Criptovalute e Blockchain, ovvero: la nuova "corsa all'oro" - Duemilaottonews
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Criptovalute e Blockchain, ovvero: la nuova «corsa all’oro» Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin, Verge etc. Cosa sono, quale tecnologia c’è dietro, come comprarle / scambiarle / usarle per investimento. Quali opportunità e quali rischi comportano. Parte 1 Premessa L'articolo è in continuo aggiornamento con le notizie più rilevanti sull'argomento Riporto qui una disquisizione abbastanza approfondita sull'argomento (integrata da molte considerazioni personali), proponendo un lungo articolo che ho confezionato raccogliendo materiale un pò dappertutto (in rete, su riviste, in vari incontri ed occasioni etc.) nel corso degli ultimi 5 anni in cui mi sono interessato abbastanza approfonditamente del soggetto: ho fatto diversi corsi in proposito ed investito di persona su alcuni di questi "asset", con alterne fortune . Dopo il "periodo buio" del 2018 con conseguente crollo di tutte le criptovalute (vedi in seguito) l'interesse su questi "asset", complice anche il clamore mediatico suscitato dal patron di Facebook nell'adottarne una di nome Libra, sta nuovamente salendo..ed ecco quindi il motivo di questa lunga disquisizione. Definizione: La criptovalute sono un «digital asset» fatto per lavorare come mezzo di scambio, che usa la crittografia per assicurare la corretta transazione e per la creazione di ulteriori unità di «moneta». Ognuno con le giuste conoscenze può creare criptovalute (ma non tutte). Di seguito le proprietà «intrinseche» delle criptovalute • Le criptovalute non sono «fisiche», sono tutte digitali / virtuali. • Non è possibile mettere le proprie criptovalute nel portafoglio come «entità fisiche». • Le criptovalute sono «decentralizzate». • Sono molto difficili da rubare (se non ti rubano la «chiave privata» che è la password del tuo portafoglio virtuale) perché sono «decentralizzate». La chiave privata è come la PW del tuo conto in banca nel quale si entra attraverso internet • Sono protette da governi ed autorità centrali (nessuno può accedere al tuo portafoglio). • Sono immuni ad interferenze di governi e manipolazioni. • Non c’è nessun ente «centralizzato» che controlla ed emette le criptovalute. INCREDIBILI OPPORTUNITA’ DI INVESTIMENTO (e di perdite…) per la loro ALTISSIMA VOLATILITA’ (un giorno una cripto può valere 1€, il giorno dopo 10€, ma anche 0.1€ !) Criptovalute: cosa sono e come si scambiano È un mezzo di pagamento completamente digitale e anonimo, che si basa sull'idea di moneta elettronica. Capostipite è il bitcoin (con la «b» minuscola, mentre con «B» maiuscola si intende la blockchain dietro al bitcoin), creato nel 2009 da Satoshi Nakamoto (ancora oggi non si sa chi sia di preciso, chi dice che sia la CIA, chi la Cina, chi una IA… o un viaggiatore nel tempo… ). Nati con l'obiettivo di stabilire una circolazione monetaria che consenta la movimentazione rapida, anonima e pressoché gratuita di somme di denaro anche consistenti, i bitcoin hanno iniziato a far tremare il mondo della finanza e delle banche. Il sistema su cui poggia questa moneta virtuale, infatti, presenta elevati pericoli per la sicurezza nazionale: riciclaggio, traffico illecito, pagamenti di armi o droga, pagamenti per pedopornografia etc.. Ciò che maggiormente caratterizza il sistema bitcoin, consiste da un lato nell'assenza di un'entità (sia nazionale che sovranazionale) che svolga il ruolo di regolatore e, dall'altro, nell'utilizzo di una rete peer to peer, che consente di effettuare pagamenti online direttamente tra gli interessati, senza che ci sia bisogno di passare attraverso un istituto finanziario. In generale, utilizzare i bitcoin è semplice: basta procedere all'installazione di un "portafoglio elettronico" (c.d. Wallet) e acquistare la moneta elettronica da uno dei principali centri di scambio online. Il titolare potrà poi provvedere a trasferire tale tipo di denaro come meglio crede, senza
dover ricorrere all'intervento di soggetti terzi. Tra l'altro, tutte le transazioni bitcoin sono perfettamente trasparenti al pubblico, potendo essere controllate e verificate da chiunque, grazie all'esistenza di un pubblico registro condiviso, denominato "Public Ledger". Si badi bene, tuttavia, che, benché l'utente sia iscritto nel Public Ledger, la sua privacy viene comunque tutelata, essendo egli identificabile solo attraverso un codice alfanumerico, attribuitogli al momento dell'iscrizione. Cosa c’è «dietro»: la Blockchain 500 d.C., cinquecento dopo Cristo: L'Impero Romano è ormai decadente e sta iniziando l'epoca che ricordiamo come Medioevo, periodo che tra le altre cose ha visto nascere le prime banche. Lontano, molto lontano dall'Europa, c'è la Micronesia. E qui l'isola di Yap, dove alcune popolazioni incominciarono a minare delle unità di misura: le "pietre Rai". Si stava sviluppando un sistema economico e serviva qualcosa per fare transazioni e scambi commerciali. Serviva dunque una valuta, e si decise per enormi pietre rotonde. Però pesavano fino a quattro tonnellate, decisamente scomode da trasportare. Gli abitanti dell'isola inventarono allora un metodo ingegnoso: ogni abitante avrebbe tenuto un registro dove annotare la proprietà di ogni pietra Rai, e quando si fosse presentata la necessità di regolare una transazione commerciale avrebbe provveduto ad aggiornare il proprio registro sollecitando anche tutti gli altri abitanti dell'isola ad effettuare la stessa operazione. Così facendo il controllo delle transazioni non è nelle mani di una autorità centrale (oggi sarebbe una banca) alla quale sarebbero dovute delle commissioni. Il metodo funzionava: era impossibile che il proprietario di una pietra spendesse due volte lo stesso importo dal momento che nel frattempo tutti avevano aggiornato il proprio registro, ed era allo stesso modo impossibile che qualcuno se ne proclamasse illegittimamente proprietario: tutti avevano ben chiaro chi possedesse ogni pietra in ogni momento. Incredibile ma vero, ciò che accadeva 1.500 anni fa in una sperduta isola del Pacifico è molto simile a ciò che sta rivoluzionando l'economia moderna. Le criptovalute, a cominciare dalla famosa bitcoin, si basano infatti su un meccanismo noto come blockchain. La somiglianza con il sistema delle pietre Rai è impressionante. La blockchain è infatti una sorta di registro che viene scaricata automaticamente da tutti i possessori di un wallet - da intendersi come un portafoglio virtuale -, nella quale sono annotati tutti i trasferimenti di bitcoin, dalle origini di questa criptovaluta ad oggi. Chiunque possieda dei BTC (ma vale anche per ethereum e altre criptovalute, anche se non per tutte) ha anche un "libro contabile" che riguarda tutti i BTC in circolazione. Un «libro» che si aggiorna di continuo. La prima introduzione di bitcoin e blockchain risale al 2008 e da allora, come in ogni tecnologia, ci sono stati cambiamenti ed evoluzioni. Ci sono molte più persone che usano blockchain in tutto il mondo, e soprattutto prima c'era una sola blockchain, quella di BTC; oggi ce ne sono molte, una per ogni criptovaluta ma anche blockchain progettate per scopi diversi. La ricerca sulla blockchain sta infatti avanzando al punto da svincolarsi dall'utilizzo delle criptovalute, ed è per questa ragione che spesso ora si parla di "Blockchain Economy" e non di "Cryptoeconomy" come avveniva precedentemente non molto tempo addietro. Enormi passi avanti ha compiuto in questo senso Hyperledger, un consorzio finalizzato alla ricerca sulla blockchain al quale aderiscono fra gli altri colossi come Fujitsu, IBM, J.P. Morgan Chase & Co, Intel, Nokia, Accenture e BNP Paribas. Questa tecnologia è destinare a sconvolgere il futuro come lo è stato per internet. Entro il 2020 si prevede che questa tecnologia sarà adottata massicciamente anche dalle banche ---> forse, vedere qui di seguito... Blockchain (riassunto) La blockchain è la tecnologia che sta «dietro» le criptovalute, ma è utilizzabile in molti ambiti e da qualcuno è considerata come una delle più importanti invenzioni umane, alla pari della elettricità e del PC, in quanto ha il potenziale per rivoluzionare ogni industria ed istituzione (compreso il metodo per le votazioni, vedi in seguito).
Tecnicamente, una blockchain non è altro che un registro pubblico al cui interno sono registrate migliaia di transazioni crittografate ognuna delle quali è collegata ad un soggetto specifico (i cosiddetti "blocchi") che, collegate tra loro attraverso un sistema di marche temporali, creano un vero e proprio database a catena (chain) in continuo aggiornamento e liberamente consultabile dagli utenti. L'idea che sta alla base della blockchain è quella di creare un sistema di interscambio diffuso, in cui non vi è un amministratore che presiede e vigila sugli scambi, ma nel quale ogni componente della catena è esso stesso un amministratore: ogni blocco infatti è strutturato in modo tale da contenere al suo interno le informazioni che gli consentono di collegarsi al blocco precedente (ovvero attraverso l'utilizzo di un puntatore e di un timestamp, cioè una marca temporale). La blockchain dietro ogni criptovaluta assicura che questa sia decentralizzata e non centralizzata e custodita in qualche posto, inoltre che non possa essere manipolata da un qualche istituto o governo.La blockchain risolve essenzialmente un problema di fiducia: permette per la prima volta di trasferire un prodotto digitale garantendone l’unicità. Facciamo un esempio: una canzone in formato .MP3 può essere duplicata n volte ed ogni copia sarà identica all’originale.La blockchain riesce a fare il contrario, può spostare un prodotto digitale, nel nostro caso una criptomoneta, garantendo che sia proprio quella, con la sua storia documentata, certificata e senza possibilità di errore. Si può immaginare (ad esempio) che un registro del genere possa tenere traccia di tutti i passaggi di proprietà di un appartamento, memorizzando gli atti notarili.Un altro utilizzo prevede la possibilità di digitalizzare l’identità delle persone, per fornire servizi evoluti al cittadino (come le elezioni, di cui si parla in seguito). L’uso principale della tecnologia blockchain rimane comunque per ora nelle criptovalute, in particolare per il bitcoin. Ci sono quindi diverse definizioni di blockchain, alcune molto difficili altre più semplici. La definizione «informatica» è: la blockchain è un database memorizzato e distribuito su ogni macchina che fa parte del network della criptovaluta in considerazione (es bitcoin). La BC è un database distribuito che è usato per mantenere una continua lista di record chiamati blocchi. Ogni singolo blocco, in particolare, è un file che contiene: • numero di blocco (i blocchi sono numerati in maniera crescente dallo 0) • codice Hash (ogni blocco è identificato in maniera univoca da un certo codice alfanumerico) • data e ora di produzione del blocco • transazioni confermate nel blocco • totale dei bitcoin movimentati nel blocco • dimensione in KiloByte del blocco Ogni transazione ha inoltre un input ed un output, che ci informano su origine e destinazione dei BTC. Nell'input è presente uno script Sig (firma digitale) mentre nell'output è presente uno script PubKey (chiave pubblica) - si tratta di elementi del sistema crittografico. All'inizio ogni blocco "conteneva" 50 BTC ma tale quantità va via via riducendosi: il 30 Ottobre 2017 è stato generato il blocco numero 500000 al quale sono stati assegnati 12.5 bitcoin. Lo scopo dell «hash point è assicurare che la persona «A» e la persona «B» esistano e che tutti i dati tra queste due parti siano vere e che la persone non possono manipolare il sistema.In pratica è la storia di tutte le transazioni in tutta la comunità decentralizzata..e se noi acquistiamo o vendiamo una cripto noi facciamo parte di questa comunità. La blockchain quindi tiene un registro di tutte le transazioni tra tutti i membri di quella community (es bitcoin).Ogni membro della community può vedere che noi abbiamo trasferito denaro a quel tale soggetto il tale giorno / ora. Non è però possibile vedere il nome in chiaro ma è possibile tracciare quanto denaro hai e quanto hai inviato. In realtà è un po’ più complesso, la BC consiste in blocchi e questi blocchi sono uniti in una catena, quindi è una lista continuamente crescente di records chiamati blocchi che sono «linkati» e resi sicuri da un processo di criptografia.
Parte 2 Il «Mining» Il mining è un processo per l'ecosis 'ecosistema di molte criptovalute, necessario per la creazione di moneta e per certificare le transazioni ioni nnella blockchain. Inoltre rende sicura la rete re proteggendola da eventuali attacchi. È un'attività che ha alterato (nel recente passato) il mercato ercato delle schede video - (che erano) particolarmente valide per certi tipi di mining. Se volete estrarre bitcoin, però, erò, la potenza di calcolo necessaria è troppoo alta per usare la scheda video del computer di casa. Chi vuole v concentrarsi su BTC, dunque, sii orienta orien a un altro tipo di macchina, vale a dire l'ASIC.. L'acronimo L'ac ASIC applicationspecificintegratedc ratedcircuit, vale a dire un circuito progettato per un'applicaz plicazione di calcolo ben precisa. All'interno di un ASIC (inteso come macchina finita) ci sono all'incirca ncirca 180 unità di chip ASIC. Come ben avrete capito dalla lla spiegazione spi dell'acronimo di ASIC, è una na mamacchina può eseguire calcoli solamente sull'algoritmo tmo prestabilito p dagli ingegneri e sviluppatori ori che hanno realizzato il chip ASIC. In altre parole, un AS ASIC progettato per bitcoin potrà fare solo quello. q Si può intuire dunque quanto sia importante te sce scegliere bene sin dall'inizio, eppure molti lti esordienti eso sottovalutano questo dettaglio. Le GPU potrebbero sembrare un investimento in meno rischioso in quanto è possi possibile farle lavorare su più algoritmi diversi. Bisognaa però tenere a mente che l'efficienza energetica tica è migliore negli ASIC rispetto alle GPU. In quanto gli ASICAS producono un maggiore hashrate con on min minor consumo rispetto alle GPU. È per questo motivo ivo che ch quando escono dei modelli di ASIC che lavoranola su un nuovo algoritmo l'utilizzo delle GPUPU no non è più profittevole. La difficoltà aumenta menta e ormai chi utilizza GPU per fare mining è fuori merca mercato. Nel progetto di una vera e propriapropr mining farm, d'altra parte, per renderendere l'investimento meno rischioso è opportuno avere entrambe entra le tipologie di hardware in modoo da ppoter lavorare su più algoritmi possibili e soddisfare fare le richieste del mercato. Avremo così modo di avere sempre la massima efficienza possibile. La seconda scelta importante te da fare riguarda il luogo: per una miningg farm servirà elettricità a buon prezzo e temperature ambien ambientali entro certi limiti. Come si può immagi maginare più si paga per l'elettricità e meno si guadagna,na, e per questo l'Italia è un paese poco interessan ressante per questo tipo di business. Uno dei fattori più importantinti da considerare nella progettazione di unaa miningmin farm è il prezzo della corrente elettrica. Per tale ale momotivo farlo in Italia in genere non è redditizio ditizio a causa dell'elevato costo dell'energia elettrica e delle tasse applicate. Salvo rare eccezioni, dunque unque, il nostro Paese non è interessante per un progetto to di qquesto tipo. Attualmente la scelta più sensata sensat è realizzare grandi mining farm grazie a ingenti ti investimenti inv all'estero, scegliendo aree dove energia e tasse non rappresentino un costo troppoo alto. Anche le dimensioni contano: o: più la mining farm è grande minori sono no le spese a partire dalla manutenzione fino ad arrivare are all'acquisto all dell'hardware; acquistando più iù pezzi, pe infatti, prezzo e tempi di spedizione possono ridursi. ridurs Queste due prime considerazioniazioni sono sufficienti per affermare che il mining min non si può più considerare un hobby casalingo,ngo, ccome accadeva anni fa, ma si sta definendonendo sempre di più come nuovo settore professionale.. Basti notare l'interesse di grandi marchi come ome Samsung S e GMO nel produrre chip ASIC. Come abbiamo accennato nell primo prim articolo, un buon modo per ridurre i rischi è avere sia ASIC sia GPU. Queste ultime permettono ettono di lavorare su qualsiasi algoritmo e renderanno rend la farm più flessibile.
Un ASIC è composto da pochissimi componenti: scheda di controllo, chip ASIC e poco altro. Due ventole mantengono bassa la temperatura dei chip. All'interno di una macchina ci sono circa 180 chip ASIC, che assorbono da 300 a 2.000 watt circa secondo l'algoritmo scelto. I miner di criptomonete sta(va)no mettendo alle corde i produttori di schede video, acquistando quasi tutte le scorte e lasciando a bocca asciutta gli appassionati che vogliono comprare a prezzi corretti una scheda video per giocare. Le migliori schede video per il mining «casalingo» erano ... • AMD : RX 590 8 Gb : 350 € • nVidia : GTX 1070 : 639 € Fortunatamente ora con prezzi in sensibile discesa Non sono i top di gamma ma sono le migliori per questa attività (ormai non più remunerativa). L'elettricità impiegata nel mining di bitcoin è uno dei grandi temi che circondano il mondo delle "cripto". Una cosa è certa: l'energia richiesta non è poca, in quanto le valute richiedono una grande quantità di calcoli hash per processare le transazioni finanziarie. Puntualmente emergono delle stime in merito ai consumi legati a questa attività e l'ultima in ordine di tempo giunge da Ales de Vries, data consultant& blockchain specialist di PwC. La rete bitcoin può essere attualmente stimata di un consumo di almeno 2,55 gigawatt di elettricità, e potenzialmente 7,67 gigawatt in futuro, rendendola comparabile con paesi come l'Irlanda (3,1 gigawatt) e l'Austria (8,2 gigawatt). I modelli economici ci dicono che il consumo energetico di bitcoin graviterà verso il secondo numero [...] e potrebbe essere già raggiunto nel 2018". La produzione dei bitcoin è sempre più «energivora» e ormai l'1% della produzione mondiale di elettricità è utilizzata a questo scopo. Lo ha affermato ArvindNarayanan, esperto di Computer Science dell'università di Princeton, durante una audizione al Senato statunitense. Alcuni esempi di hardware • CPU Intel Core i5 2400 : 14 Mh/s con efficienza di 0.15 Mh/Joule • GPU AMD 5870 : 400 Mh/s con efficienza di 1.9 Mh/Joule • GPU nVidia GTX 680 : 120 Mh/s con efficienza di 1.2 Mh/Joule • ASIC BFL Jalapeno : 5000 Mh/s con efficienza 166 di Mh/Joule • ASIC ANT Miner S3 : 441000 Mh/s con efficienza 1300 di Mh/Joule Una esperienza italiana A Calenzano, un piccolo comune alle porte di Firenze, esiste una delle più grandi realtà di mining d'Italia, si chiama BitmainerFactory La BitminerFactory sorge all’interno di un capannone dove si trovano lo storage delle macchine le stanze del team di assistenza e quello di costruzione Il grosso delle macchine è però in Bosnia....perchè la energia elettrica lì costa molto meno, premessa ineludibile per essere competitivi sul mercato. Le attività all’interno della BitminerFactory, sono molteplici. Si estrae, prima di tutto, ma al tempo stesso si producono schede e macchinari da vendere a chi vuole aprire un proprio centro di raccolta; o si vendono e lasciano in-farm le macchine a lavorare per conto terzi “Oggi per fare “Mining” in modo profittevole occorrono grandi infrastrutture e potenti computer appositamente progettati al solo scopo di elaborare e convalidare nuove transazioni.” Si tratta di una nuova classe di computer studiati esclusivamente per fare “mining”. Un insieme di numerosi miner computer costituisce un impianto produttivo di criptovaluta che in gergo è definito come “miniera” o “mining farm”. Che è esattamente quello che esiste nell’impianto di Calenzano (e soprattutto in Bosnia).... PoW / PoS Uno dei punti di forza più grandi delle distributedledgertechnologies come Blockchain è che la loro adozione annulla il single point of failure, non si può non partire da questa premessa volendo trattare l'argomento degli "algoritmi del consenso" quali PoW e PoS sono. Partiamo da un argomento semplice e familiare: bitcoin. Questa criptovaluta viene emessa ogni dieci minuti circa in un quantitativo di 12.5 unità per blocco nel momento in cui si scrive. In un
sistema centralizzato, diciamo per esempio l'Unione Europa, la quantità in € da emettere è stabilita da un ente regolatore (la BCE), ma in un sistema decentralizzato come bitcoin le regole cambiano nettamente Il quantitativo di bitcoin emessi per blocco decresce infatti secondo una progressione geometrica: ogni 210mila blocchi, la ricompensa per i miner che convalidano le transazioni viene dimezzata. Approssimativamente ogni quattro anni. All'anno zero venivano distribuiti 50 BTC per blocco, si è passati a 25 nel 2013 e si è arrivati a 12.50 nel 2016. Nel 2020 diventeranno ancora meno, e alla lunga non ci saranno più "nuovi" bitcoin da emettere. Si raggiungerà, (presumibilmente nel 2140 ~)in altre parole, il limite prestabilito, fa parte dei concetti fondamentali. l mining, l'attività di generazione di bitcoin, avviene nell'ambito del Proof of Work. L'operazione è in sintesi un attacco brute force la cui difficoltà varia dinamicamente. Chi fa mining cerca di arrivare prima degli altri alla risposta, e guadagnarsi così una commissione (una frazione dei nuovi bitcoin emessi). Per ottenere il primo bisogna appunto "dimostrare di aver fatto il lavoro", che è grossomodo la traduzione di Proof of Work: vale a dire produrre con il proprio computer, o insieme di molti computer, un numero (detto nonce) che dimostri il successo. Il primo minatore a trovarlo ottiene il premio. Questo sistema è estremamente costoso in termini di potenza richiesta, dal momento che la probabilità di vincere la mining reward dipende dal rapporto fra la potenza hardware (hashing power, HP) locale e quella complessiva. Fatta 100 la potenza totale di tutti i computer che fanno mining, dunque, avrà più probabilità di vincere chi ne ha la maggiore percentuale. Negli anni, come sappiamo, questo ha generato una notevole "corsa all'hardware", di cui purtroppo risent(iva) anche chi vuole semplicemente comprarsi un computer nuovo. Se non fosse per le criptovalute, infatti, probabilmente le schede grafiche costerebbero molto meno. (P.S. .. ora sono tornate a prezzi pre-crisi ) Non solo: i computer dediti al mining consumano un quantitativo spropositato di energia elettrica: secondo le stime la rete di Bitcoin arriverà a consumare quanto l'intera Danimarca entro il 2020. Non esattamente eco-friendly. Per questo motivo alcune criptovalute stanno iniziando a implementare un algoritmo concorrente: il Proof of Stake. In particolare, nel 2018 è passato il rivale numero uno di bitcoin nell'immaginario collettivo: ether e la sua piattaforma Ethereum. La differenza sostanziale con il Proof of Work è che questo differente algoritmo del consenso non richiede un quantitativo esagerato di CPU/GPU lanciate a tutta birra nella ricerca del «nonce» corretto. È infatti sufficiente una connessione stabile a Internet e un RaspberryPi, a patto che però si riesca a salvare l'intera Blockchain Ethereum. Sarà dunque necessario collegare un HDD/SSD esterno al Raspberry. Cosa cambia fra PoW e PoS? Nel secondo la probabilità che proprio tu riceva l'incarico di confermare il blocco e quindi ricevere il premio dipende dal rapporto fra la quantità di ether in tuo possesso che decidi di mettere nello stack e la quantità di ether della collettività degli utilizzatori di ethereum. In sostanza è più o meno una lotteria: Tizio mette 10 ETH in Casper, e Caio 20. Allora Caio avrà il doppio delle probabilità di vincere il premio, come se avesse comprato due biglietti mentre Tizio ne ha comprato uno solo. Realmente è un po' più complesso di così, ma il concetto di base è quello. Tale sistema rende dunque superfluo il sorgere di enormi mining farm. Il mining diviene sulla carta nuovamente a portata di tutti, e non solo di chi può permettersi di unire decine, centinaia o persino migliaia di schede video. Un problema che tra l'altro fa vacillare il concetto stesso di decentralizzazione. Ovviamente, come sempre, non è tutto oro quel che luccica. Un sistema di questo tipo potrebbe creare gravissime ineguaglianze sul lungo periodo: chi possiede grandi quantitativi di ether diviene sempre più ricco, ed ecco che la decentralizzazione ne risente nuovamente come avveniva nell'esempio di prima Ma qualora lo scenario dovesse delinearsi davvero in questa maniera, e qualora ethereum dovesse davvero riuscire nel suo scopo di diventare la blockchain dominante quale sarebbe in realtà il
risultato finale? Poche migliaia aia di persone controllerebbero il "computer globale" globa che a quel punto di decentralizzato non avrebbe be mo molto. Sarebbe una situazione tanto diversa ersa da quella che viviamo oggi dove 5-6 aziende hanno de facto fac un monopolio sui dati generati nel mondo? mondo La competizione tecnologica sui pprotocolli e gli algoritmi che definirannoo il futuro fu di Internet - e si spera sarà un futuro decentralizzato lizzato – è solo agli inizi. Nessuno puòò deter determinare oggi chi la spunterà Il «Wallet» «Wallet» : Un portafoglio di criptovalute cri è un portafoglio digitale sicuro icuro usato u per contenere, inviare e ricevere criptovalute te com come bitcoin, ethereum etc. Il «Wallet» è esattamente unn por portafogli elettronico con tutte le credenziali ziali digitali d per accedere, spendere e trasferire la criptovaluta valuta. Potremmo dire che il wallet è il luogoo elett elettronico dove vengono conservate le nostre chiavi crittogr rittografiche, soprattutto quella privata. I wallet possono essere desktop ktop (W (Windows, Linux, MacOS), Mobile (Androidndroid) o Web. Un wallet web collegato a Internet è intrinse intrinsecamente meno sicuro di uno offline. Una cchiavetta USB viene definita cold storage proprio perch perché scollegata dalla Rete. C'è però il rischio chio di perdere fisicamente il dispositivo (o che si guasti) e con esso tutto il denaro contenuto. Sono in vendita (ad es. su Amazo mazon) appositi dispositivi dedicati (Ledgerer Nan Nano, KeepKey, Trezor etc.) dalla sicurezza quasi «assolut ssoluta» da usare per importi «importanti» I «Fork»
Alcune tra le altre criptovalute oggi in circolazione sono, di fatto, dei fork della Blockchain originaria Bitcoin. Con il termine fork si indica in programmazione lo sviluppo di un nuovo progetto software che parte dal codice sorgente di un altro già esistente ad opera di un gruppo di programmatori Spesso il fork è dovuto a rivalità, conflitti personali e differenze di vedute tra gli sviluppatori di un medesimo progetto che ad un certo punto decidono di separare le loro strade Soft fork e hard fork Con il termine soft fork si indica una scissione che si attua dando vita ad una versione aggiornata del protocollo blockchain compatibile con le versioni precedenti • Il soft fork mette in atto un cambiamento reversibile che permette la partecipazione alla blockchain anche a tutti quei nodi che per varie ragioni decidono di non effettuare l’aggiornamento • Con hard fork invece si indica un cambiamento irreversibile e per tale ragione si distinguono in fork pianificati (planned) o frutto di una scissione (contentious) Nel primo caso (hard forkplanned) non si tratta di un vero e proprio fork ma di un aggiornamento NON retrocompatibile del protocollo: il cambiamento è quindi pianificato Nel secondo (hard forkcontentious) si arriva infatti ad una scissione della blockchain e tipicamente alla creazione di una nuova criptovaluta Le ragioni sono diverse ma principalmente insanabili dissidi interni nella comunità degli sviluppatori, ad es. garantire un maggior equilibrio della blockchain attraverso modifiche che ad es. introducano meccanismi in grado di disincentivare una eccessiva concentrazione dei miner Alcuni fork di bitcoin • Namecoin • Bitcoin Cash • Bitcoin Gold ALTCOINS: Non solo bitcoin Sempre più persone (sono) interessate a investire in criptovalute e il valore delle singole monete è (cresciuto moltissimo) negli ultimi tempi. Non solo bitcoin, che ha superato in alcuni momenti quota 16mila euro, ma anche molte altre - notevoli le prestazioni di bitcoin cash o di ripple. E poi assistono a "crolli" altrettanto spettacolari, come quello di fine 2018. Chi si avvicina a questo mondo spesso e volentieri ci vede solo un sistema di finanza alternativo. Il che è probabilmente vero, ma ci si dimentica che dietro a ognuna di queste criptovalute (ce ne sono circa 1900) c'è un preciso progetto. Più o meno credibile, più o meno affidabile, più o meno sostenibile. E l'affidabilità a lungo termine dell'investimento, al netto delle speculazioni che durano poche ore, dipende proprio dal progetto rappresentato dalla moneta. Ecco perché è opportuno approfondire un po' che cos'è quella monetina digitale che si sta comprando. L'idea alla base è quella di creare una moneta che sia sicura e anonima, e adatta all'uso quotidiano. Si tratta di un progetto a lungo termine, dunque, pensato per quell'epoca in cui le criptovalute saranno utilizzabili come oggi lo è il denaro tradizionale. Un'idea che guarda al futuro, certo, ma qualche negozio che accetta XVG (Verge) esiste già oggi (pure pornhub ) ed è messo in bella mostra sul sito (anche perché la lista non porta via molto spazio). Oltre alla sicurezza e all'anonimato, affinché ciò sia possibile è necessaria anche la velocità. Al momento una transazione in bitcoin, per fare l'esempio della più famosa, richiede molti minuti, ore persino. Naturalmente non è compatibile con l'idea di farci la spesa o di pagare il caffè al bar.
Parte 3 Le prime 25 criptovalute per capitalizzazione Ormai quasi tutti abbiamo sentito parlare di bitcoin. Meno persone però sanno che BTC non è l'unica criptovaluta esistente, seppure ha il merito di essere la più anziana, la più famosa e quella con la maggiore capitalizzazione di mercato. Vale a dire quella che rappresenta il maggior valore equivalente: se tutti i BTC fossero scambiati in euro, infatti, varrebbero oltre 60 miliardi di euro. Creata da uno sviluppatore anonimo nel 2008, bitcoin (BTC) è la criptomoneta più famosa al mondo oltre ad essere la più vecchia. Anzi per molti è sinonimo di criptovalute. L'obiettivo dichiarato era creare un sistema valutario che potesse funzionare senza banche né stati, affidandosi direttamente agli scambi tra persone. Ethereum (ETH) si potrebbe definire la criptomoneta di seconda generazione più importante, o se non altro quella con la maggiore capitalizzazione. La grande promessa in questo caso è una blockchain programmabile "turing completa" che permette agli sviluppatori di realizzare applicazioni decentralizzate, dette dapps. La storia di bitcoin Cash (BCH) è piuttosto curiosa. Questa moneta esiste solo da poco ed è una sorta di "genesi spontanea" nata dalla stessa Bitcoin. In estrema sintesi, è uno sdoppiamento dei BTC (Fork) nato dall'esigenza di un sistema più snello e adatto ai commercio vero e proprio. Il bello è che chiunque possedesse dei Bitcoin si è trovato da un giorno all'altro con lo stesso valore in BCH. Se oggi ho 10 BTC, domani ho (avuto) anche 10 BCH. Mica male! Altre criptovalute Ripple (XRP) è il più significativo tra i progetti di criptomoneta con uno scopo vero e proprio. Nel concreto, questa moneta si propone come alternativa al sistema bancario SWIFT. Diverse banche nel mondo stanno già facendo esperimenti e i risultati sono interessanti. L'idea è che se due banche in due diversi paesi devono passarsi valuta possono farlo con Ripple, godendo di costi e tempi minori. Litecoin (LTC) è stata tra le prime crypto a trovare successo dopo BTC, ed è molto simile a quest'ultimo. Come il nome lascia intuire, la differenza sta nel fatto che si tratta di una moneta "leggera". Ciò significa, soprattutto, un tempo più breve tra un blocco e l'altro (2,5 minuti contro 10 minuti). Ma anche un diverso algoritmo crittografico, Scrypt, che tende a favorire i sistemi con grande quantità di RAM. La conferma delle transazioni con LTC avviene molto più rapidamente rispetto a BTC Dash (DASH) è una crypto il cui progetto punta direttamente all'uso reale e alla sostituzione del denaro tradizionale. Il sito ufficiale mette dunque in bella vista le opzioni per spendere DASH in cambio di servizi, dal vino all'affitto. Il successo di DASH dipenderà in buona parte anche dal numero di partner. Altro dettaglio importante è il fatto che Dash usa un sistema ibrido PoW/PoS, che insieme ad altri accorgimenti rende le transizioni istantanee.
Capitalizzazione Bitcoin: 21 milioni al massimo in circolazione, ogni 4 anni il numero di bitcoin emessi si dimezza (il numero massimo sarà raggiunto presumibilmente nel 2140) Litecoin: 84 milioni al massimo in circolazione Ethereum: la produzione è legata al tasso di inflazione, quindi non è un numero fisso DASH: 19 milioni al massimo in circolazione (stimato, non è possibile avere il numero esatto) Ripple: 100 miliardi Elenco criptovalute per capitalizzazione Da cosa dipende il valore delle criptovalute Il valore di una valuta dipende solitamente da un altro «asset» o dalla sua «fama» Molti stati usano le cosiddette valute «FIAT» , il cui valore dipende solo dalla fiducia che gli utenti hanno verso l’autorità emittente, per es. su quanto possa essere «solvente». Ad esempio il $ ora non è più coperto dall’oro, non ha un valore «intrinseco» ma viene usato perché viene accettato da tutti e la gente ha fiducia nell’emittente, cioè gli USA Anche le criptovalute non hanno valore intrinseco, il loro valore deriva dalla confidenza che ha la gente ad usare quel network e da quanti lo accettano Le criptovalute però derivano il loro valore anche dal loro uso, essendo possibile il loro accumulo senza la intermediazione di terze parti ed il fatto che possono essere inviate velocemente in qualunque posto del mondo quasi senza spese I maggiori fattori che influenzano il prezzo sono: • La capitalizzazione di mercato della criptovaluta • Il volume degli scambi • Influenza di terze parti (soprattutto per quelle a bassa capitalizzazione di mercato) • Costi di transazione Gap tra Bid e Ask Bid-Ask Spread. Differenza tra il prezzo bid (denaro) e il prezzo ask (lettera) praticato da un dealer. Il prezzo bid è il prezzo al quale il dealer è disposto ad acquistare uno strumento finanziario. Il prezzo ask è quello al quale il dealer è disposto a vendere uno strumento finanziario. Codacons ricorda che: «Il potere del piccolo risparmiatore nel determinare il prezzo è praticamente zero in quanto sono i trader sui mercati professionali a dettare le regole e i rischi sono veramente molti»
Le monete alternative come quelle virtuali, non sono legate a Stati e quindi non hanno una convenzione o un corrispettivo sottostante, non vengono garantite da niente e da nessuno; né dal gettito fiscale, né dall'oro e neanche dai diritti sui beni. Possono «sparire» da un giorno all’altro con perdita di tutto il capitale investito ICO di criptovalute, guadagni da sogno per chi rischia L'economia delle criptovalute si è evoluta molto in fretta e sta attraversando ora una notevole fase di cambiamento Tra le grandi novità degli ultimi tempi ce n'è un'altra che merita attenzione, vale a dire il fenomeno delle ICO L'acronimo sta per Initial Coin Offering, che traslato dall'inglese diviene offerta iniziale di monete È dunque assimilabile ad una IPO, ovvero ad un'offerta pubblica iniziale di azioni come avviene in Borsa? Non esattamente. Una IPO presuppone un preventivo avviso alla Consob unitamente alla specificazione di ogni dettaglio riguardante tale emissione: vanno forniti i nominativi dei soggetti che parteciperanno alla quotazione, il ruolo di ognuno, e le caratteristiche dell'offerta. La procedura è piuttosto lunga, vincolata a leggi molto precise. Non è minimamente possibile bypassarla al fine di distribuire equity a soggetti emettendo criptovalute. Una ICO è invece una procedura non regolata. Tramite la procedura si possono vendere criptovalute o criptotoken. La differenza è che una criptovaluta (come bitcoin per esempio) rimanda all'uso di una Blockchain proprietaria. Un criptotoken invece si fa con una Blockchain terza come per esempio quella di Ethereum (per i criptotoken). Tale distinzione non è affatto banale: un criptotoken si può realizzare in poche decine di minuti e può essere emesso letteralmente da chiunque. Una criptovaluta invece presuppone molto più lavoro: è necessario infatti programmare interamente una blockchain proprietaria. Scelta delle ICO I guadagni (o le perdite) dipendono dalla «volatilità» delle ICO E’ importante comprendere che valutare una cripto in base al suo prezzo non è corretto, ma va valutata per la sua capitalizzazione Ad esempio, se vedi una moneta con una capitalizzazione di mercato molto piccola e ritieni che sia un progetto davvero valido ... pensi che le persone realizzeranno il potenziale della moneta in futuro ... puoi comprare quella moneta. In futuro, quando più persone la comprano, aumenta la capitalizzazione e più valore avrà la tua moneta. Il prezzo è correlato alla quantità e ogni moneta ha una quantità diversa, quindi sarebbe sbagliato misurare una moneta in base al suo prezzo. ICODrops Prospettive delle criptovalute Spesso si sentono frasi come "Il bitcoin rimpiazzerà le valute avente corso legale negli Stati, e ci renderà indipendenti dalle banche!". Sicuramente è una possibilità, e molti ne sono profondamente convinti - e sperano che le crypto arrivino un giorno alla diffusione capillare dell'Euro o del Dollaro, sostituendole del tutto. Ma è davvero possibile? E se dovesse succedere, come sarebbe lo scenario risultante? Nessuno possiede la sfera di cristallo, ma agli scettici bisogna sempre ricordare alcuni esempi: trent'anni fa sarebbe stato impensabile fare il check-in per il volo da casa propria (figuriamoci con il telefono), o fare la spesa spaparanzati sul proprio divano. La lista di cose che trent'anni fa sarebbero state fantascienza è potenzialmente molto lunga. Dunque, estrema cautela prima di dire "impossibile". Potrebbe anche essere, dunque, che le "nuove valute" sostituiscano quelle tradizionali. Proviamo a immaginare che cosa significherebbe. Un tale scenario sarebbe auspicabile? Porterebbe più pro che contro? Dove penderebbe la bilancia se non esistesse un controllo centralizzato? Il ruolo della banca centrale Innanzitutto è interessante puntualizzare che ci sono state epoche dove non erano presenti banche centrali, e non sono state esattamente periodi floridi ed equi per l'umanità. Le banche centrali comparvero nel XVII secolo. Inizialmente erano banche che facevano gli interessi del sovrano poi,
progressivamente, si sono avvicina vicinate sempre più ai mandati di oggi: garantirentire la l stabilità dei prezzi, e possibilmente una crescita dell'ec dell'economia. Le banche centrali svolgonoo infa infatti un ruolo cruciale a livello macroecono economico: esercitano un diretto controllo sui tassi di interes interesse e la quantità di moneta in circolazione. one. E perché è importante controllare il quantitativo dii mon moneta in circolazione? Perché l'economia, ia, se lasciata operare in autonomia può creare forti disagi isagi alle a popolazioni. Viene facile comprendere come ome m mai: pensiamo alla crisi del 2008 scaturitaturita dalle concessioni di mutui a clienti che non sarebbero bbero mai stati effettivamente capaci di ripagarli, garli, mmanifestatasi in tutta la sua violenza con il collassoasso did Lehman Brothers. Quest'ultimo evento ento ccatastrofico causò la diffusione di esternalità negative ative ccosì forti da condurre in recessione primama gli USA, poi altri Stati del mondo. Immediatamente vennerovenne presi provvedimenti, con tassi di interesse teresse portati prima a zero e poi addirittura in territorioio neg negativo, in modo tale da scoraggiare lee banche banc commerciali dal detenere depositi presso la Banca anca Centrale C di riferimento. Oltre a ciò vennero adottate misur misure straordinarie come il Quantitative Easingasing (QE), manovra che - semplificando molto - consiste ste nell'acquisto nel di titoli di Stato con stock di moneta mon stampati ad hoc. L'idea era che così facendo le banche ban commerciali avrebbero avuto un forte incentivo in ad investire tutta quella nuova liquidità nell'economia nell'ec reale concedendo mutui e finanzian anziando imprese, così da stimolare la ripresa economica. Il grafico illustra la variazione ne del quantitativo di asset in possesso dellee banche banc centrali durante i QE. Si nota come abbia assunto unto ppraticamente la forma di una retta con pend pendenza positiva, tale è stata la costanza di tale intervento vento di iniezione di liquidità. La Banca Centrale trale Europea E ha acquistato per tutto il 2018 titoli per un contro controvalore pari a 30 MLD di Euro al mese. Interventi di questo tipo hanno no fun funzionato molto bene in determinate economi onomie; quella tedesca per esempio si è ormai del tutto ripresa, ripres quella statunitense ha un tasso di disoccup soccupazione ormai vicino al 5%, quasi piena occupazione.one. AAltrove hanno portato meno benefici, eloquen oquente è il caso dell'Italia con un PIL ancora al di sottoo del m massimo registrato immediatamente prima ima della de crisi. Ma contano anche dinamiche esterne alle politi politiche delle Banche Centrali e non ha sensoso approfondirle ap in questo luogo. Dopo questa premessa, quel el che ch bisognerebbe considerare è: in un'econ n'economia perfettamente decentralizzata senza controllollo alc alcuno sullo stock di moneta che rimane totalm totalmente indipendente da congetture economiche, si starebbe arebbe effettivamente meglio? Forse, ma sembra bra po poco probabile. Se le banche centrali non avessero essero messo in atto tali manovre la crisi avrebbe ebbe ppotuto rendersi anche più dolorosa e soprattutto perdurar rdurare più a lungo. Il problema può manifestarsi starsi anche a al contrario: in un'economia troppo "allegra"" possono poss svilupparsi problematiche opposte te come com quelle relative ad aumenti repentini dell'inflazione, ione, vero assassino silenzioso del risparmio io e ddell'investimento (ma che giova a ridurre il debito).. Anche Anch in tal caso una Banca Centrale può interve ntervenire, questa volta nel senso opposto a quello descritto itto in precedenza.
Parte 4 Le nazioni le adotteranno ? Veniamo ora all'attualità: è notizia di un po’ di mesi fa l'interessamento della Banca Centrale di Russia all'emissione di un "Cryptorublo". Dichiarazione d'intenti seguita a quella che sanciva il ban delle altre criptovalute nel paese. Ma perché questo ostracismo? La risposta è banale: non esiste banchiere centrale che non tema l'ascesa delle cyptocurrencies. Fermarle da un punto di vista tecnologico è molto difficile, forse impossibile, e le conseguenze sono o potrebbero essere quelle descritte. La realtà è che una diffusione capillare di bitcoin, monero, litecoin o verge manderebbe in soffitta le possibilità di mettere in atto vere politiche economiche, lasciando dunque l'economia russa in balìa di sé stessa e del mercato. La criptovaluta di Stato sarà 100% pre-mined e con tutta probabilità funzionerà su una Blockchain proprietaria realizzata ad hoc. Ciò consentirà allo Stato di conoscere in ogni momento la ricchezza di qualunque cittadino ed eventualmente di effettuare qualsiasi tipo di tassazione a costo zero alla quale non potrà opporsi nessuno. Attenzione, non si tratta affatto di pura teoria economica: sotto il mandato di Margaret Thatcher ogni cittadino britannico venne tassato per il solo fatto di possedere la facoltà di votare ed essere iscritto ad una lista politica. Passò alla storia come "Poll tax". Qui in Italia abbiamo avuto a volte le imposte "una tantum" - in molti ricorderanno il prelievo forzato a livello "predatorio" del Governo Amato fatto a danno dei nostri conti correnti, tra il 9 e il 10 luglio 1992. Certamente delle valute fiat su blockchain consentirebbero un azzeramento dell'evasione fiscale ed un'emersione di nero e sommerso, ma chi insegnerebbe come usarle e spenderle ai cittadini più anziani scarsamente a proprio agio con la tecnologia? Petro: una criptomoneta in Venezuela (già fallita)... Una criptomoneta per uscire dall'accerchiamento e sfuggire alle sanzioni finanziarie ed economiche volute dagli USA, che negli ultimi mesi hanno messo in ginocchio la moneta nazionale, il bolivar: è quanto ha annunciato durante la sua trasmissione domenicale "Los domingos con Maduro" il presidente del Venezuela Nicolas Maduro. Negli ultimi mesi infatti a causa delle sanzioni la situazione economica del paese latino-americano è al tracollo, e il default è vicino. Il bolivar infatti come detto è stato vittima di una inflazione vertiginosa, 250% in più rispetto all'anno scorso, e non è quindi più' utilizzabile per gli scambi internazionali. Dal primo luglio scorso inoltre il salario minimo mensile è crollato drasticamente, attestandosi a circa 97 mila bolivar, l'equivalente di 28 euro. Da qui l'idea di affidarsi a una moneta virtuale, il petro, che dovrebbe essere garantita dalle risorse minerarie del paese: petrolio, gas, oro e diamanti. "Questo ci permetterà di intraprendere nuove forme di transazioni finanziarie internazionali, per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese", ha annunciato Maduro, "e lo faremo con l'emissione di una criptomoneta, basata sulla riserva di ricchezza venezuelana". Annuncio fatto, ma non è chiaro con quale risultato a distanza di vari mesi... Infatti: Dopo il fallimento della moneta virtuale Petro, presentata a febbraio, la Banca Centrale del Venezuela punta sui bitcoin per finanziare la crisi del Paese. Come rivelato da Bloomberg, l’istituto starebbe conducendo dei test per verificare la possibilità di incamerare bitcoin ed ethereum, che permetterebbero alla compagnia petrolifera nazionale Petroleos de Venezuela di pagare i propri fornitori. Anche se non è chiaro come la compagnia abbia ottenuto risorse in valute elettroniche, la speranza è che queste possano essere utilizzate e coperte dall’istituto nazionale, dal momento che le principali banche mondiali diffidano dal fare affari nel Paese a causa della sua instabilità. Secondo fonti citate dalla testata, i tecnici della banca starebbero anche studiando la possibilità di annoverare le valute digitali (la cui unità di misura è il gettone, dall’inglese token), tra gli asset esteri del Paese, che hanno raggiunto il minimo storico di 7,9 miliardi di dollari. L’isolamento del
Paese e le sanzioni inflitte contro Maduro dagli Stati Uniti hanno inciso profondamente sulla situazione in Venezuela, che sta oggi affrontando la più dura crisi economica della storia. Anche rimanendo volatile, il bitcoin ha segnato quest’anno un aumento del 130 per cento del suo valore rispetto all’anno scorso, portandolo a 7,342.56 euro (al 30 settembre). Tuttavia, negli ultimi quattro giorni la valuta ha perso circa il 20 per cento. Un ethereum invece vale 157.26 Euro. Allo studio dei tecnici anche la possibilità di utilizzare le criptovalute su asset esteri - le riserve internazionali, composte da bond e depositi presso altri Paesi - che oggi ammontano a 7,9 miliardi di dollari, il punto più basso degli ultimi trent’anni. Come spiega Bloomberg, la compagnia petrolifera sta avendo gravi difficoltà a essere pagata in modo convenzionale dai propri clienti, dal momento che le sanzioni scoraggiano le banche che dovrebbero fare da intermediarie. Il mese scorso, Petroleos de Venezuela ha ricevuto la gran parte di un pagamento di 700 milioni di dollari in yuan cinesi.... La Cina pronta a lanciare una criptovalutanazionale.. ed anche l'Iran La Cina sta per lanciare una sua criptovaluta che a differenza del bitcoin sarà interamente sotto il controllo del governo La data ufficiale non è ancora stata rivelata ma sarebbe già "in corso" Lo scopo è sempre lo stesso: cercare di diminuire la dipendenza della propria economia dal dollaro, anche se l'obiettivo più ambizioso sarebbe quello di creare una piattaforma "mobile" per sostituire completamente il "denaro liquido" circolante nel territorio. Naturalmente lo stato potrà aumentare il controllo su tutto... Pensione con le criptovalute ? Avrò la pensione? A che età? Quando potrò smettere di lavorare? Quanto prenderò? Potrò vivere dignitosamente? Queste domande ce le facciamo quasi tutti, e le risposte purtroppo o non ci sono o sono scoraggianti. E allora che si fa? Beh, molti hanno deciso di ricorrere a strumenti integrativi offerti in genere da banche e assicurazioni. Si paga un po' di più per avere un reddito migliore quando sarà il momento. Nemmeno in questo caso ci sono garanzie assolute, sono pur sempre prodotti finanziari. Sono tutelati da alcune garanzie legali, ma non bisogna pensare che siano una protezione assoluta. Oggi esiste un'altra possibilità, le criptovalute. Solo a vedere la parola a qualcuno viene la pelle d'oca, e c'è chi starà già scrivendo "bolla bollabolla" nei commenti. Ma a ben guardare, forse non è più rischioso costruirsi una pensione su Bitcoin che farlo tramite un'assicurazione. Perché anche assicurazioni e banche possono fallire e lasciarti in braghe di tela; anche un intero Stato, se è per quello. Stabilito che niente è assoluto e che nessun investimento è garantito al 100%, le criptovalute rappresentano una via possibile per garantirsi una pensione dignitosa. Pensione con le criptovalute : Perché è una buona idea Costa poco. Si può partire anche con solo qualche decina di euro, se non si ha di più. E aumentare il capitale un po' alla volta se e quando è possibile. Rispetto a un piano pensionistico è un bel vantaggio per chi è molto giovane e non ha un reddito stabile - dunque non potrebbe pagare una rata mensile fissa. Ci sono delle commissioni da pagare per ogni transazione, ma in genere sono contenute. Si risolve il problema della sfiducia verso banche, Stati e dirigenti politici. Le criptovalute si basano si sistemi matematici quasi impossibili da manipolare. Un soggetto unico che avesse interesse a far fallire un certo progetto non sarebbe in grado di farlo, o solo in condizioni quasi proibitive. Vasta scelta. Esistono valute più affidabili di altre: Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash, Ripple, ZCash e alcune altre valute hanno raggiunto una notevole solidità. Investire in queste dovrebbe garantire una buona resa almeno a medio termine.
È come un conto risparmio vecchio stile. Non serve fare transazioni ogni giorno, con ritmi forsennati tipo Di Caprio in The Wolf of Wall Street. Si può tranquillamente comprare una valuta e aspettare, controllando di tanto in tanto come va. Resa maggiore. Rispetto al normale mercato azionario, un investitore può realizzare profitti maggiori in meno tempo. Lo stesso vale per il risparmiatore che vuole farsi il classico materasso. È sempre più semplice. Registrarsi a un exchange e cominciare a fare trading richiede pochi minuti e pochissime competenze. Motore di cambiamento sociale. Come abbiamo avuto modo di affermare in altri articoli, la tecnologia Blockchain e il concetto di denaro senza banche e senza stati ha un potenziale rivoluzionario. Si può decidere di sposare un'idea, insieme all'investimento Pensione con le criptovalute : Perché non è una buona idea Siamo al Far West. Ci sono centinaia di criptovalute e sono tutte instabili. Probabilmente i governi del mondo interverranno in qualche modo, o almeno ci proveranno, ma per ora l'oscillazione del valore è in gran parte (se non totalmente) imprevedibile. Fare previsioni sui mercati tradizionali è un po' più semplice. La pagliuzza corta. Una qualsiasi criptovaluta potrebbe crollare da un giorno all'altro, anche l'intero mercato. C'è chi uscirà in tempo e ci guadagnerà e chi si ritroverà in fondo alla fila, senza niente a cui aggrapparsi. La volatilità è il rischio di ogni investimento, ma qui è (molto) maggiore. Anarchia. Più o meno chiunque può creare una nuova Crypto, o aprire un nuovo exchange. Capire chi è affidabile e dove c'è convenienza può essere un lavoro a tempo pieno. Complessità. Se entrare in partita è questione di pochi minuti, padroneggiare il campionato richiede molto studio. Bisogna investire tempo e risorse personali che non tutti hanno. Probabilmente i consulenti specializzati diventeranno sempre più numerosi, al pari di quelli che offrono servizi in borsa. Nessuna assicurazione. Il denaro digitale fa gola ai ladri quanto quello tradizionale. Ma se vi rubano tutto, non ci sono programmi di garanzia a cui appellarsi. Con il denaro su un conto corrente bancario se un rapinatore porta via i contanti ci rimette la banca, non tu. Maggiore volatilità. Rispetto al normale mercato borsistico, le Crypto sono ritenute maggiormente volatili. Succede spesso che ci siano rialzi o cali a due cifre nel giro di 24 ore. Molti suggeriscono, per questo, di aspettare a lungo per compensare.
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