Diocesi di San Miniato - da La Domenica del 13/02/2011 - Conferenza Episcopale ...

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Diocesi di San Miniato - da La Domenica del 13/02/2011 - Conferenza Episcopale ...
Diocesi di San Miniato
 da La Domenica del 13/02/2011
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Domenica, l’ordinazione episcopale di Mons. Ciattini
Oltre duemila fedeli previsti, ventuno vescovi, centocinquanta
sacerdoti, autorità civili, militari e religiosi sono attesi a San Miniato
domenica 13 febbraio alle ore 16 nella chiesa di San Francesco per
l’ordinazione episcopale di mons. Carlo Ciattini, vescovo eletto di
Massa Marittima. L'ordinazione avverrà per l’imposizione delle mani
di S.E. Mons. Fausto Tardelli, vescovo di San Miniato e dei con-
consacranti mons Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di
Firenze, e Giovanni Santucci vescovo di Massa Carrara-Pontremoli e
attuale amministratore apostolico di Massa Marittima-Piombino.
Ciattini è il terzo vescovo che San Miniato dona a quella diocesi.
Settantasette anni fa fu mons. Faustino Baldini, originario di
Ponsacco, prima ancora, fu il fucecchiese Piero Maria Vannucci che
resse l’antica diocesi di Populonia dal 1770 al 1793.
Per gli aspetti logistici il comitato dei festeggiamenti ha predisposto un servizio gratuito di tre Pullman
navetta a partire dalle ore 14 fino alle 21 con partenza da Fontevivo a San Miniato Basso e dal cimitero di
San Lorenzo a La Scala, sette Pullman di fedeli hanno già confermato la presenza a San Miniato
provenienti da Massa Marittima. Affinché la celebrazione sia fruita al meglio dai fedeli sono stati
predisposti degli schermi nel chiostro del convento e in piazza San Francesco.

Nella foto Mons. Ciattini all'udienza generale del 2 febbraio scorso mentre riceve in dono dal Papa una croce pettorale.

Il saluto di Mons. Tardelli
Don Carlo è stato ed è per me un grande amico. Una persona che ho imparato ad apprezzare sempre di
più man mano che si approfondiva la mia conoscenza di lui e lo vedevo all’opera in questa nostra cara
diocesi. Ancora una volta voglio dirgli un grazie sincero per la collaborazione limpida e generosa che
sempre mi ha saputo dare, per il suo amore alla Chiesa universale e a San Miniato, superando con letizia
anche le difficoltà che si sono presentate nel suo cammino. Lo ringrazio ancora per il bene che ha fatto,
silenziosamente, a tantissime persone. La conduzione del Sinodo diocesano, il prezioso servizio svolto a
favore di molte coppie e famiglie in difficoltà, la guida sapiente del seminario diocesano, sono tutte cose
per cui sento di doverlo ringraziare. Ma non è soltanto ciò che ha fatto ad essere importante, è piuttosto la
qualità della sua persona, la sua calda e ricca umanità, la sua generosità, la fede autenticamente cattolica
e la sua assoluta affidabilità a fare di lui un amico vero. Ne faranno sicuramente un buon vescovo che
ama Cristo e la Chiesa e non se stesso, che serve la Chiesa e non si serve di essa.
Quel naturale dispiacere che la sua partenza indubbiamente mi arreca è però compensa-to dal fatto che
con don Carlo ci ritroveremo insieme nella Conferenza Episcopale a condividere la responsabilità per il
Vangelo in Italia e nella nostra cara e difficile regione toscana.
A don Carlo chiedo comunque che, pur lontano, si ricordi sempre della Chiesa che gli ha dato i natali e la
fede e che ci porti con lui nella preghiera: per noi qui sarà sempre a casa sua e lo accoglieremo con gioia
ogni volta che vorrà tornare.

Il saluto del sindaco di San Miniato
Il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini esprime vivissime felicitazioni a monsignor Carlo Ciattini, che
sarà ordinato Vescovo della diocesi di Massa Marittima domenica prossima. Mons. Ciattini sarà una guida
eccellente per l’intera comunità, ha detto il Sindaco, le sue qualità umane e l’impegno profuso nell’intenso
ministero sacerdotale fin qui svolto sono la testimonianza di una vita spesa a servizio del prossimo e del
bene comune. Siamo certi che saprà instaurare un leale e costruttivo confronto con tutti. Perciò, rinnovo a
monsignor Ciattini i miei migliori sentimenti, unitamente ai più fervidi voti augurali, per l’importante
incarico che gli è stato assegnato”.
» Vai alle pagine dello speciale Mons. Ciattini Vescovo
» Lo stemma episcopale
» Liturgia e canti per la Messa di Ordinazione
» Indicazioni logistiche per partecipare all’ordinazione
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speciale ordinazione episcopale
                                                 Mons. Ciattini , un nuovo Vescovo
                                                 a cura di Michael Cantarella

                                                Domenica 13 Febbraio, un giorno di grande festa per la
                                                diocesi di San Miniato! La chiesa di San Francesco si prepara
                                                ad accogliere i fedeli della diocesi di Massa Marittima e quelli
                                                di San Miniato. La diocesi di San Miniato in questo numero
                                                del settimanale ripercorrerà la vita di don Carlo, ricordano le
                                                tappe fondamentali che lo hanno portato a divenire il pastore
                                                della Diocesi di Massa Marittima e Piombino.
                                                Vogliamo anche, in questo giorno di festa, dare uno sguardo
                                                approfondito alla figura del vescovo. Secondo il diritto
                                                canonico: «i Vescovi, che per divina istituzione sono
                                                successori degli Apostoli, mediante lo Spirito Santo che è
                                                stato loro donato, sono costituiti Pastori della Chiesa, perché
siano anch'essi maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto e ministri del governo». (Can. 375)
In base a questo testo, e secondo le linee comuni della teologia, il ministero o servizio del vescovo si
sviluppa lungo tre direttrici, sacerdozio, regalità e profezia, a imitazione di Cristo stesso, sacerdote, re e
profeta. Il Vescovo è quindi il responsabile dell'attività pastorale della comunità diocesana, il primo dei
servitori del popolo di Dio. Il vescovo è inoltre il maestro nella fede del popolo di Dio a lui affidato; ha la
funzione di insegnare con autorità la dottrina rivelata e presiede la celebrazione dei sacramenti. È suo
compito e responsabilità amministrare il sacramento dell'Ordine sacro per la consacrazione di diaconi,
presbiteri, vescovi.

La figura del pastore diocesano nei documenti della Santa Sede
Citiamo alcuni brani del documento “Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi”, esteso dalla
Congregazione dei Vescovi.
«Identità e missione del Vescovo: Il Vescovo, nel considerare se stesso ed i suoi compiti, deve tener
presente come centro che delinea la sua identità e la sua missione il mistero di Cristo e le caratteristiche
che il Signore Gesù volle per la sua Chiesa, “popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo”,è, infatti, alla luce del mistero di Cristo, Pastore e Vescovo delle anime (cf. 1 Pt 2, 25), che il
Vescovo comprenderà sempre più profondamente il mistero della Chiesa, nella quale la grazia della
consacrazione episcopale lo ha posto come maestro, sacerdote e pastore per guidarla con la sua stessa
potestà.
Vicario del “Pastore grande delle pecore” (Eb 13, 20), il Vescovo deve manifestare con la sua vita e con il
suo ministero episcopale la paternità di Dio, la bontà, la sollecitudine, la misericordia, la dolcezza e
l’autorevolezza di Cristo, che è venuto per dare la vita e per fare di tutti gli uomini una sola famiglia,
riconciliata nell’amore del Padre. Il Vescovo deve manifestare anche la perenne vitalità dello Spirito Santo,
che anima la Chiesa e la sostiene nell’umana debolezza. Questa indole trinitaria dell’essere e dell’agire del
Vescovo ha la sua radice nella vita stessa di Cristo. Egli è il Figlio eterno ed unigenito del Padre da sempre
nel suo seno (cf. Gv 1, 18) e l’unto di Spirito Santo, mandato nel mondo (cf. Mt 11, 27; Gv 15, 26; 16,
13-14).
Esistono alcune immagini espressive del Vescovo. Alcune immagini vive del Vescovo tratte dalla Scrittura
e dalla Tradizione della Chiesa, quali quella del pastore, del pescatore, del padre, del fratello, dell’amico,
del portatore di conforto, del servitore, del maestro, dell’uomo forte, del sacramentum bonitatis,
rimandano a Gesù Cristo e mostrano il Vescovo come uomo di fede e di discernimento, di speranza e di
impegno reale, di mitezza e di comunione. Tali immagini indicano che entrare nella successione apostolica
significa entrare in combattimento per il Vangelo.
Tra le diverse immagini quella del pastore, con particolare eloquenza, illustra l’insieme del ministero
episcopale, in quanto manifesta il suo significato, il suo fine, il suo stile, ed il suo dinamismo
evangelizzatore e missionario. Cristo Buon Pastore indica al Vescovo la quotidiana fedeltà alla propria
missione, la piena e serena dedizione alla Chiesa, la gioia di condurre verso il Signore il Popolo di Dio che
gli viene affidato e la felicità nell’accogliere nell’unità della comunione ecclesiale tutti i figli di Dio dispersi
(cf. Mt 15, 24; 10, 6). Nella contemplazione dell’icona evangelica del Buon Pastore, il Vescovo trova il
senso del dono continuo di sé, ricordando che il Buon Pastore ha offerto la vita per il gregge (cf. Gv 10,
11) ed è venuto per servire e non per essere servito (cf. Mt 20, 28)».
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Le origini di don Carlo

Carlo Ciattini è nato a Cerreto Guidi il 20 marzo
1951 da Callisto Ciattini ed Elina Ferrali. Ha
frequentato la scuola dell’obbligo nel paese natale.
Dopo il diploma all’Istituto Commerciale «E.
Fermi» di Empoli, frequenta la Facoltà di
Giurisprudenza all’Università di Firenze.
Parallelamente agli impegni universitari lavora
come addetto alle pubbliche relazioni in diverse
aziende e associazioni industriali come
responsabile del settore esteri.

Il paese natale
Cerreto Guidi è in festa per l’elevazione di un suo figlio alla dignità episcopale. Il paese natale di mons.
Ciattini è un comune di circa 10.000 abitanti nel territorio della Valdelsa, in provincia di Firenze.
Il borgo prende il nome dai conti Guidi i quali vi costruirono un castello. Sui resti dell’antico castello,
Cosimo I dei Medici fece costruire nel XVI secolo la splendida villa che ancora oggi costituisce uno dei
luoghi simbolo di Cerreto. La villa medicea occupa una posizione centrale e dominante rispetto al paese, il
quale conserva ancora la forma circolare del castello, le sue antiche mura e le quattro porte (Porta a
Palagio, Porta Fiorentina, Porta di Santa Maria a Pozzuolo e Porta Caracosta) che oggi danno il nome alle
quattro contrade che annualmente si contendono il Palio del Cerro.
Un altro luogo simbolo di Cerreto è il santuario di S. Liberata, sorto nel XIV secolo intorno a un affresco
dedicato alla santa, il cui culto si è accresciuto durante i secoli. L’urna in legno intagliato e dorato
conservata nella chiesa contiene un’immagine in cera di Santa Liberata. L’edificio è stato elevato a
santuario nel 1966.
Nella foto: la villa medicea di Cerreto Guidi, paese natale.

Gli anni della scuola
Intervista a Cristina Panicacci
Professoressa, Lei conosce don Carlo dal tempo delle scuole medie qual
è il ricordo del Carlo studente e compagno di classe?
Effettivamente conosco don Carlo da molto tempo. Del tempo dalla
scuola media a Cerreto Guidi ho un bel ricordo del compagno di classe,
e per un certo tempo anche compagno di banco. Era un alunno riservato
ma simpatico e di buona compagnia. Poi ho vissuto “da lontano” tutto il
periodo in cui studiava per il sacerdozio e anzi quando ho saputo della
notizia del suo ingresso in seminario mi sentivo onorata di aver avuto
un compagno di classe che si accingeva a ricevere gli ordini sacerdotali.
Poi mi è capitato di ascoltare alcune sue omelie quando era già
sacerdote. Ricordo anche, più in là negli anni, che ripassammo insieme
latino. Lui dimostrava sempre – pur fuori oramai dalla scuola
dell’obbligo – una grande voglia di imparare in continuazione e di
mettersi in gioco.

È riconosciuto da tutti che don Carlo ha una grande preparazione e
anche le sue pubblicazioni e i numerosi convegni come relatore lo
dimostrano. Com’era a scuola ? Era uno di quei bravi studenti che non fanno mai copiare ai compagni ?
Ricordo che era sempre molto preparato. Non era, come si dice oggi «un secchione», tutto il tempo sui
libri. Io non ho mai copiato da lui ….ero molto brava (!!). Ma nemmeno lui aveva bisogno di copiare da
nessuno, era capace di fare da solo. Anzi aiutava anche i compagni in difficoltà.

Se dovesse tratteggiare brevemente con poche parole l’uomo don Carlo come lo definirebbe e quale
messaggio di augurio vuole inviare.
Se dovessi fare un breve ritratto di don Carlo direi grande cuore, grande impegno e grande simpatia.
Quando mi capita di incontrarlo ha sempre il sorriso sulle labbra e belle parole per tutti. Ora si accinge a
un incarico importante e adatto alla sua tempra. Saprà guidare bene la sua Diocesi come ha fatto sino a
questo momento nelle parrocchie dove è stato. Poi lui è un’autorità in ambito italiano per la diffusione
della Dottrina Sociale della Chiesa. Credo che anche nella nuova sede si farà apprezzare per questo suo
particolare carisma che lo rende un sacerdote (e presto vescovo) particolarmente adatto a questi tempi
nei quali serve una rilettura della vita in senso profondamente cristiano.
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L’esperienza di lavoro
Intervista al sig. Antonio Brotini della Pakerson
                                             Come vi siete conosciuti con don Carlo e quali ricordi particolari
                                             della Vostra amicizia vorrebbe ricordare?
                                             Posso dire che conosco don Carlo «da una vita» e che l’amicizia
                                             continua tutt’ora. Siamo cresciuti insieme. Tutte le scuole
                                             insieme, dall’asilo sino alla ragioneria. Abbiamo giocato insieme
                                             essendo anche vicini di casa e abbiamo condiviso tanti bei
                                             momenti. Ha anche officiato come concelebrante il mio
                                             matrimonio e poi ha celebrato il 25°. Ritornando però al periodo
                                             della scuola, se dovessi ricordare due episodi della nostra
                                             giovinezza insieme, posso ricordare quando si frequentava
                                             insieme la Ragioneria. Avevamo un professore di Diritto, Basile.
                                             Lui quando interrogava qualcuno della classe dava sempre 3 o
                                             4. Era un professore molto esigente. Quando toccava a Carlo il
                                             voto era il più delle volte 10! Tutta la classe si arrabbiava col
                                             professore, ma Carlo meritava quel voto. Posso dire con
                                             certezza che i germi della sua bravura in quella materia si
                                             vedevano già allora. Poi, a proposito di «segni premonitori»,
                                             ricordo che compiuti i 18 anni il padre di Carlo gli prestava
l’auto – una Giardinetta beige – per andare a scuola a Empoli. Solitamente di andava con il bus ma ogni
tanto anche in macchina. Nel tragitto da Cerreto a Empoli Carlo, di prima mattina, canticchiava musiche e
canzoni di chiesa. Già qualcosa si muoveva quindi nel suo cuore.
Dopo la ragioneria io iniziai a lavorare in azienda e chiamai Carlo per chiedergli se voleva occuparsi del
settore estero e pubbliche relazioni della Pakerson, essendo lui molto preparato nelle lingue straniere,
soprattutto l’inglese. Così gli vennero affidati i clienti americani e anche quelli anglosassoni.

Potrebbe ricordare invece qualche episodio particolare di Carlo Ciattini come uomo e collaboratore della
sua azienda?
Ricordo che lui si recava a New York due tre volte l’anno. Lì avevamo uno show room e dei clienti. Dopo
tre quattro giorni però la città lo stancava: il traffico, il rumore. Allora avevamo dei clienti in Canada, a
Montreal. Così in un’ora di aereo scappava dalla «grande mela» perché Montreal lo ristoravano quasi.
Nella città canadese c’era meno frenesia, più tranquillità e poi a lui piaceva la convivenza di lingue e
culture diverse, tutte vive e fortemente sentite, pur in una città «provinciale» rispetto a New York. Poi
ricordo ancora un bell’episodio quando andammo a Londra per selezionare un giovane studente di una
scuola di stilisti che avrebbe fatto uno stage da noi a Cerreto oltre che una borsa di studio come premio.
Un anno selezionammo un ragazzo di colore, molto motivato e un po’ stravagante nei modi ma era
davvero meritevole. Arrivato a Cerreto questo ragazzo era visto con un po’ di sospetto, di timore. Era la
prima volta forse che a Cerreto si aggirava un ragazzo di colore e gli anziani erano un po’ turbati. Ma non
ne avevano motivo. Era, credo, una reazione involontaria verso qualcosa di mai visto. Ricordo che Carlo
veniva a trovarlo in azienda, lo incoraggiava, lo sosteneva. Ha dimostrato grande umanità per la
situazione, che aveva preso a cuore.

Se dovesse tracciare un quadro veloce dell’uomo quali sarebbero le caratteristiche che metterebbe in
risalto della personalità di questo cerretese?
Certamente, come ho appena detto, Carlo è un uomo e un sacerdote dotato di grande umanità. Ha
sempre una parola di conforto, una parola di sostegno per le persone in difficoltà. Come faceva all’epoca
della sua collaborazione con la Pakerson è stato dopo, quando ha iniziato la sua vita sacerdotale. Sapeva
trattare con i clienti, che volevano lui in molti casi, li «coccolava» quasi. Così a saputo fare con le varie
«anime» che ha curato. In qualunque parrocchia sia andato ha sempre lasciato bei ricordi tra i
parrocchiani che lo stimano e sentono la sua mancanza. Proprio per la sua umanità e la sua
comprensione. Ma anche per la sua preparazione, non dimentichiamolo.

Quale augurio a don Carlo Ciattini - mons. Carlo si intende - vorrebbe fare per il nuovo prestigioso e
importante incarico di Vescovo di Massa Marittima.
L’augurio, sembra banale, è quello di continuare a far bene anche nella nuova destinazione. Certamente
l’incarico che gli è stato affidato dal Pontefice è il riconoscimento delle sue doti e della sua preparazione
sacerdotale. Queste doti lo aiuteranno a proseguire nella strada che ha condotto finora con successo.
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Le parole del suo rettore all’Almo Collegio Capranica
di + mons. Luciano Pacomio

                                   Non è semplice, senza dar adito ad ambiguità, attestare la gioia
                                   dell'elezione all'episcopato di un già alunno e fratello, come la nomina del
                                   neo Vescovo Carlo Ciattini alla diocesi di Massa Marittima-Piombino. Nel
                                   «fantastico collettivo» parlare di Capranica per molti risuona storicamente
                                   come l'identificazione di un collegio-seminario da dove provengono i
                                   possibili e probabili candidati alla carriera diplomatica e anche
                                   all'episcopato. Non tocca a me smentirlo: sta di fatto che l'esito di alcuni
                                   alunni può essere questo; ma le realistiche e verificabili statistiche
                                   attestano anche e provvidenzialmente altro. Ritengo altrettanto e forse più
                                   meritevole d'attenzione e di plauso. Di fatto è con gioia che posso
                                   testimoniare che il neoeletto Vescovo Carlo Ciattini è anche un frutto della
                                   miglior tradizione ecclesiale e capranicense.
                                   È venuto al Capranica già con una consolidata esperienza lavorativa-
                                   imprenditoriale e con una provata esperienza culturale giuridica. A questo
                                   ha unito dall'inizio una realistica esperienza umana, contestualmente
                                   attenta e sempre condivisa. Dove all'accezione «realistica» unisco i
                                   qualificativi un'esperienza sofferta e offerta con l'eccezionale testimonianza
                                   di chi accoglie ama, tace e pur tenta gli esiti positivi possibili.
                                   II corredo di partenza era ottimo; il cammino formativo e culturale come
tempi realizzativi e come forme e scadenze lo potemmo orientare insieme. Così il Signore, sempre con
avveduta attenzione, alla presenza della mamma e al suo contesto familiare, e con coscienzioso impegno
agli studi, con partecipazione al cammino seminaristico come gli era possibile e auspicabile, rese possibile
a don Carlo il dono del diaconato e il presbiterato. Don Carlo fatto sacerdote è stato un dono grande: per
lui, per i suoi cari, per tutti coloro che gli volevano bene, per tante persone che hanno beneficiato del suo
essere il Carlo di prima, ma ben più arricchito e abilitato quale sacerdote, ad attestarsi come uomo di
speranza, di sacrificata pazienza, donatore in tante forme del Signore stesso e dei suoi doni di
misericordia e di vera consolazione.
Non voglio cambiare questa mia testimonianza, in un enfatico scontato elogio, né vorrei che
inopportunamente fosse un «necrologio», ma un cogliere che cosa in modo bello e inedito può compiere
il Signore nelle singole persone, coi loro limiti, in modo però imprevedibile e inatteso.
Giacché quel che ha fatto il sacerdote Carlo Ciattini, negli studi teologico-giuridici, nel variegato servizio
alla Chiesa diocesana di San Miniato, presso le parrocchie da lui servite, presso le comunità di consacrate
e di consacrati, verso il Seminario e accanto a singole persone e famiglie e regione nella sede
metropolitana di Firenze, è sotto i nostri occhi e soprattutto «ha riscaldato tanti cuori».
Mi pare di poter abbozzare una possibile conclusione così. Benedico il Signore per quel che don Carlo ha
vissuto e testimoniato con tenacia, con coraggio e con abbandono fiducioso nel suo cammino per
completare la sua prima formazione. Ringrazio con tutti i confratelli e gli amici per la testimonianza di
speranza e di continua riproposta efficace data.
Beneauguro di cuore, unendomi al Vescovo e ai Vescovi ordinandi, un ministero episcopale che su Dono
del Signore Gesù, vera opera dello Spirito del Signore, in continuità e in crescendo d'azione «buona»
come io l'ho conosciuto nei suoi tratti di vita seminaristico e poi sacerdotale.

                                                     *Vescovo di Mondovì, Rettore del Collegio Caprinica dal 1983 al 1997

Un sensibile cultore della dottrina sociale della Chiesa
di Giorgio Campanini*

Nel 2006, presso l'autorevole Libreria Editrice Vaticana, appariva un denso volume di
Carlo Ciattini, Presbitero e Dottrina sociale della Chiesa, preceduto da una
prefazione dello scrivente
sull'importanza, ed anche l'originalità, di questa ricerca, dato che fino ad allora -
soprattutto negli anni post-conciliari - i documenti della Chiesa erano giustamente
incentrati sulla i responsabilità dei laici cristiani in ordine alla costruzione di una
degna «città degli uomini». Pur riconoscendo il ruolo preminente dei laici in ambito
politico e sociale, Ciattini metteva in rilievo - attingendo largamente, del resto, agli
stessi documenti sociali della Chiesa - anche il ruolo e le responsabilità del
presbitero, soprattutto come formatore di coscienze laicali mature e responsabili,
come uomini e donne esemplari nella loro vita ed insieme testimoni del Vangelo
nella società. Quel volume, puntuale e documentato, suscitò non poco interesse, per
la novità del suo approccio ed ebbe quasi subito una sua traduzione in lingua
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polacca. Un piccolo merito in questa vicenda l'ebbe anche il sottoscritto, alla fine del secolo testé
conclusosi professore di teologia del laicato alla Pontificia Università Laternense, presso la quale Carlo
Ciattini si laureò. Non direttamente mio allievo, fu tuttavia seguito ed incoraggiato da me nella sua
ricerca, sfociata alla fine con la pubblicazione del sopra citato volume. Perché evocare questa «piccola»
vicenda nel momento in cui Carlo Ciattini assurge
 all'onore - ed all'onere! - dell'episcopato? Perché le pagine di quel libro delineano in qualche modo in
filigrana quelle che probabilmente saranno le particolari attenzioni del nuovo vescovo nella sua azione
pastorale: l'interesse per i problemi sociali, la cura della famiglia, soprattutto l'impegno a favore di quel
mondo del lavoro del quale il giovane Carlo è stato intimamente partecipe in quella fase di attività
professionale che ha preceduto la maturazione della sua vocazione e l'ingresso in seminario.
Conclusasi la travagliata stagione dei «preti operai» ecco dunque investito della dignità episcopale un
«vescovo operaio» che certamente - senza, ovviamente, l’esclusione di altre dimensioni del suo ministero
pastorale -presterà una particolare attenzione a queste problematiche: essendo chiamato, oltre tutto, ad
operare in una diocesi, come quella di Massa Marittima-Piombino, che ha alle sue spalle un'antica vicenda
di industrializzazione. Non è senza significato, dunque, che questa elezione segni l'ingresso nella
Conferenza episcopale italiana di chi è stato lavoratore e figlio di lavoratori. Non è un caso, del resto, che
la dedica del volume dianzi ricordato non abbia fatto riferimento, come spesso si soliti fare, ai propri
maestri, o magari al proprio vescovo, ma a suo padre lavoratore: «Alla memoria del mio babbo Callisto,
testimone, senza saperlo, dei valori più autentici della Dottrina sodale della Chiesa». Sono, questi, i
«cristiani anonimi» che hanno costruito e costruiscono la Chiesa e la cui dottrina, fatta di concreta
testimonianza di vita, sarà sicuramente alla base anche del nuovo servizio dell'episcopato.

                                            *Sociologo, già docente di Storia delle Dottrine politiche all'Università di Parma

Il ministero pastorale nelle parrocchie
di San Pietro alle Fonti e San Lorenzo a Nocicchio
di Riccardo Ceccatelli

Per la festa della Madonna di Lourdes, l’11 febbraio del 1995, ovvero
esattamente 16 anni fa, in un piovoso sabato pomeriggio, don Carlo faceva
il suo ingresso nelle parrocchie della Scala e di San Lorenzo a Nocicchio. Il
parroco che lo aveva preceduto, don Renzo Nencioni, era stato trasferito un
mese prima a Larciano e il vescovo Ricci aveva pensato proprio a don Carlo
per sostituirlo: essendo la parrocchia vicina a San Miniato sicuramente
contava anche di poterne sfruttare la «vicinanza» per la conduzione della
segreteria del XIII Sinodo diocesano che in quei giorni muoveva i primi
passi. E così certamente è stato. Senza nulla togliere al suo ministero
pastorale in queste nostre parrocchie, sia col vescovo Ricci prima, sia col
vescovo Tardelli poi, don Carlo è stato chiamato a ricoprire incarichi a livello
diocesano (e non solo) sempre più fitti ed impegnativi. Nel febbraio del
1995 è stato nominato vicario giudiziale della Diocesi e nel 1996 è stato
nominato giudice presso il Tribunale ecclesiastico regionale. Conclusa
l’esperienza del Sinodo, nel dicembre del ‘99, fu nominato vicario episcopale
per la pastorale e poi vicario per l’apostolato dei laici. Dal 2005 era inoltre
Rettore del seminario vescovile di san miniato e direttore del Centro
Diocesano Vocazioni che ha sede proprio nei locali della canonica restaurata
di San Pietro alle Fonti.
Per noi che in questi 16 anni lo abbiamo avuto parroco e abbiamo potuto
sperimentare la sua amicizia cordiale, la sua schiettezza e la sua umanità
don Carlo è stato prima di tutto instancabile ministro della Parola e
dell’Eucaristia. Possiamo facilmente calcolare che ha celebrato per noi e con
noi più di 7500 Messe e in tutte queste Messe (feriali o festive che fossero) non è mai mancata l’omelia, il
cui taglio schietto e sincero, vicino al vissuto comune, ma la tempo stesso alto e raffinato, ha permesso
anche ai più distratti di avvicinarsi alla Parola di Dio in modo autentico. Ascoltando le sue omelie si ha la
sensazione che quanto viene predicato sia proprio diretto a noi: ci interpellano nel profondo e non
possono lasciarci indifferenti. Ecco dunque che la Parola, celebrata e seminata a larga mano, prima o poi
fruttifica e i frutti sono la conversione dei cuori e le opere di carità fraterna.
Molte sono le situazioni di povertà, ogni tipo di povertà, che in questi anni sono state soccorse
direttamente o indirettamente. Difficile trovare qualcuno che si lamenti di aver bussato invano alle porte
della canonica. Ma la carità, anche quella spicciola, è stata sempre fatta con la dovuta discrezione e
rispetto. Molte sono state le situazioni di difficoltà familiare da lui personalmente accolte e soccorse. Molte
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le situazioni di indigenza materiale, specie in questi ultimi anni in cui la crisi economica ha fatto la voce
grossa, cui è stato necessario porre rimedio.
Se nella pastorale della parrocchia dovessimo poi dire che ha «privilegiato» qualcuno, possiamo senz’altro
dire che un occhio di riguardo lo ha avuto per il gruppo dei catechisti e delle catechiste, che
personalmente ha formato in modo che potessero a loro volta formare i bimbi e le bimbe che di anno in
anno sono state iniziate alla vita cristiana. In questi 16 anni si contano 143 Battesimi, 239 Prime
Comunioni, 216 Cresime.
Un’attenzione particolare l’ha poi sempre riservata agli anziani e agli ammalati, che mensilmente visitava
portando, a quanti lo desideravano, il conforto dei sacramenti. Molti di loro, molti che davvero gli hanno
voluto bene e l’hanno soccorso nel suo ministero, oggi non sono più tra noi; siamo comunque certi che
continueranno ad essergli vicino da lassù specie ora che ne avrà maggiormente bisogno.
Al ministero pastorale va poi aggiunto, sul piano materiale, il restauro della chiesa parrocchiale di San
Pietro alle Fonti (durato ben otto anni, dal 2000 al 2008) e della attigua canonica (nella quale, ironia della
sorte, proprio a fine novembre scorso aveva terminato di arredare l’appartamento centrale nel quale
aveva in progetto di tornare) e, a San Lorenzo Nocicchio, la realizzazione della sala polifunzionale della
chiesa della Compagnia e il progetto avviato per il restauro della bella chiesetta che custodisce un
prezioso dipinto della Madonna del Carmine.
Il resto è storia di questi giorni, quando il 15 dicembre scorso, in paese si è appresa la notizia dell’elezione
di don Carlo alla sede episcopale della diocesi di Massa Marittima-Piombino, la notizia che ci ha ricolmato
di gioia e di tristezza al tempo stesso, com’è facile immaginare. Tuttavia, nella tristezza della separazione
imminente, una cosa ci consola: anche se ora è chiamato ad essere pastore di un’intera diocesi, potremo
sempre dire che rimarrà il nostro parroco emerito e confidiamo che ritaglierà per noi in posticino nel suo
cuore di uomo e di sacerdote e, soprattutto, siamo certi che vorrà sempre ricordarci nella sua preghiera
come sicuramente non mancheremo di fare noi per lui.

Fondazione Stella Maris
«Mi sono messo a cercarTi respirando la Vita. Ti ho trovato!»
di Giuliano Maffei, presidente Ircss - Fondazione Stella Maris

Desidero trasmettere con tali parole la mia gioia e quella della Fondazione Stella Maris per la nomina di
don Carlo Ciattini a vescovo di Massa Marittima-Piombino. Queste sono parole che, improvvisamente, si
fecero spazio nella mia mente sul Serravalle Pistoiese dove, alcuni anni fa, in una fresca e luminosa
giornata primaverile, mi trovai ad ammirare la bellezza del paesaggio attorno a Giaccherino. Un’emozione
che mi fece percepire intensamente il significato più profondo dell’esistenza: l’Amore, ossia quello senza il
quale l’uomo non può vivere una vita sensata. Per come l’ho conosciuto in questi anni, penso che queste
parole vadano bene per descrivere il mio amico don Carlo Ciattini.
Don Carlo, infatti, è un uomo curioso in cammino nella Vita, alla ricerca della Verità, appassionato,
affamato e assetato di conoscenza e di quelle parole che sono il lievito che feconda ed il sale che
insaporisce la nostra esistenza terrena. Parole che scavano, costruiscono, stimolano riflessioni, convincono
e leniscono le sofferenze. Parole preziose, puro ossigeno di cui la gente ha oggi molto bisogno vista la
confusione febbrile in cui la società si trova.
Grazie al servizio svolto insieme nel Teatro dello Spirito (o del Cielo) di San Miniato e nella Fondazione
Stella Maris (Istituto Scientifico per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), nella quale don
Carlo è consigliere dopo essere stato componente del relativo comitato bioetico, mi è capitato di passare
molto tempo a parlare con lui. Quante belle chiacchierate abbiamo fatto: ho imparato tanto da lui. Mi ha
dato molte conferme e stimolato a guardare le cose e gli avvenimenti da altre, più alte, prospettive. Ne ho
ricevuto anche il sostegno forte e fidato in momenti delicati che richiedevano scelte sul momento
impopolari, ma che si sarebbero rivelate coraggiose e lungimiranti solo nel futuro. Grazie don Carlo, i
valori e i principi in cui crediamo, la cultura della persona e l’umanesimo dei rapporti, ancora una volta,
hanno dimostrato di essere un’ottima «stella guida»!
Uomo di grande eloquenza, don Carlo, poggia la sua cultura su una autorevole e solida preparazione
teologica, filosofica, giuridica ma, soprattutto, umana. Fine ed elegante oratore riesce ad aprire finestre
di riflessione sull'infinito mistero della vita grazie anche alla ricchezza di aneddoti illuminanti che in un
attimo dischiudono un mondo e fanno capire subito quali sono le cose che veramente contano nella vita. È
un piacere ascoltarlo, con lui si vola davvero in alto e non si è mai ovvii o banali. Affascinante ed ancor più
attraente quando utilizza le parole come un fioretto di fronte a chi vorrebbe vendere verità che Verità non
sono. Davvero unico, poi, quando porge Dio come proposta di vita e non come imposizione o astrazione
fideistica.
La grande esperienza maturata prima nel mondo del lavoro e dopo nella missione religiosa e del
sacerdozio, lo ha reso un autentico testimone dell’amore per la vita ed in particolare di quella del prossimo
più fragile e bisognoso.
Questo suo essere contemporaneamente dentro il tempo e dentro il Vangelo, ha reso don Carlo un
profondo conoscitore dell’uomo. Sa essere uomo tra gli uomini. Ha la capacità più unica che rara di
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scrutare e frugare nelle pieghe dell’animo umano che di questi tempi è ancor più complesso e
contraddittorio. In pochi attimi riesce a comprendere i vizi, i difetti, le debolezza e le virtù
dell’interlocutore: un vero e proprio dono.
Don Carlo ha scommesso su Dio, ma anche Dio ha scommesso su di lui e lo Spirito Santo lo ha incaricato
di questa importante missione di guida diocesana. Il nostro don Carlo, ne sono sicuro, è pronto alla nuova
e grande sfida a cui è stato chiamato, che sarà non solo religiosa (che è nelle cose) ma anche culturale ed
educativa in un territorio delicato ed impegnativo, pur se bellissimo.
A suoi nuovi amici rivolgo un invito: frequentatelo e, senza timori, provocatelo anche intellettualmente
con le vostre domande, con i vostri dubbi, perché troverete in lui un vero maestro che saprà rispondervi
con saggezza, ma soprattutto saprà riempire di senso le vostre vite. Stategli vicini ed amatelo perché
sarà una preziosa risorsa per la vostra Comunità.
Caro don Carlo, la Stella Maris ti augura ogni bene. Che Dio e la Madonna siano sempre con te e tu con
noi, come noi, con i nostri e tuoi bambini saremo vicini a te per non farti mai avere paura!

La Pastorale Giovanile salute a prega per don Carlo
di Gabriella Guidi

Venerdì 4 Febbraio, in via eccezionale nella Cattedrale di San
Miniato, si è svolta la Veglia di preghiera per i Giovani della
nostra Diocesi. Questo mese l’evento ha avuto carattere
straordinario data l’imminenza dell’ordinazione episcopale di
mons. Carlo Ciattini. Don Carlo, in qualità di rettore del
Seminario e di responsabile della Pastorale vocazionale, ha
sempre collaborato attivamente nelle iniziative promosse
dalla Pastorale giovanile diocesana. Per questo e per altri
evidenti motivi, i nostri giovani sono strettamente legati e
affezionati a quella che per molti è stata una guida spirituale
e che adesso sarà il Pastore della diocesi di Massa Marittima–
Piombino, chiamato ad essere successore degli Apostoli, a
custodire e a trasmettere il messaggio di speranza della vita
eterna promessa nel Vangelo.
Ben seguendo quanto scritto da San Paolo su alcuni doveri particolari, come quelli del vescovo - «esorta i
più giovani ad essere assennati, offrendo te stesso come esempio di buona condotta, con purezza di
dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti confuso, non avendo
nulla di male da dire sul nostro conto» (Tt 2, 6-8) - don Carlo ha sempre dimostrato un’accurata
attenzione ai giovani, qualunque fosse la loro vocazione. È stato e resterà un mirabile esempio a cui poter
far riferimento.
Anche in questa circostanza dobbiamo sempre rimetterci umilmente alla volontà di Dio. Vogliamo
ringraziare il Signore per la vita di don Carlo, per la sua chiamata al sacerdozio e all’episcopato e
preghiamo perché lo accompagni e lo sostenga nell’esercizio di un così grande ministero e lo colmi, per
mezzo del suo Santo Spirito, di discernimento e di grazia.

                                  Nella foto, un momento della Veglia di Preghiera per don Carlo, lo scorso 4 febbraio in Cattedrale.

Monsignor Ciattini Vescovo nella terra dell’«Acciaio»
di Michael Cantarella

Dopo tanta attesa, finalmente ci siamo: domenica 13 febbraio don Carlo Ciattini verrà ordinato Vescovo, e
tra poche settimane si troverà a vivere la realtà delle terre della Diocesi di Massa Marittima e Piombino. La
Diocesi, composta da cinquantatre parrocchie, si estende per milleduecento kmq ed interessa tre
Province, quella di Livorno, Pisa e Grosseto. Un territorio che conta oltre centoventimila abitanti – oltre
duemila fedeli «a carico» di ogni singolo sacerdote - unico e particolare, affascinante, che contiene molte
delle bellezze paesaggistiche e culturali della Toscana. A partire dalle sterminate campagne della
Maremma alla costa degli etruschi, dagli scavi di Populonia, alle infinite ricchezze paesaggistiche ed
economiche della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. Una porzione di Toscana che spicca per la sua
complessità e varietà: da un lato le peculiarità del territorio rurale dell’entroterra maremmano e delle
colline metallifere, dall’altro le problematiche complesse di un grande comune urbano come Piombino,
riferimento nazionale per la siderurgia - con tutte le problematiche annesse - che sente forte il morso
della crisi del mondo del lavoro e dell’economia.
Un territorio che negli ultimi mesi è stato portato alla ribalta anche da un romanzo, intitolato «Acciaio»,
della giovane e talentuosa Silvia Avallone, la quale ha dipinto un interessante spaccato della vita nelle
acciaierie di Piombino, e che ripropone fortemente il tema del lavoro. O meglio, del lavoro operaio.
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E dunque, quali saranno le sfide che Mons. Ciattini si troverà ad affrontare durante il suo episcopato?
L’episcopio a Massa Marittima
Conviene partire da Massa Marittima, sede dell’ episcopio. Massa Marittima è un comune di circa ottomila
abitanti, anche se molto ricco di storia e beni culturali. Il territorio di Massa presenta un ricco sistema
mussale, relativo alla storia e alle tradizioni della cittadina: dai reperti archeologici preistorici od etruschi,
rinvenuti nei dintorni della città, all’esposizione degli strumenti di lavoro utilizzati fino a non molto tempo
fa dai minatori locali. La storia della città delle Colline Metallifere è molto legata all’estrazione e
lavorazione dei metalli, presentata e valorizzata anche nella rete dei musei cittadini. L’economia del
territorio è fondamentalmente basata sul grande valore storico e culturale dell’area, e della sua vocazione
turistica.
Piombino e le sue fabbriche
La città di Piombino, di gran lunga il più importante centro economico dell’area, è forse il punto più
sensibile dell’intera Diocesi. Oltre ventimila abitanti, Piombino è un centro urbano che vive ancora oggi
della sua gloriosa storia industriale: la città è stata, ed è sede, di alcune delle acciaierie di riferimento per
l’Italia e l’Europa. Due per tutte, la Lucchini e l’Arcelor Mittal (già conosciuta fino al ’92 come «Magona
d’Italia», ndr), imprese di riferimento a livello internazionale per il mondo della siderurgia. A seguito della
crisi del settore, che risale agli inizi degli anni’90, le imprese hanno vissuto e vivono momenti di
drammatica crisi, che investe un indotto di oltre cinquemila lavoratori. È dell’anno scorso la polemica
suscitata dalle varie interpretazioni del romanzo della Avallone, «Acciaio», nel quale la giovane scrittrice
denunciava il disagio – anche morale – di coloro che lavorano nel complesso delle fabbriche di Piombino.
Un romanzo che, ovviamente, non è un reportage, ma un’opera che porta sul tavolo i temi forti: lavoro,
famiglia, coesione sociale, il tutto localizzato nel contesto della vita quotidiana di Piombino.
Le problematiche occupazionali e sociali collegate al sistema industriale della città sono tratti fondamentali
di Piombino, dai quali non si può prescindere per capirne il tessuto sociale.
Come si vede, la diocesi di Massa Marittima e Piombino è davvero una realtà complessa, che porrà
all’attenzione del nuovo vescovo molti quesiti ed alcuni grandi temi, anche sul piano sociale, per la sua
futura attività pastorale. Siamo certi che mons. Ciattini non esiterà a raccogliere la sfida.

L’accoglienza del Sindaco di Piombino Gianni Anselmi
Piombino è una città media per numero di abitanti, ma non certo per l’entità delle problematiche che è
chiamata ad affrontare, che risultano essere di rilievo nazionale.
A partire dal 2008 la grande crisi industriale ha penalizzato la città, le piccole e medie imprese ed avuto
contraccolpi anche sulle imprese commerciali e artigianali. L’amministrazione comunale ha quindi cercato
di affrontare questo brutto momento mettendo in campo, con grande sforzo, tutta una serie di interventi a
favore della società e delle persone colpite da questi eventi, cercando di dare una prima ed immediata
risposta a imprese e famiglie, mantenendo, là dove era possibile, servizi ai cittadini, all’infanzia e
contributi sociali. In questo contesto, costanti e assidui sono stati i contatti con il Vescovo Mons. Santucci
alla guida della Diocesi fino allo scorso anno.
Nonostante le maggiori ristrettezze finanziarie generali, la Chiesa Cattolica, nelle sue articolazioni, ha
rappresentato per la nostra città un sostegno prezioso rivolto alle persone in difficoltà, dando ospitalità e
assistenza, appoggio morale e aiuti economici, in stretto e diretto contatto con le istituzioni, al fine di
alleviare le sofferenze, ma anche di rimuovere le cause della povertà e del disagio e di promuovere la
dignità e l'integrità dell'uomo.
Quindi a dispetto della grave crisi economica globale e della notevole crescita di casi di disagio e di
emergenza sociale, Piombino deve continuare a scommettere sul proprio futuro, come ha sempre fatto,
partendo dalle sue identità culturali e dal suo vissuto per aprirsi a nuove sfide.
Desidero perciò esprimere a Mons. Ciattini sentimenti favorevoli di benvenuto e i più ferventi auguri, nella
certezza che il nuovo Vescovo saprà continuare il lavoro pastorale messo in atto dai suoi predecessori.
Ricerche storiche
I vescovi originari della Diocesi
a cura di Alexander Di Bartolo

Piero Maria Vannucci, di Fucecchio, consacrato vescovo di Massa Marittima il 16 dicembre 1770.
Pier Francesco Morali (1758-1826) di San Miniato, fu nominato arcivescovo di Firenze il 15 marzo 1815.
Torello Pierazzi (1794-1851), vescovo di San Miniato dal 23 giugno 1834 al 31 gennaio 1851.
Francesco Alli Maccarani (1810-1863), vescovo di san Miniato dal 20 novembre 1854 al 10 aprile 1863.
Giulio Matteoli (1841-1900) di Castelfranco di Sotto, fu nominato vescovo di Sovana-Pitigliano l’11
febbraio 1889; quindi vescovo di Pescia il 2 febbraio 1897 e di Livorno il 24 marzo 1898.
Sabatino Giani (1858-1921) di Ponte a Cappiano, vescovo
di Livorno dal 17 dicembre 1900 al 18 febbraio 1921.
Gustavo Matteoni (1887-1934) di S. Maria della Querce,
nominato vescovo di Grosseto l’8 marzo 1920, trasferito per
pochi mesi a Sovana-Pitigliano nel 1932. Il 29 settembre
dello stesso anno fu nominato arcivescovo di Siena.
Faustino Baldini (1886-1966) di Ponsacco, vescovo di
Massa Marittima dal 9 agosto 1933 al 21 maggio 1966.

[…] » Continua nello Speciale Mons. Ciattini

                Nella foto, Mons. Baldini in udienza da Papa Giovanni XXIII

                                                         Sonetto
                            Per la felice esaltazione all’episcopato di
                                        Mons. Carlo Ciattini
                           Vescovo eletto di Massa Marittima Piombino

                                      All’ombra del cerro, nel rigido verno,
                                       di paese mediceo i bronzi fan festa:
                                     gioia! un cittadin si cinge di viola vesta
                                        e adesso il suo nom vivrà eterno.

                                      Con fedeltà San Miniato hai servito,
                                       infin la Scala, con saggezza pura.
                                  Piange il tuo gregge, ma dell’episcopal cura,
                                     di Populonia e del mar, or sei marito.

                                        Del Borromeo il tuo nome è vanto
                                         e in terra etrusca vai con onore,
                                         casa natal di Bernardino Santo.

                                       Là nella vigna che ti affida il Signore
                                        la social dottrina sarà il tuo canto
                                         e a tutti dirai: in Verità è amore!

                         Dott. Alexander Di Bartolo, allievo di mons. Carlo Ciattini
                                 presso la Scuola Teologica di San Miniato
Appuntamenti e segnalazioni ...
XIV ASSEMBLEA DIOCESANA – San Miniato
“L’Azione Cattolica oggi: Vivere la fede, Amare la vita”
DOMENICA20FEBBRAIO2011

L’Azione Cattolica Diocesana grata al Signore per averla costantemente accompagnata lungo il cammino del
triennio appena trascorso, si prepara con gioia a celebrare l’Assemblea Elettiva, momento “speciale” della vita
ordinaria dell’associazione, esperienza forte di democraticità e corresponsabilità.
Le coordinate ecclesiali e civili entro cui l’Assemblea si colloca sono rappresentate dagli Orientamenti Pastorali
dell’Episcopato Italiano per il decennio 2010-2020, “Educare alla vita buona del Vangelo”, dal cammino della nostra
Chiesa Diocesana, dall’attenzione di tutto il Paese al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Consapevoli che il vissuto e le scelte fondamentali dell’associazione possono dar vita ad un tessuto ecclesiale e
civile rinnovato, vogliamo continuare ad offrire il nostro contributo su entrambi i versanti: nel mettere a
disposizione della comunità ecclesiale la nostra tradizione educativa, ci sentiamo chiamati a confrontarci, in
unità con tutta la Chiesa, con le sfide poste nell’oggi dalla cosiddetta “emergenza educativa” ed a camminare
con la Chiesa Locale, per una conversione che rinnovi la Chiesa di San Miniato e la trasformi in “una comunità viva di
preghiera e di carità”. In ambito civile, vogliamo impegnarci per la realizzazione del bene comune,
promuovendo scelte in favore della vita, della famiglia, del lavoro per tutti, della scuola e dell’educazione.
Sostenuti dalla lunga tradizione associativa e proiettati con coraggio verso il futuro, vogliamo continuare ad
assicurare la cura educativa di ragazzi, giovani e adulti; desideriamo contribuire a far maturare nelle persone
una fede che “cambia la vita”. Amare la vita, per noi laici di Azione Cattolica, significa spendersi per la giustizia, la
pace, la solidarietà, la tutela di tutto ciò che attiene alla promozione della dignità umana.

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Agenda del Vescovo
Domenica 13 febbraio – ore 11: Cresime a Orentano. Ore 16: Ordinazione Episcopale di Mons. Carlo
Ciattini, Vescovo Eletto di Massa Marittima – Piombino, nella chiesa di S. Francesco in S. Miniato.
Martedì 15 febbraio: Festa della Madonna del conforto ad Arezzo.
Mercoledì 16 febbraio – ore 9,30: Udienze.
Ore 12,30: Incontro con i sacerdoti dell’Unità Pastorale n. 2.
Venerdì 18 febbraio – ore 9,30: Udienze. Ore 17,30: A S. Croce, presentazione del sussidio sugli
emigranti e immigrati nella diocesi di S. Miniato, curato da insegnanti di religione.
Sabato 19 febbraio – ore 10,30: Incontro con i seminaristi.
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