LA STORIA DI WARCRAFT - Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft Versione 2.0

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LA STORIA DI WARCRAFT - Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft Versione 2.0
LA STORIA DI WARCRAFT

 Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft

                       Versione 2.0

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LA STORIA DI WARCRAFT - Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft Versione 2.0
Premessa
La presente traduzione italiana della storia ufficiale dell’Universo di World of Warcraft, leggibile in
lingua inglese nel sito ufficiale Blizzard, è riservata alla consultazione dei soli membri della gilda Clan
Italia , al fine di comprendere pienamente il mondo in cui è ambientato il gioco on line che ci
coinvolge e dare un contesto leggendario alle gesta della Divina Italia , l’eroina alla quale è dedicata
la nostra gilda.
Tale traduzione è il risultato della ricerca del curatore della presente edizione e Master della gilda Clan
Italia Arancia , che ha raccolto il vario materiale già presente nel web, correggendolo, completandolo e
dandogli la forma che è ora visibile in questo documento .
Tale Storia di Warcraft , non è da considerarsi un lavoro completo, ma in continuo divenire e quindi
aperto a possibile future versioni e integrazioni con materiali utili alla comprensione anche in lingua
italiana del mondo si Warcraft .

                               La Leggenda della Divina Italia
Si narra che il giovane Druido di nome Arancia, durante il suo letargo nell’Emerald Dream iniziato molti secoli
fa, ebbe un sogno rivelatore in cui gli comparve la Divina Italia, sorella di Elune.
La Divina Italia, rivelò a colui che sarebbe diventato il suo profeta, le possibili catastrofiche conseguenze per
Kalimdor e per i vicini Eastern Kingdoms se gli abitanti di queste terre non avessero difeso Nordrassil, l’Albero
del destino del mondo situato sulla cima del Monte Hyjal, dalle invasioni che stava preparando la Burning
Legion nella dimensione Altra della Grande Oscurità e dall’estremo continente settentrionale di Northrend .
La Divna Italia promise ad Arancia e agli adepti di quello che sarebbe diventato il Clan Italia, che se questi
avessero difeso il Sacro albero del mondo Nordrassil (presente anche nella tabard di gilda come nostro simbolo),
di poter riavere la la vita eterna riservata agli elfi prima dell’arrivo del primo esercito della Burning Legion. Ora
Italia prometteva questa vita a tutte le creature a lei fedeli, non solo gli elfi della notte. La prima condizione per
realizzare questa esistenza simile al divino, consisteva nel realizzare in questa terra il rispetto della natura che
era frutto dello spirito anelante alla vita.
I membri del Clan Italia, guidati dal profeta druido Arancia, si impegnano ad amare e a raggiungere l’armonia
degli esseri viventi con la natura per conquistare quella purezza di spirito, premessa per raggiungere la
condizione di simildivinità a loro destinata. Per questo debbono respingere ogni odio e combattere non solo la
Burning Legion che arriverà prima o poi ancora una volta, ma anche coloro, siano dell’Orda o dell’Alleanza, che
non rispettano e amano la natura, fondamento di questo nostro santo mondo.

Per comprendere appieno la profezia di Italia, Arancia ora vi invita a leggere la Storia di Warcraft in italiano, la
lingua che i membri del Clan Italia utilizzano per comunicare tra di loro, lingua che si pensa provenga da una
lontana penisola di un pianeta lontano lontano di nome Terra …

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LA STORIA DI WARCRAFT - Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft Versione 2.0
Capitolo I : Il MITO

I.I) I Titani e la Formazione dell'Universo

Nessuno sa esattamente come è cominciato l'universo. Alcuni teorizzano che una catastrofica esplosione cosmica abbia
spedito infiniti mondi ad aggirarsi nell'immensità della "Grande Oscurità" - mondi che avrebbero un giorno condotto a
meravigliose forme di vita dotate di terribili differenze.

Altri credono che l'universo sia stato creato tutto da una singola potentissima entità. Sebbene le esatte origini del caotico
universo rimangano incerte, è chiaro che una razza di potenti esseri arrivarono per portare stabilità ed assicurare un
futuro sicuro per le creature che avrebbero seguito le loro orme.

I Titani, colossali, Dèi dalla pelle metallica, giunti dai più remoti confini del cosmo, esplorarono il neonato universo e
decisero di lavorare sui mondi incontrati. Modellarono i mondi, alzando imponenti montagne, o deprimendo la terra per
dare origine a mari sconfinati. Soffiarono per formare cieli e atmosfere. Era tutto parte dell'ignoto piano per creare
ordine laddove c'era caos. Arrivarono addirittura a potenziare le razze primitive per adeguarle al loro lavoro e mantenere
l'integrità dei loro rispettivi mondi.

Governati da una sezione d'Elite conosciuta come il Pantheon, i Titani portarono ordine a centinaia di migliaia di mondi
sparsi attraverso il Grande Buio durante la prima Era della Creazione. Il benevolente Pantheon, che mirava alla
salvaguardia di questi mondi, fu persino vigile contro la minaccia di un attacco dalle entità extra-dimensionali del
Twisting Nether. Il Nether, una dimensione eterea di magie caotiche che connettevano miriadi di mondi dell'universo,
era la casa di infinite creature malefiche, demoni, il cui unico scopo era distruggere la vita ed assorbire le energie
dell'universo vivente. Non potendo sopportare il male o la stregoneria in nessun modo, i Titani cercarono un modo per
porre fine a questa costante minaccia.

I.II) Sargeras ed il Tradimento

Dopo quel tempo, entità demoniche riuscirono a trovare la via dal Twisting Nether per arrivare sui mondi creati dai
Titani, ed il Pantheon elesse il suo più grande guerriero, Sargeras, per agire in prima linea difensiva. Un gigante nobile di
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LA STORIA DI WARCRAFT - Edited by arancia - Clan Italia - Guild World of Warcraft Versione 2.0
bronzo fuso, Sargeras adempì ai suoi compiti per innumerevoli millenni, cercando e distruggendo quei demoni, ovunque
ne incontrasse.

Attraverso gli eoni, Sargeras incontrò due razze demoniache potentissime, entrambe le quali cercavano di accumulare
sufficiente potere per dominare sull'universo fisico.

Gli Eredar, un'insidiosa razza di stregoni demoniaci, usarono la loro magia di Warlock per invadere e schiavizzare i
mondi creati . Le razze indigene dei suddetti mondi furono mutate dal malefico potere degli Eredar, divenendo demoni a
loro volta. Nonostante il quasi infinito potere di Sargeras era sufficiente per sconfiggere i vili Eredar, egli ebbe grandi
problemi a causa della corruzione delle creature e dal "male che consumava". Incapace di fronteggiare tale depravazione,
il grande Titano cominciò a cadere in un'insidiosa depressione. A dispetto del suo crescente disagio, Sargeras liberò
l'universo dai warlocks, intrappolandoli all'interno di un angolo del Twisting Nether.

Mentre la sua confusione e pena si aggravavano, Sargeras fu costretto a fronteggiare un altro gruppo intento alla
distruzione dell'ordine creato dai Titani: i Nathrezim. Quest'oscura razza di demoni vampirici (conosciuti anche come
Dreadlords) conquistò un numero di mondi popolati, possedendo i loro abitanti e tramutandoli in ombre. La tattica
nefasta dei Dreadlords fu mettere nazione contro nazione, manipolandole ed instillando in loro odio e menzogna.

Sargeras sconfisse i Nathrezim facilmente, ma la loro corruzione aggravò ulteriormente le condizioni del Titano.

E quando il dubbio e la disperazione sopraffassero Sargeras, perse tutta la sua fede non solo nella sua missione, ma
anche nella visione dei Titani di un universo ordinato. Probabilmente cominciò a credere che il concetto stesso di ordine
era una follia, e che il caos e la depravazione fossero le uniche verità all'interno dell'oscuro, solitario universo. I suoi
compagni Titani provarono a persuaderlo del suo errore e tentarono di calmare i suoi sentimenti rabbiosi, ma Sargeras
non accolse più i loro credi ottimisti, convincendosi che essi miravano solo ad attutire le sue delusioni. Andatosene dalla
sua truppa per sempre, Sargeras iniziò una ricerca spasmodica per trovare il proprio posto nell'universo. Nonostante il
Pantheon fosse realmente dispiaciuto per la sua partenza, i Titani non poterono prevedere quanto il fratello perduto
sarebbe andato oltre.

La follia di Sargeras consumò le ultime vestigia del suo valente spirito, e credette che i Titani erano direttamente
responsabili per il fallimento nella Creazione. Decise, alla fine, di disfare il loro lavoro nell'universo, formando
un'irresistibile esercito che avrebbe dato alle fiamme l'universo fisico.

Anche la forma di titano di Sargeras si distorse dalla corruzione che aveva alterato il suo cuore una volta nobile. I suoi
occhi, capelli e barba si infiammarono, e sulla sua bronzea pelle si aprirono degli squarci che rivelavano un infinita
fornace di odio.

Nella sua furia, Sargeras distrusse le prigioni degli Eredar e dei Nathrezim, e pianificò la loro liberazione. Queste abili
creature si inginocchiarono di fronte alla vasta rabbia dell'oscuro Titano, e si offrirono di servirlo in qualunque modo
malvagio potevano. Dall'esercito dei potenti Eredar, Sargeras scelse due campioni per comandare il suo demoniaco
esercito di distruzione.

Kil'jaeden, L’Ingannatore, fu scelto per cercare le più oscure razze nell'universo e reclutarle all'interno delle fila
dell'esercito di Sargeras. Il secondo campione, Archimonde, Il Profanatore, fu scelto per comandare le vaste truppe di
Sargeras contro chiunque faceva resistenza alla volontà dell'oscuro Titano.

La prima mossa di Kil'jaeden fu soggiogare al proprio potere i Dreadlords vampirici. I Dreadlords servirono come suoi
agenti personali attraverso l'universo, provando piacere nel localizzare razze primitive e corrompendole per il loro
Maestro. Primo tra tutti i Dreadlords era Tichondrius l’Oscuratore. Tichondrius servì Kil'jaeden come un perfetto
soldato, e fu d'accordo nel portare la bruciante volontà di Sargeras in tutti gli angoli oscuri dell'universo.

Anche l'onnipotente Archimonde utilizzo e potenziò i propri agenti. Chiamando il malefico e barbarico leader del pozzo,
Mannoroth il Distruttore, Archimonde sperò di stabilire una classe combattente d'elite che avrebbe distrutto tutte le vite
delle creature.

Una volta che Sargeras vedette che le sue truppe furono radunate e pronte a seguire ogni suo comando, lanciò le forze
rabbiose all'interno del Grande Buio. Sargeras chiamò il suo crescente esercito la Burning Legion. In questa data, non è
ancora chiaro quanti mondi la loro crociata abbia consumato e bruciato.

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I.III) I Vecchi Dei e l'Ordine di Azeroth

Ignari della missione di distruzione di Sargeras, i Titani continuarono a spostarsi di mondo in mondo, formando ed
ordinando ogni pianeta. Durante il viaggio capitò loro di imbattersi in un piccolo mondo che i suoi abitanti avrebbero
chiamato più tardi Azeroth. Quando i Titani raggiunsero il terreno primordiale, incontrarono un gran numero di creature
elementali ostili. Questi elementali, che adoravano una razza di indicibile male conosciuta semplicemente come i Vecchi
Dei, si coalizzarono per respingere indietro i Titani, mantenendo inviolato il loro mondo dal tocco metallico degli
invasori.

Il Pantheon, disturbato dall'attrazione che esercitavano i Vecchi Dei, chiamò alla guerra contro gli elementali ed i loro
oscuri signori. L'esercito dei Vecchi Dei era comandato dai loro più potenti tenenti: Ragnaros the Firelord, Therazan the
Stonemother, Al'Akir the Windlords e Neptulon the Tidehunter. Le forze del male invasero tutta la superficie del mondo,
arrivando a scontrarsi con i colossali Titani. Nonostante la potenza degli elementali fosse al di là dell'umana
comprensione, le loro forze messe insieme non potevano fermare gli onnipotenti Titani. Uno ad uno, i Lords degli
elementali caddero, e le truppe furono disperse.

Il Pantheon frantumò le cittadelle dei Vecchi Dei, ed incatenò i 4 dei del male nelle profondità del mondo, lontano dalla
superficie. Senza il potere dei Vecchi Dei che tenevano legati gli spiriti rabbiosi al mondo fisico, gli elementali furono
banditi in un piano abissale, dove avrebbero combattuto uno contro l'altro per l'eternità. Con la dipartita degli elementali,
la natura si stabilizzò, ed il mondo si avviò ad un periodo di armonia pacifica. I Titani videro che la minaccia era stata
respinta e si rimisero al lavoro.

I Titani potenziarono un gran numero di razze per farsi aiutare a formare il mondo. Per essere aiutati nello scavo di
gallerie attraverso la Terra, i Titani crearono dei nani di terra dalle pietre magiche viventi. Per dragare la terra per creare
i mari, i Titani crearono gli immensi, ma gentili, Giganti del Mare.

Per molte ere i Titani mossero e formarono la terra, fino a quando crearono un continente perfetto. Al centro del
continente, i Titani crearono un lago di energie scintillanti. Il lago, il quale sarebbe stato nominato la Fonte dell'Eternità,
era la fonte della vita del mondo. Le sue potenti energie consolidarono l'ossatura del mondo, permettendo alla vita di
mettere radici nel suo ricco suolo. Nel tempo, piante, alberi, mostri e creature di ogni tipo cominciarono a popolare il
continente primordiale. E come suggello, nell'ultimo giorno di lavoro i Titani chiamarono il continente Kalimdor: "Terra
dell'Eterna Luce Stellare".

I.IV) L'Incarico dei Draghi

Soddisfatti del piccolo mondo appena ordinato, e dal lavoro finito, i Titani si prepararono per lasciare Azeroth.
Comunque, prima della loro partenza, insignirono le più grandi specie del mondo del compito di vigilare su Kalimdor,
affinchè nessuna forza avrebbe mai potuto minacciare la perfetta tranquillità del mondo. In quel tempo, c'erano molti
Dragonflights. Cinque di loro, mantenevano il dominio sui loro fratelli. E furono proprio questi Dragonflights ad essere
scelti per mantenere la pace sull'amichevole mondo. Il più alto membro del Pantheon, riservò una parte del proprio
potere da dare ad ognuno dei leader dei Dragonflights. Questi maestosi draghi vennero conosciuti come i Grandi Aspetti,
oppure gli Aspetti del Drago.

Aman'Thul, l'Alto Padre del Pantheon, concesse una porzione del suo potere cosmico al gigante drago di bronzo,
Nozdormu. Aman'Thul autorizzò Nozdormu a vigilare sul tempo stesso, e di controllare il sempre bizzarro cammino del
fato e del destino. Lo stoico, onorato Nozdormu venne conosciuto come Il Senzatempo (The Timeless One).

Eonar, il Titano patron di tutta la vita, diede una porzione del suo potere al leviatano rosso, Alexstrasza.
Successivamente, Alexstrasza venne conosciuta con il nome di Life-Binder (colei che lega alla vita), ed avrebbe dovuto
occuparsi di salvaguardare tutte le forme di vita del mondo. A causa della sua suprema saggezza e della compassione
infinita per tutte le cose viventi, Alexstrasza fu incoronata Regina dei Draghi e le venne dato il dominio su tutti i suoi
simili.

Eonar, inoltre, benedì la giovane sorella di Alexstrasza, il drago verde Ysera, donandole influenza sulla natura. Ysera
cadde in una trance eterna, legata al risveglio del Sogno della Creazione. Conosciuta come la Sognatrice, avrebbe dovuto
vigilare sul sottobosco crescente del mondo dal suo verdeggiante reame, l'Emerald Dream (il Sogno di Smeraldo).

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Norgannon, il Titano custode della storia e mago provetto, garantì al drago blu, Malygos, una porzione del suo vasto
potere. D'ora in poi, Malygos sarebbe stato conosciuto come Spell-Weaver, il guardiano della magia e dei misteri arcani.

Khaz'goroth, il Titano formatore e forgiatore di mondi, donò una parte del suo vasto potere all'onnipotente drago nero,
Neltharion. Al benevolente Neltharion, conosciuto successivamente come Earth-Warder, fu dato il dominio della terra e
dei più reconditi luoghi del mondo. Comprese la forza del mondo, e servì come il più grande servitore di Alexstrasza.

Una volta incaricati, i Cinque Aspetti furono chiamati alla difesa del mondo durante l'assenza dei Titani. Con i Draghi
preparati alla salvaguardia delle loro creazioni, i Titani lasciarono Azeroth per sempre. Sfortunatamente fu solo
questione di tempo prima che Sargeras venisse a conoscenza del mondo appena creato.

I.V) Il Risveglio del Mondo e la Fonte dell'Eternità

Diecimila anni prima che gli orchi e gli umani si scontrassero nella Prima Guerra, il mondo di Azeroth era composto da
un singolo, enorme continente circondato dal mare. Quella massa di terra, conosciuta come Kalimdor, era la patria di un
numero disparato di creature e razze, tutte quante impegnate a sopravvivere fra gli elementi selvaggi del mondo. Nel
centro oscuro del continente era locato un misterioso lago di incandescenti energie. Il lago, che fu poi chiamato la Fonte
dell'Eternità, era il vero cuore delle magie del mondo e del potere della natura. Traendo le proprie energie dall'infinito
Grande Buio oltre il mondo, la Fonte agiva come una fonte mistica, rilasciando i propri poteri in tutto il mondo, ed a
tutte le forme di vita.

Al tempo, una primitiva tribù di umanoidi notturni, cautamente trovò la strada per la riva del lago incantato. I selvaggi,
nomadi umanoidi, attirati dalle strane energie della Fonte, costruirono rozze case sulle tranquille rive del lago. Anno
dopo anno, il potere cosmico della Fonte mutò la tribù, rendendola forte, saggia e virtualmente immortale. La tribù
adottò il nome di Kaldorei, che significa "Figli delle Stelle" nella loro lingua nativa. Per celebrare la loro amichevole
società, la tribù costruì grandi strutture e templi attorno il perimetro del lago.

I Kaldorei, o Elfi della Notte come si sarebbero conosciuti dopo, adoravano la dea della luna, Elune, credendo che
dormisse all'interno delle più oscure profondità della Fonte durante il giorno. I più anziani preti degli elfi della notte
studiarono con insaziabile curiosità la Fonte, mirando a svelarne i più reconditi e nascosti segreti. Come la società
cresceva, gli Elfi della Notte esplorarono le vastità di Kalimdor, incontrandone gli altri abitanti. Le sole creature che
posero fine a questa spasmodica ricerca furono gli antichi Draghi. Le grandi bestie erano spesso restìe a farsi vedere, ma
erano sempre state presenti per salvaguardare le terre conosciute da potenziali minaccie. Gli elfi della notte, scoprendo il
ruolo di protettori del mondo dei Draghi, concordarono nel decidere che sarebbe stato meglio non svelarne i segreti, e di
non infastidirli più.

Al tempo, la curiosità degli elfi della notte li guidava alla ricerca ed all'incontro amichevole con numerose potenti entità,
non ultima delle quali era Cenarius, un onnipotente semidio delle foreste primordiali. Nel benevolente Cenarius crebbe
l'affetto per i curiosi elfi della notte e spese tanto tempo nell'insegnare loro riguardo al mondo della natura. I tranquilli
Kaldorei svilupparono una forte empatia con le foreste viventi di Kalimdor, scoprendo l'armonia del bilanciamento della
natura.

E come le ere dal tempo quasi infinito passavano, la civiltà degli Elfi della Notte si espanse, sia territorialmente che
culturalmente. I loro templi, le strade, le dimore furono costruite lungo tutta la vastità dell'oscuro continente. Azshara, la
bellissima e riverita regina degli elfi della notte, costruì un immenso, meraviglioso palazzo sulle rive della Fonte, il quale
offriva ospitalità ai suoi servitori prediletti, tra sale giganti e sfarzesche. I suoi servitori, i quali lei chiamava Quel'dorei o
"Highborne", cominciarono a credersi superiori rispetto ai loro fratelli. Nonostante la Regine Azshara fosse egualmente
adorata da tutta la sua gente, gli Highborne venivano segretamente invidiati ed odiati dal resto degli elfi della notte.

Condividendo la curiosità dei preti riguardo alla Fonte dell'Eternità, Azshara ordinò agli Highborne di scioglierne il
mistero e rivelarne il vero motivo della sua presenza nel mondo. Gli Highborne si buttarono sul loro lavoro a capofitto,
studiando la fonte incessantemente. Col tempo riuscirono a manipolare e controllare le energie cosmiche della Fonte. E
come i
loro esperimenti proseguivano, gli Highborne capirono che potevano usare i poteri appena scoperti sia per creare che per
distruggere a loro piacimento. I disattenti Highborne furono tronfi della loro primitiva magia, ed erano ora risoluti allo
scoprirne i più remoti segreti. Nonostante concordassero che la magia era pericolosissima se utilizzata con
irresponsabilità, Azshara ed i suoi Highborne continuarono a praticare le loro magie senza remore. Cenarius e molti

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eruditi Elfi li avvertirono che sarebbero risultate solo calamità dal giochicchiare con le chiaramente volatili arti magiche.
Anche così, Azshara ed i suoi seguaci continuarono ad espandere i loro poteri.

E come il loro potere cresceva, un distinto cambiamento avvenne in Azshara e nei suoi Highborne. L'orgogliosa,
riservata alta classe diventò crudele e senza sentimenti verso i loro fratelli Elfi della Notte. Un timido pallore velava la
bellezza di una volta di Azshara. Cominciò a scansare tutti i suoi compiti, rifiutando di incontrare nessun'altro se non i
suoi amati Highborne.

Un giovane sapiente dal nome Malfurion Stormrage, che aveva speso molto del suo tempo sulla primitiva arte del
druidismo, cominciò a sospettare che un terribile potere stava corrompendo gli Highborne e la loro amata regina.
Nonostante non fosse cosciente della portata del male che stava arrivando, sapeva che la vita degli Elfi della Notte presto
sarebbe cambiata per sempre...

I.VI) La guerra degli antichi
10.000 anni prima di Warcraft I

L'uso spasmodico della magia da parte degli Highborne, spedì increspature di energia fuoriuscite dalla Fonte
dell'Eternità, nell'Oltre Grande Buio (Great Dark Beyond). La continua onda di energia fu avvertita da terribili menti
aliene. Sargeras - Il Grande Nemico di tutte le vite, Il Distruttore di Mondi - sentì la potente onda di energia e fu guidato
verso la sua origine. Spiando il primitivo mondo di Azeroth, ed avvertendo l'energia illimitata della Fonte dell'Eternità,
Sargeras fu colto da un'insaziabile fame. Il grande oscuro dio dei Nameless Void si decise a distruggere quel flebile
mondo e reclamare le sue energie per se.

Sargeras radunò la sua vasta Burning Legion e puntò direttò all'ignaro mondo di Azeroth. La Burning Legion era
composta da milioni di demoni urlanti, tutti strappati dagli angoli più lontani dell'universo, tutti assetati di conquista.
Archimonde The Defiler, sottoposto di Sargeras, e Mannoroth the Destructor, con i suoi seguaci pronti a colpire.

La Regina Azshara, sopraffatta dalla terribile estasi procurata dalla sua magia, cadde vittima dell'innegabile potere di
Sargeras, e si mise d'accordo per garantirgli l'accesso al suo mondo. Anche gli Highborne caddero vittima dell'inevitabile
corruzione della magia, e cominciarono ad adorare Sargeras come loro dio. Per dimostrare la loro alleanza verso la
Burning Legion, gli Highborne convinsero la loro regina ad aprire un vasto, roteante portale all'interno delle profondità
della Fonte dell'Eternità.

Una volta che i preparativi furono ultimati, Sargeras cominciò la sua catastrofica invasione di Azeroth. I
Demoni-Guerrieri della Burning Legion si dispersero in tutto il mondo passando dalla Fonte dell'Eternità, e cinsero
d'assedio le città dormienti degli Elfi della Notte. Comandati da Archimonde e Mannoroth, la legione passò in massa su
tutte le terre di Kalimdor, lasciando solo cenere e miseria. I Demoni Warlock evocarono infernali infuocati, che
distruggevano come meteore infernali le graziose spirali dei templi di Kalimdor. Una truppa della legione, killer spietati
conosciuti come Doomguard, marciarono attraverso i campi di Kalimdor, uccidendo chiunque incrociassero. Mucchi di
selvaggi, demoniaci Felhounds razziarono le campagne indisturbati. Nonostante i coraggiosi Kaldorei corsero a
difendere le loro antiche terre d'origine, non poterono fare a meno di arretrare, metro per metro, fin quando la furia della
Legione non li massacrò.

Toccò a Malfurion Stormrage trovare aiuto per il popolo assediato. Stormrage, il quale aveva un fratello, Illidan, che
praticava la magia degli Highborne, si infuriò contro la crescente corruzione fra l'alta classe. Convincendo Illidan dal
desistere dalla sua pericolosa ossessione, Malfurion pianificò di trovare Cenarius e creare una forza di resistenza. La
bellissima giovane pretessa, Tyrande, acconsentì di accompagnare i fratelli in nome di Elune. Nonostante Malfurion ed
Illidan condividessero l'amore per l'idealista pretessa, il cuore di Tyrande apparteneva solamente a Malfurion. Illidan
risentiva della storia romantica di suo fratello con Tyrande, ma sapeva che il suo dolore non era nulla in confronto alla
pena che provava per la sua dipendenza dalla magia.

Illidan, ormai capace di utilizzare le potenti arti magiche, faticava a mantenere il controllo del suo quasi straripante
desiderio di incontrare le energie della Fonte ancora una volta. Comunque, con il paziente supporto di Tyrande, fu in
grado di controllarsi ed aiutare suo fratello a trovare l'elusivo semidio, Cenarius. Cenarius, che aveva dimora all'interno
della sacra Moonglade dal distante Monte Hyjal, acconsentì ad aiutare gli Elfi della Notte a trovare gli antichi Draghi e
chiedere il loro aiuto. I Draghi, guidati dal grande rosso leviatano, Alexstrasza, furono concordi nell'impiegare le loro
onnipotenti ali contro i demoni ed i loro infernali gerarchi.
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Cenarius, chiamando gli spiriti delle foreste incantate, radunò un esercito di antichi uomini albero, e li guidò all'assalto
contro la Legione. Come gli Elfi della Notte conversero al tempio di Azshara e alla Fonte dell'Eternità, tutta la crudeltà
della battaglia esplose. Nonostante la forza dei nuovi alleati, Malfurion e gli altri capirono che la Burning Legion non
poteva essere sconfitta con una forza puramente marziale.

Mentre la battaglia infuriava intorno alla capitale di Azshara, la deludente regina aspettava in trepidazione l'arrivo di
Sargeras. Il Signore della Legione stava preparando il passaggio attraverso la Fonte dell'Eternità, per l'ingresso nel
mondo razziato. Siccome l'incredibile immensa ombra spingeva sempre più vicino alla superficie rabbiosa della Fonte,
Azshara radunò i più potenti dei suoi seguaci. Solo combinando le loro magie insieme in un unico flusso, sarebbero
riusciti a creare un passaggio largo abbastanza da permettere a Sargeras di entrare.

Come la battaglia infuriava attraverso i brucianti campi di Kalimdor, avvenne un terribile evento, del tutto inaspettato. I
dettagli di tale evento si sono persi nel tempo, ma si sa che Neltharion, L'Aspetto del Drago della Terra, impazzì durante
un duro contronto contro la Burning Legion. Cominciò a dividersi, le fiamme e la rabbia che eruttavano dalla sua pelle
scura. Facendosi chiamare Deathwing, il drago bruciante si voltò verso i suoi fratelli, e spinse via i 5 Draghi dal campo
di battaglia.

L'improvviso tradimento di Deathwing, fu così distruttivo che i 5 Dragonflights non si ripresero mai veramente. Feriti e
shockati, Alexstrasza e gli altri nobili draghi furono costretti ad abbandonare i loro mortali alleati. Malfurion e la sua
compagnia, ora inevitabilmente sottonumero, a malapena riuscirono a scampare al massacro.

Malfurion, convinto che la Fonte dell'Eternità era l'unico instabile legame dei demoni a questo mondo, insistette che
venisse distrutto. La sua compagnia, sapendo che la Fonte era la sorgente della loro immortalità e dei loro poteri, furono
sconvolti dall'apprendere tale notizia. Tyrande vide la saggezza della teoria di Malfurion, così convinse Cenarius ed i
suoi comandanti ad attaccare il tempio di Azshara e di trovare un modo per distruggere la Fonte.

I.VII) La Separazione del Mondo

Sapendo che la distruzione della Fonte avrebbe prevenuto qualunque uso della magia, Illidan egoisticamente abbandonò
il gruppo e pianificò di avvertire gli Highborne riguardo al piano di Malfurion. A causa della pazzia causata dalla sua
dipendenza dalla magia, e dal risentimento verso il fratello per la storia con Tyrande, Illidan non provò nessun rimorso
nel tradire Malfurion e schierarsi con Azshara ed i suoi seguaci. Soprattutto, Illidan promise di proteggere il potere della
Fonte a qualunque costo.

Col cuore spezzato per la dipartita del fratello, Malfurion guidò la sua compagnia nel cuore del Tempio di Azshara.
Appena irrompero nella camera principale delle udienze, trovarono gli Highborne nel mezzo del loro oscuro incantesimo
finale. La magia corale creò un vortice instabile all'interno delle profondità della Fonte.

E mentre l'ombra umanoide di Sargeras si avvicinava sempre più alla superficie, Malfurion ed i suoi alleati partirono
all'attacco.

Azshara, avendo ricevuto l'avvertimento di Illidan, era ben preparata a loro. Quasi tutti i seguaci di Malfurion caddero di
fronte alla potenza della regina impazzita. Tyrande, tentando di attaccare Azshara alle spalle, fu catturata dagli
Highborne a guardia della regina. Nonostante riuscì a liberarsi dalle guardie,
Tyrande fu ferita gravemente. Quando Malfurion vide cadere il suo amore, entrò in uno stato di rabbia omicida e riuscì a
porre fine alla vita di Azshara.

Mentre la battaglia infuriava all'interno ed all'esterno del tempio, Illidan apparve dalle ombre vicino alla riva della Fonte.
Avendo prodotto un set di fiale speciali, Illidan si inginocchiò, e riempì ogni fiala con le rabbiose acque della fonte.
Convinto che i demoni avrebbero distrutto la civiltà degli Elfi della Notte, pianificò di rubare le acque sacre della Fonte
e di tenere le sue energie per se stesso.

La conseguenza della battaglia tra Malfurion ed Azshara, buttò le magie attentamente create dagli Highborne nel caos. Il
vortice instabile all'interno della Fonte esplose, innescando una catena di eventi catastrofici che avrebbero separato per
sempre il mondo. L'esplosione massiccia frantumò il tempio fino alle fondamenta, e spedì immense scosse di terremoto
attraversò il mondo torturato. Mentre l'orrorifica battaglia tra la Legione e gli elfi della notte infuriava intorno e sopra le
rovine della Capitale, l'espansione della Fonte cessò, fino a farla collassare su se stessa.

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Il risultato dell'esplosione catastrofica distrusse la terra ed annullò il cielo.

E come la serie di terremoti provocati dalla Fonte scossero il mondo fino alle fondamenta, i mari ricoprirono gli spazi
feriti lasciati dalla terra. Circa l'ottanta per cento della massa di Kalimdor fu spazzata via, lasciando solo una manciata di
continenti circondati dal nuovo, rabbioso mare. Al centro del nuovo mare, dove una volta c'era la Fonte dell'Eternità,
rimase una tumultuosa tempesta di furia ed energie caotiche. Questo terribile vortice, chiamato Maelstrom, non avrebbe
mai cessato il suo rabbioso roteare. Sarebbe rimasto a testimonianza di una terribile catastrofe... e dell'era utopica persa
per sempre.

Chissà come, contro tutte le previsioni, la Regina Azshara ed i suoi Highborne riuscirono a sopravvivere alla prova.
Torturati dalla potenza che avevano scatenato, Azshara ed i seguaci furono trascinati sul fondo del mare rabbioso creato
dall'implosione della Fonte. Maledetti - trasformati - assunsero nuove forme e diventarono gli odiati Naga. Azshara
stessa si espanse con odio e rabbia, diventando mostruosa, riflettendò la malvagità e l'odio che aveva sempre nascosto
nel suo cuore.

Lì, sul fondo del Maelstrom, i Naga costruirono per se una nuova città, Nazjatar, dalla quale avrebbero ricostituito il loro
potere. Ci sarebbero voluti più di diecimila anni prima che i Naga rivelassero la loro esistenza al mondo.

I.VIII) Il Monte Hyjal ed il Regalo di Illidan

I pochi Elfi della Notte che sopravvissero alla terribile esplosione, si radunarono insieme, e lentamente trovarono il
modo di approdare sull'unica terra in vista. Chissà come, per la grazia di Elune, Malfurion, Tyrande e Cenarius
sopravvissero alla Grande Divisione. Gli eroi feriti si accordarono per guidare i pochi sopravvissuti e stabilire una nuova
casa per la loro gente. E mentre viaggiavano in silenzio, presero atto della devastazione subita dal loro mondo e
realizzarono che le loro passioni avevano condotto alla distruzione intorno a loro. Nonostante Sargeras e la legione
furono banditi dal mondo dalla distruzione della Fonte, Malfurion ed i suoi compagni furono lasciati a ponderare sul
terribile costo della vittoria.

Ci furono molti Highborne che sopravvissero al cataclisma provocato. Riuscirono ad approdare sulle coste della nuova
terra insieme agli Elfi della Notte. Nonostante Malfurion non credesse alle motivazioni degli Highborne, era soddisfatto
del fatto che non avrebbero mai più potuto fare danni senza le energie della Fonte.

Mentre la massa ferita degli Elfi della Notte approdò sulle coste di una nuova terra, videro che la sacra montagna, Hyjal,
era sopravvissuta alla catastrofe. Cercando di fondare una nuova casa per se stessi, Malfurion e gli elfi della notte
scalarono le pareti di Hyjal e raggiunsero la cima. Scendendo all'interno del cratere di Hyjal, nella parte più nascosta
dalle enormi cime del monte, trovarono un piccolo lago tranquillo. Inorridendo, scoprirono che le acque del lago erano
state corrotte dalla magia.

Illidan, essendo lui stesso sopravvissuto dalla Divisione, aveva raggiunto Hyjal molto tempo prima di Malfurion e degli
elfi della notte. Nel suo folle piano di conservare la magia nel mondo, Illidan svuotò le sue fiale, che contenevano la
preziosa acqua presa dalla Fonte dell'Eternità, all'interno del lago. Le potenti energie della Fonte velocemente si
innescarono e si unirono per dare vita ad una nuova Fonte dell'Eternità. Illidan, esultante, credendo che la nuova Fonte
fosse un regalo per le generazioni future, fu sconvolto quando Malfurion lo rintracciò. Malfurion spiegò a suo fratello
che la magia per definizione era caotica, e che il suo uso avrebbe inevitabilmente portato alla corruzione ed a conflitti.
Ed ancora, Illidan rifiutò di abbandonare i suoi poteri magici.

Sapendo bene dove i folli piani di Illidan avrebbero condotto, Malfurion decise di affrontare l'affamato di poteri fratello
una volta per tutte. Con l'aiuto di Cenarius,Malfurion sigillò Illidan all'interno di una vasta prigione sotterranea, dove
sarebbe rimasto incatenato e senza poteri fino alla fine dei tempi. Per assicurarsi la prigionia del fratello, Malfurion
elesse un giovane attendente, Maiev Shadowsong, ad essere la guardia personale di Illidan.

Sapendo che la distruzione della nuova Fonte avrebbe potuto scatenare una catastrofe ancora più grande, gli elfi della
notte decisero di lasciarla dov'era. Comunque Malfurion dichiarò che non si sarebbe mai più potuto praticare le arti
magiche. Sotto l'occhio vigile di Cenarius, cominciarono a studiare le antiche arti del druidismo, che avrebbero
eventualmente potuto guarire il mondo devastato, ed avrebbero potuto far ricrescere le loro amate foreste ai piedi del
monte Hyjal .

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I.IX) L’Albero del Mondo e il Sogno di Smeraldo
9.000 anni prima di Warcraft I

Per molti anni, gli elfi scuri lavorarono instancabili per ricostruire quel che potevano della loro antica terra. Lasciando
che i loro templi in rovina e le strade fossero ricoperti, essi costruirono le loro nuove case tra i verdeggianti alberi e le
ombreggiate colline alla base dell’Hyjal. Col tempo, i draghi sopravvissuti alla grande Separazione uscirono dalle loro
dimore segrete.

Alextrasza la rossa, Ysera la verde e Nozdormu il bronzeo discesero sulle tranquille radure dei druidi e sorvegliarono i
frutti del lavoro degli elfi scuri. Malfurion, che era diventato un arci-druido di potere immenso, diede il benvenuto ai
potenti draghi e raccontò loro della creazione del nuovo Pozzo dell’Eternità. I grandi draghi furono allarmati alla cattiva
notizia e ipotizzarono che finchè il Pozzo fosse rimasto, la Legione avrebbe potuto un giorno ritornare ed assaltare
nuovamente il mondo. Malfurion ed i tre draghi fecero un patto per mantenere sicuro il Pozzo ed assicurarsi che gli
agenti della Legione di Fuoco non avrebbero mai trovato la strada per tornare nel mondo.

Alextrasza, la Portatrice di Vita, mise una singola ghianda incantata nel cuore del Pozzo dell’Eternità. La ghianda,
attivata dalla potente acqua magica, sbocciò alla vita come un colossale albero. Le potenti radici dell’albero crebbero
dall’acqua del pozzo e la sua verdeggiante chioma sembrò toccare il soffitto del cielo. L’immenso albero sarebbe stato
un eterno simbolo del legame tra gli elfi scuri e la natura, e le sue energie portatrici di vita si sarebbero inoltre estese per
curare il resto del mondo. Gli elfi scuri diedero al loro Albero del Mondo il nome di Nordrassil, che significa “corona dei
paradisi” nella loro lingua natia.

Nozdormu, il Senzatempo, lanciò un incantesimo sull’Albero del Mondo per assicurare che finchè il colossale albero
fosse rimasto, gli elfi scuri non sarebbero mai invecchiati o caduti preda di malattie.

Ysera, la Sognatrice lanciò anche lei un incantesimo sull’Albero del Mondo, collegandolo con il proprio reame, la
dimensione eterea conosciuta come il Sogno di Smeraldo.. Il Sogno di Smeraldo, un’ampio immutabile mondo
spirituale, esiste al di fuori dei confini del mondo fisico. Dal Sogno, Ysera regolava il flusso e la crescita della natura e il
cammino evolutivo del mondo stesso. I druidi degli elfi scuri, incluso lo stesso Malfurion, furono legati al Sogno
attraverso l’Albero del Mondo. Come parte del patto mistico, i druidi accettarono di dormire per periodi di secoli in
modo che i loro spiriti potessero vagari per gli infiniti sentieri delle Vie del Sogno di Ysera. Sebbene i druidi fossero
addolorati alla prospettiva di perdere in ibernazione così tanti anni delle loro vite, accettarono altruisticamente di
rispettare il loro patto con Ysera.

I.X) L’Esilio degli Elfi Alti
7.300 anni prima di Warcraft I

Con il passare dei secoli la nuova società degli elfi scuri crebbe forte e si diffuse attraverso l’amichevole foresta che
avevano preso a chiamare Ashenvale. Molte delle creature e delle specie che si trovavano in abbondanza prima della
Grande Separazione, come furbolg e quilboars erano riapparse ed avevano prosperato sulla terra. Sotto la benevola guida
dei druidi, gli elfi scuri godettero di un’epoca senza precedenti di pace e tranquillità sotto le stelle.

Comunque molti degli originari Highborne sopravvissuti erano rimasti inquieti. Come Illidan prima di loro, essi erano
caduti vittime della mancanza causata dalla perdita della loro bramata magia. Essi erano tentati di sfruttare le energie del
Pozzo dell’Eternità ed esultare nelle loro pratiche magiche. Dath’Remar, l’insolente, tacito capo degli Highborne,
cominciò a deridere pubblicamente i druidi, chiamandoli codardi per il rifiuto di utilizzare la magia che lui diceva
appartenere loro di diritto. Malfurion e i druidi contraddissero gli argomenti di Dath’Remar e avvertirono gli Highborne
che ogni uso della magia sarebbe stato punibile con la morte. In un insolente e fallimentare tentativo di convincere i
druidi ad abrogare la loro legge, Dath’Remar e i suoi seguaci scatenarono una terribile tempesta magica su Ashenvale.

I druidi non poterono risolversi a condannare a morte tanti del loro simili, così decisero di esiliare gli sconsiderati
Highborne dalle loro terre. Dath’Remar e i suoi seguaci, lieti di essersi alla fine sbarazzati dei loro cugini conservatori, si
imbarcarono su una serie di navi speciali e cominciarono la navigazione. Per quanto nessuno di loro immaginasse cosa li
aspettava al di là delle acque dell’iroso Maelstrom, essi erano impazienti di stabilire una propria patria nella quale
avrebbero potuto praticare la loro desiderata magia impunemente. Gli Highborne, o Quel’dorei, come li aveva battezzati
in epoche passate Azshara, avrebbero infine preso terra nel continente orientale che gli uomini avrebbero chiamato
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Lordaeron. Essi progettarono di edificare un loro regno magico, Quel’Talas, e di rifiutare i precetti di adorazione della
luna e dell’attività notturna degli elfi scuri. Da ora in poi essi avrebbero abbracciato il sole e sarebbero stati conosciuti
solo come Alti Elfi.

I.XI) Le Sentinelle e la Lunga Veglia

Con la partenza degli ostinati cugini, gli elfi scuri riportarono la loro attenzione alla sicurezza della loro patria incantata.
I druidi, percependo che il loro periodo di ibernazione stava avvicinandosi, si prepararono al sonno e lasciarono i/le loro
amati/e e le loro famiglie. Tyrande, che era diventata l’Alta Sacerdotessa di Elune, chiese al suo amato, Malfurion di non
lasciarla per il Sogno di Smeraldo di Ysera. Ma Malfurion, legato dall’onore ad entrare nelle Strade di Sogno, diede
l’addio alla sacerdotessa e giurò che non sarebbero stai mai separati finchè fossero stati legati dall’amore.

Lasciata sola a proteggere Kalimdor dai pericoli del nuovo mondo, Tyrande riunì una potente forza combattente tra le
sue sorelle elfe scure. Le impavide, perfettamente addestrate donne guerriere che si erano impegnate nella difesa di
Kalimdor vennero conosciute come le Sentinelle. Nonostante esse preferissero pattugliare personalmente le ombreggiate
foreste di Ashenvale, avevano molti alleati che si sarebbero potuti chiamare in occasioni urgenti.

Il semidio Cenarius rimase nelle vicinanze, nelle Moonglades del Monte Hyjal. I suoi figli, conosciuti come i Custodi del
Bosco (Keepers of the Grove), sorvegliavano da vicino gli elfi scuri e regolarmente aiutavano le Sentinelle a mantenere
la pace nel territorio. Persino le timide figlie di Cenarius, le driadi, si fecero vedere con crescente frequenza.

Il compito di pattugliare Ashenvale tenne occupata Tyrande, ma senza Malfurion al proprio fianco essa conobbe poca
gioia. Con il passare dei lunghi secoli del sonno dei druidi, la sua paura di una seconda invasione dei demoni crebbe.
Ella non riusciva a scrollarsi di dosso la crescente sensazione che la Legione Infuocata era ancora la fuori, oltre la
Grande Oscurità del Cielo, a progettare la sua vendetta contro gli elfi scuri ed il mondo di Azeroth.

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Capitolo II: IL NUOVO MONDO

II.I) La Fondazione di Quel’Thalas
6.800 anni prima di Warcraft I

Gli Alti Elfi, guidati da Dath’Remar, si lasciarono Kalimdor alle spalle e sfidarono le tempeste del Maelstrom. Le loro
flotte vagabondarono tra i resti del mondo per molti lunghi anni, ed essi scoprirono misteri e regni perduti lungo il
viaggio. Dath’Remar, che aveva preso il nome di Sunstrider (o “colui che vuole camminare di giorno”), vide luoghi di
considerevole potere sui quali costruire una nuova patria per la sua gente.

La sua foltta finalmente approdò sulle spiagge del regno che gli uomini avrebbero più avanti chiamato Lordaeron.
Spingendosi nell’entroterra, gli alti elfi fondarono un avamposto nelle tranquille Tirisfal Glades. Dopo pochi anni, molti
di essi cominciarono ad impazzire. Fu teorizzato che qualche cosa di malvagio dormisse sotto quella particolare parte del
mondo, ma le voci non furono mai dimostrate fondate. Gli alti elfi tolsero l’accampamento e si mossero a nord verso
un’altra terra ricca di energie.

Mentre gli alti elfi attraversavano le aspre e montagnose terre di Lordaeron, il viaggio diventò più pericoloso. Da quando
essi si erano effettivamente distaccati dal Pozzo dell’Eternità, molti di loro erano caduti ammalati per il clima rigido o
erano morti di fame. Il cambiamento che più turbava, comunque, era il fatto che essi non erano più immortali o immuni
agli elementi. Inoltre persero qualche cosa in altezza e la loro pelle perse il suo caratteristico tono violaceo. Nonostante
le loro fatiche, essi incontrarono creature fantastiche mai viste a Kalimdor. Essi trovarono anche tribù di primitivi umani
che cacciavano nelle antiche foreste. Comunque, la minaccia più spaventosa che essi incontrarono furono i voraci e
astuti troll delle foreste di Zul’Aman.
I troll pellemuschiati potevano rigenerare gli arti perduti e curare dolorose ferite fisiche, ma dimostrarono di essere una
razza malvagia e barbara. L’Impero Amani si era allungato attraverso la maggior parte del nord di Lordaeron, e i troll
avevano combattuto duramente per mantenere fuori dai loro confini gli sgraditi stranieri. Gli elfi svilupparono un
profondo disgusto per i perversi troll e li uccidevano a vista ogni volta che li incontravano.

Dopo molti lunghi anni, gli alti elfi finalmente trovarono una terra che ricordava Kalimdor. Nelle profondità delle foreste
nel nord del continente, essi fondarono il regno di Quel’Thalas e giurarono di creare un potente impero che avrebbe reso
piccolo quello dei loro cugini Kaldorei. Sfortunatamente scoprirono presto che Quel’Talas era fondata sulle rovine di
un’antica città troll da loro considerata sacra. Praticamente subito i troll cominciarono ad attaccare in massa l’avamposto
elfico.

Gli ostinati elfi, contrari a lasciare la loro nuova terra, utilizzarono le magie racimolate dal Pozzo dell’Eternità e tennero
lontani i selvaggi troll. Sotto il comando di Dath’Remar gli elfi furono in grado di sconfiggere le orde di Amani che li
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superavano numericamente di dieci a uno. Alcuni elfi, allarmati dagli antichi avvertimenti dei Kaldorei, sentirono che
l’uso della magia avrebbe potuto richiamare l’attenzione della bandita Legione Infuocata. Quindi essi decisero di
nascondere la loro terra sotto una barriera protettiva che avrebbe permesso di utilizzare gli incantesimi. Essi costruirono
una serie di monolitiche pietre runiche (Runestones), in vari punti attorno a Quel’Talas, che avrebbero segnato i confini
della barriera magica. Le Runestone non avrebbero solo nascosto la magia elfica da pericoli extradimensionali, ma li
avrebbe anche aiutati a spaventare le superstiziose orde troll.

Con il passare del tempo Quel’Talas divenne uno splendente monumento agli sforzi e alle abilità magiche degli alti elfi.
I bei palazzi erano costruiti nello stesso stile architettonico delle antiche sale di Kalimdor, anch’essi intessuti con la
topografia naturale del terreno. Quel’Talas era diventata lo splendente gioiello che gli elfi avevano desiderato creare. Il
Concilio di Silvermoon fu fondato come potere dominante di Quel’Talas, benché la Dinastia Sunstrider mantenesse un
certo potere politico. Comprensivo di sette dei più alti signori elfi, il Concilio lavorò per garantire la sicurezza delle terre
e delle persone elfiche. Circondati dalla loro barriera protettiva, gli alti elfi rimasero indifferenti ai vecchi avvertimenti
dei Kaldorei e continuarono ad usare manifestamente la magia in molti aspetti delle loro vite.
Per quasi quattromila anni gli alti elfi alti vissero in pace all’interno dell’isolata sicurezza del loro regno. Cionondimeno,
i vendicativi troll non erano stati sconfitti così facilmente. Essi cospirarono e progettarono nelle profondità delle foreste
e aspettarono che il numero delle loro orde crescesse. Alla fine un potente esercito troll caricò dalle ombrose foreste e
ancora una volta mise l’assedio alle splendenti guglie di Quel’Thalas

II.II) Arathor e le Guerre Troll
2.800 anni prima di Warcraft I

Mentre gli elfi alti combattevano per la loro stessa vita contro il furioso assalto troll, le sparse tribù nomadi degli umani
di Lordaeron lottarono per consolidare le proprie terre tribali. Le tribù dei primi umani si razziarono l’un l’altra le
colonie, con poca attenzione all’unità razziale o all’onore. Eppure una tribù, conosciuta come Arathi, vide che i troll
stavano diventando un pericolo troppo grande per essere ignorato. Gli Arathi desiderarono porre tutte le tribù sotto il
loro dominio, così da fornire un fronte unificato contro le orde dei troll.

Nel corso di sei anni, gli astuti Arathi manovrarono e sconfissero le tribù rivali. Dopo ogni vittoria, gli Arathi offrirono
pace ed uguaglianza alla popolazione conquistata, guadagnandosi la lealtà degli sconfitti. Finalmente gli Arathi
arrivarono ad includere molte tribù diverse, e le file del suo esercito crebbero enormemente. Convinti che avrebbero
potuto tener testa alle orde troll o eventualmente agli appartati elfi se necessario, i generali Arathi decisero di costruire
una potente città fortificata nelle regioni del sud di Lordaeron. La città stato, chiamata Strom, divenne la capitale della
nazione Arathi, Arathor. Con la prosperità di Arathor, gli umani di tutto il continente si spinsero a sud verso la
protezione e la sicurezza di Strom.

Uniti sotto una bandiera, le tribù umane svilupparono una forte cultura ottimistica. Thoradin, re di Arathor, sapeva che i
misteriosi elfi nelle terre del nord erano sotto costante assedio dei troll, ma rifiutò di rischiare la sicurezza delle sue genti
per difendere gli appartati stranieri. Molti mesi passarono dalle voci trapelate dal nord di una supposta sconfitta degli
elfi. Fu solo quando degli ambasciatori di Quel’Thalas raggiunsero Strom che Thoradin comprese quanto fosse
realmente grande il pericolo dei troll.

Gli elfi informarono Thoradin che gli eserciti troll erano così vasti che una volta che avessero distrutto Quel’Thalas,
avrebbero mosso guerra alle terre del sud. I disperati elfi, in atroce necessità di aiuto militare, accettarono
frettolosamente di insegnare ad alcuni umani selezionati l’utilizzo della magia, in cambio del loro aiuto contro le orde.
Thoradin, pur sospettoso di ogni magia, accettò di aiutare gli elfi in caso di necessità. Qualsi immediatamente, stregoni
elfi arrivarono ad Arathor e cominciarono ad istruire un gruppo di umani nelle vie della magia.

Gli elfi scoprirono che benché gli umani fossero innatamente imbranati nell’utilizzo della magia, essi possedevano una
sorprendente affinità naturale con essa. A cento uomini furono insegnate le basi fondamentali dei segreti della magia
elfica: nulla più di quanto era assolutamente necessario per combattere i troll. Convinti che i loro studenti umani fossero
pronti ad aiutare nella lotta, gli alfi lasciarono Strom e viaggiarono verso nord assieme alle potenti armate di re
Thoradin.

Gli eserciti uniti di elfi e umani si scontrarono con le schiaccianti orde troll ai piedi delle Montagne Alterac. La battaglia
durò molti giorni, ma le infaticabili armate di Arathor non furono mai stanche e non cedettero mai un centimetro davanti

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ai furiosi assalti troll. I signori elfi giudicarono che era venuta l’ora di scatenare il potere della loro magia sul nemico. I
cento maghi umani e la moltitudine di stregoni elfi chiamarono la furia dei cieli ed illuminarono gli eserciti troll. I fuochi
elementari impedirono ai troll di rigenerare le ferite, e bruciarono le loro forme torturate dall’interno.

Come le armate troll ruppero i ranghi e tentarono di fuggire, le armate di Thoradin li rincorsero e uccisero fino all’ultimo
dei loro soldati. I troll non si sarebbero mai ripresi completamente dalla loro sconfitta, e la storia non avrebbe mai più
visto i troll riunirsi nuovamente in una nazione. Accertatisi che Quel’Thalas era stata salvata dalla distruzione, gli elfi
diedero pegno della lealtà e della loro amicizia alla nazione di Arathor e alla discendenza del suo re, Thoradin. Umani ed
elfi avrebbero coltivato relazioni pacifiche per gli anni a venire.

II.III) I Guardiani di Tirisfal
2.700 anni prima di Warcraft I

Con l’assenza dei troll nelle terre settentrionali, gli elfi di Quel’Thalas tesero i loro sforzi nella ricostruzione della loro
gloriosa patria. Le vittoriose armate di Arathor erano ritornate alla casa nelle terre meridionali di Strom. La società
umana di Arathor crebbe e prosperò anche se Thoradin, per paura che il suo regno si sarebbe sbriciolato se si fosse
esteso troppo, mantenne Strom come centro dell’impero Arathoriano. Dopo molti anni pacifici di crescita e commercio,
il potente Thoradin morì di vecchiaia, lasciando la nuova generazione di Arathor libera di espandere l’impero oltre le
terre di Strom.

I cento maghi originali, addestrati nelle vie della magia dagli elfi, espansero i loro poteri e studiarono le discipline
mistiche dell’intessere incantesimi in maniera molto più dettagliata. Questi maghi, inizialmente scelti per le loro forti
volontà e gli spiriti nobili, avevano sempre praticato la loro magia con attenzione e responsabilità; comunque essi
trasmisero i loro segreti e poteri ad una nuova generazione che non aveva concezione dei rigori della guerra e la
necessità di auto-limitarsi. Questi giovani maghi cominciarono a praticare la magia per guadagno personale più che per
qualunque responsabilità verso i loro simili.

Con la crescita e l’espansione dell’impero in nuove terre, anche i giovani maghi si sparpagliarono per le terre.
Brandendo i loro poteri mistici, i maghi proteggerono i loro fratelli dalle creature selvagge della terra e resero possibile
la costruzione di nuove città stato nelle terre selvagge. Inoltre, con la crescita dei loro poteri, i maghi divennero sempre
più presuntuosi e isolati dal resto della società.

Dalaran, la seconda città stato Arathoriana, fu fondata nelle terre settentrionali di Strom. Molti maghi novellini si
lasciarono alle spalle i restrittivi confini di Strom e viaggiarono fino a Dalaran, dove speravano di utilizzare i loro nuovi
poteri con maggiore libertà. Quasti maghi utilizzarono le loro abilità per costruire le guglie incantate di Dalaran e
divertirsi nell’approfondire i propri studi. I cittadini di Dalaran tolleravano gli sforzi dei maghi e costruirono una confusa
economia sotto la protezione del loro difensori utilizzatori di magia. Tuttavia, più i maghi praticavano le loro arti, più il
tessuto della realtà attorno a Dalaran cominciava a indebolirsi e lacerarsi.

I sinistri agenti della Legione Infuocata, che erano stati espulsi quando il Pozzo dell’Eternità era collassato, furono
richiamati nel mondo dall’utilizzo incurante della magia dei maghi di Dalaran. La maggior parte degli incontri
demoniaci erano eventi isolati, ed i Magocrati al potere fecero il possibile per tenere questi eventi nascosti al pubblico. I
maghi più potenti furono mandati a catturare gli elusivi demoni, ma spesso si ritrovarono soverchiati senza speranza dai
solitari agenti della potente Legione.

Dopo pochi mesi i superstiziosi cittadini cominciarono a sospettare che i loro sovrani stregoni gli nascondevano qualcosa
di terribile. Voci di rivoluzione cominciarono a diffondersi per le strade di Dalaran quando i paranoici cittadini si
interrogarono sulle motivazioni e le pratiche dei maghi che avevano inizialmente ammirato. I Magocrati, temendo che i
cittadini si sarebbero rivoltati e che Strom avrebbe preso provvedimenti contro di loro, si rivolsero agli unici che
sentivano avrebbero capito il loro particolare problema: gli elfi.

Al sentire le novità dei Magocrati sull’attività demoniaca a Dalaran, gli elfi immediatamente mandarono i loro maghi più
forti nelle terre umane. I maghi elfi studiarono le energie presenti in Dalaran, e fecero un rapporto dettagliato di tutte le
attività demoniache che avevano osservato. Essi conclusero che benché ci fossero solo pochi demoni liberi per il mondo,
la Legione stessa rimaneva un terribile pericolo finchè gli umani avessero continuato ad utilizzare le forze della magia.

Il Concilio di Silvermoon, che governava sugli elfi di Quel’Thalas, stipulò un patto segreto con i Magocrati di Dalaran.

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