epoca. Dopo la fine della prima
guerra mondiale il Kaiser abdicò durante i giorni
rivoluzionari del 1918 e Philipp Scheidemann, primo
presidente della neonata Repubblica di Weimar,ne
proclamò la costituzione da una delle balconate del
Reichstag il 9 novembre. Da quel momento l'edificio
continuò ad essere la sede del parlamento Il palazzo
del Reichstag fu costruito come sede per le riunioni
del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco. Il
Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro
Romano Impero e cessò di esistere nel periodo della
Germania Nazista. Nell'uso odierno, il termine
tedesco Reichstag si riferisce quindi principalmente
all'edificio. Dopo la nomina di Adolf Hitler a
Cancelliere del Reich, il 30 gennaio 1933, il palazzo
fu incendiato in circostanze misteriose e mai del tutto appurate. Questo fatto fornì
una preziosa occasione ai nazisti per sospendere gran parte dei diritti civili garantiti dalla
costituzione del 1919 tramite il “Decreto dell'incendio del Reichstag”.Durante i 12 anni del
Terzo Reich, il Palazzo non fu mai usato per le sessioni parlamentari. Le poche volte che il
Reichstag si riunì, lo fece nella Krolloper, un ex Teatro dell'Opera posto di fronte ad esso.
Pag.10

La seduta inaugurale del nuovo governo presieduto da Hitler si tenne a Potsdam, nella Chiesa
della Guarnigione ,in cui all'epoca erano conservate le spoglie mortali di Federico II di
Prussia detto "Il Grande". Questo vale anche per la sessione del 23 marzo 1933, nella quale il
Reichstag cedette gran parte delle proprie prerogative al governo tramite il “Decreto dei
pieni poteri”, una delle fasi della cosiddetta Gleichschaltung. L'edificio (che dopo l'incendio
era comunque inutilizzabile) fu invece usato per occasioni propagandistiche e, durante la
seconda guerra mondiale, per scopi militari. Il Palazzo fu ulteriormente danneggiato dalle
incursioni aeree e durante l'assedio di Berlino del 1945 divenne l'obiettivo principale
dell'Armata Rossa,che il30 aprile del 1945 lo conquistò. La famosa foto scattata dal
                                                    fotografo di guerra ucraino Evgenij Chaldej
                                                    fissò l'istante in cui il soldato dell'Armata
                                                    Rossa Abdulkhakim Ismailov issò la
                                                    bandiera rossa dell'Unione Sovietica su una
                                                    delle torri del palazzo. La Storia dice che lo
                                                    scatto non ci fu effettivamente il 30 aprile
                                                    1945 ma pochi giorni dopo l'effettiva
                                                    entrata dei soldati nell'edificio. Fino al
                                                    1990, il palazzo è stato usato solo per
                                                    occasionali incontri di rappresentanza e per
                                                    una mostra ampiamente lodata sulla storia
                                                    della Germania, chiamata “Fragen an die
deutsche Geschichte” (Domande alla storia tedesca). La cerimonia ufficiale della
Riunificazione tedesca, del 3 ottobre 1990, si tenne nel Palazzo del Reichstag, alla presenza
del Cancelliere Helmut Kohl, del Presidente Richard von Weizsäcker, dell'ex-Cancelliere
Willy Brandt e di molti altri. Fu un evento toccante, con grandi fuochi d'artificio ed è ancora
ricordato con tenerezza da molti tedeschi. Il giorno successivo, il parlamento della
Germania,detto Bundestag, si riunì con un atto simbolico nel Palazzo del Reichstag. Comunque,
a quel tempo, il ruolo di Berlino non era ancora stato deciso; infatti la capitale ufficiale era
ancora Bonn ma la recente riunificazione delle due Germanie doveva essere sancita anche dal
ripristino della sede storica,Berlino.Solo dopo un feroce dibattito, considerato da molti una
delle sessioni più memorabili del parlamento, il Bundestag concluse il 20 giugno 1991 con una
maggioranza esigua, che sia il governo e il parlamento venissero spostati a Berlino. Nel 1992
sir Norman Foster vinse il concorso per la ricostruzione dell'edificio. Il suo progetto
vincente era molto diverso da quello che è stato poi realizzato. Prima dell'inizio dei lavori ,
nel 1995 ,il Reichstag fu "imballato" dall'artista bulgaro-statunitense Christo, e questo fu un
evento che attrasse milioni di visitatori. Durante la ricostruzione, il palazzo fu
completamente svuotato e furono lasciati solo i muri esterni e tutti i cambiamenti fatti dal
lavoro di Baumgarten degli anni Sessanta. I seggi del parlamento furono trasferiti al
Reichstag nell'aprile 1999. La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo e oggi
il Reichstag, e soprattutto la grande cupola di vetro che è stata eretta sul tetto in memoria
dell'originale del 1894, diventati un'attrazione turistica anche perché, forniscono una delle
panoramiche più attraenti di Berlino, specialmente di notte. La cupola è aperta al pubblico
sotto prenotazione.
                                                                        Andrea Verdiani
Pag.11

                                       Alexanderplatz
Alexanderplatz è un'importante piazza di Berlino ed era il punto centrale di Berlino Est. In
origine era un mercato di bestiame, poi le venne attribuito, nel 1805 il nome
“Alexanderplatz “ in onore della visita dello Zar russo Alessandro I. Nel 1886, dopo la
costruzione della stazione Bahnhof Alexanderplatz, del Zentrale Markthalle, ossia il
mercato centrale al coperto e del grande magazzino Titz , Alexanderplatz divenne una delle
più grandi zone commerciali della città. È stata il simbolo della metropoli Berlino e degli
"anni d'oro" della Repubblica di Weimar,ma fu bombardata pesantemente, subendo gravi
danni, durante il secondo conflitto mondiale. In Alexanderplatz sono visibili anche: “Der
’Interhotel Stadt Berlin”; “Die Haus des Lehrers” (la casa dell’insegnante); ”Die Haus des
Reisens” (la casa del viaggio); “Die Haus des Elektroindustrie” (la casa dell’industria
elettronica) ; “Die Brunner der Völkerfreundschaft”, la fontana dedicata all’amicizia tra i
popoli, e “Der Weltzeituhr”, l’Orologio universale Urania che segna le ore delle principali
città del Mondo. L'edificio più famoso della piazza è Die Fernsehturm, cioè la torre della
televisione , la costruzione più alta di tutta la città. Sul lato occidentale della piazza ci sono
due edifici di 8 piani con finestre quadrate a quattro pannelli, destinati ad uffici e negozi, la
cui disposizione forma “una porta d’ingresso” del centro storico. Negli anni '60 la piazza è
stata ingrandita ed è stata creata una zona pedonale , circondata da alti e ingombranti
palazzi grigi, che ha contribuito a renderla un testimonial dell’architettura socialista.
Tra gli avvenimenti più importanti accaduti qui ci sono le proteste del 4 novembre 1989,
                                                                innescate da un gruppo di
                                                                artisti, che videro la
                                                                presenza di mezzo milione di
                                                                persone. Questa fu la prima
                                                                manifestazione approvata
                                                                dalla DDR(Deutsche
                                                                Demokratische Republik ).
                                                                  Tutto ebbe inizio alle 10:00
                                                                  di fronte alla ADN-building,
                                                                  sulla strada minore,
                                                                  all'angolo di Prenzlauer Allee
e lo slogan fu questo:
                           "Ci prendiamo la libertà che meritiamo".
La marcia durò più di tre ore e vide la presenza: del capo del Partito Comunista berlinese,
Gunter Shabowsky; dell'ex capo del servizio di intelligence straniero della Germania
dell'Est Markus Wolf; del membro del Politburo Günter Schabowski; dello scrittore Stefan
Heym e dell'attore Ulrich Mühe. Di tutti questi si ricordano i discorsi tenuti per
l'occasione. Tutta la manifestazione era concentrata sulla Costituzione della Germania Est
ed in particolare sui paragrafi 27 e 28, che garantivano la libertà di parola e di riunione. La
marcia fu trasmessa in diretta televisiva dalla televisione della Germania Est.
                                                                         Eryka Gaggelli
Pag.12

                                  IL MURO DI BERLINO

La costruzione del muro iniziò il 13 agosto 1961 per volontà del governo della Repubblica
Democratica Tedesca nel tentativo,per altro riuscito,di impedire agli abitanti del settore
orientale,controllato dall'Unione Sovietica, di raggiungere liberamente il settore
occidentale,controllato dagli Alleati.
Infatti,diretta conseguenza della seconda guerra mondiale,Berlino nel 1945 era stata divisa
                                         in quattro settori amministrati da Unione
                                         Sovietica,Stati Uniti d'America,Francia e Gran
                                         Bretagna. In seguito anche il territorio tedesco fu
                                         diviso in due stati e ,a partire dal 1949, iniziarono ad
                                         esistere due Germanie:
                                         Repubblica Federale Tedesca (RFT), alleata
                                         dell’Occidente
                                         Repubblica Democratica Tedesca (DDR), filo
                                         sovietica.
                                         Purtroppo l'ex capitale si trovava totalmente nella
                                         parte controllata dall'URSS e così i settori
                                         controllati dagli Alleati si trovarono isolati;fu per
                                         questo motivo che nel 1948 i sovietici tentarono un
                                         blocco della città che costrinse gli alleati a rifornire i
                                         settori da essi controllati per mezzo di un ponte
aereo. Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente in tutti i
settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra
Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali
di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est
passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961. Il motivo principale della decisione presa dalla DDR
fu proprio questo,impedire questo esodo.
Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere
Pag.13

utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima
generazione di un vero e proprio muro, che divideva fisicamente la città e quando circondò
                                                          completamente Berlino Ovest
                                                          trasformò ,in pratica, i settori
                                                          occidentali in un'isola rinchiusa entro i
                                                          territori orientali.
                                                          Nelle prime ore di quel 13 agosto 1961
                                                          si interruppero tutti i collegamenti
                                                          tra le due Berlino.
                                                          Il Muro era lungo più di 155 Km e
                                                          spezzava in due la città
                                                          Il triste e famigerato ostacolo divenne
                                                          insuperabile, dividendo l famiglie,
                                                          tagliando la strada tra la casa e il
                                                          posto di lavoro; tra la casa e la scuola
o l'università. Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania il confine tra est e ovest divenne
una trappola mortale.
Fu così che il Muro divenne il simbolo della Guerra Fredda.
Negli anni sono state molte,alcuni dicono più di duecento, le persone uccise mentre cercavano
di scavalcarlo. Questa situazione stava diventando un pericolo per la Germania dell’est ed era
un’ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato. Infatti sul piano economico la
Germania occidentale stava vivendo un fortissimo boom.
Il 26 giugno 1963 ,in occasione di una visita ufficiale, il Presidente degli Usa John Fitzgerald
Kennedy pronunciò questo celebre discorso:

   « Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il
 grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci
sono alcuni che dicono che il comunismo è l'onda del futuro. Fateli venire a Berlino! Ci
    sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i
  comunisti. Fateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero
 che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici.
                Lasst sie nach Berlin kommen! Fateli venire a Berlino!
  Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come
                           uomo libero, sono orgoglioso di dire:
                                 Ich bin ein Berliner! »

Il 9 novembre 1989 il Governo della DDR annunziò l'apertura della "frontiera" e migliaia di
persone si arrampicarono sul Muro per raggiungere Berlino Ovest. Nelle settimane
successive molte parti del muro furono state portate via dalla popolazione finalmente in
festa per la ritrovata libertà.
                                                                         Caterina Mostacci
Pag.14

                    Il gioiello rococò di Federico il Grande

Il Palazzo di Sanssouci (dal francese sans souci, "senza preoccupazioni") si trova nella parte
orientale dell'omonimo parco ed è uno dei più famosi castelli di Potsdam, capitale del
Brandeburgo.
Fra il 1745 e il 1747 Federico II il Grande, re di Prussia, fece erigere una piccola residenza
                                                     estiva in stile rococò sulla base di schizzi
                                                     da lui stesso disegnati.
                                                        Il progetto fu affidato all'architetto
                                                        Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Il
                                                        palazzo, immerso nella natura, con
                                                        l'ampia vista sulla campagna circostante,
                                                        era il luogo nel quale Federico II
                                                        intendeva risiedere "senza
                                                        preoccupazioni", coltivando i suoi
                                                        interessi personali e artistici. Non si
                                                        trattava dunque di un edificio destinato
                                                        alla corte e all'esercizio delle funzioni di
                                                        governo, bensì di un vero e proprio
rifugio privato del re e dei suoi ospiti più intimi. Il palazzo di Sanssouci, piuttosto modesto
nelle sue dimensioni per un sovrano, aveva in origine dodici locali, dei quali solo cinque erano
abitati da Federico II;tuttavia è interessante perché testimonia il cambiamento
nell'architettura di corte verso la metà del XVIII secolo.
Per questi motivi ve ne propongo una visita virtuale. Cominciamo dall'esterno.
Il corpo principale, ad un solo piano, occupa con le sue ali laterali quasi l'intera larghezza
della terrazza superiore. La lunghezza dell'edificio è 91,6 metri e la larghezza 15,3 metri.
l'altezza complessiva all'esterno è di 12,5 metri. La parte centrale della facciata
meridionale è caratterizzata da un corpo semi ovale sporgente, coronato da una cupola.
Sopra la finestra centrale è scritto il nome del palazzo in lettere di bronzo dorato. Fra le
finestre, ad arco a tutto sesto, diciotto coppie di telamoni e cariatidi sostengono la cornice
sovrastante. Le sculture in pietra arenaria raffigurano satiri e baccanti e furono scolpite sul
posto nel 1746.
A questo punto possiamo proseguire la nostra visita all'interno.
Il palazzo di Sanssouci rispecchia i canoni di una "residenza di piacere", dai cui locali, posti
al piano terra, è possibile uscire facilmente nei giardini. Anche nella distribuzione degli
spazi interni qui si eccelle per la comodità seguendo i dettami dell'architettura di corte
francese. Dal centro si dipartono due file di camere: i locali più importanti danno a sud,
verso il giardino, mentre i locali destinati alla servitù sono a nord. Ciascuna camera è
collegata da una porta con il retrostante alloggio di servizio. Inoltre, i locali principali sono
messi in comunicazione fra loro da porte in asse e formano - secondo un tipico modello
barocco - un'infilata di stanze, tale per cui risulta possibile apprezzare dall'interno e con un
solo sguardo l'intera estensione del palazzo.
Pag.15

Federico II tracciò gli schizzi del suo palazzo secondo queste regole dell'architettura di
corte, ma tenne anche conto dei suoi personali desideri e delle esigenze di comodità.
Il vestibolo, al quale si accede dal cortile d'onore, costituisce un ingresso di rappresentanza
che non fa certo intuire subito il carattere intimo del palazzo. In esso si ripetono le colonne
accoppiate che caratterizzano il colonnato esterno. Le pareti del locale rettangolare,
infatti, sono ritmate da dieci coppie di colonne corinzie di finto marmo, con basi e capitelli
dorati che si ergono davanti a pilastri corinzi, che sporgono solo leggermente dalle pareti. Il
dipinto sul soffitto a volta mostra la dea romana Flora con Geni che spargono fiori e frutti
dal cielo. Alle tre portefinestre sul lato nord, che danno verso il cortile d'onore,
corrispondono sulla parete di fronte tre finte architetture con porte.
La sala di marmo, al centro del palazzo, aveva la funzione di sala delle feste. Per la pianta
                             ovale e per la cupola, con un'apertura ovale sulla sommità,
                             l'architetto Knobelsdorff si ispirò al Pantheon di Roma. I
                             marmi di Carrara e di Slesia, che danno il nome a questo
                             ambiente, si trovano nelle colonne, alle pareti, nelle
                             strombature delle finestre e negli intarsi del pavimento. La
                             disposizione delle otto coppie di colonne corinzie replica quella
                             del vestibolo. Nelle nicchie accanto alla porta sono collocate le
                             sculture scolpite nel 1748. Il busto bronzeo del re di Svezia
                             Carlo XII di Svezia è documentato fra gli arredi della sala di
                             marmo dal 1775. Federico II lo ricevette in dono da sua
                             sorella Luisa Ulrica nel 1755.

Nella sala da concerto, sulle pareti e sul soffitto di color bianco, è visibile l'esuberante
ornamentazione dorata della rocaille. I dipinti e gli specchi delle pareti sono inseriti nelle
decorazioni e vengono avvolti dai tipici
ornamenti arcuati e circonvoluti dell'arte
rococò. I dipinti delle pareti, realizzati nel 1747
da Antoine Pesne, raffigurano Pigmalione e
Galatea, Vertumno e Pomona, Diana con le sue
ninfe al bagno, Pan e Siringa, Bacco e Arianna.
Il fortepiano di Gottfried Silbermann dell'anno
1746 e il leggio di Federico II, realizzato nel
1767 testimoniano l'uso cui era destinato
questo ambienteNel 1841 l'edificio fu ampliato
con l'aggiunta di due ali laterali per volere di
Federico Guglielmo IV, i cui abbozzi furono trasformati in progetto dall'architetto Ludwig
Persius. Nel 1990 i castelli e i giardini del parco di Sanssouci sono stati inclusi dall'UNESCO
nella lista dei patrimoni dell'umanità. La collocazione del palazzo di Sanssouci su una collina
coltivata a vigneto riflette un ideale di armonia fra l'uomo e la natura, in un paesaggio
ordinato dall'intervento umano.
                                                                          Nicolò Guadagno
Pag.16

                          Un viaggio nella Berlino più nascosta
A Berlino i cimiteri cittadini sono numerosi, oltre 200. I cimiteri tedeschi non hanno l’aspetto
tetro e “automatico” dei nostri. Sono luoghi abbracciati dal verde, hanno l’aspetto di parchi dove
le persone vanno a riposarsi. Ippocastani che filtrano la luce del sole,ortensie che adornano i
sentieri ciottolati, le fronde dei salici ,il candore dei marmi, le lapidi di marmo nero con incisioni
tinta oro, i mausolei in pietra,i mezzibusti,le targhe commemorative ne fanno luoghi
“accoglienti”anche per i visitatori.

                                Dorotheenstädtischer Friedhof
Chausseestraße, quartiere Mitte. Una cancellata alta e argentea dalle punte acuminate delinea il
                                                             perimetro di uno dei luoghi più
                                                             intriganti della città. E’ il cimitero
                                                             settecentesco di
                                                             Dorotheenstädtischer Friedhof. Il
                                                             luogo di sepoltura ,costruito nel 1762,
                                                             offre riposo a illustri personaggi della
                                                             Storia. Realizzato per volontà di
                                                             Federico II detto “il Grande”,era stato
                                                             destinato inizialmente alla sepoltura
                                                             delle persone comuni della parrocchie
                                                             circostanti;ma con il sorgere in questa
                                                             zona di un gran numero di accademie e
                                                             dell’Università cittadina, il rango degli
                                                             abitanti divenne sempre più alto e così
                                                             anche quello degli “ospiti".Chiuso per
sovraffollamento nel 1860 e interessato dall’ampliamento di Hannoversche Straße nel 1899,
alcune delle parti vennero vendute e molte tombe, tra cui quelle di Hegel, Fichte e Klenze,
vennero riesumate e spostate dove si trovano oggi. Varcata la soglia del sacrario, camminando tra
lapidi avvolte da edere rampicanti, non ci sono ossari, odore di muffe od ortiche selvagge. I
sepolcri più importanti sono quelli della scrittrice Christa Wolf, l’architetto Karl Friedrich
Schinkel, Friedrich Hegel e il filosofo Herbert Marcuse, senza contare la coppia costituita dal
grande Bertolt Brecht e da sua moglie Helene Weigel.

                        Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa
Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa,conosciuto anche come Memoriale
dell'Olocausto (o meglio, Memoriale della Shoah) , è situato nel quartiere Mitte di Berlino ed è
stato costruito allo scopo di commemorare le vittime della violenza nazista. Il Memoriale è
composto da 2.711 stele ed accoglie ogni anno più di 500.000 visitatori provenienti da ogni
nazione. Tra il 1988 e il 1989, numerose personalità tra le quali Günter Grass e Christa Wolf
sottoscrissero un appello per la realizzazione di un monumento nel centro della città di Berlino
per ricordare lo sterminio degli ebrei in Europa. Dopo un primo concorso pubblico nel 1994 per la
progettazione del monumento ce ne fu un altro ma la votazione finale venne ritardata a causa
delle elezioni politiche del Bundestag, che approvò la realizzazione del memoriale nel 1999. I
lavori iniziarono nel 2003 e vennero conclusi nel 2004 mentre l'inaugurazione ebbe luogo nel
2005. Il monumento è stato edificato nell'area originariamente occupata dal palazzo e dalle
proprietà di Goebbels ed occupa l'intera superficie dell'isolato tra le Ebertstraße, Behrenstraße,
Pag.17

Cora-Berliner-Straße e Hannah-Arendt-Straße. Le stele sono in calcestruzzo colorate di
grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo
                                                               interno. Dalla vista esterna
                                                               appaiono tutte di altezze simili
                                                               ma, poggiando su di un fondo
                                                               variamente inclinato, le più
                                                               basse lungo il perimetro
                                                               esterno, "fagocitano"
                                                               gradualmente il visitatore che
                                                               si addentra fra di esse. le stele
                                                               sono realizzate per
                                                               disorientare e l'intero
complesso fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine.
                                    Il cimitero dei suicidi
Nel verde della foresta di Grunewald, all’estrema periferia ovest di Berlino, si nasconde un
bizzarro cimitero, il Friedhof Grunewald-Forst, detto anche “cimitero dei suicidi” o “dei
senza nome”.Il luogo è a circa venti minuti di macchina da Teufelsberg, “la montagna del
diavolo”. non è facile arrivarci,le case si fanno sempre più isolate, così come le fermate del
trasporto pubblico. Il silenzio viene interrotto solo dai rumori della foresta. Arrivati
all’altezza di Schildhornweg 33 ci si inoltra direttamente nel bosco dove pochi metri dopo
c'è un cartello con la scritta “Zum Friedhof” indica la strada per il cimitero e poi ci si
troviamo proprio davanti all’ingresso. Il
portone di legno è sempre chiuso.
All’interno c’è il silenzio più totale. Dato le
poche visite non è garantita la
manutenzione. Il cimitero ha accolto per
anni i corpi dei suicidi che un tempo si
gettavano nel fiume Havel . Ci sono però
anche diverse tombe di defunti senza
identità, sepolti soprattutto tra il 1939 e il
1945 e divisi tra uomini e donne sconosciute
e di genere non identificabile. croci di legno
si alternano a lapidi interrate che individuano gli Unbekannter, ma ci sono anche tombe
“normali”. I rampicanti dilagano ovunque, anche sulle lapidi, e la natura in generale è
rigogliosa e si impone con prepotenza. Il Friedhof Grunewald-Forst è famoso anche perché
ospita la tomba di Christa Päffgen, detta Nico, sepolta insieme alla madre Margarete. Un
eyeliner, una bottiglia di vino, una mini-bottiglia di Jägermeister e altri piccoli oggetti
testimoniano l’affetto dei visitatori per una figura che di sicuro ancora influenza l’estetica e
la sensibilità artistica di molti.Modella, attrice e cantante originaria di Colonia, Nico ha
vissuto gli anni d’oro della Factory di Andy Warhol ed è stata l’indimenticabile interprete di
brani dei Velvet Underground che hanno fatto la storia della musica alternative.Alcuni
pensano che Nico si sia tolta la vita come molti altri defunti del Friedhof Grunewald-Forst
ma in verità è morta a Ibiza per una banale caduta dalla bici, ad appena 50 anni.
                                                                              Matilde Leoncini
Pag.18

                Dalla Marca di Brandeburgo all'Impero di Prussia

Tra la fine del VII e l'inizio dell' VIII secolo nell'area vissero dei gruppi slavi come
gli Evelli/Stodorani stabiliti nel medio corso del fiume Havel e gli sprevani nell'area del
basso corso della Sprea. Dopo le campagne dell'808 contro i Sassoni, Carlo Magno assegnò
agli Obodriti (suoi alleati), la parte del territorio sassone compresa fra l'Elba e il Mar
Baltico. Al X secolo risale la fondazione dei vescovati di Havelberg e di Brandeburgo
                                sull'Havel. Nel 1134 l'imperatore Lotario III assegnò la marca
                                nord-orientale del suo regno ad Alberto I di Brandeburgo,
                                detto l'Orso, della dinastia di origine sassone/brandeburghese
                                (dalla famiglia degli Ascani).
                               Data di nascita della marca viene considerata l'11 giugno 1157
                               quando in una guerra sanguinosa Alberto espugnò la fortezza di
                               Brandeburgo sull'Havel, in mano al principe sprevano Jaxa von
                               Köpenick. Dopo la morte di Alberto divenne marchese suo figlio
                               Ottone che continuò la politica di espansione verso nord-est
                               (Pomerania) con l'obiettivo di raggiungere il Mar Baltico, cosa
                               che lo portò tuttavia ad entrare in guerra con la Danimarca.
                               Dopo la Battaglia di Bornhöved (1227) il Brandeburgo si
                               assicurò la Pomerania. La presa di potere fu confermata da
                               Federico II che assegnò il feudo della Pomerania al marchese
del Brandeburgo. Nel 1320 morì l'ultimo degli Ascani e l'imperatore assegnò la marca ai
principi della dinastia Wittelsbach, rifiutati dalla nobiltà locale, che quindi non riuscirono mai
a imporsi. Dalla metà del XIV secolo l'imperatore Carlo IV fece diversi tentativi di
impossessarsi della marca e di assegnarla alla dinastia dei Lussemburgo, la sua, in modo da
assicurarsi, oltre a quello boemo, anche il voto del principe elettore brandeburghese per
garantire il titolo di imperatore ai Lussemburgo. Nel 1373 la Dieta di Guben garantì la marca
ai Lussemburgo, ma già con il nipote di Carlo ,Jobst di Moravia, il potere dei Lussemburgo si
indebolì e la marca passò agli Hohenzollern. Per stabilizzare la situazione politica, la marca
fu assegnata a Federico VI di Hohenzollern, che stabilì la sua residenza a Berlino.
Nel 1539 la marca si unì alla Riforma. Il ramo brandeburghese degli Hohenzollern perseguì
una politica di progressiva espansione del proprio territorio nel tentativo di aumentare il loro
potere nonostante la posizione delicata. Infatti, a Nord si trovavano il regno di Danimarca e
soprattutto la Svezia; a est vi erano i delicati rapporti con la Polonia e a ovest vi era una
guerra con la Francia. Nonostante il contesto il marchese Giovanni Sigismondo riuscì, nel
1614, ad ottenere altre contee. Nella seconda metà del XVII secolo Federico Guglielmo,
chiamato “il Grande Principe,” riuscì a espandere e potenziare il potere della marca, ad
armare una marina e a conquistate colonie in Africa e nei Caraibi. Con l'accordo di Snamensk,
il marchese di Brandeburgo ottenne la sovranità sulla Prussia e nel 1701 venne incoronato re
di Prussia e da quel momento la storia della marca del Brandeburgo è quindi comune a quella
della Prussia. All'interno della Prussia vi era la provincia del Brandeburgo, il cui capoluogo era
in un primo momento Berlino e in seguito Potsdam, che rappresentava il nucleo centrale dello
stato prussiano. Nel XVIII secolo non si può ancora parlare di Prussia come stato unitario.
Pag.19

Analogamente a quanto avviene agli Asburgo in Austria gli Hohenzollern, già da secoli,
margravi ed Elettori del Brandeburgo, espandono il loro dominio su altri territori,
assumendo, dapprima, il titolo di re in Prussia e poi, dal 1772, con la prima spartizione della
Polonia, quello di re di Prussia. Divengono così sovrani di una moltitudine di stati, più o meno
ampi, che vanno dalle rive del mar Baltico fino alla Mosa, ai confini con i Paesi Bassi. L'abilità
dei monarchi prussiani fa di questa suddivisione una forza, anziché una debolezza; l'arte militare
diviene un'occupazione pressoché permanente della classe dirigente prussiana, che vede i
suoi eserciti presenti in ogni parte del Sacro Romano Impero Tedesco. La pluralità degli
stati, appartenenti all'Impero e non, costituirà i nuclei di quelle che formeranno nel corso del
XIX secolo le grandi province amministrative del regno. Nel 1850 fu concessa la Costituzione:
parlamento alto (Herrenhaus) e basso (Abgeordnetenhaus) a suffragio universale ma col sistema
delle tre classi. Il sistema elettorale delle tre era stato introdotto per decreto il 30 maggio del
1849; tra i cittadini iscritti il 4,7% apparteneva alla prima classe, il 12,6% alla seconda e l'82,7%
alla terza. Joseph von Radowitz,il ministro degli Esteri, cercò di creare uno stato federale,
ma l'Austria era ancora troppo forte ed era chiaro che avrebbe impedito ogni riunificazione
tedesca; il nuovo cancelliere Otto von Manteuffel dovette piegarsi agli accordi di Olmütz,
umilianti per la Prussia; essa portò alla nomina di Otto von Bismarck, che condusse a tappe
forzate il suo programma di unificazione tedesca con esclusione dei tedeschi dei Sudeti, del
sudest europeo e dell'Austria. Questa soluzione fu chiamata "piccolo-tedesca" e, dopo
l'unificazione, si scontrò inevitabilmente con le concezioni pan germaniche.
La guerra austro-prussiana del 1866 è stata vista come guerra civile intertedesca, una sorta
di replica della guerra di secessione americana ,ma in realtà si trattò di una guerra fra stati.
La Costituzione tedesca dopo l'unificazione della Germania presentava un sistema politico
costituzionale puro, simile per alcuni versi all'autocrazia dello Stato zarista. L'Impero era
strutturato su base federale; l'imperatore era il primus inter pares fra molti imperatori. La
solidità della posizione prussiana era assicurata dal suo sistema elettorale, che prevedeva
ancora il sistema delle tre classi (più o meno come nella Francia pre rivoluzionaria) e che fu
abolito soltanto alla fine della prima guerra mondiale. Tale anacronismo era la chiave di volta
della preminenza degli Junker, la classe dominante fin dal Medioevo. Sembra che fosse obsoleta
anche la distribuzione delle circoscrizioni elettorali: per esempio, le elezioni del 1907 segnarono
una sconfitta dei socialdemocratici e del Centro Cattolico nonostante avessero ottenuto tre
milioni di voti in più dei partiti avversari. Si dovette arrivare al 5 aprile 1917, in piena guerra
mondiale, perché Theobald von Bethmann-Hollweg ,in qualità di primo ministro di Prussia, propose
l'immediata introduzione del suffragio universale in Prussia. Tre giorni dopo ne parlò vagamente
il Kaiser, nel suo messaggio pasquale al popolo tedesco, che era stato redatto dal segretario di
Bethmann-Hollweg, Wahnschaffe. I conservatori reagirono il 3 maggio 1917 con una risoluzione
che favoriva "una pace con indennità, con un aumento di potenza e acquisti territoriali...".
Anche in quelle circostanze, i conservatori si rifiutarono di prendere in considerazione una
riforma elettorale; tanto che il 9 luglio 1917 in un consiglio della corona svoltasi a Berlino, il
ministro della guerra prussiano sostenne che una Prussia governata dai socialisti e dai gruppi
etnici slavi era peggio che perdere la guerra. Il 10 luglio Bethmann-Hollweg, nel consiglio dei
ministri prussiano, presentò la bozza di un decreto regio per accelerare l'adozione del suffragio
universale. Non fu forse un caso che due giorni dopo lo stato maggiore costrinse alle
dimissioni Bethmann-Hollweg, proprio il giorno nel quale il decreto comparve sulla stampa;
seguì a fine anno l'allontanamento di Rudolf von Valentini, capo del gabinetto civile.
Pag.20

Così la ricerca di un assetto politico più moderno fu del tutto rigettata. Bismarck aveva
fatto sì che il Parlamento (Reichstag) non avesse il potere di nominare e annullare il primo
ministro (cancelliere); tale facoltà era interamente nelle mani dell'imperatore. Il Consiglio
Federale (che fungeva da camera alta) fu ben presto ridotto a svolgere compiti irrilevanti,
poiché erano stati tracciati per garantire il predominio prussiano; infatti, quattordici
consiglieri erano bastanti a impedire qualsiasi mutamento istituzionale, e la Prussia ne aveva
diciassette. Bismarck probabilmente accentrò quasi tutto il potere nella figura
dell'imperatore fidando nella sua capacità di influenzarne le decisioni; dopo la sua cacciata
ebbe a confessare di avere sbagliato nel favorire una tale concentrazione di potere
nell'istanza suprema. Balfour sostiene che la costituzione tedesca del 1871 fu modellata su
                                                                  quella della repubblica
                                                                  olandese, perché Bismarck
                                                                  era amico dello storico
                                                                  statunitense John Motley,
                                                                  che ne scrisse la storia.
                                                                  Tuttavia, il netto predominio
                                                                  della vecchia Prussia
                                                                  comportò un prezzo molto
                                                                  alto anche per la Prussia
                                                                  stessa che fu obbligata a
                                                                  lavorare per cause "nazionali"
                                                                  o perfino per l'espansione
                                                                  tedesca nei Balcani o sui mari,
                                                                  cioè per quelle soluzioni da
"Grande Germania" che Bismarck aveva cercato di evitare con ogni mezzo, poiché avrebbero
comportato la dissoluzione del potere degli Junker. La storia della Prussia cambiò dopo il
1871 quando, a seguito della vittoria sulla Francia, il Regno di Prussia divenne un impero;
infatti, da quel momento l’imperatore Gugliemo I iniziò una politica di espansione economica
che portò, nel giro di venti anni, l’impero a essere una potenza, seconda solo all’Inghilterra,
con la quale per altro furono stretti rapporti di vicinanza, soprattutto dopo il matrimonio del
principe ereditario Federico con la regina Vittoria. La Storia ci dice che fu solo il kaiser
Guglielmo II, dopo la morte del padre avvenuta nel 1888, a rendere possibile la
trasformazione della Germania in senso autoritario, così come l’aveva pensata il cancelliere
Otto von Bismark. Il nuovo sovrano si preoccupò fin dall'inizio di chiudere molte delle
relazioni iniziate dal padre per fortificare internamente lo Stato. Guglielmo II iniziò una
campagna di militarizzazione dello Stato a scapito della diplomazia, il che ben presto isolò la
Germania. Con la sconfitta nella prima guerra mondiale e col crollo della maggior parte delle
vecchie monarchie, Guglielmo II fu costretto ad abdicare assieme a tutti gli altri principi
tedeschi sotto la minaccia delle rivolte per il fallimento del conflitto. La fine del regno fu
sancita nel 1919 dal Trattato di Versailles, che accollò alla sola Germania la responsabilità
del conflitto; in Prussia si passò a un regime repubblicano con l'istituzione del Libero Stato
di Prussia. Ma questa è un’altra storia....

                                                                     Fabrizio Giacomini
Pag.21

                                     La storia di Berlino
                       dagli anni Venti alla fine della II guerra mondiale

Negli anni Venti si sviluppò una cultura del consumo e del lieto vivere, molte famiglie
acquistarono auto, frigoriferi e altri apparecchi domestici, mentre l'elettrificazione delle
case cominciò ad estendersi a tutti i quartieri della città.
Si diffusero così la Radio e il Cinema e quest'ultimo divenne un punto di forza della cultura
tedesca, dopo la nascita degli studi cinematografici dell'UFA a Berlino. Ma anche teatri e
cabaret ebbero un boom.
Tuttavia il benessere durò poco, poiché al termine degli anni Venti il tasso di disoccupazione
tornò a salire vertiginosamente.
Nel 1932 in città si contavano 603.000 disoccupati su 4 milioni di abitanti.
Queste incertezze economiche favorirono l'ascesa al potere del Nazismo.
Con l'ascesa di Adolf Hitler al potere gli assetti della città mutarono. Cominciarono così le
azioni di pulizia dai "nemici dello stato" delle SS (reparti speciali dell'esercito tedesco) e
delle SA (guardie personali di Hitler).
                                           Dopo il rogo del Reichstag del 1933 il Presidente
                                           della Repubblica Paul von Hindenburg dichiarò lo
                                           stato d'emergenza , che annullò i diritti politici e
                                           civili essenziali, favorendo l'accentramento del
                                           potere nelle mani del nuovo cancelliere Hitler, al
                                           quale di fatto fu spianata la strada vero la dittatura.
                                           Così iniziarono gli arresti di massa contro i politici di
                                           sinistra e i simpatizzanti e si ricorse ad una
                                           sistematica violenza che rese il clima della città
                                           rovente.
                                           Iniziarono i roghi dei libri sulla Piazza dell'Opera
                                           ,nell' Unter den Linden ,nonché le aggressioni contro
                                           gli ebrei.
                                           Durante le olimpiadi del 1936, Berlino divenne la
                                           vetrina del Mondo, grazie alla presenza di quasi mille
                                           commentatori radiofonici stranieri ; la città riuscì a
                                           nascondere le sue violenze e gli accanimenti per quel
                                           breve periodo;ma fu una tregua momentanea perché
il 9 novembre 1938 le persecuzioni si
intensificarono e ci fu la drammatica “Notte
dei cristalli”, in cui furono distrutti negozi
ebrei e incendiate sinagoghe.
Nel frattempo si intensificarono i progetti.
Furono edificati l'aeroporto di Tempelhof, e la
Colonna della Vittoria e questa ultima dapprima
fu posta a Konigsplatz e poi trasferita.
Pag.22

All'avvio del secondo conflitto mondiale per le strade di Berlino non vi fu lo stesso
entusiasmo sorto spontaneo nel 1914.
Iniziarono le misure di oscuramento notturno, furono introdotte le tessere per gli alimenti,
la vita divenne difficile tanto da impiantare coltivazioni di generi alimentari nelle piazze e nei
cortili.
Il 25 agosto 1940 vi fu il primo bombardamento di Berlino da parte degli inglesi. Questo
attacco determinò la costruzione di torri antiaeree sul territorio urbano. Per quanto sino al
settembre del 1940 i bombardamenti fossero stati limitati, le vittime furono 500.
                                   A fronte dell'espansione tedesca tra il 1941e il 1942gli
                                   allarmi aerei diminuirono ulteriormente. Ma dal 1943 il
                                   bilancio della “battaglia di Berlino” divenne molto più
                                   pesante. Un milione e mezzo di persone rimasero senza
                                   casa e 9,5 chilometri quadrati di superficie urbana rasa al
                                   suolo.
                                   Il bilancio finale della guerra aerea contò circa 50.000
                                   vittime e la distruzione di circa il 70% degli edifici del
                                   Mitte(quartiere di Berlino)
                                   Nel corso della guerra si intensificarono i crimini contro
                                   gli ebrei costretti a lasciare i loro appartamenti e
                                   ghettizzati; ma dal 18 ottobre 1941 iniziarono le
                                   deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio.
                                   Dei 170.000 ebrei berlinesi ne sopravvissero oltre
                                   100.000 all'estero e solo 6.500 nascosti in città e aiutati
                                   da numerosi coraggiosi che rischiarono la loro stessa vita.
Il 1º febbraio 1945 i nazisti dichiararono Berlino “zona di difesa”. Il 16 aprile iniziò una
battaglia decisiva per la capitale che
vide l'avanzata dell' Armata Rossa
sino alle strade del centro.
Il 30 aprile Hitler si tolse la vita nel
suo bunker sotto la Cancelleria e nella
notte tra l'8 e il 9 maggio 1945 fu
firmata la resa incondizionata della
Germania. La bandiera sovietica
sventolò sulla cima del Reichstag.

                                                                       Jonathan De Luca
Puoi anche leggere