Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza

Pagina creata da Luigi Costa
 
CONTINUA A LEGGERE
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
Numero
Speciale

   Eugenio Corti
           1921-2021
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
SOMMARIO
                                                                                                                   Il besanese
Corti: nostra chiave di lettura, per noi stessi, per il mondo..........                                     3      Periodico d’informazione
                                                                                                                   Del Comune di Besana in Brianza
Emanuele Pozzoli
                                                                                                                   Edizione speciale
Una vita vissuta fino in fondo.........................................................................   4-5      Supplemento al numero 254

Dario Redaelli                                                                                                     Autorizzazione del Tribunale di Monza
                                                                                                                   In data 4.1.1972, numero 210

L’opera di Corti, scrittore per vocazione.................................................                6-7      Tiratura 8000 copie
Giovanni Santambrogio                                                                                              Direzione e redazione
                                                                                                                   Ufficio URP Comune di Besana in Brianza
La verità oltre l’apparenza e le ideologie.................................................                 8      Telefono 0362922022
                                                                                                                   besanese@comune.besanainbrianza.mb.it
Giovanni Santambrogio
                                                                                                                   Direttore Responsabile
                                                                                                                   Dario Redaelli
Vanda: un ponte con il resto del mondo..................................................                    9
                                                                                                                   Progetto:
Vanda Corti                                                                                                        Giuseppe Crippa, Vanda Corti, Emanuele Pozzoli,
                                                                                                                   Dario Redaelli, Angelo Viganò
Una prova coraggiosa e vincente................................................................           10       In copertina:
Cesare Cavalleri                                                                                                   Lo scrittore autografa una copia de “Il cavallo
                                                                                                                   rosso” (foto Archivio Vanda Corti)

Quei passi dietro la porta a vetri..................................................................      11       Foto di pagina, 2,4,5,6,8,9,10,13
                                                                                                                   Archivio Vanda Corti
Giuseppe Crippa
                                                                                                                   Foto storiche di pagina, 7 e 15
“Il cavallo rosso” specchio di umanità......................................................              12       Archivio storico Luca Viganò

Andrea Sciffo                                                                                                      Foto di pagina 14 e 15
                                                                                                                   Dario Redaelli

Corti tra i padri del liceo “don Gnocchi”..................................................               13       Impaginazione
                                                                                                                   Mariani tipolitografia - Fabio Marzagalli
Gianantonio Sanvito
                                                                                                                   Stampa
La Besana de “Il cavallo rosso”.................................................................... 14-15          Mariani tipolitografia - Lissone

Angelo Viganò

                                                                                                     Dai “Diari”, ottobre 1943
                                                                                                     Il vivere alla giornata,
                                                                                                     rispondenza profonda del mio spirito
                                                                                                     alla vita randagia…
                                                                                                     Mi sento nato per fare il vagabondo.
                                                                                                     Gioia del cammino interminabile
                                                                                                     sui sentieri pieni di sole.
                                                                                                     Gioia dell’immersione continua nella natura
                                                                                                     e nella campagna.
                                                                                                     Soddisfazione (malgrado già tante esperienze
                                                                                                     e sofferenze) di dormire sulla paglia,
                                                                                                     incerti del giaciglio di domani…
                                                                                                     Come farò domani a riprendere
                                                                                                     la “vita quotidiana”?
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Emanuele Pozzoli

Corti: nostra chiave di lettura,
per noi stessi, per il mondo
Q
          uesto numero straordinario de “Il besa-
          nese” è stato realizzato in occasione dei
          cento anni dalla nascita di Eugenio Corti,
lo scrittore, nostro concittadino, che ha immorta-
lato la Brianza e Besana in particolare, nel suo ca-
polavoro “Il cavallo rosso” (opera tradotta in otto
lingue e ormai universalmente riconosciuta) e le
ha fatte conoscere in tutto il mondo.
Avremmo voluto celebrare questa ricorrenza in
altri modi: ad esempio ospitando la cerimonia di
premiazione della quinta edizione del Premio in-
ternazionale Eugenio Corti nella nostra prestigiosa
sede di Villa Filippini e poi inaugurando lo spazio
che la nostra Città intende dedicare allo scrittore
in modo permanente in un’apposita ala della sto-
rica villa comunale.
Purtroppo la pandemia che ci affligge dal febbraio
dello scorso anno, ci impedisce per ora di cele-
brare questi eventi, che comunque, insieme ad
altri che abbiamo in mente, certo realizzeremo.
Questa sosta forzata ci offre però un’opportuni-
tà che certamente, con il prezioso contributo di
amici ed estimatori dello scrittore (che ringrazio di
cuore) siamo riusciti a rendere comunque interes-
sante e importante per far conoscere, a besanesi
e non, la figura di Corti: produrre questa edizione
della pubblicazione, ricca di contributi, anche au-
torevoli, di chi ha conosciuto, collaborato o sol-
tanto studiato Corti, e rimarrà nella storia della nostra       stro concittadino, radicato in questo ambiente, ha su-
Città.                                                          perato confini, barriere linguistiche, e ostacoli ideologici
Anzi, queste pagine, che avrebbero potuto chiamarsi             descrivendo la sua, la nostra, e la Storia del ‘900 da
in altro modo ed avere un altro aspetto grafico o edi-          un punto di vista: il nostro. Descrivendoci in maniera
toriale, sono state volutamente inserite nella decennale        così intima da poterci riconoscere ancora oggi nei tratti
tradizione de “Il besanese”, proprio nel cinquantesimo          caratteriali che ci contraddistinguono, come besanesi e
della sua istituzione, per rendere ancora più “plastica” la     come brianzoli. Aiutandoci a capire molto di noi. Di chi
rinnovata adesione tra la nostra Città (che già lo aveva        siamo.
insignito del premio “Gariberto da Besana” nel 1969) e          In una delle sue ultime interviste, lo scrittore afferma-
lo scrittore.                                                   va che spesso i giovani vengono attratti da modelli che
Adesione e riconoscimento, che saranno fisicamen-               sono lontani da quelli in cui sono cresciuti. Maturando
te rappresentati dal centro studi Eugenio Corti, per            poi, continuava, comprendono meglio il buonsenso del
la realizzazione del quale, devo gratitudine a nome di          modello famigliare che li ha portati all’età adulta e cer-
tutta la Comunità besanese, in particolare alla signora         cano di ripercorrerlo.
Vanda Corti, moglie dello scrittore e alle persone che, a       Io penso che questa osservazione, in qualche modo,
vario titolo, hanno collaborato alla sua concretizzazione.      sia ancora valida. Anche il terribile momento che stiamo
Il centro studi sarà realizzato in alcuni locali a piano ter-   vivendo ha aiutato la nostra famiglia allargata, la nostra
ra, appositamente dedicati e adattati, all’interno dell’e-      comunità, a comprendere meglio il valore e la grandez-
dificio della nostra Villa Filippini, sede della biblioteca     za di chi siamo.
e cuore delle attività culturali di Besana in Brianza. Un       Non solo possiamo apprezzarne le qualità letterarie,
contenitore che si arricchisce di contenuto.                    ma noi besanesi, riscoprendo Corti, riscopriamo in gran
È giunto il momento che Besana viva Corti. Perchè               parte noi stessi.
l’Amministrazione comunale ha il dovere di valorizzare
le proprie eccellenze, ma soprattutto perchè questo no-         Sindaco di Besana in Brianza
                                                                                                                         3
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Dario Redaelli

Una vita vissuta fino in fondo
E
        ugenio Corti nasce a Besa-             Carlo di Milano, dove studierà nei        a quel fronte per farmi un’idea di
        na in Brianza il 21 gennaio            dieci anni successivi, fondamentali       prima mano dei risultati del gigante-
        del 1921 da una famiglia da            per la sua formazione. I ragazzi Cor-     sco tentativo di costruire un mondo
sempre briantea e molto numerosa:              ti nel frattempo mantengono saldi         nuovo, completamente svincolato
è il primo di dieci figli, sei maschi e        legami con gli amici del paese, con       da Dio, anzi, contro Dio, operato
quattro femmine. Una famiglia mol-             cui condividono la concezione della       dai comunisti. Volevo assolutamente
to unita e, si direbbe, un po’ specia-         vita                                      conoscere la realtà del comunismo;
le. In un’intervista rilasciata gli ultimi     Al San Carlo, frequenta poi, su insi-     per questo pregavo Dio di non farmi
anni della sua vita ebbe a dire: “In           stenza del rettore Monsignor Catta-       perdere quell’esperienza, che rite-
cielo vorrei soltanto riabbracciare i          neo, nonostante i genitori avessero       nevo sarebbe stata per me fonda-
miei genitori, i miei fratelli, tutti quelli   stabilito per lui studi di ragioneria     mentale: in questo non sbagliavo”.
che ho amato sulla terra. Ho sempre            per avere un aiuto nella gestione         Agli inizi del giugno 1942 raggiun-
ammirato la carità irraggiungibile di          della ditta, ginnasio e liceo classico    ge il fronte. Per un mese nessuna
mio fratello, missionario in Ciad e di         Nel 1940, però, gli studi di Eugenio      azione, poi la grande avanzata dal
un altro, medico, che ha fondato un            si interrompono improvvisamente: il       Donez al Don, ma il 16 dicembre ha
ospedale in Uganda”.                           10 giugno l’Italia entra in guerra. Gli   inizio l’offensiva sovietica e il 19 la ri-
Corti trascorre un’infanzia serena,            studenti hanno la possibilità di con-     tirata: il Corpo d’armata di Corti si ri-
in un ambiente fatto e intriso di              tinuare a frequentare la scuola, ma       trova chiuso in una sacca. I seguenti
educazione alla fede e al lavoro.              la classe di Corti (1921) viene chia-     saranno i ventotto giorni più dram-
Il padre Mario è un industriale che,           mata alle armi. Eugenio approva           matici della sua vita. La sera del 16
rimasto precocemente orfano,                   la decisione e si prepara a partire,      gennaio 1943 pochi superstiti rie-
comincia a lavorare a tredici anni             come già avevano fatto i suoi com-        scono ad uscire dall’accerchiamen-
come garzone. In seguito, con la               pagni operai besanesi.                    to russo. Eugenio viene caricato su
sola licenza elementare e studian-             Agli inizi del febbraio 1941, dopo        un treno-ospedale e trasportato a
do da autodidatta, diventa impie-              un’adeguata formazione a Pia-             Leopoli, in Polonia e in seguito tra-
gato in una piccola fabbrica tessile           cenza e a Moncalieri, diventa sot-        sferito in ospedale a Merano. Torna
di Besana che, grazie all’impegno e            totenente e inoltra la richiesta di       infine alla casa paterna, ma fatica
alla forza di volontà, riuscirà ad ac-         essere destinato al fronte russo:         ad uscire con la mente dalla terribile
quistare insieme ai fratelli, ingran-          “Avevo chiesto di essere destinato        esperienza della ritirata.
dendone l’attività fino all’a-
pertura di quattro fabbriche
con oltre mille dipendenti.
Industriale di origine popola-
re, concepiva la propria atti-
vità come una vera missione
volta a creare nuovi posti di
lavoro.
La sua figura è molto impor-
tante per la sua vita, come lo
è anche la figura della madre,
Irma Bestetti, proveniente da
una famiglia benestante di
Cernusco sul Naviglio: a lei
spetta la conduzione della
famiglia e l’educazione dei
figli. La descrive come “una
creatura fatta d’amore: per
Dio, per la santa religione,
per il marito, per noi figli, per
il prossimo”.
Frequenta le scuole elemen-
tari a Besana ma, per un
problema familiare, nel 1931
viene iscritto insieme a due
                                                                                                      Eugenio Corti con i suoi 9 fratelli
dei suoi fratelli al collegio San
 4
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
Cerca di riprendere gli studi, ma il
26 luglio 1943 nonostante le preca-
rie condizioni di salute, torna a com-
battere: rientra in caserma a Bolza-
no e viene trasferito a Nettunia. Da
qui, l’8 settembre, sfugge alla cattu-
ra dei Tedeschi e attraversa a piedi
l’Italia, per riunirsi all’esercito regola-
re che si stava ricostituendo in Pu-
glia, per poi affiancare gli Alleati nella
liberazione dell’Italia. Prende parte
nel 1944 alla risalita della penisola
con il Corpo italiano di liberazione,
il 20 aprile 1945 partecipa allo sfon-
damento della linea gotica e rimane
alle armi fino al settembre 1945.
Nell’autunno del 1947, ottiene la
laurea, a cui segue, nel giugno dello                                                           Il matrimonio celebrato da Don Gnocchi
stesso anno, la pubblicazione pres-
so Garzanti del diario della ritirata         zione locale della Democrazia Cri-           lo schema tipico delle sceneggiatu-
di Russia, “I più non ritornano”, suo         stiana che in quegli anni fornisce           re teatrali e televisive.
“primo, dolorosissimo libro”. Subito          all’amministrazione cittadina idee,          Gli ultimi anni di Eugenio Corti, ol-
dopo inizia a scrivere il suo secon-          progetti e persone preparate e di-           tre alla pubblicazione di altre opere
do volume, “I poveri cristi”, sulle vi-       sponibili al servizio della gente.           minori, trascorrono accompagnati
cende della guerra di liberazione in          Intanto matura il progetto di un ro-         dall’affetto dei lettori e dei giovani,
Italia, che uscirà nel 1951 e verrà           manzo che comprenda l’esperienza             con i quali si incontra quasi quotidia-
ripreso e pubblicato nella versione           della sua generazione: tra il 1969 e         namente presso la sua abitazione,
definitiva nel 1994, con il titolo “Gli       il 1970 si dedica a tempo pieno alla         e da una imprevista attenzione da
ultimi soldati del re”.                       propria vocazione di scrittore e inizia      parte delle istituzioni: nel 2007 rice-
Nel frattempo, siamo nel 1951, lo             la stesura de “Il cavallo rosso”. Deve       ve l’Ambrogino d’oro dal Comune di
scrittore comincia a lavorare per la          però interrompersi per due volte. La         Milano, nel 2009 il Premio Isimbardi
ditta paterna, senza interesse, se            prima in occasione del Referendum            della Provincia di Milano, nel 2010
non quello di condividere la fatica           sul divorzio nel 1974, per l’impegno         il premio La Lombardia del Lavoro
del lavoro, e per avere uno stipendio         totale nell’azione intrapresa per fre-       da parte di Regione Lombardia, nel
che gli permetta di sposare Vanda,            nare la grande crisi di valori che sta       2011 il Premio Beato Talamoni dalla
la bella ragazza umbra conosciuta             investendo la società. La seconda,           Provincia di Monza e Brianza, infine
all’università e che gli rimarrà ac-          nel 1978: in cui si dedica in toto           del 2013 il Presidente della Repub-
canto per tutta la vita. Li sposerà           all’attività giornalistica. Il romanzo       blica gli conferisce la Medaglia d’oro
ad Assisi, nella Chiesa di San Da-            raggiunge la sua forma definitiva            ai benemeriti della cultura e dell’arte.
miano, il 23 maggio 1951 don Carlo            nel 1983, dopo undici anni di lavo-          Nel 2011 si costituisce un comita-
Gnocchi. Lavora presso la ditta pa-           ro. Incontra però difficoltà nella sua       to per proporre la sua candidatura
terna per circa 8 anni, dedicandosi           pubblicazione, poiché il panorama            al Premio Nobel per la letteratura;
nel frattempo ad un approfondito              editoriale è ancora pesantemente             François Livi, ordinario di lingua e
studio teorico e storico del comu-            condizionato da ideologie di ordine          letteratura italiana alla Sorbona di
nismo, che, unito alla sua personale          politico. “Il cavallo rosso” viene pub-      Parigi, ne è l’entusiasta sostenitore
esperienza in terra sovietica, darà           blicato da una piccola casa editrice         a livello accademico, nonostante il
corpo alla tragedia “Processo e               di Milano, la Edizioni Ares, grazie          realismo di Corti sulle possibilità di
morte di Stalin”. A partire da que-           all’amicizia e alla fiducia del direttore    un’attribuzione: “Li ringrazio molto,
sto momento, a causa del proprio              Cesare Cavalleri. Nonostante la mole         ma per un cattolico oggi è molto
ragionato anticomunismo, lo scrit-            del libro e le difficoltà di distribuzione   difficile ricevere questo premio. C’è
tore rimarrà escluso dai grandi mez-          il romanzo diventa un caso letterario.       grande difficoltà ad accettare la cul-
zi di comunicazione e “ostacolato,            Nel 1994 viene pubblicato “Gli ulti-         tura cristiana. … A me basta che le
in modo sistematico dalla grande              mi soldati del re”, nel 1996, esce “Il       mie opere siano conosciute ... Poi
stampa e dal mondo della cultura,             fumo nel tempio”, raccolta di saggi          penso sempre che se non hanno
a quel tempo fortemente orientati a           ed articoli sul mondo cattolico. Da          dato il Nobel a Tolstoj, posso star
sinistra”.                                    uomo molto attento alla realtà e ai          tranquillo.”
In questo periodo si mette a dispo-           suoi cambiamenti, si cimenta poi in          Il 4 febbraio 2014 muore a Besana
sizione della comunità besanese               nuove ed originali modalità espres-          in Brianza a seguito di complicazioni
come autorevole membro della se-              sive con tre testi strutturati secondo       dovute all’età avanzata.
                                                                                                                                  5
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Giovanni Santambrogio

L’opera di Corti,
                                                                                       inizi del comunismo. La negazione
                                                                                       della libertà, le violenze e l’impronta
                                                                                       totalitaria impressionano il giovane

scrittore per vocazione
                                                                                       che, una volta militare, vorrà anda-
                                                                                       re a combattere proprio sul fronte
                                                                                       russo. Non era la sua destinazione,
                                                                                       ma brigherà per esserci. In Russia

E
       ugenio Corti voleva esse-           le scelte compiute, le letture fatte, il    è testimone della distruzione fisica
       re scrittore. Già da studente       metodo di lavoro che il giovane Cor-        e morale del XXXV corpo d’armata
       avvertiva d’avere una missio-       ti intraprese per la sua formazione di      italiano, nel quale era tenente d’ar-
ne da compiere. Allora non gli era         scrittore. In quei numerosi quader-         tiglieria nella divisione Pasubio. È
chiara quale potesse essere, ma era        ni, finora ignoti e tutti da studiare, si   l’inverno 1942-1943. Accerchiati
certo che la storia e la Provvidenza       trovano anche le ragioni della pas-         dall’esercito russo, gli italiani si ri-
gliela avrebbero indicata. Ecco subi-      sione per la Russia e i motivi della        tirano e Corti, uno dei quattromila
to evidenti la personalità dell’uomo e     decisione di partire per il fronte a        sopravvissuti su 30mila, assiste a
la sua fede. Nel diario in cui era soli-   qualsiasi condizione. Quando era in         ogni tipo di atrocità e di tragedie. Il
to appuntare ricordi, riflessioni, con-    terza liceo, il 20 aprile 1939, annotò      racconto della disfatta è contenu-
fidenze, il 16 febbraio 1941, all’età      in una pagina: “Oggi non ho fatto           to nella sua prima prova narrativa,
di vent’anni, scrive: “Fin da fanciullo,   che rileggere il romanzo di Rach-           I più non ritornano, in cui lo scrittore
posso dire, ho sempre avuto il de-         manowa: Studenti, Amore, Ceka e             pone al centro delle crude e stra-
siderio di scrivere qualcosa. Era un       morte. È il diario di una studentessa       zianti descrizioni il mistero del male,
desiderio indefinito: ma in questi ul-     russa al tempo della Rivoluzione: è         in particolare, nella sua espressio-
timi anni, esso è venuto acquistan-        di una potenza enorme e permea-             ne estrema qual è la guerra. Il libro,
do caratteri ben determinati, specie       to di finezze psicologiche che fan-         pubblicato da Garzanti nel 1947, in-
dopo che mi sono convinto che              no rimanere meravigliati. Perbacco!         contrò attenzione, successo di ven-
quello dello scrivere è lo scopo della     Verrebbe la voglia di dedicarsi ad-         dite e più ristampe (dopo Garzanti
mia vita”. Nel libro postumo Il ricor-     dirittura a un movimento anticomu-          esce da Mursia e da Rizzoli-Bur; dal
do diventa poesia. Dai Diari, 1940-        nista. Se fosse successa la stessa          2013 è entrato a far parte dell’Ope-
1948 (Ares 2017) che raccoglie pa-         cosa in Italia?”. È il primo incontro       ra omnia di Corti edita da Ares). È
gine inedite si possono conoscere          con la Russia uscita dal 1917 e agli        il primo libro nella letteratura italiana

 6
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
a raccontare la ritirata                                                                           dove il protagonista Mi-
di Russia e la tragedia                                                                            chele Tintori, uno dei tre
dell’Armir sul fronte del                                                                          partiti da Nomana, lot-
Don. Lo lesse anche il                                                                             ta per la dignità umana
filosofo Benedetto Cro-                                                                            tra non poche difficoltà
ce per capire quanto il                                                                            e incomprensioni. Nel
testo colpì pubblico e in-                                                                         1974 s’impegna nella
tellettuali. Francois Livi,                                                                        campagna contro il re-
docente alla Sorbona e                                                                             ferendum sul divorzio.
autorevole studioso di                                                                             Definito romanzo epico,
Corti osserva: “Questo                                                                             protagonista è la gente
diario è stato scritto per                                                                         comune con i suoi va-
far aborrire la guerra. È                                                                          lori profondi e dai com-
la fedeltà assoluta alla                                                                           portamenti      modellati
realtà e alla verità dei fatti senza     di Diego Fabbri. Resta in cartello-         dalla fede cristiana. Una fede che,
alcuna concessione a mode lette-         ne pochi giorni e poi viene ritirato        dove si manifesta, cambia le rela-
rarie, nessuno sfruttamento dell’or-     e bandito per ragioni ideologiche.          zioni: accade in Brianza ma anche
rore”.                                   Una vera operazione di censura              nel gulag, nelle prove della guerra.
L’esperienza militare porta Corti a      che Corti racconta nel Cavallo ros-         Il cavallo rosso è stato presentato
una seconda prova letteraria, I po-      so (da pagina 1.158). Un duro col-          come “il romanzo del trionfo cri-
veri cristi, pubblicato nel 1951 da      po per lo scrittore. Seguono anni di        stiano, del trionfo del bene sul male
Garzanti. È il racconto della cam-       silenzio e di studio. Sta maturando         nella luce eterna di Dio”.
pagna d’Italia, ovvero dell’esercito     l’idea del Cavallo rosso che inizia         Restano ancora tre opere La terra
regolare italiano che agli ordini del    a prendere forma nel 1972. Ci vor-          dell’indio (1998), L’isola del paradi-
re risale, dal giugno 1944 all’aprile    ranno però 11 anni di lavoro, prima         so (2000) e Catone l’antico (2005)
1945, la penisola insieme agli alle-     di portare il testo all’amico Cesa-         definiti “romanzi sperimentali”. Il
ati inglesi e americani, incalzando i    re Cavalleri di Ares, dopo il rifiuto       primo e il secondo parlano di due
tedeschi. Corti, quale ufficiale fede-   di Garzanti. Cavalleri racconta:            utopie finite male: le riduzioni (re-
le alla patria non ha abbandonato        “Quando, finalmente, mi decisi a            ducciones) dei Gesuiti in America
dopo l’8 settembre, è al Sud tra i       leggere il manoscritto rimasi fol-          latina e l’ammutinamento dell’e-
ventimila soldati del Corpo italiano     gorato. Un capolavoro. Gli scrissi          quipaggio del Bounty del 1789.
di liberazione e combatte non per        una lettera entusiasta, scusandomi          È sempre la storia a occupare la
odio ma con il desiderio di finire al    d’averlo fatto attendere, commos-           narrazione per mostrare quanto il
più presto una guerra che “lacera-       so fino alle lacrime. Il cavallo rosso      desiderio di solidarietà, di armonia
va i corpi e le coscienze”. È la sua     l’avrei pubblicato io. Da quel mo-          e di felicità arriva sempre a fare i
guerra di liberazione. Appunta,          mento il Cavallo diventa una nostra         conti con i limiti dell’uomo, le sue
giorno dopo giorno, le operazioni        testa di serie”. La prima edizione          passioni, il male. Le riduzioni ven-
compiute. Il libro non replica il suc-   va presto esaurita. Oggi continua           gono distrutte dall’avidità dei con-
cesso del precedente ma gli viene        ad essere ristampato ed è tradotto          quistatori, il “paradiso del buon sel-
riconosciuto d’essere un “narrato-       in otto lingue. Di che si tratta? È la      vaggio” degli ammutinati sull’isola
re che possiede più d’ogni altro la      narrazione di oltre trent’anni di sto-      Pitcairm si corrompe per disordini,
virtù lirica della narrazione” (Mario    ria italiana (dal 1940 agli anni ’70)       gelosie, invidie. L’ultimo lavoro
Apollonio, 1951). Anni dopo, Cor-        collocati nel contesto europeo. Di-         è ambientato nella Roma precri-
ti riprenderà in mano il testo che,      viso in tre parti – dai titoli Il cavallo   stiana. Catone è l’uomo dei valori
completamente rivisto, diventa il ro-    rosso, Il cavallo livido, L’albero della    morali che perde la sua battaglia.
manzo Gli ultimi soldati del re (Ares    vita – racconta la Brianza investita        La Repubblica cede il passo all’im-
1994).                                   dalla guerra, dalla liberazione e del-      pero. È l’imponderabile, il mistero,
Nel 1962 esce la tragedia Proces-        la ricostruzione. Nel giugno 1940 a         il senso della storia. Le grandi do-
so e morte di Stalin. Corti cambia       Nomana (Besana) tre giovani sono            mande che hanno accompagnato
genere per entrare nel dramma di         inviati sul fronte russo dove vivono        sempre Eugenio Corti.
uno scontro tra il dittatore sovie-      la guerra e la ritirata. Il cavallo ros-    Sulla personalità dello scritto-
tico e i membri del Politburo che        so dell’Apocalisse e il suo cavalie-        re sono preziosi tre altri libri che
decidono la condanna del leader          re seminano morte. Il male dilaga.          raccontano i sentimenti, gli affetti,
perché temono d’essere le possi-         Nel secondo atto sono di scena la           la religiosità, la quotidianità dello
bili vittime e perché non sopporta-      presenza italiana in Africa, l’8 set-       scrittore: Io ritornerò. Lettere dalla
no più le atrocità del regime. I fatti   tembre, i fuoriusciti politici, i gulag     Russia 1942-1943 (2015), Il ricor-
si svolgono il primo marzo 1953. Il      e la perdita dell’identità umana, la        do diventa poesia. Dai Diari, 1940-
dramma va in scena a Roma nel            resistenza in Lombardia. L’ultima           1948 (2017), Voglio il tuo amore.
1962 con la Compagnia Stabile            sezione parla del ritorno alla libertà      Lettere a Vanda 1947-1951 (2019).
                                                                                                                          7
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Giovanni Santambrogio

La verità oltre l’apparenza
e le ideologie
                                                                                        storica contro la follia omicida del
                                                                                        XX secolo, preso tra due demoni, il
                                                                                        nazismo e il comunismo”.
                                                                                        Dimitrijevic scopre in Corti anche un
                                                                                        sincero amico. Nel 2010, il 15 no-
                                                                                        vembre, sette mesi prima di morire
                                                                                        in un incidente, è alla Villa Reale di
                                                                                        Monza a ricordarlo nella Conferen-
                                                                                        za Internazionale “Cantare l’uni-
                                                                                        versale nel particolare - L’epica del
                                                                                        quotidiano nell’opera di Eugenio
                                                                                        Corti”. In Italia era sorta una mobi-

A
         ll’indomani della scompar-       lingue sono otto, compreso il giap-           litazione per segnalare lo scrittore
         sa dello scrittore (4 febbraio   ponese. Curiosa è l’avventura della           brianteo all’Accademia di Stoccol-
         2014) tutta la stampa italia-    traduzione in francese e dei favori           ma. Dimitrijevic conosce l’iniziativa
na ha parlato di un Eugenio Corti         incontrati Oltralpe dove Corti è letto        e conclude il suo intervento dicen-
da scoprire riconoscendo l’ingiusto       ed è inserito nei testi di Storia del-        do: “Gli scrittori devono essere in
silenzio che per anni gli era stato ri-   la letteratura italiana. Suo principale       armonia con il loro suolo natale, in
servato dal mondo letterario e dalla      studioso è l’italianista Francois Livi        armonia profonda con la loro religio-
critica. Il quotidiano la Repubblica ha   docente alla Sorbona che ha scritto           ne; per cui, per me, il premio No-
auspicato “una discussione supra          un saggio dal titolo L’Italie littéraire de   bel è già stato attribuito a Eugenio
partes” aggiungendo “siamo tutti          Dante à Eugenio Corti.                        Corti”. Eguale giudizio ha espresso
debitori a questo scrittore. Il giusto    Il Cavallo rosso arriva a Parigi par-         George Steiner, scrittore e accade-
omaggio a lui e il modo migliore di       tendo da Rimini e passando da Lo-             mico di Francia, accostando Cor-
celebrare la sua morte è quello di        sanna. Protagonista è un piccolo              ti a Vasilij Grossman e affermando
rileggere, o leggere, con serenità il     editore e scrittore serbo, Vladimir           che “Vita e destino e Il cavallo ros-
Cavallo rosso, non di farne ogget-        Dimitrijevic, scappato dal regime di          so eclissano quasi tutti i romanzi
to, con giudizi e silenzi spropositati,   Tito all’età di 19 anni e rifugiatosi         che vengono presi sul serio oggi”.
di atteggiamenti sostanzialmente          clandestinamente in Svizzera dove             Va ricordato che un’altra personali-
ideologici”. In Francia Le Figaro, il     lavora in nero presso un artigiano            tà di rilievo intuì la forza di Corti già
7 febbraio, pubblica un articolo di       che fabbrica orologi. Sogna di apri-          nel suo esordio, nel 1947, con I più
Sébastien Lapaque che scrive: “È          re una libreria e lo farà nel 1962 per        non ritornano, edito da Garzanti. Il
uno dei sommi scrittori d’oggi, uno       poi compiere l’azzardo nel 1966               filosofo Benedetto Croce definì il
dei più grandi, forse il più grande”.     fondando la casa editrice Editions            racconto “una lettura angosciosa
Non pochi studiosi hanno affiancato       L’Age d’Homme. Vuole far cono-                e straziante, alla quale non manca
Corti a Tolstoj e paragonato Il cavallo   scere il dissenso dell’Est e inizia a         la consolazione del non infrequente
rosso a Guerra e pace. Com’è potu-        pubblicare autori slavi e russi. Nel          lampeggiare della bontà e della no-
ta accadere tanta indifferenza in Ita-    1980 compie il suo “colpo” dando              biltà umana”. Fu un successo, ma
lia? Eppure il romanzo di Corti, pub-     alle stampe Vita e destino del russo          calò il silenzio. Corti amava troppo
blicato dalle Edizioni Ares nel 1983,     Vasilij Grossman. Dimitrijevic, ormai         la verità della storia senza censure.
incontrò subito accoglienza presso i      punto di riferimento per il dissenso          Diventò scomodo e la sua fede cat-
lettori che, grazie al passaparola, lo    - è amico del premio Nobel Andrei             tolica ingombrante in un’Italia cultu-
fecero diventare un caso letterario al    Sacharov – approda al Meeting di              ralmente orientata dall’intellettuale
punto che, dopo sette mesi, il libro      Rimini nel 1989 e lì vede esposto il          organico d’ispirazione gramsciana
di 1.274 pagine era già alla seconda      romanzo di Corti, lo acquista e se            e di militanza comunista.
edizione e da allora ogni anno vede       ne innamora. Lo porta a Losanna,              I riconoscimenti postumi rafforzano
una nuova edizione: la quarantesima       contatta Livi e con lui inizia l’avven-       l’idea di Cesare Cavalleri, fondatore
è vicina. Il testo iniziava a circolare   tura della traduzione. Nel 1997,              e anima di Ares: “Eugenio Corti ha
anche all’estero. La prima traduzio-      quando a Parigi va in libreria, la            sempre scritto per i posteri”. E lo
ne è in lingua spagnola (1990) se-        critica parla di “un romanzo uma-             scrittore Doninelli aggiunge: “Caro
guita dal lituano (1993), dal francese    no, sotto le parole scorre la vita”;          Eugenio, adesso comincia la tua
(1997), dall’inglese (2000). Oggi le      colpisce la “formidabile requisitoria         fortuna”.
 8
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Vanda Corti

Vanda: un ponte
                                                                                       dove vuoi”; m’insegnò i nomi delle
                                                                                       piante e degli uccelli, che popolava-
                                                                                       no il giardino, e a riconoscere il loro

con il resto mondo
                                                                                       canto, perché anch’io ne potessi
                                                                                       godere. Volle che imparassi bene
                                                                                       l’inglese: “dovremo viaggiare molto
                                                                                       e tu sarai la mia interprete”; facem-

E
       ugenio, militare nel 1942, nel      furono piacevoli. Poi di volta in volta     mo venire una ragazza alla pari da
       suo viaggio verso il fronte rus-    divennero burrascosi. “Neanche tu           Londra che visse con noi sei mesi,
       so, attraversando il territorio     mi capisci”, diceva. Mi parlò delle         poi insieme andammo a Perugia e lì
polacco, così lo descrive: “ampie          incomprensioni di suo padre indu-           rimase e sposò un ragazzo di Assisi.
colline boscose e ricche di prati.         striale che lo voleva al lavoro con         Negli anni ‘60 viaggiammo molto,
Paesaggio che mi ricordava la mia          lui, e della indifferenza di alcuni suoi    anche in paesi lontani che raggiun-
vecchia terra di Brianza; come sen-        fratelli.                                   gevamo in aereo e poi prendevamo
tivo di amarla la mia terra, ora che       Comprendevo la sua pena, la sua             una macchina perché a Eugenio
ne ero tanto lontano! E come sen-          solitudine interiore.                       piaceva molto guidare e vedere:
tivo di amare questa che me la ri-         Anche per me fu molto difficile capir-      avevamo sempre una meta, ma
cordava!”.                                 lo. Non è facile entrare nel mondo di       mai una prenotazione: i nostri viaggi
Era giovanissimo allora e l’attacca-       chi vive in una sua realtà profonda e       furono sempre un’avventura. Euge-
mento alla sua terra, alla sua casa,       diversa, dominato dalla tensione di         nio voleva vedere, vedere, vedere,
al suo giardino è anche cresciuto          esprimerla e a questo tutto sacrifica.      come scrive nei suoi diari durante il
nel tempo.                                 Molti furono i contrasti nei quattro        viaggio in Russia.
Mi diceva, quasi a sua                                                                                  Preferiva       visitare
giustificazione per avermi                                                                              posti di campagna,
portata a vivere in campa-                                                                              delle città diceva che
gna, mentre io ero abituata                                                                             erano tutte uguali,
alla città e male mi adat-                                                                              difficilmente entra-
tavo a questo nuovo ge-                                                                                 va in un museo. La
nere di vita: “sono sicuro                                                                              Brianza, con la cer-
che se mi allontanassi da                                                                               chia delle montagne
questi luoghi, da questa                                                                                imponenti       all’oriz-
casa, non sarei più capa-                                                                               zonte, è però sem-
ce di scrivere”. Era come                                                                               pre rimasta la sua
se tutte le sue conoscenze                                                                              casa, ma gli piacque
di luoghi e di incontri po-                                                                             per alcuni periodi
tessero diventare nei suoi                                                                              lavorare in Umbria,
scritti esperienza per tutti                                                                            segreta e silenziosa,
solo se rivissuti e meditati                                                                            con le sue dolci col-
nel silenzio della sua casa e del suo      anni del nostro difficile fidanzamen-       line. I due paesaggi, lo penso oggi,
giardino.                                  to: Eugenio fu tenace e non cedette         riflettevano i nostri caratteri.
Ci conoscemmo in Cattolica nel lu-         mai. Li racconto nel libro, pubblica-       All’inizio degli anni ‘70 si dedicò al
glio del 1947, io al secondo anno di       to recentemente, “Lettere a Vanda”.         suo libro più importante che poi fu
lettere, lui al secondo anno fuori cor-    Quando terminò di scrivere “I Pove-         pubblicato con il titolo “Il cavallo
so di legge perché per cinque anni         ri Cristi” si disse pronto per il matri-    rosso”. L’ho visto lavorare duramen-
era stato in guerra. Fu lui a venirmi      monio, ci sposammo e accettò di             te per dieci anni, chiuso nel suo stu-
incontro e parlammo: un incontro,          lavorare con suo padre. Questo mi           dio, senza sapere se tanti o pochi o
come tanti, frequente fra studenti.        preoccupava. “Non lo faccio per             forse nessuno lo avrebbe letto. Un
Lo rividi in ottobre, ancora in uni-       guadagnare uno stipendio - mi scris-        artista è così: scrive, dipinge, suona
versità; era venuto a portarmi il suo      se - ma per conoscere la vita della         per esprimere quello che ha dentro,
libro, da poco pubblicato: “I più non      gente, i problemi e la fatica del lavo-     non può sottrarsi. Io l’ho protetto,
ritornano”. “Se lo leggerai – disse –      ro. Altrimenti di che cosa posso scri-      gli ho fatto da ponte con il resto del
saprai tutto di me”. Mi disse anche        vere ancora? Non sarà per molto”.           mondo e lui così è rimasto vicino alla
che aveva iniziato a scrivere un nuo-      Fu per otto anni. Furono anni difficili     grande famiglia e alla vita sociale.
vo libro e che veniva a Milano una         perché venne la crisi e dovette af-         Ringrazio il Sindaco Emanuele Poz-
volta alla settimana: “potremmo ve-        frontare i rifiuti delle banche, i credi-   zoli che con tante iniziative promuo-
derci, se ti fa piacere” aggiunse.         tori, le tasse da pagare, le proteste       ve la memoria di Eugenio e tutti i suoi
Inizialmente i nostri incontri, con lun-   degli operai.                               collaboratori, in particolare Peppino
ghe passeggiate per le vie di Milano,      Mi tenne al riparo di tutto. Mi insegnò     Crippa amico da sempre.
con i suoi racconti e le sue poesie,       a guidare “così sarai libera di andare
                                                                                                                             9
Eugenio Corti - Numero Speciale - Comune di Besana in Brianza
di Cesare Cavalleri

Una prova coraggiosa e vincente
“C
              on il coraggioso pudore     cora, nonostante le apparenze del           episodi bellici, nei diversi fronti in
              della verità, con il rea-   permissivismo e del “progresso”, e          cui i personaggi vengono a trovarsi,
              listico ancoraggio alla     della quale, comunque, era giusto           sono rigorosamente documentati e
storicità degli eventi, dei luoghi, dei   consegnare intatto il ricordo alle ge-      riportati con attendibile minuziosità.
nomi, e con la capacità trasfigura-       nerazioni venture...                        Largo spazio è dedicato anche alla
trice dei grandi narratori, Eugenio       Il cavallo rosso è un romanzo cristia-      lotta partigiana, drasticamente spo-
Corti ha scritto un romanzo … Il ca-      no non perché parli di fede, ma per-        gliata dell’epicità posticcia che le è
vallo rosso che avrà un posto a sé        ché riporta comportamenti piena-            stata attribuita…
nella letteratura dei nostri anni.        mente cristiani. Il cristianesimo non       Nell’ultima pagina del romanzo
Un romanzo che ha il respiro di           è nel libro una sorta di ideale a cui       Corti riporta questi versi da “Little
Guerra e pace, l’inoppugnabilità del      tendere, ma, sia pure con la consa-         Gidding” di Thomas Eliot: “Ecco,
miglior Solgenitzin, la tenerezza cto-    pevolezza delle limitazioni umane, è        ora svaniscono/i volti e i luoghi, con
nia del cinematografico Albero degli      da incarnare, è già incarnato fin da        quella parte di noi che, come po-
zoccoli. Ma …siamo di fronte                                                                 teva, li amava/ per rinnovarsi,
a un’opera originale e unica,                                                                trasfigurati, in un’altra trama”.
che contiene anche i parame-                                                                 Davvero è così, e la trama
tri della valutazione estetica.                                                              è quella della nostra vita. Mi
Il cavallo rosso conferma che                                                                guardo intorno, mi sforzo di ri-
la grande arte viene sempre                                                                  cordare: non vedo nessun altro
dal lavoro solitario. Eugenio                                                                autore italiano, nel Novecento,
Corti… è rimasto volutamente                                                                 in grado di scrivere un roman-
fuori dal milieu letterario, dal                                                             zo di questa intensità, capace
chiacchiericcio salottiero in cui                                                            di compiere simili prodigi…
tante belle intelligenze sono                                                                … Mi sento di informare che
state dilapidate, ed è sempre                                                                non avverto nessun imbarazzo
rimasto fedele al suo mondo,                                                                 nella duplice veste di editore
alle esperienze di prima mano,                                                               e di recensore del romanzo
favorite dal relativo isolamento                                                             di Corti. Per chiunque sappia
della sua bella casa in Brian-                                                               minimamente come vanno le
za. Per scrivere ll cavallo ros-                                                             cose nel mondo editoriale, un
so ha impiegato undici anni.                                                                 semplice rapporto del prezzo
Non ne occorrevano di meno                                                                   del volume e il numero delle
per consegnarci un’opera di                                                                  pagine è sufficiente ad esclu-
questa mole e di questa perfe-                                                               dere ogni interesse di casset-
zione, … perché questo è un                                                                  ta. Dunque il mio entusiasmo
romanzo di idee ma incarnate                                                                 di recensore è al di sopra di
in personaggi, avvenimenti; è                                                                ogni sospetto. Altro è il discor-
letteratura autentica, non pretesto       ora. E soltanto il rapporto con Dio,        so sul perché un romanzo come
per considerazioni ideologiche o          mediato dalla Chiesa, può assicura-         questo venga pubblicato dall’Ares
comunque saggistiche…                     re il fondamento della pace sociale         che non ha una collana narrativa…
La tragedia della nostra epoca, in        e della concordia tra le nazioni.           anziché da un “grande” editore spe-
cui il nazismo e il comunismo espri-      Questa visione profondamente e              cializzato. Una prima ragione è che
mono vistosamente la presenza del         audacemente cristiana consente              i costi industriali dei grandi editori
male nella storia, è tematizzata e        a Corti di istituire con i suoi perso-      renderebbero proibitivo per il pubbli-
analizzata attraverso le vicende, in      naggi un rapporto di pietas per cui,        co un romanzo di 1.280 pagine; una
pace e in guerra, di alcuni giovani       se netta è la separazione tra il bene       seconda è che, con ogni evidenza,
briantei, nell’arco di tempo che va       e il male, incerta è la demarcazio-         un libro come questo scandalizza le
dal 1940 al 1974. Lo sfondo cultu-        ne tra buoni e cattivi. Fra i “cattivi”     ideologie dominanti. Dunque, tanto
rale è quello della Brianza di qua-       vengono sempre identificati anche           peggio per i grandi editori.
rant’anni fa, intrisa di cattolicesimo,   dei “buoni”, e non si manca di de-
di imprenditorialità e di splendide       nunciare, tra i “buoni”, chi tradisce       da “Il cavallo rosso:
virtù morali innervate da un acuto        la coerenza…                                un romanzo scandaloso”
senso del dovere. Una Brianza “pa-        Pur nel travestimento romanzesco,           “in Presenza di Eugenio Corti”,
olotta” che oggi appare remota, ma        Corti non lesina le informazioni sto-       Edizioni Ares, Milano 2010
che è stata ben viva e forse lo è an-     riche e i giudizi sulla storia. Tutti gli
 10
di Peppino Crippa

Quei passi dietro la porta a vetri
P
        oco tempo prima che io venissi spostato in con-           dei cosiddetti “caratteri universali”. Era un personaggio
        tabilità, fece il suo ingresso in azienda, Eugenio        straordinario che, nella sua levatura intellettuale, rappre-
        Corti. Era il figlio di Mario, erede di quella famiglia   sentava tutto il sapore di un’epoca.
che aveva fatto l’impresa negli anni della guerra.                Fu lui a consigliarmi, a un certo punto, di iscrivermi all’u-
Avrebbe potuto tenere le redini di un piccolo impero, ma          niversità per posticipare il servizio militare. Sotto sotto,
Eugenio era uomo di cultura, un intellettuale dall’indole         non voleva che andassi a militare e che interrompessi
riflessiva e dalle parole misurate. Il suo unico deside-          l’aiuto che potevo offrirgli in azienda. Lo considerai un
rio era di continuare a scrivere, di chiudersi nel silenzio       gesto d’affetto. A modo suo, mi faceva sentire indispen-
del suo studio e abbozzare romanzi che, negli anni, sa-           sabile. Sembrava che il tempo per lui non passasse
rebbero diventati grandi classici. Il padre non lo capiva.        mai. Eugenio Corti era rimasto lo stesso. Chino dietro la
Pretendeva da lui la gestione degli affari dell’azienda.          scrivania, silenzioso ma affabile.
Come tutti i capitani d’industria di quell’epoca, tradizio-       Quando tornai dal servizio militare, lo ritrovai in azienda.
nalista e reazionario, considerava le lettere una velleità        E quando presi la decisione di lasciare l’azienda, con-
per sfaccendati. Un piacere frivolo. E così lo costringeva        tinuai a frequentarlo nelle serate organizzate dalla sede
a presidiare l’ufficio ogni giorno.                               della Democrazia Cristiana di Besana.
Nel 1947 aveva già dato alle stampe il suo primo libro            Lui, allora era un esponente di spicco della DC. Un
I più non ritornano, storia della disfatta dell’esercito ita-     uomo di cultura che fungeva da punto di riferimento,
liano in Russia e della grande ritirata. Nel 1950, uscì           personalità trainante per tutti gli iscritti al partito che si
I poveri cristi. Questi romanzi gli aveva assicurato un           riconoscevano nei suoi valori, nella sua statura mora-
riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Le          le. I suoi gesti erano autorevoli, le sue parole sempre
case editrici si preoccupavano di spedirgli nuovi volumi          misurate e coerenti. Piaceva a tutti. E io continuavo
da leggere sperando nelle sue recensioni positive sui             a rimanere incantato dai suoi atteggiamenti e dal suo
giornali con i quali collaborava. Li sfogliava velocemente        pensiero. Proprio come quando da ragazzo lo os-
e poi li regalava a me che amavo leggere e godevo dei             servavo di nascosto muoversi dietro i vetri smerigliati
suoi insegnamenti, dispensati durante le ore di lavoro.           dell’ufficio, alla ricerca di idee da trascrivere sulla carta
Avrebbe dovuto essere il mio capo, il capo della con-             e di nuove storie da raccontare.
tabilità. Di fatto, barricato nel suo studio, trascorreva le      Fu lui a propormi di entrare nel consiglio della DC di
giornate a stendere appunti su quello che sarebbe sta-            Besana. Nel 1965 ci furono le elezioni comunali e io ac-
to il suo capolavoro, Il cavallo rosso, uscito negli anni         cettai di rivestire il ruolo di consigliere e, subito dopo,
Ottanta, frutto di una stesura inesausta. La mia scriva-          di assessore alle attività industriali. Lui però ne rimase
nia affacciava sulle vetrate opaline della sua stanza. At-        fuori. Era bravissimo a coordinare le attività degli altri,
traverso il vetro, vedevo l’ombra della sua figura alta e         a stimolarli, ma personalmente preferiva non prendere
slanciata, il profilo del suo volto scolpito coronato da un       parte in prima persona al grande gioco della politica.
pizzetto sempre rasato, muoversi su e giù per il locale.          Era e rimaneva un pensatore libero. Osservava dall’e-
Camminava. Sentivo i suoi passi ripercuotersi sul pavi-           sterno, dispensava strategie, contagiava chiunque con
mento di legno. Camminava sempre. Poi, a intervalli si            i suoi modi ortodossi, ma si teneva lontano dal fronte.
fermava, tornava al lavoro, prendeva appunti, scriveva            In me vide probabilmente uno spirito più combattente.
le note di un pensiero che gli era balenato in testa e            Sapeva quanto io fossi caparbio e volitivo. Non sbagliò
ricominciava a camminare. La sua statura mi incuteva              a spingermi affinché entrassi in giunta. Dopo due anni
soggezione, come pure la sua eleganza naturale. Era               di assessorato, diventai sindaco in uno dei momenti
un bell’uomo.                                                     peggiori, più difficili e drammatici della storia del nostro
Anche da ragazzo era stato un tipo austero. Abitando              paese: il Sessantotto.
vicino alla fabbrica, io e miei fratelli ancora bambini ve-
nivano arruolati dalla famiglia Corti come battitori nei          P. S. (dal libro IL CAVALLO ROSSO pag. 980):
boschi durante la caccia. Correvamo con lunghi basto-             “Uno di loro leader (sempre per esprimerci secondo
ni in mano che picchiavamo sul terreno per stanare la             la terminologia che stava entrando in voga allora) era
selvaggina. C’era anche lui, più grande di noi e sempre           Saulo, il figlio maggiore dell’autista Celeste. Nessuno in
chiuso nel suo riserbo. Tornato da militare si laureò e           quei giorni si sarebbe immaginato che quel ragazzino
non più giovane si sposò. Durante gli anni passati insie-         magro e volenteroso avrebbe ripetuta la vicenda di Ge-
me in azienda instaurammo un bel rapporto. Lui sapeva             rardo, creando nel giro di poche decenni un’industria
di potersi fidare di me. Quando suo padre gli richiede-           del valore di miliardi e che sarebbe diventato sindaco
va aggiornamenti su commesse e clienti, si precipita-             di Nomana”.
va al mio tavolo per raccogliere in fretta il materiale da        Grazie Eugenio per avermi citato nel tuo capolavoro. La
consegnare. In cambio, mi gratificava con discorsi sulla          mia grande stima e riconoscenza sarà per sempre nel
retorica e la letteratura. Mi parlava del valore poetico          mio cuore.
                                                                                                                            11
di Andrea Sciffo

“Il cavallo rosso” specchio di umanità
Q
          uando, durante le feste            profondo e di non facilmente cata-              come funzionava la politica ammi-
          natalizie del 1996, salii da       logabile nelle parole di quell’uomo             nistrativa in un piccolo ente locale;
          Monza a Besana, ero tutto          d’altri tempi.                                  oppure, cercare il proprio viso nei
entusiasta perché avevo telefonato           Il giardino di casa Corti fece da sfon-         ritratti che Corti fece di personaggi
a Eugenio Corti e lui non solo ave-          do a tante visite illustri: studiosi, critici   reali della Brianza d’allora: il Praga
va risposto ma mi aveva invitato ad          letterari, intellettuali controcorrente,        e il Foresto.
andare a trovarlo: parcheggiando la          politici, vescovi e giornalisti. Senza          E dunque riflettere sull’etica del la-
macchina, dissi alla mia fidanzata           troppo vantarsene, l’autore scono-              voro: le lunghe sequenze della terza
e a mia sorella “aspettatemi qui un          sciuto riceveva dai propri lettori un           parte del romanzo sono tutte am-
attimo, torno tra una mezz’oretta”.          numero di visite superiore a quello di          bientate tra Brianza, Milanese, Val-
Non sapevo due cose: primo, che              tanti scrittori di best-seller ideologi-        sesia e Lecchese e sarebbero tra-
la nostra conversazione sarebbe in           camente omologati. Forse non tutti              me perfette per un film, toccante e
realtà durata quasi due ore, secon-          sanno che nella terra di quelle aiuole,         scabroso. Sono i ritratti impietosi di
do, che la nostra sarebbe diventata          nel 1945, lui stesso, aveva seppellito          come si può fallire la propria vita o di
poco dopo una filiale e paterna ami-         il manoscritto del suo primo libro, per         come invece cercare di corrispon-
cizia, durata sino all’ultimo incontro,      evitare che andasse distrutto “in caso          derle. Corti raffigura sulla pagina
qualche giorno prima della sua morte.        di guerra civile coi rossi…” e pochis-          vicissitudini di matrimoni falliti e di
In realtà, pochi in Brianza, in Lom-         simi sanno che il suo secondo libro             altri che resistono; famiglie che af-
bardia e a maggior ragione in Italia,        “I poveri cristi” venne materialmente           frontano la retrocessione finanziaria
conoscevano Eugenio Corti scritto-           stampato a Besana. Il microcosmo                da ricche e benestanti a impoverite
re. Avevo visto “Il cavallo rosso”, di       brianteo aveva permesso a un suo                e incerte; genitori che non capisco-
sfuggita: non all’università né sulle        figlio di raggiungere un’opera d’arte           no dove hanno sbagliato a educare
pagine culturali dei giornali. Stavo         perfetta, la quale a sua volta raggiun-         i propri figli; comunità in cui dilaga
però scoprendo che migliaia di letto-        geva i cuori e le menti di persone af-          man mano l’indifferenza della sfiducia.
ri avevano letto quel testo, si erano        fini, che ne venivano corroborate, e            Nelle scene finali i personaggi stan-
commossi e confortati intimamente,           di caratteri diversi oppure opposti,            no seduti in automobile in coda,
e in moltissimi avevano scritto all’au-      che su quelle pagine inciampavano               sulla trafficatissima SS36: al rondò
tore lettere che oggi sono come un           sdegnati.                                       di Monza dove sui muri manifesti
tesoro della saggezza popolare e             Perché mai un lettore postmoderno,              anonimi dicevano “Ricordati che
colta, della fede, del buon senso dif-       che vive in quest’area, dovrebbe                Dio ti ama”. O viaggiano sulla stra-
fuso di fine Novecento.                      leggere i libri di Corti? Perché sareb-         da lariana orientale, dove un “dro-
Finché Corti fu in vita, risultò impos-      be perfetto per diventare una “se-              gato” causa un incidente stradale in
sibile separare il valore delle opere        rie tv”: c’è la gioia agrodolce di una          cui viene coinvolta la donna prota-
dalla biografia dell’autore: quella          giovinezza trascorsa sulle colline,             gonista del romanzo, che precipita
cioè di un giovane brianteo stu-             tra amici e parenti, mentre il mondo            nel lago e, incastrata nelle lamiere,
dente a Milano, arruolato durante            contadino diventa società industria-            muore. Eugenio Corti, però, non
la Seconda Guerra Mondiale e fini-           le; c’è la vicenda di ragazzi e uomini          termina qui il proprio libro: nell’ulti-
to sul fronte orientale, travolto dalla      travolti da vicende più grandi di loro          missima pagina, descrive come la
“ritirata di Russia” e tornato a casa        ma sempre innamorati in una ma-                 vittima della sciagura… vada diret-
assieme a pochi reduci: da quella            niera tale che quell’amore diventa              tamente in Paradiso.
esperienza, come uomo e come                 la loro salvezza, c’è sullo sfondo lo
scrittore, egli trasse metà della pro-       sfacelo civile dell’Italia l’8 settem-
pria filosofia personale; l’altra metà       bre 1943. C’è il ritorno a casa di un
gli proveniva dal fatto di essere un         Pierello che Paolo Pirola, direttore
figlio del cattolicesimo di Brianza.         di BRIANZE, paragonava a una se-
Quella miscela di esperienze terribili       quenza de “Il signore degli anelli”.
e di fede e virtù messe alla prova,          C’è il panorama della Brianza in fase
lo rendeva autorevole agli occhi dei         di trasformazione socio-economica,
tantissimi lettori, dei visitatori di casa   nel periodo dal 1940 al 1974.
sua, degli assidui frequentatori delle       Oggi quel libro è uno specchio in cui
conversazioni: era un italiano serio.        vedere difetti e qualità. Una persona
Come insegnante ho constatato                del XXI secolo può vedere rispec-
molte volte di persona questo suo            chiati ne “Il cavallo rosso” l’imma-
rigoroso fascino: gli studenti di ogni       gine riflessa della metamorfosi, da
età, le loro fidanzate, gli ospiti ca-       ieri al presente. Come si divertiva-
suali, tutti percepivano qualcosa di         no i ragazzi dell’oratorio di paese; o

 12
di Gianantonio Sanvito

Corti tra i padri del
“liceo Don Gnocchi”
C
         hi è per me Eugenio Corti e cosa c’entra col Liceo
         don Gnocchi? Anno 1988, con mia moglie e mia
         figlia, che finita la terza media doveva scegliere la
scuola superiore, ho fatto il giro degli Istituti pubblici e pri-
vati per parlare e guardare in faccia gli insegnanti. Tutti
esponevano i programmi e le cose interessanti che la
scuola proponeva, ma raramente percepivo la passione
dell’insegnamento. Con questa insoddisfazione ho chiesto            fulminato dalla serietà con cui mi ha dato credito!
ad alcuni amici di pensare seriamente a mettere in piedi            Dopo quattro giorni ci presentiamo: Ettore Villa, Franco
una scuola che avesse professori vivaci e appassionati al           Pizzagalli, Franco Viganò, Emiliano Ronzoni, Giancar-
proprio lavoro. Molti mi guardavano come un marziano,               lo Cesana, mia moglie, Paolo Benedetti, più tre scetti-
ma alcuni si sono lasciati affascinare dalla pazza idea.            ci Quella sera a casa Corti, dove Eugenio era il più en-
In questa ricerca di aiuto, mia moglie, che aveva appena            tusiasta di tutti, prende il via la convinzione che ce la si
finito di leggere Il cavallo rosso di Eugenio Corti, uscito         può fare. Addirittura si decide il nome da dare al Liceo.
in stampa alla fine dell’83, parlandomene continuamente             Saltano fuori varie proposte… Intanto penso: Perché non
con entusiasmo, mi ha suggerito di provare a interpellare           chiamarlo “Don Gnocchi”? – sapendo di fare un gran pia-
lo scrittore – che era di Besana – per un parere. Non lo            cere a Eugenio, amico del santo sacerdote, che ne aveva
conoscevo e, fino allora, non sapevo della sua esistenza.           anche celebrato il matrimonio. Butto lì la proposta e vedo
Prendo la guida telefonica di Besana, trovo il numero e             Eugenio illuminarsi, per poi subito rabbuiarsi per non aver
chiamo. Risponde lui. In un attimo penso: “Se gli dico              pensato lui al nome! Lo rincuoriamo, dicendo che, se
che mi interessa sentirlo per mettere in piedi una scuo-            l’abbiamo proposto, è tutto merito suo, che ce l’aveva
la, penserà di avere a che fare con uno squilibrato e mi            fatto conoscere e reso famigliare.
liquida.” Mi presento: “Senta, dottore, ho bisogno di una           La macchina si muove. Eugenio si impegna a coinvolgere
grande cortesia. Mia moglie ha letto il Suo romanzo e mi            un gruppo di garanti culturali fra i migliori sulla piazza eu-
tormenta giorno e notte con domande del tipo: cosa ne               ropea. Scrive a Régine Pernoud, padre Cornelio Fabro,
pensi… cosa dici… secondo te cosa vuol dire? In più, sta            Augusto Del Noce, Cesare Cavalleri, Jurij Malcev, Om-
contagiando anche mia figlia. Salvi la mia vita e mi conce-         bretta Fumagalli Carulli, Luigi Lombardi Vallauri, Alessan-
da qualche minuto. Vengo a trovarla con moglie e figlia”.           dro Minozzi, Gianfranco Morra, chiedendo loro l’impegno
Mi dà l’appuntamento dopo due giorni. La sera fissata               e l’adesione al progetto del nascente Liceo. La risposta è
(un venerdì di fine febbraio 1988) andiamo a casa sua.              positiva, arrivano le lettere di tutti.
Ci riceve la moglie, signora Vanda, e ci accompagna                 Durante la preparazione, arrivano “moniti” da parte della
in salotto, dove dopo poco arriva Corti, che si siede di            Curia milanese, preoccupata della possibile concorrenza
fronte a noi. Ci offre da bere e porta un piattino con i            ai collegi e alle scuole arcivescovili del territorio. Ci convo-
Ferrero Rocher. Mia moglie finalmente soddisfa mesi di              cano per farci desistere. Per l’incontro ci voleva un uomo
domande e curiosità. Verso la fine, mi faccio coraggio e            di peso: ci va Eugenio e alla fine la Curia dice che si può
dico: “Senta avrei anch’io una questione da sottoporle              procedere.
e mi piacerebbe avere un suo parere”. Gli racconto del              Parte allora la campagna delle iscrizioni. Inizia la storia del
peregrinare e dell’impressione avuta nel visitare scuole e          Liceo don Gnocchi.
parlare con i professori, del desiderio di scegliere per mia        Che cosa abbiamo imparato da Eugenio: la certezza! È
figlia una scuola interessante soprattutto d’indirizzo clas-        stato un uomo certo senza tentennamenti. Se una cosa
sico. Mi guarda e mi confessa che anche lui, parlando               è vera, catalizza uomini e si manifesta in opere (non solo
con diversi studenti, ha l’impressione di un impoverimen-           idee). È come innamorarsi: se uno vuol bene a una ragaz-
to generale soprattutto degli studi classici. Oso! “Dottore,        za, la sposa, e il suo amore si manifesta non come senti-
cosa ne pensa dell’idea di mettere in piedi un liceo clas-          mentalismo, ma con i figli, una casa, un pezzo di mondo
sico e scientifico con insegnanti appassionati e attenti ai         cambiato. Si trova la forza e il coraggio di combattere e
ragazzi?” – “Sarebbe il regalo più bello che potresti fare a        operare, si trasforma il mondo.
tua figlia, al territorio e alla cultura tutta. Ma è possibile?”    L’altro insegnamento è questo: se un’intuizione è vera,
“Ho sondato qua e là – rispondo – e ho trovato qualche              genera un’amicizia che ti travalica. Non sei più definito
disponibilità”. Si parte in voli pindarici, in ipotetici scenari,   dalla tua condizione sociale o individuale, ma dalla verità
e finiscono anche i Ferrero Rocher. Dopo un bel po’ mi              che persegui ed è il desiderio di tutti. Il tuo anelito è l’ane-
dice: “Dammi qualche giorno per pensare, ci rivediamo la            lito di tutti. Un’altra cosa che Eugenio sottolineava, è che
prossima settimana e porta gli altri, che vedo cosa avete           l’educazione avviene sempre in un contesto, in una tradi-
in mente e cosa posso fare per aiutarvi”. Torno a casa              zione di popolo, non è mai frutto di un soggetto solitario.

                                                                                                                                13
Puoi anche leggere