Giovanna Marini Tutti i testi - Canti di protesta politica e sociale - Aggiornato il 11/02/2022 - ilDeposito.org
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ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Canti di protesta politica e sociale Giovanna Marini Tutti i testi Aggiornato il 11/02/2022 pagina 1
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale ilDeposito.org è un sito internet che si pone l'obiettivo di essere un archivio di testi e musica di canti di protesta politica e sociale, canti che hanno sempre accompagnato la lotta delle classi oppresse e del movimento operaio, che rappresentano un patrimonio politico e culturale di valore fondamentale, da preservare e fare rivivere. In questi canti è racchiusa e raccolta la tradizione, la memoria delle lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato la storia, in Italia ma non solo, con tutte le contraddizioni tipiche dello sviluppo storico, politico e culturale di un società. Dalla rivoluzione francese al risorgimento, passando per i canti antipiemontesi. Dagli inni anarchici e socialisti dei primi anni del '900 ai canti della Grande Guerra. Dal primo dopoguerra, ai canti della Resistenza, passando per i canti antifascisti. E poi il secondo dopoguerra, la ricostruzione, il 'boom economico', le lotte studentesche e operaie di fine anni '60 e degli anni '70. Il periodo del reflusso e infine il mondo attuale e la "globalizzazione". Ogni periodo ha avuto i suoi canti, che sono più di semplici colonne sonore: sono veri e propri documenti storici che ci permettono di entrare nel cuore degli avvenimenti, passando per canali non tradizionali. La presentazione completa del progetto è presente al seguente indirizzo: https://www.ildeposito.org/presentazione/il-progetto. ------------------------------------ Questo canzoniere è pubblicato cura de ilDeposito.org PDF generato automaticamente dai contenuti del sito ilDeposito.org. I diritti dei testi e degli accordi sono dei rispettivi proprietari. Questo canzoniere può essere stampato e distribuito come meglio si crede. CopyLeft - www.ildeposito.org pagina 2
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale A Riace (2018) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: emigrazione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/riace In Calabria è un paese che sa sperare bene, siamo soli qua non si va più avanti, un sindaco capace di capire con il cuore, è arrivato il giorno il momento del coraggio un bel giorno ai paesani così prese a per i nostri giovani chiudere e partire, parlare: amici, chiudere e scappare, chiudere e migrare, amici miei ascoltatemi sentite bene a me, oppure? questo paese è morto cosi non si va avanti, sono partiti tutti partono i migranti, Quelle case abbandonate, si vecchie mancano le stagioni mancano i quattrini, sbeccolate, mancano le braccia mancano i contadini, ma, potrebbero essere aggiustate partono i Narduzzi, Capace, Natofini, Io li ho visti i migranti belli giovani e Toscale, Caffitta, Capotonno, tanti, stiamo andando a fondo,stiamo andando a forti ammassati nei campi senza un avvenire fondo. Loro un aiuto a noi lo potremmo dare, e loro a noi Le vecchie case vuote da far male io non venite migranti, non è più l’ora di migrare, voglio più vederle, questa è l’ora di abitare, venite, venitemi ad aiutare persino i vecchi al bar vi scegliete una casa ve la riparate non sanno cosa fare, ed è vostra per sempre, questa è una promessa hanno perso il compagno per il loro tresette, è il sindaco che vi parla, venite, mi guardano spaesati, qua male si mette, noi diamo una casa a voi, e voi ridate un siamo soli, qua non c’è più vita, paese a noi.. Silenzio Informazioni " Sentite io vi devo dire una cosa a cui tengo molto, sta accadendo una cosa che dobbiamo seguire assolutamente, Mimmo Lucano sindaco di Riace sta facendo sciopero della fame, lo sapete perché? Lui ha fatto un esperienza, la più bella del mondo osannata da tutti, lui ha fatto un accoglienza di migranti da anni e ha salvato il suo paese e ha salvato i migranti. Loro hanno ricostruito le case e il paese ora e’ nuovo e son tutti contenti, e che facciamo noi? gli tagliamo i fondi, lui ha fatto attività culturali di tutti i tipi, è un'esperienza simbolo che gira per il mondo, tranne che in Italia e che facciamo gli tagliamo i fondi… " (Giovanna Marini). Il 2 ottobre 2018, un mese dopo questa dichiarazione Mimmo Lucano viene arrestato per "favoreggiamento dell'immigrazione calndestina", segnando la fine dell'esperienza Riace, e causando l'allontanamento e la dispersione dei migranti che vi abitavano. Il testo è ripreso dal sito "Canzoni contro la guerra" pagina 3
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Ballata di Ustica (1999) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: strategia della tensione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-di-ustica Era il dì 27 di giugno C'era in mare una nave da guerra anno 80 del secolo scorso che portava bandiera americana e un aereo in civile percorso e nel cielo tre caccia mortali d'improvviso nel mare cascò. nella scia dell'aereo a lottar. Trascinò gli 81 sul fondo Più di un missile venne sparato tra equipaggio, adulti e bambini e da scudo l'aereo civile da Bologna a Palermo vicini ne ebbe a un tratto ferita mortale al tramonto in un cielo seren. presso Ustica s'inabissò. Alle grida di quegli innocenti Da 20 anni tremiamo al pensiero al pensiero di cosi grande orrore al terrore di quegli innocenti le richieste di tutti parenti non esiste ragione attenuante fino ad oggi risposta non c'è. al delitto di stato che fu. Un'inchiesta che dura 20 anni Che credete voialtri militari, tra suicidi e scomparse improvvise che la guerra giustifichi tutto? gli italiani han capito l'avviso Voi ci avete strappato il diritto chi sapeva non voleva dir. a fiducia ed umana pietà. Quell'arereo volava sicuro E allora non vi resta che dichiarare il vero su una rotta del tutto ufficiale ai parenti ed alla nazione ma nell'ombra di quelle sue ali e scontare la pena in prigione un conflitto tra stati scoppiò. per la strage di umanità e scontare la pena in prigione per la strage di umanità. Informazioni Composizione per quartetto scritta per lo spettacolo I-TIGI, Canto per Ustica di Marco Paolini, chiesto dell'associazione Familiari delle vittime di Ustica, prod. Comune di Bologna, Comune di Palermo e Romagna Teatri. Sulla melodia di O Gorizia pagina 4
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale I treni per Reggio Calabria (1975) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-treni-reggio-calabria Andavano col treno giù nel meridione dormono dormono profondamente per fare una grande manifestazione sopra le bombe non sentono più niente il ventidue d'ottobre del settantadue famiglie intere a tre generazioni in curva il treno che pareva un balcone son venute tutte insieme da Torino quei balconi con la coperta per la vanno dai parenti fanno una dimostrazione processione dal treno non è sceso nessuno il treno era coperto di bandiere rosse slogans, cartelli e scritte a mano la vecchia e la figlia alle rifiniture il marito alla verniciatura da Roma Ostiense mille e duecento operai la figlia della figlia alle tappezzerie vecchi, giovani e donne stanno in viaggio ormai da più di venti ore con i bastoni e le bandierearrotolati portati tutti a mazzo sulle spalle aspettano seduti sereni e contenti sopra le bombe non gliene importa niente Il treno parte e pare un incrociatore aspettano che è tutta una vita tutti cantano bandiera rossa che stanno ad aspettare dopo venti minuti che siamo in cammino si ferma e non vuole più partire per un certificato mattinate intere anni e anni per due soldi di pensione si parla di una bomba sulla ferrovia erano venti treni più forti del tritolo il treno torna alla stazione guardare quelle facce bastava solo tutti corrono coi megafoni in mano richiamano "andiamo via Cassino con la notte le stelle e con la luna i binari stanno luccicanti compagni da qui a Reggio è tutto un campo mai guardati con tanta attenzione minato, e camminato sulle traversine chi vuole si rimetta in cammino" dopo un'ora quel treno che pareva un balcone mai individuata una regione ha ripreso la sua processione dai sassi della massicciata dalle chine di erba sulla vallata anche a Cassino la linea è saltata dai buchi che fanno entrare il mare siamo tutti attaccati al finestrino Roma ostiense Cisterna Roma termini Cassino piano piano a passo d'uomo adesso siamo a Roma tiburtino pareva che il treno si facesse portare tirato per le briglie come un cavallo Il treno di Bologna è saltato a Priverno tirato dal suo padrone è una notte una notte d'inferno i feriti tutti sono ripartiti a Napoli la galleria illuminata caricati sopra un altro treno bassa e sfasciata con la fermata il treno che pareva un balcone funzionari responsabili sindacalisti qualcuno vuol salire attenzione sdraiati sulle reti dei bagagli per scrutare meglio la massicciata non fate salire nessuno si sono tutti addormentati può essere una provocazione si sporgono coi megafoni in mano dormono dormono profondamente e un piede sullo scalino sopra le bombe non sentono più niente l'importante adesso è di essere partiti e gridano gridano quello che hanno in mente ma i giovani hanno gli occhi spalancati solo comizi la gente sente ora passa la notte e con la luce vanno in giro tutti eccitati la ferrovia è tutta popolata mentre i vecchi sono stremati pagina 5
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale contadini e pastori che l'hanno sorvegliata volavano sassi e provocazioni col gregge sparpagliato ma nessuno s'è neppure voltato la Calabria ci passa sotto i piedi ci passa gli operai dell'Emilia-Romagna dal tetto di una casa una signora grassa guardavano con occhi stupiti fa le corna e alza una mano i metalmeccanici di Torino e Milano e un gruppo di bambini puntavano in avanti tenendosi per mano ci guardano passare le voci rompevano il silenzio e fanno il saluto romano e nelle pause si sentiva il mare Ormai siamo a Reggio e la stazione il silenzio di qulli fermi è tutta nera di gente che stavano a guardare domani chiuso tutto in segno di lutto e ogni tanto dalle vie laerali ha detto Ciccio Franco "a sbarre" si vedevano sassi volare e alla mattina c'era la paura e alla sera Reggio era trasformata e il corteo non riusciva a partire pareva una giornata di mercato ma gli operai di Reggio sono andati in testa quanti abbracci e quanta commozione e il corteo si è mosso improvvisamente il nord è arrivato nel meridione è partito a punta come un grosso serpente e alla sera Reggio era trasformata con la testa corazzata pareva una giornata di mercato i cartelli schierati lateralmente quanti abbracci e quanta commozione l'avevano tutto fasciato gli operai hanno dato una dimostrazione Informazioni Gli accordi sono molto "abbozzati", il minimo per fornire un accompagnamento con la chitarra, per niente simile all'originale. pagina 6
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale La linea rossa di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-linea-rossa La pace, l'amore, la Giustizia e verità giustizia e la verità è proprio quello che ci va siamo d'accordo e qui si parla solo son belle cose ma di libertà si deve andare più in là ma anche questa si sa si deve andare più in là ora fa parte della la Linea Rossa prosa della canzone d'attualità è sempre andata più in là. La pace, l'amore, la... Al posto di pace già ci metterei ostilità [Giustizia e verità non suona cosi bene le lascerei per l'aldilà per tutti ma qui parlerei piuttosto suona bene per chi di libertà ogni giorno non sa ma anche questa si sa se il giorno dopo ora fa parte della da mangiare ce l'ha. prosa della canzone d'attualità.] La pace, l'amore, la... Al posto d'amore, sì La pace, l'amore, la ci metterei guerra contro chi giustizia e la verità beve il sangue siamo d'accordo di chi è sua proprietà son belle cose ma è più bello, lo so si deve andare più in là chiamarlo carità si deve andare più in là certo non fa piacere la Linea Rossa la verità. è sempre andata più la Linea Rossa La pace, l'amore, la... è sempre andata più la Linea Rossa è sempre andata più in là. pagina 7
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale La manifestazione in cui morì Zibecchi (1979) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: repressione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-manifestazione-cui-mori-zibecchi Nella piazza un gran groviglio, chiama, tutti corrono gridono piangono ha addosso ancora la giacca del pigiama, per la gente dentro casa non è successo abita là sopra, cercava di dormire, niente “Che c’è, che succede?”, si mette a gridare, ma le sirene le grida, la puzza il fumo si “Corri, corri, corri! Chiama qualcuno!”. sente Ma la gente è impazzita, non la ferma più “assassini, assassini!”, continuano a nessuno, gridare. “guarda la polizia, ne ha già ammazzato uno”, Arrivano due uomini con le magliette chiare, ora sparano, sparano e continuano a sparare, piangono, tossiscono, non sanno più parlare, “Chiama il servizio d’ordine, presto datti da Zibecchi è per terra, la testa sullo scalino, fare!”. le braccia un po’ in avanti, ma come per Il deputato entra nel bar, lo guardan nel chiamare., silenzio, la testa resta indietro, punta lontana, con le dita che tremano fa il numero del le gambe stanno lì, ma come di nessuno, telefono, una donna anziana grida uscendo da un in mano ha il libretto notes tutto portone, spiegazzato, “assassini, assassini!”, e ferma due “Non c’è tempo, muovetevi, presto, su, celerini. venite, “Assassini, assassini!”, e avanza le mani, bisogna fare i cordoni, c’è la gente ne vengono giù dieci, scendono da un gippone, impazzita, e trascinano la donna sopra un’auto militare, andate, sono qui, qui in mezzo alla gente, di lei da quel giorno non s’è più sentito può accadere di tutto se non siamo presenti, parlare. può accadere di tutto se non siamo presenti!” “E’ un corteo, è un corteo!”, incominciano a gridare, L’uomo ha attraversato la città, ma le jeep impazzite non fanno più passare, era notte quand’era partito, vengono degli uomini le mani piene di sassi, alle sue spalle la città era affamata, “guardate, guardate, ci sparano addosso!”. sulla persiana la signora popolana. “Sparano, sparano!”, corre la voce, Lui andava, guardava, guardava, aumentano le grida, la gente si butta per lui a andare si toglieva la camicia, terra, e si vedeva la gente morire, chi raccoglie i bossoli e li guarda senza gente correre, gente star male. fiato, “Ah che succede, che cosa devo fare? chi cerca di scappare, i ferri pedonali, Io a casa mia non ci voglio tornare, “sparano, sparano!”, continuano a gridare, devo restare, devo raccontare”, e si aggrappano uno all’altro, fermano chi tutta la notte come un testimone, vuole tutta la notte come un testimone, [scappare, guardava, pensava, guardava, pensava, finalmente un uomo autorevole compare, tutta la notte come un testimone, è un compagno deputato, si guarda in giro, guardava, pensava, guardava, pensava. Informazioni Canzone dedicata a Giovannino Zibecchi, ucciso dalla polizia duranta una manifestazione, il 17 aprile 1975. Fonte pagina 8
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Lamento per la morte di Pasolini (1979) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-la-morte-di-pasolini Persi le forze mie persi l'ingegno Le undici e mezza mi sento morire la morte mi è venuta a visitare la lingua mi cercava le parole «e leva le gambe tue da questo regno» e tutto mi diceva che non giova persi le forze mie persi l'ingegno. le undici e mezza mi sento morire. Le undici le volte che l'ho visto Mezzanotte m'ho da confessare gli vidi in faccia la mia gioventù cerco perdono dalla madre mia o Cristo me l'hai fatto un bel disgusto e questo è un dovere che ho da fare le undici volte che l'ho visto. mezzanotte m'ho da confessare. Le undici e un quarto mi sento ferito Ma quella notte volevo parlare davanti agli occhi ho le mani spezzate la pioggia il fango e l'auto per scappare la lingua mi diceva «è andata è andata» solo a morire lì vicino al mare le undici e un quarto mi sento ferito. ma quella notte volevo parlare non può non può, può più parlare. pagina 9
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Le Fosse Ardeatine (2003) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: antifascisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-fosse-ardeatine Proclama scritto dal ottant’anni, Comando Tedesco in Roma occupata, il più giovane quattordici anni ah Ah! e affisso su tutti i muri della città il 25 marzo del ’44: Un maresciallo delle SS chiede chi è disposto «Il 23 marzo nel pomeriggio viene lanciata a fare lavori pesanti, una bomba da criminali comunisti-badogliani scavare fosse si faccia avanti! contro una colonna tedesca C’è un lungo silenzio, poi mano a mano, in transito per via Rasella. si offrono tutti. Ah! Trentadue uccisi parecchi feriti. Il più giovane dei Di Consiglio Per ogni tedesco ammazzato dieci che non è stato chiamato criminali comunisti-badogliani saranno vuole raggiungere il padre e i fratelli, fucilati. e il suo nome va dentro alla lista. Ah! Quest’ordine è già stato eseguito» Il cielo si fa nero, è quasi sera Verso le due dentro a Regina Coeli entrano le Sento muovere nel cortile SS, vedo i camion pronti a partire aprono le porte vanno di cella in cella, E quelli con le mani legate issati gridano nomi di uomini prigionieri sui camion in un silenzio straordinario Il primo a essere chiamato E i soldati con i mitra puntati il maggiore Talamo esce senza la giacca, e loro dentro accovacciati vuol tornare a prenderla E da noi gli sportelli sono tutti sprangati, ma no se lo portano via. Ah! Ah! c’è un gran silenzio Ma una donna si mette a gridare, Passano in fretta aprono e gridano un nome urla lamenti, ci fa male e un uomo esce e non ritorna più. È la moglie di Genserico Fontana, Bruno Pellegrino vede passare Alberto non riescono a farla tacere, lei ha capito…: Fantacone, lo portano in barella non poteva camminare, «Era nel primo pomeriggio: partivano, capisce che è impossibile che lo portino a li ho visti io lavorare, da via Tasso tre camion, amore mio e allora si mette a gridare: Noi stavamo ad aspettare il secondo colloquio «È una mattanza! È una mattanza! e la finestra dava sul cortile, Assassini! Assassini!» e i camion erano del tipo militare telati E tutto il carcere attacca a gridare coperti sopra e ai lati «Assassini!». E i nostri cari con le mani legate, amore Diceva il carcere «Assassini!» mio! La frenesia, la confusione… E abbiamo cominciato a chiamare Chiamava ognuno i suoi padri figli fratelli Il tenente Tunath preleva nipoti, gli uomini del terzo braccio amore mio poi attende la lista della Polizia Italiana, E i soldati venivano incontro col mitra ma la lista non arriva, non c’è! spianato Allora prende a caso undici persone, “Via! Via! Kaputt!”, pazzi erano, erano pazzi si fa dare il nome E noi che potevamo fare? Vi abbiamo visti e le aggiunge alla sua lista ah! partire» Solinas vede passare Manlio Bordon, dalla sua cella è prelevato Michele Bolgia E vanno per Roma i camion, Roma deserta Enrica Filippini vede passare il dottor Nessuno doveva vedere, nessuno doveva sapere! Pierantoni Una camionetta girava da due ore e i Di Consiglio sei Di Consiglio per il quartiere e un megafono strillava: Non vedrà più Luigi Gavioli «Un convoglio deve passare, Il più vecchio dei prelevati aveva che le persiane siano tutte sbarrate, pagina 10
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Se vediamo qualcuno affacciato a monte e a valle delle cave abbiamo l’ordine di sparare!» e i camion retrocedono fino all’ingresso E poi i camion sono arrivati affinché loro non si vedano circondati dalle moto col sidecar E nessuno li ha visti entrare e i soldati con i mitra puntati, Solo i tedeschi militari immobili pronti per Piazza Barberini, il Tritone, sparare via Nazionale, il Colosseo, tutto sbreccolato A trecentotrentacinque uomini: cinque per e Marco Aurelio sul suo cavallo dorato volta… E la piazzetta ornata con la chiesa «E noi come potremo mai dimenticare in cima alla scalinata che così sono morti i nostri padri?» che sale sale fino al portale «Ma lo sai quante volte me li vedo E da via Tasso e da Regina Coeli entrare dentro al buio delle cave, smarriti, quei camion hanno sfilato si guardano intorno per capire» fra le case scolorite e i muri vecchi «Ma che si sono detti in quel momento? e le fontane delicate, Ma cosa avranno pensato? e portavano al macello padri e figli Ma che gli avrà detto il cervello? ammanettati Ma la bocca gli avrà parlato?» E nessuno li ha seguiti! Trecentotrentacinque uomini, cinque per volta Nessuno è andato a chiamare - E questo è vero! È vero! È tutto vero Lo sai che me lo chiedo da cinquant’anni - E la storia l’ha detto e il tribunale ha Nessuno è andato a domandare: parlato Ma perché bloccano le strade? Così è stato, ma come si può pensare...! Ma che cosa volete fare? Arrivano sull’Ardeatina che il sole sta per – Ce ne sono cinque di troppo – dice Kappler cadere – Questi hanno visto tutto, che ne facciamo? mettono due sentinelle per bloccare veicoli e Uccidiamo anche loro? pedoni Uccidiamo anche loro –. Informazioni Una cronaca precisa, puntuale e tragica dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui i nazisti trucidarono 335 persone come rappresaglia. Fonte pagina 11
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Monòpoli (1970) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/monopoli Fu nel luglio del sessantadue Ed allora, finito l'orario, che partimmo da Monòpoli facevamo lo straordinario per andare a Cislago Varese, per pagare il biglietto del treno frequentare un corso incapìbile. e più presto ripartire. E noi tutti eravamo cortesi Ma alla fine della settimana di passare a una vita borghese, ci fu il vitto da pagare nel sentire che si stava bene, e nessuno poté più partire: mentre invece non fu poi così. tutti chiusi nel Settentrione. Dovevamo far quattr'ore di lavoro Così il Nord ci ha rubato e quattr'ore di teoria dalla terra dove sono nato, ed invece era tutto ingannato: con la perfida illusione dieci ore stavi a lavorà. di passare a una vita migliore. E quei soldi che ci dava - E noi tutti eravamo cortesi mille lire la settimana -! di passare a una vita borghese, Le ragazze eran tutte piangenti, nel sentire che si stava bene, così pure quei pochi studenti. mentre invece non fu poi così. Informazioni Cronaca fedele di uno dei tanti drammi dell'emigrazione interna. Inserita nello spettacolo L'aria concessa è poca, del 1970 pagina 12
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] (1966) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: comunisti/socialisti Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-padrone-non-lo-fare-se-cavessi-cento-figli Se ci avessi cento figli che io vi posso rovinà. tutti quanti belli e forti gli direi : «Vi preferisco morti Ci ho la tradotta dei crumiri che a lavorare per il padron». che li porta a lavorare che li porta a disertare Il padrone in veste nera ma dalla loro società». con la mano sopra il cuore: «Mi fa tanto dispiacere «O padrone non lo fare... ma io vi debbo licenzià». Che farai allora crumiro «O padrone non lo fare per i soldi del padrone siamo in pochi ma a lottare tu rimani a guardare e per farla scomparire ché da solo ti sei rovinà. la maledetta proprietà». «O padrone non lo fare Il padrone in veste nera siamo in pochi ma a lottare con la mano sopra il cuore: e per farla scomparire «State attenti a lavorare la maledetta proprietà la maledetta proprietà la maledetta proprietà». pagina 13
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Passerà (1991) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passera Credevo d'esser nata immortale Contenti delle briciole che ci han che il mondo era da cambiare lasciato i potenti attenti in un momento e non pensarci più solo alla loro continuità Oh vita mia, oh vita mia Oh vita mia, oh vita mia quanto è fatta di paura quanto si può sopportare questa mia immobilità questa finta sazietà Passerà passerà Passerà, passerà ma la storia chi la fa? Ma la storia chi la fa? All'ombra di una quercia con gli occhi Immersi in questo sonno saremo nel cielo che pezzo di sereno risvegliati un giorno da un avuto in premio a quest'età signore che pensava come me Oh vita mia, oh vita mia Oh vita mia, Oh vita mia quanto sarà finta o vera allora sarò io a cambiare questa mia serenità la paura passerà Passerà passerà Passerà e sapremo Ma la storia chi la fa? la storia chi la fa pagina 14
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Ragazzo gentile (1976) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ragazzo-gentile Ragazzo gentile qui davanti a me C'è da costruire paesi e città Mi stai a sentire ma dimmi il perché Buttare via i morti andare più in là Le storie e i fatti della gente e poi Spianare montagne e riempire il mar Le croci, gli eroi innalzati da noi E chi non lo vuole aiutarlo a morir Si son rovesciati con la testa in giù E quanto ha patito la mia città Stan lì dissanguati non parlano più chi è vivo lo vede chi è vivo lo sa. pagina 15
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Se, Riflessione (1991) di Giovanna Marini Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) Lingua: italiano Tags: strategia della tensione Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-riflessione Se quella sera non avesse parlato A Trapani c'è sempre il sole la bella gente quella sera a Trapani davanti al televisore va su e giù per Corso per salutare e farsi quella sera che il sole non riusciva a cadere salutare e il cielo era rosso rosso sangue sparso ma in mezz'a tanta cortesia qui in Sicila si può morire di televisione si può morire di Se solo l'avesse guardato e guardando taciuto parole e il televisore fosse rimasto muto smorto muto opaco E io che gli volevo stringere la mano! certo ora Mauro Rostagno sarebbe vivo ancora Mezzanotte e trapassa il tempo ancora è sparita la luna e io m'addormento da sola. Informazioni Mauro Rostagno, studente di sociologia a Trento negli anni caldi della protesta studentesca, dopo un periodo di ricerca e studio in India, a Puna, si dedicò al lavoro per il recupero dei tossicodipendenti nella comunità Saman fondata e diretta da Cardella e Patrizia Rovere, a Erice, in Sicilia. Come giornalista e conduttore della televisione locale Tele Cine, denunciò ripetutamente le collusioni tra mafia e politica locale. Venne ucciso il 26 settembre 1988. (da "Un Paese Vuol dire" - Giovanna Marini, ed. Nota, 2009) pagina 16
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Viva Voltaire e Montesquieu (1968) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-voltaire-e-montesquieu Evviva Voltaire e Montesquieu, Ha bestemmiato, potenti per molta ragione! odio la purezza. hanno minato un regime ha tradito e s'è sporcato, mangiandone ogni briciola buona. odio l'onestà. È un profanatore,. Perché e in nome di che odio il rigore, non dovremmo divorare ciò che nutre, Allontanatelo, anche in una istituzione troppo facile! che prepariamo alla distruzione? è il pungolo della morte, mascherati di virtù, Ha bestemmiato! è un'ammonizione a giustificazione Questo grido l'aspettavo: è un puro che ha per i nostri ottimisti, parlato. che mancate di invenzione! Lo conosco - il puro - mi è entrato è uno scandalo dentro da anni, mi ha vi aggrappate violentato, infamante si è confuso con me a verità prefabbricate, a un punto tale che e lo coviamo non so se non son io che ho gridato. pur sapendo ingenuamente! Riveste ogni mia intenzione che ora tutto è cambiato. di polvere sottile ed antica, cosi che tutto ciò Gridano i puri, che al di fuori di me tirano fuori dei valori di purezza e di virtù è ammantato sacri, intoccabili a priori e non importa se siamo molto richiama dal mio interiore ignari del significato di questi tesori. la polvere sottile, la scuote e Servono solo a linciare malgrado me il profanatore, scruto attentamente e sto a sentire. sorreggono il potere e sono utili per chi non ha il coraggio E sempre nascosto nella folla di scegliere in ogni angolo oscuro; e vivrebbe nel terrore. guardatevi dal buio, dal gruppo chiuso e austero, Il puro per difetto: guardatevi - che non nasconda il puro. ecco il primo assassino. Annidato come pipistrello nero, Ha sempre il sospetto ascolta con le orecchie e senza cuore, che chi gli sta vicino privo di cervello e di piacere, ma ha nasconda un valore che lui non ha, le regole imparate dal manuale. perché è puro per difetto di passione - o meglio affetto Ha bestemmiato. da una passione difettosa. Ha tradito e s'è sporcato. È un profanatore. È' l'amante della regola: Allontanatelo. eccola lì, grassa, prosperosa, È il pungolo della morte. portata a spalla dai morti È un'ammonizione per i nostri ottimisti. che si mescolano ai vivi, È uno scandalo infamante. loro bianchi e consunti, Lo coviamo ingenuamente. lei ridente e volitiva li schiaccia col suo peso pagina 17
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale in uno stato continuo di morte protettiva. certo un giorno l'avrà. Trema il puro per difetto Nascosto fra voi con la mia idea, che venga a mancare aspetto e non mi sporco: chi la regola la sa inventare: basta che vostra mai non sia, lo protegge, lo difende, che non arrivi in porto ». se lo ingrazia nel terrore se c'è chi osa sregolare. Così parla il puro per eccesso, lontano da ogni compromesso Ascoltatela la sua fine tragica: ma accade a volte, per una svista, trascinato dal profanatore, che non è altro che un puro teppista. che è la sua sorgente di vita e il suo tormento Sa tutto senza dubbio né timore, - lui lo sa e lo insegue non lo lascia un sfruttando gli altri in nome del rigore momento - e forse - ma tardi - anche lui saprà si ritrova all'aperto in uno spazio che è cullato proprio dalla società. sconfinato, Si crede per nascita un eletto, si perde si sente morire, infatti è come un figlio di papà, non gli serve imparare e capire Per salvarsi cerca, rabbioso, l'errore. e non sa A volte succede che muore da eroe, che è assai lontano dalla libertà aggrappato alla sua regola stretto stretto, che non vuole mollare. Rimani nel tuo limbo vuoto di paragoni, Ma evviva Voltaire e Montesquieu, che nessuno ti avvicini potenti per molta ragione! beato ed immacolato hanno minato un regime estraniato e fallito mangiandone ogni briciola buona. per non essere consumato estraniato e fallito Perché e in nome di che per non essere consumato. non dovremmo divorare ciò che nutre, anche in una istituzione L'idea è nobile e pura che prepariamo alla distruzione? e noi poveri sporchi lottiamo spalla a spalla Ha bestemmiato! col corrotto ed il compromesso, grida il puro immacolato, intralciati dal puro per difetto quello per eccesso. e linciati dal puro per eccesso: e restiamo offerti ed indifesi Con questo è impossibile parlare: a una sola tua bella parola, stupenda per armonia Chi sei? dimmi il tuo nome tra fervore e teoria, quello in cui credi; stupenda per armonia e sei anche tu tra fervore e teoria. alla ricerca dell'errore? Quale? Ma evviva Voltaire e Montesquieu, « Intellettuale io non sono, potenti per molta ragione! non ho professione, né nome, né posto, hanno minato un regime fuori dall'istituzione per evitare la mangiandone ogni briciola buona. contaminazione. Perché e in nome di che non dovremmo divorare ciò che nutre, Certo mi vuoi limitare, con quelle tue anche in una istituzione definizioni, che prepariamo alla distruzione? vuoi ridurmi a uno sporco mercante di idee comuni; Verrà il giorno, se vogliamo, e tu così mi combatti, lo so, di tagliar la testa al sovrano ma io ti sfuggo, e di mandare a morte la corte; non ho identità, ci saremo assicurati lunghi anni di vita, non ho volto, non ho sostanza: giustamente nutriti dalla morte. sono la verità. Una sola idea ho e non importa se non ha Distruggiamo, divoriamo niente a che vedere col mondo, ogni corte ch'è sempre bieca e forte pagina 18
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale ed ogni mito Tutti legati in un modo tale che che nasce già esaurito; non si potranno mai più liberare. e lui dirà: « A me, che vi ho nutrito, vestito, Per primo c'è quello che ha fiutato creato? », nella vita di essere un fallito e noi: e, ritirato tra i puri per difetto, « Sì a te, nostro re »; non violenta più il suo intelletto. e lui: « Senza di me dove finirà la nazione? ». E quello puro per eccesso, « La tua testa è la soluzione, che rifiuta ma divora lo stesso, non preoccuparti più per noi » perché non può non divorare: « Chi vi guiderà, chi vi sceglierà la sorte? ma farlo senza ammetterlo ». è tra tutti i sistemi di gran lunga il « La strada è nostra, l'entrata è la tua peggiore. morte ». Succede che, invece di minare, « Ingrati, ve ne pentiréte presto, finisce lui stesso ad ingrassare quando guerra e fame... ». il regime e adesso non è più « D'ora in poi scegliamo noi ». solo puro per eccesso, ma è anche puro fesso E così, e irrimediabilmente integrato. mio grande sovrano, anche per te C'è poi quello che ha minato e divorato, arrivò la fine, ma poi il morto se lo è ritrovato ma noti opporti a ciò che accade per dentro, e lo vive dandogli il suo nome, preparazione; e resuscitato nella sua persona. basta adattarsi a essere strumenti di un grande disegno di evoluzione I puri t'han tagliato la testa, fatto di vita, morte, pace e distruzione. le mani, le gambe ed il potere, ma eri tu che lo dovevi fare, Ma evviva Voltaire e Montesquieu, intellettuale. potenti per molta ragione! hanno minato un regime O beati manichei mangiandone ogni briciola buona. Perché e in nome di che Per la vostra purezza pagano gli altri, non dovremmo divorare ciò che nutre, non pagate voi. anche in una istituzione che prepariamo alla distruzione? O beati manichei « Liberaci dal male », Ma evviva, evviva il compromesso gridiamo all'intellettuale: riconosciuto come tale, « Tutti a scandalizzarsi usato come arma insidiosa, e nessuno a scandalizzare ». a un taglio solo ma mortale; e non quello che chiamate con i vostri Dove vai, intellettuale? risonanti e stupendi sostantivi, Eri nato per portare solamente per salvare il rigore una sana rovina, e ti sei di voialtri, sofferti e falsi puri! ridotto a prefetto di disciplina; dove vai? dove vai? dove vai? O beati manichei! Hai gli occhi, ma li chiudi e ti lasci portare Ma evviva quello che ogni giorno fuori dal mondo, e poi sceglie e sa parli senza far male a nessuno quel genere di guerra e il tuo dolore lo soffriamo noi. che gli va e ha il coraggio di dichiararsi dentro I puri ti han tagliato la testa, la società, le mani, le gambe ed il potere, impegnato ogni giorno a creare ma eri tu che lo dovevi fare, la preziosa ostilità! intellettuale. O beati manichei! Ma io ci penso e poi mi dico quale è quello che ci libera dal male. Ma guardiamoci intorno e vediamo pagina 19
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale l'uomo puro, ma puro davvero, i re, i regimi ed il potere circondato da un lato dai bianchi e a noi ci dà baldanza di sapere manichei onnipresenti che siamo sempre la minoranza. e dall'altro, con mille seduzioni, lusingato e soffocato dal potere; Com'è bello stare in pochi ma eletti, e tutti insieme gli tagliano la testa, o che sollievo le mani pulite, e mani, le gambe ed il volere. le manterremo fino alla morte; ma come ci servono le mani sporche! O beati manichei! La mia lettera sta per finire, E più noi ci tuffiamo nel fango, vi saluto con molto affetto; più la strada nascerà sotto di noi, non ho deciso di morire, invece di andare sotto ai piedi ma una volta per tutte di troncare di quegli altri del governo; e poi con la purezza, l'onestà e il rigore come può un piatto di bilancia e affrettarmi invece a pensare essere abbassato, se noi al solito, e parlare per tagliare la testa, per paura di un piatto non pulito, le mani e le gambe al potere; restiamo appesi in aria come spiriti? perché i fatti me li han fatti venire O beati manichei! in mente e da tempo ricordare, con la loro importante lezione, E intanto trionfano i governi, Voltaire e Montesquieu, potenti per molta ragione. Informazioni Una lunga cantata di Giovanna Marini, dedicata a tutti "i puri per difetto o per eccesso", di cui, secondo lei, era pieno nel 1968, il Movimento tudentesco. pagina 20
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Voglio la mia libertà (1974) di Giovanna Marini Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) Lingua: italiano Tags: carcere Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-la-mia-liberta Due guardie mi vennero a prendere a casa Spiare la luce del sole da terra c'era mia madre vestita di nero. con gli occhi fissi senza speranza. Di corsa le scale coi polsi legati nella cella gelata non puoi fare un passo, su un cellulare: una gabbia di ferro. ti guardi intorno: niente e nessuno. Gli occhi fissavano nella mia mente E non hai più sole non hai più luna, quel pezzo di strada della mia borgata. solo un pezzo di cielo, solo dei sogni. Ti senti un oggetto, ti danno del tu Percosse e grida rimbombano sui muri tu non puoi parlare, non puoi pensare. in un silenzio più vuoto del buio. un numero al posto del nome di sempre, Nell'arsa mia gola un grido si ferma, le impronte invece di firmare. coscienza che sale di cose mai pensate: Non puoi far niente un'ingiustizia, ascolti e taci non puoi accettarla; fino a negare te stesso. voglio la mia libertà. pagina 21
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale Indice alfabetico A Riace 3 Monòpoli 12 Ballata di Ustica 4 O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] 13 I treni per Reggio Calabria 5 Passerà 14 La linea rossa 7 Ragazzo gentile 15 La manifestazione in cui morì Zibecchi 8 Se, Riflessione 16 Lamento per la morte di Pasolini 9 Viva Voltaire e Montesquieu 17 Le Fosse Ardeatine 10 Voglio la mia libertà 21 pagina 22
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