Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)

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Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
ANNO XL - N° 1
                                                                                                                                                                                                                           GENNAIO - APRILE 2020
                                                                                                                                                                                                                           Firenze - Piazza S. Martino 1
                                                                                                                                                                                                                           POSTE ITALIANE S.p.A.
                                                                                                                                                                                                                           Spedizione in abbonamento postale
                                                                                                                                                                                                                           D.L.353/2003 (Conv. in L. 27.2.2004
                                                                                                                                                                                                                           n°46) art. 1, comma 1, DCB Firenze
                                                                                                                                                                                                                           TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

                                                                                                                                                                       PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI
IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL'UFFICIO P.T. C.M.P. FIRENZE DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

                                                                                                                                                                      Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
IN QUESTO NUMERO
    SOMMARIO
                                                  Abbiamo dedicato la copertina di questo fascicolo – che esce con
                                              qualche ritardo dovuto al “fermo” che tutti abbiamo sopportato a causa
EDITORIALE                                    dell’epidemia da coronavirus – al monumento a Garibaldi inaugurato l'11
Parole per costruire un mondo di pace         febbraio in Brasile alla presenza della nostra presidente Annita Garibaldi,
Annita Garibaldi Jallet      pag. 3           la quale ci ha raccontato nelle pagine che seguono la cronaca del viaggio
                                              tra Rio Grande do Sul e Santa Catarina dall’8 al 19 febbraio scorso e la
PRIMO PIANO                                   squisita accoglienza che le è stata riservata. Si tratta di una imponente
Inaugurazione del Bicentenario di             statua di bella fattura realizzata in marmo dallo scultore italiano Enrico
Anita in Brasile                  4           Pasquale e posta nel centro della cittadina di Antônio Prado in vista delle
                                              celebrazioni del bicentenario della nascita di Anita che, ricordiamo, ricorre
Mostra sugli ebrei in camicia rossa
                                              il prossimo anno.
Andrea Spicciarelli                 6
                                                  Ai piedi dell’opera, nella foto dell’inaugurazione, vediamo nell’ordine
Epidemie: a cent’anni dalla spagnola          Fernando Roveda, coordinatore del progetto Memoria di Antônio Prado,
Livio Ghelli                       7          Marlene Pastro, cantante delle musiche in onore a Annita e Giuseppe Ga-
                                              ribaldi, Gessi Sotoriva, Annita Garibaldi e Enrico Pasquale, autore della
                                              statua. A tutti loro va la gratitudine dell’Associazione per questa importan-
LIBRI RICEVUTI                         7
                                              te iniziativa.
                                                  Un altro evento di rilievo da porre all’attenzione dei lettori è la mostra
SI SEGNALANO                           7      “Ebrei in camicia rossa” allestita presso il Museo del Risorgimento di Bo-
L’Europa tra ideali del Risorgimento e        logna, organizzata dal nostro Ufficio Storico ed inaugurata il 6 febbraio.
attese contemporanee                8         Sospese le visite durante il periodo del lock down, adesso la mostra è
                                              di nuovo visitabile e lo resterà sino al 15 luglio; la consigliamo a chi è
STORIA                                        interessato a conoscere meglio l’intreccio tra mondo ebraico e tradizione
La Spedizione dei Mille e Mazzini             garibaldina dal Risorgimento alla Resistenza.
Giovanni Zannini                  9               Quest’anno ricorrono due anniversari che ricordiamo con più articoli in
                                              questo numero: il 160° della spedizione dei Mille e il 170° del XX Settem-
Vincenzo Fardella Marchese di                 bre 1870, il completamento dell’Unità con Roma capitale; su quest’ultimo
Torrearsa                                     evento, tra l’altro, ci si domanda “perché non sia stato garibaldino”.
Angelo Grimaldi                      10           A chiusura abbiamo doverosamente raccontato la vicenda militare di
                                              uno degli ultimi garibaldini, scomparso il 2 giugno, il presidente onorario
I grandi meridionali alla guida dell’Italia   dell’Associazione Francesco Evangelista. (s.g.)
unita
Davide Simone                        11                           I NOSTRI CONTATTI ONLINE
Giovanni Sciuto (1839-1927)                     Sito internet dell’Associazione: anvrg.org
                                                Sito internet di “Camicia Rossa”: camiciarossa.org
Sebastiano Chiarenza                 12
                                                Sito internet dell’Ufficio Storico: memoriegaribaldine.org
Sem Benelli oratore di guerra alla              INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA
mostra garibaldina del 1917                     -presidenza nazionale: anvrgpres@libero.it
Antonello Nave                     13           -direzione dell’Ufficio Storico: ufficiostoricopsp@gmail.com
                                                -direzione di “Camicia Rossa”: camiciarossa@virgilio.it
XX Settembre                                    camiciarossa@anvrg.org
La fanteria arrivò a Roma prima dei             -posta elettronica certificata (pec): anvrg@pec.it
bersaglieri
Gian Biagio Furiozzi
Perché il XX Settembre non è
                                 15
                                                                   Camicia Rossa
                                               Organo ufficiale dell'ANVRG - Largo Porta S. Pancrazio 9 - 00153 Roma
garibaldino?                                   Direttore responsabile - Sergio Goretti
Annita Garibaldi                     16        Direzione, redazione e amministrazione - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze
                                               Sottoscrizione permanente - versamenti in c/c postale n. 10420529 intestato a «Ca-
BIBLIOTECA GARIBALDINA               17        micia Rossa» - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze - Codice IBAN per bonifici:
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NOTIZIARIO                           23        La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Non si restituiscono manoscritti, anche
                                               se non pubblicati. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli proposti con le modifiche
Ravenna e l’anniversario della                 e la veste grafica che ritiene più opportune. È consentita la riproduzione di articoli o parte di
Repubblica Romana                    23        essi solo se ne viene citata la fonte. Ogni forma di collaborazione è assolutamente gratuita.
Mostra su Anita Garibaldi            24
                                               Impaginazione e stampa - ITS Sarnub - Cavaglià (BI)
Le donne nella storia d’Italia       26        Autorizzazione del Tribunale di Arezzo n. 5/84 del 15.3.1984 - Iscrizione R.O.C. n. 9708.
Il 5 Maggio, Garibaldi e la pace     27        Il numero è stato chiuso il 2 - 6 - 2020.
                                               In copertina foto dell’inaugurazione del marmo di Garibaldi in
RICORDIAMOLI                         28        Brasile l'11.2.2020. Da sinistra:
                                               Fernando Roveda, Marlene Pastro, Gessi Sotoriva, Annita
                                               Garibaldi e Enrico Pasquale (scultore)

2                                                                                                                    CAMICIA ROSSA
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
PAROLE PER COSTRUIRE UN MONDO DI PACE
      Non possiamo aprire questo           dignità umana, che ruba, pratica            polo fece sì che si rinacque, ma fu
nuovo numero di Camicia Rossa              l’usura, la distruzione della natura;       per la lungimiranza dei suoi dirigen-
senza evocare la tragedia che ab-          dell’uomo che espone, e lo chiama           ti di allora che venne evitata l’altra
biamo appena attraversato e le cui         turismo, cadaveri di città ad altri         guerra, la guerra civile. Alcuni lan-
minacce sono ancora ben presen-            uomini che pagano per questo. Fo-           ciarono parole nuove (federalismo
ti: la ripresa del contagio è sem-         reste e boschi distrutti, corsi d’ac-       europeo per esempio) in vista della
pre possibile in Italia, le difficoltà     qua sporcati. Violenza dappertutto.         pace. La nostra Costituzione dice
economiche e sociali sono molto            Ricorderemo dei giorni di quaran-           che la nostra società è fondata sul
accresciute rispetto alla situazione       tena le città pulite, gli uccelli festosi   lavoro. Ma il lavoro da solo non è
di inizio anno, l’espansione della         e cantanti per la primavera ritrova-        pace. La stessa Carta afferma che
pandemia nel mondo globalizzato            ta tra gli alberi dei viali cittadini. La   l’Italia ripudia la guerra. Ma non è
ci colpisce direttamente e non solo        pace è possibile, va costruita.             proprio quella la definizione “per
umanamente.                                   La guerra, lasciamola per conto          antitesi” della pace che vogliamo
    In una situazione così nuova per       suo. Il filone di pensiero che gui-         costruire?
la maggior parte di noi, le parole         da, di solito, i nostri libri di storia,        Ci siamo sentiti in queste setti-
che abbiamo per esprimere i fat-           è questo: periodi di guerra, periodi        mane protetti dai tanti giovani in di-
ti e i sentimenti sono quelle della        di pace (relegati alle pagine di eco-       visa che hanno, con la protezione
guerra. Eppure sono parole non             nomia, sviluppo del commercio, dei          civile, con tante associazioni di vo-
appropriate. Ci riportano a eventi         trasporti). Questo diamo da legge-          lontariato, tentato di farci passare
che avremmo commemorato, se                re ai nostri bambini. Quanti errori!        in maggiore sicurezza le settima-
ne avessimo l’animo: l’80° anniver-        Alla pace si oppone spesso la rivo-         ne della tragedia più acuta. Ma era
sario del 1940, anno dello scoppio         luzione, le insurrezioni dei popoli,        proprio necessario che avessero
di una guerra mondiale voluta, di-         che sono tutt’altra cosa. La guerra         in mano tante armi? Per sparare
chiaratamente, per volontà di po-          può diventare allora un modo per            al virus, che invece teme solo le
tenza. Non era bastata una prima           distogliere l’attenzione dei popoli         mascherine bianche? Anche le im-
guerra mondiale per allarmare le           dalla loro condizione, una politica.        magini sono parole. Invece adesso
coscienze. Bisognava ancora ag-            Si vede in America Latina, in Asia,         ci vuole una forza riconoscibile,
giungere il genocidio di massa, la         in Africa. Andiamo oltre la guerra,         quella della polizia, per lottare con-
rovina dell’economia, l’urlo di dolo-      che offusca la riflessione dei popoli       tro la violenza che fa il nido sulla
re di popolazioni martoriate, milioni      che la vivono in modo continuo, e           miseria; in modo che gli aiuti che
di esseri umani ridotti in condizio-       intanto non vendiamo più armi, al-          abbiamo chiesto alle istituzioni eu-
ni indicibili. Ma nella guerra c’è la      meno noi europei che in parallelo           ropee, i prezzi che pagheremo tut-
volontà di scatenarla, e persino di        vogliamo proporre un modello di             ti per uscire dalla crisi, non siano
viverla: una esaltante epopea per          civiltà! Costituzioni, democrazia…          destinati a chi approfitta di tutte le
soldati e soprattutto ufficiali infervo-   con le armi in mano? Ma vogliamo            tragedie.
rati da visioni di eroismo, di gloria.     scherzare?                                      Per gli anziani soli chiusi in casa,
Almeno all’inizio. Almeno per colo-           Vani i richiami di chi auspicava         per i bambini senza parchi, per le
ro ai quali non basta la laboriosa,        per l’Italia la neutralità nel conflitto    persone accatastate in angusti al-
tanto difficile, spesso ingiusta, vita     che il Reich hitleriano stava dichia-       loggi, per le carceri sovraffollate,
quotidiana. La propaganda, il fa-          rando al mondo e l’uscita del Duce          per gli ospedali carenti, per istitu-
natismo… niente di tutto questo in         dalla tremenda morsa dell’alleato.          zioni operose, ci vogliono parole e
un’epidemia, poi pandemia, per la          Ma non era troppo tardi? Un paese           gesti nuovi: di pace, cioè di solida-
quale non troviamo le parole. Co-          democratico avrebbe potuto oppor-           rietà, di lavoro equamente retribui-
loro che combattono in prima fila,         re le sue istituzioni, il suo popolo a      to, di formazione professionale, di
che muoiono facendo il loro dovere         un dittatore seppur inferocito come         strutture sociali.
li chiamiamo eroi, è quanto di me-         Hitler ma una dittatura non lo pote-            Abbiamo avuto tutti il tempo di
glio abbiamo da offrire loro. Costru-      va fare senza rinnegare se stessa.          pensare perché abbiamo avuto e
ire la società di pace che vogliamo        La spirale della violenza era in atto,      abbiamo ancora paura. Non per-
richiede di trovare altre parole. An-      così come l’ebbrezza delle parole           diamone la facoltà. Chissà quanto
che la parola “pace” come antitesi         urlate, la paura dell’altro. Meglio un      hanno sognato un mondo di pace
della guerra non ci basta. La pace         fascista che un comunista, perché           i nostri soldati in guerra, e questo
è un bene in sé e una società che          c’è uomo e uomo, e uno che non              mondo c’è stato. Ha perso lo slan-
vorrebbe farne il suo valore fon-          la pensa come te che uomo è? No-            cio iniziale. Lo abbiamo intravisto di
dante ne deve trovare le parole giu-       nostante le apparenze, l’Italia s’i-        nuovo in questi giorni, e nemmeno
ste. Forse accantonando la parola          nabissò, giorno dopo giorno, nella          lo possiamo rinchiudere nelle fron-
guerra, per opporre la pace alla           sconfitta, cominciò a odiare tutti,         tiere d’Italia o di Schengen. Volere
violenza, che non è solo dell’uomo         gli inglesi, i francesi, gli americani,     la pace, certo, è sempre un poco
contro l’uomo sul campo di batta-          colpevoli, certo, della sconfitta ita-      sognare. Ma perché no?
glia ma dell’uomo che offende la           liana. La forza vitale del nostro po-                    Annita Garibaldi Jallet

CAMICIA ROSSA                                                                                                                3
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
PRIMO PIANO
    INAUGURAZIONE DEL BICENTENARIO DI ANITA IN BRASILE
   Se chi mi ha ricevuto in Brasile legge questa cronaca del mio viaggio, mi perdoni: è stato così denso e bel-
lo che non posso in poche righe ricordare ogni luogo, ogni persona, come vorrei. Ma tutto è impresso nel mio
cuore, ne parlerò ancora, più a lungo, cercando di onorare gli impegni che ho preso con vari Sindaci per le tan-
te cose che vogliamo fare assieme durante il Bicentenario della nascita di Anita e oltre.

    Se l’entusiasmo appartiene ad un popolo, questo è           VRG e pronipote della brasiliana Anna Maria de Je-
il popolo brasiliano, che da mesi si è preparato a com-         sus Ribeiro a recarsi ad Antônio Prado per inaugu-
memorare Anita Garibaldi, in contatto stretto con chi           rare un monumento a Giuseppe Garibaldi scolpito a
già in Italia ha mosso i primi passi nella stessa dire-         Chiampo (Vicenza) dallo scultore Enrico Pasquale.
zione. L’iniziativa di questo viaggio è partita dalla cit-      Non è mancata la visita al Museo di Porta San Pan-
tà di Antônio Prado, nel Rio Grande do Sul. Una buo-            crazio e al Gianicolo.
na parte dell’emigrazione italiana che si è insediata in           L’8 febbraio 2020 arrivando a Porto Alegre, la prima
quella zona è originaria da Monselice, nella Provincia          sorpresa è per la bella accoglienza della nostra amica
di Padova. Il Sindaco di Antônio Prado, Juarez San-             Elma Sant’Ana, presidente dell’Istituto Anita Garibal-
tinon, il direttore del Circolo Culturale italo-brasiliano      di, con alcune delle sue “Anita’s” che ben conosciamo
e del progetto Memoria (salvaguardia delle case sto-            e ammiriamo. Ad Antonio Prado, altra sorpresa: la cit-
riche della città) Fernando Roveda, sono venuti, con            tà, deliziosa e tenuta come lo sono le nostre città in
una delegazione, in Italia nel novembre 2019 per con-           Brasile, ha preparato una giornata di grandi feste at-
cludere un gemellaggio tra le Società di Mutuo Soc-             torno a un impressionante Garibaldi, posto nel cen-
corso facenti capo ai due comuni e prendere contatti            tro della piazza principale, una scultura di grandissimo
con il Museo Renzi di Borghi, ideatore della Rosa di            effetto, inaugurata con canti, balli, spettacoli teatrali,
Anita. Per diversi giorni hanno visitato le zone dalle          scuole, bandiere. Diciamo una volta per tutte perché
quali i loro antenati sono partiti alla fine dell’800, ritro-   bisognerebbe ripeterlo per ogni visita, che l’accoglien-
vando le radici del “talian”, parlato adesso nelle città        za del Brasile è di un calore e di una affettuosità uni-
brasiliane d’accoglienza, e sono arrivati il 20 novem-          che, con qualcosa di semplice e di sincero che trasci-
bre a Roma per una visita turistica della città. Hanno          na, come è stato nella bella casa dei Signori Panisson
voluto recare a mano l’invito alla presidente dell’AN-          già conosciuti a Roma. Una scoperta o riscoperta per

     Annita Garibaldi e Fernando Roveda, coordinatore del progetto Memoria, scoprono e inaugurano la statua di
     Garibaldi nella città brasiliana di Antônio Prado l'11 febbraio 2020

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Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
me del Rio Grande, della splendida zona, per la na-             liane dello Stato. Si scambiano inni, discorsi, si pianta
tura, i paesaggi e per le città, di Nuova Roma, Nuo-            la Rosa nel giardino, si ammira il lavoro che da noi si
va Padova, giustamente definiti “paradisi”, con relative        faceva un tempo con il tombolo, riunite le tessitrici in
visite lampo ai Sindaci e grande sfoggio di tricolori. Il       costume. La Fondazione Catarinense di Cultura, pre-
giovedì 13 chi scrive passa alla gestione e all’ospita-         sieduta dalla prof. Lucia Coutinho, orchestra l’acco-
lità dell’amico di sempre, Adilcio Cadorin, già sindaco         glienza, e in serata la Vice Governatrice Daniela Cri-
di Laguna e della sua consorte. Direttore dell’Istituto di      stina Reinehr riceve la delegazione italiana nella sua
Cultura "Anita Garibaldi", Adilcio Cadorin ha dato un           residenza per un pranzo conviviale.
grande risalto al viaggio sulle reti locali, statali e nazio-       Ci sarebbe voluto un mese per assaporare ogni
nali di radio e televisione, con interviste e filmati. Sia-     cosa. Sono stati dieci giorni di ricordi intensi, che han-
mo nel Santa Catarina.                                          no confermato che l’entusiasmo per Garibaldi e Ani-
    Si va per Vacaria, il luogo storico della fuga di Anita     ta sono più vivi che mai. Con due valenze: una, quella
e della traversata a cavallo del fiume. Ci sono “gau-           delle nostre comunità di emigrazione italiana, per le
chos” a cavallo con le splendide divise, poi un ran-            quali sono simbolo perdurante del legame con la pa-
cho d’epoca, poi via per Lagés, città dei nonni di Ani-         tria di origine; l’altra per la certezza di condividere con
ta, il rifugio di Pedra Blanca, Curitibanos, poi Laguna.        l’Italia la memoria di due eroi che sono di dimensione
E’ impossibile descrivere in poche parole la bellezza           mondiale ma sono primariamente orgoglio di chi ne
dei paesaggi, la bontà della tavola, la generosità de-          possiede la storia, i luoghi delle loro vite e della loro
gli ospiti, le feste in preparazione del carnevale. In oc-      comune passione civile.
casione di una gigantesca tombola a Laguna, si ritro-               I nostri amici brasiliani dovevano venire a loro volta
vano alcune “guardiane” di Anita, e il riminese Valerio         in Italia in aprile. I nostri paesi soffrono, le belle sedi
Benelli, venuto ad invitare la bella squadra per una            sono chiuse, il turismo esaurito. Ma tutti i progetti co-
estate romagnola che è stata solo rimandata per i fu-           muni sono vivi e le rose, intanto, crescono. (A.G.J.)
nesti eventi che sappiamo. Si va a Garopaba, e poi a
Florianopolis, ed è un’altra cosa. Florianopolis, la ca-
pitale, è una splendida città, come sono le più belle
città americane: una facciata di grandi edifici moderni,
una passeggiata perfettamente tenuta su un grande
mare aperto. Fiori, alberi tropicali. Era la città di Wol-
fang Ludwig Rau, uno dei migliori biografi di Anita. Lì
come in ogni luogo visitato precedentemente si pian-
ta una Rosa, e qui con una ufficialità tutta particolare.
La cerimonia è stata organizzata dall’Assemblea Le-
gislativa dello Stato di Santa Catarina, e dal suo pre-
sidente Deputato Julio Garcia, in collaborazione con
l’Istituto Culturale “Anita Garibaldi” di Laguna e il Mu-
seo e Biblioteca Renzi di Borghi. Si svolge nelle sale
e nello splendido giardino del Museo Storico del San-
ta Catarina, Palazzo Cruz dove è ricevuta ufficialmen-          Florianopolis (Santa Catarina) – Tessitrici in costume bra-
te la pronipote di Anita, in presenza delle autorità ita-       siliano locale

                                                                                           Cerimonia nel Museo storico di
                                                                                           Palazzo Cruz a Florianopolis il
                                                                                           18 febbraio 2020.
                                                                                           Da sinistra: la presidente della
                                                                                           Fondazione Catarinense di
                                                                                           cultura Lucia Coutinho, il presi-
                                                                                           dente dell’Assemblea legislativa
                                                                                           Julio Garcia, Annita Garibaldi,
                                                                                           la Vice governatrice Daniela
                                                                                           Cristina Reinehr e il Presidente
                                                                                           dell’Istituto Anita e Giuseppe
                                                                                           Garibaldi di Laguna Adilcio
                                                                                           Cadorin

CAMICIA ROSSA                                                                                                             5
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
Inaugurata a Bologna la mostra                             vi aderenti all’ideale insito nella camicia rossa, che di-
                                                                  venne il simbolo, per vecchie e nuove matrici politiche,

    EBREI IN CAMICIA ROSSA                                        attraverso cui alfabetizzare le nuove generazioni, al
                                                                  fine di strapparle dall’omologazione imposta dal regi-
                                                                  me fascista.
    Il 6 febbraio scorso è stata inaugurata, presso il               Le infami leggi razziali, volute da Mussolini e con-
Museo civico del Risorgimento di Bologna, la mostra               trofirmate dal re, segnarono una frattura rispetto ad
“Ebrei in Camicia Rossa. Mondo ebraico e tradizione               una storia – come abbiamo visto – molto diversa, che
garibaldina fra Risorgimento e Resistenza”, promossa              quei provvedimenti discriminatori miravano a riscrive-
dall’ANVRG con il patrocinio del Museo del Risorgi-               re. Ebrei, non solo italiani, «si erano profondamente
mento stesso e del Museo Ebraico di Bologna.                      sentiti (…) cittadini, patrioti tedeschi, italiani, francesi,
    Dopo i saluti istituzionali di Otello Sangiorgi e di          ungheresi, si erano battuti nelle guerre; quanti ebrei
Mirtide Gavelli (Museo del Risorgimento), di Sergio               tedeschi piangevano, si suicidarono, perché si senti-
Goretti (ANVRG) e di Caterina Quareni (Museo Ebrai-               vano tedeschi, più di ogni altra cosa, e questa espul-
co), i curatori della mostra hanno presentato al nutri-           sione dalle comunità nazionali fu dolorosissima»,
to pubblico intervenuto l’esposizione, che si articola in         come ricordò la senatrice a vita Liliana Segre nel suo
27 pannelli.                                                      discorso al Parlamento europeo in occasione dell’ulti-
    L’argomento non è di quelli grandemente frequen-              ma Giornata della Memoria. Mentre la Shoah avvele-
tati dalla storiografia: solo di recente, infatti, gli studi      nava drammaticamente il continente europeo, in Italia
sulla comunità ebraica italiana si sono mossi da una              furono ancora moltissimi gli ebrei che si schierarono
prospettiva generale verso una più approfondita ana-              contro l’oppressore nazifascista. Personaggi come
lisi sul ruolo da essa svolto nel passaggio “dai vec-             Eugenio Curiel o Franco Cesana, che si richiamarono
chi Stati all’Unità”, nonché sulla partecipazione di ol-          all’ideale garibaldino combattendo nelle Brigate omo-
tre 5mila israeliti al primo conflitto mondiale nei ranghi        nime e che diedero la vita per la causa di liberazione
del Regio esercito italiano. Da qui, e dai rinnovati studi        nazionale, ci ricordano ancora oggi l’importanza del-
sulla tradizione garibaldina che animò quell’Italia dap-          le scelte individuali coscienti e consapevoli, non sola-
prima immaginata e per la quale si continuò a lottare             mente nell’economia della vita di una singola persona,
ben oltre l’Unità, si è partiti per proporre, ad un pubbli-       ma in favore di quelle cause per le quali vale la pena
co specialista e non, una prospettiva nuova ed origi-             lottare e rischiare tutto.
nale sull’incontro di questi due percorsi di emancipa-               La mostra, curata – oltre che da chi scrive – da Eva
zione, l’uno di tipo sociale, l’altro politico e culturale.       Cecchinato, Federico Goddi e Matteo Stefanori (pro-
Nel dettaglio, si è cercato di delineare il tentativo degli       getto grafico di Simone Zappaterreno), dopo essere
ebrei italiani, a partire dai diritti sanciti dallo Statuto Al-   stata sospesa a causa della drammatica emergenza
bertino del 1848, di legittimarsi come cittadini a pieno          sanitaria ancora in atto, ha riaperto al pubblico lo scor-
titolo, che compirono una scelta di campo non tanto               so 22 maggio e sarà visitabile almeno fino al prossimo
e non solo in nome della loro appartenenza religiosa              15 luglio, con tutte le misure di prevenzione richieste
(molti dei personaggi richiamati dai curatori apparte-            dal momento attuale. Pensata come esposizione iti-
nevano infatti soltanto nominalmente alle varie Univer-           nerante, c’è la decisa volontà di riprendere il discorso
sità italiane) quanto per il loro patriottismo e per la loro      soltanto iniziato a Bologna, ed altrettanto deciso è l’in-
visione politica.                                                 tento di recuperare il convegno, dedicato al volontaria-
    Biografie esemplari e narrazione storica generale si          to ebraico tra il 1848 ed il 1945 che si sarebbe dovuto
intrecciano lungo tutto il racconto, allo scopo di sotto-         svolgere il 19 marzo presso il locale Museo Ebraico,
lineare l’importanza delle scelte individuali e dei cam-          all’interno della consueta Festa Internazionale della
mini personali nell’indirizzare la storia della comunità          Storia del prossimo autunno.
ebraica italiana, la quale si integrò sempre più a livello                                             Andrea Spicciarelli
politico, economico e professionale in un tessuto so-
ciale all’interno del quale non mancarono però frizioni
e contrasti. Nella mostra si riafferma la partecipazio-
ne israelita alla Spedizione dei Mille, alla Terza guerra
d’Indipendenza ma anche a quelle esperienze mag-
giormente inclini alla solidarietà internazionale come
la guerra franco-prussiana del 1870-71 o le spedizio-
ni in terra greca e nuovamente transalpina che carat-
terizzarono la ripresa della tradizione da parte di Ric-
ciotti Garibaldi tra Otto e Novecento.
    Nella seconda parte del percorso, dopo lo spartiac-
que rappresentato dalla Grande guerra, si affrontano
le contraddizioni del garibaldinismo diviso fra la con-
vinta adesione al fascismo manifestata da Ezio Gari-
baldi e l’esperienza antifascista non solo del fratello           Bologna, 6 febbraio – Inaugurazione della mostra “Ebrei
Sante, ma anche di svariati veterani e moltissimi nuo-            in camicia rossa” - I curatori Andrea Spicciarelli, Matteo
                                                                  Stefanori, Eva Cecchinato

6                                                                                                      CAMICIA ROSSA
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
EPIDEMIE: A CENT’ANNI                                                  LIBRI RICEVUTI
         DALLA SPAGNOLA
                                                                Atti del convegno dedicato ad Arnaldo Guerrini, Co-
    Ho visto, con mia sorpresa, che l’epidemia di spa-          operativa Culturale Ricreativa A. Guerrini, Ravenna,
gnola che ha colpito il mondo intero tra il 1918 e il ‘19       2019
ha fatto molti più morti della Grande Guerra. Devo con-         Antonio CANTALAMESSA, Salvatore Tommasi, il pa-
fessare che non lo sapevo, da insegnante di storia              triota del 1860, Arti Grafiche Nobili Sud, Rieti, 1988
consideravo la spagnola una specie di nota a margi-             (dono di G. Paris)
ne della prima guerra mondiale: nei nostri paesi, an-
che piccolissimi, c’è sempre un monumento, un cippo,            Vincenzo MASI, Forano tricolorata. Il contributo di un
o una lapide con i nomi dei soldati caduti nella guerra         paese di Sabina all’Unità Nazionale 1798-1870, Edi-
1915-18, però tutti i morti di spagnola, donne e bambi-         zioni della BIG, Rieti, 2011 (dono di G. Paris)
ni, giovani e vecchi, e gli stessi reduci, fanno parte di       Luciano TRIBIANI – Lavinia TRIBIANI, Le radici della
un lutto familiare e privato, e non vengono mai ricordati       Repubblica democratica in Italia. Cronistoria dell’e-
pubblicamente.                                                  popea della Repubblica Romana del 1849, Prefaz.
    Penso in questi giorni che certi fatti che hanno cam-       Gianfranco Paris, RiStampa Edizioni, Rieti, 2019
biato il mondo, come l’epidemia di spagnola, vengano            (dono di G. Paris)
volutamente dimenticati o fatti dimenticare. E comun-
que morire per una influenza è banale, cadere sul cam-          Gianfranco PARIS, Rieti città del Risorgimento. Cro-
po dell’onore è ben altra cosa! E’ una storia tutta da          nistoria del 170° anniversario della Repubblica Ro-
scoprire, tragicamente emergente dall’oblio collettivo,         mana, RiStampa Edizioni, Rieti, 2020
cento anni dopo, mentre viviamo una nuova pandemia,             Fondo Paris presso Archivio di Stato di Rieti. Catalo-
anche se speriamo un po’ meno letale. I primi casi di           go del fondo librario, 2019
spagnola furono osservati nelle trincee francesi e tede-
sche nella primavera del 1918, le informazioni in me-           Vittorio FERORELLI, Ritorno in Montenegro, con uno
rito vennero secretate dai comandi militari, nuovi casi         scritto di Emanuele Ferrari, Edizioni ABao AQ, Bosco
si manifestarono più tardi tra i soldati ammassati nelle        Mesola, 2016
trincee italiane ed austriache. Anche qui la censura mi-
litare non permise la diffusione delle notizie. Quando a
Madrid e Barcellona, in autunno, arrivò questa nuova                          SI SEGNALANO
influenza così perniciosa e contagiosa, i giornali spa-         La Repubblica Romana del 1849, di Anna Maria
gnoli dettero la notizia, e la definizione influenza spa-       Casavola, in “Noi dei Lager”, a. 1-2, gennaio-giugno
gnola si affermò nel resto del mondo. L’epidemia si ab-         2019, pp. 9-11
batté sull’intero pianeta, in quattro successive ondate,
tra il 1918 e il ‘20, da Parigi a Rio de Janeiro, da Ge-        Goffredo Mameli: il canto degli italiani, la Repubblica
nova a New York, alle Filippine e all’Alaska, e si sti-         Romana del 1849, la Morte, di Alessandro Ferioli,
ma abbia ucciso tra i 25 e i 50 milioni di persone, col-        in “Noi dei Lager”, a. 1-2, gennaio-giugno 2019, pp.
pendo prevalentemente giovani adulti. Ha contribuito            12-17
all’aggravarsi delle condizioni postbelliche, ha dato una       Risorgimento e cultura alta della Nuova Antologia di
mano alla nascita delle dittature e regimi autoritari in        Aldo A. Mola, in “pensalibero.it”, 21 ottobre 2019
Europa e in America Latina, creando così le premesse
per la Seconda Guerra Mondiale. Ha avvicinato l’India           Cristina Trivulzio di Belgiojoso e i volontari napole-
all’indipendenza e l’Africa all’apartheid. In Italia il pri-    tani nelle rivoluzioni del 1848-49 di Valerio Lisi, in “Il
mo allarme venne dato a Sossano (Vicenza) nel set-              Pensiero Mazziniano”, a. LXXIV- n. 2, maggio-agosto
tembre 1918, quando il capitano medico che dirigeva             2019, pp. 20-28
il Servizio sanitario del II Gruppo Reparti d’Assalto in-       Vincenzo Runcini, un patriota dimenticato di Marco
vitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta           Rocchi, in “Lucifero”, luglio-settembre 2019, p. 4
epidemia di tifo. In tutta Italia si stima che i morti per la
spagnola siano stati oltre 600.000. Esistono, per quan-         Annibale Vecchi: il repubblicano, il patriota, il masso-
to riguarda l’epidemia in Italia, pubblicazioni e studi di      ne di Sergio Bellezza, in “Hiram” n. 3/2019, pp. 50-56
carattere medico.                                               Come la “Trafila” che salvò Garibaldi rese possibile
    Esistono diari, lettere, romanzi, poesie, testimonian-      l’Unità d’Italia di Annita Garibaldi Jallet, in “Il Pensie-
ze e pellicole di enorme interesse che ci raccontano la         ro Mazziniano”, a. LXXIV, n. 3, settembre-dicembre
Grande Guerra. Dell’eroismo quotidiano, della tenacia           2019, pp. 70-80
e della sofferenza di chi curò e assistette gli ammalati
e i congiunti, nelle case o negli ospedali, non troviamo        Vittorio Emanuele II. Il primo re di Giuseppe Sircana,
quasi tracce scritte. Vorrei dedicare queste mie rifles-        in “LiberEtà”, n. 3, marzo 2020, pp, 45-47
sioni a queste persone, soprattutto donne, che si fece-         Un’isola di internamento: il campo fascista di Forte
ro forza e seppero dare speranza ai familiari in una bat-       Mamula 1942-1943 di Federico Goddi, in
taglia quotidiana che a molte è costata la vita.                “Annali”, Museo Storico Italiano della Guerra n.
                Livio Ghelli, Comitato fiorentino per il        27/2019, pp. 63-93
                                             Risorgimento

CAMICIA ROSSA                                                                                                             7
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
L’EUROPA TRA IDEALI DEL RISORGIMENTO
           E ATTESE CONTEMPORANEE
    L’Associazione Europea degli Insegnanti (AEDE), in       attese dei cittadini.
collaborazione con l’Istituto Professionale Alberghiero         I lavori si sono arricchiti con gli interessanti inter-
“Sandro Pertini” di Brindisi, in preparazione alle ma-       venti di S.E. il dott. Umberto Guidato, Prefetto di Brin-
nifestazioni per la celebrazione dei settant’anni del-       disi e della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale
la Dichiarazione Schuman, ha promosso il 31 genna-           di Brindisi, prof.ssa Giuseppina Lotito, che hanno par-
io scorso una giornata di studio e di riflessione su un      tecipato all’attività per l’intera giornata.
tema molto suggestivo “L’Europa tra ideali del Risorgi-         Il dott. Guidato, ha ricordato, nel suo intervento, l’in-
mento e attese contemporanee”.                               contro che aveva già avuto con la prof.ssa Garibal-
    L’incontro, tenutosi nel salone di rappresentanza        di, nel 2011, a Caltanissetta, quando era Prefetto in
dell’Istituto “Pertini”, alla presenza di un pubblico mol-   quella Provincia. In quell’occasione, infatti, egli ospitò
to numeroso, attento ed interessato, ha avuto, come          in Prefettura la prof.ssa Garibaldi ed il prof. Marseglia
ospite illustre e come relatrice, la presenza della prof.    impegnati a Caltanissetta nell’attività di sensibilizza-
ssa Annita Garibaldi, pronipote del ben noto Giusep-         zione per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
pe Garibaldi.                                                   Alla relazione ha fatto seguito un ampio dialogo tra
    La manifestazione, coordinata dal dott. Mino De          i partecipanti e la relatrice, abilmente coordinato dal
Masi, responsabile della redazione di Brindisi del           moderatore. 					(S.M.)
“Quotidiano di Puglia”, è stata introdotta dal Dirigen-
te scolastico dell’Istituto, Prof. Antonio Vincenzo Mi-
cia e dal Presidente Europeo dell’AEDE, Prof. Silvano
Marseglia. Il prof. Marseglia si è da sempre dedicato
alla militanza per l’Europa unita nel Consiglio Italiano
del Movimento Europeo e nel Movimento Federalista
europeo. Ogni anno anima un convegno dedicato al
tema dell’Europa e storia d’Italia, occasione d’incon-
tro anche per l’AEDE italiana, e ha voluto avere più
volte come ospite Annita Garibaldi Jallet, Presidente
dell’Associazione Veterani e Reduci Garibaldini e an-
ch’essa impegnata nei movimenti europeisti e federa-
listi. Si è soffermato, in modo particolare, sull’impegno
dell’AEDE nel proporre piste di riflessione per appro-
fondire, soprattutto nel mondo dell’educazione e della
formazione, la conoscenza del processo di costruzio-
ne europea promuovendo il concetto di cittadinanza
europea attraverso una migliore comprensione della
Storia e delle diversità culturali.
    La prof.ssa Annita Garibaldi ha messo in luce l’im-
portanza del Risorgimento Italiano come processo
che ha creato un senso di appartenenza nazionale ed          La presidente ANVRG riceve dal prof. Marseglia una targa
un grande ideale e sentimento fondante di una unità          dell’AEDE per l’impegno europeistico
politica della nazione. La relatrice si è soffermata, so-
prattutto, su alcuni importanti avvenimenti politici del
XIX secolo, anteriori all’avvento del nazionalismo, de-
viazione del senso della nazionalità, contrassegnati
dalla diffusione di ideologie particolarmente sensibili
all’idea dell’unificazione europea, della pace univer-
sale e dei diritti dell’uomo. Ha evidenziato come l’af-
fermazione dell’idea federale, da parte di alcuni im-
portanti personaggi storici del Risorgimento, abbia
largamente influenzato il nostro patrimonio comune in
materia di diritti e di libertà e sia stata di valido aiu-
to e di stimolo alla costruzione dell’Europa del futuro.
Molto interessante il riferimento al momento attuale
dell’Europa impegnata in un approfondito tentativo di        Sala affollata dell’Istituto Alberghiero di Brindisi per l’ini-
riflessione per costruire una Unione rispondente alle        ziativa del 31 gennaio 2020

8                                                                                                  CAMICIA ROSSA
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
STORIA
                         Nel 160° anniversario della Campagna meridionale

           LA SPEDIZIONE DEI MILLE E MAZZINI
                                                di Giovanni Zannini

    Giuseppe Garibaldi compì la grande impresa della febbraio 1860, a Garibaldi.
spedizione dei Mille per liberare il sud della peniso-           Con essa lo informava di “mezzi preparati e mes-
la dai Borboni e addivenire all’unità d’Italia: ma da chi si insieme in Sicilia da Mazzini che non fa questione
trasse ispirazione? Da lui stesso, oppure furono altri di repubblica, per riuscire non ad un moto scomposto
ad ispirarlo?                                                 (come quelli soliti mazziniani…nda) ma ad un’azione
    E la risposta, per quanto strano possa apparire, è: seria” Per questo, una volta che Garibaldi fosse riu-
Giuseppe Mazzini ed i suoi seguaci. Proprio colui che scito a procurarsi i fondi per i volontari, egli si sarebbe
di Garibaldi aveva sempre avversato la strategia: l’u- recato in Sicilia per iniziare “un fatto serio nel mezzo-
nità d’Italia nel                                                                                 giorno ove voi a
nome e sotto la                                                                                   nostro avviso te-
guida dei Savo-                                                                                   legrafico, dovre-
ia. Lui che, fedele                                                                               ste farci la gra-
al suo motto “Dio                                                                                 zia di recarvi per
e popolo”, affida-                                                                                capitanarci…”. E
va invece il comu-                                                                                concludeva: “…si,
ne sogno dell’u-                                                                                  Generale stima-
nità italiana ad                                                                                  tissimo, è tempo
insurrezioni po-                                                                                  che voi non ve-
polari da fomen-                                                                                  niate meno all’I-
tarsi in ogni par-                                                                                talia… Dai vostri
te della penisola,                                                                                ultimi scritti ho vi-
e ad una guerra                                                                                   sto che voi siete
per bande che,                                                                                    convinto che non
sull’esempio       di                                                                             resta se non l’ar-
tanti martiri cadu-                                                                               marsi e l’audacia
ti nei vari tentativi,                                                                            e la fermezza di
avrebbero trasci-                                                                                 proposito agli ita-
nato gli italiani ad                                                                              liani per liberar-
un’insurrezione                                                                                   si degli stranieri
generale.                                                                                         che tuttavia bal-
    Già nel 1854                                                                                  danzosi stanno
in un incontro a            Lo sbarco di Garibaldi a Marsala – Dipinto a olio di fine Ottocento   nella penisola…”.
                                    conservato presso la sede fiorentina dell’ANVRG
Londra, Mazzini                                                                                      Dopo di ciò, il
aveva invitato Garibaldi a capeggiare la spedizione 28 marzo 1860, assieme a Giovanni Corrao, Rosolino
in Sicilia contro i Borboni trovandosi però dinanzi ad Pilo partì per la Sicilia ove accese la scintilla che por-
un netto rifiuto del Generale che non riteneva maturi i tò alla fine del Regno delle due Sicilie. L’insurrezione
tempi per tale audace operazione.                             ebbe successo nel contado, mentre a Palermo incon-
    Ma a fargli mutare idea, furono alcuni anni dopo, trò difficoltà che mal riferite (per errori di trasmissione)
alcuni mazziniani siciliani, numerosi nell’isola, fra cui a Garibaldi, lo posero nel dubbio se partire o rinun-
Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giovanni Corrao, ciare. Ma il 5 maggio, pur ignorando se al suo arrivo
Giuseppe La Farina, che già avevano partecipato ma, nell’isola avrebbe trovato un popolo che lo accoglieva
ahimè, senza successo, all’insurrezione del 1848 con- festante o le agguerrite truppe borboniche pronte a ri-
tro i Borboni, e che agli inizi del 1860 tornarono di gettarlo in mare Garibaldi si decise, e gli andò bene.
nuovo alla carica.                                               Rosolino Pilo, dopo lo sbarco a Marsala, si unì im-
    Chiara la lettera che Rosolino Pilo – un nobile maz- mediatamente alle sue camicie rosse in marcia verso
ziniano palermitano che aveva partecipato alla rivolu- Palermo cadendo in combattimento sei giorni prima
zione del 1848 nella sua città e poi collaborato con Pi- della presa della città. Alla sua memoria fu conferita, il
sacane alla sua fallita avventura del 1858 che lo aveva 30 settembre 1862, la medaglia d’oro al valor militare
convinto della necessità di cambiare il sistema di lotta con la seguente motivazione: “Morto sul campo com-
chiedendo aiuto a forze esterne al movimento – d’ac- battendo con valore a S. Martino di Monreale il 21
cordo con Francesco Crispi, inviò da Genova, il 24 maggio 1860”.

CAMICIA ROSSA                                                                                                        9
Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
Deputati e senatori siciliani al primo Parlamento italiano

  VINCENZO FARDELLA MARCHESE DI TORREARSA
                                                 di Angelo Grimaldi

    Nel primo parlamento italiano, inaugurato con il di-     Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco. Fu Vincenzo
scorso della Corona il 18 febbraio 1861, la Sicilia era      Fardella, quale presidente della Camera dei Comuni,
rappresentata da alcuni dei suoi più autorevoli perso-       nella seduta del 13 aprile 1848, a leggere la dichiara-
naggi chiamati dal re a far parte del Senato del Regno       zione “Ferdinando e la sua dinastia sono decaduti dal
o eletti nei collegi a far parte della Camera dei depu-      Trono”, poco dopo modificata (grandissima acclama-
tati. Fra i senatori ricordiamo il prof. Michele Amari, il   zione ricevuta) in “Ferdinando Borbone e la sua dina-
conte Michele Amari di Sant’Adriano, il marchese Be-         stia sono per sempre decaduti dal trono di Sicilia”.
nedetto Paternò Castello di San Giuliano, il marchese           Dopo la restaurazione, Vincenzo Fardella si recò in
Letterio De Gregorio, il barone Guglielmo Della Bru-         esilio a Genova, Torino e Nizza. Giuseppe Garibaldi,
ca, il principe Nicolao Galletti di San Cataldo di Fiume     dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, con decreto del
Salato, ecc., mentre fra i deputati Agostino Bertani,        17 maggio 1860, nominò Francesco Crispi Segreta-
Pasquale Calvi, Salvatore Calvino, Filippo                              rio di Stato della Dittatura Garibaldina con
Cordova, Francesco Crispi, il barone                                        il compito di formare una nuova com-
Vito D’Ondes Reggio, il marchese                                                pagine statale da sostituire al regime
Vincenzo Fardella di Torrearsa,                                                   borbonico. Il 17 giugno 1860 Vin-
Giuseppe La Farina, il toscano                                                      cenzo Fardella venne nominato
Antonio Mordini (ex pro-ditta-                                                        Segretario di Stato con l’incari-
tore in Sicilia).                                                                      co di Presidente del Consiglio
    La Provincia di Trapani                                                              dei Segretari di Stato in caso
era rappresentata dal mar-                                                                di assenza del Dittatore1.
chese Vincenzo Fardella                                                                       Nel febbraio 1861 fu
di Torrearsa (Trapani), dal                                                                eletto deputato nel primo
sacerdote prof. Gregorio                                                                    parlamento italiano, dove
Ugdulena (Marsala), dal                                                                     ebbe l’incarico di vice
medico Simone Corleo                                                                        presidente della Camera
(Calatafimi), dall’avvoca-                                                                  dal febbraio al novembre
to Francesco Crispi (Ca-                                                                    1861 e di vice presiden-
stelvetrano), mentre il tra-                                                               te della Commissione ge-
panese Salvatore Calvino                                                                   nerale del bilancio dall’11
rappresentava il collegio di                                                              aprile 1861 al 27 genna-
Monreale (Palermo).                                                                      io 1862. Il 31 maggio 1861
    Vincenzo Fardella di Tor-                                                          fu nominato da Cavour am-
rearsa, nato a Trapani il 16 lu-                                                      basciatore del Regno d’Italia
glio 1808, rappresenta una figu-                                                    in Svezia, Norvegia e Danimar-
ra di primo piano della rivoluzione                                               ca. Il 17 novembre 1861 ricevette
siciliana. Nei moti rivoluzionari di                                            la nomina di Prefetto di Firenze dal
Palermo, iniziati il 12 gennaio 1848, fu                                     presidente del Consiglio dei Ministri
membro del comitato provvisorio e, suc-                                  Bettino Ricasoli. Fu il primo Prefetto di Fi-
cessivamente, ebbe l’incarico di presiedere la sezione       renze del Regno d’Italia, e vi resterà fino al 7 settem-
Finanze del Comitato Generale. Il 24 febbraio 1848 fu        bre 18642.
uno tra gli 84 membri del Comitato Generale di Paler-           Nel gennaio 1862 si era dimesso da deputato aven-
mo a firmare l’Atto di convocazione del General Parla-       do ottenuto pochi mesi prima l’incarico di prefetto; in
mento di Sicilia (tra gli altri ricordiamo Ruggero Setti-    realtà aveva ricevuto il 20 novembre 1861 la nomina
mo, Mariano Stabile, Pasquale Calvi, il conte Giovanni       di senatore convalidata l’anno successivo. Dal novem-
Aceto, Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giuseppe La          bre 1865 al febbraio 1867 fu vicepresidente del Sena-
Masa, Francesco Ferrara, Vito Beltrani, Gabriello Car-       to, mentre dopo la presa di Roma nel 1870, fu elet-
nazza, Emerico Amari, Giovanni Interdonato, Giacinto         to primo presidente del Senato nella sede di Palazzo
Carini, Rosario Bagnasco, Salvatore Castiglia, ecc.).
    Dopo le elezioni, il parlamento si riunì a Palermo       1 Angelo Grimaldi, Il Primo Governo di Garibaldi in Sicilia, Firenze,
il 25 marzo 1848 nella Chiesa di San Domenico. Vin-          “Camicia Rossa”, n. 1 del 2017
cenzo Fardella fu eletto presidente della Camera dei         2 Antonio Chiavistelli, Prefetti a Firenze. Note per una storia del
Comuni (150 membri), mentre la presidenza della Ca-          prefetto, in www.storiadifirenze.org (Università degli Studi di Firenze);
mera dei Pari (185 membri) fu affidata a Domenico Lo         Ministero dell’Interno, Prefettura di Firenze, I prefetti di Firenze dal
                                                             1861 ad oggi

10                                                                                                       CAMICIA ROSSA
Madama e mantenne tale incarico fino al 1874, anno                      blica e del Consiglio a partire dal giugno 1946, potre-
in cui pose fine alla sua carriera politica.                            mo evidenziare l’ampio spazio concesso alle persona-
   Trascorse gli ultimi anni tra Trapani e Palermo, im-                 lità del mondo centro-meridionale dall’Unità in avanti.
pegnandosi negli studi storici ed economici, che si                         Entrando più nel dettaglio, troveremo cinque Presi-
concretizzarono nella stesura dei “Ricordi sulla rivo-                  denti del Consiglio dei ministri del Regno provenienti
luzione siciliana degli anni 1848-1849”3. Dopo la sua                   dal Sud, per un totale di 14 nomine su 29 (la metà dei
morte, avvenuta a Palermo il 12 gennaio 1889, con                       casi, escludendo l’investitura di Benito Mussolini, non
queste parole la Camera dei deputati nella seduta del                   prodotta dal metodo democratico): Antonio Starabba
30 gennaio 1889 commemorava Vincenzo Fardella:                          marchese di Rudinì (5 volte), Francesco Crispi (4 vol-
       “Il marchese Vincenzo Fardella di Torrearsa era                  te), Antonio Salandra (2 volte), Francesco Saverio Nit-
caro all’ Italia ch’egli aveva lungamente servita e co-                 ti (2 volte) e Vittorio Emanuele Orlando. Attraverso un
stantemente amata, era carissimo alla sua Sicilia alla                  ulteriore approfondimento, osserveremo come Crispi,
di cui indipendenza avea consacrato la sua vita per la                  già Ministro dell’Interno del Regno, fosse stato tra i
quale avea sofferto persecuzioni e lungo esilio. Avea                   maggiori protagonisti della Rivoluzione siciliana del
precorso co’ suoi studi liberali il movimento nazionale                 1848 e garibaldino, come Antonio Starabba. Antonio
del 1848, nel quale egli ebbe tanta parte; eletto a rap-                Salandra, Francesco Saverio Nitti e Vittorio Emanuele
presentare la nativa sua città di Trapani alla Camera                   Orlando furono, al pari di Crispi, ministri dell’interno.
Siciliana, ne ottenne, in breve, la presidenza; fu quindi                   Ancor più nutrita la pattuglia dei rappresentanti
chiamato al Governo dall’illustre e venerato Ruggero                    dell’Italia centrale e meridionale tra i capi di stato mag-
Settimo, e resse il Ministero degli affari esteri. Esule in             giore delle forze armate: Enrico Cosenz (garibaldino),
Piemonte ed in altri paesi, sostenne con fiera dignità                  Domenico Primerano (partenopeo), Alberto Pollio, Ar-
l’amarezza del distacco dalla sua nativa contrada. La                   mando Diaz, Nicola Gualtieri e Federico Baistrocchi.
rivide, con gioja, nel 1860, libera ed esultante e coo-                     Alcuni di questi nomi furono tra i primi attori della
però, con febbrile ardore, all’ unità della Patria. Eletto              vita politica e militare italiana; si pensi a Crispi, Nitti e
deputato al Parlamento italiano, ancora serbiamo di                     Orlando, tra gli statisti, ed a Cosenz e Diaz tra gli uo-
lui grato e riverente ricordo. Chiamato in Senato dalla                 mini in grigioverde.
Sovrana fiducia e nominato presidente dell’alto con-                        Come abbiamo detto, con la fine della Monarchia la
sesso, è ognora lodata l’imparzialità e la saggezza di                  tendenza non subisce mutamenti ed inversioni. Enrico
cui diede prova nel disimpegno dell’elevato suo ufficio.                De Nicola, Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco
Il marchese di Torrearsa avea tanta nobiltà di cuore                    Cossiga, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella sono
quanta ne vantava per nascita; le sue virtù uguaglia-                   i Presidenti della Repubblica provenienti dal Sud (7 su
vano il suo patriottismo”.                              o               12 in considerazione della doppia elezione di Giorgio
                                                                        Napolitano), mentre Palazzo Chigi ha visto per 15 vol-
3 Vincenzo Fardella di Torrearsa, Ricordi su la rivoluzione siciliana   te su 29 (anche in questo caso la metà) la presenza
degli anni 1848 e 1849, Palermo, Sellerio Editore, 1988                 di un meridionale: Mario Scelba, Antonio Segni (due
                                                                        volte), Giovanni Leone, (due volte), Giuseppe Conte
                                                                        (due volte), Aldo Moro (cinque volte), Emilio Colombo,
Il falso mito della “colonizzazione interna”                            Francesco Cossiga, Ciriaco De Mita.
                                                                            Importante anche l’elenco di meridionali insediatisi
I GRANDI MERIDIONALI ALLA                                               dal 1861 ad oggi alla terza carica dello Stato (Presi-
  GUIDA DELL’ITALIA UNITA                                               denza della Camera): Francesco Crispi, Nicolò Gallo,
                                                                        Vittorio Emanuele Orlando (due volte), Enrico De Ni-
                      di Davide Simone*                                 cola (due volte), Alfredo Rocco (epoca fascista), An-
                                                                        tonio Casertano (epoca fascista), Giovanni Leone (3
    Lo storico dovrà forse risalire ai tempi di Alessan-                volte), Giorgio Napolitano, Luciano Violante, Rober-
dro Magno per imbattersi in una civiltà che abbia po-                   to Fico. Stessa cosa per quanto riguarda la Presiden-
sizionato nei ranghi del suo potere politico e gestiona-                za del Senato (seconda carica dello Stato), con Rug-
le i rappresentanti di un Paese sconfitto manu militari                 gero Settimo, Giuseppe Manno, Vincenzo Fardella di
(“osmosi”). Questo perché una vera conquista implica                    Torrearsa, Pietro Tomasi Della Torretta, Enrico De Ni-
il totale assoggettamento del nemico (quando vi è an-                   cola, Giuseppe Paratore, Tommaso Morlino, France-
nessione) senza possibilità, per la sua élite, di acce-                 sco Cossiga, Nicola Mancino, Renato Schifani, Pietro
dere alle leve del comando. Chi ha veramente l’intento                  Grasso.
di dominare un popolo tenderà dunque a marginaliz-                          La panoramica mostra quindi tutta l’infondatezza
zarlo ed umiliarlo e non ad elevarlo a dignità pariteti-                del mito della “colonizzazione interna” da parte di un
ca. Al contrario, osservando l’elenco dei Presidenti del                settore del Paese (il centro-nord) ai danni di un altro
Consiglio dei ministri del Regno d’Italia (1861-1946),                  (il centro-sud), falsità particolarmente in voga presso
dei Capi di stato maggiore del regio esercito (funzione,                quel movimento d’opinione e quella pubblicistica osti-
quest’ultima, di vitale importanza in un’epoca che ve-                  li al progetto unitario, alla sua realizzazione ed al suo
deva un massiccio impiego della forza armata dentro                     impianto finale.
e fuori i confini nazionali), dei Presidenti della Repub-                                                *Storiografo e giornalista

CAMICIA ROSSA                                                                                                                    11
La memoria ritrovata… breve storia di un garibaldino catanese

                  GIOVANNI SCIUTO (1839 - 1927)
                                          di Sebastiano Alfio Chiarenza*
    In tutti coloro che si cimentano a ricostruire il pro- delle truppe regie dalla città etnea (3 giugno 1860).
prio albero genealogico si cela il desiderio inconfes- Nella città di Catania viene immediatamente costituita
sato di trovare tra i propri avi personaggi illustri a tal la “Guardia Nazionale” con compiti di presidio delle
punto da lasciare una traccia indelebile nella storia istituzioni libere appena create. Ma al giovane Giovan-
della propria città e, perché no, della propria nazione. ni Sciuto di farne parte non basta… egli vuole conti-
    La storia che mi accingo a narrare non è però tutto nuare la lotta e contribuire alla nascita d’Italia, ideale
questo. Se è vero che la stessa non è il solo raccon- che perseguirà completamente con l’arruolamento
to dell’epopea di pochi grandi, ma della lotta di interi tra le file dei “cacciatori dell’Etna”, come furono chia-
popoli… be’ allora questa è la storia che mi accingo mati inizialmente i “garibaldini siciliani”, per poi con-
a narrare. E’ il racconto di un giovane siciliano, uno fluire tra quelli che formarono la Brigata comandata
dei tanti (per fortuna) che non esitarono, in quel lon- dal Generale Eber con i quali risalì l’isola passando
tano 1860, a scegliere di non essere                                        per Acireale, Giarre, Giardini e, infine,
solo spettatori del grande evento che                                       Messina da dove, di notte, si imbarcò
fu l’unità d’Italia, ma di concorrere a                                     con il suo reparto da “Torre del Faro”
realizzarlo tra le incertezze e il rischio                                  (Capo Peloro) per raggiungere la Ca-
di morire in combattimento o peggio di                                      labria sfuggendo, quasi per miracolo,
finire impiccato dai Borboni. E’ sì, per-                                   alle cannonate dei vascelli borbonici
ché i “Borboni” non sono quelli che cer-                                    che pattugliavano lo “stretto”.
ta pubblicità commerciale ammiccante                                           Lo troviamo poi combattente, il 1°
ci propone oggi come dei simpatici per-                                     ottobre 1860, nella celeberrima “batta-
sonaggi in una sorta di “revisionismo                                       glia del Volturno”, sempre inquadrato
soft”. I Borboni di Napoli furono, tra i re-                                tra gli uomini della “Brigata garibaldina
gnanti della penisola pre-unitaria, quelli                                  Eber” (Archivio di Stato di Torino – atti
più conservatori e anti liberali che non                                    esercito meridionale). Dopo il congedo
esitarono a reprimere nel sangue ogni                                       da “garibaldino” del cosiddetto “Eserci-
richiesta di maggiore libertà da parte                                      to Meridionale”, transiterà (d’autorità?)
dei propri sudditi.                                                         nel neo costituito “Esercito Italiano”
    Giovanni Sciuto, che i racconti di mia                                  all’indomani della proclamazione del
nonna (Maria Agata Cusmano - Cata-                  Giovanni Sciuto         Regno d’Italia (1861) come testimonia
nia 1908 - Acireale 1991) hanno salva-                                      una lettera dello Sciuto, oramai “ser-
to dall’oblio e dalla conseguente perdita della “memo- gente – scrivano” di stanza a Torino, indirizzata, il 9
ria” alla morte della stessa, era un giovane studente agosto 1861, al Generale Nicola Fabrizi (già genera-
catanese di famiglia medio borghese del ceto impie- le garibaldino). In questa lettera Giovanni Sciuto si
gatizio. Sapeva quindi leggere e scrivere… e non solo! “raccomanda” al suo vecchio generale, in procinto di
Possedeva i “virgulti” della libertà.                       essere trasferito a Napoli presso il Generale Cialdi-
    Essendo di animo liberale, il 31 maggio 1860, quasi ni, rivolgendosi a lui come “…mio secondo padre…”
all’indomani dello sbarco dei Mille di Garibaldi a Mar- chiedendogli “… di scrivere al signor Colonnello Poli-
sala (11 maggio 1860), partecipò all’insurrezione di ti, in servizio al Ministero della Guerra, al fine di poter
Catania contro l’esercito borbonico in una prosecuzio- ottenere anch’esso il trasferimento a Napoli, sotto “ i
ne ideale di quell’anelito di libertà che furono i moti si- suoi Comandi”, da Torino, dove attualmente si trova,
ciliani del 1821 ferocemente repressi da Ferdinando II quale “scrivano” dello Stato Maggiore” dei volontari
di Borbone, giustamente soprannominato dai siciliani, italiani sotto il comando del Generale Sirtori (altro fa-
che nulla perdonano, il “Re Bomba”.                         moso generale garibaldino – cfr. Roma, Museo Cen-
    Lo troviamo per le strade e le piazze di Catania, trale del Risorgimento – Fascicolo Generale Nicola
dove le squadre popolari male armate, guidate dal Fabrizi - busta 526/68 ).
Colonnello Giuseppe Poulet, tengono coraggiosa-                Giovanni Sciuto si congeda dall’Esercito italiano cir-
mente testa, per ben sette ore, a oltre duemila soldati ca vent’anni dopo il suo arruolamento, facendo ritorno
borbonici, comandati dal Generale Clary i quali, barri- nella sua Catania dove, sposatosi con Giovanna Meli,
catisi nella piazza dell’Università, sono poi costretti ad si dedica, non trovando di meglio, al lavoro di “ebani-
abbandonare la città ormai in mano ai rivoltosi. Sono sta”. Nel 1882 diventa padre di Caterina Sciuto (Ca-
i giorni di “Peppa la Cannoniera”, al secolo Giuseppa tania 1882 -1967), madre di mia nonna, Maria Agata
Bolognara Calcagno, così soprannominata perché du- Cusmano. Muore nella sua adorata Catania nel 1927
rante i combattimenti del 31 maggio 1860 a Ogninella presso l’ospedale che ancora oggi, rinnovato, porta il
(quartiere di Catania) riuscì ad impadronirsi di un can- nome del suo amato eroe: Giuseppe Garibaldi.
none del nemico e ad utilizzarlo contro lo stesso cau-               *Presidente della Sezione di Viterbo-Vetralla
sandogli gravi perdite, partecipando così alla cacciata                                                  dell’ANVRG

12                                                                                            CAMICIA ROSSA
SEM BENELLI ORATORE DI GUERRA
           ALLA MOSTRA GARIBALDINA DEL 1917
                                                  di Antonello Nave
    La memoria di Sem Benelli è ormai legata quasi volta a celebrare la vocazione civilizzatrice dell’Italia
esclusivamente a quello che fu il più clamoroso suc- e dei suoi abitatori, fin dalle sue origini, con insistita
cesso teatrale del letterato pratese: La cene delle bef- asprezza denigratoria nei confronti della barbarie ger-
fe, un dramma storico in versi che debuttò il 16 mag- manica.
gio 1909 al Teatro Argentina di Roma.                             Il più ambizioso discorso propagandistico ven-
    Dopo la giovanile adesione agli ideali socialisti e l’i- ne composto nei primi mesi del 1917 e fu dedicato a
scrizione presso l’unione socialista di Costa San Gior- Garibaldi e alla sua epopea. In un frangente di dram-
gio a Firenze, che gli causò l’inserimento come ‘sov- matiche vicende belliche, con l’offensiva austriaca in
versivo’ nel casellario politico fino al maggio 1903, corso, si decise di recuperare le memorie garibaldine
Benelli entrò nella redazione del «Marzocco», la ri- per rinvigorire il morale dei combattenti e degli italia-
vista fiorentina diretta da un ac-                                                   ni tutti, insistendo sulla presun-
ceso nazionalista quale Enrico                                                       ta continuità fra l’epopea dell’a-
Corradini.                                                                           matissmo eroe in camicia rossa
    Alla morte di Pascoli, poi, l’or-                                                e quella di quanti nel presente
mai affermato drammaturgo                                                            erano chiamati a combattere e
ebbe dall’Università Popolare di                                                     a morire per l’Italia. Una sorta
Trieste l’invito a tenere la com-                                                    di uso “taumaturgico” delle me-
memorazione cittadina, che fu                                                        morie e delle stesse reliquie
apprezzata per i forti accenti pa-                                                   garibaldine, che si concretizzò
triottici: e proprio come possibi-                                                   nell’allestimento di una mostra
le continuatore del Pascoli “poli-                                                   che si inaugurò il 28 aprile 1917
tico” - più che nell’imbarazzante                                                    nel Museo Nazionale Romano
confronto con D’Annunzio - Sem                                                       alle Terme di Diocleziano, con
Benelli vide la possibilità di una                                                   il patronato e a beneficio della
nuova attività letteraria come                                                       Croce Rossa Italiana. Si tratta-
apostolo di italianità, sia nelle                                                    va di un’esposizione ricca di cir-
consuete vesti di scrittore che                                                      ca 700 pezzi, tra documenti, fo-
nel nuovo ruolo di conferenziere                                                     tografie e opere d’arte di varia
interventista.                                                                       qualità, in buona parte prove-
    Allo scoppio della guerra partì                                                  nienti dalla collezione di cimeli
subito volontario per l’addestra-                                                    risorgimentali raccolta dai fratelli
mento in fanteria e subito si de-                                                    Everardo e Alfredo Pavia, anti-
dicò alla stesura di un’impegna-                                                     quari e collezionisti torinesi che
tiva composizione poetica volta                                                      operavano nella Capitale.
a celebrare il carattere sacro del                        Sem Benelli                   Sem Benelli lesse il discorso
conflitto e l’eroico sacrificio dei                                                  intitolato Garibaldi la sera di sa-
soldati italiani: nacque così il carme intitolato L’altare, bato 12 maggio 1917 nel Teatro Augusteo di Roma
che fu tempestivamente pubblicato da Treves a Milano di cui riportiamo alcuni passaggi (Parole di battaglia,
e venne declamato in varie città d’Italia.                      Milano, Treves, 1918). Iniziò con parole di ammirazio-
    Ferito sul Carso nel giugno del ‘16, nei mesi del for- ne per quanto esposto: «Un’epica esposizione gari-
zato congedo Benelli accettò di buon grado l’invito del baldina; una teoria di rosse virtù; di accesi ardimenti;
comando supremo a svolgere attività di propaganda di bandiere lingueggianti come il genio della fiamma
in favore della guerra e delle sue motivazioni nazio- e della giovinezza [...] ci radunano qui a parlare della
nalistiche. Iniziò così per lui una nuova stagione di patria e degli eroi penultimi di nostra gente; ma più, di
elaborazione letteraria, esclusivamente orientata alla Giuseppe Garibaldi».
stesura e alla declamazione di accese conferenze di               L’oratore pose subito l’accento sull’attualità dell’e-
carattere patriottico e militaristico, rivolte in alcuni casi popea garibaldina: «Mentre noi combattiamo oggi la
ai soldati in partenza, in altri a quanti erano chiama- guerra nuova, la guerra che l’astuta barbarie ci ha im-
ti a sostenere nella vita quotidiana le ragioni di quella posta: la guerra delle tane, della pazienza; la guerra
guerra e i sacrifici connessi.                                  mascherata; la guerra dal volto grifuto, dalle ugne ra-
    L’esordio come oratore di guerra avvenne nel di- spanti; la guerra delle soffocazioni; la guerra delle pa-
cembre 1916 con la conferenza intitolata Italia, che zienti e febbrili preparazioni [...] possiamo noi parlare
egli stesso lesse a Genova, a Roma e infine a Milano: dei legionari, della turba rossa che il piccolo cervello
si trattava di una sorta di racconto della storia d’Italia, di tanti governi italiani pencolanti limitava a poche mi-

CAMICIA ROSSA                                                                                                        13
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