CROSSROADS MONTHLY OUTLOOK - FEBBRAIO 2022 - UNICREDIT GROUP
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Indice Crossroads Pagina 3 Sommario Pagina 5 La lettera dei CIO Pagina 8 In evidenza Pagina 11 Macro & Markets Pagina 20 Asset Allocation dei nostri portfogli in gestione Pagina 26 Rubriche Monthly Outlook Febbraio 2022 2
Sommario Crossroads • La rapida diffusione della variante Omicron in tutto il mondo, un notevole rallentamento della crescita, l’inasprimento della politica monetaria delle Banche Centrali e il rischio geopolitico Russia-Ucraina: questi sono i problemi che hanno colpito l’economia e i mercati all’inizio del 2022. Nonostante questi sviluppi siano inclusi nelle nostre previsioni, è probabile che a breve termine provochino tensioni maggiori, o almeno una volatilità maggiore rispetto a quanto avevamo previsto in precedenza. • L’indice globale MSCI World è sceso del 5% a fine gennaio a causa dell’aumento dei rendimenti obbligazionari e di un previsto inasprimento delle politiche monetarie delle Banche Centrali. Trainati da una presenza maggiore di titoli “growth”, che hanno sottoperformato a causa dell’aumento dei rendimenti, gli indici azionari statunitensi sono scesi più di quelli europei. I mercati europei hanno beneficiato di una presenza maggiore di società “value”, che hanno sovraperformato mentre l’economia continua a riprendersi. • Le performance dei mercati azionari statunitensi, trainati da pochi titoli “growth”, hanno notevolmente superato quelle dei mercati globali negli ultimi anni. Tuttavia, la sovraperformance ha portato le valutazioni di queste società alle stelle, il che le rende notevolmente sensibili agli aumenti dei rendimenti. • La FED ha segnalato la sua intenzione di aumentare “presto” i tassi. Più recentemente, anche la BCE ha cambiato tono inviando un messaggio più aggressivo. La banca centrale non solo accelererà l’uscita dal quantitative easing, ma aumenterà anche il tasso di interesse prima di quanto si pensasse. • In questo contesto, i titoli “value” continueranno a essere favoriti, mentre le azioni “growth” rimarranno sotto pressione. Le obbligazioni sono meno Monthly Outlook Febbraio 2022 3
Sommario attraenti delle azioni, ma rimangono una parte importante nei portafogli di investimento, in quanto forniscono stabilità in tempi di volatilità. Inoltre, con l’aumento dei rendimenti, l’investimento in obbligazioni diventerà più attraente. La nostra strategia di investimento • Sebbene prevediamo che l’incertezza e la volatilità rimarranno su livelli più elevati rispetto al 2021, le correzioni del mercato azionario dovrebbero essere interpretate come opportunità di acquisto a lungo termine per aumentare l’esposizione verso questi mercati. • In un contesto di maggiore incertezza e volatilità, la gestione attiva (ovvero la capacità di selezione dei titoli, settori e aree geografiche) è fondamentale, così come l’allungamento dell’orizzonte temporale dell’investimento e una selezione sempre più orientata ai criteri ESG. • All’interno della nostra strategia preferiamo le azioni europee poiché le politiche monetarie e fiscali rimarranno ancora espansive e per la preponderanza di società “value” negli indici azionari che rappresentano il mercato. • Nei mercati azionari emergenti si stanno verificando opportunità di investimento a lungo termine, grazie alla loro valutazione più conveniente, all’aumento dei prezzi delle materie prime e a un ciclo di rialzo dei tassi più avanzato. • Restiamo neutrali sui mercati azionari americani - ma pronti a trarre vantaggio dall’attuale correzione - e sulle azioni del Giappone, queste ultime sono sostenute dalla ripresa globale e da uno yen più debole. • Continuiamo a ritenere che l’aumento dell’inflazione penalizzi le obbligazioni globali. Preferiamo, in generale, le obbligazioni societarie e in modo molto selettivo quelle dei mercati emergenti. Monthly Outlook Febbraio 2022 4
La lettera dei CIO Crossroads L’inizio del 2022 è stato estremamente volatile. Allo stesso tempo, l’andamento Manuela D’Onofrio delle performance dei vari mercati ci ha già mostrato quelli che saranno i principali driver di crescita e i possibili fattori di rischio di quest’anno. Dopo la forte performance dell’anno scorso, i mercati azionari sono stati generalmente deboli nel primo mese dell’anno. L’MSCI World, l’indice che rappresenta i mercati azionari dei paesi industrializzati di tutto il mondo, è sceso del 5% alla fine di gennaio. I mercati emergenti non sono stati in grado di divergere da questo trend; infatti, sono scesi di circa il 2%. Questa performance azionaria si è materializzata in un contesto di aumento dei rendimenti a lungo termine. Per esempio, il rendimento dei Titoli di Stato americani a 10 anni (Treasuries) è aumentato di 27 Head of Group Investment punti base (bp o 0,27 punti percentuali) all’1,78% dall’inizio dell’anno, e quello Strategy dei Bund tedeschi (come riferimento per il mercato EUR) di 17 bp allo 0,0%. All’interno dell’indice MSCI World, tuttavia, ci sono state chiare differenze regionali e settoriali. L’MSCI USA, per esempio, è sceso di circa il 6% a gennaio, mentre l’MSCI Europe ha perso solo la metà. Se si dividono i mercati azionari Philip Gisdakis nei due segmenti “crescita” (titoli cosiddetti “growth”) e “valore” (titoli “value”) emerge un’ulteriore differenziazione. I titoli “growth” sono scesi del 9% a gennaio sia in Europa che negli Stati Uniti. I fattori di rischio per questo segmento (in primo luogo l’aumento dei rendimenti dovuto al previsto inasprimento della politica monetaria) hanno quindi avuto un impatto uguale negli Stati Uniti e in Europa. Tuttavia, ci sono state grandi differenze transatlantiche nel caso dei titoli “value”. In Europa, questo segmento ha guadagnato il 2,6% a gennaio, mentre ha perso il 2,6% negli Stati Uniti. Quindi i titoli “value”, soprattutto in Europa, stanno facendo la differenza. CIO UniCredit Bank AG (HypoVereinsbank) (Germania) Questo rispecchia lo sviluppo economico sottostante. La ripresa economica, dopo lo shock della pandemia, sta andando avanti. Da un lato, questo porterà probabilmente a tassi d’inflazione più alti e più duraturi, che le Banche Centrali Monthly Outlook Febbraio 2022 5
La lettera dei CIO vogliono contrastare con una stretta della loro politica monetaria. D’altra parte, la crescita economica nel 2022 non dovrebbe più essere così alta come nell’anno precedente, ma ancora ben al di sopra del trend prima della pandemia. Questa crescita superiore alla media dovrebbe durare fino al prossimo anno. I settori che sono rimasti indietro durante la crisi pandemica probabilmente beneficeranno sempre di più di questa ripresa. Tuttavia, non sono generalmente così apprezzati e sono più propensi ad appartenere al segmento “value”. La rotazione dai titoli “growth” a quelli “value” dovrebbe continuare nel 2022, alimentata da una combinazione di crescita economica robusta e politiche monetarie più restrittive. La questione centrale derivante dall’inasprimento delle condizioni di politica monetaria non è quindi se tenere azioni in portafoglio, ma quali. Tuttavia, rimangono alcuni rischi che gli investitori dovrebbero tenere d’occhio. I più importanti, a nostro avviso, rimangono la situazione pandemica, l’inflazione più persistente e i rischi geopolitici. L’ondata “Omicron” continua a gravare sulle economie e sulle società di tutto il mondo. Al di là del breve termine, tuttavia, c’è una giustificata speranza di ripresa, poiché la progressiva immunizzazione - sia attraverso la vaccinazione che attraverso la numerosità dei contagi - pone sempre meno minacce ai sistemi sanitari o alle infrastrutture. Le restrizioni di contatto e di mobilità diventeranno probabilmente sempre meno e presto scompariranno. Restano comunque dei rischi residui, come l’emergere di varianti che potrebbero aggirare la protezione immunitaria acquisita. In ogni caso, non si possono escludere altre ondate per l’autunno. Tuttavia, il loro impatto economico dovrebbe rimanere limitato e al massimo causare una maggiore volatilità sui mercati azionari. Gli alti tassi d’inflazione continuano ad influenzare il mercato globale. La Banca Centrale americana (Federal Reserve - FED) ha già inasprito notevolmente la sua retorica. Ci aspettiamo il primo rialzo dei tassi d’interesse già a metà marzo, seguito da ulteriori mosse sui tassi d’interesse, in modo che il livello dei tassi dovrebbe salire dall’attuale vicino allo zero al 2% entro la fine del 2023. Più recentemente, anche la BCE è diventata più aggressiva, segnalando non solo un’uscita accelerata dal quantitative easing, ma anche un aumento dei tassi più anticipato di quanto si pensasse, probabilmente verso la fine di quest’anno. Molti operatori di mercato ritengono che l’inflazione dovrebbe diminuire sensibilmente nell’anno in corso e che il tasso d’inflazione dovrebbe scendere di nuovo a/o sotto il target del 2% della BCE nel 2023. Tuttavia, gli ultimi dati rilasciati costituiscono una delusione in questo senso, poiché il tasso di inflazione in dicembre e gennaio è stato molto più persistente di quanto gli esperti avessero previsto. Se questa tendenza continuasse e l’inflazione in Europa rimanesse più duratura del previsto, le discussioni in atto all’interno della BCE potrebbero concretrizzarsi in un rialzo di tassi di interesse. Questo influenzerebbe i mercati e causerebbe una maggiore volatilità, ma non ci aspettiamo neanche in questo caso sostanziali contraccolpi sui mercati azionari Recentemente, i fattori geopolitici, specialmente le tensioni tra Russia e Ucraina, hanno giocato un ruolo importante nei mercati. In aggiunta, il conflitto tra Cina e Taiwan non deve essere sottovalutato. Il profilo di rischio/rendimento dovrebbe essere fortemente asimmetrico in questo senso. Nel caso in cui i rischi geopolitici si materializzino, per i mercati il potenziale contraccolpo (temporaneo) dovrebbe essere significativamente maggiore del potenziale di apprezzamento nel caso in cui i conflitti non si intensifichino. Al momento, tuttavia, una evoluzione che difficilmente abbia un forte impatto negativo sui mercati sembra il risultato più probabile. Ulteriori escalation rimangono quindi scenari di rischio e non fanno parte dello scenario di base. Ciononostante, seguiremo da vicino questi sviluppi. Monthly Outlook Febbraio 2022 6
La lettera dei CIO Nel complesso, rimaniamo ottimisti. L’influenza della pandemia sta diminuendo e un’ulteriore normalizzazione della vita sociale è imminente. L’economia europea crescerà sensibilmente, le pressioni inflazionistiche si allenteranno gradualmente e la politica monetaria diventerà più restrittiva - negli Stati Uniti più chiaramente che in Europa. Ma i rendimenti aumenteranno anche in questo continente. Tuttavia, poiché ciò avverrà nel contesto di una progressiva ripresa economica, l’aumento dei rendimenti non dovrebbe mettere in pericolo l’economia. Monthly Outlook Febbraio 2022 7
In evidenza Mercato azionario statunitense - una manciata di aziende fa la differenza L’anno passato ha confermato ancora una volta il dominio del mercato azionario statunitense. Nel 2021, le azioni americane sono salite per il terzo anno di fila con una performance a due cifre. In media, hanno guadagnato quasi il 25% in questi tre anni - ogni anno! La performance delle azioni europee è stata minore in confronto. Hanno guadagnato “solo” il 12% all’anno tra il 2019 e il 2021. Se si confrontano le performance annuali dei principali indici USA e Europa (MSCI), bisogna tornare al 2015 per trovare una sovraperformance delle azioni europee. Qual è la ragione di questo dominio delle azioni americane? Se esaminiamo le dimensioni delle società che compongono gli indici (ovvero la loro capitalizzazione di mercato), è possibile notare come vi sia una concentrazione significativamente più elevata di grandi aziende nell’indice MSCI USA. I primi 10 titoli del mercato azionario americano rappresentano attualmente il 28% della capitalizzazione totale dell’indice. In Europa, le dieci aziende più grandi rappresentano solo il 20%. Di queste 10 maggiori aziende statunitensi, sette possono essere ampiamente classificate come appartenenti al settore tecnologico ad alta crescita: Apple, Microsoft, Amazon, Tesla, Alphabet (Google), Meta (Facebook) e NVIDIA. In Europa, ci sono solo due aziende di questo segmento nella top 10: ASML e SAP. Un altro fatto è degno di nota: non una sola azienda europea entrerebbe nella top 10 dell’indice americano. Per inciso, questo vale anche in un confronto globale. Nell’indice Globale rappresentato dal MSCI All-Country World, che include le più grandi società di tutto il mondo (compresi i mercati emergenti), c’è attualmente solo una società non statunitense nella top 10: Taiwan Semiconductors. Le sette società statunitensi menzionate non sono solo le più grandi in termini di capitalizzazione di mercato, ma hanno anche mostrato una forte performance negli ultimi anni. Nel grafico 1 qui sotto, abbiamo confrontato Monthly Outlook Febbraio 2022 8
In evidenza l’andamento dell’indice MSCI USA e quella dell’MSCI Europe e abbiamo anche tracciato la performance delle sette società statunitensi e quella del mercato statunitense senza di queste. Il risultato è impressionante. Il valore di borsa delle 7 è aumentato di circa sei volte dal 2015. Nello stesso periodo, l’indice MSCI USA è leggermente più che raddoppiato. L’MSCI Europe, invece, è salito solo del 50% circa. Tuttavia, se dall’MSCI USA escludiamo le performance delle prime 7 aziende, questo aumenta solo dell’80% dal 2015. Inoltre, la maggior parte della sovraperformance di questo “indice corretto” rispetto al mercato europeo si è verificata nella fase post pandemica. 1. INDICI USA E EUROPA A CONFRONTO Capitalizzaione di mercato (100=01.01.2015) 700 Top 7 società Tech USA MSCI USA 600 MSCI USA escluse 7 Top MSCI Europe 500 400 300 200 100 0 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Fonte: Bloomberg, Group Investment Strategy, UniCredit. Nota: le performance e le previsioni passate non sono indicatori affidabili delle performance future. Gli indici non possono essere acquistati e quindi non includono i costi. Quando si investe in titoli, si sostengono dei costi che riducono la performance. Dati aggiornati al 30.01.2022 Questi dati mostrano come la differenza di performance fra i mercati azionari statunitensi e quelli europei è imputabile a circa una mezza dozzina di aziende con un dominio globale. Per gli investitori azionari, tuttavia, questo significa anche che l’esposizione ai mercati statunitensi, anche attraverso un indice di diverse centinaia di azioni, comporta una discreta quantità di rischio per singolo titolo. Questo rischio è stato evidente anche di recente. Alla fine di gennaio, le prime 7 società avevano perso in media circa il 15% dai loro massimi, pesando così sul mercato americano. L’indice europeo, invece, è sceso solo del 5% circa dal suo picco. Quanto accaduto è anche alla base dell’inversione di tendenza dai cosiddetti titoli “growth” verso i titoli “value”. I titoli cosidetti “growth” hanno beneficiato fortemente della politica monetaria accomodante negli ultimi anni e sono in genere altamente valutati, cioè hanno un rapporto prezzo-utili elevato. Questi titoli sono finiti sotto pressione a causa dell’aumento dei rendimenti. Tuttavia, dato che l’economia continua a crescere fortemente, l’attenzione si sta ora spostando sui cosiddetti titoli “value”. Questo Monthly Outlook Febbraio 2022 9
In evidenza non significa che i vincitori del passato siano ora completamente privi di interesse. Alcuni dei grandi titoli tecnologici negli Stati Uniti hanno un modello di business robusto, sono altamente redditizi e molto ben posizionati per il futuro. A medio termine, i prezzi delle loro azioni potrebbero salire ancora. Nel contesto attuale, tuttavia, i titoli “value” sembrano più interessanti. E i mercati europei - in particolare- dovrebbero beneficiarne, dato che le aziende europee sono particolarmente ben rappresentate in questo settore. Monthly Outlook Febbraio 2022 10
Macro & Markets Economia globale: avvio debole, ma ci sono motivi per sperare La rapida diffusione di Omicron in tutto il mondo, un significativo rallentamento del ritmo di crescita, la stretta anticipata e più aggressiva della politica monetaria da parte delle Banche Centrali, così come l’escalation del conflitto Russia-Ucraina, sono i problemi che hanno colpito l’economia globale e i mercati all’inizio di quest’anno. Anche se tutti questi sviluppi erano già nei nostri radar, nel breve termine è probabile che essi provochino maggiori tensioni, o almeno maggiore volatilità, di quanto previsto. La falsa partenza dovrebbe però volgere presto al termine. Omicron: da pandemia a virus endemico, ma solo a partire dalla primavera Il Covid tiene ancora il mondo in balìa al terzo anno dalla sua comparsa. La variante Omicron, altamente contagiosa, si sta diffondendo rapidamente. Rispetto al minimo dello Tuttavia, la sua virulenza appare molto più blanda. Nelle ultime settimane il scorso novembre, il numero numero dei contagi è esploso in tutto il mondo. Sull’altro fronte, però, l’aumento dei nuovi casi di Covid nei sei dei ricoveri ospedalieri e dei decessi è abbastanza contenuto (si veda il Grafico 2). maggiori paesi industrializzati è decuplicato. Monthly Outlook Febbraio 2022 11
Macro & Markets 2. IL NUMERO DEI CASI SALE VERTIGINOSAMENTE, MA I RICOVERI AUMENTANO LENTAMENTE 3000 50 Nuovi casi ( casi per 1 milione di persone, smoothed, G6) 2500 Decessi (per milione di persone, 40 smoothed, G6) Ospedalizzazioni settimanali 2000 (per milione di persone, G6) 30 1500 *G6: USA, UK, Germania, Francia, Spagna, Italia 20 1000 10 500 0 0 Feb 20 Giu 20 Ott 20 Feb 21 Giu 21 Ott 21 Fonte: www.ourworldindata.org/Covidvirus, UniCredit Questo non è comunque sufficiente per considerare terminata l’emergenza, né Un anno fa i paesi stavano dal punto di vista epidemiologico, né economico. Da un lato, l’esperienza mostra introducendo estese restrizioni che i numeri delle ospedalizzazioni e dei decessi sono in ritardo rispetto ai dei contatti e della mobilità contagi, ma, soprattutto, il semplice numero dei nuovi contagi potrebbe ancora (lockdown) per portare la portare i sistemi sanitari e le infrastrutture ai loro limiti. diffusione del virus sotto controllo. All’epoca le D’altra parte, gli indici di mobilità, così importanti dal punto di vista economico, campagne di vaccinazione sono scesi bruscamente nelle ultime settimane, proprio come un anno fa (si erano appena iniziate. Di veda il Grafico 3), pur in assenza di vere e proprie restrizioni governative questa conseguenza, le attuali volta (ad eccezione della Germania). In alcuni casi, i politici stanno addirittura restrizioni a livello di mobilità considerando la prospettiva di un ampio allentamento delle misure nel prossimo sono per lo più volontarie. futuro. 3. IL RECENTE CALO DELLA MOBILITÀ FRENA LA CRESCITA Indice di mobilità di Google (settori del commercio al dettaglio e del tempo libero, differenza da situazione pre Covid – linea dello zero) 40 EMU-4 (Germania, Francia, Italia e Spagna) 20 UK USA 0 -20 -40 -60 -80 -100 Mag 20 Set 20 Gen 21 Mag 21 Set 21 Gen 22 Fonte: www. ourworldindata.org/covid-google-mobility-trends, UniCredit Monthly Outlook Febbraio 2022 12
Macro & Markets Non si potrà, quindi, evitare un marcato rallentamento economico globale Il PIL globale è previsto in all’inizio dell’anno, soprattutto perché Omicron, a differenza delle precedenti crescita del 3% annualizzato varianti del Covid, si è diffusa quasi contemporaneamente in tutti i continenti. La nel primo trimestre 2022. crescita economica globale nel primo trimestre 2022 potrebbe quindi essere tra Nel quarto trimestre 2021 la le più deboli della ripresa post-Covid. crescita era ancora del 6%. Ma ci sono anche motivi di speranza. La crescita vertiginosa dei casi dovrebbe diminuire altrettanto rapidamente, data l’elevata contagiosità di Omicron (“il Come per il virus dell’influenza, virus sta esaurendo gli ospiti”). I primi segnali ci sono già. Inoltre, con la rapida i focolai di Covid saranno allora diffusione di Omicron, aumenta la possibilità di una più rapida immunizzazione stagionali e/o limitati a livello naturale della popolazione. I nuovi contagi colmano sempre più le carenze regionale, i pazienti ad alto a livello di vaccinazioni. Già da questa primavera la pandemia potrebbe rischio (soprattutto gli anziani) trasformarsi in un virus endemico e smettere di fare paura, purché non emergano avranno bisogno di un richiamo mutazioni immuno-resistenti (rischio di previsione). La mobilità dovrebbe quindi di vaccino e non saranno più tornare rapidamente ai livelli pre-Covid. Questo scenario potrebbe compensare necessarie restrizioni a livello le attuali perdite di crescita economica già nel secondo trimestre. Dalla metà di contatti o di mobilità. In dell’anno l’elevata volatilità economica indotta dal Covid dovrebbe sempre più termini economici, tali ondate normalizzarsi. non hanno praticamente alcun effetto misurabile. Economia globale: momento di debolezza, seguito da un rimbalzo primaverile I dati sul PIL pubblicati di recente mostrano quanto il Covid stia ancora determinando il ciclo economico. La quarta ondata nell’Europa continentale - In Germania il PIL reale inizialmente guidata da Delta, prima che Omicron si imponesse alla fine dell’anno è diminuito del 2,9% scorso - ha provocato un consistente rallentamento della crescita economica annualizzato nel quarto a livello di UEM dal 9,1% annualizzato ad appena l’1,2% nel quarto trimestre trimestre 2021. In Francia e 2021. Naturalmente, ha contribuito anche la forte perdita di potere d’acquisto in Italia, invece, è cresciuto in un contesto di inflazione molto più alta. Secondo le stime, i consumi privati rispettivamente del 2,9% e nell’UEM non sono praticamente aumentati verso la fine dell’anno scorso (terzo del 2,4%, in Spagna addirittura trimestre 2021: +17,5% annualizzato). Tale andamento è stato accentuato dell’8,3%. Ma anche in questi dai numerosi shock e strozzature dell’offerta (si veda il Grafico 4), che hanno paesi il ritmo di crescita è condizionato soprattutto il settore manifatturiero. Questa è anche la spiegazione notevolmente rallentato. più probabile della performance insolitamente debole della Germania, che è così profondamente integrata nell’economia globale. Monthly Outlook Febbraio 2022 13
Macro & Markets 4. L E INTERRUZIONI DELLE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO PESANO SULLA CRESCITA MA IL PICCO È STATO PROBABILMENTE SUPERATO 250 5 Indice rappresentativo della pressione sulla catena di approvvigionamento 4 globale 200 Pressione sulla catena 3 di approvvigionamento (media dei 150 costi di trasporto, DRAM, gas naturale, 2 carbone e prezzo del petrolio, 100 in %, anno su anno) 1 50 0 0 -1 -50 -2 Gen 11 Ago 12 Mar 14 Ott 15 Mag 17 Dic 18 Lug 20 Feb 22 Fonte: Refinitiv Datastream, New York Fed, UniCredit Per contro, altre importanti economie hanno registrato performance decisamente migliori. Nel quarto trimestre del 2021 l’economia statunitense è cresciuta Il PIL degli Stati Uniti è del 6,9% annualizzato, la Cina del 7,5% e l’Asia emergente probabilmente cresciuto di un modesto addirittura dell’8,5%. Queste regioni hanno tutte beneficiato del fatto di essere 2,3% annualizzato nel terzo state risparmiate dalla componente Delta della recente ondata Covid (visto che trimestre 2021, quello della Omicron è emersa solo alla fine dell’anno scorso, troppo tardi per influenzare il Cina e Giappone è addirittura quarto trimestre). Inoltre, la ripresa post-Covid è stata finora disallineata. Stati diminuita del 2,5% e del Uniti e Asia hanno registrato un crollo nel trimestre estivo e hanno beneficiato 3,5%, rispettivamente (Asia degli effetti (tecnici) di recupero nel quarto trimestre. L’Eurozona, invece, ha emergente: +1,8%). dovuto pagare pegno ai massimi toccati durante l’estate. Ma quest’anno è probabile che l’andamento economico globale diventi più sincronizzato - anche se inizialmente a un livello molto basso. Nell’Europa continentale la crescita rimane debole e altrove si sta indebolendo notevolmente, soprattutto negli Stati Uniti. In quest’ultima regione i dati sulla fiducia sono diminuiti in misura significativa, soprattutto nei servizi sensibili al Covid (si veda il Grafico 5). Anche la fiducia dei consumatori è tornata a calare. Inoltre, ci sarà una ripercussione di natura tecnica sulle scorte, che sono state il motore per eccellenza della crescita nel quarto trimestre 2021, contribuendo per quasi cinque punti percentuali alla crescita. Monthly Outlook Febbraio 2022 14
Macro & Markets 5. GLI INDICATORI SULLA FIDUCIA NEGLI STATI UNITI SONO NUOVAMENTE IN CALO 80 120 Indice dei direttori d’acquisto (Servizi) Indice dei direttori d’acquisto 70 110 (Manufatturiero) Sentiment dei consumatori (U of Michigan, RS) 60 100 50 90 40 80 Soglia critica o media di lungo periodo, rispettivamente 30 70 20 60 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Markit, Refinitiv Datastream, UniCredit Inoltre, anche dati economici “hard”, quali vendite al dettaglio, ordini di beni durevoli e dati sulla produzione, sono stati nettamente inferiori alle aspettative L’Economic Surprise Index di recente. Oltre a Omicron, anche le continue riduzioni dei salari reali (l’inflazione degli Stati Uniti, che misura la CPI è salita a un livello del 7% a dicembre) possono aver contribuito a questa deviazione dei dati pubblicati situazione. Questo implica che la crescita degli Stati Uniti non sarà superiore ad rispetto alle aspettative di una un modesto 2% annualizzato in questo trimestre, forse anche meno. serie di indicatori, è diminuito significativamente rispetto In Asia il rallentamento della crescita dovrebbe essere meno marcato, poiché il al suo massimo provvisorio numero di casi Omicron è significativamente più basso che in Occidente. Ma la di inizio dicembre e, più di rigorosa strategia “zero Covid” della Cina (con la chiusura di intere megalopoli) recente, è addirittura scivolato potrebbe anche frenare la crescita. Inoltre, problemi strutturali, come quello in terreno negativo. dell’immobiliare, dell’energia e del debito, continuano ad avere un impatto. Anche il rinnovato sostegno della politica economica (tagli dei tassi d’interesse) molto probabilmente non impedirà che la crescita del PIL ridiscenda al 4-4,5% questo trimestre e quindi al di sotto dell’obiettivo (oltre il 5%). E l’Europa continentale? L’Eurozona potrebbe rimanere la regione in ritardo a L’Economic Surprise Index livello di crescita globale all’inizio dell’anno. A causa di Omicron la crescita del dell’UEM punta di nuovo PIL nei primi tre mesi dovrebbe essere limitata all’1% annualizzato, ma quanto all’insù da qualche settimana. meno non si tratta di un’altra battuta d’arresto della crescita. Anche i dati Tuttavia, anche le aspettative economici più recenti indicano una stabilizzazione su un livello basso. Sebbene si sono notevolmente l’indice dei direttori d’acquisto per il settore dei servizi sia nuovamente diminuito ridimensionate nel periodo in misura consistente, la maggior parte degli indicatori sulla fiducia sono riusciti precedente. a stabilizzarsi, come indice IFO (indice che misura la fiducia delle imprese in Germania), o addirittura a migliorare leggermente (si veda il Grafico 6). Questo vale anche per i dati economici “hard”. Monthly Outlook Febbraio 2022 15
Macro & Markets 6. UEM: PRIMI SEGNI DI STABILIZZAZIONE 3 Fiducia delle aziende 2 (Commissione Europea) 1 Fiducia dei consumatori (Commissione Europea) 0 Indice IFO delle imprese -1 -2 Media di lungo periodo -3 -4 -5 -6 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Markit, Refinitiv Datastream, UniCredit In primavera, tuttavia, l’economia dovrebbe riprendersi con forza. Una volta rilasciato il freno Omicron, le forze rialziste già in essere potranno dispiegare i Per un’analisi dettagliata delle loro effetti. Tra queste, l’arretrato della domanda (soprattutto di servizi), che si forze cicliche rialziste, si veda è ancora più accentuato nel semestre invernale, l’aumento di redditi, ricchezza il nostro Outlook annuale del e utili, la ripresa del potere d’acquisto (calo dell’inflazione), i bilanci solidi di dicembre 2021. famiglie e imprese, l’attenuarsi degli shock dell’offerta (si veda il Grafico 4), che stanno già stabilizzando il settore manifatturiero, nonché i progressi a livello di immunizzazione naturale e da vaccini o delle cure per il Covid. E poiché è probabile che la crescita slitti dal primo al secondo trimestre, il PIL dell’intera UEM potrebbe anche aumentare un po’ più marcatamente in primavera di quanto previsto in precedenza. A partire dall’estate, la crescita dovrebbe gradualmente indebolirsi, ma stabilizzarsi (meno volatile) e rimanere al di sopra del trend anche nel 2023. Il nostro quadro economico generale rimane quindi in gran parte invariato. La Fed tira le redini in anticipo e in modo più aggressivo del previsto Nel contesto della debolezza dell’economia globale indotta da Omicron, le Banche Centrali stanno adottando toni più duri. La Fed e le Banche Centrali Inizialmente, la Fed non anglosassoni, in particolare, sono diventate restrittive. Questo ha portato a dovrebbe più reinvestire il una rivalutazione della politica monetaria sia per i mercati che per noi. La Fed ricavato delle obbligazioni dovrebbe aver completato l’azzeramento dei suoi acquisti di titoli entro qualche in scadenza, ma in seguito settimana, annunciare il primo rialzo dei tassi di interesse a metà marzo, seguire potrebbe considerare anche con altri sei rialzi di 25 punti base ciascuno entro la fine del 2023 e iniziare il vendite dirette. Per i dettagli Quantitative Tightening - cioè la riduzione dei titoli di sua proprietà e, quindi, del sulla prossima stretta della suo bilancio - nel corso dell’anno (si veda il Grafico 7). politica monetaria della Fed, si vedi la nostra sezione Colonne/Opinioni. Monthly Outlook Febbraio 2022 16
Macro & Markets 7. FED: TAPERING, RIALZI DEI TASSI E QUANTITATIVE TIGHTENING 10000 7,50 Asset della FED (mld di dollari) Proiezione 9000 6,75 Estrapolazione del trend (1999 -2008) Obiettivo tassi della FED 8000 6,00 (%; asse di destra) 7000 5,25 Covid 6000 4,50 Crisi finanziaria dei mercati 5000 3,75 4000 3,00 3000 2,25 2000 1,50 1000 0,75 0 0,00 Gen 99 Gen 04 Gen 09 Gen 14 Gen 19 Gen 24 Nota: Le frecce indicano solo la direzione, non reali previsioni numeriche Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Le preoccupazioni per l’inflazione (in termini di aspettative) sullo sfondo di un’imminente spirale salari-prezzi - a dicembre il tasso di disoccupazione è A dicembre il tasso di già sceso alla soglia NAIRU (Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment, disoccupazione negli Stati stimato intorno al 4%) - e l’output gap, prossimo a chiudersi, possono aver spinto Uniti è sceso a sorpresa la Fed ad adottare una posizione più rigida. L’economia statunitense dovrebbe dal 4,2% al 3,9%, poiché essere in grado di far fronte a questa situazione, anche se il freno monetario sarà l’offerta di lavoro non è ora più pronunciato di quanto stimato in precedenza. riuscita a tenere il passo con la domanda. Le imprese La Fed, tuttavia, non è l’unica grande Banca Centrale a inasprire la politica hanno sempre più difficoltà monetaria. La Norges Bank ha già aumentato il suo tasso di riferimento. La Banca a coprire i posti vacanti. Molti d’Inghilterra, la Banca del Canada e la Reserve Bank della Nuova Zelanda sono potenziali lavoratori si sono in procinto di farlo ed è probabile che anche l’Australia si accoderà. Insieme alle ritirati dal mercato del lavoro Banche Centrali dei mercati emergenti, che sono in modalità di rialzo dalla fine ai tempi del Covid (tasso di del 2020 (al fine di evitare un deprezzamento delle loro valute e/o deflussi di partecipazione più basso). capitale), questo dovrebbe riportare il tasso di interesse di riferimento globale al Questo è il motivo per cui la livello pre-Covid nel corso dell’anno (si veda il Grafico 8). crescita dell’occupazione è stata alla fine inferiore alle aspettative. Monthly Outlook Febbraio 2022 17
Macro & Markets 8. RITORNO AL LIVELLO PRE-COVID ALL’INIZIO DEL 2023 3,2 Tassi di riferimento Globali* (%) Proiezione 2,8 *dato aggregato delle 32 principali banche centrali mondiali 2,4 Media di lungo periodo 2,0 Covid 1,6 1,2 0,8 Gen 11 Lug 12 Gen 14 Lug 15 Gen 17 Lug 18 Gen 20 Lug 21 Gen 23 Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Recentemente, comunque, la BCE ha cambiato i suoi toni inviando un messaggio più aggressivo. La crescita dell’ inflazione, l’andamento del lavoro e quello salariale Ipotizziamo che l’output potrebbero portare ad un cambiamento di strategia. È probabile che la posizione gap degli Stati Uniti, cioè la più restrittiva della Fed e delle altre Banche Centrali possa mettere la BCE sotto differenza tra il PIL potenziale pressione. Inoltre, il divario dei tassi di interesse fra Europa e USA indebolisce e quello effettivo, si chiuda in l’euro. Questa svalutazione significa un maggiore importazione di inflazione, che primavera. Secondo il FMI, era non sarebbe favorevole per l’obiettivo della BCE. Noi stiamo pertanto adeguando già così alla fine del 2021. la nostra valutazione sulla politica monetaria della BCE. La Banca Centrale molto probabilmente non solo accelererà l’uscita dal quantitative easing, ma potrebbe anche agire sui tassi di interesse prima di quanto si pensasse, possibilmente verso la fine di quest’anno. Tuttavia, è probabile che la riduzione degli acquisti sia relativamente misurata (minori rialzi) e selettiva (probabilmente puntando solo sui tassi di deposito). Conflitto Russia-Ucraina: la spada di Damocle Nessuno può dire con certezza se la Russia invaderà l’Ucraina. Ecco perché gli analisti devono limitare il loro lavoro a scenari di rischio. I rischi, però, sono aumentati notevolmente. Se dovesse scoppiare una guerra, questo avrebbe gravi ripercussioni anche per le economie e i mercati, non solo per i paesi direttamente colpiti, ma anche per l’Europa occidentale. Danni economici collaterali deriverebbero principalmente dall’interruzione delle forniture di gas russo. È probabile che i prezzi del gas naturale e dell’energia tornino ad aumentare, facendo salire l’inflazione e rallentando la ripresa economica. Tuttavia, sui mercati finanziari europei l’impatto sfavorevole si farebbe sentire prima. L’esperienza passata mostra che un forte aumento dell’incertezza politica globale da solo rende il dollaro USA un porto sicuro e porta i mercati Questo ancora non si è USA a registrare performance superiori a quelle delle loro controparti (almeno in verificato all’inizio del 2022. termini relativi, si veda il Grafico 9). Il danno economico, tuttavia, non sarebbe La correzione dei titoli nulla in confronto alla catastrofe umanitaria e alle conseguenze geopolitiche a tecnologici ha pesato di più lungo termine. Si può solo sperare che il conflitto possa essere risolto per via sugli indici americani che su diplomatica. quelli europei. Monthly Outlook Febbraio 2022 18
Macro & Markets 9. L’INCERTEZZA POLITICA TENDE A FAVORIRE I MERCATI STATUNITENSI 150 30 Mercato Azionario USA vs mercato globale escluso USA (MSCI. % anno 100 20 su anno) 50 10 Andamento dollaro (trade weighted, ossia una media ponderata del valore 0 0 del cambio del dollaro USA verso le principali valute, % Anno su anno) -50 -10 Indice dell’incertezza (% anno su anno) -100 -20 -150 -30 Gen 11 Lug 12 Gen 14 Lug 15 Gen 17 Lug 18 Gen 20 Lug 21 Fonte: www.policyuncertainty.com, Refinitiv Datastream, UniCredit Monthly Outlook Febbraio 2022 19
Asset Allocation dei nostri portafogli in gestione Un inizio d’anno all’insegna della volatilità POSIZIONAMENTO CLASSI D’INVESTIMENTO UNIVERSO INVESTIBILE SOTTOPESO NEUTRALE SOVRAPPESO Azioni globali PRINCIPALI CLASSI Obbligazioni globali D’INVESTIMENTO Mercati monetari Alternativi USA Europa AZIONI Pacifico (MS)1 Mercati Emergenti PRINCIPALI Titoli di Stato in Euro ASSET CLASS Titoli di Stato non in Euro IN DETTAGLIO OBBLIGAZIONI Obbligazioni corporate IG in Euro Obbligazioni corporate HY Obbligazioni Mercati Emergenti Petrolio MATERIE PRIME Oro 1 MS=Mercati sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore) Nel mese di gennaio l’azionario è stato oggetto di prese di profitto, a causa di una combinazione di timori per l’aumento dei tassi di interesse, le tensioni geopolitiche (Ucraina) e la diffusione della variante Omicron. La volatilità azionaria, rimasta contenuta nel 2021, è aumentata. La volatilità dell’indice S&P500 è salita a 27,66 contro una media a 5 anni di 18,56. Monthly Outlook Febbraio 2022 20
Asset Allocation 10. IL RITORNO DELLA VOLATILITÀ 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 2017 2018 2019 2020 2021 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy, dati al 26 gennaio 2022 I rischi legati al nostro scenario base sembrano essere più concentrati nei primi mesi dell’anno, quando è previsto il picco dei contagi della variante Omicron, così come quello dell’inflazione, con il primo aumento dei tassi di interesse da parte della FED a marzo. A sua volta, l’aumento dei tassi d’interesse ha avuto un impatto sui titoli tecnologici statunitensi, che storicamente spiegano una parte importante del rialzo del mercato azionario USA. I tecnologici sono infatti considerati “azioni di lunga durata” a causa del loro elevato rapporto prezzo/utili, in altre parole ripagano i loro profitti in un maggior numero di anni rispetto ai titoli a basso rapporto prezzo/utili. Più in generale, è continuata la rotazione dai titoli di “growth” a quelli di “value”. La composizione settoriale sta favorendo l’azionario europeo, meno esposto di quello USA al settore tecnologico e sostenuto dalla maggiore presenza dei finanziari e dei ciclici. Monthly Outlook Febbraio 2022 21
Asset Allocation 11. PESO % DEI SETTORI SULL’INDICE EUROPEO VS INDICE AMERICANO Il mercato europeo è costituito principalmente da aziende dei settori Industrials, Materials e Financials. La presenza di aziende Tech è molto inferiore rispetto al mercato USA. 30% Peso nel mercato Europeo Peso nel mercato USA 20% Differenze in % 10% 0% 10% 20% 30% Utilities C. Staple Communications Tech Materials Industrilas C. Discetionary Energy Health Care Real Estate Financials Fonte: Strategas, UniCredit Group Investment Strategy A partire dal secondo trimestre è ragionevole aspettarsi un miglioramento della pandemia, grazie a un maggior tasso di vaccinazione ed immunizzazione, ed all’avvento della stagione calda. Inoltre, prevediamo l’inflazione in calo dal picco per la graduale eliminazione dei colli di bottiglia dal lato dell’offerta e per un effetto di confronto (effetto base) meno penalizzante. Di conseguenza, anche se ci aspettiamo che l’incertezza e la volatilità rimangano a livelli più elevati rispetto al 2021 a causa della riduzione degli stimoli monetari e fiscali (basti ricordare che l’indice S&P500 ha chiuso il 2021 con una performance del 26,9% e un drawdown - distanza tra il picco più alto e quello più basso - di solo il 5,2%), le correzioni del mercato azionario dovrebbero essere interpretate come opportunità di acquisto a lungo termine. In un contesto di maggiore incertezza e volatilità, la gestione attiva è fondamentale, così come l’allungamento dell’orizzonte di investimento e un approccio sempre più orientato ai criteri ESG. Inoltre, stimiamo che la crescita degli utili aziendali continuerà a sostenere le azioni. In questa prospettiva, le prime evidenze della stagione degli utili USA del quarto trimestre 2021 sono incoraggianti. Al 26 gennaio, Il 20% delle società dell’S&P500 ha riportato i risultati trimestrali. L’80% ha battuto le attese sugli utili per azione (eps) con una crescita aggregata del 18,5% e una sorpresa positiva del 3,8%. I settori che hanno evidenziato il maggiore incremento degli utili sono stati quelli che lo scorso anno era stati più penalizzati dalla pandemia e in particolare Energy, Materials, Industrial, Consumer Discretionary, i settori che hanno invece mostrato crescita più contenuta sono stati Consumer Staple, Utilities, Communication Services e Financial. A livello di ricavi l’83% delle società ha battuto le attese con una crescita del 10,2% è una sorpresa positiva del 1,7% e con tutti i settori che hanno mostrato una crescita positiva ad eccezione di Communication Services. Monthly Outlook Febbraio 2022 22
Asset Allocation In Europa la stagione degli utili sta per iniziare: il consenso prevede +42% a/a di crescita degli eps dello Stoxx 600 nel 4Q e +6% di crescita degli eps nel 2022. Inoltre, una nota positiva viene dal comportamento delle obbligazioni corporate americane ed europee. Le obbligazioni societarie di solito precedono le azioni nelle correzioni più importanti, ma questa volta i loro spread non si sono allargati in misura eccessiva. 12. IN GENNAIO LE OBBLIGAZIONI CORPORATE SI SONO MOSTRATE RESILIENTI Differenziale di credito (basis point) 1200 Indice BofAML US High Yield Indice BofAML Euro High Yield 1000 800 600 400 200 0 Gen 13 Gen 14 Gen 15 Gen 16 Gen 17 Gen 18 Gen 19 Gen 20 Gen 21 Gen 22 Fonte: Bloomberg, UniCredit Group Investment Strategy In breve, continuiamo a credere che l’aumento dell’inflazione sostenga il nostro sottopeso strutturale sulle obbligazioni globali, dove preferiamo le obbligazioni societarie e, selettivamente, quelle dei mercati emergenti. Monitoreremo da vicino di quanto la probabile azione di rialzo dei tassi d’interesse della Fed sia già scontata dai mercati per identificare eventuali punti di ingresso. Allo stesso tempo, la valutazione relativa e la crescita globale superiore al trend, ci portano a mantenere la nostra preferenza strategica sulle azioni, approfittando di valutazioni meno tirate sul lungo termine. Manteniamo il nostro sovrappeso maggiore per le azioni europee sulla base di politiche monetarie e fiscali ancora espansive e di una composizione settoriale orientata sui titoli ciclici e “value”. Siamo costruttivi sulle azioni dei mercati emergenti, dove si stanno formando opportunità d’investimento a lungo termine, grazie alle valutazioni più convenienti, alla crescita dei prezzi delle materie prime e a un ciclo di rialzo dei tassi d’interesse più avanzato. In Cina, dove l’inflazione è in calo, le autorità monetarie stanno perfino allentando moderatamente i tassi. Rimaniamo neutrali sugli Stati Uniti - ma pronti a trarre vantaggio dall’attuale correzione - e sulle azioni giapponesi, sostenute dalla ripresa globale e da uno yen più debole. Monthly Outlook Febbraio 2022 23
Asset Allocation Portafogli in Gestione: riepilogo dell’asset allocation di UniCredit Group Investment Strategy Sovrappeso azioni globali La crescita globale, in decelerazione ma superiore al trend, sostiene le azioni, nonostante la maggiore volatilità derivante dall’aumento dei tassi negli Stati Uniti, dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche. La recente correzione rende più attraente la valutazione delle azioni. Sovrappeso azioni europee Le politiche monetarie e fiscali rimangono espansive. Quadro degli utili positivo, composizione settoriale più favorevole rispetto al mercato azionario statunitense ed elevati rendimenti dei dividendi, ben al di sopra dei rendimenti dei titoli di Stato e delle obbligazioni societarie. Tensioni geopolitiche (Ucraina) e pandemia mantengono alta l’incertezza a breve termine. Neutrali azioni USA Crescita elevata, ma la Fed sta optando per un orientamento più restrittivo. Opportunità di acquisto selettive derivanti dal calo dei mercati azionari e dalla positiva stagione degli utili. Sovrappeso azioni dei mercati emergenti Valutazioni attraenti, prezzi delle materie prime più elevati e un ciclo di rialzo dei tassi più avanzato offrono opportunità di acquisto a lungo termine. In Cina è già in corso un moderato allentamento monetario. Si raccomanda la selettività dei paesi e dei settori. Neutrali azioni Pacifico Le azioni giapponesi sono sostenute dalla ripresa globale, dallo stimolo fiscale interno e dall’indebolimento dello yen. Valutazioni interessanti e forte peso dei settori value/ciclici, sui quali tuttavia preferiamo investire in Europa. Sottopeso Obbligazioni globali Vulnerabili all’aumento dell’inflazione e al rialzo dei rendimenti. Sovrappeso obbligazioni societarie Euro Investment Grade Ancora sostenute dagli acquisti della BCE, ma il loro spread più ristretto le rende più vulnerabili all’aumento dei tassi d’interesse. Preferiamo il debito finanziario subordinato, per la migliorata patrimonializzazione delle banche europee e la minore duration. Neutrali obbligazioni societarie ad alto rendimento Rendimenti attraenti e scenario dei tassi di default favorevole, considerando che ci aspettiamo una crescita del PIL superiore al trend nel 2022. La minore durata rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni societarie Investment Grade europee è un vantaggio, data l’aspettativa di una graduale normalizzazione dei tassi di interesse. La loro minore liquidità dovrebbe essere presa in considerazione in caso di ulteriori turbolenze sui mercati. Sottopeso titoli di Stato dell’UEM Sottopesiamo le obbligazioni governative core dell’euro per la loro elevata duration. Preferiamo i titoli di Stato periferici, come quelli dell’Italia e della Spagna, sostenuti dall’azione della BCE. Preferire una duration breve e aumentare selettivamente il posizionamento sui titoli legati all’inflazione può essere utile per affrontare lo scenario base di aumento dell’inflazione. Monthly Outlook Febbraio 2022 24
Asset Allocation Neutrali titoli di Stato non UEM Prevediamo un aumento dei rendimenti dei titoli governativi USA nel 2022. Sovrappeso le obbligazioni dei mercati emergenti La ricerca di rendimento sostiene la nostra positività, ma siamo difensivi e selettivi considerando la politica monetaria restrittiva della Fed e l’inflazione negli EM. Neutrali sui mercati monetari Da utilizzare principalmente come parcheggio di liquidità e come copertura per l’incertezza. Neutrali sugli alternativi Offrono opportunità di de-correlazione dei portafogli, mentre le attività cosiddette “reali” beneficiano del loro ruolo di copertura dell’inflazione. Materie prime Asset class di fine ciclo, sostenuta dalla ripresa globale e dai vincoli dell’offerta. Positivi sull’oro Bene rifugio, il suo prezzo dovrebbe stabilizzarsi come risultato di fattori contrastanti: a sfavore, la normalizzazione della Fed mentre le pressioni inflazionistiche giocano a favore. Valute La divergenza tra le politiche monetarie della Fed e della BCE sostiene il dollaro USA. Monthly Outlook Febbraio 2022 25
Rubriche I CIO locali dialogano con i clienti Risposte dall’Italia I nostri esperti: “La FED sta per aumentare i tassi, dovremmo vendere le nostre obbligazioni?” La risposta è “Beh, dipende”. Alessandro Caviglia Confermiamo la nostra visione positiva a lungo termine sulle azioni rispetto alle obbligazioni. Gli attuali venti contrari sono rappresentati principalmente dai toni restrittivi della Federal Reserve negli Stati Uniti, che stanno causando la correzione delle azioni del settore tecnologico, e dalla strategia zero-Covid in Cina, che continua a condizionare le catene produttive globali. A nostro avviso, questi elementi, che influenzano CIO Italy negativamente la fiducia degli investitori, si riveleranno UniCredit Spa (Italia) temporanei e presto i venti positivi riprenderanno a soffiare: la politica fiscale espansiva dei governi, la normalizzazione del percorso pandemico e della vita economica, i risultati delle aziende in linea o superiori alle aspettative. Ma sappiamo che, in ogni caso, una certa quota degli investimenti che gestiamo sarà composta da strumenti a reddito fisso. Questo perché, in funzione dei diversi profili di rischio dei clienti, vogliamo puntare a un determinato livello di volatilità, e questo è il ruolo dell’esposizione al reddito fisso: controbilanciare la volatilità delle azioni e ridurre, quindi, il rischio Monthly Outlook Febbraio 2022 26
Rubriche complessivo del portafoglio. Il fatto è che nel corso degli anni questa “polizza assicurativa” è diventata sempre più costosa, e oggi i tassi nominali sono storicamente molto bassi, e il rendimento reale è, per molte obbligazioni, negativo. Detto questo, c’è anche un aspetto positivo nel recente aumento della curva dei tassi nel mercato statunitensi. Attualmente gli investitori si aspettano un percorso di rialzo ripido da parte della Federal Reserve, con quattro o cinque rialzi dei tassi nel 2022 e un ritmo simile anche nel 2023. Potrebbe sembrare un controsenso, ma questo significa che, se la Federal Reserve rispettasse tali aspettative, i titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni potrebbero essere attorno al loro minimo relativo (in termini di prezzo, massimo relativo in termini di rendimenti). I trader del reddito fisso e gli investitori della parte lunga della curva stanno valutando attentamente il livello target potenziale dei Fed Fund tra due anni e gli attuali tassi decennali all’1,80% sono coerenti con le aspettative implicite attuali. Questo ha recentemente portato a un rialzo dei tassi e a un massiccio appiattimento della curva, dove i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a due anni sono aumentati molto di più delle scadenze lunghe. E questo potrebbe proseguire nei prossimi trimestri. Un altro modo di considerare la questione è: più la Fed è credibile nella sua retorica di lotta all’inflazione, tanto meno i rendimenti obbligazionari delle scadenze più lunghe devono aumentare, perché il loro premio per il rischio si abbasserà o comunque si stabilizzerà. Un buon modo per implementare questa visione è, ad esempio, tramite posizioni alle obbligazioni dei Paesi Emergenti e Corporate High Yield, queste ultime le abbiamo recentemente alzate da sottopeso a neutrale nei portafogli che gestiamo. La maggior parte di queste emissioni sono denominate in dollari, quindi l’investitore sta comprando la curva statunitense più lo spread dell’emittente. Lo spread medio di un portafoglio ben diversificato di questi strumenti funge da cuscinetto aggiuntivo in caso di un ulteriore aumento della curva USA oppure potrebbe finanziare la copertura valutaria rispetto all’euro, qualora l’investitore non desideri aumentare l’esposizione in dollari. Questi sono, dunque, esempi di “buona duration”, dove lo spostamento verso scadenze più lunghe implica un aumento del rischio (misurato in base alla duration), accompagnato da un aumento del rendimento potenziale. Nella sua ultima conferenza stampa il 26 gennaio il Presidente Jerome Powell ha detto che la Fed sarà “umile e agile”. Lo stesso vale per noi in un ambiente così difficile per gli investimenti a reddito fisso: “umiltà e agilità”! Monthly Outlook Febbraio 2022 27
Rubriche Risposte dall’Austria Azioni “value”: perché gli investimenti orientati al valore sono di nuovo in forte espansione. Dopo i forti aumenti delle quotazioni sui mercati Oliver Prinz azionari globali l’anno scorso, dall’inizio del 2022 stiamo vivendo una fase di correzione e di maggiori fluttuazioni sui mercati finanziari. I timori di una possibile stretta monetaria da parte della Fed e le elevate valutazioni dei titoli “growth”, soprattutto nel settore tecnologico, stanno mettendo a dura prova i nervi degli investitori. L’euforia riguardo ai titoli tecnologici è in brusco calo, perché i rialzi dei tassi d’interesse sono considerati un freno per le società a forte crescita e valutazioni elevate. Co-CIO Bank Austria and Negli ultimi 15 anni, a partire dal 2006, i titoli “growth” Schoellerbank (Austria) hanno registrato un rendimento superiore alla media, pari a +384%, rispetto al rendimento dei titoli “value” pari a +131% (base MSCI World Growth Net Return Index vs. MSCI World Value Net Return). La rivoluzione digitale, l’onnipresenza della tecnologia nella vita quotidiana, le favorevoli condizioni di mercato e, non da ultimo, la pandemia, hanno contribuito a questo brillante andamento del settore “growth” sui mercati azionari, che, però, al momento appare in una situazione di significativo sovrainvestimento. I titoli “growth” sono caratterizzati soprattutto da stime di crescita significativamente più forte di utili e ricavi, a breve e a lungo termine. Circa il 50% degli indici “growth” più conosciuti sono attualmente allocati al settore tecnologico (ad es. Apple, Microsoft) o al settore delle comunicazioni (ad es. Alphabet, Meta-Facebook). Per contro, il valore patrimoniale dei titoli “value” è significativamente più basso, in rapporto al prezzo, rispetto al mercato nel suo complesso, e la stima degli utili per azione per i prossimi 12 mesi appare più interessante. Gran parte dei titoli “value” sono costituiti dai finanziari, che hanno subìto venti contrari negli ultimi 15 anni a causa della crisi del debito sovrano, dei bassi tassi d’interesse e dei maggiori requisiti normativi. Nelle ultime settimane si è registrata una crescita degli spostamenti da azioni “growth” ad azioni “value” e riteniamo che questa tendenza proseguirà. A nostro avviso, i titoli “value” devono recuperare terreno per tre motivi. Uno sguardo alle valutazioni al 31 dicembre 2021 rivela divari eccezionali, rispetto all’andamento storico, tra i segmenti “growth” e quelli “value”. Il rialzo dei tassi d’interesse (negli Stati Uniti, per ora) tende a favorire le azioni “value” e, in generale, mette i titoli “growth” sotto pressione. Un altro elemento positivo è il fatto che la maggior parte degli investitori ha un’esposizione scarsa, o nulla, al segmento “value”, Monthly Outlook Febbraio 2022 28
Puoi anche leggere