FOR - Associazione Italiana ...

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FrancoAngeli Srl Viale Monza 106 - 20127 Milano - Casella Postale 17175 - Trimestrale

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                                                                                                                                                           2019
                                                                                                                                                    NOVEMBRE
                                                                                                         RICERCHE E STRUMENTI PER LA FORMAZIONE

                                                                                        Dalle competenze
                                                                                        tradizionali alle
                                                                                        competenze staminali
                                                                                        Riflessioni dal XXX Convegno Nazionale AIF

                                                                                        Piero Dominici            Mauro Magatti      Anna Masera
                                                                                        LA FRATTURA TRA L’UMANO   DECLINARE          INFORMAZIONE
                                                                                        E IL TECNOLOGICO          LA SOSTENIBILITÀ   DIGITALE

                                                                                                                  FrancoAngeli
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Editoriale
                                                           FOR
                                                           Rivista per la formazione
                                                           Tendenze, pratiche, strumenti

                                                           AIF | Associazione Italiana Formatori
                                                           Via Giovanni Pierluigi da Palestrina, 10
                                                           20124 Milano
                                                           Email: segreterianazionale@associazioneitalianaforma-
                                                           tori.it
                                                           Tel. (+39) 02.48013201 - Fax (+39) 02.48195756
                                                           www.associazioneitalianaformatori.it

                                                           Amministrazione e distribuzione
                                                           FrancoAngeli
                                                           V.le Monza 106, 20127 Milano
                                                           Tel. 02/2837141 - Casella Postale 17175
                                                           20100 Milano

                                                           Direttore editoriale
                                                           Maurizio Milan

Maurizio Milan                                             Direttore scientifico
                                                           Piero Dominici

A distanza di quattro anni sono felice di                  Coordinamento progetto
                                                           Beatrice Lomaglio
proporvi nuovamente la nostra rivista in                   Claudia Massa

un formato digitale e con un contenuto più                 Grafica
                                                           Luca Tei
vicino alla ricerca e all’analisi di ciò che               Hanno collaborato alla realizzazione di questo
                                                           numero:
accade nei mondi della formazione e della                  Marco Bentivogli, Antonello Calvaruso, Piero Dominici,
                                                           Beatrice Lomaglio, Mauro Magatti, Anna Masera,
produzione.                                                Salvatore Marras, Claudia Massa, Erica Rizziato,
                                                           Andrea Valcada

                                                           Per conoscere il canone d’abbonamento corrente,

I
                                                           consultare il nostro sito (www.francoangeli.it),
                                                           clickando sul bottone “Riviste”, oppure telefonare al
   n questa antepri-        Scuola, Informazio-            nostro Ufficio Riviste (02-2837141) o, ancora, inviare
                                                           una e-mail (riviste@francoangeli.it) indicando
   ma, il numero “ze-       ne.                            chiaramente il nome della rivista. Il pagamento potrà
   ro”, abbiamo chie-       Prima di lasciare alle         essere effettuato tramite assegno bancario, bonifico
   sto a contributori       prossime pagine la lo-         bancario, versamento su conto corrente, o con carta
                                                           di credito. L’abbonamento all’annata in corso verrà
autorevoli di fornirci il   ro declinazione, evi-          attivato non appena giunta la notifica dell’avvenuto
loro sguardo prospet-       denzio che, in parti-          pagamento del canone.
tico sull’attuale conte-    colar modo in Italia, il
                                                           Registrazione n. 531 del 13/10/1986
sto economico-sociale       risultato emotivo lega-        presso il Tribunale di Milano
in continuo mutamen-        to ai rapidi processi di
                                                           Direttore responsabile
to. Alcune parole, co-      cambiamento che inve-          Stefano Angeli
me potrete vedere, ri-      stono lavoratori, eco-
corrono     esprimendo      nomia e società, si può        Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l.
una carica rappresen-       tradurre in ansie e pre-
tativa del momento che      occupazioni per l’in-           Numero 0 FUORI COMMERCIO
stiamo vivendo: Soste-      certezza del contesto           della rivista che ripartirà con
nibilità, Leadership,       lavorativo.                     l’annata 2020
Lavoro, Competenze,         Al contrario, proceden-

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EDITORIALE

do con una disamina           si UE per essere com-           competenze tecnolo-        delle Università e,
aperta, positiva e ana-       petitiva nei merca-             giche per risponde-        in prospettiva, delle
litica, sottolineo come,      ti internazionali (26°          re all’innovazione e       Corporate Academy;
nello scenario attuale,       su 29 - 2018 EU Digi-           all’evoluzione conti-
                                                                                       • Finanziamenti: fon-
la formazione possa es-       tal Economy and So-             nua dei mercati (do-
                                                                                         damentale sarà l’u-
sere il volano di cresci-     ciety Index);                   mestico e globale);
                                                                                         tilizzo dei finan-
ta e cambiamento del
                            • Strategia digitale:           • Competenze        tra-     ziamenti FSE e dei
nostro Paese.
                              sono state già attua-           sversali: Alle com-        Fondi Paritetici In-
L’importanza rivesti-
                              te dalla Politica una           petenze    tecnologi-      terprofessionali per
ta dalla formazione si
                              serie di iniziative             che si affiancano le         assicurare la sosteni-
evince anche da alcu-
                              volte ad accelerare             competenze trasver-        bilità di una forma-
ne macro evidenze,
                              lo sviluppo digitale            sali per creare le fi-      zione professionale
che sono o possono di-
                              (Impresa 4.0, piano             gure    professionali      sempre più spinta.
ventare il focus per nu-
                              strategico «banda ul-           del futuro garanten-
merosi cantieri e speri-                                                               Da questi punti si de-
                              tra larga») e altre sa-         do profili più rotondi
mentazioni.                                                                            sume che il fabbisogno
                              ranno sviluppate;               e in grado di gestire
                                                                                       di competenze si pro-
                                                              la complessità cre-
• Digital gap del pae-      • Competenze tecno-                                        ietta verso skills digita-
                                                              scente;
  se: L’Italia dovrà re-      logiche: Le aziende                                      li e trasversali e questo
  cuperare il digital         italiane oggi hanno           • Attori: Centrale il      binomio diventerà un
  gap con gli altri Pae-      necessità di reperire           ruolo delle Scuole,      elemento indispensa-

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FOR

bile per lo sviluppo eco-    che del lavoro, la forma-       cipali     processi     di
nomico-sociale del Si-       zione costituirà sempre         trasformazione che ca-
stema Paese.                 più una leva strategica.        ratterizzano la “digi-
A sottolineare il note-      In questo mutevole e            tal society”. Tra le varie
vole lavoro da svilup-       interessante momento,           progettualità avviate,
pare in questa direzio-      auspichiamo che la no-          sottolineo, in particolar
ne, si può osservare nel     stra Associazione pos-          modo, la nuova collana
grafico 1 un aumento          sa ricoprire il ruolo di        di libri AIF che sarà in
del competency gap per       vero protagonista. Nel-         libreria dalla primave-
le skills sociali e tecno-   grafico 2 vi evidenzio           ra 2020, un grande pro-
logiche.                     qualche suggestione a           getto per lo sviluppo
Per colmare in modo          questo riguardo.                della cultura formativa
efficace questa distan-        Ad alcune di queste evi-        nel nostro Paese.
za, saranno necessa-         denze abbiamo iniziato          Infine, la nostra atten-
rie partnership di si-       a proporre progettua-           zione sarà come sem-
stema tra i soggetti che     lità di ricerca e analisi       pre sulle persone dato
si occupano di appren-       attraverso i nostri con-        che è divenuto ancora
dimento come Scuole,         vegni nazionali, dando          più chiaro che ciò che
Università e Corpora-        anche una risposta di-          definiamo rivoluzione
te Academy, definendo         retta con AIF Academy.          digitale è prima di tut-
nuove alleanze speri-        Sono consapevole che            to rivoluzione culturale
mentali e pragmatiche        il percorso è solo all’i-       e personale.
necessarie per creare        nizio, molte le iniziati-
e sviluppare le nuove        ve in cantiere che por-
competenze.                  teremo avanti con uno
È evidente che, anche        sguardo ampio sen-
considerando le politi-      za tralasciare i prin-

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Sommario
   RICERCA e STUDI

      Ripensare educazione e formazione per ricomporre la
      frattura tra l’umano e il tecnologico e abitare il futuro      4
      Piero Dominici

      Le diverse declinazioni della sostenibilità                   20
      Mauro Magatti

      Gli occhiali della leadership orizzontale per osservare
      e sviluppare le organizzazioni                                24
      Erica Rizziato

   ESPERIENZE e VISSUTI

      Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma,
      anche il lavoro                                               30
      Marco Bentivogli

      Le competenze digitali non sono il problema                   34
      Salvatore Marras

      Ai giornalisti non bastano le competenze,
      serve un’etica dell’informazione digitale                     38
      Anna Masera

      La sostenibilità come lente per leggere il mondo              43
      Andrea Valcalda

   VITA ASSOCIATIVA

      Il co-design formativo: Il contributo della formazione
      per la creazione condivisa di nuove prospettive sociali       46
      Claudia Massa

      Partire dalla scuola per costruire le competenze del futuro   48
      Beatrice Lomaglio

      Il Vello d’oro
      La Neuroformazione:
      conquistare nuovi territori pedagogici
      Antonello Calvaruso
                                                                    52

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RICERCA
   e STUDI
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RICERCA e STUDI

Ripensare educazione
e formazione per
ricomporre la frattura
tra l’umano e
il tecnologico e abitare
il futuro                                                                                           Piero Dominici

I
    l presupposto fonda-      plinare alla complessità         Braidotti, 2013; Morin,      ri-pensate/progettate/re-
    mentale da cui muo-       (Ashby, 1956; Bertalanffy        1973, 1977-2004; Capra,      alizzate come “sistemi so-
    ve la nostra riflessio-   von, 1968; Bateson, 1972;        1975, 1996; Emery, 2001;     ciali aperti”; vanno ripen-
    ne è il seguente: nel     Maturana – Varela, 1980,         Barabasi, 2002; Diamond      sate e immaginate come
quadro di una visione si-     1985; Luhmann,1984;              1997, 2005; Taleb 2012;      organismi viventi e non
stemica e di un approccio     Bocchi-Ceruti, 1985; Ce-         Longo 2014; Dominici,        come macchine, evitando
multidisciplinare/inter-      ruti, 1986, 1995; Galli-         1996-2018), le organizza-    di continuare a confonde-
disciplinare / transdisci-    no, 1992; Prigogine, 1996;       zioni sociali sono e vanno   re i sistemi complessi con

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i sistemi complicati (Do-      intercettano il dibattito ri-       sono “oggetti” e proces-         noma, “codici” e modelli
minici, 1996-2018). Come       guardante i temi dell’in-           si differenti) etc. Si trat-     di relazionalità che pos-
scritto più volte anche in     clusione e dell’open inno-          ta davvero di un (necessa-       sono creare le condizio-
passato: la società della      vation). Anche nel caso             rio) cambio di paradigma         ni ideali per un’innova-
conoscenza (Castells, 1996     delle organizzazioni, la            culturale (Dominici,1996)        zione sociale e culturale,
- 2009; Rifkin, 2000; Hima-    cultura - intesa come in-           che, oltre a coinvolge-          in grado di far “metabo-
nen, 2001; Benkler, 2006;      sieme di valori, pratiche,          re modelli organizzati-          lizzare” ai sistemi i cam-
Hess - Ostrom, 2007; Rai-      credenze, conoscenze,               vi e strategie di azione,        biamenti in atto; allo stes-
nie-Wellman, 2012; Do-         simboli, modelli condivi-           riguarda da vicino la qua-       so tempo – e ciò conferma,
minici, 1996, 2005, 2008,      si da un gruppo/comunità            lità delle relazioni socia-      ancora una volta, l’impor-
2014, 2017) spinge le or-      - assolve – esattamente co-         li e, nello specifico, le per-   tanza del clima/benessere
ganizzazioni complesse         me per i sistemi sociali e          sone (e la questione della       organizzativo - si posso-
a configurarsi come “si-       le comunità - delle funzio-         responsabilità) con il loro      no anche generare nuo-
stemi sociali aperti” che      ni assolutamente strategi-          sapere, le loro competen-        ve forme e modalità di
tentano di governare l’in-     che: dal controllo sociale          ze ma anche i loro vissuti       conflitto causate proprio
certo e l’imprevedibile at-    alla definizione di (indi-          sociali. La conoscenza so-       da una cattiva o, comun-
traverso la condivisione       spensabili) condizioni di           ciale e relazionale (con-        que, poco efficiente ge-
di una cultura organizza-      prevedibilità dei compor-           cetto di intersoggettività),     stione della conoscenza
tiva e progettuale, defini-    tamenti (p.e. il ruolo è            prodotta sempre da un            e delle informazioni (co-
ta ed elaborata all’interno    “dispositivo” che assolve           NOI, viene ulteriormen-          municazione-condivisio-
di quelle reti relaziona-      queste funzioni, definen-           te elaborata (e condivisa)       ne-cooperazione) che, in
li intersoggettive esistenti   do aspettative e respon-            nell’incontro/confronto          ogni caso, può far nasce-
“dentro” i sistemi organiz-    sabilità dentro le reti di          con l’Altro (persone, col-       re sottogruppi o subcultu-
zativi, ma che sono in un      relazione sociale), dall’ac-        leghi, utenti, clienti, cit-     re all’interno della stessa
rapporto di osmosi anche       cettazione alla condiviso-          tadini, consumatori etc.),       organizzazione/contesto
con l’ambiente esterno, e      ne di un sistema di valori,         qualunque sia la situazio-       o, peggio ancora, innesca-
soprattutto con riferimen-     dall’accettazione alla con-         ne/contesto. Vengono così        re azioni di resistenza al
to ai flussi informativi e     divisione di obiettivi (ac-         a determinarsi, e in ma-         cambiamento organizza-
conoscitivi (questioni che     cettazione e condivisione           niera quasi del tutto auto-      tivo, sociale e culturale.

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RICERCA e STUDI

Nella civiltà ipertecnolo-     scientifiche e innovazio-         terpretare, comprendere
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gica e delle macchine in-      ni tecnologiche, la veloci-       i fenomeni. Oltre la line-
telligenti (?), fondata sul    tà e l’intrinseca dinamici-       arità, dalla linearità alla    to e la sfida del-
controllo totale, sull’il-     tà del mutamento in atto,         (iper)complessità. E, nel      le sfide…
lusione della prevedibili-     non ci stanno conducen-           far questo, occorre pre-
tà, sulla programmazio-        do verso la semplificazio-        stare molta attenzione a       In questa linea di discor-
ne/(iper)simulazione dei       ne dei sistemi, dei proces-       non cadere nella logica        so, il cambiamento si an-
processi e delle azioni, e     si e delle dinamiche, anzi!       dominante, e seducente,        nida sempre più nelle zo-
segnata da una progres-        Di conseguenza, infor-            delle soluzioni semplici a     ne di tensione e conflitto,
siva crescita del tecno-       mazione e comunicazio-            problemi complessi, nel-       nelle nostre debolezze e
logicamente controllato        ne assumono una rilevan-          le retoriche della disinter-   inadeguatezze, nelle ano-
– che marginalizza lo spa-     za ancor più strategica           mediazione, nelle gran-        malie, nelle fluttuazioni
zio della responsabilità -     nell’interazione con la va-       di narrazioni relative ad      e nei dilemmi che carat-
le sfide del cambiamento       rietà, l’ambivalenza, l’im-       una democrazia diretta e       terizzano la conoscenza,
sono riconducibili all’ur-     prevedibilità, l’emergente,       semplificata, fondata su       l’azione sociale, i siste-
genza di ripensare/ride-       la complessità dei proces-        un’orizzontalità dei pro-      mi complessi (adattivi);
finire la centralità dell’U-   si. Governarle significa          cessi che, almeno per ora,     il cambiamento si anni-
mano, dentro ecosistemi        provare a dare senso e si-        può essere soltanto simu-      da perfino nella nostra in-
in cui non esiste più al-      stematicità a quella ster-        lata e dichiarata. Sullo       completezza che ci per-
cun confine tra natura-        minata disponibilità di           sfondo, il rischio di conti-   mette di essere creativi e
le ed artificiale. Occorre,    dati e informazioni; si-          nuare a trattare i sistemi     ricorrere all’immagina-
pertanto, ripensare a fon-     gnifica dover fare i con-         complessi come fossero si-     zione, cercando percor-
do l’educazione (e la for-     ti con l’aumento di varia-        stemi complicati (Domini-      si alternativi, abbando-
mazione – come un uni-         bili/concause/parametri           ci, 1995-2018).                nando, se necessario, le
co sistema) anche perché       da considerarsi per poter                                        vie già percorse; il cam-
le straordinarie scoperte      osservare, descrivere, in-                                       biamento si annida sem-

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pre più nei momenti di          ni, è necessario avere (an-        za. Dimensioni appunto        ra” innovazione, quel-
incertezza, in quegli er-       che) il coraggio di rompe-         complesse, mai riducibi-      la sociale e culturale) è di
rori e in quelle vulnera-       re equilibri, spezzare le          li/riconducibili a formule    chi riuscirà a ricompor-
bilità che, spesso, ignoria-    catene della tradizione,           matematiche e/o sequen-       re la frattura tra l’umano
mo e/o cerchiamo di non         abbandonare il certo per           ze di dati. Non da oggi, si   e il tecnologico (ibidem),
vedere. Un cambiamen-           l’incerto; scegliere, alme-        avverte l’urgenza, a mag-     di chi riuscirà a ridefini-
to (e un’innovazione) che       no provvisoriamente, di            gior ragione nella civiltà    re e ripensare la relazio-
rischia, tuttavia, di esse-     correre il rischio di essere       del controllo e della simu-   ne complessa tra natura-
re opportunità “per po-         vulnerabili.                       lazione, di educare all’im-   le e artificiale; di chi saprà
chi”, se non ripenseremo        Abitando i confini, i ter-         prevedibilità, valorizzan-    coniugare (non separare)
a fondo, in maniera radi-       ritori inesplorati, oltre-         do l’errore e costruendo      conoscenze e competen-
cale, educazione, forma-        passando quei vincoli e            una vera “cultura dell’er-    ze; di chi saprà coniugare,
zione, ricerca. Come ripe-      quelle logiche di separa-          rore” (Dominici, 1996 e       di più, fondere la cultura
to spesso, occorre mettere      zione (tipiche delle istitu-       sgg.) all’interno dei pro-    umanistica e quella scien-
in discussione i saperi, i      zioni educative e formati-         cessi educativi e formati-    tifica, sia a livello di edu-
confini tra i saperi, le pra-   ve) che ci impediscono di          vi (non soltanto). Occorre,   cazione e formazione, che
tiche consolidate, riconsi-     cogliere il senso più pro-         pertanto, essere consape-     di definizione di profili e
derando la valenza strate-      fondo del vitale, del so-          voli – non soltanto a pa-     competenze professiona-
gica delle emozioni e degli     ciale, del relazionale e di        role e nel discorso pub-      li (sulle competenze: non
immaginari individuali          comprenderne la com-               blico – che il futuro (come   mi stancherò mai di ripe-
e collettivi; in altri termi-   plessità e l’ambivalen-            ripetiamo sempre, la “ve-     terlo…sono necessarie sia
                                                                                                 le hard che le soft skills).
                                                                                                 Facendo attenzione alle
                                                                                                 continue tentazioni delle
                                                                                                 vie brevi, delle soluzioni
                                                                                                 semplici, delle strade giù
                                                                                                 percorse e, per questo,
                                                                                                 rassicuranti che spesso
                                                                                                 nascondono soltanto inte-
                                                                                                 ressi economici e di pote-
                                                                                                 re, visioni ideologiche re-
                                                                                                 se ben visibili, oltre che
                                                                                                 accettabili e condivisibi-
                                                                                                 li, attraverso un’incessan-
                                                                                                 te attività di promozione
                                                                                                 e marketing degli even-
                                                                                                 ti. “Innovare significa de-
                                                                                                 stabilizzare” (ibidem), ma
                                                                                                 occorre, prima di tutto,
                                                                                                 educare e formare critica-
                                                                                                 mente le Persone.
                                                                                                 Questa sfida è “la” sfida e –
                                                                                                 sia chiaro – si tratta di una
                                                                                                 sfida dal carattere globa-
                                                                                                 le, e non soltanto locale/
                                                                                                 nazionale. D’altronde: co-
                                                                                                 me ripensare il modello
                                                                                                 di sviluppo senza ridefi-
                                                                                                 nire/rinnovare/ripensare
                                                                                                 l’educazione e la forma-
                                                                                                 zione? Come contrasta-
                                                                                                 re vecchie e nuove forme
                                                                                                 di discriminazione, senza

                                                               9
RICERCA e STUDI

lavorare a fondo su edu-
cazione e processi edu-
cativi? Come contrastare
le nuove disuguaglianze/
asimmetrie, a livello lo-
cale e globale – che sono
asimmetrie soprattutto
di carattere conoscitivo e
culturale – senza riparti-
re, ancora una volta, dal-
le questioni educative e
culturali? Come contra-
stare corruzione e crimi-
nalità diffuse, senza pen-
sare concretamente, oltre
che a reprimere e sorve-
gliare, a definire e realiz-
zare le condizioni di pre-
venzione di tali fenomeni
(complessi) e di una “cul-
tura della prevenzione e
della responsabilità”?
In conclusione: ripen-
sare educazione e for-
mazione - “entità” stret-
tamente correlate e
interdipendenti - è la sfi-
da delle sfide, destinata già
ora a segnare un momen-
to di passaggio decisivo,
con profonde implicazio-
ni e ricadute, non soltanto
per il lavoro e i profili pro-
fessionali del futuro, ma
anche, e soprattutto, per
la cittadinanza, l’inclusio-           tre a non interrogarsi su           fica partire dall’illusione    che dai processi educativi
ne, la democrazia, il “vive-           ciò che eseguono, appli-            della loro prevedibilità e     e formativi, dalle dinami-
re insieme” (Dewey, 1916;              cano e osservano, non so-           del controllo totali. Un’il-   che organizzative e, più
Marshall, 1950; Rawls,                 no/sembrano in grado di             lusione di cui spesso con-     in generale, dai sistemi so-
1971; Bellamy, 2008; Bob-              allargare le proprie visio-         tinuiamo a pagare le con-      ciali” (ibidem): ma il fatto-
b i o , 1 9 9 5 ; Ve c a , 1 9 9 0 ;   ni e di avere uno sguar-            seguenze.                      re umano è e sarà sempre
Grossman, 1995; Gal-                   do d’insieme. Sanno sol-            Penso all’Intelligenza Ar-     quello decisivo, anche in
li, 2011; Nussbaum, 2010;              tanto isolare e separare            tificiale e ai nuovi siste-    termini di fattore di vulne-
Norris, 2011; Balibar                  (eseguire) e non trovare            mi di automazione, di ge-      rabilità di qualsiasi siste-
2012; Byung-Chul, 2012-                le connessioni/relazioni            stione delle informazioni,     ma complesso.
2013; Dominici 2016a,                  tra le parti/variabili/con-         alle pretese di invulnera-     La complessità sociale e
2016b, 2016c).                         cause. Noi dovremmo edu-            bilità determinate dalle       organizzativa, pur nel-
Come vado ripetendo or-                care e formare a vedere gli         nuove sofisticate tecnolo-     la sua particolarità, co-
mai da molti anni, stiamo              oggetti come sistemi e non          gie. Come affermato più        stituisce sempre un pro-
educando e formando dei                i sistemi come oggetti (ibi-        e più volte in passato, “Ci    blema di conoscenza e di
meri esecutori di mansio-              dem). Trattare i sistemi            siamo illusi, non da oggi,     gestione della conoscen-
ni/funzioni e di regole (Do-           complessi come fossero              di poter espellere l’errore    za (Dominici 2003, 2011),
minici, 1995 e sgg.) che, ol-          sistemi complicati signi-           e l’imprevedibilità, oltre     di possibilità conosciti-

                                                                      10
FOR
ve che possono essere ef-      sigenza di un approccio             materie scientifiche, tra        pato le mie ricerche, che
fettivamente selezionate       multidisciplinare a que-            formazione umanisti-             l’innovazione tecnologica
e realizzate – mi viene in     sta stessa complessità che          ca e formazione scientifi-       costituisca da sempre un
mente anche la weberia-        implica – come ho avuto             ca (uno dei motivi del no-       fattore strategico di cam-
na sezione finita dell’infi-   modo di argomentare in              stro ritardo culturale che       biamento dei sistemi so-
nità priva di senso del di-    tempi non sospetti – una            tanti danni produce an-          ciali e delle organizzazio-
venire del mondo. Il dato      ridefinizione dello spa-            cora) – che, non soltanto        ni ma che questa, se non
di fatto è che non siamo       zio dei saperi e il ribalta-        ostacolano l’osservazio-         supportata da una cultura
pronti ad affrontare le sfi-   mento di quelle logiche             ne e la comprensione del-        della complessità e da po-
de della (iper)complessi-      di potere e controllo che,          la realtà (a livello socia-      litiche di lungo periodo in
tà e del nuovo ecosiste-       a tutti i livelli, ne hanno         le e delle organizzazioni        grado di innescare e sup-
ma, non tanto in termini       sancito la parcellizzazio-          complesse), la produzione        portare il cambiamento
di metodologia/e della ri-     ne e reclusione dentro gli          sociale e la condivisione        culturale (centralità stra-
cerca (e di strumenti di ri-   angusti confini delle di-           della conoscenza (archi-         tegica di scuola, istruzio-
levazione, sempre più af-      scipline; discipline sem-           trave del nuovo ecosiste-        ne, università), si riveli
finati), quanto di modelli     pre più isolate e incapaci          ma), ma si rivelano anche        sempre una straordinaria
teorico interpretativi che     di comunicare tra di lo-            non in grado di restitui-        opportunità per pochi e/o,
devono guidare/orienta-        ro, con profonde implica-           re quello sguardo d’insie-       per meglio dire, per élite
re l’osservazione empiri-      zione anche per l’esterno           me e quell’ottica globale        più o meno illuminate. Da
ca, non soltanto scientifi-    delle torri d’avorio; sepa-         che gli attuali processi so-     questo punto di vista, per
ca, di fenomeni e processi.    razioni/steccati discipli-          ciali, politici, culturali ri-   ciò che concerne quella
Ma servono educazione e        nari – si pensi all’annosa          chiedono costantemente.          che ho definito la “società
formazione alla comples-       e, per certi versi, incre-          In tal senso, continuo ad        interconnessa e ipercon-
sità e una rinnovata con-      dibile distinzione tra di-          esser convinto, e su que-        nessa”, l’orizzontalità e la
sapevolezza rispetto all’e-    scipline umanistiche e              sto approccio ho svilup-         democraticità delle pro-

                                                              11
RICERCA e STUDI

cedure e dei sistemi non         teragire con ecosistemi             zione (non soltanto quella       ra della comunicazione”
possono essere garanti-          caotici e disordinati ma            organizzativa), da “sem-         costruita sui destinatari,
te dalla tecnologia in sé e      sempre più interdipen-              plice” strumento di ma-          di più…costruita/elabora-
per sé, dal momento che a        denti e interconnessi, che          nipolazione, persuasio-          ta con i destinatari (esclu-
fare la differenza sono (e       attraversano un’ulterio-            ne (più o meno occulta e         sione vs. inclusione), oltre
saranno) sempre il fatto-        re fase (critica) di evolu-         responsabile), promozio-         che basata sulla valuta-
re umano e la qualità del-       zione - non lineare - per           ne, reputazione, consen-         zione (che non significa,
le relazioni sociali e dei le-   differenziazione segna-             so e costruzione di una          solo e soltanto, dati e stati-
gami di interdipendenza,         ta dall’avvento dell’e-             visibilità (paradossalmen-       stiche); una “nuova cultu-
dentro e fuori i sistemi so-     conomia interconnessa               te) fine a sé stessa, è desti-   ra della comunicazione”
ciali; dentro e fuori le or-     dell’immateriale (Domini-           nata progressivamente a          che implica necessaria-
ganizzazioni complesse.          ci, 1996): un tipo di eco-          diventare e, soprattutto,        mente, non soltanto un
Come scrissi anni fa: ri-        nomia e di contesto sto-            ad essere riconosciuta co-       ripensamento radicale
pensare i saperi e lo spa-       rico-sociale – che ho               me vero e proprio vetto-         delle stesse categorie con-
zio relazionale, creare le       definito Società Ipercom-           re di trasparenza, acces-        cettuali di Persona, liber-
condizioni necessarie per        plessa - che, al di là del-         so, servizio, condivisione,      tà, dignità, cittadinanza,
il cambio di paradigma           le resistenze, soprattutto          riduzione della comples-         ma anche, e soprattutto,
(1996) e l’affermazione di       di tipo culturale, stanno           sità. In altre parole, fatto-    la ridefinizione di model-
quell’approccio multidi-         costringendo sempre più             re strategico di efficienza      li organizzativi (comuni-
sciplinare, tante volte in-      i sistemi organizzativi a           e non soltanto per l’imma-       cazione è organizzazione,
vocato e altrettante com-        configurare nuovi model-            gine e/o la reputazione, il      complessità, ecosistema)
pletamente disatteso.            li e strategie uniforman-           consenso o la vendita.           sempre più funzionali al-
Temi e questioni di vita-        dosi, almeno in termini di          La comunicazione così in-        la collaborazione, alla co-
le importanza che non ri-        etichetta, ai principi della        tesa – e, peraltro, da sem-      operazione ed alla co-ge-
guardano più soltanto le         trasparenza e dell’accesso          pre definita “processo so-       stione; modelli antitetici
comunità scientifiche e          e, più in generale, dell’o-         ciale di condivisione della      a quelli tradizionali, fon-
che devono essere porta-         penness e della condivi-            conoscenza = potere” (Do-        dati su gerarchia e cen-
re fuori dalle torri d’avo-      sione della conoscenza.             minici, 1996 e sgg.) – ri-       tralizzazione dei processi
rio: non soltanto perché         In tal senso, la comunica-          chiede una “nuova cultu-         decisionali e conoscitivi.
la sfera pubblica globale
preme (si pensi alle que-
stioni dell’accesso, della
trasparenza e, più in ge-
nerale, dell’openness), ma
anche e soprattutto per-
ché essa è decisiva per
modificare in profondità
la consapevolezza, la per-
cezione e l’accettabilità/
legittimazione sociale di
questi fenomeni e dinami-
che. Dopo questa premes-
sa necessaria, riassumo
per punti, quelle che sono
“variabili” complesse con
le quali siamo costretti a
fare i conti:

A) La (iper)comples-
sità del contesto:
Sistemi e organizzazioni
complesse devono sem-
pre più confrontarsi e in-

                                                                12
FOR
Tuttavia, affinché ciò ac-      cienza, efficacia, control-         tivo, su asimmetrie e com-      sogni comunicativi, for-
cada (in ogni caso, nel lun-    lo (totale), produttività,          petenze ma anche, e so-         mativi, organizzativi. La
go periodo), è necessario       correttezza e, soprattutto,         prattutto, sulla questione      comunicazione non è un
che cambino le mentali-         rispetto di leggi e norme           (ir)responsabilità (2009).      “qualcosa” che può arri-
tà e le culture organizza-      culturali condivise: ciò            In altre parole, sulla “ve-     vare a valle dei proces-
tive, sia nel pubblico che      che conta è sempre la lo-           ra” complessità dei siste-      si e delle dinamiche, per-
nel settore privato (educa-     ro traduzione operativa e           mi organizzativi, un tipo       ché la comunicazione si
re e formare alla comples-      applicazione.                       di complessità che, pur ca-     identifica in quegli stessi
sità). Quelle stesse culture    La digitalizzazione e le            ratterizzata da numerose        processi e in quelle stes-
organizzative che, spes-        norme giuridiche (rischio           “parti” interdipendenti,        se dinamiche. A tal propo-
so, provano a rallentare,                                                                           sito, in passato ho parlato
quasi a frenare, la rapi-                                                                           di “comunicazione del fa-
dità del mutamento in at-                                                                           re” (vs. la “comunicazione
to soprattutto perché non                                                                           del dire”) e del “potere co-
preparate ed adeguata-                                                                              municativo dell’efficien-
mente formate a meta-                                                                               za”, sia a livello di relazio-
bolizzare l’innovazione                                                                             ni interpersonali che di
e il cambiamento. E non                                                                             interazioni sistemiche e/o
dobbiamo mai dimenti-                                                                               organizzative. Per que-
care che le organizzazio-                                                                           ste ragioni, ho proposto la
ni, le istituzioni, la stessa                                                                       formula “comunicazione
società cercano sempre                                                                              è organizzazione” (Domi-
di mantenere l’ordine, la                                                                           nici, 1998,2003 e sgg.), ma
stabilità, l’equilibrio ma,                                                                         manca ancora una con-
per innovare concreta-                                                                              sapevolezza diffusa del-
mente e innescare dina-                                                                             le implicazioni anche sol-
miche evolutive, occor-                                                                             tanto di un’affermazione
re avere anche il coraggio                                                                          di questo genere; inol-
(oltre, evidentemente, al-                                                                          tre, in comunicazione (or-
le competenze) di mettere                                                                           ganizzazione) non si im-
in discussione tali condi-                                                                          provvisa e il problema
zioni/certezze raggiunte,                                                                           delle competenze (non
anche se rassicuranti per       di interpretazioni, e so-           si rivela difficilmente mi-     soltanto dei comunica-
tutti. La formazione con-       luzioni, riduzionistiche è          surabile/quantificabile,        tori, ma più in generale
tinua (dico sempre: stru-       alto) possono senz’altro            sia per la numerosità del-      dei manager/dirigenti e
mento complesso di co-          fornire un contributo im-           le variabili intervenien-       dei dipendenti) è talmen-
municazione interna) è          portante, per non dire de-          ti che per l’imprevedibili-     te evidente da richiedere
strategica anche in tal         cisivo, ma da sole non so-          tà connaturata ai sistemi       – come abbiamo eviden-
senso e si configura come       no sufficienti per ridurre          stessi (cfr. anche il con-      ziato più e più volte – una
“il” dispositivo in grado di    la complessità (efficien-           cetto di razionalità limita-    ridefinizione anche dei
mediare le molteplici for-      za, efficacia, produttivi-          ta, su cui abbiamo lavora-      tradizionali percorsi di-
me e modalità del conflit-      tà, clima organizzativo, si-        to molto).                      dattico-formativi, più spe-
to organizzativo e sociale.     curezza, corruzione, etc.)                                          cificamente di quelli re-
Perché, come ribadito an-       e gestire l’instabilità del-        B) La centralità stra-          lativi all’organizzazione
che in tempi non sospetti,      le organizzazioni, dei si-          tegica della comuni-            della prassi sociale, della
i processi di innovazione       stemi sociali e dei relativi        cazione e l’esigenza            vita pubblica e organizza-
e cambiamento “cammi-           flussi (materiali e imma-           di una nuova “cultura           tiva. Percorsi che, da anni,
nano sempre sulle gambe         teriali). Ancora una vol-           della comunicazione”            sono sempre più schiac-
delle persone”.                 ta, la centralità dev’essere        L’accresciuta complessi-        ciati (nella migliore delle
Non esistono normative,         posta sulla Persona, sul-           tà dei sistemi e il loro dif-   ipotesi) su una formazio-
sistemi, procedure ideali       la qualità delle relazio-           ferenziarsi, in maniera         ne esclusivamente “tecni-
in grado di garantire, co-      ni, sul capitale umano e            spesso autonoma e cao-          ca”, definita e realizzata
munque e sempre, effi-          sul benessere organizza-            tica, generano nuovi bi-        sulla base di modelli in-

                                                               13
RICERCA e STUDI

terpretativi lineari non       ducibile: in ogni caso, una          questo, non si adatta sol-      la gestione delle organiz-
più adeguati all’ipercom-      complessità non ricondu-             tanto all’ambiente di rife-     zazioni complesse). Oltre-
plessità.                      cibile alla sola applicazio-         rimento e/o all’ecosistema      tutto, occorre considerare
D’altra parte, efficien-       ne di formule matemati-              ma lo trasforma. Ripen-         che tali dinamiche, oltre
za ed efficacia vengono        che e dati (fondamentali,            so al vecchio, ma fonda-        a manifestarsi sempre
messe sempre più a du-         chiariamolo) inquadra-               mentale, concetto di “os-       in chiave sistemica (ec-
ra prova, proprio da quel      bili dentro un “oggettivi-           servazione partecipante”        co l’importanza di un ap-
famoso cambiamento di          smo scientifico” che torna           e partecipata; uno dei tan-     proccio multidisciplinare
paradigma che, pur essen-      egemone e contribuisce               ti concetti della ricerca so-   e alla complessità) e ad es-
do nominato e discusso         anch’esso ad alimenta-               ciale definiti, e operazio-     sere caratterizzate dal ve-
da tutti, oltre a non esse-    re un certo tipo di confor-          nalizzati, molto tempo fa       nir meno del principio di
re stato ancora compre-        mismo. Dicevo: una com-              e oggi recuperati in tut-       causalità (A -> B --- valore
so e metabolizzato, finisce    plessità particolarmente             ti i settori della ricerca e    probabilistico e statistico
per essere inscritto, nel      complessa – mi scuso per             della prassi organizzati-       delle conoscenze), si evol-
dibattito pubblico, all’in-    il gioco di parole - in quan-        va. L’osservazione (par-        vono dentro un sistema di
terno di un nuovismo acri-     to chi la osserva (studia e          tecipante e partecipata)        conoscenze sociali preesi-
tico di maniera che impe-      analizza) e tenta di com-            dei sistemi sociali e orga-     stenti.
disce un pensiero “altro”      prenderla è allo stesso              nizzativi ci costringe a fa-    Sembra scontato dirlo -
sull’innovazione.              tempo osservato; costan-             re i conti con l’attivazione    non è così, anzi spesso si
                               temente contamina e vie-             di tutta una serie di fat-      ha l’impressione che non
C) La complessità del-         ne contaminato dall’am-              tori di condizionamento         ci sia sufficiente consape-
le organizzazioni e            biente e dal sistema di              che modificano, non sol-        volezza - ma la stessa co-
dei sistemi sociali            relazioni; costantemente             tanto la percezione, ma         noscenza scientifica, co-
Quella riguardante i si-       co-genera e co-produce i             anche le condizioni em-         me qualsiasi attività di
stemi sociali e organizza-     processi di cui è protago-           piriche dell’evento osser-      ricerca e innovazione, si
tivi è, peraltro, un tipo di   nista (elaborazione di in-           vato e perfino l’atto stes-     sviluppa dentro conte-
complessità del tutto par-     formazioni e condivisione            so dell’osservare (sia nella    sti storico-culturali de-
ticolare e difficilmente ri-   di conoscenza) e, nel far            ricerca scientifica che nel-    terminati che sono essi

                                                               14
FOR
                                                                                                    (problema di ragione-
                                                                                                    volezza di tempi e co-
                                                                                                    sti);
                                                                                                  • distorsioni nei fee-
                                                                                                    dback;
                                                                                                  • le decisioni sono qua-
                                                                                                    si sempre del “grup-
                                                                                                    po” e sono correlate
                                                                                                    a processi di coopera-
                                                                                                    zione/competizione/
                                                                                                    conflitto;
                                                                                                  • presenza di moltepli-
                                                                                                    ci livelli di ambiguità
                                                                                                  L’organizzazione, come
                                                                                                  detto, può essere definita
                                                                                                  come un sistema sociale
                                                                                                  aperto* - basato su proces-
                                                                                                  si di interazione tra le par-
                                                                                                  ti - in cui la conoscenza
stessi “fattori” di condi-     siamo quasi sempre di                mente interconnesse che       dell’ambiente (stakehol-
zionamento…si pensi,           fronte a dinamiche insta-            si identificano sostanzial-   ders, dati, informazioni
tra le questioni, alla we-     bili, che rendono ineffica-          mente con la gestione, ef-    etc.) è decisiva per adat-
beriana impossibilità di       ce qualsiasi spiegazione             ficiente ed efficace, dei     tarsi al cambiamento, ge-
una conoscenza realmen-        deterministica e riduzio-            flussi informativi e cono-    stirlo e non “esserne ge-
te avalutativa della real-     nistica. Allo stesso tempo,          scitivi.                      stiti”. Allo stesso tempo,
tà. Eppure è ancora mol-       esistono differenti livelli          Tuttavia, nonostante la       la creazione di una cultu-
to diffusa la convinzione      di descrizione che richie-           notevole disponibilità di     ra organizzativa si con-
che formazione umanisti-       dono lessico e codici ade-           dati, informazioni e (tal-    figura come l’asset stra-
ca e scientifica possano/      guati e pertinenti.                  volta) conoscenze, i siste-   tegico che consente la
debbano essere tenute se-                                           mi organizzativi si basano    definizione di risposte ef-
parate.                                                             sempre su una “raziona-       ficaci all’imprevedibilità
E dobbiamo sempre con-                                              lità limitata” (Simon) che    e alla vulnerabilità con-
siderare che, quando par-      La questione                         è dovuta ad una serie di      naturate ai sistemi stessi,
                                                                                                  oltre che ai rischi poten-
liamo di “sistemi comples-     cruciale del-                        “variabili” determinanti:
                                                                                                  ziali e reali provenienti
si”, ci stiamo riferendo a
sistemi costituiti da molte-   la “razionalità                      • conoscenza sempre           dall’ambiente.
                                                                      parziale della “catena
plici elementi e variabili,    limitata”                              mezzi-fini”;
                                                                                                  D’altra parte, siamo di
a loro volta caratterizzati                                                                       fronte ad un “… siste-
da legami (non facilmen-       Parto da due presuppo-               • conoscenza limita-          ma adattivo di compo-
te riconoscibili) e com-       sti che considero fonda-               ta delle alternative –      nenti fisiche, personali
plessi processi di retroa-     mentali: 1) gli attori socia-          ruolo delle convinzio-      e sociali che sono tenu-
zione, che non è possibile     li producendo conoscenza               ni preesistenti nelle       te insieme da una rete di
osservare isolandoli dal       non si limitano ad adat-               scelte/decisioni – l’a-     comunicazioni interper-
contesto di riferimento.       tarsi all’ambiente (so-                nalisi complessiva ri-      sonali e dalla volontà dei
Le parti, che costituisco-     ciale e/o organizzativo),              chiede costi eccessivi;     suoi membri di coopera-
no i sistemi complessi, so-    bensì contribuiscono a                                             re per il raggiungimento
                                                                    • distinzione non chia-       di un fine comune”(H.A.
no sempre strettamente         modificarlo e co-generar-
                                                                      ra tra “mezzi” e “fini”;    Simon, 1947). All’interno
interdipendenti ma non         lo; 2) qualsiasi tipo di or-
è mai così semplice indi-      ganizzazione si fonda su             • impossibilità di co-        di tale complessità, l’atto-
viduarne i legami e le cor-    processi, cioè su insiemi              noscere tutte le con-       re sociale non è in grado
relazioni. Questo perché       di attività fra loro logica-           seguenze delle scelte       di darsi una raffigurazio-

                                                               15
RICERCA e STUDI

ne completa della realtà,      e confuse con una gran-             tata che caratterizzano i      radigmi e trasformazio-
né di conoscere tutti gli      de quantità di dati inutili.        sistemi organizzativi (e       ne antropologica (Domi-
obiettivi possibili delle      Un problema che rischia             quelli sociali). Oggi, forse   nici, 1996) - ribaltamento
sue azioni; né infine di       di radicalizzarsi ulterior-         come mai in passato, oc-       dell’interazione comples-
darsi una rappresentazio-      mente nella società inter-          corre ripensare l’architet-    sa tra evoluzione biologi-
ne di tutti i mezzi possibi-   connessa: la vera sfida -           tura complessiva dei sape-     ca ed evoluzione cultura-
li per raggiungerli o delle    soggetta ad una serie di            ri (Dominici, 1995 e sgg.)     le - tra interdipendenza
conseguenze di ciascuna        limitazioni - si conferma           e, allo stesso tempo, recu-    e frammentazione, una
azione. La condizione di       quella legata alla possibi-         perare le dimensioni com-      questione profonda an-
razionalità limitata è de-     lità di trasformare le in-          plesse della complessità       che, e soprattutto, in ter-
terminata dalle seguenti       formazioni, che consen-             educativa (ibidem): l’em-      mini di “cultura della co-
“variabili”:                   tono l’interpretazione e            patia, il pensiero critico,    municazione” (ibidem),
• complessità dell’am-         l’azione sull’ambiente, in          una visione sistemica dei      resa ancor più complessa,
    biente;                    conoscenza.                         fenomeni, l’educazione         e problematica, dall’as-
                               Assolutamente strategico            alla comunicazione, oltre      senza di un sistema di pen-
• incapacità dell’attore
                               – lo ribadisco - saper rico-        a dimensioni che abbia-        siero e di un modello teori-
  sociale di raccogliere,
                               noscere nell’educazione             mo volutamente rimosso,        co-interpretativo in grado
  elaborare e memoriz-
                               e nella “formazione con-            come l’immaginario e la        di osservare, riconosce-
  zare tutte le informa-
                               tinua” quegli “strumen-             creatività. Significa ripen-   re e (provare a) compren-
  zioni necessarie;
                               ti” complessi in grado di           sare lo spazio relaziona-      dere l’ipercomplessità e
• impossibilità di pre-        farci abitare i confini e le        le e comunicativo dentro       l’irruzione, per certi ver-
  vedere fino in fondo         zone ibride della civiltà           le istituzioni formative       si, prepotente del caos. E
  le strategie degli altri     ipertecnologica, accom-             ed educative, rilanciare       già… Ordine e Caos: non
                               pagnando questi proces-             l’educazione nella pro-        è più sufficiente provare
Accade così che le infor-
                               si evolutivi non-lineari e          spettiva sistemica di una      a distinguerli per ristabi-
mazioni utili per la so-
                               accrescendo la consape-             educazione che non può         lire l’equilibrio perduto e
luzione dei problemi si-
                               volezza della complessi-            che essere socio-emotiva.      il controllo. Perché anche
ano sempre incomplete
                               tà e della razionalità limi-        Tra cambiamento dei pa-        ordine e caos coesistono,

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FOR
convivono, sono entram-              tro/confronto con l’ALTRO                 complessità e alla respon-      alle anomalie del viven-
bi presenti, comunque e              da NOI. È tempo di ripen-                 sabilità (fin dai primi an-     te e del reale. Si tratta di
sempre, retroagiscono nel            sare l’umano e la sua in-                 ni di scuola), ma premian-      fratture che condiziona-
quadro sistemico di una              terazione, per certi versi,               do e incoraggiando, nei         no anche, e soprattutto,
complessità del vivente              ambigua con la tecnica e                  fatti e non soltanto nei do-    le nostre esistenze e i no-
e, ancor di più, del socia-          il tecnologico: un’intera-                cumenti istituzionali, l’in-    stri vissuti sociali e cultu-
le, che continua a rivelar-          zione da cui non può che                  terdisciplinarità e la tran-    rali, il modo stesso di con-
si mai comprensibile e in-           scaturire una sintesi com-                sdisciplinarità anche, e        cepire la vita e l’esistenza,
tellegibile fino in fondo.           plessa di cui non siamo                   soprattutto, a livello della    le relazioni, l’incontro con
L’ipercomplessità (Prigo-            ancora in grado di valu-                  ricerca scientifica. Ripor-     L’Altro da Noi, il pensie-
gine I. – Stengers I., 1979;         tare prospettive, sviluppi                tando l’umano (e, quindi,       ro e l’azione rispetto a ciò
Fo e r s t e r v o n H . 1 9 8 1 ;   e implicazioni. Tra “nuo-                 anche l’errore e la possibi-    che è e sarà sempre ingo-
Gleick, 1987; Gell-Mann,             ve” utopie e distopie. Tra                lità di sbagliare), le emo-     vernabile, imprevedibi-
1994; Barabasi, 2002; Ba-            forze dell’interdipenden-                 zioni, il creativo, l’imma-     le, talvolta ignoto. “Den-
teson, 1972; Bertalanffy             za e forze della frammen-                 ginario, il vitale dentro i     tro” e “fuori”: è tempo di
von, 1968; Watzlawick P.             tazione. Tra inclusività ed               luoghi dell’educazione e        abitare i confini e le ten-
et al.,1967; Braidotti, 2013;        esclusività, dentro asim-                 della formazione e den-         sioni che questa ipercom-
Capra, 1975, 1996; Ceruti,           metrie che corrono lun-                   tro gli spazi relazionali e     plessità comporta (Domi-
1986, 1995; Popitz, 1995;            go traiettorie discontinue.               comunicativi che li carat-      nici 1995 e sgg.). È tempo
De Toni – De Zan, 2015;              Occorre, pertanto, essere                 terizzano. In questa linea      di ricreare ponti, legami
Castells, 1996-2012; Dia-            consapevoli – non soltan-                 di discorso, è tempo di ri-     e sinergie, è tempo di ri-
mond, 1997, 2005; Mar-               to a parole e nel discorso                comporre alcune fratture        comporre ciò che è stato
chesini, 2002; Dominici,             pubblico – che il futuro è                – andando oltre certe lo-       con troppa superficialità
1996-2018), che connota              di chi riuscirà a ricompor-               giche di separazione - che      separato e diviso, consa-
l’attuale “società ipercon-          re la frattura tra l’umano                caratterizzano non sol-         pevoli che, soltanto dalla
nessa” (Dominici, 2005),             e il tecnologico (Dominici,               tanto i saperi (il proble-      condivisione di una “cul-
ci chiede un nuova imma-             1998), di chi riuscirà a ri-              ma non è, evidentemen-          tura dell’errore” e dell’im-
ginazione per ripensare              definire e ripensare la re-               te la loro specializzazione,    prevedibilità (ibidem), si
a fondo i processi educa-            lazione complessa tra na-                 bensì il fatto che, per tan-    potranno generare cono-
tivi e formativi: educare            turale e artificiale; di chi              te ragioni, non li abbia-       scenza e creatività.
all’empatia ed alla comu-            saprà coniugare (non se-                  mo fatti dialogare), le co-
nicazione, educare alla              p a ra r e ) c o n o s c e n z e e        noscenze, le competenze,
libertà/responsabilità e             competenze (ibidem); di                   consapevoli della natura
                                                                                                               Riferimenti bibliografici
non alla paura, educare              chi saprà coniugare, di                   intrinsecamente colletti-       (una selezione)
alla complessità, provan-            più, fondere le “due cultu-               va e collaborativa della co-    Arendt H. (1958), Vita activa.
do a costruire una “cultu-           re” (umanistica e scientifi-              noscenza. Si tratta di frat-    La condizione umana, Mila-
ra dell’errore” (ibidem);            ca, cfr. Snow) sia a livello              ture che segnano anche le       no: Bompiani 1964.
educare al “metodo scien-            di educazione e formazio-                 singole esistenze, la real-     Ashby W.R., An Introduc-
tifico” - con la consape-            ne, che di definizione di                 tà e le nostre visioni del-     tion to Cybernetics, London:
                                                                                                               Chapman & Hall 1956.
volezza delle relative cri-          profili e competenze pro-                 la realtà. Si tratta di frat-
                                                                                                               Balibar E. (2012). Cittadinan-
ticità - e ad una visione            fessionali.                               ture importanti e radicate
                                                                                                               za, Torino: Bollati Boringhie-
sistemica dei problemi e             Occorre correggere ra-                    nelle culture organizza-        ri.
dei fenomeni: ad un pri-             dicalmente la struttu-                    tive e, perfino, in quelle      Barabási A.L. (2002), Link. La
mo livello di azione, saper          rale inadeguatezza e le                   scientifiche; fratture che      scienza delle reti, Torino: Ei-
quanto meno riconosce-               clamorose miopie che ca-                  condizionano, non soltan-       naudi, 2004.
re questa ipercomplessi-             ratterizzano, da sempre,                  to l’evoluzione dei sape-       Bateson G. (1972), Verso un’e-
                                                                               ri e della conoscenza, ma       cologia della mente, Milano:
tà può significare essere            le istituzioni e i “luoghi”
                                                                                                               Adelphi 1976.
in grado di creare le con-           responsabili della defini-                anche le nostre abilità e
                                                                                                               Bertalanffy von L. (1968), Te-
dizioni per provare a ge-            zione e costruzione delle                 capacità di abitare l’iper-     oria generale dei sistemi, Mi-
stirla (?), trasformandola           condizioni di emancipa-                   complessità e risponde-         lano: Isedi 1975.
in opportunità. Una iper-            zione sociale, non soltan-                re, attraverso anche i mo-      Bellamy R., Citizenship. A
complessità correlata, in            to promuovendo un’e-                      delli culturali, alle istanze   Very Short Introduction, Ox-
ultima istanza, all’incon-           ducazione critica alla                    dell’incertezza, oltre che      ford University Press, Oxford
                                                                                                               2008.

                                                                          17
RICERCA e STUDI

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                                                                          contract for the Society of In-    Interconnessa/iperconnessa,
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                                                                                                             nological civilization and the
                                                                                                             urgency of a systemic ap-
                                                                                                             proach to complexity. A New
                                                                                                             Humanism for the Hypercom-
                                                                                                             plex Society” in, AA.VV., Gov-
                                                                                                             erning Turbolence. Risk and
                                                                                                             Opportunities in the Complex-
                                                                                                             ity Age, Cambridge Scholars
                                                                                                             Publishing, Cambridge 2017.
                                                                                                             Dominici P., For an Inclusive
                                                                                                             Innovation. Healing the frac-
                                                                                                             ture between the human and
                                                                                                             the technological, in, Euro-
                                                                                                             pean Journal of Future Re-
                                                                                                             search, Springer, 2017.
                                                                                                             Dominici P., La Complessi-
                                                                                                             tà della Complessità e l’erro-
                                                                                                             re degli errori, in TRECCA-
                                                                                                             NI, sezione “Lingua Italiana”,
                                                                                                             Istituto Enciclopedia Italia-
                                                                                                             na Treccani, dicembre 2018.
                                                                                                             Di seguito il link al testo della
                                                                                                             pubblicazione: http://www.
                                                                                                             treccani.it/magazine/lingua_
                                                                                                             italiana/speciali/digitale/5_
                                                                                                             Dominici.html
                                                                                                             Elias N. (1987). La società de-

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