CROSSROADS MONTHLY OUTLOOK - FEBBRAIO 2022 - UNICREDIT GROUP

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CROSSROADS MONTHLY OUTLOOK - FEBBRAIO 2022 - UNICREDIT GROUP
Monthly Outlook
Febbraio 2022

Crossroads
CROSSROADS MONTHLY OUTLOOK - FEBBRAIO 2022 - UNICREDIT GROUP
Indice

Crossroads

Pagina 3    Sommario

Pagina 5    La lettera dei CIO

Pagina 8    In evidenza

Pagina 11   Macro & Markets

Pagina 20   Asset Allocation dei nostri
            portfogli in gestione

Pagina 26   Rubriche

                                  Monthly Outlook   Febbraio 2022   2
CROSSROADS MONTHLY OUTLOOK - FEBBRAIO 2022 - UNICREDIT GROUP
Sommario

Crossroads

• La rapida diffusione della variante Omicron in tutto il mondo, un notevole
  rallentamento della crescita, l’inasprimento della politica monetaria delle
  Banche Centrali e il rischio geopolitico Russia-Ucraina: questi sono i problemi
  che hanno colpito l’economia e i mercati all’inizio del 2022. Nonostante questi
  sviluppi siano inclusi nelle nostre previsioni, è probabile che a breve termine
  provochino tensioni maggiori, o almeno una volatilità maggiore rispetto a
  quanto avevamo previsto in precedenza.

• L’indice globale MSCI World è sceso del 5% a fine gennaio a causa dell’aumento
  dei rendimenti obbligazionari e di un previsto inasprimento delle politiche
  monetarie delle Banche Centrali. Trainati da una presenza maggiore di titoli
  “growth”, che hanno sottoperformato a causa dell’aumento dei rendimenti,
  gli indici azionari statunitensi sono scesi più di quelli europei. I mercati
  europei hanno beneficiato di una presenza maggiore di società “value”, che
  hanno sovraperformato mentre l’economia continua a riprendersi.

• Le performance dei mercati azionari statunitensi, trainati da pochi titoli
  “growth”, hanno notevolmente superato quelle dei mercati globali negli
  ultimi anni. Tuttavia, la sovraperformance ha portato le valutazioni di queste
  società alle stelle, il che le rende notevolmente sensibili agli aumenti dei
  rendimenti.

• La FED ha segnalato la sua intenzione di aumentare “presto” i tassi. Più
  recentemente, anche la BCE ha cambiato tono inviando un messaggio più
  aggressivo. La banca centrale non solo accelererà l’uscita dal quantitative
  easing, ma aumenterà anche il tasso di interesse prima di quanto si pensasse.

• In questo contesto, i titoli “value” continueranno a essere favoriti, mentre
  le azioni “growth” rimarranno sotto pressione. Le obbligazioni sono meno

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Sommario

   attraenti delle azioni, ma rimangono una parte importante nei portafogli
   di investimento, in quanto forniscono stabilità in tempi di volatilità. Inoltre,
   con l’aumento dei rendimenti, l’investimento in obbligazioni diventerà più
   attraente.

La nostra strategia di investimento

• Sebbene prevediamo che l’incertezza e la volatilità rimarranno su livelli più
  elevati rispetto al 2021, le correzioni del mercato azionario dovrebbero essere
  interpretate come opportunità di acquisto a lungo termine per aumentare
  l’esposizione verso questi mercati.

• In un contesto di maggiore incertezza e volatilità, la gestione attiva (ovvero
  la capacità di selezione dei titoli, settori e aree geografiche) è fondamentale,
  così come l’allungamento dell’orizzonte temporale dell’investimento e una
  selezione sempre più orientata ai criteri ESG.

• All’interno della nostra strategia preferiamo le azioni europee poiché
  le politiche monetarie e fiscali rimarranno ancora espansive e per la
  preponderanza di società “value” negli indici azionari che rappresentano il
  mercato.

• Nei mercati azionari emergenti si stanno verificando opportunità di
  investimento a lungo termine, grazie alla loro valutazione più conveniente,
  all’aumento dei prezzi delle materie prime e a un ciclo di rialzo dei tassi più
  avanzato.

• Restiamo neutrali sui mercati azionari americani - ma pronti a trarre
  vantaggio dall’attuale correzione - e sulle azioni del Giappone, queste ultime
  sono sostenute dalla ripresa globale e da uno yen più debole.

• Continuiamo a ritenere che l’aumento dell’inflazione penalizzi le obbligazioni
  globali. Preferiamo, in generale, le obbligazioni societarie e in modo molto
  selettivo quelle dei mercati emergenti.

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La lettera dei CIO

Crossroads

L’inizio del 2022 è stato estremamente volatile. Allo stesso tempo, l’andamento             Manuela D’Onofrio
delle performance dei vari mercati ci ha già mostrato quelli che saranno i
principali driver di crescita e i possibili fattori di rischio di quest’anno. Dopo la
forte performance dell’anno scorso, i mercati azionari sono stati generalmente
deboli nel primo mese dell’anno. L’MSCI World, l’indice che rappresenta i mercati
azionari dei paesi industrializzati di tutto il mondo, è sceso del 5% alla fine di
gennaio. I mercati emergenti non sono stati in grado di divergere da questo trend;
infatti, sono scesi di circa il 2%. Questa performance azionaria si è materializzata
in un contesto di aumento dei rendimenti a lungo termine. Per esempio, il
rendimento dei Titoli di Stato americani a 10 anni (Treasuries) è aumentato di 27          Head of Group Investment
punti base (bp o 0,27 punti percentuali) all’1,78% dall’inizio dell’anno, e quello         Strategy
dei Bund tedeschi (come riferimento per il mercato EUR) di 17 bp allo 0,0%.

All’interno dell’indice MSCI World, tuttavia, ci sono state chiare differenze
regionali e settoriali. L’MSCI USA, per esempio, è sceso di circa il 6% a gennaio,
mentre l’MSCI Europe ha perso solo la metà. Se si dividono i mercati azionari                 Philip Gisdakis
nei due segmenti “crescita” (titoli cosiddetti “growth”) e “valore” (titoli “value”)
emerge un’ulteriore differenziazione. I titoli “growth” sono scesi del 9% a gennaio
sia in Europa che negli Stati Uniti. I fattori di rischio per questo segmento (in
primo luogo l’aumento dei rendimenti dovuto al previsto inasprimento della
politica monetaria) hanno quindi avuto un impatto uguale negli Stati Uniti e in
Europa. Tuttavia, ci sono state grandi differenze transatlantiche nel caso dei titoli
“value”. In Europa, questo segmento ha guadagnato il 2,6% a gennaio, mentre
ha perso il 2,6% negli Stati Uniti. Quindi i titoli “value”, soprattutto in Europa,
stanno facendo la differenza.                                                              CIO UniCredit Bank AG
                                                                                           (HypoVereinsbank) (Germania)

Questo rispecchia lo sviluppo economico sottostante. La ripresa economica,
dopo lo shock della pandemia, sta andando avanti. Da un lato, questo porterà
probabilmente a tassi d’inflazione più alti e più duraturi, che le Banche Centrali

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La lettera dei CIO

vogliono contrastare con una stretta della loro politica monetaria. D’altra parte,
la crescita economica nel 2022 non dovrebbe più essere così alta come nell’anno
precedente, ma ancora ben al di sopra del trend prima della pandemia. Questa
crescita superiore alla media dovrebbe durare fino al prossimo anno. I settori che
sono rimasti indietro durante la crisi pandemica probabilmente beneficeranno
sempre di più di questa ripresa. Tuttavia, non sono generalmente così apprezzati
e sono più propensi ad appartenere al segmento “value”. La rotazione dai titoli
“growth” a quelli “value” dovrebbe continuare nel 2022, alimentata da una
combinazione di crescita economica robusta e politiche monetarie più restrittive.
La questione centrale derivante dall’inasprimento delle condizioni di politica
monetaria non è quindi se tenere azioni in portafoglio, ma quali.

Tuttavia, rimangono alcuni rischi che gli investitori dovrebbero tenere d’occhio. I
più importanti, a nostro avviso, rimangono la situazione pandemica, l’inflazione
più persistente e i rischi geopolitici.

L’ondata “Omicron” continua a gravare sulle economie e sulle società di tutto
il mondo. Al di là del breve termine, tuttavia, c’è una giustificata speranza di
ripresa, poiché la progressiva immunizzazione - sia attraverso la vaccinazione
che attraverso la numerosità dei contagi - pone sempre meno minacce ai sistemi
sanitari o alle infrastrutture. Le restrizioni di contatto e di mobilità diventeranno
probabilmente sempre meno e presto scompariranno. Restano comunque dei
rischi residui, come l’emergere di varianti che potrebbero aggirare la protezione
immunitaria acquisita. In ogni caso, non si possono escludere altre ondate per
l’autunno. Tuttavia, il loro impatto economico dovrebbe rimanere limitato e al
massimo causare una maggiore volatilità sui mercati azionari.

Gli alti tassi d’inflazione continuano ad influenzare il mercato globale. La Banca
Centrale americana (Federal Reserve - FED) ha già inasprito notevolmente la
sua retorica. Ci aspettiamo il primo rialzo dei tassi d’interesse già a metà marzo,
seguito da ulteriori mosse sui tassi d’interesse, in modo che il livello dei tassi
dovrebbe salire dall’attuale vicino allo zero al 2% entro la fine del 2023. Più
recentemente, anche la BCE è diventata più aggressiva, segnalando non solo
un’uscita accelerata dal quantitative easing, ma anche un aumento dei tassi più
anticipato di quanto si pensasse, probabilmente verso la fine di quest’anno. Molti
operatori di mercato ritengono che l’inflazione dovrebbe diminuire sensibilmente
nell’anno in corso e che il tasso d’inflazione dovrebbe scendere di nuovo a/o
sotto il target del 2% della BCE nel 2023. Tuttavia, gli ultimi dati rilasciati
costituiscono una delusione in questo senso, poiché il tasso di inflazione in
dicembre e gennaio è stato molto più persistente di quanto gli esperti avessero
previsto. Se questa tendenza continuasse e l’inflazione in Europa rimanesse
più duratura del previsto, le discussioni in atto all’interno della BCE potrebbero
concretrizzarsi in un rialzo di tassi di interesse. Questo influenzerebbe i mercati
e causerebbe una maggiore volatilità, ma non ci aspettiamo neanche in questo
caso sostanziali contraccolpi sui mercati azionari

Recentemente, i fattori geopolitici, specialmente le tensioni tra Russia e Ucraina,
hanno giocato un ruolo importante nei mercati. In aggiunta, il conflitto tra Cina e
Taiwan non deve essere sottovalutato. Il profilo di rischio/rendimento dovrebbe
essere fortemente asimmetrico in questo senso. Nel caso in cui i rischi geopolitici
si materializzino, per i mercati il potenziale contraccolpo (temporaneo) dovrebbe
essere significativamente maggiore del potenziale di apprezzamento nel caso
in cui i conflitti non si intensifichino. Al momento, tuttavia, una evoluzione che
difficilmente abbia un forte impatto negativo sui mercati sembra il risultato più
probabile. Ulteriori escalation rimangono quindi scenari di rischio e non fanno
parte dello scenario di base. Ciononostante, seguiremo da vicino questi sviluppi.

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La lettera dei CIO

Nel complesso, rimaniamo ottimisti. L’influenza della pandemia sta diminuendo
e un’ulteriore normalizzazione della vita sociale è imminente. L’economia
europea crescerà sensibilmente, le pressioni inflazionistiche si allenteranno
gradualmente e la politica monetaria diventerà più restrittiva - negli Stati
Uniti più chiaramente che in Europa. Ma i rendimenti aumenteranno anche in
questo continente. Tuttavia, poiché ciò avverrà nel contesto di una progressiva
ripresa economica, l’aumento dei rendimenti non dovrebbe mettere in pericolo
l’economia.

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In evidenza

Mercato azionario statunitense - una manciata di aziende fa
la differenza

L’anno passato ha confermato ancora una volta il dominio del mercato azionario
statunitense. Nel 2021, le azioni americane sono salite per il terzo anno di fila
con una performance a due cifre. In media, hanno guadagnato quasi il 25% in
questi tre anni - ogni anno! La performance delle azioni europee è stata minore
in confronto. Hanno guadagnato “solo” il 12% all’anno tra il 2019 e il 2021. Se
si confrontano le performance annuali dei principali indici USA e Europa (MSCI),
bisogna tornare al 2015 per trovare una sovraperformance delle azioni europee.
Qual è la ragione di questo dominio delle azioni americane?

Se esaminiamo le dimensioni delle società che compongono gli indici (ovvero
la loro capitalizzazione di mercato), è possibile notare come vi sia una
concentrazione significativamente più elevata di grandi aziende nell’indice
MSCI USA. I primi 10 titoli del mercato azionario americano rappresentano
attualmente il 28% della capitalizzazione totale dell’indice. In Europa, le dieci
aziende più grandi rappresentano solo il 20%. Di queste 10 maggiori aziende
statunitensi, sette possono essere ampiamente classificate come appartenenti
al settore tecnologico ad alta crescita: Apple, Microsoft, Amazon, Tesla, Alphabet
(Google), Meta (Facebook) e NVIDIA. In Europa, ci sono solo due aziende di questo
segmento nella top 10: ASML e SAP.

Un altro fatto è degno di nota: non una sola azienda europea entrerebbe nella top
10 dell’indice americano. Per inciso, questo vale anche in un confronto globale.
Nell’indice Globale rappresentato dal MSCI All-Country World, che include le più
grandi società di tutto il mondo (compresi i mercati emergenti), c’è attualmente
solo una società non statunitense nella top 10: Taiwan Semiconductors.

Le sette società statunitensi menzionate non sono solo le più grandi in
termini di capitalizzazione di mercato, ma hanno anche mostrato una forte
performance negli ultimi anni. Nel grafico 1 qui sotto, abbiamo confrontato

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In evidenza

l’andamento dell’indice MSCI USA e quella dell’MSCI Europe e abbiamo anche
tracciato la performance delle sette società statunitensi e quella del mercato
statunitense senza di queste. Il risultato è impressionante. Il valore di borsa delle
7 è aumentato di circa sei volte dal 2015. Nello stesso periodo, l’indice MSCI
USA è leggermente più che raddoppiato. L’MSCI Europe, invece, è salito solo del
50% circa. Tuttavia, se dall’MSCI USA escludiamo le performance delle prime 7
aziende, questo aumenta solo dell’80% dal 2015. Inoltre, la maggior parte della
sovraperformance di questo “indice corretto” rispetto al mercato europeo si è
verificata nella fase post pandemica.

1. INDICI USA E EUROPA A CONFRONTO
       Capitalizzaione di mercato (100=01.01.2015)
700                                                                                                           Top 7 società Tech USA
                                                                                                              MSCI USA
600                                                                                                           MSCI USA escluse 7 Top
                                                                                                              MSCI Europe
 500

400

300

200

100

   0
   2015          2016          2017           2018        2019         2020          2021         2022

Fonte: Bloomberg, Group Investment Strategy, UniCredit.
Nota: le performance e le previsioni passate non sono indicatori affidabili delle performance future.
Gli indici non possono essere acquistati e quindi non includono i costi. Quando si investe in titoli, si
sostengono dei costi che riducono la performance. Dati aggiornati al 30.01.2022

Questi dati mostrano come la differenza di performance fra i mercati azionari
statunitensi e quelli europei è imputabile a circa una mezza dozzina di aziende
con un dominio globale. Per gli investitori azionari, tuttavia, questo significa
anche che l’esposizione ai mercati statunitensi, anche attraverso un indice di
diverse centinaia di azioni, comporta una discreta quantità di rischio per singolo
titolo.

Questo rischio è stato evidente anche di recente. Alla fine di gennaio, le prime
7 società avevano perso in media circa il 15% dai loro massimi, pesando così
sul mercato americano. L’indice europeo, invece, è sceso solo del 5% circa dal
suo picco. Quanto accaduto è anche alla base dell’inversione di tendenza dai
cosiddetti titoli “growth” verso i titoli “value”.

I titoli cosidetti “growth” hanno beneficiato fortemente della politica monetaria
accomodante negli ultimi anni e sono in genere altamente valutati, cioè hanno
un rapporto prezzo-utili elevato. Questi titoli sono finiti sotto pressione a causa
dell’aumento dei rendimenti. Tuttavia, dato che l’economia continua a crescere
fortemente, l’attenzione si sta ora spostando sui cosiddetti titoli “value”. Questo

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In evidenza

non significa che i vincitori del passato siano ora completamente privi di
interesse. Alcuni dei grandi titoli tecnologici negli Stati Uniti hanno un modello
di business robusto, sono altamente redditizi e molto ben posizionati per il
futuro. A medio termine, i prezzi delle loro azioni potrebbero salire ancora. Nel
contesto attuale, tuttavia, i titoli “value” sembrano più interessanti. E i mercati
europei - in particolare- dovrebbero beneficiarne, dato che le aziende europee
sono particolarmente ben rappresentate in questo settore.

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Macro & Markets

Economia globale: avvio debole, ma ci sono motivi per
sperare

La rapida diffusione di Omicron in tutto il mondo, un significativo rallentamento
del ritmo di crescita, la stretta anticipata e più aggressiva della politica
monetaria da parte delle Banche Centrali, così come l’escalation del conflitto
Russia-Ucraina, sono i problemi che hanno colpito l’economia globale e i mercati
all’inizio di quest’anno. Anche se tutti questi sviluppi erano già nei nostri radar,
nel breve termine è probabile che essi provochino maggiori tensioni, o almeno
maggiore volatilità, di quanto previsto. La falsa partenza dovrebbe però volgere
presto al termine.

Omicron: da pandemia a virus endemico, ma solo a partire dalla
primavera
Il Covid tiene ancora il mondo in balìa al terzo anno dalla sua comparsa. La
variante Omicron, altamente contagiosa, si sta diffondendo rapidamente.                      Rispetto al minimo dello
Tuttavia, la sua virulenza appare molto più blanda. Nelle ultime settimane il               scorso novembre, il numero
numero dei contagi è esploso in tutto il mondo. Sull’altro fronte, però, l’aumento          dei nuovi casi di Covid nei sei
dei ricoveri ospedalieri e dei decessi è abbastanza contenuto (si veda il Grafico 2).       maggiori paesi industrializzati
                                                                                            è decuplicato.

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Macro & Markets

2. IL NUMERO DEI CASI SALE VERTIGINOSAMENTE, MA I RICOVERI
    AUMENTANO LENTAMENTE
 3000                                                                                                                50
                                                                                                                              Nuovi casi ( casi per 1 milione di
                                                                                                                              persone, smoothed, G6)
 2500                                                                                                                         Decessi (per milione di persone,
                                                                                                                     40
                                                                                                                              smoothed, G6)
                                                                                                                              Ospedalizzazioni settimanali
 2000
                                                                                                                              (per milione di persone, G6)
                                                                                                                     30

 1500                                                                                                                      *G6: USA, UK, Germania, Francia, Spagna,
                                                                                                                             Italia
                                                                                                                     20
 1000

                                                                                                                     10
  500

       0                                                                                                              0
       Feb 20            Giu 20           Ott 20            Feb 21          Giu 21          Ott 21

Fonte: www.ourworldindata.org/Covidvirus, UniCredit

Questo non è comunque sufficiente per considerare terminata l’emergenza, né                                                   Un anno fa i paesi stavano
dal punto di vista epidemiologico, né economico. Da un lato, l’esperienza mostra                                             introducendo estese restrizioni
che i numeri delle ospedalizzazioni e dei decessi sono in ritardo rispetto ai                                                dei contatti e della mobilità
contagi, ma, soprattutto, il semplice numero dei nuovi contagi potrebbe ancora                                               (lockdown) per portare la
portare i sistemi sanitari e le infrastrutture ai loro limiti.                                                               diffusione del virus sotto
                                                                                                                             controllo.       All’epoca     le
D’altra parte, gli indici di mobilità, così importanti dal punto di vista economico,                                         campagne di vaccinazione
sono scesi bruscamente nelle ultime settimane, proprio come un anno fa (si                                                   erano appena iniziate. Di
veda il Grafico 3), pur in assenza di vere e proprie restrizioni governative questa                                          conseguenza,         le    attuali
volta (ad eccezione della Germania). In alcuni casi, i politici stanno addirittura                                           restrizioni a livello di mobilità
considerando la prospettiva di un ampio allentamento delle misure nel prossimo                                               sono per lo più volontarie.
futuro.

3. IL RECENTE CALO DELLA MOBILITÀ FRENA LA CRESCITA
           Indice di mobilità di Google (settori del commercio al dettaglio e del tempo libero, differenza da situazione
           pre Covid – linea dello zero)
  40
                                                                                                                              EMU-4 (Germania, Francia, Italia
                                                                                                                              e Spagna)
  20                                                                                                                          UK
                                                                                                                              USA
   0

 -20

 -40

 -60

 -80

-100
       Mag 20                 Set 20               Gen 21              Mag 21               Set 21              Gen 22

Fonte: www. ourworldindata.org/covid-google-mobility-trends, UniCredit

                                                                            Monthly Outlook                       Febbraio 2022                                    12
Macro & Markets

Non si potrà, quindi, evitare un marcato rallentamento economico globale
                                                                                             Il PIL globale è previsto in
all’inizio dell’anno, soprattutto perché Omicron, a differenza delle precedenti
                                                                                            crescita del 3% annualizzato
varianti del Covid, si è diffusa quasi contemporaneamente in tutti i continenti. La
                                                                                            nel primo trimestre 2022.
crescita economica globale nel primo trimestre 2022 potrebbe quindi essere tra
                                                                                            Nel quarto trimestre 2021 la
le più deboli della ripresa post-Covid.
                                                                                            crescita era ancora del 6%.
Ma ci sono anche motivi di speranza. La crescita vertiginosa dei casi dovrebbe
diminuire altrettanto rapidamente, data l’elevata contagiosità di Omicron (“il                Come per il virus dell’influenza,
virus sta esaurendo gli ospiti”). I primi segnali ci sono già. Inoltre, con la rapida       i focolai di Covid saranno allora
diffusione di Omicron, aumenta la possibilità di una più rapida immunizzazione              stagionali e/o limitati a livello
naturale della popolazione. I nuovi contagi colmano sempre più le carenze                   regionale, i pazienti ad alto
a livello di vaccinazioni. Già da questa primavera la pandemia potrebbe                     rischio (soprattutto gli anziani)
trasformarsi in un virus endemico e smettere di fare paura, purché non emergano             avranno bisogno di un richiamo
mutazioni immuno-resistenti (rischio di previsione). La mobilità dovrebbe quindi            di vaccino e non saranno più
tornare rapidamente ai livelli pre-Covid. Questo scenario potrebbe compensare               necessarie restrizioni a livello
le attuali perdite di crescita economica già nel secondo trimestre. Dalla metà              di contatti o di mobilità. In
dell’anno l’elevata volatilità economica indotta dal Covid dovrebbe sempre più              termini economici, tali ondate
normalizzarsi.                                                                              non hanno praticamente alcun
                                                                                            effetto misurabile.

Economia globale: momento di debolezza, seguito da un rimbalzo
primaverile
I dati sul PIL pubblicati di recente mostrano quanto il Covid stia ancora
determinando il ciclo economico. La quarta ondata nell’Europa continentale -                 In Germania il PIL reale
inizialmente guidata da Delta, prima che Omicron si imponesse alla fine dell’anno           è diminuito del 2,9%
scorso - ha provocato un consistente rallentamento della crescita economica                 annualizzato     nel   quarto
a livello di UEM dal 9,1% annualizzato ad appena l’1,2% nel quarto trimestre                trimestre 2021. In Francia e
2021. Naturalmente, ha contribuito anche la forte perdita di potere d’acquisto              in Italia, invece, è cresciuto
in un contesto di inflazione molto più alta. Secondo le stime, i consumi privati            rispettivamente del 2,9% e
nell’UEM non sono praticamente aumentati verso la fine dell’anno scorso (terzo              del 2,4%, in Spagna addirittura
trimestre 2021: +17,5% annualizzato). Tale andamento è stato accentuato                     dell’8,3%. Ma anche in questi
dai numerosi shock e strozzature dell’offerta (si veda il Grafico 4), che hanno             paesi il ritmo di crescita è
condizionato soprattutto il settore manifatturiero. Questa è anche la spiegazione           notevolmente rallentato.
più probabile della performance insolitamente debole della Germania, che è così
profondamente integrata nell’economia globale.

                                                     Monthly Outlook             Febbraio 2022                               13
Macro & Markets

4. L E INTERRUZIONI DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO PESANO SULLA
    CRESCITA MA IL PICCO È STATO PROBABILMENTE SUPERATO
  250                                                                                        5
                                                                                                     Indice rappresentativo della pressione
                                                                                                     sulla catena di approvvigionamento
                                                                                             4       globale
  200
                                                                                                     Pressione sulla catena
                                                                                             3       di approvvigionamento (media dei
  150                                                                                                costi di trasporto, DRAM, gas naturale,
                                                                                             2       carbone e prezzo del petrolio,
  100                                                                                                in %, anno su anno)
                                                                                             1

   50
                                                                                             0

    0
                                                                                             -1

   -50                                                                                       -2
    Gen 11       Ago 12      Mar 14       Ott 15       Mag 17     Dic 18   Lug 20   Feb 22

Fonte: Refinitiv Datastream, New York Fed, UniCredit

Per contro, altre importanti economie hanno registrato performance decisamente
migliori. Nel quarto trimestre del 2021 l’economia statunitense è cresciuta                          Il PIL degli Stati Uniti è
del 6,9% annualizzato, la Cina del 7,5% e l’Asia emergente probabilmente                            cresciuto di un modesto
addirittura dell’8,5%. Queste regioni hanno tutte beneficiato del fatto di essere                   2,3% annualizzato nel terzo
state risparmiate dalla componente Delta della recente ondata Covid (visto che                      trimestre 2021, quello della
Omicron è emersa solo alla fine dell’anno scorso, troppo tardi per influenzare il                   Cina e Giappone è addirittura
quarto trimestre). Inoltre, la ripresa post-Covid è stata finora disallineata. Stati                diminuita del 2,5% e del
Uniti e Asia hanno registrato un crollo nel trimestre estivo e hanno beneficiato                    3,5%, rispettivamente (Asia
degli effetti (tecnici) di recupero nel quarto trimestre. L’Eurozona, invece, ha                    emergente: +1,8%).
dovuto pagare pegno ai massimi toccati durante l’estate.

Ma quest’anno è probabile che l’andamento economico globale diventi più
sincronizzato - anche se inizialmente a un livello molto basso. Nell’Europa
continentale la crescita rimane debole e altrove si sta indebolendo notevolmente,
soprattutto negli Stati Uniti. In quest’ultima regione i dati sulla fiducia sono
diminuiti in misura significativa, soprattutto nei servizi sensibili al Covid (si
veda il Grafico 5). Anche la fiducia dei consumatori è tornata a calare. Inoltre,
ci sarà una ripercussione di natura tecnica sulle scorte, che sono state il motore
per eccellenza della crescita nel quarto trimestre 2021, contribuendo per quasi
cinque punti percentuali alla crescita.

                                                                Monthly Outlook          Febbraio 2022                                 14
Macro & Markets

5. GLI INDICATORI SULLA FIDUCIA NEGLI STATI UNITI SONO NUOVAMENTE IN
    CALO
   80                                                                                            120
                                                                                                         Indice dei direttori d’acquisto (Servizi)
                                                                                                         Indice dei direttori d’acquisto
   70                                                                                            110     (Manufatturiero)
                                                                                                         Sentiment dei consumatori
                                                                                                         (U of Michigan, RS)
   60                                                                                            100

   50                                                                                            90

   40                                                                                            80

         Soglia critica o media di lungo periodo, rispettivamente
   30                                                                                            70

   20                                                                                            60
    Gen 15       Gen 16         Gen 17        Gen 18        Gen 19    Gen 20   Gen 21   Gen 22

Fonte: Markit, Refinitiv Datastream, UniCredit

Inoltre, anche dati economici “hard”, quali vendite al dettaglio, ordini di beni
durevoli e dati sulla produzione, sono stati nettamente inferiori alle aspettative                       L’Economic Surprise Index
di recente. Oltre a Omicron, anche le continue riduzioni dei salari reali (l’inflazione                 degli Stati Uniti, che misura la
CPI è salita a un livello del 7% a dicembre) possono aver contribuito a questa                          deviazione dei dati pubblicati
situazione. Questo implica che la crescita degli Stati Uniti non sarà superiore ad                      rispetto alle aspettative di una
un modesto 2% annualizzato in questo trimestre, forse anche meno.                                       serie di indicatori, è diminuito
                                                                                                        significativamente       rispetto
In Asia il rallentamento della crescita dovrebbe essere meno marcato, poiché il                         al suo massimo provvisorio
numero di casi Omicron è significativamente più basso che in Occidente. Ma la                           di inizio dicembre e, più di
rigorosa strategia “zero Covid” della Cina (con la chiusura di intere megalopoli)                       recente, è addirittura scivolato
potrebbe anche frenare la crescita. Inoltre, problemi strutturali, come quello                          in terreno negativo.
dell’immobiliare, dell’energia e del debito, continuano ad avere un impatto.
Anche il rinnovato sostegno della politica economica (tagli dei tassi d’interesse)
molto probabilmente non impedirà che la crescita del PIL ridiscenda al 4-4,5%
questo trimestre e quindi al di sotto dell’obiettivo (oltre il 5%).

E l’Europa continentale? L’Eurozona potrebbe rimanere la regione in ritardo a
                                                                                                         L’Economic Surprise Index
livello di crescita globale all’inizio dell’anno. A causa di Omicron la crescita del
                                                                                                        dell’UEM punta di nuovo
PIL nei primi tre mesi dovrebbe essere limitata all’1% annualizzato, ma quanto
                                                                                                        all’insù da qualche settimana.
meno non si tratta di un’altra battuta d’arresto della crescita. Anche i dati
                                                                                                        Tuttavia, anche le aspettative
economici più recenti indicano una stabilizzazione su un livello basso. Sebbene
                                                                                                        si      sono     notevolmente
l’indice dei direttori d’acquisto per il settore dei servizi sia nuovamente diminuito
                                                                                                        ridimensionate nel periodo
in misura consistente, la maggior parte degli indicatori sulla fiducia sono riusciti
                                                                                                        precedente.
a stabilizzarsi, come indice IFO (indice che misura la fiducia delle imprese in
Germania), o addirittura a migliorare leggermente (si veda il Grafico 6). Questo
vale anche per i dati economici “hard”.

                                                                     Monthly Outlook         Febbraio 2022                                    15
Macro & Markets

6. UEM: PRIMI SEGNI DI STABILIZZAZIONE
     3                                                                                            Fiducia delle aziende
     2                                                                                            (Commissione Europea)
     1
                                                                                                  Fiducia dei consumatori
                                                                                                  (Commissione Europea)
     0                                                                                            Indice IFO delle imprese
    -1

    -2
          Media di lungo periodo
    -3

    -4

    -5

    -6
    Gen 15        Gen 16           Gen 17    Gen 18   Gen 19       Gen 20   Gen 21   Gen 22

Fonte: Markit, Refinitiv Datastream, UniCredit

In primavera, tuttavia, l’economia dovrebbe riprendersi con forza. Una volta
rilasciato il freno Omicron, le forze rialziste già in essere potranno dispiegare i               Per un’analisi dettagliata delle
loro effetti. Tra queste, l’arretrato della domanda (soprattutto di servizi), che si             forze cicliche rialziste, si veda
è ancora più accentuato nel semestre invernale, l’aumento di redditi, ricchezza                  il nostro Outlook annuale del
e utili, la ripresa del potere d’acquisto (calo dell’inflazione), i bilanci solidi di            dicembre 2021.
famiglie e imprese, l’attenuarsi degli shock dell’offerta (si veda il Grafico 4), che
stanno già stabilizzando il settore manifatturiero, nonché i progressi a livello di
immunizzazione naturale e da vaccini o delle cure per il Covid.

E poiché è probabile che la crescita slitti dal primo al secondo trimestre, il
PIL dell’intera UEM potrebbe anche aumentare un po’ più marcatamente in
primavera di quanto previsto in precedenza. A partire dall’estate, la crescita
dovrebbe gradualmente indebolirsi, ma stabilizzarsi (meno volatile) e rimanere
al di sopra del trend anche nel 2023. Il nostro quadro economico generale rimane
quindi in gran parte invariato.

La Fed tira le redini in anticipo e in modo più aggressivo del
previsto
Nel contesto della debolezza dell’economia globale indotta da Omicron, le
Banche Centrali stanno adottando toni più duri. La Fed e le Banche Centrali                       Inizialmente, la Fed non
anglosassoni, in particolare, sono diventate restrittive. Questo ha portato a                    dovrebbe più reinvestire il
una rivalutazione della politica monetaria sia per i mercati che per noi. La Fed                 ricavato delle obbligazioni
dovrebbe aver completato l’azzeramento dei suoi acquisti di titoli entro qualche                 in scadenza, ma in seguito
settimana, annunciare il primo rialzo dei tassi di interesse a metà marzo, seguire               potrebbe considerare anche
con altri sei rialzi di 25 punti base ciascuno entro la fine del 2023 e iniziare il              vendite dirette. Per i dettagli
Quantitative Tightening - cioè la riduzione dei titoli di sua proprietà e, quindi, del           sulla prossima stretta della
suo bilancio - nel corso dell’anno (si veda il Grafico 7).                                       politica monetaria della
                                                                                                 Fed, si vedi la nostra sezione
                                                                                                 Colonne/Opinioni.

                                                               Monthly Outlook        Febbraio 2022                             16
Macro & Markets

7. FED: TAPERING, RIALZI DEI TASSI E QUANTITATIVE TIGHTENING
10000                                                                                          7,50
                                                                                                           Asset della FED (mld di dollari)
                                                                                  Proiezione
 9000                                                                                          6,75        Estrapolazione del trend (1999 -2008)
                                                                                                           Obiettivo tassi della FED
 8000                                                                                          6,00        (%; asse di destra)

 7000                                                                                          5,25
                                                                         Covid
 6000                                                                                          4,50
                                         Crisi finanziaria dei mercati
 5000                                                                                          3,75

 4000                                                                                          3,00

 3000                                                                                          2,25

 2000                                                                                          1,50

 1000                                                                                          0,75

     0                                                                                         0,00
    Gen 99            Gen 04           Gen 09             Gen 14         Gen 19     Gen 24

Nota: Le frecce indicano solo la direzione, non reali previsioni numeriche
Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit

Le preoccupazioni per l’inflazione (in termini di aspettative) sullo sfondo di
un’imminente spirale salari-prezzi - a dicembre il tasso di disoccupazione è                               A dicembre il tasso di
già sceso alla soglia NAIRU (Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment,                             disoccupazione negli Stati
stimato intorno al 4%) - e l’output gap, prossimo a chiudersi, possono aver spinto                        Uniti è sceso a sorpresa
la Fed ad adottare una posizione più rigida. L’economia statunitense dovrebbe                             dal 4,2% al 3,9%, poiché
essere in grado di far fronte a questa situazione, anche se il freno monetario sarà                       l’offerta di lavoro non è
ora più pronunciato di quanto stimato in precedenza.                                                      riuscita a tenere il passo
                                                                                                          con la domanda. Le imprese
La Fed, tuttavia, non è l’unica grande Banca Centrale a inasprire la politica                             hanno sempre più difficoltà
monetaria. La Norges Bank ha già aumentato il suo tasso di riferimento. La Banca                          a coprire i posti vacanti. Molti
d’Inghilterra, la Banca del Canada e la Reserve Bank della Nuova Zelanda sono                             potenziali lavoratori si sono
in procinto di farlo ed è probabile che anche l’Australia si accoderà. Insieme alle                       ritirati dal mercato del lavoro
Banche Centrali dei mercati emergenti, che sono in modalità di rialzo dalla fine                          ai tempi del Covid (tasso di
del 2020 (al fine di evitare un deprezzamento delle loro valute e/o deflussi di                           partecipazione più basso).
capitale), questo dovrebbe riportare il tasso di interesse di riferimento globale al                      Questo è il motivo per cui la
livello pre-Covid nel corso dell’anno (si veda il Grafico 8).                                             crescita dell’occupazione è
                                                                                                          stata alla fine inferiore alle
                                                                                                          aspettative.

                                                                     Monthly Outlook           Febbraio 2022                                17
Macro & Markets

8. RITORNO AL LIVELLO PRE-COVID ALL’INIZIO DEL 2023
   3,2
                                                                                                         Tassi di riferimento Globali* (%)
                                                                                        Proiezione

   2,8                                                                                               *dato aggregato delle 32 principali
                                                                                                       banche centrali mondiali

   2,4

         Media di lungo periodo
   2,0

                                                                    Covid
   1,6

   1,2

   0,8
    Gen 11      Lug 12      Gen 14       Lug 15   Gen 17   Lug 18     Gen 20   Lug 21      Gen 23

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit

Recentemente, comunque, la BCE ha cambiato i suoi toni inviando un messaggio
più aggressivo. La crescita dell’ inflazione, l’andamento del lavoro e quello salariale                Ipotizziamo che l’output
potrebbero portare ad un cambiamento di strategia. È probabile che la posizione                        gap degli Stati Uniti, cioè la
più restrittiva della Fed e delle altre Banche Centrali possa mettere la BCE sotto                     differenza tra il PIL potenziale
pressione. Inoltre, il divario dei tassi di interesse fra Europa e USA indebolisce                     e quello effettivo, si chiuda in
l’euro. Questa svalutazione significa un maggiore importazione di inflazione, che                      primavera. Secondo il FMI, era
non sarebbe favorevole per l’obiettivo della BCE. Noi stiamo pertanto adeguando                        già così alla fine del 2021.
la nostra valutazione sulla politica monetaria della BCE. La Banca Centrale molto
probabilmente non solo accelererà l’uscita dal quantitative easing, ma potrebbe
anche agire sui tassi di interesse prima di quanto si pensasse, possibilmente
verso la fine di quest’anno. Tuttavia, è probabile che la riduzione degli acquisti
sia relativamente misurata (minori rialzi) e selettiva (probabilmente puntando
solo sui tassi di deposito).

Conflitto Russia-Ucraina: la spada di Damocle
Nessuno può dire con certezza se la Russia invaderà l’Ucraina. Ecco perché gli
analisti devono limitare il loro lavoro a scenari di rischio. I rischi, però, sono
aumentati notevolmente. Se dovesse scoppiare una guerra, questo avrebbe
gravi ripercussioni anche per le economie e i mercati, non solo per i paesi
direttamente colpiti, ma anche per l’Europa occidentale. Danni economici
collaterali deriverebbero principalmente dall’interruzione delle forniture di
gas russo. È probabile che i prezzi del gas naturale e dell’energia tornino ad
aumentare, facendo salire l’inflazione e rallentando la ripresa economica.
Tuttavia, sui mercati finanziari europei l’impatto sfavorevole si farebbe sentire
prima. L’esperienza passata mostra che un forte aumento dell’incertezza
politica globale da solo rende il dollaro USA un porto sicuro e porta i mercati                         Questo ancora non si è
USA a registrare performance superiori a quelle delle loro controparti (almeno in                      verificato all’inizio del 2022.
termini relativi, si veda il Grafico 9). Il danno economico, tuttavia, non sarebbe                     La correzione dei titoli
nulla in confronto alla catastrofe umanitaria e alle conseguenze geopolitiche a                        tecnologici ha pesato di più
lungo termine. Si può solo sperare che il conflitto possa essere risolto per via                       sugli indici americani che su
diplomatica.                                                                                           quelli europei.

                                                             Monthly Outlook                Febbraio 2022                                    18
Macro & Markets

9. L’INCERTEZZA POLITICA TENDE A FAVORIRE I MERCATI STATUNITENSI
150                                                                                      30        Mercato Azionario USA vs mercato
                                                                                                   globale escluso USA (MSCI. % anno
100                                                                                      20        su anno)
  50                                                                                     10        Andamento dollaro (trade weighted,
                                                                                                   ossia una media ponderata del valore
   0                                                                                      0        del cambio del dollaro USA verso le
                                                                                                   principali valute, % Anno su anno)
 -50                                                                                    -10
                                                                                                   Indice dell’incertezza (% anno su anno)
-100                                                                                    -20

-150                                                                                    -30
   Gen 11      Lug 12      Gen 14     Lug 15      Gen 17     Lug 18   Gen 20   Lug 21

Fonte: www.policyuncertainty.com, Refinitiv Datastream, UniCredit

                                                              Monthly Outlook           Febbraio 2022                                 19
Asset Allocation
dei nostri portafogli
in gestione
Un inizio d’anno all’insegna della volatilità

                                                                                                 POSIZIONAMENTO

   CLASSI D’INVESTIMENTO                   UNIVERSO INVESTIBILE                      SOTTOPESO      NEUTRALE      SOVRAPPESO
                                      Azioni globali
       PRINCIPALI CLASSI              Obbligazioni globali
       D’INVESTIMENTO                 Mercati monetari
                                      Alternativi
                                      USA
                                      Europa
                      AZIONI          Pacifico (MS)1
                                      Mercati Emergenti
  PRINCIPALI                          Titoli di Stato in Euro
 ASSET CLASS                          Titoli di Stato non in Euro
IN DETTAGLIO OBBLIGAZIONI             Obbligazioni corporate IG in Euro
                                      Obbligazioni corporate HY
                                      Obbligazioni Mercati Emergenti
                                      Petrolio
                  MATERIE PRIME
                                      Oro

1 MS=Mercati sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore)

Nel mese di gennaio l’azionario è stato oggetto di prese di profitto, a causa
di una combinazione di timori per l’aumento dei tassi di interesse, le tensioni
geopolitiche (Ucraina) e la diffusione della variante Omicron.

La volatilità azionaria, rimasta contenuta nel 2021, è aumentata. La volatilità
dell’indice S&P500 è salita a 27,66 contro una media a 5 anni di 18,56.

                                                              Monthly Outlook               Febbraio 2022                      20
Asset Allocation

10. IL RITORNO DELLA VOLATILITÀ
   90

   80

   70

   60

   50

   40

   30

   20

   10

    0
             2017              2018              2019              2020          2021

Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy, dati al 26 gennaio 2022

I rischi legati al nostro scenario base sembrano essere più concentrati nei primi
mesi dell’anno, quando è previsto il picco dei contagi della variante Omicron,
così come quello dell’inflazione, con il primo aumento dei tassi di interesse da
parte della FED a marzo. A sua volta, l’aumento dei tassi d’interesse ha avuto un
impatto sui titoli tecnologici statunitensi, che storicamente spiegano una parte
importante del rialzo del mercato azionario USA.

I tecnologici sono infatti considerati “azioni di lunga durata” a causa del loro
elevato rapporto prezzo/utili, in altre parole ripagano i loro profitti in un maggior
numero di anni rispetto ai titoli a basso rapporto prezzo/utili. Più in generale, è
continuata la rotazione dai titoli di “growth” a quelli di “value”.

La composizione settoriale sta favorendo l’azionario europeo, meno esposto
di quello USA al settore tecnologico e sostenuto dalla maggiore presenza dei
finanziari e dei ciclici.

                                                              Monthly Outlook           Febbraio 2022   21
Asset Allocation

11. PESO % DEI SETTORI SULL’INDICE EUROPEO VS INDICE AMERICANO
      Il mercato europeo è costituito principalmente da aziende dei settori Industrials, Materials e Financials.
      La presenza di aziende Tech è molto inferiore rispetto al mercato USA.
30%                                                                                                                                                         Peso nel mercato Europeo
                                                                                                                                                            Peso nel mercato USA
20%
                                                                                                                                                            Differenze in %
10%

 0%

10%

20%

30%
                                                                     Utilities
                       C. Staple

                                                                                                                               Communications

                                                                                                                                                Tech
                                   Materials
         Industrilas

                                                                                               C. Discetionary
                                                            Energy

                                                                                 Health Care

                                                                                                                 Real Estate
                                               Financials

Fonte: Strategas, UniCredit Group Investment Strategy

A partire dal secondo trimestre è ragionevole aspettarsi un miglioramento della
pandemia, grazie a un maggior tasso di vaccinazione ed immunizzazione, ed
all’avvento della stagione calda. Inoltre, prevediamo l’inflazione in calo dal picco
per la graduale eliminazione dei colli di bottiglia dal lato dell’offerta e per un
effetto di confronto (effetto base) meno penalizzante.

Di conseguenza, anche se ci aspettiamo che l’incertezza e la volatilità rimangano
a livelli più elevati rispetto al 2021 a causa della riduzione degli stimoli
monetari e fiscali (basti ricordare che l’indice S&P500 ha chiuso il 2021 con
una performance del 26,9% e un drawdown - distanza tra il picco più alto e
quello più basso - di solo il 5,2%), le correzioni del mercato azionario dovrebbero
essere interpretate come opportunità di acquisto a lungo termine. In un contesto
di maggiore incertezza e volatilità, la gestione attiva è fondamentale, così
come l’allungamento dell’orizzonte di investimento e un approccio sempre più
orientato ai criteri ESG.

Inoltre, stimiamo che la crescita degli utili aziendali continuerà a sostenere le
azioni. In questa prospettiva, le prime evidenze della stagione degli utili USA del
quarto trimestre 2021 sono incoraggianti.

Al 26 gennaio, Il 20% delle società dell’S&P500 ha riportato i risultati trimestrali.
L’80% ha battuto le attese sugli utili per azione (eps) con una crescita aggregata
del 18,5% e una sorpresa positiva del 3,8%. I settori che hanno evidenziato il
maggiore incremento degli utili sono stati quelli che lo scorso anno era stati più
penalizzati dalla pandemia e in particolare Energy, Materials, Industrial, Consumer
Discretionary, i settori che hanno invece mostrato crescita più contenuta sono
stati Consumer Staple, Utilities, Communication Services e Financial. A livello di
ricavi l’83% delle società ha battuto le attese con una crescita del 10,2% è una
sorpresa positiva del 1,7% e con tutti i settori che hanno mostrato una crescita
positiva ad eccezione di Communication Services.

                                                                                           Monthly Outlook                                       Febbraio 2022                         22
Asset Allocation

In Europa la stagione degli utili sta per iniziare: il consenso prevede +42% a/a di
crescita degli eps dello Stoxx 600 nel 4Q e +6% di crescita degli eps nel 2022.

Inoltre, una nota positiva viene dal comportamento delle obbligazioni corporate
americane ed europee. Le obbligazioni societarie di solito precedono le azioni
nelle correzioni più importanti, ma questa volta i loro spread non si sono allargati
in misura eccessiva.

12. IN GENNAIO LE OBBLIGAZIONI CORPORATE SI SONO MOSTRATE RESILIENTI
        Differenziale di credito (basis point)
 1200                                                                                                          Indice BofAML US High Yield
                                                                                                               Indice BofAML Euro High Yield
 1000

  800

  600

  400

  200

    0
        Gen 13     Gen 14      Gen 15      Gen 16   Gen 17   Gen 18    Gen 19   Gen 20   Gen 21   Gen 22

Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy

In breve, continuiamo a credere che l’aumento dell’inflazione sostenga il nostro
sottopeso strutturale sulle obbligazioni globali, dove preferiamo le obbligazioni
societarie e, selettivamente, quelle dei mercati emergenti. Monitoreremo da
vicino di quanto la probabile azione di rialzo dei tassi d’interesse della Fed sia
già scontata dai mercati per identificare eventuali punti di ingresso.

Allo stesso tempo, la valutazione relativa e la crescita globale superiore al trend,
ci portano a mantenere la nostra preferenza strategica sulle azioni, approfittando
di valutazioni meno tirate sul lungo termine. Manteniamo il nostro sovrappeso
maggiore per le azioni europee sulla base di politiche monetarie e fiscali
ancora espansive e di una composizione settoriale orientata sui titoli ciclici e
“value”. Siamo costruttivi sulle azioni dei mercati emergenti, dove si stanno
formando opportunità d’investimento a lungo termine, grazie alle valutazioni
più convenienti, alla crescita dei prezzi delle materie prime e a un ciclo di rialzo
dei tassi d’interesse più avanzato. In Cina, dove l’inflazione è in calo, le autorità
monetarie stanno perfino allentando moderatamente i tassi. Rimaniamo neutrali
sugli Stati Uniti - ma pronti a trarre vantaggio dall’attuale correzione - e sulle
azioni giapponesi, sostenute dalla ripresa globale e da uno yen più debole.

                                                                      Monthly Outlook              Febbraio 2022                               23
Asset Allocation

Portafogli in Gestione: riepilogo dell’asset allocation di UniCredit
Group Investment Strategy

Sovrappeso azioni globali
La crescita globale, in decelerazione ma superiore al trend, sostiene le azioni,
nonostante la maggiore volatilità derivante dall’aumento dei tassi negli Stati
Uniti, dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche. La recente correzione rende
più attraente la valutazione delle azioni.

Sovrappeso azioni europee
Le politiche monetarie e fiscali rimangono espansive. Quadro degli utili positivo,
composizione settoriale più favorevole rispetto al mercato azionario statunitense
ed elevati rendimenti dei dividendi, ben al di sopra dei rendimenti dei titoli di
Stato e delle obbligazioni societarie. Tensioni geopolitiche (Ucraina) e pandemia
mantengono alta l’incertezza a breve termine.

Neutrali azioni USA
Crescita elevata, ma la Fed sta optando per un orientamento più restrittivo.
Opportunità di acquisto selettive derivanti dal calo dei mercati azionari e dalla
positiva stagione degli utili.

Sovrappeso azioni dei mercati emergenti
Valutazioni attraenti, prezzi delle materie prime più elevati e un ciclo di rialzo dei
tassi più avanzato offrono opportunità di acquisto a lungo termine. In Cina è già
in corso un moderato allentamento monetario. Si raccomanda la selettività dei
paesi e dei settori.

Neutrali azioni Pacifico
Le azioni giapponesi sono sostenute dalla ripresa globale, dallo stimolo fiscale
interno e dall’indebolimento dello yen. Valutazioni interessanti e forte peso dei
settori value/ciclici, sui quali tuttavia preferiamo investire in Europa.

Sottopeso Obbligazioni globali
Vulnerabili all’aumento dell’inflazione e al rialzo dei rendimenti.

Sovrappeso obbligazioni societarie Euro Investment Grade
Ancora sostenute dagli acquisti della BCE, ma il loro spread più ristretto le rende
più vulnerabili all’aumento dei tassi d’interesse. Preferiamo il debito finanziario
subordinato, per la migliorata patrimonializzazione delle banche europee e la
minore duration.

Neutrali obbligazioni societarie ad alto rendimento
Rendimenti attraenti e scenario dei tassi di default favorevole, considerando che
ci aspettiamo una crescita del PIL superiore al trend nel 2022. La minore durata
rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni societarie Investment Grade europee
è un vantaggio, data l’aspettativa di una graduale normalizzazione dei tassi di
interesse. La loro minore liquidità dovrebbe essere presa in considerazione in
caso di ulteriori turbolenze sui mercati.

Sottopeso titoli di Stato dell’UEM
Sottopesiamo le obbligazioni governative core dell’euro per la loro elevata
duration. Preferiamo i titoli di Stato periferici, come quelli dell’Italia e della
Spagna, sostenuti dall’azione della BCE. Preferire una duration breve e aumentare
selettivamente il posizionamento sui titoli legati all’inflazione può essere utile
per affrontare lo scenario base di aumento dell’inflazione.

                                                     Monthly Outlook              Febbraio 2022   24
Asset Allocation

Neutrali titoli di Stato non UEM
Prevediamo un aumento dei rendimenti dei titoli governativi USA nel 2022.

Sovrappeso le obbligazioni dei mercati emergenti
La ricerca di rendimento sostiene la nostra positività, ma siamo difensivi e
selettivi considerando la politica monetaria restrittiva della Fed e l’inflazione
negli EM.

Neutrali sui mercati monetari
Da utilizzare principalmente come parcheggio di liquidità e come copertura per
l’incertezza.

Neutrali sugli alternativi
Offrono opportunità di de-correlazione dei portafogli, mentre le attività cosiddette
“reali” beneficiano del loro ruolo di copertura dell’inflazione.

Materie prime
Asset class di fine ciclo, sostenuta dalla ripresa globale e dai vincoli dell’offerta.

Positivi sull’oro
Bene rifugio, il suo prezzo dovrebbe stabilizzarsi come risultato di fattori
contrastanti: a sfavore, la normalizzazione della Fed mentre le pressioni
inflazionistiche giocano a favore.

Valute
La divergenza tra le politiche monetarie della Fed e della BCE sostiene il dollaro
USA.

                                                      Monthly Outlook             Febbraio 2022   25
Rubriche

I CIO locali dialogano con i clienti

      Risposte dall’Italia                                                      I nostri esperti:
      “La FED sta per aumentare i tassi, dovremmo vendere le nostre
      obbligazioni?”

                 La risposta è “Beh, dipende”.                                    Alessandro Caviglia
                 Confermiamo la nostra visione positiva a lungo termine
                 sulle azioni rispetto alle obbligazioni. Gli attuali venti
                 contrari sono rappresentati principalmente dai toni
                 restrittivi della Federal Reserve negli Stati Uniti, che
                 stanno causando la correzione delle azioni del settore
                 tecnologico, e dalla strategia zero-Covid in Cina, che
                 continua a condizionare le catene produttive globali.
                 A nostro avviso, questi elementi, che influenzano               CIO Italy
                 negativamente la fiducia degli investitori, si riveleranno      UniCredit Spa (Italia)
                 temporanei e presto i venti positivi riprenderanno a
                 soffiare: la politica fiscale espansiva dei governi, la
                 normalizzazione del percorso pandemico e della vita
                 economica, i risultati delle aziende in linea o superiori
                 alle aspettative.

                 Ma sappiamo che, in ogni caso, una certa quota degli
                 investimenti che gestiamo sarà composta da strumenti
                 a reddito fisso. Questo perché, in funzione dei diversi
                 profili di rischio dei clienti, vogliamo puntare a un
                 determinato livello di volatilità, e questo è il ruolo
                 dell’esposizione al reddito fisso: controbilanciare
                 la volatilità delle azioni e ridurre, quindi, il rischio

                                           Monthly Outlook             Febbraio 2022                      26
Rubriche

           complessivo del portafoglio. Il fatto è che nel corso
           degli anni questa “polizza assicurativa” è diventata
           sempre più costosa, e oggi i tassi nominali sono
           storicamente molto bassi, e il rendimento reale è, per
           molte obbligazioni, negativo.

           Detto questo, c’è anche un aspetto positivo nel recente
           aumento della curva dei tassi nel mercato statunitensi.
           Attualmente gli investitori si aspettano un percorso di
           rialzo ripido da parte della Federal Reserve, con quattro
           o cinque rialzi dei tassi nel 2022 e un ritmo simile
           anche nel 2023. Potrebbe sembrare un controsenso, ma
           questo significa che, se la Federal Reserve rispettasse
           tali aspettative, i titoli del Tesoro statunitensi a 10
           anni potrebbero essere attorno al loro minimo relativo
           (in termini di prezzo, massimo relativo in termini di
           rendimenti). I trader del reddito fisso e gli investitori
           della parte lunga della curva stanno valutando
           attentamente il livello target potenziale dei Fed Fund
           tra due anni e gli attuali tassi decennali all’1,80% sono
           coerenti con le aspettative implicite attuali.

           Questo ha recentemente portato a un rialzo dei tassi
           e a un massiccio appiattimento della curva, dove i
           rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a due anni
           sono aumentati molto di più delle scadenze lunghe. E
           questo potrebbe proseguire nei prossimi trimestri. Un
           altro modo di considerare la questione è: più la Fed è
           credibile nella sua retorica di lotta all’inflazione, tanto
           meno i rendimenti obbligazionari delle scadenze più
           lunghe devono aumentare, perché il loro premio per il
           rischio si abbasserà o comunque si stabilizzerà.

           Un buon modo per implementare questa visione è, ad
           esempio, tramite posizioni alle obbligazioni dei Paesi
           Emergenti e Corporate High Yield, queste ultime le
           abbiamo recentemente alzate da sottopeso a neutrale
           nei portafogli che gestiamo. La maggior parte di
           queste emissioni sono denominate in dollari, quindi
           l’investitore sta comprando la curva statunitense più lo
           spread dell’emittente. Lo spread medio di un portafoglio
           ben diversificato di questi strumenti funge da cuscinetto
           aggiuntivo in caso di un ulteriore aumento della curva
           USA oppure potrebbe finanziare la copertura valutaria
           rispetto all’euro, qualora l’investitore non desideri
           aumentare l’esposizione in dollari. Questi sono, dunque,
           esempi di “buona duration”, dove lo spostamento verso
           scadenze più lunghe implica un aumento del rischio
           (misurato in base alla duration), accompagnato da un
           aumento del rendimento potenziale.

           Nella sua ultima conferenza stampa il 26 gennaio il
           Presidente Jerome Powell ha detto che la Fed sarà
           “umile e agile”. Lo stesso vale per noi in un ambiente
           così difficile per gli investimenti a reddito fisso: “umiltà
           e agilità”!

                                      Monthly Outlook              Febbraio 2022   27
Rubriche

           Risposte dall’Austria
           Azioni “value”: perché gli investimenti orientati al valore sono di
           nuovo in forte espansione.

                       Dopo i forti aumenti delle quotazioni sui mercati                       Oliver Prinz
                       azionari globali l’anno scorso, dall’inizio del 2022 stiamo
                       vivendo una fase di correzione e di maggiori fluttuazioni
                       sui mercati finanziari. I timori di una possibile stretta
                       monetaria da parte della Fed e le elevate valutazioni
                       dei titoli “growth”, soprattutto nel settore tecnologico,
                       stanno mettendo a dura prova i nervi degli investitori.
                       L’euforia riguardo ai titoli tecnologici è in brusco calo,
                       perché i rialzi dei tassi d’interesse sono considerati un
                       freno per le società a forte crescita e valutazioni elevate.
                                                                                         Co-CIO Bank Austria and
                       Negli ultimi 15 anni, a partire dal 2006, i titoli “growth”       Schoellerbank (Austria)
                       hanno registrato un rendimento superiore alla media,
                       pari a +384%, rispetto al rendimento dei titoli “value”
                       pari a +131% (base MSCI World Growth Net Return
                       Index vs. MSCI World Value Net Return).

                       La rivoluzione digitale, l’onnipresenza della tecnologia
                       nella vita quotidiana, le favorevoli condizioni di mercato
                       e, non da ultimo, la pandemia, hanno contribuito a
                       questo brillante andamento del settore “growth” sui
                       mercati azionari, che, però, al momento appare in una
                       situazione di significativo sovrainvestimento. I titoli
                       “growth” sono caratterizzati soprattutto da stime di
                       crescita significativamente più forte di utili e ricavi,
                       a breve e a lungo termine. Circa il 50% degli indici
                       “growth” più conosciuti sono attualmente allocati al
                       settore tecnologico (ad es. Apple, Microsoft) o al settore
                       delle comunicazioni (ad es. Alphabet, Meta-Facebook).
                       Per contro, il valore patrimoniale dei titoli “value” è
                       significativamente più basso, in rapporto al prezzo,
                       rispetto al mercato nel suo complesso, e la stima
                       degli utili per azione per i prossimi 12 mesi appare più
                       interessante.

                       Gran parte dei titoli “value” sono costituiti dai finanziari,
                       che hanno subìto venti contrari negli ultimi 15 anni a
                       causa della crisi del debito sovrano, dei bassi tassi
                       d’interesse e dei maggiori requisiti normativi. Nelle
                       ultime settimane si è registrata una crescita degli
                       spostamenti da azioni “growth” ad azioni “value” e
                       riteniamo che questa tendenza proseguirà. A nostro
                       avviso, i titoli “value” devono recuperare terreno per
                       tre motivi. Uno sguardo alle valutazioni al 31 dicembre
                       2021 rivela divari eccezionali, rispetto all’andamento
                       storico, tra i segmenti “growth” e quelli “value”. Il rialzo
                       dei tassi d’interesse (negli Stati Uniti, per ora) tende a
                       favorire le azioni “value” e, in generale, mette i titoli
                       “growth” sotto pressione. Un altro elemento positivo
                       è il fatto che la maggior parte degli investitori ha
                       un’esposizione scarsa, o nulla, al segmento “value”,

                                                   Monthly Outlook             Febbraio 2022                       28
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