Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
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SOMMARIO Il besanese Corti: nostra chiave di lettura, per noi stessi, per il mondo.......... 3 Periodico d’informazione Del Comune di Besana in Brianza Emanuele Pozzoli Edizione speciale Una vita vissuta fino in fondo......................................................................... 4-5 Supplemento al numero 254 Dario Redaelli Autorizzazione del Tribunale di Monza In data 4.1.1972, numero 210 L’opera di Corti, scrittore per vocazione................................................. 6-7 Tiratura 8000 copie Giovanni Santambrogio Direzione e redazione Ufficio URP Comune di Besana in Brianza La verità oltre l’apparenza e le ideologie................................................. 8 Telefono 0362922022 besanese@comune.besanainbrianza.mb.it Giovanni Santambrogio Direttore Responsabile Dario Redaelli Vanda: un ponte con il resto del mondo.................................................. 9 Progetto: Vanda Corti Giuseppe Crippa, Vanda Corti, Emanuele Pozzoli, Dario Redaelli, Angelo Viganò Una prova coraggiosa e vincente................................................................ 10 In copertina: Cesare Cavalleri Lo scrittore autografa una copia de “Il cavallo rosso” (foto Archivio Vanda Corti) Quei passi dietro la porta a vetri.................................................................. 11 Foto di pagina, 2,4,5,6,8,9,10,13 Archivio Vanda Corti Giuseppe Crippa Foto storiche di pagina, 7 e 15 “Il cavallo rosso” specchio di umanità...................................................... 12 Archivio storico Luca Viganò Andrea Sciffo Foto di pagina 14 e 15 Dario Redaelli Corti tra i padri del liceo “don Gnocchi”.................................................. 13 Impaginazione Mariani tipolitografia - Fabio Marzagalli Gianantonio Sanvito Stampa La Besana de “Il cavallo rosso”.................................................................... 14-15 Mariani tipolitografia - Lissone Angelo Viganò Dai “Diari”, ottobre 1943 Il vivere alla giornata, rispondenza profonda del mio spirito alla vita randagia… Mi sento nato per fare il vagabondo. Gioia del cammino interminabile sui sentieri pieni di sole. Gioia dell’immersione continua nella natura e nella campagna. Soddisfazione (malgrado già tante esperienze e sofferenze) di dormire sulla paglia, incerti del giaciglio di domani… Come farò domani a riprendere la “vita quotidiana”?
di Emanuele Pozzoli Corti: nostra chiave di lettura, per noi stessi, per il mondo Q uesto numero straordinario de “Il besa- nese” è stato realizzato in occasione dei cento anni dalla nascita di Eugenio Corti, lo scrittore, nostro concittadino, che ha immorta- lato la Brianza e Besana in particolare, nel suo ca- polavoro “Il cavallo rosso” (opera tradotta in otto lingue e ormai universalmente riconosciuta) e le ha fatte conoscere in tutto il mondo. Avremmo voluto celebrare questa ricorrenza in altri modi: ad esempio ospitando la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio in- ternazionale Eugenio Corti nella nostra prestigiosa sede di Villa Filippini e poi inaugurando lo spazio che la nostra Città intende dedicare allo scrittore in modo permanente in un’apposita ala della sto- rica villa comunale. Purtroppo la pandemia che ci affligge dal febbraio dello scorso anno, ci impedisce per ora di cele- brare questi eventi, che comunque, insieme ad altri che abbiamo in mente, certo realizzeremo. Questa sosta forzata ci offre però un’opportuni- tà che certamente, con il prezioso contributo di amici ed estimatori dello scrittore (che ringrazio di cuore) siamo riusciti a rendere comunque interes- sante e importante per far conoscere, a besanesi e non, la figura di Corti: produrre questa edizione della pubblicazione, ricca di contributi, anche au- torevoli, di chi ha conosciuto, collaborato o sol- tanto studiato Corti, e rimarrà nella storia della nostra stro concittadino, radicato in questo ambiente, ha su- Città. perato confini, barriere linguistiche, e ostacoli ideologici Anzi, queste pagine, che avrebbero potuto chiamarsi descrivendo la sua, la nostra, e la Storia del ‘900 da in altro modo ed avere un altro aspetto grafico o edi- un punto di vista: il nostro. Descrivendoci in maniera toriale, sono state volutamente inserite nella decennale così intima da poterci riconoscere ancora oggi nei tratti tradizione de “Il besanese”, proprio nel cinquantesimo caratteriali che ci contraddistinguono, come besanesi e della sua istituzione, per rendere ancora più “plastica” la come brianzoli. Aiutandoci a capire molto di noi. Di chi rinnovata adesione tra la nostra Città (che già lo aveva siamo. insignito del premio “Gariberto da Besana” nel 1969) e In una delle sue ultime interviste, lo scrittore afferma- lo scrittore. va che spesso i giovani vengono attratti da modelli che Adesione e riconoscimento, che saranno fisicamen- sono lontani da quelli in cui sono cresciuti. Maturando te rappresentati dal centro studi Eugenio Corti, per poi, continuava, comprendono meglio il buonsenso del la realizzazione del quale, devo gratitudine a nome di modello famigliare che li ha portati all’età adulta e cer- tutta la Comunità besanese, in particolare alla signora cano di ripercorrerlo. Vanda Corti, moglie dello scrittore e alle persone che, a Io penso che questa osservazione, in qualche modo, vario titolo, hanno collaborato alla sua concretizzazione. sia ancora valida. Anche il terribile momento che stiamo Il centro studi sarà realizzato in alcuni locali a piano ter- vivendo ha aiutato la nostra famiglia allargata, la nostra ra, appositamente dedicati e adattati, all’interno dell’e- comunità, a comprendere meglio il valore e la grandez- dificio della nostra Villa Filippini, sede della biblioteca za di chi siamo. e cuore delle attività culturali di Besana in Brianza. Un Non solo possiamo apprezzarne le qualità letterarie, contenitore che si arricchisce di contenuto. ma noi besanesi, riscoprendo Corti, riscopriamo in gran È giunto il momento che Besana viva Corti. Perchè parte noi stessi. l’Amministrazione comunale ha il dovere di valorizzare le proprie eccellenze, ma soprattutto perchè questo no- Sindaco di Besana in Brianza 3
di Dario Redaelli Una vita vissuta fino in fondo E ugenio Corti nasce a Besa- Carlo di Milano, dove studierà nei a quel fronte per farmi un’idea di na in Brianza il 21 gennaio dieci anni successivi, fondamentali prima mano dei risultati del gigante- del 1921 da una famiglia da per la sua formazione. I ragazzi Cor- sco tentativo di costruire un mondo sempre briantea e molto numerosa: ti nel frattempo mantengono saldi nuovo, completamente svincolato è il primo di dieci figli, sei maschi e legami con gli amici del paese, con da Dio, anzi, contro Dio, operato quattro femmine. Una famiglia mol- cui condividono la concezione della dai comunisti. Volevo assolutamente to unita e, si direbbe, un po’ specia- vita conoscere la realtà del comunismo; le. In un’intervista rilasciata gli ultimi Al San Carlo, frequenta poi, su insi- per questo pregavo Dio di non farmi anni della sua vita ebbe a dire: “In stenza del rettore Monsignor Catta- perdere quell’esperienza, che rite- cielo vorrei soltanto riabbracciare i neo, nonostante i genitori avessero nevo sarebbe stata per me fonda- miei genitori, i miei fratelli, tutti quelli stabilito per lui studi di ragioneria mentale: in questo non sbagliavo”. che ho amato sulla terra. Ho sempre per avere un aiuto nella gestione Agli inizi del giugno 1942 raggiun- ammirato la carità irraggiungibile di della ditta, ginnasio e liceo classico ge il fronte. Per un mese nessuna mio fratello, missionario in Ciad e di Nel 1940, però, gli studi di Eugenio azione, poi la grande avanzata dal un altro, medico, che ha fondato un si interrompono improvvisamente: il Donez al Don, ma il 16 dicembre ha ospedale in Uganda”. 10 giugno l’Italia entra in guerra. Gli inizio l’offensiva sovietica e il 19 la ri- Corti trascorre un’infanzia serena, studenti hanno la possibilità di con- tirata: il Corpo d’armata di Corti si ri- in un ambiente fatto e intriso di tinuare a frequentare la scuola, ma trova chiuso in una sacca. I seguenti educazione alla fede e al lavoro. la classe di Corti (1921) viene chia- saranno i ventotto giorni più dram- Il padre Mario è un industriale che, mata alle armi. Eugenio approva matici della sua vita. La sera del 16 rimasto precocemente orfano, la decisione e si prepara a partire, gennaio 1943 pochi superstiti rie- comincia a lavorare a tredici anni come già avevano fatto i suoi com- scono ad uscire dall’accerchiamen- come garzone. In seguito, con la pagni operai besanesi. to russo. Eugenio viene caricato su sola licenza elementare e studian- Agli inizi del febbraio 1941, dopo un treno-ospedale e trasportato a do da autodidatta, diventa impie- un’adeguata formazione a Pia- Leopoli, in Polonia e in seguito tra- gato in una piccola fabbrica tessile cenza e a Moncalieri, diventa sot- sferito in ospedale a Merano. Torna di Besana che, grazie all’impegno e totenente e inoltra la richiesta di infine alla casa paterna, ma fatica alla forza di volontà, riuscirà ad ac- essere destinato al fronte russo: ad uscire con la mente dalla terribile quistare insieme ai fratelli, ingran- “Avevo chiesto di essere destinato esperienza della ritirata. dendone l’attività fino all’a- pertura di quattro fabbriche con oltre mille dipendenti. Industriale di origine popola- re, concepiva la propria atti- vità come una vera missione volta a creare nuovi posti di lavoro. La sua figura è molto impor- tante per la sua vita, come lo è anche la figura della madre, Irma Bestetti, proveniente da una famiglia benestante di Cernusco sul Naviglio: a lei spetta la conduzione della famiglia e l’educazione dei figli. La descrive come “una creatura fatta d’amore: per Dio, per la santa religione, per il marito, per noi figli, per il prossimo”. Frequenta le scuole elemen- tari a Besana ma, per un problema familiare, nel 1931 viene iscritto insieme a due Eugenio Corti con i suoi 9 fratelli dei suoi fratelli al collegio San 4
Cerca di riprendere gli studi, ma il 26 luglio 1943 nonostante le preca- rie condizioni di salute, torna a com- battere: rientra in caserma a Bolza- no e viene trasferito a Nettunia. Da qui, l’8 settembre, sfugge alla cattu- ra dei Tedeschi e attraversa a piedi l’Italia, per riunirsi all’esercito regola- re che si stava ricostituendo in Pu- glia, per poi affiancare gli Alleati nella liberazione dell’Italia. Prende parte nel 1944 alla risalita della penisola con il Corpo italiano di liberazione, il 20 aprile 1945 partecipa allo sfon- damento della linea gotica e rimane alle armi fino al settembre 1945. Nell’autunno del 1947, ottiene la laurea, a cui segue, nel giugno dello Il matrimonio celebrato da Don Gnocchi stesso anno, la pubblicazione pres- so Garzanti del diario della ritirata zione locale della Democrazia Cri- lo schema tipico delle sceneggiatu- di Russia, “I più non ritornano”, suo stiana che in quegli anni fornisce re teatrali e televisive. “primo, dolorosissimo libro”. Subito all’amministrazione cittadina idee, Gli ultimi anni di Eugenio Corti, ol- dopo inizia a scrivere il suo secon- progetti e persone preparate e di- tre alla pubblicazione di altre opere do volume, “I poveri cristi”, sulle vi- sponibili al servizio della gente. minori, trascorrono accompagnati cende della guerra di liberazione in Intanto matura il progetto di un ro- dall’affetto dei lettori e dei giovani, Italia, che uscirà nel 1951 e verrà manzo che comprenda l’esperienza con i quali si incontra quasi quotidia- ripreso e pubblicato nella versione della sua generazione: tra il 1969 e namente presso la sua abitazione, definitiva nel 1994, con il titolo “Gli il 1970 si dedica a tempo pieno alla e da una imprevista attenzione da ultimi soldati del re”. propria vocazione di scrittore e inizia parte delle istituzioni: nel 2007 rice- Nel frattempo, siamo nel 1951, lo la stesura de “Il cavallo rosso”. Deve ve l’Ambrogino d’oro dal Comune di scrittore comincia a lavorare per la però interrompersi per due volte. La Milano, nel 2009 il Premio Isimbardi ditta paterna, senza interesse, se prima in occasione del Referendum della Provincia di Milano, nel 2010 non quello di condividere la fatica sul divorzio nel 1974, per l’impegno il premio La Lombardia del Lavoro del lavoro, e per avere uno stipendio totale nell’azione intrapresa per fre- da parte di Regione Lombardia, nel che gli permetta di sposare Vanda, nare la grande crisi di valori che sta 2011 il Premio Beato Talamoni dalla la bella ragazza umbra conosciuta investendo la società. La seconda, Provincia di Monza e Brianza, infine all’università e che gli rimarrà ac- nel 1978: in cui si dedica in toto del 2013 il Presidente della Repub- canto per tutta la vita. Li sposerà all’attività giornalistica. Il romanzo blica gli conferisce la Medaglia d’oro ad Assisi, nella Chiesa di San Da- raggiunge la sua forma definitiva ai benemeriti della cultura e dell’arte. miano, il 23 maggio 1951 don Carlo nel 1983, dopo undici anni di lavo- Nel 2011 si costituisce un comita- Gnocchi. Lavora presso la ditta pa- ro. Incontra però difficoltà nella sua to per proporre la sua candidatura terna per circa 8 anni, dedicandosi pubblicazione, poiché il panorama al Premio Nobel per la letteratura; nel frattempo ad un approfondito editoriale è ancora pesantemente François Livi, ordinario di lingua e studio teorico e storico del comu- condizionato da ideologie di ordine letteratura italiana alla Sorbona di nismo, che, unito alla sua personale politico. “Il cavallo rosso” viene pub- Parigi, ne è l’entusiasta sostenitore esperienza in terra sovietica, darà blicato da una piccola casa editrice a livello accademico, nonostante il corpo alla tragedia “Processo e di Milano, la Edizioni Ares, grazie realismo di Corti sulle possibilità di morte di Stalin”. A partire da que- all’amicizia e alla fiducia del direttore un’attribuzione: “Li ringrazio molto, sto momento, a causa del proprio Cesare Cavalleri. Nonostante la mole ma per un cattolico oggi è molto ragionato anticomunismo, lo scrit- del libro e le difficoltà di distribuzione difficile ricevere questo premio. C’è tore rimarrà escluso dai grandi mez- il romanzo diventa un caso letterario. grande difficoltà ad accettare la cul- zi di comunicazione e “ostacolato, Nel 1994 viene pubblicato “Gli ulti- tura cristiana. … A me basta che le in modo sistematico dalla grande mi soldati del re”, nel 1996, esce “Il mie opere siano conosciute ... Poi stampa e dal mondo della cultura, fumo nel tempio”, raccolta di saggi penso sempre che se non hanno a quel tempo fortemente orientati a ed articoli sul mondo cattolico. Da dato il Nobel a Tolstoj, posso star sinistra”. uomo molto attento alla realtà e ai tranquillo.” In questo periodo si mette a dispo- suoi cambiamenti, si cimenta poi in Il 4 febbraio 2014 muore a Besana sizione della comunità besanese nuove ed originali modalità espres- in Brianza a seguito di complicazioni come autorevole membro della se- sive con tre testi strutturati secondo dovute all’età avanzata. 5
di Giovanni Santambrogio L’opera di Corti, inizi del comunismo. La negazione della libertà, le violenze e l’impronta totalitaria impressionano il giovane scrittore per vocazione che, una volta militare, vorrà anda- re a combattere proprio sul fronte russo. Non era la sua destinazione, ma brigherà per esserci. In Russia E ugenio Corti voleva esse- le scelte compiute, le letture fatte, il è testimone della distruzione fisica re scrittore. Già da studente metodo di lavoro che il giovane Cor- e morale del XXXV corpo d’armata avvertiva d’avere una missio- ti intraprese per la sua formazione di italiano, nel quale era tenente d’ar- ne da compiere. Allora non gli era scrittore. In quei numerosi quader- tiglieria nella divisione Pasubio. È chiara quale potesse essere, ma era ni, finora ignoti e tutti da studiare, si l’inverno 1942-1943. Accerchiati certo che la storia e la Provvidenza trovano anche le ragioni della pas- dall’esercito russo, gli italiani si ri- gliela avrebbero indicata. Ecco subi- sione per la Russia e i motivi della tirano e Corti, uno dei quattromila to evidenti la personalità dell’uomo e decisione di partire per il fronte a sopravvissuti su 30mila, assiste a la sua fede. Nel diario in cui era soli- qualsiasi condizione. Quando era in ogni tipo di atrocità e di tragedie. Il to appuntare ricordi, riflessioni, con- terza liceo, il 20 aprile 1939, annotò racconto della disfatta è contenu- fidenze, il 16 febbraio 1941, all’età in una pagina: “Oggi non ho fatto to nella sua prima prova narrativa, di vent’anni, scrive: “Fin da fanciullo, che rileggere il romanzo di Rach- I più non ritornano, in cui lo scrittore posso dire, ho sempre avuto il de- manowa: Studenti, Amore, Ceka e pone al centro delle crude e stra- siderio di scrivere qualcosa. Era un morte. È il diario di una studentessa zianti descrizioni il mistero del male, desiderio indefinito: ma in questi ul- russa al tempo della Rivoluzione: è in particolare, nella sua espressio- timi anni, esso è venuto acquistan- di una potenza enorme e permea- ne estrema qual è la guerra. Il libro, do caratteri ben determinati, specie to di finezze psicologiche che fan- pubblicato da Garzanti nel 1947, in- dopo che mi sono convinto che no rimanere meravigliati. Perbacco! contrò attenzione, successo di ven- quello dello scrivere è lo scopo della Verrebbe la voglia di dedicarsi ad- dite e più ristampe (dopo Garzanti mia vita”. Nel libro postumo Il ricor- dirittura a un movimento anticomu- esce da Mursia e da Rizzoli-Bur; dal do diventa poesia. Dai Diari, 1940- nista. Se fosse successa la stessa 2013 è entrato a far parte dell’Ope- 1948 (Ares 2017) che raccoglie pa- cosa in Italia?”. È il primo incontro ra omnia di Corti edita da Ares). È gine inedite si possono conoscere con la Russia uscita dal 1917 e agli il primo libro nella letteratura italiana 6
a raccontare la ritirata dove il protagonista Mi- di Russia e la tragedia chele Tintori, uno dei tre dell’Armir sul fronte del partiti da Nomana, lot- Don. Lo lesse anche il ta per la dignità umana filosofo Benedetto Cro- tra non poche difficoltà ce per capire quanto il e incomprensioni. Nel testo colpì pubblico e in- 1974 s’impegna nella tellettuali. Francois Livi, campagna contro il re- docente alla Sorbona e ferendum sul divorzio. autorevole studioso di Definito romanzo epico, Corti osserva: “Questo protagonista è la gente diario è stato scritto per comune con i suoi va- far aborrire la guerra. È lori profondi e dai com- la fedeltà assoluta alla portamenti modellati realtà e alla verità dei fatti senza di Diego Fabbri. Resta in cartello- dalla fede cristiana. Una fede che, alcuna concessione a mode lette- ne pochi giorni e poi viene ritirato dove si manifesta, cambia le rela- rarie, nessuno sfruttamento dell’or- e bandito per ragioni ideologiche. zioni: accade in Brianza ma anche rore”. Una vera operazione di censura nel gulag, nelle prove della guerra. L’esperienza militare porta Corti a che Corti racconta nel Cavallo ros- Il cavallo rosso è stato presentato una seconda prova letteraria, I po- so (da pagina 1.158). Un duro col- come “il romanzo del trionfo cri- veri cristi, pubblicato nel 1951 da po per lo scrittore. Seguono anni di stiano, del trionfo del bene sul male Garzanti. È il racconto della cam- silenzio e di studio. Sta maturando nella luce eterna di Dio”. pagna d’Italia, ovvero dell’esercito l’idea del Cavallo rosso che inizia Restano ancora tre opere La terra regolare italiano che agli ordini del a prendere forma nel 1972. Ci vor- dell’indio (1998), L’isola del paradi- re risale, dal giugno 1944 all’aprile ranno però 11 anni di lavoro, prima so (2000) e Catone l’antico (2005) 1945, la penisola insieme agli alle- di portare il testo all’amico Cesa- definiti “romanzi sperimentali”. Il ati inglesi e americani, incalzando i re Cavalleri di Ares, dopo il rifiuto primo e il secondo parlano di due tedeschi. Corti, quale ufficiale fede- di Garzanti. Cavalleri racconta: utopie finite male: le riduzioni (re- le alla patria non ha abbandonato “Quando, finalmente, mi decisi a ducciones) dei Gesuiti in America dopo l’8 settembre, è al Sud tra i leggere il manoscritto rimasi fol- latina e l’ammutinamento dell’e- ventimila soldati del Corpo italiano gorato. Un capolavoro. Gli scrissi quipaggio del Bounty del 1789. di liberazione e combatte non per una lettera entusiasta, scusandomi È sempre la storia a occupare la odio ma con il desiderio di finire al d’averlo fatto attendere, commos- narrazione per mostrare quanto il più presto una guerra che “lacera- so fino alle lacrime. Il cavallo rosso desiderio di solidarietà, di armonia va i corpi e le coscienze”. È la sua l’avrei pubblicato io. Da quel mo- e di felicità arriva sempre a fare i guerra di liberazione. Appunta, mento il Cavallo diventa una nostra conti con i limiti dell’uomo, le sue giorno dopo giorno, le operazioni testa di serie”. La prima edizione passioni, il male. Le riduzioni ven- compiute. Il libro non replica il suc- va presto esaurita. Oggi continua gono distrutte dall’avidità dei con- cesso del precedente ma gli viene ad essere ristampato ed è tradotto quistatori, il “paradiso del buon sel- riconosciuto d’essere un “narrato- in otto lingue. Di che si tratta? È la vaggio” degli ammutinati sull’isola re che possiede più d’ogni altro la narrazione di oltre trent’anni di sto- Pitcairm si corrompe per disordini, virtù lirica della narrazione” (Mario ria italiana (dal 1940 agli anni ’70) gelosie, invidie. L’ultimo lavoro Apollonio, 1951). Anni dopo, Cor- collocati nel contesto europeo. Di- è ambientato nella Roma precri- ti riprenderà in mano il testo che, viso in tre parti – dai titoli Il cavallo stiana. Catone è l’uomo dei valori completamente rivisto, diventa il ro- rosso, Il cavallo livido, L’albero della morali che perde la sua battaglia. manzo Gli ultimi soldati del re (Ares vita – racconta la Brianza investita La Repubblica cede il passo all’im- 1994). dalla guerra, dalla liberazione e del- pero. È l’imponderabile, il mistero, Nel 1962 esce la tragedia Proces- la ricostruzione. Nel giugno 1940 a il senso della storia. Le grandi do- so e morte di Stalin. Corti cambia Nomana (Besana) tre giovani sono mande che hanno accompagnato genere per entrare nel dramma di inviati sul fronte russo dove vivono sempre Eugenio Corti. uno scontro tra il dittatore sovie- la guerra e la ritirata. Il cavallo ros- Sulla personalità dello scritto- tico e i membri del Politburo che so dell’Apocalisse e il suo cavalie- re sono preziosi tre altri libri che decidono la condanna del leader re seminano morte. Il male dilaga. raccontano i sentimenti, gli affetti, perché temono d’essere le possi- Nel secondo atto sono di scena la la religiosità, la quotidianità dello bili vittime e perché non sopporta- presenza italiana in Africa, l’8 set- scrittore: Io ritornerò. Lettere dalla no più le atrocità del regime. I fatti tembre, i fuoriusciti politici, i gulag Russia 1942-1943 (2015), Il ricor- si svolgono il primo marzo 1953. Il e la perdita dell’identità umana, la do diventa poesia. Dai Diari, 1940- dramma va in scena a Roma nel resistenza in Lombardia. L’ultima 1948 (2017), Voglio il tuo amore. 1962 con la Compagnia Stabile sezione parla del ritorno alla libertà Lettere a Vanda 1947-1951 (2019). 7
di Giovanni Santambrogio La verità oltre l’apparenza e le ideologie storica contro la follia omicida del XX secolo, preso tra due demoni, il nazismo e il comunismo”. Dimitrijevic scopre in Corti anche un sincero amico. Nel 2010, il 15 no- vembre, sette mesi prima di morire in un incidente, è alla Villa Reale di Monza a ricordarlo nella Conferen- za Internazionale “Cantare l’uni- versale nel particolare - L’epica del quotidiano nell’opera di Eugenio Corti”. In Italia era sorta una mobi- A ll’indomani della scompar- lingue sono otto, compreso il giap- litazione per segnalare lo scrittore sa dello scrittore (4 febbraio ponese. Curiosa è l’avventura della brianteo all’Accademia di Stoccol- 2014) tutta la stampa italia- traduzione in francese e dei favori ma. Dimitrijevic conosce l’iniziativa na ha parlato di un Eugenio Corti incontrati Oltralpe dove Corti è letto e conclude il suo intervento dicen- da scoprire riconoscendo l’ingiusto ed è inserito nei testi di Storia del- do: “Gli scrittori devono essere in silenzio che per anni gli era stato ri- la letteratura italiana. Suo principale armonia con il loro suolo natale, in servato dal mondo letterario e dalla studioso è l’italianista Francois Livi armonia profonda con la loro religio- critica. Il quotidiano la Repubblica ha docente alla Sorbona che ha scritto ne; per cui, per me, il premio No- auspicato “una discussione supra un saggio dal titolo L’Italie littéraire de bel è già stato attribuito a Eugenio partes” aggiungendo “siamo tutti Dante à Eugenio Corti. Corti”. Eguale giudizio ha espresso debitori a questo scrittore. Il giusto Il Cavallo rosso arriva a Parigi par- George Steiner, scrittore e accade- omaggio a lui e il modo migliore di tendo da Rimini e passando da Lo- mico di Francia, accostando Cor- celebrare la sua morte è quello di sanna. Protagonista è un piccolo ti a Vasilij Grossman e affermando rileggere, o leggere, con serenità il editore e scrittore serbo, Vladimir che “Vita e destino e Il cavallo ros- Cavallo rosso, non di farne ogget- Dimitrijevic, scappato dal regime di so eclissano quasi tutti i romanzi to, con giudizi e silenzi spropositati, Tito all’età di 19 anni e rifugiatosi che vengono presi sul serio oggi”. di atteggiamenti sostanzialmente clandestinamente in Svizzera dove Va ricordato che un’altra personali- ideologici”. In Francia Le Figaro, il lavora in nero presso un artigiano tà di rilievo intuì la forza di Corti già 7 febbraio, pubblica un articolo di che fabbrica orologi. Sogna di apri- nel suo esordio, nel 1947, con I più Sébastien Lapaque che scrive: “È re una libreria e lo farà nel 1962 per non ritornano, edito da Garzanti. Il uno dei sommi scrittori d’oggi, uno poi compiere l’azzardo nel 1966 filosofo Benedetto Croce definì il dei più grandi, forse il più grande”. fondando la casa editrice Editions racconto “una lettura angosciosa Non pochi studiosi hanno affiancato L’Age d’Homme. Vuole far cono- e straziante, alla quale non manca Corti a Tolstoj e paragonato Il cavallo scere il dissenso dell’Est e inizia a la consolazione del non infrequente rosso a Guerra e pace. Com’è potu- pubblicare autori slavi e russi. Nel lampeggiare della bontà e della no- ta accadere tanta indifferenza in Ita- 1980 compie il suo “colpo” dando biltà umana”. Fu un successo, ma lia? Eppure il romanzo di Corti, pub- alle stampe Vita e destino del russo calò il silenzio. Corti amava troppo blicato dalle Edizioni Ares nel 1983, Vasilij Grossman. Dimitrijevic, ormai la verità della storia senza censure. incontrò subito accoglienza presso i punto di riferimento per il dissenso Diventò scomodo e la sua fede cat- lettori che, grazie al passaparola, lo - è amico del premio Nobel Andrei tolica ingombrante in un’Italia cultu- fecero diventare un caso letterario al Sacharov – approda al Meeting di ralmente orientata dall’intellettuale punto che, dopo sette mesi, il libro Rimini nel 1989 e lì vede esposto il organico d’ispirazione gramsciana di 1.274 pagine era già alla seconda romanzo di Corti, lo acquista e se e di militanza comunista. edizione e da allora ogni anno vede ne innamora. Lo porta a Losanna, I riconoscimenti postumi rafforzano una nuova edizione: la quarantesima contatta Livi e con lui inizia l’avven- l’idea di Cesare Cavalleri, fondatore è vicina. Il testo iniziava a circolare tura della traduzione. Nel 1997, e anima di Ares: “Eugenio Corti ha anche all’estero. La prima traduzio- quando a Parigi va in libreria, la sempre scritto per i posteri”. E lo ne è in lingua spagnola (1990) se- critica parla di “un romanzo uma- scrittore Doninelli aggiunge: “Caro guita dal lituano (1993), dal francese no, sotto le parole scorre la vita”; Eugenio, adesso comincia la tua (1997), dall’inglese (2000). Oggi le colpisce la “formidabile requisitoria fortuna”. 8
di Vanda Corti Vanda: un ponte dove vuoi”; m’insegnò i nomi delle piante e degli uccelli, che popolava- no il giardino, e a riconoscere il loro con il resto mondo canto, perché anch’io ne potessi godere. Volle che imparassi bene l’inglese: “dovremo viaggiare molto e tu sarai la mia interprete”; facem- E ugenio, militare nel 1942, nel furono piacevoli. Poi di volta in volta mo venire una ragazza alla pari da suo viaggio verso il fronte rus- divennero burrascosi. “Neanche tu Londra che visse con noi sei mesi, so, attraversando il territorio mi capisci”, diceva. Mi parlò delle poi insieme andammo a Perugia e lì polacco, così lo descrive: “ampie incomprensioni di suo padre indu- rimase e sposò un ragazzo di Assisi. colline boscose e ricche di prati. striale che lo voleva al lavoro con Negli anni ‘60 viaggiammo molto, Paesaggio che mi ricordava la mia lui, e della indifferenza di alcuni suoi anche in paesi lontani che raggiun- vecchia terra di Brianza; come sen- fratelli. gevamo in aereo e poi prendevamo tivo di amarla la mia terra, ora che Comprendevo la sua pena, la sua una macchina perché a Eugenio ne ero tanto lontano! E come sen- solitudine interiore. piaceva molto guidare e vedere: tivo di amare questa che me la ri- Anche per me fu molto difficile capir- avevamo sempre una meta, ma cordava!”. lo. Non è facile entrare nel mondo di mai una prenotazione: i nostri viaggi Era giovanissimo allora e l’attacca- chi vive in una sua realtà profonda e furono sempre un’avventura. Euge- mento alla sua terra, alla sua casa, diversa, dominato dalla tensione di nio voleva vedere, vedere, vedere, al suo giardino è anche cresciuto esprimerla e a questo tutto sacrifica. come scrive nei suoi diari durante il nel tempo. Molti furono i contrasti nei quattro viaggio in Russia. Mi diceva, quasi a sua Preferiva visitare giustificazione per avermi posti di campagna, portata a vivere in campa- delle città diceva che gna, mentre io ero abituata erano tutte uguali, alla città e male mi adat- difficilmente entra- tavo a questo nuovo ge- va in un museo. La nere di vita: “sono sicuro Brianza, con la cer- che se mi allontanassi da chia delle montagne questi luoghi, da questa imponenti all’oriz- casa, non sarei più capa- zonte, è però sem- ce di scrivere”. Era come pre rimasta la sua se tutte le sue conoscenze casa, ma gli piacque di luoghi e di incontri po- per alcuni periodi tessero diventare nei suoi lavorare in Umbria, scritti esperienza per tutti segreta e silenziosa, solo se rivissuti e meditati con le sue dolci col- nel silenzio della sua casa e del suo anni del nostro difficile fidanzamen- line. I due paesaggi, lo penso oggi, giardino. to: Eugenio fu tenace e non cedette riflettevano i nostri caratteri. Ci conoscemmo in Cattolica nel lu- mai. Li racconto nel libro, pubblica- All’inizio degli anni ‘70 si dedicò al glio del 1947, io al secondo anno di to recentemente, “Lettere a Vanda”. suo libro più importante che poi fu lettere, lui al secondo anno fuori cor- Quando terminò di scrivere “I Pove- pubblicato con il titolo “Il cavallo so di legge perché per cinque anni ri Cristi” si disse pronto per il matri- rosso”. L’ho visto lavorare duramen- era stato in guerra. Fu lui a venirmi monio, ci sposammo e accettò di te per dieci anni, chiuso nel suo stu- incontro e parlammo: un incontro, lavorare con suo padre. Questo mi dio, senza sapere se tanti o pochi o come tanti, frequente fra studenti. preoccupava. “Non lo faccio per forse nessuno lo avrebbe letto. Un Lo rividi in ottobre, ancora in uni- guadagnare uno stipendio - mi scris- artista è così: scrive, dipinge, suona versità; era venuto a portarmi il suo se - ma per conoscere la vita della per esprimere quello che ha dentro, libro, da poco pubblicato: “I più non gente, i problemi e la fatica del lavo- non può sottrarsi. Io l’ho protetto, ritornano”. “Se lo leggerai – disse – ro. Altrimenti di che cosa posso scri- gli ho fatto da ponte con il resto del saprai tutto di me”. Mi disse anche vere ancora? Non sarà per molto”. mondo e lui così è rimasto vicino alla che aveva iniziato a scrivere un nuo- Fu per otto anni. Furono anni difficili grande famiglia e alla vita sociale. vo libro e che veniva a Milano una perché venne la crisi e dovette af- Ringrazio il Sindaco Emanuele Poz- volta alla settimana: “potremmo ve- frontare i rifiuti delle banche, i credi- zoli che con tante iniziative promuo- derci, se ti fa piacere” aggiunse. tori, le tasse da pagare, le proteste ve la memoria di Eugenio e tutti i suoi Inizialmente i nostri incontri, con lun- degli operai. collaboratori, in particolare Peppino ghe passeggiate per le vie di Milano, Mi tenne al riparo di tutto. Mi insegnò Crippa amico da sempre. con i suoi racconti e le sue poesie, a guidare “così sarai libera di andare 9
di Cesare Cavalleri Una prova coraggiosa e vincente “C on il coraggioso pudore cora, nonostante le apparenze del episodi bellici, nei diversi fronti in della verità, con il rea- permissivismo e del “progresso”, e cui i personaggi vengono a trovarsi, listico ancoraggio alla della quale, comunque, era giusto sono rigorosamente documentati e storicità degli eventi, dei luoghi, dei consegnare intatto il ricordo alle ge- riportati con attendibile minuziosità. nomi, e con la capacità trasfigura- nerazioni venture... Largo spazio è dedicato anche alla trice dei grandi narratori, Eugenio Il cavallo rosso è un romanzo cristia- lotta partigiana, drasticamente spo- Corti ha scritto un romanzo … Il ca- no non perché parli di fede, ma per- gliata dell’epicità posticcia che le è vallo rosso che avrà un posto a sé ché riporta comportamenti piena- stata attribuita… nella letteratura dei nostri anni. mente cristiani. Il cristianesimo non Nell’ultima pagina del romanzo Un romanzo che ha il respiro di è nel libro una sorta di ideale a cui Corti riporta questi versi da “Little Guerra e pace, l’inoppugnabilità del tendere, ma, sia pure con la consa- Gidding” di Thomas Eliot: “Ecco, miglior Solgenitzin, la tenerezza cto- pevolezza delle limitazioni umane, è ora svaniscono/i volti e i luoghi, con nia del cinematografico Albero degli da incarnare, è già incarnato fin da quella parte di noi che, come po- zoccoli. Ma …siamo di fronte teva, li amava/ per rinnovarsi, a un’opera originale e unica, trasfigurati, in un’altra trama”. che contiene anche i parame- Davvero è così, e la trama tri della valutazione estetica. è quella della nostra vita. Mi Il cavallo rosso conferma che guardo intorno, mi sforzo di ri- la grande arte viene sempre cordare: non vedo nessun altro dal lavoro solitario. Eugenio autore italiano, nel Novecento, Corti… è rimasto volutamente in grado di scrivere un roman- fuori dal milieu letterario, dal zo di questa intensità, capace chiacchiericcio salottiero in cui di compiere simili prodigi… tante belle intelligenze sono … Mi sento di informare che state dilapidate, ed è sempre non avverto nessun imbarazzo rimasto fedele al suo mondo, nella duplice veste di editore alle esperienze di prima mano, e di recensore del romanzo favorite dal relativo isolamento di Corti. Per chiunque sappia della sua bella casa in Brian- minimamente come vanno le za. Per scrivere ll cavallo ros- cose nel mondo editoriale, un so ha impiegato undici anni. semplice rapporto del prezzo Non ne occorrevano di meno del volume e il numero delle per consegnarci un’opera di pagine è sufficiente ad esclu- questa mole e di questa perfe- dere ogni interesse di casset- zione, … perché questo è un ta. Dunque il mio entusiasmo romanzo di idee ma incarnate di recensore è al di sopra di in personaggi, avvenimenti; è ogni sospetto. Altro è il discor- letteratura autentica, non pretesto ora. E soltanto il rapporto con Dio, so sul perché un romanzo come per considerazioni ideologiche o mediato dalla Chiesa, può assicura- questo venga pubblicato dall’Ares comunque saggistiche… re il fondamento della pace sociale che non ha una collana narrativa… La tragedia della nostra epoca, in e della concordia tra le nazioni. anziché da un “grande” editore spe- cui il nazismo e il comunismo espri- Questa visione profondamente e cializzato. Una prima ragione è che mono vistosamente la presenza del audacemente cristiana consente i costi industriali dei grandi editori male nella storia, è tematizzata e a Corti di istituire con i suoi perso- renderebbero proibitivo per il pubbli- analizzata attraverso le vicende, in naggi un rapporto di pietas per cui, co un romanzo di 1.280 pagine; una pace e in guerra, di alcuni giovani se netta è la separazione tra il bene seconda è che, con ogni evidenza, briantei, nell’arco di tempo che va e il male, incerta è la demarcazio- un libro come questo scandalizza le dal 1940 al 1974. Lo sfondo cultu- ne tra buoni e cattivi. Fra i “cattivi” ideologie dominanti. Dunque, tanto rale è quello della Brianza di qua- vengono sempre identificati anche peggio per i grandi editori. rant’anni fa, intrisa di cattolicesimo, dei “buoni”, e non si manca di de- di imprenditorialità e di splendide nunciare, tra i “buoni”, chi tradisce da “Il cavallo rosso: virtù morali innervate da un acuto la coerenza… un romanzo scandaloso” senso del dovere. Una Brianza “pa- Pur nel travestimento romanzesco, “in Presenza di Eugenio Corti”, olotta” che oggi appare remota, ma Corti non lesina le informazioni sto- Edizioni Ares, Milano 2010 che è stata ben viva e forse lo è an- riche e i giudizi sulla storia. Tutti gli 10
di Peppino Crippa Quei passi dietro la porta a vetri P oco tempo prima che io venissi spostato in con- dei cosiddetti “caratteri universali”. Era un personaggio tabilità, fece il suo ingresso in azienda, Eugenio straordinario che, nella sua levatura intellettuale, rappre- Corti. Era il figlio di Mario, erede di quella famiglia sentava tutto il sapore di un’epoca. che aveva fatto l’impresa negli anni della guerra. Fu lui a consigliarmi, a un certo punto, di iscrivermi all’u- Avrebbe potuto tenere le redini di un piccolo impero, ma niversità per posticipare il servizio militare. Sotto sotto, Eugenio era uomo di cultura, un intellettuale dall’indole non voleva che andassi a militare e che interrompessi riflessiva e dalle parole misurate. Il suo unico deside- l’aiuto che potevo offrirgli in azienda. Lo considerai un rio era di continuare a scrivere, di chiudersi nel silenzio gesto d’affetto. A modo suo, mi faceva sentire indispen- del suo studio e abbozzare romanzi che, negli anni, sa- sabile. Sembrava che il tempo per lui non passasse rebbero diventati grandi classici. Il padre non lo capiva. mai. Eugenio Corti era rimasto lo stesso. Chino dietro la Pretendeva da lui la gestione degli affari dell’azienda. scrivania, silenzioso ma affabile. Come tutti i capitani d’industria di quell’epoca, tradizio- Quando tornai dal servizio militare, lo ritrovai in azienda. nalista e reazionario, considerava le lettere una velleità E quando presi la decisione di lasciare l’azienda, con- per sfaccendati. Un piacere frivolo. E così lo costringeva tinuai a frequentarlo nelle serate organizzate dalla sede a presidiare l’ufficio ogni giorno. della Democrazia Cristiana di Besana. Nel 1947 aveva già dato alle stampe il suo primo libro Lui, allora era un esponente di spicco della DC. Un I più non ritornano, storia della disfatta dell’esercito ita- uomo di cultura che fungeva da punto di riferimento, liano in Russia e della grande ritirata. Nel 1950, uscì personalità trainante per tutti gli iscritti al partito che si I poveri cristi. Questi romanzi gli aveva assicurato un riconoscevano nei suoi valori, nella sua statura mora- riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Le le. I suoi gesti erano autorevoli, le sue parole sempre case editrici si preoccupavano di spedirgli nuovi volumi misurate e coerenti. Piaceva a tutti. E io continuavo da leggere sperando nelle sue recensioni positive sui a rimanere incantato dai suoi atteggiamenti e dal suo giornali con i quali collaborava. Li sfogliava velocemente pensiero. Proprio come quando da ragazzo lo os- e poi li regalava a me che amavo leggere e godevo dei servavo di nascosto muoversi dietro i vetri smerigliati suoi insegnamenti, dispensati durante le ore di lavoro. dell’ufficio, alla ricerca di idee da trascrivere sulla carta Avrebbe dovuto essere il mio capo, il capo della con- e di nuove storie da raccontare. tabilità. Di fatto, barricato nel suo studio, trascorreva le Fu lui a propormi di entrare nel consiglio della DC di giornate a stendere appunti su quello che sarebbe sta- Besana. Nel 1965 ci furono le elezioni comunali e io ac- to il suo capolavoro, Il cavallo rosso, uscito negli anni cettai di rivestire il ruolo di consigliere e, subito dopo, Ottanta, frutto di una stesura inesausta. La mia scriva- di assessore alle attività industriali. Lui però ne rimase nia affacciava sulle vetrate opaline della sua stanza. At- fuori. Era bravissimo a coordinare le attività degli altri, traverso il vetro, vedevo l’ombra della sua figura alta e a stimolarli, ma personalmente preferiva non prendere slanciata, il profilo del suo volto scolpito coronato da un parte in prima persona al grande gioco della politica. pizzetto sempre rasato, muoversi su e giù per il locale. Era e rimaneva un pensatore libero. Osservava dall’e- Camminava. Sentivo i suoi passi ripercuotersi sul pavi- sterno, dispensava strategie, contagiava chiunque con mento di legno. Camminava sempre. Poi, a intervalli si i suoi modi ortodossi, ma si teneva lontano dal fronte. fermava, tornava al lavoro, prendeva appunti, scriveva In me vide probabilmente uno spirito più combattente. le note di un pensiero che gli era balenato in testa e Sapeva quanto io fossi caparbio e volitivo. Non sbagliò ricominciava a camminare. La sua statura mi incuteva a spingermi affinché entrassi in giunta. Dopo due anni soggezione, come pure la sua eleganza naturale. Era di assessorato, diventai sindaco in uno dei momenti un bell’uomo. peggiori, più difficili e drammatici della storia del nostro Anche da ragazzo era stato un tipo austero. Abitando paese: il Sessantotto. vicino alla fabbrica, io e miei fratelli ancora bambini ve- nivano arruolati dalla famiglia Corti come battitori nei P. S. (dal libro IL CAVALLO ROSSO pag. 980): boschi durante la caccia. Correvamo con lunghi basto- “Uno di loro leader (sempre per esprimerci secondo ni in mano che picchiavamo sul terreno per stanare la la terminologia che stava entrando in voga allora) era selvaggina. C’era anche lui, più grande di noi e sempre Saulo, il figlio maggiore dell’autista Celeste. Nessuno in chiuso nel suo riserbo. Tornato da militare si laureò e quei giorni si sarebbe immaginato che quel ragazzino non più giovane si sposò. Durante gli anni passati insie- magro e volenteroso avrebbe ripetuta la vicenda di Ge- me in azienda instaurammo un bel rapporto. Lui sapeva rardo, creando nel giro di poche decenni un’industria di potersi fidare di me. Quando suo padre gli richiede- del valore di miliardi e che sarebbe diventato sindaco va aggiornamenti su commesse e clienti, si precipita- di Nomana”. va al mio tavolo per raccogliere in fretta il materiale da Grazie Eugenio per avermi citato nel tuo capolavoro. La consegnare. In cambio, mi gratificava con discorsi sulla mia grande stima e riconoscenza sarà per sempre nel retorica e la letteratura. Mi parlava del valore poetico mio cuore. 11
di Andrea Sciffo “Il cavallo rosso” specchio di umanità Q uando, durante le feste profondo e di non facilmente cata- come funzionava la politica ammi- natalizie del 1996, salii da logabile nelle parole di quell’uomo nistrativa in un piccolo ente locale; Monza a Besana, ero tutto d’altri tempi. oppure, cercare il proprio viso nei entusiasta perché avevo telefonato Il giardino di casa Corti fece da sfon- ritratti che Corti fece di personaggi a Eugenio Corti e lui non solo ave- do a tante visite illustri: studiosi, critici reali della Brianza d’allora: il Praga va risposto ma mi aveva invitato ad letterari, intellettuali controcorrente, e il Foresto. andare a trovarlo: parcheggiando la politici, vescovi e giornalisti. Senza E dunque riflettere sull’etica del la- macchina, dissi alla mia fidanzata troppo vantarsene, l’autore scono- voro: le lunghe sequenze della terza e a mia sorella “aspettatemi qui un sciuto riceveva dai propri lettori un parte del romanzo sono tutte am- attimo, torno tra una mezz’oretta”. numero di visite superiore a quello di bientate tra Brianza, Milanese, Val- Non sapevo due cose: primo, che tanti scrittori di best-seller ideologi- sesia e Lecchese e sarebbero tra- la nostra conversazione sarebbe in camente omologati. Forse non tutti me perfette per un film, toccante e realtà durata quasi due ore, secon- sanno che nella terra di quelle aiuole, scabroso. Sono i ritratti impietosi di do, che la nostra sarebbe diventata nel 1945, lui stesso, aveva seppellito come si può fallire la propria vita o di poco dopo una filiale e paterna ami- il manoscritto del suo primo libro, per come invece cercare di corrispon- cizia, durata sino all’ultimo incontro, evitare che andasse distrutto “in caso derle. Corti raffigura sulla pagina qualche giorno prima della sua morte. di guerra civile coi rossi…” e pochis- vicissitudini di matrimoni falliti e di In realtà, pochi in Brianza, in Lom- simi sanno che il suo secondo libro altri che resistono; famiglie che af- bardia e a maggior ragione in Italia, “I poveri cristi” venne materialmente frontano la retrocessione finanziaria conoscevano Eugenio Corti scritto- stampato a Besana. Il microcosmo da ricche e benestanti a impoverite re. Avevo visto “Il cavallo rosso”, di brianteo aveva permesso a un suo e incerte; genitori che non capisco- sfuggita: non all’università né sulle figlio di raggiungere un’opera d’arte no dove hanno sbagliato a educare pagine culturali dei giornali. Stavo perfetta, la quale a sua volta raggiun- i propri figli; comunità in cui dilaga però scoprendo che migliaia di letto- geva i cuori e le menti di persone af- man mano l’indifferenza della sfiducia. ri avevano letto quel testo, si erano fini, che ne venivano corroborate, e Nelle scene finali i personaggi stan- commossi e confortati intimamente, di caratteri diversi oppure opposti, no seduti in automobile in coda, e in moltissimi avevano scritto all’au- che su quelle pagine inciampavano sulla trafficatissima SS36: al rondò tore lettere che oggi sono come un sdegnati. di Monza dove sui muri manifesti tesoro della saggezza popolare e Perché mai un lettore postmoderno, anonimi dicevano “Ricordati che colta, della fede, del buon senso dif- che vive in quest’area, dovrebbe Dio ti ama”. O viaggiano sulla stra- fuso di fine Novecento. leggere i libri di Corti? Perché sareb- da lariana orientale, dove un “dro- Finché Corti fu in vita, risultò impos- be perfetto per diventare una “se- gato” causa un incidente stradale in sibile separare il valore delle opere rie tv”: c’è la gioia agrodolce di una cui viene coinvolta la donna prota- dalla biografia dell’autore: quella giovinezza trascorsa sulle colline, gonista del romanzo, che precipita cioè di un giovane brianteo stu- tra amici e parenti, mentre il mondo nel lago e, incastrata nelle lamiere, dente a Milano, arruolato durante contadino diventa società industria- muore. Eugenio Corti, però, non la Seconda Guerra Mondiale e fini- le; c’è la vicenda di ragazzi e uomini termina qui il proprio libro: nell’ulti- to sul fronte orientale, travolto dalla travolti da vicende più grandi di loro missima pagina, descrive come la “ritirata di Russia” e tornato a casa ma sempre innamorati in una ma- vittima della sciagura… vada diret- assieme a pochi reduci: da quella niera tale che quell’amore diventa tamente in Paradiso. esperienza, come uomo e come la loro salvezza, c’è sullo sfondo lo scrittore, egli trasse metà della pro- sfacelo civile dell’Italia l’8 settem- pria filosofia personale; l’altra metà bre 1943. C’è il ritorno a casa di un gli proveniva dal fatto di essere un Pierello che Paolo Pirola, direttore figlio del cattolicesimo di Brianza. di BRIANZE, paragonava a una se- Quella miscela di esperienze terribili quenza de “Il signore degli anelli”. e di fede e virtù messe alla prova, C’è il panorama della Brianza in fase lo rendeva autorevole agli occhi dei di trasformazione socio-economica, tantissimi lettori, dei visitatori di casa nel periodo dal 1940 al 1974. sua, degli assidui frequentatori delle Oggi quel libro è uno specchio in cui conversazioni: era un italiano serio. vedere difetti e qualità. Una persona Come insegnante ho constatato del XXI secolo può vedere rispec- molte volte di persona questo suo chiati ne “Il cavallo rosso” l’imma- rigoroso fascino: gli studenti di ogni gine riflessa della metamorfosi, da età, le loro fidanzate, gli ospiti ca- ieri al presente. Come si divertiva- suali, tutti percepivano qualcosa di no i ragazzi dell’oratorio di paese; o 12
di Gianantonio Sanvito Corti tra i padri del “liceo Don Gnocchi” C hi è per me Eugenio Corti e cosa c’entra col Liceo don Gnocchi? Anno 1988, con mia moglie e mia figlia, che finita la terza media doveva scegliere la scuola superiore, ho fatto il giro degli Istituti pubblici e pri- vati per parlare e guardare in faccia gli insegnanti. Tutti esponevano i programmi e le cose interessanti che la scuola proponeva, ma raramente percepivo la passione dell’insegnamento. Con questa insoddisfazione ho chiesto fulminato dalla serietà con cui mi ha dato credito! ad alcuni amici di pensare seriamente a mettere in piedi Dopo quattro giorni ci presentiamo: Ettore Villa, Franco una scuola che avesse professori vivaci e appassionati al Pizzagalli, Franco Viganò, Emiliano Ronzoni, Giancar- proprio lavoro. Molti mi guardavano come un marziano, lo Cesana, mia moglie, Paolo Benedetti, più tre scetti- ma alcuni si sono lasciati affascinare dalla pazza idea. ci Quella sera a casa Corti, dove Eugenio era il più en- In questa ricerca di aiuto, mia moglie, che aveva appena tusiasta di tutti, prende il via la convinzione che ce la si finito di leggere Il cavallo rosso di Eugenio Corti, uscito può fare. Addirittura si decide il nome da dare al Liceo. in stampa alla fine dell’83, parlandomene continuamente Saltano fuori varie proposte… Intanto penso: Perché non con entusiasmo, mi ha suggerito di provare a interpellare chiamarlo “Don Gnocchi”? – sapendo di fare un gran pia- lo scrittore – che era di Besana – per un parere. Non lo cere a Eugenio, amico del santo sacerdote, che ne aveva conoscevo e, fino allora, non sapevo della sua esistenza. anche celebrato il matrimonio. Butto lì la proposta e vedo Prendo la guida telefonica di Besana, trovo il numero e Eugenio illuminarsi, per poi subito rabbuiarsi per non aver chiamo. Risponde lui. In un attimo penso: “Se gli dico pensato lui al nome! Lo rincuoriamo, dicendo che, se che mi interessa sentirlo per mettere in piedi una scuo- l’abbiamo proposto, è tutto merito suo, che ce l’aveva la, penserà di avere a che fare con uno squilibrato e mi fatto conoscere e reso famigliare. liquida.” Mi presento: “Senta, dottore, ho bisogno di una La macchina si muove. Eugenio si impegna a coinvolgere grande cortesia. Mia moglie ha letto il Suo romanzo e mi un gruppo di garanti culturali fra i migliori sulla piazza eu- tormenta giorno e notte con domande del tipo: cosa ne ropea. Scrive a Régine Pernoud, padre Cornelio Fabro, pensi… cosa dici… secondo te cosa vuol dire? In più, sta Augusto Del Noce, Cesare Cavalleri, Jurij Malcev, Om- contagiando anche mia figlia. Salvi la mia vita e mi conce- bretta Fumagalli Carulli, Luigi Lombardi Vallauri, Alessan- da qualche minuto. Vengo a trovarla con moglie e figlia”. dro Minozzi, Gianfranco Morra, chiedendo loro l’impegno Mi dà l’appuntamento dopo due giorni. La sera fissata e l’adesione al progetto del nascente Liceo. La risposta è (un venerdì di fine febbraio 1988) andiamo a casa sua. positiva, arrivano le lettere di tutti. Ci riceve la moglie, signora Vanda, e ci accompagna Durante la preparazione, arrivano “moniti” da parte della in salotto, dove dopo poco arriva Corti, che si siede di Curia milanese, preoccupata della possibile concorrenza fronte a noi. Ci offre da bere e porta un piattino con i ai collegi e alle scuole arcivescovili del territorio. Ci convo- Ferrero Rocher. Mia moglie finalmente soddisfa mesi di cano per farci desistere. Per l’incontro ci voleva un uomo domande e curiosità. Verso la fine, mi faccio coraggio e di peso: ci va Eugenio e alla fine la Curia dice che si può dico: “Senta avrei anch’io una questione da sottoporle procedere. e mi piacerebbe avere un suo parere”. Gli racconto del Parte allora la campagna delle iscrizioni. Inizia la storia del peregrinare e dell’impressione avuta nel visitare scuole e Liceo don Gnocchi. parlare con i professori, del desiderio di scegliere per mia Che cosa abbiamo imparato da Eugenio: la certezza! È figlia una scuola interessante soprattutto d’indirizzo clas- stato un uomo certo senza tentennamenti. Se una cosa sico. Mi guarda e mi confessa che anche lui, parlando è vera, catalizza uomini e si manifesta in opere (non solo con diversi studenti, ha l’impressione di un impoverimen- idee). È come innamorarsi: se uno vuol bene a una ragaz- to generale soprattutto degli studi classici. Oso! “Dottore, za, la sposa, e il suo amore si manifesta non come senti- cosa ne pensa dell’idea di mettere in piedi un liceo clas- mentalismo, ma con i figli, una casa, un pezzo di mondo sico e scientifico con insegnanti appassionati e attenti ai cambiato. Si trova la forza e il coraggio di combattere e ragazzi?” – “Sarebbe il regalo più bello che potresti fare a operare, si trasforma il mondo. tua figlia, al territorio e alla cultura tutta. Ma è possibile?” L’altro insegnamento è questo: se un’intuizione è vera, “Ho sondato qua e là – rispondo – e ho trovato qualche genera un’amicizia che ti travalica. Non sei più definito disponibilità”. Si parte in voli pindarici, in ipotetici scenari, dalla tua condizione sociale o individuale, ma dalla verità e finiscono anche i Ferrero Rocher. Dopo un bel po’ mi che persegui ed è il desiderio di tutti. Il tuo anelito è l’ane- dice: “Dammi qualche giorno per pensare, ci rivediamo la lito di tutti. Un’altra cosa che Eugenio sottolineava, è che prossima settimana e porta gli altri, che vedo cosa avete l’educazione avviene sempre in un contesto, in una tradi- in mente e cosa posso fare per aiutarvi”. Torno a casa zione di popolo, non è mai frutto di un soggetto solitario. 13
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