INSIEME Una Storia da Raccontare - Associazione Amor
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ASSOCIAZIONE A.M.O.R. ODV Associazione Malati in Ossigeno-ventiloterapia e Riabilitazione Piazza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 M I L A N O C. F. 97035230156 - Telefono 02/66104061 - Fax 02/42101652 Email: amor.associazione@libero.it Pec: amorassociazione18@pec.it Sito: www.associamor.com Una Storia da Raccontare INSIEME Storie su come si è vissuto il periodo di isolamento COVID-19
La mia esperienza con il coronavirus Storia raccontata da Eugenia e Dino Da diversi anni ormai siamo associati di Amor per problemi respiratori che hanno cambiato la nostra quotidianità nel profondo, ho dovuto adattarmi e abituarmi alle attrezzature respiratorie che da un lato mi aiutano a rimanere in vita e dall’altro, soprattutto all’inizio, mi hanno fatto sentire diverso e fragile rispetto agli amici, i conoscenti e i parenti abituati a vedermi come un uomo forte, tutto questo ha stravolto la mia normalità. Anche mia moglie ha fatto grandi cambiamenti stravolgendo le sue abitudini e frequentazioni per riuscire a starmi vicino e assistermi nei momenti di maggiore bisogno. Finalmente dopo anni di frequentazione e collaborazione con Amor stavamo vivendo un momento abbastanza sereno e trascorrendo una vacanza con gli associati ad Alassio, quando ci hanno fatto rientrare a Milano, perché nell’albergo vicino al nostro si era verificato il primo caso di Corona-virus della Liguria. Non nascondo di aver sottovalutato l’allarme e di essere stato un po' scettico mentre il pullman ci riportava a casa ma a questa decisione non ci si poteva certo opporre, dopo qualche giorno, i notiziari e la Tv hanno iniziato a parlare di focolai e mancanza di disponibilità di ossigeno, la situazione che si era creata a Bergamo e Brescia mi hanno indotto a cercare delle attrezzature come concentratori o scorte di ossigeno, non riuscendoci mi sono, solo allora, reso conto della gravità della situazione a cui la mia patologia e la mia età mi avrebbero esposto in modo tragico e definitivo. A quel punto mi ha assalito la paranoia che ancora oggi mi accompagna ogni giorno e ogni notte per la paura di non riuscire a vedere le persone a me care, i miei splendidi nipoti, mio figlio e il poter lasciare sola mia moglie compagna di un’intera vita, a tutto questo si aggiunge anche la solitudine a cui siamo costretti non potendo ritrovarci con gli altri associati Amor che in questo periodo ci preparavamo a rivedere per le vacanze estive. Alla mia età per superare queste difficoltà ci si aggrappa alla speranza, ho approfittato delle videochiamate per rimanere vicino ai miei nipoti, e se riusciremo a non ammalarci sarà perché chi ci è vicino ha rispettato tutte le regole e amorevolmente ci ha protetto non sottovalutando la gravità della situazione e seguendo i protocolli imposti per combattere questo maledetto Virus. Spero di poter rivedere tutti gli amici dell’Associazione e riuscire ancora una volta a ridere delle esperienze passate. Tanti Auguri a Tutti. Eugenia e Dino Brancolini
Storia raccontata da Vanna Carissime, cerco di rispondere alle vostre domande Siamo rientrati da Alassio dopo una vacanza per me piacevolissima che mi ha rigenerato emotivamente. Infatti per i motivi di salute e limiti alla mobilità imposti da poco per il peggioramento della malattia avevo trascorso i mesi invernali in crisi totale. Era per me la prima esperienza con l’O2 h24 per cui vedevo nel mio futuro solo il peggio. Poiché per carattere sono tendenzialmente positiva ero preoccupata e temevo di cadere in uno stato emotivo negativo. Come dicevo, Alassio mi ha rigenerato e con spirito sereno e quasi indifferente ho affrontato il lockdown. Sono riuscita ad organizzare le mie giornate in modo totale riscoprendo la meravigliosa fonte di internet che mi ha permesso di ritrovare quegli interessi che la malattia limita. Quali? Per esempio mi è sempre piaciuto andare a vedere mostre o seguire lezioni di storia dell’arte, piaceri che questo inverno sono diventati proibitivi, ma grazie ai siti trovati in internet ho potuto vedere musei che non conoscevo e seguire lezioni o percorsi culturali che da tempo avevo abbandonato non potendo liberamente uscire di casa come e quando lo desideravo. A me piace molto leggere e sempre in internet ho trovato siti che offrono e-book o ti permettono di ascoltare audiolibri di ogni genere. Sempre nei tempi migliori per la salute, organizzavo incontri con amici, insomma avevo una vita molto attiva che la malattia mi ha tolto. Gli amici però sono rimasti e in videochat ci incontriamo quasi giornalmente. Per quanto riguarda la vita pratica sono aiutata da una nipote che si fa in quattro per non farmi mancare nulla per la sopravvivenza . Dato negativo….per paura del contagio ho lasciato a casa la signora che veniva regolarmente ogni mattina per le pulizie di casa e quindi quel poco indispensabile cerco di farlo io …………ma che fatica!!!!!!!!!!!!!!!! Ecco non voglio dire che è stato un periodo bello ma il tenermi impegnata mi ha aiutato a distogliere la mente da pensieri negativi. Ora però incomincio ad accusare una certa stanchezza psicologica; le belle giornate mi fanno pensare alle vacanze diventate per ora tabu e al soggiorno a Malè che avrei potuto fare in vostra compagnia. Avevo pensato di trascorrere i mesi estivi in qualche località ed avevo trovato vari siti da contattare ma per quest’anno non se ne parla ho il terrore di avere contatti con umani di vario tipo. Ecco questa forse è la causa del momento di stanchezza psicologica o di tristezza che ora mi prende ma spero mi passi presto, in fondo anche se mi avvilisco risolvo qualcosa? No, anzi peggioro la situazione, per cui mi ripeto spesso: non piangerti addosso c’è chi sta peggio e in questo modo mi ricarico. L’Associazione o meglio Alfonsina anche in questo periodo che la segreteria è chiusa mi è stata di aiuto fornendomi informazioni utili e di conseguenza posso solo ringraziarla per
la sua disponibilità. Non saprei proprio dirvi cosa A.M.O.R avrebbe potuto fare in questo periodo o in quale modo possa aiutarci nei prossimi mesi. Potrebbe fornirci informazioni sul virus? ma cosa aggiungere a tutte le notizie riportate in modo ossessivo in TV . Potrebbe fornirci informazioni sulle future terapie? Ma anche in questo caso è possibile aggiungere qualcosa a notizie dette e ridette? Potrebbe darci consigli su come evitare il contagio? Beh se ancora non l’abbiamo capito come dicono in meridione siamo….capatoste. Vanna Clement Storia raccontata da Anna Sono stati giorni bruttissimi.... aprire le finestre e non sentire nessun minimo rumore,mi sembrava di avere le orecchie ovattate, di essere in un altro posto non a casa mia. Io abito in un contesto dove ci sono tanti alberi e tanto verde sentivo solo il cinguettio degli uccelli: bellissimo, cielo limpidissimo ,aria pulita .....mi sentivo un intrusa non era il mio mondo. Ho avuto solo tanta paura di star male e di aver bisogno dell'ospedale e non poter andare. Meno male che c'era mio marito che mi rassicurava. Quello che mi è mancato molto sono stati i miei figli e i miei nipotini. Li potevo vedere solo videochiamata. Le chiacchierate con i miei amici e le giocate a burraco. Ho pregato tanto tanto........ Per non pensarci ho letto , ho fatto parole crittografati che mi rilassano . Comunque tutto questo mi ha lasciato un amarezza e un grande vuoto dentro. Spero che un giorno ritorneremo alla normalità. Anna Moccia
La storia raccontata da Angela Buongiorno, sono Angela, sono con Amor da cinque anni e sono veramente felice di essere entrata in questo gruppo. In questo terribile momento mi hanno aiutato molto alcuni amici conosciuti ad Amor che tramite WhatsApp ci siamo sentiti tutti i giorni, così non mi sono sentita sola, ma confortata da loro. Purtroppo per me non sono stati solo due mesi di Lock down, ma cinque perché alla fine di novembre sono caduta fratturandomi una vertebra dorsale e 50 per cento di vertebre schiacciate. Dopo tre mesi di corsetto rigido, avrei dovuto iniziare delle terapie, purtroppo è iniziata questa pandemia e si è fermato tutto. Quindi dolori a non finire, medicinali antidolorifici, ma senza risultato. Così è arrivata anche la depressione. Grazie a Dio ho avuto mio marito che è stato un aiuto indispensabile, si è preso cura di me e della casa. Ha imparato anche a stirare. Aspettavo la visita di mia figlia e nipote nel mese di aprile da Londra, ma i voli cancellati. Meno male che mio figlio abita a Milano e quindi la spesa c'è la faceva lui. Lo potevo vedere sulla porta con la mascherina e mi mandava baci da lontano. Mi è mancata tanto mia sorella, malgrado a Milano ma dalla parte opposta, sola e cieca, però è sempre stata aiutata da mio figlio che si è preso cura di lei. Scusate questo mio lungo sfogo, però mi sono resa conto che mi ha fatto bene descrivere questi brutti mesi Devo anche dire che in tutto questo, qualcosa di buono è uscito, malgrado lontani i miei figlioli non li ho mai sentiti così vicini, tutti i giorni in video li vedevo, ed abbiamo percepito quanto bene ci vogliono. Ora auguro a tutti, anche alle persone che non conosco, di stare bene ed un domani incontrarci al mare o in montagna per abbracciarci. Grazie, grazie a voi, affettuosi saluti. Angela Cavalli
La storia raccontata da Elsa Il 17/2/20 ho compiuto 80 anni e sinceramente mi sembrava un gran traguardo visto la mia situazione con BCO e ossigeno di notte e quando in movimento, anche perché facevo sempre riferimento a mia madre morta neanche a 70 anni per la stessa patologia. OK.. mi sembrava di essere arrivata a un punto soddisfacente... poi è arrivata questa mazzata... sono passati tre mesi e sono ancora qui e godo di questa primavera fiorita, del mio terrazzo dove fioriscono rose e gelsomino, di quest'aria pulita, degli uccelli che si richiamano nel cielo, del forte acquazzone di sere fa con tuoni e lampi un po' spaventosi. Ci sono ancora e tutto questo è la vita di oggi e io voglio esserci ancora.. dopo Abbiamo perso tante persone giovani e anziane, conosciute e sconosciute e questo mi rattrista profondamente e mi commuove Cosa mi è mancato di più... non lo so.. ero viva e ci tenevo a rimanerlo, anche se talvolta penso che non sia giusto.. io di vita ne ho avuta tanta... Vivo da sola da molto tempo e forse per questo è stato più facile per me adattarmi al distanziamento in tutti i sensi. Sento che i figli si preoccupano per me e mi fanno mille raccomandazioni, ma certo la loro vita è altrove e io non voglio assolutamente essere un ulteriore cruccio per loro. Quello che mi è pesato, anche a causa della mia pigrizia, è la mancanza di movimento perché capisco che non è bene passare il tempo in attività del tutto sedentarie. Sono un po' preoccupata perché penso che se avrò bisogno di cure speciali non saprò a chi rivolgermi, il mio riferimento era la pneumologia del Pio Albergo Trivulzio e sappiamo come sono andate le cose.. ma poi penso che c è sempre Alfonsina, il mio angelo per eccellenza (lei forse non sa che sono atea, o no?) e in caso di bisogno mi rivolgerò a lei, sempre prodiga di attenti, utili e pertinenti consigli. Un pensiero che ho avuto spesso in questi giorni è che mi sento fortunata e privilegiata rispetto ad altre situazioni... ho una pensione, non ho figli da mantenere, non devo rischiare andando a lavorare in una fase due o tre e, data l età, non ho forti esigenze di uscite sociali e in compagnia... può bastare il telefono. Penso spesso a chi è giovane e deve affrontare difficoltà cui non era preparato. Pensavamo di preservare i nostri figli dalle batoste della vita, ma poi è arrivato il Virus... e siamo tutti inermi. Si dice che dopo saremo migliori... il cuore vorrebbe crederlo, ma la ragione ci fa dubitare fortemente... e allora... la vita continua come sempre e l'augurio che faccio a tutti è che continui… Elsa Pietropaolo
La storia raccontata da Alfonsina Il primo caso in Liguria di Covid-19 mi ha portato improvvisamente in una situazione impegnativa, in quanto un gruppo di associati dell'associazione AMOR era ad Alassio per il nostro soggiorno invernale. Se nei giorni precedenti, ad Alassio tutto procedeva molto bene, tempo bello, bella situazione di gruppo, allo scoppiare a Lodi dell'epidemia, ho pensato che il gruppo fosse fortunato ad essere in Liguria invece che a Milano. Il primo caso di Covid- 19 è stato proprio ad Alassio, proprio sfortuna che quella signora bergamasca fosse in vacanza ad Alassio invece che in qualsiasi altro posto della Liguria!. Ho avuto molta preoccupazione che i partecipanti al soggiorno potessero essere contagiati e passarsi il contagio tra di loro, non sapendo bene, allora, come si propagasse, cosa fare per proteggersi. La decisione di interrompere due giorni prima il soggiorno, è stata una decisione giusta. Con un tam-tam telefonico tutto il gruppo si è tenuto in contatto, fortunatamente nessuno si è contagiato né ad Alassio né dopo. Sono andata in sede fino al 9 marzo, constatando che i mezzi pubblici non erano pieni come al solito, c'era già molta meno gente nelle strade, la paura cominciava a manifestarsi. Questa settimana è servita un po' a tutti per distaccarsi dalla "normalità" che all'inizio sembrava impossibile da cambiare e fermare, era come se improvvisamente un treno in corsa (la nostra vita frenetica..) dovesse fermarsi di botto! C'era incredulità di fondo che portava quasi a pensare di stare esagerando, impossibile fermare tutto... mai successo una cosa simile! Invece ci siamo organizzati ed abbiamo imparato a lavorare da casa, ci siamo abituati alle videoconferenze, ai webimar, alle videochiamate, alle ricorrenti telefonate per sentire parenti e amici, arrangiandosi un po', anche con qualche difficoltà ma tutto sommato si è riusciti! A casa ci siamo trovati sempre in quattro, potendo così godere ancora della compagnia dei figli che, altrimenti, sono sempre fuori casa. Fortunatamente la casa è grande così ognuno ha avuto il suo spazio sia per lavorare che per le altre attività. Abbiamo un giardino, un orto e questa primavera ci siamo messi un po' tutti a lavorarci. Siamo stati fortunati, in tutto, abbiamo riscoperto lo stare sempre insieme, il parlare di più a tavola rispetto a prima, a darci una mano, ad essere più famiglia. Il silenzio delle strade e di sottofondo era, nello stesso momento, bello e inquietante. Bello per la quiete che si percepiva, inquietante perché tutti eravamo rinchiusi nelle proprie case, era il silenzio di ferragosto ma con tutta la gente in casa e non in vacanza! Mancavano i rumori della vita: le persone che parlano, i bimbi che giocano nei cortili o nei parchetti, le risate dei ragazzi. Certo è stato un tempo di sospensione, di attesa della fine dell'emergenza... sperando di non ammalarsi, sperando che nessun parente e conoscente si ammalasse ... sperando di ricominciare presto... paura però di come riprendere la normalità con il virus ancora in giro ... sperando che questa esperienza ci insegni qualcosa, ci dia consapevolezza del valore delle belle cose che ognuno ha, che io ho. Alfonsina Pollastri
Storia raccontata da Anna e Giuseppe Il Covid ci ha sorpresi durante la degenza di Giuseppe al Sant'Anna di Como (dovuta ad una riacutizzazione verificatasi mentre ci trovavamo a Lanzo d'Intelvi per un ciclo di riabilitazione respiratoria), però la gravità della situazione purtroppo l'abbiamo capita dopo essere stati dimessi ed essere tornati nella nostra casa di Milano dove siamo stati "fatti prigionieri". La paura è stata ed è tanta in quanto con la patologia di Giuseppe e con le notizie che ti davano, soprattutto all'inizio, poi quando la situazione è degenerata e ogni volta che accendevi la televisione o ti arrivavano notizie sui cellulari con il numero di morti, contagiati e ricoverati nelle terapie intensive lì ti sentivi indifeso e a volte abbandonato a te stesso. Allora grazie alla tecnologia ti colleghi a Internet dove puoi "visitare" posti bellissimi dove, forse non ci saresti mai andato, visiti musei, guardi serie televisive tutte in una volta senza dover aspettare una settimana per vedere il seguito, leggi libri che non hai letto durante l'adolescenza (Piccole Donne e Piccole donne crescono), impari a fare la spesa on line, ti impegni a fare pane, dolci e sperimenti nuove ricette (non tutte con risultati soddisfacenti) insomma cerchi di far passare il tempo senza andar fuori di testa e soprattutto seguivi i consigli su come comportarti tipo uso della mascherina, guanti, se ha febbre non uscire e non andare al Pronto Soccorso ma contatta il tuo medico o i numeri messi a disposizione per il Covid ma il consiglio "Programma la tua giornata in casa facendo esercizio fisico e mantenendo l'ambiente pulito" questo è stato quello che quando lo vedevi non sapevi se ridere o incazzarti (perché prima del Covid nessuno puliva casa?!?!). Poi ci sono, ancora adesso, momenti della giornata dove non parli proprio e ci si domanda a vicenda come va? si risponde "tutto ok" ma sai che non è così perché non si ha il coraggio di dirci "questa cosa ci fa paura", allora ti attacchi al telefono cerchi di parlare con qualcuno per farci coraggio a vicenda. Si fanno le videochiamate per vedere figli, nipoti, parenti e amici ma non è la stessa che parlarsi di persona, Io e Giuseppe aspettavamo con entusiasmo la vacanza ad Alessio con gli amici che avevamo conosciuto tramite l'Amor durante il soggiorno del 2019 a Malè dove avevamo trascorso 3 settimane in compagnia di persone simpatiche dove ci si confrontava sulle difficoltà che si incontrano dovute alla malattia, perché chi non ne è colpito non capisce e durante questo periodo ci si telefonava per farci un po' di coraggio, invece è andato tutto di traverso. Ora che si incomincia a vedere un po' di "libertà" di movimento e speri veramente che la situazione continui a migliorare, per poter cominciare a vederci e avere quei contatti umani, perché non solo i bambini devono socializzare ma anche chi non ha più quella libertà
di movimento che purtroppo la malattia ti ha tolto, dove anche se non parli ma uno sguardo dice più di tante parole. Infatti, quando tutto questo sarà possibile e l'Associazione Amor incomincerà a organizzare incontri per poterci vedere cercheremo di esserci. Adesso ti domandi "Andrà tutto bene?" speriamo perché con tutti i morti che ci sono stati (chi se né andato senza il conforto di un parente, i sanitari che hanno sacrificato la loro vita per salvarne altre) vedere i nostri politici che si accusano a vicenda un po' di pessimismo ti viene e allora tu nel tuo piccolo cerchi di fare il possibile perché tutto vada bene ma purtroppo a volte viene scambiato per egoismo. Ma come dice il proverbio "finché c'è vita c'è speranza" auguriamo a tutti noi un po' di serenità. Un abbraccio alla nostra Alfonsina, che con le nostre "paranoie" stressiamo ma Lei è sempre disponibile e gentile, a Rita, Daniela, Maria, Armida e Vanna che in questo periodo di siamo sentite e incoraggiate. Anna e Giuseppe Scacchi La storia raccontata da Antonio Non ho molto tempo a disposizione perché ho da combattere un nemico invisibile, subdolo e letale. Certo è che ci ha fregati per bene: da polmonite a pandemia… un bel passo! Io non ho vergogna a dirlo, mi sono rifugiato in me stesso, nel vero senso della parola: chiuso in casa, un solo contatto (mia figlia) per la spesa ed eventuali altri impegni!E per tutto il resto… VIVA IL TELEFONO!!! Parenti, amici, i famosi congiunti, medici, farmacia, tutto il mondo … a portata di telefono: CHE INVENZIONE! Pensa quanto velocemente avrebbe vinto il virus, quante persone avrebbe ucciso in più, quanto sarebbe diverso oggi il mondo, quanta forza ci siamo trasmessi l’un l’altro grazie al telefono… anche se spesso (giustamente) vituperato ora pare che le cose comincino ad andare meglio: possiamo vederci ma non toccarci, guardarci e mantenere le distanze, parlarci con il “filtro” alla bocca. Accontentiamoci, siamo ancora qui! E’ vero qualcuno ha sofferto e soffre di più, ma qualcosa di buono l’abbiamo appreso combattendo il virus: maggior rispetto degli altri, meno egoismi, miglior rapporto tra di noi… e allora cerchiamo di non buttare via quel poco di buono che il virus ci ha fatto riscoprirei n noi stessi e cerchiamo di continuare così anche quando l’uomo avrà scoperto il vaccino contro questo nemico terribile! Antonio Sala
La storia raccontata da Daniela Buongiorno a tutti anch’io voglio condividere con voi come ho vissuto questo tremendo periodo da persona che ha problemi respiratori che piacciono molto a questo virus e che vive da single. Anche se mi sentivo abbastanza bene fisicamente, il blocco delle frequentazioni, la quarantena prolungata da sola, l’ansia di dover uscire, l’uscire solo per determinate necessità che dovevano essere autocertificate con modellini cartacei che continuavano a cambiare, la sensazione di non avere più la mia libertà e se ripenso ai filmati arrivati dalla Cina dove vedevi in che stato di isolamento dovevano vivere a Wang , il guardare tutti gli altri con sospetto dal vicino di casa al panettiere con cui prima scambiavo tutti i giorni una battuta, l’apportare maggiori gesti di prudenza, mi hanno fatto vivere questo periodo in modo pesante psicologicamente. Ma il mio cervello ha toccato il top dello stress quando ho vissuto per un periodo con un anziano non autosufficiente e poi con chi era ed è ancora oggi il mio nemico: il covid. Vi dico solo che mi sono scontrata con una realtà che non c’era, tutto chiuso, nessun aiuto e nessuno che mi ha ascoltato, i problemi che bisognava risolvere lo stesso……….Non mi vergogno dirvi che in più occasioni e alla sera avevo gli occhi lucidi e mi innervosivo perché dovevo io Daniela, persona forte anche se provata dalla vita, organizzata, portata a gestire più situazioni in contemporanea, soccombere ad un virus. Non vi racconto e non voglio angosciarvi raccontandovi poi quando ho gestito il percorso ospedaliero di questo mio caro: cosa vuol dire aspettare ogni giorno una telefonata di un minuto per sapere come stava andando. Oggi ho bisogno di recuperare tutto quello che non ho avuto, che so che mi farebbe tanto bene ed è rivedere le persone a me care ed abbracciare tutti……….Sarà scontato, ma cari soci in coppia, pensate che ogni emozione, ansia, paura che avete avuto , l’avete potuta condividere……… E per concludere, scherzando i miei valori di saturimetria sono aumentati e sono costanti, cosa è successo? Sto diventando una persona sana? Mi toglieranno l’invalidità. Un abbraccio a tutti e spero di vedervi prima di Natale. Daniela Rusconi
La storia di Giulia Sirene, sirene... ecco quale storia raccontare Buongiorno ai soci di Amor e specialmente quelli che ho conosciuto ad Alassio a febbraio. Io non sono sola, vivo con mio marito per cui questo lunghissimo periodo l’ho condiviso con lui. Lui si occupava di uscire per le necessità, ed è sempre stato un aiuto presente. Questo non vuol dire che anch’io non ho avuto le mie ansie: il pensiero di non poter uscire come prima si è trasformato in un pensiero fisso, quando mio marito usciva l’attesa che tornasse e la preoccupazione che non venisse infettato. Ammetto che mi sono mancati gli affetti cari quali i figli, i nipoti che vedevo solo in videochiamata ma è molto diverso che vederteli muovere in casa. Come ho intitolato il mio breve racconto, l’ansia più pesante, più continua, è stata data dalle sirene delle ambulanze che erano tantissime. Io vivo in un punto a Milano dove esistono molte strutture ospedaliere, quindi era un continuo ed uguale suono che improvvisamente poteva essere veramente forte. Quindi le sirene mi davano il segnale di come era la situazione fuori da casa mia e quindi a Milano. Mi sono rimaste per lungo tempo nell’orecchio………. La paura c’è stata e c’è perché non sappiamo cosa succederà ma io in questo momento mi sento di dirvi VOGLIAMOCI UN PO’ PIU’ BENE Un abbraccio simbolico a tutti. Giulia Lamonica
La storia raccontata da Maria Paola Mentre pensavo, uno dei giorni scorsi, con problematiche di figli e nipotini lontani e tante incertezze per tutto, ero in mezzo ai limoni e vedevo il mare a pochi metri perché qui mi ha portato uno dei miei figli direttamente da Alassio. Leggevo il salmo 96 chiamato “il canto della visione”, che inizia così: “Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al signore da tutta la terra. Levate canti e benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza”.…. Dopo c’è solo da fare silenzio, o anche prima, unirci al canto, in momenti difficili e incomprensibili e poi lasciare che la stessa preghiera trabocchi nel silenzio. Davvero, al mistero della sua presenza, a solo nominarlo, dovrebbero fermarsi i mondi e trattenere il fiato tutte le creature (e noi ancora più!!). Vedere la luce levarsi sul mondo. E non perdersi, sparire nella luce. Dopo tanto gemere, e attendere, e dubitare, e credere e non credere. Tu Dio sei Armonia e Equilibrio, sei la misura della vita, fa che ti vediamo e camminiamo sempre alla tua presenza. Non solo tu che vedi noi, ma noi vediamo te in ogni creatura, e darai gioia specialmente a chi è disperato e solo. Da te abbiano gioia tutti gli esseri, tu che rinnovi ogni giorno la faccia della terra. E ci hai donato l’amicizia di “Amor” anche in momenti difficili. Il “nostro” Francesco, accompagnato dalla cara Irene, diceva cantando:” quando ti prende la malinconia pensa che c’è qualcuno accanto a te, vivere non è sempre poesia, quante domande senza un perché. Ed è quello che è capitato ad ognuno di noi in questo periodo. Poi Francesco canta:” Ma l’amicizia sai è una ricchezza, è un tesoro che non finirà. Metti da parte questa tua tristezza canta con noi, la tristezza passerà amici miei, sempre pronti a dare la mano da vicino e da lontano questi son gli amici miei…quando ritorna la malinconia questa canzone canta insieme a noi, la tua tristezza poi se ne andrà via e scoprirai in noi gli amici tuoi…”. Grazie a tutti voi. Ricordando insieme anche Pino e Bruna. on tanto bene. Maria Paola Gramazio
Maria e Gianpiero raccontano la loro storia Cari soci Amor, anche noi vogliamo raccontarvi come abbiamo vissuto il periodo di Covid . Siamo iscritti da due anni ed eravamo con molti di voi a febbraio ad Alassio. Bellissima vacanza, simpatica compagnia fino a quando le notizie che arrivavano dai familiari , la decisione di tornare a Milano ci hanno portato in una realtà che stava allargandosi a macchia d’olio e impensabile. Gianpiero è abbastanza abituato a stare in casa con il suo carrellino con lo stroller, io molto meno ed in questa circostanza sono io che uscivo per le urgenze. Abbiamo dovuto rinunciare alle visite dei figli e nipoti che riempivano per tutti e due le giornate. Noi abitiamo vicino all’ospedale Niguarda e potete immaginare quale sia stata la musica continua che ascoltavamo notte e giorno. Anche Gianpiero ha avuto paura, ansia specialmente quando ai primi di marzo si è ritrovato ricoverato proprio a Niguarda. Crisi di diabete? Peggioramento respiratorio? Lui non respirava bene, tanta anidride carbonica nei polmoni e non era presente. E se fosse il coronavirus? L’ansia su quest’ultimo nel giro di qualche ora è scomparsa perché il tampone era negativo. Comunque con l’aiuto dei figli , nella prima parte della degenza mi facevano entrare,poi invece sentivo Gianpiero solo al telefono. Fino alla sua uscita, dieci giorni di degenza, abbiamo vissuto con la paura, paura che non era per questo virus ma per la salute di Gianpiero ricoverato in quell’ospedale, da solo. Siamo in due e riusciamo molto ad aiutarci reciprocamente, per cui poi il periodo è trascorso abbastanza bene. Per non pensare al brutto, tra le tante cose abbiamo ricordato i giorni passati ad Alassio ed approfitto dell’occasione per ringraziare lo staff di Amor e Daniela Branà per l’aiuto datoci, per la disponibilità ricevuta sempre con un sorriso . Un abbraccio a tutti e speriamo di riprendere serenamente la nostra vita. Maria e Gianpiero Lualdi
Danila racconta la sua storia NO,NO!!! Non è un brutto sogno, è una cruda realtà... è COVID 19 il protagonista di questa storia. Ha lavorato indisturbato nell'ombra i primi mesi entrando nelle cellule degli esseri umani, dilagando a macchia d'olio, con il gesto più umano e comune"il contatto fisico" per poi farsi scoprire ed instaurare così la battaglia uomo/virus e virus/uomo. All'inizio l'unica nostra arma era l'isolamento, l'interruzione dei rapporti quotidiani, "il blocco". Nel frattempo era riuscito ad impadronirsi dei più fragili, a strapparli dalle mani di coloro che con tenacia, forza e coraggio hanno cercato di affrontarlo anche a discapito della loro incolumità. La lotta non è finita, tante persone stanno cercando di creare uno scudo che ci permetterà di proteggerci, ma la ricerca è lunga e complessa. Ecco, io sono una compagna di sventura in questo viaggio. Come sto vivendo io con questa mina vagante che può colpirmi da un momento all'altro? Cerco di proteggermi rimanendo nel recinto che circonda la mia casa, avendo contatti indispensabili ma distanziati. Purtroppo oltre ad avere un serio problema respiratorio, ho anche un problema oncologico che necessità di esami, controlli e terapie, per ora tutti sospesi, e la ripresa di questi significa tornare a frequentare ospedali e ciò mi mette in apprensione, ma saranno scelte che dovrò comunque affrontare. Temo anche per mio marito, che si espone più di me per sopperire ai bisogni quotidiani indispensabili e non ricorrere troppo spesso agli aiuti esterni. E' un periodo un po' difficile, ed anche se cerco di essere positiva e respingere i timori, questi, la notte ritornano nel mio subconscio disturbandomi molto il sonno, di per sé già turbolento. Ma nonostante ciò, qualcosa di positivo sono riuscita a realizzare coinvolgendo a distanza il mio vicinato, tramite telefono e passaparola. Questo,perché vivo alla periferia di un piccolo paese, e delle nostre case solo una ha l'altezza di tre piani. Abbiamo celebrato in maniera insolita le festività che erano in calendario in questo periodo: 1^ - S.PASQUA Dopo la benedizione in TV del S.Padre, ci siamo dati appuntamento alle 12,30 ognuno dal suo balcone o giardino per lo scambio degli auguri ad alta voce ed accompagnati dal suono di una vecchia campana. 2^ - 25 APRILE Festa della Liberazione. Bandiere tricolore ai cancelli. Ciascuno ha ricevuto un cartoncino ripiegato e sul fronte la scritta "il pensiero mette le ali" e,all'interno, ognuno ha scritto un suo pensiero. Questo cartoncino è stato legato ad un palloncino bianco, rosso o verde, poi è stata la volta della
musica ed al suono di "Fratelli d'Italia" cantando tutti insieme, abbiamo fatto volare i palloncini. 3^ - 1° MAGGIO Festa dei lavoratori. Grande striscione, larghezza della strada, con scritto "LAVORATORI - DIRITTI - DOVERI - UNIONE E FORZA" Ai piedi una scena di lavoro rappresentata con ciò che ciascuno aveva a disposizione: una cariola, un carretto, dei mattoni, dei guanti, dei tubi, una scala, un caschetto, ed una tuta da lavoro imbottita per creare un lavoratore con guanti e mascherina e vari attrezzi. 4^ - 3 MAGGIO inizio mese mariano. Addobbi individuali dei propri cancelli e ringhiere con anelli di nastro, bianco e azzurro, per formare una catena che univa tutte le case. Ad inizio della via, in uno spiazzo era posizionato un altarino con un quadro della Madonna adornato con fiori, ceri e luci. Ai propri cancelli ognuno ha messo un porta lampada per inserire la torcia accesa, passata a turno, dal vicino di casa. 5^ - 10 MAGGIO Festa della mamma. Ho preparato una pensiero per la mamma suddiviso in 16 cartelli, ciascuno con una parola o breve frase, " GRAZIE MAMMA per ciò che mi hai dato e che mi dai: il sorriso, la tenerezza, la dolcezza, l'allegria, l'educazione, gli insegnamenti, i rimproveri, i richiami, la comprensione, la consolazione, la protezione, la saggezza, la forza ed il coraggio, tutto questo con un solo gesto d'amore e spirito di sacrificio. MAMMA SEI UNICA". In angolo al cartello è stato allegato un cuore e sul retro è stata scritta la frase per intero, che ognuno ha conservato per sé. Ognuno ha ricevuto il cartello così completato che è stato appeso fuori dal cancello. Con la propria fantasia, ciascuno ha creato una composizione floreale che ha posizionato ai piedi del cartello. Ore 15, in attesa di una infermiera che svolgeva il suo lavoro sul campo, e quindi doveroso ringraziare, appuntamento ai cancelli per lo scambio degli auguri e la musica con le canzoni della mamma. Ma non è ancora finita! 6^ - 31 MAGGIO, chiusura mese mariano. Sono ancora presenti le catene bianche e azzurre ai cancelli,posizioneremo ancora l'altarino e ci daremo appuntamento, sempre distanziato ai propri cancelli,per una staffetta con torcia posizionata al proprio cancello, recitando il rosario e canto a Maria. Questo è stato un modo per sentirci uniti anche se c'erano le distanze,che speriamo poter accorciare, per tornare alla vita tra persone che, per natura, convivono in sintonia, apprezzando ciò che più ci unisce, "la condivisione". Danila Rocco
Rita racconta la sua storia Questo periodo del corona-virus mi ha tolto tante cose. Innanzitutto la mia sicurezza perché ho avuto paura, sono stata male anche se non ricoverata, ben curata ma mi sono sentita fragile come non mai. Poi il virus si è portato via un caro amico per cui ho pregato molto per la sua guarigione e che invece è morto da solo in ospedale. Ci siamo scambiati un ultimo messaggio pieno di speranza ed io credo davvero che lo rivedrò in cielo. Poi la nostra Bruna ... Mi ha tolto un viaggio programmato a New York che spero di poter fare il prossimo anno. Mi ha tolto il piacere di andare a Niguarda in segreteria Amor a condividere con Alfonsina , con Daniela e Antonietta il lavoro per la nostra bella associazione. Ma questo tempo ha avuto anche dei risvolti positivi e importanti. Ho capito chi sono i veri amici, quelli che, quando la barca della vita ha una falla, non ti mollano ma remano con te. Il telefono, l’iPad , il computer e la televisione hanno permesso che non perdessi i contatti con tante persone care. Tante volte ci siamo detti che l’Amor siamo noi ma mai come ora ho visto che è realmente così. Non posso non ringraziare Daniela Rusconi, Irene, Paola, Antonietta, Alfonsina e il nostro presidente perché mi hanno ricordato, con i loro volti, come è bella la nostra compagnia, attraverso le mail e questo benedetto ☎ telefono. Ringrazio tutti voi perché ci siete e anche se non potremo andare a Malè stiamo pensando a una gita, o a una festa per rivederci quando le cose saranno sotto controllo, e gioiremo di nuovo assieme. La nostra amicizia è già bella ora, così che non dobbiamo solo pensare ? a dopo, andate a rivedere la festa ? di Natale o i bei giorni di Alassio: Amor insieme per respirare la vita...l’ossigeno dell’amicizia ci aiuta! Rita Bellemo
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