Giornata internazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili: l'intervista esclusiva al Prefetto Francesco Tagliente
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Giornata internazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili: l’intervista esclusiva al Prefetto Francesco Tagliente
Nella Giornata internazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, che si celebra oggi 26 marzo il Prefetto Francesco Tagliente ha contribuito alla campagna di sensibilizzazione sulla razionalizzazione dei consumi energetici ideata dalla trasmissione “Caterpillar” di Rai Radio 2 e Rai per il Sociale. Ricordiamo che il Prefetto Tagliente, particolarmente attento al tema del risparmio energetico, è il protagonista antesignano dei progetti concepiti e poi attuati nelle realtà fiorentina, romana e pisana Ecco come riassume, sulla pagina FB, la sua esperienza operativa corredata da puntuali riferimenti al partenariato istituzionale “Chi, come me, è stato chiamato da gestore di risorse pubbliche a dare concreta attuazione agli indirizzi normativi e agli obiettivi gestionali posti dal livello amministrativo superiore, nel corso degli anni si è scontrato con una contrazione progressiva dei budget a disposizione e ha dovuto, quindi, individuare e promuovere percorsi alternativi, che sfruttando le sinergie istituzionali, le competenze e le professionalità distribuite a vari livelli, consentano di perseguire l’obiettivo concreto del contenimento dei costi di gestione ma anche, in molti casi, di acquisire un arricchimento professionale e culturale da parte di tutti i soggetti coinvolti. Da Questore di Firenze, ad esempio, nel 2007 ho avviato con il coinvolgimento di vari soggetti istituzionali pubblici, un vasto e diversificato piano di razionalizzazione e riqualificazione degli spazi in uso alle strutture della Polizia di Stato, che solo in termini di minori oneri di locazione ha garantito un risparmio annuo di milioni di euro. Tra i singoli interventi pianificati, quali la ricollocazione
degli uffici o la riqualificazione architettonica e strutturale degli immobili, era ricompreso anche l’adeguamento degli impianti di illuminazione mediante la realizzazione di un sistema che ha consentito un risparmio energetico calcolato intorno a 30.000 euro annui. Nella successiva esperienza come Questore di Roma, nel 2010 ho replicato le iniziative promosse a Firenze e, grazie al supporto gratuito di una nota società nazionale di telecomunicazioni, è stato attuato presso l’immobile sede della Questura capitolina un sistema c.d. di Smart Building, che consiste nell’applicazione di building automation ovvero installazione di meccanismi di regolazione e controllo delle fonti luminose (quali sensori di presenza, temporizzatori ecc). Il risultato è stato stimato in un abbattimento del 40% dei costi per l’energia elettrica, con picchi del 50% rispetto ai consumi ordinari. A Pisa, culla del sapere accademico e della ricerca scientifica, nel 2012 è stato possibile proseguire nella concreta attuazione di quella politica gestionale avviata a Firenze e a Roma, promuovendo l’incontro tra il mondo del fare, rappresentato dalla Prefettura, e il mondo della ricerca e del sapere, rappresentato dall’Università. La proficua collaborazione instaurata in particolare con la Facoltà di Ingegneria, si è concretizzata in una prima attività di rilevazione dei consumi energetici del palazzo storico che ospita la Prefettura di Pisa e nel successivo approfondimento tecnico-scientifico delle informazioni acquisite, il cui risultato è rappresentato dal complesso studio di diagnosi energetica e dalla valutazione tecnico- economica degli interventi di contenimento dei consumi oggetto di una Tesi di Laurea. Dalle risultanze di tale lavoro è stato possibile estrapolare una prima serie di interventi di immediata fattibilità sui sistemi di illuminazione. L’intero elaborato ha costituito un importante strumento
informativo a supporto dell’adozione di misure strutturali per il risparmio energetico e allo stesso tempo anche un esempio di best practice, dal punto di vista delle sinergie attuabili, per tutti i soggetti pubblici o privati comunque interessati alla tematica del risparmio energetico. I progetti, concepiti e poi attuati nelle realtà fiorentina e capitolina, dimostrano come l’intraprendenza di amministratori sensibili a criticità emergenti come quella del contenimento dei costi e delle emissioni inquinanti, coniugata ad un’adeguata rete sociale, possa addirittura anticipare la cogenza dell’intervento normativo, con benefici che si risolvono a favore dell’intera collettività. Il patrimonio culturale e scientifico di cui le singole realtà locali dispongono può realmente rappresentare il presupposto fattivo per migliorare il benessere di una collettività, esprimendo modelli operativi ispirati alla costruzione di un lavoro di squadra che, proprio perché tali, sono senza dubbio in grado di plasmarsi ai più molteplici scenari nei quali sarebbe dunque il paziente a divenire “medico di sé stesso””. Sul tema l’Osservatore d’Italia, ha ritenuto di contribuire alle celebrazioni della “Giornata internazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili” con una intervista esclusiva al Prefetto Tagliente sull’uso efficiente e la conseguente riduzione del consumo dell’energia nella Pubblica Amministrazione. Ecco cosa ci ha risposto. “Premetto che l’uso efficiente dell’energia sta divenendo, un tema importante per le Amministrazioni Pubbliche, sia perché impegnate a ridurre i costi di gestione, sia perché chiamate ad essere un esempio per tutti i cittadini. La difficile situazione economica che vive da alcuni anni il nostro Paese ha, infatti, imposto agli apparati della Pubblica Amministrazione di rivedere le spese sostenute a tutti i livelli, per ridurre progressivamente l’impatto sull’indebitamento.
Le politiche di contenimento dei costi sono state tradotte dal legislatore in una varietà di azioni che riassumiamo, a volte anche impropriamente, con il termine di spending review e che vanno ad incidere sulle diverse voci di spesa del bilancio pubblico; gli strumenti a tal fine utilizzati vanno dai semplici tagli lineari di budget all’introduzione di misure di razionalizzazione delle procedure di spesa, come l’e- procurement, e di digitalizzazione dei processi. Ma uno degli ambiti nei quali è possibile oggi ottenere i maggiori risultati è sicuramente quello relativo al consumo energetico, che non solo garantisce ampi margini di recupero di risorse ma è anche stato individuato, a livello mondiale (Protocollo di Kyoto) ed europeo (Direttiva Europea 2012/27/UE), come il settore su cui intervenire maggiormente per ridurre l’impatto sul clima e sull’ambiente. Negli ultimi decenni, infatti, l’attenzione della politica internazionale si è concentrata sui temi della sostenibilità energetica ed ambientale: il surriscaldamento globale, l’aumento continuo del prezzo dei combustibili fossili e i frequenti dissesti ecologici hanno contribuito allo svilupparsi, da parte dei diversi Stati, di un interesse e di una consapevolezza nuovi nei confronti delle questioni energetiche. Il legislatore nazionale, uniformandosi al solco tracciato a livello internazionale e soprattutto europeo, è intervenuto negli anni con una serie di provvedimenti normativi atti ad incidere soprattutto sul settore edilizio, dal momento che quasi la metà dei consumi di energia dell’Unione è imputabile agli edifici, rivolgendo la propria attenzione in primis a quelli in uso alla Pubblica Amministrazione. Al riguardo è opportuno richiamare, per il carattere di cogenza e di stretta attualità che rivestono, due provvedimenti normativi: il primo è quello contenuto nella norma dell’art.14 del D.L. 52/2012, convertito nella legge n.
94/2012, che assegna alle Pubbliche Amministrazioni un termine di 24 mesi dall’entrata in vigore del provvedimento per adottare, sulla base delle indicazioni fornite dall’Agenzia del Demanio, misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia e all’efficientamento degli usi finali della stessa. Il secondo è rappresentato decreto legislativo 4 luglio 2014, n.102 che recepisce la Direttiva Europea 2012/27/UE e aggiorna il quadro normativo nazionale esistente, introducendo misure più incisive finalizzate a promuovere l’efficienza energetica di imprese, famiglie e Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di centrare il target di riduzione dei consumi di energia primaria in coerenza con la Strategia energetica nazionale. La Direttiva Europea 2012/27/UE nasce, come noto, per garantire il raggiungimento degli obiettivi di riduzione e risparmio previsti dal cosiddetto pacchetto clima-energia 20/20/20” (2009/29/Ce) e indica chiaramente come il maggiore potenziale di risparmio energetico sia insito negli edifici. Un set di regole e indicazioni che puntano ad incentivare il processo di ristrutturazione di edifici pubblici e privati e a migliorare il rendimento energetico delle relative dotazioni. Il Governo italiano ha identificato l’efficienza energetica tra le priorità per il rilancio dell’industria nazionale e uno sviluppo di lungo periodo sostenibile. Attraverso la Strategia Energetica Nazionale, il Governo ha elevato le proprie ambizioni di efficienza, puntando ad una riduzione del consumo di energia superiore all’obiettivo europeo. Quello dell’efficienza energetica non è, però, solo uno strumento di contenimento della spesa pubblica (la bolletta energetica della Pubblica Amministrazione ammonta a ben 6 miliardi) ma rappresenta anche un importante driver per lo sviluppo economico. Inoltre, tutti i documenti programmatici in materia, sia a livello europeo che nazionale, assegnano alla Pubblica Amministrazione anche un ruolo esemplare nei confronti di imprese e famiglie per la diffusione di una
cultura e di una pratica dell’efficienza energetica. Ma queste potenzialità del settore pubblico incontrano un forte limite nella carenza di risorse da destinare agli interventi di tal genere. La strada per lo sviluppo dell’efficienza energetica nel settore pubblico è, quindi, ancora lunga. In aggiunta ai freni di tipo economico-finanziario si riscontra, infatti, nella Pubblica Amministrazione un deficit pluriennale di informazione e di competenze specifiche interne, necessarie affinché l’efficienza energetica possa trovare sbocco nelle pratiche di gestione corrente delle attività pubbliche. Abbiamo chiesto al Prefetto Tagliente anche di parlarci della esperienza pisana e nello specifico come ha realizzato il progetto con dettagli sulle fasi principali delle attività di diagnosi energetica. “La diagnosi energetica viene definita dal D. Lgs.vo del 30 maggio 2008, n.115 come “la procedura sistematica volta a fornire un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire in merito ai risultati”. Per diagnosi energetica deve quindi intendersi una procedura sistematica che ha inizio con operazioni di sopralluogo e di acquisizione dei dati di consumo storici dell’edificio, si sviluppa con l’integrazione con strumenti di calcolo (elaborazione di un modello matematico dell’edificio) e si conclude con l’individuazione e l’analisi sotto il profilo costi-benefici delle opportunità di risparmio energetico. Occorre precisare che l’edilizia esistente è fortemente energivora. Per esempio, con riferimento all’edilizia
residenziale è stimato un consumo energetico annuo medio nazionale sul patrimonio edilizio esistente fino a 200 kWh/m2, a fronte di obiettivi della Comunità Europea inferiori a 70 kWh/m2 anno ed attualmente tendenti all’edificio ad energia quasi-zero (Nearly zero-energy building). La situazione dell’edilizia del settore terziario è assai più articolata a causa dell’estrema variabilità dei tipi edilizi e delle destinazioni d’uso di questi edifici. Limitando l’analisi agli edifici per uffici è stimato un consumo energetico annuo medio pari a circa 250 kWh/m2; in tal caso si noti che i consumi sono essenzialmente dovuti alla climatizzazione (in particolare quella estiva) ed alla illuminazione degli ambienti di lavoro. Negli edifici storici tale situazione è ulteriormente aggravata dallo scarso livello di isolamento termico dell’involucro opaco e trasparente e da volumi edilizi di notevoli dimensioni. La Prefettura di Pisa è collocata, sin dalla prima metà del ‘900, in un edificio storico di notevole pregio artistico- architettonico sui Lungarni di Pisa, noto come Palazzo Vecchio (in origine Palazzo Medici), risalente all’XI secolo (v. Figura). L’edificio è composto da tre piani per una superficie coperta pari a circa 1200 m2 ed una superficie calpestabile pari a circa 2700 m2. I consumi di energia primaria ammontano (con riferimento alla fatturazione energetica elettrica e termica relativa all’anno 2013) a circa 270 kWh/m2 anno, valore elevato ma del tutto concorde con i valori medi nazionali per edifici esistenti con le stesse caratteristiche. Le proposte tecnico-economiche per la riduzione dei consumi energetici dovranno risultare diversificate in relazione agli usi termici, essenzialmente relativi al riscaldamento invernale, ed agli usi elettrici relativi alla climatizzazione estiva, all’illuminazione, al funzionamento delle apparecchiature elettriche da ufficio, al riscaldamento
dell’acqua per gli usi igienico-sanitari. Inoltre la riduzione dei consumi energetici dovrà avvenire a parità di servizio reso dall’edificio, vale a dire senza modificare le condizioni medie di comfort attualmente esistenti, ovvero migliorandole anche in relazione all’evoluzione degli aspetti di sicurezza e benessere sui luoghi di lavoro. Pur mancando una codifica nazionale sulle modalità di procedere ad una diagnosi energetica di un edificio storico destinato ad una funzione pubblica così rilevante sul territorio come quella di una Prefettura, si è proceduto secondo i più aggiornati orientamenti europei in proposito. In sintesi le fasi principali delle attività di diagnosi energetica possono essere così precisate: a)- acquisizione dati dei consumi energetici da fatturazione; b)- rilievo geometrico e dei sistemi impiantistici dell’edificio; c)- calcolo dei fabbisogni di energia primaria; d)- confronto tra consumi energetici e fabbisogni di energia primaria; e)- proposte di interventi migliorativi della prestazione energetica dell’edificio; f)- analisi costi-benefici delle soluzioni proposte. Nella fase (a) sono state raccolti i dati dei consumi energetici risultanti dalle bollette di consumi gas (usi termici) ed energia elettrica (usi elettrici) per gli anni dal 2008 al 2013 compreso. I dati raccolti sono stati riorganizzati sotto forma grafica e tabellare per una più adeguata interpretazione e per facilitare il confronto con i risultati dei calcolo analitico dei fabbisogni di energia primaria. Nella fase (b) è stato condotto un rilievo puntuale dell’involucro edilizio con caratterizzazione delle prestazioni termiche della parte opaca e della parte finestrata. Parallelamente è stato condotto un rilievo dei
sistemi impiantistici di riscaldamento, di produzione di acqua calda sanitaria, di illuminazione e di climatizzazione. Le attività di rilievo sono state precedute da una analisi del sito (p.e. dati climatici) e dall’acquisizione degli elaborati grafico-planimetrici. I risultati delle attività di rilievo sono stati organizzati in una raccolta dati per schede di immediato utilizzo per completare agevolmente la procedura di diagnosi energetica. Nella fase (c), utilizzando i più recenti standard tecnico- normativi a livello nazionale (Norme UNI/TS 11300 pubblicate a partire dall’anno 2008), è stato realizzato un modello energetico con il quale sono stati valutati i fabbisogni energetici per i principali servizi dell’edificio e gli indici energetici prestazionali previsti dalla legislazione in vigore in tema risparmio energetico nell’edilizia. Il modello di calcolo è stato realizzato prima secondo gli usi standard normativi e poi adattato al particolare profilo dell’utenza della Prefettura di Pisa. Nella fase (d) sono stati confrontati dei risultati ottenuti nella fase (a), relativi ai consumi energetici effettivi, con i risultati ottenuti nella fase (c), relativi ai fabbisogni energetici stimati. Il confronto ha avuto il duplice scopo di verificare il grado di accordo del modello di calcolo con la prestazione effettiva dell’edificio e di mettere in evidenza l’incidenza percentuale dei vari usi energetici sul consumo complessivo annuo. L’analisi oggetto di tesi mostra la rilevanza dei consumi elettrici (pari a quelli per riscaldamento degli ambienti) ed in particolare l’incidenza dell’illuminazione interna sul totale dei consumi elettrici. La fase (e) è stata nettamente influenzata dal valore storico- artistico dell’edificio, fattore che ha condizionato le potenziali proposte di intervento, impedendo di fatto di realizzare operazioni invasive di isolamento termico sull’involucro opaco o di rifacimento dei sistemi impiantistici di climatizzazione. Sono stati quindi analizzati
in dettaglio interventi non invasivi (e poco interferenti con le normali attività lavorative) relativi all’isolamento termico del solaio di sottotetto, alla sostituzione delle finestre, alla sostituzione dei generatori di calore e relativi ai sistemi di illuminazione interna ed esterna. La fase (f), infine, è stata articolata nella progettazione dei possibili interventi migliorativi, nell’analisi dei risparmi annui conseguibili rispetto ai consumi attuali, nella valutazione dei costi di investimento e dei relativi tempi di ritorno e nell’individuazione degli interventi di maggior convenienza fra tutti quelli proposti. A questo proposito, l’analisi si è ispirata, nelle fasi iniziali, alle Linee Guida europee redatte nel 2013 dal Buildings Performance Institute Europe, per poi svilupparsi secondo una metodologia elaborata in maniera del tutto autonoma ed inedita. Per gli scopi della valutazione tecnico-economica dei possibili interventi migliorativi è stato definito un opportuno indice di convenienza economica che permette un confronto diretto tra le varie soluzioni proposte per via grafica e su una scala di graduazione. Dall’analisi effettuata su oltre 60 possibili combinazioni di interventi migliorativi, quelle che comprendono modifiche ai sistemi di illuminazione interna ed esterna risultano sempre favorevoli in termini di risparmio energetico conseguibile, costi di investimento e relativi tempi di ritorno. Peraltro, gli interventi sui sistemi di illuminazione interna (degli ambienti di lavoro) ed esterna (di sicurezza e dei giardini), quali per esempio la sostituzione di lampade ed apparecchi obsoleti e di scarsa efficienza con lampade a risparmio energetico ed apparecchi con elevate prestazioni, si accordano con le procedure di riduzione dei consumi già intraprese e con i criteri di riduzione di invasività degli interventi anche in relazione alle attività lavorative correnti.”
Milano, pagati 425mila euro per un falso reportage sulla ‘ndrangheta: indagate 4 persone per truffa in concorso MILANO – Nella mattinata di ieri, la Procura di Milano ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari ed informazione di garanzia, per il reato di truffa in concorso, nei confronti di 4 soggetti (di cui uno residente in Italia e tre in Spagna), responsabili di aver venduto ad una nota
società di canali televisivi, al prezzo di 425.000 euro, un reportage dedicato alla ‘ndrangheta e trasmesso in televisione nel novembre del 2019 sul canale “nove”, inducendo la società a ritenere che contenesse fatti realmente accaduti, filmati da reporter infiltratisi sotto copertura, rivelatisi invece frutto di una recita ad opera di attori appositamente scritturati. Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Magenta, hanno tratto origine da un’annotazione di polizia giudiziaria redatta da un militare dipendente che, guardando il reportage in televisione, ha riconosciuto un palazzo, indicato falsamente dagli autori come il luogo ove abitualmente la ‘ndrangheta raffinava la cocaina importata a Milano prima di metterla in vendita sul mercato nero. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria è stato notificato all’indagato residente in Italia, ovvero un italiano 53enne pregiudicato per reati di corruzione, favoreggiamento, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio, dalla Compagnia Carabinieri di Marcianise. I restanti destinatari, un giornalista 43enne, ed i due responsabili di una società di produzione di documentari ovvero una donna 43enne ed un uomo 33enne, sono tutti residenti in Spagna. L’anello anti Covid che viene dalla Finlandia
Ogni innovazione seria, che possa dare un contributo contro questa pandemia devastante, è benvenuta, se frutto di indagine scientifica verificata e plausibile. L’ azienda innovativa Oura, basata ad Oulu, Finlandia, ha realizzato un anello ‘intelligente’ con sensori incorporati in grado di misurare la temperatura corporea e segnalare l’arrivo della febbre o anche sintomi causati anche dal virus Covid. Il progetto è stato presentato sulla rivista ‘Scientific Reports’ https://www.nature.com/articles/s41598-020-78355-6 dai ricercatori di prestigiosi atenei Usa che ne hanno spiegato i meccanismi di funzionamento. Il lavoro è stato
sviluppato congiuntamente da scienziati delle Università di San Diego e San Francisco e del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Prima della pubblicazione sulla rivista, c’è stata una prima sperimentazione effettuata su medici e infermieri dell’UCSF and San Francisco General Hospital. Quest’anello è in grado di monitorare i parametri biologici e quindi riesce ad anticipare la insorgenza di sintomi legati ad influenza e coronavirus. Tra le analisi da parte dell’anello vi sono la misurazione della temperatura corporea, il battito cardiaco, il ritmo respiratorio e l’attività fisica effettuata dalla persona. A corredo un algoritmo, ancora in via di perfezionamento, in grado di prevedere lo stato di salute. Secondo un’indagine, effettuata su circa 65mila individui, sarebbe proprio l’alterazione della temperatura ad anticipare il Covid-19. L’anello è realizzato in resistente titanio, con un rivestimento in carbonio simile al diamante antigraffio e una modanatura interna anallergica e non metallica senza cuciture. S’inserisce nella serie di strumenti non farmacologici che, in qualche misura, potrebbero essere utili nell’individuare alcuni sintomi anche riferibili ad un insorgente contagio da Covid 19. Asd Casilina (calcio), Mirko Rovere: “Non potevamo dire di no al presidente
Gagliarducci” Roma – L’Asd Casilina incrocia le dita. Qualora il Lazio dovesse tornare “di colore arancione”, il club sarebbe pronto a riprendere immediatamente l’idea lanciata appena due settimane fa e “rimasta in cantiere” a causa della zona rossa, ovvero il lancio degli allenamenti gratuiti per tutti i ragazzi in età di Scuola calcio (nati dal 2009 al 2017 che si allenerebbero tutti i lunedì e giovedì) e del settore agonistico (nati tra il 2002 e il 2008 che si allenerebbero tutti i martedì). Intanto la società sta cominciando a mettere i tasselli nel futuro mosaico tecnico e dirigenziale. Chi farà parte dell’avventura fortemente voluta dal futuro presidente Enrico Gagliarducci (che fino al 30 giugno sarà formalmente al timone della Polisportiva Borghesiana) è sicuramente Mirko Rovere che prenderà proprio il ruolo di responsabile della Scuola calcio. Un compito portato avanti nelle ultime due
stagioni proprio alla Polisportiva Borghesiana dove Rovere rimarrà fino al termine della tormentata annata 2020-21: “Per correttezza stiamo concludendo il lavoro cominciato presso il campo “Brasili”, ma era naturale seguire il presidente Gagliarducci nella nuova sfida all’Asd Casilina – dice Rovere – Lui e mio padre Antonio (che farà il responsabile del settore agonistico, esattamente come accaduto alla Polisportiva Borghesiana, ndr) hanno un rapporto di amicizia e stima da lunga data e anche io negli ultimi anni ho potuto conoscere e apprezzare da vicino le doti umane e la grande passione di Enrico: non potevamo dirgli di no”. La sfida al “De Fonseca” sarà ancor più complicata di quella affrontata alla Polisportiva Borghesiana: “Lì trovammo una situazione complicata e grazie all’impegno di tutti siamo riusciti a crescere in maniera importante dal punto di vista dei numeri del settore di base, a dispetto dei problemi legati alla pandemia che hanno condizionato pesantemente tantissime società. Al Casilina dovremo addirittura partire da zero, ma ci sono tutte le potenzialità per fare bene: in quel quartiere ho vissuto quindici anni, è un ambiente estremamente attaccato alla società sportiva che viene da un anno duro senza calcio perché nessuno ha fatto attività al “De Fonseca”. Gli allenamenti gratuiti proposti dal presidente Gagliarducci da qui al 30 giugno rappresentano già un segnale importante che il territorio ha già colto con entusiasmo. Di idee ne abbiamo tante: speriamo di poter fare qualcosa di costruttivo guadagnando la fiducia delle famiglie e soprattutto rinfrescando il fondamentale significato sociale che ha sempre avuto la società sportiva in quell’ambiente”. La chiusura di Mirko Rovere riguarda il particolare rapporto di collaborazione che dovrà avere (anche nella prossima stagione) col papà Antonio. “Con lui, diverso tempo fa, ho vissuto anche il rapporto tecnico-giocatore visto che mi ha allenato per circa cinque anni e quello è stato il più bel periodo nel mondo del calcio per il sottoscritto. Qualche anno fa ci siamo trovati a collaborare anche a livello dirigenziale, ma pur occupandoci di aspetti diversi c’è fiducia reciproca totale e
confronto continuo su tante situazioni”. Latina, un aeroporto per rilanciare economia e occupazione: l’intervista al segretario UGL Armando Valiani e alla giornalista
Sarina Biraghi LATINA – L’aeroporto di Latina, inaugurato il 28 marzo del 1938, è intitolato alla memoria del Capitano Pilota Enrico Comani, Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico di cui ne prende appunto il nome. Dotato di una pista in asfalto lunga 1700 metri e larga 40 attualmente è sede del 70° Stormo “Giulio Cesare Graziani” dell’Aeronautica Militare Italiana e di altri concessionari dell’area tra i quali citiamo il 118 con il servizio di eliambulanza e l’Aero Club. L’aeroporto, situato nel circondario di Latina Scalo dista circa 10 km dal centro della città e per il segretario UGL Lazio Armando Valiani potrebbe diventare un vero e proprio volano per il rilancio economico e occupazionale sia in ambito aeroportuale sia per l’indotto che ne deriverebbe con risultati eccezionali per il territorio pontino in primis e per tutta la regione Lazio.
L’intervista al segretario UGL del Lazio Armando Valiani a Officina Stampa del 25/03/2021 Officina Stampa del 25/03/2021 – Il punto di Sarina Biraghi (Giornalista de LaVerità) sull’aeroporto di Latina Un progetto che potrebbe assistere alla messa in campo di ulteriori progetti legati al potenziamento dei collegamenti con la rete ferroviaria, del turismo e dell’export realizzando la nascita di piccole compagnie aeree locali, una sorta di
aerotaxi, che valorizzerebbero lo splendido territorio pontino come ad esempio le Isole di Ponza e Ventotene ma anche le città di Terracina, Sperlonga, Formia, Gaeta e tante altre località ricche di storia millenaria, di cultura enogastronomica, di centri termali e paesaggi mozzafiato, con un incremento del turismo nazionale e internazionale. Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 25/03/2021 Gli enormi spazi limitrofi abbandonati, poi, potrebbero contribuire a rafforzare il settore sia civile che militare, attraverso lo sviluppo di nuove attività ed essere considerato dunque un nuovo hub, dopo gli aeroporti internazionali di Fiumicino e Ciampino. Roma, Quarticciolo: spaccio
in pieno giorno modello Scampia. In manette due pusher ROMA – Nel corso di un mirato servizio antidroga messo in atto dalla Compagnia Roma Casilina nel quartiere Quarticciolo, ieri mattina sono finiti in manette due pusher romani, di 45 e 31 anni. Nello specifico, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, al termine di un servizio di osservazione, hanno notato uno scambio tra un soggetto posizionato davanti al portone di un edificio in stato di abbandono di via Ugento ed un acquirente 43enne, e sono subito intervenuti bloccandoli.
Una volta scattato il blitz, i militari hanno riscontrato che il 31enne, tramite una fessura creata ad-hoc sul portone della palazzina, consegnava una dose di cocaina al 45enne, che a sua volta la cedeva all’acquirente. La perquisizione sul posto ha permesso ai militari di rinvenire e sequestrare altre 10 dosi di cocaina. I due sono stati arrestati e sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni, in attesa del rito direttissimo. Roma, manifestazione contro il lockdown: la protesta delle forze della Destra sociale arriva in piazza Montecitorio
ROMA – Si è tenuta in piazza Montecitorio la manifestazione contro le restrizioni imposte dal governo Draghi che hanno di fatto ripiombato l’Italia in un nuovo lockdown.
“L’anno scorso ci avevano detto di pazientare, che le restrizioni sarebbero servite per tutelare la nostra salute. Invece siamo di nuovo punto e a capo, con un nuovo lockdown – a dichiararlo è Giustino D’Uva, esponente del Movimento Patria Nostra – Ora basta, l’economia nazionale è sull’orlo del baratro, per cui la crisi rischia di essere irreversibile. Di
questo passo, pur sopravvivendo al covid, gli italiani moriranno di fame”. Gli fa eco Francesco Capasso, di Magnitudo Italia: “Al governo Conte è seguito il governo Draghi; hanno rimescolato le carte, ma di fatto non è cambiato niente. Siamo governati da un branco di incompetenti che stanno sprofondando l’Italia nel pantano. Non esistendo una opposizione parlamentare, noi la stiamo organizzando in piazza; e sistematicamente i nemici della nostra Nazione ci troveranno pronti a contestarli per ridare dignità agli italiani”. Infine è intervenuto Lorenzo Roselli, esponente di Militia Christi: “La pandemia ed il lockdown hanno messo in ginocchio le imprese italiane, favorendo a dismisura i colossi multinazionali del commercio online, che sfruttano i lavoratori e distruggono la concorrenza locale e pagano le tasse all’estero; i governi, invece di contrastarli, si asservono ai loro interessi, adottando provvedimenti illegittimi e scriteriati”. Ha preso parte all’evento anche una delegazione di Fiamma Tricolore, che ha rimarcato “il dovere di portare avanti la battaglia sacrosanta per l’uscita dall’Europa”. Covid, Italia: le regioni si preparano a un altro weekend blindato
La cabina di regia del premier Mario Draghi con i ministri sul prossimo decreto Covid è anticipata alle 12. Il Presidente del Consiglio alle ore 14.00 terrà una conferenza stampa presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Nelle ultime 24 ore quasi 24 mila tamponi positivi e altri 460 morti. Numeri sempre drammatici – ormai anomalo quello delle vittime rispetto ad altri grandi Paesi europei – che condizionano le ipotesi di riaperture dopo Pasqua, alla scadenza del provvedimento ora in vigore, il 6 aprile. Il decreto legge con le nuove misure dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nei primi giorni della prossima settimana, forse martedì. In ballo ci sono il ritorno a scuola, che il premier e alcuni ministri vorrebbero anche in zona rossa, il ripristino del sistema originario dei colori – compreso il giallo sospeso in questo periodo -, con le decisioni sugli spostamenti tra regioni e sulle attività produttive. Una strategia per le prossime settimane che vede confrontarsi linee molto diverse all’interno dell’esecutivo di Draghi. Guarda più lontano il presidente Sergio Mattarella,
secondo cui “ci attende un periodo di ricostruzione, impegnativo ma ricco di opportunità per ripensare i modelli di sviluppo su cui si fondano le nostre società e renderli più sostenibili e dinamici”. Il premier intende anche questa volta, nelle decisioni sulle misure anti contagio, farsi guidare dalle indicazioni della scienza e dunque dai dati epidemiologici. La speranza per ora è che nei 12 giorni che mancano al 6 aprile la curva dei contagi inizi a raffreddarsi, ma dopo qualche timido segnale incoraggiante negli ultimi giorni, ieri e oggi c’è stata la doccia fredda con quasi mille morti e 45 mila positivi. Segnali che uniti alla lentezza della campagna vaccinale – di cui fanno le spese soprattutto i più anziani, la categoria maggiormente colpita dai decessi – potrebbero alimentare gli argomenti dei ministri “rigoristi”, tra cui vengono collocati il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Cultura Pd Dario Franceschini e Stefano Patuanelli (Agricoltura, M5S). L’ipotesi che prevale tra i ministri più prudenti è quella di prolungare le restrizioni attuali oltre Pasqua. Nel centrodestra di governo che spinge per allentamenti si riconosce da alcune fonti ministeriali che la situazione dell’epidemia resta pesante, mentre altre parteggiano comunque per una ripartenza non solo dell’istruzione, ma anche del commercio e della ristorazione laddove possibile. In pressing sull’esecutivo Matteo Salvini. “Lavoriamo perché aprile sia il mese della rinascita, delle riaperture, del rilancio – dice il leader della Lega -. Il sostegno più efficace è il ritorno al lavoro: gli italiani hanno tenuto duro un anno, si meritano il ritorno alla vita”. Aperturista anche la linea di Forza Italia e Italia Viva. I “rigoristi” invece vorrebbero riaprire solo le scuole in presenza fino alla prima media, anche in zona rossa, già da dopo Pasqua e per il resto mantenere le restrizioni attuali, a quanto trapela, per tutto aprile e magari fino al 3 maggio, dopo il ponte della Festa dei
lavoratori. Una mediazione potrebbe essere trovata su un approccio per ‘step’ con aperture progressive dopo il 15 aprile. Intanto le regioni si preparano a un altro weekend blindato, tutte in zona rossa o arancione come da decreto (con la Sardegna ex bianca e ora arancione), mentre oggi il monitoraggio settimanale dovrebbe permettere il passaggio alla fascia arancione del Lazio. In bilico il Veneto, la Lombardia dovrebbe restare nella zona rossa mentre la Toscana spera di uscire dall’area di massima restrizione. In Valle d’Aosta, invece, si ipotizza di anticipare la zona rossa già da sabato, con un Rt balzato a 1,75 (quasi due contagiati per ogni infetto) e 291 positivi su 100 mila abitanti (la soglia massima prima del rosso automatico è di 250). Sono al vaglio misure per limitare gli spostamenti e gli assembramenti nel fine settimana. “Da lunedì saremo certamente in zona rossa”, dice il governatore Erik Lavevaz. Sui controlli delle forze dell’ordine, che sulle strade non sono apparsi in questo periodo paragonabili a quelli del lockdown del marzo 2020, si inserisce una sentenza del Gup di Milano Alessandra Del Corvo, che ha assolto “perché il fatto non sussiste” un 24/enne a processo per aver mentito nell’autocertificazione. Il giovane era accusato di falso a seguito di un controllo proprio un anno fa, ma il giudice ha stabilito che “un simile obbligo di riferire la verità non è previsto da alcuna norma di legge” e, anche se ci fosse, sarebbe “in palese contrasto con il diritto di difesa del singolo”, previsto dalla Costituzione. La stessa procura aveva chiesto l’assoluzione.
Ddl Zan – legge contro l’omofobia, Luca Maria Lo Muzio Lezza (Volt Italia): “Ecco perchè è necessaria” – L’intervista La proposta di legge contro l’omofobia del deputato Pd Alessandro Zan è stata approvata in prima lettura dalla Camera dopo mesi di emendamenti e polemiche. Ora se passerà anche al Senato l’articolo 604 del codice penale sarà modificato. La proposta di legge introduce la specifica del reato contro chi istiga e chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità
di genere o sulla disabilità” prevedendo pene fino a 4 anni di carcere. Si istituirebbero poi iniziative, da svolgere ogni 17 maggio nel corso della giornata nazionale contro l’omofobia, dedicate alla promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione nonché al contrasto dei pregiudizi delle discriminazioni. Il ddl prevede anche che le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni. Infine la destinazione di 4 milioni l’anno per dei centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, ed anche alloggio e vitto alle vittime dei reati di odio e discriminazione. Il video servizio sul ddl Zan trasmesso a Officina Stampa del 25/03/2021 La battaglia parlamentare per l’approvazione di questa legge si sposta ora al Senato dove i numeri della maggioranza a favore saranno molto più limitati e, se saranno apportati emendamenti, il testo dovrà necessariamente tornare al vaglio della Camera.
L’intervista a Luca Maria Lo Muzio Lezza – Regional Lead Lazio Volt Italia Officina Stampa del 25/03/2021 – L’Intervista Una legge inutile per le forze di centrodestra e per la CEI che ritengono le attuali norme già in grado di colpire episodi di discriminazione e di violenza, anche di questo tipo ad esempio inserendo le aggravanti “per futili motivi”, senza dunque dover introdurre una legge apposita che sarebbe orientata ideologicamente ad imporre un punto di vista sulla realtà, cancellando di fatto posizioni differenti. In pratica si lamenta il solito pericolo dell’interpretazione della legge da parte del giudicante esponendo così legittime affermazioni di libertà di opinione al rischio di essere tacciate di omofobia. Se si afferma che un bambino ha diritto ad un papà e ad una mamma si è omofobi oppure no? Se si sostiene che non è legittimo “reperire” all’ estero un figlio partorito su commessa da una donna si è omofobi o no?
Crisi delle nascite, le cause oltre i dati: politica e imprenditoria sanitaria a confronto con Possemato e Colosimo In Italia si fanno sempre meno figli e si vive più a lungo. Ma a cosa succede mettendo insieme questi due fattori? Che tipo di Italia avremo tra qualche decennio? Secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’università di Washington Seattle e pubblicato dall’autorevole rivista “The Lancet” la popolazione mondiale raggiungerà probabilmente il picco nel 2064 con circa 9,7 miliardi di unità per poi scendere a circa 8,8 miliardi entro il 2100 e in particolare l’Italia che ha già raggiunto il picco di 61 milioni di abitanti nel 2014 crollerà a circa 30 milioni nel 2100. L’Italia come è noto è
sotto la soglia decisiva di 2,1 bambini per donna cioè il numero di figli necessario per mantenere stabile la popolazione oggi questo valore per quanto riguarda il nostro paese è infatti di 1,29 figli per donna nonostante l’immigrazione e il fatto che le donne immigrate abbiano più figli di quelle italiane. Ci saranno dunque molti anziani e pochi giovani e un crescente numero di persone attive dovrà mantenere chi non lavora ancora come gli studenti e chi non lavora più: i pensionati. Secondo le previsioni di questo studio altri paesi come Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, resisteranno meglio allo tsunami demografico soprattutto grazie a una più efficace politica dell’immigrazione. La Francia da tempo pratica una politica demografica molto decisa e ha raggiunto quasi la fatidica soglia dei due figli per coppia e anche la Svezia è riuscita a portare la sua popolazione al valore di 1,9 bambini per donna. Se non si inverte subito la rotta l’economia italiana si ridimensionerà passando dal nono posto fra le principali nazioni del mondo al venticinquesimo posto. Le ragioni del declino della popolazione si conoscono bene. Basta vedere quello che accade intorno a noi. I giovani si sposano tardi, c’è il problema della casa, manca un sostegno per la donna che lavora, non ci sono nidi disponibili a un prezzo accessibile e nemmeno incentivi fiscali adeguati, allevare i figli costa e dulcis in fundo manca anche la sicurezza di un posto di lavoro. Chi pagherà le pensioni per questo mondo di anziani? Chi si occuperà di loro? Chi pagherà l’assistenza medica? A che età questi anziani saranno in grado di smettere di lavorare? E c’è da chiedersi anche dal punto di vista economico: quale sarà la domanda interna e il gettito fiscale? Grandi cambiamenti sociali ed economici che inizieranno a farsi sentire non nel 2100 ma nei prossimi anni e decenni.
Il video servizio sulla crisi delle nascite trasmesso a Officina Stampa del 25/03/2021 Donatella Possemato: “Un problema, quello della denatalità che si è accentuato dall’inizio della pandemia da Covid-19” Officina Stampa del 25/03/2021 – L’intervista alla dottoressa
Donatella Possemato direttrice della clinica “Santa Famiglia” di Roma “Il Covid ha dimezzato anche il numero degli anziani, ha spazzato via una generazione di anziani e quindi ha spazzato via la saggezza, la tradizione, la cultura che poi viene tramandata ai giovani e purtroppo noi continuiamo a non fare i figli”. Questa la riflessione della dottoressa Donatella Possemato direttrice della clinica “Santa Famiglia”, un’eccellenza della Capitale in fatto di nascite. Possemato ha puntato il dito su quelle che sono vere e proprie responsabilità della politica e delle istituzioni riguardo il fenomeno del calo delle nascite: “La motivazione non è solo quella che noi tutti ci aspettiamo: un welfare attivo, una politica ovviamente a sostegno delle famiglie. – Dice la direttrice della clinica romana – Bisogna anche andare a capire – prosegue Possemato – perché i centri nascita stanno sparendo. Non stanno sparendo solo perché non ci sono nascite. Perché la politica e le istituzioni non si rendono conto che stanno sparendo i ginecologi, non si trovano più i neonatologi, perché il rischio clinico è importantissimo. I premi assicurativi sono enormi e le aziende della sanità sono praticamente abbandonate. Un drg e cioè quello che viene pagato per l’evento nascita, l’evento più bello nella vita di un uomo e di una donna, di una coppia, viene pagato meno di un cellulare: ovvero neanche 1000-1100 euro”. Chiara Colosimo: “I prodotti della prima infanzia costano un occhio della testa”
Officina Stampa del 25/03/2021 – L’intervista all’On. Chiara Colosimo Consigliere regionale FdI del Lazio Chiara Colosimo, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Regione Lazio e componente, tra l’altro, della VII Commissione – Sanità, Politiche Sociali, Integrazione Sociosanitaria, Welfare, ha parlato di sanità che continua a tagliare con i risultati ormai tristemente noti a tutti. “Ci sono due temi distinti che vanno nella stessa direzione. – Dice Colosimo – Temi – prosegue – che ci pongono davanti allo stesso problema: il primo è quello diciamo più politico, nel senso del grande tema della denatalità che Fratelli d’Italia ha più volte sottolineato e riguarda innanzitutto le politiche che si fanno verso le coppie che decidono di mettere al mondo un figlio. Io posso fare un esempio prettamente regionale: quando abbiamo presentato un emendamento per istituire il bonus famiglia in Regione Lazio c’è stato risposto che era un emendamento ideologico. E non c’era niente di ideologico: si sosteneva semplicemente che occorreva fornire per i primi mesi di vita e durante tutta la gravidanza della donna un sostegno, per esempio nelle visite. Ci sono colleghe che si sono preoccupate di presentare una legge per abbassare il costo degli assorbenti e non si rendono conto, per esempio, che i
prodotti della prima infanzia costano un occhio della testa. Allora diciamo le cose come stanno: sono quelle le scelte ideologiche che vengono fatte da altre parti non certo dalle parti di Fratelli d’Italia. Il secondo tema è quello tristemente economico perché chi sosterrà le nostre pensioni se non ci saranno più giovani che lavorano? C’è anche il tema pratico, tra virgolette, introdotto dalla direttrice – Donatella Possemato Ndr. – Perché il tema pratico è che la sanità continua a tagliare e abbiamo visto i risultati dei tagli sanitari, ma soprattutto se non si fanno investimenti di lungo spettro. Se mancano i ginecologi e oggi non si incentivano, noi continueremo ad avere meno persone che fanno quel lavoro”. Roma, confiscati 13 milioni a ex boss della banda della Magliana: controllava il gioco d’azzardo a Roma Nord
ROMA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, questa mattina, stanno dando esecuzione ad un decreto, emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la confisca di beni, mobili e immobili, per un valore di circa 13 milioni di euro, a carico di Salvatore Nicitra, uno degli ex boss della c.d. “Banda della Magliana”, Rosario Zarbo, Francesco e Rosario Inguanta (padre e figlio). Lo stesso decreto dispone per Nicitra e suoi sodali la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per tre anni nel Comune di residenza. Le misure di prevenzione disposte sono una conseguenza dell’indagine “Jackpot”, che gli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma conclusero nel febbraio 2020, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 38 persone, ritenute appartenenti, a diverso titolo, ad un’associazione per delinquere (416 C.P.), facente capo al Nicitra che, negli anni, ha monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature
per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia. I beni, oggi oggetto di confisca, sono parte degli stessi che i Carabinieri sequestrarono contestualmente agli arresti degli indagati, su disposizione dello stesso Tribunale.
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