Il Gran Galà del Vino dell'AIS Abruzzo accende i riflettori sul vino Pecorino - Luciano Pignataro

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Il Gran Galà del Vino dell'AIS Abruzzo accende i riflettori sul vino Pecorino - Luciano Pignataro
Il Gran Galà del Vino dell’AIS Abruzzo accende i
riflettori sul vino Pecorino

XIV Gran Galà del Vino dell’AIS Abruzzo. Da sinistra Ass. Reg. Dino Pepe- Andrea De Palma-Enrico
Marramiero-Lino Olivastri-Nicola Dragani-Paolo Castignani-Rocco Pasetti-Luigi Cataldi Madonna-Maurizio
Odoardi-Luca Panunzio-Manuela Cornelii-Gaudenzio d’Angelo
di Andrea De Palma

Il PECORINO, VITIGNO DEL FUTURO – Tavola rotonda per discutere sul Pecorino
organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier

Il 30 dicembre presso l’Hotel Villa Maria a Francavilla a Mare, l’Ais Abruzzo ha
presentato la loro guida 2016 e per l’occasione organizza un confronto costruttivo e
ricco di spunti utili per la valorizzazione degli autoctoni Abruzzesi, analizzando punti di
forza, debolezze e prospettive future.

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Il Gran Galà del Vino dell'AIS Abruzzo accende i riflettori sul vino Pecorino - Luciano Pignataro
E per fare questo chiama a raccolta il mondo delle istituzioni, produttori per fare il punto
su prospettive di sviluppo su un vitigno che ormai viaggia da solo e riesce a far
utilizzare un unico linguaggio fra tutti.

Ma, il grido di allarme emerge forte e chiaro da tutti gli interventi “si deve subito
riscrivere un disciplinare di produzione, l’attuale è inadeguato in base alle crescenti
esigenze di mercato”.

Anfitrioni dell’evento sono il Presidente regionale Abruzzo Gaudenzio d’Angelo e
l’impeccabile Luca Panunzio delegato regionale, coadiuvati da un gruppo affiatatissimo
di collaboratori, tutti sommelier AIS capacissimi e preparati.

A moderare un palco ben rappresentato è il giornalista Paolo Castignani che riesce a
gestire i vari interventi con rara professionalità.

Il Pecorino, sicuramente ha spiazzato tutti, gli è esploso nelle mani soprattutto ai
produttori, il suo successo di mercato è innegabile, ma ora c’è bisogno di una
regolamentazione, per evitare errori fatti con altri vini… Insomma questo è il cuore della
discussione di tutti, naturalmente tante belle parole… e speriamo che si avveri quello
che si è detto.

A me, consentitemi un ultimo approfondimento su un vino che amo particolarmente.

Il nome Pecorino ha sicuramente incuriosito i mercati che hanno reagito bene e hanno
iniziato a ricercarlo, lo dimostrano anche le numerose richieste durante vari Vinitaly.

Solo il nome non basta, ma è servito ad avvicinare tanti a un vino dal carattere deciso,
poliedrico nelle sue caratteristiche e accattivante nel suo modo di farsi apprezzare, e
che non vuole sostituirsi al Trebbiano, anzi gli da man forte nella penetrazione dei
mercati e nel rafforzare l’identità del brand Abruzzo colmando una lacuna negli
abbinamenti con la cucina abruzzese e non solo.

A giovarne sono tutti i piatti di pesce e crostacei crudi e cotti, primi piatti con intingoli
impegnativi e secondi di carne con cotture in casseruola o brasati.

Ho personalmente testato i suddetti abbinamenti, fino ad arrivare a una salsiccia di
fegato alla brace, dove primeggiava lo speziato e un retrogusto amarognolo; bene, il

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Pecorino con la sua acidità creava così tanta salivazione peggio di uno tsunami, ma poi
arrivava il grande corpo fatto di mineralità e alcol a disidratare l’eccesso di salivazione
in una staffetta da oro olimpico.

E poi, perché continuare a cercare uno stile unico di produzione, ma perché !?!?!?!

Fermo restante le caratteristiche di base, profumi abbastanza netti che vanno dal
floreale per passare agli agrumi e alle erbe mediterranee, come pure la sua struttura
gustativa, vivace, fatta di un gioco di rinforzo fra l’acidità e mineralità, ma sempre
accattivante, questo vitigno riesce a dimostra aspetti diversi in ogni zona dell’Abruzzo,
e non sarà certo il produttore a ingabbiare un carattere cosi esuberante e, più tentano
di addomesticarlo e lui più prende il sopravvento.

XIV Gran Galà del Vino dell’AIS Abruzzo, la platea affollata
È come per il Trebbiano e il Montepulciano che riescono a mantenere una loro
personalità in ogni zona dove sono prodotti, non sono mai uguali, hanno una loro
identità.

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Non possiamo parlare di zone di elezione o dove vengono meglio, ovunque riescono a
dare il meglio di se, basta saperne cogliere le sfumature.

Ultimo elemento che emerge da tante degustazioni è che è un solitario, sicuramente
non ama i tagli ma si esprime bene da solo.

Per il futuro sicuramente il Pecorino, avrà uno spazio di rilievo nella spumantizzazione, e
prima di chiederci quali sono i tratti distintivi, istituzioni e produttori devono proteggere
un “un figlio d’Abruzzo” da tanti produttori e territori di altre regioni che hanno già
fiutato l’affare…

In conclusione della tavola rotonda è stata presentata l’edizione 2016 di Vitae, la guida
dei vini d’Italia dell’Associazione Italiana dei Sommelier. “Il volume racchiude tutta la
conoscenza del territorio e la passione per le vigne sviluppate in cinquant’anni di
attività dedicata alla divulgazione della cultura del vino – ha detto Luca Panunzio,
delegato Ais Pescara –

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XIV Gran Galà del Vino dell’AIS Abruzzo, la degustazione dopo il dibattito
Sono sedici i vini regionali premiati le quattro viti dell’Ais:

Abruzzo Pecorino Castello di Semivicoli 2014 – Masciarelli

Cerasuolo d’Abruzzo 2014 – Valentini

Montepulciano D’Abruzzo 2012 – Emidio Pepe

Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane Neromoro Riserva 2011 – Nicodemi

Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane Oinos 2011 – San Lorenzo

Montepulciano D’Abruzzo Dante Marramiero 2005 – Marramiero

Montepulciano D’Abruzzo Don Bosco Riserva 2011 – Nestore Bosco

Montepulciano D’Abruzzo I Vasari 2012 – Barba

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Montepulciano D’Abruzzo Mazzamurello 2012 – Torre dei Beati

Montepulciano D’Abruzzo Terre dei Vestini Belloverde Riserva 2010 – La Valentina

Montepulciano D’Abruzzo Tonì 2012 – Cataldi Madonna

Montepulciano D’Abruzzo Vecchie Vigne Riserva 2011 – Gentile

Pecorino 2014 – Tiberio

Trebbiano D’Abruzzo 2012 – Valentini

Trebbiano D’Abruzzo Vigneto di Popoli 2013 – Valle Reale

Tullum Pecorino Biologico 2014 – Feudo Antico

C’è anche l’Abruzzo tra le 22 le magnifiche etichette premiate con il tastevin. Il premio
è andato al Trebbiano d’Abruzzo 2012 di Valentini

Per un ulteriore approfondimento vi allego una sintesi dell’Ufficio stampa Ais Abruzzo
della giornalista Mirella Lelli:

“E’ importante riunire intorno al tavolo produttori, istituzioni ed esperti e dibattere dei
temi di attualità – ha detto il presidente Ais Abruzzo Gaudenzio D’Angelo – divulghiamo
da 50 anni la cultura del bere e siamo sempre vicini al mondo vitivinicolo cercando di
sollecitare quel dibattito costruttivo da cui far nascere nuove sfide per il futuro”.

“Il Pecorino sta crescendo, segno che i produttori stanno lavorando bene – ha detto il
giornalista Andrea De Palma che da dieci anni cura l’Abruzzo per la Guida Vini Buoni
D’Italia –nelle fiere internazionali buyer e ristoratori chiedono vini nuovi da proporre ai
loro clienti e il Pecorino suscita tantissimo interesse. Piace per la sua freschezza ed è un
vino facile da riconoscere più del marchio dell’azienda”.

“Essere stato il primo produttore di pecorino non so se ha portato bene – ha scherzato
Luigi Cataldi Madonna che nel lontano 1996 imbottigliò la prima annata – Nei primi dieci
anni lo producevo solo io e nessuno se lo beveva, nei dieci anni successivi il consumo è
aumentato e quello che produco non basta più. Il Pecorino per me rappresenta uno
stimolo. È un vino fresco, acido, spigoloso che ha vinto la sfida sui vini rotondi che

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andavano negli anni 80. Ma oggi la produzione è cresciuta e Regione e Consorzio di
Tutela devono intervenire per evitare quello che è accaduto al Montepulciano”.

Dello stesso avviso Rocco Pasetti dell’azienda Contesa di Collecorvino anche lui
produttore storico di Pecorino che chiede a gran voce il disciplinare per la Doc:
“Purtroppo non tutti hanno chiaro il concetto sulle indicazioni dei vini tra Itg e Doc, e
considerato il potenziale di produzione in forte crescita e la richiesta del mercato
sempre in aumento è indispensabile abbandonare l’attuale sistema e andare verso la
denominazione d’origine controllata”.

A rinforzare il concetto anche Nicola Dragani, presidente di Assoenologi Abruzzo: “ Il
disciplinare va riscritto attraverso una ricerca scientifica che definisca le caratteristiche
organolettiche e i marker del vino. In caso contrario si rischia di perdere peso sul
mercato”.

“Qui in Abruzzo puntiamo ancora troppo sul vitigno mentre in Francia la valorizzazione
del prodotto passa attraverso i territori – ha sostenuto Manuela Cornelii docente e
rappresentante dell’Ais Nazionale – perché nessuno ricorderà il nome di una bottiglia
quando chiederà il Pecorino in un ristorante”

Anche il Consorzio di tutela, rappresentato dal Vice Presidente Enrico Marramiero apre
alle nuove prospettive: “ L’abolizione delle Igt è stata fatta da una società cooperativa.
È una scelta coraggiosa e un argomento che va affrontato subito per riportare in
Abruzzo l’imbottigliamento di tutto il vino prodotto. il Pecorino oggi è una realtà di
mercato ma dobbiamo investire di più sulla qualità piuttosto che sulla quantità”

Dal canto suo l’Assessore regionale Dino Pepe ha sottolineato gli aspetti critici del
settore e cioè la polverizzazione aziendale, la percentuale del 60% di prodotto venduto
sfuso come vino da tavola e la scarsa integrazione di filiera tra tutti gli operatori del
mercato. Una fragilità a cui la regione risponde con le risorse che arrivano dall’Europa e
con i prossimi bandi del PSR appena approvato. “ In primis attiveremo il bando per i
giovani e quello per la promozione che ci permetterà dal 2016 di essere competitivi sul
mercato internazionale”.

Tra i relatori l’enologo di Codice Citra Lino Olivastri che ha presentato il progetto di

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ricerca sulla spumantizzazione con metodo classico degli autoctoni abruzzesi realizzato
in collaborazione con l’Università di Teramo e il Crivea. Su un campione di 457
assaggiatori il Pecorino è risultato il più gradito seguito da Montonico , Montepulciano,
Cococciola e Passerina.

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