IN ROTTA VERSO LA LUNA - L'ALLUNAGGIO AL CINEMA TRA FANTASIA E REALTÀ DECALOGO: I "COMANDAMENTI LAICI"DIKIES LOWSKI - Sale della Comunità
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IN ROTTA VERSO LA LUNA L'ALLUNAGGIO AL CINEMA TRA FANTASIA E REALTÀ DECALOGO: I "COMANDAMENTI LAICI" DI KIEŚLOWSKI CANNES: INGIUSTIZIE SOCIALI E PASSIONE CINEFILA
Rivista trimestrale
Prima Pagina
di cultura cinematografica
ANNO XXXI - N. 152
APRILE / MAGGIO / GIUGNO
N. 2/2019
U
n viaggio cinematografico sospeso tra (false) missioni astro-
Registrazione Tribunale nautiche, (presunte) anticipazioni storiche e (vere) conqui-
di Roma n.267/87 del 8-5-1987 ste spaziali, quello intrapreso dall’uomo per esplorare, sul
grande schermo, il cosmo. Un viaggio che, mescolando senza
Direttore: sosta immaginazione e plausibilità scientifica, nell’avvicinarsi del
Paolo Perrone cinquantenario dell’allunaggio (20 luglio 1969) merita di essere
ripercorso in questo numero di Filmcronache, partendo cronolo-
Coordinatore editoriale: gicamente da Georges Méliès e da Le voyage dans la Lune per
Luigi Cipriani approdare a First Man - Il primo uomo di Damien Chazelle. Un
vero e proprio “sogno profetico” in rampa di lancio che, come
Coordinamento digital media evidenziano nel loro saggio Claudio Gotti e Matteo Marino, con
Tiziana Vox 2001: Odissea nello spazio, già un anno prima dello sbarco sulla
Luna, aveva mutato rotta, oltrepassando il “satellite pallido” per
Grafica e impaginazione: puntare verso Giove, proseguendo poi verso Marte (Mission to
Yattagraf Srls Mars), Saturno e un altro sistema solare (Interstellar).
Tra suggestioni letterarie ed echi metafisici, l’avventura nello spazio
Direzione e redazione: ha mutato il nostro approccio alla realtà. Lo conferma proprio
ANCCI il cinema, sottolinea nel suo intervento Francesco Crispino, che
Via Nomentana, 251 facendo incontrare (e confliggere) doppi umani e post-umani,
00161 Roma abitanti di universi paralleli, non solo tra le galassie ma anche sulla
Tel. 06.440.2273 Terra, proprio in seguito a quel fatidico evento del luglio 1969 ha
Fax 06.440.2280 progressivamente eliso il confine tra animato e inanimato. Nel suo
segreteria@ancci.it
contributo saggistico, invece, Giuseppe Gariazzo, sulla scorta di
www.ancci.it
film come Gravity, El abrazo de la serpiente, Tre volti e Fahrenheit
Editore: 451, mette in fila i quattro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco)
e riflette sul cinema dell’”ignoto spazio profondo”, che esplorando la
ANCCI
Via Nomentana, 251 natura, oltre all’universo, è in viaggio per ritrovare l’uomo.
00161 Roma Ma in questo numero di Filmcronache trovano spazio anche le
Tel. 06.440.2273 panoramiche sul Festival di Cannes. La Palma d’oro assegnata a
Fax 06.440.2280 Parasite del sudcoreano Bong Joon Ho contrassegna l’attenzione
segreteria@ancci.it di molti film in gara alle criticità del mondo contemporaneo, in
www.ancci.it un concorso (tornato ad alto livello) caratterizzato anche dalla
riflessione interna al “sistema cinema”, mentre sia il Certain regard
In copertina: che la Quinzaine des réalisateurs e la Semaine de la critique hanno
First Man (2019), offerto ricognizioni interessanti sugli “autori di domani”. La sezione
regia di Damien Chazelle “In memoria di me”, infine, dedicata a film intrisi di spiritualità e
girati da celebri registi, ripescati da un immeritato oblio, torna al
Decalogo di Krzysztof Kieślowski. Un’opera che, a trent’anni di
distanza, continua a sorprendere per il suo profondo studio delle
relazioni umane, indagate alla luce dei riferimenti biblici, e per il
suo sguardo morale, allo stesso tempo distaccato e partecipe.
Buona lettura.
rrone
Paolo Pe
Alice et le maire (2019) di N. Pariser
SCARICA L’APP
di FilmcronacheSOMMARIO
38 AUTOFOCUS I SAGGI
L’IGNOTO SPAZIO PROFONDO:
03 PRIMA PAGINA ALLA RICERCA DI SE STESSI
di Giuseppe Gariazzo
06 AUTOFOCUS I SAGGI
IN ROTTA VERSO LA LUNA: 50 IN MEMORIA DI ME FILM AUTORI SPIRITUALITÀ
DECALOGO: I “COMANDAMENTI LAICI”
HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA... DI KIEŚLOWSKI
di Paolo Perrone di Paolo Perrone
16 AUTOFOCUS I SAGGI
SCI-FI, SUGGESTIONI LETTERARIE ED ECHI METAFISICI: IN
VIAGGIO VERSO L’ASSOLUTO?
di Claudio Gotti e Matteo Marino
60 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
CANNES: INGIUSTIZIE SOCIALI E PASSIONE CINEFILA
di Paolo Perrone
28 AUTOFOCUS I SAGGI
COSÌ LONTANO, COSÌ VICINO: GLI ALIENI SIAMO NOI?
di Francesco Crispino
78 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
LA “DOPPIA ANIMA” DEL CERTAIN REGARD
di Francesco Crispino
88 VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA I FESTIVAL
QUINZAINE E SEMAINE, IL CINEMA DI DOMANI
CHE VA IN SCENA OGGI
di Tiziano SossiAUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
IN ROTTA
VERSO LA LUNA:
HOUSTON, ABBIAMO
UN PROBLEMA...
L’allunaggio sul grande schermo, tra (false) missioni
astronautiche, (presunte) anticipazioni storiche e (vere)
conquiste spaziali. Un viaggio affascinante, quello diretto
al “satellite pallido”, che partendo da Le voyage dans la
Lune di Méliès e approdando a First Man - Il primo uomo
di Chazelle ha spesso mescolato pura immaginazione
e meticolosa plausibilità scientifica, Un vero e proprio
“sogno profetico” in rampa di lancio.
Paolo Perrone
First Man (2018) di D. Chazelle
6 film cronache film cronache 7AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
T
utto (o quasi) ha avuto inizio nel 1897 trionfalmente a Parigi, segna non solo il vertice le stelle e le comete, le simulazioni di nevicate Un “sogno profetico” in rampa di lancio
in un teatro di posa a Montreuil sous della febbrile, inesauribile creatività artigianale e fondali marini)”. Ripercorrendo l’avventuroso viaggio cine-
Bois. Un quadrilatero tutto di vetro, di Méliès, ma anche, di fatto, la prima testimo- Questa citazione (tradotta dal francese da matografico dalla Terra alla Luna, nell’avvici-
per far entrare la luce del giorno neces- nianza dell’attrazione esercitata dal “satellite chi scrive) è riportata nello splendido volu- narsi del cinquantenario dell’allunaggio (20
saria alle riprese, lungo diciassette metri, pallido” nei confronti delle immagini in movi- me La couleur retrouvée du Voyage dans la luglio 1969), non si può che tornare, ancora
largo sei e alto quattro, sormontato da una mento. In quei 14 minuti di trucchi, illusioni, Lune, distribuito alla stampa in occasione e sempre, a Georges Méliès e al suo film,
tettoia, anch’essa vetrata. In quell’atelier, fantasmagorie (13 minuti e 56 secondi, per la del Festival di Cannes 2011, quando il film di capostipite sia in senso cronologico che arti-
costruito nella primavera di quell’anno nel precisione: un cortometraggio per noi, un lun- Méliès è stato presentato, durante la serata stico di un vasto catalogo di pellicole sull’ar-
giardino della sua abitazione, provvisto di gometraggio per gli standard dell’epoca) sono inaugurale, nella sua versione colorata, frut- gomento. Tutte, anche quelle di recente
grandi fondali mobili e popolato frenetica- riproposte e rilanciate da Méliès, seppure in to di un lungo, accurato e costoso restauro uscita e assai più realistiche dello chef-d’oe-
mente da scenografi, falegnami, costumisti forma di féerie fantastique, evidenti suggestio- (400 mila euro) effettuato a partire dal 2010 uvre di Méliès, in qualche modo subordinate
e attori (come mostrato da Martin Scorsese ni letterarie. A fare da sorgente ispiratrice non da Lobster Films, Fondation Groupama Gan all’archetipo del 1902. Nei quasi 120 anni
in Hugo Cabret), nel maggio 1902 Georges è soltanto l’operetta musicata da Jacques pour le cinéma e Fondation Technicolor pour a seguire, in effetti, la storia del cinema ha
Méliès girava e interpretava Le voyage dans Offenbach Le voyage dans la Lune, andata le patrimoine du cinéma. Di Le voyage dans continuato a dirigere la propria rotta verso la
la Lune, il primo film di fantascienza, il primo in scena nel 1875 al Teatro della Gaîté, ma la Lune, a inizio Novecento, esistevano e ve- Luna, proseguendo poi verso l’intero siste-
Le Voyage dans la lune (1902) di G. Méliès Una donna nella luna (1929) di F. Lang Uomini sulla Luna (1950) di I. Pichel RXM - Destinazione Luna (1950) di K. Neumann
blockbuster della storia del cinema. Ammi- anche il romanzo di H.G. Wells I primi uomi- nivano vendute sia copie in bianco e nero ma solare, mettendo in mostra con regola-
rato, celebrato e copiato, nei mesi succes- ni sulla Luna, pubblicato in francese qualche che colorate a mano. Di queste ultime, però, rità (false) missioni astronautiche, (presunte)
sivi e negli anni a venire, in mezzo mondo: mese prima dell’inizio delle riprese del film. E, si erano perse le tracce, fino a quando, nel anticipazioni storiche dell’allunaggio e (vere)
Europa, America latina, Stati Uniti. soprattutto, come scriveva lo stesso Méliès 1993, un collezionista ne donò un esempla- conquiste spaziali. Spesso mescolando
nel 1933, “l’idea di Voyage dans la Lune mi re alla Filmoteca de Catalunya, a Barcellona. pura immaginazione e meticolosa plausibili-
Il “satellite pallido” e le immagini venne da un libro di Jules Verne intitolato Dalla Una copia ritrovata, dunque, ma in pessimo tà scientifica, non di rado (come per Méliès)
in movimento Terra alla Luna e, poi, dal suo seguito Intorno stato, con parti mancanti per le quali, nelle sulla scia di vibranti suggestioni letterarie.
La storia dei sei scienziati, membri del Club alla Luna. In questo dittico gli esseri umani operazioni di ripristino, si è dovuto ricorrere Approdando, talvolta, a risultati lusinghieri.
degli astronomi, che a bordo di una navi- non possono atterrare sulla Luna: ho dunque ad una copia in bianco e nero, colorandone È il caso, ad esempio, di Una donna nella
cella lanciata in orbita da un cannone (con immaginato, seguendo le indicazioni di Verne i fotogrammi esattamente come fece Méliès Luna, girato nel 1929 da Fritz Lang e sce-
l’immagine iconica del razzo che si confic- (cannone e razzo spaziale), di raggiungere la cento anni prima. Grazie alle tecnologie digi- neggiato dalla moglie Thea von Harbou. Un
ca nell’occhio della Luna ad entrare di peso Luna, così da poter dare forma ad alcune ori- tali, i frammenti di 13.375 immagini sono sta- film in cui, come sostenuto da Siegfried Kra-
nell’immaginario collettivo), una volta sbarcati, ginali e divertenti immagini incantate, fuori e ti riassemblati e restaurati uno per uno, ac- cauer in Cinema tedesco 1918-1933 (Mon-
incontrano i seleniti, vengono catturati, riesco- all’interno della Luna, e a un certo numero di compagnati da una colonna sonora compo- dadori, 1954), “l’impresa cosmica è descrit-
no a liberarsi, finiscono nei fondali oceanici, mostri, abitanti della Luna, aggiungendo uno sta per l’occasione e riproiettati in omaggio al ta con sorprendente realismo”. “Quando la
vengono ripescati da una nave e sono accolti o due effetti artistici (le donne rappresentanti talento sconfinato del suo originario autore. nave spaziale esce dalla rimessa”, scrive
8 film cronache film cronache 9AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
Lotte H. Eisner nel monumentale Fritz Lang di Lang, spettacolarizza ulteriormente la mis-
(Mazzotta, 1978), “viene illuminata da enormi sione spaziale grazie all’uso del Technicolor
fari i cui raggi s’incrociano nella luce sera- e degli effetti speciali, rivelando, al pari di
le tracciando figure romboidali galleggianti Una donna nella Luna, un consistente lavo-
nell’aria. Grazie a questa luce il razzo lunare ro di preparazione, quasi anticipatore delle
acquista una vita propria e, pur restando del fasi tecniche del primo vero viaggio spaziale.
tutto concreto, il processo tecnico viene tra- Pur se avvolta in una evidente finalità didatti-
sformato in un sogno profetico”. co-illustrativa, la vicenda dei quattro membri
Superproduzione figlia del “gigantismo” di dell’equipaggio diretto sulla Luna, simbolo di
Metropolis (girato appena due anni prima e un solidarismo che travalica i confini di una
ideale preludio, con il finale poi scartato da nazione (gli Stati Uniti) per farsi valore uni-
Lang in cui Freder e Maria salpavano per un versale (dell’intera razza umana), non solo
altro mondo su una nave spaziale), con la apre ad altre, successive e fortunate spa-
supervisione tecnica affidata a due esper- ce-opera, ma per l’accuratezza della docu-
ti in missilistica, Hermann Oberth e William mentazione scientifica su cui poggia l’intero
Ley, Una donna nella Luna, che teorizza la progetto arriva idealmente ad accorciare il
raggiungibilità del satellite terrestre e la pre- tempo che separa la finzione dalla realtà, la
senza di oro sul suo suolo, non può essere messa in scena fittizia dallo storico allunag-
considerato solo un rifacimento aggiornato gio del 1969.
di Le voyage dans la Lune di Méliès: al di là Discorso diverso per RXM Destinazione
del sentimentalismo che permea il racconto, Luna, diretto nello stesso anno da Kurt Neu-
con la missione lunare di sei individui nutrita mann, che devia inverosimilmente su Mar-
sul piano individuale più da viscerali passioni te la rotta di un razzo con a bordo quattro
terrene che da asettici protocolli astronautici, uomini e una donna, e per Dalla Terra alla
il film di Lang è sostenuto da una ragguar- Luna di Byron Haskin (1958), fiacca traspo-
devole preparazione scientifica. “Il lancio del sizione del romanzo di Verne, così come fa
razzo”, scrive ancora la Eisner, “era così per- certamente sorridere, e non solo per la vis
fetto in tutti i dettagli tecnici, come i disegni comica che lo pervade, lo sbarco sul satellite
tuttora validi della traiettoria dalla Terra alla terrestre da parte di Totò e Tognazzi in Totò
Luna, che i nazisti ritirarono il film dalla circo- nella Luna (1958). Ma anche il film di Steno,
lazione”. E, aggiungono Roy Menarini e An- pur sul versante parodistico, resta indicati-
drea Meneghelli in Fantascienza in cento film vo, al pari degli altri due titoli citati, di quella
(Le Mani, 2000), “le scenografie dell’hangar “febbre lunare” che contagia, all’epoca, la
e della rampa di lancio, anche laddove sono settima arte, impegnata in quella “corsa allo
impiegati i modellini, suggeriscono grandiosi- spazio” che, contemporaneamente e nell’im-
tà e infallibilità (…) e il valore della plausibilità mediato futuro, stava accendendo i motori
scientifica è messo esplicitamente in rilievo di Unione Sovietica e Stati Uniti: l’anno pre-
all’interno del film stesso, nella sequenza in cedente, il 1957, i russi avevano lanciato in
cui il viaggio viene descritto analiticamente orbita lo Sputnik 2 con a bordo la cagnetta
fornendo grafici, distanze, calcoli matematici, Laika; in quello successivo, il 1959, la sonda
carte topografiche”. americana Gemini invierà le prime immagini
della faccia nascosta della Luna; nel 1961,
L’effetto domino della “febbre lunare”: invece, alla guida della capsula spaziale Vo-
la corsa allo spazio stok 1, Jurij Gagarin diventerà il primo essere
Il nome di Hermann Oberth figura anche tra i umano a orbitare intorno alla Terra.
consulenti di Uomini sulla Luna (1950): il film Raccogliendo queste e altre suggestioni,
First Man (2018) di D. Chazelle di Irving Pichel, sulla scia del lungometraggio il cinema adatta nuovamente il romanzo di
10 film cronache film cronache 11AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
H.G. Wells I primi uomini sulla Luna (dopo una Bucando l’atmosfera su un prodigioso
iniziale trasposizione del 1919) e con Base “barattolo di latta”
Luna chiama Terra, diretto da Nathan Juran, È in questo euforico, generale “slancio cosmi-
nel 1964 immagina coronato dal successo il co” che prende forma l’avventura dell’Apollo
primo volo sulla Luna organizzato dalla Nasa. 11, la missione Nasa che il 20 luglio 1969
Salvo scoprire, una volta che i tre astronauti conduce Neil Armstrong e Edwin “Buzz” Aldrin
del’equipaggio sono usciti in perlustrazione a mettere piede per la prima volta sulla Luna,
sulla superficie lunare, una bandiera inglese mentre il terzo membro della spedizione e pi-
e un manoscritto che testimoniano, già alla lota del modulo di comando, Michael Collins,
fine dell’800, il precedente arrivo dell’uomo, rimane in orbita. Un’avventura spaziale, ma
la scoperta di vita intelligente all’interno del- prima ancora umana, che Damien Chazelle,
le cavità lunari, l’incontro con i seleniti e con concentrandosi sulla dimensione “privata” di
raccapriccianti, mostruose creature. Armstrong, ha ricostruito in First Man - Il primo
uomo (2018), anteponendo all’enfasi celebra-
tiva l’esplorazione interiore, alla “mitologia ob-
bligata” di un traguardo storico per l’umanità lo First Man (2
Totò nella luna (1958) di Steno 018) di D. C
hazelle
scandaglio emotivo di un’impresa generata da First Man - Il primo uomo, come i precedenti
un doppio, incolmabile senso di perdita: per Whiplash e La La Land, è un film proteso al
Armstrong, la morte per cancro della figlioletta big dream ma attraversato dal dolore, dallo tempo, il pedale della caducità umana: fin
di soli tre anni e il rischio concreto, in caso di smarrimento, da un’insicurezza tutta terrena dalla sequenza iniziale, visivamente e acu-
incidente in volo verso la Luna, di non rivedere “sterilizzata” dalle bianche divise dei cosmo- sticamente tesa, lo spettatore è invitato ad
più nemmeno gli altri due bambini e la moglie nauti. In questo senso, il lungometraggio di accomodarsi sul seggiolino di pilotaggio ac-
Janet; per la stessa Agenzia spaziale statuni- Chazelle, che copre l’arco temporale che va canto a Neil Armstrong, dapprima collauda-
tense, i non pochi astronauti vittime di tragici dal 1961 al 1969 e fa scivolare il suo protago- tore dell’aereorazzo X-15, poi al timone della
test di addestramento, come la morte dell’e- nista dal progetto Gemini, avviato nel 1965, ai Gemini 8, quindi comandante dell’Apollo 11.
quipaggio formato da Grissom, White e Chaf- programmi Mercury e quindi Apollo, è il “ro- Su ogni vettore, ogni missile, ogni modulo
fee, nel 1967 a Cape Canaveral, per un incen- vescio della medaglia” del sogno da “guerra Chazelle amplifica rumori e sobbalzi, frastuo-
dio all’interno della capsula dell’Apollo durante fredda” di John Fitzgerald Kennedy, la sofferta ni e vortici, sferragliamenti di lamiere e tra-
una simulazione propedeutica al lancio. rendicontazione (personale e collettiva) del iettorie impossibili, riprodotte sullo schermo
prezzo da pagare per raggiungere l’irraggiun- con accuratezza scientifica ed estrema ve-
gibile. Un film sul sacrificio, dunque, sulle fe- rosimiglianza a testimoniare, ieri come oggi,
Base Luna chia rite che bruciano dentro proprio mentre fuori che l’ingegneria è davvero l’arte di evitare il
ma Terra (1964)
di N.H. Juran viene dato fuoco a quel “barattolo di latta” su fallimento. Nessun fallimento, ma dolente
cui viaggiano gli astronauti della Nasa, affin- spaesamento, in First Man - Il primo uomo,
ché decolli in cielo, buchi l’atmosfera e pun- con la sensazione sottopelle, per l’Armstrong
ti, come il razzo di Le voyage dans la Lune, interpretato da Ryan Gosling, di non riuscire
verso il “satellite pallido”. Una storia pericolosa a trovare il proprio posto nel mondo. Né sulla
e insieme coraggiosa che, come sottolineato crosta terrestre, né sul suolo lunare.
da Chazelle, “doveva essere imperniata tra la
Luna e il lavandino della cucina di casa Arm- “Houston, abbiamo un problema”
strong, l’immensità dello spazio contrapposta “Un piccolo passo per un uomo, ma un gran-
ai toni della vita quotidiana”. de balzo per l’umanità”: la celeberrima frase
Per far risuonare le corde dell’amarezza, pronunciata da Armstrong mentre posava
appena mitigata dall’orgoglio professionale il piede sinistro sull’ultimo scalino del Lem,
e dallo spirito di una nazione, First Man - Il lasciando poi la propria orma sulla polvere
primo uomo spinge a fondo l’acceleratore lunare, evoca altre parole, meno trionfali ma
della temerarietà tecnologica e, nello stesso anch’esse finite nei libri di storia delle missioni
12 film cronache film cronache 13AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI Nasa e ben stampate nell’immaginario collettivo. “Hou- Apollo 13 (1995) di R. Howard ston, abbiamo un problema”, la frase pronunciata da Jim Lovell e ripetuta fedelmente in Apollo 13 (1995) da Tom Hanks, nei panni appunto del comandante della missione decollata l’11 aprile 1970 (la terza incarica- ta di sbarcare sulla Luna dopo quelle dell’Apollo 11 e dell’Apollo 12), conferma una volta di più il fil rouge dell’avventura cinematografico-spaziale, che congiun- ge in una sola dimensione problematicità e dedizione, rischio di fallimento e incrollabile perseveranza. Il film di Ron Howard comincia dove finisce quello di Chazelle, ossia con le immagini dell’allunaggio di Ar- mstrong e Aldrin mandate in onda dalla tv. E come First Man - Il primo uomo, seppure più tradizionale nel plot e spruzzato da retorica yankee (“non abbiamo mai perso un americano nello spazio, non comince- remo adesso”, tuona il direttore di volo Gene Kranz), riproduce con dovizia di particolari l’andamento della missione, segnata dall’esplosione del motore dei ser- batoi dell’ossigeno, che trasforma il modulo lunare in una trappola spaziale, ma terminata con un rocam- bolesco rientro sulla Terra nelle acque dell’Oceano pacifico. La consulenza degli esperti della Nasa è ben percepibile in tutti i dialoghi scambiati fra i tre astronauti in volo e i tecnici del controllo missione, gli effetti speciali, che alternano computer graphic, mo- dellini e immagini d’epoca, e il cast, molto affiatato, fanno il resto. L’Apollo 17, lanciato il 17 dicembre 1972, è la mis- sione con cui si è chiuso il programma, ed Eugene Cernan è l’ultimo astronauta ad aver calpestato il suolo lunare. I costi elevati e lo scarso interesse da parte dell’opinione pubblica non hanno permesso di prose- guire l’avventura. Ma ora, dopo anni di rilanci mancati, la Nasa accelera i piani, sostenuti dal presidente Tru- mp, per tornare sulla Luna. E questa volta per rimaner- ci. L’obiettivo, infatti, è di inviare nuovi cosmonauti en- tro il 2024, magari con l’aiuto di Jeff Bezos, presidente di Amazon e fondatore della compagnia aerospaziale Blue Origin, che lo scorso 9 maggio ha presentato il progetto di un veicolo che potrebbe permettere, nei tempi auspicati dal governo Usa, di tornare a cam- minare sul nostro satellite e allestire “colonie spaziali” dove in futuro potrebbe vivere l’intera umanità. Fan- tascienza? Forse. Ma il cinema, fin dalle sue origini, questa storia l’aveva già immaginata. 14 film cronache film cronache 15
AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
SCI-FI,
SUGGESTIONI LETTERARIE
ED ECHI METAFISICI:
IN VIAGGIO
VERSO L’ASSOLUTO?
Un anno prima che l’uomo sbarcasse
sulla Luna, l’astronave di 2001: Odissea
nello spazio era già in missione verso
Giove, salvo poi proseguire nientemeno
che verso l’infinito; alcuni anni dopo
un nugolo di uomini si aggira su Marte
(Mission to Mars); pochi anni dopo ancora,
con Interstellar il ben più remoto Saturno
non è che una prima tappa alla volta di un
altro sistema solare.
Claudio Gotti e Matteo Marino
Interstellar (2014) di C. Nolan
16 film cronache film cronache 17AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
A
ll’indomani dell’allunaggio chi non ha prima che l’uomo sbarcasse sulla Luna nel- cadere letteralmente dentro un buco nero…
pensato di spingersi oltre nell’esplo- la realtà, l’astronave di 2001: Odissea nello Con i viaggi nello spazio abbiamo un cor-
razione dell’universo? Paolo Maffei, spazio era già in missione verso Giove, salvo rispettivo su più ampia scala di quello che
l’astrofisico che nel 1968 aveva scoperto le poi proseguire nientemeno che verso l’infini- sono state e hanno significato per l’uomo le
due galassie che oggi portano il suo nome, to; un po’ di anni dopo un nugolo di uomini si “esplorazioni” geografiche (e le migrazioni),
nel 1973 pubblica un libro che si intitola, aggira su Marte (Mission to Mars); pochi anni con in comune il concetto di “navigazione”.
appunto, Al di là della Luna, un saggio di- dopo ancora, con Interstellar il ben più remoto Siamo così legati a questi due concetti che
vulgativo che si legge come un romanzo, Saturno non è che una prima tappa alla volta chiamiamo allo stesso modo l’attività per
un viaggio ideale verso l’esterno del siste- di un altro sistema solare. Pare che il cine- eccellenza dei nostri tempi, la navigazione
ma solare per descrivere i corpi celesti ma non veda l’ora di precorrere i tempi, e può in internet. Ma cosa ci dice nello specifico il
che vi si incontrano come li vedrebbe un farlo perché l’immaginazione non ha vincoli viaggio interstellare? Che “dobbiamo arrivare
astronauta a bordo di un veicolo spazia- e censure, può andare subito “al di là”. Nel molto al di là della nostra personale esisten-
le. Percorsa tutta la nostra galassia, si prefinale di Interstellar il protagonista si lascia za, dobbiamo pensare non come individui
affaccia sul buio cosmico dello spazio ma come specie” (Interstellar). Una sorta di
in cui gravitano milioni di altre galassie comunanza di ritorno: l’individuo, d’altronde,
simili alla nostra o ben più mostruose, non è sempre esistito, prevaleva la comuni-
fino ai limiti del tempo e dello spazio da tà. Ma dato che lo spazio inaugura nuovi or-
cui i misteriosi quasar ci inviano i loro dini di grandezza, la comunità dovrà cedere
segnali radio… Oggi, rispetto a que- il passo alla specie. Già l’astrofisico, in molti
gli anni, molti concetti, teorie e termi- casi, dopo tanto misurare si trova a lasciare
ni tecnici sono ormai familiari anche ad altre generazioni la soddisfazione di tira-
al grande pubblico, grazie al lavoro re le conclusioni. Lasciamolo dire a Maffei:
di tanti astrofisici, ma anche grazie “Questa collaborazione con coloro che ci
ai romanzi e ai film di fantascienza, hanno preceduto e con altri scienziati che
specie quella dei viaggi spaziali, che
all’astrofisica si ispirano.
Il cinema, viaggio ideale per eccel-
lenza a braccetto con la letteratu- Due scene di Mission to Mars (2000) di B. De Palma
ra, non può che trovare in tutto ciò
che ha a che fare con il mai visto e
ciò che comunemente non si può
vedere un terreno fertilissimo, dai
fratelli Lumière, che sguinzaglia-
rono per il mondo i loro operatori
per offrire al pubblico le lontane
meraviglie d’Egitto, ai viaggi im-
maginari di George Méliès. Il
cinema è da sempre anche un
potente mezzo di trasporto: oltre
a costruire astronavi e farcele
abitare, ci porta in altri spazi (e
spesso nello spazio profondo)
a bordo della… sala cinema-
tografica. Cinema come anti-
cipazione e spinta propulsiva
Due scene di per andare dove è (ancora)
2001: Odissea nello spazio (1968)
di S. Kubrick
impossibile andare: un anno
18 film cronache film cronache 19AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
ancora non sono nati estende dell’universo, più ci avviciniamo al momen- rettili, le scimmie, l’uomo. Di scimmie ne ve-
l’uomo nel tempo, lo rende at- to in cui esso è nato. La meta del futuro è diamo anche in 2001, che mette in scena
tivo e operante oltre i limiti della il passato. Sembra paradossale, ma la do- addirittura “L’alba dell’uomo”, protagonista il
sua stessa vita e unisce nella manda sull’origine di tutto, se ci sia o meno misterioso monolito che si para loro davanti
stessa ricerca non solo astro- un creatore, è alla base di molti film basati innescando l’evoluzione umana per tornare
nomi contemporanei di razze sui viaggi spaziali. In Star Trek–Il film a porre poi a comparire nei più disparati punti dello
o nazioni diverse, ma anche questa domanda non è l’uomo bensì un’en- spazio e del tempo fin oltre l’annunciato infi-
scienziati di diverse epoche”. tità aliena chiamata V’Ger, che in realtà non è nito: dall’alto dei suoi quattro milioni di anni
Muoversi nello spazio interstel- altro che la sonda Voyager, mandata dall’uo- la sa davvero lunga. In Star Trek 5: L’ultima
lare implica avere a che fare mo centinaia di anni prima nello spazio, che frontiera il fratellastro di Spok usa l’Enterprise
con il tempo, non solo da un ha preso coscienza di sé. Il creatore, in quel per raggiungere quello che pensa essere Dio
punto di vista fisico, ma anche caso, siamo noi. Secondo Mission to Mars ma che si rivelerà invece un alieno malvagio
filosofico. Scopriamo cioè che degli alieni avrebbero sparso sul nostro pia- imprigionato al centro della galassia che vuo-
più avanziamo nell’esplorazione neta i semi da cui sarebbero nati gli anfibi, i le sfruttare la nave per fuggire. Conclusione:
2001: Odissea nello spazio (1968)
di S. Kubrick
Sopravvissuto - The Martian (2015) di R. Scott
20 film cronache film cronache 21AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
Interstellar (2014) di C. Nolan
Sopravvissuto - The Martian (2015) di R. Scott
quando cerchi le tue origini, o Dio, trovi sem- geocentrismo ed eliocentrismo sono supe- nella saga di Alien) o degli alleati inaspettati, di noi come l’universo ma della cui materia
pre qualcos’altro, e la ricerca si sposta un rati, sarebbe interessante vedere come la come gli esseri di altre dimensioni espres- siamo fatti. Sospettiamo di essere alieni sulla
po’ più in là. Non male. nostra idea di Dio verrebbe oltremodo illumi- samente mostrati in Mission to Mars o solo nostra stessa Terra e che quindi ci sia un al-
A esergo di American Gods, il romanzo di nata da nuovi simboli del glossario astrofisi- nominati ma all’opera in altri film. Trovano tro posto in cui poter realizzare tutto il nostro
Neil Gaiman sulla battaglia tra nuovi dèi e co, come wormhole (o ponte di Einstein-Ro- dei modi per farsi capire da noi, per esem- potenziale. Anche perché quello che consi-
dèi del vecchio mondo trasportati nel nuo- sen), energia oscura, buco bianco, orizzonte pio, in Interstellar, tramite il tesseratto, “uno deriamo il nostro posto potrebbe non durare.
vo da masse povere e assetate di libertà, ci degli eventi, teoria del tutto… E poi c’è la spazio tridimensionale nella loro realtà pen- Molti film, tra cui Interstellar, ci parlano di un
sono le parole di Richard Dorson, studioso di fede nell’uomo, nella sua resistenza, nella ta dimensionale” (analogamente al mistero naufragio di dimensioni inedite: “Non siamo
folklore: “Mi sono sempre chiesto che cosa sua capacità di adattarsi, di trovare soluzioni, dell’Incarnazione dove Dio si fa Uomo per destinati a salvare il mondo, ma ad abban-
succeda agli esseri di natura divina quando come in Sopravvissuto–The Martian, in cui farsi capire dall’uomo), e in 2001 tramite il donarlo. Questo mondo è una miniera, è da
gli emigranti lasciano la terra natale”. Con l’a- un astronauta creduto morto durante una monolito e la stanza stile impero del finale, un pezzo che ci sta dicendo di andarcene.
vanzare dei viaggi spaziali e della conoscen- violenta tempesta di sabbia viene abban- costruita ad hoc per il naufrago spaziale così Dobbiamo trovare una nuova casa. L’uma-
za del cosmo, in un contesto in cui l’uomo si donato dai colleghi su Marte dove trascor- lontano da casa. Torna qui una dimensione nità è nata sulla Terra ma non è destinata a
troverebbe a viaggiare molto più e molto più re più di un anno in spaventosa solitudine e salvifica in comune con la visione religiosa, e morirci”. Ma la fuga da un pianeta distrutto
a lungo, anche Dio si sposterebbe con lui. scarsezza di risorse, sicuro che qualcuno si insieme una sorta di autotrascendenza: “Gli e la colonizzazione dello spazio comportano
Ma in che modo? Per l’uomo pagano il Sole accorgerà di lui ed escogiterà l’impossibile esseri dell’iperspazio non sono esseri: siamo viaggi che arriverebbero a durare più gene-
era una divinità. Per il cristianesimo la meta- per salvarlo. noi” (Interstellar); “Hanno inseminato la Terra. razioni, date le distanze. L’umanità del futuro
fora del Sole per parlare di Dio resta la più Lo spazio poi non può prescindere dalla Loro sono noi e noi siamo loro” (Mission to sembra destinata a diventare extraterrestre e
naturale e comoda, tant’è che il Natale non probabile presenza di altre specie intelligenti Mars). La ricerca si farebbe interiore: è come si allontanerebbe dall’umanità eventualmen-
ha fatto che sovrapporsi pari pari alla festa oltre a noi (non le possiamo statisticamente se dentro di noi ci fosse qualcosa che è più te rimasta sulla Terra tanto quanto gli austra-
romana del Dies Natalis Solis Invicti. Questo escludere, vedi la famosa equazione di Dra- grande di noi, eppure sta dentro di noi, per lopitechi sono lontani da noi (o altri extrater-
nel nostro piccolo mondo antico. Ma ora che ke). Possono essere una minaccia (come questo siamo attratti da ciò che è più grande restri da noi).
22 film cronache film cronache 23AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
Un piccolo film giapponese del 2015, The ta dalla tecnologia del teletrasporto. Distanti Dorothy che il ciclone ha scaraventato molto là dove nessun uomo è mai giunto prima,
Whispering Star, parte a diaspora già av- tra loro, si ostinano ad affidare le spedizio- oltre l’arcobaleno. Per inciso, questo film ci proviamo a pensare al viaggio opposto:
viata. Gli umani hanno ormai colonizzato ni al viaggio spaziale perché le cose lonta- ricorda che c’è una fantascienza spaziale più avrebbe senso tornare sulla Terra? Forse sì,
moltissimi pianeti, ma si stanno comunque ne fanno battere il cuore, e nei pacchi non attenta alla verosimiglianza e all’attendibilità, per la stessa tensione e curiosità che ci spin-
estinguendo in preda a un’apatia provoca- ci sono che semplici oggetti, reperti di un che chiede consulenza (il fisico Kip Thorne ge oggi verso nuovi mondi: futuro e passato
mondo perduto, che un’androide trasporta trascorse due settimane a persuadere Chri- sembrano in costante dialogo, origine e fine
da un sistema solare all’altro. Di nuovo un stopher Nolan di cestinare l’idea di un perso- si incontrano.
futuro lontanissimo che reclama un passato naggio che viaggia più veloce della luce), al Non è un caso che il più celebre film di fan-
altrettanto lontano, tant’è che il film è in bian- passo con le più recenti scoperte scientifi- tascienza spaziale di tutti i tempi prenda in
co e nero, l’astronave arredata in maniera che, e una fantascienza a briglia sciolta, che prestito il titolo da un capolavoro della lettera-
vintage ed esternamente sembra la casa di può cadere in grossolani errori (il Millennium tura in omaggio al naufrago per antonomasia,
Falcon ha fatto la rotta di Kessel in meno di
12 parsec, che è un’unità di lunghezza e non
di velocità!), ma può anche essere poetica,
audace, stare letteralmente su un altro pia-
neta. Verosimiglianza o no, una volta arrivati
The Whispering Star (2015) di S. Sono
24 film cronache film cronache 25AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
rimane la terra dei feaci, poiché lì la descrizio- co di una civiltà più sviluppata della nostra o perché il viaggio del nostro spirito di avven-
ne di Omero sembra abbandonare molti dei anche solo di segno opposto (matriarcale? tura e della nostra sete di conoscenza non
consueti ritegni per diventare più chiaramen- Secondo Robert Graves, il più grande stu- può che essere di sola andata. Ma, come
te allusiva. Il giardino di Alcinoo, dove i frutti dioso di mitologia greca, l’Odissea sarebbe nota lui, questo significa anche, a un livello
più diversi maturano in continuazione, ricorda stata scritta da una donna e ne suggerisce più profondo, “tornare a casa”. E qui si apro-
appunto un pianeta, come la Terra, dove la una lettura in chiave antimisogina) che se- no scenari filosofici e religiosi, occidentali e
suddivisione climatica dei due emisferi assi- guirebbe all’estinzione della nostra giunta alla orientali, che vanno dall’iperuranio platonico
cura una perenne coesistenza delle stagioni. fine di un ciclo. al ritorno alla casa del Padre che è amore
Anche l’architettura e l’arredamento del palaz- Nel finale di Mission to Mars l’alieno, che mo- infinito e passa attraverso le diverse espe-
zo di Alcinoo differiscono da quanto Omero ci stra amorevolmente agli astronauti le origini rienze dell’amore che facciamo nella vita
dice sulle regge del suo tempo e sfiorano le della vita sulla Terra come in un film, ha tratti (Interstellar: “Forse l’amore è una testimo-
soglie della moderna fantascienza”. e movenze femminili. Dei quattro astronauti, nianza, un artefatto di un’altra dimensione. È
Seguono, come sappiamo, l’accompagno di uno decide di non tornare, di unirsi agli alie- l’unica cosa che riusciamo a percepire che
Ulisse a Itaca da parte dei feaci grazie alle ni. Viene accolto nella loro nave e ricoperto trascenda le dimensioni di tempo e spazio.
eccezionali qualità delle loro navi, dotate di d’acqua fin sopra i capelli, ma non muore. Sì, Forse di questo dovremmo fidarci anche se
una velocità non raggiungibile con i mezzi quell’astronave contiene acqua in abbondan- non riusciamo a capirlo ancora”), fino all’o-
quell’Odisseo che, viceversa, potremmo con- abituali dell’epoca. Ulisse non ha modo di za, in contrapposizione all’arsura che colpisce ceano vedico (il Brahman, la realtà trascen-
siderare un protonauta. Non è tutto. Secondo controllare come ciò possa avvenire poiché la Terra e di cui possiamo già cogliere i segni dente, che sarebbe indivisibile dall’Atman,
Lisa Morpurgo (Il convitato di pietra, 1978) “i compie il viaggio immerso in un sonno pro- premonitori. Simbolicamente è l’acqua-grem- cioè il Sé individuale, “come l’aria dentro la
viaggi di Ulisse spalancano una finestra sullo fondo (ricorda le tanto necessarie ibernazio- bo-natura in alternativa all’uomo-violenza (la brocca è identica e indivisibile dall’aria fuori
spazio dove le molte isole toccate dalla sua ni). Forse l’Odissea nasconde un messaggio violenta alba dell’uomo di 2001). dalla brocca”, è scritto nelle Upanisad). Un
nave diventano in realtà pianeti, tappe obbli- in chiave: forse un’Itaca sperduta nello spa- “Dobbiamo tornare a casa”, incalzavano i tre campo unificato che è infinita bontà e amo-
gate di una peregrinazione interstellare, lidi zio attende un Ulisse-astronauta. Le navi dei astronauti. “È proprio lì che andrò”, rispon- re da cui tutti proverremmo e a cui tutti ten-
ospitali o inospitali, proposte di un’esistenza feaci, i feaci “trasportatori di naufraghi”: una deva quello che aveva scelto di proseguire deremmo, sottotesto che David Lynch ha
‘diversa’. Il più misterioso di tali pianeti-isole premonizione o, perché no, il ricordo cosmi- il viaggio, di andare oltre. Non torna indietro preso dalla Meditazione trascendentale e si
manifesta prepotente in Twin Pe-
aks–Il ritorno, ma che, ci accor-
giamo a posteriori, innerva tutta
Alien (1978) di R. Scott Star Trek 5 - L'ultima frontiera (1989) di W. Shatner la sua opera, dal cielo stellato di
The Elephant Man alla capacità
della spezia di “viaggiare senza
muoversi” tra i pianeti di Dune.
Viaggio spaziale e impero interio-
re sono indivisibili.
La nostra piccola ricognizione fi-
nisce qui. Ci sarebbero tanti altri
libri e film da analizzare. E tanti
altri ce ne saranno. Qualunque
astronave scegliate, buon viag-
gio. Come i viaggi fatti fin qui,
anche i prossimi saranno emo-
zionanti e inimmaginabili. Perché
ne abbiamo fatti di giganteschi
balzi da quando abbiamo messo
piede sulla Luna. E continuere-
mo ad andare oltre.
26 film cronache film cronache 27AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
COSÌ LONTANO, Il contatto con la Luna ha mutato il nostro approccio
alla realtà. Lo suggerisce proprio il cinema, che facendo
incontrare (e confliggere) doppi umani e post-umani,
COSÌ VICINO: creature virtuali e corporee, abitanti di universi paralleli,
non solo tra le galassie ma anche sulla Terra, proprio
GLI ALIENI in seguito a quel fatidico evento del luglio 1969 ha
progressivamente eliso il confine tra animato e inanimato.
SIAMO NOI? Francesco Crispino
Der Mond zeigt mir meine eigene Gestalt.
[La luna mi mostra il mio sembiante]
Franz Schubert (testo di Heirich Heine), Schwanengesang, D. 957 2001: Odissea nello spazio (1968) di S. Kubrick
28 film cronache film cronache 29AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
2001: Odissea nello spazio (1968) di S. Kubrick Journey to the far Side of the Sun (1969) di R. Parrish
A
l di là all’aspetto celebrativo, il cinquante- Prima della Luna (e poco dopo Kubrick): lia Doppia immagine nello spazio). Il film non abitano il pianeta (“Everything’s reversed”). Al
nario dell’allunaggio rappresenta un’oc- Doppelgänger merita di essere ricordato per la sua com- centro della narrazione c’è dunque un’espe-
casione per provare a riflettere su ciò A sostegno di tale percorso potrebbe imme- piutezza formale o narrativa, ma non è privo rienza disorientante che ha a che fare con il
che rappresentò quell’eccezionale esperienza. diatamente essere preso in considerazione d’interesse per almeno un paio di ragioni. La rispecchiamento e con la scissione identita-
Eccezionale in quanto ineguagliabile, perché uno dei titoli più importanti dell’intera storia del prima è che si tratta del primo lungometrag- ria in grado di produrre, come c’insegna non
ha permesso all’uomo di allargare l’orizzonte cinema, una di quelle tre-quattro opere-spar- gio con attori reali scritto e prodotto da Gerry solo la mitologia (il mito di Narciso) e tutta la
del proprio sguardo come raramente gli era tiacque di cui si può a ragione sostenere che e Sylvia Anderson, la coppia britannica cele- diramazione psicanalitica a esso collegata (da
successo prima (paragonabile forse solo alla esista un “prima” e un “dopo” la sua realiz- bre per aver introdotto negli anni ’60 una tec- Freud a Lacan), ma anche la storia delle arti
scoperta del continente americano alla fine del zazione. È però talmente complesso adottare nica d’animazione elettronica d’avanguardia che hanno preceduto la settima.
XV secolo); di esperire una della macro cate- un approccio originale su quel film-esperienza per le riprese (la supermarionation) e per aver Il rispecchiamento d’altronde è un fenomeno
gorie della sua stessa esistenza (lo spazio) in che è 2001 a Space Odissey di Stanley Ku- poi prodotto due serie televisive destinate a trasversale a tutte le forme d’espressione,
maniera talmente straordinaria da rivoluzionare brick, uscito nelle sale proprio quindici mesi lasciare un segno profondo nell’immaginario un’esperienza contemporaneamente este-
il proprio pensiero intorno a esso; di arrivare a prima del fatidico allunaggio (aprile 1968), che anni ’70 (U.F.O. e Space 1999). La seconda tica e psichica che peraltro appartiene alla
guardarsi da un punto di vista impossibile (poi- ogni riferimento rischierebbe di diventare solo è che il tema del lungometraggio è il doppio, stessa ontologia della fruizione cinemato-
ché prima impensabile), atto che ha prodotto una inessenziale ripetizione di quanto già am- il Doppelgänger, che peraltro è anche il titolo grafica e che diventa sempre sconvolgente
uno shock emotivo capace d’incidere profon- piamente espresso. originale del film, cambiato dalla casa di di- quando coincide con l’acquisizione di un
damente sulla psiche individuale e collettiva. È forse più interessante allora far partire il stribuzione dopo averlo giudicato inadatto al punto di vista nuovo dal quale potersi osser-
Tuttavia se è vero che la riflessione può toccare percorso da un semisconosciuto lungome- mercato americano. vare. Sia che riguardi la pratica espressiva
vari campi e assumere diverse prospettive, mi traggio britannico realizzato proprio in piena L’intera vicenda ruota infatti intorno alla sco- (si pensi, ad esempio, all’importanza che ri-
sembra opportuno limitarla qui al modo in cui il “febbre” prodotta dall’Odissea kubrickiana (fu perta di un pianeta occultato dall’orbita solare veste un dipinto come Las meninas, 1656,
cinema abbia assunto ed espresso tale shock. girato nell’agosto del 1968), firmato da Ro- ma molto simile alla Terra, e del viaggio che di Diego Velazquez nell’evoluzione delle arti
Provando cioè a individuare le strategie retori- bert Parrish e tenuto a lungo nei magazzini uno dei due astronauti scelti per raggiungerlo plastiche), sia che riguardi l’esperienza del
che con cui ha reagito a un avvenimento che prima di essere distribuito dalla Fox proprio a compie verso di esso e contemporaneamente personaggio/persona (esemplare in tal sen-
riconfigurava due aspetti a esso consustanziali: ridosso del primo contatto lunare con il titolo “dentro” se stesso, perché lo porta a confron- so appare la produzione letteraria e teatrale
lo spazio e il punto di vista. di Journey to the far Side of the Sun (in Ita- tarsi con i propri riflessi, i doppi speculari che di Pirandello), sia che riguardi appunto l’e-
30 film cronache film cronache 31AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
sperienza spettatoriale, come ci ricordano le distanti (2001 e Journey to the far Side of the di partenza, così come l’idea di base del ducendo anche sul pianeta-specchio, ma
terrorizzate reazioni dei primi spettatori cine- Sun / Doppelgänger). E come in entrambi sia doppio come riflesso (“Il mistero più grande con esiti diametralmente opposti.
matografici di fronte all’immagine del treno in collegato a quell’azione di attraversamento […] siamo noi visti da vicino. Riusciremmo Il quadro di riferimento appare dunque molto
arrivo alla stazione di La ciotat. dello spazio che proprio l’allunaggio del 1969 a riconoscerci?”). Il lungometraggio d’esor- simile a quello di Journey to the far Side of the
tolse finalmente dall’invisibilità, spostando per dio di Mike Cahill si apre con l’improvvisa Sun, sebbene nel film del 2011 esso venga
Noi visti da vicino. la prima volta su una dimensione collettiva l’e- apparizione di un pianeta del tutto simile alla immerso nel (e orientato dal) tema degli uni-
Riusciremmo a riconoscerci? quivalente dell’esperienza individuale del cele- Terra, evento che si rivela decisivo nel per- versi paralleli (e dall’improvvisa perdita del sin-
Se dunque il doppio è la manifestazione a bre “strappo nel cielo di carta”1. corso esistenziale della giovanissima Rhoda. cronismo che li caratterizza) per essere così
esso spesso collegata, è doveroso innanzi- Se però tale legame s’inserisce in un oriz- Proprio mentre guida cercando di incontrarlo inserito in un discorso umanista, al centro del
tutto ricordare le sue radici antichissime (c’è zonte pienamente analogico, dove gli effet- con lo sguardo, infatti, la ragazza si schianta quale si trova una riflessione sul senso di colpa
chi le individua nella figura del dio Ka della ti speciali sono ancora del tutto meccanici, contro un’altra auto, devastando la famiglia e sulla scelta. Mentre dal punto di vista formale
civiltà egizia), così come la sua adattabilità al è curioso constatare come lo stesso tema che vi si trova all’interno. A distanza di anni è costruito con l’adozione del punto di vista di
contesto in cui viene espresso, aspetto che venga ripreso, più o meno direttamente, da il casuale incontro con John, l’unico soprav- Rhoda e una mdp quasi sempre a ridosso dei
lo ha reso un tema spesso preso a prestito titoli che hanno caratterizzato l’ultimo decen- vissuto di quel terribile incidente, la porta personaggi che nell’ultimo terzo si arricchisce
dal cinema (basti pensare all’importanza rive- nio, in un contesto cioè ormai digitale. Il pri- ad affrontare un percorso d’espiazione che di frequenti movimenti di zoom, attraverso i
stita nelle filmografie di autori della statura di mo sintomatico esempio viene da Another sembra completarsi quando arriva a cedergli quali l’enunciazione si definisce, aprendosi in
Hitchcock, Kubrick o De Palma). In tal senso Earth (2011), che con il film dei coniugi An- l’ambitissimo biglietto verso il nuovo pianeta tal modo anche alle conseguenze prodotte
è interessante verificare come costituisca il derson condivide la medesima situazione che ha appena vinto. Perché raggiungere dalle azioni. Se infatti gli zoom in avanti ven-
denominatore comune di due film produttiva- “Terra 2”, per lei come per John, significa so- gono utilizzati per “schiacciare” e “intrappola-
mente così vicini (furono realizzati negli stessi 1
Cfr. Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, Nuova Antologia prattutto ricominciare, nonostante entrambi re” i due protagonisti nel rapporto che stanno
studios di Pinewood) ed esteticamente così (Cromo-Tip. Ripamonti & Colombo), Roma 1904 e segg. ed. ignorino che la stessa situazione si stia pro- costruendo (sintomatica in tal senso è la se-
Another Earth (2011) di M. Cahill
32 film cronache film cronache 33AUTOFOCUS I SAGGI AUTOFOCUS I SAGGI
quenza in cui Rhoda si emoziona mentre John Saramago nel 2002 e ampiamente rimaneggiato dal re-
suona una melodia), quelli all’indietro servono gista canadese e dallo sceneggiatore Javier Gullón. La
invece a farne percepire la distanza, fondata vicenda del protagonista Adam Bell (Jake Gyllenhall), il
sulla straniante anomalia che lo connota. quale scopre di avere un sosia mentre vede un film e
Altrettanto interessante risulta Moon (2009), prova a contattarlo finendo così per cambiare il destino
titolo interamente ambientato sul satellite ter- di entrambi, sembra simile a quella di molti romanzi ot-
restre e interpretato da un unico attore (Sam tocenteschi, sebbene nelle mani di Villeneuve diventi
Rockwell) capace di ricoprire più ruoli. Se un’esperienza perturbante che tenta di perlustrare le
infatti l’opera d’esordio di Duncan Jones è zone d’ombra dell’inconscio attraverso una narrazione
l’ennesima variazione sul tema del doppio, qui avvolgente e un’elevata consapevolezza formale.
utilizzato all’interno di un discorso sulla clona- Il doppio come memoria è invece al centro di Bla-
zione e sulla sua disumanità, sulle intelligenze Enemy (2012) di D. Villeneuve de Runner 2049 (2017), sequel del film girato da
artificiali e sulla loro presunta umanità (“non Ridley Scott nel 1982. Qui il protagonista agente K
siamo programmi, siamo persone”), è impor- Another Earth (2011) di M. Cahill (Ryan Gosling) si trova ad aver a che fare con una
tante notare come qui la location giochi un ruo- serie di doppi (umani/replicanti; replicanti di prima
lo decisivo. La Luna con la sua energia (“l’ener- generazione/replicanti di seconda generazione; i
gia del nostro futuro”) è infatti assunta come lo gemelli nati da Rachael; l’immagine virtuale della
spazio della replicazione, il luogo dove è possi- stessa Rachael) che hanno la funzione di impo-
bile riprodurre l’uomo e renderlo schiavo purché stare il discorso sulla centralità del ricordo nella
se ne occulti la memoria e se ne confondano i costruzione dell’Identità. E che nelle mani di Ville-
ricordi. Ma anche il posto dove lo sconvolgen- neuve diventa un’articolata riflessione sulla realtà
te incontro con il proprio Doppelgänger diventa della memoria e sulla memoria della realtà2.
la scintilla di una presa di coscienza o, come La terza alternativa è invece al centro di Arrival
sembra suggerire il film, l’origine della coscienza. (2016), dove la flagranza del doppio è più difficile
Due titoli che, se da una parte autorizzano a con- da ritracciare, dal momento che viene meno sia
siderare il “fantastico” come il macro genere privi- la somiglianza fisica di Enemy, sia quella espe-
legiato dal tema (d’altronde è proprio sul Doppel- rienziale di Blade Runner 2049. Tuttavia quello
gänger che fonda le proprie origini, cfr. Lo studente tra la linguista Louise e gli “eptapodi” alieni sbar-
di Praga di Stellan Rye, 1913), dall’altra spostano il cati sulla Terra con cui si deve confrontare è un
quadro di riferimento dall’aspetto attrazionale a una legame tanto sottile quanto profondo, in cui si
dimensione umanista e a considerare la Luna e la manifesta l’ennesimo “rispecchiamento” del ci-
Terra come luoghi da cui fuggire. Stabilendo di fatto nema di Villeneuve. Lo suggerisce prima di tutto
due differenti modalità nella sua rappresentazione la disposizione dei corpi di Louise e degli alieni,
contemporanea: il doppio come riflesso e il dop- Arrival (2016) di D. Villeneuve che nella messinscena si trovano sempre uno
pio come (residuo della) memoria. Alle quali ne va di fronte all’altro, separati da un vetro, proprio
aggiunta almeno una terza: il doppio come altro da come se si trovassero di fronte a uno specchio
me. Tre alternative che si ritrovano in altrettanti titoli di (esattamente come nella potente immagine
uno degli autori più rappresentativi del decennio. Se conclusiva di Blade Runner 2049). E in secon-
infatti tutta l’opera di Denis Villeneuve è pervasa dal do luogo l’aspetto linguistico che è al centro
tema del doppio e da immagini di “rispecchiamenti”, del discorso del film: dopo averla compresa
è probabilmente nella trilogia “fantastica” che esso si infatti, Louise arriva a far propria, riproducen-
manifesta con maggiore evidenza. dola, la lingua aliena. Tre opere insomma che
declinano in maniera differente l’incontro con
Denis Villeneuve, l’incontro con il doppio
Il doppio come riflesso si configura in Enemy (2012), 2
Per un approfondimento sul film, rimando al mio F. Crispino,
trasposizione cinematografica di O homem duplica- La magnifica ossessione: una, nessuna, centomila identità, in
do/L’uomo duplicato, romanzo pubblicato da José «Filmcronache», a. XXX, n. 149, gennaio-febbraio 2018.
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