Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
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ANNO XL - N° 1 GENNAIO - APRILE 2020 Firenze - Piazza S. Martino 1 POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (Conv. in L. 27.2.2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Firenze TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL'UFFICIO P.T. C.M.P. FIRENZE DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA Il monumento a Garibaldi inaugurato a Antônio Prado (Brasile)
IN QUESTO NUMERO SOMMARIO Abbiamo dedicato la copertina di questo fascicolo – che esce con qualche ritardo dovuto al “fermo” che tutti abbiamo sopportato a causa EDITORIALE dell’epidemia da coronavirus – al monumento a Garibaldi inaugurato l'11 Parole per costruire un mondo di pace febbraio in Brasile alla presenza della nostra presidente Annita Garibaldi, Annita Garibaldi Jallet pag. 3 la quale ci ha raccontato nelle pagine che seguono la cronaca del viaggio tra Rio Grande do Sul e Santa Catarina dall’8 al 19 febbraio scorso e la PRIMO PIANO squisita accoglienza che le è stata riservata. Si tratta di una imponente Inaugurazione del Bicentenario di statua di bella fattura realizzata in marmo dallo scultore italiano Enrico Anita in Brasile 4 Pasquale e posta nel centro della cittadina di Antônio Prado in vista delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Anita che, ricordiamo, ricorre Mostra sugli ebrei in camicia rossa il prossimo anno. Andrea Spicciarelli 6 Ai piedi dell’opera, nella foto dell’inaugurazione, vediamo nell’ordine Epidemie: a cent’anni dalla spagnola Fernando Roveda, coordinatore del progetto Memoria di Antônio Prado, Livio Ghelli 7 Marlene Pastro, cantante delle musiche in onore a Annita e Giuseppe Ga- ribaldi, Gessi Sotoriva, Annita Garibaldi e Enrico Pasquale, autore della statua. A tutti loro va la gratitudine dell’Associazione per questa importan- LIBRI RICEVUTI 7 te iniziativa. Un altro evento di rilievo da porre all’attenzione dei lettori è la mostra SI SEGNALANO 7 “Ebrei in camicia rossa” allestita presso il Museo del Risorgimento di Bo- L’Europa tra ideali del Risorgimento e logna, organizzata dal nostro Ufficio Storico ed inaugurata il 6 febbraio. attese contemporanee 8 Sospese le visite durante il periodo del lock down, adesso la mostra è di nuovo visitabile e lo resterà sino al 15 luglio; la consigliamo a chi è STORIA interessato a conoscere meglio l’intreccio tra mondo ebraico e tradizione La Spedizione dei Mille e Mazzini garibaldina dal Risorgimento alla Resistenza. Giovanni Zannini 9 Quest’anno ricorrono due anniversari che ricordiamo con più articoli in questo numero: il 160° della spedizione dei Mille e il 170° del XX Settem- Vincenzo Fardella Marchese di bre 1870, il completamento dell’Unità con Roma capitale; su quest’ultimo Torrearsa evento, tra l’altro, ci si domanda “perché non sia stato garibaldino”. Angelo Grimaldi 10 A chiusura abbiamo doverosamente raccontato la vicenda militare di uno degli ultimi garibaldini, scomparso il 2 giugno, il presidente onorario I grandi meridionali alla guida dell’Italia dell’Associazione Francesco Evangelista. (s.g.) unita Davide Simone 11 I NOSTRI CONTATTI ONLINE Giovanni Sciuto (1839-1927) Sito internet dell’Associazione: anvrg.org Sito internet di “Camicia Rossa”: camiciarossa.org Sebastiano Chiarenza 12 Sito internet dell’Ufficio Storico: memoriegaribaldine.org Sem Benelli oratore di guerra alla INDIRIZZI DI POSTA ELETTRONICA mostra garibaldina del 1917 -presidenza nazionale: anvrgpres@libero.it Antonello Nave 13 -direzione dell’Ufficio Storico: ufficiostoricopsp@gmail.com -direzione di “Camicia Rossa”: camiciarossa@virgilio.it XX Settembre camiciarossa@anvrg.org La fanteria arrivò a Roma prima dei -posta elettronica certificata (pec): anvrg@pec.it bersaglieri Gian Biagio Furiozzi Perché il XX Settembre non è 15 Camicia Rossa Organo ufficiale dell'ANVRG - Largo Porta S. Pancrazio 9 - 00153 Roma garibaldino? Direttore responsabile - Sergio Goretti Annita Garibaldi 16 Direzione, redazione e amministrazione - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze Sottoscrizione permanente - versamenti in c/c postale n. 10420529 intestato a «Ca- BIBLIOTECA GARIBALDINA 17 micia Rossa» - Piazza S. Martino, 1 - 50122 Firenze - Codice IBAN per bonifici: IT68S0760102800000010420529 - Gratis ai soci dell'ANVRG NOTIZIARIO 23 La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Non si restituiscono manoscritti, anche se non pubblicati. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli proposti con le modifiche Ravenna e l’anniversario della e la veste grafica che ritiene più opportune. È consentita la riproduzione di articoli o parte di Repubblica Romana 23 essi solo se ne viene citata la fonte. Ogni forma di collaborazione è assolutamente gratuita. Mostra su Anita Garibaldi 24 Impaginazione e stampa - ITS Sarnub - Cavaglià (BI) Le donne nella storia d’Italia 26 Autorizzazione del Tribunale di Arezzo n. 5/84 del 15.3.1984 - Iscrizione R.O.C. n. 9708. Il 5 Maggio, Garibaldi e la pace 27 Il numero è stato chiuso il 2 - 6 - 2020. In copertina foto dell’inaugurazione del marmo di Garibaldi in RICORDIAMOLI 28 Brasile l'11.2.2020. Da sinistra: Fernando Roveda, Marlene Pastro, Gessi Sotoriva, Annita Garibaldi e Enrico Pasquale (scultore) 2 CAMICIA ROSSA
PAROLE PER COSTRUIRE UN MONDO DI PACE Non possiamo aprire questo dignità umana, che ruba, pratica polo fece sì che si rinacque, ma fu nuovo numero di Camicia Rossa l’usura, la distruzione della natura; per la lungimiranza dei suoi dirigen- senza evocare la tragedia che ab- dell’uomo che espone, e lo chiama ti di allora che venne evitata l’altra biamo appena attraversato e le cui turismo, cadaveri di città ad altri guerra, la guerra civile. Alcuni lan- minacce sono ancora ben presen- uomini che pagano per questo. Fo- ciarono parole nuove (federalismo ti: la ripresa del contagio è sem- reste e boschi distrutti, corsi d’ac- europeo per esempio) in vista della pre possibile in Italia, le difficoltà qua sporcati. Violenza dappertutto. pace. La nostra Costituzione dice economiche e sociali sono molto Ricorderemo dei giorni di quaran- che la nostra società è fondata sul accresciute rispetto alla situazione tena le città pulite, gli uccelli festosi lavoro. Ma il lavoro da solo non è di inizio anno, l’espansione della e cantanti per la primavera ritrova- pace. La stessa Carta afferma che pandemia nel mondo globalizzato ta tra gli alberi dei viali cittadini. La l’Italia ripudia la guerra. Ma non è ci colpisce direttamente e non solo pace è possibile, va costruita. proprio quella la definizione “per umanamente. La guerra, lasciamola per conto antitesi” della pace che vogliamo In una situazione così nuova per suo. Il filone di pensiero che gui- costruire? la maggior parte di noi, le parole da, di solito, i nostri libri di storia, Ci siamo sentiti in queste setti- che abbiamo per esprimere i fat- è questo: periodi di guerra, periodi mane protetti dai tanti giovani in di- ti e i sentimenti sono quelle della di pace (relegati alle pagine di eco- visa che hanno, con la protezione guerra. Eppure sono parole non nomia, sviluppo del commercio, dei civile, con tante associazioni di vo- appropriate. Ci riportano a eventi trasporti). Questo diamo da legge- lontariato, tentato di farci passare che avremmo commemorato, se re ai nostri bambini. Quanti errori! in maggiore sicurezza le settima- ne avessimo l’animo: l’80° anniver- Alla pace si oppone spesso la rivo- ne della tragedia più acuta. Ma era sario del 1940, anno dello scoppio luzione, le insurrezioni dei popoli, proprio necessario che avessero di una guerra mondiale voluta, di- che sono tutt’altra cosa. La guerra in mano tante armi? Per sparare chiaratamente, per volontà di po- può diventare allora un modo per al virus, che invece teme solo le tenza. Non era bastata una prima distogliere l’attenzione dei popoli mascherine bianche? Anche le im- guerra mondiale per allarmare le dalla loro condizione, una politica. magini sono parole. Invece adesso coscienze. Bisognava ancora ag- Si vede in America Latina, in Asia, ci vuole una forza riconoscibile, giungere il genocidio di massa, la in Africa. Andiamo oltre la guerra, quella della polizia, per lottare con- rovina dell’economia, l’urlo di dolo- che offusca la riflessione dei popoli tro la violenza che fa il nido sulla re di popolazioni martoriate, milioni che la vivono in modo continuo, e miseria; in modo che gli aiuti che di esseri umani ridotti in condizio- intanto non vendiamo più armi, al- abbiamo chiesto alle istituzioni eu- ni indicibili. Ma nella guerra c’è la meno noi europei che in parallelo ropee, i prezzi che pagheremo tut- volontà di scatenarla, e persino di vogliamo proporre un modello di ti per uscire dalla crisi, non siano viverla: una esaltante epopea per civiltà! Costituzioni, democrazia… destinati a chi approfitta di tutte le soldati e soprattutto ufficiali infervo- con le armi in mano? Ma vogliamo tragedie. rati da visioni di eroismo, di gloria. scherzare? Per gli anziani soli chiusi in casa, Almeno all’inizio. Almeno per colo- Vani i richiami di chi auspicava per i bambini senza parchi, per le ro ai quali non basta la laboriosa, per l’Italia la neutralità nel conflitto persone accatastate in angusti al- tanto difficile, spesso ingiusta, vita che il Reich hitleriano stava dichia- loggi, per le carceri sovraffollate, quotidiana. La propaganda, il fa- rando al mondo e l’uscita del Duce per gli ospedali carenti, per istitu- natismo… niente di tutto questo in dalla tremenda morsa dell’alleato. zioni operose, ci vogliono parole e un’epidemia, poi pandemia, per la Ma non era troppo tardi? Un paese gesti nuovi: di pace, cioè di solida- quale non troviamo le parole. Co- democratico avrebbe potuto oppor- rietà, di lavoro equamente retribui- loro che combattono in prima fila, re le sue istituzioni, il suo popolo a to, di formazione professionale, di che muoiono facendo il loro dovere un dittatore seppur inferocito come strutture sociali. li chiamiamo eroi, è quanto di me- Hitler ma una dittatura non lo pote- Abbiamo avuto tutti il tempo di glio abbiamo da offrire loro. Costru- va fare senza rinnegare se stessa. pensare perché abbiamo avuto e ire la società di pace che vogliamo La spirale della violenza era in atto, abbiamo ancora paura. Non per- richiede di trovare altre parole. An- così come l’ebbrezza delle parole diamone la facoltà. Chissà quanto che la parola “pace” come antitesi urlate, la paura dell’altro. Meglio un hanno sognato un mondo di pace della guerra non ci basta. La pace fascista che un comunista, perché i nostri soldati in guerra, e questo è un bene in sé e una società che c’è uomo e uomo, e uno che non mondo c’è stato. Ha perso lo slan- vorrebbe farne il suo valore fon- la pensa come te che uomo è? No- cio iniziale. Lo abbiamo intravisto di dante ne deve trovare le parole giu- nostante le apparenze, l’Italia s’i- nuovo in questi giorni, e nemmeno ste. Forse accantonando la parola nabissò, giorno dopo giorno, nella lo possiamo rinchiudere nelle fron- guerra, per opporre la pace alla sconfitta, cominciò a odiare tutti, tiere d’Italia o di Schengen. Volere violenza, che non è solo dell’uomo gli inglesi, i francesi, gli americani, la pace, certo, è sempre un poco contro l’uomo sul campo di batta- colpevoli, certo, della sconfitta ita- sognare. Ma perché no? glia ma dell’uomo che offende la liana. La forza vitale del nostro po- Annita Garibaldi Jallet CAMICIA ROSSA 3
PRIMO PIANO INAUGURAZIONE DEL BICENTENARIO DI ANITA IN BRASILE Se chi mi ha ricevuto in Brasile legge questa cronaca del mio viaggio, mi perdoni: è stato così denso e bel- lo che non posso in poche righe ricordare ogni luogo, ogni persona, come vorrei. Ma tutto è impresso nel mio cuore, ne parlerò ancora, più a lungo, cercando di onorare gli impegni che ho preso con vari Sindaci per le tan- te cose che vogliamo fare assieme durante il Bicentenario della nascita di Anita e oltre. Se l’entusiasmo appartiene ad un popolo, questo è VRG e pronipote della brasiliana Anna Maria de Je- il popolo brasiliano, che da mesi si è preparato a com- sus Ribeiro a recarsi ad Antônio Prado per inaugu- memorare Anita Garibaldi, in contatto stretto con chi rare un monumento a Giuseppe Garibaldi scolpito a già in Italia ha mosso i primi passi nella stessa dire- Chiampo (Vicenza) dallo scultore Enrico Pasquale. zione. L’iniziativa di questo viaggio è partita dalla cit- Non è mancata la visita al Museo di Porta San Pan- tà di Antônio Prado, nel Rio Grande do Sul. Una buo- crazio e al Gianicolo. na parte dell’emigrazione italiana che si è insediata in L’8 febbraio 2020 arrivando a Porto Alegre, la prima quella zona è originaria da Monselice, nella Provincia sorpresa è per la bella accoglienza della nostra amica di Padova. Il Sindaco di Antônio Prado, Juarez San- Elma Sant’Ana, presidente dell’Istituto Anita Garibal- tinon, il direttore del Circolo Culturale italo-brasiliano di, con alcune delle sue “Anita’s” che ben conosciamo e del progetto Memoria (salvaguardia delle case sto- e ammiriamo. Ad Antonio Prado, altra sorpresa: la cit- riche della città) Fernando Roveda, sono venuti, con tà, deliziosa e tenuta come lo sono le nostre città in una delegazione, in Italia nel novembre 2019 per con- Brasile, ha preparato una giornata di grandi feste at- cludere un gemellaggio tra le Società di Mutuo Soc- torno a un impressionante Garibaldi, posto nel cen- corso facenti capo ai due comuni e prendere contatti tro della piazza principale, una scultura di grandissimo con il Museo Renzi di Borghi, ideatore della Rosa di effetto, inaugurata con canti, balli, spettacoli teatrali, Anita. Per diversi giorni hanno visitato le zone dalle scuole, bandiere. Diciamo una volta per tutte perché quali i loro antenati sono partiti alla fine dell’800, ritro- bisognerebbe ripeterlo per ogni visita, che l’accoglien- vando le radici del “talian”, parlato adesso nelle città za del Brasile è di un calore e di una affettuosità uni- brasiliane d’accoglienza, e sono arrivati il 20 novem- che, con qualcosa di semplice e di sincero che trasci- bre a Roma per una visita turistica della città. Hanno na, come è stato nella bella casa dei Signori Panisson voluto recare a mano l’invito alla presidente dell’AN- già conosciuti a Roma. Una scoperta o riscoperta per Annita Garibaldi e Fernando Roveda, coordinatore del progetto Memoria, scoprono e inaugurano la statua di Garibaldi nella città brasiliana di Antônio Prado l'11 febbraio 2020 4 CAMICIA ROSSA
me del Rio Grande, della splendida zona, per la na- liane dello Stato. Si scambiano inni, discorsi, si pianta tura, i paesaggi e per le città, di Nuova Roma, Nuo- la Rosa nel giardino, si ammira il lavoro che da noi si va Padova, giustamente definiti “paradisi”, con relative faceva un tempo con il tombolo, riunite le tessitrici in visite lampo ai Sindaci e grande sfoggio di tricolori. Il costume. La Fondazione Catarinense di Cultura, pre- giovedì 13 chi scrive passa alla gestione e all’ospita- sieduta dalla prof. Lucia Coutinho, orchestra l’acco- lità dell’amico di sempre, Adilcio Cadorin, già sindaco glienza, e in serata la Vice Governatrice Daniela Cri- di Laguna e della sua consorte. Direttore dell’Istituto di stina Reinehr riceve la delegazione italiana nella sua Cultura "Anita Garibaldi", Adilcio Cadorin ha dato un residenza per un pranzo conviviale. grande risalto al viaggio sulle reti locali, statali e nazio- Ci sarebbe voluto un mese per assaporare ogni nali di radio e televisione, con interviste e filmati. Sia- cosa. Sono stati dieci giorni di ricordi intensi, che han- mo nel Santa Catarina. no confermato che l’entusiasmo per Garibaldi e Ani- Si va per Vacaria, il luogo storico della fuga di Anita ta sono più vivi che mai. Con due valenze: una, quella e della traversata a cavallo del fiume. Ci sono “gau- delle nostre comunità di emigrazione italiana, per le chos” a cavallo con le splendide divise, poi un ran- quali sono simbolo perdurante del legame con la pa- cho d’epoca, poi via per Lagés, città dei nonni di Ani- tria di origine; l’altra per la certezza di condividere con ta, il rifugio di Pedra Blanca, Curitibanos, poi Laguna. l’Italia la memoria di due eroi che sono di dimensione E’ impossibile descrivere in poche parole la bellezza mondiale ma sono primariamente orgoglio di chi ne dei paesaggi, la bontà della tavola, la generosità de- possiede la storia, i luoghi delle loro vite e della loro gli ospiti, le feste in preparazione del carnevale. In oc- comune passione civile. casione di una gigantesca tombola a Laguna, si ritro- I nostri amici brasiliani dovevano venire a loro volta vano alcune “guardiane” di Anita, e il riminese Valerio in Italia in aprile. I nostri paesi soffrono, le belle sedi Benelli, venuto ad invitare la bella squadra per una sono chiuse, il turismo esaurito. Ma tutti i progetti co- estate romagnola che è stata solo rimandata per i fu- muni sono vivi e le rose, intanto, crescono. (A.G.J.) nesti eventi che sappiamo. Si va a Garopaba, e poi a Florianopolis, ed è un’altra cosa. Florianopolis, la ca- pitale, è una splendida città, come sono le più belle città americane: una facciata di grandi edifici moderni, una passeggiata perfettamente tenuta su un grande mare aperto. Fiori, alberi tropicali. Era la città di Wol- fang Ludwig Rau, uno dei migliori biografi di Anita. Lì come in ogni luogo visitato precedentemente si pian- ta una Rosa, e qui con una ufficialità tutta particolare. La cerimonia è stata organizzata dall’Assemblea Le- gislativa dello Stato di Santa Catarina, e dal suo pre- sidente Deputato Julio Garcia, in collaborazione con l’Istituto Culturale “Anita Garibaldi” di Laguna e il Mu- seo e Biblioteca Renzi di Borghi. Si svolge nelle sale e nello splendido giardino del Museo Storico del San- ta Catarina, Palazzo Cruz dove è ricevuta ufficialmen- Florianopolis (Santa Catarina) – Tessitrici in costume bra- te la pronipote di Anita, in presenza delle autorità ita- siliano locale Cerimonia nel Museo storico di Palazzo Cruz a Florianopolis il 18 febbraio 2020. Da sinistra: la presidente della Fondazione Catarinense di cultura Lucia Coutinho, il presi- dente dell’Assemblea legislativa Julio Garcia, Annita Garibaldi, la Vice governatrice Daniela Cristina Reinehr e il Presidente dell’Istituto Anita e Giuseppe Garibaldi di Laguna Adilcio Cadorin CAMICIA ROSSA 5
Inaugurata a Bologna la mostra vi aderenti all’ideale insito nella camicia rossa, che di- venne il simbolo, per vecchie e nuove matrici politiche, EBREI IN CAMICIA ROSSA attraverso cui alfabetizzare le nuove generazioni, al fine di strapparle dall’omologazione imposta dal regi- me fascista. Il 6 febbraio scorso è stata inaugurata, presso il Le infami leggi razziali, volute da Mussolini e con- Museo civico del Risorgimento di Bologna, la mostra trofirmate dal re, segnarono una frattura rispetto ad “Ebrei in Camicia Rossa. Mondo ebraico e tradizione una storia – come abbiamo visto – molto diversa, che garibaldina fra Risorgimento e Resistenza”, promossa quei provvedimenti discriminatori miravano a riscrive- dall’ANVRG con il patrocinio del Museo del Risorgi- re. Ebrei, non solo italiani, «si erano profondamente mento stesso e del Museo Ebraico di Bologna. sentiti (…) cittadini, patrioti tedeschi, italiani, francesi, Dopo i saluti istituzionali di Otello Sangiorgi e di ungheresi, si erano battuti nelle guerre; quanti ebrei Mirtide Gavelli (Museo del Risorgimento), di Sergio tedeschi piangevano, si suicidarono, perché si senti- Goretti (ANVRG) e di Caterina Quareni (Museo Ebrai- vano tedeschi, più di ogni altra cosa, e questa espul- co), i curatori della mostra hanno presentato al nutri- sione dalle comunità nazionali fu dolorosissima», to pubblico intervenuto l’esposizione, che si articola in come ricordò la senatrice a vita Liliana Segre nel suo 27 pannelli. discorso al Parlamento europeo in occasione dell’ulti- L’argomento non è di quelli grandemente frequen- ma Giornata della Memoria. Mentre la Shoah avvele- tati dalla storiografia: solo di recente, infatti, gli studi nava drammaticamente il continente europeo, in Italia sulla comunità ebraica italiana si sono mossi da una furono ancora moltissimi gli ebrei che si schierarono prospettiva generale verso una più approfondita ana- contro l’oppressore nazifascista. Personaggi come lisi sul ruolo da essa svolto nel passaggio “dai vec- Eugenio Curiel o Franco Cesana, che si richiamarono chi Stati all’Unità”, nonché sulla partecipazione di ol- all’ideale garibaldino combattendo nelle Brigate omo- tre 5mila israeliti al primo conflitto mondiale nei ranghi nime e che diedero la vita per la causa di liberazione del Regio esercito italiano. Da qui, e dai rinnovati studi nazionale, ci ricordano ancora oggi l’importanza del- sulla tradizione garibaldina che animò quell’Italia dap- le scelte individuali coscienti e consapevoli, non sola- prima immaginata e per la quale si continuò a lottare mente nell’economia della vita di una singola persona, ben oltre l’Unità, si è partiti per proporre, ad un pubbli- ma in favore di quelle cause per le quali vale la pena co specialista e non, una prospettiva nuova ed origi- lottare e rischiare tutto. nale sull’incontro di questi due percorsi di emancipa- La mostra, curata – oltre che da chi scrive – da Eva zione, l’uno di tipo sociale, l’altro politico e culturale. Cecchinato, Federico Goddi e Matteo Stefanori (pro- Nel dettaglio, si è cercato di delineare il tentativo degli getto grafico di Simone Zappaterreno), dopo essere ebrei italiani, a partire dai diritti sanciti dallo Statuto Al- stata sospesa a causa della drammatica emergenza bertino del 1848, di legittimarsi come cittadini a pieno sanitaria ancora in atto, ha riaperto al pubblico lo scor- titolo, che compirono una scelta di campo non tanto so 22 maggio e sarà visitabile almeno fino al prossimo e non solo in nome della loro appartenenza religiosa 15 luglio, con tutte le misure di prevenzione richieste (molti dei personaggi richiamati dai curatori apparte- dal momento attuale. Pensata come esposizione iti- nevano infatti soltanto nominalmente alle varie Univer- nerante, c’è la decisa volontà di riprendere il discorso sità italiane) quanto per il loro patriottismo e per la loro soltanto iniziato a Bologna, ed altrettanto deciso è l’in- visione politica. tento di recuperare il convegno, dedicato al volontaria- Biografie esemplari e narrazione storica generale si to ebraico tra il 1848 ed il 1945 che si sarebbe dovuto intrecciano lungo tutto il racconto, allo scopo di sotto- svolgere il 19 marzo presso il locale Museo Ebraico, lineare l’importanza delle scelte individuali e dei cam- all’interno della consueta Festa Internazionale della mini personali nell’indirizzare la storia della comunità Storia del prossimo autunno. ebraica italiana, la quale si integrò sempre più a livello Andrea Spicciarelli politico, economico e professionale in un tessuto so- ciale all’interno del quale non mancarono però frizioni e contrasti. Nella mostra si riafferma la partecipazio- ne israelita alla Spedizione dei Mille, alla Terza guerra d’Indipendenza ma anche a quelle esperienze mag- giormente inclini alla solidarietà internazionale come la guerra franco-prussiana del 1870-71 o le spedizio- ni in terra greca e nuovamente transalpina che carat- terizzarono la ripresa della tradizione da parte di Ric- ciotti Garibaldi tra Otto e Novecento. Nella seconda parte del percorso, dopo lo spartiac- que rappresentato dalla Grande guerra, si affrontano le contraddizioni del garibaldinismo diviso fra la con- vinta adesione al fascismo manifestata da Ezio Gari- baldi e l’esperienza antifascista non solo del fratello Bologna, 6 febbraio – Inaugurazione della mostra “Ebrei Sante, ma anche di svariati veterani e moltissimi nuo- in camicia rossa” - I curatori Andrea Spicciarelli, Matteo Stefanori, Eva Cecchinato 6 CAMICIA ROSSA
EPIDEMIE: A CENT’ANNI LIBRI RICEVUTI DALLA SPAGNOLA Atti del convegno dedicato ad Arnaldo Guerrini, Co- Ho visto, con mia sorpresa, che l’epidemia di spa- operativa Culturale Ricreativa A. Guerrini, Ravenna, gnola che ha colpito il mondo intero tra il 1918 e il ‘19 2019 ha fatto molti più morti della Grande Guerra. Devo con- Antonio CANTALAMESSA, Salvatore Tommasi, il pa- fessare che non lo sapevo, da insegnante di storia triota del 1860, Arti Grafiche Nobili Sud, Rieti, 1988 consideravo la spagnola una specie di nota a margi- (dono di G. Paris) ne della prima guerra mondiale: nei nostri paesi, an- che piccolissimi, c’è sempre un monumento, un cippo, Vincenzo MASI, Forano tricolorata. Il contributo di un o una lapide con i nomi dei soldati caduti nella guerra paese di Sabina all’Unità Nazionale 1798-1870, Edi- 1915-18, però tutti i morti di spagnola, donne e bambi- zioni della BIG, Rieti, 2011 (dono di G. Paris) ni, giovani e vecchi, e gli stessi reduci, fanno parte di Luciano TRIBIANI – Lavinia TRIBIANI, Le radici della un lutto familiare e privato, e non vengono mai ricordati Repubblica democratica in Italia. Cronistoria dell’e- pubblicamente. popea della Repubblica Romana del 1849, Prefaz. Penso in questi giorni che certi fatti che hanno cam- Gianfranco Paris, RiStampa Edizioni, Rieti, 2019 biato il mondo, come l’epidemia di spagnola, vengano (dono di G. Paris) volutamente dimenticati o fatti dimenticare. E comun- que morire per una influenza è banale, cadere sul cam- Gianfranco PARIS, Rieti città del Risorgimento. Cro- po dell’onore è ben altra cosa! E’ una storia tutta da nistoria del 170° anniversario della Repubblica Ro- scoprire, tragicamente emergente dall’oblio collettivo, mana, RiStampa Edizioni, Rieti, 2020 cento anni dopo, mentre viviamo una nuova pandemia, Fondo Paris presso Archivio di Stato di Rieti. Catalo- anche se speriamo un po’ meno letale. I primi casi di go del fondo librario, 2019 spagnola furono osservati nelle trincee francesi e tede- sche nella primavera del 1918, le informazioni in me- Vittorio FERORELLI, Ritorno in Montenegro, con uno rito vennero secretate dai comandi militari, nuovi casi scritto di Emanuele Ferrari, Edizioni ABao AQ, Bosco si manifestarono più tardi tra i soldati ammassati nelle Mesola, 2016 trincee italiane ed austriache. Anche qui la censura mi- litare non permise la diffusione delle notizie. Quando a Madrid e Barcellona, in autunno, arrivò questa nuova SI SEGNALANO influenza così perniciosa e contagiosa, i giornali spa- La Repubblica Romana del 1849, di Anna Maria gnoli dettero la notizia, e la definizione influenza spa- Casavola, in “Noi dei Lager”, a. 1-2, gennaio-giugno gnola si affermò nel resto del mondo. L’epidemia si ab- 2019, pp. 9-11 batté sull’intero pianeta, in quattro successive ondate, tra il 1918 e il ‘20, da Parigi a Rio de Janeiro, da Ge- Goffredo Mameli: il canto degli italiani, la Repubblica nova a New York, alle Filippine e all’Alaska, e si sti- Romana del 1849, la Morte, di Alessandro Ferioli, ma abbia ucciso tra i 25 e i 50 milioni di persone, col- in “Noi dei Lager”, a. 1-2, gennaio-giugno 2019, pp. pendo prevalentemente giovani adulti. Ha contribuito 12-17 all’aggravarsi delle condizioni postbelliche, ha dato una Risorgimento e cultura alta della Nuova Antologia di mano alla nascita delle dittature e regimi autoritari in Aldo A. Mola, in “pensalibero.it”, 21 ottobre 2019 Europa e in America Latina, creando così le premesse per la Seconda Guerra Mondiale. Ha avvicinato l’India Cristina Trivulzio di Belgiojoso e i volontari napole- all’indipendenza e l’Africa all’apartheid. In Italia il pri- tani nelle rivoluzioni del 1848-49 di Valerio Lisi, in “Il mo allarme venne dato a Sossano (Vicenza) nel set- Pensiero Mazziniano”, a. LXXIV- n. 2, maggio-agosto tembre 1918, quando il capitano medico che dirigeva 2019, pp. 20-28 il Servizio sanitario del II Gruppo Reparti d’Assalto in- Vincenzo Runcini, un patriota dimenticato di Marco vitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta Rocchi, in “Lucifero”, luglio-settembre 2019, p. 4 epidemia di tifo. In tutta Italia si stima che i morti per la spagnola siano stati oltre 600.000. Esistono, per quan- Annibale Vecchi: il repubblicano, il patriota, il masso- to riguarda l’epidemia in Italia, pubblicazioni e studi di ne di Sergio Bellezza, in “Hiram” n. 3/2019, pp. 50-56 carattere medico. Come la “Trafila” che salvò Garibaldi rese possibile Esistono diari, lettere, romanzi, poesie, testimonian- l’Unità d’Italia di Annita Garibaldi Jallet, in “Il Pensie- ze e pellicole di enorme interesse che ci raccontano la ro Mazziniano”, a. LXXIV, n. 3, settembre-dicembre Grande Guerra. Dell’eroismo quotidiano, della tenacia 2019, pp. 70-80 e della sofferenza di chi curò e assistette gli ammalati e i congiunti, nelle case o negli ospedali, non troviamo Vittorio Emanuele II. Il primo re di Giuseppe Sircana, quasi tracce scritte. Vorrei dedicare queste mie rifles- in “LiberEtà”, n. 3, marzo 2020, pp, 45-47 sioni a queste persone, soprattutto donne, che si fece- Un’isola di internamento: il campo fascista di Forte ro forza e seppero dare speranza ai familiari in una bat- Mamula 1942-1943 di Federico Goddi, in taglia quotidiana che a molte è costata la vita. “Annali”, Museo Storico Italiano della Guerra n. Livio Ghelli, Comitato fiorentino per il 27/2019, pp. 63-93 Risorgimento CAMICIA ROSSA 7
L’EUROPA TRA IDEALI DEL RISORGIMENTO E ATTESE CONTEMPORANEE L’Associazione Europea degli Insegnanti (AEDE), in attese dei cittadini. collaborazione con l’Istituto Professionale Alberghiero I lavori si sono arricchiti con gli interessanti inter- “Sandro Pertini” di Brindisi, in preparazione alle ma- venti di S.E. il dott. Umberto Guidato, Prefetto di Brin- nifestazioni per la celebrazione dei settant’anni del- disi e della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale la Dichiarazione Schuman, ha promosso il 31 genna- di Brindisi, prof.ssa Giuseppina Lotito, che hanno par- io scorso una giornata di studio e di riflessione su un tecipato all’attività per l’intera giornata. tema molto suggestivo “L’Europa tra ideali del Risorgi- Il dott. Guidato, ha ricordato, nel suo intervento, l’in- mento e attese contemporanee”. contro che aveva già avuto con la prof.ssa Garibal- L’incontro, tenutosi nel salone di rappresentanza di, nel 2011, a Caltanissetta, quando era Prefetto in dell’Istituto “Pertini”, alla presenza di un pubblico mol- quella Provincia. In quell’occasione, infatti, egli ospitò to numeroso, attento ed interessato, ha avuto, come in Prefettura la prof.ssa Garibaldi ed il prof. Marseglia ospite illustre e come relatrice, la presenza della prof. impegnati a Caltanissetta nell’attività di sensibilizza- ssa Annita Garibaldi, pronipote del ben noto Giusep- zione per i 150 anni dell’Unità d’Italia. pe Garibaldi. Alla relazione ha fatto seguito un ampio dialogo tra La manifestazione, coordinata dal dott. Mino De i partecipanti e la relatrice, abilmente coordinato dal Masi, responsabile della redazione di Brindisi del moderatore. (S.M.) “Quotidiano di Puglia”, è stata introdotta dal Dirigen- te scolastico dell’Istituto, Prof. Antonio Vincenzo Mi- cia e dal Presidente Europeo dell’AEDE, Prof. Silvano Marseglia. Il prof. Marseglia si è da sempre dedicato alla militanza per l’Europa unita nel Consiglio Italiano del Movimento Europeo e nel Movimento Federalista europeo. Ogni anno anima un convegno dedicato al tema dell’Europa e storia d’Italia, occasione d’incon- tro anche per l’AEDE italiana, e ha voluto avere più volte come ospite Annita Garibaldi Jallet, Presidente dell’Associazione Veterani e Reduci Garibaldini e an- ch’essa impegnata nei movimenti europeisti e federa- listi. Si è soffermato, in modo particolare, sull’impegno dell’AEDE nel proporre piste di riflessione per appro- fondire, soprattutto nel mondo dell’educazione e della formazione, la conoscenza del processo di costruzio- ne europea promuovendo il concetto di cittadinanza europea attraverso una migliore comprensione della Storia e delle diversità culturali. La prof.ssa Annita Garibaldi ha messo in luce l’im- portanza del Risorgimento Italiano come processo che ha creato un senso di appartenenza nazionale ed La presidente ANVRG riceve dal prof. Marseglia una targa un grande ideale e sentimento fondante di una unità dell’AEDE per l’impegno europeistico politica della nazione. La relatrice si è soffermata, so- prattutto, su alcuni importanti avvenimenti politici del XIX secolo, anteriori all’avvento del nazionalismo, de- viazione del senso della nazionalità, contrassegnati dalla diffusione di ideologie particolarmente sensibili all’idea dell’unificazione europea, della pace univer- sale e dei diritti dell’uomo. Ha evidenziato come l’af- fermazione dell’idea federale, da parte di alcuni im- portanti personaggi storici del Risorgimento, abbia largamente influenzato il nostro patrimonio comune in materia di diritti e di libertà e sia stata di valido aiu- to e di stimolo alla costruzione dell’Europa del futuro. Molto interessante il riferimento al momento attuale dell’Europa impegnata in un approfondito tentativo di Sala affollata dell’Istituto Alberghiero di Brindisi per l’ini- riflessione per costruire una Unione rispondente alle ziativa del 31 gennaio 2020 8 CAMICIA ROSSA
STORIA Nel 160° anniversario della Campagna meridionale LA SPEDIZIONE DEI MILLE E MAZZINI di Giovanni Zannini Giuseppe Garibaldi compì la grande impresa della febbraio 1860, a Garibaldi. spedizione dei Mille per liberare il sud della peniso- Con essa lo informava di “mezzi preparati e mes- la dai Borboni e addivenire all’unità d’Italia: ma da chi si insieme in Sicilia da Mazzini che non fa questione trasse ispirazione? Da lui stesso, oppure furono altri di repubblica, per riuscire non ad un moto scomposto ad ispirarlo? (come quelli soliti mazziniani…nda) ma ad un’azione E la risposta, per quanto strano possa apparire, è: seria” Per questo, una volta che Garibaldi fosse riu- Giuseppe Mazzini ed i suoi seguaci. Proprio colui che scito a procurarsi i fondi per i volontari, egli si sarebbe di Garibaldi aveva sempre avversato la strategia: l’u- recato in Sicilia per iniziare “un fatto serio nel mezzo- nità d’Italia nel giorno ove voi a nome e sotto la nostro avviso te- guida dei Savo- legrafico, dovre- ia. Lui che, fedele ste farci la gra- al suo motto “Dio zia di recarvi per e popolo”, affida- capitanarci…”. E va invece il comu- concludeva: “…si, ne sogno dell’u- Generale stima- nità italiana ad tissimo, è tempo insurrezioni po- che voi non ve- polari da fomen- niate meno all’I- tarsi in ogni par- talia… Dai vostri te della penisola, ultimi scritti ho vi- e ad una guerra sto che voi siete per bande che, convinto che non sull’esempio di resta se non l’ar- tanti martiri cadu- marsi e l’audacia ti nei vari tentativi, e la fermezza di avrebbero trasci- proposito agli ita- nato gli italiani ad liani per liberar- un’insurrezione si degli stranieri generale. che tuttavia bal- Già nel 1854 danzosi stanno in un incontro a Lo sbarco di Garibaldi a Marsala – Dipinto a olio di fine Ottocento nella penisola…”. conservato presso la sede fiorentina dell’ANVRG Londra, Mazzini Dopo di ciò, il aveva invitato Garibaldi a capeggiare la spedizione 28 marzo 1860, assieme a Giovanni Corrao, Rosolino in Sicilia contro i Borboni trovandosi però dinanzi ad Pilo partì per la Sicilia ove accese la scintilla che por- un netto rifiuto del Generale che non riteneva maturi i tò alla fine del Regno delle due Sicilie. L’insurrezione tempi per tale audace operazione. ebbe successo nel contado, mentre a Palermo incon- Ma a fargli mutare idea, furono alcuni anni dopo, trò difficoltà che mal riferite (per errori di trasmissione) alcuni mazziniani siciliani, numerosi nell’isola, fra cui a Garibaldi, lo posero nel dubbio se partire o rinun- Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giovanni Corrao, ciare. Ma il 5 maggio, pur ignorando se al suo arrivo Giuseppe La Farina, che già avevano partecipato ma, nell’isola avrebbe trovato un popolo che lo accoglieva ahimè, senza successo, all’insurrezione del 1848 con- festante o le agguerrite truppe borboniche pronte a ri- tro i Borboni, e che agli inizi del 1860 tornarono di gettarlo in mare Garibaldi si decise, e gli andò bene. nuovo alla carica. Rosolino Pilo, dopo lo sbarco a Marsala, si unì im- Chiara la lettera che Rosolino Pilo – un nobile maz- mediatamente alle sue camicie rosse in marcia verso ziniano palermitano che aveva partecipato alla rivolu- Palermo cadendo in combattimento sei giorni prima zione del 1848 nella sua città e poi collaborato con Pi- della presa della città. Alla sua memoria fu conferita, il sacane alla sua fallita avventura del 1858 che lo aveva 30 settembre 1862, la medaglia d’oro al valor militare convinto della necessità di cambiare il sistema di lotta con la seguente motivazione: “Morto sul campo com- chiedendo aiuto a forze esterne al movimento – d’ac- battendo con valore a S. Martino di Monreale il 21 cordo con Francesco Crispi, inviò da Genova, il 24 maggio 1860”. CAMICIA ROSSA 9
Deputati e senatori siciliani al primo Parlamento italiano VINCENZO FARDELLA MARCHESE DI TORREARSA di Angelo Grimaldi Nel primo parlamento italiano, inaugurato con il di- Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco. Fu Vincenzo scorso della Corona il 18 febbraio 1861, la Sicilia era Fardella, quale presidente della Camera dei Comuni, rappresentata da alcuni dei suoi più autorevoli perso- nella seduta del 13 aprile 1848, a leggere la dichiara- naggi chiamati dal re a far parte del Senato del Regno zione “Ferdinando e la sua dinastia sono decaduti dal o eletti nei collegi a far parte della Camera dei depu- Trono”, poco dopo modificata (grandissima acclama- tati. Fra i senatori ricordiamo il prof. Michele Amari, il zione ricevuta) in “Ferdinando Borbone e la sua dina- conte Michele Amari di Sant’Adriano, il marchese Be- stia sono per sempre decaduti dal trono di Sicilia”. nedetto Paternò Castello di San Giuliano, il marchese Dopo la restaurazione, Vincenzo Fardella si recò in Letterio De Gregorio, il barone Guglielmo Della Bru- esilio a Genova, Torino e Nizza. Giuseppe Garibaldi, ca, il principe Nicolao Galletti di San Cataldo di Fiume dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, con decreto del Salato, ecc., mentre fra i deputati Agostino Bertani, 17 maggio 1860, nominò Francesco Crispi Segreta- Pasquale Calvi, Salvatore Calvino, Filippo rio di Stato della Dittatura Garibaldina con Cordova, Francesco Crispi, il barone il compito di formare una nuova com- Vito D’Ondes Reggio, il marchese pagine statale da sostituire al regime Vincenzo Fardella di Torrearsa, borbonico. Il 17 giugno 1860 Vin- Giuseppe La Farina, il toscano cenzo Fardella venne nominato Antonio Mordini (ex pro-ditta- Segretario di Stato con l’incari- tore in Sicilia). co di Presidente del Consiglio La Provincia di Trapani dei Segretari di Stato in caso era rappresentata dal mar- di assenza del Dittatore1. chese Vincenzo Fardella Nel febbraio 1861 fu di Torrearsa (Trapani), dal eletto deputato nel primo sacerdote prof. Gregorio parlamento italiano, dove Ugdulena (Marsala), dal ebbe l’incarico di vice medico Simone Corleo presidente della Camera (Calatafimi), dall’avvoca- dal febbraio al novembre to Francesco Crispi (Ca- 1861 e di vice presiden- stelvetrano), mentre il tra- te della Commissione ge- panese Salvatore Calvino nerale del bilancio dall’11 rappresentava il collegio di aprile 1861 al 27 genna- Monreale (Palermo). io 1862. Il 31 maggio 1861 Vincenzo Fardella di Tor- fu nominato da Cavour am- rearsa, nato a Trapani il 16 lu- basciatore del Regno d’Italia glio 1808, rappresenta una figu- in Svezia, Norvegia e Danimar- ra di primo piano della rivoluzione ca. Il 17 novembre 1861 ricevette siciliana. Nei moti rivoluzionari di la nomina di Prefetto di Firenze dal Palermo, iniziati il 12 gennaio 1848, fu presidente del Consiglio dei Ministri membro del comitato provvisorio e, suc- Bettino Ricasoli. Fu il primo Prefetto di Fi- cessivamente, ebbe l’incarico di presiedere la sezione renze del Regno d’Italia, e vi resterà fino al 7 settem- Finanze del Comitato Generale. Il 24 febbraio 1848 fu bre 18642. uno tra gli 84 membri del Comitato Generale di Paler- Nel gennaio 1862 si era dimesso da deputato aven- mo a firmare l’Atto di convocazione del General Parla- do ottenuto pochi mesi prima l’incarico di prefetto; in mento di Sicilia (tra gli altri ricordiamo Ruggero Setti- realtà aveva ricevuto il 20 novembre 1861 la nomina mo, Mariano Stabile, Pasquale Calvi, il conte Giovanni di senatore convalidata l’anno successivo. Dal novem- Aceto, Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giuseppe La bre 1865 al febbraio 1867 fu vicepresidente del Sena- Masa, Francesco Ferrara, Vito Beltrani, Gabriello Car- to, mentre dopo la presa di Roma nel 1870, fu elet- nazza, Emerico Amari, Giovanni Interdonato, Giacinto to primo presidente del Senato nella sede di Palazzo Carini, Rosario Bagnasco, Salvatore Castiglia, ecc.). Dopo le elezioni, il parlamento si riunì a Palermo 1 Angelo Grimaldi, Il Primo Governo di Garibaldi in Sicilia, Firenze, il 25 marzo 1848 nella Chiesa di San Domenico. Vin- “Camicia Rossa”, n. 1 del 2017 cenzo Fardella fu eletto presidente della Camera dei 2 Antonio Chiavistelli, Prefetti a Firenze. Note per una storia del Comuni (150 membri), mentre la presidenza della Ca- prefetto, in www.storiadifirenze.org (Università degli Studi di Firenze); mera dei Pari (185 membri) fu affidata a Domenico Lo Ministero dell’Interno, Prefettura di Firenze, I prefetti di Firenze dal 1861 ad oggi 10 CAMICIA ROSSA
Madama e mantenne tale incarico fino al 1874, anno blica e del Consiglio a partire dal giugno 1946, potre- in cui pose fine alla sua carriera politica. mo evidenziare l’ampio spazio concesso alle persona- Trascorse gli ultimi anni tra Trapani e Palermo, im- lità del mondo centro-meridionale dall’Unità in avanti. pegnandosi negli studi storici ed economici, che si Entrando più nel dettaglio, troveremo cinque Presi- concretizzarono nella stesura dei “Ricordi sulla rivo- denti del Consiglio dei ministri del Regno provenienti luzione siciliana degli anni 1848-1849”3. Dopo la sua dal Sud, per un totale di 14 nomine su 29 (la metà dei morte, avvenuta a Palermo il 12 gennaio 1889, con casi, escludendo l’investitura di Benito Mussolini, non queste parole la Camera dei deputati nella seduta del prodotta dal metodo democratico): Antonio Starabba 30 gennaio 1889 commemorava Vincenzo Fardella: marchese di Rudinì (5 volte), Francesco Crispi (4 vol- “Il marchese Vincenzo Fardella di Torrearsa era te), Antonio Salandra (2 volte), Francesco Saverio Nit- caro all’ Italia ch’egli aveva lungamente servita e co- ti (2 volte) e Vittorio Emanuele Orlando. Attraverso un stantemente amata, era carissimo alla sua Sicilia alla ulteriore approfondimento, osserveremo come Crispi, di cui indipendenza avea consacrato la sua vita per la già Ministro dell’Interno del Regno, fosse stato tra i quale avea sofferto persecuzioni e lungo esilio. Avea maggiori protagonisti della Rivoluzione siciliana del precorso co’ suoi studi liberali il movimento nazionale 1848 e garibaldino, come Antonio Starabba. Antonio del 1848, nel quale egli ebbe tanta parte; eletto a rap- Salandra, Francesco Saverio Nitti e Vittorio Emanuele presentare la nativa sua città di Trapani alla Camera Orlando furono, al pari di Crispi, ministri dell’interno. Siciliana, ne ottenne, in breve, la presidenza; fu quindi Ancor più nutrita la pattuglia dei rappresentanti chiamato al Governo dall’illustre e venerato Ruggero dell’Italia centrale e meridionale tra i capi di stato mag- Settimo, e resse il Ministero degli affari esteri. Esule in giore delle forze armate: Enrico Cosenz (garibaldino), Piemonte ed in altri paesi, sostenne con fiera dignità Domenico Primerano (partenopeo), Alberto Pollio, Ar- l’amarezza del distacco dalla sua nativa contrada. La mando Diaz, Nicola Gualtieri e Federico Baistrocchi. rivide, con gioja, nel 1860, libera ed esultante e coo- Alcuni di questi nomi furono tra i primi attori della però, con febbrile ardore, all’ unità della Patria. Eletto vita politica e militare italiana; si pensi a Crispi, Nitti e deputato al Parlamento italiano, ancora serbiamo di Orlando, tra gli statisti, ed a Cosenz e Diaz tra gli uo- lui grato e riverente ricordo. Chiamato in Senato dalla mini in grigioverde. Sovrana fiducia e nominato presidente dell’alto con- Come abbiamo detto, con la fine della Monarchia la sesso, è ognora lodata l’imparzialità e la saggezza di tendenza non subisce mutamenti ed inversioni. Enrico cui diede prova nel disimpegno dell’elevato suo ufficio. De Nicola, Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Il marchese di Torrearsa avea tanta nobiltà di cuore Cossiga, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella sono quanta ne vantava per nascita; le sue virtù uguaglia- i Presidenti della Repubblica provenienti dal Sud (7 su vano il suo patriottismo”. o 12 in considerazione della doppia elezione di Giorgio Napolitano), mentre Palazzo Chigi ha visto per 15 vol- 3 Vincenzo Fardella di Torrearsa, Ricordi su la rivoluzione siciliana te su 29 (anche in questo caso la metà) la presenza degli anni 1848 e 1849, Palermo, Sellerio Editore, 1988 di un meridionale: Mario Scelba, Antonio Segni (due volte), Giovanni Leone, (due volte), Giuseppe Conte (due volte), Aldo Moro (cinque volte), Emilio Colombo, Il falso mito della “colonizzazione interna” Francesco Cossiga, Ciriaco De Mita. Importante anche l’elenco di meridionali insediatisi I GRANDI MERIDIONALI ALLA dal 1861 ad oggi alla terza carica dello Stato (Presi- GUIDA DELL’ITALIA UNITA denza della Camera): Francesco Crispi, Nicolò Gallo, Vittorio Emanuele Orlando (due volte), Enrico De Ni- di Davide Simone* cola (due volte), Alfredo Rocco (epoca fascista), An- tonio Casertano (epoca fascista), Giovanni Leone (3 Lo storico dovrà forse risalire ai tempi di Alessan- volte), Giorgio Napolitano, Luciano Violante, Rober- dro Magno per imbattersi in una civiltà che abbia po- to Fico. Stessa cosa per quanto riguarda la Presiden- sizionato nei ranghi del suo potere politico e gestiona- za del Senato (seconda carica dello Stato), con Rug- le i rappresentanti di un Paese sconfitto manu militari gero Settimo, Giuseppe Manno, Vincenzo Fardella di (“osmosi”). Questo perché una vera conquista implica Torrearsa, Pietro Tomasi Della Torretta, Enrico De Ni- il totale assoggettamento del nemico (quando vi è an- cola, Giuseppe Paratore, Tommaso Morlino, France- nessione) senza possibilità, per la sua élite, di acce- sco Cossiga, Nicola Mancino, Renato Schifani, Pietro dere alle leve del comando. Chi ha veramente l’intento Grasso. di dominare un popolo tenderà dunque a marginaliz- La panoramica mostra quindi tutta l’infondatezza zarlo ed umiliarlo e non ad elevarlo a dignità pariteti- del mito della “colonizzazione interna” da parte di un ca. Al contrario, osservando l’elenco dei Presidenti del settore del Paese (il centro-nord) ai danni di un altro Consiglio dei ministri del Regno d’Italia (1861-1946), (il centro-sud), falsità particolarmente in voga presso dei Capi di stato maggiore del regio esercito (funzione, quel movimento d’opinione e quella pubblicistica osti- quest’ultima, di vitale importanza in un’epoca che ve- li al progetto unitario, alla sua realizzazione ed al suo deva un massiccio impiego della forza armata dentro impianto finale. e fuori i confini nazionali), dei Presidenti della Repub- *Storiografo e giornalista CAMICIA ROSSA 11
La memoria ritrovata… breve storia di un garibaldino catanese GIOVANNI SCIUTO (1839 - 1927) di Sebastiano Alfio Chiarenza* In tutti coloro che si cimentano a ricostruire il pro- delle truppe regie dalla città etnea (3 giugno 1860). prio albero genealogico si cela il desiderio inconfes- Nella città di Catania viene immediatamente costituita sato di trovare tra i propri avi personaggi illustri a tal la “Guardia Nazionale” con compiti di presidio delle punto da lasciare una traccia indelebile nella storia istituzioni libere appena create. Ma al giovane Giovan- della propria città e, perché no, della propria nazione. ni Sciuto di farne parte non basta… egli vuole conti- La storia che mi accingo a narrare non è però tutto nuare la lotta e contribuire alla nascita d’Italia, ideale questo. Se è vero che la stessa non è il solo raccon- che perseguirà completamente con l’arruolamento to dell’epopea di pochi grandi, ma della lotta di interi tra le file dei “cacciatori dell’Etna”, come furono chia- popoli… be’ allora questa è la storia che mi accingo mati inizialmente i “garibaldini siciliani”, per poi con- a narrare. E’ il racconto di un giovane siciliano, uno fluire tra quelli che formarono la Brigata comandata dei tanti (per fortuna) che non esitarono, in quel lon- dal Generale Eber con i quali risalì l’isola passando tano 1860, a scegliere di non essere per Acireale, Giarre, Giardini e, infine, solo spettatori del grande evento che Messina da dove, di notte, si imbarcò fu l’unità d’Italia, ma di concorrere a con il suo reparto da “Torre del Faro” realizzarlo tra le incertezze e il rischio (Capo Peloro) per raggiungere la Ca- di morire in combattimento o peggio di labria sfuggendo, quasi per miracolo, finire impiccato dai Borboni. E’ sì, per- alle cannonate dei vascelli borbonici ché i “Borboni” non sono quelli che cer- che pattugliavano lo “stretto”. ta pubblicità commerciale ammiccante Lo troviamo poi combattente, il 1° ci propone oggi come dei simpatici per- ottobre 1860, nella celeberrima “batta- sonaggi in una sorta di “revisionismo glia del Volturno”, sempre inquadrato soft”. I Borboni di Napoli furono, tra i re- tra gli uomini della “Brigata garibaldina gnanti della penisola pre-unitaria, quelli Eber” (Archivio di Stato di Torino – atti più conservatori e anti liberali che non esercito meridionale). Dopo il congedo esitarono a reprimere nel sangue ogni da “garibaldino” del cosiddetto “Eserci- richiesta di maggiore libertà da parte to Meridionale”, transiterà (d’autorità?) dei propri sudditi. nel neo costituito “Esercito Italiano” Giovanni Sciuto, che i racconti di mia all’indomani della proclamazione del nonna (Maria Agata Cusmano - Cata- Giovanni Sciuto Regno d’Italia (1861) come testimonia nia 1908 - Acireale 1991) hanno salva- una lettera dello Sciuto, oramai “ser- to dall’oblio e dalla conseguente perdita della “memo- gente – scrivano” di stanza a Torino, indirizzata, il 9 ria” alla morte della stessa, era un giovane studente agosto 1861, al Generale Nicola Fabrizi (già genera- catanese di famiglia medio borghese del ceto impie- le garibaldino). In questa lettera Giovanni Sciuto si gatizio. Sapeva quindi leggere e scrivere… e non solo! “raccomanda” al suo vecchio generale, in procinto di Possedeva i “virgulti” della libertà. essere trasferito a Napoli presso il Generale Cialdi- Essendo di animo liberale, il 31 maggio 1860, quasi ni, rivolgendosi a lui come “…mio secondo padre…” all’indomani dello sbarco dei Mille di Garibaldi a Mar- chiedendogli “… di scrivere al signor Colonnello Poli- sala (11 maggio 1860), partecipò all’insurrezione di ti, in servizio al Ministero della Guerra, al fine di poter Catania contro l’esercito borbonico in una prosecuzio- ottenere anch’esso il trasferimento a Napoli, sotto “ i ne ideale di quell’anelito di libertà che furono i moti si- suoi Comandi”, da Torino, dove attualmente si trova, ciliani del 1821 ferocemente repressi da Ferdinando II quale “scrivano” dello Stato Maggiore” dei volontari di Borbone, giustamente soprannominato dai siciliani, italiani sotto il comando del Generale Sirtori (altro fa- che nulla perdonano, il “Re Bomba”. moso generale garibaldino – cfr. Roma, Museo Cen- Lo troviamo per le strade e le piazze di Catania, trale del Risorgimento – Fascicolo Generale Nicola dove le squadre popolari male armate, guidate dal Fabrizi - busta 526/68 ). Colonnello Giuseppe Poulet, tengono coraggiosa- Giovanni Sciuto si congeda dall’Esercito italiano cir- mente testa, per ben sette ore, a oltre duemila soldati ca vent’anni dopo il suo arruolamento, facendo ritorno borbonici, comandati dal Generale Clary i quali, barri- nella sua Catania dove, sposatosi con Giovanna Meli, catisi nella piazza dell’Università, sono poi costretti ad si dedica, non trovando di meglio, al lavoro di “ebani- abbandonare la città ormai in mano ai rivoltosi. Sono sta”. Nel 1882 diventa padre di Caterina Sciuto (Ca- i giorni di “Peppa la Cannoniera”, al secolo Giuseppa tania 1882 -1967), madre di mia nonna, Maria Agata Bolognara Calcagno, così soprannominata perché du- Cusmano. Muore nella sua adorata Catania nel 1927 rante i combattimenti del 31 maggio 1860 a Ogninella presso l’ospedale che ancora oggi, rinnovato, porta il (quartiere di Catania) riuscì ad impadronirsi di un can- nome del suo amato eroe: Giuseppe Garibaldi. none del nemico e ad utilizzarlo contro lo stesso cau- *Presidente della Sezione di Viterbo-Vetralla sandogli gravi perdite, partecipando così alla cacciata dell’ANVRG 12 CAMICIA ROSSA
SEM BENELLI ORATORE DI GUERRA ALLA MOSTRA GARIBALDINA DEL 1917 di Antonello Nave La memoria di Sem Benelli è ormai legata quasi volta a celebrare la vocazione civilizzatrice dell’Italia esclusivamente a quello che fu il più clamoroso suc- e dei suoi abitatori, fin dalle sue origini, con insistita cesso teatrale del letterato pratese: La cene delle bef- asprezza denigratoria nei confronti della barbarie ger- fe, un dramma storico in versi che debuttò il 16 mag- manica. gio 1909 al Teatro Argentina di Roma. Il più ambizioso discorso propagandistico ven- Dopo la giovanile adesione agli ideali socialisti e l’i- ne composto nei primi mesi del 1917 e fu dedicato a scrizione presso l’unione socialista di Costa San Gior- Garibaldi e alla sua epopea. In un frangente di dram- gio a Firenze, che gli causò l’inserimento come ‘sov- matiche vicende belliche, con l’offensiva austriaca in versivo’ nel casellario politico fino al maggio 1903, corso, si decise di recuperare le memorie garibaldine Benelli entrò nella redazione del «Marzocco», la ri- per rinvigorire il morale dei combattenti e degli italia- vista fiorentina diretta da un ac- ni tutti, insistendo sulla presun- ceso nazionalista quale Enrico ta continuità fra l’epopea dell’a- Corradini. matissmo eroe in camicia rossa Alla morte di Pascoli, poi, l’or- e quella di quanti nel presente mai affermato drammaturgo erano chiamati a combattere e ebbe dall’Università Popolare di a morire per l’Italia. Una sorta Trieste l’invito a tenere la com- di uso “taumaturgico” delle me- memorazione cittadina, che fu morie e delle stesse reliquie apprezzata per i forti accenti pa- garibaldine, che si concretizzò triottici: e proprio come possibi- nell’allestimento di una mostra le continuatore del Pascoli “poli- che si inaugurò il 28 aprile 1917 tico” - più che nell’imbarazzante nel Museo Nazionale Romano confronto con D’Annunzio - Sem alle Terme di Diocleziano, con Benelli vide la possibilità di una il patronato e a beneficio della nuova attività letteraria come Croce Rossa Italiana. Si tratta- apostolo di italianità, sia nelle va di un’esposizione ricca di cir- consuete vesti di scrittore che ca 700 pezzi, tra documenti, fo- nel nuovo ruolo di conferenziere tografie e opere d’arte di varia interventista. qualità, in buona parte prove- Allo scoppio della guerra partì nienti dalla collezione di cimeli subito volontario per l’addestra- risorgimentali raccolta dai fratelli mento in fanteria e subito si de- Everardo e Alfredo Pavia, anti- dicò alla stesura di un’impegna- quari e collezionisti torinesi che tiva composizione poetica volta operavano nella Capitale. a celebrare il carattere sacro del Sem Benelli Sem Benelli lesse il discorso conflitto e l’eroico sacrificio dei intitolato Garibaldi la sera di sa- soldati italiani: nacque così il carme intitolato L’altare, bato 12 maggio 1917 nel Teatro Augusteo di Roma che fu tempestivamente pubblicato da Treves a Milano di cui riportiamo alcuni passaggi (Parole di battaglia, e venne declamato in varie città d’Italia. Milano, Treves, 1918). Iniziò con parole di ammirazio- Ferito sul Carso nel giugno del ‘16, nei mesi del for- ne per quanto esposto: «Un’epica esposizione gari- zato congedo Benelli accettò di buon grado l’invito del baldina; una teoria di rosse virtù; di accesi ardimenti; comando supremo a svolgere attività di propaganda di bandiere lingueggianti come il genio della fiamma in favore della guerra e delle sue motivazioni nazio- e della giovinezza [...] ci radunano qui a parlare della nalistiche. Iniziò così per lui una nuova stagione di patria e degli eroi penultimi di nostra gente; ma più, di elaborazione letteraria, esclusivamente orientata alla Giuseppe Garibaldi». stesura e alla declamazione di accese conferenze di L’oratore pose subito l’accento sull’attualità dell’e- carattere patriottico e militaristico, rivolte in alcuni casi popea garibaldina: «Mentre noi combattiamo oggi la ai soldati in partenza, in altri a quanti erano chiama- guerra nuova, la guerra che l’astuta barbarie ci ha im- ti a sostenere nella vita quotidiana le ragioni di quella posta: la guerra delle tane, della pazienza; la guerra guerra e i sacrifici connessi. mascherata; la guerra dal volto grifuto, dalle ugne ra- L’esordio come oratore di guerra avvenne nel di- spanti; la guerra delle soffocazioni; la guerra delle pa- cembre 1916 con la conferenza intitolata Italia, che zienti e febbrili preparazioni [...] possiamo noi parlare egli stesso lesse a Genova, a Roma e infine a Milano: dei legionari, della turba rossa che il piccolo cervello si trattava di una sorta di racconto della storia d’Italia, di tanti governi italiani pencolanti limitava a poche mi- CAMICIA ROSSA 13
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