CSV FC - Assiprov domenica, 23 agosto 2020
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CSV FC - Assiprov domenica, 23 agosto 2020 Prime Pagine 23/08/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 3 Prima pagina del 23/08/2020 23/08/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) 4 Prima pagina del 23/08/2020 23/08/2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) 5 Prima pagina del 23/08/2020 csv e scenario locale 23/08/2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 40 6 Mercadini all' arena plautina 23/08/2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 38 e.p. 7 Anziano in auto accusa un malore e finisce contro una vettura in sosta 23/08/2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 41 Matteo Bondi 8 Una gelateria 'accessibile' a tutti Tessere con i gusti da Camarò volontariato 23/08/2020 Avvenire (Diocesane) Pagina 2 9 «Curare un grande virus, l' ingiustizia sociale» 23/08/2020 Avvenire Pagina 6 LORENZO ROSOLI 11 Ecco come il modello Milano aiuta i poveri della pandemia 23/08/2020 Avvenire Pagina 6 14 Gualzetti: oltre l' emergenza, promuovere occupazione e rinnovare professionalità
[ § 1 § ] domenica 23 agosto 2020 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 3
[ § 2 § ] domenica 23 agosto 2020 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 4
[ § 3 § ] domenica 23 agosto 2020 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 5
[ § 1 6 3 0 6 6 3 0 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 40 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale SARSI NA Mercadini all' arena plautina Martedì alle 21,30 all' Arena Plautina Roberto Mercadini presenta il monologo sull' Alzheimer "A chi dimentica", su iniziativa dell' associazione "Amici di Casa Insieme". Prenotazioni e bigliettiwww.vivaticket.com. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 6
[ § 1 6 3 0 6 6 2 5 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 38 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale In via Rio Salto I Anziano in auto accusa un malore e finisce contro una vettura in sosta La sua Fiat Uno ha poi capottato. L' uomo era rimasto incastrato nell' abitacolo. Portato all' ospedale, non è grave e.p. SAN MAURO PASCOLI Incidente stradale, senza fortunatamente gravi conseguenze, è accaduto ieri alle 11 in via Rio Salto I. Un 81enne era alla guida di una Fiat Uno e stava procedendo con direzione mare monte. All' improvviso, non si sa se abbagliato dai raggi del sole o per un malore dovuto al troppo caldo, il conducente ha sbandato e la vettura è finita nella laterale via Myricae andando a sbattere contro la ruota anteriore destra di una Bmw X2 parcheggiata sul lato opposto, accanto alla banchina del fiume Rio Salto. Poi la vettura ha capottato. Spavento per i primi soccorritori usciti dalle abitazioni vicine che hanno allertato il 118. Sul posto sono arrivati una ambulanza del 118, l' automedica, i vigili del fuoco volontari di Savignano e una pattuglia della Polizia Locale dell' Unione dei Comuni del Rubicone per i rilievi di legge. Intanto l' uomo, originario di Milano e residente a San Mauro Pascoli da decenni, è uscito da solo dall' abitacolo, era cosciente, parlava e dopo essere stato stabilizzato è stato fatto salire sull' ambulanza e portato al pronto soccorso dell' ospedale Bufalini di Cesena. Qui è stato medicato e considerata anche l' età gli sono stati effettuati gli accertamenti clinici del caso. Nell' incidente non sono state coinvolte altre persone, l' anziano ha fatto tutto da solo perdendo il controllo della vettura. Ricostruire l' esatta dinamica di quanto accaduto spetta ora agli agenti della Polizia Locale dell' Unione Rubicone e Mare. e.p. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 7
[ § 1 6 3 0 6 6 2 6 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 41 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale L' idea vincente Una gelateria 'accessibile' a tutti Tessere con i gusti da Camarò Matteo Bondi Alla fine, Mattia, ha preso una coppetta con mandorle e pistacchio, andando così a cambiare quei gusti di gelato che prendeva da una vita intera, sempre uguali. Volontà di cambiamento? No, semplicemente li ha potuti scegliere, seguendo i suoi gusti e capendo cosa prendeva. Questa, appunto, è la fine della storia. Un racconto che oltre a Mattia comprende una gelateria, un paio di esperte di comunicazione accessibile e la volontà di fare qualcosa per rendere un po' più facile la vita agli altri. La gelateria in questione è la Camarò di Forlimpopoli, situata alla porta di accesso al parco urbano Luciano Lama della città artusiana e gestita da Massimiliano Gazzola e Roberto Guiducci. Sono loro che hanno accolto l' invito di Valentina Baraghini, dello studio Libero Accesso, a rendere comprensibili i gusti del gelato che propongono anche a chi non è in grado di leggere o di parlare. I due titolari, supportati dalla Baraghini e dalla sua collega Barbara Porcella, entrambe esperte di disabilità, hanno così adottato un sistema Pecs, cioè, hanno creato delle tessere da staccare e consegnare al gelataio con fotografati sopra gli ingredienti dei gelati. «Un' idea - spiegano le due esperte - tanto semplice quanto vincente. Quella dell' etichettatura fotografica dei gusti è un' idea mutuata dalla Comunicazione Aumentata Alternativa (Caa): un insieme di tecniche e strategie destinato a persone che non parlano o non leggono». Chi non riesce a leggere le classiche etichette con i gusti ed è impossibilitato a parlare, non deve far altro che guardare le tessere posizionate con del velcro su una lavagnetta, individuare con le foto degli ingredienti il gusto che preferisce, indicare la tessera o staccarla e consegnarla al gelataio. «La strategia delle Pecs, sistema di comunicazione per scambio di immagini (dall' inglese Picture Exchange Communication System) - spiegano Porcella e Baraghini -, è molto utilizzata con i ragazzi con disturbi dello spettro autistico, ma può essere utile anche a molti altri». Una volta preparata la lavagnetta con le foto, Mattia ha potuto così scegliere in autonomia che gusti mettere nella sua coppetta di gelato, appunto, mandorle e pistacchio. Un piccolo accorgimento in più per la gelateria Camarò, ma un grande balzo verso l' autonomia per chi ne usufruisce. Matteo Bondi © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 8
[ § 1 6 3 0 6 6 2 7 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 2 Avvenire (Diocesane) volontariato La settimana del Papa «Curare un grande virus, l' ingiustizia sociale» La pandemia ha messo in risalto quanto siamo tutti vulnerabili e interconnessi. Se non ci prendiamo cura l' uno dell' altro, a partire dagli ultimi, da coloro che sono maggiormente colpiti, incluso il creato, non possiamo guarire il mondo. Tuttavia, il coronavirus non è l' unica malattia da combattere, ma la pandemia ha portato alla luce patologie sociali più ampie. Una di queste è la visione distorta della persona, uno sguardo che ignora la sua dignità e il suo carattere relazionale. A volte guardiamo gli altri come oggetti, da usare e scartare. In realtà, questo tipo di sguardo acceca e fomenta una cultura dello scarto individualistica e aggressiva, che trasforma l' essere umano in un bene di consumo. Nella luce della fede sappiamo, invece, che Dio guarda all' uomo e alla donna in un altro modo. Egli ci ha creati non come oggetti, ma come persone amate e capaci di amare; ci ha creati a sua immagine e somiglianza. In questo modo ci ha donato una dignità unica, invitandoci a vivere in comunione con Lui, con le nostre sorelle e i nostri fratelli, nel rispetto di tutto il creato. Essa sta a fondamento di tutta la vita sociale e ne determina i principi operativi. Nella cultura moderna, il riferimento più vicino al principio della dignità inalienabile della persona è la Dichiarazione universale dei diritti dell' uomo, che san Giovanni Paolo II ha definito «pietra miliare posta sul lungo e difficile cammino del genere umano », e «una delle più alte espressioni della coscienza umana». I diritti non sono solo individuali, ma anche sociali. L' essere umano, infatti, nella sua dignità personale, è un essere sociale, creato a immagine di Dio Uno e Trino. Possa il Signore "restituirci la vista" per riscoprire che cosa significa essere membri della famiglia umana. E possa questo sguardo tradursi in azioni concrete di compassione e rispetto per ogni persona e di cura e custodia per la nostra casa comune (udienza generale, 12 agosto). La pandemia ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo. La risposta alla pandemia è quindi duplice. Da un lato, è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero. Dall' altro, dobbiamo curare un grande virus, quello dell' ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli. In questa doppia risposta c' è una scelta che, secondo il Vangelo, non può mancare: l' opzione preferenziale per i poveri. E questa non è un' opzione politica; neppure un' opzione ideologica, un' opzione di partiti. L' opzione preferenziale per i poveri è al centro del Vangelo. E il primo a farla è stato Gesù. Alcuni pensano, erroneamente, che sia un compito per pochi, ma in realtà è la missione di tutta la Chiesa, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 9
[ § 1 6 3 0 6 6 2 7 § ] domenica 23 agosto 2020 Avvenire (Diocesane) volontariato come diceva san Giovanni Paolo II. La fede, la speranza e l' amore necessariamente ci spingono verso questa preferenza per i più bisognosi, che va oltre la pur necessaria assistenza. Implica infatti il camminare assieme, il lasciarci evangelizzare da loro, che conoscono bene Cristo sofferente, il lasciarci "contagiare" dalla loro esperienza della salvezza, dalla loro saggezza e dalla loro creatività. La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o peggiori. Oggi abbiamo un' occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo far crescere un' economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo. Con questo non voglio condannare l' assistenza, le opere di assistenza sono importanti. Pensiamo al volontariato, che è una delle strutture più belle che ha la Chiesa italiana. Ma dobbiamo andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza. E che scandalo sarebbe se tutta l' assistenza economica - la maggior parte con denaro pubblico - si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all' inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato. Sono quattro criteri per scegliere quali industrie aiutare: quelle che contribuiscono all' inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune e alla cura del creato (udienza generale, 19 agosto). All' udienza generale Francesco ricorda l' opzione preferenziale del Vangelo per i poveri e chiede che siano considerate le fasce di chi ha più bisogno. Una crisi da cui dobbiamo «uscire migliori» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 10
[ § 1 6 3 0 6 6 2 8 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 6 Avvenire volontariato La pandemia sociale/17 Ecco come il modello Milano aiuta i poveri della pandemia LORENZO ROSOLI Milano «Prima che scoppiasse la pandemia aiutavamo 48 famiglie. Ora sono 112, che sosteniamo con buoni spesa e pacchi viveri. E fra loro c' è chi si sta indebitando. Quanta gente che una casa ce l' ha, che fin qui sopravviveva con lavori precari o in nero che ora ha perso, o non bastano più, e che mai e poi mai si sarebbe sognata di chiedere aiuto», racconta Magda Bajetta, fondatrice e presidente di Ronda della Carità, associazione nata a Milano nel 1998 per prendersi cura delle persone senza dimora. «Anche a noi si sono rivolte famiglie mai viste prima. E molte sono italiane. Quante persone impiegate, sottopagate, sfruttate per anni nelle attività e nei locali della città, e poi lasciate senza lavoro, o pagate peggio di prima, in questi mesi! Ma se lasciamo indietro gli ultimi, rischiamo guerre tra poveri e gravi tensioni sociali», incalza padre Marcello Longhi, presidente dell' Opera San Francesco (Osf), storica realtà caritativa milanese. «Il 42% dei lavoratori ha subito una ripercussione di carattere economico dall' emergenza sanitaria. Così risulta dai primi dati di un' indagine che stiamo realizzando a livello regionale su un campione di aziende e di lavoratori. E Milano sta pagando il prezzo più alto sul piano dell' impatto sociale, produttivo e occupazionale della pandemia. Un impatto legato proprio a quelli che, fin qui, erano i fattori del successo del modello Milano, con la sua spiccata vocazione internazionale e la sua forza attrattiva », spiega Mirko Dolzadelli, segretario Cisl Lombardia con delega alle politiche del lavoro. «La 'locomotiva' Milano si è fermata. Ma non si è spenta. E mostra i primi timidi segnali di ripresa. Ma ripartire come prima non basta. L' emergenza sanitaria ha messo in crisi alcuni punti di forza del 'modello Milano' e ha portato alla luce una fascia sociale borderline di persone e famiglie che, prima, sopravvivevano ai confini della povertà, per non parlare dei veri e propri working poors », sottolinea Pasquale Seddio, docente di economia aziendale all' Università del Piemonte Orientale e presidente dell' Opera Cardinal Ferrari, altra importante, popo- lare istituzione ambrosiana nata quasi un secolo fa, nel 1921, per volontà del beato Andrea Carlo Ferrari, cardinale arcivescovo di Milano. Ecco il punto. Milano viene da anni col vento in poppa, che ne hanno fatto il caso di successo italiano nel mondo. La città dell' Expo e del post Expo, della finanza, della moda, delle archistar, degli eventi, del turismo internazionale. Ma anche della cultura, delle università, della sanità. The place to be. Locomotiva e modello. E finché la locomotiva tirava, anche 'quasi poveri' e working poors riuscivano a stare a galla. Ma ora che la pandemia ha costretto la locomotiva a frenare, in tanti sono finiti - o stanno finendo - sotto la soglia critica. E ci si rende conto che la locomotiva tirava grazie anche Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 11
[ § 1 6 3 0 6 6 2 8 § ] domenica 23 agosto 2020 Avvenire volontariato a tutto quel lavoro precario, fragile, nero - colf e badanti, donne delle pulizie e lavapiatti, camerieri, rider, muratori... - che ne alimentava la corsa. E che ora chiede riconoscimento. E giustizia. O si rischiano davvero guerre tra poveri. Evitate fin qui grazie alla straordinaria mobilitazione della solidarietà ambrosiana, che ha affiancato le istituzioni, a partire dal Comune, il terzo settore e il volontariato in vari ambiti e in ogni quartiere, a partire dalle periferie. Si pensi alla rete del supporto alimentare, che dal 16 marzo in 15 settimane ha aiutato 6.337 famiglie per un totale di 20.744 persone, distribuendo 616 tonnellate di cibo; o al sostegno nel pagamento degli affitti, con il Comune che prevede di aiutare 4.500 nuclei; o al contrasto dell' abbandono scolastico e del digital divide. Ora, però, la sfida è andare oltre l' emergenza. Affrontando fragilità, contraddizioni, iniquità del 'modello Milano'. «Conosco un ragazzo di colore che finalmente ha potuto riprendere a lavorare. Lavapiatti, in un ristorante. Lo hanno preso. E messo in cassa integrazione. Ma continuano a farlo lavorare, e senza pagarlo: 'tanto prendi la cassa integrazione', gli hanno detto. E lui accetta. Non ha alternativa. Teme di essere lasciato a casa quando terminerà il blocco dei licenziamenti. Questa è la cartina di tornasole di una Milano che deve cambiare - s' infervora Bajetta - . Intanto aumentano i senza dimora. Chi perde il lavoro non può più permettersi nemmeno i 150-200 euro al mese per un posto in una stanza stipata di letti a castello. Sono molto preoccupata per settembre - insiste la presidente di Ronda della Carità -. Penso alle tante donne sole, lavoratrici, con figli, che ci chiedono aiuto: se non partiranno servizi educativi accessibili - per costo e orari - dovranno scegliere fra lavorare e occuparsi dei bambini!». «Il lavoro fragile, precario, sfruttato, ci chiama a una nuova visione più inclusiva, più 'francescana', delle relazioni economiche - insiste padre Longhi -. All' inizio dell' emergenza ho visto crescere la solidarietà fra i poveri, mentre ora la tensione torna a crescere. Perciò serve, con l' aiuto materiale a chi è nel bisogno, una pacificazione delle relazioni e del linguaggio. Anche da parte della politica. Come Opera San Francesco abbiamo istituito il 'Fondo Prendiamoci Cura. Oltre il Covid 19' per dare ai nostri poveri sostegno economico per i mesi duri che ci attendono, ma anzitutto ascolto e dialogo». Ecco: come andare oltre la pandemia? Come affrontare il suo drammatico impatto sociale? «Serve un grande patto per il lavoro per un nuovo modello socio- economico milanese e lombardo - risponde Dolzadelli -. E serve ridurre quella polarizzazione che negli ultimi anni ha portato investimenti e lavoro a Milano a discapito delle aree più periferiche della regione. Serve investire sulla sanità, sul welfare, sulle catene globali del valore. E riscoprire la centralità della persona rispetto alle derive speculative dell' economia. La nostra indagine mostra come la perdita di potere d' acquisto delle famiglie generi una caduta dei consumi che rischia di incidere più del mancato export. E conferma come la pandemia abbia aggravato Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 12
[ § 1 6 3 0 6 6 2 8 § ] domenica 23 agosto 2020 Avvenire volontariato e accelerato una situazione di rallentamento dell' economia lombarda segnalata fin dallo scorso autunno da 'sintomi' quali il calo di export e consumi e l' impoverimento della 'qualità occupazionale' - i tanti contratti a termine, i tanti part time spesso involontari... I settori più colpiti? Il turismo, la ristorazione, il commercio; tutto quell' ambito che va dallo sport allo spettacolo, alla cultura, alle fiere, ai grandi eventi. E poi: il trasporto passeggeri, il tessile, l' abbigliamento, l' edilizia, il legno-arredo, il metalmeccanico. Tanti di questi sono settori cruciali per Milano». «La pandemia - scandisce Pasquale Seddio - ha disseminato di 'mine' - anche sociali, economiche, relazionali - la nostra città. Ora servono 'artificieri'. Com' è stato e com' è il terzo settore: che durante il lockdown ha aiutato le istituzioni a non lasciare solo nessuno - noi della Cardinal Ferrari, ad esempio, siamo riusciti a non fermare mai la mensa, l' assistenza medica e gli altri nostri servizi - e che il governo, però, ha trascurato nelle politiche di sostegno. Ci attende un autunno difficile. E Milano ha bisogno di una politica per i più fragili e per i nuovi poveri. Oltre le classiche politiche sociali, serve creare lavoro, soprattutto per i giovani. E migliorare la qualità della spesa pubblica, perché le grandi risorse che si stanno mobilitando non si traducano solo in debito sulle spalle dei nostri figli». RIPRODUZIONE RISERVATA L' INCHIESTA Con l' emergenza sanitaria sono emersi problemi e fatiche della città che veniva da anni di crescita Seddio (Opera Cardinal Ferrari): «La locomotiva si è fermata ma non si è spenta E deve ripartire in modo nuovo» Dolzadelli (Cisl): «Il 42% dei lavoratori ha subito l' impatto economico della pandemia. E Milano paga il prezzo più alto». Bajetta (Ronda Carità) e padre Longhi (Osf): tante persone fragili A sinistra: un paziente nell' Opera San Francesco. In basso: la distribuzione di abiti/ Fotogramma. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 13
[ § 1 6 3 0 6 6 2 9 § ] domenica 23 agosto 2020 Pagina 6 Avvenire volontariato INTERVISTA AL DIRETTORE DI CARITAS AMBROSIANA Gualzetti: oltre l' emergenza, promuovere occupazione e rinnovare professionalità «Con il Fondo San Giuseppe, istituito lo scorso marzo, diamo sostegno temporaneo ma immediato a persone e famiglie che hanno perso lavoro e reddito a causa della pandemia. In questo modo le aiutiamo a non scivolare sotto la linea della povertà, dalla quale è sempre difficile risalire. L' altra sfida decisiva, però, è promuovere lavoro e rinnovare professionalità che la pandemia ha messo fuori gioco. Perciò da settembre ripartiremo a pieno regime col Fondo Diamo Lavoro», annuncia Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. L' arcidiocesi di Milano, fin dall' inizio dell' emergenza Covid, è in prima linea nel contrasto all' impatto sociale della pandemia con iniziative che vanno dall' aiuto alimentare al sostegno nel pagamento di affitti e bol-lette, fino alla lotta alla povertà educativa e al digital divide con il progetto «Nessuno resti indietro», lanciato alla fine di maggio. Quante persone sostenete con il Fondo San Giuseppe? Sono 1.649 le richieste d' aiuto ricevute e 1.329 quelle approvate al 30 luglio. Fin qui, grazie a tanti donatori, abbiamo raccolto 6,7 milioni di euro e ne abbiamo già erogati oltre due. Il 42,8% delle persone aiutate è in attesa di cassa integrazione, il 21,7% alla fine di contratti a termine, il 10,5% lavoratori autonomi, l' 8,4% licenziati. Il 58% vive o lavora a Milano città: al contrario del Fondo Diamo Lavoro, dove le domande arrivano in maggioranza dal territorio. Inoltre: con le botteghe e gli empori della solidarietà diamo aiuto alimentare ad oltre ottomila persone in tutta la diocesi, il 35% in più rispetto al periodo pre pandemia. Una percentuale che sale al 66% a Milano città. Che cosa dicono questi dati? Milano, che per vari motivi era ed è un modello, porta in sé fragilità, contraddizioni e ingiustizie che il lockdownha smascherato. A partire dal mondo del lavoro con tutte le sue realtà di precarietà, iniquità, assenza di tutele, che la pandemia ha messo in crisi. Il virus può infettare chiunque. Ma chi è più fragile - sul piano sociale, economico, relazionale - è più esposto al rischio del contagio. E dell' impoverimento. Come affrontare l' impatto sociale della pandemia? Politica, imprese, mondo della solidarietà, tutti abbiamo lezioni da imparare. E qualcosa da fare. Troppe volte incontro sindaci che si occupano dei loro poveri solo per mandarli via e 'dissuadere' i servizi loro rivolti. Ma soltanto una politica che parte dagli ultimi può costruire una città più accogliente Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 14
[ § 1 6 3 0 6 6 2 9 § ] domenica 23 agosto 2020 Avvenire volontariato e sicura per tutti. Le imprese? Non si limitino a fare un po' di filantropia, ma si chiedano se sanno promuovere giustizia, anzitutto, al loro interno, con i loro lavoratori, e nel rapporto con la città. Il lockdown, inoltre, ha messo fuori causa grandi realtà della filantropia e della beneficenza, con i loro progetti calati dall' alto ma privi di legami col territorio. Ha funzionato anche nel lockdown, invece, la solidarietà che fa rete, è radicata nei quartieri, lavora dal basso e punta a promuovere l' autonomia e il protagonismo degli assistiti. La solidarietà che arriva all''ultimo miglio': come quella delle parrocchie e della Caritas. Rischiamo una guerra fra poveri? Se Milano ha tenuto, è perché il terzo settore e le istituzioni hanno saputo fare rete con un sistema diffuso che ha preso in carico povertà, precarietà e solitudini. Ma se anche il ceto medio impoverisce, si arrabbia. E sono dolori. Durante il lockdown la retorica del 'prima gli italiani' si è sciolta come neve al sole, di fronte all' enormità del dramma. Ma ora sembra rinascere. Si torna a colpevolizzare il povero e lo straniero. Per prevenire le derive della rabbia sociale Milano deve ancor più tessere legami che includono, tenere insieme centro e periferia, dare risposte di dignità e giustizia, a partire dagli ultimi. Anche nel mondo del lavoro. Lorenzo Rosoli RIPRODUZIONE RISERVATA «Con il Fondo San Giuseppe la diocesi aiuta chi ha perso lavoro e reddito a causa della pandemia. Ma da settembre ripartiremo a pieno regime con il Fondo Diamo Lavoro» Luciano Gualzetti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2020 Pagina 15
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