S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno - Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz ...

Pagina creata da Jessica Albano
 
CONTINUA A LEGGERE
S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno - Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz ...
AMBIENTEVENEZIA NOTIZIE 15 agosto 2019
S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno

    Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz
S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno - Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz ...
BALCONI SUL MARE APERTO
Traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz

Turismo di massa. Il boom delle crociere mostra sempre più spesso il suo lato odioso:
le navi appestano l’aria e gli oceani, i loro passeggeri vogliono sentirsi a bordo come
a casa e fanno escursioni in “squadre”.
Anche le città costiere più difficili da raggiungere, non sono più al riparo dai croceristi.
Chi paga il prezzo per questa follia?
                                           *        *         *

La nave “Mein Schiff 6”, lunga quasi 300 m, alta sull’acqua quasi 60 m, sarebbe per i pirati un grasso bottino.
Nel momento in cui è salpata, a fine giugno, da Trieste, aveva caricato 9,5 tonnellate di carne fresca, 5,3
tonnellate di pesce e crostacei, 14,4 tonnellate di verdura,11,6 tonnellate di frutta, 28000 uova, 7100
croissants, quasi 14000 litri di birra, vino e prosecco.

Da qualche parte, nella pancia profonda della nave, sono conservati anche 32 kilogrammi di caviale e un paio
di centinaia di bottiglie di champagne; provviste per 3500 anime che si mettono in mare per sette giorni: circa
un migliaio di uomini d’equipaggio e 2534 crocieristi di questo primo scorcio del 21º secolo.

Il mare davanti a Trieste è tranquillo in questa sera di domenica; a bordo la musica rimbomba così forte, da
raggiungere ogni angolo della nave. Sta andando una canzone che chiamano: “L’inno della partenza” e che
unisce ormai numerose generazioni di ospiti della flotta “Mein Schiff”.

“Oh, grande libertà, io ho nostalgia di te” - canta la banda “Unhelig”. “ Tu sei un figlio del mare, ed il mondo
giace ai tuoi piedi “.

La canzone si adatta bene alle parole che, in caratteri cubitali, sono dipinte sui fianchi della nave: Stupore.
Meraviglia. Respiro. Benessere. Sarebbe stata, in passato, una vera sventura se una canzone popolare
tedesca avesse diffuso le sue note nel Golfo di Trieste. È possibile che oggi sia nuovamente così, anche se per
motivi del tutto diversi. In giro per il mondo esplodono già nuove battaglie etiche, che trasformano per certi
S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno - Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz ...
versi in un campo minato ideologico il regno delle vacanze e del turismo - e l’industria crocieristica in
particolare.

Una delle cose caratteristiche dell’ecologismo è, sin dal suo nascere, il trovarsi in contraddizione non soltanto
con l’economia organizzata in modo capitalistico, ma anche con la libertà individuale. Si pongono oggi
ovunque domande intorno al modo di vivere tipico delle società del benessere, alle quali riesce sempre più
difficile provare un soddisfatto sentimento di benessere davanti al cambiamento climatico. È ragionevole
volare da Berlino a Trieste e poi incrociare per le acque del Mediterraneo un’intera settimana con una nave?
È un atteggiamento responsabile quello di andare in giro per il mare, per divertimento, se, per questo,
vengono bruciate ogni ora sino a 5 t di carburante, di preferenza olio combustibile pesante, come è anche il
caso della nave “Mein Schiff 6”, di cui stiamo parlando? Non è una scena vergognosa quella a cui si assiste,
quando uno di questi hotel galleggianti, grandi e pesanti come un condominio, scivolano sin dentro la delicata
e fine Venezia o davanti al centro storico di Dubrovnik? E, ancora, non nota forse chiunque quanto assurda
sia la simultaneità tra le crociere e le barche dei migranti nel Mar Mediterraneo?

Mentre alla fine di giugno, davanti a Trieste, a poppa, scompaiono le luci della costa, nei 12 bar della nave
“Mein Schiff” si dà l’attacco alle scorte di birra, vino e prosecco. Ad uno dei balconi troviamo i coniugi Pape:
Dietmar e Renate, lui di 78 anni e lei di 74, entrambi insegnanti in pensione provenienti da Braunschweig,
alla loro sesta crociera. Sul ponte troviamo invece il capitano Simon Boettger, 37 anni, dello Holstein, il quale,
da 17 anni, viaggia in mare e ha anche lavorato sulla MS “Deutschland”: la “nave da sogno famosa in tutto il
mondo “. Inoltre, sottocoperta: Harold, un lavoratore anonimo della squadra per l’igiene il quale, per 2,81
dollari all’ora di stipendio, per sette giorni la settimana, si prende cura di garantire la pulizia, che viene così
tanto stimata importante dai passeggeri della crociera. La nave “Mein Schiff 6” è stata costruita per ospitare
più di 2500 passeggeri ed è una delle sette navi della ditta TUI Cruises. Ci si muove in un mercato globale in
crescita: nel 2018 furono 28,5 milioni i vacanzieri in tutto il mondo che scelsero di fare una crociera, quasi 11
milioni in più rispetto al 2009. Soltanto il numero dei tedeschi è, nei passati 10 anni, più che raddoppiato,
arrivando a 2,2 milioni; in Europa sono soltanto gli inglesi ad essere altrettanto entusiasti delle crociere. Il
trend indica una salita vertiginosa verso l’altro. L’associazione dell’industria crocieristica, CLIA, muove dal
presupposto che, di qui al 2030, 6 milioni di tedeschi potrebbero scegliere di trascorrere le loro vacanze
annuali a bordo di una nave. Che cosa vi cercano? I coniugi Pape, da Braunschweig, fanno normalmente le
loro vacanze in camper; le crociere sono per loro qualcosa di molto particolare, con cui si regalano una
ricompensa di tanto in tanto. Durante un viaggio di ritorno in camper dal sud, sono giunti una volta davanti
al porto di Trieste ed hanno, dall’autostrada, dall’alto, visto le navi e l’acqua scintillante e hanno deciso, una
volta o l’altra, di prendere il largo da qui. Durante la settimana a bordo della nave “Mein Schiff 6”, i Pape
siedono ogni sera, intorno alle 18, davanti alla finestra nel ristorante “ Atlantico-Mediterraneo “, al ponte
quattro. Si godono le cinque portate che sono comprese nel prezzo, bevono il Rosè, che è sua volta a
disposizione senza un sovrapprezzo. Fanno i calcoli per capire dove vogliono concedersi un’escursione e dove
invece possono rinunciare. Dubrovnik la conoscono già, per cui si recheranno senza guida ad esplorarla. A
Kotor, invece, mettono in conto di fare un’escursione, poiché lì non ci sono mai stati. La cosa più importante
è, per loro, alloggiare in una cabina con balcone. Senza questa, è chiaro, non avrebbero nemmeno iniziato la
crociera. I Pape hanno prenotato la tariffa “cabina flessibile Flex”, per € 1500 a persona, il che significa che
soltanto pochi giorni prima della partenza avrebbero saputo quale cabina gli sarebbe stata assegnata. A casa
loro, a Braunschweig, dormono in stanze da letto separate, in crociera invece condividono lo stesso letto.
Dopo cena Dietmar Pape si prende una birra, sua moglie un drink analcolico al bar e si godono il tramonto
sul balcone. E’ significativamente molto pratico, per loro, il fatto che, durante le notti nel Mediterraneo, si
possa semplicemente tenere aperta la porta balcone…
S.O.S - Follia della Crociera- il lato oscuro della vacanza da sogno - Di seguito trovate la traduzione a cura di Enrico Palazzi e Georg Demetz ...
Sicurezza ed igiene sono molto quotate presso i passeggeri della crociera. Le crociere sono il modo più
comodo di scoprire il mondo, dicono, nelle rilevazioni del settore, gli intervistati per più dell’80% e questo si
lascia facilmente interpretare come una reazione alle crisi attuali. I tempi nei quali ci si poteva recare a
Damasco, in viaggio di formazione, possibilmente seguendo vie terrestri, sono, fino a nuovo ordine, del tutto
“out”. I, un tempo classici, paesi di vacanza come l’Egitto, la Tunisia o la Turchia sono stati fortemente
danneggiati a causa di attacchi terroristici ed altri sconvolgimenti. Il paese straniero, nel quale un tempo si
apriva la possibilità di ampliare il proprio orizzonte, appare ora più minaccioso che mai. L’industria
crocieristica promette di aiutare ad avere una vacanza senza pentimenti, dando ad intendere di poter far
sposare insieme due mondi che non possono essere uniti: nella cabina con balcone si fondono il viaggio verso
luoghi lontani e il sentirsi a casa, il viaggio in cui si è presso di sé e allo stesso tempo altrove. Durante il tour
della nave “Mein Schiff 6”, da Trieste a Malta, sempre lungo la costa, i Balcani si trovano sempre lontani
soltanto un tiro di schioppo dai balconi ed è questa, in definitiva, tutta l’idea. Ciò che è estraneo conserva il
suo fascino, ma non spaventa più. Il mondo si risolve in gite ben organizzate e il movimento con gli altri segue
un chiaro e ben orchestrato piano quotidiano. Nessuno deve provare ansia, se nel frattempo non dovesse
trovare una toilette ben ordinata, perché tanto è garantito il ritorno ad un proprio lavandino e, contro la
nostalgia di casa, ci sono il polpettone e i piatti tipici della cucina tedesca. I Pape possono non riconoscere in
tutto questo qualcosa di avulso dalla realtà o di superficiale, e desiderano - così dicono - semplicemente lo
svago multiforme del viaggio in nave. Il fatto che, durante una sola settimana, possano vedere così tanti posti
diversi è considerato bello. Che il viaggio, dal decollo ad Hannover fino al viaggio di ritorno in aereo dalla
Valletta sia reso possibile attraverso una prenotazione, è considerato pratico. Come clienti abituali di TUI
Cruises , racconta il signor Pape, essi ricevono continuamente per mail delle offerte e, quando una di queste
appare loro interessante, allora se la aggiudicano. Particolarmente affascinanti hanno trovato le isole greche:
ragion per cui vogliono presto recarsi lì nuovamente. Ci sono anche, certamente, dei contrattempi, ma solo
di piccola entità... La loro cabina, questa volta, si trova presso una scala spesso frequentata ed è posta sopra
un Imbiss, che rimane aperto ad ogni ora. I troppi corpi in piscina, racconta la signora Pape, le molte persone,
questo è per loro qualche volta un po’ eccessivo… Ma hanno apprezzato il fatto che si possa, come in Francia,
mangiare a bordo cibo molto raffinato e che questo sia compreso nel prezzo. Inoltre apprezzano le piccole
porzioni. Qualche volta, dice la signora Pape, per molto tempo non succede nulla in un viaggio di questo
genere. “Ma questo starsene a guardare il mare, io lo trovo veramente eccezionale “.

TUI Cruises aspira ad offrire le crociere tedesche “Premium” per i vacanzieri dalla Germania. E quindi ci si
comporta in modo confacente. Il check-in a Trieste scorre liscio. Successivamente ogni passeggero ottiene,
in corrispondenza della sua carta di credito, una carta di bordo collegata la quale, durante la settimana, viene
utilizzata per i pagamenti e che serve anche come cartellino orario prima e durante le escursioni, affinché
nessuno venga dimenticato all’estero. TUI Cruises sa, grazie alla carta di bordo, quando un passeggero entra
ed esce dalla sua cabina. Quali ristoranti a pagamento visita. Quali creme solari compra. Tutto questo serve
alla continua ottimizzazione dell’offerta. In occasione del primo ingresso in cabina viene fatto passare un film
di benvenuto per i passeggeri su un bianco televisore a schermo piatto. Viene mostrata un’illustrazione: un
disegno della nave dalla quale spuntano delle foglie verdi, come se si trattasse di un albero. “La flotta “Mein
Schiff” stabilisce nuove norme riguardo all’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni e difesa delle
risorse“, racconta una voce maschile. Essa utilizzerebbe circa il 30% di energia in meno rispetto alle altre navi
con cui può essere confrontata. Le emissioni di zolfo verrebbero, attraverso il sistema di trattamento dei gas
di scarico, abbattute fino al 99%, l’ossido di azoto al 75% e il particolato al 60%. Sul canale 11 della televisione
di bordo scorrono prese in diretta della piscina. Ancor prima che la valigia sia portata all’interno della cabina,
grazie al film deve venire stimolata l’impressione che un eventuale scetticismo riguardante questioni relative
all’ambiente è fuori luogo: l’ospite può sintonizzarsi nella modalità “benessere” senza cattiva coscienza. La
nave “Mein Schiff 6” viaggia non sotto bandiera tedesca, ma maltese, benché sia stata “battezzata” il 1 giugno
2017 nel porto di Amburgo davanti alla Filarmonica dell’Elba. Per la festa inaugurale vennero Natascha
Ochsenknecht, Heino e Didi Hallervorden. A bordo nulla ricorda Malta, ma tutto Amburgo. La galleria
commerciale sul ponte 4 si chiama Neuer Wall, come la strada amburghese degli acquisti; il teatro al ponte
3 si chiama “Grosse Freiheit”, e nel bar “Aussenalster”, sul ponte 14, le bevande comprese nel prezzo sono:
Pils di Bitburger, la birra chiara Paulaner, e l’atmosfera li è solitamente molto piacevole. Il mattino comincia
con un annuncio: con voce rassicurante si presenta “la vostra Wiebke”, la direttrice della crociera. E’ lei che
presenta i punti salienti del programma quotidiano, promuove attività di bordo e offerte all’interno dei
negozi. Nei giorni di navigazione, quando gli ospiti non possono uscire dalla nave, rimangono soltanto i negozi
a bordo per placare il desiderio consumistico. Le spese dei passeggeri nei negozi di bordo costituiscono fino
a 1/5 delle vendite di una crociera. Il prezzo base per una settimana di crociera si attesta ovunque
mediamente intorno ai $ 1300 a persona, in Germania intorno ai € 1500. In aggiunta, ogni ospite spende in
media dai 200 ai € 300 nei bar e nei caffè a bordo, quasi € 100 per le escursioni, € 50 per gli ingressi nelle Spa.
Inoltre ogni giorno si aggiungono € 20 per le mance. E poi ci sono anche questi continui inviti a spendere del
denaro per degli extra: degustazione di carni nella Steakhouse, sul ponte 5 (€ 30), workshop “Il mio sapone -
un pezzo di vacanza per quando si è a casa” (€ 20)… Soltanto incontrarsi al bar Diamant al ponte 5 non costa
nulla. Dal lato opposto del TUI bar, al ponte 4, i passeggeri possono, parlando con un consulente di viaggio,
già prenotare la prossima crociera con il 3% di sconto. Se la TUI in Germania gestisse un hotel dell’ordine di
grandezza della nave “Mein Schiff 6”, il gruppo industriale dovrebbe versare imposte sul valore aggiunto e
l’imposta sull’industria e ai suoi impiegati pagare i contributi sociali, previdenziali ed assicurativi e non
potrebbe offrire lavoro sotto il salario minimo per l’industria alberghiera che ammonta a 9,19 euro per ora. I
collaboratori avrebbero diritto alle ferie e a prender parte al consiglio di gestione, il quale è deputato a
rappresentare i loro interessi. In mare aperto questi obblighi non ci sono. È anche per questo motivo che
l’industria crocieristica cresce in modo così impetuoso: perché sul mare può guadagnare denaro in modo
comparativamente deregolato. Inoltre, il modello aziendale si basa sul fatto di sfruttare al meglio le poche
regole. Le navi vengono immatricolate in paesi che, sotto il profilo fiscale e delle imposte, sono “amici”; le
sedi delle imprese stesse vengono poste in Liberia, Panama o anche a Malta. In questo modo i pagamenti
delle tasse sono evitati nell’ordine di grandezza di miliardi e gli impiegati possono essere occupati a condizioni
lavorative come quelle che si trovano nei Sweatshops. Tutto è subordinato al profitto. Si risparmia perfino
sulle scialuppe di salvataggio, al fine di poter affittare un maggior numero di cabine col balcone. Le 13
scialuppe di salvataggio che si trovano sulla nave “Mein Schiff 6”, secondo il capitano, sono sufficienti per
2534 passeggeri. In caso di necessità l’equipaggio dovrebbe provvedere a salvarsi grazie alle isole di
salvataggio. La manutenzione delle scialuppe di salvataggio è costosa. A considerare i molti annunci e le
offerte delle compagnie crocieristiche sorge l’impressione che l’industria delle crociere consti di una
moltitudine di aziende, che sarebbero tra loro in concorrenza. Ma in realtà è proprio il contrario. L’industria
crocieristica è un oligopolio: quattro gruppi industriali: Carnival Cruise, Royal Caribbean, Norwegian Cruise
Line ed MSC dominano, per più del 90%, il mercato. Realizzano rendite da fatturato da capogiro, che gli altri
settori possono soltanto sognarsi. Le moderne navi da crociera rappresentano un’evoluzione orientata al tipo
di vacanze preferite dagli americani. A Miami, Florida, si conobbero intorno alla metà degli anni ‘60, inizio
degli anni ‘70, tre uomini con grandi idee. Ted Arison, era un uomo d’affari israeliano, Knut Kloster e Arne
Wilhelmsen che venivano da una dinastia di armatori norvegesi. Sebbene i tre uomini fossero
fondamentalmente diversi, erano però uniti da una visione: erano convinti che avrebbero potuto guadagnare
molti soldi, se fosse riuscito loro di fare in modo che le persone si divertissero sulle navi da crociera. Kloster
e Arison fondarono la Norwegian Cruise line, Arison la Carnival Cruise e Wilhelmsen la Royal Caribbean
Cruises. Essi tolsero, per così dire, la polvere alla vecchia e fredda immagine della crociera, allentarono le
regole dell’etichetta, offrirono viaggi vicino ai Caraibi e presero a guadagnare soprattutto col gioco d’azzardo,
che era consentito al di fuori della zona delle 12 miglia. Siccome la maggior parte degli americani non aveva
più che 15 giorni di vacanza all’anno, si poteva prenotare una crociera anche soltanto per tre giorni. I casinò
e gli alberghi galleggianti si trasformarono nel corso dei decenni in Resorts galleggianti con onde artificiali
per i surfisti e piste di pattinaggio sul ghiaccio per pattinatori. Quanto più grandi erano le navi, tanto più a
buon prezzo gli armatori potevano offrire le crociere e tanti più ricavi potevano ottenere. E fu così che nacque
la attuale flotta della Royal Caribbean, che sembra uscita da un film fantasy. La “Sinfonia dei mari”, l’”Oasi
dei mari”, l’”Allure dei mari” viaggiavano sul mare con più di 5000 passeggeri, piccole città galleggianti alla
caccia del massimo “shareholder value”. La società GmbH TUI appartiene per una metà alla TUI e per l’altra
ad una holding olandese della Royal Caribbean. TUI Cruises l’anno scorso, secondo il rendiconto di gestione,
ha contribuito al risultato del complesso industriale TUI con un guadagno di 200 milioni di euro. Royal
Caribbean ha registrato un guadagno netto di 1,9 miliardi di dollari, la concorrente Carnival 3,2 miliardi di
dollari, e le due aziende sono entrambe quotate in borsa. Dal momento che la nave “Mein Schiff 6” viaggia
battendo bandiera maltese, non hanno luogo ad essere applicate le tasse sulle vendite di bordo. TUI Cruises
deve pagare a Malta soltanto le imposte per la registrazione della nave. La “Mein Schiff 6”, che si presenta
così tedesca, è così poco una nave tedesca come lo sono le navi della flotta “Aida”. Questa appartiene infatti
alla società armatoriale Costa, figlia al 100% della Carnival Cruise, l’azienda leader del settore. I Pape di
Braunschweig fanno la loro vacanza e si godono il loro tempo sul balcone. Sì, c’erano state anche delle
persone, nella loro cerchia di conoscenze, che li avevano rimproverati, quando loro erano partiti ancora una
volta per una crociera. Ma cosa vuoi farci? E questo film sull’ambiente nella cabina che chiarisce in che modo
pulito viaggi la nave Mein Schiff 6, “questo non può proprio essere una bugia”, dice Renate Pape. Durante i
giorni di navigazione, sul ponte -solarium, non rimane libera neanche una sdraio. I crocieristi più esperti si
prenotano il loro posto preferito presso la piscina già di primo mattino con gli asciugamani. Sulle grandi navi
da crociera i passeggeri devono faticare per ottenere il posto che bramano. Siccome gli asciugamani
“benessere” sulla nave Mein schiff 6 sono tutti uguali, qualche volta ai margini della piscina “benessere” si
giunge a delle dispute. Queste e simili scene in futuro diventeranno parte del viaggio. La situazione, alla fine
di giugno, è che 124 nuove navi da crociera, con un volume di ordinazioni di più di 69 miliardi di dollari,
verranno costruite nei prossimi anni. Da tempo ormai non ci sono più limiti alle mete turistiche. Coloro che
parlano della “vergogna” di viaggiare in aereo, dovranno anche trovare una nuova parola, per descrivere
questa situazione: che delle persone viaggeranno in crociera in Antartide per osservare le calotte polari
durante lo scioglimento. E in quella berranno del Prosecco…

A Dubrovnik, la “Mein Schiff 6” attracca poco dopo le sette del mattino. Ciò significa che sarà l’unica nave da
crociera nel porto. Dubrovnik, la perla dell’Adriatico, costituisce in modo particolare uno spaventoso esempio
del fenomeno del cosiddetto: “overtourism”, l’occupazione nemica di una città attraverso il turismo di massa.
“Lasciatevi incantare dal fascino di Dubrovnik, attraverso una passeggiata nelle vie pittoresche del centro
storico “, si legge nel programma giornaliero che ogni sera viene esposto. Chi dovesse trovare questo noioso,
ha sempre la possibilità di guardare a teatro “Games of thrones”.

Gli ospiti vengono portati, per soli 9 euro, con bus da viaggio sin davanti al centro storico di Dubrovnik. La
città è circondata da una cinta muraria percorribile a piedi ed è designata dall’Unesco come patrimonio
dell’umanità. Il più importante motivo di attrazione sarebbe la più antica farmacia d’Europa nel chiostro
francescano, che fu aperta nel 1317. Ma adesso è chiusa perché è un giorno festivo. Già al mattino ci sono
quasi 40°. Davanti alla porta cittadina aspettano centinaia di persone che spingono per poter entrare nella
città vecchia di Dubrovnik: visitatori da ogni parte del mondo che seguono il cartello della loro guida di
viaggio. L’ingresso alle mura cittadine costa 200 Kune croate, quasi € 30, ma questo non tiene lontano
nessuno. Il giro delle mura avviene stando tutti vicini vicini, in fila indiana, e dura una buona mezz’ora. Ogni
selfie provoca una coda. Davanti alla città luccica il mare. Personale sanitario mette sulla nuca dei turisti delle
borse del ghiaccio. Circa 3 milioni di visitatori hanno inondato la città storica durante l’anno passato. Più di
400 navi da crociera hanno attraccato in porto: è un duro e crudele assedio. I turisti giornalieri portano soldi,
ma non hanno bisogno dei negozi per le esigenze quotidiane. Dove c’erano fornai a Dubrovnik, ora vengono
vendute cianfrusaglie cinesi. Là dove si trovavano i macellai, vengono ora posti sul banco dei souvenir del
Game of Thrones. Dove prima c’erano i residenti, ora si sente parlare soltanto inglese. “Quando, dopo la
guerra, giungevano a Dubrovnik le prime navi da crociera, noi eravamo lì a riceverle con la nostra orchestra
di strumenti a fiato “, racconta Mato Frankovic, sindaco di Dubrovnik, raggiunto al telefono dallo Spiegel. “
In queste navi noi avevamo visto il futuro “. Adesso è con fatica che si torna indietro, al passato.

Da quest’anno possono attraccare contemporaneamente nel porto di Dubrovnik solo due navi da crociera,
una terza soltanto a partire da mezzogiorno. Dal prossimo anno potranno sbarcare ogni giorno solo fino a
4000 passeggeri; dal 2021, secondo Francovic, verrà esatta un’imposta straordinaria di due euro per
passeggero. Inoltre, le navi da crociera che sino ad ora durante la loro permanenza nei porti, per ragioni
relative ai costi, mantenevano accesi i loro motori, al fine di produrre l’energia di cui avevano bisogno in
modo conveniente; le navi da crociera dovranno tassativamente provvedere alla loro alimentazione
energetica mediante allacciamento agli impianti della rete di terra. Tutto questo è per la città e per il suo
sindaco un discorso scabroso e difficile. L’80% degli abitanti di Dubrovnik vive infatti di turismo. E questo
frena lo slancio nella lotta a favore di una maggiore sostenibilità e di una riduzione del turismo stesso.

A Venezia le cose vanno anche peggio. Le voci critiche dicono che la città lagunare, diversamente da
Dubrovnik, si è svenduta completamente all’industria crocieristica. Il porto crocieristico è gestito da una
società per azioni che appartiene in misura massiccia al complesso industriale americano Carnival Cruise e ad
altre società crocieristiche. Alla stazione marittima possono ormeggiare sino a 10 navi contemporaneamente
e in alta stagione è proprio quello che succede. Se prima non si trovavano più camere libere, non era
naturalmente più possibile che qualcuno pernottasse oltre il limite dei posti. Oggi le navi da crociera
aggiungono alla Serenissima una specie di un’aggiuntiva isola artificiale, per la quale non deve essere
ottenuto ulteriore terreno. L’arrivo e la partenza dei condomini galleggianti si svolge lungo il corso del canale
della Giudecca, davanti al Palazzo Ducale e a piazza San Marco. Chi si trova in città durante il loro passaggio,
avverte quasi epidermicamente la sproporzione tra le gigantesche navi e la fragile città. Il passaggio
appartiene in effetti alle attrattive offerte ai crocieristi, i quali possono godersi la strepitosa visione dal loro
balcone e dal parapetto, a dispetto di tutto. È un’immagine plastica della tracotanza umana e del consumismo
privo di pensiero e, contestualmente, il peggior incubo per i pochi veneziani che ancora si difendono.
“No grandi navi” - si chiama un’iniziativa cittadina che, regolarmente, cerca di proibire l’ingresso delle città
galleggianti con piccole imbarcazioni. Ora sembra che essa possa cominciare a registrare i primi successi.
Il Financial Times, giovedì scorso, ha riferito che, a partire dal mese di settembre, alcune navi da crociera
dovrebbero venire deviate. La nave “Mein Schiff 6” non si ferma a Venezia durante il suo viaggio attraverso
il Mediterraneo. I coniugi Pape di Braunschweig sono già stati però molto spesso nella città lagunare. Questa
volta faranno due escursioni, quella denominata: “ Perle della costa adriatica in un piccolo circuito“, ossia
verso Kotor in Montenegro e poi un viaggio di gruppo a Matera, presso Bari, per visitare i Sassi. La signora
Pape spiegherà che entrambe le gite le hanno però fatto saltare i nervi. L’escursione “ Perle “ è costata € 75,
i partecipanti sono stati al mattino condotti attraverso il Golfo di Kotor in scialuppa di salvataggio, mentre la
nave stazionava nella rada. La gita è proseguita con una guida attraverso il centro storico di Kotor, ma, a
causa del gran caldo, non è durata a lungo. Al mercato c’erano delle albicocche fresche che, come sempre,
potevano essere mangiate soltanto a proprio rischio e pericolo. In un film sulla sicurezza proiettato a bordo
della nave, la compagnia TUI Cruises ha messo in guardia tutti i passeggeri dal consumo di frutta cruda nei
paesi coinvolti nelle escursioni. La società del rischio mette le sue trappole dappertutto.
All’inizio della cena intorno alle 18:00 tutti gli escursionisti erano di ritorno sani e salvi a bordo della nave.
Nel ristorante Atlantico-Mediterraneo, sul ponte 4, la nostra coppia di coniugi ha mangiato: stufato di pollo
con polenta di castagne, seguita da Loup de mer con orzo perlato, il tutto accompagnato da un Rosè, senza
sovrapprezzo. Kotor, Montenegro, tutto molto bello, ma non è strettamente necessario che nell’ambito di
una crociera vengano visitati… Matera è stata ancor peggiore. Il viaggio in autobus per arrivarci è durato
un’ora e mezzo all’andata e un’ora e mezzo al ritorno, la permanenza è durata due ore e mezza, un’unica e
continua marcia forzata nella calura. La guida, racconta la signora Pape, ha indicato loro il posto in cui si trova
un interessante museo, ma tempo per andare a visitarlo non ne avrebbero avuto. Il signor Pape spiega che,
poi, la guida ha lasciato una mezz’ora di libertà in un posto del tutto inondato di sole, “ dove non si poteva
trovare da nessuna parte un locale “. Per l’ultima discesa la coppia non ha prenotato nessuna escursione: ha
deciso di esplorare la città di propria iniziativa. Una sera, nel corso di quella settimana, si è presentato nel
teatro della nave il capitano con la sua squadra. Simon Boettger porta i suoi capelli biondi impomatati
all’indietro. “Ci sono degli Svevi qui”? chiede il capitano per riscaldare l’atmosfera, “li riconoscerete, per il
fatto che vogliono affittarvi le sdraio in piscina”. Risate, applausi. Si nota subito che a questo capitano piace
fare il mattacchione. Boettger presenta il capo della sicurezza come fosse la CIA, l’FBI, la cavalleria della nave.
L’ufficiale di origine serba competente sull’ambiente viene presentato come “La nostra Greta Thunberg”. Il
Serbo spiega che lui è responsabile degli impianti di depurazione e trattamento dei gas di scarico ed ha inoltre
per gli ospiti anche un suggerimento molto particolare: “ Per risparmiare l’acqua, fatevi la doccia in due e
bevete molta birra! “

Più tardi, nel corso della settimana, il capitano Boettger fa un’altra comparsata. Un pomeriggio è organizzato
l’evento: “L’ora delle domande al capitano”. Boettger porta questa volta un abito bianco che gli sta così
stretto, come se fosse direttamente pennellato sul suo corpo snello. Sul grande schermo alle sue spalle viene
mostrato uno schizzo della nave. “La “Mein Schiff 6” è lunga 2,8 campi di calcio” - spiega il capitano e, facendo
lo spiritoso: “in pratica due campi di calcio interi e uno della squadra Hamburger SV. Loro infatti non hanno
così tanto bisogno dell’area di rigore avversaria”.

Nella sua cantilena tipica del tedesco del Nord, il monologo di Boettger si svolge in un tono come se parlasse
a dei bambini. Come ultima cosa propone una variazione sul tema-annuncio di marketing sempre ripetuto,
secondo cui la compagnia TUI Cruises è un marchio al top e le sue navi sono, sotto ogni profilo, il massimo e
che né le mete del viaggio, né l’ambiente vengono minimamente danneggiati dalle crociere.

Boettger racconta come la “Mein Schiff 6” sia stata costruita nella città finlandese di Turku; come 10717
piastre di acciaio, grazie a 2000 km di linee di saldatura, siano state unite insieme; che l’impostazione della
chiglia sia stata realizzata il 21 agosto 2015 e che la definitiva consegna della nave sia andata in scena il 9
maggio 2017. Il cantiere navale di Turku appartiene al complesso industriale Meyer di Papenburg , uno dei 3
più grandi cantieri navali del mondo, in grado di costruire questi giganti galleggianti. Sul grande schermo
all’interno del teatro si può anche vedere l’impianto di trattamento dei gas di scarico, il quale è indicato e ed
espresso nella lingua tedesca, mediante una parola di 26 lettere (“Abgasnachbehandlungsanlage”) la quale,
già di per sé, rappresenta elemento di stupore. L’impianto, ad ogni modo, si trova dietro il fumaiolo e, nel
linguaggio tecnico, è chiamato Scrubber. Si comprende correttamente il pensiero del capitano Boettger,
quando si comprende che questo Scrubber “sgrossa” e filtra a tal punto l’aria di scarico, da renderla quasi
pura. Il capitano chiede in modo retorico intorno a sé: “ Sì, va bene, da che cosa è mossa la vostra nave? Beh,
nelle nostre taniche abbiamo olio combustibile pesante, che conoscete anche nelle vostre case: esso viene
malignamente screditato, anche sulla stampa, al momento, ma non bisogna chiedersi che cosa contenga al
suo interno, bensì che cosa esca dal camino sopra di noi, alla fine “. E sopra, spiega, non esce fuori un
granché…
Gli esperti della tedesca NABU “Lega per la protezione della natura” possono, al contrario, dimostrare
dettagliatamente che questa rappresentazione è praticamente una sciocchezza e che molto, nella lezione-
conferenza del capitano Boettger è decisamente abbellito ad arte.

“Che le navi da crociera della TUI viaggino emettendo gas di scarico con solo lo 0,8% di contenuto di zolfo
non appare plausibile e non è questo qualcosa che si possa nascondere con le mere asserzioni tratte dai
resoconti sulla sostenibilità della stessa compagnia TUI Cruises”, spiega Soenke Diesener della Lega per la
protezione della natura(NABU). L’associazione si occupa, ormai da anni, dell’industria crocieristica, fa degli
studi e compila annualmente una graduatoria delle navi nella quale queste vengono valutate secondo criteri
ambientali. “La nave “Mein Schiff 6” - dice Diesener – si muove grazie ad oli combustibili velenosi che però
sono a buon mercato, ed è per questo che dispone di uno Scrubber: per rispettare i limiti nelle emissioni di
zolfo. Lo Scrubber non è una tecnologia ecologica. È una possibilità tecnica, per poter utilizzare un olio
combustibile che costa poco. Gli studi più recenti dimostrano che questi Scrubber hanno una bilancia
ecologica chiaramente molto inferiore rispetto a quella che sarebbe offerta dal passaggio al diesel
marittimo”. Nel frattempo, una parte del settore ha però riconosciuto il problema. Carnival ha introdotto,
con la “Aida nova” , la prima nave da crociera a metano, ed entro il 2025 dovrebbe produrre altri 10 modelli
con questo tipo di motore a propulsione (crf. Spiegel 23/2019). Ma di tutto questo all’interno del teatro della
“Mein Schiff 6” non si fa parola. Le persone ascoltano e si rallegrano per le battute dello snello capitano.
Boettger non dice nulla a proposito del fatto che le navi della TUI Cruises non utilizzano la rete energetica a
terra, ma che, invece, nei porti, giorno e notte, tengono accesi i loro motori e generatori che vanno ad olio
combustibile pesante velenoso, per tenere in funzione frigoriferi, impianti di climatizzazione dell’aria,
lampade, televisori, fornelli, impianti di erogazione delle bevande. In alcune parti di Venezia si deve temere
che, a causa dei fumi che provengono dalla nave, la biancheria stesa ad asciugare diventi nera. Ma questo è
economicamente più conveniente. Ancora domande? “ Perché viaggiamo con una bandiera maltese? “,
chiede un passeggero in seguito alla conferenza di Boettgers. Il capitano inizia dicendo così: “ il rosso-bianco
è quello che meglio si adatta al logo TUI…” Risate. “No, no, aggiunge poi, i motivi sono evidenti. Si tratta di
ragioni fiscali: la società armatoriale risparmia molto sulle tasse se, per esempio, non espone alcuna bandiera
tedesca”.

“Un ulteriore vantaggio della bandiera maltese – spiega Boettger - consiste nel fatto che il capitano può
celebrare a bordo dei matrimoni civili. Nel primo giorno di navigazione si è infatti celebrato un matrimonio.
“ E divorzi? “, chiede una persona dal pubblico. “ Divorzi non ne facciamo neanche uno “, dice Boettger. L’ora
delle domande finisce nuovamente in risate. Non dappertutto, però, sulla nave le cose finiscono sempre in
modo così gaio. Sulla strada per arrivare al buffet della colazione i passeggeri passano davanti alle squadre
degli addetti alle pulizie, uomini che riordinano le cabine, che cambiano gli asciugamani, che riempiono gli
erogatori del sapone, che pescano i capelli dai tubi di scarico. La gerarchia degli impiegati su una nave da
crociera assomiglia a una piramide. In cima: il capitano; nel punto più basso: gli addetti alla manutenzione.
Questi vengono dalle Filippine, dall’Indonesia o dall’America centrale, corrono su e giù attraverso i corridoi,
prima di scomparire con i loro carretti nuovamente dietro le porte sulle quali è scritto: “Crew only” (= “Solo
per l’equipaggio”). Tutti coloro che fanno parte del personale addetto alla manutenzione risiedono al ponte
1, in cabine a più letti, senza finestre. Tutti loro non possono sostare nelle aree per i passeggeri, al di fuori
dell’orario di lavoro. È fatto loro divieto di parlare con gli ospiti e ancor più di toccarli. Essi devono svolgere il
loro lavoro e, per il resto, non disturbare la messa in scena che si svolge nella nave dei sogni. Quando gli va
bene, ricevono alla fine del viaggio una mancia. Uno degli uomini racconta della sua vita e del suo lavoro sulla
nave, mostra delle foto della sua cambusa e i documenti relativi al contratto di lavoro. A sua protezione deve
essere tenuta segreta la sua identità; per questo motivo verrà chiamato qui Harold. Harold guadagna, come
da contratto, $ 852 per 303,1 ore di lavoro al mese. Si tratta di 2,81 dollari all’ora fino a 10 ore di lavoro al
giorno, sette giorni la settimana. Le ore straordinarie sono, con ciò, già pagate. Egli non vede sua moglie e i
suoi bambini per nove mesi alla volta. Finché dura il suo contratto, la sua vita si svolge tra il ponte 1 e le
cabine sporche. E, per comunicare con la sua famiglia, Harold deve comprarsi a bordo l’accesso a Internet.

Harold non è impiegato presso la compagnia TUI Cruises GmbH ad Amburgo – che è quella indicata sulle
ricevute degli ospiti come la compagnia crocieristica di riferimento. Il suo datore di lavoro è Sea Chefs Cruises
Ltd di Cipro. La ditta è parte della Sea Chefs Holding AG, che è registrata a Zug, in Svizzera. Sul sito Web della
Sea Chef, gli interessati possono cercare di ottenere un lavoro presso TUI Cruises ed altre sei società
crocieristiche, compresa la Hapag-Lloyd Cruises.

Con questa costruzione e la bandiera maltese a poppa, la TUI Cruises GmbH si sottrae alla responsabilità
lavorativa e fiscale nei confronti dei collaboratori come Harold. Secondo il suo contratto, la TUI Cruises ha
rimesso alla Celebrity Cruises INC - un marchio figlio della Royal Caribbean - “i compiti e la responsabilità che
spettano al proprietario della nave”.

Chi conosce tutto questo, comprende meglio gli annuali rapporti trionfalistici dell’industria crocieristica. Se
in essi si legge che l’industria delle crociere tra il 2015 e il 2017 ha creato in Europa più di 43000 nuovi posti
di lavoro, questo può significare molto - compreso il fatto che ci siano persone che lavorano 300 ore per $
852 e che devono pagare per avere Internet a bordo.

La “Mein Schiff 6” raggiunge la sua meta finale, la Valletta, poco prima delle quattro del mattino. La sera
precedente ha preso il largo per l’ultima volta al suono dell’Inno della partenza, a Catania, in Sicilia. “ Oh
grande libertà, ho nostalgia di te “… Poi è cominciata nel discobar, al ponte 5, ancora una breve notte di
discoteca. Nelle caselle numerate delle cabine sono infilate le buste con le ricevute. Il denaro viene
automaticamente detratto. Nel lasciare la nave, un collaboratore della TUI Cruises scannerizza per l’ultima
volta la carta d’imbarco. La si può tenere, come ricordo di una bella settimana di vacanza sul mare. Sul molo,
a Malta, già attende la prossima squadra di vacanzieri, tutti pronti per la piscina, i bar, i ristoranti benessere,
per la carne, il pesce, la frutta, la birra, il vino e il Prosecco, per la pelle d’oca al momento della partenza sulle
note dell’inno. Gioia. Stupore. Respiro. Benessere. Questo è lo scopo. Si impara molto nello spazio di una
settimana a bordo. E ci si può fare l’idea che lì, sui fianchi della nave, manchi qualche parola. Distogliere lo
sguardo. Fuga dal mondo. Oblio. Rimozione.
Puoi anche leggere