Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
Corso di laurea in Design e comunicazione visiva

           Anno accademico 2020/21

Design per la fruizione
digitale del patrimonio
culturale.
Analisi di strumenti, competenze,
e nuovi ruoli del designer nei
processi di valorizzazione dei
beni culturali attraverso il mezzo
digitale.

       Candidato: Valerio Obino

       Relatore: Marco Bozzola

       Correlatore: Lorenzo Savio

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
Introduzione
L’Italia è il paese con il maggior numero di siti UNESCO patrimonio dell’umanità.
Questo dato è indicativo dell’importanza del patrimonio culturale del nostro
paese, non solamente per la quantità di beni riconosciuti estremamente elevata,
ma anche per le opportunità che ciò offre. Saper sfruttare al meglio il patrimonio,
infatti, significa contribuire allo sviluppo di una società sotto vari punti di vista; a
partire dal grado di istruzione e di consapevolezza dei cittadini, passando per la
maggiore coscienza della propria cultura, fino ad arrivare al ritorno economico
che, come si è dimostrato, è possibile ottenere da una buona gestione del
patrimonio culturale. La valorizzazione del patrimonio, dunque, deve evolvere
e saper sfruttare tutte le possibilità offerte dal mondo contemporaneo per
riuscire a comunicare i propri valori ad un pubblico sempre più vasto e globale e
rendersi accessibile a tutte le classi sociali al fine di contribuire al miglioramento
dell’intera società. Nel periodo storico che stiamo vivendo, reso unico dall’attuale
crisi sanitaria, molti settori hanno sfruttato le possibilità offerte dagli strumenti
digitali disponibili e il settore della cultura non è stato da meno. Questa situazione
infatti ha rappresentato un forte impulso all’implementazione dell’utilizzo di tali
strumenti per i musei che intendono portare avanti la propria mission anche se gli
utenti non possono usufruire di esperienze dirette.
Lo scopo dello studio è quello di analizzare in primo luogo lo stato della
digitalizzazione del patrimonio culturale italiano messa in atto da parte dei musei
e successivamente descrivere quali sono in particolare le strategie che sfruttano
strumenti digitali per migliorare l’esperienza da parte degli utenti, per arrivare a
definire quali sono le competenze e i ruoli dei designer che operano in questo
ambito.
Partendo dai risultati di questa mappatura sono individuate le competenze e gli
ambiti di specializzazione richieste ai designer al fine di operare in questo campo
e quali sono le principali professionalità con cui confrontarsi.

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
INDICE

    Introduzione                                        3

    Capitolo 1     IL PATRIMONIO
                   CULTURALE
                   1.1 Definizione di patrimonio e      9
                   beni culturali

                   1.2 Normativa di riferimento         14
                   Evoluzione storica della normativa
                   Normativa nazionale
                   Normativa comunitaria
                   Normativa internazionale

                   1.3 Enti preposti alla tutela del    22
                   patrimonio

                   1.4 I musei in Italia                24
                   Il sistema museale nazionale – SMN

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
Capitolo 2   STRATEGIE
             DIGITALI
             2.1 Stato attuale della           31
             digitalizzazione

             2.2 Casi studio                   36
             Iniziative durante il lockdown
             Strategia digitale dei musei

             2.3 Mappatura strumenti digitali 59

Capitolo 3   RUOLO DEL
             DESIGNER
             3.1 Ruolo del designer nella      65
             progettazione e realizzazione
             degli strumenti digitali.

             3.2 Progettare l’esperienza       69

             3.3 Design come risorsa per gli   74
             istituti culturali

             Conclusioni                       78

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
1   IL PATRIMONIO
    CULTURALE

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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
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Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
1.1 Definizione di                                             La definizione di patrimonio culturale è
                                                               complessa ed è stata oggetto di lunghi

patrimonio e beni
                                                               dibattiti, ma fornire una definizione
                                                               univoca, per un concetto così remoto
                                                               e che si è evoluto insieme alle società
culturali                                                      nel tempo, potrebbe dimostrarsi un
                                                               compito meno semplice di quanto si
                                                               possa immaginare.
                                                               Un valido punto di partenza per la
                                                               definizione del concetto può essere
                                                               l’analisi etimologica.
                                                               In latino il termine patrimonium nasce
                                                               dall’unione di pater, ‘padre’, con il
                                                               suffisso -monium riconducibile ad
                                                               alimonium, ‘nutrimento’ (àlere, ‘nutrire’),
                                                               ed era usato per indicare l’insieme delle
                                                               cose possedute dal pater familias (il
                                                               ‘padre di famiglia’) destinate a diventare
                                                               poi nutrimento, in senso lato, per i suoi
                                                               eredi. Dunque, il passato che si conserva
                                                               per essere trasmesso ai figli, alle
                                                               generazioni future.
                                                               La parola cultura è anch’essa di origine
                                                               latina e va ricondotta al verbo còlere,
                                                               ‘coltivare’, da cui deriva il vocabolocultus
                                                               che tra i suoi significati annovera, sì, la
                                                               ‘coltivazione dei campi’ da una parte e
                                                               il ‘culto’ in senso religioso dall’altro, ma
                                                               anche il ‘modo di vivere’, la ‘civiltà’.

                                                               Dunque, osservando i significati
                                                               affiancati di entrambi i termini, il
                                                               patrimonio culturale è l’eredità
                                                               posseduta da una società, la memoria di
                                                               ciò che questa ha prodotto e trasmesso
                                                               nel tempo. Ogni civiltà costruisce il
                                                               proprio futuro partendo da questa
                                                               eredità, sulla quale si basano i contributi
                                                               contemporanei che ne garantiscono
                                                               l’avanzamento.

                                                               A partire dal periodo successivo alla
                                                               Seconda Guerra Mondiale1 il dibattito
                                                               sul significato di bene culturale è
                                                               tornato centrale, anche a seguito delle
                                                               massicce distruzioni del patrimonio,

1        La Convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato adottata all’Aia nel 1954 a
seguito della massiccia distruzione del patrimonio culturale durante la seconda guerra mondiale, è il primo trattato in-
ternazionale a vocazione mondiale riferito esclusivamente alla tutela del patrimonio culturale in caso di conflitto armato.
                                                                                                                              9
Design per la fruizione digitale del patrimonio culturale.
dibattito che ha progressivamente
                                                                   coinvolto un numero sempre maggiore
                                                                   di nazioni. Durante un’assemblea
                                                                   dell’ICOMOS2 nel 1999 è stata elaborata
                                                                   una definizione del concetto di
                                                                   patrimonio culturale che ancora oggi
                                                                   rappresenta un punto di riferimento per
                                                                   la comunità internazionale che opera
                                                                   nel settore:

                                                                   «Il patrimonio culturale è un concetto
                                                                   ampio che include l’ambiente naturale
                                                                   cosìcome quello culturale. Comprende
                                                                   paesaggi, luoghi storici, siti e ambienti
                                                                   costruiti dall’uomo, così come la
                                                                   biodiversità, le collezioni, le pratiche
                                                                   culturali del passato e del presente, le
                                                                   esperienze di vita e la conoscenza. Esso
                                                                   registra ed esprime i lunghi processi di
                                                                   sviluppo storico, che formano l’essenza
                                                                   delle diverse identità nazionali, regionali,
                                                                   indigene e locali ed è parte integrante
                                                                   della vita moderna. È un punto di
                                                                   riferimento dinamico e uno strumento
                                                                   positivo per la crescita e il cambiamento.
                                                                   Il patrimonio culturale specifico e la
                                                                   memoria collettiva di ciascuna località o
                                                                   comunità non è sostituibile ed è una base
                                                                   importante per lo sviluppo presente e
                                                                   futuro.»

                                                                   L’ICOMOS, fondato nel 1964 in seguito
                                                                   alla stesura della Carta di Venezia3, è
                                                                   una organizzazione internazionale non
                                                                   governativa che ha principalmente
                                                                   lo scopo di promuovere la teoria, la
                                                                   metodologia e le tecnologie applicate
                                                                   alla conservazione, alla protezione e
                                                                   alla valorizzazione dei monumenti e
                                                                   dei siti di interesse culturale e fornisce
                                                                   consulenza al Comitato del patrimonio
                                                                   mondiale dell’UNESCO sui Patrimoni
                                                                   dell’umanità. Dell’ICOMOS fanno parte
                                                                   più di 10.000 membri attivi, provenienti
                                                                   da nazioni diverse ed esperti in
                                                                   diversi settori come la storia, la storia
                                                                   dell’arte, dell’architettura, l’archeologia,
                                                                   l’antropologia e la geografia per citare
                                                                   solamente i più comuni.
     2         Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, è un’organizzazione non governativa advisory body dell’U-
     NESCO.
     3         La Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e siti del 1964 è un documento redatto
     con l’intento di fissare un codice di standard professionali e le linee guida che costituissero un quadro di riferimento
     internazionale per disciplinare le modalità con cui condurre interventi di conservazione e restauro di monumenti e ma-
     nufatti architettonici, e di siti storici e archeologici.
10
11
manoscritti, monumenti, ma anche
                                                                   porzioni di territorio rurale o urbano;
     In Italia l’espressione “bene culturale”                      i beni che fanno parte di questa
     inizia ad essere utilizzato con                               categoria possono essere ancora
     frequenza a partire dal 1963, anno                            distinti in beni materiali mobili, beni
     in cui la commissione Franceschini                            che possono essere spostati senza
     viene incaricata dal governo                                  pregiudicarne l’integrità strutturale,
     dell’epoca di stilare un primo elenco                         ed immobili, che sono stabilmente
     per la definizione del patrimonio                             ancorati al suolo e non possono
     culturale nazionale. Il valore di questa                      essere spostati. La categoria dei beni
     commissione sta anche nell’aver                               immateriali, entrata a far parte della
     formulato una nuova definizione di                            classificazione dei beni culturali solo
     patrimonio culturale, “testimonianza                          di recente4, è composta invece da beni
     materiale avente valore di civiltà” che                       non dotati di una dimensione fisica,
     ha rappresentato il punto di partenza                         che esistono soltanto nel momento in
     per tutta la legiferazione degli anni                         cui avvengono ma che rappresentano
     successivi.                                                   comunque una testimonianza di civiltà
                                                                   come tradizioni, espressioni orali,
                                                                   consuetudini sociali, eventi rituali e
                                                                   festivi. Queste pratiche descrivono la
     Una volta definito cosa si intende
                                                                   scansione della vita in uno specifico
     in maniera generica per patrimonio
                                                                   territorio, rappresentano le origini
     culturale, veniamo alla definizione
                                                                   di una comunità e come questa si è
     dei singoli elementi che costituiscono
                                                                   adattata ed evoluta per sfruttare al
     il patrimonio. Esso comprende un
                                                                   meglio le caratteristiche del contesto
     insieme estremamente eterogeneo
                                                                   ambientale in cui si è stabilita.
     e ampio di singoli “beni” che
                                                                   Inoltre, i beni culturali possono essere
     rappresentano una testimonianza
                                                                   categorizzati e catalogati in base alla
     concreta della cultura, storia e
                                                                   loro tipologia secondo macrogruppi
     tradizione prodotta da una società di
                                                                   quali: beni storici e artistici, archivistici
     un determinato territorio e periodo
                                                                   e librari, archeologici, architettonici,
     storico. Definire cosa può far parte del
                                                                   paesaggistici, etnoantropologici,
     patrimonio culturale non è sempre
                                                                   fotografici e cinematografici, musicali,
     una operazione univoca, poiché
                                                                   naturalistici, numismatici, scientifici e
     epoche e contesti differenti generano
                                                                   tecnologici.
     necessariamente differenti sistemi
     di valori sociali, dunque anche i beni
     considerati degni di far parte del
     patrimonio culturale variano in base al                       Operare nel campo del patrimonio
     contesto.                                                     culturale presuppone come prima
                                                                   azione la tutela del patrimonio: le
     Oggi il vasto e diversificato insieme                         azioni di tutela partono sempre dal
     di beni che compone il patrimonio                             riconoscimento di un determinato
     culturale di una nazione o territorio                         bene come valido testimone di
     può essere categorizzato secondo                              civiltà e dunque il riconoscimento
     diverse declinazioni. La prima                                di questo come portatore di valore
     distinzione viene fatta tra i beni                            per la società. Una volta individuato
     materiali e i beni immateriali, due                           il bene culturale si procede quindi
     categorie dotate di caratteristiche                           con strategie che ne garantiscano
     chiaramente molto diverse tra loro;                           la protezione, la conservazione,
     nella prima rientrano tutti i beni                            dove necessario il restauro e la
     che hanno una dimensione fisica                               valorizzazione. La conservazione
     definita e stabile, ossia opere d’arte,                       comprende ogni attività svolta con
     4          L’UNESCO ha adottato nel 2003 la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, ratifi-
     cata dall’Italia nel 2007.
12
lo scopo di mantenere l’integrità
fisica e funzionale di un artefatto in
maniera coerente e programmata, i
passaggi principali della conservazione
di un bene sono solitamente: studio
(conoscenza approfondita del bene),
prevenzione (azioni che minimizzano
le situazioni di rischio connesse al
bene e al contesto in cui si colloca),
manutenzione (monitoraggio costante
delle condizioni del bene), restauro
(intervento diretto sul bene al fine di
recuperarne parte dell’integrità fisica).
Preservare fisicamente il patrimonio è
sicuramente il primo imprescindibile
passo della conservazione, ma non
può essere certo l’unica azione da
compiere; è infatti fondamentale
promuovere e garantire la fruizione
del patrimonio al pubblico; promuovere
la cultura, infatti significa diffondere
la conoscenza del proprio patrimonio
e storia. Con il termine valorizzazione
si intende qualsiasi attività svolta con
lo scopo dimigliorare le condizioni di
conoscenza del patrimonio culturale e
ad incrementarne la fruizione da parte
del pubblico, così da diffondere i valori
rappresentati da un determinato bene.

                                            13
1.2 Normativa di                Evoluzione storica
     riferimento                     della normativa

                                     Come detto nel precedente paragrafo,
                                     da sempre si è discusso di patrimonio
                                     culturale, di quale fosse il suo valore
                                     e come tutelarlo al meglio. Già in
                                     epoca romana le statue e i marmi in
                                     generale venivano considerati “res
                                     populi romani”, da cui deriva la loro
                                     inalienabilità anche nel caso in cui
                                     fossero di proprietà privata.

                                     In tempi più recenti, chi ha governato
                                     il territorio italiano si è sempre
                                     confrontato con la presenza di un
                                     massiccio patrimonio culturale. Nel
                                     periodo medievale, ad esempio, ci
                                     si rese conto dell’importanza di cui
                                     si faceva portatore il patrimonio
                                     culturale, valori non solo artistici e
                                     storici ma anche etici e civili. Fu questa
                                     considerazione a portare all’idea
                                     che i monumenti e i beni culturali
                                     costituivano la rappresentazione
                                     della città in cui si trovavano. Nel
                                     1347 Francesco Petrarca denunciò1
                                     la condizione di degrado in cui si
                                     trovavano le opere, specialmente
                                     quelle architettoniche, della città
                                     di Roma, sollecitando l’intervento
                                     tempestivo del governo pontificio.

                                     Il primo a ricoprire il ruolo di
                                     soprintendente delle antichità della
                                     città di Roma fu Raffaello Sanzio,
                                     nominato da Papa Leone X nel 1514.
                                     Raffaello evidenziò subito il pessimo
                                     lavoro svolto dai pontefici passati
                                     dal punto di vista della tutela del
                                     patrimonio che aveva contribuito a
                                     rendere famoso ovunque il nome
                                     della città di Roma. La prima azione
                                     di Raffaello come soprintendente fu
                                     quella di procedere con la stesura
                                     di un elenco e mappatura al fine di
                                     salvaguardare le architetture storiche
                                     che in quel periodo venivano sfruttate
                                     per ricavare materiale da costruzione.
     1   Lettere a Cola di Rienzo.
14
15
Infatti, è dal sedicesimo secolo che                            già citata commissione Franceschini
     vennero promulgate diverse leggi per                            formula una nuova e importante
     la salvaguardia del patrimonio artistico                        definizione di patrimonio culturale4;
     e storico, specialmente nello stato                             nel 1974 viene istituito il Ministero per
     pontificio che ha tracciato la linea per                        i Beni culturali e ambientali5, più di
     questo tipo di intervento, seguita più                          venti anni dopo è diventato il Ministero
     o meno fedelmente dagli altri stati                             per i Beni e le attività culturali6,
     dell’Italia preunitaria.                                        ampliandone significativamente
                                                                     l’ambito di competenza. Nel 1999 viene
     Altro punto fondamentale                                        emanato il Testo Unico7, che riuniva
     nell’evoluzione della normativa dei                             in 166 articoli tutto l’ordinamento
     beni culturali è sicuramente l’editto                           in materia. Fino ad arrivare
     del Cardinale Pacca, promulgato                                 all’introduzione nel 2004 del Codice
     a Roma il 7 aprile 1820, primo                                  dei Beni culturali e del paesaggio8
     provvedimento ufficiale riguardante                             tuttora in vigore.
     espressamente “sopra le antichità e
     gli scavi” concentrato intorno ai tre
     punti principali: catalogazione del
     patrimonio, divieto di esportazione dei
     beni, e proprietà statale delle opere
     rinvenute nel sottosuolo. Questo editto
     ha posto le basi per tutto il successivo
     ordinamento.

     Successivamente all’unificazione
     dell’Italia, la prima legge emanata che
     ordinò e definisce il settore dei beni
     culturali è stata la legge Rosadi-Rava2,
     che riprese i principi dell’editto Pacca
     quasi un secolo dopo.

     Durante il Ventennio fascista vennero
     promulgate due leggi che hanno
     costituito la base dell’ordinamento
     italiano fino al 1999: la prima è la legge
     Bottai3, riguardante “la tutela delle
     cose di interesse artistico e storico”,
     mentre la legge 1497/1939 ordina “la
     protezione delle bellezze naturali”.

     Nel periodo successivo all’emanazione
     della Costituzione dalla Repubblica
     italiana sono stati diversi gli interventi
     legislativi che riguardano l’ambito
     del patrimonio culturale. Nel 1963 la
     2          Legge 364/1909
     3          legge 1089/1939
     4          «Appartengono al patrimonio culturale della Nazione tutti i beni aventi come riferimento alla storia della civiltà.
     Sono assoggettati alla legge i beni di interesse archeologico, storico, artistico, ambientale e paesistico, archivistico e
     librario e ogni altro bene che costituisca testimonianza materiale avente valore di civiltà».
     5          d.P.R. 805/1975
     6          d. lg. 368/1998
     7          d.lg. 490/1999
     8          d.lg. 42/2004
16
Normativa nazionale                                           «sono beni culturali le cose immobili
                                                              e mobili appartenenti allo Stato,
                                                              alle regioni, agli altri enti pubblici
                                                              territoriali, nonché ad ogni altro
Tra i principi fondamentali della                             ente ed istituto pubblico e a persone
Costituzione italiana9 è importante                           giuridiche private senza fine di
notare che è presente, nell’articolo 9,                       lucro, che presentano interesse
un articolo che definisce la posizione                        artistico, storico, archeologico o
dello Stato italiano riguardo al                              etnoantropologico […] le raccolte
patrimonio culturale. Questo recita:                          di musei, pinacoteche, gallerie e
                                                              altri luoghi espositivi dello Stato,
“La Repubblica promuove lo sviluppo                           delle regioni, degli altri enti pubblici
della cultura e la ricerca scientifica                        territoriali, nonché di ogni altro
e tecnica. Tutela il paesaggio e il                           ente ed istituto pubblico; gli archivi
patrimonio storico e artistico della                          e i singoli documenti dello Stato,
Nazione.”                                                     delle regioni, degli altri enti pubblici
                                                              territoriali, nonché di ogni altro
Lo Stato italiano, dunque, annovera                           ente ed istituto pubblico; le raccolte
tra i suoi compiti principali quelli di                       librarie delle biblioteche dello Stato,
protezione e valorizzazione del proprio                       delle regioni, degli altri enti pubblici
patrimonio culturale, riconoscendone il                       territoriali, nonché di ogni altro ente
valore.                                                       e istituto pubblico; le cose immobili
                                                              e mobili che presentano interesse
                                                              artistico, storico, archeologico o
                                                              etnoantropologico particolarmente
Il riferimento normativo che regola                           importante [....]; gli archivi, i singoli
l’amministrazione del patrimonio                              documenti, le raccolte librarie,
culturale oggi è il Codice dei                                appartenenti a privati, di eccezionale
beni culturali e del paesaggio,                               interesse culturale; le cose immobili e
a cui ci riferiremo d’ora in avanti                           mobili, a chiunque appartenenti, che
semplicemente come “Codice”,                                  rivestono un interesse particolarmente
emanato con il decreto legislativo                            importante a causa del loro
numero 42 del 22 gennaio 2004, esso                           riferimento con la storia politica,
attribuisce al Ministero della Cultura                        militare, della letteratura, dell’arte e
i compiti di tutelare, conservare e                           della cultura in genere, ovvero quali
valorizzare il patrimonio culturale                           testimonianze dell’identità e della
italiano. Il Codice è composto da 184                         storia delle istituzioni pubbliche,
articoli e un allegato, strutturato in                        collettive o religiose; le collezioni o serie
cinque parti: le disposizioni generali,                       di oggetti, a chiunque appartenenti,
i beni culturali, i beni paesaggistici, le                    che, per tradizione, fama e particolari
sanzioni e le disposizioni transitorie;                       caratteristiche ambientali, rivestono
l’allegato elenca beni soggetti a                             come complesso un eccezionale
specifiche disposizioni sulla loro                            interesse artistico o storico.»
circolazione. Il Codice riprende
l’ordinamento precedente e introduce                          Si tratta di un insieme molto vasto
alcune novità, come l’unificazione per                        che comprende elementi dotati di
la prima volta delle nozioni di beni                          caratteristiche estremamente diverse
culturali e beni paesaggistici. Inoltre,                      tra loro, ma che hanno in comune il
è interessante prestare attenzione alla                       fatto di rappresentare l’evoluzione
definizione di cosa viene considerato                         culturale di una società o di un
bene culturale secondo il Codice;                             territorio.
nell’Art. 10 si afferma che:

9      I primi dodici articoli della costituzione italiana.
                                                                                                              17
18
Normativa                                                      Il trattato di Maastrict11 (1992) e le sue
                                                               successive modifiche, con un titolo
comunitaria                                                    dedicato appositamente alla cultura,
                                                               ha consentito all’Unione europea di
                                                               stabilire dei programmi per la tutela,
                                                               divulgazione e sviluppo della cultura
I doveri di uno stato riguardo la tutela                       in Europa. In questo contesto le azioni
del proprio patrimonio culturale                               dell’Unione europea mirano a favorire
derivano non soltanto dalle leggi                              la cooperazione tra gli operatori dei
nazionali, ma anche da convenzioni                             diversi stati membri e ad integrare
internazionali. I testi legislativi di                         le loro iniziative, nel rispetto delle
questo tipo impongono l’osservanza                             diversità nazionali o territoriali, al fine di
di certi principi sia agli stati che hanno                     valorizzare il patrimonio comune.
contribuito alla loro formulazione, sia
agli stati che intendono sottostarvi.
Quando lo Stato italiano ratifica una                          Il regolamento CEE 3911/92 prevede il
convenzione internazionale, esso decide                        controllo preventivo riguardo l’uscita
di sottostare alla sua applicazione come                       dei beni culturali dal territorio europeo.
se il testo normativo fosse prodotto                           Il regolamento prevede la possibilità di
autonomamente dall’Italia.                                     negare l’autorizzazione al trasferimento
                                                               di un bene “qualora i beni culturali
                                                               siano contemplati da una legislazione
Il sistema legislativo europeo non                             che tutela il patrimonio nazionale
ha prodotto una definizione di                                 avente valore storico, archeologico,
bene culturale, per questo motivo                              nello Stato membro di cui trattasi”.
occorre fare riferimento a cosa
viene considerato bene culturale                               Con la direttiva 93/7/CEE la Comunità
dall’ordinamento italiano.                                     europea si è dotata di uno strumento
                                                               per attuare la restituzione di beni
Il diritto comunitario regola l’ambito dei                     culturali usciti illecitamente dal
beni culturali secondo diversi aspetti.                        territorio di uno stato.
Innanzitutto, vanno citate le norme
riguardanti la circolazione delle merci
all’interno dei confini dell’Unione
europea, regolate dal trattato sul
funzionamento dell’Unione europea
(TFUE)10, che garantisce la libertà di
circolazione per le merci dei paesi
membri. L’Art. 30 del trattato, però, dà
la possibilità agli stati di porre dei limiti
alla libera circolazione di merci in casi
specifici, in base a: «giustificati motivi di
moralità pubblica, di ordine pubblico,
di sicurezza pubblica di tutela della
salute della vita della persone e degli
animali o di preservazione dei vegetali
di protezione del patrimoni artistico,
storico o archeologico nazionale o di
tutela della proprietà industriale o
commerciale». Grazie a questo articolo i
singoli stati membri possono esercitare
un maggiore controllo sopra il proprio
patrimonio culturale.
10       Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, insieme al trattato sull’Unione europea, è uno dei trattati fon-
damentali dell’Unione europea. Assieme costituiscono le basi fondamentali del diritto primario nel sistema politico dell’UE.
11       Trattato di Maastricht, o Trattato sull’Unione europea (TUE), definisce i tre pilastri dell’Unione europea, fissan-
do le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l›ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta
Unione.
                                                                                                                               19
Normativa                                                       per limitare i traffici illeciti ha visto
                                                                     come parte attiva sia l’UNESCO che
     internazionale                                                  UNIDROIT 14.
                                                                     Il 24 giugno 1995 è stata firmata a Roma
                                                                     la Convenzione UNIDROIT per favorire
     A livello interazionale l’approccio                             la restituzione di beni culturali esportati
     verso le politiche che si occupano di                           illecitamente. L’Italia ne ha disposto
     beni culturali manifestano posizioni                            l’esecuzione con la legge numero 233
     spesso molto distanti. Il principale                            del 7 giugno 1999.
     punto di confronto si manifesta tra
     stati che possiedono un patrimonio
     culturale importante e che di                                   La convenzione UNESCO del 197215
     conseguenza mirano a politiche di                               riguarda la protezione del patrimonio
     protezionismo commerciale e altri                               culturale e naturale mondiale. Le azioni
     stati, principalmente acquirenti, con                           stabilite da questa convenzione si
     un approccio più liberista ed ostile alle                       basano sull’impiego di liste. Infatti, è
     politiche di restituzione.                                      stata compilata la “lista del patrimonio
                                                                     mondiale” nella quale vengono inseriti
     Il diritto internazionale per i beni
                                                                     i siti di eccezionale valore universale
     culturali è caratterizzato sia da
                                                                     sia per il patrimonio culturale che per
     convenzioni internazionali che si
                                                                     quello naturale. Ad essa viene affiancata
     occupano di tutela diretta dei beni
                                                                     la “lista del patrimonio mondiale in
     culturali, sia da altri trattati che
                                                                     pericolo” che identifica i beni minacciati
     indirettamente ne influenzano la
                                                                     dal pericolo di distruzione e per i quali
     disciplina; tra questi rientrano gli
                                                                     è richiesto l’intervento nazionale ed
     accordi istitutivi di organizzazioni
                                                                     internazionale.
     internazionali come l’UNESCO12, che ha
     svolto sia un ruolo di raccomandazione                          Il bisogno di porre regole per impedire
     agli stati che di promotore delle                               il danneggiamento dei beni del
     convenzioni internazionali rivolte                              patrimonio culturale emerge con
     alla protezione dei beni culturali,                             forza in caso di conflitti armati tra
     prevenzione e repressione del traffico                          paesi. Tra le convenzioni che hanno
     illecito.                                                       come oggetto la protezione dei beni
                                                                     culturali in caso di conflitto armato,
     La convenzione UNESCO del 197013
                                                                     va citata la convenzione dell’Aja del
     riguarda la proibizione e prevenzione
                                                                     1954, con i relativi protocolli per vietare
     di importazioni ed esportazioni illecite
                                                                     l’esportazione dei beni dal territorio di
     di beni culturali. Le categorie di beni
                                                                     un Paese occupato. Tale convenzione si
     da considerare beni culturali sono
                                                                     applica anche alla parte in guerra che
     inserite nell’allegato della convenzione,
                                                                     non ha aderito. Il trattamento dei beni
     dunque considerati tali a prescindere
                                                                     culturali durante i conflitti è regolato
     dalle singole definizioni statali. I
                                                                     sia in caso di conflitto interno che
     Paesi firmatari riconoscono che la
                                                                     internazionale.
     movimentazione dei beni culturali
     senza l’osservanza dei dispositivi della
     convenzione è illecita. Tale convenzione
     però si è dimostrata carente nel sistema
     di controllo e nelle procedure di
     restituzione. L’impegno internazionale
     12         Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
     13         Convenzione internazionale di Parigi del 14 novembre 1970, ratificata con la Legge 30 ottobre 1975, n. 873
     14          Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato, è un’organizzazione internazionale che persegue
     l’armonizzazione del diritto internazionale privato.
     15         Convenzione di Parigi del 21 novembre 1972 recante «tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale»,
     ratificata con la Legge 6 aprile 1977 n. 184.
20
21
1.3 Enti preposti                                       Il Ministero per i Beni Culturali e
                                                             ambientali fu istituito nel 19751

     alla tutela del
                                                             per opera del suo primo ministro,
                                                             Giovanni Spadolini. Lo scopo per
                                                             cui è stato istituito era quello di
     patrimonio                                              concentrare competenze e funzioni che
                                                             riguardavano il patrimonio culturale
                                                             e ambientale, fino ad allora divise tra
                                                             il ministero della Pubblica Istruzione,
                                                             degli Interni, e Presidenza del Consiglio
                                                             dei ministri. Questo per garantire la
                                                             gestione integrata ed efficace di un
                                                             settore estremamente rilevante per lo
                                                             sviluppo della nazione.

                                                             Oggi il ministero prende il nome di
                                                             Ministero per la cultura2, al suo capo
                                                             è posto il ministro Dario Franceschini.
                                                             Il ministero ha una struttura piuttosto
                                                             complessa e comprende uffici in sua
                                                             diretta collaborazione, uffici propri e
                                                             uffici periferici.
                                                             Le strutture centrali, ossia uffici in
                                                             collaborazione diretta con il ministero
                                                             sono: ufficio del gabinetto, la segreteria
                                                             del ministro, ufficio legislativo, ufficio
                                                             stampa e comunicazione e le segreterie
                                                             dei sottosegretari.
                                                             Gli organi centrali del ministero
                                                             comprendono un segretariato generale
                                                             e undici direzioni generali.
                                                             Per il ministero, inoltre, operano quattro
                                                             diversi organi consultivi di carattere
                                                             tecnico-scientifico e sette comitati
                                                             tecnico-scientifici che forniscono servizi
                                                             di consulenza e monitoraggio.
                                                             L’organizzazione degli organi periferici è
                                                             piuttosto complessa, da precisare il fatto
                                                             che il ministero, fatta eccezione per i
                                                             beni archivistici, non ha competenza
                                                             sulle tre regioni autonome Sicilia,
                                                             Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
                                                             Al vertice della struttura perifierica
                                                             si trovano i diciassette segretariati
                                                             regionali che coordinano le attività
                                                             in ogni regione, coinvolgendo le
                                                             soprintendenze di archeologia, belle
                                                             arti e paesaggio, gli archivi di stato,
                                                             le biblioteche pubbliche statali, le
                                                             diciassette direzioni regionali dei
                                                             musei e la direzione musei statali
                                                             della città di Roma. Esistono, infine,

     1   Decreto-legge 14 dicembre 1974, n. 657 , convertito nella legge 29 gennaio 1975 n. 5.
     2   Decreto-legge 1 marzo 2021, n. 22
22
diciassette soprintendenze archivistiche
e bibliografiche che esercitano
competenza su tutte le regioni italiane.
Il ministero vigila anche su una serie
di enti pubblici ed esercita diritti di
azionista per una serie di attività, le cui
azioni sono possedute dal ministero
dell’economia e delle finanze.

                                              23
1.4 Analisi                                                   L’Italia è dotata di un patrimonio
                                                                   culturale estremamente vasto e sono

     scenario: i musei
                                                                   presenti nel territorio nazionale alcuni
                                                                   dei musei più importanti al mondo, sia
                                                                   per quanto riguarda la composizione
     in Italia                                                     delle collezioni che per il numero di
                                                                   visitatori sia italiani che stranieri che
                                                                   ogni anno visitano i musei italiani, sia
                                                                   quelli più famosi sia quelli più piccoli.
                                                                   Innanzitutto, è utile fornire una
                                                                   definizione di cosa si intende per museo
                                                                   e quali sono le sue funzioni:
                                                                   “Il museo è un’istituzione permanente,
                                                                   senza scopo di lucro, al servizio della
                                                                   società, e del suo sviluppo, aperta al
                                                                   pubblico, che effettua ricerche sulle
                                                                   testimonianze materiali ed immateriali
                                                                   dell’uomo e del suo ambiente, le
                                                                   acquisisce, le conserva, e le comunica
                                                                   e specificatamente le espone per
                                                                   scopi di studio, educazione e diletto,
                                                                   promuovendone la conoscenza presso
                                                                   il pubblico e la comunità scientifica”.
                                                                   Questa definizione è stata formulata da
                                                                   ICOM1 durante l’assemblea generale di
                                                                   Vienna nel 2007 ed è stata ripresa dalla
                                                                   normativa italiana2, con la precisazione
                                                                   finale riguardo la promozione.
                                                                   I nuclei originali di quelli che sono
                                                                   oggi i maggiori musei italiano hanno
                                                                   origine dalle collezioni appartenenti
                                                                   alle corti europee e alle famiglie nobili
                                                                   oppure alla chiesa, formate a partire dal
                                                                   Quattrocento, periodo in cui l’arte antica
                                                                   viene riscoperta e rivalutata. Nel 1700
                                                                   nascono i primi musei pubblici3, mentre
                                                                   il primo museo moderno, ossia aperto a
                                                                   chiunque a prescindere dalla estrazione
                                                                   sociale che offriva a chiunque la
                                                                   possibilità di esercitare il proprio diritto
                                                                   di fruire del patrimonio culturale, è stato
                                                                   il museo del Louvre, aperto al pubblico
                                                                   il 19 settembre 1792 per opera del
                                                                   ministro francese Roland, che decretò
                                                                   il passaggio di proprietà delle collezioni
                                                                   d’arte dalla famiglia reale alla nazione
                                                                   francese.
                                                                   Il sistema delle collezioni private ha
     1        Organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali.
     2        Decreto ministeriale MIBAC 23 dicembre 2014.
     3        British Museum di Londra, inaugurato nel 1753 e la Galleria degli Uffizi, donata al popolo di Firenze da Anna
     Maria Luisa de’ Medici nel 1737.
24
fatto in modo che attorno ad esse si         che hanno una popolazione inferiore a
sviluppassero professionalità e know-        2.000 abitanti, e circa un terzo di tutti
how per la cura delle collezioni, che si     i musei italiani ha sede in comuni con
sono evolute nelle figure professionali      popolazione tra i 2.000 e 10.000 abitanti.
preposte alla gestione dei musei             Le regioni con il maggior numero di
odierni. Per le ragioni storiche da cui      musei in Italia sono la Toscana (553),
hanno origine, gran parte dei maggiori       L’Emilia-Romagna (454) e la Lombardia
musei italiani hanno sede in edifici         (433); mentre i comuni con più musei
d’epoca come regge, palazzi nobiliari ed     sono Roma (121), Firenze (69) e Torino
ecclesiastici.                               (49).
La partecipazione sempre maggiore            Nel 2019 il numero complessivo di
da parte dell’Italia nel dibattito           visitatori dei musei italiani è stato di
internazionale sulla funzione del            54 milioni e 805 mila, il 45% del totale
patrimonio culturale e dei musei e la        di questi visitatori hanno pagato un
bibliografia specifica prodotta hanno        biglietto per la visita al museo, gli introiti
favorito la definizione di museo come        lordi derivati dalla bigliettazione sono
di un servizio universale, precisando        stati di 242milioni e 225 mila euro.
che la mission di un museo deve              Nonostante la fama dei musei italiani
essere orientata verso l’esperienza del      e il prestigio delle collezioni, nella
visitatore.                                  classifica annuale redatta da “the art
                                             newspaper” il primo museo italiano per
In questo momento sono attivi sul            numero di visitatori si attesta solamente
territorio nazionale 4.908 musei e           alla ventiseiesima posizione a livello
istituti similari tra privati, pubblici,     mondiale per l’anno 2019, prima che la
statali e non statali. I musei sono          crisi sanitaria globale costringesse alla
3.882 e rappresentano il 79,1% del           chiusura temporanea innumerevoli
totale, esistono 630 monumenti               attività, tra cui, appunto, i musei.
che costituiscono il 12,8% della cifra
complessiva, le aree archeologiche sono
327 (6,7%) inoltre sono attivi anche 69
ecomusei (1,4%)4. Nel caso dei musei,
questi vengono suddivisi in undici
categorie, definite dall’UNESCO in un
documento del 1984; queste categorie
si distinguono in base al tipo di offerta
che il museo fornisce e comprendono:
i musei d’arte, di storia e archeologia,
storia e scienze naturali, della scienza e
della tecnica, etnografie e antropologia,
musei specializzati, territoriali,
generali, monumenti storici e aree
archeologiche, giardini zoologici e orti
botanici e musei che non rientrano in
nessuna delle categorie elencate.
I musei in Italia hanno una diffusione
capillare nel territorio, secondo i dati
Istat, infatti, esiste un museo ogni
12.000 abitanti, ogni 50 chilometri
quadrati, ogni tre comuni. Questi dati
confermano la presenza di numerosi
musei anche al di fuori delle principali
città: il 16% delle strutture di tipo
museale si trova nel territorio di comuni
4     Dati Istat – L’Italia dei musei.
                                                                                              25
26
Il sistema museale                              sui “livelli uniformi di qualità”, formulati
                                                dalla commissione per l’attivazione
nazionale – SMN                                 del SMN e ispirati alle good practices
                                                di rilevanza internazionale, questi
                                                individuano i livelli minimi di qualità
                                                necessari per accreditare un museo
Il Sistema Museale Nazionale è un
                                                nel Sistema e sono divisi in tre ambiti:
progetto avviato ufficialmente nel
                                                organizzazione, collezioni e rapporti
2018, quando vengono ufficializzate le
                                                con il territorio, a loro volta i tre macro
“prime modalità di organizzazione e
                                                ambiti sono articolati in diverse
funzionamento del sistema museale
                                                sezioni che descrivono ogni attività
nazionale” 5, ma le prime azioni per
                                                necessaria al funzionamento ottimale
arrivare alla costituzione del SMN sono
                                                di un museo. Il progetto mira, inoltre,
da ricercare più indietro nel tempo. Nel
                                                a creare economie di scala attraverso
2004 vengono fissati i livelli minimi di
                                                la condivisione di competenze tra gli
qualità per le attività di valorizzazione
                                                istituti che ne fanno parte.
del patrimonio culturale nel Codice dei
beni culturali e del paesaggio6; nel 2014       La scelta di un museo di fare richiesta
la “riforma Franceschini” ha introdotto         per essere accreditato nel Sistema
numerose novità, tra cui l’istituzione del      avviene su base volontaria e i musei
Sistema museale nazionale. Tra il 2015          sprovvisti dei requisiti minimi per
e il 2018 una commissione apposita              l’accesso non vengono comunque
svolge il lavoro di preparazione per            esclusi, ma collegati ad altri musei già
stabilire i livelli di qualità e gli standard   accreditati grazie ai quali iniziano un
minimi di funzionamento dei musei.              percorso di miglioramento al fine di
Infine, nel 2018 vengono stabiliti gli          raggiungere i livelli minimi.
obiettivi e le funzioni del Sistema
museale nazionale7: viene stabilita la          La piattaforma in cui tutti gli istituti
procedura per l’accreditamento dei              che fanno parte del Sistema possono
musei all’interno del Sistema8 e istituita      condividere politiche, conoscenze e
la commissione per il SMN9.                     metodi operativi, dovrebbe essere
                                                attivata entro il 2021.
L’obiettivo del Sistema museale
nazionale è quello di creare un
network a cui tutti i musei italiani,
a prescindere dalla proprietà e dalla
dimensione delle collezioni, possano
aderire per migliorare la propria offerta
secondo principi condivisi improntati
alla sostenibilità, all’innovazione e
alla partecipazione condivisa, oltre
al potenziamento della protezione
e promozione di tutto il patrimonio
culturale italiano attraverso la
definizione di livelli omogenei e di
codici di comportamento e linee di
politica museale condivise, comunque
nel rispetto dell’autonomia dei singoli
istituti e della loro varietà.
Il sistema basa i l suo funzionamento
5      Decreto 20 giugno 2018.
6      Dlgs n. 42/2004.
7      D.M. 113/2018.
8      Decreto del 20 giugno 2018.
9      D.M. 9 Agosto 2018.
                                                                                               27
28
2   STRATEGIE
    DIGITALI

                29
30
2.1 Stato          Con il termine “rivoluzione digitale” si
                   indica il processo di transizione, iniziato
                   dal secondo dopoguerra nei paesi
attuale della      industrializzati e in atto ancora oggi,
                   attraverso il quale le tecnologie meccaniche

digitalizzazione
                   e analogiche vengono gradualmente
                   sostituite da tecnologie digitali. Il termine
                   rivoluzione è impiegato per sottolineare
                   l’impatto che questi cambiamenti
                   comportano nella vita di tutti i giorni. Gli
                   strumenti digitali, accessibili a fasce di
                   popolazione molto vaste nei paesi avanzati,
                   ne hanno modificato radicalmente la
                   quotidianità, specialmente per quello
                   che riguarda l’accesso all’informazione.
                   La rivoluzione digitale non ha modificato
                   soltanto i comportamenti dei singoli
                   cittadini, ma l’assetto di intere società,
                   determinando un aumento di produttività
                   e di ricchezza degli stati e di conseguenza
                   anche degli stili di vita degli individui.
                   La digitalizzazione, dunque, si presenta
                   come un fenomeno altamente pervasivo
                   poiché ha ripercussione su tutti gli aspetti
                   della vita quotidiana.

                                                                   31
Con il termine “digitalizzazione”              musei.
     si intende l’atto di traduzione di
     informazioni fisiche in formati                Iniziative che riguardano la
     elettronici a cui è possibile accedere         digitalizzazione e l’utilizzo di
     attraverso diverse tipologie di dispositivi.   strumenti digitali nell’ambito culturale
                                                    provengono non soltanto dalle
     L’enciclopedia Treccani definisce la           istituzioni, ma anche da alcuni tra
     digitalizzazione come:                         gli istituti a carattere museale più
                                                    importanti a livello nazionale. Sono
                                                    diversi i musei che hanno avviato
     “Digitalizzare un suono, un’immagine           ormai da diverso tempo progetti in
     o un testo significa trasformarli in una       questo senso, sia in modo autonomo
     sequenza di numeri espressi in formato         che in collaborazione di atenei molto
     binario, vale a dire in un segnale che         importanti.
     può essere archiviato o modificato con         La digitalizzazione permette la
     un computer, conservato più a lungo,           creazione di una versione digitale
     o trasmesso a distanza in modo più             (digital double) di un bene culturale
     efficiente.”                                   che può essere arricchita da altre
                                                    tipologie di informazione. Il primo passo
                                                    nel processo di digitalizzazione del
     La crisi sanitaria che ha costretto a          patrimonio culturale è la traduzione
     periodi di chiusura alternati, anche           dello stato dei beni che lo compongono
     piuttosto lunghi, innumerevoli settori         da analogico a digitale, ma non può
     ha certamente fornito un forte                 essere l’unico, è necessario gestire
     impulso di accelerazione ai processi di        non solo i beni digitali ma anche le
     digitalizzazione anche nel settore dei         loro relazioni. Si tratta di operazioni
     musei, i quali hanno dovuto iniziare, se       complesse che derivano da un progetto
     non lo avevano già fatto, a offrire i propri   organico che risponde a esigenze per
     servizi online per poter raggiungere i         le quali è necessaria la digitalizzazione
     propri utenti nei periodi di lockdown.         dei beni culturali. Questi processi
                                                    richiedono l’intervento di figure
     Progetti per incentivare l’avanzamento
                                                    professionali con competenze nuove
     della digitalizzazione del settore
                                                    e specifiche che possono cambiare
     culturale in Italia sono stati avviati già
                                                    in base alle finalità dei processi di
     prima dell’inizio della crisi sanitaria.
                                                    digitalizzazione.
     A tale proposito va citato il piano
     triennale per la digitalizzazione              La digitalizzazione nel campo dei
     dei musei italiani, pubblicato dal             beni culturali ha diversi effetti,
     mibact nel 2019 con l’obiettivo di             innanzitutto impone un ripensamento
     definire strumenti e indirizzi utili           delle modalità di accesso, fruizione,
     alle istituzioni museali, formulare un         valorizzazione e conservazione, sia
     programma operativo per indicare una           onsite che online. I vantaggi offerti
     programmazione di tutte le iniziative          da questo processo sono diversi,
     previste e arrivare a garantire l’adozione     vanno dalla possibilità di diffusione
     del piano più vasta e partecipata              aumentata (è possibile raggiungere
     possibile.                                     fasce di utenza estremamente
                                                    diversificate e fisicamente lontane
     Il piano punta a raggiungere cinque
                                                    dalla sorgente), dal lato accademico il
     obiettivi molto specifici: migliorare
                                                    vantaggio sta nell’immediato scambio
     la capacità dei musei nella gestione
                                                    di informazioni (confrontarsi tra
     del patrimonio, migliorare la proposta
                                                    professionisti, analizzare dettagli delle
     culturale fornita dai musei italiani,
                                                    opere, confrontare opere provenienti
     rendere i musei spazi di condivisione
                                                    da collezioni diverse), il digitale
     aperti a chiunque (visitatori, studiosi
                                                    rappresenta un vantaggio anche per
     e altri musei), attivare nuove forme di
                                                    quanto riguarda la conservazione e
     accesso e fruizione e infine incentivare
                                                    protezione dei beni (monitoraggio
     il settore produttivo privato a fornire
                                                    costante, riduzione dell’esposizione a
     prodotti e servizi che possano
                                                    rischi dell’opera originale, maggiore
     aumentare il valore dell’offerta dei
                                                    efficienza nella catalogazione).
32
Ma qual è lo stato dell’arte riguardo
la digitalizzazione del patrimonio
culturale? E quale è stata la reazione dei
musei quando non è stato più possibile
l’accesso fisico degli utenti al loro
interno?
Sono state condotte diverse ricerche sia
a livello nazionale che internazionale
per rilevare le attività e le iniziative dai
musei.
L’Italia non è il paese che fa da apripista
in questo campo, infatti, i dati mostrano
chiaramente che lo stato della
digitalizzazione dei musei italiani è al di
sotto della media europea, ma esistono
comunque iniziative degne di nota a
livello internazionale
“L’Italia dei musei” è una indagine
censuaria condotta dall’Istat in
collaborazione con il ministero, le
regioni e le provincie autonome, con
cadenza annuale utile per avere un
quadro di riferimento aggiornato e
dettagliato riguardo lo stato dei musei e
di tutte le istituzioni a carattere museale
attivi in Italia. Secondo quanto rilevato
dall’Istat nel 2018 soltanto un museo su
dieci (11,5%) disponeva di un catalogo
scientifico digitale dove sono elencate
tutte le opere che fanno parte delle
proprie collezioni, di questi soltanto
il 20,8% ha effettuato la traduzione in
formato digitale di tutto il materiale
posseduto, il 43,4% ha digitalizzato più
della metà e il35,8% meno della metà
della propria collezione. Il 6,1% dei musei
totali ha reso accessibile gratuitamente
il proprio catalogo online, mentre i
musei che hanno messo a disposizione
sul proprio sito web una visita virtuale
sono il 9,8% di quelli che hanno
ultimato i processi di digitalizzazione
delle collezioni. Soltanto il 23,5% dei
musei offre la possibilità ai propri
visitatori di acquistare anticipatamente
il biglietto di ingresso online. Dal lato
della comunicazione i dati sono più
incoraggianti anche se non ancora
totalmente soddisfacenti, infatti il 43,7%
dei musei in Italia possiede un proprio
sito web e il 65,9% ha un account sui
principali social network.
Fino al 2019 si è osservata una crescita
costante del numero di visitatori con
una media di crescita di 1,7 milioni
all’anno tra il 2010 e il 2019 e i periodi
                                               33
di chiusura fisica di molti settori e di         strumento digitale al suo interno.
     limitazione agli spostamenti personali
     hanno fatto sì che questa tendenza si            Il 22% dei musei ha sperimentato
     invertisse. Secondo quanto stimato,              l’adozione di modelli a pagamento di
     infatti, il calo dei visitatori rispetto a       contenuti digitali, in particolare per
     quelli previsti è stato di 19 milioni nei soli   attività didattiche e tour virtuali (13%)
     mesi di marzo, aprile e maggio del 2020,         o di un pacchetto di servizi (9%). Meno
     per un totale di mancati incassi pari a          rilevanti sono stati, invece, strategie
     circa 78 milioni di euro.                        che ricorrono all’uso di pubblicità e
                                                      sponsorizzazioni o abbonamenti.
     L’impulso alla accelerazione dei processi
     di digitalizzazione dei musei ha portato         Per quanto riguarda il livello di
     a risultati e iniziative molto diversi           gradimento di questo tipo di iniziative
     tra loro. Secondo la ricerca effettuata          l’86% dei musei si dice soddisfatto dei
     dall’Osservatorio Innovazione Digitale           feedback ricevuti per la proposta di
     nei Beni e Attività Culturali della School       contenuti digitali gratuiti e il 62% per i
     of Management del Politecnico di                 contenuti a pagamento.
     Milano e presentata in occasione del
     convegno “Extended Experience: la
     sfida per l’ecosistema culturale” il 25
     maggio 2021, soltanto il 24% dei musei
     ha elaborato un piano strategico per
     l’innovazione digitale. La ricerca ha
     analizzato le diverse iniziative messe
     in atto dai musei, da quelle nate per
     essere esperienze effettuate in loco poi
     riprogettate per garantirne la fruizione
     online a quelle studiate appositamente
     per l’ambiente digitale. Oggi circa
     la metà dei musei propone attività
     didattiche e laboratori online (48%) e
     tour e visite virtuali (45%), mostrando
     una forte crescita in questi settori.
     Anche il numero di musei che ha reso
     disponibile sul sito web la versione
     digitale delle collezioni ha fatto
     notare una forte crescita, arrivando
     a coinvolgere il 69% dei musei totali;
     il 13% dei musei ha invece creato dei
     podcast per arrivare alla propria utenza;
     anche il campo della comunicazione
     dei musei ha fatto registrare importanti
     cambiamenti, la percentuale di musei
     che possiede un sito web oggi arriva
     al 95% del totale e l’83% ha un account
     ufficiale sui maggiori social network,
     Instagram in testa. Cresce anche il
     numero di musei che offre il servizio di
     biglietteria online (39%).

     Le opportunità offerte dagli strumenti
     digitali non riguardano solamente la
     fruizione e la comunicazione online
     ma anche onsite, infatti, determinati
     strumenti digitali possono essere utili
     per arricchire l’esperienza dei visitatori
     anche all’interno del museo; infatti,
     il 70% dei musei adotta almeno uno
34
35
2.2 Casi studio   La tesi procede ora con l’analisi di
                       due diverse tipologie di casi studio: la
                       prima categoria raccoglie le diverse
                       iniziative che si sono osservate durante
                       il periodo di lockdown attraverso le
                       quali i musei hanno cercato di rimanere
                       in contatto con la propria utenza e
                       continuare a offrire il proprio servizio e
                       gli strumenti digitali utilizzati all’interno
                       dei musei; nella seconda categoria
                       sono stati analizzati due importanti
                       musei, le Gallerie degli Uffizi a Firenze
                       e il Museo Egizio di Torino, in maniera
                       approfondita per mettere a fuoco la loro
                       strategia digitale complessiva.

                       Vediamo prima una serie di casi
                       studio diversi che forniscono un
                       esempio concreto di come il mondo
                       dei beni culturali possa sfruttare le
                       caratteristiche degli strumenti digitali
                       per raggiungere e comunicare con i
                       suoi utenti, creare una comunità ma
                       anche per fornire contenuti culturali a
                       distanza o implementare l’esperienza di
                       visita all’interno delle sale di un museo.
                       Esistono molti strumenti diversi e
                       ognuno ha caratteristiche e potenzialità
                       che possono essere sfuttate secondo
                       strategie differenti.

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LOUVRE X UNIQLO

Collezione nata dalla collaborazione tra
Uniqlo e il museo del Louvre firmata
da Peteer Saville. Tema della collezione
è la rappresentazione della donna e le
sue variazioni tra le opere possedute dal
museo francese.

MOMA X SWATCH

L’azienda di orologi svizzera da tempo
guarda al mondo dell’arte per creare i
propri modelli; la collaborazione con il
MoMA prevede una edizione speciale di
sei modelli ispirati ad altrettante opere
esposte al museo di New York.
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“LA FERITA”
     PALAZZO STROZZI

     Installazione dell’artista frencese
     JR sulla facciata di palazzo Strozzi
     a Firenze. Lo scopo è invitare alla
     discussione riguardo l’accessibilità al
     patrimonio culturale durante il periodo
     di lockdown e nelle fasi di graduale
     riapertura.

     “ART CHALLENGE”
     GETTY MUSEUM

     Iniziativa del museo di Los Angeles che,
     per coltivare il legame conl’utenza, ha
     chiesto a chiunque di riprodurre una
     famosa opera d’arte e inviare al museo
     una fotografia che viene ripostata sui
     canali ufficiali del museo.
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ANIMAL CROSSING
X METROPOLITAN
MUSEUM OF ART

Basta accedere al catalogo della
collezione d’arte del museo e
condividere l’opera scelta per poterne
avere una copia digitale da esporre
negli ambienti virtuali del videogioco.
L’iniziativa mira a far entrare l’arte nella
vita quotidiana.

FATHER AND SON

Primo serious game pubblicato da un
museo archeologico, il MANN di Napoli,
nel 2017. Il Museo ha un ruolo cruciale
nella storia del gioco, con le sue celebri
opere e l’architettura dei suoi luoghi,
divenendo fulcro di piccole e grandi
storie attraverso il tempo.
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THE QUEEN AND THE
     CROWN

     Mostra virtuale nata dalla
     collaborazione tra Netflix e il Brooklyn
     Museum. Vengono presentati diversi
     outfit delle due famose serie tv e ne
     vengono raccontati storia, riferimenti e
     contestualizzazione.

     SENSING THE
     UNSEEN
     Step into Goassert’s
     Adoration

     La mostra, costretta alla chiusura
     subito dopo l’inaugurazione, è stata
     l’occasione per creare la prima mostra
     progettata appositamente per essere
     fruita da smartphone creata dalla
     National Gallery di Londra.
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L’ARA COM’ERA

Racconto in realtà aumentata e virtuale.
Storia e tacnologia per una visita
immersiva e multisensoriale dell’Ara
Pacis. Personaggi, gesti, divinità e
animali si animano in 3D per illustrare le
origini di Roma. Terminata nel 2019.

LA CITTÀ PROIBITA
VR

Il MAO presenta un’esperienza
immersiva dentro la Città Proibita
di Pechino. Un progetto innovativo
tra la Fondazione Torino Musei e LD
Multimedia, start-up torinese, leader
europea nella produzione di scenari di
realtà virtuale.
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MAUA - MUSEO
     DI ARTE URBANA
     AUMENTATA

     Un museo a cielo aperto per le periferie
     delle città. Il museo diffuso di street
     art aumentata, percorso attraverso le
     opere scelte dagli abitanti dei quartieri.
     L’esperienza prosegue in forma digitale:
     inquadrata con lo smartphone, l’opera
     si trasforma in un lavoro di digital art,
     animata in realtà aumentata.

     THE SPEAKING CELT

     App di supporto alla visita del museo
     della cultura celtica di Salisburgo.
     Il personaggio virtuale compare
     ogni volta che viene inquadrato un
     codice Qr per svolgere compiti assolti
     tradizionalmente dalla guida del museo.
42
BRERA ON AIR

A partire dal 6 novembre 2020 la
biblioteca e la pinacoteca di Brera
sono state chiuse. L’istituzione ha
programmato una serie di video per
rimanere in contatto con l’utenza, dove
curatori e altri professionisti illustrano le
opere più celebri del museo.

STORIE A PORTE
CHIUSE

Le storie più belle del Museo hanno
continuato a uscire anche nel periodo di
chiusura al pubblico.
#storieaportechiuse ha raccontato
infatti il Museo, le sue collezioni, i
suoi laboratori interattivi, l’attualità
scientifica, i dietro le quinte, gli archivi
e depositi con pillole video, immagini e
documenti inediti.
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LA RIVOLUZIONE DI
     CARAVAGGIO

     Il regista Paolo Benvenuti presenta le
     scoperte su Caravaggio destinate ad
     aprire scenari inattesi. A partire dalle
     indagini sul Seppellimento di Santa
     Lucia è possibile immergersi dietro
     le quinte del quadro e entrare nello
     studio dell’artista alle prese con una sua
     personale, empirica camera ottica.

     CORSI D’ARTE
     ONLINE

     In risposta al lockdown il MoMA, una
     delle istituzioni di arte moderna più
     prestigiose al mondo, ha lanciato 5
     corsi d’arte online gratuiti per dare a
     chiunque la possibilità di approfondire
     aspetti importanti e stimolanti di
     questo settore.
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A VOZ DA ARTE

La pinacoteca di San Paolo insieme a
IBM ha sviluppato nel 2017 un sistema
di intelligenza artificiale basato
sull’autoapprendimento, in grado di
rispondere a qualsiasi domanda da
parte dei visitatori. L’obiettivo del museo
è avvicinare anche chi potrebbe non
sentirsi all’altezza di questo.

SUONI PER VEDERE

Il progetto, selezionato tra i migliori
progetti digitali italiani legati alle
attività museali nel 2014, consiste
nell’inserimento di un’ambientazione
sonora collegata alle opere in mostra.
Ogni traccia tridimensionale è creata
per ricostruire i suoni e i rumori
dell’ambiente e dell’epoca dalla quale
l’opera proviene.
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