INDIA STUDIO PAESE - Examarketing

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STUDIO PAESE
  INDIA
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Benvenuti in India

Pensate all‟India come a un mondo a parte, così diverso che da solo può offrirvi tutto: un mondo così
antico che conserva millenni di storia, di arte e di cultura; un mondo cosi permeato di religiosità che fa
dei suoi Dei e delle cerimonie religiose una presenza costante nella propria vita. Un mondo dove passato e
presente convivono, le industrie con i festival e le fiere, con i satelliti lanciati nello spazio. Per quanto
abbiate letto e sentito raccontare, l‟esperienza di un viaggio in India non si può trasmettere appieno:
dovete viverla direttamente, assaporarla con tutti i vostri sensi. Sentirete nelle strade la fragranza del
legno di sandalo o dei gelsomini che il venditore vi offre con grazia, vedrete i picchi dell‟ Himalaya e le
infinite spiagge di Goa e della costa meridionale, gli atolli corallini e le "backwaters" del Kerala, i fiumi, i
villaggi e le foreste tropicali.
Dovunque sarete accolti dalla dolce parola "Namaste", il saluto pronunciato a mani giunti e a capo chino,
che esprime il grande senso di ospitalità che troverete in tutto il paese. Scendete nei fastosi palazzi dei
Maharajah o alloggiate nei bungalow delle grandi riserve faunistiche, godetevi i coloratissimi mercati e i
concertini dei musicanti per le strade, visitate i templi grandiosi...
La diversità di razze, di culture, di linguaggi, di ambiente, disegnano in India scenari sempre diversi. Nel
deserto del Rajasthan vedrete processioni di cammelli che trasportano pesanti carichi; nelle riserve
vedrete tigri, leopardi, elefanti, uccelli di ogni sorta; lungo le strade incontrerete lente, indolenti vacche
sacre.
Gusterete un autentico tè inglese nei grandi alberghi, sarete catturati dalla grazia delle danzatrici, vi
unirete alla folla gioiosa che celebra i suoi festival... gli splendori dell‟India non hanno fine.
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 Informazioni Generali

   Superficie: 3.287.263 km2 (inclusa la zona del Kashmir sottoposta all‟amministrazione indiana).
   Popolazione: 1.258.350.971 ab. (stima 2012)
   Capitale: New Delhi: 249.998 AB. (2011)
   Città principali: Mumbai Maharashtra, Delhi Delhi, Madras Tamil Nadu, Calcutta Bengala
    Occidentale, Bengalore Karnataka
   Lingua ufficiale: Hindi, parlata dal 30% della popolazione; l‟inglese, seconda lingua ufficiale, è
    usata soprattutto per le attività economico-commerciali. La Costituzione riconosce inoltre 14
    lingue ufficiali, delle quali le più importanti sono: Bengali, Marathi, Telegu, Tamil e Urdu.
   Valuta: Rupia Indiana (INR), suddivisa in 100 Paisa
   Tasso di cambio: 1 euro=78.9806 INR
   Festa nazionale: 26 GENNAIO Republic Day, nascita della Costituzione IndianaReligioni principali:
    Induisti (80,5% nel censimento 2001); Musulmani (13,4%); cristiani (2,3%); Sikh (1,9%); Buddisti
    (0,8%); Giainisti (0,4%).
   Principali voci dell’export italiano: macchinari e apparecchi, tessile, abbigliamento, accessori in
    pelle, agroalimentare.
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 Sistema politico

In base alla costituzione del 1950, l‟Unione Indiana è una Repubblica parlamentare con assetto federale,
composta da 28 Stati e 7 territori dell‟Unione.
Il Presidente, eletto dai membri dell'assemblea centrale e di Stato, ha un mandato quinquennale
rinnovabile.
Capo dello Stato: Pratibha Patil. È la tredicesima persona a ricoprire la carica di capo dello Stato indiano,
la prima di origine marathi, nonché la prima donna. L'insediamento è avvenuto il 25 luglio 2007,
succedendo ad Abdul Kalam.
La Patil godeva dell‟appoggio del Partito del Congresso guidato da Sonia Gandhi, alla quale è legata da
un‟alleanza politica e personale di vecchia data.
Le prossime elezioni nazionali si svolgeranno nel maggio del 2014.
Il potere Legislativo spetta al Parlamento bicamerale composto dalla Camera del Popolo (Lok Sabha, o
Camera bassa, 545 membri di cui 543 eletti a suffragio universale diretto ogni cinque anni e due
rappresentanti degli anglo-indiani eletti dal presidente) e dal Consiglio degli Stati (Raiya Sabha, o Camera
alta, 245 membri di cui 12 di nomina presidenziale e i rimanenti eletti dalle Assemblee degli Stati e dei
Territori e rinnovati per 1/3 ogni due anni).
Il potere esecutivo è affidato al Consiglio dei Ministri, scelto dai membri del parlamento e di nomina
presidenziale; Primo Ministro viene nominato il Capo del partito di maggioranza.
Ciascuno Stato ha un proprio Parlamento e un proprio Governo, la cui composizione politica può essere
diversa da quella del Governo centrale di New Delhi. In ogni Stato vi è un Governatore nominato dal
Presidente.
Primo Ministro: Manmohan Singh
Il sistema giudiziario è basato sul modello inglese. Al vertice della gerarchia giudiziaria si trova la Corte
Suprema, con sede a Delhi, presieduta dal Chief Justice of India. La Corte rappresenta l‟ultimo grado del
giudizio possibile in India e si occupa dei rapporti tra Stati e tra questi e lo Stato centrale. Si riunisce in
diverse sezioni, a seconda della materia cui è chiamata ad occuparsi, la più importante delle quali è la
Sezione Costituzionale, composta da 5 o 7 giudici.
La Corte può essere adita solo per materie costituzionali che riguardino i diritti fondamentali ed in caso di
importanti interpretazioni di leggi. Inoltre si può ricorrere alla Corte avverso alle sentenze della Corte
Marziale e del Tribunale Amministrativo Centrale.
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Al livello inferiore si trovano le High Court, una per ogni Stato, che agiscono sotto il diretto controllo della
Corte Suprema e davanti alle quali è possibile agire in ultimo grado di appello. Ogni High Court è suddivisa
in varie sezioni dislocate in diversi punti dello Stato. In alcuni casi posso rivestire anche il ruolo di
tribunali civili di primo grado.

Partiti politici
I principali Partiti politici a livello nazionale sono: Indian National Congress (Congresso), che ha la
maggioranza dei seggi al governo; All India Dravida Munnetra Kazhagam (AIADMK); Baratija janata Party
(BJP); Communist Party of India (Marxist); Samajwadi Party; Rashtriya Janata Dal (RJD); Bahujan Samaj
Party (BSP); Dravida Munnetra Kazhagam (DMK); Biju Janata Dal (BJD); Nationalist Congress Party (NCP);
Janata Dal (United).
Governatore della Banca Centrale: Duvvuri Subbara

       Principali Indicatori Economici
                                                       2010          2011           2012           2013

PIL
PIL nominale in (US$ bn)                               1,673.1       1,883.8        1,987.1        2,363.9

PIL nominale (Rs bn)                                   76,742        89,122         101,076        118,643

Crescita reale del PIL (%)                             9.6           7.2            6.9            8.5

Spesa sul PIL (% reale)

Consumi privati                                        8.7           5.9            6.9            7.5

Consumi del Governo                                    4.8           5.3            7.5            8.7

Investimenti lordi fissi                               7.2           6.2            5.5            11.4

Export di beni e servizi                               17.5          18.4           13.0           13.8

Import di beni e servizi                               9.1           11.3           7.8            13.5

Origine del PIL (% reale)

Agricoltura                                            7.0           3.7            3.5            3.0

Industria                                              7.2           4.6            4.0            8.0

Servizi                                                9.3           9.2            8.8            9.2

Demografia e reddito
Popolazione (m)                                        1,184.1b      1,202.1        1,220.0        1,237.9

PIL pro-capite (US$ a PPA)                             3,488b        3,741          4,035          4,4

Tasso di disoccupazione (media %)                      -             -              -              -

Indicatori fiscali (% del PIL)

Reddito del Governa centrale                           10.8          10.6           10.4           11.2

Spesa del Governo centrale                             15.6          15.9           16.2           16.1
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Bilancio di Governo                                             -4.8          -5.3           -5.8       -4.9

Debito netto pubblico                                           51.7          50.9           51.7       49.8

Prezzi e indicatori finanziari
Tasso di cambio Rs-US$ (media)                                  45.73         46.67a         50.93      50.51

Prezzi al consumo (media; %)                                    12.0          8.9a           8.1        8.0

Prezzi alla produzione (media; %)                               9.6           9.4a           6.4        7.6

Tasso di interesse di prestito (media; %)                       10.2          9.6            9.9        9.3

Conto corrente (US$ m)

Bilancia commerciale                                            -131,895      -140,17        -157,066   -178,154

Merci: export fob                                               225,647       302,841        326,022    382,578

Merci: import fob                                               -357,438      -443,012       -483,088   -560,732

Bilancia dei servizi                                            41,825        57,8           60,534     78,02

Bilancia dei redditi                                            -13,759       -18,15         -20,614    -22,548

Bilancia dei trasferimenti di conto                             52,155        59,394         61,207     75,179

Bilancia in conto corrente                                      -51,821       -41,126        -55,938    -47,504

Riserve internazionali (US$ m)

Totale delle Riserve internazionali                             297,747       297,905a       326,305    369,83

a              b                                        c
    Attuale.       Stime Economist Intelligence Unit.       Previsioni Economist Intelligence Unit.

Fonte: IMF, International Financial Statistics.

L‟India è il secondo paese più popolato del mondo, dopo la Cina. Nonostante la diminuzione della
fecondità media, la crescita rimane sostenuta soprattutto per il decremento della mortalità. La pratica
clandestina ma diffusa di abortire per evitare la nascita di figlie femmine sta provocando un consistente
squilibrio di genere nelle fasce di età più giovani. Gran parte della popolazione vive in villaggi rurali, ma
la tendenza all‟inurbamento è sempre più forte.
Il gruppo etno-linguistico più consistente è quello indù, che comprende diversi sottogruppi; nel Deccan
meridionale prevale il gruppo dravidico dei tamil e dei telugu.
Lingua ufficiale è l‟hindi (lingua madre di 1/3 degli abitanti); le lingue riconosciute sono 22, tra cui il
sanscrito e il tamil (considerati lingue classiche); l‟inglese è usato nei documenti pubblici.
A marzo 2012 la SACE colloca l'India nella categoria OCSE 3 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il
rischio massimo).
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Rischio politico:

La coalizione di centro-sinistra, United Progressive Alliance (UPA) è al potere dal 2004. All‟interno della
maggioranza il partito principale è il Congress di Sonia Gandhi, mentre non fa più parte dell‟UPA l‟ala più
a sinistra della coalizione, i comunisti del Left. Il governo, guidato dal primo ministro Manmohan Singh,
gode di consenso, confermato in diverse elezioni degli stati federali. I rapporti con il Pakistan,
storicamente piuttosto complessi, si sono inaspriti ulteriormente a seguito degli attentati di Mumbai del
2008 e della morte di Osama Bin Laden a maggio 2011. I due Paesi hanno, però, ripreso i colloqui di pace
con l‟intenzione di migliorare le relazioni bilaterali.

Rischio economico:

La crescita del Pil del secondo trimestre (luglio – settembre 2011) si è attestata al 6,9%, al di sotto delle
stime, ed è scesa sotto il 7% per la prima volta negli ultimi due anni. L‟economia presenta elementi di
squilibrio quali l‟elevata inflazione e il deficit fiscale, come conseguenze di una crescita molto sostenuta
negli anni passati. Il deficit delle partite correnti è stato finanziato dal robusto afflusso di capitali esteri
negli anni recenti, ma il sentimenti di mercato verso l‟economia indiana sta peggiorando.
L‟inflazione rimane elevata e rappresenta un serio problema per l‟economia indiana e per la sua abilità di
crescere a tassi vicini elevati senza incorrere in una spirale inflazionistica.

Rischio finanziario:

La salute del settore bancario è migliorata notevolmente nel tempo, ma il credito bancario è ancora
principalmente rivolto all‟attività statale piuttosto che ai privati; il credito al settore privato rappresenta
infatti solo il 40% del totale.
La quota dei Non performing loans è contenuta ma è cresciuta nell‟ultimo anno, complice l‟elevata
esposizione del settore bancario (specialmente banche pubbliche) verso le imprese statali operanti in
settori critici, come il trasporto aereo e l‟energia. La liberalizzazione dei tassi sui depositi, in vigore da
fine ottobre 2011, dovrebbe favorire la crescita del credito al settore commerciale. La Banca Centrale
ritiene che i rischi sulla crescita siano al ribasso e in aumento rispetto a qualche mese fa ed ha pertanto
deciso di non agire sui tassi d‟interesse per i prossimi mesi, con possibilità di inversione del ciclo in caso di
deterioramento dello scenario macro.

Rischio operativo:

Il complesso sistema burocratico inibisce l‟interesse delle piccole e medie imprese straniere e costituisce
un ostacolo all‟attività estera nel paese. L‟elevato livello di corruzione resta uno dei maggiori problemi
dell‟apparato pubblico e privato, sebbene, in seguito alle recenti manifestazioni popolari guidate
dall‟attivista Anne Hazare, il governo si sia impegnato ad implementare leggi più stringenti per
combattere il fenomeno. Dal punto di vista della sicurezza, le fonti di rischio sono rappresentate dai
gruppi di rivendicazione locale di matrice islamica, dal separatismo in Kashmir, dalle tensioni con il
Pakistan e dall‟organizzazione terroristica di matrice maoista Naxalite, considerata dal governo il maggior
problema di sicurezza interna del Paese, data la sua numerosità ed estensione geografica.
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 Settori produttivi
L'economia dell'India è una delle maggiori al mondo, decima per prodotto interno lordo nominale, terza
secondo la teoria della parità dei poteri di acquisto (PPP),e una delle maggiormente in crescita.
È costituita da elementi intensamente diversificati, che spaziano dall'agricoltura di sussistenza ai settori
industriali più avanzati. I settori trainanti, in particolare nell'esportazione, sono comunque quelli dei
servizi e il terziario avanzato, anche se due terzi della popolazione indiana ricava ancora il proprio reddito
direttamente o indirettamente dall'agricoltura.

Il settore tessile indiano risulta essere particolarmente attraente per gli investimenti grazie alle tipiche
capacità artigianali e “artistiche”, al basso costo della manodopera e alla vasta disponibilità di fibre
naturali. I punti di forza sono rappresentati dalla produzione di cotone (se ne contano circa 80 varietà), in
particolare del tessuto denim, utilizzato per la realizzazione di jeans, dal settore della seta (ponendo
l‟India al secondo posto dopo la Cina) e dalla capacità di realizzare ricami e miglioramenti stilistici.
Il mercato indiano occupa una posizione importante anche nel settore dell‟arredamento: la produzione di
cuscini, tendaggi e moquette, non soltanto ha successo sul mercato locale, ma guarda anche con
interesse i paesi occidentali. Per poter avvicinarsi al gusto europeo, il “tessile casa” indiano cerca di
distaccarsi da disegni troppo legati alla tradizione mantenendo comunque la vivacità dei colori delle sete
e dei tessuti

Nonostante l‟agricoltura del Paese indiano sia caratterizzata da un sistema ancora arretrato, costituisce
uno dei settori rilevanti del mercato, poiché, non soltanto riveste una quota importante nella formazione
del Pil, ma anche accoglie il 50% della forza lavoro indiana. Le principali colture sono quelle del miglio,
del tè, della canna da zucchero, del grano, del riso e del cotone. È un settore strettamente legato alle
condizioni climatiche, in particolare nel periodo dei monsoni.
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L‟obiettivo del governo indiano, per il quinquennio 2013-2017, è quello di focalizzarsi sulla costruzione di
strade, ferrovie, aeroporti, infrastrutture urbane, edilizia pubblica e privata, strutture per l‟energia e
l‟assistenza sanitaria. Il progetto previsto dal governo indiano è stato pensato per le aziende italiane che
rientrano nei settori dei materiali di costruzione, attrezzature e macchinari e consulenza tecnica, come
studi di ingegneria e architettura. Una parte importante del progetto prevede la formazione di un
Consiglio Italo-Indiano per le infrastrutture e l‟edilizia, al fine di sostenere le aziende che fanno parte del
networking con compagnie indiane ed enti locali operanti in tali settori. Nonostante siano previsti 18
miliardi di euro in investimenti provenienti dall‟estero, la presenza di imprese italiane in India è ancora
estremamente limitata. Il settore delle costruzioni risulta essere favorevole per le imprese italiane, che
avranno l‟opportunità di operare anche in altri settori, come quello dell‟acciaio e del cemento.
Significativo è anche il settore dei macchinari da costruzione, considerando che il numero di macchine pro
capite è molto basso: 13 ogni milione di abitanti, rispetto, ad esempio, alle 96 della Cina.

Il settore automotive indiano presenta numerose opportunità di investimento, se si considera anche la
crescente domanda interna legata alla componentistica (secondo le stime entro il 2020 il settore della
componentistica costituirà il 3,5% del Pil). Numerosi partner stranieri sono stati attirati da una base
produttiva a basso costo e altamente specializzata, ma anche da una produzione nazionale che si
caratterizza per la presenza di aziende capaci di fornire prodotti di standard e qualità certificati. Il
settore dei mezzi di trasporto (auto, veicoli commerciali e moto), la componentistica auto e le macchine
utensili nel comparto automobilistico rappresentano le aree di interesse per il sistema italiano delle
imprese.
Il Governo Indiano ha annunciato un grande piano di adeguamento infrastrutturale, che prevede il
raddoppio della spesa per le infrastrutture nel dodicesimo piano quinquennale (dal 2012 al 2016), per un
valore complessivo pari a 1.000 mld $: l‟obiettivo è di portare la spesa complessiva in infrastrutture
dall‟attuale 6,5% al 9% del Pil entro il 2014. Si assisterà a un incremento della spesa pubblica per trasporti
ed energia, ma è sul maggiore afflusso di capitali privati che il Governo conta. Nel dettaglio gli
investimenti maggiori saranno stanziati per: strade e autostrade: è prevista la realizzazione di 35mila km
di nuove strade e 17mila km di autostrade; aeroporti: è in programma la modernizzazione di 35 aeroporti
non metropolitani e tre aeroporti del Nord Est del Paese; ferrovie: sono previsti interventi tra cui
l‟ammodernamento di 236 stazioni, la costruzione di nuovi terminal, la posa in opera di 1.300 km di nuove
linee ferroviarie, l‟utilizzo di energia solare, eolica e biodiesel in stazioni e passaggi a livello; porti: al fine
di potenziare le capacità portuali verranno realizzati 254 progetti che comprendono interventi mirati a
una maggiore dotazione di macchinari ed equipaggiamenti per la gestione dei cargo,
dell‟informatizzazione delle operazioni e delle connessioni con le vie di trasporto terrestre; sviluppo
urbano: nei prossimi dieci anni 40/60 miliardi di dollari all‟anno verranno impiegati per finanziare lo
sviluppo urbano; è prevista inoltre la costruzione di metropolitane in 8 tra i maggiori centri dell‟India. Sul
piano delle infrastrutture la costruzione di autostrade, porti; la gestione dei rifiuti; le attrezzature per
l‟edilizia; i materiali da costruzione, rappresentano i settori di maggiore interesse per le imprese italiane.
L‟India esprime, inoltre, un fabbisogno sul piano dei servizi per i seguenti settori: architettura, ingegneria
strutturale, formazione, certificazione, monitoraggio.
Per quanto riguarda le macchine utensili, le possibilità offerte sono molte soprattutto nel comparto delle
macchine per la lavorazione e il taglio dei metalli e delle pietre. L‟India rappresenta infatti il più grande
consumatore di gioielli a livello mondiale, con una quota del 20% sul consumo complessivo
Per quanto riguarda il settore del cuoio e della pelletteria, l‟industria indiana, la sesta al mondo per
dimensione in questo comparto, presenta diverse opportunità per le imprese italiane: nel dettaglio il
contributo delle calzature risulta essere particolarmente significativo, visto che l‟India è diventata il
secondo produttore di calzature al mondo.
Allo stesso modo l‟India ha dimostrato e dimostra di essere molto attenta alle competenze maturate in
Italia nel settore dell‟agro-food, e in particolare nelle tecnologie di trasformazione e conservazione dei
prodotti alimentari, nelle infrastrutture logistiche, nel packaging e nella catena del freddo, nelle
biotecnologie e nei laboratori per il controllo qualità.
Percentuale di cambiamento per settore economico

                             Settori                                 % di cambiamento sull’anno precedente

                                                                     Ai prezzi 2004-05                  A prezzi correnti

                                                                  2010-11          2011-12          2010-11       2011-12

 1     Agricoltura, silvicoltura e pesca                             7,0               2,5             17,7          12,6

 2     Estrazione e cava                                             5,0              -2,2             21,5          15,0

 3     Produzione                                                    7,6               3,9             14,7          11,9

 4     Fornitura di elettricità, gas e acqua                         3,0               8,3             10,2           9,2

 5     Costruzioni                                                   8,0               4,8             16,5          14,6

 6     Commercio, hotel, trasporti e comunicazioni                   11,1             11,2             18,2          18,7

 7     Servizi finanziari, assicurativi, immobiliari e               10,4              9,1             21,7          19,3
       commerciali

 8     Servizi sociali, alla comunità e alla persona                 4,5               5,9             15,3          15,6

                        Pil totale                                   8,4               6,9             17,5          15,7

Fonte: Central Statistics Office (CSO), Ministry of Statistics & Programme Implementation, Government of India

      Materie prime

Il paese è dotato di ingenti risorse di minerali metallici e non metallici. Il settore minerario è un segmento
importante dell'economia indiana. Dopo l'indipendenza c'è stata una forte crescita della produzione
mineraria sia in termini di quantità che di valore. L‟India produce ben 87 minerali, tra cui 4 di carburante,
10 metallici, 47 non metallici, 3 atomici e 23 minerali minori (compresi i materiali da costruzione).
L‟olio e gas è uno dei sei settori principali dell‟India e ha legami molto significativi con l'intera economia.
L‟India è cresciuta ad un ritmo sorprendente e si è impegnata ad accelerare tale ritmo di crescita negli
anni a venire. Questo si traduce in un crescente bisogno energetico che ha reso necessaria una più intensa
esplorazione, una evoluzione dei metodi di estrazione, raffinazione e distribuzione, un più razionale
bilanciamento dei prezzi globali - tenendo a mente l‟allarmante fluttuazione dei prezzi del recente
passato - e un maggiore spirito di cooperazione internazionale.
La crescente domanda di petrolio greggio e gas nel paese accompagnata dall'iniziativa politica del governo
indiano verso l'attività di esplorazione e produzione hanno dato un grande impulso al settore alimentando
le speranze di una maggiore crescita.
Oil and Natural Gas Corporation Limited (ONGC) e Oil India Ltd. (OIL), le due compagnie petrolifere
nazionali, oltre ad aziende private e joint-venture hanno intensificato l'esplorazione e la produzione di
petrolio e gas naturale nel paese.
Il gas naturale è uno dei combustibili migliori per la sua maggiore efficienza, economicità e impatto
ambientale. Allo stato attuale, i principali produttori di gas naturale in India sono Oil and Natural Gas
Corporation Limited (ONGC), Oil India Limited (OIL) e le joint venture di Panna & Mukta Tapti e Ravva.
Oltre alla produzione totale di circa 96 Million Metric Standard Cubic Meter Per Day (MMSCMD) per il
consumo interno, circa 73 MMSCMD sono disponibili per la vendita. Inoltre, circa 23 MMSCMD di gpl
rigassificato) vengono forniti alle utenze domestiche.
Il gas prodotto da ONGC e OIL dai lotti esistenti viene venduto a prezzi amministrati stabiliti dal governo.
A fronte di uno stanziamento complessivo di 150 MMSCMD di gas, la fornitura attuale è attualmente circa
53 MMSCMD.
A metà del 2006, il governo ha deciso di considerare una progressiva liberalizzazione del settore,
modificando il Mines and Minerals Act del 1957 per andare incontro al consumo locale dei vari prodotti
minerari.
La deregulation di tutto il settore, e in particolare del comparto petrolifero, da tempo si trova in una
situazione tale da aver indotto gli investitori stranieri a ritirarsi dal settore energetico, esasperati per il
lento progresso delle procedure necessarie ad assicurarsi pagamenti affidabili. Il nuovo ciclo
dell‟economia indiana potrebbe tuttavia invertire questo andamento, riportando gli investitori esteri
anche nel settore estrattivo e minerario.
Sono ancora in corso diverse iniziative volte alla liberalizzazione del settore petrolifero, mentre le
compagnie di stato, finora preposte alla gestione del settore, hanno ipotizzato una loro fusione.
 Agricoltura

L'agricoltura fornisce un importante sostegno per la crescita economica e la trasformazione sociale del
paese. L‟india è una delle più grandi economie agrarie del mondo e il settore agricolo indiano è uno dei
più grandi al mondo sia in termini di produzione che di consumo (l‟India è il secondo produttore di frutta
al mondo).La produzione alimentare indiana costituisce l‟8% di quella mondiale ma rappresenta solo il 16%
del PIL nazionale.

Il settore agricolo rappresenta anche il 58% dell'occupazione nel paese oltre a fornire cibo, formaggio e
materie prime per un segmento vasto dell'industria. Per questi motivi la crescita dell'agricoltura indiana
può essere considerata una condizione necessaria per la crescita inclusiva. Più recentemente, il settore
rurale (compresa l'agricoltura) viene visto come una potenziale fonte di domanda interna, fatto che
influenza le strategie di marketing degli imprenditori che desiderano ampliare la domanda di beni e
servizi.

Le opportunità d‟affari più interessanti per gli operatori italiani si presentano nel comparto dei
macchinari. I macchinari agricoli italiani sono, infatti, molto apprezzati in India in quanto rispondono al
meglio alla domanda locale di attrezzature di piccole/medie dimensioni (dovuta alla ridotta dimensione
delle proprietà terriere) ed adattabili alle necessità locali (semplicità d‟uso, costi ridotti, tipologia del
terreno/raccolto, ecc.). Ulteriori opportunità si presentano nel campo delle tecnologie post-raccolto, di
trasformazione alimentare ed imballaggio, nonché nella predisposizione di supply chain catena del freddo
per evitare sprechi di prodotti alimentari.

Da sottolineare che l‟India:

    sia il maggiore produttore di latte in tutto il mondo (105 milioni di tonnellate l'anno);
    abbia la popolazione di bestiame più grande del mondo (485 milioni di tonnellate l'anno);
    sia il secondo più grande produttore di frutta e verdura (150 milioni di tonnellate l'anno);
    sia il terzo più grande produttore di grano per alimentazione umana (230 milioni di tonnellate
     l'anno);
    sia il terzo più grande produttore di pesce (7 milioni di tonnellate l'anno);
    abbia il 52% di terre coltivabili rispetto alla media mondiale dell‟11%;
    possieda tutti i 15 climi più importanti nel mondo;
    abbia 46 dei 60 tipi di terreno esistenti;
    abbia 20 regioni agro-climatiche.
 Industria

Sulla tela dell'economia indiana, l'industria automobilistica occupa un posto di rilievo. Grazie al suo
profondo legame con diversi segmenti chiave dell'economia e la grande capacità di generare lavoro,
l'industria automobilistica ha un forte effetto moltiplicatore sulla crescita economica. Negli ultimi decenni
il settore è stato in grado di ristrutturarsi, assorbire nuova tecnologia, allinearsi agli sviluppi globali e
sfruttare il suo potenziale. Attualmente in India si producono una vasta gamma di veicoli: autovetture,
veicoli commerciali leggeri, medi e pesanti, veicoli multi-utility come jeep, scooter, motocicli,
ciclomotori, motocarri, ecc., trattori.
Nessuna licenza industriale è necessaria per la costituzione di una qualsiasi unità per la fabbricazione di
automobili, tranne in alcuni casi particolari. Le norme per gli investimenti esteri e l'importazione di
tecnologia sono state progressivamente liberalizzate nel corso degli anni al fine di rendere questo settore
competitivo a livello mondiale.
Il 100% degli investimenti esteri diretti è ammissibile in via automatica in questo settore, tra cui il
segmento delle autovetture.
L'industria indiana del cemento è ad alta intensità energetica ed è il terzo più grande utilizzatore di
carbone nel paese. È moderna e utilizza la più recente tecnologia. Inoltre, il settore ha un potenziale
enorme di sviluppo come ad esempio il calcare di ottima qualità che si trova in quasi tutto il paese.
L'industria del cemento occupa un posto importante nell'economia nazionale a causa dei suoi forti legami
con altri settori quali l'edilizia, i trasporti, il carbone e l‟energia. L'industria del cemento è anche uno dei
maggiori contribuenti al fisco attraverso imposte indirette.
Una delle più antiche industrie indiane è quella chimica, che nell'ultimo decennio è passata da una
produzione di base ad una altamente innovativa. Il settore chimico e petrolchimico rappresenta oggi il 14%
dell'attività industriale nazionale ed è destinato a raggiungere un valore di 100 miliardi di dollari entro il
2015.
Quello delle gemme e dei gioielli è un altro importante settore emergente dell'economia indiana. Tra i
settori a più rapida crescita, è anche un‟industria trainante per la generazione di valuta estera.
Attualmente l'India esporta il 95% dei diamanti del mondo.
L'industria tessile indiana ha una presenza schiacciante nella vita economica del paese. Oltre a fornire una
delle necessità primarie nella cultura indiana, l'industria tessile svolge un ruolo fondamentale nella
produzione industriale, generando occupazione e proventi dalle esportazioni.
L‟industria indiana del tessile-abbigliamento si colloca al secondo posto al mondo in termini di produzione:
in base ai dati forniti dall‟IBEF (Indian Brand Equity Foundation), il valore di tale mercato nel 2011 ha
raggiunto gli 89 miliardi di USD e si prevede possa attestarsi attorno ai 143 miliardi nel 2016 e ai 223
miliardi di USD entro il 2020. Attualmente, il settore contribuisce con una cifra pari al 14% della
produzione industriale nazionale, al 4% del PIL e al 17% delle esportazioni e dà lavoro a più di 35 milioni di
persone.
La crescita della classe media, l‟aumento dei redditi e i cambiamenti degli stili di vita locali hanno
rappresentato e tuttora rappresentano formidabili driver in grado di trainare la domanda: il consumatore
indiano oggi si mostra sempre più attento e ricettivo nei confronti dei prodotti di qualità.
New Delhi sta prendendo importanti misure al fine di incentivare ulteriormente lo sviluppo di tale mercato
e, a tal proposito, intende attrarre investimenti stranieri attraverso visite promozionali in alcuni Paesi tra
cui Giappone, Germania, Italia e Francia. A conferma dell‟importanza rivestita dal comparto in India, va
evidenziato come il Governo nel 12.mo Piano Quinquennale (2012-2017) abbia deciso di destinarvi circa
9.1 miliardi di USD, rispetto ai 4 miliardi dell‟11.mo Piano Quinquennale

     Servizi

Secondo i dati della National Association of Software and Services Companies (NASSCOMM) indiana, il
settore dell‟Information technology (IT) e del Business process outsourcing (BPO) ha generato ricavi per
88,1 miliardi di US $ nell‟anno anno fiscale 2011, generando occupazione diretta per oltre 2,5 milioni di
persone. La spesa in IT dovrebbe aumentare in modo significativo nei mercati verticali quali automotive e
assistenza sanitaria, mentre il governo, con il suo focus sulla e-governance, continuerà ad essere il
maggior finanziatore.

La Federal Riserve of India è la banca centrale indiana. Ci sono quattro tipi di banche commerciali:
nazionalizzate, private, cooperative e straniere. Le principali borse valori sono a Bombay, Calcutta e
Nuova Delhi.
Sebbene il paese sia considerato uno delle 12 potenze industriali mondiali, contribuisce al PIL del pianeta
con meno dell‟1%. Sono negli ultimi anni aumentate le importazioni di petrolio, minerali e macchinari.
Mentre sono aumentate le esportazioni di diamanti, filati e tessuti, crostacei, tappeti e pesticidi.

Il settore assicurativo indiano ha subito diversi cambiamenti nelle tendenze e nelle politiche a partire dal
2010, offrendo grandi opportunità di investimento grazie alla grande popolazione e al potenziale non
sfruttato. La maggior parte delle compagnie di assicurazione private sono joint venture con istituzioni
estere riconosciute in tutto il mondo. La saturazione dei mercati in molte economie sviluppate ha reso il
mercato indiano ancora più attraente per le major di assicurazione a livello mondiale. Con 41 miliardi di
US $ il settore assicurativo nel ramo vita è considerato il quinto mercato al mondo, e sta crescendo ad un
ritmo rapido del 32-34% annuo. La Insurance Regulatory and Development Authority (IRDA), regola e
sviluppa il settore assicurativo in India attraverso iniziative politiche calibrate.
Gli investimenti diretti esteri sono permessi fino al 26% nel settore assicurativo. Questo è tuttavia
subordinato all‟ottenimento della licenza da parte della Insurance Regulatory & Development Authority
(IRDA) per intraprendere l‟attività di assicurazione.

I principali indicatori di salute dell‟India sono di gran lunga peggiori rispetto ad altri paesi asiatici con
livelli simili di sviluppo. E all‟interno del paese – segnato da profonde diseguaglianze socio-economiche e
dalla divisione in caste – si registrano altrettanto profonde diseguaglianze nella salute; anche nell‟accesso
e nell‟utilizzazione dei servizi sanitari si registrano macroscopiche diseguaglianze. Solo il 10% della
popolazione indiana è coperta da una qualche forma di assicurazione sanitaria(pubblica o privata). Di
conseguenza la forma più diffusa di finanziamento dell‟assistenza sanitaria è quella del pagamento diretto
delle prestazioni (out-of-pocket). Molte persone povere non si rivolgono ai servizi sanitari perché sanno
già di non poterne sostenere i costi.
 Infrastrutture
       Trasporto aereo

L'aviazione civile è una parte importante delle infrastrutture nazionali dell‟India e uno dei motori
principali per la crescita economica oltre che un importante elemento strategico per la creazione di
occupazione.
L'India è il mercato del trasporto aereo in più rapida crescita e si prevede che entri tra i principali 4-5
grandi mercati dell'aviazione entro il 2020.
Nel corso degli ultimi due decenni, da una flotta di soli circa 100 velivoli, gli operatori di linea oggi hanno
raggiunto un totale di 435 aerei che collegano la nazione e il mondo.
Si prevede anche una crescita del traffico aereo interno, del 17-18% nel 2011-12.
Attualmente, l'India ha 136 aeroporti, di cui 128 di proprietà della Airports Authority of India (AAI).
Il governo indiano ha riconosciuto la necessità di coinvolgere gli attori privati nello sviluppo delle
infrastrutture aeroportuali, sulla base della forte crescita del traffico gestito negli aeroporti negli ultimi
anni.
Air India e Indian Airlines sono le compagnie aeree del settore pubblico impegnate in voli internazionali e
nazionali in India. Oltre a queste, una pletora di compagnie aeree private operano nel cielo indiano, tra
cui: GoAir, IndiGo, Jet Airways, Jet Konnect, JetLite, Kingfisher Airlines, SpiceJet, Paramount Airways e
Jagson Airlines.

       Rete ferroviaria

La rete ferroviaria, che rappresenta il principale mezzo per il trasporto merci (il 40% circa del traffico
complessivo si svolge su rotaia) e passeggeri (circa il 65%), si estende per 62.486 km; si tratta della rete
più grande dell‟Asia e la quarta rete per importanza nel Mondo; il suo sviluppo è particolarmente elevato
nella valle del Gange e nel Gujarat mentre è quasi del tutto inesistente nelle regioni montuose di confine
(Kashmir e Assam). La necessità di una maggiore sicurezza nel trasporto ferroviario è diventata un‟istanza
sempre più pressante, in considerazione dei frequenti incidenti avvenuti negli ultimi anni, sottolineando la
scarsità di investimenti finora implementati. Nel tentativo di aumentare le entrate del settore, oggi è
fortemente incoraggiata la partecipazione del settore privato, con iniziative volte a fornire containers per
occasionali trasporti di merci attraverso la Container Corporation of India, e attraverso la fornitura di
vagoni merci nell‟ambito dello Schema Own-Your Wagon. Progetti pubblici per il collegamento ferroviario
dei porti locali sono stati anche introdotti, così come joint venture tra lo stato ed i governi centrali. Le
ferrovie stanno anche sperimentando in maniera crescente iniziative alternative per aumentare le entrate
del settore, come ad esempio l‟affitto del diritto di utilizzo della rete dei cavi a fibre ottiche.
   Porti

L'India ha una linea costiera lunga circa 7.517 km, che si sviluppa sui tratti occidentali e orientali del
continente asiatico e anche lungo le isole. Vi sono 12 porti principali e 187 porti minori. L‟India si colloca
al sedicesimo posto tra i paesi marittimi ed ha una delle più grandi flotte di trasporto mercantile.
Circa il 95% del commercio del paese in volume e il 70% in valore si sposta attraverso il trasporto
marittimo. I principali porti rappresenteranno il 75% del carico totale in volume trattato nei porti indiani.
La maggior parte della crescita prevista è basata su driver della domanda interna che sono
fondamentalmente più forti e più stabili rispetto alla domanda del commercio internazionale, che può
essere volatile e incerta. In un ambiente così favorevole, il sistema portuale dovrebbe stimolare anche la
crescita dei vari settori ad esso collegati come le attività di logistica e di servizio, anche se le pressioni
concorrenziali in quest‟ambito sono elevate.
I porti principali sono: Chennai, Ennore e Tuticorn (nel Tamil Nadu), Cochin (nel Kerala), Kandla (nel
Gujarat), Kolkata (nel West Bengal); Mumbai e Jawaharlal Nehru Port Trust [JNPT] (nel Maharashtra);
Mormugao (nel Goa); New Mangalore (nel Karnataka); Paradip (nell‟Orissa); Vishakhapatnam (nell‟Andhra
Pradesh) e Port Blair (nelle isole Andaman e Nicobar).
Tra questi, Kandla è il principale porto in termini di volumi di carico seguito da Vishakhapatnam (68
milioni di tonnellate).
Nel 2010 è stata completata la prima fase di alcuni progetti importanti, tra cui il mega terminal di
trasbordo container a Vallarpadam (Kochi) e i terminali per rinfuse a Dahej, Mundra e Hazira (tutti nel
Gujarat), mentre la prima fase della costruzione di un nuovo porto a Dhamra (Orissa), è stata completata
nel maggio 2011.
Tutti i maggiori porti del paese hanno buone connessioni stradali e ferroviarie.
   Strade:

L'India ha 3,34 milioni di chilometri di rete stradale, la seconda più grande al mondo. Di questa, le strade
nazionali coprono 65.569 chilometri di lunghezza, le strade statali 130.000 km di lunghezza mentre le
strade dei maggiori distretti, quelle rurali e urbane, collettivamente, hanno una lunghezza di 3,14 milioni
di chilometri.
Secondo il Ministry of Road Transport and Highways, le strade rimangono il più importante mezzo di
trasporto, rappresentando l'85% e il 65% del traffico passeggeri e merci, rispettivamente.
In generale, la rete stradale indiana si divide in sistema primario costituito dalle strade nazionali e in
sistema secondario costituito dalle strade statali e dalle strade dei distretti.
Le strade nazionali rappresentano solo il 2% della lunghezza totale da percorrere, ma sopportano il 40%
del traffico totale. Tra il 2006 e il 2009, la rete delle strade nazionali è aumentata di 4.000 km e la rete
autostradale di 170.000 km. Della lunghezza totale della rete autostradale nazionale, circa il 27% è a
corsia unica, il 54% è a due corsie e il 19% è a quattro corsie.
Oltre il 50% della rete stradale è costruita dal Governo. Tuttavia, quest‟ultimo, attraverso politiche
proattive, sta sostenendo il coinvolgimento del settore privato nella costruzione di strade.
 Interscambio con l'Italia
L‟India rappresenta oggi un mercato dalle significative potenzialità, forse unico, a livello globale, per
l‟ampiezza dei margini di inserimento che esso offre, pur in presenza di importanti complessità. Il ritmo di
crescita dell‟economia indiana resta tra i più elevati su scala globale, nonostante il rallentamento
dell‟ultimo biennio.
Nei venti anni dal 1991 al 2011 l‟interscambio commerciale Italia-India è cresciuto di 12 volte, passando
dal 708 milioni di euro a 8,5 miliardi di Euro. A partire dal 2012 è tuttavia iniziato un trend decrescente,
che ha portato il commercio bilaterale a 7,1 mld di € nel 2012 (-16,6%) e a 6,95 mld di € nel 2013 (fonte
Eurostat).

Nel 2013, dunque, l‟interscambio tra Italia ed India e‟ diminuito del 2% rispetto al precedente anno. Tale
decrescita è tuttavia in linea con l‟andamento complessivo del commercio tra India ed UE, che nell‟anno
considerato si è contratto del 4,3%, assestandosi sui 72,7 mld di €. Negativo, infatti, anche il dato
commerciale riferito agli altri principali partner europei dell‟India, tra i quali solo il Regno Unito ha
registrato una crescita del proprio interscambio con il Subcontinente. Nel complesso, l‟Italia rimane il
quarto partner commerciale dell‟India tra i Paesi UE (dopo Germania, Regno Unito e Belgio, seguita da
Francia e Paesi Bassi), con una quota pari a circa il 9% del commercio totale UE-India.
Macchinari e apparecchi continuano a rappresentare la prima voce dell‟export italiano in India, con una
quota attorno al 40%; oltre un quarto delle importazioni italiane dall‟India rientrano invece nella categoria
tessile-abbigliamento-accessori in pelle.

Si può stimare un numero totale di circa 400 entità legali e stabilimenti italiani in India, presenti in
diverse forme, raggruppabili in tre categorie principali: sussidiarie possedute al 100% dalla casa madre
italiana, Joint Ventures (soluzione preferita dalle PMI e d‟obbligo nei settori in cui sono ancora previsti
tetti massimi agli investimenti stranieri) o uffici commerciali di rappresentanza. Le principali aree
geografiche di insediamento delle imprese italiane in India sono i poli industriali di Delhi-Gurgaon-Noida
(c.d. Capital Belt) e di Mumbai-Pune. Il terzo e quarto polo di concentrazione fanno riferimento
rispettivamente alla città di Chennai, capitale dello Stato del Tamil Nadu e alla citta‟ di Bangalore,
capitale dello Stato del Karnataka. Di rilievo minore la città di Calcutta ed i suoi dintorni. Grazie alla sua
politica di facilitazione degli investimenti e al buono stato delle infrastrutture, il Gujarat e‟ candidato a
diventare nel prossimo futuro un nuovo importante polo di attrazione di investimenti produttivi, nazionali
e stranieri. Interessante in prospettiva anche lo Stato del Rajasthan, ove cominciano a registrarsi i primi
stabilimenti italiani. Nonostante marchi come FIAT e Piaggio fossero già presenti sul mercato indiano, la
prima vera ondata di investimenti italiani in India si è avuta negli anni 90, come diretta conseguenza della
stagione di liberalizzazioni economiche attuata in quegli anni dal Governo indiano. Da allora le imprese
italiane hanno continuato a guardare con estremo interesse al mercato indiano, anche se la loro presenza
rimane ancora al di sotto delle potenzialità.

Tra i grandi gruppi italiani presenti in India si segnalano: Fiat (oltre alla casa automobilistica, anche New
Holland e Magneti Marelli), Carraro, Maschio Gaspardo, Piaggio, Prysmian, Maire Tecnimont, Techint,
Luxottica, Danieli, Ansaldo Energia, Snamprogetti/Saipem, Oerlikon Graziano, Brembo, StMicroelectronis,
Salini Impregilo, CMC di Ravenna, Bonfiglioli, Mapei, Italcementi, Maccaferri, Ferrero, Bauli, Perfetti Van
Melle, Tessitura Monti, Artsana/Chicco, Benetton, Gruppo Coin, etc.
 La presenza di grandi gruppi industriali italiani certamente funge da traino per la nostra piccola e media
impresa. Sono inoltre operative in India numerose case italiane del design d‟interni, moda e segmento
lusso (tra cui Artemide, Poltrona Frau, Natuzzi, Damiani, Ermenegildo Zegna, Armani, Cavalli, Versace,
Missoni ecc.), se pure con un numero di punti vendita ancora limitato. Particolarmente attente al mercato
indiano sono le nostre aziende del settore difesa, tra cui certamente il Gruppo Finmeccanica, Fabbrica
d‟Armi Beretta, Elettronica, Fincantieri. Quanto al segmento finanziario, oltre al Gruppo Assicurazioni
Generali, sono presenti in India con uffici di rappresentanza una dozzina di banche italiane,
principalmente localizzate nel polo finanziario di Mumbai.
Export italiano verso il paese:           2011                 2012            2013           nd           nd
             INDIA
Totale                                3.759,1 mln. € 3.383,2 mln. € 2.975 mln. € nd mln. € nd mln. €
                                Merci (mln. €)                                         2011        2012    2013
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura                                         10,67      14,97    12,8
Prodotti delle miniere e delle cave                                                     62,67       72,1    70,6
Prodotti alimentari                                                                     30,44        39         42
Bevande                                                                                   3,2        2,3        4
Prodotti tessili                                                                        41,78      40,38        37
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)                               18,78      18,48        18
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili                                      75,36      75,46        73
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e             9,28       8,43        11
materiali da intreccio
Carta e prodotti in carta                                                               68,81      42,86        68
Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati                        0,37       0,55        0
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio                               10,27      19,45        13
Prodotti chimici                                                                       283,13 298,02        317
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici                                  82,78 108,85        101
Articoli in gomma e materie plastiche                                                   85,31      82,57        83
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi                            62,11      61,96        53
Prodotti della metallurgia                                                             269,57 208,66        155
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature                                 152,89 208,51        154
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali,               162,86 113,77        106
apparecchi di misurazione e orologi
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non                     165,94 162,22        140
elettriche
Macchinari e apparecchiature                                                          1.659,18 1.448,3 1.198
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi                                                   179,81 149,23        131
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale                  155,48      22,84        29
rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
Mobili                                                                                     50      52,36        51
Prodotti delle altre industrie manufatturiere                                           61,64      60,73        60
Altri prodotti e attività                                                               36,05      31,32 31,74

 La performance commerciale italiana con l’India nel 2013 (-2%) è dunque stata migliore di quella dell’UE
 nel suo complesso (-4,3%) e degli altri principali partner europei quali Germania (-8,5%), Francia (-
 11,3%), Paesi Bassi (-8,3%). Quanto ai dati settoriali 2013, le statistiche ISTAT confermano i macchinari
 quale principale voce del nostro export verso l’India, con una quota poco sopra al 40%, se pure in
 declino. Seguono prodotti chimici e metalli, rispettivamente pari al 10,7% e 10,4% del nostro export in
 India. Dal lato importazioni, prodotti tessili, in pelle e per l’abbigliamento continuano a rappresentare
 quasi un quarto dell’import italiano dall’India (24%). Seguono metalli (14,2%), sostanze e prodotti
 chimici (12,6%) coke e prodotti petroliferi raffinati (12,4%). Nel complesso l’Italia ha un peso dell’1,15%
 sul totale del commercio indiano (fonte Dipartimento indiano del Commercio).
Di seguito alcuni dei principali accordi economico-commerciali con l’Italia:

1988   MEMORANDUM DI INTESA PER LO SVILUPPO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE.
       Il Memorandum prevede la promozione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
       Accordo bilaterale, firmato a New Delhi il 06.01.1998
       entrato in vigore il 06.01.1998
1995   CONVENZIONE PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI E PER PREVENIRE LE EVASIONI FISCALI IN
       MATERIA DI IMPOSTE SUL REDDITO, CON PROTOCOLLO AGGIUNTIVO.
       Convenzione per evitare la doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito tra
       l'Italia e l'India.
       Accordo bilaterale firmato a New Delhi il 19.01.1993
       Entrato in vigore il 23.11.1995
       Ratificato con Legge n. 319 del 14/07/95.
       Il testo della convenzione bilaterale e la relativa modulista per ottenere esenzioni e rimborsi sono disponibili on
       line sul sito del Min. finanze: line:
       http://www.finanze.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/fiscalita_Comunitaria_Internazionale/convenzioni_e_
       accordi/convenzioni_stipulate.htm
1998   ACCORDO SULLA PROMOZIONE E PROTEZIONE DEGLI INVESTIMENTI.
       L'Accordo intende creare condizioni favorevoli per gli investimenti indiani in Italia e italiani in India.
       Bilaterale, firmato a Roma il 23.11.1995.
       entrato in vigore il 26.03.1998
       Ratificato con legge 19/01/98 n. 12.
       Il testo e' disponibile online sul sito del Ministero Sviluppo Economico (ex-Min. Commercio Estero):
       http://www.mincomes.it/protinv/india.htm
2000   MEMORANDUM DI INTESA SULLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE.
       Accordo bilaterale, firmato a New Delhi il 17.10.2000
       entrato in vigore il 17.10.2000
 Normativa societaria

L‟India ha approvato, nell‟agosto 2013, la legge di riforma del Diritto societario. Il nuovo Company Act
2013 sostituisce il precedente Company Act del 1956.
Le principali novità sono sostanzialmente che la normativa prevede ora l‟obbligo, per le aziende straniere
operanti nel Subcontinente, di avere all‟interno del proprio Consiglio di Amministrazione almeno un
amministratore la cui permanenza in India sia non inferiore ai 182 giorni, nel corso del precedente anno
civile; in tal maniera, sarà più facile per il Cda monitorare la gestione della società in maniera regolare e
continuativa. Le aziende che abbiano iniziato le proprie operazioni in India prima dell‟entrata in vigore
della presente legge, devono conformarsi ai requisiti e alle disposizioni presenti nella nuova legge entro
un anno di tempo.

Sono state, inoltre, apportato ulteriori modifiche riguardanti la comunicazione degli estremi di ogni
singola azienda all‟interno delle documentazioni ufficiali inviate e degli strumenti finanziari utilizzati.
Per “amministratore indipendente” di una società, si intende un amministratore che non abbia il ruolo di
amministratore delegato, che non sia un amministratore che operi a tempo pieno o che non sia un
amministratore eletto da una organizzazione avente interessi diretti con l‟azienda (banca, finanziatore,
ecc.).

Molte novità riguardano in special modo le società quotate mentre la maggior parte delle imprese italiane
che procedono alla costituzione di società in India utilizzano spesso la figura della “Private Company “ o
della “Public Company” non quotata.

Il Company Act 2013 consente l‟ottenimento dello status di “Dormant Company” per una società creata ad
hoc (o già esistente) ad esempio per lo sviluppo di un progetto futuro e/o per mantenere assets di diritti
di proprietà intellettuale. Lo status di “società dormiente” viene concesso dal ROC (Register of Company).
tali azioni.

In tema di processi di acquisizione e fusione (M&A) la riforma è invece intervenuta disciplinando
dettagliatamente le regole da seguire e rimuovendo alcuni ostacoli previsti dal vecchio Company Act del
1956. Sarà possibile infatti procedere alla fusione (prima non consentita) di una società indiana con una
società straniera, a patto che la società straniera sia residente in un paese rientrante nella lista di Paesi
emanata dal Governo. Si segnala inoltre che, qualora il progetto di fusione riguardi una fusione tra PMI
oppure tra una holding ed una società controllata, il Company Act 2013 prevede delle procedure
semplificate e più veloci rispetto alla procedura ordinaria.

Da quanto sinora riportato, nonostante i tempi non siano maturi per poter esprimere un giudizio completo
sull‟effettiva incisività della riforma, è evidente l‟ampia portata delle modifiche intervenute con il
Company Act 2013 che, come più volte chiarito dal Legislatore indiano durante il lungo iter di
approvazione, si prefigge lo scopo di ravvicinare il diritto societario indiano al diritto dei sistemi giuridici
più evoluti, soprattutto di matrice anglosassone.
 Mercato del lavoro

In un primo quadro sulle condizioni occupazionali prevalenti in India si richiama la diffusione di gravi livelli
di sotto-occupazione in agricoltura (settore da cui continua a dipendere oltre il 50% della popolazione
attiva), l‟incremento relativamente modesto della percentuale di popolazione impiegata nell‟industria, e
la conseguente espansione del fenomeno dei cosiddetti “impieghi rifugio” nel terziario( una fonte di
sopravvivenza ben lontana dall‟assicurare condizioni di lavoro e vita dignitose). E‟ importante aggiungere
che la maggioranza della forza lavoro indiana, che conta 400 milioni di persone, fa capo al cosiddetto
settore informale o non organizzato dell‟economia, tale realtà comprende tutte le imprese private non
registrate, possedute da individui o unita familiari che impiegano meno di dieci lavoratori.
Facendo uno sguardo generale, se si osserva la seconda metà degli anni Novanta, il declino del tasso di
crescita dell‟occupazione ha riguardato tute le modalità di impiego, e in particolare, quello a tempo
indeterminato, il cui tasso di crescita si è attestato vicino allo zero. Nei primi anni 2000, invece,
l‟incremento del tasso di generazione di impiego si è accompagnato a una crescita estremamente
significativa dell‟auto-impiego sia nelle aree urbane sia in quelle rurali. Oggi si tende a pensare che tale
incremento sia stato in gran parte una conseguenza dell‟intensificarsi delle condizioni di difficoltà nelle
campagne indiane a seguito della crisi agraria, che in misura maggiore rispetto al passato ha spinto parte
della forza lavoro, in specie femminile, a rifugiarsi in attività non agricole a bassissimo reddito. Il
successivo declino del tasso di generazione di impiego sembra dunque da porsi almeno parzialmente in
relazione con il recente miglioramento della produttività agricola, che avrebbe indotto parte della forza
lavoro femminile rurale a lasciare gli impieghi autonomi scarsamente redditizi accettati quando le
condizioni economiche erano estremamente difficili. Se ciò rende meno drammatiche di quanto
potrebbero apparire a prima vista le ultime tendenze nell‟andamento dell‟occupazione, è altresì vero che
lo scenario occupazionale per ampie
fasce della popolazione continua ad apparire fortemente preoccupante, in specie nelle campagne, dove il
fenomeno della sottoccupazione continua a dimostrare una notevole incidenza.
Se poi si guarda all‟economia indiana nel suo complesso, è importante ricordare che il fenomeno
dell‟auto-impiego scarsamente remunerativo continua oggi a interessare oltre il 50% della popolazione
attiva, il che costituisce una spia della carenza di impiego salariato capace di garantire condizioni di vita
dignitose. A completamento di questo quadro, è necessario segnalare un incremento della disoccupazione
fra le fasce di lavoratori più giovani (15-19 anni) sia nel mondo rurale sia in quello urbano.
Il fenomeno della migrazione stagionale, poi, è sempre più comune. Le occupazioni stagionali possono
essere agricole o non agricole; afferire alla sfera del lavoro dipendente o a quella dell‟auto-impiego;
portare il lavoratore in villaggi diversi da quello di origine o nelle città (dove spesso questi abiterà in uno
slum), contribuendo così al delinearsi di uno scenario in cui i confini fra campagna e città divengono
sempre più permeabili.
La migrazione può anche divenire una modalità di vita permanente. Ciò accade quando le famiglie
migranti impiegate nel settore delle costruzioni cominciano a trascorrere lunghi periodi spostandosi,
attraverso un intermediario, di sito in sito, facendo ritorno nel villaggio di origine soltanto in occasione
delle festività più importanti. In termini generali, il fenomeno migratorio coinvolge più intensamente la
popolazione degli stati dell‟Unione maggiormente colpiti da stagnazione economica e/o gravi livelli di
incidenza della povertà: qui, più che in altre zone dell‟India, la sopravvivenza di interi nuclei familiari
dipende dalla possibilità di trovare lavoro altrove almeno per alcuni periodi dell‟anno.
Facciamo riferimento ad una disposizione sull‟occupazione delle donne quale la Maternity Benefit Act
(1961) - regola l'occupazione delle donne in alcune attività per un certo periodo prima e dopo il parto e
prevede sussidi di maternità e altri benefici. La legge è applicabile alle miniere, alle fabbriche,
all‟industria circense, alle piantagioni, ai negozi e agli stabilimenti che impiegano dieci persone o più, ad
eccezione dei dipendenti coperti dall‟Employees‟ State Insurance Act. Può essere estesa ad altre attività
dai governi statali.

Le disposizioni principali della legge sono:

    nessun datore di lavoro deve consapevolmente assumere una donna in uno stabilimento durante le
     sei settimane immediatamente successive al giorno del parto o aborto spontaneo.
    ogni donna ha diritto ad una indennità di maternità al tasso del salario medio giornaliero per il
     periodo di sua assenza effettiva immediatamente precedente al giorno del parto e per le sei
     settimane subito dopo quel giorno. Il periodo massimo per cui ogni donna ha diritto all'indennità di
     maternità è di dodici settimane, vale a dire, sei settimane fino al giorno del parto e sei settimane
     immediatamente successive.
 
La nuova normativa, promulgata con l'obiettivo di fornire ai dipendenti di sesso femminile protezione
contro le molestie sessuali e al fine di tutelare la presentazione di denunce di molestie sessuali, prevede
pene severe (tra cui il licenziamento e il risarcimento in termini economici nei confronti del denunciante)
per coloro che dovessero infrangere le regolamentazioni contenute all‟interno della stessa .
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