La Copertina d'Artista - Agosto 2017
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La Copertina d’Artista – Agosto 2017 Una coppia di turisti, ma meglio sarebbe dire escursionisti, vestiti ed equipaggiati di tutto punto, sono tutti concentrati a consultare quella che ad un’occhiata distratta potrebbe sembrare una mappa, ma che, osservata meglio, rivela essere uno stivale. L’artista di questo mese, al secolo Marco Carrieri (classe 1995), gioca con l’arte e lo spettatore proponendoci una ironica lettura del turista/viaggiatore moderno. I suoi turisti sono raffigurati senza volto, quindi potrebbero essere di qualunque nazionalità (anche se l’artista, a tal proposito, ci fornisce alcuni dettagli rilevatori), potrebbero essere chiunque, potremmo essere perfino noi.
Lo sti val e, all or a, pa re es se re un in diz io ril ev at or e del la cit ta di na nz a di qu est a co pp ia di tur isti , ed a be n ve
de re anche i colori indossati dagli stessi vanno in questa direzione: lo stivale usato come mappa è la metafora del nostro Paese: l’Italia. Ed allora il verde e rosso degli zaini ed il bianco e l’azzurro che si alternano sui vestiti di questa anonima coppia ci fanno capire che siamo di fronte a due turisti italiani. Ma allora, spingendo più in là questa metafora, potremmo pensare che questi due turisti, attraverso lo stivale e gli zaini, ci stanno dicendo che noi Italiani abbiamo e ci portiamo dietro sempre il nostro “bagaglio culturale”. L ’ a r t i s t a d i q u e s t o n u mero Marco Carrieri Quel bagaglio culturale fatto di arte, cultura, paesaggio, natura che tutto il mondo ci invidia e che fece sì che fra il ‘600 e l’’800 si sviluppasse quella voglia di viaggio di piacere e culturale, che prese il nome di Gran Tour e che è considerato l’antesignano del turismo come lo intendiamo oggi. Il Gran Tour era un viaggio di formazione cui nessun rampollo dell’alta società europea del passato poteva rinunciare, il viaggio alla scoperta dell’Italia era considerato necessario sia per completare gli studi accademici, sia come esperienza propedeutica alla futura attività lavorativa. Ed oggi? L’umanità è in viaggio! Mai come ora milioni di persone si spostano lungo le principali direttrici mondiali. Ma la natura di questi viaggi, come pure le mete, sono profondamente cambiati.
“ S b r o n z a ” C’è chi si muove, e sono la maggior parte, per sfuggire ad una guerra e per trovare condizioni di vita più favorevoli, come i milioni di profughi ed immigrati che scappano dall’Africa e da alcuni Paesi del Medioriente. Ma pure chi viaggia per questioni di studio ed opportunità professionali è in perenne movimento, anche se l’Italia, purtroppo, non è più fra le mete di questi viaggi, anzi, sono moltissimi i giovani italiani che dopo essersi laureati nel nostro Paese si spostano all’estero per perfezionarsi e lavorare. L’Italia ha mantenuto il solo privilegio di essere rimasta una delle più gettonate mete turistiche mondiali, ma questo è imputabile più all’amore degli stranieri per il nostro Paese, che a quello degli stessi Italiani. Credo che i due viaggiatori raffigurati da Marco Carrieri, in un certo qual modo rappresentino pure quell’umanità in viaggio e quella società liquida di cui parlava nei suoi libri il compianto Zygmunt Bauman, anche se il filosofo polacco pensava più ai migranti che ai turisti, quando ci diede una delle più pregnanti e feconde definizioni di frontiere: “Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell’arte del vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità”.
“ S u s s i s t e n z a ” Ed allora, come dobbiamo concludere? Sono convinto che i turisti anonimi del Carrieri, siano un monito a tutti noi Italiani, anche se giocato con lievità ed ironia; l’artista ci dice che forse dovremmo diventare nuovamente turisti e viaggiatori del nostro Paese, perché volenti o nolenti, tutti noi ci portiamo dietro un “bagaglio” fatto di storia, cultura ed arte del quale dobbiamo diventare nuovamente consapevoli, orgogliosi e promotori. Perché le frontiere di cui parlava Bauman, non sono solo da nazione a nazione, fra uno stato e l’altro, le frontiere sono fra regione e regione, fra quartiere e quartiere, fra persone e persone, le frontiere abitano pure la nostra casa, siedono al nostro tavolo e spesso dividono il letto con noi.
Nato a Martina Franca nel 1995, Marco Carrieri, dopo il diploma al Liceo Artistico “Calò”, si trasferisce a Bari dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Dal 2016 è inserito nel campo artistico – concettuale partecipando con opere pittoriche a diversi concorsi ed esposizioni e sperimentando varie tecniche e materiali.
Mostre collettive: 2017 Finalista nella categoria pittura del concorso “NOCIVELLI”, esposizione presso la Chiesa della Disciplina di Verolanuova (Brescia); 49° edizione del Premio “PENDIO”, Corato (BA); “Futuro prossimo volume II”, Atelier Photographérie, Bari; “Festival dell’immagine”, Martina Franca (TA); 2016 “La pittura ovunque”, esposizione presso l’Accademia di Belle Arti di Mola di Bari, in occasione dell’open-day, Mola di Bari (BA). Per informazioni e per contattare l’artista Marco Carrieri: marcorob_@hotmail.it Editoriale Agosto 2017 – Ivan Zorico Nel XVII secolo il Grand Tour rappresentava un fenomeno che vedeva i giovani dell’aristocrazia europea lasciare i propri paesi d’origine per un tempo determinato non solo per apprendere, studiare ed imparare nuove culture, ma anche per il solo gusto di viaggiare. È infatti proprio in questa fase che prende piede l’odierno concetto di turismo e di viaggio. Da allora, ovviamente, molta strada è stata fatta e molte cose sono cambiate cosicché il turismo è passato dall’essere un’esperienza dal carattere elitario a fenomeno di massa. All’epoca il nuovo mondo era ancora agli albori per noi europei, l’Oriente era distante e l’Europa era sostanzialmente considerata la culla della civiltà. In questo contesto, l’Italia, per via della sua cultura millenaria, era una delle mete più ambite. E se ci focalizziamo ancora una volta sull’ambito europeo – ai nostri giorni – le cose non sono tanto cambiate. Nel 2016, secondo i dati espressi in una nota dell’Organizzazione Mondiale del Turismo “in Italia sono stati 52,6 mln gli arrivi internazionali, +3,7% rispetto al 2015. Da dati Eurostat, l’Italia si trova al terzo posto nella classifica dei Paesi Europei per numero di pernottamenti (residenti e non), dietro Spagna e
Francia, con 397,8 milioni di notti, cresciute dell’1,3% grazie alla componente straniera della domanda (+2,3% sul 2015), mentre gli arrivi totali in Italia, pari a 113,3 milioni, risultano pressoché in linea con i risultati del 2015 (dati ISTAT)”. Ebbene sì, purtroppo l’Italia pur essendo sul podio si deve accontentare della “medaglia di bronzo”. Lo so che vi starete chiedendo, come mai?! Cosa abbiamo in meno della Spagna e della Francia? In effetti personalmente credo che il nostro patrimonio paesaggistico e culturale non sia davvero inferiore a nessun’altro nel mondo. E quindi, se questo è vero, come possiamo spiegarci questi dati? A questi interrogativi rispondiamo puntando la nostra attenzione su un aspetto a cui magari non pensiamo così di sovente: ossia, accanto al turismo per divertimento c’è anche un turismo per studio (di Anna Carla CUNEGO). Volendo invece restare “più alti” e continuare a parlare di turismo in generale, non si può non parlare dei nuovi modi di vivere le vacanze e delle nuove tecniche di comunicazione e marketing che si sono sviluppate in questo settore negli ultimi anni. L’avvento di Internet e dello smartphone ha sicuramente modificato stili di vita e consuetudini. Avere infatti l’equivalente di un’agenzia viaggi in tasca e poterne disporre in ogni momento della giornata, ha fatto la differenza. I social media, poi, hanno fatto il resto. Ed ecco che il marketing del turismo passa proprio dalle piattaforme social (di Cristina SKARABOT). Ma se l’obiettivo da sempre dichiarato del marketing, sia esso online o offline, è quello di creare desiderio, allora certamente una bella immagine capace di catturare la nostra attenzione e farci sospirare alla sola vista di un tramonto pixellato sul mare, può essere la via giusta per promuovere una certa località. E qui fanno il loro ingresso i travel blogger, gli influencer ed il web marketing (di Alessandra ZARZANA).
Ed un a vol ta sc elt a la me ta? Fo to, fo to, fo to – lik e, like, like – condivisione, condivisione, condivisione. Abbiamo parlato di cambiamento di stili di vita e quello appena rappresentato è sicuramente uno tra questi. Ma non solo. Da qualche periodo infatti sta prendendo piede anche un altro tipo di approccio alle vacanze, proprio in controtendenza con quanto appena descritto. Parliamo del fenomeno Digital Detox (di Stefania ALVINO). Come sempre, prima di lasciarvi alla lettura del mensile, vi suggeriamo un pezzo di sul cinema italiano e le vacanze, con tanti suggerimenti e aneddoti interessanti (di Domenico PALATTELLA). Perché se le immagini valgono più di 1.000 parole, i video ne valgono più di 10.000. Fateci sapere cosa ne pensate. Ivan Zorico Social media e turismo: come è cambiato il settore con l’avvento degli smartphone Vi trovate davanti al faro di Punta Palascia, alla ruota panoramica di Vienna, al muro di John Lennon a Praga e tirate fuori lo smartphone. Perché il turismo oggi è fatto di scatti, tag e condivisioni e anche la promozione delle località turistiche non può più rinunciare a una adeguata presenza su social media, app e siti di prenotazioni online come Booking.com o TripAdvisor, ma anche
Trivago, Momondo ecc. E la fruizione della cultura e del monumento storico si divide in due: ci sono turisti che li ammirano lasciando il cellulare in tasca e altri che invece sono presi dalla smania di scattare seguendo il motto “pics or it didn’t happen.” Ma i social media hanno cambiato anche molteplici aspetti della vita quotidiana, a partire dalla ricerca del viaggio: fai ricerche sul web o sui social? Se la risposta è si, questo articolo è adatto a te, ma anche se hai risposto no potresti essere interessato a quanto ti dirò in un’ottica futura. Social media e turismo: alcuni dati Cambia la ricerca di informazioni sul web e ben l’89% dei Millennial prenota le vacanze sulla base dei suggerimenti pubblicati dai coetanei su Instagram e Tripadvisor: trovare le recensioni di un albergo non è mai stato più facile. Non è tutto. Il 97% della generazione Y condivide le foto delle vacanze online creando una community da cui trarre ispirazione e anche i tour operator e gli hotel hanno ormai capito l’importanza degli user generation content, più autentici e originali delle immagini da catalogo. Infine recensioni e reclami arrivano oggi difficilmente per posta o email, ma per il 50% degli utenti è normale ricevere una risposta da chi contatta il brand su Twitter con una percentuale che sale al 75% quando si tratta di reclami. Esempi di best practice nel settore vengono dall’assistenza clienti delle compagnie aeree come American Airlines che rispondono in modo davvero tempestivo. Anche le agenzie di viaggi hanno digitalizzato i servizi per restare al passo con i tempi in quanto ben il 55% di prenotazione di voli, il 73% di pacchetti vacanze e il 77% delle crociere sono fatte in agenzia. Infine grazie agli hashtag, tag e check-in su Facebook oggi le strutture turistiche possono interagire con gli ospiti sui social, traendo spunti da commenti e feedback 2017: come si fa marketing del turismo oggi tra Facebook City Guides e Google Local Guide Anche il social più noto al mondo ha capito l’importanza del Marketing del turismo lanciando Facebook City Guides, per ora disponibile solo per utenti iOS. Si tratta di una funzione che raggruppa in un’unica pagina immagini, eventi, punti di interesse storico, bar e ristoranti da visitare. Informazioni su località ed eventi sono poi collegate a una lista di amici per cui potremmo avere suggerimenti personalizzati e consigli da chi ha già frequentato un locale. Parlando invece di Google Local Guide, la parola passa agli utenti che completano le informazioni sui luoghi visitati accumulando punti e conquistando nuovi livelli di autorità e vantaggi. Ecco dunque che si crea una community internazionale di esploratori che condividono foto, rispondono a domande locali, aggiungono luoghi, scrivono recensioni su Google Maps. Pensa che ci sono milioni di persone che si affidano a contributi come i tuoi per decidere dove andare e cosa fare e sarà sempre più spesso così. Quindi non ci resta che augurarti buon viaggio, qualsiasi sia la meta dei tuoi sogni!
Web marketing turistico: in estate sui social siamo tutti influencer “Non si sta bene che altrove”, almeno così dicono. E ad osservare le nostre bacheche Facebook, le immagini su Instagram, le storie sui vari social network, sembrerebbe sia proprio così. Sarà perchè è estate, o perchè le immagini di luoghi lontani, incontaminati, suggestivi, a volte super affollati o solitari, ci attirano, accendono il nostro interesse e fanno viaggiare la nostra mente. Le foto di viaggio sui social media ci fanno sognare di essere in quei luoghi, e spesso ci spingono a decidere di raggiungerli, di sceglierli per le prossime vacanze o il prossimo weekend fuori porta. Q ua nt i lu og hi ab bi a m o sc op er to pr op ri o grazie una foto su Instagram o un post di uno dei nostri contatti su Facebook? Si inizia così: un like, un click sul link della geolocalizzazione…e scopriamo che quel luogo stupendo, che magari non abbiamo mai sentito nominare, è a pochi km da casa o dalla meta in cui andremo in vacanza; o ancora che esiste un volo diretto, magari low cost, dall’aeroporto più vicino a noi che porta facilmente a quella meta. Da questo punto alla decisione di raggiungere davvero la meta, gli step sono davvero pochi; soprattutto perchè si tratta di un’informazione che proviene dalla cerchia dei peers, ovvero da gente come noi.
La logica è per lo più la seguente: se vedo su Facebook che un mio amico è lì… vuol dire che è una cosa fattibile. Anche io, come lui, potrei essere lì in questo momento. Il mio desiderio non parte dalle immagini di una rivista patinata o di un catalogo di un’agenzia di viaggi (che propone mete irraggiungibili o non alla mia portata) ma, ad esempio, da una foto su Instagram, modificata con i migliori filtri ed accompagnata da una frase ad effetto. Identificazione, emulazione, desiderio di scoprire luoghi nuovi e, perchè no, di condividere foto dello stesso tipo. E’ un mix di tutto questo, ma un mix che funziona, come un buon cocktail, e il mondo del turismo lo ha ormai capito da un bel po’. T r a m o n t o a S a n t o r i n i (Grecia) Ecco come si è evoluta la promozione dei luoghi turistici negli ultimi anni, con la presenza sempre più massiccia del web e della condivisione di immagini e sensazioni. Ecco perchè assistiamo sempre più spesso a scelte promozionali e di marketing che abbandonano i classici mezzi di comunicazione come gli spot Tv o le campagne stampa e affidano la comunicazione e il racconto – inteso come storytelling- di paesi, regioni, città, resort, a blogger e influencer in voga. Ecco ancora perchè, ad esempio, c’è chi può vantare una professione che dieci anni fa non esisteva: il travel blogger.
T r a v e l b l o g g e r Ma la promozione dei luoghi turistici non è affidata solo a chi ha un blog specializzato in viaggi e turismo: le mamme blogger vengono spesso coinvolte per la promozione di mete baby friendly e gli influencer di vario genere sono perfetti per veicolare informazioni su mete scelte in base al target ideale. Semplice, no? L’obiettivo è in ogni caso lo stesso: creare un desiderio, ovvero la base del marketing, niente di più, niente di meno. I blogger, anche quelli più famosi, a differenza dei testimonial pubblicitari di una volta, vengono percepiti quasi come peers, sono in grado di raccontare una vacanza o un luogo turistico in modo molto vivido, lo rendono accessibile, ci fanno vivere il viaggio a distanza. Con abilità e con l’utilizzo di tutti gli strumenti disponibili su ogni piattaforma: dirette, storie, mini video… ci fanno innamorare pian piano di un certo itinerario. Le vacanze al tempo dei social: tra cartoline virtuali e Digital Detox Scatta-e-condividi la tua cartolina virtuale, così mete turistiche insolite diventano virali!
Una volta c’erano i tour operator, i cataloghi vacanza e i racconti degli amici tornati da un viaggio esotico, oggi la finestra sul mondo che è la rete ci permette con un click di visitare posti favolosi e fantasticare su mete lontane, leggere giudizi e commenti, oltre che visionarne foto ed immaginarci proprio lì! L’esperienza online finisce per fondersi con il desiderio in ciascuno di noi di vivere in prima persona quanto il web ha stuzzicato nella nostra immaginazione, ed ecco che mete fino a ieri sconosciute o non battute diventano improvvisamente famose e virali per la tanta promozione diretta ed indiretta che se ne fa. E’ quanto è successo alle così dette “Maldive di Milano” nella svizzera Valle Verzasca a testimonianza che le immagini digitali delle vacanze condivise e rese virali creano, dal nulla, una promozione ed una pubblicità anche e soprattutto in posti sconosciuti. Il successo virale del video e delle foto scattate ha portato sul luogo una folla di curiosi in cerca di conferme! Più che in altri momenti è durante le vacanze che si scatena la passione della condivisione, scatti di paesaggi da favola o di momenti unici vengono postati, condivisi, pubblicati e seguiti con grande attenzione. Scatta-e-condividi è l’azione del momento che, geolocalizzazione inclusa, diventa pubblicità for free a mete insolite che come cartoline vagano nell’etere, visualizzate milioni di volte! Una “passeggiata” tra i posts di facebook in questi giorni ci propone mari cristallini, sabbie bianche, vette rilassanti, discoteche da urlo e tramonti da favola; ce n’è per tutti i gusti basta curiosare per avere spunti utili e conoscere mete diverse che vengono, poi, prese d’assalto. Vi sono, anche, luoghi che negli anni acquistano valore, turisti, clamore, spessore perdendo un po’ di quel fascino selvaggio e spartano che li rendeva unici ed entusiasmanti. Santorini, la perla delle cicladi, è tra questi.
S a n t o r i n i . F o t o d i S t e f a n i a A l v i no Quella che una volta era la tipicità del territorio greco con le sue casette bianche e blu a picco sul mare, le stradine e le piazze che al tramonto si accendono, oggi, è una meta ambita da cinque stelle dove dovunque vi sono resort, spa ed extra lusso. Del suo fascino antico, forse resta la Cupola Blu che l’ha resa tanto popolare e che attira ogni giorno migliaia di turisti ad affacciarsi ad una delle terrazze con consumazione minima di venti euro, pagando a caro prezzo la vista di uno spettacolare tramonto che la natura ci ha regalato gratis. Ma il turismo di massa, il turismo di lusso, la moda per quanto può assalire mete storiche o sconosciute e per quanto ingombrante sia, lascia sempre degli spazi inesplorati che sta al buon viaggiatore scovare. Ed ecco che il tramonto affollato che tutti conoscono di “Oia” acquista un fascino suggestivo e nuovo, apprezzato in silenzio dal faro. Non vi è musica, non vi sono ristoranti, non vi è caos, non vi è moda, ma solo la voglia di salutare il giorno che finisce per uno nuovo che verrà, emozionandosi quando anche l’ultimo “rayon vert” del sole scompare dietro l’orizzonte. E’ in quel momento che ne assapori la bellezza, ne riscopri l’essenza che tra mito e leggenda l’ha resa poi tanto famosa: che Santorini fosse la tanto cercata Atlantide sembra ormai una teoria
“dimostrata” che regala ancor di più quel velo di mistero della famosa isola scomparsa che da sempre affascina l’umanità. Vacanze DigiTal Detox, i nuovi lussi per “disconnettersi” in ferie Se da un lato si è alla ricerca della meta più cool da poter condividere sui Social, dall’altra l’iper- connessione ci porta a desiderare delle vacanze in relax “disconnesse” dal web. Ne nasce, perciò, un’altra moda: la vacanza Digital Detox, idee di relax per disintossicarsi dal mondo digitale, dove staccare la spina è necessario perché costretti dall’assenza di connettività. Quando lasciare a casa lo smartphone è un problema, quando disabilitare le notifiche è difficile occorre essere costretti per giovare di una vacanza dal sapore dimenticato ma che un decennio fa era la normalità. I nuovi lussi, che si pagano anche a caro prezzo, sono un ritorno al passato con camere senza tv, telefono, internet, frigobar o aria condizionata, assenza totale o parziale di alimentazione elettrica, posti dove è possibile staccarsi da tutto, cellulari compresi, per lasciare spazio alla natura, alla spiritualità e al silenzio. La via di mezzo è sempre la soluzione: una vacanza a tratti mondana, con attimi social e di condivisione, uno sguardo alle mail saltuario, ma anche tanto relax con momenti di silenzio dal mondo, è il giusto mix quello che occorre per rendere indimenticabile una pausa sia essa un momento o una vita intera! Erasmus economy: il marketing del turismo per studio In tutte le culture ci sono dei rituali che determinano la fine di un periodo e l’inizio di una nuova era. Nel mondo digitale i momenti memorabili per i giovani d’oggi saranno probabilmente il primo smartphone, l’acquisto dell’auto e perché no, il primo viaggio da soli all’estero. In un’Europa unita e in un mondo globale, sembra ormai irrinunciabile per un ragazzo un’esperienza fuori dall’Italia e talvolta un soggiorno più lungo. Una delle proposte più apprezzate per conoscere le culture estere è il programma Erasmus che piace molto agli studenti italiani. Il nostro Paese si posiziona al 3° posto nella classifica europea dopo Francia e Germania con circa 8.000 giovani partiti in 12 mesi, il 20% in più rispetto all’anno precedente, secondo le stime dell’Agenzia Erasmus+.
“Erasmus+ è uno strumento straordinario di apertura, confronto e scambio di conoscenze” dichiara Flaminio Galli, direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE.” Nel nostro Paese l’interesse verso il programma è sempre stato fra i più alti in Europa. Negli ultimi tre anni ha registrato una forte crescita, soprattutto nella mobilità degli studenti universitari, grazie anche alla possibilità di fare un’esperienza oltre i confini europei, e nei progetti di cooperazione e di mobilità per il mondo della scuola. In tal senso, la Commissione ha rafforzato il proprio impegno aumentando dal 2015 al 2016 i fondi da destinare all’Italia per finanziare le attività di mobilità e i progetti di cooperazione del 12%”. Tra le mete preferite, secondo lo studio, capeggia la Spagna con 12.780 arrivi, di poco inferiori quelli del Regno Unito con 12.613, quasi 10.000 sono ospitati in Germania, circa 6.300 in Francia. L’Italia è a metà classifica con 4840 arrivi, seguita in ordine da Belgio, Paesi Bassi, Irlanda, Portogallo e Austria. Ma a fare i grandi numeri non sono solo gli studenti mobilitati. Nel 2016 sono stati stanziati oltre 104 milioni di euro per finanziare i progetti di studio degli italiani all’estero. L’età media è di 23 anni per lo studente e 25 per chi sceglie un tirocinio oltre i confini, in prevalenza sono donne (59% per lo studio e 63% per lo stage) e il periodo medio di permanenza varia dai 3 ai 6 mesi. Ma come mai il Bel Paese si posiziona solo al 5° posto tra le mete preferite per i viaggi degli studenti all’estero? E cosa offre in più la Spagna che è in cima alla classifica? Prima di tutto gli alloggi, che risultano un po’ più economici, soprattutto se lo studente non ha troppe pretese. Inoltre in Spagna ci sono delle offerte di lavoro specifiche per studenti Erasmus che vogliono approcciarsi con più intensità a questa nuova esperienza. Anche la lingua è un fattore importante. In Italia non siamo esperti conoscitori dell’inglese e questo spesso ci penalizza rispetto
ad altri Paesi europei. Non da ultimo, l’italiano, oltre che difficile, è limitato alla nostra nazione. Lo spagnolo invece è la terza lingua più parlata al mondo e quindi un’approfondita conoscenza può essere sicuramente più spendibile. La scarsità dei soggiorni Erasmus, oltre a offrire minori occasioni ai giovani che rimangono in patria di confrontarsi con le culture straniere, sta portando alla perdita di una ghiotta opportunità economica. Il giro d’affari dei viaggi studio in Europa frutta quasi 2 miliardi di euro, compreso l’indotto, di cui l’Italia riesce purtroppo ad accaparrarsene solo una piccola fetta. Una mancata occasione non solo per i negozi di prima necessità e gli alloggi, ma anche per il settore dei viaggi, degli alberghi, dei trasporti su lungo raggio, dei ristoranti… insomma una nuova forma di turismo interessata non soltanto alle tipiche attrazioni da vacanza ma anche alle piccole esperienze legate al territorio. E così si abbandonano ben presto le mete turistiche su larga scala per preferire la sagra tipica, il centro commerciale per il negozio di quartiere, il ristorante di catena in centro rispetto alla cena in un piccolo borgo caratteristico.
Per assecondare questo trend e favorirne lo sviluppo basterebbe saper valorizzare il patrimonio della nostra Italia troppo ricca di tradizioni che noi diamo per scontato ma ovunque ci potrebbero invidiare. Se solo uno studente Erasmus scegliesse di visitare non solo Roma, Milano, Firenze e Venezia ma anche qualcuno dei Borghi più belli d’Italia, disseminati in tutte le regioni, scoprirebbe in pochi chilometri paesaggi inaspettati. Questa economia della prossimità e maggiore vicinanza con il territorio, oltre ad incrementare l’integrazione e la conoscenza del reale tessuto sociale, offre non poche opportunità per far rivivere imprese minori che rischiano di essere fagocitare dai marchi altisonanti e dalle mete più rinomate. Forse per farci salire nelle classifiche dei posti più apprezzati basterebbe qualche attività di promozione in più, magari tradotta almeno in inglese, e del sano orgoglio nazionale di proporre anche le iniziative più piccole che rendono grande e fanno apprezzare l’Italia. Dato che sono poche le chance di fare concorrenza alla movida spagnola, forse risulterebbe più efficace differenziare la propria proposta e puntare alla regionalità e varietà dei micro eventi e località storiche del nostro Paese. I cinque film italiani sulle vacanze Tutto ebbe inizio negli anni ’50, finita la stagione del Neorealismo, gli italiani avevano bisogno di ridere, o perlomeno di sorridere con il cinema, incitati anche dal sopraggiunto benessere economico. Sono infatti gli anni in cui l’Italia vive un boom economico inarrestabile, il PIL è in vertiginoso aumento, arriva la televisione, nel 1956 Roma si aggiudica per il 1960 l’organizzazione dei XVII Giochi Olimpici, la Dolce Vita romana sta raggiungendo i massimi storici…e il rinnovato benessere fa si che i luoghi turistici, balneari per eccellenza vengano presi d’assalto. Perché? Perché ora l’italiano può spendere, perché può godersi i frutti del suo lavoro. Nel decennio compreso tra la metà degli anni ’50 e la metà degli anni ’60 l’Italia visse una stagione di crescita economica e di cambiamenti sociali veloci e intensi, e divenne una delle maggiori potenze industriali. Lo sviluppo economico superò addirittura quello demografico (pure evidente) e ciò ebbe come conseguenza un miglioramento diffuso del tenore di vita (i primi apparecchi televisivi, la storica 500). Molti dei film girati in quegli anni testimoniano sia questi cambiamenti, sia le tante contraddizioni ad essi collegate. Ha così inizio la voga del film turistico, branca della commedia all’italiana. Quella del film turistico-balneare diventa una vera e propria moda che nel giro di pochi anni arriva a produrre una moltitudine di pellicole del genere. Si trattava di ambientare le pellicole nelle più importanti località turistiche italiane, e spesso località balneari, con il luogo di consueto già pre-annunciato dal titolo. Un piccolo escamotage di produttori e sceneggiatori destinato a fare epoca, e come ovvia conseguenza il film veniva girato in piena estate, facendo aumentare ancora di
più il mito dell’Italia della “Dolce Vita”. Proviamo ora a fare una piccola selezione delle pellicole, che meglio hanno espresso, nella storia del nostro cinema, questo sottogenere di successo della commedia all’italiana. 1. Vacanze romane(1953), di William Wyler. Con Gregory Peck e Audrey Hepburn. Film a dir poco epocale, “Vacanze romane” è la tappa fondamentale nel percorso che aveva attirato verso Roma, destinazione Cinecittà, divi e professionisti di Hollywood. Era l’epoca in cui Roma veniva soprannominata per la prima volta la “Hollywood sul Tevere” e il centro del cinema mondiale, almeno fino alla fine degli anni ’60. Nel film lo scenario è Roma, con le sue bellezze artistiche, la poesia dei suoi paesaggi, con la sua voglia di vivere, con il suo charme, con le sue serate fashion di Via Veneto. E’ fuori discussione che l’accoppiata Audrey Hepburn-Gregory Peck sullo sfondo di una Roma piena di colori e di vivacità lasci davvero il segno nell’immaginario comune. L’immagine rimasta nella memoria collettiva è infatti, quella di Gregory Peck e Audrey Hepburn sulla scalinata di Trinità dei Monti: quando le Arti si fondono creando un cortocircuito artistico di incredibile livello estetico. Vacanze Romane 2. Vacanze a Ischia(1957), di Mario Camerini. Con Vittorio De Sica, Peppino De Filippo, Isabelle Corey, Antonio Cifariello. Il film, diretto da un vecchio maestro di cinema come Mario Camerini, si issa fin da subito come uno dei migliori del genere, anche grazie alla presenza di stelle del cinema, come Vittorio De Sica, Peppino De Filippo, Nadia Gray e Antonio Cifariello. La pellicola, che tra le altre cose ottenne un considerevole successo al botteghino, mette in evidenza le bellezze di Ischia e venne finanziata dal commendator Angelo Rizzoli anche per fare un pò di propaganda ai suoi investimenti sull’isola, ma nel contempo ci guadagnava la stessa immagine di
Ischia. Locandina de Vacanze a Ischia 3. Racconti d’estate(1958), di Gianni Franciolini. Con Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Michélé Morgan, Gabriele Ferzetti. “Racconti d’estate” nato da un’idea di Alberto Moravia, nonostante l’apparenza scanzonata, sa offrire molte annotazioni di costume e di vita spicciola per niente superficiali. Sotto l’affresco dell’italiano in vacanza si snodano episodi di vita vera, degni della migliore commedia all’italiana. C’è Ferzetti industriale che potrebbe far fare carriera al marito della Koscina, c’è Dorian Gray cortigiana indipendente e sfortunata, e soprattutto c’è la splendida abiezione di Sordi accompagnatore-mantenuto di una cantante grassissima. Molto riuscito anche l’episodio con Mastroianni, questurino incaricato di accompagnare alla frontiera
una bella prigioniera francese (Michèlè Morgan), della quale si innamora. Locandina de Racconti d’estate 4. Torna a settembre (1961), di Robert Mulligan. Con Gina Lollobrigida, Rock Hudson, Sandra
Dee. Una commedia di co-produzione italo-americana, girata sulla riviera di levante della costa ligure. Le bellezze sono da cartolina, così come quella della Lollobrigida, qui al massimo del suo splendore. Per il film si aggiudicherà il Golden Globe come miglior attrice del mondo della stagione 1961. Torna a settembre con Gina Lollobrigida e Rock Hudson 5. Sapore di mare(1983), di Carlo ed Enrico Vanzina. Con Jerry Calà, Karina Huff, Marina Suma, Christian De Sica, Virna Lisi. Una commedia nostalgica, attuale e mai volgare, ‘Sapore di mare’ dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina uscito nel 1983 è divenuto ormai un cult, uno dei piccoli classici del cinema italiano anni ’80. Il film non presenta una vera e propria trama, ma si limita a descrivere un insieme di situazioni e sottostorie di cui sono protagonisti alcuni ragazzi in vacanza a Forte dei Marmi nei primi anni ’60, ragazzi provenienti da tutta Italia con origini sociali e culturali diverse. Il film è infarcito di una malinconia autentica, che imperversa per tutta la sua durata, nostalgico e divertente al punto giusto, grazie alle hit anni ’60 e alla caratterizzazione di Jerry Calà, che nel primo piano finale riesce a far raggiungere l’apoteosi malinconica di un’epoca ormai andata. Insomma, a conti fatti, ciò che questi film descrivono non è altro che la meraviglia di un’epoca irripetibile. Un’epoca che ha fatto storia, che oggi è nostalgia, che oggi è malinconia, perché non tornerà più. Non tornerà più quella spensieratezza, quella voglia di fare, quell’impeto e quella classe cinematografica che avevano fatto diventare Roma la “Hollywood sul Tevere” e il nostro cinema, il più invidiato del mondo. I numeri social network: gli utenti attivi nel mondo salgono a 3 miliardi Quante sono le persone nel mondo che almeno una volta al mese hanno effettuato un
accesso ai social network? Secondo una ricerca di We are social e Hootsuite sono 3 miliardi utenti attivi con un tasso di penetrazione del 40%. Non solo Facebook e Twitter, ma anche i tanti social più locali come Vkontakte in Russia e Qzone in Cina. Questi gli altri numeri: ■ Con il 67% di tasso di penetrazione mondiale, oltre 5 miliardi di persone utilizzano lo smarphone come unica modalità di accesso; ■ Oltre la metà delle persone nel mondo accede a internet. The Rearview Mirror: August 2017 T h e R e a r v i e w M i r r o r : A ugust 2017 Summertime, and the livin’ is easy Fish are jumpin’ and the cotton is high Oh, your daddy’s rich and your ma is good-lookin’ So hush, little baby, don’t you cry
The famous aria composed in 1934 by George Gershwin well describes a status quo where there is no reason to cry, there is no reason to complain. Maybe in autumn we could wake up in a different environment and Central Banks are going to radically change their attitude. But for the time being the market is enjoying the weakness of loudly announcements. Indeed, the FX players are reacting in a more sanguine way with respect to the bonds and equity guys so far. In fact, at Sintra symposium, ECB President Mario Draghi’s statement was interpreted as hawkish with regard to the inflation outlook; only the press conference of the Governing Council of July clarified and calmed down the market. Equity continued to benefit from the extreme level of liquidity and the government yields are coming back to the lowest levels. But the Euro Dollar is telling us a different story, surging well above 1.18; it is not the baby that is crying yet, but it is a signal that in Autumn maybe the narrative from the ECB can be different. Some investors remained astonished from last appreciation of the Euro against its peers, but specifically against the greenback it seems a story much more related to the weakness of the Trump trade rather than a divergence of the two monetary policies. In fact, Super Mario again tried to convince the market that there is a lot of uncertainty and that ECB must be data dependent until the Autumn comes. To sum up, the July ECB
meeting was a perfect combination of confidence and a mix of prudence and patience. On the other hand, in US, the final message seems to be the same. The Federal Reserve declared that it would start reducing its bond holdings “relatively soon” by closely monitoring the economic growth. There is a supportive stance from central banks with the aim of fighting the bubbles they have created. Anyway, we need to wait for the real announcements and look exactly into the details of their plan to shrink their balance sheet. Even if we should expect a steepening of the yield curve, especially in US, perhaps the final effect could arrive in a smoother tone. For instance, the FED can decide to substitute the long-term paper by buying consumer and commercial loans, deciding to help another segment of the economy that appears overheated. In the end, last movement of the EUR/USD can be described as correction to price a fair value between the two currencies that was not considering the fundamentals for a long time. On top of it, political risk in Europe is dissipating and a stronger Euro is reflecting the positive expectations about the European economy. Hence, let us enjoy this summertime. One of these mornings you’re gonna rise up singing And you’ll spread your wings and you’ll take to the sky But till that morning, there ain’t nothin’ can harm you With daddy and mammy standin’ by Christian Zorico: LinkedIn Profile
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