Giampiero Somma presenta "La montagna leone"

Pagina creata da Raffaele Graziano
 
CONTINUA A LEGGERE
Giampiero Somma presenta “La
montagna leone”
Si svolgerà lunedì 13 settembre, alle ore 17.00, presso la
Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, la presentazione del
romanzo “La montagna leone” di Giampiero Somma, edito da
Gruppo Albatros – il Filo. All’incontro, insieme all’autore,
parteciperà l’assessore alle Politiche Sociali Giovanni
Savastano. Opera d’esordio dell’autore originario dei
Picentini, “La montagna leone” racconta l’incontro di due
ragazzi, uno salernitano e l’altro originario della Sierra
Leone. Attraverso le vicende narrate, ambientate tra Salerno e
la piana del Sele, si affrontano tematiche di stringente
attualità, tra cui immigrazione clandestina e sfruttamento,
tolleranza e comprensione dell’altro. “L’autore – si legge in
copertina – dona una storia che trae la sua forza dalla
denuncia di un’umanità visibile, troppo spesso guardata a
occhi chiusi”. Giampiero Somma è nato in provincia di Salerno
nel 1980. Dopo la maturità classica, consegue la laurea in
Scienze della Comunicazione presso l’ateneo della sua città.
Giornalista pubblicista dal 2008, collabora per diversi anni,
come cronista o redattore, con giornali, radio e agenzie di
stampa del suo territorio. Nel 2012 a anca all’attività di
giornalismo    quella    della   ristorazione,    diventando
coproprietario di un pub. Sposato, ha un figlio Alessandro. Il
suo primo romanzo è proprio “La montagna del leone” che sarà
presentato domani pomeriggio.
“Il   vestito   azzurro”  di
Antonella Napoli a Largo dei
Pastai a Minori
Nuovo appuntamento con i Salotti letterari in Largo Solaio dei
Pastai nell’ambito degli “Appuntamenti d’Estate” 2021 promossi
dal Comune di Minori. Mercoledì 18 agosto, ore 21,
protagonisti Antonella Napoli con “Il vestito azzurro. Un
regime dimenticato e il coraggio di una giornalista” e Nicola
Di Filippo con “Uno Chef. Una storia tra i grandi personaggi”.
In collaborazione con la Pro Loco di Minori. Antonella Napoli,
unica giornalista occidentale in Sudan durante le rivolte che
hanno portato alla caduta del dittatore Omar Hassan al-Bashir
nell’aprile del 2019, viene fermata mentre sta riprendendo
alcuni palazzi governativi a Khartoum. Trattenuta per ore dai
servizi di sicurezza, subisce un duro interrogatorio. Il
peggio viene scongiurato solo grazie all’intervento tempestivo
dell’ambasciata italiana e del Ministero degli Esteri. Oggi
che l’inchiesta si è chiusa e i responsabili delle ore più
buie della sua vita sono stati rimossi dalgli incarichi, la
giornalista racconta in “Il vestito azzurro” la propria
esperienza per fare luce su un regime da troppi dimenticato e
le storie di chi si è battuto per capovolgerlo.

“Vallo   Nerd   Anno                              zero:
L’arrivo sulla terra”
anifestazione fumettistica, videoludica, informativa e
aggregativa. Evento ad ingresso libero ed aperto a tutti, ad
Atena Lucana il 28 Agosto 2021 (dalle 16.00 alle 22.00) ed il
29 Agosto 2021 (dalle 10.00 alle 22.00) presso l’Auditorium
“A. Cirillo”. Il progetto e la comunità Vallo Nerd nasce dalla
passione di cultori del fumetto, dei videogames, della
tecnologia, dei giochi di ruolo, del cosplay e del mondo
giapponese. La volontà è quella di fornire alla popolazione
intera un evento a carattere continuativo, che sarà seguito da
altri incontri, seminari, manifestazioni, attività, momenti di
aggregazione e di informazione riguardante questo variegato e
sconfinato mondo Nerd. L’appellativo ”Nerd” prima utilizzato
in maniera “dispregiativa”, adesso viene collegato ad un
universo dove tutto ciò che lo contiene e le sue attività
correlate, citate in precedenza, divengono fulcro di qualcosa
di nuovo, interessante e che porterà ad una maggiore
diffusione delle tematiche stesse. I fumetti, i videogames, i
manga giapponesi (equivalenti dei nostri fumetti),         il
cosplaying (travestirsi da personaggi dei cartoni          di
animazione giapponese e non solo), l’aggregazione tramite
l’esecuzione di giochi di ruolo, da tavola e di carte
collezionabili, i giochi di ruolo dal vivo, la tecnologia,
sono i cardini sui quali sarà fondata la manifestazione che si
terrà dal 28 al 29 Agosto presso l’Auditorium “A. Cirillo” di
Atena Lucana, il comune che ci ha gentilmente ospitato. Il
Vallo Nerd è anche informazione, poichè durante la
manifestazione, avremo la presenza in videochiamata, di uno
sviluppatore di Videogames , Antonio Barba, della rinomata
Software House “Milestone”, produttrice dei giochi best seller
come Super Bike Sbk, Wrc , Valentino Rossi The Game Screamer e
di altri famosi racing game ed ulteriore workshop riguardante
il mondo dei fumetti con gli illustratori e disegnatori
Emanuele ed Adriana Sabatino. E’ previsto un mercatino per
appassionati del settore, con la vendita di gadget, fumetti,
memorabilia nerd; tornei per videogiocatori per Playstation 4
del titolo di calcio Fifa, retrogaming (videogiochi anni
80-90) torneo di carte collezionabili YU-GI-OH, area dedicata
ad Harry Potter ed eventi live per giocatori di ruolo a
carattere Nerd. Perchè Vallo? E’ una manifestazione per tutti
e di tutti, non amiamo anteporre soltanto il nome di un paese,
dato che essendo comprensorio, l’evento è a carattere
Valdianese. Il nostro intento è quello di raggruppare, tutte
le persone di tutte le età, appassionate a questo mondo.
Partiamo con l’anno 0, con fondi personali, con tutta la
voglia e la volontà di portare qualcosa di diverso nel nostro
amato Comprensorio. La nostra idea, parte dal 2009, dalla
mente di 7 appassionati, per poi concretizzarsi nel 2018 come
vero e proprio team stabile. E’ l’evento per tutti, nessuno
escluso, frutto della passione, non delle mode e neanche di un
profitto. I fondi raccolti durante la manifestazione, verranno
utilizzati per l’organizzazione di altri eventi a carattere
comprensoriale. Anno zero, fondi propri, tanto entusiasmo ed
idee che partono da molto lontano, tutto il resto, comprese le
bellissime attività che diverranno parte integrante del
progetto Vallo Nerd, saranno soltanto nostre, il resto è
emulazione (per utilizzare un termine prettamente nerd).
Invitiamo con questo comunicato, la stampa al quale è
indirizzato il presente all’apertura della stessa
manifestazione con momento dedicato all’informazione locale e
provinciale, dalle ore 15,30. Apertura ingressi al pubblico
ore 16.

A Salerno nasce l’Istituto di
Poesia Contemporanea
di Monica De Santis

Nasce a Salerno l’Istituto di Poesia Contemporanea. Nasce
grazie al protocollo d’intesa siglato ieri mattina tra Comune
di Salerno, Fondazione Alfonso Gatto e Scabec per la
realizzazione nella città di Salerno dell’Istituto di Poesia
Contemporanea. Il progetto prevede la realizzazione di un
Archivio di manoscritti permanente, nonché la creazione di un
Fondo dedicato alle opere edite e di un Fondo dedicato a
materiali inediti della Poesia Contemporanea del Sud ed in
particolare della Campania. Le stesse parti firmatarie
dell’accordo si impegneranno a ricercare adeguate forme di
partecipazione e coinvolgimento di ulteriori soggetti pubblici
attivi sul territorio, nonché il sostegno di soggetti privati
(mecenati, donatori, sponsor). La Scabec, il Comune di Salerno
e la fondazione Alfonso Gatto, “nel clima di reciproca
collaborazione e ciascuno ha ragione delle proprie competenze
istituzionali”, – si legge nel protocollo sottoscritto ieri
dal sindaco Vincenzo Napoli, dall’amministratore unico della
Scabec Antonio Bottiglieri e dal presidente della Fondazione
Alfonso Gatto, Filippo Trotta – hanno dunque stabilito la
realizzazione dell’Istituto di poesia contemporanea presso
lacittàdisalerno. E progetto prevede, come detto, la
realizzazione di un archivio di manoscritti permanenti della
poesia Meridiana nonché la creazione di un fondo dedicato ad
opere edite (poesia, narrativa, teatro epistolari) è di una
fondo dedicato a materiali inediti ( manoscritti, lettere,
autografi, scritti vari) della poesia contemporanea del Sud
Italia ed in particolare della Regione Campania; resta inteso
che ogni singola azione e ho attività finanziata la
realizzazione dell’Istituto di poesia contemporanea verrà a
sua volta regolata da una specifica convenzione tra la Scabec,
il Comune di Salerno e la Fondazione Alfonso Gatto, dove
verranno espressamente indicati risorse economiche e obblighi
delle parti. Queste stabiliranno con appositi atti come
raggiungere gli obiettivi fissati in particolare con quanto la
Regione Campania stabilirà per le singole azioni di
valorizzazione e promozione culturale. L’accordo ha decorrenza
dalla data di sottoscrizione, quindi da ieri, fino alla
realizzazione dell’iniziativa. Durante tutto il corso di
validità dell’accordo, qualunque modifica dell’atto
sottoscritto ieri, non potrà essere apportato, se non mediante
approvazione di tutte le parti. Va ancora detto che la
Fondazione Alfonso Gatto aveva avviato contatti con il
Ministero della Cultura, con il centro di poesia contemporanea
di Bologna, con la Casa della Cultura di Milano con l’editore
Crocetti e con la Poetry Sound libery di Londra proprio col
fine di diffondere la poesia contemporanea e dar vita
all’istituto. Sempre la fondazione Alfonso Gatto ha, inoltre,
individuato nel professor Valerio Magrelli la personalità
giusta per svolgere la funzione di direttore dell’Istituto di
poesia contemporanea

E’ Ispani l’ oasi dell’ozio
creativo

Oggi, entra nel vivo il ricco cartellone estivo allestito
dall’amministrazione comunale e dalla proloco, con la
presentazione del volume “Hotel d’Angleterre” di Carmine Mari,
edito dalla Marlin, sul molo di Capitello

Gaetano Del Gaiso

Capitello è da sempre una forte miscela di bellezze naturali,
memoria storica e modelli culturali che permettono la
costruzione di basi per una società consapevole che sappia
salvaguardare la Bellezza. E’ dovere dell’amministrazione
esaltare tutto ciò, sostenendo la pausa creativa, la
riflessione, il dialogo, tra quanti in ogni stagione
frequentano in questi meravigliosi luoghi. Quest’anno il
cartellone estivo che il comune di Ispani, guidato dal suo
nuovo sindaco Francesco Giudice, unitamente agli assessori
Consolato Caccamo e Antonio Ionnito, in collaborazione con la
locale ProLoco , presieduta dal Generale Giuseppe Cristoforo
Milo, ha quale titolo “l’Oasi dell’ozio creativo”. Emozione
palpabile per questa ri-partenza, nei luoghi ove ci ritroviamo
da sempre, oggi, con maggior consapevolezza e godimento.
Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico
dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del
progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale
riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il
concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo
spazio quale pienezza e continuità della materia e, quindi,
quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale
sinonimo dell’amplificazione. Questo contenitore deve essere
considerato uno spazio che può considerarsi il segno, nel suo
divenir parola, suono, immagine, movimento, che diventa di-
segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità,
essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per
essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi,
criticare e che, riprenderà a restituire qualcosa di una
drammaturgia segreta, che porterà tutti noi organizzatori a
“fare parte della scena”, al fianco dei protagonisti e del
pubblico. Stasera, “L’oasi dell’ozio creativo” entra nel vivo
ospitando sul molo della frazione marina, Capitello, alle ore
21, lo scrittore Carmine Mari, che insieme alla giornalista
Olga Chieffi, presenterà la sua ultima opera “Hotel
d’Angleterre” edito dalla Marlin editore. 1911. Una giovane
Italia si appresta a compiere il gran balzo verso la conquista
del mondo. Dall’Ufficio Approvvigionamenti del Ministero della
Guerra sono scomparsi documenti delicatissimi, e il governo è
consapevole che potenze straniere tramano contro i progetti
coloniali italiani. In una calda estate, in un clima di Belle
Époque, cinque ospiti alloggiano al Hotel d’Angleterre di
Salerno: Alberto Brenzoni, stravagante matematico; Peter
Aselmeryr, svizzero e rappresentante di tessuti; Marie
Christine Bonsignorì, “mademoiselle” in Grand Tour; Teofilo
Scorza, tipografo romano sull’orlo del fallimento; e David
Stephenson, colonnello dell’esercito britannico in congedo.
Edoardo Scannapieco, giovane disoccupato con ambizioni di
giornalista, è al primo giorno di lavoro come maître
all’Angleterre quando scopre che una busta gialla, affidata in
custodia al portiere Geppino, è misteriosamente sparita
assieme a lui. Scorza ne reclama la proprietà, dando inizio a
ciò che Pavone – agente dell’Ufficio Informativo incaricato di
acciuffare la spia – chiamerà “Operazione Angleterre”.
Schedato dalla prefettura per le sue idee anarco-socialiste,
Edoardo sarà costretto a collaborare giocoforza con Pavone al
recupero dei documenti, trovandosi coinvolto in una trama
complessa, fatta di personaggi ambigui, politici e gente di
malaffare; in quegli stessi giorni è previsto un raduno di
suffragette, capitanate dalla fiamma del suo cuore, Amelia
Minervini, tenace femminista. Esponenti conservatori, collusi
con la malavita locale, non vedono di buon occhio l’iniziativa
– una petizione per il suffragio universale – che a loro dire,
sarebbe il preludio a una stagione di pericolose
rivendicazioni. Toccherà a Edoardo disinnescare la bomba
femminista e cercare di garantire il successo dell’“Operazione
Angleterre”. Il libro sta avendo la sua vetrina in diversi
festival nazionali ed è finalista al festival Giallo al Centro
di Rieti.

Poeti: Il catalogo è questo
E’ in libreria per i tipi della Società Editrice Fiorentina il
“Dizionario critico della poesia italiana” curato da Mario
Fresa, una guida preziosa, che cerca di rappresentare, lo
stato della poesia italiana dal 1945 al presente

Di Giuseppe Vetromile
È da pochissimo uscito, per i tipi della Società Editrice
Fiorentina, un interessante volume che comprende le notizie
bio-bibliografiche e una serie di accurate schede critiche
dedicate ai poeti italiani che hanno operato nell’arco di
tempo che va dal 1945 al 2020. Si tratta del “Dizionario
critico della poesia italiana” (pp. 212, euro 25), curato dal
poeta e critico Mario Fresa: una guida ricca, preziosa, che
cerca di rappresentare, attraverso i suoi maggiori
protagonisti, lo stato della poesia italiana dal 1945 al
presente. Il curatore si è avvalso della collaborazione di
cinquantadue illustri poeti e critici, riservandosi egli
stesso l’elaborazione di non poche schede critiche presenti
nell’opera. Ora è chiaro che la poesia è, sovente, argomento
ostico e delicato da trattare, specialmente quando si tratta
di realizzare “censimenti”, “antologie”, “dizionari”. Ma
questo dizionario si distingue da altre opere simili per le
sue particolari e forse uniche caratteristiche. Intanto, non è
un’antologia, ma un vero e proprio dizionario enciclopedico
che non ha intenzione di disegnare una “Storia” della poesia
italiana, né ha voluto suddividere o incasellare in modo
rigido o scolastico i vari movimenti e le diverse correnti.
Esso ha invece “setacciato”, secondo la sensibilità e il
giudizio del curatore, il mare magnum della poesia italiana
del secondo Novecento, offrendo il “ritratto” di numerosi
poeti, più o meno conosciuti, inseriti in uno scrupoloso e
denso elenco descrittivo, strutturato in un ordine
rigorosamente alfabetico. Di ogni autore si fornisce
un’esauriente biografia, una bibliografia con i lavori più
importanti e una puntuale presentazione critica della sua
poetica. Questo “Dizionario critico della poesia italiana”
dedica, poi, ampio spazio non solo alle figure più note della
poesia nostrana, ma anche, e per fortuna, ai poeti più giovani
e ai nomi più “appartati” e meno conosciuti. “Il dizionario
pubblicato con la SEF – ha dichiarato Fresa in una recente
intervista – si fonda sulla responsabilità della scelta e
dell’indagine       critica,      della     valutazione      e
dell’interpretazione, del commento e della decodificazione dei
testi. Ecco perché esso si presenta, già dal titolo, come
«critico»: i redattori hanno individuato – in modo empatico,
vorrei dire, più che in senso storicistico – nomi e libri
esemplari, componendo un mosaico, ampio e costellato di
numerose presenze, che invita il lettore a entrare nel «mondo»
di ciascuno dei poeti ritratti”. E ha aggiunto: “Non credo
nelle Storie della letteratura. Ritengo assai più interessanti
gli autori, le loro singole voci. Ogni poeta costituisce,
spesso, un caso unico, a sé stante, che meriterebbe sempre di
essere studiato e analizzato in modo autonomo e specifico”. Un
lavoro importante che, indubbiamente, offre il suo valido
contributo alla conoscenza di tantissimi poeti, considerati e
studiati in quell’arco di tempo, e della loro intensa attività
sul campo. Tra i molti redattori dell’opera ricordiamo Cucchi,
Bertoni, Rondoni, Fontanella, Perilli, Lucrezi, Gaita, Pierno,
Rega, Venturini, Salari, Borio, Corsi.

Gli incontri letterali                                   di
Amalfi d’Autore
di Monica De Santis

“Amalfi d’Autore. Incontri letterari”, la rassegna letteraria
promossa dal Comune di Amalfi in collaborazione con la Delia
Agenzia Letteraria, ha rialzato il suo sipario lo scorso 30
luglio con il primo dei cinque incontri previsti nel programma
che ha lo scopo di animare l’estate amalfitana, diffondendo e
promuovere il valore sociale della lettura. “Non è un caso che
“Amalfi d’Autore rinasca in questo particolare momento
storico, così come non è un caso che il Comune di Amalfi
decida di ampliare il proprio cartellone di eventi con una
rassegna letteraria – ha dichiarato il Sindaco di Amalfi,
Daniele Milano, durante il primo appuntamento della rassegna –
Se guardiamo alla storia del Grand Tour, Amalfi è stata, e
ancora oggi continua ad essere tra le mete turistiche più
ambite dagli intellettuali di tutto il mondo e non solo per le
sue bellezze paesaggistiche. Ripartiamo dalla cultura perché
riconosciamo in essa uno strumento di coesione sociale,
fondamentale per il benessere della nostra comunità”. Il primo
appuntamento, come detto si è svolto lo scorso 30 luglio, in
Largo Duca Piccolomini. Ospite Marisa Laurito, autrice di “Una
vita scapricciata” (Rizzoli) che ha ripercorso con l’ironia
che la contraddistingue gli esordi, gli amori e le amicizie di
una donna, un’artista poliedrica che vissuto molte vite. Nel
corso della serata la Laurito ha anche ricordato e parlato dei
compagni di quella geniale avventura corale che si sviluppò
attorno a Renzo Arbore, un sodalizio importantissimo, come
quello con il migliore amico Luciano De Crescenzo, con cui
Marisa parla ancora oggi all’ombra del Vesuvio, il vulcano
fumante che da millenni insegna ai napoletani a ridimensionare
gli affanni, a godere attimo dopo attimo e a rinascere
ridendo. La Laurito parla anche del suo rapporto con la
città. Con quella Napoli, in cui tutto avviene in strada, dove
ci si incontra, si grida, si ride, si mangia, si rappezzano i
dolori. La rassegna prosegue mercoledì 11 agosto, alle ore
21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi, con Gennaro Arma,
autore de “La lezione più importante” (Mondadori). Uomo di
mare, erede di una tradizione marittima importante, Gennaro
Arma ripercorrerà con Alfonso Sarno i momenti che lo hanno
portato ad affrontare con rigore e umanità una «tempesta
perfetta». Al comando della Diamond Princess – la nave da
crociera rimasta nelle acque del Giappone per quasi un mese
nel febbraio 2020, a causa del contagio da Covid-19 di oltre
settecento persone fra ospiti e membri dell’equipaggio, Arma
ha dimostrato raro coraggio, competenza e saggezza. D’altronde
«il mare è imprevisto che incombe, è l’inatteso col quale devi
convivere», e il comandante nella sua lunga carriera ha
imparato che in mare «devi saperti organizzare in un istante e
riorganizzarti un istante dopo perché è già tutto cambiato».
Un ritorno in Città per il Comandante, insignito del titolo di
“Magister di Civiltà Amalfitana” in occasione del Capodanno
Bizantino 2020. Mercoledì 18 agosto, alle ore 21.00, in Largo
Duca Piccolomini – Amalfi, Michele Santoro, autore di
“Nient’altro che la verità” (Marsilio) si addentrerà in un
racconto in grado di rivoluzionare trent’anni di storia del
nostro paese, tra segreti e depistaggi, mafia e antimafia,
politica e potere. Maurizio Avola non è famoso come Tommaso
Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer
qualsiasi: è il killer perfetto, obbediente, preciso,
silenzioso. Ad accendere l’interesse di Santoro è il fatto che
Avola abbia conosciuto Matteo Messina Denaro e abbia compiuto
con «l’ultimo padrino» diverse azioni. Scoprirà però che è
solo una parte, e non la più rilevante, di quanto Avola può
svelare, andando incontro a quella che è probabilmente
l’inchiesta più importante della sua vita. Mercoledì 25
agosto, alle ore 21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi,
Gabriele Bojano, autore de “I favolosi 60” (Linea edizioni),
ricorderà gli anni del secolo scorso dominati da Mina e
osannati da Minà, in cui il boom economico fece tutti più
ricchi, leggeri e spensierati, ma anche beatamente
inconsapevoli di quello che sarebbe venuto dopo. La stagione
di una vita, quella appunto crepuscolare dei neosessantenni, i
cosiddetti baby boomer, troppo giovani per tirare i remi in
barca ma troppo vecchi per tirare la barca a remi. La rassegna
chiude sabato 4 settembre, alle ore 21.00, in Largo Duca
Piccolomini – Amalfi, con Roberto Napoletano autore di “Mario
Draghi. Il ritorno del Cavaliere bianco” (La nave di Teseo +)
che insieme a Salvo Javarone, presidente Confinternational,
risponderà alle domande che interessano tutti gli italiani:
chi è Mario Draghi? Perché il Cavaliere bianco, che ha salvato
l’euro e l’Italia dal suo Cigno nero del 2011, viene chiamato
esattamente dieci anni dopo dal capo dello stato, Sergio
Mattarella, a disincagliare il Titanic Italia? Roberto
Napoletano, che ha raccolto con Alessandro Merli l’unica
intervista rilasciata a un giornale italiano da Draghi in otto
anni di presidenza della BCE, ci restituisce la figura di un
premier che vuole essere trattato alla pari, che ascolta
tutti, ma che sa prendere le decisioni importanti al momento
giusto.

Pillole per una Nuova Storia
Letteraria 022

    Patriarcato e storia letteraria

Di Federico Sanguineti

“Our cities are patriarchy written in stone, brick, glass and
concrete”: scrive Jane Darke in un saggio del 1996, intitolato
The Man-Shaped City (1996). In una società in cui domina il
modo di produzione capitalistico, il patriarcato è ovunque,
sia dentro che fuori di noi, addirittura dove ci si illude che
non sia più presente: in particolar modo se neppure lo si
nomina, e soprattutto se non lo si vede perché non lo si vuole
vedere. Anzi, proprio a causa di tale rimozione, il
patriarcato è in realtà più forte che mai. Nasce così la
domanda, posta da Carol Gilligan e Naomi Snider in un libro
del 2018: Why Does Patriarchy Persist? Nella prefazione
all’edizione italiana (Perché il patriarcato persiste?), Wanda
Tomasi chiarisce che il patriarcato può attecchire a livello
inconscio, anche se in forma cosciente viene condannato.
Radicato insomma fin nelle pietre, nei mattoni, nel vetro e
nel cemento delle nostre città. Nella società borghese, sono
infatti in vigore stereotipi devastanti per entrambi i sessi:
da un lato, le donne sono invitate a frenare la propria voce,
per conformarsi a ciò che ci si aspetta da loro, la “cultura
del silenzio”; e, d’altro canto, gli uomini sono invitati a
tacitare ogni bisogno di intimità, sviluppando la “cultura
della violenza”. Il patriarcato prospera grazie a questa
divisione familiare e sociale del lavoro garantita da due
modelli contrapposti: femminilità altruistica ed emotiva e
mascolinità assertiva e indipendente. Perché l’idea di una
città femminista inizi a concretizzarsi occorre attendere, nel
maggio del 2021, a Santiago del Cile, la vittoria di Irací
Hassler (Irací è nome di origine indigena, che significa
“regina delle api”), prima sindaca al mondo dichiaratamente
femminista. Ma già sei secoli fa, rimasta vedova a venticinque
anni (con tre figli e una madre a cui pensare), Cristina da
Pizzano scrive nel 1405 La cité des dames (La città delle
dame), in cui confessa la propria abitudine a dedicarsi allo
studio delle lettere (“en la frequentacion d’estude de
lettres”). Così, assorta fra i libri, viene a trovarsi di
fronte a un ennesimo testo misogino. Nasce pertanto in lei la
curiosità di interrogarsi sul perché scrittori pur diversi tra
loro (“tant de divers hommes”), concordemente ancorati a
pregiudizi nei confronti delle donne, sembrino tutti parlare
con la stessa bocca e giungere a una medesima conclusione
(“semble que tous parlent par une mesmes bouche et tous
accordent une semblable conclusion”). Anticipando i risultati
a cui pervengono oggi Carol Gilligan e Naomi Snider, Cristina
da Pizzano esibisce qui, fronteggiando la cultura della città
patriarcale, la propria “disconnessione cognitiva” (“cognitive
disconnection”, secondo la formula di John Bowlby): per un
verso, esaminando se stessa e la propria condotta, non riesce
a riconoscere il fondamento di una misoginia così universale;
per altro verso, lei stessa continua a pensare male delle
donne, ritenendo ben poco verosimile che uomini così famosi,
intellettuali di grande intelligenza, sapienti in tutto,
abbiano potuto scrivere tali menzogne in ogni libro. “Era in
questo modo ‒ spiega ‒ che mi affidavo più ai giudizio altrui
(jugement d’autrui) che a ciò che io sentivo e sapevo (ce que
moy mesmes en sentoye et savoye)”. All’interno della città
borghese, le donne si trovano di fronte a questa alternativa:
disconnettere le proprie emozioni dai propri pensieri,
rinunciando a quello che sanno per affidarsi a saperi a loro
stesse ostili, oppure riconnettere le proprie emozioni e i
propri pensieri, decostruendo la città patriarcale e
rifondando ex novo la città stessa.

Nina Zilli ospite di Positano
mare, sole e cultura
Al via la rassegna letteraria “Positano Mare, Sole e Cultura”,
organizzata dall’Associazione Culturale Mare Sole e Cultura in
collaborazione con Mondadori e il Comune di Positano e
presieduta da Aldo Grasso, che per celebrare il 700°
anniversario della morte di Dante Alighieri dedica la sua XXIX
edizione al tema “In piccioletta barca. Navigando tra le
parole”. A tagliare il nastro della XXIX edizione, venerdì 23
luglio (ore 21 – Palazzo Murat – Positano) Teresa Ciabatti,
autrice del volume Sembrava bellezza (Mondadori) che insieme
al direttore del settimanale Donna Moderna, Annalisa Monfreda,
darà vita ad una riflessione sul tema “Il tempo del viaggio”.
Con la partecipazione di Nina Zilli. Saluti del Sindaco di
Positano, Giuseppe Guida. Ad accoglierci tra le pagine di
questo romanzo è una donna, una scrittrice, che dopo essersi
sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il
successo. Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di
tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po’ di più.
Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è
trasferita lontano. Combattuta tra risentimento e sgomento per
il tempo che si consuma la coglie Federica, la più cara amica
del liceo, quando dopo trent’anni torna a cercarla. E riporta
nel suo presente anche la sorella maggiore Livia – dea di
bellezza sovrannaturale, modello irraggiungibile ai loro occhi
di sedicenni sgraziate -, che in seguito a un incidente è
rimasta prigioniera nella mente di un’eterna ragazza. Come
accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a
respingersi e mescolarsi. La protagonista perlustra il passato
alla ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto
cerca di riafferrare il bandolo della propria esistenza
ammaccata: il lavoro, gli amori. Livia era e resta un mistero
insondabile:      miracolo     di    bellezza     preservata
nell’inconsapevolezza? O fenomeno da baraccone? Avvolti nelle
spire di un’affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista
in un viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore
e concreto. E mentre lei aspira a fermare l’attimo per non
perdere la gloria, la sorte di Livia è lì a ricordare cosa può
succedere…

Carmine Mari                     tra        Blues          e
letteratura
di Olga Chieffi

Questa sera, alle ore 21, Carmine Mari sarà tra i protagonisti
del Festival “Dal Mississippi al Po 2021” con il romanzo
storico “Hotel d’Angleterre”, in libreria per la Marlin
editore, nella Piazza Molinari di Fiorenzuola D’Arda, ove si
confronterà con il giornalista e scrittore Roberto S. Tanzi.
Un appuntamento che conferma l’attenzione, nell’ambito di un
programma con ospiti di livello internazionale, nei confronti
di un libro capace di appassionare i lettori sia per
l’affresco politico sia per l’intrigante spy story. Il
Festival, che unisce idealmente i due celeberrimi delta,
rappresenta una finestra sul mondo attraverso l’arte di
scrivere, di suonare, di fotografare per raccontare esperienze
di vita. Un filo rosso che riunisce parola, musica,
letteratura, cinema e restituisce passione e vita. La musica,
e in particolare il blues, insieme alla letteratura sono i
mezzi espressivi attraverso i quali gli organizzatori
intendono diffondere e promuovere l’integrazione sociale e
stimolare la curiosità verso lo spirito blues, quattro serate
fanno da sottofondo a questa estate post pandemia. L’anima
letteraria della kermesse vedrà ospiti di rilievo, in
collegamento Skype, come lo scrittore americano Jeffery
Deaver, il romanziere americano John Smolens e l’autore croato
Robert Perisic. Per la cultura e il giornalismo sono previsti
interventi di Paolo Pagani e Cecilia Godi, e degli incontri “a
tu per tu”: Caterina Soffici con Elisabetta Bucciarelli,
appunto Roberto S. Tanzi con il nostro Carmine Mari, Daniele
Biacchessi con il direttore artistico-letterario del festival
Seba Pezzani, mentre per il cinema è previsto un ospite
d’eccezione, Pupi Avati, autore vicino al Jazz e al blues, di
cui ricordiamo il film Bix. Soddifatto Carmine Mari, il quale
è vicino anche all’altra sezione del festival quella musicale,
poiché suona anche la chitarra, per questo prestigioso invito,
che aggiunge un importante tassello al lancio ormai
consolidato del libro. “Gli scrittori trovano spunto dalle
cose più inusuali: a me è capitato con la foto di una vecchia
cartolina dell’Hotel d’Angleterre I colori e il tram di una
città ormai lontana mi suggerivano un’epoca affascinante: la
Belle Époque. Mi è sembrato estremamente suggestivo per
imbastire una spy-story: abiti di lusso, progresso
tecnologico, effervescenza e voglia di vivere, senza
dimenticare le perenni contraddizioni di un Paese spaccato
economicamente tra Nord e Sud, il condizionamento della
malavita, la miseria delle classi contadine oppresse dal
latifondo, la fame e l’emigrazione. Un’epoca di grandi
contrasti, perché laddove c’è molta luce, l’ombra è sempre più
scura. Salerno, a quei tempi, era una città di 46.000
abitanti, con un indotto industriale importante, manifatture
tessili di tutto rispetto a livello nazionale, un porto e
grandi    aspirazioni.     Teatri,    cinematografi,     case
d’appuntamenti, chalet e una vita notturna molto animata da
cittadini e marinai di mezza Europa in libera uscita.
Cominciavano a circolare le pellicole della salernitana Elvira
Notari Coda, prima regista donna italiana. E infine
l’Angleterre. Il contesto era perfetto, ma dallo spunto alla
storia l’impresa non è semplice. All’inizio si naviga a vista,
poi quando la nebbia si alza i contorni diventano netti e
inizia il divertimento. E’ stata una bella esperienza, durata
più o meno dieci mesi. Mi sono divertito un mondo, perché
quando sei finalmente dentro alla storia è come vivere
un’altra vita”.
Puoi anche leggere