Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile - 7/2021 Note e Studi
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7/2021 Note e Studi Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile ASSONIME - Riproduzione riservata
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 INDICE Executive summary III Introduzione p. 8 1. La questione giustizia p. 9 1.1 La durata delle procedure p. 9 1.2 L’andamento dell’arretrato p.13 1.3 Le risorse umane p.16 1.4 Gli strumenti informatici p.17 2. Le misure per migliorare l’efficienza della giustizia civile p.18 2.1 Risorse umane p.18 2.2 Digitalizzazione p.22 2.3 Misure processuali p.23 2.4 Misure straordinarie per la gestione dell’arretrato p.26 ASSONIME - Riproduzione riservata Allegato Scheda delle riforme sulla giustizia dell’ultimo decennio p.27 2
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Executive Summary Una giustizia efficiente incentiva l’innovazione, favorisce gli investimenti, migliora la qualità del credito, riduce i tassi di interesse, e rinnova la fiducia dei cittadini nello Stato democratico. I dati recenti mostrano un sistema ancora in crisi e l’improcrastinabile necessità di una riforma complessiva che incida drasticamente sui tempi della giustizia italiana e rafforzi la prevedibilità delle decisioni. La durata dei processi continua a superare sia i parametri previsti dalla legge Pinto sulla “ragionevole durata del processo”, sia le medie europee. Una durata di 2.656 giorni (527 giorni per il primo grado, 863 giorni per il secondo grado e 1.266 giorni per il terzo grado) equivale a sette anni e tre mesi circa. Si aggiungono lunghezza e inefficienza del processo esecutivo e delle aste giudiziarie, i cui tempi di chiusura sono in media di 5 anni, con profonde differenze tra uffici. Anche i tempi delle procedure concorsuali si attestano su livelli molto elevati: in media è necessario attendere 7 anni e 1 mese per la chiusura di un fallimento, con un gap che va dai circa 4 anni nei tribunali più efficienti ad oltre 15 anni nei più lenti. Il nostro sistema giudiziario è gravato da un arretrato imponente. Le statistiche del Ministero della Giustizia indicano per il terzo trimestre 2020 un numero di procedimenti pendenti di circa 3,3 milioni, con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente, probabilmente generato anche dal lockdown dei Tribunali nella prima metà dell’anno. L’organico complessivo dei magistrati risulta scoperto per una percentuale del 12,61%. Si registra anche la tendenza nazionale alla sottrazione di risorse al civile da parte del penale in molti uffici giudiziari, in particolare al Sud, come effetto dell’emergenza criminalità organizzata. ASSONIME - Riproduzione riservata Per gli organici del personale amministrativo la percentuale di scopertura nazionale è del 26,19%, nonostante le recenti immissioni. Occorre partire da questi dati per affrontare la questione giustizia. Si tratta essenzialmente di una questione di risorse: risorse umane qualificate e risorse materiali, sedi adeguate e tecnologia, nonché di governo delle risorse. Il cambiamento è raccomandato dalle istituzioni europee e il Recovery Plan rappresenta l’occasione per un serio ammodernamento del sistema giustizia in Italia. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) presentato dal Governo alle Camere il 26 aprile 2021 va nella giusta direzione per risolvere i nodi critici della giustizia con un approccio organico. 3
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Le misure per migliorare il sistema giustizia In questo documento formuliamo alcune proposte ed opzioni per l’attuazione del PNRR, riconducibili alle aree seguenti: (i) risorse umane; (ii) digitalizzazione; (iii) semplificazioni processuali, (iv) gestione dell’arretrato. Risorse umane a) Coprire i posti vacanti e riallocare le risorse Gli organici dei magistrati dovrebbero essere rafforzati tenendo conto dei flussi in entrata e dell’andamento dell’arretrato presso ciascun ufficio. Per evitare che il penale prenda il sopravvento sul civile, i grandi uffici potrebbero essere divisi in due. Andrebbe, altresì, valutata la riduzione del numero di magistrati fuori ruolo per incarichi amministrativi. Il personale amministrativo dovrebbe essere integrato anche con figure tecniche (es. tecnici informatici, esperti nell’edilizia, ecc.) necessarie per gestire il processo di informatizzazione. La riallocazione del personale da altre amministrazioni, efficiente sotto il profilo economico, non dà sufficienti garanzie di qualità professionale per l’espletamento degli incarichi nel settore della giustizia. Tale soluzione dovrebbe essere accompagnata da una profonda riqualificazione del personale ricollocato. Sarebbe preferibile avviare una stagione di assunzioni di personale amministrativo giovane e qualificato. b) Aumentare la produttività valorizzando l’Ufficio del processo ASSONIME - Riproduzione riservata Lo strumento più utile per aumentare la produttività dei giudici è costituito dall’Ufficio del processo. Un adeguato supporto al magistrato può consentire di aumentare il numero di provvedimenti, senza pregiudicare la qualità delle valutazioni. Le sperimentazioni condotte sino ad oggi hanno evidenziato le potenzialità di questo istituto, che va reso una realtà operativa in tutti gli uffici. Sarebbe utile pensare a specifici incarichi di lavoro, retribuiti e a termine, per giovani laureati con alto voto di laurea e alto voto in alcuni esami, per cui lo svolgimento dell’incarico costituisca un titolo aggiuntivo per la partecipazione al concorso di magistratura. c) Assicurare la specializzazione dei giudici e la qualità della formazione Specializzazione e qualità nella formazione dei giudici svolgono un ruolo fondamentale per assicurare processi rapidi, decisioni prevedibili, orientamenti giudiziari coerenti. Le capacità di gestione e organizzazione all’interno dei Tribunali andrebbero valorizzate strutturando nell’ambito della Scuola della magistratura percorsi idonei ad assicurare capacità gestionale e amministrativa ai magistrati investiti di incarichi direttivi e 4
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 diffondendo le best practice organizzative e procedurali dei Tribunali più virtuosi. Nella formazione dei giudici andrebbe assicurata un’adeguata formazione in campo economico. Sarebbe utile includere il diritto commerciale nelle materie del concorso e prevedere per i neo-magistrati stage in alcune istituzioni (es. Consob, Antitrust, Banca d’Italia, ecc.), oltre a programmi di formazione dedicati ai profili di ragionamento economico all’interno dello schema di valutazione giuridico. Con riguardo alle procedure concorsuali sarebbe utile recuperare le misure indicate dalla legge delega per la riforma organica delle procedure concorsuali1, rimaste inattuate, ovvero: i) attribuire ai Tribunali sede della sezione specializzata in materia di impresa la competenza sulle procedure concorsuali e sulle cause relative alle imprese in Amministrazione straordinaria e ai gruppi di rilevante dimensione; ii) affidare la competenza sulle altre procedure concorsuali ai tribunali di maggiore dimensione; iii) mantenere gli attuali criteri della competenza solo per le procedure di sovraindebitamento. d) Riformare la magistratura onoraria È opportuno valutare nuovi criteri per la selezione e la formazione degli incarichi onorari – GOT (giudici onorari del Tribunale) e giudici di pace. Una soluzione potrebbe essere quello di fare di questi incarichi la naturale evoluzione di stagisti e aiuti dell’Ufficio del processo, che potrebbero, quando abbiano dato buona prova, svolgere in seguito, per un periodo determinato, queste funzioni, in attesa di avere una corsia preferenziale per l’accesso al concorso di magistratura. Una soluzione di questo tipo ASSONIME - Riproduzione riservata potrebbe portare benefici, sia in termini di produttività che di qualità della giustizia. Digitalizzazione a) Investire nelle dotazioni strumentali e tecnologiche È necessario realizzare una completa informatizzazione degli archivi cartacei oggi esistenti e rendere pienamente operativo il fascicolo digitale, anche al fine di consentire processi di raccolta dei dati che possano consentire le analisi e il monitoraggio sull’efficienza e qualità del sistema giudiziario. Dovrebbero essere stanziati importanti investimenti per garantire l’innovazione degli strumenti, dei software e delle infrastrutture digitali e la sicurezza dei dati. 1 Art. 2, co. 1 lett. n) della legge 19 ottobre 2017, n. 155. 5
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 b) Implementare il processo civile telematico Elemento centrale di una giustizia digitale è il processo telematico. Attualmente, la disciplina è frammentata: esistono sette piattaforme per i diversi processi (civile, amministrativo, penale, tributario, ecc.), con regole e sistemi non omogenei. Occorrerebbe una razionalizzazione, attraverso l’istituzione di una piattaforma unica e una riscrittura delle norme processuali in funzione del processo telematico. Il lockdown imposto dalla pandemia ha evidenziato la possibilità di rafforzare il processo civile telematico, e queste misure andrebbero introdotte a regime, accompagnate dalla diffusione di adeguati strumenti tecnologici e da un capillare potenziamento della rete anche nelle sedi più piccole. Misure processuali a) Semplificare i riti processuali Un tassello importante è rappresentato dalla razionalizzazione dei riti processuali. Sono condivisibili i criteri di delega del disegno di legge per l’efficienza del processo civile, all’esame del Parlamento, che introducono un nuovo rito semplificato. Tuttavia, va valutato che l’introduzione di un nuovo rito, nelle fasi iniziali, può comportare un ulteriore rallentamento del sistema giudiziario. Stante l’urgenza della questione giustizia, andrebbe considerata l’alternativa di conservare il rito sommario di cognizione – che nella prassi risulta un modello efficiente e funzionante – rendendolo obbligatorio ed estendendone l’applicazione al di là dei procedimenti in cui il Tribunale giudica in ASSONIME - Riproduzione riservata composizione monocratica. b) Rafforzare la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione Il regime dei filtri alle impugnazioni introdotti dalle varie riforme non ha prodotto risultati efficaci. Occorrerebbe rafforzare la funzione nomofilattica della Cassazione, in modo da consentire alla Corte di decidere su cosa pronunciarsi come tutte le grandi Corti supreme. Inoltre, andrebbe valutata la possibilità di affermare il carattere vincolante delle decisioni della Corte quando nella controversia è parte la pubblica amministrazione, al fine di evitare la presentazione di un numero eccessivo di ricorsi per questioni equivalenti nella soluzione (cd. cause seriali). c) Favorire la de-giurisdizionalizzazione del processo di esecuzione Si dovrebbe riservare ai giudici soltanto la definizione dei giudizi di opposizione all’esecuzione. Le esecuzioni sono un’attività di riscossione coattiva di un credito che potrebbe essere curata dallo stesso creditore o da un apposito sistema, in parte 6
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 pubblico in parte privato. Per la maggiore celerità dei procedimenti di esecuzione, sia in sede civile che fallimentare andrebbe, rafforzato e reso obbligatorio per ogni Tribunale il ricorso alle aste on-line attraverso portali gestiti da imprese private. d) Rafforzare il ricorso alle misure alternative di soluzione delle controversie Occorre valorizzare il ruolo della mediazione e delle misure alternative di risoluzione delle controversie (ADR), incentivandone il ricorso anche in considerazione dell’elevato contenzioso atteso in materia contrattuale ed extracontrattuale, quale conseguenza della pandemia. In questa direzione sarebbe utile prevedere incentivi (fiscali o processuali) all’utilizzo di percorsi alternativi per la tutela dei diritti e andrebbe valutata la possibilità di prevedere che un accordo transattivo, che ponga fine a un contenzioso in atto, sottoscritto dalle parti e dagli avvocati (che attestano la conformità dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico), possa costituire titolo esecutivo. Misure straordinarie per la gestione dell’arretrato Anche per la gestione dell’arretrato occorrono adeguate risorse. Per realizzare tale obiettivo sarebbe necessario creare un canale dedicato, con l’istituzione di uffici speciali e nuove sezioni speciali presso gli uffici già esistenti, con proporzionata dotazione di personale e sedi, cui demandare la gestione del carico pendente, in modo da lasciare agli uffici ordinari il solo flusso delle cause in entrata. Lo smaltimento dell’arretrato, unitamente alle altre misure di riforma, dovrebbe favorire la focalizzazione sulle questioni più recenti, rafforzando indirettamente la funzione di ASSONIME - Riproduzione riservata guida interpretativa della Cassazione. 7
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Introduzione Il miglioramento della qualità e dell’efficienza della giustizia civile rappresenta uno dei principali obiettivi per la ripresa del sistema economico, per l’effettiva tutela dei diritti e per il rafforzamento della coesione sociale. Una giustizia rapida ed efficiente incentiva l’innovazione, favorisce gli investimenti, migliora la qualità del credito, riduce i tassi di interesse, e rinnova la fiducia dei cittadini nello Stato democratico. A partire dal 2009, numerosi interventi normativi (v. scheda allegata) sono stati indirizzati allo scopo di rafforzare l’efficienza dei Tribunali, ridurre la durata dei processi e deflazionare l’ingente carico pendente, al fine di colmare il divario e le anomalie della giustizia civile italiana nel confronto con gli altri Paesi europei. I cambiamenti hanno coinvolto, sia le procedure sia alcuni aspetti organizzativi del settore giustizia, con particolare riguardo alla geografia giudiziaria. Le misurano adottate hanno generato alcuni effetti positivi, ma i dati più recenti mostrano un sistema ancora in crisi e l’improcrastinabile necessità di una riforma complessiva che incida non solo sul processo, ma anche su altri aspetti fondamentali: risorse umane; organizzazione del lavoro delle Corti; piena informatizzazione dei Tribunali; edilizia giudiziaria; specializzazione e formazione dei giudici. Anche le istituzioni europee, nonostante gli apprezzamenti per gli sforzi compiuti dal nostro paese, nelle Country Specific Recommendations per il 20192 e il 20203, invitano l’Italia a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario civile raccomandando in ASSONIME - Riproduzione riservata particolare: l’attuazione delle riforme in materia di insolvenza; un funzionamento più efficiente dei Tribunali; lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro; l’adozione di norme procedurali più semplici; la copertura dei posti vacanti del personale amministrativo; la riduzione delle differenze nella gestione dei casi da Tribunale a Tribunale e, infine, la repressione della corruzione. Il PNRR trasmessa dal Governo al Parlamento il 26 aprile 2021 va nella giusta direzione ed affronta in modo organico i nodi della giustizia, attraverso un intervento che riguarda sia il piano organizzativo, sia la dimensione processuale che extraprocessuale. Molte risorse previste dal Piano sono destinate alla riorganizzazione degli uffici e ad investimenti in risorse umane e materiali, nonché al completamento della digitalizzazione del processo. 2 V. Raccomandazione del Consiglio sul programma di riforma 2019 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2020 dell’Italia, COM (2019) 512 final. 3 V. Raccomandazione del Consiglio sul programma di riforma 2020 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2020 dell’Italia, COM (2020) 512 final. 8
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Con il presente documento, dopo un quadro aggiornato sui dati del sistema giustizia e sulle maggiori criticità, si formulano alcune proposte ed opzioni nell’alveo dell’indirizzo e delle scelte formulate nel PNRR del Governo per contribuire al miglioramento della giustizia civile. 1. La questione giustizia Il tema del recupero di efficienza del sistema della giustizia civile ha una portata vasta, l’obiettivo da perseguire è un sistema che sia in grado di assicurare in tempi ragionevoli un’efficace tutela dei diritti e di garantire la solidità e la prevedibilità delle valutazioni giudiziali. La questione si pone sotto diversi profili, quello della durata delle procedure, dello smaltimento dell’arretrato, del personale e dell’innovazione tecnologica. Di seguito si riportano alcuni dati4 sulla portata del problema. 1.1 La durata delle procedure I tempi delle procedure sono un aspetto centrale del giusto processo e, al di fuori dell’area dei provvedimenti cautelari, il problema in Italia è ancora rilevante. La durata dei processi continua a superare sia i parametri previsti dalla legge Pinto sulla “ragionevole durata del processo”5, sia le medie europee. L’obiettivo di ridurre i tempi della giustizia civile resta quindi una priorità. Il rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale6 colloca l’Italia al 122° posto su 190 per la categoria “Tempo e costi delle controversie” (Enforcing contracts), con una ASSONIME - Riproduzione riservata durata di 1120 giorni per la chiusura delle procedure. Nel 2018 l’Italia era al 111° posto, nel 2017 al 108° e 2016 al 106°7. 4 Per alcuni dati sugli effetti della giustizia sul benessere sociale si rinvia a V.G. GIGLIO, Il funzionamento della giustizia italiana e la sua influenza sul benessere del “sistema Paese”, 23 novembre 2020, disponibile sul sito: https://www.filodiritto.com/il-funzionamento-della-giustizia-italiana-e-la-sua-influenza- sul-benessere-del-sistema-paese. Alcune proposte per la giustizia sono indicate da OCPI, Come ridurre i tempi della giustizia civile, giugno 2020, disponibile sul sito https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio- studi-e-analisi-come-ridurre-i-tempi-della-giustizia-civile; e nel documento GIUSTIZIA 2030 recentemente elaborato da un gruppo di giudici, professionisti e professori universitari (aprile 2021), disponibile sul sito https://irp.cdn-website.com/458fa343/files/uploaded/Giustizia_2030.pdf. 5 La legge Pinto (legge n. 89/2001) stabilisce che le parti in causa hanno diritto ad un’equa riparazione dallo Stato se il loro procedimento supera tre anni in primo grado, due anni in secondo e uno in terzo. 6 Disponibile sul sito: https://www.doingbusiness.org/content/dam/doingBusiness/country/i/italy/ITA.pdf. 7 Tali dati, tuttavia, si riferiscono a un tipo specifico di controversie (da inadempimento contrattuale) e sono estratti dai procedimenti relativi al solo Tribunale di Roma. 9
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 In base al Cepej Evaluation Report 20208, l’Italia si colloca tra le ultime posizioni della classifica anche in relazione al tempo medio prevedibile di definizione dei procedimenti civili e commerciali pendenti (cd. disposition time9). Il disposition time per i processi che giungono al terzo grado di giurisdizione (Corte di Cassazione), si è in realtà ridotto nel 2018, da 2.950 a 2.656 giorni (- 294 giorni), per effetto di un miglioramento del secondo e terzo grado di giudizio (rispettivamente di 130 e 176 giorni). Tuttavia, i parametri rimangono ancora molto alti e al di fuori dei canoni della ragionevole durata del processo previsti dalla legge Pinto e dalla media europea. Una durata di 2.656 giorni (527 giorni per il primo grado, 863 giorni per il secondo grado e 1.266 giorni per il terzo grado) equivale a sette anni e tre mesi circa. Si tratta comunque di un miglioramento rispetto al 2016 quando la durata media era stimabile in otto anni. Ciononostante, nel 2018 i processi che giungono al terzo grado di giudizio durano circa la metà in Francia (1.223 giorni) e in Spagna(1.240 giorni ), circa un terzo in Germania (840 giorni). In Europa, solo la Grecia ha una durata dei processi più elevata che in Italia per il primo grado di giudizio (610 giorni), solo Malta per il secondo grado (1.120 giorni). Nessun paese, invece, è più lento dell’Italia nel terzo grado di giudizio10. ASSONIME - Riproduzione riservata 8 Stilato ogni anno dalla Commissione europea per l’efficacia della giustizia del Consiglio d’Europa e disponibile sul sito: https://www.coe.int/en/web/cepej/special-file-publication-of-the-report-european- judicial-systems-cepej-evaluation-report-2020-evaluation-cycle-2018-data-. 9 Tale indice si ottiene calcolando il rapporto tra i procedimenti pendenti e quelli definiti alla fine di un determinato anno e moltiplicando tale dato per 365 (i giorni di un anno). 10 A conclusioni simili giunge il Justice Score board 2020, elaborato annualmente dalla Commissione europea, che colloca il sistema giudiziario di risoluzione delle controversie civili e commerciali italiano tra i più lenti nel quadro dei Paesi europei, con una durata dei procedimenti presso il Tribunale di ultima istanza (Corte di Cassazione), che supera i 1.200 giorni. 10
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Alla lentezza del processo di cognizione, si aggiungono la lunghezza e l’inefficienza del processo esecutivo e delle aste giudiziarie, ancora incapaci di assicurare l’incontro della domanda con l’offerta. Un miglioramento su questo fronte può portare sensibili vantaggi in termini di contenimento dei tempi della giustizia e di posizionamento dell’Italia nelle classifiche internazionali. La tradizione italiana è, infatti, quella di non contare nei tempi di funzionamento della giustizia il tempo dell’esecuzione, ma in un’impostazione corretta il tempo della giustizia dovrebbe tener ASSONIME - Riproduzione riservata conto del momento in cui il diritto controverso ha effettiva soddisfazione. Secondo alcuni dati del Ministero della Giustizia, relativi all’anno 2019, i tempi di chiusura per le esecuzioni immobiliari sono in media di 5 anni, con un margine molto esteso che va da 2 a quasi 10 anni di attesa, con profonde differenze tra uffici11. 11 Dati analoghi si rinvengono nel Report Cerved La durata dei fallimenti e delle esecuzioni immobiliari e gli impatti sugli NPL, aprile 2019, disponibile sul sito: OSSERVATORIO-chiusure.pdf (cerved.com), che riporta, tuttavia, (su dati 2016-2017) durate massime fino a quasi 17 anni. 11
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Durata delle esecuzioni immobiliari per distretto (durata in giorni) ASSONIME - Riproduzione riservata Fonte: Ministero della Giustizia Anche i tempi delle procedure concorsuali si attestano su livelli molto elevati e incidono significativamente sull’efficienza del sistema. Osservando i procedimenti chiusi nell’arco temporale 2010- 201812, nonostante progressivi miglioramenti, le attese rimangono ancora molto lunghe e i risultati fortemente differenziati sul territorio: in media è necessario attendere 7 anni e 1 mese per la chiusura di un fallimento, con un gap che va dai circa 4 anni nei tribunali più efficienti ad oltre 15 anni nei più lenti. 12 Cerved, La durata dei fallimenti e delle esecuzioni immobiliari e gli impatti sugli NPL, aprile 2019, disponibile sul sito: OSSERVATORIO-chiusure.pdf (cerved.com). 12
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Fonte: Cerved Tempi più rapidi al Nord e più lunghi al Sud aumentano il divario esistente tra le due aree del Paese e producono effetti sperequativi che vanno oltre i confini delle aule giudiziarie. Alla diversità dei tempi di durata delle cause civili tra i diversi distretti si aggiunge, inoltre, una significativa difformità di orientamenti giurisprudenziali tra uffici, che pregiudica la prevedibilità delle decisioni. 1.2 L’andamento dell’arretrato ASSONIME - Riproduzione riservata Oltre ad essere il più lento d’Europa, il nostro ordinamento della giustizia è gravato da un arretrato imponente. Le statistiche del Ministero della Giustizia indicano per il terzo trimestre 2020 un numero di procedimenti pendenti di circa 3,3 milioni, con un aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente, probabilmente generato anche dal lockdown che ha colpito i Tribunali nella prima metà dell’anno. 13
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Numero di procedimenti civili pendenti a fine periodo Dato nazionale comprensivo di tutti gli uffici. Anni 2003 - III trimestre 2020 Pendenti Pendenti finali finali Pendenti totali Area finali di [Totale SICID + Area Area SIECIC Area SICID SIECIC, al netto SIECIC SICID Variazione [Totale [Contenzioso, di Giudice Anno Variazione Variazione vs periodo nazionale lavoro, tutelare, ATP vs periodo vs periodo precedente delle famiglia e (1) e precedente precedente esecuzioni volontaria Verbalizzazione e dei giurisdizione] di dichiarazione fallimenti] giurata] 2003 743.240 3.854.240 4.597.480 2006 675.517 -3,6% 4.421.333 6,3% 5.096.850 4,8% 2009 618.195 0,8% 5.081.910 5,1% 5.700.105 4,6% 2012 664.745 0,8% 4.435.852 -6,5% 5.100.597 -5,6% ASSONIME - Riproduzione riservata 2015 596.884 -11,3% 3.368.722 -8,5% 3.965.606 -8,9% 2018 524.358 -7,6% 2.902.292 -3,0% 3.426.650 -3,8% III trimestre 490.298 0,6% 2.843.821 1,3% 3.334.119 1,2% 2020* Fonte: Ministero Giustizia La tabella evidenzia una progressiva diminuzione annua dei procedimenti pendenti a partire dal 2010, segno che il processo di riforma intrapreso a partire dal 2009 ha condotto a qualche risultato. Il carico dell’arretrato rimane tuttavia ancora eccessivamente elevato. Dai dati emerge anche come le maggiori difficoltà si 14
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 riscontrino presso la Corte di Cassazione e le Corti di appello (sebbene per esse vi sia stata una forte riduzione nell’anno 2019). Anche da questi dati emerge l’inversione di tendenza in aumento per il terzo semestre 2020 dovuto, presumibilmente, agli effetti della pandemia generata dal Covid-19. Con riguardo all’andamento dell’arretrato presso la Corte di Cassazione, la tabella evidenzia il forte peso della materia tributaria. Andamento dell'arretrato civile Dato nazionale relativo a Corte di Cassazione, Corte di appello e Tribunale ordinario. Anni 2013 - III trimestre 2020 Peso % della Ultrannuali in materia tributaria Ultra-biennali in Ultra-triennali in Anno Cassazione sull'arretrato della Corte di Appello Tribunale (1) Cassazione 2013 69.916 40% 198.803 646.146 2016 77.544 50% 152.499 459.622 2019 78.687 55% 98.371 337.740 ASSONIME - Riproduzione riservata III trimestre 86.011 52% 100.235 352.481 2020 Fonte: Ministero Giustizia Anche i dati del Cepej Report Evaluation 2020 indicano un andamento in calo dell’arretrato nel nostro ordinamento. Già da alcuni anni, infatti, il “tasso di smaltimento” (cd. Clearence rate) delle cause civili risulta superiore al 100%. Ciò comporta che vengono definite più cause di quelle che sono instaurate ogni anno. È evidente, tuttavia, la stretta correlazione che intercorre tra il carico pendente ancora molto elevato e i tempi per la definizione dei procedimenti: se gli stessi giudici devono istruire un numero eccessivo di procedimenti arretrati, maggiori saranno i tempi di definizione delle procedure complessive. Lo smaltimento del carico dell’arretrato richiede, dunque, interventi straordinari. 15
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 1.3 Le risorse umane La Relazione del Primo presidente della Corte di Cassazione presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 indica che, alla fine del 2020, erano in servizio negli uffici giudiziari 9.100 magistrati ordinari, oltre a 269 magistrati in tirocinio e n. 248 magistrati collocati fuori ruolo, a fronte di un organico complessivo di 10.751 posti (l. n. 145/2018), con un differenziale di 1.313 posti vacanti negli uffici giudiziari e di 534 posti da coprire con nuovi concorsi. L’organico complessivo è scoperto per una percentuale del 12,61%. I dati si riferiscono sia al sistema civile che penale. Per gli organici del personale amministrativo addetto agli uffici giudiziari si registra una percentuale di scopertura nazionale del 26,19% (43.304 posti in pianta organica contro solo 32.216 presenti), superiore a quella dell’anno precedente, nonostante le recenti immissioni, tra l’altro, di n. 1.927 dipendenti, di cui 807 assistenti giudiziari. L’età media del personale è sempre molto elevata (54 anni). Secondo il Cepej Evaluation Report 2020 in Italia il numero dei giudici è pari a 11,6 unità ogni 100.000 abitanti. Numero di giudici per abitanti ASSONIME - Riproduzione riservata Fonte: Cepej Evaluation Report 2020 16
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Il dato risulta inferiore rispetto alla media europea che indica un numero di giudici pari a 17,7 unità ogni 100.000 abitanti13. E’, infine, da rilevare la tendenza nazionale alla sottrazione di risorse al civile da parte del penale. In moltissimi uffici giudiziari, in particolare al Sud, come effetto dell’emergenza criminalità organizzata, la maggior parte dei giudici si occupa del penale e soltanto un numero limitato cura le cause civili. Sono poche le sedi in cui i giudici sono divisi a metà tra civile e penale. La revisione della geografia giudiziaria attuata nel 201214 ha sortito pochi risultati, senza attuare una vera revisione della dislocazione e dell’organico degli uffici. 1.4 Gli strumenti informatici Il percorso di innovazione tecnologica avviato con l’introduzione del processo civile telematico ha evidenziato i limiti del sistema digitale e infrastrutturale. I sistemi di rete (rete geografica e degli uffici; rete wireless; sale server; ecc.), i sistemi centralizzati (posta elettronica, anche certificata; sicurezza; assistenza) e le principali applicazioni del sistema giudiziario mostrano palesi segni di obsolescenza e inadeguata manutenzione da cui, frequentemente, derivano blocchi generalizzati e ripetuti di tutta o parte del sistema informatico. L’utilizzo dei collegamenti da remoto imposti dalla pandemia ha, inoltre, reso più evidenti le carenze del sistema digitale a servizio del sistema giudiziario. Molti uffici territoriali segnalano l’insufficienza di aule attrezzate per la video conferenza e la ASSONIME - Riproduzione riservata scarsa funzionalità del servizio svolto dal fornitore esterno, con disservizi e allungamento della durata del processo. Mancano collegamenti wireless sufficientemente potenti e capillarmente diffusi15. Per quanto concerne il lavoro di cancelleria, la stessa pandemia ha evidenziato la necessità di studiare e realizzare sistemi di sicurezza che consentano al personale di operare accedendo alla rete giustizia da remoto. Per consentire di ripensare e rendere più efficiente l’organizzazione del lavoro, oltre a intervenire sulla struttura informatica, occorrono dunque nuove dotazioni 13 Anche in Francia il numero dei giudici professionisti è inferiore alla media europea attestandosi su 10,9 unità ogni 100.000 abitanti, mentre l’Olanda si attesta vicino alla media europea con 14,6 unità ogni100.000 abitanti. La Germania supera la media europea con 24,5 unità ogni 100.000 abitanti. 14 V. decreti legislativi n. 155 e 156 del 2012 in attuazione della legge 14 settembre 2011 n. 148. 15 V. Relazione sull’amministrazione della Giustizia nell’anno 2020 del Primo Presidente Piero Curzio, disponibile sul sito https://www.cortedicassazione.it/corte-di- cassazione/it/inaugurazioni_anno_giudiziario.page. 17
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 strumentali che siano adeguate alle esigenze imposte dal processo civile telematico e dalla possibilità di svolgere il lavoro da remoto. 2. Le misure per migliorare l’efficienza della Giustizia Civile I dati riportati nel paragrafo precedente evidenziano lo stato di crisi che interessa il sistema della giustizia civile e che mina la ripresa economica e la competitività del nostro ordinamento. È necessaria un’importante riforma che assicuri un’effettiva riduzione dei tempi, lo smaltimento dell’arretrato e la prevedibilità delle decisioni. Il cambiamento è raccomandato dalle istituzioni europee e le risorse del Recovery Plan rappresentano un’occasione per un serio ammodernamento del sistema. Di seguito formuliamo alcune proposte per un modello di giustizia efficiente che realizzi un equilibrio ottimale tra la garanzia dell’effettiva tutela dei diritti e la corretta allocazione delle risorse. Alcune delle misure suggerite appaiono coerenti con le indicazioni già contenute nel draft di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato il 31 marzo dalle Camere e con le Linee Programmatiche del Governo illustrate dal Ministro della Giustizia nel corso dell’audizione alla Camera del 15 marzo 202116 e confermate dalle linee del PNRR presentate al Consiglio dei ministri del 23 aprile 2021. Altre, senza pretesa di esaustività, suggeriscono ulteriori profili da considerare e offrono spunti di riflessione per contribuire al dibattito. Gli interventi suggeriti sono riconducibili a tre categorie principali: risorse umane; digitalizzazione; semplificazioni processuali, cui va aggiunto il tema delle misure straordinarie per la ASSONIME - Riproduzione riservata gestione dell’arretrato. 2.1 Risorse umane a) Coprire i posti vacanti e riallocare le risorse La carenza del personale giudiziario e amministrativo è direttamente proporzionale alla lunghezza dei procedimenti e all’andamento del carico pendente: maggiore è il deficit delle risorse umane, maggiore è il tempo necessario per chiudere il processo, maggiore è l’arretrato accumulato. Occorrono investimenti importanti nel capitale umano, è necessario coprire i posti vacanti e riallocare le risorse. Gli organici dovrebbero essere calcolati in modo da tenere conto dei carichi pendenti e della domanda di giustizia. La revisione andrebbe effettuata guadando ai flussi in entrata e all’andamento dell’arretrato presso ciascun ufficio, sostenendo quelli che 16 Disponibile sul sito: https://webtv.camera.it/evento/17725. 18
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 evidenziano maggiori necessità. Per evitare che il penale prenda il sopravvento sul civile un utile intervento potrebbe essere quello di dividere i grandi uffici in due, riallocando i magistrati tra i vari uffici, sulla base dell’analisi dei flussi. Andrebbe, altresì, valutata la possibilità di ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo per incarichi amministrativi, con richiamo degli stessi in servizio. Le piante organiche dovrebbero essere, inoltre, rafforzate tenendo conto delle esigenze che derivano dall’informatizzazione del processo e della necessità di avere figure tecniche negli organici (es. tecnici informatici, esperti nell’edilizia, ecc.). Per colmare le attuali carenze del personale amministrativo, oltre alle nuove assunzioni (riservate a soggetti con elevate competenze tecniche e informatiche) si potrebbe valutare la possibilità di avvalersi del personale in eccesso proveniente da altre pubbliche amministrazioni, subordinatamente però ad un rigoroso piano formativo. La riallocazione del personale amministrativo appare infatti una soluzione efficiente sotto il profilo economico, ma non dà sufficienti garanzie di qualità professionale per l’espletamento degli incarichi nel settore della giustizia. Tale soluzione dovrebbe essere, dunque, accompagnata da una profonda riqualificazione del personale da riallocare attraverso specifici corsi di formazione. Sarebbe preferibile avviare una stagione di assunzioni di personale amministrativo giovane e qualificato. b) Aumentare la produttività dei giudici valorizzando l’Ufficio del processo ASSONIME - Riproduzione riservata Lo strumento più importante per aumentare la produttività dei giudici in funzione della riduzione dei tempi delle procedure è costituito dall’Ufficio del processo o ufficio del giudice, che fornendo supporto al magistrato può consentire di aumentare il numero di provvedimenti senza pregiudicare la qualità delle valutazioni. In Italia nella pratica il giudice tradizionalmente lavora da solo, mentre la produttività aumenterebbe in maniera significativa se avesse a disposizione assistenti che lo aiutino nell’esame del materiale, nello studio preliminare, nelle ricerche di giurisprudenza e nella stesura delle bozze dei provvedimenti, lasciando al giudice stesso soltanto il momento della decisione. L’Ufficio del processo è stato istituito dal decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 17917. Con il decreto-legge n. 90/201418, sono state introdotte misure di incentivo per i giovani 17 Convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221. 18 Convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. 19
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 laureati ad accedere al tirocinio formativo presso l’Ufficio con il riconoscimento di una borsa di studio (non superiore a 400 euro mensili) e con la previsione per cui l’esito positivo dello stage costituisce titolo per l’accesso al concorso per magistrato. Le sperimentazioni condotte sino ad oggi presso i Tribunali hanno evidenziato le potenzialità di questo istituto che va valorizzato ulteriormente e reso una realtà operativa in tutti gli uffici. Basare il rafforzamento dell’Ufficio del processo sulla collaborazione dei giudici onorari (sostanzialmente avvocati pagati un tanto a udienza, che sono già impegnati nel disbrigo di una parte dei processi di minor importanza), non appare, tuttavia, una soluzione appropriata. Sarebbe più utile pensare a specifici incarichi di lavoro, retribuiti a termine, per giovani laureati con alto voto di laurea e alto voto in alcuni esami, per cui lo svolgimento dell’incarico costituisca un titolo aggiuntivo per la partecipazione al concorso di magistratura. L’istituto rappresenta un’innovazione positiva che però può funzionare a pieno soltanto se le risorse umane ad esso addette aumentano decisamente in quantità e qualità. c) Assicurare la specializzazione dei giudici e la qualità della formazione Specializzazione e qualità nella formazione dei giudici svolgono un ruolo fondamentale per assicurare, processi rapidi, decisioni prevedibili, orientamenti giudiziari coerenti. A tal fine, in primo luogo, occorre sviluppare migliori capacità di gestione e organizzazione all’interno dei Tribunali, strutturando nell’ambito della Scuola della ASSONIME - Riproduzione riservata magistratura percorsi idonei ad assicurare capacità gestionale e amministrativa ai magistrati investiti di incarichi direttivi e diffondendo le best practice organizzative e procedurali dei Tribunali più virtuosi. Altra questione da affrontare è quella relativa a come assicurare un’adeguata formazione dei magistrati in campo economico. L’esigenza si pone in particolare in quelle materie in cui l’oggetto della tutela è strettamente connesso agli impatti economici dell’attività d’impresa e al funzionamento del mercato. Si pensi ad esempio al processo concorrenziale, oppure alle procedure concorsuali. Non serve, naturalmente, che i giudici diventino economisti o esperti di tecniche quantitative, ma occorre che nel corso del procedimento sappiano porre le domande giuste per formare il proprio convincimento. A tal fine sarebbe utile includere il diritto commerciale nelle materie del concorso e prevedere per i magistrati stage in apposite istituzioni (es. Consob, Antitrust, Banca d’Italia, ecc.), oltre ad inserire nei programmi di formazione incontri con figure professionali che sappiano proporre modalità di ragionamento 20
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 economico all’interno dello schema di valutazione giuridico che è quello utilizzato dal giudice. Con specifico riguardo alle procedure concorsuali, per garantire il giusto grado di specializzazione necessario per assicurare rapidità e ponderazione a decisioni che incidono sulla continuità dell’impresa e sul sistema economico generale, sarebbe utile seguire la strada indicata dalla legge delega per la riforma organica delle procedure concorsuali. In particolare, l’art. 2, co. 1 lett. n) della legge 19 ottobre 2017, n. 155, per assicurare la specializzazione dei giudici in tale materia, prevedeva i seguenti criteri: i) attribuire ai Tribunali sede della sezione specializzata in materia di impresa la competenza sulle procedure concorsuali e sulle cause che da esse derivano relative alle imprese in Amministrazione straordinaria e ai gruppi di rilevante dimensione; ii) individuare tra i tribunali esistenti quelli di maggiore dimensione sulla base di determinati indicatori19 cui affidare la competenza su tutte le altre procedure concorsuali; iii) mantenere invariati gli attuali criteri di determinazione della competenza (basati sulla sede principale/residenza del debitore) solo per le procedure di sovraindebitamento. Tali criteri muovono dalla considerazione per cui condizione indispensabile per assicurare un buon livello di specializzazione ai magistrati che trattano la materia concorsuale è che essi operino in un ufficio giudiziario di adeguate dimensioni. Laddove così non fosse è inevitabile che l’accumularsi in capo al medesimo giudice di compiti e materie tra loro del tutto disomogenee (penale, famiglia, impresa, ecc.) ASSONIME - Riproduzione riservata pregiudica le possibilità di specializzarsi in una specifica materia. La delega è stata attuata dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, soltanto in relazione al primo criterio prevedendo l’attribuzione ai tribunali sede di sezioni specializzate in materia d’impresa delle cause derivanti da amministrazioni straordinarie e delle procedure inerenti ai gruppi d’imprese di maggiori dimensioni, ma mantenendo la competenza in capo a tutti i tribunali circondariali. È necessario, dunque, completare il quadro delle regole nella direzione già tracciata. d) Riformare la magistratura onoraria Si tratta di una questione in sospeso da tempo che riguarda alcune migliaia di persone – GOT (giudici onorari del Tribunale) e giudici di pace – reclutati prevalentemente tra 19Tra cui, in particolare: il numero dei giudici in pianta organica; il numero di procedure sopravvenute e definite nell’ultimo quinquennio e la durata delle stesse; il rapporto tra tali indicatori e la media nazionale; il numero delle imprese iscritte al registro delle imprese; il numero dei residenti nel circondario. 21
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 avvocati, che hanno sollevato critiche sia sulla produttività che sulla qualità delle pronunce, salvo lodevoli eccezioni. I giudici di pace frequentemente hanno un’età elevata e sono retribuiti a sentenza, mentre i GOT sono retribuiti a udienza. GOT e giudici di pace svolgono una parte non indifferente del lavoro giudiziario e chiedono una stabilizzazione, ma il tema va letto conformemente ai principi costituzionali e all’accesso per concorso degli incarichi pubblici. In aggiunta al tema della regolarizzazione di chi già svolge tali incarichi, occorre valutare nuovi criteri per la selezione e la formazione degli incarichi onorari. Una soluzione potrebbe essere quello di fare di questi incarichi la naturale evoluzione di stagisti e aiuti dell’Ufficio del processo, che potrebbero, quando abbiano dato buona prova, svolgere in seguito, per un periodo determinato, queste funzioni, in attesa di avere una corsia preferenziale per l’accesso al concorso di magistratura. Una soluzione di questo tipo potrebbe portare benefici, sia in termini di produttività che di qualità della giustizia. 2.2 Digitalizzazione a) Investire nelle dotazioni strumentali e tecnologiche Una riforma complessiva della giustizia che si collochi nell’ambito delle aspettative europee non può prescindere da un serio ammodernamento del sistema attraverso l’innovazione degli strumenti, dei software e delle infrastrutture digitali. È necessario realizzare una completa informatizzazione degli archivi cartacei oggi ASSONIME - Riproduzione riservata esistenti e rendere pienamente operativo il fascicolo digitale, anche al fine di consentire processi di raccolta dei dati che possano consentire le analisi statistiche imprescindibili per un corretto monitoraggio sull’efficienza e qualità del sistema giudiziario. Contestualmente, importanti investimenti devono essere stanziati per garantire la sicurezza dei dati. b) Implementare il processo civile telematico Elemento centrale di una giustizia digitale è il processo telematico. Attualmente, tuttavia, la disciplina è incerta e frammentata: esistono, infatti, sette piattaforme per i diversi processi (civile, amministrativo, penale, tributario, ecc.), con regole e sistemi non omogenei. Occorrerebbe una razionalizzazione, attraverso l’istituzione di una piattaforma unica e una riscrittura nelle norme processuali in funzione del processo telematico. 22
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 Con specifico riguardo al processo civile telematico, esso si concentra su cinque aree: i) consultazioni, ii) comunicazioni e notificazioni telematiche, iii) vendite telematiche; iv) pagamenti telematici; v) deposito degli atti giudiziari. Il lockdown imposto dalla pandemia ha evidenziato la possibilità di rafforzare il processo civile telematico, conservando anche nel regime ordinario alcuni degli strumenti processuali imposti dall’emergenza sanitaria. Per effetto delle misure introdotte dal decreto Cura Italia20, al fine di evitare gli assembramenti e la diffusione del contagio, in particolare, si è introdotta in via temporanea la possibilità di svolgere le udienze con collegamento da remoto o con trattazione scritta; di conferire gli incarichi ai consulenti tecnici d’ufficio senza la convocazione in udienza e con la formulazione dei quesiti per iscritto, consentendone il giuramento mediante dichiarazione firmata digitalmente. Si tratta di misure che andrebbero introdotte a regime, potendo esse contribuire a ridurre i tempi dei processi eliminando tutte le udienze sovrabbondanti in cui le parti si limitano a comparire per ribadire le proprie istanze e rifarsi al contenuto degli atti difensivi, chiedere la concessione di termini, precisare le conclusioni. Per garantire efficienza, tuttavia, tali misure dovrebbero essere accompagnate dalla diffusione di adeguati strumenti tecnologici e da un capillare potenziamento della rete anche nelle sedi più piccole. 2.3 Misure processuali ASSONIME - Riproduzione riservata a) Semplificare i riti processuali L’ultimo tassello di una riforma complessiva del sistema giustizia è rappresentato da una razionalizzazione e semplificazione dei riti processuali. In questa direzione utili indicazioni si rinvengono nel Disegno di legge Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e la revisione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, attualmente all’esame del Parlamento21. Sono da apprezzare, in particolare, i criteri di delega diretti a: estendere a tutti i processi civili l’introduzione della causa con ricorso, anziché con atto di citazione; a ridurre i termini procedimentali; ad affermare il principio di sinteticità degli atti e ad attribuire al giudice la possibilità di calibrare e decidere il numero delle udienze, nonché 20 V. decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. 21 V. (Atto S. 1662), XVIII Legislatura: “Disegno di legge Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e la revisione degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie”, presentato il 9 gennaio 2020 e attualmente in sede di esame in Commissione Giustizia del Senato. 23
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 di fissare termini per il deposito di memorie, eliminando gli automatismi previsti in tutte le fasi del procedimento (introduttiva, istruttoria e decisoria), a seconda delle reali esigenze di difesa delle parti e della complessità della causa. Il complesso di tali criteri coniuga alcuni principi del procedimento sommario di cognizione ex art. 702 bis (che dovrebbe essere contestualmente abrogato) con quelli del rito del lavoro, introducendo un nuovo rito semplificato sostitutivo di quello ordinario. Occorre, tuttavia, considerare che l’introduzione di un nuovo rito, almeno nelle fasi iniziali, può comportare un ulteriore rallentamento del sistema giudiziario. Andrebbe, quindi, valutata l’alternativa di conservare il rito sommario di cognizione – che nella prassi risulta un modello efficiente e funzionante – rendendolo obbligatorio ed estendendone l’ambito di applicazione al di là dei procedimenti in cui il Tribunale giudica in composizione monocratica. b) Rafforzare la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione I dati indicati nel paragrafo precedente evidenziano come il regime dei filtri alle impugnazioni introdotti nel tempo dalle varie riforme non abbia prodotto risultati efficaci: i flussi in entrata non sono diminuiti e al contempo è aumentato il numero dei ricorsi per le contestazioni sull’applicabilità dei filtri stessi. Per restituire un adeguato livello di efficienza al giudizio di Cassazione in termini di riduzione dei tempi, contenimento del numero e qualità delle decisioni, piuttosto che ragionare sui filtri, occorrerebbe ASSONIME - Riproduzione riservata rafforzare la funzione nomofilattica22, in modo da consentire alla Corte di decidere su cosa pronunciarsi come tutte le grandi Corti supreme. Tale riforma richiede probabilmente un ripensamento dell’attuale norma costituzionale che sinora ha consentito troppi ricorsi per questioni già risolte o di minimo valore e significatività. Considerando, inoltre, i dati sull’incidenza della materia tributaria sull’arretrato della Corte di Cassazione, andrebbe valutata la possibilità di affermare il carattere vincolante delle decisioni della Corte quando nella controversia è parte la pubblica amministrazione, al fine di evitare la presentazione di un numero eccessivo di ricorsi per questioni equivalenti nella soluzione (cd. cause seriali). 22 Si tratta della funzione di “garantire l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale” che l'art. 65 della legge sull'ordinamento giudiziario (R.D. 30 gennaio 1941 n. 12) ha attribuito alla Corte di Cassazione. 24
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 c) Favorire la de-giurisdizionalizzazione del processo di esecuzione Nella prospettiva dello smaltimento dell’arretrato, la de-giurisdizionalizzazione del processo esecutivo è una strada da percorrere. Alcuni passi importanti sono stati già compiuti con il decreto-legge n. 132/2014 che ha affidato maggiori poteri direttamente all’ufficiale giudiziario, e con il decreto-legge 3 maggio 2016, n. 5923 che ha introdotto forme di escussione stragiudiziale delle garanzie. Anche il disegno di legge delega attualmente in discussione in Parlamento, prevede, utili misure tra cui, in particolare, l’introduzione della facoltà per il debitore di farsi autorizzare dal giudice dell’esecuzione alla vendita diretta del bene a valore di mercato. Si potrebbe tuttavia fare di più, lasciando ai giudici soltanto gli eventuali giudizi di opposizione all’esecuzione, in cui si contesta il diritto a procedere esecutivamente. Le esecuzioni sono un’attività di riscossione coattiva di un credito (nella maggior parte dei casi) che potrebbe essere curata dallo stesso creditore o da un apposito sistema in parte pubblico in parte privato. Ad esempio, i pignoramenti presso terzi potrebbero essere gestiti da un’agenzia che possa vedere i dati bancari e bloccare il conto dei debitori o dei terzi che sono creditori dei debitori (banche e datori di lavoro). Ai fini della maggiore celerità ed efficienza dei procedimenti di esecuzione, sia in sede civile che fallimentare andrebbe, infine, esteso ulteriormente, rafforzato e reso obbligatorio per ogni tribunale, attraverso la stipula di convenzioni, il ricorso alle aste ASSONIME - Riproduzione riservata on-line attraverso portali gestiti da imprese private. d) Rafforzare il ricorso alle ADR Gli strumenti per la risoluzione stragiudiziale delle controversie rappresentano un tassello fondamentale per una giustizia civile rapida ed efficiente. Negli ultimi anni, il ricorso a strumenti alternativi di risoluzione delle controversie – Alternative Dispute Resolution, ADR – la cui preventiva attivazione in alcuni settori è diventata condizione necessaria per poter adire il giudice, ha prodotto effetti significativi sulla deflazione del contenzioso, consentendo un apprezzabile smaltimento dell’arretrato. Occorre, tuttavia, rafforzare la consapevolezza degli utenti che il processo giurisdizionale non è l’unico strumento a disposizione per ottenere la tutela dei diritti. In 23 Convertito con modificazioni dalla legge 30 giugno 2016, n. 119. 25
Misure per migliorare il funzionamento della Giustizia Civile 7/2021 questa direzione appare utile prevedere incentivi (fiscali o processuali) all’utilizzo di percorsi alternativi che possano condurre alla definizione o composizione delle controversie, più rapidamente e con costi limitati. Andrebbe, altresì valutata la possibilità di prevedere che un accordo transattivo, che pone fine a un contenzioso in atto, sottoscritto dalle parti e dagli avvocati (che attestano la conformità dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico), costituisca titolo esecutivo. Occorre valorizzare il ruolo delle ADR e incentivare il ricorso alle stesse anche in considerazione dell’elevato contenzioso atteso in materia contrattuale ed extracontrattuale, quale conseguenza della pandemia e della grave crisi economica e sociale ad essa sottesa. 2.4 Misure straordinarie per la gestione dell’arretrato Una riforma attuale del sistema della giustizia civile non può prescindere dalla previsione di alcune misure straordinarie per garantire lo smaltimento dell’arretrato. Se si riducesse, infatti, in misura considerevole il carico delle cause pendenti, i Tribunali sarebbero in grado di chiudere le nuove procedure più rapidamente, nei limiti dei termini di ragionevole durata del processo. Anche per l’arretrato il problema principale non è il rito ma è una questione essenzialmente di risorse: personale, mezzi, edilizia. Per realizzare tale obiettivo occorrerebbe creare un canale dedicato, con l’istituzione di uffici speciali e nuove sezioni speciali presso gli uffici già esistenti, con adeguata dotazione di personale e sedi, cui demandare la gestione del carico pendente, in modo ASSONIME - Riproduzione riservata da lasciare agli uffici ordinari il solo flusso delle cause in entrata. Lo smaltimento dell’arretrato, unitamente alle altre misure di riforma, dovrebbe favorire la focalizzazione sulle questioni più recenti, rafforzando indirettamente la funzione di guida interpretativa della Cassazione e apportando un reale contributo alla prevedibilità delle pronunce e alla certezza del diritto. Mantenere l’ordine di priorità delle cause secondo un criterio temporale rischierebbe, invece, di dare la precedenza a cause risalenti che hanno perso di attualità, rispetto a controversie più recenti che possano essere utili per determinare un orientamento giurisprudenziale su questioni controverse, prevendo in tal modo l’insorgere di nuove cause. 26
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