IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
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SEZIONE ALPINI 96° Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 - DCB/Gorizia Periodico trimestrale Gen.|Feb.|Mar. 2019 - Anno XXXVI - N.1 GORIZIA ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE 1923-2019 SOTTO IL CASTELLO noi…reduci della naja La nostra Associazione compie il suo primo la nostra Italia, perché tutto ciò che custo- glio di tempo o nient’altro altro da fare, che secolo, inevitabile una riflessione su questo diamo dobbiamo affidarlo alle nuove gene- costruiremo un futuro positivo; la fiaccola importante compleanno. Credo che questi razioni perché queste facciano altrettanto. deve essere conservata accesa nei nostri cuo- cento anni si possano riassumere in quattro Non farlo non sarebbe da Alpini, da Amici ri e innalzata tutti i giorni: solamente con significativi momenti. degli Alpini e da Aggregati. un costante e quotidiano impegno da parte Il primo, al termine della Grande Guerra, Per questo dobbiamo con caparbietà con- di tutti ci illuminerà la strada dandoci indi- quando dalle ceneri di quella immane trage- tinuare la battaglia per il ripristino della cazioni e stimoli indispensabili per raggiun- dia, come araba fenice per non dimenticare, leva obbligatoria: anche se battaglia ardua, gere nuovi e ambiziosi obiettivi: tutti, ma i Reduci divennero Padri fondatori, accen- non scendiamo a compromessi su soluzioni proprio tutti, dobbiamo sentirci parte attiva dendo una fiaccola fatta di identità, valori alternative. Ovvio che certe situazioni inter- del nostro Gruppo, della nostra Sezione. e memorie da trasmettere: in altre parole la nazionali possono essere affrontate solo da Non indossiamo il nostro Cappello come un missione della nostra Associazione. professionisti, ma creare un corpo ausiliario copricapo semplice simbolo di appartenenza Il secondo, quando quella fiaccola fu riacce- che li affianchi in Patria, con le stellette però, o ricordo della nostra gioventù, ma trasfor- sa da altri Reduci al termine della seconda non come cooperativa o chissà cos’altro, son miamolo in esempio: importante è ESSERE, guerra mondiale, che fecero rivivere l’Asso- certo che aiuterebbe i nostri giovani a ri- non apparire Alpino! ciazione. trovare il rispetto dei valori, a riportarli in Il nostro domani potrà anche essere in salita, Il terzo, quando la fiaccola portata dai nostri montagna, a condividere l’esperienza di vita ma non dobbiamo averne paura, dobbiamo Alpini e volontari accorse nel 1976 in Friuli in comune, ad apprezzare la solidarietà che affrontare le difficoltà un passo dopo l’altro, dopo il terremoto: momento di svolta, che ci nasce con il sacrificio fatto per aiutare chi come facciamo sulle nostre amate monta- ha trasformato da pura Associazione d’ar- marcia al tuo fianco! gne; ci costruiremo il nostro fu- ma anche in Associazione attenta ai bisogni Abbiamo ancora i numeri per turo armati come siamo delle nostre comunità, dei nostri territori. Io far sentire la nostra voce, di fede e di amo- considero il Friuli e tutti i successivi inter- per trasmettere ai giova- re nel custodire venti anche un metter in pratica la nostra ni i nostri ideali, altrove e tramandare Preghiera, quando recita rendi forti le no- dispersi: solo così facendo i valori dei no- stre armi contro chiunque minacci la no- son certo che la nostra stri Padri fon- stra Patria: anche le calamità naturali sono amata Associazione potrà datori, dei nostri minaccia! guardare con fiducia al Reduci, dei nostri Il quarto, l’oggi che personalmente ci ri- suo secondo secolo! Ma per V e c i . Impediamo che i guarda: noi siamo i reduci della naja, ben far questo serve un esame malesseri della società finiscano consapevole dell’enorme differenza tra un di coscienza da parte di tutti, per influenzare anche la vita as- Reduce che ha attraversato una guerra e dobbiamo innanzitutto sociativa. noi che abbiamo attraversato la leva. Adesso farci una domanda: che Questi dovranno essere i nostri tocca a noi tenere alta la fiaccola avuta in spazio ha l’ANA nella scopi associativi, i nostri tra- eredità da chi ci ha preceduto e guai farla mia vita o, meglio, che guardi da raggiungere all’alba spegnere per accidiosa pigrizia! È nostro ob- spazio offro all’ANA nel- del nostro secondo se- bligo morale verso chi l’ha portata prima di la mia vita? Non è cal- colo: essere presenti, noi non solamente custodire, ma soprattutto zando il Cappello partecipare alle no- tramandare i nostri valori e le nostre memo- ogni tanto, quando stre molteplici attivi- rie. Dobbiamo farlo non solo per noi, ma per abbiamo un rita- tà, fare in modo
2 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 che la nostra vita alpina sia vera e non sopportata con malcelata reno, non solo per la nostra Associazione, ma anche per la nostra indifferenza. Secondo me, se non capiamo questo, ma di quale amata Italia che ha e avrà sempre bisogno dei suoi Alpini! alpinità, di quale vita associativa staremo a discutere? Chiudo, ringraziandovi per l’attenzione, parafrasando le parole Vi chiedo di riflettere su queste mie considerazioni, non preten- del Beato Don Carlo Gnocchi: dono di essere nient’altro che proposte per proseguire nel modo migliore il cammino, che sono certo impegnandoci riusciremo Per far bella l’A.N.A. ci vuole il coraggio degli Alpini, a percorrere, perché se molte realtà sono cambiate, lo spirito, la ci vuole l’amore per la terra degli Alpini, ci vuole la nostra voglia, la nostra determinazione, la nostra semplicità e se- sobrietà degli alpini, la religiosità degli Alpini renità nella concretezza del fare sono rimaste quelle di sempre e questo non può che lasciare spazio alla speranza in un futuro se- Marco Fulcheri Nikolajewka gennaio 1943 Nikolajewka gennaio 2019 E siamo ancora qui, 76 anni dopo, a ri- Penne Nere. volta agisce. cordare, con cuore, con mente, quella bat- A seguire, nel tempo, l’abbellimento di Così, se per l’Asilo Sorriso, molti furono taglia, quegli alpini, quegli uomini che quella struttura, con la realizzazione di quelli che operarono, a vari livelli e in disperatamente lottarono per uscire dalla un piccolo parco giochi e di un giardino. diversi modi, per realizzare la struttura sacca e riprendere il cammino della spe- Fino al settembre 2018, con la costruzione di Rossosch, non sono mancati i generosi ranza… la possibilità di tornare a baita. del Ponte degli Alpini per l’amicizia, sul che hanno accolto l’appello per il Ponte di Facciamo memoria di quel 26 gennaio fiume Valuj in quel di Livenka-Nikolajew- Nikolajewka, quel ponte sul quale, come 1943, di quel luogo, di quegli uomini, con ka il cui sindaco ne aveva fatto richiesta ricordato dal presidente dell’Ana Sebastia- la consapevolezza di rendere un doveroso sei anni or sono. no Favero, 76 anni fa, durante il ripiega- omaggio alla memoria di chi cadde sul Non è un grande manufatto, ma il si- mento, erano passati tanti alpini. campo, di chi tornò in patria recando feri- gnificato della sua realizzazione va oltre E allora, diciamoli i nomi dei generosi che te nel corpo e lacerazioni nello spirito. le dimensioni. E c’è ancora l’amicizia di hanno dato tanto per questo manufatto, Nikolajewka è dire soprattutto alpini - Tri- mezzo, appunto, c’è ancora quella solida- o almeno facciamone qualcuno. Dal vec- dentina, con alla testa il generale Rever- rietà dalle Penne Nere manifestata sem- chio Armando Cimolai di Pordenone, con beri, allora. pre nella loro storia, per chi abbia una la struttura in acciaio, a Giovanni Perin Ma Nikolajewka è continuare a dire Alpini, necessità, per chi si trovi in difficoltà, nel di Fontanafredda con l’impianto di illu- Ana, oggi, perché c’è un filo che unisce le bisogno, nel dolore, dentro e fuori i confini minazione, nonché le Penne Nere della due date. Un filo che non è soltanto quello della Patria. sezione pordenonese. della storia e della memoria, ma di una E c’è la capacità di coinvolgimento di- E li diciamo, e li facciamo, i nomi, per- autentica amicizia con i nemici di allora. mostrata dall’Ana quando si tratti di fare ché sono espressione di un’Italia malnota, Un filo che si dipana in date e momenti qualcosa di utile, in questo caso, anche, di forse perché diversa da quella che ci viene ben precisi. enorme! mostrata per lo più dai media: egoista, su- Settembre 1993: l’inaugurazione dell’A- Il popolo delle Penne Nere è piccolo, ma perficiale, pressapochista, l’Italia dell’effi- silo Sorriso, in quel di Rossosch, struttura attivo, tutto fatti e non chiacchiere, e chi vi mero, delle mode. progettata e costruita da menti e mani di è dentro, o vicino, prende esempio e a sua È un’altra Italia, appunto, quella di cui
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 3 parliamo: fatta di gente operosa, professio- nalmente valida, generosa, pronta a dare e non a chiedere. Non a vantare diritti, ma capace di sacrifici, l’Italia del dovere e del fare, del volontariato vero. Nel viaggio-pellegrinaggio del settembre scorso, poi, non è mancata, per ricordare il quarto di secolo della donazione dell’Asilo Sorriso, una novità: il dono da parte del Comune di Conegliano, pronubo il vecio Lino Chies, di un’opera in ceramica sul- la favolistica italiana (Pinocchio) e russa (Riccioli d’oro e i tre orsetti) realizzata dagli artisti e dagli allievi della Scuola di Scomigo che abbellisce ulteriormente la facciata dell’edificio. Sono segni eloquenti, emblematici di quel che è l’Ana, di quel che gli Alpini sanno costruire e trasmettere poi alla nostra so- cietà, alle realtà locali e all’Italia intera. Ecco, allora, che nel nome e con il sen- so dell’alpinità, il sentimento del cuore per chi non tornò a baita e per i reduci di allora, trova compiuta sintesi nell’oggi, in imprese come quelle di Rossosch e di Livenka. Onore agli Alpini Caduti, dunque! E omaggio a quelli del nostro tempo! Giovanni Lugaresi Testo del discorso ufficiale tenuto dal giornali- sta Giovanni Lugaresi in piazza a Giavera del Montello su invito dell’Amministrazione Comu- nale il 27 gennaio 2019
4 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 76° dalla battaglia di Nikolajewka Domenica 27 gennaio si è svolta a Cargnacco la commemora- anni prima, perché assieme al ricordo si trasmettino valori come zione solenne del 76° anniversario della battaglia di Nikolaewka, il dovere e il sacrificio, valori che oggi sono sempre meno sentiti e alla quale assieme a tantissime Associazioni Combattentistiche e vissuti. Diversi momenti hanno particolarmente segnato la gior- d’Arma era presente anche la Sezione ANA di Gorizia con il suo nata, già carica di emozioni e di cordoglio. Vessillo, assieme a diverse altre Sezioni e oltre un centinaio di Il primo è stata la benedizione di un monumento dedicato ai Ca- gagliardetti di altrettanti Gruppi. duti, intitolato proprio “La sciagurata caduta”, scolpito dall’arti- L’atmosfera, come ogni volta, è stata caratterizzata da una pro- sta Dmytro Ivachenko, nativo proprio di Nikolaevka, città simbolo fonda commozione mista ad un sacro rispetto per tutti i soldati per gli Alpini d’Italia. d’Italia che, con alto senso del dovere e nonostante condizioni Il secondo è stata la consegna al Presidente Stagno da parte di due di vita tremende, seppero affrontare prove durissime in uno dei parenti della piastrina dell’Art. Mont. Danilo Toso, caduto assieme luoghi più pericolosi e duri della II° Guerra Mondiale, la Russia al fratello nella battaglia di Niolaewka, fratelli attesi invano per del Fronte Orientale. tutta la vita dalla madre, che come tutti coloro che hanno un Il ricordo di migliaia di giovani mandati a combattere in terre disperso in famiglia non possono mai mettere la parola fine alle lontane è stato sottolineato sia durante la messa che nelle allocu- loro sofferenze. zioni ufficiali, un ricordo che deve essere di sprone affinchè simili Il terzo è stato la benedizione da parte del cappellano militare del- tragedie non accadano più e di monito perché mai si abbassi la la “Julia” di alcune icone religiose, di cui una trovata in Russia in guardia sui pericoli che anche in questa epoca minacciano la una isba colpita dai cannoni durante la ritirata. libertà e la democrazia. Sia la piastrina che le icone diverranno parte del museo annesso Nei loro interventi il presidente dell’UNIRR Stagno, dell’ANA Fa- al Tempio di Cargnacco, sempre per preservare e tramandare il vero e il nuovo Comandante la Brigata “Julia” Gen.Vezzoli hanno passato, perché non torni più un momento tragico come la guer- tutti sottolineato la necessità di tramandare alle giovani gene- ra con i suoi orrori. razioni il ricordo di cosa seppero fare i loro coetanei di oltre 70 Roberto Buffolini
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 5 Ricordo del Gen. Giulio Martinat Nikolajewka. gata rimanendo a disposizione del Corpo Un nome, una storia, una leggenda. d’Armata Alpino. Il 26 Gennaio 1943 a Questo e molto di più ha significato ed mezzogiorno era al rapporto Ufficiali di è stato per tutti gli Alpini, Fanti, Soldati Nikolajewka. Per tutta la mattinata gli al- della Wehrmacht che il 26 gennaio 1943 pini avevano cercato inutilmente di sfon- hanno dovuto passare attraverso l’inferno dare lo sbarramento russo. I comandanti del sottopasso maledetto per, alfine, “rive- dei reparti si erano resi conto che occor- der le stelle”. Eroi, vigliacchi, vivi e morti, reva tentare il massimo sforzo per uscire tutti accomunati in un’unica sorte, quella dalla sacca. Alla fine della riunione, quan- che poteva decidere in un attimo chi vive- do uscì dall’isba comando, vide passare le va e chi moriva. Tra tutti questi esseri vi- nappine verdi “dell’Edolo”. Immediata la venti che ebbero l’onore e l’onere di vivere decisione: “ho cominciato con “l’Edolo”, una delle più sanguinose, dolorose e glo- voglio finire con “l’Edolo”. riose battaglie della II° Guerra Mondiale, Si unì ai suoi alpini, imbracciò un mo- perché combattuta per “tornare a baita”, schetto e si gettò avanti di corsa gridando: voglio qui ricordare brevemente un uomo, “Avanti alpini, avanti…di là c’è l’Italia, un Alpino, un Eroe. avanti!”. Una pallottola lo centrò alla testa fulminandolo come Cantore. Sulla ster- Voglio ricordare il minata pianura nevosa, il suo corpo in- Gen. Giulio Martinat. sepolto giacque accanto a quello di tanti Giulio Martinat nacque in Piemonte a alpini caduti con lui che egli non abban- Maniglia di Perrero (Val Germanasca) il donò nel momento supremo e che con lui 24 Febbraio 1891 e fin da bambino nutrì varcarono le soglie dell’eternità. Insieme a forgiata dalle gesta di generazioni di Pen- viva ammirazione per gli alpini. 39 altri ufficiali e più di 3000 alpini venne ne Nere, quando si dice alle cerimonie “per Dopo aver seguito da volontario il Corso seppellito nelle grandi fosse comuni sca- non dimenticare”, ecco, si deve sempre far Allievi Ufficiali di Complemento, nel 1910 vate dai Russi. riferimento all’esempio di persone come partì ancora Sergente, assegnato al 5° Al- Alla memoria del valoroso Generale fu Giulio Martinat, al suo senso dell’Onore, pini Battaglione “Edolo”, per la Libia, da concessa la Medaglia d’Oro al Valor Mili- al suo senso del dovere ed al suo spirito di dove tornò nel 1913 con 2 MBVM e la pro- tare, con la seguente motivazione: sacrificio, sentimenti portati sempre avan- mozione a SottoTenente. “Capo di Stato Maggiore di un Corpo ti con convinzione assoluta, fino alla fine. Durante la Grande Guerra si distinse per d’Armata, soldato di eccezionale corag- Onore, dovere, sacrificio. ardimento e sprezzo del pericolo in azioni gio e di indiscusso valore, veterano di Valori che nella società moderna sono vi- sul Monte Nero, sul Merzli e sul Vodil, me- quattro campagne, più volte decorato, di sti come “scomodi”, perché costano fatica, ritando la terza Medaglia di Bronzo. Nel elette qualità di mente e di cuore, vista obbligano a rispettare le regole, danno un Luglio 1915 è promosso Tenente e all’ini- passare una compagnia alpina che scen- senso compiuto ad una vita altrimenti zio del 1916 è Capitano. deva in linea per decidere l’aspra batta- vuota. Nel periodo tra le due guerre ricopre diver- glia in corso, cedendo al suo istintivo en- Valori che, da qualche tempo, latitano an- si incarichi, tra cui nel 1935 l’incarico di tusiasmo di soldato e di combattente, vi che tra gli Alpini, perché a volte è più co- capo di Stato Maggiore della “Julia”. si metteva alla testa dando a tutti con le modo fare il “minimo sindacale” nell’as- Nel Dicembre dello stesso anno parte per sue alte parole la fiamma dell’ardimento sociazione, è meno faticoso non seguire l’Africa come capo di Stato Maggiore della e divenendone con la sua persona irresi- le regole associative alla lettera, è molto IV Divisione CC.NN. “Tevere”. Qui meritò stibile esempio.Ritto, mentre sparava con più facile dedicarsi ad attività “mondane” una Medaglia d’Argento per aver organiz- il suo moschetto, in zona battutissima e piuttosto che “istituzionali”. zato e diretto la difesa di un treno assalito scoperta, su elementi nemici appostati a Ebbene, io, da semplice Alpino, da “uno da un forte contingente nemico. brevissima distanza, una pallottola ne dei 300.000”, dico che invece si deve sem- Nell’Ottobre 1940 parte per l’Albania qua- spezzò l’audace impresa e gli stroncò la pre e comunque mantenere alti i valori le capo di S.M. del Corpo d’Armata Alpino, vita, ma la vittoria era assicurata ed il fondanti la Patria e l’Alpinità, mante- guadagnandosi la seconda Medaglia d’Ar- nemico in fuga. Fulgido esempio di alte nerli alti preservandoli, conservandoli e gento e la Croce di Cavaliere dell’Ordine virtù combattive e di suprema dedizione tramandandoli con determinazione alle Militare di Savoia. alla Patria”. Nikolajewka (Russia) 26 Gen- generazioni future, senza se e senza ma. Il 17 Luglio 1942 lascia l’Italia per sem- naio 1943. pre, diretto col Comando, alla testa di 3 Quando nell’Associazione Nazionale Alpi- Per non dimenticare Divisioni Alpine, per la Russia. ni si parla di preservare il ricordo, quando Nel Novembre è promosso Generale di Bri- si vuol tramandare l’essenza dell’Alpinità Roberto Buffolini
6 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 ALPINI: UN CALENDARIO SPECIALE PER UN CENTENARIO SPECIALE Cent’anni di vita: ce li ha tutti, ma non li dimostra. Per il suo nella storia d’Italia, della nostra Patria, un segno che rimarrà attivismo instancabile, la sua generosità disinteressatissima, la a lungo, finché continueremo l’impegno e avremo la forza per presenza costante laddove ci sia un bisogno, una richiesta di aiu- andare avanti così come hanno fatto i nostri veci ed i nostri pre- to. È così che il secolo dalla costituzione vede l’ingresso trionfale decessori”. Mentre, a proposito dell’adunata milanese di maggio, dell’Associazione Nazionale Alpini. E il primo atto di una cele- ha evidenziato come il motto “100 di coraggioso impegno” renda brazione variamente articolata è il Calendario storico per il 2019. l’idea di quanto compiuto. C’è un disegno di Novello, il mitico illustratore della vita e del- “Dobbiamo continuare nel nostro impegno con alpinità che è la storia delle Penne Nere, sulla copertina del nuovo Calenda- anche sinonimo di lealtà, onestà e continua amicizia nel soda- rio Ana. Ed è di una sintesi emblematica per il titolo apposto: lizio. Solo così onoreremo anche in futuro la nostra grande Asso- “Ritrovarsi per ricordare!”. Nel 2019 infatti, come detto, ricorre ciazione e perpetueremo i valori in essa racchiusi”. il centenario della costituzione dell’Ana, nonché del periodico Da parte sua, il comandante delle Truppe Alpine generale Claudio “L’Alpino”, e il disegno di Novello (Grande Guerra, Campagna di Berto ha scritto: “Amor di patria, amicizia, lealtà e senso del dove- Russia, Internato militare nei lager nazisti) raffigura due alpini re, oggi come allora sono le fondamenta del credo di ogni Alpino in congedo nell’atto di incontrarsi festosamente. sia esso in congedo o in armi. Sentimenti e valori che l’Associa- Due alpini, non due “ex”! Perché loro si sentono sempre in ser- zione riesce, giorno per giorno, a trasfondere in mille concreti e vizio permanente effettivo. Un sodalizio, poi, quella delle Penne tangibili aiuti diretti o indiretti alle comunità”. Nere, che non è una semplice associazione d’arma, ma qualco- Fra le varie immagini che accompagnano il cammino del nuovo sa di più, e d’altro. Non diversamente si può arguire dalle testi- anno, quelle di tutti i presidenti nazionali: da Daniele Crespi a monianze che il calendario stesso propone su quanto compiuto Sebastiano Favero, attraverso i mitici Arturo Andreoletti, Angelo dall’Ana sul fronte della solidarietà, a incominciare dalle forme Manaresi, Ivanoe Bonomi, Ettore Erizzo (veneziano) al vertice di mutuo aiuto prestato in tante situazioni personali, per prose- dell’associazione dal 1956 al 1965, Franco Bertagnolli, Leonardo guire con gli interventi generosi, gratuiti, emblematici di un vo- Caprioli, per dire di quelli che “sono andati avanti”. Poi, imma- lontariato vero, in occasione di calamità naturali, o nel realizzare gini e dati riguardanti la Protezione Civile, lo sport, gli interven- opere sociali per anziani, disabili, bambini: in patria e all’estero. ti recenti nel Centro Italia terremotato, il Ponte dell’Amicizia L’Ana venne costituita in Milano, ad opera di un gruppo di una a Nikolajewka, inaugurato nel settembre scorso, nel ricordo di sessantina di reduci l’8 luglio 1919 e il Calendario fresco di stam- eventi lontani nel tempo, ma ben saldamente legati dal filo di pa rappresenta la prima manifestazione celebrativa dell’anniver- una memoria che oggi è ben viva per i Caduti di allora, e ravvi- sario, in attesa della grande adunata nazionale di maggio, nel vata da segni di amicizia nei confronti di coloro che 75 anni fa capoluogo lombardo – ovviamente. E, “Aspettando l’adunata”, erano “i nemici”. la prima di una serie di manifestazioni in programma, recherà l’impronta veneta. Si terrà a Milano, infatti, il 12 gennaio prossi- Giovanni Lugaresi mo la cerimonia di premiazione del concorso letterario “Parole attorno al fuoco” promosso dalla sezione di Treviso e dal Gruppo di Arcade. Ma torniamo al Calendario. Nel suo saluto, il presidente Se- bastiano Favero sottolinea: “Il 1919 e il 2019 sono due date memorabili per la storia della nostra grande associazione: la nascita e i suoi primi 100 anni! Oggi siamo portati a guardare ad un costante rinnovamento, ad una corsa verso un futuro in cui spesso si esalta l’effimero; festeggiare con queste premesse 100 anni di storia può sembrare retorico ed obsoleto. Per gli alpi- ni non è così. I nostri 100 anni tracciano un solco profondo
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 7 In ricordo della Campagna greco-albanese Gli Alpini hanno sem- in forze nella regione stesso gravemente, morendo all’ospedale pre saputo combattere e balcanica, con un’azio- militare del Celio qualche mese dopo. soffrire, spesso oltre ogni ne fulminea invase la I sacrifici immani sopportati con stoico aspettativa e ogni umana Jugoslavia e la Grecia, senso del dovere dalle Penne Nere Gorizia- possibilità, e sempre ligi costringendole in poco ne sono ben racchiusi nella motivazione alla consegna ricevuta e tempo alla capitolazione. della Medaglia d’Oro conferita alla Ban- con altissimo spirito di Il sacrificio degli Alpini diera del 9° Reggimento Alpini: sacrificio e senso del do- fu terribile, assurdamen- vere. te terribile. “Per la superba condotta dei batta- Uomini adusi alla fatica Bastino due esempi su glioni “Vicenza” e “L’Aquila”, durante ed ai disagi della mon- tutti: il Battaglione Alpini la guerra italo-greca: irruenti nell’at- tagna, le Penne Nere di “Cividale” – Divisione tacco, calcarono vittoriosamente le ogni tempo hanno di- “Julia” - dopo il ciclo giogaie del Pindo; tenacissimi nella mostrato con la tenacia e d’operazioni dal 28 otto- difesa, scrissero pagine di gloria e di l’ardore il proprio valore bre 1940 al 15 gennaio sangue sulla dorsale dei Mali, sullo in ogni teatro operativo 1941 rimase con 72 uo- Scindeli e sul Golico, sbarrando col in cui sono stati mandati mini in linea su 1200, sacrificio, la strada alle soverchianti ad operare. mentre il Battaglione forze nemiche. Granitici e fieri alpini, Uno di questi teatri è sta- Alpini “Edolo” -Divisione furono sui monti di Grecia e di Alba- to quello Greco – Albanese, in occasione “Tridentina” - dopo la Battaglia di Dushar nia ben degni dell’eroico e vittorioso dell’intervento che sarebbe poi stato deno- del dicembre 40 ritornò a valle con solo 23 loro passato di guerra.” minato “Campagna italiana di Grecia”, Alpini vivi! — Fronte greco - Pindo - Mali - Scin- che si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 Da questa immane tragedia fu toccata in deli - Golico, 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941. prima persona anche la città di Gorizia, aprile 1941. Tale Campagna, apertasi con un’offensiva dalla quale partì il “suo” 9° Reggimento del Regio Esercito italiano a partire dalle Alpini, la cui sede era alla Caserma della A ricordo di questa campagna, come per sue basi in Albania verso la regione dell’E- “Vittoria” sita nell’omonima Piazza ai pie- la Campagna di Russia, molte sono le piro in Grecia, prese subito una brutta pie- di del Castello, al comando del Colonello iniziative che vengono annualmente fatte ga e la situazione degenerò rapidamente. Gaetano Tavoni, uomo granitico ed indo- per commemorare il sacrificio delle Penne Malamente pianificata ed eseguita con mito che seppe condurre i suoi Alpini con Nere. forze numericamente insufficienti e scar- mano e cuore saldi durante tutte le fasi dei Una di queste importanti manifestazioni, samente equipaggiate, l’offensiva italiana terribili combattimenti fino a che, ferito lui organizzata dalla Sezione Carnica, si è andò incontro a un disastro: bloccato l’at- tenuta domenica 10 febbraio a Tolmezzo, tacco nemico, le forze greche del generale nel cuore del Friuli, culla di migliaia di Al- Alexandros Papagos, appoggiate da unità pini nati e cresciuti nel seno della “Julia”, aeree della Royal Air Force britannica, Divisione prima e Brigata poi dal 1949. passarono decisamente al contrattacco Alla presenza di molti Vessilli e Gagliar- respingendo le unità italiane oltre la fron- detti la commemorazione è iniziata con la tiera e continuando ad avanzare in pro- Messa in onore dei Caduti, per prosegui- fondità nel territorio albanese. re con la sfilata fino al Piazzale Vittorio L’avvicendamento di diversi comandanti a Veneto, dove è stata deposta una corona e capo delle operazioni non portò a grandi dove diversi oratori hanno tenuto le allo- miglioramenti per le forze italiane, rin- cuzioni ufficiali. forzate in maniera caotica da un flusso Nonostante siano passati tanti anni il ri- disorganizzato di truppe e alle prese con cordo delle gesta e dei sacrifici patiti da una pessima situazione logistica; solo a tanti giovani non è mai venuto meno, e fine febbraio 1941 il fronte italiano poté anche durante questa giornata solenne infine essere stabilizzato. la commozione era palpabile nell’aria In marzo le forze italiane tentarono una tersa di Tolmezzo, e si poteva quasi sen- massiccia controffensiva per respingere i tire la presenza delle tante, troppe “Penne greci dall’Albania, ma andarono incontro mozze”, quasi che per un istante si fosse a un sanguinoso fallimento, che di fat- schierata, ancora una volta, l’indomita to paralizzò le operazioni fino all’aprile “Divisione Miracolo”. 1941, quando la Germania intervenendo Roberto Buffolini
8 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 Il “cappello alpino” ritrovato La conservazione e la trasmissione della memoria e dei valori del- la memoria, valori come Onore, Rispetto, Dovere, sono da sempre un imperativo degli Alpini di ogni tempo e grado. Ancora di più quando si tratta di memoria che rischia di scompa- rire, di venir soffocata e sacrificata sull’altare del menefreghismo e dell’indifferenza che ormai imperano dappertutto. Un caso, uno dei molti purtoppo, in cui si è rischiato di perdere un pezzo di storia ci viene riferito dalla Liguria, esattamente da Calizzano, una ridente località in provincia di Savona, terra Alpi- na per eccellenza, da dove, oltre che nella “TAURINENSE” diretta verso la Yugoslavia, partirono con il 1° ed il 2° Reggimento Alpi- ni altri migliaia di giovani inquadrati nella “Divisione martire” della “CUNEENSE”, comandata dal Gen. Battisti, un vero Alpino tutto d’un pezzo che, quando fu il suo momento, volle essere se- polto con i suoi Alpini presso il Sacrario di Colle di Nava. Il caso, come si diceva, ha fatto sì che, fortuitamente, nei boschi come il sig. Giribone che ancora hanno un grande cuore e, ov- del Melogno è stato ritrovato un Cappello Alpino, abbandonato viamente, ci sono gli Alpini che da sempre sono e saranno i fedeli come uno straccio in mezzo ai rifiuti. custodi del tempo e della memoria. Il suo scopritore, il signor Carlo Giribone, che ha avuto la fortu- Per non dimenticare. na di ritrovarsi questo cimelio tra le mani, pur non avendo fatto Roberto Buffolini l’Alpino ha immediatamente capito che questo reperto aveva un grande valore. Detto fatto si è messo in contatto con il Capogruppo locale, l’Al- pino Fabio Locatelli, il quale ha subito accolto entusiasticamente il sig. Giribone nella sede ANA di Calizzano, dando di nuovo una casa e soprattutto dignità al Cappello ritrovato. Un Cappello con una sua storia, che deve averne viste molte; è infatti un Cappello da capitano, con il “6” posto sul tondino del fregio dorato, quindi chi lo ha indossato ha fatto il servizio e, sicuramente, la guerra nella gloriosa Di- visione “TRIDENTINA”, la Divisione che diede l’ultima e disperata spallata a Nikola- jewka. Pur nella gioia di aver salvato un pezzo di Alpinità resta l’a- marezza per la noncuranza con cui, ormai, tutto viene trattato, senza pensare a cosa possa rap- presentare un oggetto, un libro, una poesia. Sembra che il mondo si fermi all’attimo, all’immedia- to, che poi deve essere bruciato in nome della fretta e della modernità. Ma, per fortuna, ci sono persone
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 9 Gabriella Brumat: primo premio Parole attorno al fuoco approda a Milano. Premiati a Palazzo Lombardia i vincitori del concorso che racconta gli alpini. Aspettando la 92° Adunata, in terra meneghina. Penne nere, autorità ed emozioni hanno Casa Tua Due di Belluno. invaso pacificamente, sabato 12 genna- Coordinate brillantemente da io, l’Auditorium Testori di Palazzo Lom- Nicola Sergio Stefani, spe- bardia per la cerimonia di premiazione aker delle Adunate Nazionali, del Concorso letterario nazionale sono intervenute numerose Parole attorno al fuoco, che da oltre autorità del Corpo Alpini, vent’anni celebra lo spirito e i valori, la della Regione Lombardia, solidarietà e l’amore per la montagna che del Comune di Milano e caratterizzano gli Alpini. “La Montagna: naturalmente del Comitato le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, Organizzatore del Premio, i suoi problemi di ieri e di oggi” il tema a conferma della valenza cui dovevano ispirarsi gli scritti. del concorso ma anche Ideato e organizzato dalla Sezione ANA di dell’Adunata, in calenda- Treviso e dal Gruppo Alpini di Arcade, con rio il 10, 11 e 12 maggio il patrocinio del COA (Comitato Organiz- prossimi nel capoluogo zatore Adunata), il contributo di Regione lombardo. Lombardia, il patrocinio di Regione Vene- Tra queste, Alan Chri- to e Regione Lombardia, Comune di Mi- stian Rizzi (sottosegretario lano e Comune di Arcade, il concorso ha alla Presidenza di Regione Lombardia), aperto il programma di Aspettando la Mario Vanni (capogabinetto del Sin- UNA PORTATRICE - 1918 - 2018 92a Adunata Nazionale di Milano. daco Giuseppe Sala e alpino), Mauro in memoriam di Gabriella Brumat Primo premio a Gabriella Brumat di Buttigliero (vice presidente ANA nazio- di Turriaco (Gorizia) 1° classificato Turriaco (Gorizia), con il racconto “Una nale), il Generale Renato Genovese portatrice”. Secondo premio a Loreta (presidente del COA Milano), Luigi Boffi Trascurate a lungo dalla Storia, le eroi- Chenetti di Belluno, con “Frammenti di (presidente ANA Milano), Marco Piove- che portatrici carniche sono riapparse ricordi”. Terzo premio a “Quasigemelli” san (presidente ANA Treviso), Rolando nella letteratura; il concorso Parole at- di Fabio Tittarelli, di Roma. Rosa d’ar- Migotto (capogruppo Alpini Arcade), torno al fuoco ne è testimonianza per gento a Paola D’Agaro, di Pordenone, Leonardo Migotto (presidente Comita- via, appunto, di racconti “in materia” per “Vite minuscole”. Il Trofeo Bettiol è to Organizzatore Concorso) e Giovanni presentati in passato, e adesso, di una andato invece a Paolo Meneghini di Lugaresi (presidente Giuria Concorso). autrice per la prima volta partecipante Carrè (Vicenza), con “La fuga dei cer- Proprio Lugaresi ha sottolineato la “di- e subito meritevole del primo premio. velli”. Targa ai racconti segnalati: “Le gnità letteraria, formale e di contenu- La storia d’amore fra una portatrice e cose che restano” di Gianni Gandini ti di un premio che celebra l’alpinità da un giovane combattente, delicata e av- (Albiolo, Como), “Pelle dentro pelle” di Nord a Sud, dalle Alpi alle isole, indistin- vincente, è infatti inserita nel contesto Rita Mazzon (Padova), “Vocazione” di tamente”. di quelle donne che rischiando la vita, Valentina Semprini (Rimini), “Un fio- Un ringraziamento speciale è andato alla sotto il peso della gerla colma di viveri, re tra i capelli” di Elena Barone (Avel- dottoressa Pesole, della Prefettura di medicinali, munizioni destinati ai com- lino), “Cinque metri di tempo” di Luca Milano, e a Massimo Cataldi, in rappre- battenti, raggiungevano la prima linea. Notarianni (Itri, Latina), “Pennacchi di sentanza della Questura di Milano, per il La vicenda, narrata con ritmi sempre fumo” di Mauro Perfetti (Quassolo, To- prezioso lavoro di sostegno all’organizza- appropriati a seconda delle situazioni e rino) e “Solo i monti lo sanno” di Erika zione della 92a Adunata Nazionale. condizioni dell’ambiente e delle perso- Pedretti (Ravarino, Modena). Ad allietare l’evento sono state le voci del ne, è caratterizzata da un forte legame I primi tre classificati hanno ricevuto un Coro ANA Milano, diretto dal maestro affettivo (madre-figlio soldato, portatri- trofeo e un premio in denaro, la cui metà Marchesotti, con una selezione di canti ce-soldato, portatrice-madre del giova- verrà devoluta in beneficienza, secondo le regionali con forte ispirazione alle donne, ne caduto in battaglia, alla fine) tocca indicazioni dei vincitori, rispettivamente l’altra faccia della dura vita di montagna nel profondo e commuove. Giovanni Lugaresi a: Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi e delle guerre combattute tra i monti. presidente della Giuria di Turriaco, Baobab Experience di Roma e
10 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 Sergio Pacori: il “signore del ferro” Se si vuol definire Sergio Pacori solamente la famosa effigie della Madonna assieme che abbondava e tuttora abbonda sul Car- con una parola l’aggettivo più pertinente agli ori, reperti che vennero poi consegna- so e sul Collio, il ferro di quelle stesse bom- è senza dubbio “vulcanico”. ti all’Arcivescovo di Gorizia. be cadute 100 anni fa, il ferro che veniva Non si può spiegare altrimenti la vitalità, Il piccolo Sergio, oltre a badare alle faccen- usato dai fabbri della sua giovinezza. l’energia dirompente e la curiosità innata de di casa, spesso andava a vedere i fabbri Ecco che il cerchio si chiude, passato e che permea questo signore che, a prima del paese mentre lavoravano. La materia presente si fondono, si può proprio dire, in vista, sembra una persona tranquilla. prima non mancava certo; Gargaro, come un unico respiro. Appunto, sembra. tutto il Goriziano, era sulla linea del fuoco Certo, da semplice voglia di plasmare il Non appena si accenna a parlare con durante la Grande Guerra e molte, mol- ferro a forma d’arte il passo non è breve. Sergio ecco che lui comincia e… e non tissime bombe, schegge e granate, quando Si deve infatti arrivare ai primi anni ‘90 si ferma più. Né, del resto, nessuno si so- non c’entravano le trincee, arrivavano nei per vedere la prima “opera”, o almeno gnerebbe mai di fermarlo, perché la vita e campi e sulle case tutto attorno. la prima opera importante, uscire dalle la storia di quest’uomo vale veramente il Si pensi che l’intensità dei bombardamen- mani e dal fuoco dell’artista goriziano. tempo speso, e se ne esce arricchiti, soprat- ti fu così intensa che il Monte Santo perse Tale opera viene richiesta a Sergio dal tutto a livello umano. 16 metri in altezza! Gruppo Alpini di Gradisca d’Isonzo e Sergio Pacori nasce il 2 marzo 1933 a Gar- Per tali ragioni il materiale ferroso non dall’Associazione “Amici dell’Isonzo” e garo, un paese situato ai piedi del Monte mancava certo, tanto che la gente spes- posizionata poi presso il Cimitero di Guer- Santo, all’incrocio di vie che portano a so portava a vendere quanto trovava nei ra Italiano di Gyor in Ungheria, e si tratta Chiapovano, l’Altopiano della Bainsizza, campi fino al mercato a Gorizia. di una struttura composita di roccia e fer- Tarnova e Loqua. Ecco quindi che questo ragazzino andava ro in cui viene rappresentata efficacemen- La sua famiglia ha origini antiche, “pro- e restava sempre affascinato nel vedere te il connubio tra l’attimo fuggente della veniente da oriente”, ed in tempi antichi si questi artigiani da dei semplici pezzi di morte ed il rifiorire della vita e della pace. stabilì assieme ad altre famiglie proprio ai ferro riuscissero a creare manufatti d’ogni Da quel momento Sergio Pacori capisce piedi dei monti che cingono Gorizia. sorta. la sua “Via” e diventa il Maestro Pacori, La mamma Palmira era una ostetrica L’osservazione continua ed appassionata come giustamente lo ha definito un noto molto apprezzata, una delle autorità del fa nascere in questo ragazzino la voglia di storico locale e mio amico, Pier Luigi Lodi. paese assieme al parrocco ed ai Carabi- lavorare il ferro, di creare da un materiale Del resto trasmettere la vita attraverso la nieri, mentre il padre aveva una avviata duro ed inerte qualcosa di vivo e palpitan- scultura di strumenti nati solo per uccide- macelleria. te, nasce insomma la sua passione, una re è sinonimo di maestria, sia fisica che L’unanime consenso attorno alla figu- passione da lui definita “da sempre”. mentale e fisica, perché forgiare con pa- ra della madre era tale che, dopo l’Otto Ma Sergio va oltre. zienza certosina attraverso il calore e stru- settembre 1943, i Frati del Santuario di Sergio incomincia ad usare per esprimersi menti sempre diversi e anche di precisione Monte Santo consegnarono proprio a lei un particolare tipo di ferro, proprio quello non è per nulla semplice.
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 11 Ma il risultato è evidente e affascinante. L’arte espressa a piene mani e con il cuore blica sulla crudeltà della guerra e per aiu- infatti oltre alla bellezza estrinseca quello ha portato questo artista in giro per l’Ita- tare i troppi “bambini soldato” che queste che colpisce sempre l’osservatore è il valo- lia e l’Europa e gli è valso il titolo, me- armi le usano veramente e ferocemente, re intrinseco, il sentimento palpitante che ritatissimo, di Cavaliere della Repubblica, addestrati ad uccidere ad un’età in cui non pervade il freddo acciaio o bronzo per ar- conferitogli il 2 giugno 2017. dovrebbero nemmeno conoscere la parola rivare al cuore della persona, senza filtri. La bravura e la maestria espressa da Sergio “uccidere”. A Sergio, il “signore del ferro” Le opere spaziano da presepi fatti con in tutti questi anni è stata perfino d’esem- va attribuita tutta la riconoscenza possibile schegge di ferro e bossoli di bombe a croci pio e d’aiuto per il progetto dell’associa- da parte di tutti noi, per il duraturo mes- fatte con chiodi a draghi fatti con scaglie zione “the tree of life”, nata in Mozambico saggio di pace che da sempre ha inteso tra- di lamiera e ferro, ed ogni opera ha un con lo scopo di creare opere e cose usando smettere con l’arte e il duro lavoro. profondo significato. le armi, per sensibilizzare l’opinione pub- Roberto Buffolini Rassegna Presepi a Grado e Aquileia Lo scorso 12 gennaio al Palacongressi di Grado si è svolta la ce- rimonia di chiusura della rassegna “Presepi a Grado e Aquileia 2018-2019” con la consegna degli attestati ai partecipanti e la re- stituzione delle opere ai rispettivi autori. Presente anche la Sezio- ne A.N.A. di Gorizia rappresentata dal Presidente Paolo Verdoliva, che per la prima volta ha ricevuto l’attestato di partecipazione per aver presentato un quadro che raffigura la Natività protetta da un Cappello Alpino. Quadro che sarà donato a don Bruno Fasani, Direttore del mensile A.N.A., visto che lo spunto del ricamo appar- tiene ad un disegno pubblicato su L’ALPINO del mese di dicembre lidarietà che sono la base dello spirito alpino. Il quadro è un rica- 2017. Grande soddisfazione della nostra partecipazione da parte mo realizzato dalla nostra Socia Amica degli Alpini signora Maria del Sindaco di Grado Dario Raugna, nostro Socio Alpino, che ha Bagattoni che a sua volta ha presentato un’opera raffigurante la voluto consegnare l’attestato. Il Presidente Verdoliva ha già fatto Sacra Famiglia. La rassegna è stata coronata dalla presenza di impegno di partecipare alla prossima edizione 2019-2020. Pic- un foltissimo pubblico, che ha ammirato tutte le opere presenti, cola partecipazione ma significativa per l’importanza che ha il presenti sia nel Palacongressi che negli scorci della Città di Grado. Presepio che rappresenta la famiglia, l’amore, l’altruismo e la so- M.B e P.V.
12 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 Ricevuto un importante riconoscimento La Grande Croce d’Onore del O.S.K. di Vienna A conclusione delle cerimonie per ricor- dare il centenario della fine della “Grande Guerra 1914 - 1918” nella quale sono state duramente coinvolte le giovani generazioni dell’ex “Litorale Austriaco”, la Croce Nera Austriaca di Vienna unitamente all’Asso- ciazione “Amici della Croce Nera Austriaca, con la collaborazione della Pro Loco di Fo- gliano Redipuglia ed il Patrocinio del Co- mune di Fogliano Redipuglia ha promosso ed organizzato il 1.mo dicembre 2018, una significativa cerimonia nel motto “Per non dimenticare… Per non dimen- ticarli… “nei luoghi simboli di questa immane tragedia: Il Sacrario Militare di Redipuglia ed il Cimitero Austro Ungarico di Fogliano. La cerimonia è iniziata alle ore 10.00 con la S. Messa nella Chiesa del Sacrario do l’importanza di riportare alla memo- collaborazione con il Commissariato Ge- Militare di Redipuglia “Maria Santissima ria il sacrificio di tanti giovani per troppo nerale Onoranze ai Caduti di Roma. Regina della Pace” celebrata con speciale tempo dimenticati. Sono intervenuti il Anche in questo frangente, il Coro “Monte ed intima condivisione dal Cappellano Mi- Ten. Col. Orazio Caratozzolo in rappresen- Sabotino” ha intervallato tra gli interventi litare don Sigismondo Schiavone. Il Coro tanza del Comando Militare Esercito FVG struggenti momenti musicali. “Monte Sabotino” di Gorizia diretto dal ed il Ten. Col. Norbert Zorzitto Direttore Dopo la consegna di “Attestati” con il logo Maestro Roberto Lizzio con alcuni strug- del Sacrario Militare di Redipuglia per sot- del Comune e dell’O.S.K. intestati a Cadu- genti interventi corali ha reso particolar- tolineare il dovere di onorare tutti i Caduti ti della I.ma Guerra Mondiale e richiesti mente intima e coinvolgente la cerimonia al di là delle divise indossate e l’importan- dai discendenti che li hanno ricevuti con religiosa. za di impegnarsi a costruire e mantenere Alla fine tutti i presenti hanno deposto con la Pace tra le Nazioni. Il Comm. Franco solennità una corona d’alloro a ricordo Stacul Presidente dell’Associazione “Amici dei sacrifici dei Caduti al Sacrario Militare della croce Nera Austriaca” dopo aver rin- di Redipuglia accompagnati dalle note del graziato l’Amministrazione Comunale, la “Silenzio” e successivamente al Cimitero Militare Austro Ungarico di Fogliano alla presenza del Gruppo Storico “San Paolino d’Aquileia” che ha suonato al momento della deposizione della corona “Ich hatte commozione, l’Ing. Otto Jaus ha voluto einen Kamerad”. consegnare delle onorificenze dell’O.S.K. ad alcune Personalità che si erano parti- colarmente distinte nell’impegno volto a ricordare in questo particolare territorio i Pro Loco ed i rappresentanti dell’Esercito Caduti del primo conflitto mondiale. per la disponibilità e la collaborazione Tra questi è stato insignito il Signor Pa- data per l’organizzazione della cerimonia, olo Verdoliva Presidente Sezione ANA Go- ha illustrato le finalità dell’Associazioni rizia con la GRANDE CROCE d’ONORE - ed i risultati finora raggiunti. Ha concluso GROSSES EHRENKREUZ con la seguente l’Ing. Otto Jaus Presidente dell’O.S.K. di motivazione: “Per la rilevante attività as- Il partecipato evento si è concluso nella Vienna che ha fatto conoscere l’impegno sociativa svolta dagli alpini a perseguire il sala consiliare del Municipio di Fogliano per la cura dei Cimiteri in Austria come doveroso rispetto verso tutti i Caduti e per Redipuglia con il saluto della Dott.ssa Cri- pure in altri Paesi dell’Europa ed in Ita- aver dimostrato, tenendo conto della par- stiana Pisano Sindaco del Comune di Fo- lia dove sono sepolti Caduti non solo ap- ticolare storia della nostra terra di confine, gliano Redipuglia che ha portato il saluto partenenti all’esercito austro ungarico, una particolare attenzione anche ai Cadu- dell’Amministrazione Comunale e della ma anche italiani o di altre nazionalità. ti in divisa austro ungarica”. cittadinanza tutta ai presenti, sottolinean- Ha sottolineato infine i rapporti di fattiva F.S.
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 13 UN GRANDE TRAGUARDO Grande festa nella sede dell’ANA di Gorizia per i 90 anni dell’alpino Romano Trevisani! Tutta la sua numerosa famiglia ha voluto festeggiarlo, organiz- Questa bella giornata, intercalata da buon cibo, belle parole a zando a sorpresa un pranzo, a cui hanno partecipato, accom- lui dedicate, aneddoti scherzosi, la consegna di doni, come un pagnati dalle rispettive consorti, anche alcuni degli alpini a lui quadro cesellato in argento e oro da parte dell’ANA di Gorizia, più vicini da molto tempo, che con la loro presenza hanno reso ma anche degli ottimi vini ed interessantissimi libri storici di cui ancora più forte l’emozione di Romano, tanto significa per lui la Romano ne è appassionato, è stata per tutti il modo più bello per vicinanza e l’affetto del suo Gruppo. festeggiare i suoi 90 anni. AU RI ROMANO GU
14 SOTTO IL CASTELLO N. 1 | 2019 1915-2015 LA GUERRA NELL’IMMAGINARIO ARTISTICO ESPOSIZIONE “100 OPERE X 100 ANNI DELLA GRANDE GUERRA” “La guerra nell’immaginario artistico” è tenuta dal prof. Arias Gonano, una tema- laborazione con l’Associazione Nazionale il progetto ideato dal prof. Juan Arias Go- tica complessa di contenuti e di sfumature Forestali, sezione del Friuli Venezia Giulia, nano per i laboratori di grafica, di critica che ancor oggi è materia di studio, discus- nella sede della ex Pretura di Monfalcone, e di storia d’arte da lui diretti a Gorizia, sione e approfondimenti, una tematica nella Galleria Tullio Crali di Gorizia e la una sinergia che in questi tre anni ha attuale e mai superata. La conferenza ha tappa finale nel Palazzo della Prefettura di impegnato diverse realtà associative: l’As- sviluppato l’argomento confrontando due Gorizia. Le 100 opere sono state esposte in sociazione Culturale Lapis, con la colla- avanguardie artistiche che hanno segnato un percorso che accosta tra loro soggetti borazione del Lions Club Host di Gorizia, in maniera determinante l’arte del nove- tematicamente contigui e che si rendono la Sezione di Gorizia dell’Associazione cento, il futurismo italiano e l’espressio- testimoni grafici della memoria, talvolta Nazionale Alpini, la Fondazione CARIGO, nismo tedesco del gruppo Die Brücke con come illustrazione dei fatti, altre come l’UTE di Gorizia, con il patrocinio della ex le opere d’artisti soldati di diverse fazioni, espressione profonda delle vicende umane Provincia di Gorizia e di diversi Comuni veri protagonisti del conflitto che hanno e ancora come interpretazione personale coinvolti come sede espositiva, Comuni vissuto in prima persona la dimensione della storia. Opere di notevole valore pla- della nostra regione e della vicina Slove- reale dell’evento aldilà delle propagande e stico e artistico realizzati con cura e pe- nia. dell’intervensionismi. rizia tecnica, frutto di una approfondita e Un progetto articolato e ricco d’attività per Il progetto ha compreso la realizzazio- coinvolgente ricerca storica e iconografica commemorare il centenario del coinvolgi- ne di una mostra intitolata “100 opere x e di una elaborazione sensibile e sentita mento dell’Italia nel tragico evento della 100 anni della Grande Guerra”, che è sta- dagli artisti coinvolti. Grande Guerra. È stato presentato nel 2015 ta ospitata in diverse sedi: nella Galleria La mostra conclusiva tenutasi a Gorizia nella Sala Della Torre, nel palazzo del Open Space di Gorizia, nella sede dell’ANA nel Palazzo della Prefettura a richiesta del Monte di Pietà della Fondazione CARIGO di Gorizia, a Vrtojba in Slovenia, nel Mu- Signor Prefetto Massimo Marchesiello ha a Gorizia, con una conferenza intitolata seo Civico di Cormòns, nel Palazzo Loca- completato il ciclo di questa esposizione “La Guerra, un’illusione della modernità” telli, nel Centro Civico di Paluzza in col- itinerante in questa sede di grande pre-
N. 1 | 2019 SOTTO IL CASTELLO 15 stigio istituzionale, simbolico e storico- dell’olio e a quelle sperimentali con diver- poi si trasferisce a Gropparello, Piacenza architettonico. si materiali inconsueti e singolari. dove si occuperà del restauro e della dire- È stata per gli organizzatori, in prima Studia disegno tecnico per sei anni fre- zione artistica del Castello di Gropparello. linea il presidente della Sezione ANA di quentando la scuola superiore a indirizzo Dal 2001 è residente a Gorizia. Dal 1991 Gorizia, Paolo Verdoliva, l’Associazione tecnico-elettromeccanico, dal 1990 al 1995 fino ad oggi presenta le sue opere artistiche Culturale Lapis di Gorizia e per gli artisti studia Belle Arti nella Università Naziona- in mostre personali e collettive, in Italia e partecipanti, una grande soddisfazione le di Rosario in Argentina, conseguendo all’estero. Dal 1986 lavora nel campo arti- riuscire a concludere in questa sede una la laurea con specializzazione in pittura, stico; essendo artista poliedrico ed eclettico, piccola storia di grande lavoro, impegno, avendo in questo modo la possibilità di ha lavorato decorando ceramiche artisti- partecipazione e coinvolgimento artistico approfondire le proprie conoscenze in tutte che per gallerie d’arte e privati, ha dipinto e sociale, che si e protratta lungo questi le discipline delle arti plastiche. Comincia murales, illustrato libri e poesie, è stato di- ultimi quattro anni. la sua carriera professionale presso diversi rettore artistico di due gallerie d’arte, pre- Il Maestro Juan Arias Gonano in prima studi di grafica, e nel campo del restauro senta mostre e scrive recensioni critiche, persona ha svolto un lavoro di coordina- presso laboratori specializzati nel restauro realizza corsi d’arte a Gorizia dove inoltre mento e nesso tra le associazioni coin- di dipinti, mobili, carta, oggettistica e sup- è il direttore dei corsi di grafica, pittura e volgendo i suoi allievi-artisti in questo porti lapidei, dove inoltre riesce a introdur- storia e critica d’arte dell’UTE; a Trieste è progetto di lavoro creativo e manuale, ma si in campi diversi che arricchiscono le sue docente e Direttore Artistico dell’Accademia anche di ricerca e di compromesso intel- conoscenze tecniche, ed impara i segreti del Vedere, arte terapeuta dal 2005 lavora lettuale. del mestiere in modo pratico. Nel 1996 si presso diverse associazioni che gestiscono Nato a La Falda, Cordoba, Argentina nel trasferisce in Italia, in un primo momen- diverse problematiche di disagio sociale e 1970, fin dalla sua infanzia dimostra una to nel paese degli avi, Prato Carnico in patologie psicofisiche; esegue restauri, de- marcata inclinazione verso le discipline provincia di Udine, poi intraprenderà un corazioni, perizie, e continua la sua ricerca artistiche, provenendo da una famiglia percorso che lo porterà a stabilirsi a bre- artistica nel campo della pittura e della di restauratori, decoratori, disegnatori; vi periodi in diverse città italiane, Udine, grafica, in particolare dell’incisione e della preferisce in particolare modo il disegno Roma e Firenze. Nel 1997 e nel 1998 fre- scultura. Numerose sono le recensioni cri- e la musica, materia questa che lo porterà quenta corsi di post laurea specializzando- tiche che lo citano. Attualmente collabora a suonare il sassofono durante tanti anni; si in mosaico e in restauro a Spilimbergo con diverse gallerie d’arte presentando le per quanto riguarda il disegno il primo e a Lestans in provincia di Pordenone, dal sue opere pittoriche e scultoree, e in ambi- maestro sarà il padre, disegnatore di fu- 1998 al 1999 si trova a Firenze a collabora- to pubblico e privato scrivendo recensioni e metti, con gli anni frequenterà studi di re nel museo, nella stamperia d’arte e nei critiche per artisti contemporanei e perizie pittori che lo introdurranno alle tecniche laboratori di restauro degli Archivi Alinari; di opere del passato.
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