Giampiero Somma presenta "La montagna leone"
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Giampiero Somma presenta “La montagna leone” Si svolgerà lunedì 13 settembre, alle ore 17.00, presso la Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, la presentazione del romanzo “La montagna leone” di Giampiero Somma, edito da Gruppo Albatros – il Filo. All’incontro, insieme all’autore, parteciperà l’assessore alle Politiche Sociali Giovanni Savastano. Opera d’esordio dell’autore originario dei Picentini, “La montagna leone” racconta l’incontro di due ragazzi, uno salernitano e l’altro originario della Sierra Leone. Attraverso le vicende narrate, ambientate tra Salerno e la piana del Sele, si affrontano tematiche di stringente attualità, tra cui immigrazione clandestina e sfruttamento, tolleranza e comprensione dell’altro. “L’autore – si legge in copertina – dona una storia che trae la sua forza dalla denuncia di un’umanità visibile, troppo spesso guardata a occhi chiusi”. Giampiero Somma è nato in provincia di Salerno nel 1980. Dopo la maturità classica, consegue la laurea in Scienze della Comunicazione presso l’ateneo della sua città. Giornalista pubblicista dal 2008, collabora per diversi anni, come cronista o redattore, con giornali, radio e agenzie di stampa del suo territorio. Nel 2012 a anca all’attività di giornalismo quella della ristorazione, diventando coproprietario di un pub. Sposato, ha un figlio Alessandro. Il suo primo romanzo è proprio “La montagna del leone” che sarà presentato domani pomeriggio.
“Il vestito azzurro” di Antonella Napoli a Largo dei Pastai a Minori Nuovo appuntamento con i Salotti letterari in Largo Solaio dei Pastai nell’ambito degli “Appuntamenti d’Estate” 2021 promossi dal Comune di Minori. Mercoledì 18 agosto, ore 21, protagonisti Antonella Napoli con “Il vestito azzurro. Un regime dimenticato e il coraggio di una giornalista” e Nicola Di Filippo con “Uno Chef. Una storia tra i grandi personaggi”. In collaborazione con la Pro Loco di Minori. Antonella Napoli, unica giornalista occidentale in Sudan durante le rivolte che hanno portato alla caduta del dittatore Omar Hassan al-Bashir nell’aprile del 2019, viene fermata mentre sta riprendendo alcuni palazzi governativi a Khartoum. Trattenuta per ore dai servizi di sicurezza, subisce un duro interrogatorio. Il peggio viene scongiurato solo grazie all’intervento tempestivo dell’ambasciata italiana e del Ministero degli Esteri. Oggi che l’inchiesta si è chiusa e i responsabili delle ore più buie della sua vita sono stati rimossi dalgli incarichi, la giornalista racconta in “Il vestito azzurro” la propria esperienza per fare luce su un regime da troppi dimenticato e le storie di chi si è battuto per capovolgerlo. “Vallo Nerd Anno zero: L’arrivo sulla terra” anifestazione fumettistica, videoludica, informativa e aggregativa. Evento ad ingresso libero ed aperto a tutti, ad
Atena Lucana il 28 Agosto 2021 (dalle 16.00 alle 22.00) ed il 29 Agosto 2021 (dalle 10.00 alle 22.00) presso l’Auditorium “A. Cirillo”. Il progetto e la comunità Vallo Nerd nasce dalla passione di cultori del fumetto, dei videogames, della tecnologia, dei giochi di ruolo, del cosplay e del mondo giapponese. La volontà è quella di fornire alla popolazione intera un evento a carattere continuativo, che sarà seguito da altri incontri, seminari, manifestazioni, attività, momenti di aggregazione e di informazione riguardante questo variegato e sconfinato mondo Nerd. L’appellativo ”Nerd” prima utilizzato in maniera “dispregiativa”, adesso viene collegato ad un universo dove tutto ciò che lo contiene e le sue attività correlate, citate in precedenza, divengono fulcro di qualcosa di nuovo, interessante e che porterà ad una maggiore diffusione delle tematiche stesse. I fumetti, i videogames, i manga giapponesi (equivalenti dei nostri fumetti), il cosplaying (travestirsi da personaggi dei cartoni di animazione giapponese e non solo), l’aggregazione tramite l’esecuzione di giochi di ruolo, da tavola e di carte collezionabili, i giochi di ruolo dal vivo, la tecnologia, sono i cardini sui quali sarà fondata la manifestazione che si terrà dal 28 al 29 Agosto presso l’Auditorium “A. Cirillo” di Atena Lucana, il comune che ci ha gentilmente ospitato. Il Vallo Nerd è anche informazione, poichè durante la manifestazione, avremo la presenza in videochiamata, di uno sviluppatore di Videogames , Antonio Barba, della rinomata Software House “Milestone”, produttrice dei giochi best seller come Super Bike Sbk, Wrc , Valentino Rossi The Game Screamer e di altri famosi racing game ed ulteriore workshop riguardante il mondo dei fumetti con gli illustratori e disegnatori Emanuele ed Adriana Sabatino. E’ previsto un mercatino per appassionati del settore, con la vendita di gadget, fumetti, memorabilia nerd; tornei per videogiocatori per Playstation 4 del titolo di calcio Fifa, retrogaming (videogiochi anni 80-90) torneo di carte collezionabili YU-GI-OH, area dedicata ad Harry Potter ed eventi live per giocatori di ruolo a carattere Nerd. Perchè Vallo? E’ una manifestazione per tutti
e di tutti, non amiamo anteporre soltanto il nome di un paese, dato che essendo comprensorio, l’evento è a carattere Valdianese. Il nostro intento è quello di raggruppare, tutte le persone di tutte le età, appassionate a questo mondo. Partiamo con l’anno 0, con fondi personali, con tutta la voglia e la volontà di portare qualcosa di diverso nel nostro amato Comprensorio. La nostra idea, parte dal 2009, dalla mente di 7 appassionati, per poi concretizzarsi nel 2018 come vero e proprio team stabile. E’ l’evento per tutti, nessuno escluso, frutto della passione, non delle mode e neanche di un profitto. I fondi raccolti durante la manifestazione, verranno utilizzati per l’organizzazione di altri eventi a carattere comprensoriale. Anno zero, fondi propri, tanto entusiasmo ed idee che partono da molto lontano, tutto il resto, comprese le bellissime attività che diverranno parte integrante del progetto Vallo Nerd, saranno soltanto nostre, il resto è emulazione (per utilizzare un termine prettamente nerd). Invitiamo con questo comunicato, la stampa al quale è indirizzato il presente all’apertura della stessa manifestazione con momento dedicato all’informazione locale e provinciale, dalle ore 15,30. Apertura ingressi al pubblico ore 16. A Salerno nasce l’Istituto di Poesia Contemporanea di Monica De Santis Nasce a Salerno l’Istituto di Poesia Contemporanea. Nasce grazie al protocollo d’intesa siglato ieri mattina tra Comune di Salerno, Fondazione Alfonso Gatto e Scabec per la realizzazione nella città di Salerno dell’Istituto di Poesia
Contemporanea. Il progetto prevede la realizzazione di un Archivio di manoscritti permanente, nonché la creazione di un Fondo dedicato alle opere edite e di un Fondo dedicato a materiali inediti della Poesia Contemporanea del Sud ed in particolare della Campania. Le stesse parti firmatarie dell’accordo si impegneranno a ricercare adeguate forme di partecipazione e coinvolgimento di ulteriori soggetti pubblici attivi sul territorio, nonché il sostegno di soggetti privati (mecenati, donatori, sponsor). La Scabec, il Comune di Salerno e la fondazione Alfonso Gatto, “nel clima di reciproca collaborazione e ciascuno ha ragione delle proprie competenze istituzionali”, – si legge nel protocollo sottoscritto ieri dal sindaco Vincenzo Napoli, dall’amministratore unico della Scabec Antonio Bottiglieri e dal presidente della Fondazione Alfonso Gatto, Filippo Trotta – hanno dunque stabilito la realizzazione dell’Istituto di poesia contemporanea presso lacittàdisalerno. E progetto prevede, come detto, la realizzazione di un archivio di manoscritti permanenti della poesia Meridiana nonché la creazione di un fondo dedicato ad opere edite (poesia, narrativa, teatro epistolari) è di una fondo dedicato a materiali inediti ( manoscritti, lettere, autografi, scritti vari) della poesia contemporanea del Sud Italia ed in particolare della Regione Campania; resta inteso che ogni singola azione e ho attività finanziata la realizzazione dell’Istituto di poesia contemporanea verrà a sua volta regolata da una specifica convenzione tra la Scabec, il Comune di Salerno e la Fondazione Alfonso Gatto, dove verranno espressamente indicati risorse economiche e obblighi delle parti. Queste stabiliranno con appositi atti come raggiungere gli obiettivi fissati in particolare con quanto la Regione Campania stabilirà per le singole azioni di valorizzazione e promozione culturale. L’accordo ha decorrenza dalla data di sottoscrizione, quindi da ieri, fino alla realizzazione dell’iniziativa. Durante tutto il corso di validità dell’accordo, qualunque modifica dell’atto sottoscritto ieri, non potrà essere apportato, se non mediante approvazione di tutte le parti. Va ancora detto che la
Fondazione Alfonso Gatto aveva avviato contatti con il Ministero della Cultura, con il centro di poesia contemporanea di Bologna, con la Casa della Cultura di Milano con l’editore Crocetti e con la Poetry Sound libery di Londra proprio col fine di diffondere la poesia contemporanea e dar vita all’istituto. Sempre la fondazione Alfonso Gatto ha, inoltre, individuato nel professor Valerio Magrelli la personalità giusta per svolgere la funzione di direttore dell’Istituto di poesia contemporanea E’ Ispani l’ oasi dell’ozio creativo Oggi, entra nel vivo il ricco cartellone estivo allestito dall’amministrazione comunale e dalla proloco, con la presentazione del volume “Hotel d’Angleterre” di Carmine Mari, edito dalla Marlin, sul molo di Capitello Gaetano Del Gaiso Capitello è da sempre una forte miscela di bellezze naturali, memoria storica e modelli culturali che permettono la costruzione di basi per una società consapevole che sappia salvaguardare la Bellezza. E’ dovere dell’amministrazione esaltare tutto ciò, sostenendo la pausa creativa, la riflessione, il dialogo, tra quanti in ogni stagione frequentano in questi meravigliosi luoghi. Quest’anno il cartellone estivo che il comune di Ispani, guidato dal suo nuovo sindaco Francesco Giudice, unitamente agli assessori
Consolato Caccamo e Antonio Ionnito, in collaborazione con la locale ProLoco , presieduta dal Generale Giuseppe Cristoforo Milo, ha quale titolo “l’Oasi dell’ozio creativo”. Emozione palpabile per questa ri-partenza, nei luoghi ove ci ritroviamo da sempre, oggi, con maggior consapevolezza e godimento. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e, quindi, quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. Questo contenitore deve essere considerato uno spazio che può considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, immagine, movimento, che diventa di- segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che, riprenderà a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, che porterà tutti noi organizzatori a “fare parte della scena”, al fianco dei protagonisti e del pubblico. Stasera, “L’oasi dell’ozio creativo” entra nel vivo ospitando sul molo della frazione marina, Capitello, alle ore 21, lo scrittore Carmine Mari, che insieme alla giornalista Olga Chieffi, presenterà la sua ultima opera “Hotel d’Angleterre” edito dalla Marlin editore. 1911. Una giovane Italia si appresta a compiere il gran balzo verso la conquista del mondo. Dall’Ufficio Approvvigionamenti del Ministero della Guerra sono scomparsi documenti delicatissimi, e il governo è consapevole che potenze straniere tramano contro i progetti coloniali italiani. In una calda estate, in un clima di Belle Époque, cinque ospiti alloggiano al Hotel d’Angleterre di Salerno: Alberto Brenzoni, stravagante matematico; Peter Aselmeryr, svizzero e rappresentante di tessuti; Marie Christine Bonsignorì, “mademoiselle” in Grand Tour; Teofilo Scorza, tipografo romano sull’orlo del fallimento; e David Stephenson, colonnello dell’esercito britannico in congedo.
Edoardo Scannapieco, giovane disoccupato con ambizioni di giornalista, è al primo giorno di lavoro come maître all’Angleterre quando scopre che una busta gialla, affidata in custodia al portiere Geppino, è misteriosamente sparita assieme a lui. Scorza ne reclama la proprietà, dando inizio a ciò che Pavone – agente dell’Ufficio Informativo incaricato di acciuffare la spia – chiamerà “Operazione Angleterre”. Schedato dalla prefettura per le sue idee anarco-socialiste, Edoardo sarà costretto a collaborare giocoforza con Pavone al recupero dei documenti, trovandosi coinvolto in una trama complessa, fatta di personaggi ambigui, politici e gente di malaffare; in quegli stessi giorni è previsto un raduno di suffragette, capitanate dalla fiamma del suo cuore, Amelia Minervini, tenace femminista. Esponenti conservatori, collusi con la malavita locale, non vedono di buon occhio l’iniziativa – una petizione per il suffragio universale – che a loro dire, sarebbe il preludio a una stagione di pericolose rivendicazioni. Toccherà a Edoardo disinnescare la bomba femminista e cercare di garantire il successo dell’“Operazione Angleterre”. Il libro sta avendo la sua vetrina in diversi festival nazionali ed è finalista al festival Giallo al Centro di Rieti. Poeti: Il catalogo è questo E’ in libreria per i tipi della Società Editrice Fiorentina il “Dizionario critico della poesia italiana” curato da Mario Fresa, una guida preziosa, che cerca di rappresentare, lo stato della poesia italiana dal 1945 al presente Di Giuseppe Vetromile
È da pochissimo uscito, per i tipi della Società Editrice Fiorentina, un interessante volume che comprende le notizie bio-bibliografiche e una serie di accurate schede critiche dedicate ai poeti italiani che hanno operato nell’arco di tempo che va dal 1945 al 2020. Si tratta del “Dizionario critico della poesia italiana” (pp. 212, euro 25), curato dal poeta e critico Mario Fresa: una guida ricca, preziosa, che cerca di rappresentare, attraverso i suoi maggiori protagonisti, lo stato della poesia italiana dal 1945 al presente. Il curatore si è avvalso della collaborazione di cinquantadue illustri poeti e critici, riservandosi egli stesso l’elaborazione di non poche schede critiche presenti nell’opera. Ora è chiaro che la poesia è, sovente, argomento ostico e delicato da trattare, specialmente quando si tratta di realizzare “censimenti”, “antologie”, “dizionari”. Ma questo dizionario si distingue da altre opere simili per le sue particolari e forse uniche caratteristiche. Intanto, non è un’antologia, ma un vero e proprio dizionario enciclopedico che non ha intenzione di disegnare una “Storia” della poesia italiana, né ha voluto suddividere o incasellare in modo rigido o scolastico i vari movimenti e le diverse correnti. Esso ha invece “setacciato”, secondo la sensibilità e il giudizio del curatore, il mare magnum della poesia italiana del secondo Novecento, offrendo il “ritratto” di numerosi poeti, più o meno conosciuti, inseriti in uno scrupoloso e denso elenco descrittivo, strutturato in un ordine rigorosamente alfabetico. Di ogni autore si fornisce un’esauriente biografia, una bibliografia con i lavori più importanti e una puntuale presentazione critica della sua poetica. Questo “Dizionario critico della poesia italiana” dedica, poi, ampio spazio non solo alle figure più note della poesia nostrana, ma anche, e per fortuna, ai poeti più giovani e ai nomi più “appartati” e meno conosciuti. “Il dizionario pubblicato con la SEF – ha dichiarato Fresa in una recente intervista – si fonda sulla responsabilità della scelta e dell’indagine critica, della valutazione e dell’interpretazione, del commento e della decodificazione dei
testi. Ecco perché esso si presenta, già dal titolo, come «critico»: i redattori hanno individuato – in modo empatico, vorrei dire, più che in senso storicistico – nomi e libri esemplari, componendo un mosaico, ampio e costellato di numerose presenze, che invita il lettore a entrare nel «mondo» di ciascuno dei poeti ritratti”. E ha aggiunto: “Non credo nelle Storie della letteratura. Ritengo assai più interessanti gli autori, le loro singole voci. Ogni poeta costituisce, spesso, un caso unico, a sé stante, che meriterebbe sempre di essere studiato e analizzato in modo autonomo e specifico”. Un lavoro importante che, indubbiamente, offre il suo valido contributo alla conoscenza di tantissimi poeti, considerati e studiati in quell’arco di tempo, e della loro intensa attività sul campo. Tra i molti redattori dell’opera ricordiamo Cucchi, Bertoni, Rondoni, Fontanella, Perilli, Lucrezi, Gaita, Pierno, Rega, Venturini, Salari, Borio, Corsi. Gli incontri letterali di Amalfi d’Autore di Monica De Santis “Amalfi d’Autore. Incontri letterari”, la rassegna letteraria promossa dal Comune di Amalfi in collaborazione con la Delia Agenzia Letteraria, ha rialzato il suo sipario lo scorso 30 luglio con il primo dei cinque incontri previsti nel programma che ha lo scopo di animare l’estate amalfitana, diffondendo e promuovere il valore sociale della lettura. “Non è un caso che “Amalfi d’Autore rinasca in questo particolare momento storico, così come non è un caso che il Comune di Amalfi decida di ampliare il proprio cartellone di eventi con una rassegna letteraria – ha dichiarato il Sindaco di Amalfi,
Daniele Milano, durante il primo appuntamento della rassegna – Se guardiamo alla storia del Grand Tour, Amalfi è stata, e ancora oggi continua ad essere tra le mete turistiche più ambite dagli intellettuali di tutto il mondo e non solo per le sue bellezze paesaggistiche. Ripartiamo dalla cultura perché riconosciamo in essa uno strumento di coesione sociale, fondamentale per il benessere della nostra comunità”. Il primo appuntamento, come detto si è svolto lo scorso 30 luglio, in Largo Duca Piccolomini. Ospite Marisa Laurito, autrice di “Una vita scapricciata” (Rizzoli) che ha ripercorso con l’ironia che la contraddistingue gli esordi, gli amori e le amicizie di una donna, un’artista poliedrica che vissuto molte vite. Nel corso della serata la Laurito ha anche ricordato e parlato dei compagni di quella geniale avventura corale che si sviluppò attorno a Renzo Arbore, un sodalizio importantissimo, come quello con il migliore amico Luciano De Crescenzo, con cui Marisa parla ancora oggi all’ombra del Vesuvio, il vulcano fumante che da millenni insegna ai napoletani a ridimensionare gli affanni, a godere attimo dopo attimo e a rinascere ridendo. La Laurito parla anche del suo rapporto con la città. Con quella Napoli, in cui tutto avviene in strada, dove ci si incontra, si grida, si ride, si mangia, si rappezzano i dolori. La rassegna prosegue mercoledì 11 agosto, alle ore 21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi, con Gennaro Arma, autore de “La lezione più importante” (Mondadori). Uomo di mare, erede di una tradizione marittima importante, Gennaro Arma ripercorrerà con Alfonso Sarno i momenti che lo hanno portato ad affrontare con rigore e umanità una «tempesta perfetta». Al comando della Diamond Princess – la nave da crociera rimasta nelle acque del Giappone per quasi un mese nel febbraio 2020, a causa del contagio da Covid-19 di oltre settecento persone fra ospiti e membri dell’equipaggio, Arma ha dimostrato raro coraggio, competenza e saggezza. D’altronde «il mare è imprevisto che incombe, è l’inatteso col quale devi convivere», e il comandante nella sua lunga carriera ha imparato che in mare «devi saperti organizzare in un istante e riorganizzarti un istante dopo perché è già tutto cambiato».
Un ritorno in Città per il Comandante, insignito del titolo di “Magister di Civiltà Amalfitana” in occasione del Capodanno Bizantino 2020. Mercoledì 18 agosto, alle ore 21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi, Michele Santoro, autore di “Nient’altro che la verità” (Marsilio) si addentrerà in un racconto in grado di rivoluzionare trent’anni di storia del nostro paese, tra segreti e depistaggi, mafia e antimafia, politica e potere. Maurizio Avola non è famoso come Tommaso Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer qualsiasi: è il killer perfetto, obbediente, preciso, silenzioso. Ad accendere l’interesse di Santoro è il fatto che Avola abbia conosciuto Matteo Messina Denaro e abbia compiuto con «l’ultimo padrino» diverse azioni. Scoprirà però che è solo una parte, e non la più rilevante, di quanto Avola può svelare, andando incontro a quella che è probabilmente l’inchiesta più importante della sua vita. Mercoledì 25 agosto, alle ore 21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi, Gabriele Bojano, autore de “I favolosi 60” (Linea edizioni), ricorderà gli anni del secolo scorso dominati da Mina e osannati da Minà, in cui il boom economico fece tutti più ricchi, leggeri e spensierati, ma anche beatamente inconsapevoli di quello che sarebbe venuto dopo. La stagione di una vita, quella appunto crepuscolare dei neosessantenni, i cosiddetti baby boomer, troppo giovani per tirare i remi in barca ma troppo vecchi per tirare la barca a remi. La rassegna chiude sabato 4 settembre, alle ore 21.00, in Largo Duca Piccolomini – Amalfi, con Roberto Napoletano autore di “Mario Draghi. Il ritorno del Cavaliere bianco” (La nave di Teseo +) che insieme a Salvo Javarone, presidente Confinternational, risponderà alle domande che interessano tutti gli italiani: chi è Mario Draghi? Perché il Cavaliere bianco, che ha salvato l’euro e l’Italia dal suo Cigno nero del 2011, viene chiamato esattamente dieci anni dopo dal capo dello stato, Sergio Mattarella, a disincagliare il Titanic Italia? Roberto Napoletano, che ha raccolto con Alessandro Merli l’unica intervista rilasciata a un giornale italiano da Draghi in otto anni di presidenza della BCE, ci restituisce la figura di un
premier che vuole essere trattato alla pari, che ascolta tutti, ma che sa prendere le decisioni importanti al momento giusto. Pillole per una Nuova Storia Letteraria 022 Patriarcato e storia letteraria Di Federico Sanguineti “Our cities are patriarchy written in stone, brick, glass and concrete”: scrive Jane Darke in un saggio del 1996, intitolato The Man-Shaped City (1996). In una società in cui domina il modo di produzione capitalistico, il patriarcato è ovunque, sia dentro che fuori di noi, addirittura dove ci si illude che non sia più presente: in particolar modo se neppure lo si nomina, e soprattutto se non lo si vede perché non lo si vuole vedere. Anzi, proprio a causa di tale rimozione, il patriarcato è in realtà più forte che mai. Nasce così la domanda, posta da Carol Gilligan e Naomi Snider in un libro del 2018: Why Does Patriarchy Persist? Nella prefazione all’edizione italiana (Perché il patriarcato persiste?), Wanda Tomasi chiarisce che il patriarcato può attecchire a livello inconscio, anche se in forma cosciente viene condannato. Radicato insomma fin nelle pietre, nei mattoni, nel vetro e nel cemento delle nostre città. Nella società borghese, sono infatti in vigore stereotipi devastanti per entrambi i sessi:
da un lato, le donne sono invitate a frenare la propria voce, per conformarsi a ciò che ci si aspetta da loro, la “cultura del silenzio”; e, d’altro canto, gli uomini sono invitati a tacitare ogni bisogno di intimità, sviluppando la “cultura della violenza”. Il patriarcato prospera grazie a questa divisione familiare e sociale del lavoro garantita da due modelli contrapposti: femminilità altruistica ed emotiva e mascolinità assertiva e indipendente. Perché l’idea di una città femminista inizi a concretizzarsi occorre attendere, nel maggio del 2021, a Santiago del Cile, la vittoria di Irací Hassler (Irací è nome di origine indigena, che significa “regina delle api”), prima sindaca al mondo dichiaratamente femminista. Ma già sei secoli fa, rimasta vedova a venticinque anni (con tre figli e una madre a cui pensare), Cristina da Pizzano scrive nel 1405 La cité des dames (La città delle dame), in cui confessa la propria abitudine a dedicarsi allo studio delle lettere (“en la frequentacion d’estude de lettres”). Così, assorta fra i libri, viene a trovarsi di fronte a un ennesimo testo misogino. Nasce pertanto in lei la curiosità di interrogarsi sul perché scrittori pur diversi tra loro (“tant de divers hommes”), concordemente ancorati a pregiudizi nei confronti delle donne, sembrino tutti parlare con la stessa bocca e giungere a una medesima conclusione (“semble que tous parlent par une mesmes bouche et tous accordent une semblable conclusion”). Anticipando i risultati a cui pervengono oggi Carol Gilligan e Naomi Snider, Cristina da Pizzano esibisce qui, fronteggiando la cultura della città patriarcale, la propria “disconnessione cognitiva” (“cognitive disconnection”, secondo la formula di John Bowlby): per un verso, esaminando se stessa e la propria condotta, non riesce a riconoscere il fondamento di una misoginia così universale; per altro verso, lei stessa continua a pensare male delle donne, ritenendo ben poco verosimile che uomini così famosi, intellettuali di grande intelligenza, sapienti in tutto, abbiano potuto scrivere tali menzogne in ogni libro. “Era in questo modo ‒ spiega ‒ che mi affidavo più ai giudizio altrui (jugement d’autrui) che a ciò che io sentivo e sapevo (ce que
moy mesmes en sentoye et savoye)”. All’interno della città borghese, le donne si trovano di fronte a questa alternativa: disconnettere le proprie emozioni dai propri pensieri, rinunciando a quello che sanno per affidarsi a saperi a loro stesse ostili, oppure riconnettere le proprie emozioni e i propri pensieri, decostruendo la città patriarcale e rifondando ex novo la città stessa. Nina Zilli ospite di Positano mare, sole e cultura Al via la rassegna letteraria “Positano Mare, Sole e Cultura”, organizzata dall’Associazione Culturale Mare Sole e Cultura in collaborazione con Mondadori e il Comune di Positano e presieduta da Aldo Grasso, che per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri dedica la sua XXIX edizione al tema “In piccioletta barca. Navigando tra le parole”. A tagliare il nastro della XXIX edizione, venerdì 23 luglio (ore 21 – Palazzo Murat – Positano) Teresa Ciabatti, autrice del volume Sembrava bellezza (Mondadori) che insieme al direttore del settimanale Donna Moderna, Annalisa Monfreda, darà vita ad una riflessione sul tema “Il tempo del viaggio”. Con la partecipazione di Nina Zilli. Saluti del Sindaco di Positano, Giuseppe Guida. Ad accoglierci tra le pagine di questo romanzo è una donna, una scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il successo. Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po’ di più. Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita lontano. Combattuta tra risentimento e sgomento per il tempo che si consuma la coglie Federica, la più cara amica del liceo, quando dopo trent’anni torna a cercarla. E riporta
nel suo presente anche la sorella maggiore Livia – dea di bellezza sovrannaturale, modello irraggiungibile ai loro occhi di sedicenni sgraziate -, che in seguito a un incidente è rimasta prigioniera nella mente di un’eterna ragazza. Come accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a respingersi e mescolarsi. La protagonista perlustra il passato alla ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto cerca di riafferrare il bandolo della propria esistenza ammaccata: il lavoro, gli amori. Livia era e resta un mistero insondabile: miracolo di bellezza preservata nell’inconsapevolezza? O fenomeno da baraccone? Avvolti nelle spire di un’affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista in un viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore e concreto. E mentre lei aspira a fermare l’attimo per non perdere la gloria, la sorte di Livia è lì a ricordare cosa può succedere… Carmine Mari tra Blues e letteratura di Olga Chieffi Questa sera, alle ore 21, Carmine Mari sarà tra i protagonisti del Festival “Dal Mississippi al Po 2021” con il romanzo storico “Hotel d’Angleterre”, in libreria per la Marlin editore, nella Piazza Molinari di Fiorenzuola D’Arda, ove si confronterà con il giornalista e scrittore Roberto S. Tanzi. Un appuntamento che conferma l’attenzione, nell’ambito di un programma con ospiti di livello internazionale, nei confronti di un libro capace di appassionare i lettori sia per l’affresco politico sia per l’intrigante spy story. Il Festival, che unisce idealmente i due celeberrimi delta,
rappresenta una finestra sul mondo attraverso l’arte di scrivere, di suonare, di fotografare per raccontare esperienze di vita. Un filo rosso che riunisce parola, musica, letteratura, cinema e restituisce passione e vita. La musica, e in particolare il blues, insieme alla letteratura sono i mezzi espressivi attraverso i quali gli organizzatori intendono diffondere e promuovere l’integrazione sociale e stimolare la curiosità verso lo spirito blues, quattro serate fanno da sottofondo a questa estate post pandemia. L’anima letteraria della kermesse vedrà ospiti di rilievo, in collegamento Skype, come lo scrittore americano Jeffery Deaver, il romanziere americano John Smolens e l’autore croato Robert Perisic. Per la cultura e il giornalismo sono previsti interventi di Paolo Pagani e Cecilia Godi, e degli incontri “a tu per tu”: Caterina Soffici con Elisabetta Bucciarelli, appunto Roberto S. Tanzi con il nostro Carmine Mari, Daniele Biacchessi con il direttore artistico-letterario del festival Seba Pezzani, mentre per il cinema è previsto un ospite d’eccezione, Pupi Avati, autore vicino al Jazz e al blues, di cui ricordiamo il film Bix. Soddifatto Carmine Mari, il quale è vicino anche all’altra sezione del festival quella musicale, poiché suona anche la chitarra, per questo prestigioso invito, che aggiunge un importante tassello al lancio ormai consolidato del libro. “Gli scrittori trovano spunto dalle cose più inusuali: a me è capitato con la foto di una vecchia cartolina dell’Hotel d’Angleterre I colori e il tram di una città ormai lontana mi suggerivano un’epoca affascinante: la Belle Époque. Mi è sembrato estremamente suggestivo per imbastire una spy-story: abiti di lusso, progresso tecnologico, effervescenza e voglia di vivere, senza dimenticare le perenni contraddizioni di un Paese spaccato economicamente tra Nord e Sud, il condizionamento della malavita, la miseria delle classi contadine oppresse dal latifondo, la fame e l’emigrazione. Un’epoca di grandi contrasti, perché laddove c’è molta luce, l’ombra è sempre più scura. Salerno, a quei tempi, era una città di 46.000 abitanti, con un indotto industriale importante, manifatture
tessili di tutto rispetto a livello nazionale, un porto e grandi aspirazioni. Teatri, cinematografi, case d’appuntamenti, chalet e una vita notturna molto animata da cittadini e marinai di mezza Europa in libera uscita. Cominciavano a circolare le pellicole della salernitana Elvira Notari Coda, prima regista donna italiana. E infine l’Angleterre. Il contesto era perfetto, ma dallo spunto alla storia l’impresa non è semplice. All’inizio si naviga a vista, poi quando la nebbia si alza i contorni diventano netti e inizia il divertimento. E’ stata una bella esperienza, durata più o meno dieci mesi. Mi sono divertito un mondo, perché quando sei finalmente dentro alla storia è come vivere un’altra vita”.
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