Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno - Pasqua - Parrocchia di Caorso - Piacenza
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
VOCE AMICA N° 1/2020 Periodico della parrocchia di Caorso fondato da Mio figlio mi ha chiesto mons. Lazzaro Chiappa l’8 dicembre 1923 ANNO 96° Numeri usciti 482 Direttore responsabile Don Franco Cattivelli Autorizzazione Un’adolescente e l’emergenza Coronavirus Tribunale di Piacenza del 26.01.2005 “Come posso vivere in questo tempo e finché ci stai sotto non pensi ad altro che n. 605 senza poter far niente?”, ci chiedeva la al momento in cui riuscirai a liberartene. nostra primogenita Gemma, la cui vita di Magari è arrivato il momento in cui è chiesto Stampa Tipografia La Grafica adolescente normale con la sua routine di a te e a tutti noi di imparare davvero a stare. Piacenza (PC) scuola, amici, sport, incontri in parrocchia Stare, senza poter fare niente, ma stare, senza è stata da un giorno all’altro stravolta fuggire. Redazione dall’arrivo di questa epidemia e dalle misure Ecco che la parola “umiltà” prende una Don Franco Cattivelli Enrico Francia di contenimento che ne sono conseguite e forma più comprensibile. Stare senza poter Carlo Livera che l’hanno di fatto privata di molta parte dei fare niente, senza la pretesa di cambiare Davide Livera suoi legami. le cose e senza la presunzione di capirle Matteo Pavesi Valentina Rossi Le manca tanto la sua quotidianità, quella o giudicarle, stare e basta. Noi cristiani Silvano Bassi normalità che era così bella e non lo crediamo che questa difficoltà che ognuno di Paolo Passera sapevamo. In questo tempo complesso e noi e anche l’umanità tutta sta attraversando Marco Passera, Emanuele Amici stravolto non c’è solo la paura ma anche è la preparazione a un bene più grande. la nostalgia: il dolore che sentiamo nella Credi, confida, che Dio in questo tempo Fotografie lontananza da qualcuno. “Sai Gemma - le sospeso e carico di ansie e sofferenza non si Damiano Mori farà scappare l’opportunità di raggiungerci Gabriele Fervari abbiamo detto - questo dolore che senti è un Arianna Beltrami dolore buono perché è pieno di significato”. e di farsi presente accanto a noi. Perché alla Don Theodore Mulenga Tutto quello che ti manca è oggi la tua fine, ciò che ci attende, la speranza di ogni Mulenga croce, e la croce nessuno la porta volentieri credente, è la Risurrezione. Valentina Rossi Voce Amica c'è, Voce Amica è vicina ai Caorsani! Cento anni fa, nel primo numero di Voce Amica, mons. Lazzaro Chiappa narrò dell’epidemia di Spagnola che aveva colpito duramente Caorso. Anche oggi, mentre ci troviamo a vivere un tempo Progetto Grafico di prova analogo, con questo numero “speciale” Voce Amica si fa vicina: coraggio! Cristo è risorto. Silvia Bodini È veramente risorto! La redazione www.parrocchiadicaorso.it
Benedetto sia il Signore Nostro Dio per Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno tutto il bene e la misericordia che ha per noi. (Annuncio pasquale o “Exultet”) C on queste parole desidero essere vicino a tutta la comunità parrocchiale in questo tempo speciale che ci è dato di vivere. che cambiano e che passano, ma ci sono cose che non cambiano e non passano. Dobbiamo imparare a porre come fondamento della vita le E’ un tempo difficile, siamo in una prova seria, cose certe che rimangono per sempre. Poniamo stanno venendo meno tante sicurezze. Hanno Gesù come fondamento della nostra vita, Gesù il sopravvento sentimenti di paura, ansia e non cambia, non è soggetto agli eventi del angoscia. Inoltre siamo separati, non possiamo tempo e della storia. La Pasqua -passione, morte incontrarci per pregare insieme, non possiamo e risurrezione di Gesù- è la vera e unica certezza celebrare la Messa comunitariamente e e sicurezza su cui appoggiare e fondare la nostra sentiamo la mancanza del sostegno della vita Sempre, nel tempo di Pasqua, ripetiamo Comunione al Corpo e Sangue di Gesù. Siamo che realmente Gesù è morto, realmente è disorientati, ascoltiamo tante parole attraverso risorto, ha vinto la morte e non muore più, la la televisione e i telefonini, tanti discorsi, a morte non ha più potere su di lui, è vivo per volte anche contraddittori e questo non sempre sempre. Nella sua morte c’è il perdono delle porta sollievo, anzi, può far aumentare l’ansia nostre colpe e nella sua risurrezione c’è la nostra e la confusione. Certamente è un tempo giustificazione. Noi come figli di Dio, per la speciale, un tempo unico, un tempo che ci fede, prima sacramentalmente e poi realmente è dato, che non dipende da noi, è un tempo nella storia della nostra vita, moriamo con irripetibile e quindi prezioso. Forse non è un Cristo e risorgiamo con Lui. Partecipiamo della caso che tutto questo accade in Quaresima, risurrezione di Cristo, e come la morte non ha quaranta giorni che portano alla Pasqua. più potere su di Lui, così anche la nostra morte Editoriale La Quaresima è il segno sacramentale della non ha più potere su quelli che appartengono nostra conversione (così dice la preghiera a Lui. Il virus non può uccidere Gesù. Se noi colletta della prima Domenica di Quaresima), abbiamo dentro la vita di Gesù il virus non la al termine c’è la Pasqua che è la vittoria della può uccidere, nessuna realtà umana e temporale vita sulla morte, è la vita eterna. Certamente ce la può togliere. Dio non cambia, Gesù Cristo abbiamo bisogno di convertirci per prepararci ha vinto la morte, è certo e definitivo, è la nostra alla Pasqua, a risorgere con Gesù. E’ un tempo sicurezza, Gesù dal cielo ci dona il suo Spirito in cui ci sono tolte tante false sicurezze. Come di risorto. E’ necessario più che mai ritornare Gesù che è stato condotto nel deserto dallo a Dio, pentirci della nostra superbia e presunta Spirito, privato di ogni sicurezza materiale autosufficienza. E’ necessario riscoprire la per essere, dopo quaranta giorni, tentato dal preghiera come arma potente contro tutti i diavolo, così forse anche per noi, in questo mali, prima contro i mali dell’anima e poi anche tempo particolare e difficile ci sono tolte tante contro i mali del Corpo. Usiamo anche le armi sicurezze, perché alla fine con Gesù diciamo dell’elemosina e del digiuno. Mettiamo la vita che “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni di Cristo dentro di noi, chiediamolo a Dio con parola che esce dalla bocca di Dio”, e anche “Il insistenza. Preghiamo con il Santo Rosario, Signore, tuo Dio, adorerai: a lui solo renderai preghiamo in particolare per coloro che sono culto”. E’ vero, ci stiamo scoprendo molto più direttamente impegnati nell’emergenza, per piccoli, precari. Appare chiaro che non siamo i medici e gli infermieri, verso i quali abbiamo così potenti come pensavamo, non abbiamo un debito grandissimo, preghiamo anche per il potere di cambiare le cose come vorremmo, i defunti e per i loro famigliari. Noi a Caorso e forse ancora di più stiamo scoprendo che la abbiamo la protezione della Vergine Maria vita dell’uomo non si fonda sull’economia e sul Assunta in cielo. Abbiamo anche San Rocco, denaro. Dobbiamo, obbligati, necessariamente, Nostro Patrono, protettore potente contro la riconoscere che non siamo Dio. Forse tutto peste e tutte le epidemie, ricordiamoci anche questo ci aiuta ad uscite dall’incubo di di lui, invochiamolo come nostro intercessore onnipotenza, dal delirio di crederci dio, di presso il Padre. Preghiamo gli uni per gli altri. voler costruire un mondo senza l’Unico e Dio abbia misericordia di noi, ascolti le nostre Vero Dio. Questo Coronavirus colpisce il preghiere e faccia cessare il flagello di questa corpo, ma non può colpire l’anima, ci sono epidemia. A tutti un sincero augurio di Buona realtà passeggere e realtà eterne. Ci sono cose Pasqua di Risurrezione. 3 Don Franco
Le piante della Bibbia: Il mirto e la mirra Pro vepribus ascendet cupressus, et pro urtica crescet myrtus; et erit Domino in gloriam (Nova Vulgata Is 55, 13) et apertis thesauris suis, obtulerunt ei munera, aurum et tus et myrrham (Nova Vulgata Mt 2, 11) D ue arbusti apparentemente senza legame, due specie botanicamente lontane e con impieghi diversi. Questo sono mitologia il carattere sempreverde del mirto è stato attribuito alle sue lunghe radici capaci di trovare acqua a grandi profondità. il mirto e la pianta che produce la mirra. La pianta era usata a scopo decorativo Eppure vedremo come, in un’ora tanto buia per le siepi e i giardini dei palazzi, i suoi della storia, abbiano avuto bisogno l’uno rami profumati e dal carattere aromatico dell’altra. erano considerati beneaugurali nei riti di fidanzamento, le essenze derivate da fiori e Mirto comune (Myrtus communis L.) bacche servivano come rimedi di vario tipo. Nativo delle regioni orientali del Nella tradizione ebraica, il mirto è una delle Mediterraneo, in particolare nelle umide “quattro specie” di piante che compongono il pianure sulle rive del fiume Giordano, nella Lulav che gli israeliti usano nel primo giorno valle di Dan, in alta Galilea, in Golan e della festa delle Capanne (Nee 8, 15; cfr. Voce talvolta sul Monte Carmelo, il mirto è un Amica n.478), e simboleggia la rinascita arbusto che raggiunge i 2 metri di altezza, con della creazione legata all’imminente periodo fitte ramificazioni ricoperte di foglie opposte delle piogge autunnali. E’ citato con lo stesso dalla forma ovata di 3-5 cm. I suoi fiori significato anche in Isaia, al tempo in cui il appaiono d’estate, hanno una corolla bianca Signore ricondurrà il suo popolo dall’esilio con cinque lobi e tanti stami ben visibili; a ricostruire il tempio di Gerusalemme e i frutti sono bacche bluastre. Nell’antica a manifestare la sua sovranità sull’uomo e 4
Sana Pianta sul mondo: “Invece di spini cresceranno trifoliate-ovate e producono infiorescenze cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; giallo-arancio alla fine della stagione piovosa ciò sarà a gloria del Signore, con un segno e poi piccole bacche rosse simili a olive. Gli eterno che non sarà distrutto” (Is 55, 13). In steli e i rami profumati trasudano gocce antichità il mirto veniva impiegato nei rituali, di resina oleosa aromatica sia in modo a scopo decorativo nell’arte e simbolico nella spontaneo da fessure della corteccia sia mitologia (associato alle divinità femminili quando questa viene incisa manualmente. Astarte in Babilonia e Afrodite in Grecia). Tale linfa si secca e solidifica assumendo Talmente noto alle popolazioni di Terra l’aspetto della resina grigiastra o bruno- Santa da venir usato, all’epoca e ancora oggi, giallastra detta mirra. come nome proprio sia maschile (Assa) Nel Nuovo Testamento la mirra è associata che femminile (Hadassah). Alcuni autori agli avvenimenti della nascita e della passione ritengono che il nome generico derivi dal di Cristo. Fu infatti uno dei doni che gli greco ‘myron’, che significa mirra, a causa uomini saggi dall’Est offrirono al santo dell’intenso profumo dolciastro degli oli bambino (Mt 2, 11), mentre nel suo vangelo contenuti nelle sue foglie. Marco annota che fu offerta a Gesù mescolata Mirra (Commiphora myrrha Nees) Le Scritture descrivono la mirra come la resina più preziosa e popolare, ingrediente usato tanto per la cosmesi quanto per gli unguenti santi (Es 30, 23; Sal 45, 8; Ct 5, 5). Richiesta per preparare profumi e impiegata in medicina, gli antichi egizi usavano la mirra nei rituali di sepoltura dei morti e come incenso nei loro templi. Era poi uno dei prodotti più richiesti negli scambi commerciali con i grandi imperi d’Oriente (cfr. Ap 18, 13). La parola ebraica ‘Mor’ è la traduzione più corretta per mirra, e indica le piante del genere Commiphora native di Arabia, Etiopia e Somalia. Il vocabolo è collegato alla terminologia semitica ‘mrr’, con il significato di amaro, da cui l’aramaico ‘murr’ e l’arabo ‘mur’. Si tratta di arbusti spinosi, ramificati e nodosi che crescono su terreno roccioso; hanno piccole foglie 5
con vino prima di essere crocifisso (15, 23). diversamente da altri miracoli nei quali Dio Infine Nicodemo ne portò in gran quantità, si manifesta e opera apertamente come nella quasi cento libbre in miscela con aloe, per liberazione dall'Egitto. E’ però anche questa preparare il corpo di Gesù alla sepoltura (cfr. la Pasqua che il Signore prepara: passare dal Gv 19, 39-40). lutto e dalle tenebre alla luce ed alla gioia. I Giudei potrebbero mettere le mani sui beni Oltre all’assonanza fra nomi antichi e l’uso dei nemici ma, siano ricchi o poveri, essi non nella preparazione di aromi e unguenti, il saccheggiano. Purim diventò così una festa legame che congiunge mirto e mirra ci è in cui si deve pensare anche agli altri, una svelato attraverso un episodio fondamentale festa di fraternità specialmente per i poveri. della Rivelazione: la storia di Ester regina. Il ringraziamento al Signore della “sorte” che Essa ci mostra come il Signore sia capace di ci ha preparato nel suo disegno di salvezza cambiare le sorti del suo popolo, e ancora ci aiuta a imparare a vivere nella precarietà. oggi è usanza per gli Ebrei fare memoria Tutto nella vicenda della regina Ester (e di del miracolo che portò alla loro salvezza dal Maria di Nazareth, BOX 2) è stato opera di progetto di sterminio, e apparentemente Dio. Occorre annunciarlo al mondo, perché senza via di scampo, tramato dal perfido anche per noi, “Chiunque invocherà il nome Aman (BOX 1). La salvezza del popolo del Signore sarà salvato” (Rom 10, 13). avviene in modo nascosto e discreto, Enrico Francia Festa delle “Sorti favorevoli” Ogni anno le famiglie ebree vivono una festa speciale, piena di allegria che ha al centro il Libro di Ester. E’ la storia di Purim (che significa “sorti”), accaduta circa 2.500 anni fa, quando Assuero (Serse il Grande, re di Persia e di Media), regnava su ben 127 province. Ripudiata la prima moglie per un suo capriccio, furono convocate le più belle ragazze del paese e fra queste fu scelta l’ebrea Ester, nipote di Mardocheo, “un uomo ragguardevole, che prestava servizio alla corte del re e proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodonosor, re di Babilonia, "Hamantashen" (orecchie di Aman), aveva deportato da Gerusalemme” (Est 1, 6 1). Il primo ministro Aman, indignatosi dolci tipici di Purim contro Mardocheo che disobbediva ai suoi
a partire da sinistra: “Compianto sul Cristo morto” Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino, 1495 olio su tavola (220x195 cm), Galleria Palatina, Firenze. “Ester e Assuero” Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, 1639 olio su tavola (158x214 cm), University of Michigan, Ann Arbor, USA Ester figura di Maria La storia si svolge al tempo dell’Esilio, completamente i Giudei. “Diecimila talenti” quando il Tempio è distrutto, Gerusalemme diventerà così una cifra proverbiale: anche in rovina e Dio sembra nascosto. Ester e Gesù da buon ebreo, vivendo nella Santa Mardocheo accettano la sfida della fede e Famiglia di Nazareth, dopo aver celebrato restano fedeli al Signore. I saggi spiegano per tanti anni la festa di Purim, fa uso di Sana Pianta che Mardocheo significa ‘mirra pura’: come questo detto nelle sue parabole (Mt 18, 21- il più prezioso degli aromi, Mardocheo 35). Il Talmud scorge uno stretto rapporto era il più giusto della sua generazione. tra il tema del Dio nascosto, che si eclissa, Ester veniva chiamata dai persiani ‘Istar’ e l’etimologia del nome Ester, che significa (stella, dea della luna e della bellezza) o “nascosta”. Come Ester intercede presso il ‘Hadassah’ (mirto profumato). San Benedetto re nell’ora più buia della prova, così Maria predicava: “Se togli Maria, che è la stella del è “Consolatrice degli afflitti” e “Aiuto dei mare grande e immenso, che cosa rimane cristiani”. Proprio per questo giorno Ester è se non una nebbia e l’ombra di morte e diventata regina, per intercedere per il suo fittissime tenebre?” Mentre Assuero ha popolo. Dal cuore di tutti esce la supplica fermato la ricostruzione del tempio, Dio va al Signore, perché Egli gradisce un cuore preparando una costruzione nuova, fatta di contrito e umiliato. Così, nonostante tutta pietre spirituali: Maria “Arca dell’Alleanza” l’astuzia usata, Aman è sconfitto dall’umiltà e “Tempio dello Spirito Santo”. Mardocheo di Ester; al posto di Mardocheo sarà lui ad poi sogna una grande battaglia e la salvezza essere impiccato all’altissimo palo che aveva venire da una piccola fonte di acqua pura e innalzato. noi sappiamo che il segno della pienezza dei La chiesa cattolica fa memoria di Ester il 1° tempi è la Vergine madre. Il perfido Aman è di luglio, mese in cui ricorriamo a Maria discendente degli Amaleciti (antico popolo Nostra Signora del Monte Carmelo, tra i del Negev considerato simbolo del male) e cui appellativi troviamo: “Stella del mare”, per gelosia offre al re una montagna d’argento “Splendore del cielo” e “Signora del suffragio”. in cambio del permesso di distruggere ordini, chiese ed ottenne dal re che tutti gli Perché ci mascheriamo da stranieri? E perché ebrei fossero uccisi. Tirato a sorte (‘pur’) il l’empio Aman ci odiava così tanto?” Il giorno giorno, lo sterminio si sarebbe consumato il 13 è digiuno in ricordo di quanto fatto da 14 del mese di Adar. Allora Ester, dopo un Ester; a Purim si devono fare doni, inviare digiuno di tre giorni, supplicò il re di salvare cibi ai bisognosi e partecipare a un banchetto. il suo popolo e lei stessa perché ebrea. Così Durante Purim (impropriamente chiamato il le trame di Aman vennero svelate e le sorti carnevale ebraico) il mascherarsi sottolinea del popolo capovolte. Allora la regina inviò il ruolo nascosto che Dio ha avuto nella una lettera in tutte le provincie del regno per vicenda. Inoltre, la ricorrenza è strettamente raccontare il miracolo, e da quel giorno il legata al “Giorno dell’espiazione” non solo rotolo (‘Meghillà’) di Ester viene letto in tutte per il nome (il plurale di Kippur in ebraico è le sinagoghe nel giorno di Purim. Assistere ‘kippurim’, ovvero “Come Purim”), ma anche alla lettura è uno dei precetti della festa e perché entrambe le solennità si riferiscono a i bambini non mancano di fare domande: un cambiamento di sorte: a Purim è l’azione 7 “Perché questa festa? Cosa vuol dire Purim? umana a fare la differenza mentre a Kippur Perché proprio un mese prima di Pasqua? opera il verdetto divino.
La missione di don Theodore in Italia “Mi sono sentito presbitero della Chiesa Universale” D on Theodore, amministratore parrocchiale a Polignano e San Pietro in Cerro, ha terminato il suo tempo di missione per dirmi che mi avrebbe mandato in Italia. Ho accettato subito, senza sapere dove sarei stato mandato, né quale sarebbe stato in Italia. Lo abbiamo incontrato, prima il mio incarico. Siamo preti per la Chiesa dell’esplosione della pandemia, per farci Universale, in obbedienza al nostro Vescovo, raccontare la sua esperienza. quindi non ho avuto alcun dubbio e ho Pubblichiamo il testo di questa breve accettato. Così nell’ottobre del 2010 sono intervista, aspettando insieme a don arrivato a Muradolo, dove ho incontrato don Theodore la fine di questa emergenza e di Roger e don Jean de Dieu. questo tempo così particolare. Come lui stesso ha detto, abbiamo la possibilità di Qual è stato il tuo compito, una volta incontrare Dio anche (e soprattutto) nelle arrivato a Muradolo? situazioni che non abbiamo programmato. Inizialmente sono stato mandato qui per motivi pastorali, dovevo sostituire don Roger Don Theodore, raccontaci come sei arrivato che sarebbe tornato alla diocesi di Kabinda. in Italia Ho svolto quattro anni di pastorale, ma avevo Sono stato ordinato presbitero nel 2006 e tanto tempo che potevo dedicare allo studio. sono rimasto nella mia diocesi, a Kabinda Allora la diocesi mi ha mandato a Verona al in Congo, per undici mesi. Successivamente centro CUM della CEI, un centro missionario sono stato nominato formatore ed economo nazionale dove i missionari vengono accolti del seminario regionale; questo mandato e preparati per la pastorale o gli studi. dura cinque anni e pensavo che sarei rimasto Quando sono tornato, sono stato presentato per tutta la durata del mandato, per acquisire alle parrocchie di Polignano e San Pietro in competenze ed esperienze nuove. Dopo tre Cerro; queste parrocchie erano amministrate anni però il mio Vescovo mi ha convocato dai Padri Sacramentini che stavano a 8
Cortemaggiore e che in quel periodo stavano programmato, per me è stato così. Sono lasciando la nostra comunità. rimasto molto edificato dall’accoglienza Nel frattempo mi sono iscritto all’Università calorosa che ho ricevuto, anche da persone Cattolica a Piacenza dove ho preso a laurea che non frequentano la Chiesa, ma che nel triennale in scienze dell’educazione e poi tempo sono diventati grandi amici. Mi sono all’Università Cattolica di Milano, dove sto sentito sacerdote della Chiesa Universale; concludendo la laurea magistrale in Scienze il prete deve essere tale ovunque, senza Pedagogiche. frontiere. Ho notato alcune diversità nei modi di celebrare, nei ritmi, nei tempi, ma ho Adesso per te è finito il tempo di missione e imparato ad accettare queste diversità. tornerai a Kabinda Anche le dimensioni delle comunità La convenzione tra le diocesi di Kabinda e parrocchiali mi hanno aiutato, ho avuto di Piacenza-Bobbio prevede mandati per modo di entrare molto bene nella vita delle la pastorale di tre anni, rinnovabili per due persone. Nella diocesi di Kabinda i territori volte, quindi io ho terminato anche i due parrocchiali sono molto più ampi, l’intera tempi di rinnovo. Tornerò nella diocesi diocesi conta un milione di anime, non di Kabinda, ma anche in questo caso non sempre è possibile conoscere così bene i so quale sarà il mio compito, mi metterò fedeli. Ho avuto un battesimo molto forte a completa disposizione delle autorità per quanto riguarda la lingua italiana, ma diocesane. Sono pronto a obbedire e anche in questo l’accoglienza mi ha aiutato; affrontare qualunque realtà mi sarà chiesto di ascoltare e parlare con i fedeli, con gli amici, Intervista guidare. con chi mi aiutava ogni giorno, mi ha permesso di imparare l’italiano senza mai Come è stata la tua esperienza qui in Italia? studiarlo, senza frequentare lezioni o corsi. Questo tempo in Italia è stato un tempo di Credo che questo legame tra le diocesi di grazia. Sono convinto che tutti noi abbiamo Kabinda e Piacenza-Bobbio sia una grande la possibilità di incontrare Dio attraverso ricchezza per entrambe. persone o esperienze che non abbiamo Matteo Pavesi 9
Insieme a Pietro “gettiamo in Te ogni preoccupazione, per- ché Tu hai cura di noi” La preghiera del Papa in una piazza S. Pietro vuota e bagnata dalla pioggia. Tanti di noi ricordano le folle che attor- Ecco il testo della meditazione del Papa sul niavano il Santo Padre con chiassoso brano di Vangelo di Marco in cui Gesù placa il entusiasmo nelle Giornate Mondiali della mare in tempesta (Mc 4, 35-41). Gioventù, tutti abbiamo negli occhi piazza «Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il San Pietro affollata per le grandi cele- Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane brazioni e gli incontri di preghiera. Ma sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si la sera del 27 marzo, sul sagrato della sono addensate sulle nostre piazze, strade e Basilica Vaticana il Papa era fisicamente città; si sono impadronite delle nostre vite solo per compiere un atto di affidamento riempiendo tutto di un silenzio assordante e a Maria in questo tempo di pandemia da di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa Coronavirus. Accanto a Francesco l’icona al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte mariana Salus Populi Romani della Basili- nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ca di Santa Maria Maggiore e il Crocifisso trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista dei Miracoli di san Marcello al Corso, per da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci la cui intercessione venne sconfitta la pe- siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, ste nel 1500. Dopo l’ascolto del Vangelo, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso la supplica davanti al Santissimo Sacra- tempo importanti e necessari, tutti chiamati a mento, la benedizione eucaristica “Urbi et remare insieme, tutti bisognosi di confortarci Orbi” con la possibilità di ricevere l’indul- a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. genza plenaria. Come quei discepoli, che parlano a una sola 10
voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» allo scoperto tutti i propositi di “imballare” (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima non possiamo andare avanti ciascuno per dei nostri popoli; tutti quei tentativi di conto suo, ma solo insieme. anestetizzare con abitudini apparentemente È facile ritrovarci in questo racconto. Quello “salvatrici”, incapaci di fare appello alle che risulta difficile è capire l’atteggiamento di nostre radici e di evocare la memoria dei Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente nostri anziani, privandoci così dell’immunità Urbi et Orbi allarmati e disperati, Egli sta a poppa, necessaria per far fronte all’avversità. proprio nella parte della barca che per Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante stereotipi con cui mascheravamo i nostri il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel “ego” sempre preoccupati della propria Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo immagine; ed è rimasta scoperta, ancora vediamo Gesù che dorme –. Quando poi una volta, quella (benedetta) appartenenza viene svegliato, dopo aver calmato il vento comune alla quale non possiamo sottrarci: e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di l’appartenenza come fratelli. rimprovero: «Perché avete paura? Non avete «Perché avete paura? Non avete ancora ancora fede?» (v. 40). fede?». Signore, la tua Parola stasera ci Cerchiamo di comprendere. In che cosa colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro consiste la mancanza di fede dei discepoli, mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi avanti a tutta velocità, sentendoci forti e non avevano smesso di credere in Lui, infatti capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: lasciati assorbire dalle cose e frastornare «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di disinteressi di loro, che non si curi di loro. fronte a guerre e ingiustizie planetarie, Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, cose che fa più male è quando ci sentiamo e del nostro pianeta gravemente malato. dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che Abbiamo proseguito imperterriti, pensando ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà di rimanere sempre sani in un mondo scosso anche Gesù. Perché a nessuno più malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti che a Lui importa di noi. Infatti, una volta imploriamo: “Svegliati Signore!”. invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati. «Perché avete paura? Non avete ancora La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un e lascia scoperte quelle false e superflue appello alla fede. Che non è tanto credere sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. agende, i nostri progetti, le nostre abitudini In questa Quaresima risuona il tuo appello e priorità. Ci dimostra come abbiamo urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con lasciato addormentato e abbandonato ciò tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra questo tempo di prova come un tempo di vita e alla nostra comunità. La tempesta pone scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del 11
nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, conta e che cosa passa, di separare ciò che scopriamo e sperimentiamo la preghiera è necessario da ciò che non lo è. È il tempo sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una di reimpostare la rotta della vita verso di Te, cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare ogni giorno pazienza e infonde speranza, a tanti compagni di viaggio esemplari, avendo cura di non seminare panico ma che, nella paura, hanno reagito donando la corresponsabilità. Quanti padri, madri, propria vita. È la forza operante dello Spirito nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri riversata e plasmata in coraggiose e generose bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come dedizioni. È la vita dello Spirito capace di affrontare e attraversare una crisi riadattando riscattare, di valorizzare e di mostrare come abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la le nostre vite sono tessute e sostenute da preghiera. Quante persone pregano, offrono e persone comuni – solitamente dimenticate intercedono per il bene di tutti. La preghiera – che non compaiono nei titoli dei giornali e il servizio silenzioso: sono le nostre armi e delle riviste né nelle grandi passerelle vincenti. dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno «Perché avete paura? Non avete ancora scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi nostra storia: medici, infermiere e infermieri, di salvezza. Non siamo autosufficienti, da addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del badanti, trasportatori, forze dell’ordine, Signore come gli antichi naviganti delle stelle. volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. altri che hanno compreso che nessuno si Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, 12
con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché di possesso per dare spazio alla creatività che questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti porta il sereno nelle nostre tempeste, perché possano sentirsi chiamati e permettere con Dio la vita non muore mai. nuove forme di ospitalità, di fraternità, Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra di solidarietà. Nella sua croce siamo stati tempesta, ci invita a risvegliare e attivare salvati per accogliere la speranza e lasciare la solidarietà e la speranza capaci di dare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le solidità, sostegno e significato a queste ore misure e le strade possibili che ci possono in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra il Signore per abbracciare la speranza: ecco fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella la forza della fede, che libera dalla paura e dà sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un speranza. timone: nella sua croce siamo stati riscattati. «Perché avete paura? Non avete ancora Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, stati risanati e abbracciati affinché niente e che racconta la fede rocciosa di Pietro, Urbi et Orbi nessuno ci separi dal suo amore redentore. stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per In mezzo all’isolamento nel quale stiamo l’intercessione della Madonna, salute del patendo la mancanza degli affetti e degli suo popolo, stella del mare in tempesta. Da incontri, sperimentando la mancanza di tante questo colonnato che abbraccia Roma e il cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio mondo scenda su di voi, come un abbraccio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. consolante, la benedizione di Dio. Signore, Il Signore ci interpella dalla sua croce a benedici il mondo, dona salute ai corpi e ritrovare la vita che ci attende, a guardare conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, paura. Ma la nostra fede è debole e siamo riconoscere e incentivare la grazia che ci timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in abita. Non spegniamo la fiammella smorta balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a che riaccenda la speranza. Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, Abbracciare la sua croce significa trovare il perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7). coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un Copyright momento il nostro affanno di onnipotenza e Testo: Libreria Editrice Vaticana Foto: Quotidiano AVVENIRE, Agenzia ANSA, Agenzia REUTERS 13
Sempre insieme Vacanza invernale in rifugio nell'alta Val Nure S ulle colline piacentine, alta Val Nure, sopra Ferriere e sopra Santo Stefano d’Aveto, sulla cima del monte Crociglia, c’è una delle uscite all’interno delle vacanzina invernale proposta dalla parrocchia. Oltre al monte Crociglia, i ragazzi hanno raggiunto una statua, la statua di San Raffaele. Esposta la cima del monte Roncalla (mt 1.683), Il al vento freddo di quelle altezze (mt 1.543), Groppo Rosso, la Ciapa Liscia, attraversando dalla vetta la statua domina sulle valli e sulla la Valle Tribolata e percorrendo i sentieri pianura e dalla vetta ammira un bellissimo della zona. panorama, con lo sguardo a cercare prima il Il gruppo della nostra parrocchia ha occupato Monviso e poi il Monte Rosa all’interno di in autogestione la struttura del rifugio tutto l’arco alpino. GAEP di Selva di Ferriere; camminate ed Guidati da Don Franco e da un gruppo di escursioni, ma anche giochi, divertimento, educatori, i ragazzi della nostra parrocchia lavori in rifugio, momenti di preghiera e un si sono spinti sulla vetta del monte fino alla momento di riflessione sulle dipendenze e statua di San Raffaele. Fatica e salita, ma il sull’affettività. panorama in cima regala emozioni, stupisce Con loro sempre presenti Annamaria e Gigi, e può intimorire, piccolo esempio della impeccabili per colazione, pranzo e cena. grandezza dell’opera di Dio. L’escursione sul monte Crociglia è stata solo Silvano Bassi 14
VISITA DEI MAGI 06 GENNAIO 2020 26 Dicembre 2019 Festa degli anniversari di matrimonio Rinati a Vita Vera Anna Antozzi Bruna Rapalli Francesca Pavesi Giovanna Bonvini Maria Rubini Ferruccio Tinelli Ved. Rosi 24 dicembre 2019 02 gennaio 2020 10 gennaio 2020 ved. Maldotti 31 gennaio 2020 18 dicembre 2019 16 gennaio 2020 Gino Magistrali Maria Magnani Clara Piovani Angelo Tinelli Giuseppe Maffini Giovanni Subacchi 03 febbraio 2020 ved Maradini ved. Idri 11 febbraio 2020 18 febbraio 2020 28 febbraio 2020 09 febbraio 2020 10 febbraio 2020 15
Anno 2000. Gruppo di giovani caorsani in Pellegrinaggio in Terra Santa per l'incontro con Papa Giovanni Paolo II BACHECA A ASSUN TA E TA MARI NO URR TACCEHIA DI SAN DELL’AM ICIZIA PARROCCH M A RI A ASS PA I CA SA IA DI SANTA NTA IAOLO ANSP CIRCOLO AN MARIA ASSU HIA DI SA L’AMICCIIZRC CAORSO SPI CASA DE NTA E PARROCC NSPI CASA DEL A I CIRCOLO RAGAZZ LL’AMICIZIA CAORSO CAORSO A P E R A ESTIV VACANZ ( TN) rida a Fo l g a dal 22 al 26 lu glio CAMPO EST per i giovani IVO 20 a BAGOLINO L 19 LU GLIO, 20 DA L 9 A (BS) i ragazzi della 2020 per che a estiva Mengon, la vacanz famiglia nizza de lla gran izia” orga razione de patia, con dell’Amic ile collabo lti con squisita sim o A. N .S .P.I “Casa nt a”, co n la gent m pre acco Il circol aria Assu e ci ha se ia “S. M arida e ch Parrocch iol di Folg otel Kapr gestisce l’h n vera amicizia. e co cordialità re. a elementa I: dalla 5 e arredate - PER CH coglienti camere ac o di Folgarida. re, dotato di l bo sc ne fa m ig lia et ai e de e, e offre conduzio ndide ab dal titolar 3 stelle a sulle sple ito direttamente IO L è un hotel in o, co n veduta o, è se gu IL KAPR nt sc o stile tre se nel bo con il tipic e vetrate immer liana in ge nere. in legno su e, con le dizione ita - PER CHI Il ristorant ità, locali e della tra al piatti di qu PER TUTTI - DOVE I RAGAZZI LE RAGAZZ E E Malga BROM DAI 13 ANNI Strada Provin INETTO, IN SU. ciale 669 Valle PRIOL Bagolino (BS) Dorizzo, Hotel KA 5 Folgarid a (TN) M arge ni , 10 – 3802 apriol@virgilio.it www.malgabr Via dei e- m ai l: hotelk ominetto.org .986101 Tel: 0463 SEGRETERIA PARROCCHIALE TEL. E FAX 0523.821098 www.parrocchiadicaorso.it - segreteria@parrocchiadicaorso.it n°480
Puoi anche leggere