IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia

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IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
SEZIONE ALPINI
                                                                                                                                               96°
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1 comma 2 - DCB/Gorizia
Periodico trimestrale
Gen.|Feb.|Mar. 2019 - Anno XXXVI - N.1                                                        GORIZIA
                                                                                                                                            ANNIVERSARIO
                                                                                                                                            DI FONDAZIONE
                                                                                                                                            1923-2019

SOTTO
IL CASTELLO
noi…reduci della naja
La nostra Associazione compie il suo primo               la nostra Italia, perché tutto ciò che custo-        glio di tempo o nient’altro altro da fare, che
secolo, inevitabile una riflessione su questo            diamo dobbiamo affidarlo alle nuove gene-            costruiremo un futuro positivo; la fiaccola
importante compleanno. Credo che questi                  razioni perché queste facciano altrettanto.          deve essere conservata accesa nei nostri cuo-
cento anni si possano riassumere in quattro              Non farlo non sarebbe da Alpini, da Amici            ri e innalzata tutti i giorni: solamente con
significativi momenti.                                   degli Alpini e da Aggregati.                         un costante e quotidiano impegno da parte
Il primo, al termine della Grande Guerra,                Per questo dobbiamo con caparbietà con-              di tutti ci illuminerà la strada dandoci indi-
quando dalle ceneri di quella immane trage-              tinuare la battaglia per il ripristino della         cazioni e stimoli indispensabili per raggiun-
dia, come araba fenice per non dimenticare,              leva obbligatoria: anche se battaglia ardua,         gere nuovi e ambiziosi obiettivi: tutti, ma
i Reduci divennero Padri fondatori, accen-               non scendiamo a compromessi su soluzioni             proprio tutti, dobbiamo sentirci parte attiva
dendo una fiaccola fatta di identità, valori             alternative. Ovvio che certe situazioni inter-       del nostro Gruppo, della nostra Sezione.
e memorie da trasmettere: in altre parole la             nazionali possono essere affrontate solo da          Non indossiamo il nostro Cappello come un
missione della nostra Associazione.                      professionisti, ma creare un corpo ausiliario        copricapo semplice simbolo di appartenenza
Il secondo, quando quella fiaccola fu riacce-            che li affianchi in Patria, con le stellette però,   o ricordo della nostra gioventù, ma trasfor-
sa da altri Reduci al termine della seconda              non come cooperativa o chissà cos’altro, son         miamolo in esempio: importante è ESSERE,
guerra mondiale, che fecero rivivere l’Asso-             certo che aiuterebbe i nostri giovani a ri-          non apparire Alpino!
ciazione.                                                trovare il rispetto dei valori, a riportarli in      Il nostro domani potrà anche essere in salita,
Il terzo, quando la fiaccola portata dai nostri          montagna, a condividere l’esperienza di vita         ma non dobbiamo averne paura, dobbiamo
Alpini e volontari accorse nel 1976 in Friuli            in comune, ad apprezzare la solidarietà che          affrontare le difficoltà un passo dopo l’altro,
dopo il terremoto: momento di svolta, che ci             nasce con il sacrificio fatto per aiutare chi        come facciamo sulle nostre amate monta-
ha trasformato da pura Associazione d’ar-                marcia al tuo fianco!                                              gne; ci costruiremo il nostro fu-
ma anche in Associazione attenta ai bisogni              Abbiamo ancora i numeri per                                               turo armati come siamo
delle nostre comunità, dei nostri territori. Io          far sentire la nostra voce,                                                          di fede e di amo-
considero il Friuli e tutti i successivi inter-          per trasmettere ai giova-                                                               re nel custodire
venti anche un metter in pratica la nostra               ni i nostri ideali, altrove                                                             e tramandare
Preghiera, quando recita rendi forti le no-              dispersi: solo così facendo                                                             i valori dei no-
stre armi contro chiunque minacci la no-                 son certo che la nostra                                                                stri Padri fon-
stra Patria: anche le calamità naturali sono             amata Associazione potrà                                                              datori, dei nostri
minaccia!                                                guardare con fiducia al                                                             Reduci, dei nostri
Il quarto, l’oggi che personalmente ci ri-               suo secondo secolo! Ma per                                           V e c i . Impediamo che i
guarda: noi siamo i reduci della naja, ben               far questo serve un esame                                           malesseri della società finiscano
consapevole dell’enorme differenza tra un                di coscienza da parte di tutti,                                     per influenzare anche la vita as-
Reduce che ha attraversato una guerra e                  dobbiamo         innanzitutto                                       sociativa.
noi che abbiamo attraversato la leva. Adesso             farci una domanda: che                                               Questi dovranno essere i nostri
tocca a noi tenere alta la fiaccola avuta in             spazio ha l’ANA nella                                                scopi associativi, i nostri tra-
eredità da chi ci ha preceduto e guai farla              mia vita o, meglio, che                                            guardi da raggiungere all’alba
spegnere per accidiosa pigrizia! È nostro ob-            spazio offro all’ANA nel-                                                     del nostro secondo se-
bligo morale verso chi l’ha portata prima di             la mia vita? Non è cal-                                                         colo: essere presenti,
noi non solamente custodire, ma soprattutto              zando il Cappello                                                                partecipare alle no-
tramandare i nostri valori e le nostre memo-             ogni tanto, quando                                                               stre molteplici attivi-
rie. Dobbiamo farlo non solo per noi, ma per             abbiamo un rita-                                                                       tà, fare in modo
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2   SOTTO
              IL CASTELLO                                                                                                              N. 1 | 2019

    che la nostra vita alpina sia vera e non sopportata con malcelata       reno, non solo per la nostra Associazione, ma anche per la nostra
    indifferenza. Secondo me, se non capiamo questo, ma di quale            amata Italia che ha e avrà sempre bisogno dei suoi Alpini!
    alpinità, di quale vita associativa staremo a discutere?                Chiudo, ringraziandovi per l’attenzione, parafrasando le parole
    Vi chiedo di riflettere su queste mie considerazioni, non preten-       del Beato Don Carlo Gnocchi:
    dono di essere nient’altro che proposte per proseguire nel modo
    migliore il cammino, che sono certo impegnandoci riusciremo             Per far bella l’A.N.A. ci vuole il coraggio degli Alpini,
    a percorrere, perché se molte realtà sono cambiate, lo spirito, la      ci vuole l’amore per la terra degli Alpini, ci vuole la
    nostra voglia, la nostra determinazione, la nostra semplicità e se-        sobrietà degli alpini, la religiosità degli Alpini
    renità nella concretezza del fare sono rimaste quelle di sempre e
    questo non può che lasciare spazio alla speranza in un futuro se-                                                                Marco Fulcheri

                Nikolajewka gennaio 1943
                Nikolajewka gennaio 2019
    E siamo ancora qui, 76 anni dopo, a ri-        Penne Nere.                                       volta agisce.
    cordare, con cuore, con mente, quella bat-     A seguire, nel tempo, l’abbellimento di           Così, se per l’Asilo Sorriso, molti furono
    taglia, quegli alpini, quegli uomini che       quella struttura, con la realizzazione di         quelli che operarono, a vari livelli e in
    disperatamente lottarono per uscire dalla      un piccolo parco giochi e di un giardino.         diversi modi, per realizzare la struttura
    sacca e riprendere il cammino della spe-       Fino al settembre 2018, con la costruzione        di Rossosch, non sono mancati i generosi
    ranza… la possibilità di tornare a baita.      del Ponte degli Alpini per l’amicizia, sul        che hanno accolto l’appello per il Ponte di
    Facciamo memoria di quel 26 gennaio            fiume Valuj in quel di Livenka-Nikolajew-         Nikolajewka, quel ponte sul quale, come
    1943, di quel luogo, di quegli uomini, con     ka il cui sindaco ne aveva fatto richiesta        ricordato dal presidente dell’Ana Sebastia-
    la consapevolezza di rendere un doveroso       sei anni or sono.                                 no Favero, 76 anni fa, durante il ripiega-
    omaggio alla memoria di chi cadde sul          Non è un grande manufatto, ma il si-              mento, erano passati tanti alpini.
    campo, di chi tornò in patria recando feri-    gnificato della sua realizzazione va oltre        E allora, diciamoli i nomi dei generosi che
    te nel corpo e lacerazioni nello spirito.      le dimensioni. E c’è ancora l’amicizia di         hanno dato tanto per questo manufatto,
    Nikolajewka è dire soprattutto alpini - Tri-   mezzo, appunto, c’è ancora quella solida-         o almeno facciamone qualcuno. Dal vec-
    dentina, con alla testa il generale Rever-     rietà dalle Penne Nere manifestata sem-           chio Armando Cimolai di Pordenone, con
    beri, allora.                                  pre nella loro storia, per chi abbia una          la struttura in acciaio, a Giovanni Perin
    Ma Nikolajewka è continuare a dire Alpini,     necessità, per chi si trovi in difficoltà, nel    di Fontanafredda con l’impianto di illu-
    Ana, oggi, perché c’è un filo che unisce le    bisogno, nel dolore, dentro e fuori i confini     minazione, nonché le Penne Nere della
    due date. Un filo che non è soltanto quello    della Patria.                                     sezione pordenonese.
    della storia e della memoria, ma di una        E c’è la capacità di coinvolgimento di-           E li diciamo, e li facciamo, i nomi, per-
    autentica amicizia con i nemici di allora.     mostrata dall’Ana quando si tratti di fare        ché sono espressione di un’Italia malnota,
    Un filo che si dipana in date e momenti        qualcosa di utile, in questo caso, anche, di      forse perché diversa da quella che ci viene
    ben precisi.                                   enorme!                                           mostrata per lo più dai media: egoista, su-
    Settembre 1993: l’inaugurazione dell’A-        Il popolo delle Penne Nere è piccolo, ma          perficiale, pressapochista, l’Italia dell’effi-
    silo Sorriso, in quel di Rossosch, struttura   attivo, tutto fatti e non chiacchiere, e chi vi   mero, delle mode.
    progettata e costruita da menti e mani di      è dentro, o vicino, prende esempio e a sua        È un’altra Italia, appunto, quella di cui
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N. 1 | 2019
                                                    SOTTO
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parliamo: fatta di gente operosa, professio-
nalmente valida, generosa, pronta a dare e
non a chiedere. Non a vantare diritti, ma
capace di sacrifici, l’Italia del dovere e del
fare, del volontariato vero.
Nel viaggio-pellegrinaggio del settembre
scorso, poi, non è mancata, per ricordare il
quarto di secolo della donazione dell’Asilo
Sorriso, una novità: il dono da parte del
Comune di Conegliano, pronubo il vecio
Lino Chies, di un’opera in ceramica sul-
la favolistica italiana (Pinocchio) e russa
(Riccioli d’oro e i tre orsetti) realizzata
dagli artisti e dagli allievi della Scuola di
Scomigo che abbellisce ulteriormente la
facciata dell’edificio.
 Sono segni eloquenti, emblematici di quel
che è l’Ana, di quel che gli Alpini sanno
costruire e trasmettere poi alla nostra so-
cietà, alle realtà locali e all’Italia intera.
Ecco, allora, che nel nome e con il sen-
so dell’alpinità, il sentimento del cuore
per chi non tornò a baita e per i reduci di
allora, trova compiuta sintesi nell’oggi,
in imprese come quelle di Rossosch e di
Livenka.
Onore agli Alpini Caduti, dunque!
E omaggio a quelli del nostro tempo!

                              Giovanni Lugaresi

Testo del discorso ufficiale tenuto dal giornali-
sta Giovanni Lugaresi in piazza a Giavera del
Montello su invito dell’Amministrazione Comu-
nale il 27 gennaio 2019
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4   SOTTO
               IL CASTELLO                                                                                                           N. 1 | 2019

    76° dalla battaglia di Nikolajewka
    Domenica 27 gennaio si è svolta a Cargnacco la commemora-               anni prima, perché assieme al ricordo si trasmettino valori come
    zione solenne del 76° anniversario della battaglia di Nikolaewka,       il dovere e il sacrificio, valori che oggi sono sempre meno sentiti e
    alla quale assieme a tantissime Associazioni Combattentistiche e        vissuti. Diversi momenti hanno particolarmente segnato la gior-
    d’Arma era presente anche la Sezione ANA di Gorizia con il suo          nata, già carica di emozioni e di cordoglio.
    Vessillo, assieme a diverse altre Sezioni e oltre un centinaio di        Il primo è stata la benedizione di un monumento dedicato ai Ca-
    gagliardetti di altrettanti Gruppi.                                     duti, intitolato proprio “La sciagurata caduta”, scolpito dall’arti-
    L’atmosfera, come ogni volta, è stata caratterizzata da una pro-        sta Dmytro Ivachenko, nativo proprio di Nikolaevka, città simbolo
    fonda commozione mista ad un sacro rispetto per tutti i soldati         per gli Alpini d’Italia.
    d’Italia che, con alto senso del dovere e nonostante condizioni         Il secondo è stata la consegna al Presidente Stagno da parte di due
    di vita tremende, seppero affrontare prove durissime in uno dei         parenti della piastrina dell’Art. Mont. Danilo Toso, caduto assieme
    luoghi più pericolosi e duri della II° Guerra Mondiale, la Russia       al fratello nella battaglia di Niolaewka, fratelli attesi invano per
    del Fronte Orientale.                                                   tutta la vita dalla madre, che come tutti coloro che hanno un
    Il ricordo di migliaia di giovani mandati a combattere in terre         disperso in famiglia non possono mai mettere la parola fine alle
    lontane è stato sottolineato sia durante la messa che nelle allocu-     loro sofferenze.
    zioni ufficiali, un ricordo che deve essere di sprone affinchè simili   Il terzo è stato la benedizione da parte del cappellano militare del-
    tragedie non accadano più e di monito perché mai si abbassi la          la “Julia” di alcune icone religiose, di cui una trovata in Russia in
    guardia sui pericoli che anche in questa epoca minacciano la            una isba colpita dai cannoni durante la ritirata.
    libertà e la democrazia.                                                Sia la piastrina che le icone diverranno parte del museo annesso
    Nei loro interventi il presidente dell’UNIRR Stagno, dell’ANA Fa-       al Tempio di Cargnacco, sempre per preservare e tramandare il
    vero e il nuovo Comandante la Brigata “Julia” Gen.Vezzoli hanno         passato, perché non torni più un momento tragico come la guer-
    tutti sottolineato la necessità di tramandare alle giovani gene-        ra con i suoi orrori.
    razioni il ricordo di cosa seppero fare i loro coetanei di oltre 70                                                         Roberto Buffolini
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N. 1 | 2019
                                                                                                  SOTTO
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Ricordo del Gen. Giulio Martinat
Nikolajewka.                                      gata rimanendo a disposizione del Corpo
Un nome, una storia, una leggenda.                d’Armata Alpino. Il 26 Gennaio 1943 a
Questo e molto di più ha significato ed           mezzogiorno era al rapporto Ufficiali di
è stato per tutti gli Alpini, Fanti, Soldati      Nikolajewka. Per tutta la mattinata gli al-
della Wehrmacht che il 26 gennaio 1943            pini avevano cercato inutilmente di sfon-
hanno dovuto passare attraverso l’inferno         dare lo sbarramento russo. I comandanti
del sottopasso maledetto per, alfine, “rive-      dei reparti si erano resi conto che occor-
der le stelle”. Eroi, vigliacchi, vivi e morti,   reva tentare il massimo sforzo per uscire
tutti accomunati in un’unica sorte, quella        dalla sacca. Alla fine della riunione, quan-
che poteva decidere in un attimo chi vive-        do uscì dall’isba comando, vide passare le
va e chi moriva. Tra tutti questi esseri vi-      nappine verdi “dell’Edolo”. Immediata la
venti che ebbero l’onore e l’onere di vivere      decisione: “ho cominciato con “l’Edolo”,
una delle più sanguinose, dolorose e glo-         voglio finire con “l’Edolo”.
riose battaglie della II° Guerra Mondiale,        Si unì ai suoi alpini, imbracciò un mo-
perché combattuta per “tornare a baita”,          schetto e si gettò avanti di corsa gridando:
voglio qui ricordare brevemente un uomo,          “Avanti alpini, avanti…di là c’è l’Italia,
un Alpino, un Eroe.                               avanti!”. Una pallottola lo centrò alla testa
                                                  fulminandolo come Cantore. Sulla ster-
Voglio ricordare il                               minata pianura nevosa, il suo corpo in-
Gen. Giulio Martinat.                             sepolto giacque accanto a quello di tanti
Giulio Martinat nacque in Piemonte a              alpini caduti con lui che egli non abban-
Maniglia di Perrero (Val Germanasca) il           donò nel momento supremo e che con lui
24 Febbraio 1891 e fin da bambino nutrì           varcarono le soglie dell’eternità. Insieme a     forgiata dalle gesta di generazioni di Pen-
viva ammirazione per gli alpini.                  39 altri ufficiali e più di 3000 alpini venne    ne Nere, quando si dice alle cerimonie “per
Dopo aver seguito da volontario il Corso          seppellito nelle grandi fosse comuni sca-        non dimenticare”, ecco, si deve sempre far
Allievi Ufficiali di Complemento, nel 1910        vate dai Russi.                                  riferimento all’esempio di persone come
partì ancora Sergente, assegnato al 5° Al-        Alla memoria del valoroso Generale fu            Giulio Martinat, al suo senso dell’Onore,
pini Battaglione “Edolo”, per la Libia, da        concessa la Medaglia d’Oro al Valor Mili-        al suo senso del dovere ed al suo spirito di
dove tornò nel 1913 con 2 MBVM e la pro-          tare, con la seguente motivazione:               sacrificio, sentimenti portati sempre avan-
mozione a SottoTenente.                           “Capo di Stato Maggiore di un Corpo              ti con convinzione assoluta, fino alla fine.
Durante la Grande Guerra si distinse per          d’Armata, soldato di eccezionale corag-          Onore, dovere, sacrificio.
ardimento e sprezzo del pericolo in azioni        gio e di indiscusso valore, veterano di          Valori che nella società moderna sono vi-
sul Monte Nero, sul Merzli e sul Vodil, me-       quattro campagne, più volte decorato, di         sti come “scomodi”, perché costano fatica,
ritando la terza Medaglia di Bronzo. Nel          elette qualità di mente e di cuore, vista        obbligano a rispettare le regole, danno un
Luglio 1915 è promosso Tenente e all’ini-         passare una compagnia alpina che scen-           senso compiuto ad una vita altrimenti
zio del 1916 è Capitano.                          deva in linea per decidere l’aspra batta-        vuota.
Nel periodo tra le due guerre ricopre diver-      glia in corso, cedendo al suo istintivo en-      Valori che, da qualche tempo, latitano an-
si incarichi, tra cui nel 1935 l’incarico di      tusiasmo di soldato e di combattente, vi         che tra gli Alpini, perché a volte è più co-
capo di Stato Maggiore della “Julia”.             si metteva alla testa dando a tutti con le       modo fare il “minimo sindacale” nell’as-
Nel Dicembre dello stesso anno parte per          sue alte parole la fiamma dell’ardimento         sociazione, è meno faticoso non seguire
l’Africa come capo di Stato Maggiore della        e divenendone con la sua persona irresi-         le regole associative alla lettera, è molto
IV Divisione CC.NN. “Tevere”. Qui meritò          stibile esempio.Ritto, mentre sparava con        più facile dedicarsi ad attività “mondane”
una Medaglia d’Argento per aver organiz-          il suo moschetto, in zona battutissima e         piuttosto che “istituzionali”.
zato e diretto la difesa di un treno assalito     scoperta, su elementi nemici appostati a         Ebbene, io, da semplice Alpino, da “uno
da un forte contingente nemico.                   brevissima distanza, una pallottola ne           dei 300.000”, dico che invece si deve sem-
Nell’Ottobre 1940 parte per l’Albania qua-        spezzò l’audace impresa e gli stroncò la         pre e comunque mantenere alti i valori
le capo di S.M. del Corpo d’Armata Alpino,        vita, ma la vittoria era assicurata ed il        fondanti la Patria e l’Alpinità, mante-
guadagnandosi la seconda Medaglia d’Ar-           nemico in fuga. Fulgido esempio di alte          nerli alti preservandoli, conservandoli e
gento e la Croce di Cavaliere dell’Ordine         virtù combattive e di suprema dedizione          tramandandoli con determinazione alle
Militare di Savoia.                               alla Patria”. Nikolajewka (Russia) 26 Gen-       generazioni future, senza se e senza ma.
Il 17 Luglio 1942 lascia l’Italia per sem-        naio 1943.
pre, diretto col Comando, alla testa di 3         Quando nell’Associazione Nazionale Alpi-                 Per non dimenticare
Divisioni Alpine, per la Russia.                  ni si parla di preservare il ricordo, quando
Nel Novembre è promosso Generale di Bri-          si vuol tramandare l’essenza dell’Alpinità                                   Roberto Buffolini
IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
6   SOTTO
               IL CASTELLO                                                                                                           N. 1 | 2019

    ALPINI: UN CALENDARIO SPECIALE
       PER UN CENTENARIO SPECIALE
    Cent’anni di vita: ce li ha tutti, ma non li dimostra. Per il suo       nella storia d’Italia, della nostra Patria, un segno che rimarrà
    attivismo instancabile, la sua generosità disinteressatissima, la       a lungo, finché continueremo l’impegno e avremo la forza per
    presenza costante laddove ci sia un bisogno, una richiesta di aiu-      andare avanti così come hanno fatto i nostri veci ed i nostri pre-
    to. È così che il secolo dalla costituzione vede l’ingresso trionfale   decessori”. Mentre, a proposito dell’adunata milanese di maggio,
    dell’Associazione Nazionale Alpini. E il primo atto di una cele-        ha evidenziato come il motto “100 di coraggioso impegno” renda
    brazione variamente articolata è il Calendario storico per il 2019.     l’idea di quanto compiuto.
    C’è un disegno di Novello, il mitico illustratore della vita e del-     “Dobbiamo continuare nel nostro impegno con alpinità che è
    la storia delle Penne Nere, sulla copertina del nuovo Calenda-          anche sinonimo di lealtà, onestà e continua amicizia nel soda-
    rio Ana. Ed è di una sintesi emblematica per il titolo apposto:         lizio. Solo così onoreremo anche in futuro la nostra grande Asso-
    “Ritrovarsi per ricordare!”. Nel 2019 infatti, come detto, ricorre      ciazione e perpetueremo i valori in essa racchiusi”.
    il centenario della costituzione dell’Ana, nonché del periodico         Da parte sua, il comandante delle Truppe Alpine generale Claudio
    “L’Alpino”, e il disegno di Novello (Grande Guerra, Campagna di         Berto ha scritto: “Amor di patria, amicizia, lealtà e senso del dove-
    Russia, Internato militare nei lager nazisti) raffigura due alpini      re, oggi come allora sono le fondamenta del credo di ogni Alpino
    in congedo nell’atto di incontrarsi festosamente.                       sia esso in congedo o in armi. Sentimenti e valori che l’Associa-
    Due alpini, non due “ex”! Perché loro si sentono sempre in ser-         zione riesce, giorno per giorno, a trasfondere in mille concreti e
    vizio permanente effettivo. Un sodalizio, poi, quella delle Penne       tangibili aiuti diretti o indiretti alle comunità”.
    Nere, che non è una semplice associazione d’arma, ma qualco-            Fra le varie immagini che accompagnano il cammino del nuovo
    sa di più, e d’altro. Non diversamente si può arguire dalle testi-      anno, quelle di tutti i presidenti nazionali: da Daniele Crespi a
    monianze che il calendario stesso propone su quanto compiuto            Sebastiano Favero, attraverso i mitici Arturo Andreoletti, Angelo
    dall’Ana sul fronte della solidarietà, a incominciare dalle forme       Manaresi, Ivanoe Bonomi, Ettore Erizzo (veneziano) al vertice
    di mutuo aiuto prestato in tante situazioni personali, per prose-       dell’associazione dal 1956 al 1965, Franco Bertagnolli, Leonardo
    guire con gli interventi generosi, gratuiti, emblematici di un vo-      Caprioli, per dire di quelli che “sono andati avanti”. Poi, imma-
    lontariato vero, in occasione di calamità naturali, o nel realizzare    gini e dati riguardanti la Protezione Civile, lo sport, gli interven-
    opere sociali per anziani, disabili, bambini: in patria e all’estero.   ti recenti nel Centro Italia terremotato, il Ponte dell’Amicizia
    L’Ana venne costituita in Milano, ad opera di un gruppo di una          a Nikolajewka, inaugurato nel settembre scorso, nel ricordo di
    sessantina di reduci l’8 luglio 1919 e il Calendario fresco di stam-    eventi lontani nel tempo, ma ben saldamente legati dal filo di
    pa rappresenta la prima manifestazione celebrativa dell’anniver-        una memoria che oggi è ben viva per i Caduti di allora, e ravvi-
    sario, in attesa della grande adunata nazionale di maggio, nel          vata da segni di amicizia nei confronti di coloro che 75 anni fa
    capoluogo lombardo – ovviamente. E, “Aspettando l’adunata”,             erano “i nemici”.
    la prima di una serie di manifestazioni in programma, recherà
    l’impronta veneta. Si terrà a Milano, infatti, il 12 gennaio prossi-                                                       Giovanni Lugaresi
    mo la cerimonia di premiazione del concorso letterario “Parole
    attorno al fuoco” promosso dalla sezione di Treviso e dal Gruppo
    di Arcade.
    Ma torniamo al Calendario.
    Nel suo saluto, il presidente Se-
    bastiano Favero sottolinea: “Il
    1919 e il 2019 sono due date
    memorabili per la storia della
    nostra grande associazione: la
    nascita e i suoi primi 100 anni!
    Oggi siamo portati a guardare
    ad un costante rinnovamento,
    ad una corsa verso un futuro in
    cui spesso si esalta l’effimero;
    festeggiare con queste premesse
    100 anni di storia può sembrare
    retorico ed obsoleto. Per gli alpi-
    ni non è così. I nostri 100 anni
    tracciano un solco profondo
IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
N. 1 | 2019
                                                                                                SOTTO
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In ricordo della Campagna greco-albanese
Gli Alpini hanno sem-                                            in forze nella regione          stesso gravemente, morendo all’ospedale
pre saputo combattere e                                          balcanica, con un’azio-         militare del Celio qualche mese dopo.
soffrire, spesso oltre ogni                                      ne fulminea invase la           I sacrifici immani sopportati con stoico
aspettativa e ogni umana                                         Jugoslavia e la Grecia,         senso del dovere dalle Penne Nere Gorizia-
possibilità, e sempre ligi                                       costringendole in poco          ne sono ben racchiusi nella motivazione
alla consegna ricevuta e                                         tempo alla capitolazione.       della Medaglia d’Oro conferita alla Ban-
con altissimo spirito di                                         Il sacrificio degli Alpini      diera del 9° Reggimento Alpini:
sacrificio e senso del do-                                       fu terribile, assurdamen-
vere.                                                            te terribile.                   “Per la superba condotta dei batta-
Uomini adusi alla fatica                                         Bastino due esempi su           glioni “Vicenza” e “L’Aquila”, durante
ed ai disagi della mon-                                          tutti: il Battaglione Alpini    la guerra italo-greca: irruenti nell’at-
tagna, le Penne Nere di                                          “Cividale” – Divisione          tacco, calcarono vittoriosamente le
ogni tempo hanno di-                                             “Julia” - dopo il ciclo         giogaie del Pindo; tenacissimi nella
mostrato con la tenacia e                                        d’operazioni dal 28 otto-       difesa, scrissero pagine di gloria e di
l’ardore il proprio valore                                       bre 1940 al 15 gennaio          sangue sulla dorsale dei Mali, sullo
in ogni teatro operativo                                         1941 rimase con 72 uo-          Scindeli e sul Golico, sbarrando col
in cui sono stati mandati                                        mini in linea su 1200,          sacrificio, la strada alle soverchianti
ad operare.                                                      mentre il Battaglione           forze nemiche. Granitici e fieri alpini,
Uno di questi teatri è sta-                                      Alpini “Edolo” -Divisione       furono sui monti di Grecia e di Alba-
to quello Greco – Albanese, in occasione       “Tridentina” - dopo la Battaglia di Dushar        nia ben degni dell’eroico e vittorioso
dell’intervento che sarebbe poi stato deno-    del dicembre 40 ritornò a valle con solo 23       loro passato di guerra.”
minato “Campagna italiana di Grecia”,          Alpini vivi!                                      — Fronte greco - Pindo - Mali - Scin-
che si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23   Da questa immane tragedia fu toccata in           deli - Golico, 28 ottobre 1940 - 23
aprile 1941.                                   prima persona anche la città di Gorizia,          aprile 1941.
Tale Campagna, apertasi con un’offensiva       dalla quale partì il “suo” 9° Reggimento
del Regio Esercito italiano a partire dalle    Alpini, la cui sede era alla Caserma della        A ricordo di questa campagna, come per
sue basi in Albania verso la regione dell’E-   “Vittoria” sita nell’omonima Piazza ai pie-       la Campagna di Russia, molte sono le
piro in Grecia, prese subito una brutta pie-   di del Castello, al comando del Colonello         iniziative che vengono annualmente fatte
ga e la situazione degenerò rapidamente.       Gaetano Tavoni, uomo granitico ed indo-           per commemorare il sacrificio delle Penne
Malamente pianificata ed eseguita con          mito che seppe condurre i suoi Alpini con         Nere.
forze numericamente insufficienti e scar-      mano e cuore saldi durante tutte le fasi dei      Una di queste importanti manifestazioni,
samente equipaggiate, l’offensiva italiana     terribili combattimenti fino a che, ferito lui    organizzata dalla Sezione Carnica, si è
andò incontro a un disastro: bloccato l’at-                                                      tenuta domenica 10 febbraio a Tolmezzo,
tacco nemico, le forze greche del generale                                                       nel cuore del Friuli, culla di migliaia di Al-
Alexandros Papagos, appoggiate da unità                                                          pini nati e cresciuti nel seno della “Julia”,
aeree della Royal Air Force britannica,                                                          Divisione prima e Brigata poi dal 1949.
passarono decisamente al contrattacco                                                            Alla presenza di molti Vessilli e Gagliar-
respingendo le unità italiane oltre la fron-                                                     detti la commemorazione è iniziata con la
tiera e continuando ad avanzare in pro-                                                          Messa in onore dei Caduti, per prosegui-
fondità nel territorio albanese.                                                                 re con la sfilata fino al Piazzale Vittorio
L’avvicendamento di diversi comandanti a                                                         Veneto, dove è stata deposta una corona e
capo delle operazioni non portò a grandi                                                         dove diversi oratori hanno tenuto le allo-
miglioramenti per le forze italiane, rin-                                                        cuzioni ufficiali.
forzate in maniera caotica da un flusso                                                          Nonostante siano passati tanti anni il ri-
disorganizzato di truppe e alle prese con                                                        cordo delle gesta e dei sacrifici patiti da
una pessima situazione logistica; solo a                                                         tanti giovani non è mai venuto meno, e
fine febbraio 1941 il fronte italiano poté                                                       anche durante questa giornata solenne
infine essere stabilizzato.                                                                      la commozione era palpabile nell’aria
In marzo le forze italiane tentarono una                                                         tersa di Tolmezzo, e si poteva quasi sen-
massiccia controffensiva per respingere i                                                        tire la presenza delle tante, troppe “Penne
greci dall’Albania, ma andarono incontro                                                         mozze”, quasi che per un istante si fosse
a un sanguinoso fallimento, che di fat-                                                          schierata, ancora una volta, l’indomita
to paralizzò le operazioni fino all’aprile                                                       “Divisione Miracolo”.
1941, quando la Germania intervenendo                                                                                         Roberto Buffolini
IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
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               IL CASTELLO                                                                                                        N. 1 | 2019

    Il “cappello alpino” ritrovato
    La conservazione e la trasmissione della memoria e dei valori del-
    la memoria, valori come Onore, Rispetto, Dovere, sono da sempre
    un imperativo degli Alpini di ogni tempo e grado.
    Ancora di più quando si tratta di memoria che rischia di scompa-
    rire, di venir soffocata e sacrificata sull’altare del menefreghismo
    e dell’indifferenza che ormai imperano dappertutto.
    Un caso, uno dei molti purtoppo, in cui si è rischiato di perdere
    un pezzo di storia ci viene riferito dalla Liguria, esattamente da
    Calizzano, una ridente località in provincia di Savona, terra Alpi-
    na per eccellenza, da dove, oltre che nella “TAURINENSE” diretta
    verso la Yugoslavia, partirono con il 1° ed il 2° Reggimento Alpi-
    ni altri migliaia di giovani inquadrati nella “Divisione martire”
    della “CUNEENSE”, comandata dal Gen. Battisti, un vero Alpino
    tutto d’un pezzo che, quando fu il suo momento, volle essere se-
    polto con i suoi Alpini presso il Sacrario di Colle di Nava.
    Il caso, come si diceva, ha fatto sì che, fortuitamente, nei boschi    come il sig. Giribone che ancora hanno un grande cuore e, ov-
    del Melogno è stato ritrovato un Cappello Alpino, abbandonato          viamente, ci sono gli Alpini che da sempre sono e saranno i fedeli
    come uno straccio in mezzo ai rifiuti.                                 custodi del tempo e della memoria.
    Il suo scopritore, il signor Carlo Giribone, che ha avuto la fortu-    Per non dimenticare.
    na di ritrovarsi questo cimelio tra le mani, pur non avendo fatto                                                        Roberto Buffolini
    l’Alpino ha immediatamente capito che questo reperto aveva un
    grande valore.
    Detto fatto si è messo in contatto con il Capogruppo locale, l’Al-
    pino Fabio Locatelli, il quale ha subito accolto entusiasticamente
    il sig. Giribone nella sede ANA di Calizzano,
    dando di nuovo una casa e
    soprattutto dignità al
    Cappello ritrovato.
    Un Cappello con una
    sua storia, che deve
    averne viste molte; è
    infatti un Cappello da
    capitano, con il “6”
    posto sul tondino del
    fregio dorato, quindi chi
    lo ha indossato ha fatto
    il servizio e, sicuramente,
    la guerra nella gloriosa Di-
    visione “TRIDENTINA”, la
    Divisione che diede l’ultima
    e disperata spallata a Nikola-
    jewka.
    Pur nella gioia di aver salvato
    un pezzo di Alpinità resta l’a-
    marezza per la noncuranza con
    cui, ormai, tutto viene trattato,
    senza pensare a cosa possa rap-
    presentare un oggetto, un libro,
    una poesia. Sembra che il mondo
    si fermi all’attimo, all’immedia-
    to, che poi deve essere bruciato in
    nome della fretta e della modernità.
    Ma, per fortuna, ci sono persone
IL CASTELLO noi reduci della naja - SEZIONE ALPINI GORIZIA - Ana Gorizia
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Gabriella Brumat: primo premio
          Parole attorno al fuoco approda a Milano.
           Premiati a Palazzo Lombardia i vincitori
             del concorso che racconta gli alpini.
       Aspettando la 92° Adunata, in terra meneghina.

Penne nere, autorità ed emozioni hanno         Casa Tua Due di Belluno.
invaso pacificamente, sabato 12 genna-         Coordinate brillantemente da
io, l’Auditorium Testori di Palazzo Lom-       Nicola Sergio Stefani, spe-
bardia per la cerimonia di premiazione         aker delle Adunate Nazionali,
del Concorso letterario nazionale              sono intervenute numerose
Parole attorno al fuoco, che da oltre          autorità del Corpo Alpini,
vent’anni celebra lo spirito e i valori, la    della Regione Lombardia,
solidarietà e l’amore per la montagna che      del Comune di Milano e
caratterizzano gli Alpini. “La Montagna:       naturalmente del Comitato
le sue storie, le sue genti, i suoi soldati,   Organizzatore del Premio,
i suoi problemi di ieri e di oggi” il tema     a conferma della valenza
cui dovevano ispirarsi gli scritti.            del concorso ma anche
Ideato e organizzato dalla Sezione ANA di      dell’Adunata, in calenda-
Treviso e dal Gruppo Alpini di Arcade, con     rio il 10, 11 e 12 maggio
il patrocinio del COA (Comitato Organiz-       prossimi nel capoluogo
zatore Adunata), il contributo di Regione      lombardo.
Lombardia, il patrocinio di Regione Vene-      Tra queste, Alan Chri-
to e Regione Lombardia, Comune di Mi-          stian Rizzi (sottosegretario
lano e Comune di Arcade, il concorso ha        alla Presidenza di Regione Lombardia),
aperto il programma di Aspettando la           Mario Vanni (capogabinetto del Sin-               UNA PORTATRICE - 1918 - 2018
92a Adunata Nazionale di Milano.               daco Giuseppe Sala e alpino), Mauro              in memoriam di Gabriella Brumat
Primo premio a Gabriella Brumat di             Buttigliero (vice presidente ANA nazio-            di Turriaco (Gorizia) 1° classificato
Turriaco (Gorizia), con il racconto “Una       nale), il Generale Renato Genovese
portatrice”. Secondo premio a Loreta           (presidente del COA Milano), Luigi Boffi         Trascurate a lungo dalla Storia, le eroi-
Chenetti di Belluno, con “Frammenti di         (presidente ANA Milano), Marco Piove-            che portatrici carniche sono riapparse
ricordi”. Terzo premio a “Quasigemelli”        san (presidente ANA Treviso), Rolando            nella letteratura; il concorso Parole at-
di Fabio Tittarelli, di Roma. Rosa d’ar-       Migotto (capogruppo Alpini Arcade),              torno al fuoco ne è testimonianza per
gento a Paola D’Agaro, di Pordenone,           Leonardo Migotto (presidente Comita-             via, appunto, di racconti “in materia”
per “Vite minuscole”. Il Trofeo Bettiol è      to Organizzatore Concorso) e Giovanni            presentati in passato, e adesso, di una
andato invece a Paolo Meneghini di             Lugaresi (presidente Giuria Concorso).           autrice per la prima volta partecipante
Carrè (Vicenza), con “La fuga dei cer-         Proprio Lugaresi ha sottolineato la “di-         e subito meritevole del primo premio.
velli”. Targa ai racconti segnalati: “Le       gnità letteraria, formale e di contenu-          La storia d’amore fra una portatrice e
cose che restano” di Gianni Gandini            ti di un premio che celebra l’alpinità da        un giovane combattente, delicata e av-
(Albiolo, Como), “Pelle dentro pelle” di       Nord a Sud, dalle Alpi alle isole, indistin-     vincente, è infatti inserita nel contesto
Rita Mazzon (Padova), “Vocazione” di           tamente”.                                        di quelle donne che rischiando la vita,
Valentina Semprini (Rimini), “Un fio-          Un ringraziamento speciale è andato alla         sotto il peso della gerla colma di viveri,
re tra i capelli” di Elena Barone (Avel-       dottoressa Pesole, della Prefettura di           medicinali, munizioni destinati ai com-
lino), “Cinque metri di tempo” di Luca         Milano, e a Massimo Cataldi, in rappre-          battenti, raggiungevano la prima linea.
Notarianni (Itri, Latina), “Pennacchi di       sentanza della Questura di Milano, per il        La vicenda, narrata con ritmi sempre
fumo” di Mauro Perfetti (Quassolo, To-         prezioso lavoro di sostegno all’organizza-       appropriati a seconda delle situazioni e
rino) e “Solo i monti lo sanno” di Erika       zione della 92a Adunata Nazionale.               condizioni dell’ambiente e delle perso-
Pedretti (Ravarino, Modena).                   Ad allietare l’evento sono state le voci del     ne, è caratterizzata da un forte legame
I primi tre classificati hanno ricevuto un     Coro ANA Milano, diretto dal maestro             affettivo (madre-figlio soldato, portatri-
trofeo e un premio in denaro, la cui metà      Marchesotti, con una selezione di canti          ce-soldato, portatrice-madre del giova-
verrà devoluta in beneficienza, secondo le     regionali con forte ispirazione alle donne,      ne caduto in battaglia, alla fine) tocca
indicazioni dei vincitori, rispettivamente     l’altra faccia della dura vita di montagna       nel profondo e commuove.
                                                                                                                         Giovanni Lugaresi
a: Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi        e delle guerre combattute tra i monti.
                                                                                                                    presidente della Giuria
di Turriaco, Baobab Experience di Roma e
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     Sergio Pacori: il “signore del ferro”
     Se si vuol definire Sergio Pacori solamente     la famosa effigie della Madonna assieme          che abbondava e tuttora abbonda sul Car-
     con una parola l’aggettivo più pertinente       agli ori, reperti che vennero poi consegna-      so e sul Collio, il ferro di quelle stesse bom-
     è senza dubbio “vulcanico”.                     ti all’Arcivescovo di Gorizia.                   be cadute 100 anni fa, il ferro che veniva
     Non si può spiegare altrimenti la vitalità,     Il piccolo Sergio, oltre a badare alle faccen-   usato dai fabbri della sua giovinezza.
     l’energia dirompente e la curiosità innata      de di casa, spesso andava a vedere i fabbri      Ecco che il cerchio si chiude, passato e
     che permea questo signore che, a prima          del paese mentre lavoravano. La materia          presente si fondono, si può proprio dire, in
     vista, sembra una persona tranquilla.           prima non mancava certo; Gargaro, come           un unico respiro.
     Appunto, sembra.                                tutto il Goriziano, era sulla linea del fuoco    Certo, da semplice voglia di plasmare il
     Non appena si accenna a parlare con             durante la Grande Guerra e molte, mol-           ferro a forma d’arte il passo non è breve.
     Sergio ecco che lui comincia e… e non           tissime bombe, schegge e granate, quando         Si deve infatti arrivare ai primi anni ‘90
     si ferma più. Né, del resto, nessuno si so-     non c’entravano le trincee, arrivavano nei       per vedere la prima “opera”, o almeno
     gnerebbe mai di fermarlo, perché la vita e      campi e sulle case tutto attorno.                la prima opera importante, uscire dalle
     la storia di quest’uomo vale veramente il       Si pensi che l’intensità dei bombardamen-        mani e dal fuoco dell’artista goriziano.
     tempo speso, e se ne esce arricchiti, soprat-   ti fu così intensa che il Monte Santo perse      Tale opera viene richiesta a Sergio dal
     tutto a livello umano.                          16 metri in altezza!                             Gruppo Alpini di Gradisca d’Isonzo e
     Sergio Pacori nasce il 2 marzo 1933 a Gar-      Per tali ragioni il materiale ferroso non        dall’Associazione “Amici dell’Isonzo” e
     garo, un paese situato ai piedi del Monte       mancava certo, tanto che la gente spes-          posizionata poi presso il Cimitero di Guer-
     Santo, all’incrocio di vie che portano a        so portava a vendere quanto trovava nei          ra Italiano di Gyor in Ungheria, e si tratta
     Chiapovano, l’Altopiano della Bainsizza,        campi fino al mercato a Gorizia.                 di una struttura composita di roccia e fer-
     Tarnova e Loqua.                                Ecco quindi che questo ragazzino andava          ro in cui viene rappresentata efficacemen-
     La sua famiglia ha origini antiche, “pro-       e restava sempre affascinato nel vedere          te il connubio tra l’attimo fuggente della
     veniente da oriente”, ed in tempi antichi si    questi artigiani da dei semplici pezzi di        morte ed il rifiorire della vita e della pace.
     stabilì assieme ad altre famiglie proprio ai    ferro riuscissero a creare manufatti d’ogni      Da quel momento Sergio Pacori capisce
     piedi dei monti che cingono Gorizia.            sorta.                                           la sua “Via” e diventa il Maestro Pacori,
     La mamma Palmira era una ostetrica              L’osservazione continua ed appassionata          come giustamente lo ha definito un noto
     molto apprezzata, una delle autorità del        fa nascere in questo ragazzino la voglia di      storico locale e mio amico, Pier Luigi Lodi.
     paese assieme al parrocco ed ai Carabi-         lavorare il ferro, di creare da un materiale     Del resto trasmettere la vita attraverso la
     nieri, mentre il padre aveva una avviata        duro ed inerte qualcosa di vivo e palpitan-      scultura di strumenti nati solo per uccide-
     macelleria.                                     te, nasce insomma la sua passione, una           re è sinonimo di maestria, sia fisica che
     L’unanime consenso attorno alla figu-           passione da lui definita “da sempre”.            mentale e fisica, perché forgiare con pa-
     ra della madre era tale che, dopo l’Otto        Ma Sergio va oltre.                              zienza certosina attraverso il calore e stru-
     settembre 1943, i Frati del Santuario di        Sergio incomincia ad usare per esprimersi        menti sempre diversi e anche di precisione
     Monte Santo consegnarono proprio a lei          un particolare tipo di ferro, proprio quello     non è per nulla semplice.
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Ma il risultato è evidente e affascinante.      L’arte espressa a piene mani e con il cuore     blica sulla crudeltà della guerra e per aiu-
infatti oltre alla bellezza estrinseca quello   ha portato questo artista in giro per l’Ita-    tare i troppi “bambini soldato” che queste
che colpisce sempre l’osservatore è il valo-    lia e l’Europa e gli è valso il titolo, me-     armi le usano veramente e ferocemente,
re intrinseco, il sentimento palpitante che     ritatissimo, di Cavaliere della Repubblica,     addestrati ad uccidere ad un’età in cui non
pervade il freddo acciaio o bronzo per ar-      conferitogli il 2 giugno 2017.                  dovrebbero nemmeno conoscere la parola
rivare al cuore della persona, senza filtri.    La bravura e la maestria espressa da Sergio     “uccidere”. A Sergio, il “signore del ferro”
Le opere spaziano da presepi fatti con          in tutti questi anni è stata perfino d’esem-    va attribuita tutta la riconoscenza possibile
schegge di ferro e bossoli di bombe a croci     pio e d’aiuto per il progetto dell’associa-     da parte di tutti noi, per il duraturo mes-
fatte con chiodi a draghi fatti con scaglie     zione “the tree of life”, nata in Mozambico     saggio di pace che da sempre ha inteso tra-
di lamiera e ferro, ed ogni opera ha un         con lo scopo di creare opere e cose usando      smettere con l’arte e il duro lavoro.
profondo significato.                           le armi, per sensibilizzare l’opinione pub-                                 Roberto Buffolini

Rassegna Presepi a Grado e Aquileia
Lo scorso 12 gennaio al Palacongressi di Grado si è svolta la ce-
rimonia di chiusura della rassegna “Presepi a Grado e Aquileia
2018-2019” con la consegna degli attestati ai partecipanti e la re-
stituzione delle opere ai rispettivi autori. Presente anche la Sezio-
ne A.N.A. di Gorizia rappresentata dal Presidente Paolo Verdoliva,
che per la prima volta ha ricevuto l’attestato di partecipazione per
aver presentato un quadro che raffigura la Natività protetta da
un Cappello Alpino. Quadro che sarà donato a don Bruno Fasani,
Direttore del mensile A.N.A., visto che lo spunto del ricamo appar-
tiene ad un disegno pubblicato su L’ALPINO del mese di dicembre         lidarietà che sono la base dello spirito alpino. Il quadro è un rica-
2017. Grande soddisfazione della nostra partecipazione da parte         mo realizzato dalla nostra Socia Amica degli Alpini signora Maria
del Sindaco di Grado Dario Raugna, nostro Socio Alpino, che ha          Bagattoni che a sua volta ha presentato un’opera raffigurante la
voluto consegnare l’attestato. Il Presidente Verdoliva ha già fatto     Sacra Famiglia. La rassegna è stata coronata dalla presenza di
impegno di partecipare alla prossima edizione 2019-2020. Pic-           un foltissimo pubblico, che ha ammirato tutte le opere presenti,
cola partecipazione ma significativa per l’importanza che ha il         presenti sia nel Palacongressi che negli scorci della Città di Grado.
Presepio che rappresenta la famiglia, l’amore, l’altruismo e la so-                                                                 M.B e P.V.
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     Ricevuto un importante riconoscimento
                                      La Grande Croce d’Onore del O.S.K. di Vienna
     A conclusione delle cerimonie per ricor-
     dare il centenario della fine della “Grande
     Guerra 1914 - 1918” nella quale sono state
     duramente coinvolte le giovani generazioni
     dell’ex “Litorale Austriaco”, la Croce Nera
     Austriaca di Vienna unitamente all’Asso-
     ciazione “Amici della Croce Nera Austriaca,
     con la collaborazione della Pro Loco di Fo-
     gliano Redipuglia ed il Patrocinio del Co-
     mune di Fogliano Redipuglia ha promosso
     ed organizzato il 1.mo dicembre 2018, una
     significativa cerimonia nel motto
     “Per non dimenticare… Per non dimen-
     ticarli… “nei luoghi simboli di questa
     immane tragedia: Il Sacrario Militare di
     Redipuglia ed il Cimitero Austro Ungarico
     di Fogliano.
     La cerimonia è iniziata alle ore 10.00
     con la S. Messa nella Chiesa del Sacrario       do l’importanza di riportare alla memo-         collaborazione con il Commissariato Ge-
     Militare di Redipuglia “Maria Santissima        ria il sacrificio di tanti giovani per troppo   nerale Onoranze ai Caduti di Roma.
     Regina della Pace” celebrata con speciale       tempo dimenticati. Sono intervenuti il          Anche in questo frangente, il Coro “Monte
     ed intima condivisione dal Cappellano Mi-       Ten. Col. Orazio Caratozzolo in rappresen-      Sabotino” ha intervallato tra gli interventi
     litare don Sigismondo Schiavone. Il Coro        tanza del Comando Militare Esercito FVG         struggenti momenti musicali.
     “Monte Sabotino” di Gorizia diretto dal         ed il Ten. Col. Norbert Zorzitto Direttore      Dopo la consegna di “Attestati” con il logo
     Maestro Roberto Lizzio con alcuni strug-        del Sacrario Militare di Redipuglia per sot-    del Comune e dell’O.S.K. intestati a Cadu-
     genti interventi corali ha reso particolar-     tolineare il dovere di onorare tutti i Caduti   ti della I.ma Guerra Mondiale e richiesti
     mente intima e coinvolgente la cerimonia        al di là delle divise indossate e l’importan-   dai discendenti che li hanno ricevuti con
     religiosa.                                      za di impegnarsi a costruire e mantenere
     Alla fine tutti i presenti hanno deposto con    la Pace tra le Nazioni. Il Comm. Franco
     solennità una corona d’alloro a ricordo         Stacul Presidente dell’Associazione “Amici
     dei sacrifici dei Caduti al Sacrario Militare   della croce Nera Austriaca” dopo aver rin-
     di Redipuglia accompagnati dalle note del       graziato l’Amministrazione Comunale, la
     “Silenzio” e successivamente al Cimitero
     Militare Austro Ungarico di Fogliano alla
     presenza del Gruppo Storico “San Paolino
     d’Aquileia” che ha suonato al momento
     della deposizione della corona “Ich hatte                                                       commozione, l’Ing. Otto Jaus ha voluto
     einen Kamerad”.                                                                                 consegnare delle onorificenze dell’O.S.K.
                                                                                                     ad alcune Personalità che si erano parti-
                                                                                                     colarmente distinte nell’impegno volto a
                                                                                                     ricordare in questo particolare territorio i
                                                     Pro Loco ed i rappresentanti dell’Esercito      Caduti del primo conflitto mondiale.
                                                     per la disponibilità e la collaborazione        Tra questi è stato insignito il Signor Pa-
                                                     data per l’organizzazione della cerimonia,      olo Verdoliva Presidente Sezione ANA Go-
                                                     ha illustrato le finalità dell’Associazioni     rizia con la GRANDE CROCE d’ONORE -
                                                     ed i risultati finora raggiunti. Ha concluso    GROSSES EHRENKREUZ con la seguente
                                                     l’Ing. Otto Jaus Presidente dell’O.S.K. di      motivazione: “Per la rilevante attività as-
     Il partecipato evento si è concluso nella       Vienna che ha fatto conoscere l’impegno         sociativa svolta dagli alpini a perseguire il
     sala consiliare del Municipio di Fogliano       per la cura dei Cimiteri in Austria come        doveroso rispetto verso tutti i Caduti e per
     Redipuglia con il saluto della Dott.ssa Cri-    pure in altri Paesi dell’Europa ed in Ita-      aver dimostrato, tenendo conto della par-
     stiana Pisano Sindaco del Comune di Fo-         lia dove sono sepolti Caduti non solo ap-       ticolare storia della nostra terra di confine,
     gliano Redipuglia che ha portato il saluto      partenenti all’esercito austro ungarico,        una particolare attenzione anche ai Cadu-
     dell’Amministrazione Comunale e della           ma anche italiani o di altre nazionalità.       ti in divisa austro ungarica”.
     cittadinanza tutta ai presenti, sottolinean-    Ha sottolineato infine i rapporti di fattiva                                              F.S.
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                                                                                                    IL CASTELLO                             13

         UN GRANDE TRAGUARDO
Grande festa nella sede dell’ANA di Gorizia per i 90 anni dell’alpino Romano Trevisani!
Tutta la sua numerosa famiglia ha voluto festeggiarlo, organiz-      Questa bella giornata, intercalata da buon cibo, belle parole a
zando a sorpresa un pranzo, a cui hanno partecipato, accom-          lui dedicate, aneddoti scherzosi, la consegna di doni, come un
pagnati dalle rispettive consorti, anche alcuni degli alpini a lui   quadro cesellato in argento e oro da parte dell’ANA di Gorizia,
più vicini da molto tempo, che con la loro presenza hanno reso       ma anche degli ottimi vini ed interessantissimi libri storici di cui
ancora più forte l’emozione di Romano, tanto significa per lui la    Romano ne è appassionato, è stata per tutti il modo più bello per
vicinanza e l’affetto del suo Gruppo.                                festeggiare i suoi 90 anni.

                                                             AU   RI ROMANO
                                                                GU
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                  1915-2015
     LA GUERRA NELL’IMMAGINARIO ARTISTICO
                     ESPOSIZIONE “100 OPERE X 100 ANNI DELLA GRANDE GUERRA”

     “La guerra nell’immaginario artistico” è        tenuta dal prof. Arias Gonano, una tema-         laborazione con l’Associazione Nazionale
     il progetto ideato dal prof. Juan Arias Go-     tica complessa di contenuti e di sfumature       Forestali, sezione del Friuli Venezia Giulia,
     nano per i laboratori di grafica, di critica    che ancor oggi è materia di studio, discus-      nella sede della ex Pretura di Monfalcone,
     e di storia d’arte da lui diretti a Gorizia,    sione e approfondimenti, una tematica            nella Galleria Tullio Crali di Gorizia e la
     una sinergia che in questi tre anni ha          attuale e mai superata. La conferenza ha         tappa finale nel Palazzo della Prefettura di
     impegnato diverse realtà associative: l’As-     sviluppato l’argomento confrontando due          Gorizia. Le 100 opere sono state esposte in
     sociazione Culturale Lapis, con la colla-       avanguardie artistiche che hanno segnato         un percorso che accosta tra loro soggetti
     borazione del Lions Club Host di Gorizia,       in maniera determinante l’arte del nove-         tematicamente contigui e che si rendono
     la Sezione di Gorizia dell’Associazione         cento, il futurismo italiano e l’espressio-      testimoni grafici della memoria, talvolta
     Nazionale Alpini, la Fondazione CARIGO,         nismo tedesco del gruppo Die Brücke con          come illustrazione dei fatti, altre come
     l’UTE di Gorizia, con il patrocinio della ex    le opere d’artisti soldati di diverse fazioni,   espressione profonda delle vicende umane
     Provincia di Gorizia e di diversi Comuni        veri protagonisti del conflitto che hanno        e ancora come interpretazione personale
     coinvolti come sede espositiva, Comuni          vissuto in prima persona la dimensione           della storia. Opere di notevole valore pla-
     della nostra regione e della vicina Slove-      reale dell’evento aldilà delle propagande e      stico e artistico realizzati con cura e pe-
     nia.                                            dell’intervensionismi.                           rizia tecnica, frutto di una approfondita e
     Un progetto articolato e ricco d’attività per   Il progetto ha compreso la realizzazio-          coinvolgente ricerca storica e iconografica
     commemorare il centenario del coinvolgi-        ne di una mostra intitolata “100 opere x         e di una elaborazione sensibile e sentita
     mento dell’Italia nel tragico evento della      100 anni della Grande Guerra”, che è sta-        dagli artisti coinvolti.
     Grande Guerra. È stato presentato nel 2015      ta ospitata in diverse sedi: nella Galleria      La mostra conclusiva tenutasi a Gorizia
     nella Sala Della Torre, nel palazzo del         Open Space di Gorizia, nella sede dell’ANA       nel Palazzo della Prefettura a richiesta del
     Monte di Pietà della Fondazione CARIGO          di Gorizia, a Vrtojba in Slovenia, nel Mu-       Signor Prefetto Massimo Marchesiello ha
     a Gorizia, con una conferenza intitolata        seo Civico di Cormòns, nel Palazzo Loca-         completato il ciclo di questa esposizione
     “La Guerra, un’illusione della modernità”       telli, nel Centro Civico di Paluzza in col-      itinerante in questa sede di grande pre-
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                                                                                                SOTTO
                                                                                                         IL CASTELLO                               15

stigio istituzionale, simbolico e storico-     dell’olio e a quelle sperimentali con diver-      poi si trasferisce a Gropparello, Piacenza
architettonico.                                si materiali inconsueti e singolari.              dove si occuperà del restauro e della dire-
È stata per gli organizzatori, in prima        Studia disegno tecnico per sei anni fre-          zione artistica del Castello di Gropparello.
linea il presidente della Sezione ANA di       quentando la scuola superiore a indirizzo         Dal 2001 è residente a Gorizia. Dal 1991
Gorizia, Paolo Verdoliva, l’Associazione       tecnico-elettromeccanico, dal 1990 al 1995        fino ad oggi presenta le sue opere artistiche
Culturale Lapis di Gorizia e per gli artisti   studia Belle Arti nella Università Naziona-       in mostre personali e collettive, in Italia e
partecipanti, una grande soddisfazione         le di Rosario in Argentina, conseguendo           all’estero. Dal 1986 lavora nel campo arti-
riuscire a concludere in questa sede una       la laurea con specializzazione in pittura,        stico; essendo artista poliedrico ed eclettico,
piccola storia di grande lavoro, impegno,      avendo in questo modo la possibilità di           ha lavorato decorando ceramiche artisti-
partecipazione e coinvolgimento artistico      approfondire le proprie conoscenze in tutte       che per gallerie d’arte e privati, ha dipinto
e sociale, che si e protratta lungo questi     le discipline delle arti plastiche. Comincia      murales, illustrato libri e poesie, è stato di-
ultimi quattro anni.                           la sua carriera professionale presso diversi      rettore artistico di due gallerie d’arte, pre-
Il Maestro Juan Arias Gonano in prima          studi di grafica, e nel campo del restauro        senta mostre e scrive recensioni critiche,
persona ha svolto un lavoro di coordina-       presso laboratori specializzati nel restauro      realizza corsi d’arte a Gorizia dove inoltre
mento e nesso tra le associazioni coin-        di dipinti, mobili, carta, oggettistica e sup-    è il direttore dei corsi di grafica, pittura e
volgendo i suoi allievi-artisti in questo      porti lapidei, dove inoltre riesce a introdur-    storia e critica d’arte dell’UTE; a Trieste è
progetto di lavoro creativo e manuale, ma      si in campi diversi che arricchiscono le sue      docente e Direttore Artistico dell’Accademia
anche di ricerca e di compromesso intel-       conoscenze tecniche, ed impara i segreti          del Vedere, arte terapeuta dal 2005 lavora
lettuale.                                      del mestiere in modo pratico. Nel 1996 si         presso diverse associazioni che gestiscono
Nato a La Falda, Cordoba, Argentina nel        trasferisce in Italia, in un primo momen-         diverse problematiche di disagio sociale e
1970, fin dalla sua infanzia dimostra una      to nel paese degli avi, Prato Carnico in          patologie psicofisiche; esegue restauri, de-
marcata inclinazione verso le discipline       provincia di Udine, poi intraprenderà un          corazioni, perizie, e continua la sua ricerca
artistiche, provenendo da una famiglia         percorso che lo porterà a stabilirsi a bre-       artistica nel campo della pittura e della
di restauratori, decoratori, disegnatori;      vi periodi in diverse città italiane, Udine,      grafica, in particolare dell’incisione e della
preferisce in particolare modo il disegno      Roma e Firenze. Nel 1997 e nel 1998 fre-          scultura. Numerose sono le recensioni cri-
e la musica, materia questa che lo porterà     quenta corsi di post laurea specializzando-       tiche che lo citano. Attualmente collabora
a suonare il sassofono durante tanti anni;     si in mosaico e in restauro a Spilimbergo         con diverse gallerie d’arte presentando le
per quanto riguarda il disegno il primo        e a Lestans in provincia di Pordenone, dal        sue opere pittoriche e scultoree, e in ambi-
maestro sarà il padre, disegnatore di fu-      1998 al 1999 si trova a Firenze a collabora-      to pubblico e privato scrivendo recensioni e
metti, con gli anni frequenterà studi di       re nel museo, nella stamperia d’arte e nei        critiche per artisti contemporanei e perizie
pittori che lo introdurranno alle tecniche     laboratori di restauro degli Archivi Alinari;     di opere del passato.
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