Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano per il corpus VALICO
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 51 Margarita Borreguero Zuloaga (Universidad Complutense de Madrid) Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano per il corpus VALICO 1. Introduzione Nello studio dell’acquisizione di una lingua straniera solo recentemente si è rivolta l’attenzione ai fenomeni linguistici che appartengono al livello testuale di organizzazione degli enunciati. Per quanto riguarda il caso concreto dell’italiano LS/L21, è particolarmente rilevante il contrasto tra la bibliografia dedicata agli aspetti fonetici, morfologici, lessicali e sintattici dell’interlingua degli apprendenti e i pochi titoli che si sono occupati della pre- senza e uso dei connettivi e dei segnali discorsivi, dell’organizzazione informativa macro- testuale o della costruzione delle catene coreferenziali, per fare qualche esempio. Ciononostante, negli ultimi anni, alcuni studiosi, per la maggior parte insegnanti di italiano LS sia in Italia che all’estero, hanno tentato di colmare questa lacuna negli studi allargando la ricerca ai principali meccanismi di coesione testuale, soprattutto ai cosid- detti connettivi2. Gli studi condotti fino ad oggi si posso classificare in due gruppi: a) da una parte i lavori realizzati in Italia con gruppi molto eterogenei di apprendenti di italiano LS/L2 per quanto riguarda il paese di origine, la lingua materna, il livello di studi, il tempo di permanenza in Italia, ecc. Tra le diverse ricerche vorremmo menzio- nare qui a modo di esempio quelle svolte all’interno del Progetto Pavia diretto da Anna Giacalone Ramat (Andorno 2005, 2007a, 2007b, 2008a, 2008c; Ferraris 2001a, 2001b, 2004), ma anche Casula (2005) che ha studiato gruppi omogenei di immigrati. b) dall’altra, i lavori elaborati da insegnanti di italiano all’estero su gruppi omogenei di apprendenti con una lingua materna comune e all’interno di contesti istituzionali: si vedano Bardel (2003, 2004a) in Svezia e il Gruppo A.Ma.Dis (Adquisición de Marca- dores Discursivos) in Spagna (Guil et al. 2008, Bini/Pernas 2008, Guil 2009 e i.c.s., Bazzanella/Borreguero i.c.s., Borreguero i.c.s., Pernas i.c.s.). Finora i risultati più significativi in questo campo riguardano: a) l’identificazione de- gli elementi che vengono acquisiti per primi – fondamentalmente i connettivi copulativi (Guil 2009), avversativi (Andorno 2007b e 2008a, Ferraris 2004, Borreguero i.c.s), cau- 1 Usiamo questa coppia di abbreviazioni per indicare con LS l’italiano appreso fuori d’Italia e con L2 l’italiano appreso o acquisito in Italia, anche se in molti casi l’italiano non è la seconda lingua imparata dagli apprendenti, ma la terza o la quarta, e quindi nello studio del processo di acquisi- zione si dovrebbe tenere conto dell’influsso – con i possibili fenomeni di transfer – non solo della lingua materna, ma anche delle altre lingue conosciute dall’apprendente (Bardel 2004b, 2006), che in alcuni casi può essere bilingue (si pensi, ad esempio, ai catalani o agli ispanofoni nati o arrivati nell’infanzia negli Stati Uniti). Gli apprendenti ispanofoni le cui produzioni scritte saranno analiz- zate in questa sede hanno quasi tutti l’inglese come prima LS/L2 studiata. 2 La riflessione sull’acquisizione dei connettivi è stata preceduta da tutta una serie di lavori sulla acquisizione della sintassi e particolarmente sullo sviluppo della subordinazione; cf. ad es. Giaca- lone Ramat 1999; Berruto 2001. Valico: studi di linguistica e didattica a cura di Carla Marello e Elisa Corino, Perugia, Guerra Edizioni, 2009, pp. 264.
52 Margarita Borreguero Zuloaga sali (Ferraris 2001b, Pernas i.c.s) e consecutivi (Bazzanella/Borreguero i.c.s.), i segnali di polarità positiva e negativa (Bardel 2004, Andorno 2007a e 2008c, Bini/Pernas 2008, Guil 2009) e i focalizzatori (Andorno 2005, 2007b, 2008a) – con particolare attenzione ai loro valori semantici, cioè a quali valori entrano per primi a far parte della compe- tenza comunicativa del parlante e quali sono acquisiti in fasi posteriori del processo di apprendimento; b) le funzioni – interattive, metatestuali o cognitive3 – svolte (Guil et al. 2008, Andorno 2008b); c) la posizione che occupano all’interno della struttura informa- tiva dell’enunciato e il ruolo della prosodia nella delimitazione di unità all’interno della suddetta struttura; d) il livello di organizzazione testuale nel quale stabiliscono la con- nessione: predicazione, proposizione, atto linguistico o blocchi testuali (per questi ultimi due aspetti, cfr. i lavori di Andorno citati); e) il confronto tra il processo di acquisizione dei segnali discorsivi in italiano L1 e L2 (Ferraris 2004). La maggior parte delle ricerche condotte in questo ambito hanno lavorato con dati pro- cedenti da interazioni orali guidate o semiguidate tra un nativo (generalmente un docente o ricercatore) e l’apprendente e perciò gli elementi studiati sono stati prevalentementi se- gnali discorsivi con funzione interazionale (Bazzanella 1995), cioè che servono lo scopo di strutturare il testo dialogico e regolare lo scambio comunicativo tra i partecipanti. In questa sede, invece, l’approccio al processo di acquisizione dei connettivi parte di un corpus di testi scritti e fissa come obiettivi l’identificazione dei connettivi avver- sativi nei diversi livelli di apprendimento dell’italiano LS/L2 e l’analisi dei loro valori semantici e funzioni a livello frasale e testuale. Il lavoro si colloca nel secondo gruppo menzionato in quanto il corpus di base da cui parte è composto da testi scritti prodotti unicamente da parlanti ispanofoni e quindi adotta una prospettiva di confronto con gli elementi discorsivi che svolgono una simile funzione in lingua spagnola. 2. Descrizione del sottocorpus di testi spagnoli Questa ricerca sull’uso dei connettivi avversativi in testi scritti di apprendenti ispa- nofoni di italiano LS/L2 è stata eseguita su un sottocorpus di testi individuato all’interno del corpus GranVALICO (Varietà di Apprendimento della Lingua Italiana Corpus Onli- ne; www.valico.org). In linea di massima, i testi che costituiscono questo sottocorpus si possono dividere i due grandi gruppi: testi prodotti a partire da un input visivo (testi sulle vignette che costituiscono VALICO) e testi prodotti senza questo input (che insieme a quelli di VALICO costituiscono GranVALICO). All’interno del primo gruppo possiamo classificare i testi in sei sottogruppi a seconda della sequenza di vignette (che si possono visualizzarre in www.valico.org, cfr. Corino/ Marello 2009) a partire dalla quale sono stati prodotti e che convenzionalmente chiama- mo Scontro, Amore, Sogno, Equivoco, Stazione, Rane. Nel secondo gruppo ci sono testi prodotti a partire da un tema fissato dal docente (ad es., c’era una volta…, il tuo luogo del cuore…, non dimenticare di visitare...) e altri temi liberi sia narrativi che argomentativi. Tutti gli apprendenti presi in considerazione sono di madrelingua spagnola, e non abbiamo tenuto conto dell’eventuale conoscenza di altre lingue, perché a differenza di quanto risulta per gli apprendenti la cui madrelingua non è romanza, consideriamo che, data la vicinanza linguistica e culturale tra l’italiano e lo spagnolo, la conoscenza di una 3 Per una descrizione di queste funzioni, cfr. Bazzanella 1995, 2005 e López/Borreguero i.c.s.
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 53 terza lingua romanza – fatta eccezione per gli studenti che abitano in un contesto bilingue spagnolo-catalano o spagnolo-galego, o che abitano in Francia, studenti il cui numero è per ora poco significativo in questo corpus – è sempre minore dell’influsso determinante che esercita la propria madrelingua, anche se l’influsso di un’altra lingua può non essere trascu- rabile (si veda quanto accennato nella nota 1). Infatti abbiamo avvertito la presenza di tracce del catalano e del francese a livello lessicale e morfologico (particolarmente per i pronomi), ma non nella forma, posizione o uso dei connettivi avversativi che qui ci interessano4. I testi sono stati raccolti in Spagna (125), Italia (90), Francia (53), Germania (1), Polonia (1) e Stati Uniti (7). Nella Tabella 1 specifichiamo le diversi sedi dove sono stati raccolti i testi analizzati, distinguendo due macrogruppi di testi, quelli elicitati a partire da vignette e gli altri: Scuola di Madrelingua Nº di testi Testi sulle Altri tipi di testi provenienza vignette Barcelona Spagnolo 5 Scontro (2) Presentazioni (3) Ciudad Real Spagnolo 10 Rana (10) Salamanca Spagnolo 105 Scontro (49) Amore (25) Sogno (28) Stazione (2) Milano Spagnolo 1 Sul cinema (1) Torino Spagnolo 895 Stazione (16) Università (6) Amore (40) Italia (2) Equivoco (1) Visitare il mio paese Sogno (1) (11) Rana (1) Favole (10) Esperienze (1) Castelo (BR) Spagnolo 1 Stazione (1) Colonia (DE) Spagnolo 1 Equivoco (1) Argenteuil (FR) Spagnolo 1 Sogno (1) Cracovia (PL) Spagnolo 1 Temi varii (1) Providence (USA) Spagnolo 7 Equivoco (1) Luogo del cuore (1) Temi varii (5) USA (senza Spagnolo 1 Sogno (1) specificare sede) Senza specificare Spagnolo 9 Il ricordo più bello (7) sede Favola (1) Italia (1) Totale 180 50 230 Tabella 1. Numero e tipo di testi per sede 4 A differenza di quanto osservato nell’analisi di un corpus di italiano LS parlato, il Corpus A.Ma. Dis (Adquisición de Marcadores Discursivos [Acquisizione di Segnali Discorsivi]) nel quale gli ap- prendenti che hanno un buon dominio del francese e hanno studiato italiano solo un anno tendono, per esempio, ad usare mais al posto di ma (cfr. Borreguero i.c.s.). 5 Abbiamo eliminato i testi che sono semplici risposte a una serie di domande. .
54 Margarita Borreguero Zuloaga La presente indagine terrà conto unicamente dei testi appartenenti al primo gruppo, perché formano un sottocorpus più omogeneo. Come abbiamo anticipato, si tratta di testi narrativi elaborati a partire da un input visivo consistente in una serie di sequenze di vi- gnette nelle quali è facile identificare alcuni personaggi in diverse situazioni tra le quali è possibile stabilire dei rapporti di causa-effetto. Il compito proposto agli apprendenti è quello di mettere per iscritto la storia che sono in grado di ricostruire osservando la se- quenza di vignette. Solo in un caso si presenta un’unica immagine (Stazione), aprendo la possibilità di produrre un testo più descrittivo, anche se molti apprendenti hanno trovato un filo narrativo pure in questo caso. Ricordiamo che queste sequenze – e i testi prodotti – appartengono a sei tipi diversi, che abbiamo chiamato convenzionalmente con i nomi che appaiono nelle Tabelle 1 e 2. Per alcune di queste sequenze si offre anche un incipit verbale: gli apprendenti devo- no continuare il racconto a partire dalle prime parole che vengono offerte e che situano l’azione in uno spazio e un tempo determinati (costringendo a situare la narrazione al passato) e che con poche eccezioni sono accettate come inizio del testo. Per esempio, “Ieri al parco” nel caso di Amore; “L’altro giorno due uomini camminavano sul marcia- piede” in Scontro; “L’altro giorno al lavoro” in Sogno. Invece per altre vignette, come Rana o Equivoco non viene offerto nessun incipit verbale. Per questo studio abbiamo classificato i testi tenendo conto del numero di anni di stu- dio della lingua italiana da parte degli apprendenti (cfr. Tabella 2). Dalle nostre ricerche risulta che i testi nel corpus si possono distribuire in 4 livelli di apprendimento, anche se rimane un gruppo di 23 testi sulle vignette per i quali non viene specificato il numero di anni di studio e che quindi abbiamo escluso dalla nostra analisi. Testi sulle 1º anno 2º anno 3º anno 4º anno Nº di testi Senza Nº vignette analizzati anno totale Amore 42 8 8 1 59 6 65 Scontro 14 16 16 3 49 2 51 Sogno 14 6 9 1 30 1 31 Stazione 6 1 1 8 11 19 Rana 1 8 9 2 11 Equivoco 1 1 2 1 3 Totale 77 32 33 15 157 23 180 Tabella 2. Classificazione dei testi sulle vignette per annualità 3. Analisi dei connettivi avversativi nel corpus In questo contributo abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul processo di acquisi- zione dei connettivi coordinativi avversativi. Le costruzioni avversative canoniche sono strutture coordinate nelle quali si instaura una sorta di contrasto tra due sintagmi, propo- sizioni, frasi o blocchi testuali (e non più di due, a differenza di altre strutture coordinati- ve, v. Scorretti 1988: 230; Flamenco 1999: 3855) connessi da una congiunzione. Questa si limita a esplicitare il rapporto di opposizione o contrasto che si stabilisce tra i conte- nuti proposizionali quando tale contrasto è facilmente dedotto dalla struttura semantica dei termini coordinati – è il caso di Non è veneto ma piemontese – oppure stabilisce il
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 55 suddetto contrasto quando il rapporto tra i membri coordinati o tra i contenuti presup- posti o inferiti dall’informazione proposizionale esplicita non risulta evidente: È povero ma felice; È molto bella ma troppo alta. In questi casi l’uso della congiunzione impone un’interpretazione specifica sia a quanto precede che a quanto segue il connettivo. Tutti i connettivi, tra i quali le congiunzioni avversative, insieme al loro contenuto semantico di carattere logico-argomentativo – che non è comunque equivalente a un si- gnificato lessicale pieno di tipo concettuale, posseggono anche un significato procedura- le, che permette di concepirli come un insieme di istruzioni per interpretare i frammenti testuali in cui vengono inseriti (Montolío 2001: 11-12). «El significado de los conectores consiste en una instrucción al receptor para que procese la información que sigue a la partícula conectiva manteniendo con la información precedente una determinada rela- ción» (Montolío 2001: 31) Ovviamente ognuno dei connettivi che segnano un rapporto di avversatività tra due componenti lessicali, frasali o testuali agisce sotto condizioni diverse e introduce sfuma- ture particolari nell’organizzazione argomentativa del testo (Ferrari 2005). Nel nostro corpus abbiamo trovato i connettivi avversativi più frequenti dell’italiano: ma, però, invece, eppure; sono invece completamente assenti altri come tuttavia, bensì, piuttosto. All’interno di questi connettivi considerati avversativi dalle grammatiche tradiziona- li, gli studiosi hanno stabilito diverse sottocategorizzazioni. È il caso dei chiamati con- nettivi i di sostituzione (invece, piuttosto) che più che un contrasto u opposizione tra due stati di cose indicano che uno stato di cose è sostituito total o parzialmente da un altro con il quale risulta incompatibili (Manzotti 2002). Nella Tabella 3 presentiamo le occor- renze trovate nel sottocorpus analizzato, classificate seguendo un criterio acquisizionale, cioè sulla base del tempo di studio della lingua italiana da parte degli autori dei testi: Nº Nº di Ma Però (Pero) Invece Eppure Mentre* di parole testi Tot Freq Tot Freq Tot Freq Tot Freq Tot Freq 1 77 9.009 57 0.006 9 0,001 8 0,0009 0 2 0,0002 anno 2 32 5.900 55 0.009 1 0,0002 3 0,0005 0 0 anni 3 33 5.590 40 0,007 5 0,0009 5 0,0009 0 - 1 0,0002 anni 4 15 3.079 24 0,009 3 0,0001 3 0,001 1 0,0003 0 - anni * con valore avversativo, non temporale Tabella 3. I connettivi avversativi nei testi degli apprendenti ispanofoni. Nonostante la differenza quantitativa tra i testi raccolti per il primo livello e per gli altri livelli, l’analisi delle frequenze relative di apparizione dei connettivi ci permette avanza- re le seguenti osservazioni preliminari: a) il connettivo ma è quello più frequente in tutti i livelli di apprendimento linguistico (ma anche nell’italiano L1, cfr. LIP), e si osserva un leggero aumento del suo uso nei livelli superiori.
56 Margarita Borreguero Zuloaga b) l’uso di però è molto più frequente negli apprendenti del primo livello, sicuramente a causa della sua somiglianza allo spagnolo pero – infatti in non pochi casi viene scritto senza l’accento grafico – e invece nei livelli superiori gli apprendenti tendono a evitarlo, perché, non essendo certi del suo uso, preferiscono un connettivo con un’ “aria” più italiana. c) il connettivo invece appare già dal primo livello, ma non si osserva un aumento significativo nel suo uso. d) la presenza di altri connettivi avversativi (eppure, mentre) è quasi inesistente in tutti i livelli. 3.1 Uso di ma 3.1.1 Livello frasale Essendo ma il connettivo più frequente ci è sembrato opportuno analizzare in detta- glio il tipo di strutture e valori con cui viene adoperato dagli apprendenti ispanofoni. Per la nostra analisi partiremo dalla distinzione di due tipi fondamentali di rapporto avversa- tivo, basati sul contrasto parziale o totale tra i membri della coordinazione: avversativa esclusiva e avversativa restrittiva (Flamenco 1999: 3855). A differenza dell’italiano che esprime entrambi rapporti con lo stesso connettivo ma, lo spagnolo usa due connettivi diversi: pero per l’avversativa restrittiva e sino per l’av- versativa esclusiva. Questi tipi e i loro sottotipi hanno ricevuto diversi nomi nella bi- bliografia specializzata italiana e spagnola (cf. Giuliani/Zonta 1983; Marconi/Bertinetto 1984; Scorretti 1988). Il primo tipo di rapporto avversativo, l’avversatività esclusiva, che nella tradizione gram- maticale italiana si conosce come ma oppositivo (Scorretti 1988) o correttivo-sostitutivo (Giuliani/Zonta 1983; Marconi/Bertinetto 1984), costituisce la negazione esplicita di un’in- formazione presentata precedentemente – infatti il primo membro della coordinazione ap- pare sempre negato – che viene considerata incompatibile con il secondo membro introdotto dalla congiunzione. L’opposizione può essere sia fattuale (Non era moro ma biondo, Non ho visto un cane ma un cavallo), che metalinguistica (Non ho detto ‘magro’ ma ‘pigro’). Da quanto risulta dall’analisi del corpus di apprendenti, sono molto scarse le occor- renze di questo tipo di ma (e d’altronde assolutamente inesistenti altri connettivi av- versativi specializzati in questo tipo di rapporto come bensì o anzi6). L’unico esempio appartiene a un apprendente con 4 anni di studio dell’italiano, è di tipo fattuale e il con- nettivo viene rafforzato da sì (scritto senza accento) che accentua l’opposizione con la negazione precedente: 6 Nonostante anzi venga considerato un connettivo avversativo in certe grammatiche (Dardano/Tri- fone 1985), è evidente anche la sua funzione come connettivo di riformulazione, in modo tale che il contrasto viene stabilito tra due formulazioni linguistiche di una stessa idea, come in questo esempio del corpus: [1] Sembrava più forte e non molto simpatico, anzi sembrava arrabbiato (Scontro, 2). 7 Nell’indicazione fra parentesi si indica il tipo di testo e il numero di anni che l’autore del testo ha studiato italiano. 8 Per uno studio in profondità di sino e in particolare del tipo di negazione che esige il suo uso, v. Flamenco (1999: 3868-3872).
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 57 [2] Il ragazzo non trova la rana ma si un gufo (Rana, 4)7 Il fatto che nella L1 di questi apprendenti questi rapporti vengono segnati da una con- giunzione diversa (sino8) può influire sulle difficoltà di acquisizione (si veda 2.5. per un caso di transfer), ma questa è un’ipotesi che avrebbe bisogno di un maggiore approfon- dimento e di un contrasto con altri tipi di testo, fondamentalmente argomentativi. Il secondo tipo di avversatività, l’avversatività restrittiva o ma limitativo (Marconi/ Bertinetto 1984), stabilisce unicamente un contrasto parziale, in modo tale che il secon- do membro della coordinazione semplicemente limita le implicazioni semantiche del primo. La maggior parte degli autori hanno distinto due tipi di avversatività restrittiva l’avversatività contro argomentativa e il ma valutativo L’avversatività controargomentativa (Montolío 1998, Portolés 1995, Flamenco 1999) o ma con valore di contrapposizione controaspettativa (Giuliani/Zonta 1983, Scorretti 1988). Si tratta di una costruzione classica per far progredire lo sviluppo argomentativo testuale, a differenza dall’avversatività esclusiva che non suppone una mossa argomen- tativa, ma una semplice riformulazione. Il secondo membro della coordinazione invalida la conclusione che si potrebbe estrarre del primo membro della coordinazione, sia in forma esplicita – argomentazione diretta o a tre termini: La gonna è molto bella (conclu- sione implicita: la compro) ma non la posso comprare – che in forma implicita –argo- mentazione indiretta o a quattro termini: La gonna è molto bella (conclusione implicita: la compro) ma troppo cara (conclusione implicita: non la compro). Si tratta del valore di ma più frequente in assoluto nel nostro corpus e in esso pos- siamo trovare sia usi argomentativi diretti che indiretti. Vediamo alcuni esempi di argo- mentazione diretta: [3] La donna non stava felice, l’ uomo è andato con lei, ma lei non vuole andare con lui (Amore, 1) [4] Faccio il segretario da una ditta ma ultimamente faccio il lavoro altri perchè i miei compagni sono in vacanze (Sogno, 2) [5] I due portavano un sacco di cose e avevano un cane, ma la situazione di ognuno era diversa (Scontro, 3) [6] Come il cervo andava correva molto veloce quando lui si ferma il bambino e il cane cadeno all’ acqua che aveva accanto il precipicio . Ma le due sono bene e loro non hanno dolore (Rana, 4) In questi casi, l’informazione che precede il connettivo guida le inferenze del lettore verso una conclusione che poi viene rifiutata in modo esplicito: l’uomo e la donna sono andati insieme in [3], chi parla ha un lavoro poco impegnativo e con poche responsabilità in [4], chi cade si fa male in [6] Nel caso delle argomentazioni indirette o a quattro termini, che sono ancora più fre- quenti nel nostro corpus, le conclusioni implicite inferite dall’informazione che offre il primo termine della coordinazione si appoggiano normalmente su topos, pregiudizi o idee diffuse in una comunità di parlanti (Anscombre / Ducrot 1983). Per esempio, nelle seguenti frasi: [7] lui leggeva il giornale tranquillamente e perchè portava degli occhiali ma lui era
58 Margarita Borreguero Zuloaga veramente forte e ha vinciuto a l’altro uomo (Amore, 1) [8] questa donna e bellisima, bionda, occhi blu ... ma è un po’ arraviata (Sogno, 1) [9] Lui si ha s’ è vergognato un poco ed ha cominciato a segnare alcuni documenti, ma seguiva pensando continuava a pensare alle vacanze (Sogno, 1) [10] Passando per la strada mi sono accorto che qualcuno veniva verso di me. Andai piu veloce, ma questa persona mi seguiva (Equivoco, 4) In [7] si assume il topos che un ragazzo con gli occhiali dedica troppo tempo alla lettura ed è fisicamente debole; in [8] che una donna bellissima e di aspetto angelicato (bionda, occhi blu) deve essere dolce; in [9] che chi lavora su documenti è concentrato in quello che fa. Si osservi che in nessun caso si nega l’informazione precedente, unicamente le conseguenze che se ne potrebbero derivare sulla base dei topoi comuni. Il secondo tipo di avversatività restrittiva, chiamata anche ma valutativo (Giuliani/ Zonta 1983) o ma valoristico (Scorretti 1988), presuppone una scala argomentativa nella quale si situano le due proposizioni coordinate. Una delle due proposizioni deve apparire negata, normalmente quella che introduce l’elemento che si colloca in posizione supe- riore nella scala. Questa proposizione negata può occupare sia il primo membro della coordinazione: [11] Lo spettacolo non è stato grandioso, ma interessante che il secondo: [12] Lo spettacolo è stato interessante, ma non grandioso «Cuando el elemento escalarmente inferior ocupa el segundo miembro de la construc- ción, suele venir destacado por expresiones como al menos, por lo menos, como mínimo, etc. que aportan una evaluación positiva al conjunto» (Flamenco 1999: 3866). [13] Lo spettacolo non è stato grandioso, ma almeno era interessante [14] Non ho finito la tesi di laurea, ma almeno ho finito gli esami Questo secondo tipo di avversatività restrittiva è praticamente assente del corpus esami- nato. Tuttavia abbiamo reperito qualche esempio, come [15], dove si afferma la perdita dell’elemento superiore di una scala (la spesa), ma questa perdita viene limitata con l’indicazione, introdotta da ma almeno, che alcuni elementi della spesa (i regali per i bambini) sono stati recuperati. [15] Finalmente, ambe e due tornarono a casa con gli occhi gonfiati e senza la spesa, ma almeno portarono i regali per i suoi bambini (Scontro, 1) 3.1.2 Livello testuale A parte gli usi e i valori descritti nella bibliografica scientifica per il livello frasale, nel nostro corpus abbiamo individuato altri valori sviluppati da ma come connettivo tra blocchi testuali. In questa funzione ma occupa di solito la posizione iniziale di una frase
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 59 complessa il cui contenuto semantico stabilisce un contrasto con l’informazione offerta dalla frase o frasi precedenti. Abbiamo osservato che gli apprendenti ispanofoni usano molto frequentemente il ma testuale per introdurre una nuova situazione rispetto a quella presentata in prece- denza, cioè un cambiamento di focus informativo (Andorno 2005, 2008a)9. In alcuni casi appare accompagnato da un avverbio che indica che si tratta di cambiamenti ina- spettati, come subitamente, ma nella maggior parte dei casi precede un’espressione temporale. Gran parte degli esempi provengono da testi che descrivono: a) la serie di vignette chiamata Sogno, dove un sogno veramente idillico di vacanza al mare viene bruscamente interrotto dagli urli del capoufficio; b) la serie di vignette chiamata Rana dove una rana scappa di notte dalla camera di un bambino e questo la cerca disperatamente. Vediamone alcuni esempi: [17] Lui Tutte e la donna si miravano e sembravano le vacanze. Ma subitamente la donna l’ uomo ha cominciato a parlare forte e di una xxxx arrabbiata. Per[c]iò l’ uomo è stato che stava xx surpriso delle parole delle donna arrabbiata. Ma subitamente lui ha visto la vera donna che era arrabbiata: la sua capo (Sogno, 1) [18] L’ altro giorno al lavoro laboro un uomo pensava che era rico e si comprava un barco per navegare con una bella bionda. Lui portava una camiceta e xx un cappello è lei portava un bikini. Ma la il suo sogno ragazza cominziava a parlare molto enojata e lui non sapeva che cosa succediva, allora la ragazza bellissima non era simpattica con lui (Sogno, 1) [19] Io guidava e le due erano eravamo contenti. Ma in questo momento la donna bion- da s’ se ha annoiato ed ha comminciato a dirmi cose che non capivo (Sogno, 1) [20] Paolo è molto felice con la sua nuova amica, pasano il giorno e la notte insieme. Ma durante una notte , mentre Paolo sta dormendo , Luna decide di scaparsi (Rana, 4) [21] Lui amava molto sua rana e tutte le notte la osservava prima di andarsene in letto. Ma una notte, quando Gianni era dormendo la rana é fugita dil suo barattolo (Rana, 4) [22] Il bambino dorme nel letto e la rana è in un barattolo ma nella mattina la rana si è andata (Rana, 4) [23] Il bambino è molto felice perché è la prima volta che lui lui a una rana è lui vuole conservarla molto tempo . Ma un succeso terribile passa la mattina seguente quando lui se sveglia e guarda che la rana è fugita (Rana, 4) In alcuni casi, si direbbe che questo connettivo avversativo è l’unico ricorso lingui- stico di cui l’apprendente dispone per imprimere un carattere dinamico alla situazione descritta e la sua presenza è fortemente ricorrente: [24] Lui si é preocupato molto e a cominciato a cercarla buscarla per tutta la stanza, ma lei non appareceva. Dopo, lui a deciso di cercarla a l’ exteriore della casa. Il perro e lui saltano per la finestra e fugino al bosque. Quando sono arrivati sul bosque Gianni a cominciato a chamarla: “- Rana, Rana!!!” ma la rana non dava signali di vita. Loro cercano à diversi luoghi . Gianni mira nel suelo mai l’ unica cosa che trova é un topo. Il perro crede che la 9 La stessa funzione può venire svolta nel livello frasale: [16a] Tutto era perfetto, ma la donna ha comminciato a arrabiarsi, io non capiscavo niente (Sogno, 1) [16b] Tutto era bene ma mia la moglie ha diventato molto furiosa (Sogno, 1)
60 Margarita Borreguero Zuloaga rana é dentro di un alvelare e comincia a ladrare, ma l’ alvelare cade e tutti i api escono e proseguono il perro . Mentre questo ocurreva Gianni cercava la piccola rana dentro di un arbero , ma con il rumore suono degli api un gufo che abitava lí si é svegliato e a cominciato a proseguire Gianni. Gianni si é refugiato sul una petra e il gufo sembra di calmarsi. Gianni segue buscando la sua rana y la chiama sulla petra, ma dietro della petra aveva un ciervo oculto che arrastra Gianni sulla sua testa (Rana, 4) Nei testi degli apprendenti di un livello superiore, si osserva la apparizione di altri mec- canismi linguistici per introdurre il cambio di focus, come per esempio avverbi e locu- zioni avverbiali come all’improvviso. Tuttavia è possibile riscontrare ancora occorrenze di ma in questa funzione testuale: [25] L’ altro giorno al lavoro Marco si stava immaginando che era fosse in vacanze . Immaginava di essere in una nave accompagnato da una bellissima ragazza bionda. All’ improvisso la ragazza si è messa a gridarlo tutta arrabbiatta . Marco non capiva niente. Ma dopo qualche secondi si è resso conto che la bellissima bionda dei suoi pensieri era la sua capo, che gli stava rimproverando la sua mancanza di concentrazione al nel ra lavoro (4) [26] Paolo e Maxi non hanno più speranze di incontrare Luna quindi e loro rigreserenno rigresarenno alla sua casa tristissimi ma, ripentinamente Paolo sente un rumore e capite che è Luna (4) Un secondo uso testuale del ma è stabilire un contrasto tra due elementi descritti, il che è specialmente frequente nel caso dei testi prodotti a partire dalla sequenza di vignette Scontro, dove vengono comparati due uomini e due cani: [27] L’ uomo de sinistra portavo una bicicletta dove portavo un sacco di cose, e anche un cane. L’ altro uomo portava anche un cane, ma più grande e pericoloso, varie borse (Scon- tro, 3) [28] L’ uno era un uomo sui 30 anni che portava una bicicleta. Era basso, aveva un cane e portava occhiali da sole. L’ altro era un po’ più vecchio del primo. Era altissimo e forte, y aveva pure un cane, ma un cane più grande e grosso del cane del primo uomo (Scontro, 4) [29] Il suo compagno era un cane canino piccolo e carino. Anche si puo vedere una donna in la ventana. Il uomo portaba shorts e una camiceta. Lui è bayo e magro e porta occhiali scuri. L’ altro uomo portava cosa che bisogna per faccere un campamento: oggetto per cucinare, mangia, cosi cosa per giocare (come una pelota). Il suo compagno è anche un cane, ma molto robusto e aggressivo. (Scontro, 1) Lo stesso connettivo si usa spesso per mettere in evidenza quanto sono sbagliate le credenze o le aspettative dei protagonisti della narrazione e quindi la connessione non si stabilisce più a livello di stati di cose, ma tra opinioni, credenze o aspettative10: [30] Subito, Superman ha visto a gli affidanzati e penso gue Luigi voleba maletrattanto a Francesca, e ho datto un forte colpo a Luigi , pensando che faceba proprio il bene. Ma Superman no staba in quello accertato, gue Franceso si arrabiò tantisimo con Superman, 10 Andorno (2008: 488-489), seguendo Hengeveld, parla in questo caso di livello proposizionale in contrasto con un livello di predicazione che concerne esclusivamente i rapporti tra stati di cose.
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 61 perche il suoragazzo staba distrutto. [31] Guido era molto contento perchè credeva che abbia aveva aiutato la ragazza e che lei non era mai in pericolo. Ma, poi la ragazza si è arrabiata moltissimo [32] Io pensavo che la donna era contenta ma mi ha detto che quel uomo che avevo col- pito era il suo marito e che solo stavano giocando 3.1.3 Appunti su ma segnale discorsivo Vorremmo infine segnalare che abbiamo trovato alcuni esempi di ma segnale discor- sivo con funzione interazionale in due testi di un apprendente del primo anno. È mol- to significativo che l’acquisizione delle funzioni discorsive di ma, sia come connettivo logico-argomentativo che come elemento con funzione interazionale si svolga in modo parallello, come abbiamo avuto occasione di mostrare altrove (Borreguero i.c.s) e non una dopo l’altra come risultava dai dati del progetto Pavia esaminati da Ferraris (2004). Negli esempi riportati, ma compie una doppia funzione interazionale: da una parte, costi- tuisce un meccanismo di presa di turno, dall’altra manifesta sorpresa (funzione reattiva) di fronte alla situazione verificatasi nel primo caso o alle parole dell’ interlocutore nel secondo caso: [33] La dona ha ditto: ma che hai fatto. È il mio fidanzato. El mio amico no ho capito niente: ma che dichi (Amore, 1) [34] E io ho detto: Scusi, ma io pensava che questo era un segresto; La prossima volta non faro niente (Amore, 1) 3.2 Uso di però La principale differenza tra ma e però è che quest’ultimo non può «comparire nelle avversative tra SN, SP, quantificatori e avverbi di grado, in cui un membro coordinato deve essere negato esplicitamente» (Scorretti 1988: 262). Inoltre, a differenza di ma, però – come tuttavia ed eppure – non può segnalare un rapporto di avversatività esclusi- va (Dardano/Trifone 1985: 323; cfr. [33]). Il suo uso è solo ammissibile quando si tratta di avversatività restrittiva. [35] *Non sono venuti Marco e Luigi, però Andrea e Piero [36] Sono venuti Marco e Luigi, ancora però non li abbiamo visti Come abbiamo anticipato, l’acquisizione di però come connettivo avversativo è senz’altro difficile per gli apprendenti ispanofoni data la prossimità con il pero spagno- lo, che equivale al ma italiano nei casi di avversatività restrittiva, anche se si trovano dei casi dove l’uso di però è corretto. Si veda l’esempio seguente, in cui così va inteso come ‘anche’. [37] Aveva così un cane, però più grande e pericoloso che il primo (Scontro, 3) Tuttavia il dato che mette in evidenza in modo cospicuo le difficoltà di acquisizione di questo connettivo è il fatto che non si trovano esempi di però in una posizione diversa
62 Margarita Borreguero Zuloaga dalla posizione iniziale assoluta. Come ci ricorda Serianni (1989: 538), nonostante la sua libertà di posizione, la norma ottocentesca preferiva situare questo connettivo dopo una o due parole e non in posizione iniziale assoluta. Invece in tutte le occorrenze estratte, però occupa la posizione rigida di inizio di proposizione, tipica di ma e del pero spagnolo, sia a livello frasale che testuale (cf. Carrera 2000: 183-184, 544): [38] Quest’ uomo portava anche anche con se un cane, però questo cane era grande e faceva paura (Scontro, 1) [39] Non camminavano insieme, ogn’ uno parcorreva una strada differente, però le strade s’ incrociabbano (Scontro, 3) [40] Allora, il uomo che legge il giornale guarda al uomo e se arrabiata perchè è molto cattivo con la bella donna e decide aiutar alla donna. però la bella do donne è triste quando vede guarda all suo fidanzatto nell terra e se arrabiata troppo con il uomo che leggeba il giornale perche lei è innamorata del uomo della pallestra (Amore, 1) Nella bibliografia scientifica consultata non abbiamo trovato una descrizione esaustiva delle differenze di uso tra ma e però che vengono considerati praticamente come connet- tivi equivalenti nelle avversative restrittive, anche se siamo convinti che un madrelingua italiano noterebbe subito certa stranezza nell’uso di certi però trovati nei testi esaminati e di cui riportiamo alcune esempi: [41] Una signora, spaventata, comincia a gridare però al vedere che non poteva fare nien- te si nasconde a casa sua…(Amore, 1) [42] Lui sente che il suo cuore cada a il suo stomaco. in un breve momento di coraggio, lui si gira, preparato per difendersi con la sua canna nella mano. Però lui esala e quasi si crolla. Davanti a lui c’è un agente di polizia e nelle sue mani il signore vede il suo cappello a cilindro che lui aveva dimenticato nel ristorante (Equivoco, 2) [43] Portava due sacche, una palla e uno zaino. Il suo cane era grande grasso come lui. Però senza che si rendessero conto, si sono scontrati. Che casino! (Scontro, 4) In alcuni casi, però è l’unico connettivo avversativo che compare nel testo, addirittura in testi prodotti da apprendenti con 4 anni di studio dell’italiano, ma come si può osservare nei seguenti esempi, sia la posizione e la funzione di contrasto a livello frasale nella pri- ma occorrenza che la posizione e la funzione di cambiamento di focus a livello testuale nella seconda occorrenza, corrisponde al ma degli esempi precedenti. [44] Lui la ricerca richerca per tutta la stanza però la rana non è nella stanza. Anche lui la chiama per la finestra e il suo cann cade. Il bambino e il suo canne cercano la sua rana . Però loro trovano un’ alvere con molti api. Anche loro trovano uno gufo , un ciervo e altro animal (Rana, 4) Il vacillare tra la congiunzione spagnola e quella italiana è ancora più ovvio quando si dimentica la corretta grafia italiana, come in [45] Luigi, l’uomo altro era più grande, pero anche a lui non gli piaceva molto la città e per questo veniva da campagna con suo cane “Rox” (Scontro, 3)
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 63 o quando l’apprendente sente la neccesità di rafforzarlo con un altro connettivo in una collocazione inaccettabile nell’italiano standard: [46] In questo lavoro è anoiatto e sogna con il mare... imagina che è in yatch con una bel- lisima donna. questa donna e bellisima, bionda, occhi blu... ma è un po’ arraviata, però ma Nicolò è felice così, perchè è inna|morato. ogni giorni immagina a questa donna in bikine e pareo in mare (Sogno, 1) 3.3 Invece A differenza di quanto osservato per però, l’acquisizione di invece non sembra pre- sentare problemi rilevanti (a parte qualche errore di grafia). Le percentuali di frequenza sono simili a quelle di però già dai primi livelli, dato da segnalare visto che non esiste in spagnolo nessun connettivo avversativo fonologicamente simile e funzionalmente equivalente (en vez de funziona in spagnolo in tutt’altro modo è equivalente solo alla congiunzione subordinante invece di in certi contesti)11. Tuttavia è possibile osservare una progressiva padronanza del suo uso (cfr. [47], [48]). [47] Totti sonno per il piano e i uomini sono nervosi e arrabiati, comincianno a gridare e una mogle nasconde perquè lei ha paura invece lei ha i globi più pomeriggio tarde i uomini vado via (Scontro, 1) [48] Troppo è troppo bene, dopo la mia mogle cominza a gridare perquè io sono sta arra- biata io non capisco niente, invece non è la mia mogle è mi capa, lei e arrabiata perquè io sono nelle nuvole (Sogno, 1) Per quanto riguarda la posizione, si trova sia in posizione iniziale di proposizione che dopo un connettivo [51] o dopo la posizione iniziale assoluta [49]; questa mobilità in- dica, a nostro parere, che il processo di acquisizione è molto più avanzato di quello osservato per però: [49] Giorgio aveva un cane piccolo che si chiamava Rufo e gli piaceva portarlo a fare paseggiate. Lucio invece era disoccupato, aveva molto soldi perchè i suoi genitori erano ricchi (Scontro, 1) [50] Uno era magro, l’ altro invece grosso (Scontro, 2) [51] La donna, che stava guardandolo tutto dalla finestra, ha preso velocemente i pallon- cini di Mickey Mouse, e il piccolo gattino, invece, ha preso un paio di calze che ha trovato (Scontro, 3) [52] Un uomi sta arrabiato con la sua ragazza, io sto leggendo il giornale e vado in a aito della ragazza, io colpisco al ragazzo e invece la raggazza grida (Amore, 1) L’uso della locuzione preposizionale con funzione di congiunzione subordinante invece 11 Infatti nel già menzionato studio previo sui connettivi avversativi in un corpus di italiano parlato, abbiamo trovato occorrenze di invece unicamente nelle interazioni di apprendenti di livello supe- riore (Borreguero i.c.s). In linea di massima e come conseguenza logica del tempo a disposizione per la pianificazione discorsiva, il numero di connettivi presenti nei testi scritti è superiore di molto rispetto al numero di quelli osservabili nei testi parlati degli apprendenti.
64 Margarita Borreguero Zuloaga di 12 davanti all’infinito non sembra creare dei problemi neanche ai primi livelli, anche se si trovano sempre eccezioni come [55]: [53] Giacomo e Santino discuterono invece di risolvere il conflitto pacificamente (Scon- tro, 1) [54] Perciò, invece di discutire, hanno preso le loro cose e sono andati a prendere qualco- sa da bere (Scontro, 4) [55] Si cambiarono i libri da nuovo ma, questa volta, invece tornare a casa di subito, andarono prendere un caffè (Scontro, 2) Abbiamo trovato anche qualche caso di rinforzo dell’avversatività con ma: [56] Una signora che guardava dalla fenestra pensò che i due stavano per discutere e gri- darsi l’ uno all’ altro, ma invece i due si aiutarono a mettere le cose nello zaino e si fecero molto amici (Scontro, 3) anche se la collocazione non è sempre giusta: [57] Una volta lei è era già stata liberata di quell’ uomo, aspetava, come heroe che era, che mi ringrazara per averla aiutato. Invece ma la dona ci guarda primo l’ all’ uomo poi me, e comincia a gridare (Scontro, 3) 3.4 Altri connettivi avversativi Come abbiamo accennato sopra, la presenza di altri connettivi è molto ristretta nel corpus e si limita ad un unico caso di eppure in un testo di un apprendente del 4 anno, che peraltro dimostra scarsa padronanza del suo uso: [58] Una donna che era affaciata sulla finestra se ne è approffitata della situazione e ha pres- so tutte le cose che ha potuto. Eppure adirittura Un cane che c’era sulla finestra, adirittura, ha presso una delle cose che gli si avevano caduto a questi uno uomini (Scontro, 4) Come sappiamo il rapporto di avversatività tra due proposizioni può stabilirsi sulla base dei rispettivi contenuti semantici, non essendo sempre necessaria la presenza del connet- tivo avversativo e potendosi connettere per mezzo di un altro tipo di congiunzione. Per esempio, la congiunzione copulativa e come in [48]: [59] È molto ricco e molto infelice di cui è possibile trovare anche qualche esempio nel nostro corpus: [60] Il bambino dorme nel letto e la rana è in un barattolo (Rana, 4) 12 Per uno studio approfondito sul rapporto logico tra gli stati di cose collegati da invece di, cfr. Man- zotti (2002).
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 65 L’uso di un nesso temporale come mentre o quando per stabilire un contrasto tra due si- tuazioni diverse implica una maggiore capacità di dominio dei connettivi avversativi (si tratta ancora una volta di comparare i due uomini protagonisti della vignetta Scontro): [61] Mentre il primo portava botiglie, frutta e una borsetta di da gino, L’ altro portava una borsetta del supermercato e non si sa cosa aveva nel nello suo grandissimo zaino (Scontro, 3) [62] Giacomo e Santino discuterono invece di risolvere il conflitto pacificamente. Giaco- mo prese un salsiccione ed un libro come se fossero una spada ed uno scudo, mentre che Santino litigò usando le salsiccie e la palla da calcio (Scontro, 1) [63] quando pensava avere stato un superman in azione, la donna mi ha detto Cosa hai fato con il mio amore? (Amore, 1) 3.5 Alcuni fenomeni di transfer Marginalmente si trovano altre locuzioni preposizionali che cercano di marcare il contrasto tra due situazioni e che risentono di fenomeni di transfer come per il contrario (sp. por el contrario) [64] Per il contrario, ha urlato fortemente e ha detto che questo uomo era il suo fidancia- to e che lui solo stava giocando, che no le faceva male o connettivi avversativi “trasferiti” direttamente dallo spagnolo, come sino che viene usato per indicare l’avversatività esclusiva e quindi preceduto da una frase negativa. Come abbiamo accennato sopra, il fatto che non esista un corrispettivo italiano diver- so da ma (con l’eccezione di bensì che è però introdotto solamente nei corsi superiori e appartiene a un registro linguistico alto) può essere una delle possibili cause sia della as- senza di avversative esclusive nei testi esaminati, sia del ricorso a sino nei primi livelli: [65] Pero, ho comminciato ad capire quando ho visto che non era la bellisima raggaza bionda che era arrabiata, sino la mia capo che voleva vedermi lavorare e non imaginando i miei viaggi. Infine segnaliamo che gli apprendenti ispanofoni ricorrono anche, per segnalare contra- sti e opposizioni, alla congiunzione subordinata concessiva nonostante, usata come no obstante spagnolo in posizione parentetica e quindi non ipotattica: [66] Li ho dato un colpe terribile nella alla testa e dopo dopo alcune secunde l’ uomo grande steva per terra. Nonostante la donna non era felice, piangieva moltissimo mentre guardava al poverino uomo in terra (Amore, 1). [67] Nonostante, ambe e due non tornarono a casa pacificamente perchè si scontrarono subitamente all’ angolo di una casa (Scontro, 1) 4. Conclusioni Dai dati estratti dal corpus e dall’analisi condotta è possibile trarre le prime conclu- sioni, senza dubbio da approfondire ulteriormente, riguardanti l’acquisizione dei con-
66 Margarita Borreguero Zuloaga nettivi avversativi dell’italiano LS/L2 da parte degli apprendenti ispanofoni. Come abbiamo visto, questi elementi appaiono sin dai primi momenti del processo di acqui- sizione sia a livello frasale che testuale. Nel caso di ma, su cui ci siamo particolarmen- te soffermati, vengono sfruttate non solo la sua funzione logico-argomentativa come elemento che segnala il contrasto, l’opposizione tra due proposizioni o blocchi testuali, ma anche la sua funzione metatestuale che struttura l’informazione, in particolare il cam- bio di topic. Tuttavia, questo rapido processo acquisizionale dopo i primi livelli di apprendimento si frena bruscamente nei livelli superiori, fino al punto che non si osserva nessuna pro- gressione sia per quanto riguarda il numero di connettivi acquisiti – ridotti in pratica a ma, però, invece – sia in relazione ai valori semantici e alle funzioni svolte da questi. Ad esempio, il ma restrittivo o limitativo con valore di controaspettativa si mantiene come il valore più frequente, mente gli altri due valori di ma – quello contrappositivo o esclusivo e quello limitativo con carattere valutativo – sono quasi inesistenti nei testi degli appren- denti del primo come del quarto anno. D’altra parte, a livello frasale, ma viene usato quasi esclusivamente per connettere proposizioni e non elementi appartenenti alla stessa struttura predicativa, il che è forte- mente collegato con l’assenza del valore contrappositivo che compare il più delle volte all’interno della predicazione. Con alcune eccezioni (cf. esempi [4], [30] e [32] sopra), il contenuto semantico delle proposizioni fa riferimento a fatti o stati di cose e raramente si trovano connessioni tra frammenti testuali esprimenti contenuti modali epistemici, do- xastici, deontici, ecc. e meno ancora tra atti linguistici, in contrasto con quanto riportato in Andorno (2008a), anche se sicuramente la tipologia dei testi analizzati – il fatto che si tratti in tutti i casi di testi narrativi – gioca un ruolo determinante in questo senso. Inoltre gli apprendenti ispanofoni mostrano una particolare difficoltà nell’acquisizio- ne di però, che in un primo momento del processo di apprendimento linguistico iden- tificano con il pero spagnolo e in fasi posteriori, diminuisce drasticamente nelle loro produzioni scritte, mentre cresce l’incertezza sul suo uso corretto. Dunque gli apprendenti ispanofoni, dopo quattro anni di studio dell’italiano, usano unicamente due connettivi avversativi: invece, che possono adoperare solo per stabilire un contrasto tra due situazioni indipendenti; e ma, ridotto però al suo principale valore argomentativo: la restrizione delle aspettative o conclusioni che si potrebbero inferire dal membro del discorso che lo precede, anche se limitato al livello fattuale. Non sono capa- ci di esprimere un rapporto di contrapposizione tra due elementi appartenenti allo stesso schema predicazionale e solo con molte difficoltà riescono a usare il connettore avver- sativo per ordinare gerarchicamente i contenuti semantici della frase o per esprimere giudizi sui fatti. In questo senso, bisogna ricordare che «lo sviluppo nell’uso di lessemi appartenenti alla classe dei connettivi comporta un percorso che non investe solo il loro ingresso nel lessico [...] né solamente l’apprendimento del loro valor semantico [...] ma anche o soprattutto l’espansione dei contesti d’uso» (Andorno 2008a: 505). A partire da queste prime osservazioni sembra necessario riflettere sulla pratica di- dattica concernente gli aspetti testuali in italiano LS/L2 (Guil/Pernas/Borreguero i.c.s.) e concretamente sulla inadeguatezza dei metodi e materiali adoperati in aula per la pre- sentazione e la pratica dei connettivi nelle produzioni orali e scritte. Perfino in manuali recenti sulla didattica dell’italiano scritto (Pallotti 1999, Beltramo 2000), lo spazio riser- vato agli elementi di connessione è minimo.
Connettivi avversativi nei testi scritti da apprendenti ispanofoni di italiano 67 Bibliografia Andorno, C. (2005), ‘Additive and Restrictive Particles in Italian as a Second Language’ in H. Hendricks (a cura di), The Structure of Learner Varieties. De Gruyter, Berlin, pp. 405-444. Andorno C. (2007a), ‘Apprendere il lessico: elaborazione di segnali discorsivi (sì, no, così)’, in M. Chini et al. (a cura di) (2007), Atti del 6º Congresso Internazionale dell’Associazione Italiana di Linguistica Applicata, Napoli 9-10 febbraio 2006. Guerra, Perugia, pp. 95- 121. Andorno, C. (2007b), ‘Strutturare gli enunciati e gestire l’interazione in italiano L2. L’uso dei connettivi anche, invece, ma, però’ in A. M. De Cesare, A. Ferrari (a cura di) (2007), Lessico, grammatica, testualità. Acta Romanica Basiliensia, 18, 2007, pp. 223-243. Andorno, C. (2008a), ‘Connettivi in italiano L2 fra struttura dell’enunciato e struttura dell’interazione’ in G. Bernini, L. Spreafico, A. Valentini (a cura di) (2008), Competenze lessicali e discorsive nell’acquisizione di lingue seconde. Guerra, Perugia, pp. 481-510. Andorno, C. (2008b), ‘Interazione nativo / non nativo in italiano L2: strumenti per la pianifi- cazione dialogica’ in M. Pettorino, A. Giannini, M. Vallone, R. Savy (a cura di) (2008), La comunicazione parlata. Atti del Congresso Internazionale (Napoli, 23-25 febbraio 2006). Liguori, Napoli, pp. 1470-1488. Andorno, C. (2008c), ‘Entre énoncé et interaction: le rôle des particules d’affirmation et négation dans les lectes d’apprenants’ in C. Dimroth, M. Lambert (a cura di) (2008), La structure informationnelle chez les apprenants L2. Acquisition et Interaction en Lange Étrangère, 26, pp. 175-190. Anscombre, J.C.; Ducrot, O. (1983), L’argumentation dans la langue. Pierre Mardagar, Bruxelles. Bardel, C. (2003), ‘I segnali discorsivi nell’acquisizione dell’italiano L2’ in C. Crocco, R. Savy, F. Cutugno (a cura di) (2003), API: Archivio del Parlato Italiano, Napoli, CIRASS [DVD], 2004. Bardel, C. (2004a), ‘La pragmatica in italiano L2: l’uso dei segnali discorsivi’ in F. Albano Leoni, F. Cutugno, M. Pettorino, R. Savy (a cura di) (2004), Il parlato italiano. Atti del convegno nazionale (Napoli 13-15 febbraio 2003). D’Auria, Napoli, [CD-Rom]. Bardel, C. (2004b), ‘L’apprendimento dell’italiano come L3 di un apprendente pluringue. Il caso del sistema verbale’ in M. Metzeltin (2004) (a cura di), Omaggio a Jane Nystedt. Drei Eidechsen, Wien, pp. 17-30. Bardel, C. (2006), ‘La connaissance d’une langue étrangère romane favorise-t-elle l’acquisition d’une autre langue romane? Influences translinguistiques dans la syntaxe d’une L3’, in Acquisition et Interaction en Langue Étrangère, 24, pp. 149-180. Bazzanella, C. (1995), ‘I segnali discorsivi’ in L. Renzi, G. Salvi, A. Cardinaletti (a cura di) (1995), Grande grammatica italiana di consultazione, vol. III: Tipi di frase, deissi, for- mazione delle parole. Il Mulino, Bologna, pp. 225-257. Bazzanella, C. (2005), Linguistica e pragmatica del linguaggio. Laterza, Roma-Bari. Bazzanella, C.; Borreguero Zuloaga, M. (in stampa), Allora e entonces: problemi teorici e dati empirici in Oslo Studies in Languages. Beltramo, M. (2000), Abilità di scrittura. Paravia, Torino. Berruto, G. (2001), ‘L’emergenza della connessione interproposizionale nell’italiano di im- migrati. Un’analisi di superficie’ in Romanische Forschungen, 113, pp. 1-37.
68 Margarita Borreguero Zuloaga Bini, M.; Pernas, A. (2008), ‘Marcadores discursivos en los primeros estadios de adquisición del italiano L2’ in R. Monroy, A. Sánchez (a cura di) (2008), 25 años de Lingüística Aplicada en España: hitos y retos. Actas del VI Congreso de la Asociación Española de Lingüística Aplicada (AESLA), Murcia: Edit.um. [CD-Rom], pp. 25-32. Borreguero Zuloaga, M. (in stampa), ‘L’espressione dell’avversatività nell’interazione dia- logica degli apprendenti ispanofoni di italiano L2’ in A. Ferrari et al. (a cura di), Sintassi storica e sincronica dell’italiano: subordinazione, coordinazione, giustapposizione. Atti del XI Convegno Internazionale della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana. Franco Cesati, Firenze. Casula, S. (2005), ‘I segnali discorsivi nell’interlingua degli immigrati senegalesi’ in A. Det- tori (a cura di), Lingue e cultura a contatto. Quaderni del Dipartimento di Linguistica ed Stilisticas dell’Università di Cagliari, 4, pp. 75-92. Carrera, M. (2000), Curso superior de italiano (Parte teórica). Ariel, Barcelona. Corino, E.; Marello, C. (2009), Italiano di apprendenti. I corpora VALICO e VINCA. Guerra, Perugia. Dardano, M.; Trifone, P. (1985), La lingua italiana. Zanichelli, Bologna. Ferrari, A. (2003), Le ragioni del testo. Aspetti morfosintattici e interpuntivi dell’italiano contemporaneo. Accademia della Crusca, Firenze. Ferrari, A. (2005), ‘Connettivi e struttura del testo’ in I. Korzen (a cura di), Lingua, cultura e intercultura: l’italiano e le altre lingue. Samfundslitteratur Press (Copenhagen Studies in Language 31), Copenhagen, pp. 191-204. Ferraris, S. (2001a), ‘I connettivi causali nelle varietà di apprendimento di italiano L1 e L2’ in Studi italiani di linguistica teorica ed applicata, xxxi: 2, pp. 337-70. Ferraris, S. (2001b), ‘Text organisation in Italian L2 learning varieties’ in eurosla Yearbook, 1: 1, pp. 225-237. Ferraris, S. (2004), ‘Come usano ma gli apprendenti di italiano L1 e L2’ in G. Bernini, G. Ferrari, M. Pavesi (a cura di) (2004), Atti del 3º congresso di studi dell’Associazione Ital- iana di Linguistica Applicata, Perugia 21-22 febbraio 2002. Guerra, Perugia, pp. 73-91. Flamenco Pérez, L. (1999), ‘Las construcciones concesivas y adversativas’ in I. Bosque, V. Demonte (a cura di) (1999), Gramática descriptiva de la lengua española. 3. Entre la oración y el discurso. Morfología. Espasa, Madrid, pp. 3805-3878. Giacalone Ramat, A. (1993), ‘Italiano di stranieri’ in A. A. Sobrero (a cura di) (1993), In- troduzione all’italiano contemporaneo. La variazione e gli usi. Laterza, Roma, pp. 341- 409. Giacalone Ramat, A. (1999), ‘Functional typology and strategies of clause connection in second language acquisition’ in Linguistics, 37, pp. 519-548. Giacalone Ramat, A. (a cura di) (2001), Verso l’italiano. Carocci, Roma. Guil, P. (2009), ‘Segnali discorsivi come meccanismi di intensità in italiano L2’ in C. Bazza- nella, B. Gili Fivela (a cura di) (2009), Fenomeni di intensità nell’italiano parlato. Franco Cesati, Firenze, pp. 223-241. Guil, P. (in stampa), ‘Interazione orale di apprendenti ispanofoni di italiano L2: usi e funzioni di e incipitaria’ in A. Ferrari et al. (a cura di), Sintassi storica e sincronica dell’italiano: subordinazione, coordinazione, giustapposizione. Atti del XI Convegno Internazionale della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana. Franco Cesati, Firenze. Guil, P.; Bazzanella, C.; Bini, M.; Pernas, P.; Gil, T.; Borreguero, M.; Pernas, A.; Kondo, C.; Gillani, E. (2008), ‘Marcadores discursivos y cortesía lingüística en la interacción de
Puoi anche leggere