IL gruppo come strategia consapevole - Fabiana Gatti Psicologa Sociale
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
IL gruppo come strategia consapevole
Fabiana Gatti
Psicologa Sociale
Docente di "Tecniche di Comunicazione e Gestione dei Piccoli Gruppi"
e di "Metodi e Tecniche della Ricerca Qualitativa" -Università Cattolica di Milano.Gli studiosi hanno sottolineato…
• Il DESTINO COMUNE (Lewin, Campbell…)
• La STRUTTURA SOCIALE (famiglia: relazioni generate
da potere e status diversi –Sherif & Sherif…)
• L’INTERAZIONE FACCIA A FACCIA (Bales, Homans…)
• L’AUTOCATEGORIZZAZIONE (Tajfel, Turner…)
2Il gruppo: una scelta non scontata
L’incontro con un gruppo ri-attiva problemi di
identità
Il gruppo è un sistema di cooperazione tra
collaborazione e conflitto
3Il gruppo
Gli stadi di sviluppo di un gruppo
STADIO 1: Orientamento
STADIO 2: Insoddisfazione
STADIO 3: La svolta
STADIO 4: Produzione
4Gli stadi di sviluppo di un gruppo
STADIO 1: ORIENTAMENTO
• Provare alte aspettative…
• …e una tensione media (mi integrerò? cosa si aspettano da me?)
• Si valutano la situazione e le figure “centrali”
• Si dipende dall’autorità e dalla gerarchia
• Si ha la necessità di trovarsi una collocazione e stabilizzarsi
5Gli stadi di sviluppo di un gruppo
STADIO 2: INSODDISFAZIONE
• Si sperimenta uno scostamento tra aspettative e realtà
• Ci si sente insoddisfatti della dipendenza dall’autorità
• Ci si sente frustrati/nervosi rispetto a obiettivi e piani d’azione
• Si reagisce negativamente nei confronti di leader/altri membri
• Si compete per il potere/riconoscimento
• Si sperimenta la polarizzazione: dipendenza/controdipendenza
6Gli stadi di sviluppo di un gruppo
STADIO 3: LA SVOLTA
• Decresce l’insoddisfazione
• Si vanno superando le differenze tra aspettative e realtà
• Si risolvono polarizzazioni e animosità
• Si sviluppano autostima e sicurezza
• Si genera maggiore apertura e vengono dati maggiori
feedback
• Responsabilità e controllo vengono condivisi
• Viene usato un linguaggio comune
7Gli stadi di sviluppo di un gruppo
STADIO 4: PRODUZIONE
• Ci si sente stimolati dal partecipare alle attività del gruppo
• Si lavora in collaborazione attiva
• Si percepisce la forza del gruppo
• Si mostra fiducia nelle possibilità di realizzare i compiti
• Si condivide la leadership
• Si ha un atteggiamento positivo nei confronti del gruppo di
lavoro
• Si ottengono risultati di alto livello
8ADEGUARE LO STILE DI LEADERSHIP
ALLO STADIO DEL GRUPPO
Alto
Alto supporto e Alto supporto e
C
O bassa direttività alta direttività
M
P
O
R
Supporto Coaching
T
A
M
E
N
S3 S2
T
O
S
U
S4 S1
P Delega
P
O Direttività
R
T
I
Basso supporto e Basso supporto e
V
O
bassa direttività alta direttività
Basso Alto
COMPORTAMENTO DIRETTIVO
9Come aiutare il passaggio
dall’insoddisfazione alla svolta?
• Sviluppare/alimentare la fiducia, tenendo conto che…
10La fiducia evolve…
(Lewicki e Bunker, 1995)
…in seguito a ripetute interazioni tra due attori che mantengono una relazione
duratura nel tempo, attraverso tre stadi:
• fiducia calcolata: inizia nel momento il cui le parti si incontrano e
caratterizza le prime interazioni; esiste in funzione del calcolo costi/benefici
generabili;
• fiducia per conoscenza: interazioni ripetute permettono di conoscere la
controparte: diventa più facile valutare l’affidabilità e la competenza
dell’altro al fine di decidere se dargli fiducia o meno;
• fiducia per co-identificazione: questo stadio presuppone l’esistenza
della fiducia in virtù della coincidenza di desideri e intenzioni degli attori
coinvolti (raggiunto raramente)
Ogni stadio è indispensabile per passare a quello successivo:
Bisogno di tempo…
Bisogno di scambi comunicativi…
Bisogno di “prove”!
11I meccanismi della fiducia
Il rapporto di cooperazione basato sulla fiducia, una volta creato, va
alimentato.
3 tipi di meccanismi di gestione:
1. meccanismi motivazionali;
2. meccanismi strategici;
3. meccanismi strutturali.
12I meccanismi motivazionali
Presuppongono che l’individuo sia sensibile alle conseguenze delle proprie
azioni sullo stato degli altri:
• interazione faccia a faccia: per uscire dall’anonimato; attraverso la
comunicazione le idee e gli interessi diventano espliciti e le persone
diventano in grado di comprendere le intenzioni reciproche, diminuendo il
margine di incertezza.
• aspettative convergenti: convergere nella stessa direzione, essere
convinti che l’altro avrà un comportamento cooperativo.
• identità di gruppo: l’individuo si uniforma al gruppo di appartenenza per
mantenere un elevato livello di autostima.
• contratto psicologico: definire uno schema di attese reciproche.
13I meccanismi strategici
La reciprocità: “occhio per occhio”, cioè “coopero finché l’altro continua a
cooperare” (Axelrod, 1984).
La scelta del partner: dopo un certo numero di defezioni del compagno questo
viene abbandonato per cercarne un altro con cui sia più conveniente
interagire.
Il grim trigger : “coopero finché tutti gli altri cooperano”, è molto rischiosa
perché una sola defezione è sufficiente a provocare il collasso dell’intero
sistema.
La reciprocità generalizzata: la fiducia sta nella permanenza dei legami di
interdipendenza tra gli individui appartenenti al gruppo.
La reputazione: da sviluppare gradualmente all’interno del gruppo attraverso
una serie di interazioni strategiche. La fiducia si evolve infatti attraverso
ripetute interazioni nell’arco del tempo: inizialmente si hanno solo piccole
transazioni, poi il processo si può sviluppare positivamente fino a
comprendere transazioni di maggiore entità.
14I meccanismi strutturali 1
La durata della relazione: quando si è in vista di una relazione prolungata
viene meno il desiderio di defezionare. Rendere indeterminato il momento in
cui si concluderà la relazione rafforza cooperazione e fiducia.
L’identificabilità dei partecipanti alla relazione, al contrario dell’anonimato,
rende visibile l’operato di ciascuno, quindi gli individui agiscono in modo di
mantenere una reputazione accettabile.
La struttura di payoff (il benessere derivante dalla cooperazione del gruppo):
la fiducia aumenta quando il payoff è maggiore rispetto a quello associato alla
defezione
15I meccanismi strutturali 2
Una corretta politica di Equità nella distribuzione dei benefici: fiducia nelle
garanzie strutturali (contratti, scritti o orali, regole e la presenze di terze parti
aventi il compito di tutelare i rapporti).
La dimensione del gruppo: nei grandi gruppi, la visibilità degli sforzi individuali
decresce, rendendo più difficile la creazione di fiducia.
La creazione di confini (tasse d’accesso…) che determinano la possibilità di
usufrutto del payoff limitatamente a coloro che contribuiscono alla sua
creazione e mantenimento. Questo è possibile solo nel momento in cui i
comportamenti individuali sono identificabili.
Il sistema di premi e punizioni per chi usufruisce del payoff.
16MORALE: Come aiutare la “svolta”?
• Dare un “bonus di fiducia” a priori, pensando che chi entra/sta nel
gruppo sa di essere affidabile, ha delle buone referenze su di sé,
sennò non si metterebbe in gioco;
• …inoltre, essere membri esclusivi è garanzia di impegno “a priori”
• Curare le presentazioni di sé/business per accrescere l’affidabilità
• Valorizzare anche il più piccolo successo e gli sforzi degli altri anche
se non generano un ritorno immediato
17MORALE: Come aiutare il passaggio
dall’insoddisfazione alla svolta?
• Affidarsi delle “regole” istituzionali e di gestione
• Fare in modo che succeda “qualcosa” quanto prima
• Occhio alle presupposizioni: noi conosciamo il nostro lavoro bene e
nella comunicazione rischiamo di dare per scontate conoscenze che
altri non hanno comunicare UN concetto chiave ma in modo
completo
18Grazie per
l’attenzione!!!
fabiana.gatti@unicatt.it
19Definizione di fiducia
Deutch (1958, “An individual may be said to have trust in the occurence of an event if he expects its occurence and his
1973) expectation leads to behavior which he perceives to have greater negative motivational consequences if
the expectation is not confirmed, than positive motivational consequences if it is confirmed.”
Blau (1964) "Parties can gradually build trust in each other through social exchange demonstrating a capacity to keep
promises and showing commitment to the relationship."
Rotter (1967, 1980) “An expectancy held by an individual or a group that the word, promise, verbal or written statement of
another individual or group can be relied upon."
Schlenker et al. "Reliance upon the characteristics of an object, or the occurrence of an event, or the behaviour of a
(1973) person in order to achieve a desired but uncertain objective in a risky situation."
Frost et al.(1978) "Reliance upon information received from another person about uncertain environmental states and their
accompanying outcomes in a risky situation."
Scanzoni (1979) "Actor’s willingness to arrange and repose his or her activity on Other because of the confidence that
Other will provide expected gratifications."
Hake e Schmid "An expectancy held by an individual that the behaviour (verbal or nonverbal) of another individual or
(1981) group of individuals would be altruistic and personally beneficial to himself."
Good (1988) "Trust is based on an individual's theory as to how another person will perform on some future occasion,
as a function of that target person's current and previous claims, either implicit or explicit, as to how they
will behave."
Doney (1997) "Trust as the perceived credibility and benevolence of a target of trust."
20I quattro tratti del concetto di fiducia
(Rocco Fraenkel Haeberle, 2001):
Da questa rassegna è possibile ricavare
• a. fiducia come stato (o atteggiamento) psicologico e mentale
(Rousseau et al., 1998), inteso come insieme di convinzioni, aspettative
e credenze (belief) circa la persona di cui ci si fida (Falcone &
Castelfranchi, 2001). Le credenze possono riguardare la competenza, la
prevedibilità, l'assenza di opportunismo e altro ancora (Castaldo, 1995).
• b. fiducia come stato dinamico, inteso come variabile nel tempo ed
influenzabile da fattori interni ed esterni, quali, ad esempio, la cultura
(Fukuyama, 1995).
• c. fiducia come accettazione di rischio (Coleman, 1990). La fiducia
in questo caso viene vista come probabilità soggettiva attribuita alla
persona di cui ci si fida (Gambetta, 1989).
• d. fiducia come stato di dipendenza. Nel momento in cui la fiducia
viene concessa, l'individuo vincola se stesso a qualcun altro (Rocco Fraenkel
Haeberle, 2001). Elemento chiave di questa definizione è la relazione di
interdipendenza che si genera qualora un individuo concede fiducia.
21Puoi anche leggere