IL gruppo come strategia consapevole - Fabiana Gatti Psicologa Sociale

Pagina creata da Nicolò Rubino
 
CONTINUA A LEGGERE
IL gruppo come strategia consapevole

                                Fabiana Gatti
                               Psicologa Sociale
      Docente di "Tecniche di Comunicazione e Gestione dei Piccoli Gruppi"
e di "Metodi e Tecniche della Ricerca Qualitativa" -Università Cattolica di Milano.
Gli studiosi hanno sottolineato…

• Il DESTINO COMUNE (Lewin, Campbell…)
• La STRUTTURA SOCIALE (famiglia: relazioni generate
  da potere e status diversi –Sherif & Sherif…)
• L’INTERAZIONE FACCIA A FACCIA (Bales, Homans…)
• L’AUTOCATEGORIZZAZIONE (Tajfel, Turner…)

                                                       2
Il gruppo: una scelta non scontata

L’incontro con un gruppo ri-attiva problemi di
identità

Il gruppo è un sistema di cooperazione tra
collaborazione e conflitto

                                                 3
Il gruppo
              Gli stadi di sviluppo di un gruppo

STADIO   1:   Orientamento
STADIO   2:   Insoddisfazione
STADIO   3:   La svolta
STADIO   4:   Produzione

                                             4
Gli stadi di sviluppo di un gruppo
                        STADIO 1: ORIENTAMENTO

• Provare alte aspettative…
• …e una tensione media (mi integrerò? cosa si aspettano da me?)
• Si valutano la situazione e le figure “centrali”
• Si dipende dall’autorità e dalla gerarchia
• Si ha la necessità di trovarsi una collocazione e stabilizzarsi

                                                                    5
Gli stadi di sviluppo di un gruppo
                     STADIO 2: INSODDISFAZIONE

• Si sperimenta uno scostamento tra aspettative e realtà
• Ci si sente insoddisfatti della dipendenza dall’autorità
• Ci si sente frustrati/nervosi rispetto a obiettivi e piani d’azione
• Si reagisce negativamente nei confronti di leader/altri membri
• Si compete per il potere/riconoscimento
• Si sperimenta la polarizzazione: dipendenza/controdipendenza

                                                                    6
Gli stadi di sviluppo di un gruppo
                      STADIO 3: LA SVOLTA

• Decresce l’insoddisfazione
• Si vanno superando le differenze tra aspettative e realtà
• Si risolvono polarizzazioni e animosità
• Si sviluppano autostima e sicurezza
• Si genera maggiore apertura e vengono dati maggiori
feedback
• Responsabilità e controllo vengono condivisi
• Viene usato un linguaggio comune

                                                              7
Gli stadi di sviluppo di un gruppo
                          STADIO 4: PRODUZIONE

• Ci si sente stimolati dal partecipare alle attività del gruppo
• Si lavora in collaborazione attiva
• Si percepisce la forza del gruppo
• Si mostra fiducia nelle possibilità di realizzare i compiti
• Si condivide la leadership
• Si ha un atteggiamento positivo nei confronti del gruppo di
lavoro
• Si ottengono risultati di alto livello

                                                                   8
ADEGUARE LO STILE DI LEADERSHIP
                   ALLO STADIO DEL GRUPPO

Alto

        Alto supporto e                                            Alto supporto e
  C
  O     bassa direttività                                          alta direttività
  M
  P
  O
  R
                            Supporto                         Coaching
  T
  A
  M
  E
  N
                                       S3         S2
  T
  O
 S
 U
                                       S4         S1
 P        Delega
 P
 O                                                                       Direttività
 R
 T
 I
                       Basso supporto e           Basso supporto e
 V
 O
                       bassa direttività          alta direttività

Basso                                                                                  Alto
                                   COMPORTAMENTO DIRETTIVO

                                                                                              9
Come aiutare il passaggio
               dall’insoddisfazione alla svolta?

• Sviluppare/alimentare la fiducia, tenendo conto che…

                                                         10
La fiducia evolve…
                                     (Lewicki e Bunker, 1995)
…in seguito a ripetute interazioni tra due attori che mantengono una relazione
   duratura nel tempo, attraverso tre stadi:
• fiducia calcolata: inizia nel momento il cui le parti si incontrano e
   caratterizza le prime interazioni; esiste in funzione del calcolo costi/benefici
   generabili;
• fiducia per conoscenza: interazioni ripetute permettono di conoscere la
   controparte: diventa più facile valutare l’affidabilità e la competenza
   dell’altro al fine di decidere se dargli fiducia o meno;
• fiducia per co-identificazione: questo stadio presuppone l’esistenza
   della fiducia in virtù della coincidenza di desideri e intenzioni degli attori
   coinvolti (raggiunto raramente)

Ogni stadio è indispensabile per passare a quello successivo:
Bisogno di tempo…
Bisogno di scambi comunicativi…
Bisogno di “prove”!

                                                                                 11
I meccanismi della fiducia

Il rapporto di cooperazione basato sulla fiducia, una volta creato, va
    alimentato.
3 tipi di meccanismi di gestione:
    1.    meccanismi motivazionali;
    2.    meccanismi strategici;
    3.     meccanismi strutturali.

                                                                    12
I meccanismi motivazionali
Presuppongono che l’individuo sia sensibile alle conseguenze delle proprie
   azioni sullo stato degli altri:

•   interazione faccia a faccia: per uscire dall’anonimato; attraverso la
    comunicazione le idee e gli interessi diventano espliciti e le persone
    diventano in grado di comprendere le intenzioni reciproche, diminuendo il
    margine di incertezza.

•   aspettative convergenti: convergere nella stessa direzione, essere
    convinti che l’altro avrà un comportamento cooperativo.

•   identità di gruppo: l’individuo si uniforma al gruppo di appartenenza per
    mantenere un elevato livello di autostima.

•   contratto psicologico: definire uno schema di attese reciproche.

                                                                           13
I meccanismi strategici
La reciprocità: “occhio per occhio”, cioè “coopero finché l’altro continua a
    cooperare” (Axelrod, 1984).
La scelta del partner: dopo un certo numero di defezioni del compagno questo
    viene abbandonato per cercarne un altro con cui sia più conveniente
    interagire.
Il grim trigger : “coopero finché tutti gli altri cooperano”, è molto rischiosa
    perché una sola defezione è sufficiente a provocare il collasso dell’intero
    sistema.
La reciprocità generalizzata: la fiducia sta nella permanenza dei legami di
    interdipendenza tra gli individui appartenenti al gruppo.
La reputazione: da sviluppare gradualmente all’interno del gruppo attraverso
    una serie di interazioni strategiche. La fiducia si evolve infatti attraverso
    ripetute interazioni nell’arco del tempo: inizialmente si hanno solo piccole
    transazioni, poi il processo si può sviluppare positivamente fino a
    comprendere transazioni di maggiore entità.

                                                                               14
I meccanismi strutturali 1

La durata della relazione: quando si è in vista di una relazione prolungata
    viene meno il desiderio di defezionare. Rendere indeterminato il momento in
    cui si concluderà la relazione rafforza cooperazione e fiducia.
L’identificabilità dei partecipanti alla relazione, al contrario dell’anonimato,
    rende visibile l’operato di ciascuno, quindi gli individui agiscono in modo di
    mantenere una reputazione accettabile.
La struttura di payoff (il benessere derivante dalla cooperazione del gruppo):
    la fiducia aumenta quando il payoff è maggiore rispetto a quello associato alla
    defezione

                                                                                15
I meccanismi strutturali 2

Una corretta politica di Equità nella distribuzione dei benefici: fiducia nelle
     garanzie strutturali (contratti, scritti o orali, regole e la presenze di terze parti
     aventi il compito di tutelare i rapporti).
La dimensione del gruppo: nei grandi gruppi, la visibilità degli sforzi individuali
     decresce, rendendo più difficile la creazione di fiducia.
La creazione di confini (tasse d’accesso…) che determinano la possibilità di
     usufrutto del payoff limitatamente a coloro che contribuiscono alla sua
     creazione e mantenimento. Questo è possibile solo nel momento in cui i
     comportamenti individuali sono identificabili.
Il sistema di premi e punizioni per chi usufruisce del payoff.

                                                                                       16
MORALE: Come aiutare la “svolta”?

• Dare un “bonus di fiducia” a priori, pensando che chi entra/sta nel
  gruppo sa di essere affidabile, ha delle buone referenze su di sé,
  sennò non si metterebbe in gioco;

• …inoltre, essere membri esclusivi è garanzia di impegno “a priori”

• Curare le presentazioni di sé/business per accrescere l’affidabilità

• Valorizzare anche il più piccolo successo e gli sforzi degli altri anche
  se non generano un ritorno immediato

                                                                         17
MORALE: Come aiutare il passaggio
               dall’insoddisfazione alla svolta?
• Affidarsi delle “regole” istituzionali e di gestione

• Fare in modo che succeda “qualcosa” quanto prima

• Occhio alle presupposizioni: noi conosciamo il nostro lavoro bene e
  nella comunicazione rischiamo di dare per scontate conoscenze che
  altri non hanno  comunicare UN concetto chiave ma in modo
  completo

                                                                    18
Grazie per
l’attenzione!!!

              fabiana.gatti@unicatt.it

                                         19
Definizione di fiducia
Deutch (1958,         “An individual may be said to have trust in the occurence of an event if he expects its occurence and his
1973)                 expectation leads to behavior which he perceives to have greater negative motivational consequences if
                      the expectation is not confirmed, than positive motivational consequences if it is confirmed.”
Blau (1964)           "Parties can gradually build trust in each other through social exchange demonstrating a capacity to keep
                      promises and showing commitment to the relationship."
Rotter (1967, 1980)   “An expectancy held by an individual or a group that the word, promise, verbal or written statement of
                      another individual or group can be relied upon."
Schlenker et al.      "Reliance upon the characteristics of an object, or the occurrence of an event, or the behaviour of a
(1973)                person in order to achieve a desired but uncertain objective in a risky situation."
Frost et al.(1978)    "Reliance upon information received from another person about uncertain environmental states and their
                      accompanying outcomes in a risky situation."
Scanzoni (1979)       "Actor’s willingness to arrange and repose his or her activity on Other because of the confidence that
                      Other will provide expected gratifications."
Hake e Schmid         "An expectancy held by an individual that the behaviour (verbal or nonverbal) of another individual or
(1981)                group of individuals would be altruistic and personally beneficial to himself."
Good (1988)           "Trust is based on an individual's theory as to how another person will perform on some future occasion,
                      as a function of that target person's current and previous claims, either implicit or explicit, as to how they
                      will behave."
Doney (1997)          "Trust as the perceived credibility and benevolence of a target of trust."

                                                                                                                            20
I quattro tratti del concetto di fiducia
                             (Rocco Fraenkel Haeberle, 2001):

Da questa rassegna è possibile ricavare
• a.     fiducia come stato (o atteggiamento) psicologico e mentale
   (Rousseau et al., 1998), inteso come insieme di convinzioni, aspettative
   e credenze (belief) circa la persona di cui ci si fida (Falcone &
   Castelfranchi, 2001). Le credenze possono riguardare la competenza, la
   prevedibilità, l'assenza di opportunismo e altro ancora (Castaldo, 1995).
• b.     fiducia come stato dinamico, inteso come variabile nel tempo ed
   influenzabile da fattori interni ed esterni, quali, ad esempio, la cultura
   (Fukuyama, 1995).
• c.     fiducia come accettazione di rischio (Coleman, 1990). La fiducia
   in questo caso viene vista come probabilità soggettiva attribuita alla
   persona di cui ci si fida (Gambetta, 1989).
• d.     fiducia come stato di dipendenza. Nel momento in cui la fiducia
   viene concessa, l'individuo vincola se stesso a qualcun altro (Rocco Fraenkel
   Haeberle, 2001). Elemento chiave di questa definizione è la relazione di
   interdipendenza che si genera qualora un individuo concede fiducia.

                                                                              21
Puoi anche leggere