Su e giù per l'Italia - Eventi del mese - week-end 12-14 aprile - Fiscal Focus

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Su e giù per l'Italia - Eventi del mese - week-end 12-14 aprile - Fiscal Focus
13 aprile 2019

Su e giù per l’Italia
Eventi del mese – week-end 12-14 aprile

Tra devozione e tradizione, le celebrazioni della Settimana Santa sono tuttora tra le
manifestazioni più sentite e seguite in tutte le regioni italiane. Ve ne segnaliamo alcune tra le
più suggestive.

Polistena
La Settimana Santa di Polistena (RC) raccoglie una serie di riti religiosi che si tramandano
dalla fine del 1700. Alcuni, nel corso del tempo, si sono ispirati a quelli di origine spagnola. I riti
hanno inizio con la Domenica delle Palme (14 aprile) e terminano la Domenica di Pasqua:

La Passione di Cristo- Domenica delle Palme
Si svolge nell'Anfiteatro Comunale nel pomeriggio della domenica delle Palme.
La rappresentazione rivive i momenti salienti della Passione di Cristo ed ogni anno si rinnova
con nuove scene, dai Miracoli al Tempio, dalla Ultima Cena all'Orto, dal Processo alla
Flagellazione, dalla Crocifissione alla Risurrezione.
Giovedì Santo
Il programma del 2019 prevede dalle 18 in Corso Mazzini l'apertura della mostra fotografica
"Settimana Santa - tra Storia e Devozione, tra Pietà Popolare e Tradizione" e a seguire alle
18.30 presso il Duomo, la chiesa della SS.Immacolata e la Chiesa del SS.Rosario si svolge la
Coena Domini e Lavanda dei Piedi. Dalle 21, invece, c'è l'apertura delle chiese parrocchiali per
le visite agli altari della reposizione.
Venerdì santo
La giornata prevede ben quattro riti.
Si inizia con la Processione dell'Addolorata. L’appuntamento è alle sette del mattino al Duomo,
quando Cristo, personificato da un fedele la cui identità resta sconosciuta sino a Pasqua, esce
dal portone portando la pesante croce. Lo seguono i partecipanti che indossano una tunica
bianca col cappuccio bianco e una corona di spine. La processione prosegue per Polistena
facendo tappa nelle chiese cittadine, sino a ritornare nel Duomo.
Verso l’una si assiste a un momento davvero emozionante coincidente con l’agonia di Cristo in
Croce, con l’esecuzione delle “Sette Parole di Cristo in Croce” del compositore Michele
Valensise, eseguite dal Coro Polifonico.
Alle 19.00, parte la Processione della Pietà. La Congrega della Santissima Immacolata esce
dalla chiesa, con i partecipanti in tunica e cappuccio bianco che portano la statua della Pietà,
seguita da un baldacchino di colore nero. Il corteo raggiunge il Calvario di Viale Italia e, dopo
breve sosta, ritorna alla chiesa di partenza dove l'attende una corale che esegue la Settima
Parola di Michele Valensise.
La Processione dei Misteri è l’ultima del Venerdì santo, organizzata dalla congrega della
Chiesa del SS. Rosario. L’appuntamento nella chiesa omonima è alle 21.00. In processione è
possibile ammirare, portati in spalla dai fedeli biancovestiti, gli splendidi gruppi statuari (sette
in tutto) di legno a cartapesta eseguiti da Luigi Prenestino e dalla famiglia Morani nel XIX
secolo. Sono le donne invece a portare le torce che illuminano le vie del paese.
Sabato Santo
Alle 22:45 nelle parrocchie cittadine è prevista la Veglia di Resurrezione.
Domenica di Pasqua
L'appuntamento più atteso della Settimana Santa è quello della domenica di Pasqua con
l'Affrontata, cioè la processione dove avviene l'incontro tra Cristo Risorto e sua madre Maria.
Il Cristo parte in processione dal Duomo preceduto dalla Congrega del SS. Sacramento; la
Madonna a sua volta parte dalla Chiesa del SS. Rosario con un velo nero sul capo. Entrambe
le processioni, a mezzogiorno in punto, convergono in Piazza del Popolo. La Madonna, appena
intravede il figlio risorto, inizia una corsa che la porta ai suoi piedi e le viene levato dal capo il
velo, mentre la banda cittadina esegue la marcia trionfale del "Mosè in Egitto" di Rossini.
Le statue si posizionano una di fianco all'altra per proseguire sino alla vicina Chiesa del SS.
Rosario; infine il Cristo Risorto riparte in Processione sino alla Chiesa di origine.

Enna
La Settimana santa di Enna - evento religioso di enorme portata culturale che ogni anno
richiama centinaia di fedeli e curiosi da tutto il mondo – è stata dichiarata dall’Unesco un bene
protetto.
La sua maestosa organizzazione è riservata alle quindici Confraternite cittadine, nate sotto la
dominazione spagnola sul modello delle confradias già attive in Spagna, dove godevano di
ampi poteri e privilegi.
Domenica delle palme
In memoria dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme i confratelli della Santissima
Passione ripropongono il racconto del Vangelo presso il Santuario di Papardura: uno dei
confrati, nelle vesti di Gesù, monta un asinello seguito da dodici confrati (gli apostoli) che
reggono rami d’ulivo. Il corteo così composto percorre la via sino al quadrivio del Monte dove lo
aspettano le rappresentanze delle confraternite e dalla banda in festa. La processione
prosegue sino a San Sebastiano dove la attende un portale vigilato da due sentinelle romane
imperiali. La processione lo supera tra gli osanna dei fedeli per assistere alla benedizione
delle palme e degli ulivi, per poi continuare lungo gli angusti e incantevoli vicoli della città
vecchia sino a San Leonardo.
Giovedì Santo
La Coena Domini viene svolta all'interno delle singole comunità parrocchiali.
Venerdì Santo
Nel pomeriggio del venerdì santo oltre duemila confrati incappucciati, appartenenti alle diverse
confraternite, si riuniscono per la processione che scorta lungo la città le Vare di Cristo e
dell’Addolorata (il cui fercolo ricorda da vicino quello della Macarena di Siviglia).
La Compagnia della Passione è in testa poiché suo è il compito di portare i Misteri, ovvero i
venticinque simboli del Cristo morto: la croce, la borsa coi trenta denari, la corona di spine, la
lanterna che guidò i soldati al Getsemani, la spada che Pietro usò per tagliare l’orecchio del
soldato, il velo della Veronica per asciugare il volto di Cristo, i dadi che i soldati impiegarono
giocarsi la veste di Cristo, la lancia che lo ferì al costato e la spugna con l’aceto, il gallo che
cantò quando Pietro lo rinnegò, il martello e i chiodi.
Si raggiunge insieme la chiesa del cimitero per l’emozionante benedizione, impartita con la
croce contenente la reliquia della spina della corona di Cristo.
La Domenica di Pasqua si celebra la Processione della Pace: tra la folla e le campane in festa
le statue del Cristo risorto e della Madonna, spogliata del velo nero, si incontrano nella piazza
adiacente al Duomo e vengono portate all'interno della chiesa, dove sono venerate per una
settimana.
La domenica successiva alla Pasqua
La domenica subito successiva alla Pasqua è la cosiddetta Domenica in Albis. Nel tardo
pomeriggio i confrati del SS. Salvatore, S. Giuseppe e dello Spirito Santo si riuniscono al
Duomo e partono in processione per il Castello di Lombardia con le rispettive insegne e il
simulacro della SS. Trinità. Lì il sacerdote impartisce la benedizione dei campi sottostanti le
mura per avere abbondanti raccolti.
Terminata la benedizione e tornati al Duomo si tiene la caratteristica cerimonia della Spartenza
(Separazione): il simulacro di Cristo e della Vergine vengono allontanati l'uno dall'altro e
riportati ciascuno alla propria chiesa, a rappresentare la fine dei tormenti terreni di Cristo e il
suo ritorno al Padre. Pare che il termine Spartenza si riferisca non solo all’aspetto religioso
dell’evento ma anche al fatto che, durante il Medioevo, quel rito rappresentava la fine della
tregua per la celebrazione della Pasqua: il momento in cui i fedeli ritornavano ognuno nella
propria parte di Enna, a quei tempi suddivisa in veri e propri ghetti tra loro separati.

Iglesias
La Sardegna è terra dal forte senso religioso, affezionata al suo passato e ai suoi riti immortali.
A Iglesias, nella Sardegna sud-occidentale, la festa pasquale ha una forte connotazione
spagnoleggiante: conquistata dagli aragonesi all’inizio del Trecento e dominata dagli spagnoli
per circa quattro secoli, la città deve a loro il proprio nome - Iglesias, che significa “chiese” - e il
suo ricco corredo di tradizioni iberiche.
La festa della Risurrezione è un momento intenso, coinvolgente, intriso di misticismo, rimasto
praticamente invariato nei secoli.
Nel Seicento come oggi le celebrazioni erano in mano alla Confraternita del Santo Monte.
Allora la Confraternita era un punto di riferimento per la gente di Iglesias: assisteva malati e
bisognosi ed era organizzata secondo una precisa gerarchia, capeggiata dal Conservatore.
A dirigere e realizzare le attività era il Corpo dei Confratelli, o “Germani”, tuttora protagonisti
della festa di Pasqua: vestono ancora con l’abito lungo fino ai piedi e l’ampio cappuccio che
lascia intravvedere solo gli occhi. Li accompagnano i membri della Confraternita del SS.
Sacramento e di San Giuseppe.
Processione dei Misteri
Il martedì Santo, i fedeli - chiamati “Baballottis” - inaugurano le celebrazioni con la processione
dei Misteri. Sulle spalle reggono i simulacri dedicati alla Passione, il più importante dei quali –
con Gesù nell’orto degli ulivi – è in testa al corteo ed è agghindato di fiori e ramoscelli d’ulivo
benedetti. Proprio questi rametti verranno distribuiti, il giorno successivo, ai fedeli raccolti nella
chiesa di San Michele per commemorare i Germani defunti.
La Madonna Addolorata del Giovedì Santo
Il Giovedì Santo è dedicato alla Madonna Addolorata: i Baballottis portano il simulacro della
Vergine in giro per Iglesias, di chiesa in chiesa, alla ricerca di Gesù, e nel tragitto suonano i
tamburi e le matraccas (strumenti di legno con ruote dentate che vengono fatte roteare e
producono un forte rumore caratteristico) per annunciare a tutti l’importanza di quel gesto.
La sera ci si riunisce in chiesa per rievocare l’ultima cena e la lavanda dei piedi. È in
quest’occasione che si espongono i tipici “su nenniri”, decorazioni floreali che erano state
preparate durante la quaresima: chicchi di grano, orzo e legumi disposti nella bambagia,
all’interno di piatti fondi, e tenuti costantemente umidi, al caldo e al buio, germogliano piantine
che, per la mancanza di luce, restano di colore giallo. Vengono quindi decorate con fiori e nastri
variopinti e disposte nelle cappelle. Terminate le celebrazioni, i nenniri vengono recuperati e
ustai come centrotavola il giorno di Pasqua.
Le processioni del Venerdì Santo
Altre processioni e cerimonie si svolgono il Venerdì Santo. Al mattino il corteo passa nel
quartiere di “Sa Costera” ricordando la salita di Gesù al Calvario, con i Baballottis che reggono
la croce e i Germani che depongono il Crocifisso su una lettiga secondo il rito chiamato
“S’Iscravamentu”. Dopo il tramonto è la volta del funerale di Cristo, messo in scena come da
tradizione spagnola con la scultura seicentesca a grandezza naturale di Gesù morto. Proprio di
fronte ad essa, nella chiesa di San Michele, si inginocchiano e pregano i fedeli il Sabato Santo.
La Domenica di Pasqua e il S'inserru del martedì
La Domenica di Pasqua è animata dalla Confraternita di San Giuseppe. Al mattino presto il
suono delle campane annuncia che l’immagine di Cristo Risorto sta facendo il suo solenne
ingresso in Cattedrale. Lo segue una nutrita processione, mentre un altro corteo segue
l’immagine della Madonna lungo un diverso itinerario per la città. In chiesa il Vescovo benedice
le insegne, mentre i partecipanti alla Messa inseriscono tra le stecche delle portantine delle
offerte per i Confratelli: sono porzioni di “coccoi de Pasca”, il tipico pane sardo modellato
intorno all’uovo sodo.
Il martedì dopo Pasqua si svolge l’ultima processione, quella de “S’inserru”, quando
l’immagine di Cristo Risorto torna ad essere deposta nella chiesa di San Francesco, e quella
della Madonna riprende posto in quella di San Giuseppe. Sin dal 1735 la Settimana Santa si
conclude con la tradizionale Messa del Voto.

Gallipoli
A Gallipoli, la splendida località sulla riva salentina, la Settimana Santa è un tripudio di fede e
mistero che tocca il culmine nella notte tra il venerdì e il sabato.
Anche qui, come nelle altre zone un tempo sottoposte alla dominazione spagnola, i riti e le
celebrazioni sono organizzati dalle confraternite del paese, ciascuna differenziata nei compiti e
nei costumi.
La Processione dell’Addolorata
Il primo appuntamento è per il venerdì che precede la Domenica delle Palme. Partenza dalla
chiesa di Maria Santissima. Del Carmelo con una processione composta da confratelli vestiti
con sacco, mozzetta e cappuccio neri che accompagnano la statua della Vergine. Prevista una
tappa nella Cattedrale di Gallipoli, al bastione di San Giuseppe e nella chiesa di San
Francesco da Paola dove si canta lo Stabat Mater secondo l’antica partitura gregoriana.
Giovedì Santo
Una menzione merita certamente l’abbigliamento dei membri della Confraternita di Santa
Maria della Neve durante la processione del Giovedì Santo, quando avviene la visita ai vari
Sepolcri allestiti nelle chiese: abito e cappuccio – che copre anche il volto – sono di un acceso
celeste, con l’aggiunta di una mantellina rossa di seta, recante le effigi della Madonna della
Neve e la Pietà dell’Altare del Rosario, nonché un ampio cappello da pellegrino, sempre di
colore rosso. Completa l’abito un bordone, il bastone simbolo del pellegrinaggio.
Venerdì Santo
Il culmine delle celebrazioni pasquali di Gallipoli sono i riti che si svolgono tra il venerdì e la
prima mattinata del sabato. Il venerdì nel tardo pomeriggio parte la processione chiamata de
l’Urnia, organizzata dalla confraternita del SS. Crocefisso e da quella della Madonna degli
Angeli. I membri delle confraternite sfilano nel corteo portando i misteri della Passione di
Cristo mentre vengono intonate marce funebri. Non è difficile scorgere tra la folla qualche
penitente scalzo percuotersi, oppure trascinare in processione grosse pietre per accrescere la
fatica.
La processione fa poi il suo ingresso nella basilica di Sant’Agata, dove le due confraternite si
dispongono una per navata mentre i misteri raggiungono l’altare. La processione riprende poi
all’esterno sino a notte inoltrata. Di lì a poco, all’incirca tra le due e le tre di notte, la
confraternita di Santa Maria della Purità parte dall’omonima chiesa nella processione della
Desolata e del Cristo Morto.
Le vesti – saio bianco con cappuccio a punta a ricoprire il viso e mantellina gialla –
conferiscono solennità al rito, guidato nella notte soltanto da quattro lampade portate dai
confratelli, mentre il tamburo e la tromba sanciscono l’inesorabilità della morte in attesa della
Domenica della Resurrezione.

Gubbio
A Gubbio, il venerdì Santo si svolge una processione suggestiva e dal valore altamente
simbolico, residuo di antiche rappresentazioni sceniche che nel Duecento caratterizzavano la
Settimana Santa.
Dalle 19.30 parte dalla Chiesa di San Domenico la Processione del Cristo Morto, lungo un
itinerario nel centro storico di Gubbio che porta fin verso il Pietrone.
Nel corteo, organizzato dalla Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce, sfilano le
Confraternite con i loro sacconi - i tipici costumi dal cappuccio bianco – portando le statue del
Cristo, della Madonna Addolorata, l’antico Rosario, le grandi croci e i simboli della Passione.
La processione è preceduta dalle “battistrangole” con il loro inconfondibile suono di ferraglia,
cui seguono: il portatore del teschio, l’albero della Vita, la grande croce che precede le tre croci
del Calvario e le due Croci raggiate e tutti i simboli della passione, tutti accompagnati da
coppie di torce.
Appena dopo le grandi torce offerte dal Comune, dalle Corporazioni delle Arti e Mestieri e dalle
Associazioni cittadine, sfilano poi i Cavalieri del Santo Sepolcro, il Clero e il Vescovo; quindi il
“Cristo Morto” sul cataletto, coperto da un velo, accompagnato dal primo coro del “Miserere” e
della statua della Madonna Addolorata con il secondo coro del “Miserere”.
Uno degli aspetti più suggestivi della processione sono i “focaroni”, cataste di legno di circa 4
metri, e i “torticci”, cesti colmi di legna che arde, accessi al passaggio della Processione lungo
le vie cittadine.
Significative le tre soste della processione: al Pietrone, quando il cataletto con il Crocifisso
viene offerto alla venerazione dei fedeli; davanti alla chiesa di San Domenico, quando si
uniscono al corteo il vescovo e il clero di Gubbio; e all’Astenotrofio Mosca (la casa di riposo di
Gubbio) per facilitare la venerazione del Crocifisso ad ammalati e anziani.
Alla fine della Processione il corteo rientra alla chiesa di San Domenico per l’omelia.

Cantiano (PU)
Sempre il venerdì Santo si svolge a Cantiano la tradizionale Turba, rappresentazione che
discende dalle grandi processioni medievali dei penitenti che, stanchi di guerre e miserie e
delle lotte fratricide tra Guelfi e Ghibellini, battevano a migliaia (da qui il nome di ‘turba’) strade
e piazze d’Italia invocando pace e fratellanza.
Sul percorso tra Umbria e Romagna, i penitenti passavano anche per Cantiano, dove nel corso
dei secoli ha preso corpo una processione più strutturata, divenuta una delle più belle
rappresentazioni sacre della Settimana Santa in Italia.
Oggi la Turba è una recita sacra che porta in scena la Passione di Cristo, con una accurata
organizzazione che coinvolge attori, truccatori, scenografi, costumisti e tutti gli abitanti di
Cantiano, che si preparano alla parte per mesi.
All’alba, alle 5:30, parte il "giro delle sette chiese", una processione che intona canti e
preghiere; il pomeriggio segue la liturgia nella seicentesca Collegiata di San Giovanni Battista,
cui segue la processione del Crocifisso e della Madonna Addolorata. La sera si alza il suono
dei tamburi dei soldati romani, che sfilano in uniforme per le vie illuminate del borgo. I figuranti
che fanno rivivere, in sequenza, il tradimento di Giuda, l’Ultima Cena, il Processo e la
Condanna di Gesù, la sua preghiera nell’Orto degli Ulivi, la sua cattura. Il gran finale è l’ascesa
al colle di Sant’Ubaldo, messa in scena del Calvario tra fiaccole e bracieri.
Tre nude croci, alzate nel cielo della notte sulle note del Te Deum, chiudono la
rappresentazione.

Città della Pieve (PG)
Nelle giornate del 21 e 22 aprile (Pasqua e Lunedì dell’Angelo) ritornano a Città della Pieve i
Quadri Viventi, la spettacolare rappresentazione che il Terziere Borgo Dentro allestisce nella
deliziosa cornice dei sotterranei di Palazzo Orca.
Ad essere “esposti” sono i temi della Passione, della Morte e della Resurrezione di Gesù
Cristo, grazie alle interpretazioni di 40 figuranti: l'Ecce Homo, l'Orto dei Getsemani e la
Resurrezione saranno solo alcune delle numerose scene che verranno proposte, insieme con
l'Ultima Cena, la Flagellazione e la Pietà sul Cristo Morto.
L’attenta e scrupolosa ricostruzione dei Quadri Viventi prende spunto dalla Storia Sacra e trae
la propria ispirazione da numerosi esempi della tradizione pittorica del nostro Paese, nello
specifico dalle opere del XVI e del XVII secolo.
Nello stesso weekend, inoltre, Città della Pieve verrà anche animata dalla tradizionale Mostra
Mercato di Pasqua, l'occasione perfetta per scoprire l'artigianato umbro e compiere un viaggio
tra i cibi e le tradizioni della città.

Di seguito, una carrellata di altre suggestive celebrazioni pasquali in diverse regioni d’Italia:

I Vattienti di Nocera Terinese
La sera del Venerdì Santo e il Sabato Santo a Nocera Terinese (CZ) si svolge il rito dei Vattienti
(i flagellanti). Durante la processione della Madonna Addolorata, i Vattienti si autoflagellano a
sangue con un disco di sughero ricoperto di schegge di vetro (il cardo) per espiare i peccati
propri o di altri oppure per chiedere una grazia.
Col sangue delle loro ferite i penitenti macchiano i muri delle case lungo il percorso della
processione. A rappresentare la figura di Cristo durante il rito è l’ecce homo, di solito un
ragazzino vestito con un panno rosso e una corona di spine, che trascina una croce.

L’Abballu de li diavuli a Prizzi
A Prizzi, in Sicilia, nel giorno di Pasqua gruppi di giovani vestiti di rosso e mascherati da
demoni girano per il paese per catturare quante più anime possibile. Con i diavoli c’è anche la
Morte, che armata di balestra, indica fra i passanti le vittime: i catturati sono “costretti” a pagare
da bere a tutti i diavoli all’osteria più vicina, che simboleggia “l’inferno”.

I Pasquali di Bormio
La cerimonia si rifà ad antichi riti pagani legati alla pastorizia e all’agricoltura di montagna.
Durante la Pasqua era tradizione far benedire in chiesa un agnellino adornato di nastri e fiori.
Da qui è nata una competizione tra i cinque rioni in cui è divisa la città per condurre alla chiesa
il proprio agnello con delle portantine (i Pasquali) nel modo più estroso possibile.

Lo scoppio del carro a Firenze
La celebre tradizione per la domenica di Pasqua risale a 350 anni fa ed è ispirata dalla reliquia
delle schegge del Santo Sepolcro, conservate nella chiesa dei Santi Apostoli. Secondo la
leggenda, i Crociati avevano distribuito al ritorno da Gerusalemme il sacro fuoco provocato da
queste schegge.
L’evento viene ancora oggi rievocato da una processione. Un carro carico di fuochi d’artificio
viene trasportato da buoi bianchi dal Piazzale del Prato fino alla Chiesa dei Santissimi Apostoli
e una colomba (un razzo, in realtà) fa esplodere i fuochi.
Se lo scoppio risulta perfetto per Firenze si preannuncia un anno positivo.

La Scrocifissione a Oliena
A Oliena (Nuoro) la statua del Cristo, tolta dalla croce il Venerdì, viene nascosta nel Duomo fino
al Sabato Santo, giornata in cui se ne simula il ritrovamento. Durante questi due giorni, la
statua della Madonna viene portata in processione tra le varie chiese della città, in simbolica
ricerca del figlio.

La processione dei Misteri a Trapani
Il rito è considerato la più lunga manifestazione religiosa italiana (ed è tra le più antiche): si
protrae per quasi 24 ore, a partire dalle 14 del Venerdì Santo. I Misteri sono venti raffigurazioni
artistiche di legno, sughero e stoffa della Passione e Morte di Cristo: diciotto gruppi, più i due
simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata.
I Sacri gruppi dei Misteri percorrono le vie della città siciliana per tutta la notte, ogni gruppo è
portato a spalla da non meno di dieci uomini, detti massari.

I Sacri Vasi a Mantova
A Mantova si espongono i Sacri Vasi che, secondo la leggenda, contengono il sangue di Gesù.
La reliquia venne portata nella città dal soldato che trafisse con una lancia il costato di Gesù
Cristo. Dalla ferita uscirono sangue ed acqua che, cadendogli sul volto, guarirono i suoi occhi
ammalati e lo fecero convertire alla fede cristiana.
L’avvenimento viene rievocato con una celebrazione che cade la sera del Venerdì Santo: dopo
l’ostensione dei vasi sull’altare della Basilica, questi vengono portati in processione nelle vie
centrali della città.
La Processione del Cristo Morto a Orte
A Orte (VI) sfila la processione più antica d’Italia, un rito che fin dal 1200 coinvolge tutto il borgo
medievale nella rappresentazione dei momenti successivi alla morte di Gesù e
all’accompagnamento verso la sepoltura. Durante l’antica manifestazione il silenzio quasi
irreale che aleggia nell’antico borgo viene spezzato soltanto dal frastuono della catene con cui i
membri delle Confraternite si muovono nelle stradine del paese, piegati dal peso delle croci. A
completare il quadro suggestivo sono le Marie nerovestite, il gruppo di donne listate a lutto che
innalzano canti di lode al Cristo, in attesa della Resurrezione.

La Corsa dell’Angelo a Forio d’Ischia
Fin dal diciassettesimo secolo si svolge a Forio il rito che rappresenta l’emozionante momento
in cui la Madonna incontra Gesù risorto. I membri di quattro famiglie del paese isolano portano
in spalla le statue della Madonna, di Gesù, san Giovanni e dell’angelo.

La processione del Perdùne a Taranto
E’ una delle processioni più lunghe di tutto il mondo. Con la testa coperta da un cappuccio
bianco e il caratteristico cappello nero, al rito partecipano a piedi scalzi i più devoti dei tarantini.
Camminano per le strade della città a partire dal giovedì santo, fino a notte fonda. La
processione poi si trasforma e lascia spazio a quella dell’Addolorata i cui passi lenti vengono
scanditi dal suono cupo della traccola, arnese molto rumoroso fatto di legno e ferro. I 4
chilometri del percorso vengono battuti con estrema lentezza per almeno 10 ore. Nel
pomeriggio del venerdì santo parte la processione dei Misteri con le statue che ricordano gli
ultimi momenti di vita di Gesù e che percorre le strade della città fino alle prime luci dell’alba di
sabato.

Mostre, teatro, cinema - week end 12-14 aprile

MOSTRE

Firenze
Il Museo Ferragamo di Firenze, dal 12 aprile 2019 all’ 8 marzo 2020, ospita la mostra
SUSTAINABLE THINKING, ideata e realizzata per raccontare moda e arte all’insegna della
sostenibilità.
Attraverso un percorso espositivo ricco ed esemplare, il pubblico potrà conoscere le
sperimentazioni e le suggestioni che derivano dalla ricerca in campo green di una delle firme
storiche del mondo della moda.
Si tratta di un progetto voluto e pensato dal Direttore del Museo Salvatore Ferragamo e della
Fondazione Ferragamo, Stefania Ricci, con l’intento di proporre un momento di riflessione
artistico-culturale sul tema della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.
La mostra raccoglie opere di fashion designer e artisti di livello internazionale, attraverso cui si
racconta il rapporto con la natura e la sostenibilità, l’impiego di materie organiche e l’arte del
riciclo.
Il percorso inizia proprio con la ricerca del fondatore della casa di moda sui materiali: canapa e
cellofan, per esempio, per passare a materie di pregio di recupero. Seguono opere e
istallazioni che richiamano tanto al mondo antico dell’artigianato che alle nuove
sperimentazioni legate alla tecnologia smart.

Museo Salvatore Ferragamo - Piazza di Santa Trinita, 5R, Firenze
dal 12 aprile 2019 all’ 8 marzo 2020
Orari: 10-19,30
Biglietti: intero euro 9,00

Stra (VE)
E ancora la moda è protagonista di un’altra mostra: dal 12 aprile al 3 novembre i meravigliosi
spazi di Villa Nazionale Pisani, una delle celebri Ville della riviera del Brenta, ospitano la
mostra “INTRAMONTABILI ELEGANZE. DIOR A VENEZIA NELL’ARCHIVIO CAMERAPHOTO”.
Si tratta di un’accurata selezione di 40 immagini appartenenti al prezioso Archivio di
Cameraphoto, attraverso cui si raccontano momenti particolari
racconteranno l’eccezionalità di un momento in cui il Settecento Veneziano e le esclusive
creazioni del celebre stilista sono stati protagonisti: il celebre Ballo del Secolo, l’evento in
maschera del 1951, per il quale Dior si impegnò nella creazione di incredibili costumi.
Curata da Vittorio Pavan e Luca Del Prete, l’esposizione presenta immagini realizzate dai
fotografi della storica agenzia Cameraphoto, fondata nel 1946 da Dino Jarach e che testimoniò
i momenti più significativi dell'universo creato da Dior e dalla sua Maison, nata nel dopo guerra
e capace di imporsi da subito nel panorama mondiale con le sue linee innovative ed i
cappellini insostituibili.
Una prima sezione della mostra racconta lo stile di Dior incastonato nella cornice di Venezia,
con i suoi canali, i palazzi, gli scorci; la seconda sezione è invece dedicata al celebre Ballo del
Secolo e rivela lo sfarzo del Settecento di Goldoni e Casanova, attraverso i ritratti che
immortalarono i preziosi costumi realizzati da Dior, indossati da illustri ospiti dell’evento tra i
quali i Duchi di Windsor, l’Aga Khan III, Winston Churchill e ancora principi e re, oltre a
ricchissimi e potenti personaggi dell’epoca.

Villa Nazionale Pisani - Via Doge Pisani, 7, Stra
12 aprile - 3 novembre 2019
Orari: dalle 9 alle 20. Chiuso il lunedì non festivi
Biglietti: ingresso VIlla Pisani 7,5 euro

Pisa
A Pisa, dal 22 marzo al 21 luglio 2019, Palazzo Blu e National Geographic, per i 50 anni dal
primo sbarco sulla Luna, presentano “EXPLORE. SULLA LUNA E OLTRE - ALLA CONQUISTA
DEL SISTEMA SOLARE”, un affascinante percorso che si addentra tra i misteri dell’universo,
regalando un viaggio inedito e di raro fascino.
Curata da Marco Cattaneo, la mostra offre una serie di esperienze immersive e interattive
mediante cui il pubblico viene trasportato in un avvenimento che ha segnato la storia e
l’umanità intera, cambiandone prospettive e visioni.
Foto, modelli, video consentono di ripercorrere i momenti più significativi della grande
avventura spaziale, ricordando personaggi che hanno fatto la storia di quell’avventura, come
Yuri Gagarin e Neil Armstrong e, ancora, la prima donna nello spazio - Valentina Tereškova - e
la cagnetta Laika.
Un momento speciale è rappresentato dalla sezione dedicata alla Stazione Spaziale
Internazionale, avamposto umano nello Spazio, dove è stato ricreato un ambiente privo di
gravità.
Un'esperienza adatta ad ogni età, che prevede laboratori e percorsi educativi adatti ad
avvicinare i ragazzi a interessanti fenomeni scientifici.

Palazzo Blu - Lungarno Gambacorti, 9, Roma
22 marzo - 21 luglio 2019
Orari: Lunedì‐Venerdì 10.00 ‐ 19.00 – Sabato‐Domenica e festivi 10.00 ‐ 20.00
Biglietti: Intero € 6

Roma
A Roma, il Museo Carlo Bilotti, nell'Aranciera di Villa Borghese, dal 23 marzo al 9 Giugno 2019
espone "LA FERITA DELLA BELLEZZA. ALBERTO BURRI E IL GRANDE CRETTO DI
GIBELLINA" .
La mostra, curata da Massimo Recalcati e con il coordinamento scientifico di Alessandro
Sarteanesi di Magonza Editore, racconta il percorso artistico di Burri, sviluppandosi intorno al
“Grande Cretto”, l’opera realizzata dall’artista come simbolo di un momento drammatico ma
anche di preziosa rinascita dopo la distruzione del territorio di Gibellina, colpita dal terremoto
del 1968.
E’ intorno a quest’opera di fama internazionale che il percorso espositivo si snoda, offrendo al
grande pubblico l’opportunità di avvicinarsi alle più importanti e significative opere di Burri,
provenienti da musei internazionali e luoghi istituzionali, non ultima la Galleria Nazionale d'Arte
Moderna di Roma.
Completano l’esposizione e arricchiscono il percorso di conoscenza del lavoro di Alberto Burri
un video di Petra Noordkamp realizzato per il Guggenheim Museum di New York nel 2015 e gli
scatti di Aurelio Amendola, che ha raccolto le immagini di Burri e del suo prezioso lavoro.

Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, Roma
22 marzo-9 giugno 2019
Orari: da martedì a venerdì e festivi 10.00 - 16.00; sabato e domenica 10.00 - 19.00
Biglietti: entrata libera
Treviso
La Casa dei Carraresi di Treviso, dal 4 aprile al 30 giugno ospita Giugno 2019 ospita la
splendida rassegna “GIAPPONE. TERRA DI GEISHA E SAMURAI”.
Curata da Francesco Morena, la mostra riunisce opere di grande valore risalenti al periodo che
intercorre tra il XIV e il XX secolo, prestate dal fondo privato del collezionista Valter Guarnieri.
Un percorso affascinante e suggestivo, che si snoda tra le immagini di conturbanti e splendide
donne e di antichi e temerari guerrieri, passando dai volti eterei, dall’eleganza e dalla
femminilità per giungere al mondo degli dei, della filosofia e della cultura buddhista.
E, ancora, la natura e le sue meraviglie, raccontate attraverso un’arte elegante e raffinata,
capace di affascinare e immergere il visitatore in un insieme di atmosfere e profumi lontani. Un
meraviglioso percorso espositivo che indaga prima di tutto il rapporto dell’uomo con la natura,
tema centrale dello Shintoismo e che qui viene osservato attraverso l’esposizione di una serie
di dipinti che risalgono all’ Otto e Novecento, realizzati su rotolo verticale.
Ci sarà spazio inoltre per la fotografia, che occuperà un posto speciale grazie all’esposizione
di un’antica collezione di immagini scattate da un ignoto viaggiatore e sulle quali compaiono
annotazioni di viaggio.
Una sezione è poi dedicata ad una delle forme d’arte più importanti e interessanti della cultura
giapponese: la scrittura, una forma artistica che racconta moltissimo della cultura nipponica e
che in questa mostra è ben rappresentata con l’esposizione di grandi e splendidi paraventi
ornati da segni raffinati.

Casa dei Carraresi - Via Palestro 33/35, Treviso
4 aprile - 30 giugno 2019
Orari: Dal martedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 – 20.00
Biglietti: Intero euro 12,00

TEATRO

Milano
Dal 4 al 21 aprile 2019 al Teatro Martinitt di Milano va in scena lo spettacolo 39 SCALINI di John
Buchan, adattato da Patrick Barlow e diretto da Leonardo Buttaroni; con: Alessandro Di
Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed e Marco
39 ruoli - non solo umani - e 16 cambi di scena per un quartetto dall’esplosivo talento
trasformista. Tratto dal giallo “Il Club dei 39” di Alfred Hitchcock del 1935 (a sua volta ispiratosi
al romanzo di John Buchan del 1915), e riscritto per il teatro, il testo ha debuttato con successo
a Londra nel 2006, ha calcato le scene internazionali e ha dominato ininterrottamente
Broadway per 5 anni.
Costumi, smorfie, gesti e sonorità danno vita a un concitato viaggio di fantasia, dove non sono
solo le persone ma anche gli oggetti a trasformarsi. Una sorta di metateatro, dove toni noir,
performance circensi e contagiosa comicità a dispetto della trama seria si mescolano in una
spy story severa eppure demenziale.

Teatro Cinema Martinitt - Via Riccardo Pitteri, 58, Milano
da giovedì 11 aprile a domenica 21 aprile 2019
Ore 21:00, 17:30, 18:00

Sempre a Milano, al Piccolo Teatro Studio Melato, dal 21 marzo al 18 aprile) va in scena “IL
RAGAZZO DELL'ULTIMO BANCO” di Juan Mayorga, per la regia di Jacopo Gassmann. Con:
Pierluigi Corallo, Alfonso De Vreese, Fabrizio Falco, Pia Lanciotti, Danilo Nigrelli, Mariángeles
Torres.
Protagonisti della commedia sono un professore di letteratura di liceo e un suo allievo.
Claudio, che siede sempre all’ultimo banco e proviene da una famiglia disagiata: la madre lo
ha abbandonato da piccolo e il padre vive nell’ombra. Apparentemente in disparte, Claudio
rivela un particolare talento per la scrittura nel momento in cui svolge il tema proposto
dall’insegnante. Racconta a puntate il rapporto con un compagno di classe che aiuta nei
compiti di matematica e che frequenta a casa sua, un’abitazione molto borghese con una
famiglia molto diversa dalla sua.
Il testo descrive una società in cui il divario economico e sociale crea delle vere e proprie
classi, ma è anche un’affascinante riflessione sulla scrittura, sul suo potere pervasivo, sui
limiti etici che la sottendono e sui fantasmi che la popolano.

Piccolo Teatro Studio Melato - via Rivoli 6, Milano
Orari: Mar, Gio e Sab. 19.30; Mer e Ven 20.30; Dom. 16.00
Biglietti da 16 Euro

Roma
Al Teatro Sala Umberto di Roma dal 9 al 20 aprile va in scena “MANUALE DI VOLO PER UOMO”
di Simone Cristicchi, Gabriele Ortenzi, Nicola Brunialti, per la regia di Antonio Calenda.
Protagonista è lo stesso Cristicchi, che interpreta un quarantenne rimasto bambino, con un
problema preoccupante: qualunque cosa guardino i suoi occhi - dal fiore di tarassaco
cresciuto sull’asfalto, ai palazzi di periferia - tutto è stupefacente e affascinante! Per molti è un
“ritardato” da compatire, per alcuni un genio. Sicuramente è un tipo strano, che ama dipingere
un mondo tutto suo, contare le lettere che formano le parole, camminare lentissimo seguendo
una sua indecifrabile traiettoria. In realtà, Raffaello è un “Super-Sensibile”, e in quanto eroe
possiede dei poteri speciali: la sua mente è dotata di una lente di ingrandimento che mette a
fuoco i dettagli che sfuggono agli altri. Forse "volare" significa non sentirsi soli, avere il
coraggio di buttarsi nella vita, mantenendo intatto il bambino dentro di noi. Una favola
metropolitana surreale, ricca di emozioni, musica e poesia.
Sala Umberto - Via della Mercede, 50, Roma
Orari: tutti i giorni ore 21; dom. 14, merc. 17 e sabato 20 ore 17.00
Biglietti: da Euro 19,00

Al Teatro Manzoni, dal 28 marzo al 21 aprile Marisa Laurito e Fiorella mari vanno in scena con
“2 DONNE IN FUGA” di Pierre Palmade, Cristophe Duthuron, con la regia di Nicasio Anzelmo.
Due donne si incontrano di notte su una strada statale mentre fanno l'autostop. Entrambe
fuggono dalla loro vita, Margot da 30 anni di vita di casalinga, moglie e madre repressa,
Claude dalla casa di riposo dove il figlio l'ha parcheggiata dopo la morte del marito. L'incontro
suscita le battute più divertenti, per il luogo e l'ora equivoci.
Claude, nonostante l'età, non si lascia intimidire da Margot, più giovane ma anche più
sprovveduta. E' l'inizio di un'avventura che vede le due donne viaggiare in autostop,
interpretando una commedia dalle battute mai fini a se stesse, che servono a costruire con
ironia i caratteri delle due donne.

Teatro Manzoni, Via Monte Zebio 14/c Roma
Orari: da martedì a sabato ore 21; domenica ore 17
Biglietti Euro 25,00

Ronciglione (Viterbo)
Al Teatro Comunale Petrolini, Luca Argentero va in scena sabato 13 aprile alle 21 con “E'
QUESTA LA VITA CHE SOGNAVO DA BAMBINO?”, di Gianni Corsi per la regia di Edoardo Leo.
Il protagonista racconta le storie di tre grandi personaggi dalle vite straordinarie, che hanno
avuto un ruolo importante nella società, nella storia e nella loro disciplina: Luisin Malabrocca,
Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e
commuovere varie generazioni di italiani.
Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la
guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ’46,
faceva simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà.
Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la
montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più
difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo,
è l’uomo stesso.
Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di San Remo con le sue vittorie.
L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è
arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi
campioni della storia dello sci, ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la
rinascita italiana, forse illusoria ma sicuramente spensierata, degli anni’80.

Teatro Comunale Petrolini, Via Sutri 1 – Ronciglione
I biglietti sono disponibili online su Ciaotickets o presso la Tabaccheria Centrale di
Scialanca Mauro e Simone, in piazza Vittorio Emanuele 19
biglietto intero 25 euro/ ridotto 21 euro

CINEMA

Cafarnao
Diretto da Nadine Labaki, Candidato agli Oscar e ai Golden Globe 2018 per il miglior film
straniero e vincitore del Premio della Giuria a Cannes, il film è un'opera struggente ed
emozionante. Al centro della vicenda Zain (Zain Alrafeea), un bambino coraggioso che decide
di ribellarsi al suo destino, portando in tribunale i suoi stessi genitori per averlo messo al
mondo condannandolo a una vita di privazioni.
“Capharnaüm” significa caos, è un termine usato nella letteratura francese con questo
significato. Nel film diventa il simbolo di un luogo di ingiustizie e confusione, fra i bassifondi più
poveri di Beirut, dove i bambini non vanno a scuola ma lavorano e vivono in strada da mattina a
sera.
Zain Al-Rafeea, il bambino protagonista del film, è un profugo siriano, rifugiato in Libano, alla
sua prima esperienza di recitazione. Vive adesso in Norvegia coi genitori e ha imparato a
leggere e scrivere, cosa che all'epoca delle riprese non sapeva fare.
Il film non ha solo aiutato il piccolo Zaid a rifarsi una vita, ma anche altri ragazzi coinvolti nelle
riprese, che vivevano in condizioni estreme. La regista Labaki e il produttore Khaled Mouzanar
hanno istituito una borsa di studio per offrire loro una possibilità di vita migliore

GENERE: Drammatico - Libano, Francia, USA 2018
REGIA: Nadine Labaki; CAST: Nadine Labaki, Zain Alrafeea
DURATA: 123 Min

Lo Spietato
Il film, diretto da Renato De Maria, è ambientato nel periodo del boom, in una metropoli -
Milano - destinata a una crescita economica e criminale vertiginosa. Santo Russo (Riccardo
Scamarcio), calabrese cresciuto nell'hinterland, dopo i primi furti in periferia e il carcere
minorile, decide di seguire le sue aspirazioni e di intraprendere definitivamente la vita del
criminale. Nel giro di pochi anni diventa la mente e il braccio armato di una potente e temuta
gang, lanciandosi in affari sempre più sporchi e redditizi: rapine, sequestri, traffici di droga,
riciclaggio di denaro sporco, e non ultimi i “miracoli”, esecuzioni a sangue freddo. Nella sua
corsa sfrenata verso la ricchezza e la soddisfazione sociale, Santo Russo è diviso tra due
donne: la moglie, remissiva e devota, e l’amante, una donna bellissima, elegante e
irraggiungibile. Due scelte di vita agli antipodi e due opposte facce di sé. Il percorso criminale
di Santo è fatto di scelte inevitabili e traiettorie dolorose: chi vive o chi muore, l’amore
passionale o la famiglia, il sogno borghese o una vita da Spietato.
GENERE: Drammatico – Italia 2019
REGIA: Renato De Maria; CAST: Riccardo Scamarcio, Sara Serraiocco, Alessio Praticò,
Marie-Ange Casta, Alessandro Tedeschi
DURATA: 107 Min

L'Uomo Fedele
Film diretto da Louis Garrel, racconta la storia di Abel (Louis Garrel) e Marianne (Laetitia
Casta), separati da 8 anni.
I due si ritrovano al funerale di Paul, il miglior amico di lui. Questo tragico evento si rivela in
realtà di buon auspicio: Abel e Marianne tornano insieme, suscitando però la gelosia di
Joseph, il figlio di Marianne, e soprattutto di Eve (Lily-Rose Depp), la sorella di Paul, da sempre
segretamente innamorata di Abel.

GENERE: Sentimentale, Commedia Francia 2018
REGIA: Louis Garrel; CAST: Louis Garrel, Laetitia Casta, Lily-Rose Depp, Joseph Engel,
Vladislav Galard, Bakary Sangaré, Kiara Carrière, Diane Courseille
DURATA: 78 Min

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